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Obiettivo
Raccogliere le preferenze dei cittadini a Monza e, sulla base di queste preferenze e del voto di un organo
consultivo (la Consulta), assegnare i fondi a disposizione in maniera che il risultato sia trasparente, equo,
rispecchi il giudizio dei votanti e segua le condizioni imposte dal processo partecipativo (BP).
2.
supporto da parte di qualsiasi cittadino di qualsiasi idea gradita (con modalit approval voting);
3.
4.
5.
esclusione di quelle palesemente non idonee rispetto ai requisiti previsti nel BP (budget e tipologia di
spesa) e
6.
7.
invito dellamministrazione rivolto ai rappresentanti delle idee idonee, per il perfezionamento dellidea
e la scrittura di in un progetto specifico, definito entro il budget disponibile di 60.000 + 20.000;
8.
9.
valutazione e restituzione dei progetti di ogni quartiere da parte della relativa Consulta, ordinati per
priorit;
I cittadini sono chiamati a sostenere le idee che approvano. La forma di voto un approval voting, che risulta
essere pi resistente rispetto al voto strategico: potendo votare qualsiasi idea accettabile, ogni cittadino esprime
infatti un voto (si/no) per ogni singola proposta, cio il sostegno reale a ciascuna proposta, indipendentemente
da quali siano le altre. In questa fase, le proposte non sono ancora state filtrate, quindi si tratta per lo pi di idee
che possono anche essere irrealistiche o incomplete. Per ciascun quartiere vengono dunque selezionate le idee
pi supportate. Lamministrazione comunale chiamata a esprimersi per escludere le proposte palesemente non
idonee rispetto ai criteri di finanziamento del bilancio partecipativo. I proponenti delle idee pi sostenute dalla
cittadinanza, dichiarate parzialmente o pienamente idonee, vengono invitati a scrivere il progetto in maniera pi
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completa, con il supporto della Commissione Tecnica e tenendo conto del limite massimo di budget. Una volta
consegnati, tutti i progetti, suddivisi per quartiere, vengono ordinati dalla rispettiva consulta che ha in questo
modo uninfluenza sia indiretta che diretta sullesito della votazione finale. I progetti sono infine votati dai
cittadini che possono indicare tutti i progetti che ritengono validi indipendentemente dal quartiere.
2.
si calcola la mediana dei valori della consulta e si associa questo valore a ciascuna proposta che
chiameremo x1i% per la proposta i;
3.
4.
i cittadini votano le proposte che trovano interessanti, indicandole con una crocetta.
5.
per ciascun quartiere si calcola il numero totale dei cittadini che hanno espresso almeno un voto in quel
quartiere. Chiamiamolo P (popolazione);
6.
per ogni proposta calcoliamo x2i% che si ottiene da percentuale dei voti ottenuti diviso il numero dei
7.
si calcola poi
votanti.
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mediana su valori unidimensionali dotati di un singolo picco (come ci si pu aspettare che sia la valutazione di
un progetto da parte di un membro della consulta) risulta essere il valore vincitore di Condorcet. Quindi
unottima valutazione della proposta. infatti provabile matematicamente che quel valore vincerebbe rispetto a
qualunque altro valore se i membri della consulta dovessero esprimersi. Da questo estraiamo un ordinamento. I
cittadini invece si esprimono indicando semplicemente quali progetti sostengono tra tutti quelli al voto. Quindi
possono decidere di sostenerlo o di affossarlo (ignorandolo). Per comparare queste forme differenti di voto, la
seconda trasformata in una percentuale calcolando per ciascuna proposta che percentuale dei cittadini votanti
la sostiene. In questo modo si ottiene una valutazione (dei cittadini) per ciascuna proposta. Le due valutazioni
vengono poi sommate usando una costante per decidere il peso relativo e che stabilito nel valore di
k = 1/10 (0,1)
Spiegazione della funzione del valore k
Nel file fairresources_citizens&committee.xls possibile simulare una molteplicit di scenari in cui la votazione di
una Consulta composta da 10 membri interagisce con i voti dei cittadini su 10 progetti e studiarne gli effetti sulla
base del suo peso k.2
Ci troviamo innanzitutto in uno scenario in cui due attori differenti hanno il diritto di indicare ciascuno con il
proprio voto quali progetti finanziare. Tuttavia, uno dei due decisori - la Consulta - al tempo stesso promotore e
proponente di alcuni progetti al voto. In questo contesto, verosimile che questo attore valuti i propri progetti
con il massimo dei punti a disposizione o comunque in misura maggiore rispetto agli altri in gara. In uno
scenario di scelta razionale, in cui la Consultaadotti un comportamento opportunistico, i punteggi assegnati
dalla Consulta saranno orientati non tanto ad una valutazione di merito ma soprattutto dallunico scopo di avere
il maggiore gap tra i progetti interni e gli altri in gara, sfavorendo in particolar modo quelli con pi probabilit di
vincere. A questo potere si aggiunga che, in virt della loro natura organizzata, le Consulte dispongono altres di
una elevata capacit di mobilitazione della cittadinanza rispetto ai propri progetti.
Si pensi dunque al caso estremo in cui il progetto di punta della Consulta (progetto X) sia valutato 100, mentre
quello reputato pi gradito dalla cittadinanza (progetto Y) sia valutato 1. E consideriamo che il progetto della
Consulta arrivi secondo, dopo il progetto Y. Qualora il peso della Consulta fosse 1/4 del voto della cittadinanza (K
= 0.25), essa inciderebbe sullesito della votazione (cio permetterebbe al progetto X di superare il progetto Y ed
arrivare primo) nonostante il proprio progetto X abbia ottenuto il 25% in meno di consensi da parte della
cittadinanza, rispetto al progetto Y. Il gap percentuale di votanti si riduce del 20% qualora il peso della Consulta
sia pari a 1/5 (K = 0.2) e del 10% con K = 0.1. Nellipotesi pi mite e realistica in cui la Consulta valutasse meglio
il progetto competitor (mediana MPX = 40), mantenendo a 100 il valore del proprio, questa decisione
inciderebbe sul voto della cittadinanza in misura inferiore, cio lo scarto tra votanti del progetto Y e X si
attesterebbe rispettivamente al 6%, 12% e 15% nei casi in cui il K sia uguale a 0.1, 0.2, 0.25. Per avere una stima
del gap in termini assoluti di voti/votanti, si guardi la Tabella sottostante:
conviene alle persone votare quello che vogliono davvero per un progetto. Invece se usi la media, conviene alle persone cercare di votare di
pi o di meno per bilanciare il voto degli altri.
2 Per realizzare tali simulazioni, basta modificare il valore del k (cella M14), i voti ottenuti dai progetti (colonne P o V, a seconda del caso
scelto) ed i punteggi delle Consultae (colonna L), nel file fairresources_citizens&committee.xls
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votanti
0.1
486
191
240
10
191
221
0.2
486
191
288
20
191
250
12
0.25
486
191
312
25
191
264
15
La Consulta ha dunque la possibilit di scegliere se sostenere i progetti reputati tra i pi sentiti dalla
cittadinanza e contribuire a farlo vincere valutandolo positivamente, oppure cercare di ostacolarlo. Ovviamente,
anche se possibile, appare inverosimile che la Consulta attui un comportamento strategico di questo tipo. Il
calcolo della mediana ne riduce gi il rischio, ma realistico che la Consulta valuti tutti i progetti secondo un
giudizio onesto ed imparziale, in grado di tenere conto della reale percezione di utilit, di interpretare il volere
della cittadinanza e dunque far si che la la propria decisione rispecchi quella futura della cittadinanza
(rafforzando in tal modo il voto dei cittadini con il proprio, cos come la propria immagine di "rappresetanti" dei
quartieri). Il sistema costruito proprio per questo scopo: rendendo le loro valutazioni trasparenti e
immediatamente confrontabili con il voto della cittadinanza, i membri della Consulta si sentiranno investiti di
una responsabilit civile tale da spingerli ad agire correttamente e magari utilizzare tale facolt per compensare
possibili fenomeni distorsivi del voto derivanti, ad esempio, da una inferiore capacit organizzativa di alcuni
progetti rispetto ad altri. Si pensi solamente a quei progetti che riguardano minoranze o categorie svantaggiate.
Ci detto, un valore elevato di k significherebbe apparentemente dare fiducia alla capacit deliberativa della
Consulta. In realt, ci potrebbe addirittura scoraggiare un comportamento virtuoso e sussidiario di
questorgano, cio quello auspicato di attivare e mobilitare la cittadinanza verso scelte responsabili, piuttosto
che sostituirsi ad essa. Appare quindi evidente che, nel caso in cui la Consulta decidesse di adottare questo
comportamento, il k potrebbe di fatto non servirebbe pi perch le decisioni dei due attori semplicemente
tenderebbero a coincidere. Pi si opera su un fronte, pi laltro diventa ininfluente.
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