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coltivazione
Parassiti animali
Edison Pasqualini
Franco Laffi
www.colturaecultura.it
Diritti di sfruttamento economico: Bayer CropScience S.r.l.
Realizzazione editoriale: ART Servizi Editoriali S.r.l.
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riportati sopra le stesse; in tutti gli altri casi le immagini sono
state fornite dagli Autori di ciascun capitolo o reperite da
agenzie fotografiche.
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Parassiti animali
Foto R. Angelini
Introduzione
Le principali specie di insetti che attaccano il pero e che possono
danneggiare direttamente i frutti o la pianta nelle sue varie parti
appartengono agli ordini dei Lepidotteri e degli Emitteri.
Quelle che attaccano i frutti sono dette carpofaghe e fra queste
la pi dannosa Cydia pomonella (= carpocapsa). Questa specie
considerata chiave, vale a dire che per contenerla a livelli economicamente accettabili sono sempre necessarie contromisure
di varia natura (biologica, biotecnologica, chimica ecc.).
A questo proposito va sottolineato che i tipi di intervento e il loro
numero possono avere influenza su altre comunit di specie presenti e che questi effetti si possono riassumere nella regola delle
3 R, cio Resistance (resistenza della specie obiettivo), Resurgence (densit maggiori di specie gi presenti) e Replacement
(rimpiazzo di specie che scompaiono con altre nuove) e che altro
non sono che le risposte dellambiente alla introduzione di sostanze chimiche per contenere le specie dannose.
Nella difesa integrata (IPM = Integrated Pest Management) si d
grande importanza a tali possibili eventi poich dalla ragionevole difesa da C. pomonella dipende la sorte di molte altre specie
dannose e utili.
Fra i Lepidotteri che aggrediscono i frutti si ricordano anche i Tortricidi ricamatori, che provocano solo erosioni superficiali ai frutti
(ricami) e spesso si limitano a cibarsi di sole foglie fresche. Altre specie di Lepidotteri aggrediscono i rami e i tronchi: anche in
questo caso i danni sono di notevole entit e si ripercuotono nel
tempo. Le due specie pi importanti sono Zeuzera pyrina e Cossus cossus che scavano gallerie di differente tipologia nel legno di
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rami e tronchi interrompendo, di fatto, il flusso linfatico e conducendo a morte parti di pianta e spesso lintero albero.
Fra i Rincoti o Emitteri, le famiglie degli Psillidi e dei Coccidi possono considerarsi le principali e ne fanno parte alcune specie molto
temute.
Fra le psille Cacopsylla pyri (= psilla comune del pero) la specie
pi rappresentata, mentre fra le cocciniglie Quadraspidiotus perniciosus la pi diffusa. C. pyri caratterizzata da una abbondate
produzione di sostanze zuccherine (melata), che imbratta la vegetazione e i frutti, e per questo causa di notevoli deprezzamenti economici, ma pu anche trasmettere malattie (fitoplasmosi)
come recentemente accertato. Q. perniciosus causa sia di deprezzamenti commerciali dei frutti sia del deperimento dellintera
pianta nei casi pi gravi.
Le specie di acari fitofagi che colpiscono le piante coltivate, e
quindi anche il pero, appartengono alle famiglie dei Tetranchidi e
degli Eriofidi.
La prima di queste famiglie comprende specie che per la capacit
di produrre fili sericei, che a volte finiscono per dare origine a fitte
ragnatele, prendono comunemente, anche se in modo improprio,
il nome di ragnetti. Alla seconda appartengono specie molto pi
piccole, con il corpo fortemente allungato e dotate soltanto di due
paia di zampe, poste nella parte anteriore del corpo.
Le specie che possono creare difficolt alle coltivazioni di pero
sono Panonychus ulmi, chiamato comunemente ragnetto rosso
dei fruttiferi, Epitrimerus pyri, conosciuto come eriofide rugginoso
ed Eriophyes pyri, noto come eriofide vescicoloso.
La prima di queste specie, segnalata quasi come una curiosit nei
trattati dei primi del Novecento, andata sempre pi assumendo
importanza a partire dal dopoguerra, fino a costituire una temibile
avversit che stata poi ridimensionata, specialmente su melo,
pero e vite, a partire dagli anni 80 con lintroduzione della lotta
guidata prima e integrata poi.
Su pero, anche se gli attacchi sono in genere meno intensi che su
altre piante ospiti, le situazioni sono risultate pi complesse per il
ruolo che Panonychus ulmi pu svolgere anche nellinsorgenza di
una temibile fisiopatia, nota come brusone, che in un primo tempo era stata attribuita esclusivamente a fattori climatici.
Epitrimerus pyri stato segnalato nel nostro Paese soltanto agli
inizi degli anni 60, si poi diffuso successivamente fino a diventare una avversit di una certa importanza, soprattutto sulle
cultivar a buccia chiara, a partire dagli anni 70.
Eriophyes pyri rappresenta invece un fitofago storico, classificato gi dalla met dell800, e presente ovunque sui peri non sottoposti a regolare difesa fitosanitaria. Sparito praticamente con
lintroduzione della frutticoltura specializzata, ricomparso sporadicamente di recente, soprattutto sui giovani impianti.
Adulto di psilla
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Baco o verme delle mele e delle pere (Cydia pomonella)
Questo Lepidottero, conosciuto fin dal tempo di Teofrasto di Ereso, vissuto fra il IV e III sec. a.C. ricordato anche dagli antichi
romani quali Catone il Censore, Plinio il Vecchio e Columella. In
tempi pi recenti, Aldrovandi nel 1535, Redi nel 1668 e Linneo nel
1758 la descrivono come Tinea pomonella, che il nome originario della specie. C. pomonella diffusa in tutti i Paesi del mondo
ed una delle specie economicamente pi importanti per i danni
che provoca e per i costi delle contromisure per limitarli. Normalmente conosciuta come carpocapsa, sverna come larva matura
nelle screpolature della corteccia o nel terreno.
Gli adulti presentano le ali anteriori di colore grigio cenere attraversate da striature trasversali da marrone a nere e con una macchia pi
scura rotondeggiante allestremit di quelle anteriori che li rendono
praticamente inconfondibili. Lapertura alare varia da 15 a 22 mm.
Luovo, che ha una forma a piatto rovesciato con il corion (guscio)
reticolato, misura in media 1,25 x 0,95 mm. Appena deposto di
colore bianco opalescente (stadio lattiginoso), in seguito vira verso il giallo-arancio e dopo 2-4 giorni di incubazione compare un
anello incompleto di colore rosso (stadio anello rosso). Prima della
schiusura si rende visibile la capsula cefalica (stadio testa nera).
Lo sviluppo larvale si compie attraverso cinque stadi (et). La larva
matura ha una forma cilindrica, misura 1,5-2 cm di lunghezza ed
solitamente di un colore rosa intenso (variabile spesso in funzione
del tipo di alimentazione: per esempio il colore pi carico nelle
larve che si sono sviluppate sulle noci rispetto a quelle provenienti
dalle pere). La crisalide, lunga circa 1 cm, di colore rossastro. Le
larve sono guidate alla ricerca di un ricovero dove passare linverno
dal tigmotattismo (istinto a ricercare le anfrattuosit) e dal fototropismo negativo (istinto a evitare la luce). Nel frutto attaccato si
trova comunemente una sola larva, raramente due e solo se durante
il percorso non si sono incontrate, poich hanno costumi cannibali.
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Attacco su frutto
Larva di Cydia pomonella (carpocapsa)
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Le larve possono penetrare nel frutto da un punto qualsiasi, ma
anche dal picciolo o dalla cavit calicina (molto comune nelle pere). Le larve neonate vagano per un po di tempo (vagabondaggio)
prima di penetrare nei frutti sui quali provocano una scalfittura a
spirale sulla buccia, quindi penetrano nella polpa raggiungendo
i semi di cui si nutrono. Le larve che si nutrono sulle pere hanno
uno sviluppo pi rapido rispetto a quelle che si alimentano sulle
mele e queste ultime sono, a loro volta, pi precoci rispetto a
quelle che hanno infestato le noci.
Gli adulti si accoppiano subito dopo lo sfarfallamento e le femmine iniziano immediatamente a deporre le uova. In genere una
femmina pu deporre in totale 60-80 uova, ma anche oltre, su
altrettanti frutti. Gli accoppiamenti e le deposizioni avvengono
solo al crepuscolo e sono regolati da limiti termici precisi (non
avvengono con meno di circa 15-16 C). C. pomonella compie tre
generazioni in un anno in Emilia-Romagna.
C. pomonella vittima di molti parassitoidi che si nutrono sia delle uova (oofagi), sia delle larve (larvali), che di entrambi gli stadi
(ovolarvali). Numerose specie inoltre sono parassite delle larve nei
bozzoli. Si calcola che la mortalit da uovo ad adulto si aggiri intorno al 90%, e al 99% da uovo a uovo.
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Foto A. Pollini
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Le uova sono lenticolari e simili a quelle di C. pomonella, ma di
dimensioni leggermente inferiori non superando il millimetro di
diametro. Le larve neonate sono chiare, mentre quelle mature
sono di colore rosa tendente al rossiccio e misurano 10-14 mm.
Il capo marrone chiaro. Allestremit delladdome presente
una formazione a pettine ben evidente che rende possibile distinguere le larve di C. molesta da quelle di C. pomonella che ne
sono prive. La possibilit di riconoscerle di fondamentale importanza per la difesa (scelta dei prodotti e momenti di applicazione), dato che possono essere presenti contemporaneamente nei frutti. A differenza di quelle di C. pomonella, le larve di C.
molesta non raggiungono quasi mai la sede dei semi. Le crisalidi
misurano meno di 1 cm.
Gli adulti hanno abitudini crepuscolari, le femmine sono pi longeve dei maschi e possono vivere due-tre settimane. Gli accoppiamenti avvengono normalmente al crepuscolo e una femmina
depone in media da 50 fino a 200 uova, prima bianche poi rossicce, in genere collocate isolatamente sui frutti. Lo sviluppo embrionale (allinterno delluovo) si compie in circa 5-7 giorni, mentre
quello postembrionale si completa attraverso 5 stadi larvali e dura
anche un mese.
Gli adulti possono spostarsi per distanze notevoli fino a un paio di
chilometri. In particolare le femmine fecondate possono raggiungere distanze maggiori rispetto a quelle vergini, e anche rispetto
ai maschi, poich naturalmente indotte alla ricerca di luoghi adatti
dove deporre le uova.
C. molesta un Lepidottero polifago che vive a spese di sole specie della famiglia delle Rosacee a eccezione di una Mirtacea (Eugenia myrianthus) segnalata in Argentina. In Italia, oltre al pesco,
melo, pero e cotogno sono segnalati come ospiti lalbicocco, il
mandorlo, il susino, il nespolo, il lauroceraso ecc., causando danni sia ai frutti sia ai germogli. Mentre su melo il ciclo pu essere
completo, su pero non ci sono conferme di tale comportamento.
In generale su melo si possono notare attacchi ai germogli e ai
frutti gi in primavera, mentre su pero la comparsa dei danni si
manifesta con maggiore frequenza tardivamente a carico dei soli
frutti dal mese di luglio-agosto. Gli attacchi sembrano causati da
popolazioni che migrano nei pereti attratte da sostanze odorose
emesse dai frutti in maturazione (cairomoni). I frutteti sono, infatti,
colonizzati in funzione della specie (prima il pero poi il melo) e dal
momento di maturazione dei frutti (prima le variet precoci poi le
altre, in successione).
I danni sono in particolare a carico dei frutti sui quali possono
essere deposte anche decine di uova. In un caso in un solo frutto
sono state raccolte fino a 35 larve. Questa specie, pertanto, non
ha atteggiamenti cannibalistici come la carpocapsa, dalla quale si
distingue anche per costruire gallerie nella polpa dei frutti che in
genere non penetrano molto in profondit.
Foto R. Angelini
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Rodilegno rosso (Cossus cossus)
Appartiene a una piccola famiglia di Lepidotteri (Cossidi) di dimensioni medio grandi. Lapertura alare , infatti, mediamente di
circa 80 mm, potendo oscillare da 65 a 100 mm. Le ali anteriori
sono zigrinate da una moltitudine di piccole linee sinuose trasversali e distinte sul colore scuro dellala. Luovo di forma ellittica, di
colore bruno-rossastro striato longitudinalmente di nero e misura
1,2 x 1,7 mm. Le larve, che emanano un caratteristico e sgradevole odore di cuoio vecchio molto forte, possono raggiungere una
lunghezza di 10 cm. Il colore rosso scuro nella parte dorsale e
giallastro in quello ventrale. La crisalide caratterizzata da una
doppia serie trasversale di spine affilate, inserite su ciascuno dei
segmenti addominali dal II al VII, che ne favoriscono il movimento
verso luscita della galleria poco prima dello sfarfallamento. Il colore rosso mattone e misura 4-5 cm.
Le larve, che appena nate sono gregarie, penetrano nella corteccia
prima dellinverno, si insediano nei tronchi e, nella primavera successiva, riprendono lattivit individualmente. Scavano pertanto singole gallerie che di norma sono a sezione ellittica dirette sia verso
lalto sia verso il basso della pianta, oltre che intorno al tronco, pi
frequentemente nella zona del colletto. Dai fori esce continuamente
un liquido rossastro (dal caratteristico odore di cuoio alterato) mescolato a rosume stopposo rossastro. Per tutto il secondo anno le
larve continuano a scavare gallerie penetrando anche profondamente allinterno del legno. Passano quindi il secondo inverno allo
stato di larva il cui sviluppo si completa nella primavera successiva.
Prima dellincrisalidamento le larve si dirigono verso luscita della
galleria allargandone lultimo tratto e otturandolo con residui legnosi. Lincrisalidamento ha luogo in un bozzolo ottenuto da secreti e detriti legnosi. Dopo 15-30 giorni le crisalidi, per mezzo delle spinette di cui dispongono, si dirigono verso lesterno emergendo parzialmente dal tronco. Quindi sfarfallano gli adulti il cui volo
inizia in maggio, massimo in giugno e termina in settembre.
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Rodilegno rosso
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Gli adulti hanno abitudini esclusivamente notturne. Il rodilegno
rosso vive a spese di un gran numero di alberi da frutto e forestali
a foglia, ma si trova frequentemente anche in alberi deperiti, abbattuti o morti. In particolare attacca melo, ciliegio, pero, susino,
cotogno, albicocco, pesco, olivo, castagno e vite. stato segnalato anche sugli agrumi. Fra le piante forestali si ricordano quercia, salice, tiglio, platano, betulla, acero, pioppo, e molte altre.
stato descritto inoltre su barbabietola e carciofo.
I danni provocati da C. cossus consistono in un generale e progressivo indebolimento delle parti attaccate e successiva morte
dellintera pianta a causa della interruzione del flusso della linfa.
originariamente uno xilofago secondario, vivendo a suo agio in
grossi tronchi di alberi vecchi con corteccia screpolata su cui gli
adulti si mimetizzano bene, mentre un temibile fitofago primario sui fruttiferi, con tendenza a localizzarsi al colletto e nella zona radicale. Il legno di piante quali il pioppo e il noce subiscono
danni irreparabili a causa delle gallerie causate dalle larve che ne
compromettono il pregio. Le gallerie possono essere profonde e
in genere hanno un andamento circolare, parallelo al terreno.
vittima di molti parassitoidi e predatori. Tra questi ultimi si ricordano gli uccelli insettivori quali il picchio che si nutre delle larve,
ma anche di altri uccelli o pipistrelli che cacciano gli adulti.
Le larve di C. cossus sono frequentemente attaccate da funghi
entomopatogeni. Sono causa di mortalit naturale anche infezioni
virali e infestazioni causate da nematodi.
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sono zone in cui sono presenti, con differenti valori percentuali,
entrambe le situazioni. Di norma, infatti, dalle uova deposte precocemente prender origine una discendenza che si completa
entro lanno successivo, mentre per quelle deposte tardivamente il ciclo si completer due anni dopo. Nel primo caso le larve
passano in tale stato un solo inverno, mentre nel secondo caso
sverneranno per due volte.
Gli adulti di Z. pyrina sfarfallano da giugno a settembre, con maggiore intensit fra la fine di giugno e linizio di luglio, periodo nel
quale frequente notare le crisalidi vuote fuoriuscenti per un tratto dalle gallerie. Le larve di una stessa ovatura si costruiscono,
appena nate, un nido con fili sericei dentro il quale rimangono
per uno o due giorni. Successivamente si dirigono velocemente
verso le estremit dei rametti dove ha luogo lattacco primario,
consistente in penetrazioni (gallerie assiali) allinterno della vegetazione fresca. In tempi successivi le larve escono (migrano) per
ripenetrare in parti pi basse della pianta.
Le larve non pi piccole possono penetrare, con diverse modalit, nei rami grossi o nel tronco direttamente attraverso la corteccia nel melo e pi frequentemente attraverso dardi o borse nel
pero. In entrambi i casi le larve danno origine a gallerie sinuose,
dirette verso lalto, della lunghezza anche di 30-40 cm.
Gli attacchi primari terminano in genere verso la fine di agosto, mentre le migrazioni possono continuare fino a ottobre e oltre, anche
nella primavera successiva. Le penetrazioni nei grossi rami e nei
tronchi appaiono in genere a fine luglio e continuano fino a settembre-ottobre. Le gallerie scavate dalle larve interrompono il flusso
linfatico dei rami e dei tronchi che pertanto possono disseccare.
I danni possono essere molto gravi su impianti giovani nei quali
una sola larva pu causare la morte di una intera pianta. La pre-
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Rodilegno giallo
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dazione di uova e di larvette da parte delle formiche molto importante. Infatti le popolazioni di Z. pyrina possono venire ridotte
fino a valori del 98-99%.
Anche gli uccelli insettivori, nutrendosi sia di larve che di adulti
(meno mimetici di quelli di C. cossus), contribuiscono notevolmente al contenimento delle popolazioni di questa specie. Mortalit di un certo rilievo sono state segnalate a opera di nematodi,
funghi, batteri e virus. In genere il parassitismo debole.
Foto R. Angelini
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Ricamato su foglia
Ricamato su frutto
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possono raggiungere 3 mm di lunghezza. Le uova sono provviste
di una appendice appuntita, per lancoraggio delluovo al substrato vegetale, oltre che di un filamento caudale di circa 0,6-0,8 mm
(circa del diametro). Le neanidi (3 et) e le ninfe (2 et), che gli
anglosassoni chiamano solo ninfe, sono di colore giallo con parti
solide scure sul capo (placche), sul torace (tacche, punti e bande
lineari) e sulladdome. Gli abbozzi alari, presenti solo nelle ninfe,
sono di colore scuro.
Cacopsylla pyri una delle pi temute specie dannose alla coltura
del pero. Gli adulti sono caratterizzati da un polimorfismo stagionale (forme svernanti ed estive) e sessuale regolato da fotoperiodo e temperatura, oltre che dallattivit vegetativa delle piante. Gli
adulti (maschi e femmine) svernano nel frutteto, ma anche al di
fuori su altre piante, e riprendono a deporre le uova con le prime
giornate invernali soleggiate (2-3 giorni consecutivi con temperature massime oltre 10 C). Essi pungono le gemme (punture di
alimentazione).
Le uova (300-400 per femmina in questa fase) vengono deposte,
di norma in gruppi di 4-10 elementi, dapprima nelle screpolature
dei rametti, quindi su altri organi vegetativi compresi piccioli e
foglioline. Le neanidi, immerse nella gocciolina di melata e attive nel prelievo di linfa, si possono pi facilmente osservare, oltre
che sulle foglioline appena distese, intorno alla zona calicina dei
frutticini appena formati, costrette a tale localizzazione per le condizioni climatiche in genere non favorevoli alla loro dispersione.
Gli adulti estivi della nuova generazione sono pi fecondi (600
uova per femmina in media) e daranno origine alla popolazione
maggiormente temuta (met-fine maggio in Emilia-Romagna). Le
uova sono in genere deposte lungo la nervatura principale della
pagina inferiore delle foglie dei germogli freschi.
Le neanidi che ne prendono origine restano sulla pagina inferiore,
mentre le ninfe si dirigono in genere alla base del picciolo delle foglie
(ascelle) sulle quali possono ritornare dopo lultima muta. La produzione di melata in questa fase massima, cos come il potenziale
danno arrecato sia alle piante (danni diretti per sottrazione di sostanze nutritive) sia ai frutti (danni indiretti di natura commerciale).
Le generazioni successive sono in genere meno temute per una
sorta di estivazione che ne limita le popolazioni e ne riduce la
pericolosit, sebbene si possano attendere anche pullulazioni
tardive di fine estate. In presenza di forti infestazioni la melata
pu imbrattare tutte le parti verdi della pianta, inibendo la fotosintesi, la respirazione, favorendo ustioni ecc., nonch i frutti,
che subiscono un notevole deprezzamento commerciale. C. pyri
inoltre temuta anche perch vettore del fitoplasma del deperimento (moria) del pero (pear decline phytoplasma), in particolare
su impianti giovani. Sia le forme giovanili sia gli adulti trasmettono lagente della moria, mentre la trasmissione da un anno allaltro pu essere sostenuta anche dagli individui svernanti infetti.
Foto R. Angelini
Adulto di psilla
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Cocciniglia di S. Jos (Quadraspidiotus perniciosus)
praticamente presente in tutto il mondo ed una delle specie
pi dannose alla frutticoltura. Appartiene alla famiglia dei Coccidi
(ordine Rincoti) che caratterizzata in particolare da un notevole
dimorfismo sessuale. Le femmine sono costantemente senza ali
(attere), quasi sempre apode (senza zampe) e con il corpo non
suddiviso. I maschi sono di norma alati (il paio anteriore normali,
quelle posteriori non funzionali).
Foto R. Angelini
Foto R. Angelini
Foto R. Angelini
Cocciniglia di S. Jos
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femmina. Normalmente le femmine compaiono in marzo-aprile, vengono fecondate e danno quindi origine mediamente a
100-150 nuovi individui. Essi conquistano in tempi brevi la nuova
vegetazione (rametti) e i frutti, sui quali si fissano e si nutrono. Nel
corso di un anno si susseguono tre generazioni. Le cocciniglie, in
generale, sono importanti insetti che attaccano un considerevole
numero di piante coltivate. Alcune specie sono monofaghe, altre
polifaghe e possono infestare sia le parti epigee sia quelle ipogee.
La Cocciniglia di S. Jos colonizza i tronchi, i rami e i frutti iniettando saliva che provoca nei tessuti arrossamenti circolari rossastri
ben visibili sia sui rami (sollevando la corteccia) sia sulla buccia dei
frutti. I danni consistono in prelievi di linfa da un unico punto per
individuo. Le piante possono anche disseccare completamente,
mentre i frutti subiscono un irrimediabile danno commerciale.
Foto F. Falchieri
Foto R. Angelini
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ve necessariamente esservi contemporaneit fra la fioritura e la
deposizione delle uova. Gli adulti, infatti, sono attirati dal colore
bianco dei fiori del pero e non da quello di altre piante. Sono molto utili trappole cromatiche di colore bianco, ottenuto con vernice
allossido di zinco, ai fini di un razionale programma di lotta contro questo fitofago, consentendo la cattura degli adulti.
Foto R. Angelini
Eriofide rugginoso
Foto R. Angelini
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coltivazione
come piccioli, calici dei fiori, frutticini e pagina inferiore delle foglie
in prossimit della nervatura principale. Verso la met dellestate
gradualmente ricompaiono le femmine deutogine destinate a raggiungere i luoghi di svernamento.
Foto R. Angelini
Foto R. Angelini
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15 giorni prima che compaiano, sulla pagina inferiore delle foglie,
i piccoli fori attraverso i quali le femmine, in genere una sola per
vescicola, entrano nel tessuto spugnoso di nuova formazione per
iniziare a riprodursi. Quando le vescicole, durante il periodo estivo,
risulteranno completamente esaurite verranno abbandonate dagli
eriofidi. Vescicole di nuova formazione su foglie giovani si possono comunque riscontrare sulle piante fino a estate inoltrata.
Eriofide vescicoloso
Foto R. Angelini
Foto R. Angelini
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Ragnetto rosso
Soglia
superata
Foto R. Angelini
Soglia
non superata
Interventi:
Agronomici
Biologici
Biotecnologici
Chimici
Criteri che guidano la strategia di difesa
integrata
Stadi di sviluppo di un coccinellide, predatore di afidi, acari e cocciniglie
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parassiti animali
Ci ha costretto i frutticoltori a tutelarsi ricorrendo a strategie di
difesa nel tempo sempre pi raffinate e precise, ma soprattutto
sempre pi rispettose dellambiente. La difesa dagli insetti dannosi va affrontata avendo una visione dinsieme dei problemi fitosanitari al fine di evitare che la scelta di linee dintervento contro
alcuni fitofagi finiscano poi per lasciare ampio spazio allo sviluppo
di altri o per provocare inaccettabili danni allentomofauna utile e
allequilibrio biologico del frutteto.
per tale motivo che una corretta gestione della difesa insetticida deve rispondere sempre a questi tre interrogativi: se, come e
quando intervenire.
Se intervenire: introduce il concetto di soglia economica di intervento (definisce il limite oltre il quale il danno economico che il fitofago pu provocare non accettabile); tale soglia viene valutata
attraverso specifici campionamenti.
Come intervenire: la strategia condizionata ovviamente dal tipo di soluzione scelta, ponendo particolare attenzione, oltre agli
aspetti fitoiatrici ed economici, anche a quelli relativi agli effetti sulluomo e sugli ecosistemi. Nel caso si ricorra a un insetticida/acaricida, dovranno essere attentamente valutati gli aspetti collaterali
dei vari preparati. Si deve tenere conto, in altre parole, della selettivit verso le comunit delle specie utili presenti nellarea coltivata. Si devono conoscere quali sono le specie sensibili, quale il loro
stadio di vita pi esposto, quali gli effetti immediati e cronici ecc.
In questo modo, cio rispettando quello che di utile c anche in
un ambiente paradossalmente molto semplificato come il frutteto,
si possono ottenere sostanziali aiuti dallattivit di tali comunit,
che si traducono in un minore numero di interventi. Si mira in pratica a valorizzare quanto pi possibile le specie utili presenti.
Quando intervenire: corrisponde allindividuazione dei momenti
ottimali di intervento. Un elemento di grande utilit fornito dai
modelli previsionali di sviluppo disponibili per i pi importanti fitofagi: la decisione sullopportunit di eseguire un trattamento
condizionata dalla presenza degli stadi dannosi dellinsetto bersaglio e soprattutto dalla densit delle popolazioni.
I principali mezzi di lotta contro i fitofagi sono ancora oggi rappresentati dagli insetticidi di sintesi. La ricerca in questo settore
costantemente orientata verso nuovi preparati con attivit sempre
pi specifica e nel contempo rispettosi dellartropodofauna utile e
dellambiente. I regolatori della crescita (IGR - MAC), rappresentano il caso pi evidente.
Altri mezzi di difesa sono rappresentati da insetticidi di origine naturale; per esempio per combattere le larve di Lepidotteri si ricorre
spesso a preparati a base di baculovirus (granulosi virus -CpGVper Cydia pomonella), nonch a differenti formulati del batterio
Bacillus thuringiensis var. kurstaki. Per le pi importanti specie di
Lepidotteri, sono anche ampiamente applicate alcune tecniche
biotecnologiche basate sullimpiego di feromoni.
Foto R. Balestrazzi
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I feromoni, dal greco pherein (= trasportare) e hormon (= stimolare)
sono sostanze prodotte da organi diversi del corpo degli insetti e
sono usate dagli animali per comunicare fra loro. I feromoni appartengono al vasto gruppo dei semiochemicals (semiochimici =
messaggeri chimici) fondamentalmente diviso in due gruppi: intraspecifici e interspecifici. Al primo appartengono i feromoni (sessuali, di traccia, di allarme ecc.), al secondo i sinomoni che si possono
sostanzialmente distinguere in cairomoni (che avvantaggiano chi li
riceve) e allomoni (a vantaggio di chi li emette). Nella pratica i pi utilizzati sono i feromoni sessuali attraverso tecniche di orientamento
competitive mechanism (monitoraggio, cattura di massa ecc.) e
disorientamento non competitive mechanism (confusione classica). In pratica si sfruttano sostanze di sintesi che riproducono gli
effetti di sostanze emesse dalle femmine (feromone sessuale) che,
percepite dal maschio, consentono lincontro dei due sessi. Nel
caso del monitoraggio o cattura di massa si catturano maschi dentro apposite trappole, mentre nel caso della confusione sessuale si
introduce nel frutteto una quantit di feromone molto pi elevata di
quella emessa naturalmente dalle femmine mediante un numero
molto alto di diffusori di feromone, con lo scopo di confondere i
maschi e pertanto impedire loro di ritrovare le femmine, creando le
condizioni per impedirne laccoppiamento.
Altre tecniche di lotta o di prevenzione contro gli insetti dannosi
al pero utilizzano prodotti che vanno sotto il nome di biorationals.
Per esempio per la difesa dalla psilla si pu ricorrere a una particolare formulazione di caolino che ha dimostrato una certa attivit
(agisce soprattutto impedendo alla psilla di riconoscere le piante
di pero), oppure ad alcuni detergenti che dilavano la melata sotto
la quale si trovano le forme giovanili della psilla, esponendole pertanto a condizioni di vita critiche e quasi sempre mortali.
Nel panorama della difesa non va assolutamente trascurata la
grande importanza e opportunit della lotta biologica naturale.
Su pero, in particolare, si tende a valorizzare al massimo, anche
introducendolo artificialmente, lattivit di Anthocoris nemoralis la
Foto R. Angelini
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parassiti animali
Semiochimici
Foto S. Musacci
Segnali
INTRAspecifici
INTERspecifici
Allelochimici
Feromoni
Cairomoni
Allomoni
Sinomoni
Apneumoni
Adulto di antocoride
Disorientamento sessuale
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coltivazione
che in alcuni casi richiede un approccio diverso. Ci dovuto ai
complessi rapporti che intercorrono tra la presenza del fitofago
e linsorgenza del brusone, alterazione di natura fisiologica che
porta al disseccamento e alla caduta delle foglie. Questo fa s che
su alcune variet particolarmente sensibili allalterazione, come
William e Conference, quando si creano condizione climatiche
favorevoli allinsorgenza della fisiopatia, quali alte temperature e
intensa ventilazione, la soglia di intervento per il tetranichide, considerata per il pero pari in genere al 60% di foglie infestate, deve
essere abbassata fino alla semplice presenza del fitofago.
Un discorso a parte meritano poi gli eriofidi che, inducendo i danni
nelle primissime fasi vegetative delle piante, richiedono interventi
precoci, anche molto prima della comparsa dei sintomi. Cos per
Eriophyes pyri lepoca pi opportuna per intervenire corrisponde
alle primissime fasi vegetative della pianta (tra linizio e la fine dellapertura delle gemme), mentre per Epitrimerus pyri il trattamento deve essere effettuato o immediatamente prima della fioritura
(bottoni bianchi) o a caduta petali. Per questi fitofagi inoltre, non
essendo disponibili soglie di intervento, per decidere se intervenire o meno ci si dovr basare esclusivamente sulla presenza di
attacchi negli anni precedenti.
Brusone
Foto R. Angelini
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Foto R. Angelini
Imenottero parassitoide
parassiti animali
modalit di somministrazione, sia per volumi o dosi di miscela
antiparassitaria applicata sia per una distribuzione irregolare.
Per quanto riguarda la scelta del sistema di irrorazione i pareri sono spesso discordanti e di difficile valutazione, data la complessa
serie di fattori che interagiscono nel momento in cui si eseguono
gli interventi.
Ai fini dellefficacia biologica del trattamento assumono unimportanza notevole il grado di copertura del bersaglio e la concentrazione della miscela antiparassitaria (alti, medi e bassi volumi).
Questi aspetti costituiscono il principale punto di riferimento per
la taratura delle macchine irroratrici, in particolare per la definizione del numero dimpatti per unit di superficie da trattare, in
considerazione anche della sua forma e dimensione.
Molta attenzione va posta allefficienza e allidoneit dei mezzi di
distribuzione, nonch alle periodiche operazioni di revisione e taratura di tali macchine. Questi aspetti, ancora oggi spesso trascurati o sottovalutati, dovranno essere affrontati in modo serio e corretto e senza improvvisazioni, in quanto buona parte dellattuale
parco macchine non rispetta le condizioni minime di efficienza.
A proposito dei controlli periodici di manutenzione, che riguardano
in particolare la pompa, gli ugelli, lagitatore e il filtro di aspirazione, e delle operazioni di taratura va segnalato che in diverse regioni, soprattutto sulla spinta dei progetti di lotta integrata, sono sorti
dei centri specializzati per il controllo delle irroratrici.
Quanto stato fino a oggi realizzato in questo settore in ogni modo
ancora insufficiente e si dovr arrivare quanto prima a definire delle
precise normative, da fare rispettare in primo luogo alle ditte costruttrici, nonch dei rigorosi controlli periodici al fine di conseguire
la massima efficacia biologica e, nel frattempo, ridurre, per quanto
possibile, la dispersione nellambiente dei preparati chimici.
Foto M. Ardizzoni
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