Prefazione
Negli ultimi anni, grazie alle continue ricerche in ambito tecnologico, sono stati realizzati
pianoforti digitali con una meccanica sempre pi`u simile a quella dei pianoforti acustici;
tuttavia una caratteristica assente in questi strumenti e` il feedback aptico.
Uno dei recenti progetti promossi dallUniversit`a di Padova ha dimostrato limportanza
della percezione multi-sensoriale nella performance musicale e in particolare il ruolo del
feedback aptico (propriocettivo e vibrotattile) nel determinare la qualit`a percepita di uno
strumento musicale.
Questo elaborato illustra la realizzazione di questo progetto in cui, attraverso lutilizzo
di una tastiera prototipo che preveda limplementazione della sensazione tattile, sono stati
realizzati una serie di esperimenti qualitativi per individuare in che modo la componente
vibratoria possa influenzare la qualit`a percepita dello strumento musicale e la rilevanza del
contenuto spettrale dei segnali vibratori per la trasmissione di una risposta aptica simile a
quella di un pianoforte acustico.
Ringraziamenti
Giunto alla conclusione di questo lavoro, volevo ringraziare innanzitutto il mio relatore,
prof. Giorgio Klauer, il mio correlatore, prof. Federico Avanzini e i docenti prof. Stefano
Papetti e prof. Federico Fontana per avermi dato la possibilit`a di lavorare a questo progetto di ricerca presso il Centro di Sonologia Computazionale dellUniversit`a di Padova.
Ci`o per cui li ringrazio maggiormente, per`o, e` avermi permesso di lavorare in un clima
amichevole ed informale e di essersi sempre dimostrati disponibili a fornirmi consigli utili e spiegazioni per superare i problemi che man mano ho incontrato nello sviluppo del
presente lavoro.
Un sentito ringraziamento anche a tutti i pianisti che hanno preso parte ai test previsti
dal progetto, senza la vostra preziosa disponibilit`a, tutto ci`o non sarebbe stato possibile.
Non posso poi fare a meno di ringraziare i miei genitori che, nonostante le inevitabili incomprensioni, mi hanno sempre sostenuto, non mi hanno mai fatto mancare nulla,
nemmeno le cose pi`u superflue, e mi hanno permesso di arrivare dove sono.
Un grazie a mio fratello Federico e mia cognata Daria per il loro supporto e laiuto
fornito durante la stesura della tesi, nonostante la lontananza e i due baby nipotini.
Poi ci sono tutti gli amici. Mio nonno diceva che gli amici si contano sulle dita di
una mano, ma io ho sempre amato contraddirlo e lo faccio tuttora. E vero gli amici che
restano sono pochi, ma le persone fantastiche che transitano nella tua vita lasciandoti il
loro sorriso solo molte.
Grazie a RadioBue, la web radio dellateneo di Padova, ma soprattutto, un gruppo di
amici che nutrono la stessa passione: la radio. Qui ho incontrato e conosciuto tantissime
persone che mi hanno trasmesso grandi competenze unite a bellissime esperienze, forse
indimenticabili.
Grazie ad Irene, senza di lei non avrei mai intrapreso questo percorso di studi e non
avrei mai affrontato un passo importante come quello di trasferirmi a Padova.
Un grazie speciale ad Elisa, unica persona al mondo che sa capirmi, ascoltarmi e che
spesso in questo ultimo anno ha saputo smorzare i miei picchi di nervosismo e le mie
ansie: una sorella.
Non posso non ringraziare anche i miei colleghi stagisti SaMPL, nonche compagni di
corso, Matteo, Simone, Devid: un gruppo operativo come il nostro non so se lo trover`o
nuovamente nel corso della carriera.
Tra i compagni di corso ci tengo particolarmente a ringraziare anche Massimo, la mia
dolce met`a musicale, e Valerio, per i numerosi progetti intrapresi e portati a termine con
grande passione.
Infine ci tengo a ringraziare tutti coloro che mi sono stati vicini in questi tre anni
patavini, che hanno condiviso con me momenti di divertimento, momenti bizzarri, e che
mi hanno spesso caricato per affrontare con spirito positivo tutte le difficolt`a incontrate
durante questo percorso.
Dulcis in fundo, ringrazio la musica: sempre presente e fondamentale nella mia vita.
La musica e` un fluido in divenire, un linguaggio evanescente; ascoltandola entriamo in
unaltra vita e in un altro tempo.
Siamo altrove.
ii
Indice
Prefazione
Ringraziamenti
.
.
.
.
1
1
2
4
6
.
.
.
.
.
.
.
8
8
10
10
11
12
12
14
.
.
.
.
.
17
17
19
20
21
23
Esperimenti qualitativi
4.1 Esperimento A . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
24
24
Introduzione
1.1 Il pianoforte digitale . . . . . . . . . . . . . . .
1.2 Il feedback aptico . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.3 Pianoforti digitali aumentati con feedback aptico
1.4 Sintesi del suono per modelli fisici . . . . . . . .
Generazione ed elaborazione campioni
2.1 File audio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
2.2 Struttura dello script di generazione . . . . . . .
2.2.1 Dichiarazione delle variabili . . . . . . .
2.2.2 Caricamento e analisi campioni originali
2.2.3 Prima fase . . . . . . . . . . . . . . . . .
2.2.4 Seconda fase . . . . . . . . . . . . . . .
2.2.5 Fase finale . . . . . . . . . . . . . . . .
Il setup sperimentale
3.1 Schema generale . . . . . . . . . . .
3.2 Campionatore . . . . . . . . . . . . .
3.3 Trasduttore . . . . . . . . . . . . . .
3.4 Tastiera prototipo . . . . . . . . . . .
3.5 Software per la gestione sperimentale
iii
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
4.2
4.3
5
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
24
25
27
27
28
30
33
Appendici
36
A Codice
A.1 Script Utilizzati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
36
36
iv
.
.
.
.
3
5
6
7
2.1
2.2
2.3
9
13
15
3.1
3.2
3.3
3.4
3.5
18
20
20
21
3.6
4.1
4.2
4.3
4.4
4.5
4.6
4.7
26
28
29
30
31
32
32
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
22
22
Capitolo 1
Introduzione
In questo primo capitolo viene presentato il pianoforte digitale (Sezione 1.1) spiegandone
aspetti tecnici e differenze con il pianoforte acustico. Nella Sezione 1.2 viene spiegato
cos`e il feedback aptico, la sua importanza nella performance musicale e nella percezione
qualitativa dello strumento.
Nella Sezione 1.3 si proseguir`a con un approfondimento riguardo il feedback aptico e la
sua implementazione nelle tastiere digitali.
La Sezione 1.4 illustra la sintesi per modelli fisici e la sua applicazione.
1.1
Il pianoforte digitale
Il pianoforte digitale e` uno strumento elettronico che tenta di simulare in modo pi`u realistico possibile le sonorit`a di un pianoforte acustico.
Le dimensioni di questi strumenti sono molto ridotte rispetto a quelli tradizionali per
facilitarne il trasporto. Hanno a disposizione una memoria interna dove sono contenuti,
nella maggior parte dei casi, pochi suoni campionati per ciascuna nota.
I pianoforti digitali, in genere, hanno diversi output sia MIDI che audio e dispongono
di altrettanti input dove si possono collegare accessori (come ad esempio il pedale sustain), che li rende simili a pianoforti acustici. Questi strumenti sono muniti inoltre di
una tastiera pesata il cui funzionamento imita quello della meccanica di un pianoforte
acustico.
I modelli pi`u economici utilizzano tasti di plastica assieme ad un sistema di molle che
cerca di approssimare la risposta dinamica di un tasto a quella dei martelletti, con risultati
scadenti. I modelli pi`u costosi, invece, servendosi di tasti in legno e di una meccanica a
martelletti in miniatura, simulano il peso e linerzia naturale del tasto.
Capitolo 1. Introduzione
La differenza sostanziale, tuttavia, sta nella posizione in cui i martelletti sono montati
e ovviamente i materiali di costruzione. Nel pianoforte acustico sono di legno, ricoperti
di feltro e si trovano immediatamente al di sotto della cordiera. Nel pianoforte digitale,
invece, sono di metallo e contenuti nella cavit`a di ciascun tasto.
Nonostante i modelli pi`u costosi ed avanzati ottengano ottimi risultati, la maggior
parte dei musicisti considera la sensazione data da una tastiera tradizionale di gran lunga
pi`u soddisfacente e coinvolgente.
1.2
Il feedback aptico
Capitolo 1. Introduzione
Galembo e Askenfelt, in un esperimento condotto alla fine degli anni 70, hanno
mostrato che un pianista esperto sa tipicamente distinguere pianoforti diversi suonandoli da bendato, mentre questa abilit`a si perde se il task di riconoscimento e` basato solo
sullascolto del suono, senza il tatto [8].
Ulteriori studi presentati alla conferenza SMC del 2011 [7] mettono in evidenza come
i pianisti preferiscano un suono arricchito da feedback vibrotattile quando viene chiesto
loro di suonare una sequenza precisa di tasti, e prediligano lo strumento originale (in
questo esperimento, un Clavinova YDP-113) nel momento in cui viene loro concessa la
possibilit`a di suonare liberamente.
I risultati ottenuti dagli esperimenti mostrano dunque che il feedback vibrotattile
modifica e migliora lesperienza del pianista.
Esperimenti sempre legati a questo progetto di ricerca condotti precedentemente, hanno evidenziato limportanza di come le vibrazioni vengono percepite dal pianista e come
queste possono aggiungere qualit`a allo strumento [20].
Lesperimento ha fatto uso di setup simili (Figura 1.1), partendo da due pianoforti
Disklavier1 : rispettivamente DC3 M4 a tre quarti di coda e DU1A verticale.
Capitolo 1. Introduzione
I dati MIDI provenienti dal pianoforte venivano inviati ad una scheda audio RME
Fireface 800 collegata al computer dove veniva eseguito il plugin Pianoteq per la sintesi
per modelli fisici del pianoforte. Prima dellinizio dellesperimento il soggetto indossava
cuffie isolanti; in questo modo, poteva sentire solo il suono prodotto dal sintetizzatore
mentre il suono del Disklavier veniva completamente mascherato.
Gli esiti di questi esperimenti supportano lipotesi che considerevoli informazioni vibratorie vengano trasmesse dal pianoforte allo strumentista attraverso il contatto ditatastiera, specialmente ai tasti del registro grave [6].
1.3
Levoluzione delle tecnologie ed il progresso in campo audio hanno portato alla costruzione di pianoforti digitali o tastiere con una meccanica ed una pesatura dei tasti molto simile
a quella di veri e propri pianoforti acustici; nonostante ci`o, una caratteristica che manca
in questi strumenti e` il feedback aptico2 percepito in un pianoforte acustico, caratteristica
di certo non secondaria.
Nel 1978 presso lACROE (Association pour la Creation et la Recherche sur les Outils dExpression)3 e` stato sviluppato il primo prototipo di tastiera in grado di produrre una
risposta meccanica, introducendo dunque un feedback vibrotattile. Grazie ad un motore
dalle dimensioni simili ad un tasto del pianoforte, veniva trasmessa una forza paragonabile
a quella responsabile della percezione tattile da parte dellesecutore [5].
In seguito sono stati realizzati altri prototipi di tastiere digitali con laggiunta di feedback aptico. Il fine era quello di dimostrare la consistenza delle informazioni ricevute
dallesecutore come vibrazioni.
Nel 1996 Brent Gillespie per la sua tesi di dottorato presso luniversit`a di Stanford ha
realizzato una tastiera digitale ridotta definita Touchback Keyboard e composta da solo 7
tasti; presentava una risposta dinamica molto simile a quella di un pianoforte acustico.
Effettuati numerosi esperimenti, e` stata riscontrata una migliore esperienza performativa
da parte dellesecutore [10].
Al NIME (New Interfaces for Musical Expression)4 del 2002 De Poli ed Oboe hanno
presentato il MIKEY project (Figura 1.2). Qui il tasto e` guidato da un motore a trazione
diretta che trasmette una quantit`a di forza calcolata in tempo reale da simulatori dinamici. Sebbene nella realizzazione del prototipo siano stati utilizzati componenti elettronici
economici, il risultato ottenuto e` molto simile ad un feedback reale di un pianoforte.
2
Capitolo 1. Introduzione
Capitolo 1. Introduzione
1.4
La maggior parte dei pianoforti digitali si basa sulla riproduzione di campioni estratti
dalle registrazioni di pianoforti acustici, detta anche modalit`a di multicampionamento. In
questo modo il suono viene ottenuto in funzione della MIDI velocity5 del tasto premuto
con un mixing realizzato tramite filtraggio lineare o dissolvenza incrociata tra i campioni
registrati a diversi livelli dampiezza. Un sistema di questo tipo ha dei limiti in particolare
suonando un accordo (accoppiamento di pi`u note) o in specifiche tecniche esecutive, come
ad esempio il ribattuto.
Nella sintesi del suono basata sui modelli fisici, invece, la forma donda viene generata
da un modello matematico, costituito da un insieme di equazioni e algoritmi che simulano una sorgente sonora rappresentandola in termini di sistema massa-molla-smorzatori.
Lutente ha perci`o un maggior controllo, avendo a disposizione molti tools per produrre
e gestire sia suoni reali che sintetici. Lapproccio basato su modello fisico, a differenza dei metodi costruiti su campioni pre-registrati, come detto in precedenza, permette di
modificare e calibrare un ristretto insieme di parametri per ottenere un suono che modelli
uno specifico timbro. In questo modo, data la struttura generale, si possono ricostruire gli
effetti dei particolari strumenti dai dati fisici che li caratterizzano.
5
MIDI velocity: forza applicata sullo strumento nellatto di suonare; rappresenta volume della nota
MIDI suonata con valori compresi tra 0 e 127.
Capitolo 1. Introduzione
Il primo esempio di sintesi per modelli fisici risale al 1971, presentato da Hiller e Ruiz
[11]. Tuttavia, solo nel 1987 fu presentato da Garnett il primo modello di pianoforte
basato su questo tipo di sintesi, utilizzando la tecnica della guida donda (waveguide6 ).
Uno svantaggio delle tecniche basate su modelli fisici e` lalto costo computazionale,
ragione per cui, a parte sporadici prodotti quali ad esempio il sintetizzatore Yamaha VL-1
o il noto VG-8 Guitar Synth della Roland, non hanno ancora avuto una grande fortuna
commerciale rispetto a strumenti con sintesi basata su campioni preregistrati. La potenza
computazionale offerta dai DSP di ultima generazione ha favorito lo sviluppo di algoritmi
sempre pi`u complessi. Tuttavia, anche dopo diversi anni di sviluppo e ricerca a livello
commerciale, gli strumenti che sfruttano questo tipo di sintesi applicata al pianoforte sono
ancora pochi.
Un software presente al momento sul mercato e` Pianoteq7 presentato da Moddart nel
2006. La ricchezza espressiva e il realismo dei suoi modelli fisici lo rendono migliore di
molte librerie di pianoforte.
Il primo pianoforte digitale basato sulla sintesi a modelli fisici, invece, e` il V-Piano
della Roland, presentato al Namm del 2009. Un altro piano digitale dalle considerevoli
performance, sempre basato sulla tecnologia a modelli fisici, e` il Physis Piano (Figura
1.4) prodotto dalla Viscount International in collaborazione con lUniversit`a di Verona.
6 processori DSP Dual Core in parallelo garantiscono una potenza di calcolo capace di
gestire 5 algoritmi di physical modelling sviluppati per generare la pi`u fedele espressivit`a
sonora possibile [4].
6
Sintesi basata su modelli matematici che formalizzano comportamenti di un particolare sistema di
generazione sonora e le modalit`a con cui le onde generate si propagano attraverso di esso.
7
Pianoteq True Modelling - Modartt S.A.S, http://www.pianoteq.com/
Capitolo 2
Generazione ed elaborazione campioni
In questo capitolo vengono descritti i campioni a disposizione per i test, la loro elaborazione e lutilizzo fatto. Nella Sezione 2.1 verranno presentati i campioni originali e descritta brevemente la fase di acquisizione. Nella Sezione 2.2, invece, verr`a approfondito
e discusso il processo di generazione ed elaborazione dei campioni audio.
2.1
File audio
I file audio a disposizione per lo svolgimento degli esperimenti provengono dai progetti
di tesi di F. Zanini e V. Zanini svolti presso i laboratori del CSC di Padova [20, 21]. I
campioni sono ottenuti dalla registrazione della componente vibratoria misurata sui tasti
del pianoforte Disklavier tramite lutilizzo di un accelerometro.
La catena di acquisizione prevedeva la riproduzione sul sequencer di un file MIDI
che, grazie al collegamento tra la scheda audio e il modulo MIDI del pianoforte, veniva trasferito al Disklavier; questo, attraverso opportuni dispositivi di conversione, che
traducono il segnale MIDI in variazione di tensione, controllava lazionamento dei tasti
mediante un servomotore pilotato da solenoidi, senza nessun tipo di intervento umano.
Questa operazione e` stata effettuata per tutti i tasti del pianoforte con diversi valori di
MIDI velocity.
I valori di velocity sono stati scelti con lintento di coprire lintera dinamica MIDI, con
una differenza costante di 11 tra un valore e laltro.
Il file MIDI responsabile dellesecuzione della nota aveva una durata complessiva di
circa due minuti e cinquanta secondi ed era cos` organizzato: ciascun valore di velocity
MIDI aveva una lunghezza di sedici secondi (tempo stimato oltre il quale la vibrazione
cessa), intervallate da pause di un secondo [21].
La registrazione dei valori di accelerazione e` stata realizzata per tutti i tasti del pianoforte (tasti neri compresi),nonostante gli esperimenti precedentemente realizzati da F.
Zanini [20] dimostrino che la componente vibrotattile venga percepita nel registro basso
e medio della tastiera, confermato da precedenti studi di Verrillo [17]. Lobiettivo era
quello di avere a disposizione un banco completo di campioni, utile sia in fase di analisi e
valutazione dei dati raccolti attraverso gli esperimenti, sia per studiare le variazioni delle
vibrazioni al variare della dinamica e della frequenza.
I file sono stati registrati seguendo due modalit`a: la prima in cui le corde erano lasciate
vibrare liberamente, la seconda, invece, in cui venivano stoppate: mentre il pianoforte
riproduceva il file MIDI, si arrestava con un panno morbido la vibrazione delle corde
percosse dal martelletto.
La successiva analisi dei campioni ha evidenziato come si potessero dividere temporalmente in due parti differenti, quella legata alla meccanica del tasto e quella che rappresentava il segnale di vibrazione vero e proprio. Con un metodo in grado di isolare e
limitare la componente meccanica del movimento del tasto, si e` giunti a campionare la
vibrazione vera e propria, quindi il valore di accelerazione in corrispondenza di ciascun
tasto.
2.2
10
2.2.1
La parte iniziale dello script e` composta dalla dichiarazione di tutte le specifiche variabili
necessario per lesecuzione dellalgoritmo.
clear all;
close all;
velocities = {45,56,67,78,89,100,111};
% array velocities
PITCH_FACTOR = nthroot(2,12);
initial_pitch = 27.500;
% pitch A0 in Hz
pitch = initial_pitch/PITCH_FACTOR;
cutoff_ottave = 4;
cutoff_pitch = 146.83;
global_count = 0;
Nello specifico:
note: indica un array che contiene i nomi di tutte le note
velocities: indica un array che contiene i valori di velocity presi in considerazione
per lo sviluppo dellalgoritmo
11
2.2.2
12
reference_file = char(strcat(D,num2str(cutoff_ottave),_,velocity,.wav));
else
reference_file = char(strcat(nota,num2str(ottave),_,velocity,.wav));
end
%carica buffer
[reference, Fs] = audioread(reference_file);
Lindice i e` utilizzato per scorrere larray delle note, mentre lindice j serve per scorrere i valori di MIDI velocity presi in considerazione per la generazione dei campioni
noise.
2.2.3
Prima fase
Di seguito viene presentata la prima parte del codice che si occupa dellelaborazione ed
analisi dei campioni di partenza.
Inizialmente viene calcolata la curva di decadimento del campione di vibrazione reale
caricato attraverso la funzione revtime.m [2], la quale restituisce il valore edc in scala
logaritmica (dB).
Si esegue unopportuna conversione dalla scala logaritmica alla scala lineare per calcolare la lunghezza in campioni del file audio, affinche venga generato un nuovo file audio
della stessa lunghezza.
[Tr,edc]=revtime(reference,Fs,0.01,15); % calcolo curva decadimento
edc = exp(edc);
lung = length(edc);
2.2.4
Seconda fase
13
utilizzando un filtro progettato allinterno dello strumento fdatool di Matlab (Figura 2.2):
il filtro in questione e` un IIR del 2 ordine con banda passante centrata tra i 20 Hz e
i 500 Hz, realizzato in accordo agli studi di Verrillo sulla sensibilit`a e percezione delle
vibrazioni [17, 18].
14
noise_res_am_bp = filter(Gbp(i)*SOSbp(i,1:3),SOSbp(i,4:6),noise_res_am_bp);
reference_bp = filter(Gbp(i)*SOSbp(i,1:3),SOSbp(i,4:6),reference_bp);
end
2.2.5
Fase finale
In questa parte lo script si occupa del calcolo del fattore di normalizzazione energetica,
necessario per poter abbinare i campioni di vibrazione reali con quelli generati nella prima
parte dellalgoritmo.
E importante sottolineare come sia stato necessario calcolare il fattore di normalizzazione per ciascun campione, poiche e` risultata evidente, in fase di scrittura del codice,
uneccessiva variazione di livello tra i campioni.
Successivamente, sapendo che le vibrazioni non vengono pi`u percepite dallesecutore a partire dalla quarta ottava e che i campioni a disposizione diventavano sempre pi`u
rumorosi, si e` deciso di lasciare muti tutti i tasti dalla quarta ottava in su (cutoff octave).
E importante sottolineare come, prima di arrivare al valore soglia oltre il quale inizia il
silenzio, le ampiezze dei campioni vengono attenuate progressivamente attraverso lutilizzo del fattore correction. Una piccola sezione, inoltre, e` dedicata alla rappresentazione
grafica delle due forme donda.
Il grafico e` costituito dalle due forme donda, ciascuna con una propria colorazione per il confronto visivo. In Figura 2.3 abbiamo un esempio di plot, in cui la forma
donda di riferimento del campione audio di partenza (A0 111.wav) ha una colorazione
rossa, mentre la forma donda del campione audio generato partendo dal rumore bianco
(A0 101 127 noise.wav) e` di colore blu.
La parte finale del codice e` dedicata alla costruzione della nomenclatura da utilizzare
per il salvataggio su file dei campioni generati. Il nome dei file e` composto da: nome
della nota, due numeri separati dal simbolo e la stringa noise. Dei due numeri, il
primo indica la MIDI velocity minima mentre il secondo si riferisce a quella massima (ad
esempio A1 57 67 noise.wav). Una corretta nomenclatura e formattazione dei nomi ha
semplificato la costruzione del banco di campioni allinterno del campionatore Kontakt.
15
% normalizzazione
norm = sqrt(reference_bp(10000:end)*reference_bp(10000:end))/sqrt(noise_res_am_bp...
...(10000:end)*noise_res_am_bp(10000:end));
% smoothing
if (ottave >=cutoff_ottave)
pitch
correction = exp(cutoff_pitch/pitch)/exp(1)
norm = norm * correction;
end
16
end
end
end
Capitolo 3
Il setup sperimentale
In questo capitolo ci saranno focus sul campionatore Kontakt (Sezione 3.2), sul trasduttore utilizzato per la trasmissione delle vibrazioni (Sezione 3.3) e sulla tastiera prototipo
(Sezione 3.4) pensata contestualmente a sessioni sperimentali scientifiche. Infine, nella
Sezione 3.5, ci sar`a una breve presentazione dei software utilizzati per la gestione di tutti
gli esperimenti.
3.1
Schema generale
Lapparecchiatura utilizzata per gli esperimenti pu`o essere raggruppata nelle categorie
hardware e software.
Hardware:
pianoforte digitale Viscount Galileo VP-91;
MacBook Pro 15 2.3 GHz Core i7-4850HQ, 8GB RAM;
scheda audio RME Fireface 800, convertitori ADI-8;
amplificatore Yamaha P2700;
cuffie In-Ear Sennheiser CX 300-II;
cuffie anti-rumore 3M Peltor X-Series X5;
17
Software:
OS X 10.10.2;
REAPER v4.75/64bit;
Pure Data Extended 0.42.5;
Modartt Pianoteq 4.5.4;
MeldaProduction EQ MEqualizer;
18
19
La catena di simulazione funziona in questo modo: quando viene premuto un tasto del
piano digitale, un messaggio MIDI viene inviato alla scheda audio RME, questo messaggio MIDI viene a sua volta catturato dal sequencer Reaper che lo fa passare per i plugin
di equalizzazione MeldaProduction MEqualizer e per il plugin sampler Kontakt. Il campionatore, quando riceve il segnale MIDI, produce in uscita il campione corrispondente
alla nota premuta per quella specifica MIDI velocity. Il segnale, tramite una connessione
bilanciata, esce dalla scheda audio allamplificatore dove viene amplificata e inviata ai
due attuatori disposti sotto la tastiera.
Mentre agli shaker viene inviato il segnale di vibrazione, a unaltra uscita della scheda
audio viene invece inviato il segnale prodotto dal plugin di sintesi sonora per modelli fisici
Pianoteq, il quale riceve nello stesso modo il segnale MIDI proveniente dalla tastiera.
Il segnale audio generato dal plugin Pianoteq simula il suono del pianoforte e viene ascoltato dal soggetto tramite le cuffie in-ear che indossa per lintera durata dei test.
Il setup prevede un paio di cuffie isolanti per evitare interferenze eccessive nei canali
sensoriali dei soggetti, visto lambiente non anecoico.
3.2
Campionatore
Il campionatore e` uno strumento elettronico in grado di acquisire campioni audio e riprodurli in uscita a diverse altezze. Il software e` interfacciabile mediante vari protocolli
(tipicamente MIDI) ad hardware esterni per la configurazione di uno strumento musicale
virtuale.
Il campionatore utilizzato per la realizzazione dei due banchi di vibrazioni e` il Kontakt 5
(versione 5.4.1.211) della Native Instruments.
In questo studio, il campionamento delle vibrazioni e` stato fatto su ogni tasto del pianoforte con 10 livelli di dinamica. Come spiegato si sar`a sicuramente notato nel capitolo precedente dedicato allo script, particolare attenzione e` stata posta alla sintassi di salvataggio
dei file audio. Questo perche il campionatore Kontakt ha un interessante funzione di auto
map, che permette la costruzione automatica del banco avendo una corretta formattazione
dei nomi dei campioni (Figura 3.2).
20
Figura 3.2: Mapping editor del banco di campioni noise in ambiente Kontakt
3.3
Trasduttore
Figura 3.3: Modello di trasduttore scelto per la realizzazione della tastiera prototipo
21
3.4
Tastiera prototipo
Una volta realizzato e correttamente settato il campionatore Kontakt sia nella versione
con i campioni originali sia nella versione con i campioni elaborati, lo scopo prefisso e`
stato quello di riuscire a trasmettere ai tasti del pianoforte digitale queste vibrazioni. Per
raggiungere questo obiettivo si e` passati allo sviluppo di una tastiera prototipo. Partendo
da una tastiera digitale originale (Viscount Galileo VP-91), si e` innanzitutto rimosso il
case originale di metallo, dopodiche la restante struttura metallica dove poggiano tutti i
22
Figura 3.5: Uno dei due trasduttori posizionato al di sotto della tastiera (Figura tratta
da [9])
3.5
23
Capitolo 4
Esperimenti qualitativi
In questo capitolo verranno descritti i due esperimenti qualitativi svolti durante il progetto
di tesi (indicati rispettivamente con le lettere A e B). Verranno descritti ambiente e procedura sperimentale dellesperimento A (Sezione 4.1) e dellesperimento B (Sezione 4.2).
La Sezione 4.3, invece, e` dedicata allanalisi e discussione dei risultati ottenuti.
4.1
Esperimento A
Lo scopo principale dellesperimento A e` stato quello di indagare la qualit`a dello strumento percepita dai soggetti in presenza di vibrazioni o meno.
4.1.1
Procedura sperimentale
25
4.1.2
Interfaccia sperimentale
Linterfaccia sperimentale utilizzata per i test e` stata sviluppata in ambiente Pure Data.
Attraverso unattenta organizzazione dellinterfaccia grafica delle patch, si sono resi pi`u
comprensibili i vari task degli esperimenti.
Sebbene abbiano una struttura grafica pressoche uguale, sono tre le patch che gestiscono lesperimento A (necessarie per riuscire a confrontare ciascuna coppia singolarmente):
quality AB.pd, quality AC.pd, quality AD.pd.
I setup vibratori sono caricati allinterno del sequencer Reaper (come gi`a spiegato nel
capitolo 3). La comunicazione tra i due software avviene tramite il protocollo MIDI, per
26
IAC e` lacronimo di Inter Application Communication e indica di fatto la possibilit`a di creare tante
porte MIDI software virtuali, visibili a livello di sistema operativo, con le quali far comunicare le nostre
applicazioni musicali.
27
Questi rappresentano i cinque aspetti ai quali il soggetto deve porre attenzione durante
la sessione sperimentale.
Ciascun pannello contiene uno slider che pu`o assumere un valore che va da un minimo
di -3 ad un massimo di +3. I valori positivi indicano che il setup B e` per quel particolare
parametro migliore rispetto al setup A. Viceversa, valori negativi indicano il setup A come
migliore in quel particolare aspetto. Un valore pari a 0 invece, corrisponde ad una totale
uguaglianza dei due setup, o comunque nessuna preferenza specifica.
4.2
Esperimento B
Lobiettivo di questo secondo esperimento e` di comprendere se, con laggiunta di feedback vibrotattile, il modo di suonare dei soggetti cambi.
4.2.1
Procedura sperimentale
La scelta della scala e` stata fatta in maniera da poter svolgere lindagine anche sui tasti neri del
pianoforte
28
4.2.2
Interfaccia sperimentale
Per quanto riguarda lesperimento B, e` la patch MIDI recording exp.pd (Figura 4.2) a
gestire lintera sessione di test e registrazioni.
29
30
4.3
Risultati
Quality ratings
Digital piano
vibes
B
C
0.5
0.5
dynamic.controlengagement
richness
naturalness
preference
Rating scale
31
Relativamente alle 4 aree specifiche, e` interessante osservare inoltre come le vibrazioni influiscano soprattutto sul controllo della dinamica (dynamic.control).
Successivamente, a causa delle grandi differenze nelle valutazioni, i soggetti sono stati
divisi in due gruppi in base al loro giudizio riguardo il parametro preference utilizzando
un semplice k-means3 classificatore. Il risultato e` che circa due terzi dei soggetti (7) sono
nel gruppo positivo e solo un terzo nel gruppo negativo (4). Analizzando nel dettaglio
i dati del gruppo positivo (Figura 4.5) si nota che, generalmente, il setup D (campioni
elaborati) e` quello meno preferito rispetto agli altri. E il setup C (vibrazioni reali con
aumento di +9 dB), invece, ad essere preferito al setup B (vibrazioni reali).
Digital piano, positive group
Quality ratings
vibration
B
C
D
0.5
dynamic.controlengagement
richness
naturalness
preference
Rating scale
algoritmo di clustering partizionale che permette di suddividere un insieme di oggetti in K gruppi sulla
base dei loro attributi.
32
Quality ratings
0.5
vibration
0
B
C
0.5
D
1
1.5
dynamic.controlengagement
richness
naturalness
preference
Rating scale
125
Velocity
100
75
vibes
0
1
50
25
0
ff
mf
dynamic
pp
Capitolo 5
Conclusioni e sviluppi futuri
Lo scopo principale di questo progetto di tesi, era quello di individuare in che maniera
linformazione vibrotattile influisca sulla percezione qualitativa di una tastiera digitale
e se laggiunta di feedback aptico condizioni o modifichi la performance del pianista;
inoltre, valutare limportanza del contenuto spettrale dei campioni utilizzati per rendere
pi`u efficace la trasmissione delle vibrazioni.
Lattivit`a svolta ha portato in un primo momento allanalisi dei campioni vibratori
acquisiti. In seguito, e` stato elaborato uno script in Matlab con lobiettivo di automatizzare la procedura per lelaborazione dei campioni originali e la generazione di nuovi
file audio con contenuto spettrale costituito da rumore bianco. Opportunamente elaborati,
i file audio generati, sono stati inseriti allinterno di un campionatore e si e` passati alla
calibrazione e messa a punto del sistema. Una volta configurati i banchi allinterno del
campionatore, sia nella versione con i campioni originali sia nella versione con i campioni elaborati, si e` giunti a prototipale una tastiera aumentata con feedback aptico. E stato
rimosso linvolucro della tastiera e la struttura metallica dove la tastiera del pianoforte digitale era appoggiata, e` stata fissata su una tavola di legno; al di sotto di questa sono stati
avvitati gli attuatori in grado di trasmettere alla tavola i diversi tipi di segnali vibratori
provenienti dal campionatore.
Nonostante i risultati non possano essere statisticamente significativi, a causa dello
scarso numero di soggetti (gli esperimenti sono tuttora in corso), la preferenza espressa
dalla maggior parte dei soggetti tende verso i setup con la presenza di vibrazioni, confermando dunque come la percezione della componente vibratorie sia gradita da parte del
pianista, poiche abituato a percepirla nella versione acustica dello strumento (esperimento
A); tuttavia, la presenza di feedback aptico non sembrerebbe influenzare particolarmente
la performance dellesecutore (esperimento B).
Ad unanalisi pi`u dettagliata dei dati sperimentali, non e` emersa una differenza signifi-
33
34
cativa tra i diversi tipi di vibrazioni: questo potrebbe suggerire che in una tastiera digitale
e` sufficiente la presenza di una componente vibratoria, ma non importa quanto questa sia
realistica.
Sviluppi futuri potrebbero riguardare la realizzazione di esperimenti qualitativi pi`u
approfonditi: invece che scale, richiedere lesecuzione di accordi lunghi, situazione in cui
la vibrazione e` maggiormente percepibile da parte del pianista. Dal punto di vista della
catena di simulazione, sarebbe opportuno indagare in maniera pi`u approfondita laspetto
della trasmissione meccanica della vibrazione.
Pi`u a lungo termine, invece, lidea di realizzare un modello fisico capace di sintetizzare in tempo reale sia il suono del pianoforte che la componente vibrotattile.
Laggiunta della sensazione vibrotattile in un tastiera digitale, simile a quella di un
pianoforte acustico, potrebbe sicuramente essere un fattore molto importante per la realizzazione di soluzioni digitali che, accompagnate da una fedele riproduzione del suono,
potrebbero avere diversi vantaggi economici e pratici rispetto ad un pianoforte acustico.
In conclusione, e` evidente che la presenza e la percezione delle vibrazioni viene tradotta dai pianisti come un fattore che va a migliorare la qualit`a generale dello strumento
musicale.
Appendici
35
Appendice A
Codice
A.1
Script Utilizzati
36
37
Capitolo A. Codice
else
reference_file = char(strcat(nota,num2str(ottave),_,velocity,.wav));
end
%carica buffer
[reference, Fs] = audioread(reference_file);
%%
PRIMA PARTE
lung = length(edc);
%%
SECONDA PARTE
%%
PARTE FINALE
Capitolo A. Codice
38
% normalizzazione
norm = sqrt(reference_bp(10000:end)*reference_bp(10000:end))/sqrt...
...(noise_res_am_bp(10000:end)*noise_res_am_bp(10000:end));
% smoothing
if (ottave >=cutoff_ottave)
pitch
correction = exp(cutoff_pitch/pitch)/exp(1)
norm = norm * correction;
end
noise_final = noise_res_am * norm;
%grafico
figure(1)
clf
hold off
title(reference_file)
plot(reference, r)
hold on
plot(noise_final)
hold off
Capitolo A. Codice
39
end
end
end
Funzione revtime
function [Tr,edc] = revtime(rir,Fs,ti,tf)
rir = rir(round(ti*Fs):round(tf*Fs));
edc = 10*log10(fliplr(cumsum(fliplr(rir.2)))); % calcola curva decadimento
edc = edc-max(edc);
% normalizza a 0 dB
c = polyfit(1:round(length(edc)/2),edc(1:round(length(edc)/2)),1);
Tr = (-60-c(2))/(c(1)*Fs);
Bibliografia
[1] Anders Askenfelt and Erik V Jansson. On vibration sensation and finger touch in
stringed instrument playing. Music Perception, 9(3):311350, 1992.
[2] Federico Avanzini. Algorithms for sound and music computing, December 2009.
[3] Balazs Bank. Analysis of the measurements made by Federico Avanzini and Federico Fontana. Viscount keyboard on a wooden panel, Clark Synthesis shakers.
Technical report, Centro di Sonologia Computazionale, Padova, July 2013.
[4] Bal`azs Bank, Stefano Zambon, and Federico Fontana. A modal-based real-time
piano synthesizer. IEEE Transactions on Audio, Speech and Language Processing,
18(04):809821, May 2010.
[5] C. Cadoz, L. Lisowski, and J.-L. Florens. A modular feedback keyboard design.
Comput. Music J., 14(2):4751, 1990.
[6] Federico Fontana, Federico Avanzini, Stefano Papetti, Hanna Jarvelainen, Francesco
Zanini, and Valerio Zanini. Perception of interactive vibrotactile cues on the acoustic
grand and upright piano. In Proc. Int. Conf. Sound and Music Computing (SMC),
pages 16. Padova, Italy, 2014.
[7] Federico Fontana, Marco Civolani, Stefano Papetti, Valentina del Bello, and Bal`azs
Bank. An exploration on the influence of vibrotactile cues during digital piano
playing. In Proc. Int. Conf. Sound and Music Computing (SMC), pages 16. Padova,
Italy, 2011.
[8] Alexander Galembo and Anders Askenfelt. Quality assessment of musical instruments - effects of multimodality. In Proc. 5th Triennial Conf. of the European
Society for the Cognitive Sciences of Music (ESCOM5), pages 441444. Hanover
University of Music and Drama, Germany, 8-13 September 2003.
[9] Andrea Ghirotto. Elaborazione numerica di segnali per la realizzazione di feedback
vibrotattile su un pianoforte digitale. Tesi di laurea triennale, September 2014.
40
BIBLIOGRAFIA
41