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il pero

coltivazione
Parassiti animali
Edison Pasqualini
Franco Laffi

www.colturaecultura.it
Diritti di sfruttamento economico: Bayer CropScience S.r.l.
Realizzazione editoriale: ART Servizi Editoriali S.r.l.
I nomi di coloro che hanno realizzato le fotografie sono
riportati sopra le stesse; in tutti gli altri casi le immagini sono
state fornite dagli Autori di ciascun capitolo o reperite da
agenzie fotografiche.

coltivazione
Parassiti animali
Foto R. Angelini

Introduzione
Le principali specie di insetti che attaccano il pero e che possono
danneggiare direttamente i frutti o la pianta nelle sue varie parti
appartengono agli ordini dei Lepidotteri e degli Emitteri.
Quelle che attaccano i frutti sono dette carpofaghe e fra queste
la pi dannosa Cydia pomonella (= carpocapsa). Questa specie
considerata chiave, vale a dire che per contenerla a livelli economicamente accettabili sono sempre necessarie contromisure
di varia natura (biologica, biotecnologica, chimica ecc.).
A questo proposito va sottolineato che i tipi di intervento e il loro
numero possono avere influenza su altre comunit di specie presenti e che questi effetti si possono riassumere nella regola delle
3 R, cio Resistance (resistenza della specie obiettivo), Resurgence (densit maggiori di specie gi presenti) e Replacement
(rimpiazzo di specie che scompaiono con altre nuove) e che altro
non sono che le risposte dellambiente alla introduzione di sostanze chimiche per contenere le specie dannose.
Nella difesa integrata (IPM = Integrated Pest Management) si d
grande importanza a tali possibili eventi poich dalla ragionevole difesa da C. pomonella dipende la sorte di molte altre specie
dannose e utili.
Fra i Lepidotteri che aggrediscono i frutti si ricordano anche i Tortricidi ricamatori, che provocano solo erosioni superficiali ai frutti
(ricami) e spesso si limitano a cibarsi di sole foglie fresche. Altre specie di Lepidotteri aggrediscono i rami e i tronchi: anche in
questo caso i danni sono di notevole entit e si ripercuotono nel
tempo. Le due specie pi importanti sono Zeuzera pyrina e Cossus cossus che scavano gallerie di differente tipologia nel legno di

Larva di Pavonia maggiore, Lepidottero che


si sviluppa preferibilmente sulle pomacee
(pero, melo, cotogno)
Foto R. Angelini

Adulto di Hyphantria cunea: le larve di questo


Lepidottero possono colpire anche il pero
Limacina del pero (Caliroa limacina)

Foto R. Angelini

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rami e tronchi interrompendo, di fatto, il flusso linfatico e conducendo a morte parti di pianta e spesso lintero albero.
Fra i Rincoti o Emitteri, le famiglie degli Psillidi e dei Coccidi possono considerarsi le principali e ne fanno parte alcune specie molto
temute.
Fra le psille Cacopsylla pyri (= psilla comune del pero) la specie
pi rappresentata, mentre fra le cocciniglie Quadraspidiotus perniciosus la pi diffusa. C. pyri caratterizzata da una abbondate
produzione di sostanze zuccherine (melata), che imbratta la vegetazione e i frutti, e per questo causa di notevoli deprezzamenti economici, ma pu anche trasmettere malattie (fitoplasmosi)
come recentemente accertato. Q. perniciosus causa sia di deprezzamenti commerciali dei frutti sia del deperimento dellintera
pianta nei casi pi gravi.
Le specie di acari fitofagi che colpiscono le piante coltivate, e
quindi anche il pero, appartengono alle famiglie dei Tetranchidi e
degli Eriofidi.
La prima di queste famiglie comprende specie che per la capacit
di produrre fili sericei, che a volte finiscono per dare origine a fitte
ragnatele, prendono comunemente, anche se in modo improprio,
il nome di ragnetti. Alla seconda appartengono specie molto pi
piccole, con il corpo fortemente allungato e dotate soltanto di due
paia di zampe, poste nella parte anteriore del corpo.
Le specie che possono creare difficolt alle coltivazioni di pero
sono Panonychus ulmi, chiamato comunemente ragnetto rosso
dei fruttiferi, Epitrimerus pyri, conosciuto come eriofide rugginoso
ed Eriophyes pyri, noto come eriofide vescicoloso.
La prima di queste specie, segnalata quasi come una curiosit nei
trattati dei primi del Novecento, andata sempre pi assumendo
importanza a partire dal dopoguerra, fino a costituire una temibile
avversit che stata poi ridimensionata, specialmente su melo,
pero e vite, a partire dagli anni 80 con lintroduzione della lotta
guidata prima e integrata poi.
Su pero, anche se gli attacchi sono in genere meno intensi che su
altre piante ospiti, le situazioni sono risultate pi complesse per il
ruolo che Panonychus ulmi pu svolgere anche nellinsorgenza di
una temibile fisiopatia, nota come brusone, che in un primo tempo era stata attribuita esclusivamente a fattori climatici.
Epitrimerus pyri stato segnalato nel nostro Paese soltanto agli
inizi degli anni 60, si poi diffuso successivamente fino a diventare una avversit di una certa importanza, soprattutto sulle
cultivar a buccia chiara, a partire dagli anni 70.
Eriophyes pyri rappresenta invece un fitofago storico, classificato gi dalla met dell800, e presente ovunque sui peri non sottoposti a regolare difesa fitosanitaria. Sparito praticamente con
lintroduzione della frutticoltura specializzata, ricomparso sporadicamente di recente, soprattutto sui giovani impianti.

Adulto di psilla

Danni da Eriophyes pyri su foglie e fiori

Danni da Epitrimerus pyri su William

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Baco o verme delle mele e delle pere (Cydia pomonella)
Questo Lepidottero, conosciuto fin dal tempo di Teofrasto di Ereso, vissuto fra il IV e III sec. a.C. ricordato anche dagli antichi
romani quali Catone il Censore, Plinio il Vecchio e Columella. In
tempi pi recenti, Aldrovandi nel 1535, Redi nel 1668 e Linneo nel
1758 la descrivono come Tinea pomonella, che il nome originario della specie. C. pomonella diffusa in tutti i Paesi del mondo
ed una delle specie economicamente pi importanti per i danni
che provoca e per i costi delle contromisure per limitarli. Normalmente conosciuta come carpocapsa, sverna come larva matura
nelle screpolature della corteccia o nel terreno.
Gli adulti presentano le ali anteriori di colore grigio cenere attraversate da striature trasversali da marrone a nere e con una macchia pi
scura rotondeggiante allestremit di quelle anteriori che li rendono
praticamente inconfondibili. Lapertura alare varia da 15 a 22 mm.
Luovo, che ha una forma a piatto rovesciato con il corion (guscio)
reticolato, misura in media 1,25 x 0,95 mm. Appena deposto di
colore bianco opalescente (stadio lattiginoso), in seguito vira verso il giallo-arancio e dopo 2-4 giorni di incubazione compare un
anello incompleto di colore rosso (stadio anello rosso). Prima della
schiusura si rende visibile la capsula cefalica (stadio testa nera).
Lo sviluppo larvale si compie attraverso cinque stadi (et). La larva
matura ha una forma cilindrica, misura 1,5-2 cm di lunghezza ed
solitamente di un colore rosa intenso (variabile spesso in funzione
del tipo di alimentazione: per esempio il colore pi carico nelle
larve che si sono sviluppate sulle noci rispetto a quelle provenienti
dalle pere). La crisalide, lunga circa 1 cm, di colore rossastro. Le
larve sono guidate alla ricerca di un ricovero dove passare linverno
dal tigmotattismo (istinto a ricercare le anfrattuosit) e dal fototropismo negativo (istinto a evitare la luce). Nel frutto attaccato si
trova comunemente una sola larva, raramente due e solo se durante
il percorso non si sono incontrate, poich hanno costumi cannibali.

Baco o verme delle pere

originario della regione mediterranea


e non riesce ad adattarsi dove
la temperatura dei mesi pi freddi
non scende sotto i 10 C

una specie mono o polivoltina:

compie una generazione nelle zone


settentrionali dellEuropa, tre in quelle
meridionali (una quarta generazione
riportata per la California e una quinta
per Israele)

In Italia si segnalano una-due

generazioni per il Trentino-Alto Adige e


per il Veneto, tre per lEmilia-Romagna
e per lItalia meridionale

Adulto di verme delle pere


Foto R. Angelini

Foto R. Angelini

Attacco su frutto
Larva di Cydia pomonella (carpocapsa)

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Le larve possono penetrare nel frutto da un punto qualsiasi, ma
anche dal picciolo o dalla cavit calicina (molto comune nelle pere). Le larve neonate vagano per un po di tempo (vagabondaggio)
prima di penetrare nei frutti sui quali provocano una scalfittura a
spirale sulla buccia, quindi penetrano nella polpa raggiungendo
i semi di cui si nutrono. Le larve che si nutrono sulle pere hanno
uno sviluppo pi rapido rispetto a quelle che si alimentano sulle
mele e queste ultime sono, a loro volta, pi precoci rispetto a
quelle che hanno infestato le noci.
Gli adulti si accoppiano subito dopo lo sfarfallamento e le femmine iniziano immediatamente a deporre le uova. In genere una
femmina pu deporre in totale 60-80 uova, ma anche oltre, su
altrettanti frutti. Gli accoppiamenti e le deposizioni avvengono
solo al crepuscolo e sono regolati da limiti termici precisi (non
avvengono con meno di circa 15-16 C). C. pomonella compie tre
generazioni in un anno in Emilia-Romagna.
C. pomonella vittima di molti parassitoidi che si nutrono sia delle uova (oofagi), sia delle larve (larvali), che di entrambi gli stadi
(ovolarvali). Numerose specie inoltre sono parassite delle larve nei
bozzoli. Si calcola che la mortalit da uovo ad adulto si aggiri intorno al 90%, e al 99% da uovo a uovo.

Foto R. Angelini

Danno da verme delle pere

Tignola orientale del pesco

Probabilmente originaria della Cina

settentrionale, presente in diverse


aree geografiche ed in grado
di creare gravi danni ai frutti di pero,
in particolare quando sono prossimi
alla maturazione

Tignola orientale del pesco (Cydia molesta)


un Lepidottero appartenente, come la carpocapsa, alla famiglia
dei Tortricidi. una specie pi legata al pesco, ma divenuta molto comune in tempi recenti anche sulle pomacee e in particolare
su pero. Gli adulti sono di ridotte dimensioni: le ali hanno unapertura di 12-15 mm e quelle anteriori sono di colore bruno-grigio
scuro, con 4-5 linee bianche sfumate al margine.

C. molesta sverna come larva matura


dentro un bozzolo nascosto nella
corteccia, nel terreno o anche negli
imballaggi della frutta nei magazzini

Foto A. Pollini

Compie 4-5 generazioni allanno,

la prima nei mesi di aprile e maggio,


le successive da fine maggio-inizio
giugno a inizio ottobre
Foto R. Angelini

Larva di Cydia molesta


Danno su frutti di pero da larva di tignola orientale del pesco

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Le uova sono lenticolari e simili a quelle di C. pomonella, ma di
dimensioni leggermente inferiori non superando il millimetro di
diametro. Le larve neonate sono chiare, mentre quelle mature
sono di colore rosa tendente al rossiccio e misurano 10-14 mm.
Il capo marrone chiaro. Allestremit delladdome presente
una formazione a pettine ben evidente che rende possibile distinguere le larve di C. molesta da quelle di C. pomonella che ne
sono prive. La possibilit di riconoscerle di fondamentale importanza per la difesa (scelta dei prodotti e momenti di applicazione), dato che possono essere presenti contemporaneamente nei frutti. A differenza di quelle di C. pomonella, le larve di C.
molesta non raggiungono quasi mai la sede dei semi. Le crisalidi
misurano meno di 1 cm.
Gli adulti hanno abitudini crepuscolari, le femmine sono pi longeve dei maschi e possono vivere due-tre settimane. Gli accoppiamenti avvengono normalmente al crepuscolo e una femmina
depone in media da 50 fino a 200 uova, prima bianche poi rossicce, in genere collocate isolatamente sui frutti. Lo sviluppo embrionale (allinterno delluovo) si compie in circa 5-7 giorni, mentre
quello postembrionale si completa attraverso 5 stadi larvali e dura
anche un mese.
Gli adulti possono spostarsi per distanze notevoli fino a un paio di
chilometri. In particolare le femmine fecondate possono raggiungere distanze maggiori rispetto a quelle vergini, e anche rispetto
ai maschi, poich naturalmente indotte alla ricerca di luoghi adatti
dove deporre le uova.
C. molesta un Lepidottero polifago che vive a spese di sole specie della famiglia delle Rosacee a eccezione di una Mirtacea (Eugenia myrianthus) segnalata in Argentina. In Italia, oltre al pesco,
melo, pero e cotogno sono segnalati come ospiti lalbicocco, il
mandorlo, il susino, il nespolo, il lauroceraso ecc., causando danni sia ai frutti sia ai germogli. Mentre su melo il ciclo pu essere
completo, su pero non ci sono conferme di tale comportamento.
In generale su melo si possono notare attacchi ai germogli e ai
frutti gi in primavera, mentre su pero la comparsa dei danni si
manifesta con maggiore frequenza tardivamente a carico dei soli
frutti dal mese di luglio-agosto. Gli attacchi sembrano causati da
popolazioni che migrano nei pereti attratte da sostanze odorose
emesse dai frutti in maturazione (cairomoni). I frutteti sono, infatti,
colonizzati in funzione della specie (prima il pero poi il melo) e dal
momento di maturazione dei frutti (prima le variet precoci poi le
altre, in successione).
I danni sono in particolare a carico dei frutti sui quali possono
essere deposte anche decine di uova. In un caso in un solo frutto
sono state raccolte fino a 35 larve. Questa specie, pertanto, non
ha atteggiamenti cannibalistici come la carpocapsa, dalla quale si
distingue anche per costruire gallerie nella polpa dei frutti che in
genere non penetrano molto in profondit.

Foto R. Angelini

Uovo di Cydia molesta

Foto R. Angelini

Adulto di tignola orientale del pesco


Foto R. Angelini

Danno su frutto da larva di tignola orientale


del pesco

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Rodilegno rosso (Cossus cossus)
Appartiene a una piccola famiglia di Lepidotteri (Cossidi) di dimensioni medio grandi. Lapertura alare , infatti, mediamente di
circa 80 mm, potendo oscillare da 65 a 100 mm. Le ali anteriori
sono zigrinate da una moltitudine di piccole linee sinuose trasversali e distinte sul colore scuro dellala. Luovo di forma ellittica, di
colore bruno-rossastro striato longitudinalmente di nero e misura
1,2 x 1,7 mm. Le larve, che emanano un caratteristico e sgradevole odore di cuoio vecchio molto forte, possono raggiungere una
lunghezza di 10 cm. Il colore rosso scuro nella parte dorsale e
giallastro in quello ventrale. La crisalide caratterizzata da una
doppia serie trasversale di spine affilate, inserite su ciascuno dei
segmenti addominali dal II al VII, che ne favoriscono il movimento
verso luscita della galleria poco prima dello sfarfallamento. Il colore rosso mattone e misura 4-5 cm.
Le larve, che appena nate sono gregarie, penetrano nella corteccia
prima dellinverno, si insediano nei tronchi e, nella primavera successiva, riprendono lattivit individualmente. Scavano pertanto singole gallerie che di norma sono a sezione ellittica dirette sia verso
lalto sia verso il basso della pianta, oltre che intorno al tronco, pi
frequentemente nella zona del colletto. Dai fori esce continuamente
un liquido rossastro (dal caratteristico odore di cuoio alterato) mescolato a rosume stopposo rossastro. Per tutto il secondo anno le
larve continuano a scavare gallerie penetrando anche profondamente allinterno del legno. Passano quindi il secondo inverno allo
stato di larva il cui sviluppo si completa nella primavera successiva.
Prima dellincrisalidamento le larve si dirigono verso luscita della
galleria allargandone lultimo tratto e otturandolo con residui legnosi. Lincrisalidamento ha luogo in un bozzolo ottenuto da secreti e detriti legnosi. Dopo 15-30 giorni le crisalidi, per mezzo delle spinette di cui dispongono, si dirigono verso lesterno emergendo parzialmente dal tronco. Quindi sfarfallano gli adulti il cui volo
inizia in maggio, massimo in giugno e termina in settembre.

Foto R. Angelini

Adulto di rodilegno rosso


Foto R. Angelini

Larva di Cossus cossus

Rodilegno rosso

Il rodilegno rosso diffuso, oltre che

in tutti i Paesi europei, anche in Nord


Africa, Iran, Medio-Oriente, Siberia e
Cina settentrionale. stato osservato
anche nel Circolo polare artico

Foto R. Angelini

Lapparato boccale degli adulti

(spiritromba) atrofizzato, pertanto


gli adulti non si nutrono

Le uova vengono deposte sui tronchi in


gruppi da 15 a 50 elementi e ciascuna
femmina pu deporne fino a 1500

Le piante con grosso tronco possono


ospitare anche pi di 200 larve

Il rodilegno rosso compie una generazione


ogni due anni, ma anche in tre o
quattro anni nei Paesi pi settentrionali

Larve gregarie di rodilegno rosso

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coltivazione
Gli adulti hanno abitudini esclusivamente notturne. Il rodilegno
rosso vive a spese di un gran numero di alberi da frutto e forestali
a foglia, ma si trova frequentemente anche in alberi deperiti, abbattuti o morti. In particolare attacca melo, ciliegio, pero, susino,
cotogno, albicocco, pesco, olivo, castagno e vite. stato segnalato anche sugli agrumi. Fra le piante forestali si ricordano quercia, salice, tiglio, platano, betulla, acero, pioppo, e molte altre.
stato descritto inoltre su barbabietola e carciofo.
I danni provocati da C. cossus consistono in un generale e progressivo indebolimento delle parti attaccate e successiva morte
dellintera pianta a causa della interruzione del flusso della linfa.
originariamente uno xilofago secondario, vivendo a suo agio in
grossi tronchi di alberi vecchi con corteccia screpolata su cui gli
adulti si mimetizzano bene, mentre un temibile fitofago primario sui fruttiferi, con tendenza a localizzarsi al colletto e nella zona radicale. Il legno di piante quali il pioppo e il noce subiscono
danni irreparabili a causa delle gallerie causate dalle larve che ne
compromettono il pregio. Le gallerie possono essere profonde e
in genere hanno un andamento circolare, parallelo al terreno.
vittima di molti parassitoidi e predatori. Tra questi ultimi si ricordano gli uccelli insettivori quali il picchio che si nutre delle larve,
ma anche di altri uccelli o pipistrelli che cacciano gli adulti.
Le larve di C. cossus sono frequentemente attaccate da funghi
entomopatogeni. Sono causa di mortalit naturale anche infezioni
virali e infestazioni causate da nematodi.

Foto R. Angelini

Crisalide di rodilegno rosso

Foto R. Angelini

Zeuzera, perdilegno o rodilegno giallo (Zeuzera pyrina)


Appartiene, come il rodilegno rosso, alla famiglia dei Cossidi.
Per il suo aspetto universalmente conosciuta come Leopard
moth (farfalla leopardo); le ali sono bianche con macchie puntiformi nere e con riflessi blu, uniformemente distribuite su tutto
il corpo delladulto. Le ali sono strette e la loro apertura nelle
femmine compresa fra 60 e 70 mm, mentre nei maschi non
oltrepassa mai i 40-50 mm.
Le uova sono di forma ovoidale, di circa 1 x 1,3 mm, di colore
giallo chiaro appena deposte e rosa salmone in seguito. Generalmente sono deposte in gruppi di qualche centinaio di esemplari
(in laboratorio una femmina pu deporre 1000-2000 uova) sotto
la corteccia o in tutte le fessure nelle quali la femmina possa introdurre il suo robusto ovopositore. Le larve, a completo sviluppo, sono lunghe anche oltre 6 cm e sono anchesse caratterizzate da una numerosa serie di punti neri ben visibili (tranne le neonate nelle quali non sono presenti). Le crisalidi sono lunghe circa
4 cm, hanno una colorazione bruno-giallastra e sono provviste di
spinette o uncini con i quali si spostano per raggiungere luscita
delle gallerie.
Questa specie pu compiere una generazione in uno o due anni,
in funzione dellarea e delle relative condizioni climatiche, ma vi

Adulto di rodilegno giallo

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parassiti animali
sono zone in cui sono presenti, con differenti valori percentuali,
entrambe le situazioni. Di norma, infatti, dalle uova deposte precocemente prender origine una discendenza che si completa
entro lanno successivo, mentre per quelle deposte tardivamente il ciclo si completer due anni dopo. Nel primo caso le larve
passano in tale stato un solo inverno, mentre nel secondo caso
sverneranno per due volte.
Gli adulti di Z. pyrina sfarfallano da giugno a settembre, con maggiore intensit fra la fine di giugno e linizio di luglio, periodo nel
quale frequente notare le crisalidi vuote fuoriuscenti per un tratto dalle gallerie. Le larve di una stessa ovatura si costruiscono,
appena nate, un nido con fili sericei dentro il quale rimangono
per uno o due giorni. Successivamente si dirigono velocemente
verso le estremit dei rametti dove ha luogo lattacco primario,
consistente in penetrazioni (gallerie assiali) allinterno della vegetazione fresca. In tempi successivi le larve escono (migrano) per
ripenetrare in parti pi basse della pianta.
Le larve non pi piccole possono penetrare, con diverse modalit, nei rami grossi o nel tronco direttamente attraverso la corteccia nel melo e pi frequentemente attraverso dardi o borse nel
pero. In entrambi i casi le larve danno origine a gallerie sinuose,
dirette verso lalto, della lunghezza anche di 30-40 cm.
Gli attacchi primari terminano in genere verso la fine di agosto, mentre le migrazioni possono continuare fino a ottobre e oltre, anche
nella primavera successiva. Le penetrazioni nei grossi rami e nei
tronchi appaiono in genere a fine luglio e continuano fino a settembre-ottobre. Le gallerie scavate dalle larve interrompono il flusso
linfatico dei rami e dei tronchi che pertanto possono disseccare.
I danni possono essere molto gravi su impianti giovani nei quali
una sola larva pu causare la morte di una intera pianta. La pre-

Foto R. Angelini

Danno ai germogli conseguente a un


attacco di rodilegno giallo

Rodilegno giallo

Il rodilegno giallo diffuso nei Paesi

europei temperati e meridionali, nel


Nord Africa e nei Paesi del Medio
Oriente. Non oltrepassa gli Urali,
ma presente in modo discontinuo
nelle province marittime russe (costa
pacifica), nel Nord e Nord-Est della
Cina, in Corea e in Giappone.
presente inoltre nel Nord America

Foto R. Angelini

I danni, particolarmente gravi in

impianti su terreni asciutti o poco


irrigui, vanno dal disseccamento
di foglie e apici vegetativi fino
allessiccamento di interi rami

Z. pyrina una specie molto polifaga,


attaccando sia specie da frutto sia
numerosissime piante forestali

Larva di Zeuzera pyrina

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coltivazione
dazione di uova e di larvette da parte delle formiche molto importante. Infatti le popolazioni di Z. pyrina possono venire ridotte
fino a valori del 98-99%.
Anche gli uccelli insettivori, nutrendosi sia di larve che di adulti
(meno mimetici di quelli di C. cossus), contribuiscono notevolmente al contenimento delle popolazioni di questa specie. Mortalit di un certo rilievo sono state segnalate a opera di nematodi,
funghi, batteri e virus. In genere il parassitismo debole.

Foto R. Angelini

Ricamatrice dei frutti (Pandemis cerasana)


un Lepidottero Tortricide di piccole dimensioni la cui apertura
alare compresa fra 16 e 22 mm. Il colore delle ali anteriori
varia fra il giallo ocra e il giallo cuoio con un reticolo molto vaporoso. Le ali posteriori sono di colore grigio scuro. Le uova sono
deposte sulle foglie in ovature di colore giallastro, di varia forma
(lunghe 1-2 cm o circolari) e composte anche di molti elementi
(fino a oltre 300). Ogni uovo ha forma lenticolare con diametro
di poco superiore al millimetro. Le larve sono di colore verdastro e sono lunghe circa 2 cm a maturit. La crisalide lunga da
8 a 13 mm e appare di colore variabile dal bruno chiaro al bruno scuro. I primi adulti compaiono intorno alla met di maggio,
mentre il secondo sfarfallamento intorno alla met di luglio. Le
uova vengono esclusivamente deposte sulle foglie (soprattutto
sulla pagina inferiore) di cui le larve si nutrono erodendone sia
il parenchima che i lembi. Normalmente, ma non sempre, esse
raggiungono i frutti, potendo causare anche danni consistenti.
I danni, provocati esclusivamente dalle larve, consistono in erosioni
e arrotolamenti di solito longitudinali delle foglie (soprattutto quelle
apicali), nonch di accorpamenti di pi di esse a formare cartocci
facilmente individuabili. Le larve svernanti possono aggredire i fiori.
I danni pi temuti sono quelli ai frutti, in genere provocati principal-

Crisalide di rodilegno giallo

Ricamatrice dei frutti

La ricamatrice dei frutti presente in

tutta Europa, dalle regioni mediterranee


al nord della Scandinavia, mentre
a Est si estende fino allEstremo Oriente
russo, in Cina, Corea e Giappone

In Italia cosmopolita, essendo

segnalata anche nelle Alpi


a unaltitudine di 1200 m, sebbene
sia particolarmente localizzata
in Emilia-Romagna

una specie polifaga e vive a spese

delle foglie e dei frutti di numerose


piante arboree coltivate e spontanee

Compie due generazione allanno

e passa linverno allo stadio di larva


allinterno di un bozzolo sul tronco

Foto R. Angelini

Foto R. Angelini

Danni da ricamatrice su frutticini di pero


Larva e crisalide di Pandemis cerasana

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parassiti animali
Foto R. Angelini

Foto R. Angelini

Foto R. Angelini

Ricamato su foglia

Ricamato su frutto

mente da larve vicine alla maturit, consistenti in morsi ravvicinati,


in parte contigui, sulla buccia e assimilabili, con un po di fantasia,
a una sorta di ricamo. Normalmente tali esiti si possono notare con
maggiore frequenza in corrispondenza di punti di contatto fra un
frutto e una foglia o fra due frutti, mentre praticamente mai su frutti
che non hanno punti di contatto con altri organi o parti di pianta.

Adulto di Pandemis cerasana

Psilla del pero

C. pyri diffusa in tutta Europa

ed in particolare nelle aree frutticole


pi meridionali del continente. In Italia
la specie maggiormente presente

Psilla comune del pero (Cacopsylla pyri)


Questa specie appartiene allordine dei Rincoti al quale appartengono in genere insetti di piccole dimensioni e con apparato boccale pungente succhiatore. Vi fanno parte un numero di specie
fortemente dannose per moltissime piante coltivate. I danni sono
prodotti per sottrazione di linfa dai tessuti vegetali, trasmissioni di
virosi ecc. In particolare, alcune specie sono note per la grande
emissione di melata, composta da sostanze zuccherine, che imbratta la vegetazione e i frutti rendendoli non pi commerciabili.
Su pero vivono alcune specie di tali insetti detti comunemente
psille; fra questi la pi diffusa in Italia Cacopsylla pyri. Le ali
sono praticamente trasparenti nella forma estiva e molto pi scure in quella invernale. Queste ultime sono, in genere, pi grandi e
Foto R. Angelini

Le neanidi e le ninfe, che vivono sulle

foglie fresche dei germogli in attiva


crescita, emettono una gran quantit di
melata che imbratta i frutti. Dapprima
la melata di aspetto trasparente poi
con il tempo assume una colorazione
nerastra dovuta allinsediarsi di colonie
di funghi microscopici, dando luogo
a fumaggini

Sverna come adulto sulle piante di pero


o nelle vicinanze del frutteto e compie
5-7 generazioni per anno

Foto R. Angelini

Foto R. Angelini

Neanidi e ninfe di psilla


Uova invernali di psilla

Adulti di C. pyri su germogli

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coltivazione
possono raggiungere 3 mm di lunghezza. Le uova sono provviste
di una appendice appuntita, per lancoraggio delluovo al substrato vegetale, oltre che di un filamento caudale di circa 0,6-0,8 mm
(circa del diametro). Le neanidi (3 et) e le ninfe (2 et), che gli
anglosassoni chiamano solo ninfe, sono di colore giallo con parti
solide scure sul capo (placche), sul torace (tacche, punti e bande
lineari) e sulladdome. Gli abbozzi alari, presenti solo nelle ninfe,
sono di colore scuro.
Cacopsylla pyri una delle pi temute specie dannose alla coltura
del pero. Gli adulti sono caratterizzati da un polimorfismo stagionale (forme svernanti ed estive) e sessuale regolato da fotoperiodo e temperatura, oltre che dallattivit vegetativa delle piante. Gli
adulti (maschi e femmine) svernano nel frutteto, ma anche al di
fuori su altre piante, e riprendono a deporre le uova con le prime
giornate invernali soleggiate (2-3 giorni consecutivi con temperature massime oltre 10 C). Essi pungono le gemme (punture di
alimentazione).
Le uova (300-400 per femmina in questa fase) vengono deposte,
di norma in gruppi di 4-10 elementi, dapprima nelle screpolature
dei rametti, quindi su altri organi vegetativi compresi piccioli e
foglioline. Le neanidi, immerse nella gocciolina di melata e attive nel prelievo di linfa, si possono pi facilmente osservare, oltre
che sulle foglioline appena distese, intorno alla zona calicina dei
frutticini appena formati, costrette a tale localizzazione per le condizioni climatiche in genere non favorevoli alla loro dispersione.
Gli adulti estivi della nuova generazione sono pi fecondi (600
uova per femmina in media) e daranno origine alla popolazione
maggiormente temuta (met-fine maggio in Emilia-Romagna). Le
uova sono in genere deposte lungo la nervatura principale della
pagina inferiore delle foglie dei germogli freschi.
Le neanidi che ne prendono origine restano sulla pagina inferiore,
mentre le ninfe si dirigono in genere alla base del picciolo delle foglie
(ascelle) sulle quali possono ritornare dopo lultima muta. La produzione di melata in questa fase massima, cos come il potenziale
danno arrecato sia alle piante (danni diretti per sottrazione di sostanze nutritive) sia ai frutti (danni indiretti di natura commerciale).
Le generazioni successive sono in genere meno temute per una
sorta di estivazione che ne limita le popolazioni e ne riduce la
pericolosit, sebbene si possano attendere anche pullulazioni
tardive di fine estate. In presenza di forti infestazioni la melata
pu imbrattare tutte le parti verdi della pianta, inibendo la fotosintesi, la respirazione, favorendo ustioni ecc., nonch i frutti,
che subiscono un notevole deprezzamento commerciale. C. pyri
inoltre temuta anche perch vettore del fitoplasma del deperimento (moria) del pero (pear decline phytoplasma), in particolare
su impianti giovani. Sia le forme giovanili sia gli adulti trasmettono lagente della moria, mentre la trasmissione da un anno allaltro pu essere sostenuta anche dagli individui svernanti infetti.

Foto R. Angelini

Neanidi di Cacopsylla pyri


Foto R. Angelini

Neanide di psilla del pero, caratterizzata per


la capacit di produrre grandi quantit di
melata
Foto R. Angelini

Adulto di psilla

148

parassiti animali
Cocciniglia di S. Jos (Quadraspidiotus perniciosus)
praticamente presente in tutto il mondo ed una delle specie
pi dannose alla frutticoltura. Appartiene alla famiglia dei Coccidi
(ordine Rincoti) che caratterizzata in particolare da un notevole
dimorfismo sessuale. Le femmine sono costantemente senza ali
(attere), quasi sempre apode (senza zampe) e con il corpo non
suddiviso. I maschi sono di norma alati (il paio anteriore normali,
quelle posteriori non funzionali).

Foto R. Angelini

Foto R. Angelini

Frutto gravemente danneggiato da


Cocciniglia di S. Jos

Foto R. Angelini

Follicoli e arrossamenti su ramo

Nei Diaspini, famiglia a cui appartiene Q. perniciosus, le sostanze


cerose emesse, insieme ai resti larvali delle et precedenti, formano dei caratteristici scudetti circolari o subcircolari. La riproduzione pu essere anfigonica (sono presenti i due sessi) o partenogenetica (le femmine originano individui senza accoppiarsi).
Q. perniciosus ovovivipara (non sono visibili le uova, ma solo le
neanidi) e il numero di uova per femmina varia da alcune centinaia
ad alcune migliaia. La Cocciniglia di S. Jos sverna sulle piante come neanide di I o II et, ma anche eccezionalmente come

Maschio adulto di Quadraspidiotus


perniciosus

Cocciniglia di S. Jos

ritenuta una specie originaria del

Nord della Cina, poi arrivata nella valle


californiana di S. Jos (da cui il nome)
alla fine dellOttocento. In Italia
presente dallinizio del secolo scorso

I danni consistono in prelievi di linfa


da un unico punto per individuo.
Le piante possono disseccare
completamente, mentre i frutti
subiscono un irrimediabile danno
commerciale ben visibile

Attacca moltissime piante spontanee,


forestali e da frutto (oltre 200) con
particolare preferenza per le rosacee

Attacco di Cocciniglia di S. Jos su giovani frutti

149

coltivazione
femmina. Normalmente le femmine compaiono in marzo-aprile, vengono fecondate e danno quindi origine mediamente a
100-150 nuovi individui. Essi conquistano in tempi brevi la nuova
vegetazione (rametti) e i frutti, sui quali si fissano e si nutrono. Nel
corso di un anno si susseguono tre generazioni. Le cocciniglie, in
generale, sono importanti insetti che attaccano un considerevole
numero di piante coltivate. Alcune specie sono monofaghe, altre
polifaghe e possono infestare sia le parti epigee sia quelle ipogee.
La Cocciniglia di S. Jos colonizza i tronchi, i rami e i frutti iniettando saliva che provoca nei tessuti arrossamenti circolari rossastri
ben visibili sia sui rami (sollevando la corteccia) sia sulla buccia dei
frutti. I danni consistono in prelievi di linfa da un unico punto per
individuo. Le piante possono anche disseccare completamente,
mentre i frutti subiscono un irrimediabile danno commerciale.

Foto F. Falchieri

Femmina fecondata di cocciniglia

Oplocampa o tentredine delle perine (Hoplocampa brevis)


un Imenottero della famiglia dei Tentredinidi le cui larve presentano 6-8 pseudozampe addominali oltre a quelle vere toraciche.
Gli adulti, rappresentati quasi esclusivamente da femmine che si
riproducono senza lintervento del maschio, depongono le uova
nel talamo dei calici dei fiori, spesso non ancora completamente
aperti. Le larve possono svilupparsi a spese di un solo frutticino,
ma pi spesso su 2-3 scavando gallerie verso i semi. In sostanza
esse, dopo alcuni giorni dalla nascita (3-4) e una prima muta, scavano una galleria nella parte centrale del frutticino in formazione.
Poi la larva fuoriesce per aggredirne un altro o due. Una volta
mature, le larve si lasciano cadere nel terreno dove si impupano
per poi sfarfallare nella primavera successiva. I danni possono
essere anche gravi (sebbene in caso di abbondante produzione
non sia facilmente quantificabile e, paradossalmente, potrebbe
anche tornare utile per una maggiore pezzatura dei frutti sani),
ma si verificano solo in determinate condizioni. Per verificarsi de-

Tentredine delle perine

Gli adulti compaiono quando sono

presenti i fiori, allinterno dei quali


vengono deposte le uova. Una femmina
depone mediamente 100 uova
inserendole, una alla volta, dentro
altrettanti fiori

Le larve possono svilupparsi a spese

di un solo frutticino, ma pi spesso


su 2-3, scavando gallerie verso i semi.
I frutticini infestati finiscono
poi per cadere al suolo

H. brevis sverna come larva nel terreno


allinterno di un pupario e compie
una sola generazione allanno

Foto R. Angelini

Foto R. Angelini

Larva di tentredine allinterno di un frutticino


Frutti danneggiati da tentredine

150

parassiti animali
ve necessariamente esservi contemporaneit fra la fioritura e la
deposizione delle uova. Gli adulti, infatti, sono attirati dal colore
bianco dei fiori del pero e non da quello di altre piante. Sono molto utili trappole cromatiche di colore bianco, ottenuto con vernice
allossido di zinco, ai fini di un razionale programma di lotta contro questo fitofago, consentendo la cattura degli adulti.

Foto R. Angelini

Eriofide rugginoso (Epitrimerus pyri)


Lazione di questo eriofide risulta particolarmente dannosa sui
frutti di alcune cultivar di pero a buccia chiara, come per esempio William e Decana del Comizio. I primi sintomi dellattacco
cominciano a rendersi evidenti sui frutticini a partire dalla met di
maggio, con microlesioni sullepidermide che risultano pi marcate sul peduncolo e attorno alla cavit calicina.
Alla raccolta i frutti pi colpiti possono apparire totalmente rugginosi e di pezzatura inferiore alla media. Su quelli invece meno
attaccati la rugginosit interessa solo parzialmente la superficie
esterna del frutto e risulta soprattutto concentrata attorno alla
zona calicina, da cui si estende ad alone verso il resto del frutto.
Sulle foglie lattacco si manifesta sulla pagina inferiore con aree
rugginose brunastre che tendono a confluire e a interessare lintera lamina; in seguito le foglie colpite si deformano ripiegandosi
a doccia verso lalto e, in caso di forte infestazione, vanno incontro a parziale caduta che interessa lapice dei rametti.
Lo svernamento sostenuto dalle femmine invernali o deutogine
riunite in piccoli gruppi riparati tra le screpolature della corteccia, alla base delle gemme e sotto le perule esterne di queste
ultime. Alla schiusura delle gemme si portano sulle foglioline e
sui mazzetti fiorali dove iniziano a nutrirsi e a deporre le uova.
Le generazioni successive di femmine estive o protogine (lunghe
0,14-0,16 mm) e di maschi, che dalle uova traggono origine, si localizzano soprattutto nelle parti pi tomentose degli organi verdi,

Danno da eriofide su germoglio

Eriofide rugginoso

Questo eriofide stato segnalato per


la prima volta in Italia agli inizi degli
anni 60 del secolo scorso

Aggredisce sia le foglie sia i frutti,

ma soprattutto su questi ultimi che


i danni possono risultare significativi

Passa linverno come femmina

fecondata riparata allinterno delle


gemme o tra le anfrattuosit della
corteccia

Foto R. Angelini

Colonie estive di eriofide rugginoso


Danni da eriofide su frutto di Decana del Comizio

151

coltivazione
come piccioli, calici dei fiori, frutticini e pagina inferiore delle foglie
in prossimit della nervatura principale. Verso la met dellestate
gradualmente ricompaiono le femmine deutogine destinate a raggiungere i luoghi di svernamento.

Foto R. Angelini

Eriofide vescicoloso (Eriophyes pyri)


Questa specie provoca la formazione, soprattutto sulle foglie, di
caratteristiche vescicole del diametro di alcuni millimetri e di consistenza spugnosa. I primi sintomi dellattacco compaiono sulla
pagina inferiore delle giovani foglie sotto forma di piccoli rigonfiamenti, di colore verdastro, privi di apertura verso lesterno. In
seguito nella zona centrale di queste neoformazioni, che si rendono evidenti anche sulla pagina superiore, compare un piccolo
foro mentre il loro colore vira dapprima al rossastro e successivamente, per necrosi dei tessuti, al bruno-nerastro. Col passare del
tempo le vescicole tendono a confluire formando sulle foglie, che
nel frattempo si sono fortemente deformate, ampie aree nerastre
nelle quali i tessuti possono facilmente andare incontro a lacerazioni. In caso di forti infestazioni le vescicole possono comparire
anche sui peduncoli, sui calici dei fiori e sui frutticini che daranno
origine alla raccolta a frutti leggermente deformati e con caratteristiche tacche rugginose. Leriofide passa linverno nascosto sotto
le perule delle gemme dove, alla ripresa vegetativa, inizia a nutrirsi e deporre le uova. Mano a mano che le perule si divaricano
gli eriofidi penetrano nelle gemme, fino a insediarsi negli abbozzi
delle foglioline e dei fiori che si stanno sviluppando.
La formazione delle vescicole, che compariranno sulle giovani
foglie e sui peduncoli fiorali, inizia gi allinterno delle gemme. Il
tempo necessario per la loro comparsa dal momento delle punture degli eriofidi varia da 3 a 7 giorni mentre sono richiesti da 6 a

Danni da eriofide rugginoso su William

Foto R. Angelini

Danno da eriofide vescicoloso su frutto


Esiti di una infestazione di eriofide vescicoloso

152

parassiti animali
15 giorni prima che compaiano, sulla pagina inferiore delle foglie,
i piccoli fori attraverso i quali le femmine, in genere una sola per
vescicola, entrano nel tessuto spugnoso di nuova formazione per
iniziare a riprodursi. Quando le vescicole, durante il periodo estivo,
risulteranno completamente esaurite verranno abbandonate dagli
eriofidi. Vescicole di nuova formazione su foglie giovani si possono comunque riscontrare sulle piante fino a estate inoltrata.

Eriofide vescicoloso

Si pu considerare un eriofide storico


essendo gi riportato nei primi manuali
dedicati alle avversit delle piante

Presente da sempre sui peri non

Ragnetto rosso dei fruttiferi (Panonychus ulmi)


Gli attacchi di questo acaro tetranichide determinano alterazioni
cromatiche delle foglie il cui colore vira gradualmente dal verde al
bronzeo e al giallastro. Sul pero questo fitofago svolge inoltre un
ruolo importante sulla comparsa e sulla intensit dellalterazione nota comunemente come brusone, che si manifesta con un
improvviso imbrunimento e disseccamento del lembo fogliare e
successiva caduta delle foglie.
Quando si verificano condizioni ambientali favorevoli allo sviluppo
della fisiopatia (soprattutto alte temperature) sufficiente infatti anche una modesta presenza dellacaro per provocare, sulle
cultivar pi sensibili (in particolare William e Conference) manifestazioni del fenomeno molto pi gravi di quelle che si manifesterebbero in assenza totale del fitofago.
Le uova durevoli svernanti, di colore rosso intenso e a forma di
cipolla, con un lungo peduncolo inserito apicalmente, vengono
deposte a partire da settembre, attorno ai punti di inserzione dei
giovani rami e alla base delle gemme. Dalle uova fuoriescono,
dallinizio di aprile, le prime larve che si portano sulle giovani foglie
dove cominciano a nutrirsi. Da esse si otterranno poi protoninfe,
deutoninfe e adulti.
Dalla primavera allautunno si susseguono numerose generazioni che finiscono per sovrapporsi determinando spesso la contemporanea presenza sulle foglie di tutti gli stadi di sviluppo del

sottoposti a regolari interventi


fitosanitari, praticamente scomparso
con lintroduzione della frutticoltura
specializzata. Attualmente si riscontra
saltuariamente, soprattutto su giovani
impianti

Colpisce soprattutto le foglie, ma


in caso di forti infestazioni pu
danneggiare anche i frutti

Sono state osservate quattro


generazioni allanno

Foto R. Angelini

Foto R. Angelini

Uova di ragnetto rosso


Brusone

153

coltivazione

Ragnetto rosso

Questa specie diffusa in tutto il mondo


pu aggredire, oltre al pero, la vite
e le piante da frutto in genere come
melo, pesco, susino ecc.

considerata una specie acquisita

essendosi trasformata, dopo


lintroduzione della frutticoltura
specializzata, da semplice curiosit
a pericoloso nemico delle piante

Danneggia esclusivamente le foglie

Femmina di ragnetto rosso a forte ingrandimento

fitofago. Le femmine adulte presentano il corpo di forma ovale,


lungo circa 0,36-0,40 mm e largo 0,22-0,26 mm, di colore rosso
piuttosto chiaro subito dopo la muta e tendente a imbrunirsi col
passare del tempo. Le setole dorsali sono inserite su caratteristici
tubercoli di colore biancastro che costituiscono, nella pratica di
campagna, un carattere distintivo molto importante in quanto si
possono osservare con una semplice lente contafili.
Difesa
STRATEGIA DI DIFESA
INTEGRATA
CONTRO I FITOFAGI

La difesa dagli insetti fitofagi, come da altri artropodi dannosi, ha


assunto unimportanza fondamentale con lavvio della frutticoltura
intensiva, soprattutto nel secondo dopoguerra. Il frutteto specializzato costituisce infatti un ambiente ideale e fonte di cibo praticamente
inesauribile per le specie fitofaghe dalle quali ovviamente necessario difendersi per ottenere produzioni di qualit.

Valutazione del grado


di infestazione
e determinazione
delle soglie di intervento

Soglia
superata

Foto R. Angelini

Soglia
non superata

Interventi:
Agronomici
Biologici
Biotecnologici
Chimici
Criteri che guidano la strategia di difesa
integrata
Stadi di sviluppo di un coccinellide, predatore di afidi, acari e cocciniglie

154

parassiti animali
Ci ha costretto i frutticoltori a tutelarsi ricorrendo a strategie di
difesa nel tempo sempre pi raffinate e precise, ma soprattutto
sempre pi rispettose dellambiente. La difesa dagli insetti dannosi va affrontata avendo una visione dinsieme dei problemi fitosanitari al fine di evitare che la scelta di linee dintervento contro
alcuni fitofagi finiscano poi per lasciare ampio spazio allo sviluppo
di altri o per provocare inaccettabili danni allentomofauna utile e
allequilibrio biologico del frutteto.
per tale motivo che una corretta gestione della difesa insetticida deve rispondere sempre a questi tre interrogativi: se, come e
quando intervenire.
Se intervenire: introduce il concetto di soglia economica di intervento (definisce il limite oltre il quale il danno economico che il fitofago pu provocare non accettabile); tale soglia viene valutata
attraverso specifici campionamenti.
Come intervenire: la strategia condizionata ovviamente dal tipo di soluzione scelta, ponendo particolare attenzione, oltre agli
aspetti fitoiatrici ed economici, anche a quelli relativi agli effetti sulluomo e sugli ecosistemi. Nel caso si ricorra a un insetticida/acaricida, dovranno essere attentamente valutati gli aspetti collaterali
dei vari preparati. Si deve tenere conto, in altre parole, della selettivit verso le comunit delle specie utili presenti nellarea coltivata. Si devono conoscere quali sono le specie sensibili, quale il loro
stadio di vita pi esposto, quali gli effetti immediati e cronici ecc.
In questo modo, cio rispettando quello che di utile c anche in
un ambiente paradossalmente molto semplificato come il frutteto,
si possono ottenere sostanziali aiuti dallattivit di tali comunit,
che si traducono in un minore numero di interventi. Si mira in pratica a valorizzare quanto pi possibile le specie utili presenti.
Quando intervenire: corrisponde allindividuazione dei momenti
ottimali di intervento. Un elemento di grande utilit fornito dai
modelli previsionali di sviluppo disponibili per i pi importanti fitofagi: la decisione sullopportunit di eseguire un trattamento
condizionata dalla presenza degli stadi dannosi dellinsetto bersaglio e soprattutto dalla densit delle popolazioni.
I principali mezzi di lotta contro i fitofagi sono ancora oggi rappresentati dagli insetticidi di sintesi. La ricerca in questo settore
costantemente orientata verso nuovi preparati con attivit sempre
pi specifica e nel contempo rispettosi dellartropodofauna utile e
dellambiente. I regolatori della crescita (IGR - MAC), rappresentano il caso pi evidente.
Altri mezzi di difesa sono rappresentati da insetticidi di origine naturale; per esempio per combattere le larve di Lepidotteri si ricorre
spesso a preparati a base di baculovirus (granulosi virus -CpGVper Cydia pomonella), nonch a differenti formulati del batterio
Bacillus thuringiensis var. kurstaki. Per le pi importanti specie di
Lepidotteri, sono anche ampiamente applicate alcune tecniche
biotecnologiche basate sullimpiego di feromoni.

Foto R. Balestrazzi

Trappola sessuale a feromoni: costituita


da una componente attrattiva (feromone
sessuale di sintesi emesso da un erogatore)
e da una componente di cattura (trappola
di varia forma con parti adesive)
Foto R. Angelini

Adulto di acaro trombidide predatore


di insetti fitofagi
Foto R. Angelini

Neanide di antocoride in attivit predatoria


su uova di psilla

155

coltivazione
I feromoni, dal greco pherein (= trasportare) e hormon (= stimolare)
sono sostanze prodotte da organi diversi del corpo degli insetti e
sono usate dagli animali per comunicare fra loro. I feromoni appartengono al vasto gruppo dei semiochemicals (semiochimici =
messaggeri chimici) fondamentalmente diviso in due gruppi: intraspecifici e interspecifici. Al primo appartengono i feromoni (sessuali, di traccia, di allarme ecc.), al secondo i sinomoni che si possono
sostanzialmente distinguere in cairomoni (che avvantaggiano chi li
riceve) e allomoni (a vantaggio di chi li emette). Nella pratica i pi utilizzati sono i feromoni sessuali attraverso tecniche di orientamento
competitive mechanism (monitoraggio, cattura di massa ecc.) e
disorientamento non competitive mechanism (confusione classica). In pratica si sfruttano sostanze di sintesi che riproducono gli
effetti di sostanze emesse dalle femmine (feromone sessuale) che,
percepite dal maschio, consentono lincontro dei due sessi. Nel
caso del monitoraggio o cattura di massa si catturano maschi dentro apposite trappole, mentre nel caso della confusione sessuale si
introduce nel frutteto una quantit di feromone molto pi elevata di
quella emessa naturalmente dalle femmine mediante un numero
molto alto di diffusori di feromone, con lo scopo di confondere i
maschi e pertanto impedire loro di ritrovare le femmine, creando le
condizioni per impedirne laccoppiamento.
Altre tecniche di lotta o di prevenzione contro gli insetti dannosi
al pero utilizzano prodotti che vanno sotto il nome di biorationals.
Per esempio per la difesa dalla psilla si pu ricorrere a una particolare formulazione di caolino che ha dimostrato una certa attivit
(agisce soprattutto impedendo alla psilla di riconoscere le piante
di pero), oppure ad alcuni detergenti che dilavano la melata sotto
la quale si trovano le forme giovanili della psilla, esponendole pertanto a condizioni di vita critiche e quasi sempre mortali.
Nel panorama della difesa non va assolutamente trascurata la
grande importanza e opportunit della lotta biologica naturale.
Su pero, in particolare, si tende a valorizzare al massimo, anche
introducendolo artificialmente, lattivit di Anthocoris nemoralis la

Foto R. Angelini

Adulto di crisopa predatore di afidi

Meccanismo del monitoraggio

Lerogatore nella trappola emette

il feromone femminile sintetico


che il vento disperde nellambiente
(frutteto). Il maschio lo percepisce
e si dirige verso la fonte di emissione
(erogatore) dove viene catturato dalla
trappola con fondo o parti adesive. In
questo modo possono essere sorvegliate
le principali specie presenti, linizio e la
fine dei loro sfarfallamenti ecc.

Trappole a feromoni (orientamento)

156

parassiti animali

Semiochimici

Foto S. Musacci

Segnali
INTRAspecifici

INTERspecifici

Allelochimici

Feromoni

Cairomoni

Allomoni

Sinomoni

Apneumoni

Adulto di antocoride

cui attivit predatrice, se non viene ostacolata, pu spesso essere


determinante per il contenimento della psilla.
Per quanto riguarda la lotta agli acari fitofagi, questa problematica
ha costituito oggetto di studi approfonditi a partire dalla fine degli
anni 60 del secolo scorso soprattutto a seguito delle fortissime
infestazioni di tetranichidi e in particolare di Panonychus ulmi sulle
principali colture arboree. Ci ha portato allindividuazione delle
cause di tali pullulazioni nelluso sistematico di grandi quantit di
antiparassitari di sintesi, iniziato dopo il secondo conflitto mondiale, e la conseguente distruzione della maggior parte della fauna utile che contribuiva validamente a contenere lo sviluppo delle
popolazioni di questi nemici delle piante. Ladozione successiva
di criteri di lotta integrata basati sulla riduzione del numero degli
interventi, effettuati solo in caso di effettiva necessit, e sullimpiego di prodotti fitosanitari il pi possibile selettivi nei confronti dei
predatori, ha notevolmente ridimensionato il problema.
Tutto questo valido, per il Panonychus ulmi, sulla maggior parte
delle piante da frutto e sulla vite con la sola eccezione del pero,

Meccanismo della confusione

La quantit di feromone distribuita

nel frutteto cos elevata che i maschi


non sono pi in grado di riconoscere
e ritrovare la fonte di emissione
naturale, cio quello emesso dalle
femmine. In pratica vengono interrotti
gli accoppiamenti e azzerato
lo sviluppo della popolazione

Disorientamento sessuale

157

coltivazione
che in alcuni casi richiede un approccio diverso. Ci dovuto ai
complessi rapporti che intercorrono tra la presenza del fitofago
e linsorgenza del brusone, alterazione di natura fisiologica che
porta al disseccamento e alla caduta delle foglie. Questo fa s che
su alcune variet particolarmente sensibili allalterazione, come
William e Conference, quando si creano condizione climatiche
favorevoli allinsorgenza della fisiopatia, quali alte temperature e
intensa ventilazione, la soglia di intervento per il tetranichide, considerata per il pero pari in genere al 60% di foglie infestate, deve
essere abbassata fino alla semplice presenza del fitofago.
Un discorso a parte meritano poi gli eriofidi che, inducendo i danni
nelle primissime fasi vegetative delle piante, richiedono interventi
precoci, anche molto prima della comparsa dei sintomi. Cos per
Eriophyes pyri lepoca pi opportuna per intervenire corrisponde
alle primissime fasi vegetative della pianta (tra linizio e la fine dellapertura delle gemme), mentre per Epitrimerus pyri il trattamento deve essere effettuato o immediatamente prima della fioritura
(bottoni bianchi) o a caduta petali. Per questi fitofagi inoltre, non
essendo disponibili soglie di intervento, per decidere se intervenire o meno ci si dovr basare esclusivamente sulla presenza di
attacchi negli anni precedenti.

Brusone

Corretto impiego dei mezzi di distribuzione


Per conseguire risultati soddisfacenti nel settore della difesa non
sufficiente scegliere oculatamente i vari principi attivi e applicarli
nei momenti pi opportuni, ma anche necessario fare ricorso ad
adeguati mezzi di distribuzione. Non , infatti, raro accertare che
prestazioni parziali o addirittura negative nei confronti di determinati fitofagi o malattie dipendono dallutilizzo di macchine irroratrici non idonee o non correttamente tarate, oppure da unerrata
Uova di ragnetto rosso
Foto R. Angelini

Adulto di Stethorus punctillum


predatore di ragnetto rosso

Foto R. Angelini

Imenotteri parassiti di tortricidi


ricamatori

158

Foto R. Angelini

Imenottero parassitoide

parassiti animali
modalit di somministrazione, sia per volumi o dosi di miscela
antiparassitaria applicata sia per una distribuzione irregolare.
Per quanto riguarda la scelta del sistema di irrorazione i pareri sono spesso discordanti e di difficile valutazione, data la complessa
serie di fattori che interagiscono nel momento in cui si eseguono
gli interventi.
Ai fini dellefficacia biologica del trattamento assumono unimportanza notevole il grado di copertura del bersaglio e la concentrazione della miscela antiparassitaria (alti, medi e bassi volumi).
Questi aspetti costituiscono il principale punto di riferimento per
la taratura delle macchine irroratrici, in particolare per la definizione del numero dimpatti per unit di superficie da trattare, in
considerazione anche della sua forma e dimensione.
Molta attenzione va posta allefficienza e allidoneit dei mezzi di
distribuzione, nonch alle periodiche operazioni di revisione e taratura di tali macchine. Questi aspetti, ancora oggi spesso trascurati o sottovalutati, dovranno essere affrontati in modo serio e corretto e senza improvvisazioni, in quanto buona parte dellattuale
parco macchine non rispetta le condizioni minime di efficienza.
A proposito dei controlli periodici di manutenzione, che riguardano
in particolare la pompa, gli ugelli, lagitatore e il filtro di aspirazione, e delle operazioni di taratura va segnalato che in diverse regioni, soprattutto sulla spinta dei progetti di lotta integrata, sono sorti
dei centri specializzati per il controllo delle irroratrici.
Quanto stato fino a oggi realizzato in questo settore in ogni modo
ancora insufficiente e si dovr arrivare quanto prima a definire delle
precise normative, da fare rispettare in primo luogo alle ditte costruttrici, nonch dei rigorosi controlli periodici al fine di conseguire
la massima efficacia biologica e, nel frattempo, ridurre, per quanto
possibile, la dispersione nellambiente dei preparati chimici.

Foto M. Ardizzoni

Apparecchio per la taratura degli atomizzatori


Foto M. Ardizzoni

Controllo della funzionalit del sistema


di irrorazione
Foto A. Tonello

159

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