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MARZIA RUDONI
ELENA ORSATTI
INDICE
1. INTRODUZIONE
pag. 02
pag. 04
pag. 07
pag. 08
pag. 11
pag. 11
pag. 14
pag. 16
pag. 17
4. LASSETTO
pag. 18
pag. 20
6. CONCLUSIONI
pag. 22
1.
INTRODUZIONE
Chiunque entri in una scuderia, si avvicini al mondo dei cavalli o voglia iniziare a farne parte, non
potr fare a meno di confrontarsi con linterrogativo se adottare la monta inglese o se
propendere per la monta americana.
Questa scelta, semplice fintanto che ci si pone con gli occhi dellosservatore esterno, pu
diventare un vero e proprio dilemma qualora, nel dubbio se propendere per luna o per laltra
scuola, si intervisti estimatori di entrambe le scuole per avere unidea pi precisa in merito.
Scegliere la monta inglese rispetto a quella americana o viceversa, spesso e volentieri significa
fare una precisa scelta di campo in cui convogliare i propri ideali, convinzioni, credenze e
necessit. Infatti, se per alcune persone si tratta solo di una questione di sella, per altre
significa sposare una diversa filosofia di vita, tanto che, a volte, la convinzione della superiorit
di una scuola sullaltra pu sfociare in veri e propri litigi tra le persone pi animate!
E innegabile che le due monte rechino nel loro bagaglio delle diversit: basti pensare al motivo
per cui sono state create. La monta americana, nasce dallesigenza di rimanere in sella per lungo
tempo e poter lavorare con il bestiame, mentre la monta inglese affonda le sue radici in campo
militare e ha dovuto affrontare una lunga evoluzione prima di divenire la monta inglese che
conosciamo oggi.
Tuttavia, andando un attimo oltre queste differenze si scoprir che usando modi, metodi e
attrezzi diversi il fine perseguito lo stesso: stabilire un rapporto con il cavallo cercando di
cogliere tutte le opportunit che da questo ne possono scaturire.
Nel rapporto animale/persona si ha unopportunit di crescita gi ravvisabile nel solo fatto di
stabilire un contatto con un essere che ha una propria vita, dei propri bisogni, un proprio
carattere e soprattutto un sistema logico-percettivo che obbliga la persona a rimettere quanto
meno in discussione le proprie convinzioni. In definitiva, interagendo con un cavallo non si ha a
che fare con un semplice animale, bens con un essere vivente la cui presa in carico impone un
prendersi cura che sottende lassunzione delle precise responsabilit che una volta apprese
verranno necessariamente riproposte nelle relazioni significative della quotidianit.
In ogni momento in cui si in contatto con il cavallo si ha lopportunit di apprendere. Preparare
il cavallo per condurlo fuori da box -la sua casa-, dargli da mangiare, mettergli la sella, prepararlo
per fare gli esercizi, dargli i comandi, svestirlo, pulirlo, sono tutte attivit che richiedono la
necessit di stabilire un rapporto, una comunicazione che si pu trasformare in un vero e proprio
dialogo di fiducia qualora limpegno profuso dalla persona sia manifestato prima di tutto nel
rispetto dellaltruit e della diversit.
EQUITABILE Diversit e uguaglianze tra la monta allinglese e la monta americana
Elena Orsatti , Marzia Rudoni, Alice Chieregato, Simona Proietti Di Valerio
2.
Che si tratti di monta inglese o monta americana, stare in una scuderia un piacere e, proprio
perch deve essere un piacere per tutti, vi sono alcune regole fondamentali da rispettare per
mantenere il benessere e, soprattutto, la sicurezza di persone ed animali!
Di seguito elenchiamo in modo sintetico le pi importanti.
I cavalli sono animali molto sensibili che hanno una visione propria del mondo e dellinteragire
con questo in un modo molto diverso dal nostro. Infatti un bravo istruttore deve sempre tenere a
mente che cavallo e cavaliere sono due teste che ragionano sulla stessa cosa in modo
profondamente diverso. Rispetto ad uno stesso stimolo cavallo e cavaliere percepiscono e
reagiscono in modo nettamente differente: dinanzi ad un pericolo luomo istintivamente attacca,
mentre il cavallo, viceversa, tende a fuggire.
bene ricordare che per la serenit del cavaliere, del cavallo e di tutte le persone che a questo si
avvicinano, ci sono comportamenti da evitare. Un cavallo spaventato, che cerca di fuggire, pu
rappresentare un vero e proprio pericolo per chi gli accanto, e se non si pone rimedio, creando
condizioni favorevoli alla sua serenit, linquietudine iniziale potrebbe trasformarsi in una
situazione di difficile gestione. Un cavallo tenuto a lungo in condizioni per lui stressanti reagisce
allo stesso modo di una persona sottoposta per troppo tempo ad una condizione di terrore
psicologico! Come reagisce una persona terrorizzata? Normalmente senza logica! Cos fa il
cavallo! Corre, scalcia e si dimena rispondendo ad un unico fattore: la paura.
bene, quindi, evitare di correre per i corridoi o fare bruschi movimenti, poich comportamenti
simili oltre a spaventare i cavalli nei box, con il rischio che si facciano male, pu rappresentare un
pericolo anche per i cavalli legati in corridoio. Questi, infatti, percependo il trambusto come una
minaccia possono reagire in modo impulsivo mettendo a repentaglio lincolumit delle persone
che gli sono accanto.
I modi di reagire del cavallo possono essere ritenuti a volte eccessivi, e normalmente vengono
imputati al fatto che sono animali, ma come reagirebbe una persona se qualcuno entrasse in
casa propria iniziando a schiamazzare invadendo la propria privacy? Quanto meno redarguirebbe
linvasore invitandolo al rispetto e, alloccorrenza, non esiterebbe ad usare la forza. Bene, in
definitiva lo scalpitare del cavallo pu rappresentare il suo modo di richiedere rispetto.
Estendendo questa riflessione ad una possibilit di apprendimento pedagogico, accompagnare la
persona, normodotata o meno, allinterno della stalla e nello specifico in un box, invitandola a
non fare chiasso, gi di per s un momento di crescita certamente non trascurabile.
Allo stesso modo con cui si voluto richiamare lattenzione su cosa bene evitare, opportuno
ricordare che spesso la reazione istintiva del cavallo pu essere attenuata e trattenuta dalla
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LEGATO AI 2 VENTI; ossia, due corde legate da lati opposti e poi agli anelli della capezza,
che solitamente sono provvisti di cordini che in caso di pericolo si rompono facilmente;
2.
LEGATO CON UNA SINGOLA CORDA; questa si aggancia allanello sottostante il muso del
cavallo e viene legata con un nodo di sicurezza solitamente ad un anello. In caso di
necessit la persona potr liberarlo con un semplice strappo.
Oltre ai punti di attenzione finora elencati ci sono delle norme di comportamento a cui i cavalieri
devono assolutamente attenersi nel corso dello svolgimento delle lezioni. Anche in questo caso
per comodit espositiva queste verranno di seguito elencate in modo sintetico e schematico:
durante le lezioni nessun cavallo pu entrare o uscire dal campo senza che il cavaliere
abbia chiesto il permesso allistruttore,
in campo si deve lavorare sempre nella mano indicata dallistruttore, nel caso in cui non
ci sia un istruttore allinterno del campo tenere scrupolosamente la propria destra, chi
ha andature pi veloci ha il diritto alla pista,
assolutamente vietato fermarsi sulla pista anche per breve tempo. I cavalieri sono
tenuti a far asciugare i propri cavalli, ancora sudati prima di condurli nel box,
per muovere i cavalli alla corda ci si deve assicurare che non ci sia nessuno in campo.
Insomma le regole di una scuderia possono essere molte o poche in base al luogo in cui ci si
trova, ma il loro scopo comunque quello di mantenere ordine e sicurezza.
3.
Quando si decide di avere un cavallo, una volta acquistato, la prima cosa di cui ci si deve
occupare la scelta della struttura in cui farlo soggiornare.
La scelta pu ricadere su un maneggio di grande dimensione o di piccola dimensione, che sposi
una certa filosofia piuttosto che unaltra, ma se si opta per un pensionamento in box
necessario scegliere se usufruire di un
1.
pensionamento semplice
2.
o un pensionamento allitaliana.
Tenendo presente che non tutte le scuderie attuano questa differenza, fondamentalmente la
discrepanza tra le due verte sul tipo di rapporto che il cavaliere andr a stabilire con il cavallo.
Infatti, nella pensione allitaliana, tendenzialmente sar unaltra persona che andr a prendere
il cavallo nel suo box, lo tirer fuori e si occuper della sua pulizia e del suo sellaggio.
Diversamente, invece, nel pensionamento semplice, chiamato anche classico o allinglese,
sar il cavaliere stesso a compiere le azioni sopra menzionate nellintento di creare gi da questa
prima fase un rapporto stretto con il proprio amico equino. chiaro che in situazioni in cui si
preveda una finalit diversa dalla semplice passione, di per se non trascurabile, piuttosto che
agonistica, preferibile optare per la seconda soluzione. In questo caso, infatti, le attivit
sollecitano allassunzione di una responsabilit finalizzata pi ad acquisire una forma mentis del
prendersi cura che ancora una volta rafforza lespressione di rispetto, che come abbiamo gi
detto e continueremo a sostenere, rappresenta un aspetto basilare della convivenza comune.
In entrambi i casi, comunque, le azioni da attuare per provvedere alla sicurezza nostra e del
cavallo sono semplici, ma vanno eseguite con cautela e serenit, poich si ribadisce che un
cavallo spaventato nel box pu diventare difficilmente gestibile una volta fuori dal proprio spazio
e, di conseguenza, pericoloso per se stesso e per chi gli intorno.
Di seguito si riportano alcuni accorgimenti da adottare ogni qualvolta ci si avvicini ad un cavallo,
che sarebbe opportuno attuare in modo sistematico a prescindere dalla conoscenza che si ha
dellanimale.
Importantissimo non avvicinarsi mai ad un cavallo da dietro, perch la morfologia allungata
della testa, in relazione alla posizione dellocchio, crea una zona cieca che non permettendo al
cavallo di vederci arrivare potrebbe farlo spaventare. E buona abitudine, quindi, mentre ci si
accosta al box, far sentire al cavallo che ci si sta avvicinando emettendo, ad esempio, un segnale
vocale. Solo dopo che si sar stabilito un contatto visivo con lanimale si potr aprire la porta del
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box, ricordando di mantenersi sempre ad una distanza di sicurezza. Quando si avr la certezza
che il cavallo si acclimatato alla presenza del cavaliere si potr mettere la capezza e la longhina
per prepararlo alluscita. Daltronde pur vero che prima di entrare a casa di qualcuno buona
educazione suonare il campanello e arrivati sulla porta chiedere il permesso, come
incontestabile il fatto che se qualcuno ci arriva da dietro di soppiatto ci spaventiamo, no?
Ma tornando a noi, gi da questa prima fase possibile individuare delle differenze tra i due tipi
di approcci, anche se nulla vieta ai cavalieri che montano allinglese di usare capezze
allamericana e viceversa.
Nella monta inglese solitamente si usano capezze di cuoio, mentre nella monta americana
normalmente la capezza e la longhina sono di nylon. Per mettere la capezza al cavallo per prima
cosa il cavaliere dovr posizionarsi sul lato sinistro del cavallo allaltezza della testa e passando la
longhina sopra il collo, la blocca nellavambraccio destro. Successivamente il cavaliere inserisce il
muso dellequino nella giusta sede, aiutandosi con entrambi le mani, e lallaccia facendo scorrere
la capezza verso lalto passandola sopra la nuca. Per eseguire correttamente questa manovra il
cavaliere pu fare riferimento a delle misure standard; ad esempio la fibbia della museruola va
posizionata a due dita dalla cresta facciale (zigomo), due dita sopra il naso e due sopra la nuca. A
questo punto cavaliere e cavallo possono uscire dal box e anche per questa fase prevista una
specifica modalit. Il cavaliere, infatti, tenendo con la mano destra la longhina ad una quindicina
di centimetri dal moschettone, e con la mano sinistra la parte rimanente, che avr avvolto ad
otto o a cerchio, facendo attenzione a non compiere girate troppo strette uscir dal box in
compagnia del suo amico.
Come per ogni fase, dalla pi semplice alla pi complessa, anche in questo caso bene avere
degli accorgimenti. Infatti, importante non avvolgere la longhina troppo saldamente a mani o
polsi, o peggio ancora intorno al corpo, in quanto qualora il cavallo dovesse spaventarsi il
cavaliere potrebbe rimanere intrappolato nella corda. Quindi ogni azione va compiuta con
rispetto ma anche con cautela!
3.1
comando vocale, che nel caso della monta americana sar ripetuto anche nel lavoro in sella,
facendogli sentire che la situazione tenuta sottocontrollo e quindi si pu fidare.
Nonostante la reticenza di molte persone, il semplice camminare a mano con il cavallo
stabilisce profondi ponti comunicativi tra il cavaliere e il suo amico equino. Questo semplice atto,
infatti, fornisce loro la possibilit di studiarsi, di sondare i reciproci caratteri e soprattutto
permette al cavaliere di comprendere lindole e il movimento del cavallo.
Anche nella vita imparare ad osservare aiuta a sapersi orientare nel mondo, cos come
passeggiare assieme ad una persona di recente conoscenza un primo modo per acquisire, e al
contempo trasferire, quella parte di mondo, di vissuto, normalmente dedicato a chi fa gi parte
della propria rete di relazioni.
Se nel corso della marcia il cavaliere volesse fermare il cavallo, egli si deve arrestare e bloccare il
braccio. aggiungendo, se del caso, un comando vocale. Nella monta americana il comando vocale
whoa indica al cavallo che si deve arrestare e come nel caso precedente potr essere adottato
anche nel lavoro in sella. Qualora il comando vocale non dovesse essere sufficiente baster che il
cavaliere tiri delicatamente la longhina verso il suo petto, e a questo punto il cavallo non avr
altra possibilit oltre a quella di fermare la propria marcia. Nella monta inglese, invece, il cavallo
si arrester al comando vocale di alt o fermo e a differenza della monta americana questo
comando solitamente non viene usato per il lavoro in sella.
Anche il semplice dare un comando un modo per imparare ad esprimere un comportamento
autorevole ed assertivo. Essere autorevoli significa comunicare in modo efficace il proprio punto
di vista e per essere efficaci importante che il messaggio sia chiaro, coerente con quanto si
vuole esprimere, ma al contempo rispettoso dellaltruit. Diversamente si sarebbe autoritari e si
sa che avere a che fare con una persona autoritaria non piace pressoch a nessuno. Comunicare
in modo autoritario significa anche stabilire un rapporto asimmetrico con laltro, il quale
ascolter pi per dovere, o paura, che per effetto di unautentica disponibilit al confronto. La
persona autorevole ha un buon senso del s, del proprio valore, della personale capacit di
interagire con il mondo; lautoritario, invece, diversamente dallautorevole, sente lesigenza di
alzare la voce forse per paura di non essere ascoltato o per il timore di scoprire che le proprie
sicurezze possono essere facilmente messe in discussione. Imparare ad esprimere chiaramente
cosa si vuole al proprio cavallo pu essere un modo, quindi, per scoprire che si pu essere
ascoltati, che si ha un valore personale che se espresso in modo rispettoso pu sortire effetti
positivi.
Se nel corso della conduzione si volesse GIRARE il cavallo, per una maggiore sicurezza sempre
opportuno farlo verso destra. Anche in questo caso tra i due tipi di monta ci sono delle
differenze. Per quanto riguarda la monta americana il cavaliere dovr spingere il cavallo con il
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braccio verso destra facendolo ruotare sui suoi posteriori, mentre per quanto riguarda la monta
inglese il cavaliere dovr accompagnare il cavallo nella svolta. Tendenzialmente, il cavallo
montato allamericana capace di svolgere movimenti pi stretti di un cavallo allinglese e ci
pu rendere pi agevole la manovra qualora si dovesse muovere allinterno di spazi ristretti.
Qualora si avesse la necessit di GIRARE A SINISTRA, sia per la monta americana, sia per quella
inglese nel caso in cui la girata fosse particolarmente stretta, il cavaliere dovr cambiare la
disposizione delle mani; in questo caso la mano sinistra guider la testa del cavallo, invitandolo
ad avanzare, e la mano destra sar tesa verso il suo costato per mantenere la distanza di
sicurezza. Va ricordato, per, che nella monta inglese il cavallo meno preparato al giro stretto e
quindi, abitualmente, questo viene effettuato nella stessa posizione della girata a destra con
laccortezza del cavaliere di ampliare la svolta.
Qualora si voglia INDIETREGGIARE, invece, il cavaliere dovr girare su se stesso di centoottanta
gradi, in modo che lo sguardo sia orientato verso il posteriore del cavallo, e spingendo la mano
destra verso il suo petto usando contemporaneamente la voce, cavallo e cavaliere si muoveranno
assieme indietreggiando.
Questa serie di azioni che cavallo e cavaliere, o addestratore che sia, vanno ad effettuare, sono
estremamente importanti se guardati da un punto di vista pedagogico inerente ad un intervento
educativo. La categoria dello spaziale uno dei requisiti psicomotori legati alla capacit di
orientarsi in uno spazio secondo degli schemi di riferimento concreti. Per una persona, adulto o
bambino, acquisire la consapevolezza che nel fare un movimento deve tenere in considerazioni
oltre al proprio corpo anche lo spazio occupato da unaltra entit, in questo caso il cavallo,
significa iniziare avere una percezione di se stesso in relazione allinterno di un sistema
definito. Ecco allora che spostare indietro il cavallo acquisisce un valore ben al disopra del
semplice compiere uno spostamento pu avere per una persona normodotata. Questi
esercizi sono molto utili per apprendere che esiste un davanti perch c un dietro , cos
come si pu distinguere un sopra perch esiste un sotto. chiaro che a questa categoria se
ne aggiunge una immediatamente successiva che quella temporale. Compiere unazione,
muoversi allinterno di uno spazio concreto, significa anche acquisire un senso del tempo in
quanto non esiste attivit che non implichi il passaggio da un prima a un dopo rispetto ad un
mentre. Spazio-tempo, determinano la percezione del proprio corpo, della propria essenza, del
proprio s. Significa avere lopportunit di distinguere che ora diverso da ieri e differente
da domani. Significa anche scoprire che domani saremo diversi da ieri e che essendo inseriti in
un contesto dinamico in movimento si ha una storia e che il passare del tempo non un
semplice invecchiare ma anche una possibilit di accrescere le esperienze, nonch conoscenze,
che sono alla base dello sviluppo dellautonomia. Su queste tematiche loperatore ha a
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disposizione tutta una serie di stimoli da offrire allutente, che possono essere proposti con
modalit ludiche e appassionanti.
3.2
3.3
ora giunto il momento di affrontare largomento della pulizia del destriero; momento
importante, in cui si ha la possibilit di verificare lo stato di salute del cavallo oltre che instaurare
con questo un vero e proprio rapporto di complicit.
Lattrezzatura che occorre per la tolettatura dellequino composta da:
- una striglia in ferro o in gomma,
- due brusche, una a setole morbide e una a setole dure,
- pettine o spazzola da crine,
- due spugne,
- un panno,
- un curasnette o nettapiedi ed una lama da sudore.
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Ci si deve apprestare alloperazione ricordando di non trascurare mai laspetto della sicurezza;
quindi, entrambe le mani dovranno essere posizionate sul cavallo in modo da sentire ogni suo
movimento e, al contempo, mantenere la giusta distanza di tranquillit per la propria incolumit.
Normalmente LATTIVIT DI PULIZIA si avvia dalla parte anteriore, precisamente dal collo, del lato
sinistro del cavallo, con la mano sinistra. La mano destra, invece, dovr essere a contatto con il
costato del cavallo sempre con il fine di garantire la sicurezza del cavaliere o di chi si occupa della
sua pulizia.
Quando si andr a trattare la parte posteriore le mani lavoreranno in modo ribaltato. Lo stesso
processo, ma chiaramente invertendo la mano, dovr essere seguito quando si andr a tolettare
il lato destro del cavallo. Questo procedimento va eseguito allo stesso modo, a prescindere dal
tipo di spazzola si stia usando.
Per la cura della CODA la posizione di sicurezza al fianco del posteriore, anche se non va
dimenticato che per la sua fisicit ossea difficile che un cavallo calci di lato. Si proceder quindi
prendendo la coda e spostandola verso se stessi, mantenendo sempre la posizione a fianco
dellanimale, si continuer a spazzolarla con lapposita spazzola.
Anche per la pulizia degli ZOCCOLI ci si posizioner di fianco al cavallo con lo sguardo rivolto verso
il suo posteriore. Per mantenere la serenit dellequino si far scorrere la mano sul suo arto
dallalto verso il basso, e una volta alzato, larto sar mantenuto con la mano fra la muraglia e la
corona cos da evitare microtraumi nella zona del nodello dovuti ai movimenti durante la pulizia.
Per gli zoccoli posteriori, invece, si pu mantenere la stessa posizione o in alternativa si pu
appoggiare larto del cavallo sulla coscia della persona pi prossima allanimale. importante
assicurarsi che gli zoccoli siano puliti tanto prima quanto dopo il lavoro, in modo da rimuovere
ogni corpo estraneo. Da tenere presente che indispensabile pulire sia la v che posta sotto il
piede, sia la parte adiacente il ferro dello zoccolo.
Per quanto riguarda il MANTO, invece, la striglia dovr essere usata con movimenti circolari della
mano in modo da togliere la sporcizia, stimolare la microcircolazione e la secrezione sebacea del
manto. Successivamente si proceder con la brusca a setole rigide, spazzolando il manto con
piccoli movimenti rapidi del polso. Questo secondo passaggio, permettendo alle setole della
spazzola di penetrare a fondo del mantello del cavallo, consentir al cavaliere di togliere non solo
lo sporco, ma anche la pellicola di forfora.
Un accorgimento molto importante quello di non utilizzare mai queste due spazzole sulle ossa
del cavallo, ossia: testa, garrese e parti inferiori delle gambe.
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Effettuato questo primo passaggio il secondo step sar quello di usare la brusca a setole morbide,
che dovr essere utilizzata con movimenti lunghi e morbidi sia sul manto che sulle parti delicate
dellanimale, ossia: testa, garrese, parte inferiore delle gambe. A questo punto si potranno pulire
gli occhi e le narici utilizzando una delle due spugne, mentre in un momento successivo con laltra
spugna si proceder alla pulizia della zona del sottocoda.
Una volta ultimato il lavoro con striglia, brusca e spugne, si passer lintero cavallo con un panno
che render il suo manto lucido ed uniforme.
Dopo aver fatto attivit con il cavallo, soprattutto se in modo intenso, bene passare il manto
con la stecca da sudore per dargli una prima asciugata. La stessa stecca potr essere usata anche
nel caso si decidesse di fare una doccia in modo da togliere lacqua in eccesso.
Usare delle spazzole e spugne, non un semplice effettuare la manutenzione del cavallo.
Innanzitutto spazzole e spugne sono adoperate per pulire, e la pulizia pu essere da stimolo
alloperatore per far riflettere allutente sullimportanza di prendersi cura di se stessi. il cavallo ha
bisogno di qualcuno che si occupi della sua igiene tutti i giorni per evitare che si ammali, sulla scia
dello stesso principio si inviter lutente alla cura della propria persona quotidianamente.
Inoltre, luso delle spazzole pu essere un pretesto per sviluppare o rafforzare abilit finemotorie; non dimentichiamo, infatti, che mentre la striglia per spazzolare va usata con un
movimento circolare della mano, la brusca usata per portare allesterno lo sporco e la forfora va
impiegata con un movimento rapido e corto, ruotando il polso. Anche questo esercizio pu
essere proposto come un gioco e pu essere rinforzato attraverso una moltitudine di
ricompense.
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3.4
METTIAMO LA SELLA
Per una migliore comprensione delle differenze tra la monta americana e la monta inglese stato
redatto uno schema a cui seguir la descrizione dei passaggi di sellatura.
MONTA AMERICANA
MONTA INGLESE
Equipaggiamento base:
Sella
sottosella
Testiera
Redini
Capezza
Longhina
Sottopancia
Cinghia del sottopancia
Equipaggiamento base:
Sella
Sottosella
Sottopancia
Testiera con filetto
Redini
Equipaggiamento facoltativo:
Martingala fissa o ad anelli
Chiudi bocca
Fasce di cotone
Parastinchi
Paranodello posteriore
Paraglomi
Coperte (diverse per stagione)
Coperta da sudore
Frusta
Frustino
Speroni
Corda
Borse
Sottopancia posteriore
Equipaggiamento facoltativo:
Martingala fissa o ad anelli
Chiudi bocca
Fasce in cotone o elastiche
Stinchiere alte o basse
Paranodelli
Paraglomi
Coperte (diverse per stagione)
Coperta da sudore
Frusta da dressage
Frustino
Speroni
Eventuali bisacce
Gel sottosella
Briglia (morso e filetto)
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3.5
17
3.6
TOGLIAMO LA SELLA
La prima cosa da fare quando si vuole togliere la sella allentare un poco il sottopancia,
gradualmente, sino ad ottenere solo una leggera tensione cos da permettere al cavallo di
espandere il torace e poter riprendere il fiato dopo il lavoro. Questa manovra, ossia
lallentamento delle cinghie, permette alla circolazione sanguigna di riacquisire il flusso normale
ed evitare la formazione degli alzoni, cio edemi sottocutanei provocati dallafflusso improvviso
di sangue.
Fatto ci, si riporta il cavallo al punto di attacco e, dopo aver tolto la testiera e rimesso la
capezza, si pu togliere la sella. Questa manovra deve essere effettuata iniziando dal lato sinistro
del cavallo per sganciare la cinghia del sottopancia; subito dopo ci si pone sul lato desto e si issa il
sottopancia sul seggio. Infine, dal lato sinistro, si toglie delicatamente sella e sottosella
sollevandoli prima dalla schiena e poi tirandoli verso se stessi in modo da non creare problemi a
livello del garrese.
Mettere la sella, la testiera e limboccatura, togliere la sella, sono fasi che un cavaliere di media
esperienza pu eseguire in modo meccanico, mentre richiede sicuramente una concentrazione
elevata a neofiti sia normodotati sia diversamente abili. La differenza tra i due sar dettata per lo
pi dalla variabile tempo e, chiaramente, dal tipo di disabilit della persona, ma entrambi
dovranno apprendere una sequenza di azioni caratterizzate da tutta una serie di
comportamenti e accortezze specifiche da tenere durante lesecuzione. Anche queste fasi
potrebbero essere proposte con una serie di giochi che dovranno essere adattati alle possibilit
concrete dellutente.
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4.
LASSETTO
Premettendo che questa non vuole essere una sezione di scuola di equitazione, cercheremo di
esporre in maniera chiara e comprensibile le differenze di postura dei due cavalieri, in modo da
comprendere dove si radichino le due monte.
Abbiamo detto che una delle maggiori differenze fra monta inglese e monta americana dovuta
alla bardature del cavallo. Naturalmente queste differenze non hanno un mero fine estetico, ma
specifiche finalit: ossia mettere il cavaliere nella condizione ottimale di comunicare con il
proprio cavallo e poter mantenere stabilit e comodit in sella, coerentemente al tipo di lavoro
che si andr a fare. La monta americana, ad esempio, nella sua essenza nasce come monta da
lavoro, quindi, la posizione del cavaliere deve essere comoda per poter rimanere molte ore
seduti in sella e deve, al contempo, consentirgli di muoversi liberamente per girarsi, o piegarsi ad
aprire un cancello avendo una mano libera. Da questi motivi deriva una staffatura pi lunga e pi
ampia, che permetta una seduta pi comoda e renda morbido e aperto langolo fra coscia e
polpaccio tanto da consentire una maggiore distensione della gamba. Sempre nella monta
americana, inoltre, le spalle e la schiena sono dritte ed i gomiti sono appoggiati vicino al corpo. Il
tallone si trova pi in basso rispetto alla punta del piede ed i piedi sono paralleli al cavallo. Si
dovrebbe poter immaginare una linea verticale che unisca il centro della spalla ai talloni. La
lunghezza delle staffe deve essere fissata in modo tale che il cavaliere possa rimanere seduto in
una posizione ottimale di equilibrio In questa monta, a differenza di altre discipline, le redini
vengono tenute generalmente in una mano (a mazzetta) in modo da poterne lasciare una
libera,o incrociate sopra lincollatura e le estremit pendono lungo le spalle dellanimale. In
questultimo caso, le redini cos tenute formeranno un ponte al disopra delle mani consentendo
di avere un maggiore controllo, ed essendo pi lunghe lasceranno pi libera la testa dellanimale.
Infine, poich nella monta western le mani del cavaliere non hanno un appoggio diretto sulla
bocca dellanimale, il cavallo viene guidato attraverso luso della redine esterna, che andr ad
appoggiarsi sul collo, e dalla posizione del busto del cavaliere. Se da un lato ci conferisce a
questultimo una maggiore responsabilit della guida del cavallo, dallaltro gli consente di fare
movimenti rapidi e veloci, molto utili, ad esempio, nel lavoro con il bestiame.
Diversamente dalla monta americana, la monta inglese nasce come monta da guerra ed
essendo diversa la finalit sono differenti anche i principi di guida dellanimale e della sua
bardatura. La sella, nella monta inglese pi piccola e leggera rispetto a quella della monta
americana ed ha una staffatura pi corta e sottile. Queste differenze sono dovute alla necessit
del cavaliere di effettuare un movimento orientato maggiormente verso lalto, che gli consenta
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di accompagnare il cavallo sia nel salto, sia nel superamento degli ostacoli, mantenendo un
maggiore governo ed equilibrio.
Nella monta inglese la mano del cavaliere ha un contatto diretto con la bocca del cavallo e le
girate verranno ottenute direttamente dalla sua azione. Quindi, per una svolta a destra si user la
mano destra, che verr mantenuta leggermente aperta allinterno, mentre la mano sinistra
rimarr ferma al suo posto cedendo leggermente per permettere al cavallo di muovere pi
liberamente il collo. Agendo in questo modo, il cavaliere avr la possibilit di ottenere movimenti
pi precisi (si pensi alla cavalleria che spesso si trovava a muoversi in squadre organizzate) anche
se meno veloci e repentini. In questa monta il busto del cavaliere rimarr ben eretto nelle
andature sedute, o leggermente piegato in avanti nelle andature sollevate. Nel primo caso egli
dovr battere la sella, ossia si alzer e si abbasser ritmicamente, mentre nel secondo rimarr
totalmente sollevato dalla sella.
La gamba del cavaliere, rimanendo a contatto con il cavallo nella sua interezza eserciter
unazione pi decisa nel farlo avanzare, indietreggiare, o indurlo a sollevare il baricentro per
caricare maggiormente gli arti posteriori, ed alleggerire gli arti anteriori, tanto da conferire una
maggiore elasticit per compiere movimenti verso lalto, come il salto.
In definitiva la differenza dellassetto tra i due tipi di monta dato molto dalla dimensione della
sella, che nellinglese pi piccola rispetto a quella americana in virt, come gi detto, del
diverso fine per cui nata. Per effettuare un lavoro progettato e pianificato per un utente con
specifici problemi fisici, pu essere utile, a volte, usare un sellaggio pi contenuto facendo
propendere loperatore, ed il team, verso un tipo di sellino piuttosto che un altro. Laspetto
pedagogico di questa fase far sperimentare allutente la possibilit di impartire comandi
stabilendo un rapporto di sintonia con il cavallo. In un modo quasi magico il ragazzo o bambino
diversabile avr modo di scoprire la possibilit di farsi ascoltare spostando semplicemente le
redini a destra piuttosto che a sinistra, andando a rafforzare la sensazione di potere sovente
resa fragile dalle condizioni personali e soprattutto dai pregiudizi sociali. Non va dimenticato,
inoltre che, essendo il cavallo un animale di grosse dimensioni, esercita sia nel bambino cos
come nelladulto un fascino non indifferente.
20
5.
Per condurre un cavallo alla corda laddestratore a terra e fa in modo che lanimale giri in
cerchio attorno a lui. Ci sono una serie di motivi per condurre un cavallo alla longia: per
scozzonare un puledro, per effettuare un addestramento pi avanzato, per redarguire un cavallo
pi restio, per allenare un cavallo che non si pu cavalcare, per insegnare ad un principiante a
cavalcare, per migliorare la coordinazione e lequilibrio dei cavalieri in occasione di esercizi
specifici.
Sono tutti momenti esercitativi con un alto contenuto pedagogico, oltre che di addestramento,
che impongono la ricerca di un livello comunicativo efficace tra addestratore, cavaliere e cavallo,
tale da rendere interdipendenti le tre figure appena menzionate.
Premettendo che alla base del successo di ogni tipo di lavoro che si andr a fare con il cavallo, sia
alla corda, a terra o in sella, mantenere un atteggiamento calmo e paziente da parte
delladdestratore, di seguito vengono riportate alcune informazioni proprie del lavoro alla corda.
Innanzitutto per questo lavoro consigliato un terreno morbido, preferibilmente sabbioso e la
prima cosa da fare quando si deve lavorare alla corda, prima di arrivare in campo, mettere la
longhina al cavallo. A seconda della monta questa fase verr effettuata in un modo diverso.
Nella monta americana buona norma utilizzare la capezza, anzich il morso, mentre nella
monta inglese si usa spesso il filetto, oppure un capezzone con tre anelli, fissati uno per lato pi
uno frontale.
Per lavorare alla longia, nella monta americana il moschettone posto in cima alla longhina deve
essere fissato allanello situato dal lato della capezza di fronte allistruttore; di conseguenza,
quando si vorr invertire la direzione di marcia si dovr cambiare la posizione del moschettone.
Nella monta inglese, invece, si usa agganciare il moschettone della longia allanello esterno del
senso di marcia facendo in modo che questa rimanga sotto la barbozza del cavallo. Chiaramente,
la longia per poter essere agganciata allesterno deve prima passare nellanello del filetto situato
dalla parte interna al senso di marcia. Qualora si volesse agganciare il moschettone facendo
passare la longia sopra la nuca, piuttosto che sotto la barbozza, baster infilare la longhina
nellanello del filetto dallinterno verso lesterno, anzich il contrario.
Nel lavoro alla corda si devono utilizzare delle fasce, o stinchiere, per le zampe anteriori e, per
alcuni cavalli con tendenza a toccarsi, possono essere utili delle fasciature e dei paracolpi anche
ai posteriori.
Landatura pi utilizzata per il lavoro alla corda il trotto, e gli ordini verbali devono essere chiari
e precisi ed impartiti con un tono di voce piuttosto alto. Il grado di leggerezza nelluso della frusta
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da maneggio dipender dalle reazioni dellanimale e dalla sua volont di avanzare nella giusta
direzione. Quando un addestratore lavora alla corda accompagner il cavallo sulla traiettoria del
cerchio allontanandosi gradualmente dallanimale, mentre questo continua ad avanzare
seguendo la forma del cerchio. Listruttore, inoltre, spingendo in avanti il cavallo a mezzo della
frusta e tenendosi leggermente dietro rispetto allanimale descriver un cerchio interno pi
piccolo di quello dellanimale. Il lavoro alla corda deve essere effettuato tassativamente in
entrambe le direzioni. importante non tirare costantemente la longia per mantenere il cavallo
sulla traiettoria ed opportuno alternare questo comando con momenti di cessione lasciando che
lanimale segua il tracciato del cerchio. Se un cavallo galoppa sul piede sbagliato bisogna fermarlo
e farlo ripartire sul piede giusto e per questo motivo opportuno seguire sempre il cavallo con lo
sguardo senza lasciarsi distrarre..
Un cavallo giovane, ma a volte anche un cavallo pi maturo, pu aver voglia di giocare allinizio
della seduta dellallenamento. Non c nulla di male nel lasciarlo sfogare facendogli fare grandi
cerchi, in quanto sar poi laddestratore a determinare la fine del gioco e ad iniziare il vero e
proprio allenamento. Tuttavia, sconveniente che il cavallo prenda labitudine di sfogarsi in
questo modo poich ci potrebbe creare un vizio in termini di addestramento. Nel caso in cui si
abbia a che fare con un cavallo particolarmente esuberante, per ragioni di sicurezza, sar meglio
farlo lavorare alla corda prima di cavalcarlo in modo che esaurisca leccesso di energia.
Imparare ad interpretare lo stato danimo dellanimale diventa, quindi, un aspetto fondamentale
per scegliere le azioni pi funzionali al raggiungimento dellobiettivo che si vuole conseguire. Per
poter interpretare, e soprattutto interpretare in modo corretto, importante saper osservare.
Losservazione unattivit che richiede tempo, pazienza, e soprattutto una disponibilit
interiore autentica che obbliga a rivedere costantemente le convinzioni personali in unottica di
costante apprendimento, poich se vero che le manovre da effettuare a fronte di un cavallo
esuberante altres inconfutabile il fatto che queste risulteranno tanto pi efficaci quanto
rispettose della specificit dellanimale.
In tal senso, quindi, lutente con disagio ha lopportunit di affinare losservazione e, aiutando il
cavallo a superare il momento di empasse, aiuta al contempo anche se stesso. Chiaramente il
tutto deve avvenire con lausilio di una equipe di operatori esperti e in modo graduale, che
rispetti le finalit e gli obiettivi definiti in fase di programmazione dellintervento.
22
6.
CONCLUSIONI
Molti ritengono che la monta allamericana non sia adatta alle persone disabili, in quanto meno
disciplinata o troppo irruenta, commettendo lo stesso errore di chi pensa che la monta allinglese
sia troppo difficile ed impostata. Le due monte portano con s un bagaglio culturale e regole che
certamente vanno apprese, esercitate e fatte proprie, ma possiamo dire con buona cognizione
che entrambe, se vengono intraprese con persone capaci e preparate, apportano benefici non
solo ai bambini e ragazzi diversabili, ma anche a chi normalmente integrato in un ambito sociale
e si trova a vivere passaggi delicati di vita, fonte di disagio.
Torniamo a ripetere che non lo stile che dovrebbe fare la differenza, ma sono le necessit
specifiche che caratterizzano ogni utente e a riguardo abbiamo volutamente evidenziato che
relativamente alle due monte queste differenze esistono solo da un lato tecnico legate alla
posizione della gamba, uso della mano, postura, tipo di sella ed altri.
Andando oltre alle diversit che caratterizzano la monta americana da quella inglese, ancora una
volta ci preme evidenziare che le due scuole sono accumunate da un unico semplice principio,
lamore, il rispetto e la collaborazione con questo splendido animale: il cavallo e ci che le sue
caratteristiche fisiche e caratteriali rappresentano in termini di opportunit di intervento.
Ognuno ha la possibilit di apprezzare il cavallo per:
1.
le sue dimensioni fisiche e la sua bellezza lo fanno centro di ammirazione, tanto che la
sua presenza suscita ammirazione e stupore;
2.
3.
4.
5.
la mansuetudine, che sembra quasi accentuata per istinto dall'incontro con un bambino
e con un disabile, permette di usarlo con tranquillit e fiducia, anche quando il piccolo
che lo cavalca irrequieto, nervoso o aggressivo;
6.
le sue risposte agli stimoli troppo intensi sono sempre controllate, ferme e risolute, cos
il piccolo cavaliere deve abituarsi a rispettarlo e a considerare le sue esigenze.
23
Oltre alle caratteristiche sopra menzionate c, inoltre, anche un altro fattore molto importante
che rappresenta unopportunit ai fini educativi: lambiente del maneggio. Questo, per sua
natura qualcosa di nuovo: un ambiente dinamico, fresco, vivo, popolato da animali che si
muovono e che respirano. Un ambiente abitato da persone che aspettano il bambino per andare
a cavallo con lui. di sicuro un posto che si differenzia molto dal classico luogo di cura in cui i
genitori possono averlo accompagnato in altre occasioni. Qui il soggetto ha lopportunit di
scoprirsi come nodo di una trama aperta al divenire e alla crescita. Non difficile osservare come
anche il bambino pi rigido, pi chiuso (e stiamo parlando di autismo) abituato ad organizzare il
suo mondo secondo modalit schematizzate e rassicuranti, sia in un certo modo costretto ad
agire e, attraverso questo, a cambiare.
spesso materialmente impossibile rimanere a cavallo in modo completamente passivo, senza
mai dover intervenire in prima persona in quello che succede. Per fare un esempio si pu
raccontare di un bimbo, autistico, che quando entra in maneggio ti prende per mano (sempre la
stessa), accarezza il cavallo (sempre nello spesso punto), poi sale in sella (sempre nello stesso
modo), e, quando il cavallo comincia a camminare, si afferra alla maniglia e sorride. Ma un giorno
il suo terapista gli ha tolto la sella: ha prodotto un cambiamento importante, che gli ha impedito
di comportarsi nel modo a lui consueto. Seduto sulla nuda groppa del cavallo, quando
questultimo si messo in movimento, stato costretto a mobilitarsi, a trovare una soluzione
alternativa per tenersi e non cadere. Listinto di conservazione lha spinto ad afferrare la criniera,
a cambiare la sua posizione e ad abbracciare il collo del cavallo, e doposi rimesso a sorridere.
Il sorriso di questo bambino ci dice che laver compiuto unazione adeguata gli ha procurato gioia,
laver sperimentato se stesso in una dimensione nuova e non aver fallito, lo ha gratificato e,
quindi, ha prodotto in lui un cambiamento. La spinta alla vita la linfa vitale che scorre dentro ad
ogni individuo, alcune volte terrorizza e viene accantonata, cristallizzata, per paura degli effetti
che pu scatenare, ma rimane comunque la forza pi grande che il soggetto possieda. E
loperatore consapevole di tutto questo in ogni momento. Egli pu fare ci che ha fatto solo
dopo aver costruito lo strumento essenziale del rapporto: non il cavallo ma la relazione che,
grazie al cavallo, sinstaura tra il bambino e loperatore. Non si pu credere di poter ottenere un
qualsiasi effetto benefico se non si riusciti ad entrare in relazione: se operato al di fuori di essa,
un cambiamento, come quello di portare il bambino a pelo, risulterebbe solamente e
terribilmente traumatico, e non di certo capace di stimolare la crescita.
A questo punto non ci rimane che congedarci consapevoli di aver dato, attraverso questo lavoro,
una maggiore chiarezza sulla ricchezza delle finalit che un intervento ben progettato pu
apportare alla vita di bambini e ragazzi che devono avere la possibilit di vivere la dimensione di
un interesse, come pu essere quella dellequitazione, alla stessa stregua di tanti altri bambini
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che vivono una condizione di vita meno problematica. Coscienti che il nostro sia solo un primo
passo del lungo processo di sviluppo della professionalit di operatore, abbiamo gi avuto
lopportunit di apprezzare il contributo che questo tipo di approccio fornisce a chi lo richiede,
ma soprattutto abbiamo avuto modo di comprendere che aiutando gli altri miglioriamo noi
stesse.