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50 e 60 Ellington ha scritto alcune delle pagine pi belle della sua carriera. Uno dei
motivi di questa prolungata fase creativa la stabile presenza nella sezione delle ance
di cinque grandissimi musicisti: Johnny Hodges al primo sax contralto, Russell
Procope al secondo sax contralto e al clarinetto, Jimmy Hamilton al primo sax tenore
e al clarinetto, Paul Gonsalves al secondo sax tenore e Harry Carney al sax baritono,
al clarinetto basso e occasionalmente al clarinetto. Ellington proprio in virt di questa
stabilit ha avuto in questi anni una certa tendenza a privilegiare la sezione dei
sassofoni sugli ottoni, come indicato da Richard Domek in un suo saggio1.
Lapertura al pubblico degli archivi contenenti innumerevoli manoscritti di Ellington,
oltre alle parti staccate per i singoli musicisti redatte prevalentemente dal copista di
fiducia Tom Walhey, sta rendendo possibile uno studio approfondito e dettagliato
sulla scrittura del compositore. Walter van de Leur, nel suo lavoro su Billy Strayhorn 2
ha sottolineato lenorme difficolt di giungere a risultati corretti trascrivendo la
musica ellingtoniana direttamente dai dischi, anche in virt delle condotte poco
ortodosse del compositore. Paragonando i risultati delle trascrizioni con i manoscritti
ci si rende conto della quasi impossibilit di svolgere unanalisi corretta senza
attingere direttamente alla fonte primaria.
In questo lavoro cercheremo di trovare alcune delle chiavi per capire le tecniche di
scrittura di Ellington per la sezione dei sassofoni. Per svolgere questo compito
utilizzeremo come fonte alcuni dei manoscritti relativi alle colonne sonore del film
Paris Blues e Anatomy of a Murder. Ai fini analitici utilizzeremo esclusivamente
manoscritti di Ellington tralasciando le parti staccate dal momento che, per le
musiche di questo lavoro, non sempre appartengono a Whaley, lunico con Billy
Strayhorn a conoscere i segreti delle partiture del Maestro. Secondariamente per
maggior rigore analitico utilizzeremo le partiture relative ai cosiddetti sax soli o
comunque sezioni in cui i sassofoni armonizzati hanno la parte principale, preferendo
gli esempi comprendenti le sigle degli accordi per il bassista.
Prima di entrare ad esaminare le partiture elenchiamo brevemente le principali
caratteristiche che ritroveremo nel corso dellanalisi:
1) uso quasi esclusivo delle posizioni chiuse (block chords) e raro utilizzo delle
posizioni aperte.
2) Incroci delle parti (voice crossing), principalmente tra Carney e Gonsalves.
3) Utilizzo delle blue note a livello armonico e non solo melodico (blue note
voicings)
4) Ribaltamento del rapporto tonica-dominate o pi in generale accordo siglatodominante secondaria.
5) Personalissimo uso degli accordi di passaggio.
6) Personalizzazione della tecnica di armonizzazione delle note di passaggio detta
chromatic approach.
1
Nella prima misura troviamo la strategia del ribaltamento del rapporto accordo
siglato-dominante secondaria. I manuali di arrangiamento prevedono la possibilit di
armonizzare le note di passaggio con la dominante della sigla corrente. In questo caso
larmonia Lab maggiore per cui la sua dominante Mib7. Questa tecnica
comunque consentita solo sulle note di passaggio, di breve durata, quindi ottavi o al
massimo quarti. Ellington ribalta questa regola. Il secondo accordo un Mib
settima, come previsto, ma la nota al canto un Mib, quinta di Lab e quindi non una
nota di passaggio. Soprattutto non una nota di passaggio perch si trova in battere
per la durata di ben due quarti, su unarmonia che ne dura quattro. Nella parte di
contrabbasso Ellington indica di rimanere su Lab maggiore proprio per ottenere degli
urti armonici, aumentati anche dalla disposizione con E.V.1, col semitono che vibra
tra Carney e Gonsalves, che suonano rispettivamente nona minore e fondamentale di
Mib7.
Osserviamo un attimo le sigle che il copista estrarr poi per il contrabbassista. E
evidente come spicchino per semplicit nonostante il linguaggio armonico di
Ellington sia estremamente avanzato. La mia ipotesi che il compositore abbia un
pensiero a livelli, pi vicino ad una tradizione africana che europea, per cui ci che
avviene a livello superiore non necessariamente deve essere attinente a ci che
avviene a livello inferiore. Secondariamente la semplificazione delle sigle consente
un utilizzo timbrico e non funzionale dellarmonia. Ad esempio nella prima misura su
una sigla di Lab maggiore, abbiamo sia un Lab6 (primo accordo) sia un Lab7 (terzo
accordo) che in questo caso non ha funzione di dominante di Reb, ma
Il terzo ed ultimo esempio costituito dallintroduzione e dalle prime due misure del
tema di Almost Cried, tratto dalla colonna sonora di Anatomy of a Murder.
Come nel caso del precedente Night, anche in questo esempio evidente come in
poche misure possano essere contenuti cos tante tecniche di scrittura
anticonvenzionali.
Per prima cosa questo passaggio ricco di Ellington Voicings, ad evidenziare ancora
una volta come questa disposizione sia alla base della scrittura di Ellington per
sassofoni.
Nelle battute 2 e 6 troviamo la tecnica del ribaltamento tra laccordo siglato e la sua
dominante secondaria. In entrambi i casi la dominante sul tempo forte delle
rispettive battute e in entrambi i casi vale un quarto puntato. Anche questa una
importante caratteristica ellingtoniana dal momento che lascoltatore non potr
percepire larmonia dissonante come armonia di passaggio proprio per la sua durata e
per gli urti che produce in relazione al basso che invece segue le sigle indicate con un
semplice walking. In entrambi i casi abbiamo degli intervalli di settima maggiore su
armonie di settime di dominate: la nota Si, terza maggiore di Sol7, viene sovrapposta
allarmonia di Do7, cos come al nota La, terza di Fa7, viene suonata sullarmonia di
Sib7. E il compositore a chi potr mai affidare queste note cos caratteristiche se non
al sax baritono del fedelissimo Harry Carney? Ancora una volta evidente come
nella musica di Ellington la disposizione delle voci non mai dettata semplicemente
dai registri degli strumenti ma qualcosa che va oltre e riguarda anche la sfera umana
e non solo musicale dei suoi sidemen.
Le ultime due battute dellesempio, che costituiscono le prime due del tema vero e
proprio, esemplificano le tecniche 6 e 7 che non abbiamo ancora esplicitato.
Proviamo ad attribuire un nome a ciascun accordo di questo passaggio.
Inevitabilmente ci troveremo di fronte ad accordi di difficile siglatura e che
difficilmente possiamo interpretare come accordi di passaggio. Al contrario se invece
suoniamo ciascuna voce di questo passaggio evidente come tutte abbiano una loro
logicit. In questo caso il pensiero di Ellington non di tipo verticale, a blocchi, ma
di tipo orizzontale, secondo quello che Bill Dobbins chiama linear approach3. Nella
prefazione del suo atipico manuale di arrangiamento, Dobbins spiega come sia giunto
a questo metodo di scrittura proprio attraverso lo studio della musica di Ellington. In
questo caso,quindi, sono gli accordi ad essere generati dalle singole voci e non il
contrario.
Attraverso lutilizzo di diverse tecniche di scrittura, la musica di Ellington sempre
riconosce
Se poi cinque grandissimi musicisti per anni si mettono al servizio di un autentico
maestro della composizione e dellarrangiamento, i risultati non possono che essere
straordinari.
Attraverso gli studi analitici la musica di Ellington sar meno misteriosa ma
diventer ancora pi affascinante perch potr aiutare a capire maggiormente e con
maggior chiarezza la grandezza di vero genio della musica.
BILL D OBBINS, Jazz Arranging and Composing: a Linear Approach, Advance Music, Rottemburg, 1986.
BIBLIOGRAFIA
John Edward Hasse, Beyond Category. The Life and Genius of Duke Ellington,
Simon and Schuster, New York, 1993.
Richard Domek, Formula tuttis and sectional writing in later Ellington works,
Jazz Research Proceedings Yearbook 2001.
Richard Domek, Compositional characteristics of later Ellington works, Jazz
Research Proceedings Yearbook 1999.
Richard Domek, Dukes development as a background artist, Jazz Research
Proceedings Yearbook 1997.
Mark Tucker, The Duke Ellington Reader, Oxford University Press, New York,
1993.
Fred Sturm, Changes over Time: The Evolution of Jazz Writing, Advance
Music, Rottemburg, 1995.
Bill Dobbins, Jazz Arranging and Composing: a Linear Approach, Advance
Music, Rottemburg, 1995.
Walter van de Leur, Something to live for. The music of Billy Strayhorn, Oxford
University
DISCOGRAFIA
Duke Ellington, Anatomy of a Murder, Sony Music CD Reissue WK 75015,
1991.
Duke Ellington, Paris Blues, RCD 10713, 1997.