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cibile ai moduli standardizzati della musica di consumo (blues e rock nroll). Per, quantomeno
a partire dal feed-back che apre I feel fine e certamente da Rubber Soul in poi, con Sgt. Peppers
sulla vetta, la loro maturazione artistica e pi ampiamente culturale li ha condotti a lavorare costantemente su quella soglia tra establishment e sperimentalismo (ad esempio con lutilizzo del caso,
tratto tipico delle avanguardie storiche), tra continuo rinnovamento formale e diffusione commerciale planetaria, tra impareggiabile immediatezza e raffinata elaborazione, conservando sempre
quella sofisticata e insieme fulminante fusione di disarmante semplicit e iridescente complessit
che ne ha contraddistinto il percorso.
Dimostrando che lintrattenimento non significa necessariamente disimpegno, i Beatles dei cosiddetti studio years hanno giocato con i codici e con i generi, li hanno forzati, manipolati e ricostituiti
a un pi alto livello, che diventato paradigmatico per la musica non solo pop e rock venuta dopo di
loro. I compositori che non hanno profondamente sentito e compreso lineluttabile necessit di
Webern sono del tutto inutili: senza enfasi, con pacata certezza, le parole di Pierre Boulez si possono ripetere a proposito dei Beatles. Che hanno lavorato con sano eclettismo su una grande quantit di registri espressivi (folk, jazz, vaudeville, classica, avanguardia: sabotavano il rock mentre contribuivano a crearne i codici), ma mai in modo semplicemente imitativo o parassitario: il soggetto
rimane superiore al genere, si impone decostruendolo e scavandone le grammatiche interne.
Lintelligente, seduttivo e talora finemente parodistico riuso dei materiali banali va di pari passo
allimpegno nel migliorare progressivamente laccuratezza dei dettagli esecutivi, utilizzando (per
primi in misura cos determinante) le risorse tecnologiche della sala dincisione dopo aver interrotto
per sempre, nel 1966, le esibizioni dal vivo. Una decisione fino ad allora inimmaginabile nello show
business globalizzato, con la quale rivendicarono luso del tempo creativo allinterno della catena
produttiva. Compresero che le condizioni materiali della creazione sono determinanti nellepoca
della riproducibilit tecnologica di massa. Conquistarono la libert di incidere senza scadenze
e limiti temporali, con ritmi artigianali nellera della produzione di serie, provando e riprovando (Sgt.
Peppers richiese sei mesi di lavoro e settemila ore di registrazione) fino a che non fossero stati soddisfatti del risultato.
Nessuno prima era mai riuscito a imporre e salvaguardare un margine cos ampio alla propria autonomia artistica. Si pu pensare unicamente al contratto strappato alla Rko da Orson Welles nel 1941
per Quarto potere. Il punto sta qui: tutti questi fronti creativi sono stati aperti e queste soglie tradizionali abbattute nellambito della diffusione mediatica a livello planetario, governata dalle inflessibili ed esproprianti leggi del mercato. Ha dichiarato Paul McCartney: A quel tempo avevamo tra le
mani un potere spaventoso. Se i Beatles fossero stati davvero cattivi avremmo potuto giocare al
gioco di Hitler, avremmo potuto prendere i giovani e far fare loro qualsiasi cosa. Tale era il nostro
potere.
Tre immagini racchiudono e sintetizzano, come solo le immagini sanno fare, questa maiestas. La
prima: John e Paul, giovani, scatenati e felici che cantano insieme allo stesso microfono nello storico
concerto dello Shea Stadium di New York il 15 agosto del 1965. La seconda: la copertina di Rubber
Soul, su cui non compare il nome del gruppo; non era mai accaduto nella storia della discografia. La
terza: quattro anni dopo lo Shea, sul tetto della Apple, al vento che soffiava gelido quel 30 gennaio
del 1969, nonostante stessero vivendo quel momento di crisi profonda e lacerante che li avrebbe
portati un anno dopo allo scioglimento, sprigionavano una incoercibile potenza carismatica.
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