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coltivazione
Malattie
Ivan Ponti
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riportati sopra le stesse; in tutti gli altri casi le immagini sono
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agenzie fotografiche.
coltivazione
Malattie
Introduzione
Il quadro delle malattie che interessano il pero si progressivamente modificato, soprattutto a partire dalla met del secolo
scorso, a seguito dei profondi cambiamenti che hanno riguardato
la frutticoltura del nostro Paese.
In particolare, si assistito a una notevole concentrazione di nuovi
impianti specializzati in aree limitate e alla contemporanea introduzione di nuove tecniche colturali, volte a incrementare fortemente
la produzione per ettaro. Di conseguenza si verificata sia una
recrudescenza di malattie tradizionalmente presenti, per effetto
soprattutto dellaumento del potenziale di inoculo presente nellambiente, sia la comparsa di nuove affezioni causate da funghi,
batteri, virus e fitoplasmi. La diffusione di nuovi agenti di malattie
infettive in aree precedentemente indenni strettamente correlata
agli scambi di materiale di moltiplicazione da un Paese allaltro.
I cambiamenti ambientali, in particolare quelli climatici, hanno poi
decisamente influito sulla virulenza dei diversi patogeni, nonch
sui loro cicli biologici e sui rapporti con la pianta ospite. Un ultimo
aspetto da non sottovalutare quello commerciale: la pressante
richiesta da parte dei consumatori di frutti ben sviluppati, privi di
lesioni e imperfezioni ha fatto assumere a ogni avversit biotica o
abiotica, che un tempo aveva unimportanza secondaria, un peso
significativo e di conseguenza ha obbligato i produttori agricoli ad
adottare nuove e pi impegnative misure di profilassi e terapia.
Di seguito sono illustrate le principali avversit del pero, con una
breve descrizione dei sintomi che si manifestano sui vari organi
della pianta, nonch dei diversi aspetti biologici ed epidemiologici
Pseudotecio di Venturia
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malattie
quali: modalit di svernamento, cicli di infezione e fattori ambientali e colturali predisponenti la malattia. Vengono in particolare
descritte inizialmente le pi comuni malattie fungine che si manifestano durante le varie fasi di coltivazione, per poi passare alla
descrizione di tre malattie causate da batteri fitopatogeni (colpo
di fuoco, necrosi delle gemme e dei fiori, tumore batterico), una
malattia virale (litiasi infettiva) e una fitoplasmosi (moria del pero).
Foto R. Angelini
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insorgono vistose deformazioni e profonde fenditure a causa dellatrofia che subiscono i tessuti colpiti. A volte i frutti possono venire colpiti tardivamente in prossimit della raccolta o, addirittura,
mostrare la malattia solo in magazzino. In questi casi compaiono
delle macchie scure, inizialmente puntiformi, che poi si estendono fino a raggiungere un diametro di 0,5-0,8 mm, a contorno
sfumato e spesso numerose su di uno stesso frutto.
Lagente della ticchiolatura del pero il Fusicladium pyrorum (o
pirinum), stadio imperfetto dellascomicete Venturia pirina. Questultima forma sessuata, costituita da pseudoteci rotondeggianti
o allungati, si origina in autunno sulle foglie cadute al suolo e
raggiunge la maturit verso la fine dellinverno. Allinterno di ciascuno pseudotecio sono contenuti gli aschi, di forma clavata,
da cui fuoriescono le ascospore che, trasportate dal vento su
un organo vegetale recettivo, germinano in presenza di un velo
dacqua e danno avvio allinfezione primaria. Al termine del periodo di incubazione appaiono le tipiche macchie brunastre, in
corrispondenza delle quali si differenziano le fruttificazioni conidiche di F. pirinum. Da queste ultime prendono avvio le infezioni
secondarie, che si possono ripetere pi volte fino allautunno.
Gli attacchi di ticchiolatura sul pero sono fortemente favoriti da
un andamento stagionale piovoso, umido, con frequenti sbalzi di
temperatura. Fra le variet maggiormente colpite da questa malattia si possono segnalare: Kaiser, William, Guyot, Coscia, Decana dinverno, Passa Crassana. Per contro, sono poco suscettibili:
Conference e Abate Ftel.
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malattie
Maculatura bruna (Stemphylium vesicarium)
La maculatura bruna si imposta, a partire da met degli anni 70, allattenzione dei frutticoltori, in particolare dellItalia settentrionale, destando un crescente e giustificato allarme per la gravit dei danni.
Le principali cultivar di pero che possono essere colpite da questa
malattia sono, in ordine decrescente di suscettibilit: Abate Ftel,
Conference, Passa Crassana, Decana del Comizio e Kaiser.
Questa grave fitopatia colpisce tutti gli organi verdi della pianta, ma
particolarmente dannosa per i frutti, sui quali determina lo sviluppo di marciumi, pi o meno estesi. Le aree infette hanno inzialmente
dimensioni di pochi millimetri e colore bruno scuro; successivamente
si estendono interessando unampia superficie e conservando la forma tendenzialmente circolare, spesso contornata da alone rossastro.
Tali tacche sono solitamente localizzate nella zona calicina e nella parte
del frutto rivolta verso lesterno della pianta.
Linfezione, oltre a interessare la parte epidermica del frutto, penetra
in profondit a mo di cuneo, fino a invadere gran parte della polpa,
che va soggetta a un vero e proprio processo di marcescenza. I
primi sintomi sui frutti compaiono solitamente nel mese di maggio
e continuano a manifestarsi fino alla raccolta. In questepoca il numero dei frutti colpiti dalla malattia pu a volte raggiungere anche
valori dell80-90% dellintera produzione.
I sintomi sulle foglie, che non sempre precedono lattacco ai frutti,
si possono evidenziare fin dal mese di aprile e consistono in macchie
necrotiche di forma inizialmente circolare che progressivamente si
allargano fino a interessare tutta la superficie fogliare, che assume
una colorazione bruno-nerastra. Nei casi gravi, in prossimit della
raccolta dei frutti, si pu osservare un disseccamento pressoch totale delle foglie e una forte filloptosi. Manifestazioni necrotiche rotondeggianti, molto simili a quelle che compaiono sulle foglie, si possono
Foto R. Angelini
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evidenziare anche sui piccioli fogliari e sui rametti, quando sono
ancora allo stato erbaceo.
Questa grave affezione causata dal microrganismo fungino S. vesicarium che durante la sua attivit vegetativa elabora delle sostanze tossiche in grado di provocare lesioni sullepidermide di alcune
variet di pero. In particolare si tratta di tossine di tipo ospite-specifico che provocano la necrosi degli stomi e delle lenticelle solo di
alcune cultivar di pero.
Nelle aree necrotizzate da queste sostanze fitotossiche prende poi
avvio il vero e proprio processo di marcescenza operato, oltre che
dallo stesso S. vesicarium, anche da altri miceti opportunisti, fra i quali
predomina Alternaria alternata.
Questa malattia si ritrova con elevata frequenza nei frutteti localizzati in zone umide, in terreni limosi o argillosi, tendenzialmente
asfittici e su piante deboli, clorotiche, prevalentemente innestate su
cotogno, disposte in sesti troppo fitti e, pertanto, poco arieggiate.
Altri fattori colturali che tendono a favorire linsorgenza della malattia sono rappresentati dallirrigazione e dalla mancanza di lavorazioni del terreno. Tutti gli elementi sopra indicati tendono, infatti,
da un lato a favorire la sopravvivenza e lo sviluppo dei miceti responsabili di questa malattia e, dallaltro, a rendere le piante meno
resistenti e quindi pi facilmente aggredibili da parte di questi funghi
fitopatogeni.
La conservazione di questo micete da un anno allaltro pu avvenire, oltre che nella forma agamica, anche in quella sessuata di
Pleospora allii, sia sulle foglie sia sui frutti infetti caduti a terra. In
primavera questi germi riprendono la loro attivit vegetativa e patogenetica, che risulta influenzata in modo sostanziale dallumidit
e dalla temperatura ambientale; i valori ottimali di sviluppo sono compresi tra 22 e 26 C. Lincidenza della malattia varia infine fortemente
in funzione del diverso grado di suscettibilit delle cultivar di pero
e dello stadio di maturazione dei frutti.
Foto R. Angelini
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malattie
Moniliosi (Monilia fructigena)
I frutti colpiti da questa malattia vanno soggetti ad un rapido imbrunimento, fino a ricoprirsi di cuscinetti miceliali giallastri disposti tipicamente a circoli.
Nel caso che il patogeno penetri nel frutto attraverso il canale stilare,
la zona marcescente rimane localizzata alla parte pi interna, dando
origine a una forma di marciume del cuore. Non poi infrequente ritrovare sui frutti in conservazione o su quelli caduti a terra il
marciume nero, cos chiamato per il colore nerastro che assume la
parte infetta.
Gli attacchi a carico dei fiori, relativamente frequenti durante i periodi molto umidi e piovosi, producono limbrunimento dei petali e la
necrosi dellovario.
Sui rametti colpiti si ritrovano delle tacche depresse, nerastre, allungate, con i tessuti corticali a volte fessurati fino a rendere evidente
il legno sottostante. Se linfezione rameale molto ampia si pu
verificare anche il disseccamento di tutta la parte sovrastante la zona infetta.
Attacchi di moniliosi direttamente sulle foglie o sui germogli sono
poco frequenti ed eccezionalmente producono disseccamenti
degli organi colpiti.
La conservazione invernale del patogeno avviene normalmente
allo stadio di micelio sui frutti mummificati e lungo i tessuti corticali
dei cancri rameali. del tutto eccezionale la differenziazione della
forma ascofora di Monilinia (= Sclerotinia) fructigena con i suoi caratteristici apoteci.
In primavera e in estate, in concomitanza di periodi molto umidi, si
sviluppano le fruttificazioni conidiche alle quali affidato il compito
di diffondere linoculo e di provocare le infezioni a carico dei vari
organi vegetali recettivi.
La suscettibilit allinfezione risulta fortemente aumentata dalla presenza di lesioni sulla superficie dei frutti e da uno stato di debilitazione generale della pianta.
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Oltre che su pero questo microrganismo presente in primavera
(aprile-maggio) sui rami del ginepro sotto forma di piccole protuberanze di colore giallo brunastro, di consistenza gelatinosa se la
stagione umida, oppure coriacea se la stagione decorre asciutta. Tali protuberanze emergono dalle screpolature della corteccia
interessata dal fungo.
Lagente responsabile di questa malattia un microrganismo eteroico, che compie cio il suo ciclo biologico su due piante diverse: il pero e il ginepro. Su questultima specie si differenzia la
forma teleutosorica di Gymnosporangium sabinae che conserva
linoculo durante linverno, per poi, nella primavera successiva,
liberare le basiodiospore. Queste ultime si diffondono per mezzo
del vento fino a raggiungere le foglie di pero, dove germinano e
perforano la cuticola.
A fine primavera-inizio estate, sulle foglie di pero infette si differenziano, nella pagina superiore, la forma picnidica e, in quella inferiore, la forma ecidica. Le spore prodotte dagli ecidi (ecidiospore)
in autunno ritornano poi nuovamente sul ginepro per completare
il ciclo biologico, differenziando su questultimo ospite dapprima
gli uredosori e infine i teleutosori ibernanti.
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malattie
Cancri rameali (Nectria galligena, Botryosphaeria obtusa,
Diaporthe perniciosa,Valsa ceratosperma)
Agenti di cancri e seccumi rameali su pero sono vari funghi fitopatogeni presenti in natura, a volte nella forma sessuata a volte in
quella agamica. Queste ultime sono di seguito indicate fra parentesi: Nectria galligena (f. con. Cylindrocarpon mali), Botryosphaeria obtusa (f. con. Sphaeropsis malorum), Diaporthe perniciosa
(f. con. Phomopsis mali), Valsa ceratosperma (f. con. Cytospora
vitis). Lintensit degli attacchi di questi miceti varia sensibilmente
da un anno allaltro in relazione soprattutto allandamento climatico, mentre nei diversi frutteti la gravit della malattia strettamente correlata al potenziale di inoculo presente e alle varie pratiche
colturali. Generalmente gli impianti pi colpiti sono quelli vecchi,
situati in zone umide, su terreni tendenzialmente acidi, argillosi e
ricchi di azoto. Tutti i miceti sopra indicati sono da considerare
patogeni da ferita, poich il loro ingresso nei tessuti della pianta
ospite avviene, di norma, attraverso lesioni della corteccia causate da colpi di grandine, da potature o dal distacco delle foglie. Gli
esiti delle infezioni di questi microrganismi sui rami e sulle branche si manifestano sotto forma di lesioni cancerose, pi o meno
ampie, leggermente depresse e screpolate, contornate da una
barriera cicatriziale prodotta dalla pianta per tentare di arginare
il processo infettivo. A volte la parte ammalata va incontro a un
profondo processo di necrotizzazione che pu raggiungere il tessuto legnoso centrale, compromettendo anche la stabilit della
pianta, mentre i rami tendono a spezzarsi. In corrispondenza delle
aree cancerose, localizzate prevalentemente in prossimit delle
gemme o allinserzione dei giovani rami, si possono ritrovare le
strutture vegetative e riproduttive dei vari agenti causali che appaiono sotto forma di corpiccioli rotondeggianti di colore nero o
rossastro oppure di masserelle biancastre o di cirri mucillaginosi.
La presenza di queste fruttificazioni pu aiutare nella determina-
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zione eziologica, anche se molto spesso per una corretta diagnosi
necessario ricorrere ad analisi di laboratorio. Da segnalare che
questi miceti, oltre a produrre cancri rameali, possono causare
marciumi a carico dei frutti di melo e pero sia in campo che in
post-raccolta.
Marciume del colletto (Phytophthora spp.)
Le piante colpite presentano un deperimento generale, foglie
clorotiche, avvizzite, getti ridotti e anticipata defogliazione, fino
ad arrivare, nei casi pi gravi, alla morte delle piante stesse.
Le alterazioni pi caratteristiche sono riscontrabili a livello della
zona del colletto, che presenta un marcato imbrunimento della
corteccia e ampie aree necrotiche; anche il cambio imbrunito. Tali alterazioni possono interessare, oltre al colletto, anche
il tronco per unaltezza di 10-20 cm, e le grosse radici, mentre
quelle pi sottili e profonde non sono solitamente attaccate.
Questa malattia colpisce anche i frutti che vanno soggetti ad
un rapido processo di marcescenza.
Il processo infettivo si realizza attraverso la penetrazione delle strutture riproduttive del patogeno (zoospore) dalle lenticelle
o da ferite di qualsiasi tipo. Le fonti di inoculo sono costituite
prevalentemente dai frutti caduti a terra, sui quali questo microrganismo si insedia con facilit, o dai residui vegetali contaminati che rimangono nel terreno. Cause predisponenti la
malattia sono rappresentate da ristagni dacqua, terreni asfittici
e da un generale indebolimento della pianta. La lotta si basa
soprattutto sulla scelta di portinnesti poco suscettibili e sulla
rimozione delle cause predisponenti laffezione; si raccomanda
pertanto leliminazione dei ristagni dacqua tramite la costruzione di unefficiente rete di scolo e lareazione delle piante,
principalmente a livello della zona del colletto. In caso di piante
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colpite da questa malattia pu risultare utile disinfettare la zona
del colletto con sali di rame o con fungicidi endoterapici.
Marciume radicale (Armillaria mellea, Rosellinia necatrix)
I pi comuni agenti di marciume radicale sono il basidiomicete
Armillaria mellea e lascomicete Rosellinia necatrix, la cui forma
conidica Dematophora necatrix. Si tratta di microrganismi polifagi in grado di conservarsi a lungo nel terreno, per poi diffondersi per micelio o per rizomorfe.
Linsediamento nellospite si realizza tramite ferite o per aggressione diretta delle giovani radichette. Questo tipo di malattia pi
frequente nei terreni umidi e ricchi di sostanza organica.
Il marciume radicale si manifesta con un indebolimento generale
della pianta, vegetazione stentata, clorosi e appassimento progressivo delle foglie. Questo quadro sintomatologico aspecifico
non per sufficiente a definire la malattia, i cui sintomi pi caratteristici sono osservabili solo a livello dellapparato radicale. In
tale sede sono rilevabili, nel caso del marciume radicale fibroso
provocato da Armillaria mellea, dei feltri miceliali biancastri o color crema che, nella parte periferica, assumono una caratteristica
conformazione a ventaglio.
Le radici colpite emanano un tipico odore di fungo fresco e appaiono ricoperte da rizomorfe, cio da addensamenti di micelio, dapprima biancastri e poi bruno-nerastri, simili a minute radici. Alla base
delle piante colpite sono a volte osservabili durante i mesi autunnali
anche i corpi fruttiferi del patogeno (chiodini o famigliole), ben noti
e ricercati per preparare gustosi condimenti e pietanze.
Nel caso del marciume radicale lanoso, causato da Rosellinia necatrix, le radici appaiono avvolte da una rete miceliale dapprima
biancastra e poi bruna, che si espande in masse feltrose sfioccate
alla periferia.
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biancastra, successivamente indurisce e pu andare incontro a
fenomeni di disgregazione a causa dei vari microrganismi terricoli, con conseguente liberazione di agrobatteri tumorigeni che
vanno cos ad aumentare il grado di contaminazione dei terreni stessi. Nella costituzione di nuovi impianti buona norma
escludere le piante che mostrano tumori radicali.
Colpo di fuoco batterico (Erwinia amylovora)
II colpo di fuoco batterico la pi pericolosa malattia del pero, i cui
esiti possono manifestarsi improvvisamente su tutte le parti aeree
della pianta. Alla ripresa vegetativa si possono osservare avvizzi
mento e annerimento dei mazzetti fiorali e, dopo lallegagione, imbrunimento e disseccamento dei frutticini. Le infezioni dei germogli
in attiva crescita si manifestano con avvizzimento e caratteristico
ripiegamento a pastorale dellapice. Le foglie sono invase dai batteri attraverso il picciolo; in breve tempo la foglia colpita si ripiega
a doccia e dissecca. In genere gli organi infetti da E. amylovora
assumono una colorazione bruno-nerastra. Fiori, giovani frutti e
foglie avvizziti rimangono tenacemente attaccati al ramo.
La progressione dellinfezione su rami, branche e tronco causa
la formazione di cancri corticali di solito ben individuabili alla fine
dellestate. Questi cancri hanno forma irregolare, sono di colore
scuro, e inizialmente il loro margine indefinito o leggermente vescicoloso. Alla fine della stagione vegetativa la corteccia diventa
bruna e si presenta depressa al centro, mentre al bordo compaiono fessurazioni. Quando il cancro corticale interessa lintera
circonferenza di un ramo si ha il disseccamento del ramo stesso,
fino a portare alla morte della pianta, soprattutto se linfezione
interessa il tronco o il colletto. Asportando un sottile strato di corteccia in corrispondenza del bordo del cancro si pu osservare
larrossamento dei tessuti sottocorticali. Anche i frutti possono
essere colpiti dalla batteriosi, che si manifesta con aree imbrunite
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e molli soggette a marciume. I batteri possono evadere dai tessuti infetti come essudato, formato da milioni di cellule vive di E.
amylovora. In condizioni di elevata umidit ambientale lessudato
presente come gocce di un liquido lattiginoso di colore biancastro o aranciato, che pu anche colare lungo i rami.
II ciclo biologico di E. amylovora si svolge completamente in associazione con la pianta ospite. Alla ripresa vegetativa i cancri
riprendono la loro attivit ed i batteri che di l evadono sotto forma
di essudato, veicolati dal vento, dallacqua (nebbie, piogge), dagli
insetti, dagli uccelli e dalluomo (potatura) vanno a infettare i fiori,
le foglie e i germogli. La penetrazione nei tessuti avviene princi
palmente attraverso le aperture naturali degli organi delle piante
quali le strutture fiorali e attraverso le ferite, siano esse microscopiche o visibili. Raramente la penetrazione avviene per stomi, idatodi o lenticelle. Sedi di penetrazione estremamente pericolose
ed efficaci sono le ferite da grandine.
Il periodo della fioritura ritenuto il pi critico per quanto riguarda
sia la recettivit della pianta allinfezione, sia la diffusione dellinoculo. Le infezioni poi progrediscono fino a interessare le foglie, i
frutti, i rami e le branche, con formazione su questi ultimi di cancri
corticali di norma ben individuabili in autunno. E. amylovora pu
sopravvivere a lungo, senza causare la malattia, sia sulle superfici
degli organi della pianta ospite sia entro le sue strutture vascolari.
Le gemme e le cicatrici di caduta delle foglie contaminatesi durante un ciclo vegetativo possono costituire le sedi di infezione
primaria alla ripresa vegetativa. Allo stesso modo il patogeno dopo alcuni anni di sopravvivenza entro le strutture vascolari della
pianta pu originare i sintomi tipici sulle parti legnose.
Le condizioni climatiche predisponenti la moltiplicazione dei batteri e la comparsa dei sintomi della malattia sono umidit relativa
> 60% e temperature di 15-32 C, associate a nebbie, rugiade,
piogge e grandinate. I temporali estivi contribuiscono alla diffusione dellinoculo batterico e aumentano la gravit del danno. Inoltre,
possono favorire la batteriosi le pratiche colturali che portano a un
elevato vigore vegetativo, quali irrigazioni a pioggia, elevate conci
mazioni azotate o potature pesanti.
Foto R. Angelini
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coltivazione
delimitati da screpolature periferiche. Le foglie colpite presentano tacche rotondeggianti, nere che sono spesso causa di deformazioni del lembo.
Sui frutticini linfezione si manifesta sotto forma di maculature
nerastre, a contorno irregolare, superficiali, che successivamente assumono un colore pi chiaro, si seccano e poi si staccano
lasciando una depressione suberosa ancora visibile sul frutto a
sviluppo ultimato.
Molti dei sintomi descritti possono essere causati non solo da
P. syringae pv. syringae, ma anche dallaltro temibile batterio
fitopatogeno prima illustrato, cio Erwinia amylovora, oppure da
cause non parassitarie conseguenti a disturbi fisiologici (squilibri nutrizionali) e/o abbassamenti termici.
A questultimo proposito si ricorda che alcuni ceppi di P. syringae, come pure di altri batteri comunemente presenti sulla pianta, hanno la capacit di provocare la formazione del ghiaccio
gi a temperature di 2 C. Tali ceppi criogeni svolgono un ruolo
importante nel determinismo dei danni da gelo nelle piante, arboree ed erbacee. In caso di abbassamenti termici in fioritura il
danno pu essere pertanto accentuato.
La moltiplicazione dei batteri e la manifestazione dei sintomi
avvengono a temperature intorno ai 12-15 C, non superiori ai
20 C. Le lesioni presenti sulla pianta sono le principali vie di
penetrazione del patogeno nei tessuti vegetali. Il periodo autunnale il pi critico perch i batteri invadono le superfici di
Foto R. Angelini
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malattie
distacco dei frutti e di caduta delle foglie, per poi diffondersi nei
tessuti sottostanti e colonizzare la nuova vegetazione alla primavera successiva.
Moria del pero
Questa malattia infettiva causata da fitoplasmi si pu manifestare
con due distinti quadri sintomatologici: il deperimento lento e il
deperimento rapido.
Nel primo caso le piante innestate su portinnesti tolleranti linfezione presentano in estate le foglie di colore rosso carminio,
di consistenza superiore al normale, frattura vitrea, con margini
incurvati a doccia verso lalto. In autunno si registra una caduta
anticipata delle foglie mentre in primavera la vegetazione appare
stentata, con la lamina fogliare di colore verde chiaro e pi piccola del normale. Le piante affette da questalterazione possono
sopravvivere per alcuni anni.
Nel deperimento rapido, praticamente assente in Italia in quanto non vengono utilizzati portinnesti molto suscettibili, le foglie imbruniscono e disseccano rapidamente mentre le piante muoiono
nel giro di poche settimane. Vi anche una terza manifestazione,
detta accartocciamento fogliare, che si manifesta esclusivamente sulle foglie a fine estate o in autunno con arrossamenti,
ricurvamento dei margini della lamina verso lalto e ripiegamento
dellapice fogliare verso il basso. In questa terza sindrome le piante possono andare incontro a una progressiva perdita di vigore,
oppure riprendersi e mostrare per alcuni anni una vegetazione
pressoch normale.
In tutti i casi, nelle piante affette da moria causata da fitoplasmi
si ha una ridotta funzionalit del sistema conduttore discendente
in quanto i tubi cribrosi del floema, immediatamente al di sotto
dellunione dei due bionti, risultano necrotizzati. La diffusione di
questa malattia infettiva avviene tramite la psilla con le sue secrezioni salivari.
Litiasi infettiva
Le pere affette da litiasi infettiva o contagiosa si presentano
gi pochi giorni dopo lallegagione deformate, con profonde
gibbosit, alternate ad aree depresse. La buccia in corrispondenza delle depressioni mantiene un colore verde scuro mentre
la polpa sottostante presenta noduli sclerificati, imbruniti, dallaspetto sugheroso e sapore amarognolo. Manifestazioni molto simili sono indotte anche da punture di emitteri miridi o da
borocarenza (litiasi fisiologica). Le piante colpite da litiasi infettiva possono mostrare anche fessurazioni dei rami, con necrosi
del tessuto floematico e cambiale. Tutti i frutti di una pianta
infetta possono risultare alterati, oppure solo alcuni distribuiti
irregolarmente o concentrati in una parte della chioma. Le cultivar pi suscettibili sono: Kaiser, Butirra dAnjou, Butirra Hardy,
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coltivazione
Decana del Comizio, Decana dinverno, Abate Ftel, Conference, Packhams Triumph. La litiasi infettiva provocata da ceppi
virulenti del virus del giallume delle nervature. La trasmissione
del virus da una pianta allaltra sembra possa avvenire esclusivamente per parti di pianta infette (per esempio marze ecc.).
pertanto fondamentale come misura di prevenzione impiegare
esclusivamente materiale vivaistico virus-esente. Sulle piante
colpite si pu contenere il danno reinnestandole su cultivar tolleranti, come la William.
Foto Mazzoni
Trattamento in vivaio
Foto S. Musacchi
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malattie
colletto. Per quanto riguarda il terreno, occorre poi considerare la
tessitura, il contenuto in calcare attivo e la disponibilit idrica al
fine di scegliere i portinnesti e le variet pi adatte, nonch il sesto
di impianto e la forma di allevamento. Nella fase di allevamento
dovr essere attentamente curata la difesa fungicida, in particolare
contro gli agenti di cancri e seccumi rameali che possono insediarsi lungo il fusto, i rami e le gemme, provocando danni consistenti e
obbligando in certi casi a drastiche potature. Per prevenire tali infezioni opportuno eseguire nel periodo autunnale e in quello primaverile, in concomitanza della caduta delle foglie e della ripresa
vegetativa, trattamenti con preparati rameici o fungicidi organici.
Nella fase di produzione la difesa deve essere attuata prestando
una particolare attenzione alla scelta dei fungicidi, privilegiando
quelli dotati di bassa tossicit e residualit, di limitato impatto
ambientale, di una sufficiente selettivit e non fitotossici sulle differenti cultivar.
La strategia fitoiatrica da attuare va definita prioritariamente in
funzione del potenziale rischio di infezione, che varia da zona a
zona, da cultivar a cultivar e, non ultimo, da frutteto a frutteto, in
base allo stato fitosanitario e vegetativo in cui esso si trova. Per
valutare il rischio dinfezione e il momento ottimale per il trattamento fungicida, si possono utilizzare modelli previsionali basati
sullelaborazione di dati meteorologici, biologici e agronomici.
Nella maggior parte dei pereti la difesa fungicida rivolta prioritariamente contro la ticchiolatura, malattia presente in tutte le aree di
coltivazione del pero e in grado di causare ogni anno danni pi o
meno consistenti in relazione allandamento climatico e alla suscettibilit varietale. Il primo intervento antiticchiolatura va realizzato
nella fase fenologica di rottura gemme e ha come obiettivo quello di
devitalizzare le spore responsabili delle infezioni primarie, nonch
Foto R.Balestrazzi
DATI OUTPUT
previsioni di rischio epidemico
valutazione del momento
ottimale per il trattamento
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coltivazione
di altri miceti alberganti fra le perule delle gemme o le anfrattuosit
della corteccia. Per questintervento si ricorre di norma a fungicidi
rameici (ossicloruri, idrossidi, poltiglia bordolese), che consentono
anche di limitare la carica di inoculo dei batteri fitopatogeni.
La difesa dalla ticchiolatura va poi proseguita dalla fase dei mazzetti affioranti fino a quella dei frutticini sviluppati con applicazioni
di fungicidi di copertura o endoterapici a turni fissi o variabili in
funzione dellandamento stagionale, della suscettibilit varietale e
della frequenza con la quale questa malattia si manifesta nella zona in cui si opera. La scelta del preparato fungicida va fatta anche
in relazione alla fase fenologica, al tipo di intervento (preventivo
o curativo) e alleventuale fitotossicit di alcuni preparati su certe
cultivar. La difesa contro questa malattia viene di norma sospesa
al raggiungimento della fase di ingrossamento dei frutti, qualora il
frutteto risulti indenne da infezioni; in caso contrario i trattamenti
dovranno proseguire ed essere effettuati in concomitanza di piogge infettanti. Per valutare correttamente il rischio di infezione si utilizzano sia captaspore, per accertare la presenza di spore nellambiente, sia modelli previsionali basati sulla correlazione fra valori di
temperatura, pioggia, umidit relativa e ore di bagnatura delle foglie. Per lacquisizione e lelaborazione dei dati meteorologici vengono utilizzate apposite centraline elettroniche, ormai ampiamente
diffuse nelle maggiori aree frutticole del nostro Paese.
Nei pereti a rischio di attacchi di maculatura bruna, la strategia
di difesa fungicida va modificata rispetto a quella sopra indica-
Gemme
ferme
Mazzetti
chiusi
Fioritura
Allegagione
Ingrossamento
frutti
Ticchiolatura
Maculatura bruna
Cancri rameali
176
Raccolta
malattie
ta per contenere adeguatamente anche questa grave malattia
crittogamica. Innanzitutto il programma di difesa contro questaffezione deve prevedere interventi agronomici e colturali atti
a migliorare lo stato vegetativo delle piante e ad abbassare il
potenziale infettivo. A tal fine opportuno mantenere il suolo
lavorato, evitare i ristagni dacqua, effettuare concimazioni equilibrate, prevenire fenomeni di clorosi e limitare le irrigazioni, soprattutto soprachioma. Oltre a queste misure di carattere profilattico poi necessario mettere in atto uno specifico programma
fitoiatrico che preveda una protezione chimica delle piante dalla
fase di caduta petali fino alla preraccolta. La cadenza dei trattamenti dovr variare in funzione della persistenza del fungicida
impiegato, dellandamento climatico e del livello di gravit con
la quale questa malattia si manifestata nel frutteto negli anni
precedenti. Negli impianti colpiti in forma grave, con danni sui
frutti superiori all8-10%, necessario effettuare applicazioni
fungicide a cadenza pressoch settimanale, mentre in quelli interessati dalla malattia su livelli inferiori sufficiente intervenire in concomitanza di piogge, irrigazioni, nebbie persistenti o
prolungata bagnatura degli organi della pianta. Di norma opportuno effettuare un ultimo trattamento fungicida nella fase di
preraccolta per prevenire infezioni tardive di ticchiolatura e maculatura bruna. Gli interventi in questa fase sono utili anche per
limitare lo sviluppo di marciumi sui frutti in magazzino.
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