Sei sulla pagina 1di 11

Critica Impura

Menu
Vai al contenuto
Home
Arte Impura
Cinema e Teatro Impuri
Filosofia Impura
I Dialoghi Impuri di A ed S
Interviste Impure
Letteratura Impura
Musica Impura
Poesia Impura
Segnalazioni Impure
Societ Impura
Storia Impura
Testi Impuri
Youtube Impuro
Eventi Impuri
Rassegna Stampa
Contatti
Critica Impura, un manifesto.
Chi Siamo

25 dicembre 2012 by Critica Impura

Un metodo pericoloso: Sabina Spielrein e il


femminile rimosso della civilt/1

Sabina Spielrein
Di LENI REMEDIOS *
Ogni uomo porta in s la forma intera dellumana condizione
Michel de Montaigne [1]
Nel 1977, in uno scantinato del Palais Wilson di Ginevra, vecchia sede di un prestigioso Istituto di
psicologia, viene ritrovato uno scatolone colmo di documenti. Il ritrovamento il frutto casuale di
un paziente lavoro di ricerca capeggiato dallanalista italiano Aldo Carotenuto. Di cosa si tratta? Lo
scatolone contiene frammenti di diario e un carteggio importante fra tre soggetti: il padre della
psicanalisi Sigmund Freud, il suo discepolo Carl Gustav Jung, in seguito allontanatosi per fondare
una nuova teoria e una certa Sabina Spielrein, psicanalista ed autrice del diario.
Il materiale porta ad emersione particolari finora sconosciuti sulle vicende storico-biografiche dei
tre personaggi, vicende che hanno inciso in maniera inequivocabile sugli sviluppi teorici di ognuno
di loro. Ci che viene alla luce turba e sconvolge talmente il mondo intellettuale da stimolare una
lunga serie di saggi, opere teatrali e cinematografiche, di cui il film di Cronenberg, Un metodo
pericoloso, rappresenta solo lultima appendice. Insomma, anche figurativamente parlando, Sabina
Spielrein dimenticata, rimossa, incompresa emerge dal sottosuolo della civilt, dallinconscio
della storia della psicologia, simboleggiato cos bene dallo scantinato del palazzo ginevrino, per
rivendicare la sua verit.
Sabina Spielrein il perturbante [2] della storia della psicoanalisi. Il primo dei lavori a lei dedicato
naturalmente il libro di Carotenuto, Diario di una segreta simmetria. Sabina Spielrein tra Jung e
Freud. Uscito nel 1980 e presto tradotto in numerose lingue, esso contiene le lettere scambiate fra i
tre [3], quanto ritrovato del diario di Sabina Spielrein ed ovviamente la propria visione critica
dellintera vicenda. Fondamentalmente su questo testo si basa il film di Roberto Faenza Prendimi
lanima, uscito nel 2002.

Ma chi era Sabina Spielrein? E la sua testimonianza parla a noi, uomini e donne della civilt
contemporanea? A malincuore ella rimane per i pi lamante di Jung. Aldo Carotenuto riporta,
con profondo rammarico, il fatto che la principale preoccupazione del pubblico, ad ogni sua
presentazione del libro, fosse se Jung e la Spielrein avessero avuto rapporti sessuali. Intendiamoci:
quello a cui si rivolge Carotenuto non era un pubblico generico, egli si rivolge ad intellettuali,
principalmente psicologi e psicanalisti. Dobbiamo domandarci perch gli analisti sembrano
ossessionati (corsivo mio) da questo punto che delle volte sembra essere non un problema, ma il
problema per eccellenza [4]. Non questo il punto, dice Carotenuto. Ed infatti leventualit non
avrebbe aggiunto o tolto nulla, ad un rapporto che di sicuro aveva la dimensione totalizzante dei
grandi amori, in cui le due personalit erano in una simbiosi animica sorprendente.
Senza contare che da un pubblico di intellettuali ci si aspetta che si indaghi a fondo sulle
ripercussioni teoriche che una personalit come Spielrein abbia avuto sui fondatori rispettivamente
della psicoanalisi e della psicologia analitica, discipline in cui, lo puntualizzo per il lettore non
avvezzo a certi temi, sussiste un corto circuito assente in tutte le altre scienze: il soggetto e
loggetto dellindagine sono lo stesso, luomo che indaga luomo [5].
Il film di Cronenberg prende spunto da un libro uscito nel 1993, A most dangerous method, scritto
da John Kerr, uno psicologo clinico americano. Christopher Hampton, sceneggiatore di Cronenberg,
ne trasse una piece teatrale che il regista canadese volle in seguito portare sul grande schermo. Il
testo di Kerr, che appone al titolo una sottile differenza enfatica rispetto al film (Un metodo molto
pericoloso, tratto da unespressione di William James), parte dalla scoperta di Carotenuto per
avventurarsi in una favolosa opera di contestualizzazione storica del materiale emerso. Gi qui si
rivela infatti una differenza fondamentale fra il testo ed il film: il lettore sappia che si tratta di due
cose profondamente diverse e forse, nella leggera modifica del titolo, Cronenberg intende gi
manifestarlo.
Il film di Cronenberg per inciso, non certo uno dei suoi migliori prende il triangolo JungSpielrein-Freud e lo isola completamente dal contesto. I pochi altri personaggi che compaiono nella
scena, come la moglie di Jung oppure Otto Gross, che mise seriamente in crisi Jung sulle proprie
inclinazioni poligame, sono delle mere tangenti rispetto a quel che interessa della storia. Il testo di
Kerr, al contrario, infatti corale: esso esamina tutti gli attori che hanno movimentato le scene di
quegli anni fatidici per la storia delle dottrine psicologiche e, osiamo dire, per la storia della civilt
occidentale [6]. Il pregio di questo testo risiede nel ricostruire dettagliatamente e scientificamente i
fatti di quegli anni, con la resa narrativa di un romanzo.
Una delle scene chiave del film, che manifesta lintento del regista, quella in cui Freud sviene
dinanzi a Jung (secondo svenimento, il primo avvenne alla vigilia del viaggio in America): qui
Cronenberg sceglie di ambientare la scena alla fine di un imprecisato incontro fra studiosi, dove,
nellatto di raccogliere le proprie carte, tutti se ne vanno lasciando soli Freud e Jung a discutere.
Potrebbero essere delle macchie indistinte ad andarsene, sarebbe la stessa cosa. Nella realt si tratt
di una riunione molto vivace che si tenne in un hotel di Monaco, dove tutti presero la parola,
soprattutto in merito alla figura egizia del faraone Amenhotep, che secondo Freud covava desideri
parricidi. Freud fece ovviamente di tutto, nelloccasione, per rimarcare lingratitudine del figlio ed
erede Jung, sempre pi orientato verso una propria nuova teoria e i dietro le quinte di questa
riunione sono anche pi interessanti al riguardo [7]. Alla fine della discussione la tensione sfocia
nello svenimento.
Una metafora efficace per far capire la dinamica della storia di Sabina Spielrein allinterno di questa
coralit, quella del telaio: dobbiamo immaginare la Spielrein come la navetta che si muove fra le
trame e gli orditi, ovvero fra i fili tenuti assieme dal telaio. Ogni trama ed ogni ordito i singoli

protagonisti vengono accuratamente esaminati e sviluppati da Kerr. Non solo Freud e Jung:
Bleuler, Forel, Flournoy, Riklin, Abraham e molti altritutti vengono in qualche modo solcati dalla
navetta che li attraversa e che, fino alla fine degli anni 70, sar relegata nel buio, costringendo a
lasciare una matassa di fili non del tutto decifrabile [8].
Moltissimi aspetti potrebbero essere esaminati nella storia (nelle storie) che Sabina Spielrein porta
ad emersione. Di questi ne scelgo due, riassumendoli simbolicamente in due parole cariche di
significato: silenzio e femminile. Il silenzio che cos a lungo ha atteso la sua storia emblematico
di un silenzio ancora pi insidioso che gradualmente ha sorpreso la psicoanalisi durante questo
tempo [9]. Sabina, pioniera della psicoanalisi, figura fino a poco tempo fa negata, rimossa o
fraintesa [10]. Ed proprio la parola rimossa, evocata da Lella Ravasi Bellocchio nel suo bel
libro sulle madri, il termine pi appropriato in merito alla figura di Sabina Spielrein, ma soprattutto
in merito a quel che essa incarna e simboleggia.
Sembra un paradosso per la psicoanalisi, no? Prima di avventurarmi nelle mie speculazioni vorrei
richiamare lattenzione del lettore, soprattutto di quello digiuno di nozioni psicoanalitiche e della
contestualizzazione storica in cui esse nacquero, ricordando come la vicenda documentata da Kerr e
ritratta da Cronenberg si svolga allinizio del XX secolo, un periodo in cui i rapporti e i costumi
familiari in seno alla borghesia in primis quelli matrimoniali non sono molto dissimili da quelli
descritti pochi decenni prima negli ottocenteschi romanzi di Thomas Hardy [11].
Mi piace iniziare la mia riflessione sulla psicanalisi e il femminile prendendo in considerazione non
certo le parole di una femminista militante, tuttaltro. Scrive Romano Mdera in relazione a Freud:
La femminilit, insieme allinfantile, allarcaico, allo psicopatologico, designa il territorio,
ancora non bonificato, che si estende oltre le dighe sullo Zuidersee: il mondo dellinconscio. La
metafora scelta da Freud per parlare delloscurit che la femminilit oppone alla ricerca
psicoanalitica, il continente nero, condensa, ben al di l di una attenta disamina critica, il
pregiudizio che accomuna lintellettualit euroamericana maschile della prima met del
Novecento [12]. Riporto inoltre le parole dello stesso John Kerr riguardo allepoca in cui vivono i
tre protagonisti principali, accanto ai lati oscuri, alle ipocrisie, alle falsit: Era parimenti un mondo
di grandezza immaginata, di importanti destini che aspettavano di essere esauditi [] Ovunque,
dai caff di Vienna ai club degli ufficiali dellesercito del Kaiser, gli uomini immaginavano di poter
diventare il prossimo Darwin o il prossimo Bismarck o il prossimo Nietzsche. Nellavere il suo
proprio destino eroico da esaudire, Spielrein era figlia del suo tempo. Lunica differenza era che
era una donna [13].
Una ragazza qualunque?
Sabina Spielrein giunge dalla nativa Russia allospedale Burgholzli di Zurigo, Svizzera, nellagosto
del 1904. E appena diciannovenne, ma malata gi da diversi anni. La diagnosi del medico che la
prende in cura, Carl Gustav Jung, di isteria psicotica. Nel giugno del 1905 viene dimessa,
continuando la terapia da paziente esterna. Vive da sola in un appartamento a Zurigo, in seguito
alliscrizione alla Facolt di Medicina. Considerando i tempi lunghi della malattia e la sua gravit,
la guarigione stata straordinariamente veloce ed efficace: Lavvenimento pi significativo nella
giovane vita della Spielrein fu che, qualsiasi cosa fosse avvenuta nel corso della terapia con Jung
al Burgholzli, questa la guar [14].
La malattia di Sabina affonda le sue radici nellatteggiamento punitivo del padre, il quale usava
percuoterle il sedere nudo (particolare che Jung censurer nella sua lettera a Freud, dicendo che la
ragazza fu traumatizzata nel vedere il fratello percosso). Questo fatto probabilmente ingenera strane
fantasie anali nella ragazzina, la quale non pu sedersi a tavola senza immaginare i familiari al

tavolo con lei nellatto di defecare. Cerca inoltre, bizzarramente, di stimolare e al contempo
bloccare la propria defecazione rannicchiandosi e puntando il tallone sullano. In et adolescenziale
non riuscir pi a guardare le persone negli occhi e la situazione si aggraver con linsorgere di
ripetuti atti masturbatori, accompagnati da un pesante senso di colpa.
Ma degno di nota anche latteggiamento perverso di una madre anaffettiva, la quale, per di pi,
sfog la propria rabbia verso il mondo maschile sulla figlia, entrando in competizione con i suoi
corteggiatori e vietando, nel modo pi assoluto, qualsiasi tipo di educazione sessuale, tanto da
intervenire segretamente presso le autorit scolastiche russe per far evitare alla figlia la lezione di
biologia sulla riproduzione umana. Sabina arriva quindi, adulta, a non sapere nulla della sessualit e
di questo particolare fondamentale, unito al rapporto malsano con la madre, non vi
sorprendentemente alcuna menzione nella diagnosi di Jung, n nelle sue lettere a Freud.
Laltro dettaglio determinante che Sabina una ragazza colta: nella Russia dellepoca
lemancipazione femminile era molto pi allavanguardia di alcuni paesi europei, permettendo alle
donne di frequentare il liceo (anzich accontentarsi di un tutore privato) e di iscriversi alluniversit.
Le pazienti del Burgholzli, vengono da famiglie povere o della medio-bassa borghesia, hanno
generalmente uneducazione minima. La paziente venuta dalla Russia quindi molto pi
acculturata delle coetanee svizzere e, oltre a ci, rivela fin da subito unintelligenza e unintuizione
non comuni. Insomma, si capisce subito che Sabina Spielrein non una ragazza qualunque, tanto
che sar lo stesso Jung ad incoraggiarla sulla strada della carriera scientifica come psicoanalista. Il
giovane Jung infatti pensa bene di coinvolgere questa sua straordinaria paziente come assistente nei
suoi esperimenti col reattivo verbale, in cui ha modo di verificare le teorie freudiane.
Dopo la dimissione, Sabina continuer la terapia con Jung, recandosi settimanalmente nel suo
studio: probabilmente l che queste due sensibilit straordinarie entreranno in un pi profondo
rapporto animico, in cui non improprio nominare la parola amore. In Sabina Spielrein, Jung
rintraccia dunque molte parti di se stesso e se, in alcuni suoi passaggi giovanili, si nota un certo
atteggiamento e una posa di superiorit maschile verso la mente femminile pi facilmente
impressionabile, Kerr mette in evidenza quelli che erano i fantasmi di Jung: le fantasie anali della
Spielrein diventavano cos ben poca cosa rispetto alle fantasie del giovanissimo Jung, in cui Dio
defecava spudoratamente sul tetto della cattedrale di Basilea e un enorme fallo compariva
allinterno di unoscura caverna [15].
In entrambi vi inoltre un forte anelito spirituale assolutamente collegato, non sganciato, alle
immagini oscene scatenate dalla loro fantasia ma naturalmente il rapporto fra i due nasce
sbilanciato, asimmetrico [16] : non bisogna dimenticare che, per quanto abbia avuto unevoluzione,
pur sempre un rapporto medico-paziente, in cui il primo deve tenere saldamente in mano le redini
e far s che lemotivit e le dinamiche affettive del paziente non travolgano entrambi.
Le redini sfuggono per dalle mani e Jung decide di chiedere aiuto a colui che ha designato come
padre e maestro: Sigmund Freud.
La mediazione
Jung chiede aiuto a Freud, ma in maniera alquanto contorta: un po confessa e un po no, un po
mente, un po omette e lo fa comunque molto tardi (la prima lettera del 1906, la quasi
confessione solo nel 1909!). Freud dal canto suo lascia capire che ha intuito la situazione ma cerca
di muoversi in maniera diplomatica, suggerendo alla Spielrein di lasciar perdere la faccenda per il
bene di tutti: le ho suggerito una dignitosa liquidazione, per cos dire, endopsichica di tutta la

faccenda [17] e soprattutto cerca di assolvere Jung il pi possibile, adducendo la responsabilit del
problema alle giovani pazienti: la capacit di queste donne di mettere in moto come stimoli tutte le
astuzie psichiche immaginabili, finch non abbiano raggiunto il loro scopo, costituisce uno dei pi
grandiosi spettacoli della natura [18].
Insomma, oltre alla relegazione del femminile nella sfera del primitivo, siamo alla mentalit della
donna come Eva tentatrice. In questo frangente, prima della rottura, bisogna ricordarsi che il
rapporto Freud-Jung si pu scindere in due parti: una parte contrassegnata da una forte carica
affettiva, dove i due si compiacciono genuinamente dei ruoli di padre e figlio, e una parte
schiettamente utilitarista.
A Freud, Jung appare come lerede ideale del suo impero teorico per una miriade di ragioni. Si
potrebbe dire brutalmente che Jung gli serva: non ebreo, come tutti i suoi seguaci viennesi e a
Freud serve uno psicanalista ariano, che dia una pi vasta risonanza alle sue teorie. Jung ,
inoltre, geniale. Freud non ha una grande stima dei suoi seguaci viennesi, nello svizzero Jung,
giovane, intraprendente e con una formidabile capacit intuitiva, vede dunque una grande speranza
e forse, viene ipotizzato, una proiezione di quel che avrebbe voluto essere da giovane.
Da parte sua Jung allinizio della sua carriera e Freud gli serve per lanciarsi nel mondo scientifico.
Le sue teorie, da subito, destano la sua sincera attenzione tanto da portarlo ad applicarle in ambito
clinico sui pazienti del Burgholzli ma Jung, come sottolineano sia Kerr sia Carotenuto, era
consapevole sin dallinizio delle proprie divergenze dal maestro, soprattutto sul concetto freudiano
di libido, spiegato come mera energia sessuale, cosa che Jung considera fortemente riduttiva
rispetto ad altre istanze dellessere umano, legate al proprio destino e essenzialmente di natura
spirituale.
Un po per la sua propria confusione interiore (Io ero pieno di dubbi! [19]), un po perch,
appunto, Freud gli serve, Jung persevera nel mantenere un atteggiamento di venerazione verso il
maestro, a tratti quasi servile: ogni volta infatti che Freud lo redarguisce, egli assume un
atteggiamento remissivo, scusandosi e premurandosi di ribadire quanto il rimprovero sia stato per
lui prezioso. Una dinamica, dunque, quella fra i due che oscilla fra i contenziosi padre-figlio ed il
mantenimento dei rapporti diplomatici perch ambedue si servono luno dellaltro. Logico quindi
che un rapporto cos non possa essere genuino fino in fondo, schietto. Per quanto forte e viscerale
avr inevitabilmente dei coni dombra.
Sabina Spielrein non si pone nessuno di questi problemi, non si lascia raggirare dalle parole dei due
psicanalisti che cercano di liquidare il suo caso in maniera affrettata e maldestra. Una cosa
certa: n Freud aveva bisogno di uno scandalo riguardante il suo erede designato, n tantomeno
Jung aveva bisogno di rovinarsi una carriera appena iniziata.
Il grosso errore che fanno Freud e Jung quello di non aver mai smesso di considerare la Spielrein
una paziente e di averne grossolanamente sottovalutato le doti intuitive.
Sentiamo un po come la Spielrein redarguisce addirittura Freud, ad un certo punto della vicenda:
Ma anche lei astuto, Professore []. Si desidera per evitare un momento sgradevole, no?
Neppure il grande Freud riesce sempre a rendersi conto delle Sue debolezze [20]
Non necessaria una laurea in psicologia per intuire leffetto dellammonimento della studentessa
Spielrein, giustamente impertinente e che punta dritto alla verit, su un uomo della statura di Freud:
un uomo che considerava le donne alla stregua di una dimensione primitiva, infantile, non del tutto

sviluppata. La scossa deve essere arrivata pungente, anche perch si insinuava dritta dritta fra le
pieghe di un assordante silenzio fra lui e Jung.
E non sar lunica volta in cui Sabina Spielrein si dimostrer molto pi perspicace dei due [21].
La non conversazione
John Kerr, con una efficace espressione, afferma che accanto alle lettere e al rapporto ufficiale, fra
Freud e Jung si svilupp negli anni una non-conversazione [22].
Il peso del non-detto verr squisitamente rimosso fino allestremo, quando si far strada da s ed
imploder tragicamente, nel frangente che porter poi alla definitiva rottura fra i due [23].
Uno dei non-detti riguarda direttamente lo scambio di lettere di cui sopra: solo anni dopo Freud dar
quella risposta mancata [24], in Osservazioni sullamore di traslazione del 1914. Qui ammetter
la totale responsabilit dellanalista nel cadere in un eventuale errore, laddove prima, come si
visto, spostava tutto sulla diabolicit della paziente che induce in tentazione lanalista, cercando di
far leva sui nodi conflittuali e irrisolti [25].
E un non-detto che riguarda Jung molto da vicino e che permette a Freud di assolvere il suo erede
per tutta la durata del loro idillio. Lo assolve in quello che fu senzaltro un errore umano commesso
con scarsa destrezza, confuso dallemotivit, ma pur sempre un errore. Chiariamo una volta per
tutte: lo sbaglio di Jung non fu certo quello di innamorarsi di Sabina Spielrein. Per quanto un
analista debba evitare il pi possibile il coinvolgimento emotivo, pur un essere umano come tutti
gli altri e innamorarsi pu succedere. Bisogna inoltre tener presente, come ben puntualizza
Carotenuto, che gli analisti dellepoca che vedeva la psicoanalisi nel suo nascere non erano
sufficientemente preparati ad affrontare qualcosa di cos potente come il transfert e, soprattutto, il
contro-transfert, ovvero il coacervo di emozioni che il paziente proietta sul medico e,
specularmente, i nodi emotivi irrisolti che il paziente pu risvegliare a sua volta nellanalista.
Lerrore di Jung fu nel modo in cui gest questa sua vicenda emotiva, in relazione al mondo esterno.
Sono tanti gli episodi, in questo frangente, che ritraggono il giovane Jung comportarsi davvero in
maniera poco onorevole. Bisogna ricordarsi che qui stiamo parlando di uno Jung trentenne, molto
ambizioso e al contempo emotivamente instabile. Poco dopo la rottura con Freud e il distacco da
Sabina Spielrein (due delle persone pi importanti della sua vita!) avr un tracollo psicologico che
lo porter ad affrontare per parecchi anni i suoi fantasmi interiori, la cosiddetta nekya [26].
Ma un altro clamoroso non-detto riguarda molto da vicino Freud e su questo la comunit scientifica
degli psicoterapeuti e degli studiosi ha dimostrato una forte, incredibile resistenza.
___________________________
[1] Michel de Montaigne, Saggi, Adelphi, Milano, 1996, p. 1068.
[2] Si veda Sigmund Freud, Il Perturbante, 1919 ( Il perturbante quella sorta di spaventoso che
risale a quanto ci noto da lungo tempo, a ci che ci familiare).
[3]A parte le lettere scritte da Jung, di cui si hanno al momento solo alcuni frammenti per via del
veto posto dai discendenti.

[4] A. Carotenuto, Diario di una segreta simmetria. Sabina Spielrein tra Jung e Freud, Astrolabio,
Roma, 1980, pag. 34.
[5] Lo scienziato che si occupa per esempio di fisica nucleare o di biologia svolge le sue ricerche in
un ambito oggettivo, dove n la sua psiche n la propria sfera emotiva vengono coinvolti.
[6] Basti solo la considerazione apparentemente banale di come alcuni termini come rimozione,
complesso di Edipo, inconscio collettivo, siano entrati di fatto nel linguaggio comune.
[7] Per esempio lepisodio apparentemente banale del rimprovero paterno che rivolge a Jung,
lamentandosi che non gli abbia chiesto notizie sullo stato di salute della madre (si veda J. Kerr, A
most dangerous method, Atlantic Books, London, 1993, pagg. 427-428).
[8] Nel 1974 era gi stato pubblicato il carteggio fra Freud e Jung, in cui emergeva saltuariamente il
nome della Spielrein. Carotenuto intu limportanza di questa persona ma in base al materiale in
possesso i conti non tornavano si veda A. Carotenuto, op. Cit., pag. 40.
[9] J. Kerr, op.cit., pag. 13.
[10] Lella Ravasi Bellocchio, Lamore unombra, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2012,
edizione Kindle.
[11] Si veda un mio articolo su Tess DAubervilles, in cui accenno alla naturalit infranta dei
rapporti fra i personaggi, in nome delle ipocrisie sociali. Considero il testo suddetto e il suo autore
psicanalitici ante litteram. Si veda Dalla carta alla celluloide:Tess DUrbervilles riletto da
Roman Polanski, in www.leniremedios.blogspot.com
[12] R. Mdera, Carl Gustav Jung. Biografia e teoria, Bruno Mondadori Editore, Milano, 1998.
[13] J. Kerr, op. cit, p. 479.
[14] Bruno Bettelheim, Scandalo in famiglia, contenuto in A. Carotenuto, op. cit., p. 29.
[15] Si veda A. Jaff, a cura di, Ricordi sogni riflessioni, pp. 37, 64 e sg.
[16] Ora, nella situazione analitica non pu esistere, in particolar modo allinizio, alcuna
simmetria A. Carotenuto, op. cit., p. 101.
[17] Lettere fra Freud e Jung, Boringhieri, Torino, 1974, p. 252.
[18] Ibid., p. 248.
[19] Si veda lintervista di John Freeman per la tv americana Face to face, 1959, video
rintracciabile su Youtube.
[20] Lettera di Sabina Spielrein a Freud del 20 giugno 1909, in A. Carotenuto, op. cit., pp. 120 e
242.
[21] In un tentativo imbarazzante di minimizzare la cosa, Jung ad un certo punto dice a Sabina
Spielrein unautentica fesseria: ovvero di aver avuto prima di lei uninfatuazione per la figlia di
Freud, spiegando laffetto verso Sabina come uno spostamento di sentimento verso unaltra giovane

ebrea. Sabina pensa invece che la ragazza ebrea a cui si riferisca Jung sia la cugina Helene
Preiswerck, la medium su cui bas la sua dissertazione universitaria e verso il quale nutriva una
forma di affetto molto vicina allamore. Tale verit sar ammessa dallo stesso Jung in una lettera a
Freud (si veda A. Carotenuto, op. cit., p. 126-127).
[22] J. Kerr, op. cit., p. 409.
[23] Mi doveroso precisare che per motivi di spazio non posso qui approfondire la tematica di
Sigfrido, figlio che Spielrein avrebbe volute da Jung, ma anche simbolo del loro rapporto nonch
del destino di vita di Spielrein.
[24] A. Carotenuto, op. cit., p. 20.
[25] Ibid. p. 121.
[26] Discesa aglInferi. Termine mutuato dallOdissea.
___________________________
(fine prima parte)
(* Articolo gi apparso su Speechless Magazine n. 1 2012)
.

Potrebbero piacerti anche