-sostituire i set di infusione ogni 72 ore, in assenza di complicanze; entro 24 ore dopo NPT; ad ogni sacca dopo sangue ed emoderivati -limitare il numero di rubinetti -Educare il paziente a non far entrare in contatto la linea di infusione con superfici sporche
EV materiale occorrente soluzione endovenosa da somministrare deflussore prolunghe /rubinetti eventuale pompa infusionale guanti e garze etichetta (per annotare eventuale aggiunta di farmaci) supporto estendibile e gabbietta Con la somministrazione endovenosa, infatti, il principio attivo, solubilizzato in un veicolo acquoso, viene direttamente immesso nel sistema circolatorio. Questo significa che se noi iniettiamo una determinata dose di principio attivo, contenuto in una determinata forma farmaceutica, l'intera dose somministrata arriva indenne nel sangue, senza subire alcuna modifica. Possiamo quindi dire che la biodisponibilit della via di somministrazione endovenosa del 100%; infatti il rapporto tra dose somministrata e dose utilizzata uguale a 1.
LINFUSIONE ENDOVENOSA E LIMMISSIONE DIRETTA DI -LIQUIDI , -FARMACI, NEL CIRCOLO SANGUIGNO . -SANGUE O EMODERIVATI
VANTAGGI 1. IL FARMACO EVITA IL TRATTO GASTROINTESTINALE DOVE POTREBBE ESSERE INATTIVATO 2. IL DOSAGGIO PUO ESSERE STABILITO CON PRECISIONE UTILIZZANDO PRESIDI APPOSITI 3. E UN UTILE ALTERNATIVA QUANDO IL PAZIENTE NON VUOLE O NON PUO ASSUMERE FARMACI PER ALTRE VIE 4. IL FARMACO VIENE IMMESSO DIRETTAMENTE NEL TORRENTE CIRCOLATORIO QUINDI HA UN EFFETTO PIU IMMEDIATO SVANTAGGI 1. RIDUCE I MOVIMENTI DEL PAZIENTE , LA DEAMBULAZIONE, GLI SPOSTAMENTI, ETC. 2. Pi COSTOSA DELLA TERAPIA INIETTIVA E ORALE Scopo della procedura Per la persona assistita - Somministrazioni di farmaci direttamente in vena : 1. A scopo terapeutico quando c la necessitdi raggiungere rapidamente la via ematica durante lemergenza 2. Per trattare infezioni sistemiche 3. Per somministrare farmaci che non potrebbero essere somministrati per altra via 4. Per somministrare farmaci che non potrebbero essere somministrati per altra via
E INDICATA NEI SEGUENTI CASI : QUANDO E NECESSARIO OTTENERE UN EFFETTO RAPIDO QUANDO I FARMACI NON POSSONO ESSERE ASSORBITI A LIVELLO GASTROENTERICO QUANDO IL FARMACO RISULTA ESSERE IRRITANTE SE SOMMINISTRATO PER ALTRE VIE QUANDO IL PAZIENTE E INCOSCIENTE O NON COLLABORANTE QUANDO BISOGNA MANTENERE O RIPRISTINARE LA VOLEMIA,LEQUILIBRIO ACIDO BASE, LEQUILIBRIO ELETTROLITICO E LO STATO NUTRIZIONALE VIENE UTILIZZATA A SCOPI DIAGNOSTICI COME AD ESEMPIO LINTRODUZIONE DI MEZZI DI CONTRASTO COMPLICAZIONI CHE SI POSSONO VERIFICARE COMPLICANZE MECCANICHE Occlusione del catetere; Infiltrazione dei fluidi negli spazi circostanti; Fuoriuscita di soluzioni vescicanti ( che provocano necrosi); Sovraccarico circolatorio; Tumefazione ed ecchimosi della zona sottoposta ad infusione; COMPLICANZE BIOLOGICHE Flebiti (infiammazione di una vena in seguito ad infusione endovenosa) ;
REAZIONI ALLERGICHE
Causate dallinfusione di farmaci ai quali il paziente allergico;
EMBOLIE
Causate dallentrata attraverso una via endovenosa di un coagulo di sangue, una massa solida o una bolla daria creando unostruzione del vaso;
OBIETTIVI 1. RIPRISTINARE E MANTENERE IL BILANCIO DEI LIQUIDI E DEGLI ELETTROLITI 2. SOMMINISTRARE FARMACI 3. FORNIRE NUTRIENTI 4. TRASFONDERE SANGUE ED EMODERIVATI
RIPRISTINARE E MANTENERE IL BILANCIO DEI LIQUIDI E DEGLI ELETTROLITI DISTRIBUZIONI DEI LIQUIDI CORPOREI Liquido intracellulare ( all interno delle cellule) rapresenta circa il 55% dei fluidi corporei totali Liquido extracellulare rapresentato dal liquido interstiziale circa 15 L ( 20% del peso corporeo) e liquido intravascolare ( plasma) circa 3, 5 L ( 5% del peso corporeo). FUNZIONE DEI LIQUIDI CORPOREI Regolare la temperatura corporea ; Trasportare attraverso lorganismo sostanze nutritive e gas Trasportare le scorie metaboliche agli organi deputati all eliminazione Mantenere la forma delle celule
I LIQUIDI SI MUOVONO PER 1. OSMOSI 2. FILTRAZIONE CAPILLARE E RIASSORBIMENTO I SOLUTI SI MUOVONO PER 1. DIFFUSIONE 2. TRASPORTO ATTIVO
TIPOLOGIE DI SOLUZIONI DA INFONDERE LE PRINCIPALI SOLUZIONI USATE PER TERAPIA ENDOVENOSA SONO :
GLUCOSATE CRISTALLOIDI COLLOIDI IPERTONICHE
GLUCOSATE Il rapidissimo metabolismo del glucosio fa si che, una volta assimilato, tale soluzione si comporti come acqua libera nellorganismo andandosi a suddividere nei vari comparti in modo proporzionale alla loro dimensione, lasciando di conseguenza una piccolissima percentuale di liquido nei vasi. Per questo motivo la soluzione glucosata al 5% da sconsigliare fortemente nella gestione dei traumi, in quanto oltre a non aiutarci nel ripristinare una volemia adatta, pu causare edema interstiziale ed intracellulare.
CRISTALLOIDI Il fluido pi comunemente usato tra le sostanze cristalloidi certamente la normale soluzione salina (o soluzione fisiologica ), una soluzione di cloruro di sodio allo 0,9% di concentrazione, isotonica con la concentrazione del sangue che viene spesso utilizzata per rimpiazzare grandi quantit di liquidi perse dal paziente.
Queste soluzioni (ringer lattato, ringer acetato, fisiologica) essendo costituite da acqua e sali, si distribuiscono esclusivamente nei due comparti del LEC e dato che il LIN ha un volume molto maggiore del LIV solo 1/3 dei liquidi destinato a rimanere nel letto vascolare del paziente, con la conseguenza che per reintegrare un litro di sangue andranno infusi 3 litri di soluzione. COLLOIDI Soluzioni che facilitano il mantenimento di un'alta pressione colloide osmotica del sangue. Sono soluzioni colloidali: Albumina : utilizzata nel momento in cui necessaria lespansione di volume ed il mantenimento della portata: shock, ipotensione acuta da perdita di sangue intero, plasma o liquidi, emorragie, ustioni, interventi chirurgici maggiori, traumi o in situazioni croniche come cirrosi epatica in fase avanzata, sindrome nefrosica, denutrizione nelle quali la concentrazione dellalbumina bassa. Destrani : polimeri di glucosio polidispersi con elevato potere oncotico , utilizzati anche per diminuire la viscosit ematica. Gelatine : sono polipeptidi dispersi utilizzati per lo shock ipovolemico .
Sangue e plasma expanders si distribuiscono esclusivamente nel LIV, quindi, per quanto riguarda i colloidi tutta linfusione contribuir ad aumentare la volemia del paziente, e quindi per reintegrare un litro di perdita basterin questo caso infondere un litro di plasma, sangue o plasma expanders. IPERTONICHE
Le soluzioni ipertoniche, come ad esempio la NaCl 7,5% + destrano 70-HSD, sono particolari soluzioni che grazie alla loro concentrazione praticano una mobilizzazione immediata di liquidi endogeni secondo un gradiente osmotico dal compartimento intracellulare ed interstiziale verso quello intravascolare Le soluzioni ipertoniche, come ad esempio la NaCl 7,5% + destrano 70-HSD, sono particolari soluzioni che grazie alla loro concentrazione praticano una mobilizzazione immediata di liquidi endogeni secondo un gradiente osmotico dal compartimento intracellulare ed interstiziale verso quello intravascolare. In particolare ad ogni 250 ml di ipertonica corrispondono dai 1500 ai 2000 ml di cristalloidi, e quindi per reintegrare il classico litro di sangue in questo caso baster infondere solamente 500 ml di soluzione ipertonica. La scelta della soluzione pi adatta nel trattare le ipovolemie oggetto di un grande dibattito, infatti diversi studi suggeriscono un aumento della mortalit nel trattamento con i colloidi, ragion per cui fino ad ora sono stati proposti come miglior scelta di trattamento i cristalloidi. Negli ultimi anni per, una moltitudine di studi sperimentali ha evidenziato come lutilizzo di piccole quantit di ipertoniche garantisca un significativo incremento della volemia ed un rapido aumento della pressione arteriosa. Tale aumento della PA secondario al richiamo di liquidi esercitato dalla pressione oncotica delle soluzioni ipertoniche. Tuttavia leffetto di espansione volemica di durata limitata e va per questo supportato attraverso lutilizzo di colloidi come nel caso del destrano. Il vantaggio pratico delle soluzioni ipertoniche sta nel fatto che ad una piccola infusione di liquidi corrisponde un grande aumento della volemia, in oltre teoricamente questo permetterebbe la limitazione della diluizione dei fattori della coagulazione, e si ridurrebbe limpatto emodinamico legato allinfusione massiva di soluzioni relativamente fredde. Altra caratteristica a favore delle soluzioni ipertoniche quella di migliorare il microcircolo delle cellule endoteliali ischemiche. Per queste ragioni lutilizzo delle ipertoniche potrebbe in futuro rappresentare il gold standard nel soccorso al traumatizzato in ambito extraospedaliero.
COMPATIBILIT TRA FARMACI E SOLUZIONI PER LA TERAPIA INFUSIONALE Le propriet chimico/fisiche dei farmaci quali: Idrosolubilit Liposolubilit Grandezza molecolare influenzano la compatibilit fra farmaci e fra farmaci e soluzioni infusionali . N.B.: Quando due farmaci sono incompatibili tendono ad inattivarsi con conseguente compromissione degli obiettivi terapeutici e/o comparsa di reazioni avverse.
Al fine di evitare eventi d incompatibilit tra farmaci e soluzioni infusionali opportuno: Fare riferimento a fonti dinformazioni accreditate: prontuario farmacologico, scheda tecnica dei farmaci, tavole d incompatibilit fondate su studi sperimentali o internet; Individuare le classi dei farmaci a maggior rischio dinterazione; Standardizzare le soluzioni e diluizioni sulla base delle evidenze; Verificare la compatibilit dei farmaci con i materiali dei set dinfusione; Verificare la fotosensibilit dei farmaci ed utilizzare set dinfusione schermati; Attivare ricerca di confronto e consulenza con esperti; Evitare lassociazione di farmaci a pH acido ed alcalino.
COME IMPOSTARE UNO SCHEMA TERAPEUTICO SU UNA PRESCRIZIONE INFUSIONALE Quando l'infermiere pianifica lo schema terapeutico nelle 24 ore deve considerare alcuni criteri: prescrizione farmacologica rispetto ai tempi,velocit di infusione e dosaggi,presenza di farmaci ad orario ( come gli antibiotici); azione terapeutica del farmaco aggiunto alla soluzione, posologia,osmolarit e pH delle soluzioni; soluzioni nutrizionali in parallelo o nutrizione parenterale periferica; effetti attesi e possibili effetti avversi; volume totale da infondere nelle 24 ore; distribuzione della terapia infusionale nelle 24 o 12 ore.
PROBLEMATICHE DI DOSAGGIO A volte necessario fare dei calcoli per prendere il quantitativo giusto di farmaco: Ad esempio La prescrizione medica dice di somministrare 35 mg di principio attivo di un farmaco con concentrazione 50mg/10ml; Ogni ml di farmaco contiene 5mg di principio attivo quindi
ESEMPIO 2: Bisogna somministrare al paziente 1/3 di un farmaco con concentrazione 20mg/2ml; Per poter prelevare 1/3 di farmaco bisogna diluirlo ad una concentrazione tale da poterne prelevare esattamente la quantit richiesta; Se aggiungiamo 1ml di soluzione fisiologica al farmaco avremo la concentrazione diluita a 20mg/3ml, quindi prelevando 1ml prenderemo esattamente 1/3 di farmaco.
MODALITA DI SOMMINISTRAZIONE I. INFUSIONE CONTINUA II. INFUSIONE INTERMITTENTE I. INFUSIONE CONTINUA P revede che il farmaco prescritto venga diluito in una soluzione in diverse quantit in relazione alle caratteristiche chimiche del preparato e in considerazione delle condizioni cliniche del paziente. Pu essere effettuata con sistemi infusionali a caduta, con sistemi elastomeri, pompe siringa, pompe elettroniche volumetriche. Questo tipo di infusione permette di mantenere costanti i livelli terapeutici dei farmaci utilizzati e inoltre i rischi di infezione sono ridotti in quanto i raccordi che collegano allaccesso venoso vengono meno contaminati. Tuttavia tende a ostacolare le normali attivit quotidiane della persona. II. INFUSIONE INTERMITTENTE H a breve durata. Si ricorre a questo tipo di infusione quando il farmaco deve essere somministrato in bolo o devono essere effettuate somministrazioni ripetute. Per somministrazione in bolo si intende limmissione del farmaco in ununica dose e in pochi minuti. Il farmaco pu essere concentrato o diluito in pochi ml di soluzione fisiologica e viene somministrato direttamente attraverso il raccordo terminale di una linea di prolungamento collegata a un accesso venoso preesistente. Il tempo di somministrazione breve, ma condizionato dalle caratteristiche specifiche del farmaco.
L infusione secondaria costituita da un farmaco diluito in 50-100 ml di soluzione e somministrata in 30-60 minuti. Questo tipo di infusione anche detta parallela in quanto pu essere somministrata contemporaneamente a una soluzione primaria ma in modo indipendente da questultima.
PRESIDI PER LA TERAPIA ENDOVENOSA AGO CANNULA AGO BUTTERFLY CATETERE INTEGRATO DI SICUREZZA CVC
AGO CANNULA L Ago Cannula dispositivo in cui un tubicino in materiale plastico biocompatibile montato su un ago metallico, detto mandrino o stiletto, con la punta che fuoriesce dalla parte distale della cannula, e una camera di reflusso. Garantisce affidabilit e tenuta nel tempo. Quando ago e cannula sono in vena il mandrino viene ritirato e la cannula viene fatta avanzare nella vena. indicato per la somministrazione di farmaci sia in infusione continua che intermittente, per esami ematochimici , per la somministrazione di farmaci in emergenza, di emoderivati o per la nutrizione parenterale periferica. Il calibro della cannula si misura in Gauge (G), decrescente con laumentare del calibro. Unago 14-Gauge ha dimensioni maggiori di un 24-Gauge.
AGO BUTTERFLY O A FARFALLA C omposto da un ago metallico di piccole dimensioni, smussato, con sistema di alette utile per la presa durante il posizionamento e successivo fissaggio, un tubicino di circa 30 cm con sistema di raccordo Luer-Lock per la connessione a set per infusioni o siringhe. indicato per terapie a breve termine, mono somministrazioni, per punture di piccole vene e con i bambini e i neonati.
CATETERE INTEGRATO DI SICUREZZA O INTIMA E caratterizzato dalla ridotta lunghezza della cannula e da grandi alette flessibili che facilitano l incanulamento venoso in particolare nella persona anziana o nel bambino e, in generale, nelle situazioni in cui laccesso risulti difficoltoso o poco accessibile. Inoltre le alette laterali favoriscono il fissaggio alla cute. Inoltre dotato di un dispositivo telescopico che si attiva durante la rimozione del mandrino, incamerandolo irreversibilmente, evitando il rischio di punture accidentali. La prolunga termina con un raccordo a Y che permette sia il prelievo che linfusione
CVC un catetere la cui estremit interna localizzata allo sbocco della vena cava superiore nell'atrio destro. Consente di infondere con maggior sicurezza soluzioni ipertoniche , soluzioni vescicanti e di infondere in modo continuo e protratto nel tempo. Inoltre consente l'attuazione di procedure speciali come la rilevazione della pressione venosa centrale, dialisi e ferresi . I vantaggi sono: Preservare limmagine corporea Una maggiore comodit di gestione Consente al paziente di fare il bagno possibile usare il sistema per molto tempo Diminuisce il rischio di infezioni C V C
I siti di inserzione sono: Vena Succlavia Vena Sopraclaveare Vena Sottoclaveare Vena Giugulare Interna Vena Femorale
CLASSIFICAZIONE DEI CVC IN BASE AL MATERIALE POLIURETANO SILICONE IN BASE AL NUMERO DI LUMI UNO O PIU LUMI IN BASE AL TIPO DI PUNTA A PUNTA CHIUSA O APERTA IN BASE ALLA DURATA A BREVE TERMINE (20-30 gg ) A MEDIO TERMINE (2-3 mesi) A LUNGO TERMINE (> 3 mesi)
TIPOLOGIE DI CVC PERCUTANEI TUNNELLIZZATI IMPIANTATI AD INSERZIONE PERIFERICA (PICC)
PERCUTANEI Vengono inseriti per via percutanea in una vena centrale attraverso una grossa vena periferica come ad esempio la succlavia , la giugulare o la femorale. Solitamente sono cateteri a pi lumi utilizzati per pazienti che necessitano di terapia farmacologica a breve termine. CARATTERISTICHE A breve termine; A pi lumi;
TUNNELLIZZATI Questi cateteri vengono tunnellizzati sotto la cute , ovvero fuoriescono ad una distanza di 8-20 cm dalla zona di venipuntura . Sono dotati di una cuffia che facilita lancoraggio del catetere alla cute e funge da barriera contro i microrganismi. Vengono utilizzati per pazienti che necessitano di terapie a per lunghi periodi. CARATTERISTICHE A uno o pi lumi; A lungo termine;
IMPIANTATI Sono completamente tunnellizzati sotto la cute e hanno un accesso sottocutaneo per gli aghi, la camera-serbatoio ( Port ). Solitamente vengono impiantati nella vena succlavia o nella vena giugulare interna o altre sedi vascolari o sedi anatomiche. Hanno il rischio pi basso di infezioni, sono pi graditi al paziente, non richiedono cura della sede di inserzione. La rimozione chirurgica. CARATTERISTICHE Punta aperta o chiusa; A uno o pi lumi; A medio termine. AD INSERZIONE PERIFERICA (PICC) Si posiziona pungendo una vena superficiale della piega del gomito, oppure reperendo ecograficamente una vena profonda del braccio (v. Basilica, v. Brachiale, v. Cefalica) tramite lutilizzo di una sonda ad alta frequenza (7,5-9MHz) con introduzione di microguida . Dopo limpianto necessario un controllo Rx . CARATTERISTICHE A valvola chiusa o aperta; Medio termine; In genere ad un solo lume. SET PER INFUSIONE E il sistema che permette il collegamento fra il flacone contenente la soluzione da infondere e il presidio per l'accesso venoso. COSTITUITO DA: DEFLUSSORE SISTEMI DI REGOLAZIONE DEL FLUSSO
DEFLUSSORE Il deflussore costituito da un perforatore rigido e indeformabile o una camera di gocciolamento trasparente in materiale plastico con filtro antibatterico e dispositivo di ingresso dell'aria, o un sistema di regolazione del flusso per controllare la velocit di somministrazione o un apparato tubolare in materiale plastico trasparente di lunghezza variabile (dai 120 cm ai 200cm) o raccordo terminale " Luer- Lock "e un cappuccio protettivo alle due estremit.
SISTEMI DI REGOLAZIONE DEL FLUSSO Sono dispositivi che consentono di regolare e controllare la velocit del flusso d'infusione. MORSETTI STRINGI TUBO A vite,lamiera o rotella utilizzati quando la velocit di infusione non richiede un elevata accuratezza o un tempo di infusione definito con precisione.
REGOLATORI DI FLUSSO TIPO "DIAL-FLOW Hanno una velocit definita in ml/orari da 5ml/ora a 250ml/ora. Garantiscono una maggior precisione .
POMPE DI INFUSIONE PERISTALTICHE
Permettono di regolare il flusso attraverso il movimento di un rullo .Questi sistemi stanno andando in disuso. POMPE VOLUMETRICHE Si basano sul principio della compressione e sono molto precise. POMPE SIRINGA Si basano sul principio che il pistone di una siringa viene spinto in modo continuativo e permettono di impostare velocit decimali.Possono contenere solo piccoli quantitativi. POMPE ELASTOMERICHE O ELASTOMERO Sono dispositivi monouso per l'infusione continua di farmaci in soluzione a velocit preimpostata .
ALLESTIMENTO DELLA VIA INFUSIONALE SCELTA DELLA VENA SCELTA DEL CATETERE POSIZIONAMENTO DEL CATETERE
SCELTA DELLA VENA La sede di incanulazione va scelta in base allet, alle condizioni del letto vascolare, al tipo di soluzione e alla durata della terapia prescritta. Nell adulto si preferiscono le vene degli arti superiori, quali la cefalica, la basilica e le metacarpali. Sono preferibili i siti distali e solo in caso di necessit quelli prossimali. Possibilmente scegliere vene di grosso diametro che possano garantire unadeguata emodiluizione dei farmaci infusi .
SCELTA DEL CATETERE La scelta del catetere vascolare dipende dalle caratteristiche chimico-fisiche delle soluzioni da infondere, dal volume e dalla velocit di infusione e dalla durata della terapia. indicato usare il presidio del calibro pi piccolo possibile rispetto al calibro della vena. Cannule di grosso calibro comportano un maggiore rischio di complicanze infettive, inoltre la scelta di cateteri del calibro pi piccolo possibile permette un maggiore flusso ematico adiacente alla cannula e ai tessuti diluendo maggiormente la soluzione infusa e riducendone lazione lesiva locale soprattutto quando le soluzioni sono ipertoniche.
POSIZIONAMENTO DEL CATETERE 1. CON AGO CANNULA 2. CON AGO BUTTERFLY
CON AGO CANNULA Effettuare il lavaggio della mani e usare i guanti. Preparare il sito di venipuntura , disinfettare attorno al sito con soluzione clorexidina in alcool etilico o isopropilico; attendere 3-4 minuti fino allevaporazione della soluzione asettica. Applicare il laccio emostatico circa 7-10 cm sopra il sito di puntura e individuare la vena adatta. Afferrare il braccio distalmente rispetto al punto che si intende pungere ed ancorare la vena con il pollice sinistro circa 2,5 cm sotto il punto di accesso dellago; tendere la cute per immobilizzare la vena. Informare il paziente che si sta per pungere. Pungere la vena con unangolatura di 20-30 avanzando la cannula di qualche mm, nel momento in cui refluisce sangue nella camera di flashback rilasciare il laccio.
CON AGO CANNULA Estrarre lago parzialmente per evitare di perforare laltra parete della vena, mantenere saldamente la cannula dalla camera di flashback e contemporaneamente rimuovere il mandrino, avanzare il catetere mentre si sfila lago dalla vena. Esercitare una digitopressione sopra il sito di venipuntura per evitare la fuoriuscita di sangue. Raccordare la linea infusiva precedentemente preparata allago cannula, aprire il regolatore di flusso ad una velocit che consenta di mantenere la perviet della via daccesso. Fissare la cannula con una medicazione sterile, trasparente o garzata. Il fissaggio della cannula non deve influenzare il flusso di sangue attorno al catetere e deve prevenire i movimenti della cannula che potrebbero causare irritazioni meccaniche della vena. Controllare il corretto posizionamento del catetere iniettando 5 ml di soluzione fisiologia salina sterile. Smaltire i mandrino nel contenitore per taglienti. Togliere i guanti e lavare le mani. Registrare lavvenuto posizionamento del catetere, vanno indicati inoltre la sede di posizionamento, il diametro e la data. CON AGO BUTTERFLY Applicare il laccio emostatico e reperire la vena da pungere, disinfettare la zona prescelta, scegliere il butterfly del calibro desiderato. Aprire la confezione senza togliere il proteggi-ago e il proteggi-raccordo . Stringere le alette tra pollice e indice di una mano, togliere il proteggi ago con laltra. Pungere la vena e, appena il sangue refluisce nel tubicino, introdurre lago per circa 3/4 della sua lunghezza. Sciogliere il laccio emostatico e lasciare le alette; togliere il proteggi raccordo e collegare rapidamente il deflussore, allentare il morsetto e controllare che il liquido fluisca regolarmente in vena. Fissare lago con strisce di cerotto disposte parallelamente e trasversalmente. Regolare il flusso e coprire la zona con garza sterile. Documentare lavvenuta somministrazione.
MA COME SI FA? -NEI LATTANTI -NEI BAMBINI -NEGLI ANZIANI
NEI LATTANTI Nei lattanti la sede preferita per linserzione di un catetere la testa, attraverso le vene epicraniche . Questa pratica risulta essere piuttosto difficoltosa poich i lattanti difficilmente stanno fermi . Richiede la collaborazione di pi infermieri. Il fissaggio del catetere avviene con gesso.
NEI BAMBINI Nei pazienti pediatrici,prima di ogni cosa, importante unanalisi attenta della situazione esistente in base alla patologia, et, peso. E opportuno eseguire delle indagini strumentali per studiare i vasi (Eco-doppler, angiografia..) e dunque valutare bene il tipo di inserzione che pi opportuno praticare. In Pediatria si visto che vi una scarsa tollerabilit verso i CVC-PORT a causa delle punture ripetute: psicologicamente hanno una risposta negativa. Sono invece meglio tollerati i CVC tunnellizzati , come ad esempio i Groshong (la valvola si associa a minor rischio di reflusso ematico e di embolia gassosa).
NEGLI ANZIANI I pazienti geriatrici presentano pi problemi legati alla somministrazione di farmaci per via endovenosa dovuti al deperimento dei vari tessuti o organi e alle stesse vene. I problemi pi comuni sono: -letto vascolare pi fragile; - maggiore incidenza di effetti collaterali; -meccanismi farmacocinetici modificati; -scarsa presenza di proteine trasportatrici nel sangue; -stato psicologico. E bene valutare in anticipo tutti i possibili problemi e decidere, con il medico le possibili soluzioni ( posizionamento di un CVC, dosaggi ecc..).
RESPONSABILITA E COMPETENZE INFERMIERISTICHE Linfermiere ai sensi dellart. 1 comma 3 del D.M. 739/94 garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche. Inoltre rientra nelle competenze dellinfermiere la valutazione dei sintomi, la segnalazione degli effetti collaterali e di reazioni avverse e quindi la richiesta e la proposta di modificare, se necessario, gli interventi terapeutici. Infine la somministrazione di farmaci precedentemente preparati da altri infermieri una prassi professionalmente scorretta.
REGOLA DELLE 7 G L infermiere nella propria pratica deve attenersi alla regola delle 7 G 1. GIUSTO PAZIENTE 2. GIUSTO FARMACO 3. GIUSTO DOSAGGIO 4. GIUSTA VIA DI SOMMINISTRAZIONE 5. GIUSTO ORARIO 6. GIUSTA CONSERVAZIONE 7. GIUSTA REGISTRAZIONE
Bibliografia B.K.Timby ,ed McGraw-Hill Companies , 2011, Fondamenti di Assistenza Infermieristica A.Brugnoli , L.Saiani , ed.Sorbona , Napoli, 2010, Trattato di Cure Infermieristiche Sitografia http://www.scribd.com/doc/49240681/ Gestione-terapia-EV http://www.haemopharm.it/ ita / deflussori.php https://sites.google.com/site/farmacieresponsabilita/documenti/speciale-terapia- endovenosa http://www.gestionerischio.asl3.liguria.it/pdf/gen-ds-il- prescrizione%20e%20somministrazione-00.pdf http://www.rossoemergenza.it/Formazione/Via%20venosa.pdf http://it.wikipedia.org/wiki/Fleboclisi http://allserviceinfermieri.oneminutesite.it/ http://www.evidencebasednursing.it/revisioni/2007_linee_guida_CVC.pdf MENU