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Il termine decrescita felice viene usato per la prima volta nel Breve trattato sulla
decrescita serena di Serge Latouche, filosofo ed economista, famoso per i suoi viaggi
intorno al globo. Ecco i concetti principali su cui si basa il libro e, di conseguenza,
lintera teoria della decrescita.
Decremento selettivo del Pil. Decrescere vuol dire produrre e consumare di meno,
e questo vale sia per le merci che per i servizi. Recessione, dunque? No, perch la
decrescita prevede un taglio selettivo del Pil, la recessione invece discesa
incontrollata, dunque anche di quei parametri che sono indispensabili al
mantenimento di un tenore di vita decente (istruzione, sanit, occupazione). Dunque,
questo concetto va di pari passo con la riduzione degli sprechi. Tutto quello che non
necessario consumare, semplicemente non va prodotto.
Autonomia energetica e alimentare. Qui subentra il concetto di localit. Nella
visione della decrescita, le comunit sono autonome. Escluse le merci che realmente
non sono producibili in loco, niente va importato. Una citt consuma solo gli alimenti
che produce, consuma solo lenergia che produce e utilizza solo gli strumenti che crea.
Qui assume unimportanza essenziale la questione delle rinnovabili, in grado di
rendere autonomo anche un paese che non possiede giacimenti di carbone, di gas etc.
Assume unimportanza particolare anche il riciclo: se limport considerato una cosa
da evitare, allora indispensabile non sprecare gli strumenti, le merci, gli oggetti;
dunque indispensabile riciclare.
In particolare, il downshifting sembra avere una spontanea ed evidente affinit con gli
economisti che, contro la teoria della crescita-produzione-consumo infiniti, teorizzano
il modello della decrescita (felice) e hanno il loro maggiore esponente nelleconomista
e filosofo francese Serge Latouche, professore emerito di Scienze economiche
all'Universit di Parigi XI. Con tutte le conseguenze che si possono immaginare sul
consumo di energia, la produzione di rifiuti, la congestione dei trasporti e cos via.