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una ventennale esperienza di bulimia porta a considerare gli aspetti non solo psico-esistenziali, ma
anche le condizioni esterne che favoriscono la persistenza del sintomo. Nonostante io abbia avuto la
possibilit di staccarmi ben presto dall'ambiente familiare in cui la malattia sembrava arenarsi,
tentare una conversione in modo del tutto autonomo stato sempre fallimentare. Cos posso dire dei
vari tentativi di ricovero nelle cliniche predisposte alla cura del disturbo alimentare.
L'organizzazione essenzialmente ospedaliera-claustrale e rigidamente pianificata di queste strutture
porta spesso a una sorta di apatia e revulsione che ricarica la furia bulimica non appena si esce dalla
struttura. Ho sempre pensato che la necessit di abitare in un ambiente pi consono alla vita sociale,
alle attivit normali e alla collaborazione tra le persone potesse essere un approccio pi adeguato al
conseguimento di qualche rivoluzione interiore.
Qualche anno fa, grazie all'aiuto di una associazione terapeutica che si occupava dei DCA, ho
potuto sperimentare nella mia casa-agriturismo un piccolo periodo di vita comunitaria con quattrocinque ragazze con disturbi alimentari. Nonostante la difficolt di stabilizzare lo statuto di questa
nuova esperienza, ho avuto l'occasione di verificare un orientamento diverso nella presa in cura
delle persone ottenebrate dal sintomo. Abbiamo seguito pressappoco il programma che alcune delle
cliniche pi efficienti del nostro territorio hanno avviato negli ultimi anni. Inserendo laboratori
manuali, artigianali artistici e attivit motorie, accanto alla classica assistenza dei pasti e incontri
terapeutici. L'ambiente campestre, dotato di centro sportivo e acquatico a pochi metri di distanza
hanno favorito una forma di vita pi vicina a quella abituale. L'assenza di personale infermieristico
o professionale per la maggior parte della permanenza ha accresciuto la comunicazione tra le
singole partecipanti, con le incomprensioni e inevitabili crisi suscitate dall'investimento delle
emozioni e delle difficolt proprie di ciascuna in relazione con le altre, compreso con i gestori della
casa (io e il mio compagno) che ci siamo messi in una posizione di apertura e confidenzialit aperta.
Il nostro sforzo stato quello di mantenere una posizione ibrida tra il distacco e l'empatia. Cercando
di rivestire il ruolo di organizzatori e visionatori delle attivit ma anche di persone a cui fare
affidamento nell'esposizione dei problemi di volta in volta insorti in ciascuno. La psicoterapeuta
interveniva due volte a settimana con la propria equipe per gli incontri individuali e di gruppo, in
cui tutte le problematiche della settimana venivano esposte e discusse.
stato molto complesso cercare di determinare le nostre posizioni, non scadere nella
confidenzialit consolatoria o pedestre, coinvolgere le ragazze nel programma, mostrare una sorta di
autorit non molesta n coercitiva, anestetizzare le implicazioni emotive in cui noi stessi eravamo
coinvolti. Nonostante questo credo ancora che una sperimentazione in tale verso possa essere una
risorsa per molte ragazze che stiano cercando un sito in cui poter disarticolare le condotte
abitudinarie che anchilosano il sintomo, con la possibilit di vivere relazioni il quanto pi possibile
prossime a quelle che costituiscono la vita sociale normale voglio dire, il confronto integrale con
gli altri, investendo emotivit intimit- dialogicit non filtrate dalla sensazione d'essere in un
ambiente sorvegliato, con delle norme e del sapere totalmente demandato agli specialisti. La
possibilit per loro di collaborare nella revisione e pianificazione dei programmi, nell'approcciarsi
in modo meno drastico a una dieta attraverso una educazione nutrizionale mirante a sfatare tanti
pregiudizi alimentari che pilotano le restrizioni di queste ragazze. Abbiamo anche inserito lezioni di
yoga, ippoterapia, cucina guidata. Incontri di cinema, lettura, scrittura. Il tutto concluso con una
manifestazione finale nel comune di cingoli in cui i testi e i lavori delle ragazze sono stati esposti
alla cittadinanza. L'evento si poi anche ripetuto nel comune di Fabriano. Il titolo il pane spezza.
Se parlo di queste vicissitudini perch ritengo ulteriormente importante che l'esperienza nella casa
delle ragazze possa avere una sua trascendenza ulteriore alla guarigione. Un' obiettivo sociale e
comunicativo che dia significato extra-individuale al lavoro svolto. Un obiettivo lungimirante, in
cui le forze individuali siano rinforzate dalla congiunzione con l'esterno e da un'astrazione in grado
di raggiungere la dimensione pi analitica ed estropettiva delle condizioni generali della bulimiaanoressia.
Intendiamo quindi mantenere la dimensione sociale finalizzata all'altro all'interno del programma
della casa.
Per quanto riguarda la struttura si tratta di un agriturismo a norma per l'ospitalit. Dotato di sei posti
letto circa in due camere. Accanto alla casa la possibilit di accedere alla piscina e alla palestra.
D'estate al centro acquatico e di equitazione.
Sto pensando al progetto prendendo spunto dall'esperienza passata. Io e il mio compagno ci
occupiamo di allestimenti-costruzioni in riciclato ma siamo appassionati e coinvolti all'interno di
attivit artistiche, dalla fotografia al disegno alla scrittura. I miei studi filosofici mi aiutano a poter
dare delle indicazioni di lettura e di approccio letterario alle ragazze. I laboratori svolti: cartapesta ,
disegno guidato, scrittura, sono stati essenziali per la coesione del gruppo. Al tempo ci occupavamo
anche della cura dell'orto davanti alla casa.
Vorrei riproporre questa formula: due presenze permanenti nella casa con le ragazze per la gestione
dei pasti e delle attivit principali. Intervento di figure alternative una due volte a settimana: yoga,
rilassamento, danza... sono figure che potrebbero fornire volontariamente questo servizio ed
sicuramente affidabili.
Contattare la possibilit di coinvolgere uno psicoterapeuta e un nutrizionista per incontri
settimanali, pagati individualmente. Nel caso le ragazze abbiano una terapia incontro, organizzarsi
in modo che possano tranquillamente raggiungere il loro appuntamento.
Sarebbe interessante che la permanenza sia di almeno uno-due mesi. Questo forse sar possibile nei
periodi estivi di vacanza. Per il resto dell'anno, presupponendo gli impegni scolastici o lavorativi, si
potrebbe ospitare il week end. Fermo restando che chi pu investire tempo anche in questi periodi
potr essere accolto per il tempo stabilito.
Se il progetto pu interessare dovremmo capire insieme quali le operazioni di agevolazione
istituzionale per far si che l'accoglienza sia possibile a questi livelli (ad esempio la mia struttura non
abilitata alla cucina dei pasti, - inoltre ci sono restrizioni ben chiare riguardo l'ospitalit di persone
con DCA considerata una malattia con necessarie assistenze specializzate: su questo punto vorrei
chiarire che la proposta rivolta a individui fuori dalla debilitazione, in grado di una propria
autonomia e motivati fortemente a convertir le loro condizioni ambientali).
offerta di spazio per accoglienza brevi periodi ragazze/i con disturbi alimentari
possibilit di due-tre giorni soggiorno fine settimana con incontri periodici
assistenza permanente di due gestori la suddetta con una storia ventennale di anoressia-bulimia e
andrea, specializzato in arte del riciclo e abilit manuali in generale.
Ci proponiamo di avviare una assistenza il quanto pi possibile discreta e compartecipata con le
ragazze.
Il centro stato gi sperimentato nel 2012 e riteniamo di offrire una condizione necessaria per certe
ragazze giunte a una fase cruciale di una ripresa verso la guarigione. Chiaramente agiamo in senso
sperimentale provando a instaurare un rapporto collaborativo e di ascolto delle esigenze delle
ragazze, negoziando con loro il tipo di coinvolgimento nelle attivit e una dieta che possa sostenere
una nutrizione adeguata ma non coercitiva (eliminando alimenti non tanto ritenuti tab dalle
ragazze ma oggettivamente inficianti una corretta alimentazione: merendine, snack, grassi inutili)
senza tuttavia demonizzare tali alimenti e provando a integrarli in modo saltuario per esorcizzarsi
dal loro carattere eccessivamente mistificato.
Le attivit giornaliere saranno abbastanza intense ma rispettando il tempo personale di ciascuna
ragazza e le proprie inclinazioni o possibilit.
L'attivit fisica giornaliera sar adeguata a un sano movimento fisico. Alternando varie discipline
sportive e presupponendo tempi di recupero in cui passeggiate, escursioni o visite guidate
garantiranno un mantenimento attivo del corpo.
I omenti serali saranno quelli maggiormente decisi insieme: da visione film rappresentazioni