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il Ducato

P er i o di c o del l I s t i t ut o per l a f o r ma z i o ne a l gi o r na l i s mo di Ur bi no
Quindicinale - 12 dicembre 2005 - Anno 15 - Numero 10
Internet: Ducato on line - www.uniurb.it/giornalismo
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Malt empo, agricolt ura in crisi
Allarme Coldiretti: Ma nella provincia il bilancio solo provvisorio
Pioggia e straripamenti hanno lasciato sui campi 5 milioni di danni
Nella capitale dei diamanti ne-
ri comincia la stagione di rac-
colta del nero pregiato. Ma l'80%
della produzione proviene dalle
coltivazioni, le tartufaie artifi-
ciali, che realizzano l'antico so-
gno di produrre i tuberi preziosi.
Tra promesse di investimenti si-
curi, mille segreti e concorrenza
aggressiva, un giro d'affari na-
zionale di 400 milioni di euro.
alle pagine 4 e 5
Quando i tartufi
crescono
nellorto di casa
Inc hiesta
L'universit di Urbino compie 500
anni. Fino a novembre 2006 un
programma ricco di eventi ne rac-
conter la storia dal 1506 a oggi.
Ma le difficolt non mancano. Do-
po la decisione del Governo di non
statalizzare lateneo, si teme per i
tagli ai finanziamenti. Bogliolo:
Non ci credo. Negati anche i fon-
di per le celebrazioni.
alle pagine 12 e 13
Il compleanno
dellAteneo
Universit
La storia di Pasquale Rotondi, il
Perlasca dell'arte, finisce in tv.
A gennaio le riprese per la se-
conda parte del documentario
andato in onda su Rai Due a La
storia siamo noi. L' Operazio-
ne salvataggio, portata avanti
da Rotondi, il giovane soprin-
tendente di Urbino, durante i
drammatici anni della guerra,
salv diecimila capolavori. E gi
si pensa di farne una fiction.
a pagina 10
Al Perlasca
dellarte
lomaggio tv
Spettac oli
Il campo polivalente di via Tas-
so pronto da sei mesi. Ma nes-
suno sportivo pu metter piede
nella struttura nuova di zecca.
Tutto per dei certificati di agibi-
lit mai consegnati. Dietro agli
intoppi burocratici, i conti in
rosso della ditta di costruzioni. Il
sindaco Marchetti: Ora passe-
remo alle vie legali.
a pagina 3
La palestra c
lagibilit no
Fermignano
V
isto che Natale cerchia-
mo di essere bipartizan
(che poi dovrebbe signifi-
care no-partizan). C' il declino,
come dice la sinistra; o non c',
come dice il governo, confortato
dal Censis? Tutti probabilmente
concorderanno che c' il declino
per chi sta peggio (lo dice persi-
no il Censis), ma c' la ripresa
per chi viaggia in Suv. E visto che
sta per finire anche quest'anno,
cos spesso piovoso, uggioso e
persino scoraggiante, proviamo
ad augurarci che qualche cosa
cambi, almeno qui da noi, in
questa straordinaria citt, che
vive, in un paesaggio classico,
nel taglio rinascimentale della
sua sky-line, l'atmosfera roman-
tica delle sue strade semidisabi-
tate e l'allegria postmoderna e
trasandata della sua popolazio-
ne di studenti, sempre pi erra-
tica e zingara, impegnata a fare
lo slalom tra i semestri, i moduli,
i crediti, i master, i collegi e le
camere d'affitto, i bar e le biblio-
teche.
Che cosa vorremmo cambiare?
Quest'anno, dopo l'estate, siamo
stati accolti dal gradito benve-
nuto delle rotatorie; avremo pre-
sto la ristruttura-
zione dei par-
cheggi, la Data ha
finalmente un
tetto. Ma poi
abbiamo pensato
con malinconia
alla bretella
appesa l in
mezzo alla valle,
senza n capo n
coda. Si potr
cominciare a finirla?
Abbiamo visto un Comune
pieno di iniziative, spesso bril-
lanti, ma gi a corto di fondi per
spalare la prima neve. Abbiamo
visto un'Universit che ha
affrontato la gravissima situazio-
ne finanziaria
con un rilancio
persino audace
della sua offerta
didattica Ma i
soldi non arriva-
no mai; anche
perch - non-
ostante tutti gli
appelli all'unit e
alla solidariet -
ciascuno spinge
in una direzione diversa.
Insomma Urbino non va certo in
Suv. Riuscir a evitare il declino?
Poich l'anno sta per finire, ed
stato un anno cos cos, evitiamo
di mortificarlo con i propositi e
le morali di circostanza.
Probabilmente questo un
buon momento per dire senza
ipocrisie che non basta fare del
proprio meglio, avere buone
idee, rimboccarsi le maniche. E'
necessario, ma non sufficiente.
Ci vuole qualche cosa di pi. Lo
dice lo spirito del nostro tempo,
dove ormai credibile chi pi
visibile. Attirare grandi personag-
gi, magari con le lauree ad hono-
rem, qualcosa, ma neanche
questo basta. Noi marchigiani
siamo riluttanti, per prudenza,
per scaramanzia, per abitudine, a
pensare in grande. Ma non abbia-
mo alternativa. Dobbiamo impa-
rare. E il buffo che lo sappiamo
fare, ma solo fuori dai confini
della nostra terra. Non c' biso-
gno di fare esempi, che sono sulla
bocca di tutti. Forse il momen-
to. Un cinese famoso diceva: "c'
grande disordine sotto il cielo e
la situazione ideale".
Per evitare
il declino
necessario
pensare
in grande
LEDITORIALE
Torniamo Capit ale
come 500 anni fa
Cinque milioni di danni per
l'agricoltura del Montefeltro.
questo un primo bilancio del-
l'ondata di maltempo delle
scorse settimane. A rivelarlo al
Ducato Giannalberto Luzi,
presidente della Coldiretti per
la regione Marche e la provin-
cia di Pesaro e Urbino. Ma il
bilancio potrebbe aggravarsi:
se le intemperie non concede-
ranno una tregua lammontare
delle perdite potrebbe supera-
re i 150 milioni di euro.
Un quadro desolante che tut-
tavia non ha convinto il
Governo e la Protezione Civile
a concedere lo stato di calami-
t naturale.
Luzi punta il dito anche contro
la Provincia, che ha mostrato,
a suo parere, "soltanto un inte-
resse di facciata" per i disagi
dei coltivatori. "Quest'anno
siamo certi che non vedremo
un soldo, ma meglio che
aspettare anni per i risarci-
menti, ha dichiarato.
Ma 150 millimetri di pioggia
bastano a mettere in ginocchio
l'agricoltura? Per il presidente
della Coldiretti oltre alle
intemperie ha inciso la tenuta
dei fiumi, molti dei quali sono
usciti dagli argini. Anche su
questo aspetto Luzi non
risparmia le critiche. "I nostri
fiumi - ha dichiarato - sono
abbandonati alla malagestio-
ne". E propone che si affidi la
manutenzioni dei corsi fluviali
alle imprese private.
Natale sul ghiac c io in piazza Duc a Federic o
U
na pista di ghiaccio che costa 100 mila euro. Dal 16 dicembre al 16 gennaio si potr pat-
tinare (a pagamento) davanti al palazzo Ducale. Levento arriva a Urbino dopo il rifiuto di
Pesaro, che non ha aperto piazza del Popolo al ghiaccio. Una massiccia campagna pubblicita-
ria, un ricco cartellone di eventi collegati e le telecamere della Rai dovrebbero richiamare tanta
gente in piazza Duca Federico. Ma non mancano le polemiche. a pagina 3
a pagina 6
il Ducato
2
Nat ale a luci e ombre
Tante le iniziative previste ma gli addobbi non convincono
Commercianti critici con il Comune: Scelte sbagliate che non attirano i turisti
Il sindaco:
Nel 2004
andata
bene. Troppe
polemiche
inutili
L
uci che sembrano
salsicce. Lampadine
fulminate. Addobbi
fatiscenti. Se a Natale
ogni citt pi bella
Urbino sembra esse-
re l'eccezione che conferma la
regola.
A due settimane dal 25, infatti,
la citt ancora in alto mare.
Mancano molte luminarie, le
vetrine sono spoglie e l'atmo-
sfera natalizia tutta da
costruire. Almeno secondo i
commercianti che, lontano dal-
l'essere pi buoni come vuole
la tradizione, sono in aperta
polemica con l'amministrazio-
ne comunale.
"Pensano tanto in grande, ma
poi ignorano le cose fonda-
mentali - dice la signora Maria
Cristina Bertolini, del negozio
di articoli da regalo in via
Veneto - Ha visto gli addobbi?
Sono miseri, insufficienti. Ogni
anno paghiamo una tassa al
Comune e ogni anno puntual-
mente peggiorano". Una tassa
di 50 euro che scontenta per-
ch di fatto i risultati non si
vedono: "Le luci sono orribili e
gli addobbi peggio - continua
Flavio della Termoidraulica in
via Battisti - non sembra nean-
che di essere vicino a Natale.
Per questo, molti di noi hanno
deciso di contornare i negozi
con altre luci, ovviamente
pagando di tasca nostra".
Luminarie a parte, ci sono altri
problemi pi urgenti che la
citt deve risolvere. Primo fra
tutti la mancanza di visitatori
durante il periodo natalizio. "A
Urbino, la gente non viene pi,
neanche chi ha lasciato qui la
sua famiglia - afferma la signo-
ra Rosa Maria, fiorista di via
Saffi - il Comune pensa a tante
iniziative che per non rendo-
no nulla. Per esempio, cosa
c'entra la pista di pattinaggio in
piazza? Se la gente non c', chi
volete che pattini?"
"Non mi sembra che la situa-
zione sia cos negativa - contro-
batte il sindaco Corbucci - gli
addobbi sono meravigliosi, le
luci pure. Lo scorso Natale
abbiamo avuto 40mila presen-
ze. Se la situazione fosse come
la dipingono alcuni a maggior
ragione bisognerebbe darsi da
fare per proporre un piano
comune".
E invece l'anno scorso, come
sottolinea il sindaco, tanti
negozi o ristoranti sono rimasti
completamente chiusi. Ma
quest'anno si cambia: le ade-
sioni di alberghi e negozi finora
sono state pi del 70% e un
certo ottimismo inizia ad esser-
ci, nonostante le polemiche.
"Le critiche fanno parte della
vita di ogni citt, ma non pos-
siamo lamentarci sempre -
afferma Egidio Cecchini, della
Confcommercio - anche se
Urbino non New York, noi
faremo la nostra bella figura".
A smorzare i toni anche l'arci-
vescovo Francesco Marinelli:
"Spiritualmente Urbino una
citt molto unita. Pu fare di
pi e lo far".
ILARIA IACOVIELLO
Si inizia presto:
lo psicologo
spiega i rischi
Alc ol e giovani
I
l vino fa buon sangue, la
grappa fa digerire, latte e
cognac sono una buona
cura per il raffreddore:
sugli alcolici ci sono tanti
luoghi comuni. Ma
soprattutto il bisogno di unifor-
marsi al gruppo che spinge
sempre pi ragazzi giovanissi-
mi all'abuso di birra, vino e
aperitivi.
Per arginare il problema la pro-
vincia di Pesaro e Urbino ha
lanciato per il secondo anno il
progetto "Alcoladolescenza",
una serie di incontri tra opera-
tori, insegnanti e studenti delle
scuole medie, tesi a sensibiliz-
zare i ragazzi verso i rischi del-
l'abuso di alcolici.
L'Italia ha un primato in
Europa: quello del primo bic-
chiere, consumato a 11-12
anni. Nel resto della Ue la
media intorno ai 14 anni e
mezzo. Sono dati dell'Istat,
rielaborati dall'Istituto superio-
re di Sanit: nel nostro paese
sono circa 900 mila i giovani
che bevono abitualmente, un
numero che negli ultimi anni
ha continuato a crescere.
"Nelle scuole medie - spiega
Katia Renzoni, una delle psico-
loghe dell'associazione Algor di
Fano, che si occupa degli
incontri - si pu fare un'effica-
ce azione di prevenzione. Alle
superiori, invece, spesso gi
passato il messaggio "no
Martini, no party", non c'
divertimento senza 'devasto',
come i ragazzi chiamano ades-
so lo sballo".
"I problemi sembrano qualcosa
di lontano - ha detto l'assessore
alle politiche sociali Graziano
Ilari, promotore del progetto -
finch non se ne parla in televi-
sione, magari dopo una trage-
dia. Invece bisogna affrontarli
con la prevenzione".
L'anno scorso sono state coin-
volte le scuole di Pergola, Cagli,
Orciano, Montefelcino e
Fermignano. Quest'anno il pro-
getto stato esteso agli istituti
comprensivi di Urbino,
Urbania, Macerata Feltria, Pian
del Bruscolo e Mondolfo. Per
ogni scuola sono previsti tre
incontri con i ragazzi e uno
conclusivo, con insegnanti e
genitori. Il 14 dicembre ci sar
il terzo incontro alla scuola
media di Gallo, il 21, invece, c'
stato lultimo all'Istituto
Bramante di Fermignano, dove
i ragazzi, secondo gli insegnan-
ti, hanno accolto molto bene
l'iniziativa che ha incontrato,
per, il disinteresse dei genito-
ri. "Abbiamo avvisato giorni
prima - ha spiegato Anna Maria
Feduzzi, preside del Bramante -
ma non venuto nessuno".
SALVATORE LUSSU
Addobbi natalizi a piazza della Repubblica. In alto un manifesto degli studenti contro lalcol
"Vogliamo che l'ospedale non sia
considerato un luogo di dolore, ma
che viva e cresca insieme alla citt.
Soprattutto a Natale".
con questo intento che il dott.
Alessandro Bedini, responsabile
marketing dell'Asl 2 di Urbino illu-
stra al Ducato i progetti che l'ospe-
dale realizzer durante il periodo
natalizio. Tante iniziative dirette non
solo ai bambini e agli adulti ricove-
rati, ma anche a tutta la popolazio-
ne.
Si inizia il 17 dicembre al Cinema
Ducale con uno spettacolo di bene-
ficenza dal titolo "Un Natale tutto
da ridere" che vedr la partecipazio-
ne di maghi e animatori della zona.
L'iniziativa sar ripetuta il 19 dicem-
bre al Teatro comunale di Cagli, il
20 al Battelli di Macerata Feltria e il
4 gennaio al Teatro Bramante di
Urbania.
Il biglietto di 5 euro e il ricavato
verr destinato in parte all'acquisto
di attrezzature sanitarie per l'ospe-
dale e in parte al progetto di adozio-
ni a distanza "Un sorriso a
Ruhengeri", progetto promosso dal-
lassociazione Il Granello di sena-
pe per il sostegno di circa 500
bambini ruandesi orfani di genitori
morti a causa del virus Aids.
L'ospedale sar impegnato anche
in un'altra iniziativa, giunta que-
st'anno alla sua terza edizione.
Il titolo "Un sorriso in corsia" fa
riferimento alla tecnica della clown-
terapia, la terapia del sorriso che
molti ospedali utilizzano per miglio-
rare le condizioni dei malati.
Animatori e giocolieri festeggeranno
con giochi e spettacoli le feste coin-
volgendo gli adulti e i bambini rico-
verati.
Il 19 dicembre all'ospedale di Cagli,
il 20 a Sassocorvaro e il 22 a
Urbino.
L INIZIATIVA
Feste in corsia con animatori per grandi e piccoli
P
er tutti gli sport. Cos era stato pen-
sato, un anno e mezzo fa, il nuovo
"campo polivalente" di Fermignano.
Ora che pronto, per, nessuno sportivo
o aspirante tale pu metterci piede. La
struttura di via Torquato Tasso finita da
mesi, dal 31 maggio per l'esattezza, e il
cartellone dei lavori stato tolto. Ma da
allora le porte rosse sono rimaste chiuse.
E nessuno parla di inaugurazione.
Il problema un pezzo di carta che
manca. Anzi pi di uno: "La palestra
finita ma purtroppo abbiamo difficolt a
ottenere il collaudo statico della struttura
e quello degli impianti dalle ditte che li
hanno realizzati", spiega il
sindaco Fabio Marchetti.
"L'impianto in regola - con-
ferma il responsabile
dell'Ufficio tecnico, l'architet-
to Stefano Ciacci - ma senza i
certificati di agibilit non pos-
siamo fare entrare nessuno".
L'amministrazione chiede da
tempo le carte all'Edilca srl di
Alessandro Catani, la ditta
che nel maggio del 2004 vinse
il bando per la costruzione del
campo, per un importo com-
plessivo di 292 mila euro.
L'Edilca a sua volta doveva
ricevere i certificati dalle ditte
incaricate della realizzazione
dei singoli impianti. Una di
queste la Prima srl di
Gallarate (Varese), che della
palestra ha realizzato telone di copertura,
impianti di riscaldamento e di luce:
"Abbiamo i certificati qui in ufficio - dice
l'amministratore unico Monica De Maria
- ma non li daremo se prima l'Edilca non
ci paga. Abbiamo ricevuto solo un asse-
gno a febbraio, ma mancano ancora 50
mila euro". La Prima srl gi passata alle
vie legali, richiedendo un decreto ingiun-
tivo contro la ditta di Catani. Non da
escludere che anche le altre abbiano fatto
lo stesso, visto che dalla banca dati della
Camera di commercio risultano una cin-
quantina di esposti nei confronti
dell'Edilca, per assegni emessi in data
successiva all'estinzione del conto cor-
rente. Tutti del periodo tra febbraio e
luglio di quest'anno, in prossimit e subi-
to dopo la chiusura dei lavori (iniziati nel-
l'estate 2004 e finiti il 31 maggio 2005).
"Non si fanno trovare": sia il Comune che
il responsabile dei lavori, l'ingegnere
Claudio Sisa, hanno cercato di contattare
l'Edilca, ma senza successo. In effetti,
andando a Fermignano in via Mazzini 5,
dove registrata la sede legale della ditta,
non si trova nessuno. Solo le etichette sul
citofono e accanto alla porta . I vicini rac-
contano che la ditta si trasferita da alcu-
ni mesi. Anche della Catanicostruzioni, di
cui Catani risulta socio unico, non si sa
pi nulla: la targa nello stes-
so condominio, una scala pi
avanti. Stesso numero di tele-
fono, stesso logo. Stessa porta
chiusa. "Abbiamo aspettato i
certificati ma ora siamo
costretti a passare alle vie
legali", dice il sindaco
Marchetti. "Se neanche cos
otterremo le carte, faremo il
collaudo a spese nostre".
Gli sportivi di Fermignano,
dunque, dovranno avere
pazienza. Anche perch, risol-
ti i problemi burocratici, ci
sar un altro gradino da supe-
rare. Le associazioni sportive
della citt sono tante. E molte
aspettano una struttura coper-
ta. "L'idea che una associa-
zione prenda la gestione della
struttura e a poi si coordini
con le altre per dividersi tempi e spazi",
spiega l'assessore allo Sport Daniele
Arduini. "Se non si mettono d'accordo,
dovremo fare un bando". La festa di inau-
gurazione sembra sempre pi lontana.
3
CITT
Una pista davanti a palazzo Ducale
Ghiaccio in piazza,
si pat t ina
su 100mila euro
L evento promosso dalla Regione
Dopo il rifiuto di Pesaro, limpianto
arriva per la prima volta a Urbino
S
olitamente il Natale
scivola addosso agli
urbinati come se
niente fosse.
Quest'anno, secondo
le aspettative di regio-
ne, provincia e comune
dovrebbero essere gli urbinati a
scivolare. Sul ghiaccio di una
pista di pattinaggio. Ed per
questo che dal 16 Dicembre al
16 Gennaio in piazza Duca
Federico sar ricreata una
Cortina d'Ampezzo in miniatu-
ra. Ma le dimensioni della
pista, 20 metri per 30, non
ingannino: la Ils sport agency,
la societ specializzata nel
"divertimento d'asporto" che
gestir l'evento, ha pensato in
grande. Una campagna pubbli-
citaria a tappeto che ha travali-
cato i confini regionali e un'i-
naugurazione con i ballerini e i
campioni di pattinaggio del
Coni. Chi, invece, allo sport
preferisce la tavola non rimarr
deluso. Per i primi tre giorni di
"Sportipico" - non a caso l'ini-
ziativa si chiama cos - accanto
a una piazza del ghiaccio ce ne
sar una dedicata al gusto,
piazza Rinascimento. Qui
saranno allestiti gli stand con le
specialit gastronomiche dei
produttori locali e i vini mar-
chigiani selezionati dall'asso-
ciazione italiana sommelier.
Per l'occasione arriveranno a
Urbino anche le telecamere Rai
della Vita in Diretta e della
Prova del cuoco. Una grande
vetrina per la citt ducale, ma a
che costo? 100mila euro tondi
tondi, sborsati quasi per met
(45mila euro) dall'assessorato
regionale alle politiche giovani-
li e allo sport.
Il prezioso palcoscenico rina-
scimentale urbinate, per,
stata solo una seconda scelta
per "gli specialisti del ghiac-
cio". La Ils, che tra l'altro affitta
i pattini a ore, avrebbe preferi-
to la pi ampia platea di Pesaro
per montare la propria pista. Il
Comune non ha concesso
all'Ils la centralissima piazza
del Popolo e non se n' fatto
pi nulla. "E' stata una rinun-
cia forzata la nostra - spiega
Ilaro Barbanti, il vice sindaco
pesarese - ma il cartellone
natalizio era gi pronto e non
avevamo che da offrire una
piazza secondaria". Solo allora
per la pista si pensato a
Urbino, che di piazze libere ne
ha in abbondanza, anche sotto
le feste. In lizza fino all'ultimo
Borgo Mercatale e piazza Duca
Federico. Per l'assessore comu-
nale alla cultura Lella Mazzoli
"l'ideale sarebbe stato colloca-
re la pista all'ombra dei torrici-
ni, scenario imperdibile anche
per le telecamere Rai". Per l'as-
sessore regionale alle politiche
giovanili Gianluca Carrabs, e
per Egidio Cecchini, presidente
urbinate della Confcommercio,
lo spazio migliore per i pattina-
tori sarebbe stato quello nel
cuore della citt. E cos stato:
lo scorso 6 dicembre sono par-
Dal 16
dicembre al 16
gennaio si potr
pattinare
(a pagamento)
in piazza
Duca Federico
LEONARDO ZELLINO
PAOLO RUSSO
titi i lavori per portare tra le
mura di Urbino la prima pista
di ghiaccio che si ricordi da
queste parti. Per un mese, giu-
rano gli organizzatori, in piazza
Federico si respirer l'atmosfe-
ra natalizia tipica dei villaggi
dolomitici: pattinatori incalliti,
abeti decorati e magari viene
gi anche la neve. E se non
fosse per quel cantiere a ridos-
so di palazzo Ducale che non
sar smantellato per l'intera
durata di "Sportipico", sembre-
rebbe davvero di stare in
Trentino Alto Adige. "Lo abbia-
mo ridotto il pi possibile -
assicura il vice sindaco Lino
Mechelli - ma non potevamo
eliminarlo del tutto". I pattina-
tori se ne faranno una ragione,
speriamo solo che le telecame-
re Rai non indugino troppo su
quel particolare. Superata la
questione scenografica resta in
piedi un altro problema: il
basolato della piazza resister
al peso della pista di ghiaccio?
"Credo siano state prese tutte
le precauzioni del caso - dice
Mechelli - ma, in ogni caso,
avevamo gi in programma di
risistemare la pavimentazio-
ne".
Fermignano, il giallo della palest ra
Il campo polivalente
in via Torquato Tasso
costato 292 mila euro
LAURA TROJA
Pronta da maggio
non mai stata
aperta al pubblico
il Ducato
4
A caccia di t art ufi
nellort o di casa
Si apre la stagione del nero pregiato, l80% proviene dalle piantagioni artificiali
Acqualagna, boom delle coltivazioni. Tra segreti e scetticismo
Ma davvero si possono coltivare
tartufi e guadagnarci? Non
unattivit semplice, ma si pu
fare, spiega Vilberto Stocchi,
preside della facolt di Scienze
motorie e biochimico di grande
esperienza. La diffusione delle
tartufaie artificiali nella zona di
Acqualagna cominciata negli
anni 70 e continua ancora oggi.
Ormai l80% della produzione di
tartufo nero pregiato viene dalle
coltivazioni. Invece, per il bian-
co, pi raro e costoso, non
ancora possibile. Qualcuno per
dice di esserci riuscito. Come la
famiglia Remedia, noti cavatori
che raccontano di aver creato
tartufaie di bianco, scegliendo il
terreno giusto. Difficile sapere se
la verit o un banale depistag-
gio anti-concorrenza.
Per lo sviluppo di un tartufo,
intorno alla radice di un albero,
occorre linterazione di vari fat-
tori, agevolati dal clima favore-
vole e da un terreno adatto. Non
come piantare patate: lequili-
brio riproduttivo delicato, e
pu capitare che la piantagione
non dia frutti. Uno pu creare la
sua tartufaia da 300-400 alberi
per ettaro - dice Stocchi - con
querce, pini, tigli o lecci. Da
curare con attenzione, cos come
il terreno. Dopo 4-5 anni si vedo-
no i primi risultati. In ogni caso,
non c un raccolto assicurato
stagione per stagione. Forse par-
lare di coltivazione impro-
prio. Ma, per lo studioso, le colti-
vazioni sono il modo migliore
per rimediare alla riduzione delle
quantit in commercio.
Questa unottima annata per i
tartufi, grazie alle piogge abbon-
danti dei mesi scorsi. La stagione
del nero pregiato cominciata
da pochi giorni e sta per conclu-
dersi quella del bianco. I prezzi
del bianco oscillano tra i 2.500 e i
3.000 euro, mentre il nero pregia-
to varia intorno ai 300. Ad
L
assessore al Tartufo
siede spesso accan-
to al sindaco. Non
il villaggio dei Puffi,
ma la giunta comu-
nale di Acqualagna.
Che dal 99 ha deciso di creare
questo incarico, per gestire il
ricco mercato del diamante
nero. Un affare di centinaia di
milioni di euro, che ha fatto di
questo paese la capitale del tar-
tufo, ormai alla pari con la pie-
montese Alba. Un primato rag-
giunto grazie anche ai sempre
pi diffusi campi di tartufi, le
tartufaie artificiali. Ma sulla pos-
sibilit di coltivare fruttuosa-
mente questi tuberi preziosi,
specie per i profani, le opinioni
sono discordi. Tanti hanno inve-
stito, non sempre con buoni
risultati. Ricerca scientifica e
tentativi empirici si mescolano e
disorientano. Una conseguenza
che a molti, forse, non dispiace.
Perch nel mondo dei tartufai, il
segreto tutto.
Un naso meccanico
che riconosce la qualit
DallUniversit di Urbino una scoperta
scientifica di rilievo mondiale
Tuber magnatum Pico, Tuber Melanosporum, Scorzone,
Bianchetto. Sono nove i tipi di tartufo sul mercato. Ma
spesso anche i commercianti fanno difficolt a distin-
guere un tipo da un altro e la truffa sempre in aggua-
to. Vilberto Stocchi, studioso di biochimica e appassio-
nato di tartufi da anni, ha ideato un metodo per identifi-
care scientificamente tutte le caratteristiche organoletti-
che del prezioso frutto sotterraneo, senza intaccarne la
superficie. Una scoperta che stata pubblicata que-
st'anno su Rapid Communications in Mass
Spectrometry, una rivista scientifica internazionale di
grande autorevolezza. Si tratta di un sensore che inter-
cetta le particelle volatili che vengono rilasciate dal tube-
ro. Il metodo costituisce uno strumento per un rapido
controllo di qualit - ha spiegato il professor Stocchi -
con il vantaggio di non intervenire fisicamente in nessun
modo sul tartufo".
TECNOLOGIA
GIANVITO LO VECCHIO
Acqualagna c il mercato allin-
grosso pi importante dItalia. Il
giro daffari nazionale di 400
milioni di euro e i 2/3 terzi della
produzione passano per il paese
di Enrico Mattei. Lo slogan citta-
dino Tartufo tutto lanno e il
diamante nero il punto di rife-
rimento di tante iniziative locali.
Non ci sono solo le tre fiere
annuali e il turismo gastronomi-
co. Ma anche cose pi piccole,
come il Club degli amici del tar-
tufo e la Borsa, con il listino-
prezzi aggiornato ogni settima-
na. Tra queste iniziative, accessi-
bili dal sito web comunale, c
anche la proposta di investire
nel tartufo.
Il Comune promuove lidea, ma
la compravendita gestita dalla-
genzia Marchethings. Il costo
dei terreni per tartufaie varia tra i
15mila e i 30mila euro e al
momento c un forte interesse,
dice la responsabile Barbara M.
Sul sito si parla di unattivit red-
ditizia, che garantirebbe un otti-
mo ritorno economico. In pi,
sono disponibili fondi comuni-
5
LINCHIESTA
Il giro daffari nazionale di 400 milioni di euro
tari a sostegno del progetto
imprenditoriale. Dopo sette
anni, grazie a tecniche testate e
col favore del clima, arrivano i
primi frutti.
Promesse di guadagno facile, cui
lesperto Umberto Marini guarda
con scetticismo. Le tecniche di
laboratorio sono migliorate, ma
per i tartufi a decidere sar sem-
pre la natura. Che sceglie sempre
a caso. Cinquantanove anni,
discendente di grandi tartufai
contadini, stato il fondatore
della prima cooperativa italiana
di cavatori, ed autore di libri sui
preziosi tuberi. Ha visto da vici-
no il contagio della febbre del
tartufo, un desiderio di fare soldi
che porta ogni anno circa mille
persone a fare lesame per lauto-
rizzazione. Solo nella nostra pro-
vincia i tesserati sono 16mila.
Tanto interesse diffuso, ma il suo
giudizio aspro: Per la febbre
del tartufo, molti hanno perso la
salute e gli affetti. Alcuni sono
riusciti a viverci. Pochissimi si
sono arricchiti, soprattutto i
commercianti.
Marini insiste molto sul concetto
di casualit naturale: Le tartu-
faie artificiali nella zona occupa-
no centinaia di ettari. Se ne pos-
sono fare altre nei terreni margi-
nali, contribuendo anche a rim-
boschire larea. Il risultato, per,
rinviato nel tempo ed sempre
aleatorio. In media, circa l1.5%
delle piante per ettaro d buoni
frutti. Poi, maggiore la qualit
del tartufo coltivato, maggiori le
possibilit dinsuccesso: i miglio-
ri sono i pi vulnerabili. Anche i
tartufi sono cari agli dei.
C
e ne sono anche due
da caccia.
Dobbiamo difen-
derci dai cinghiali,
spiega sorridendo
Fabrizio Remedia.
Ma tutti gli altri cani dellalleva-
mento sono cercatori di tartufo.
Se sono portati, lo vedi subito,
fin da cuccioli. Non dipende
dalla razza, ma dal territorio e dal
clima. Ci sono cani dal pelo pi
corto che si muovono meglio tra
le sterpaglie e i rovi e altri che
soffrono meno il freddo, specie
se c' la neve, spiega il padre di
Fabrizio, Aldo, che ha 80 anni e
tutte le mattine va a farsi un giro
con uno dei suoi cani nelle terre
che circondano la
sua casa a pochi
chilometri dal
centro di
A c q u a l a g n a .
Quando passia-
mo vicino alle
cucce, i cani dei
Remedia si agita-
no, vogliono usci-
re. Per loro un
gioco, non sono
mai stati costretti
con la forza. La
prima gabbia
quella della Lola,
che per oggi
non c' - conti-
nua Fabrizio -
andata con mio
fratello a Roma
per una dimo-
strazione. S, per-
ch Lola diven-
tata una vera
celebrit. Ha al
suo attivo molte
gare vinte e ha
dimostrato come si cercano tar-
tufi persino nel giardino della
casa Bianca, a Washington.
Unaltra, piccola piccola fa salti
di due volte la sua altezza.
Questa una trovatella.
L'hanno abbandonata alla fiera
del tartufo, qui ad Acqulagna.
L'abbiamo presa e allevata e
anche lei ha cominciato a cerca-
re tartufi da sola. Ma bisogna
stare attenti perch a lei piace
mangiarli
Trova! Trova! grida Aldo.
Hanno fatto uscire un cane dalla
gabbia, la vera erede della Lola.
Fabrizio e suo padre Aldo, lo inci-
tano a cercare in un piccolo qua-
drato di terra davanti alle cucce.
Il cane corre veloce in cerchio
attorno ai cespugli e il muso
basso rasente il terreno produce
un suono come di uno stantuffo.
In pochi secondi Fabrizio ha un
piccolo tartufo nero in mano.
Andare a tartufi una specie di
sport e a volte lo sforzo e maggio-
re del risultato. Ti viene da dire;
ma chi me lo fa fare. Eppure
Fabrizio, suo fratello Giorgio, il
padre Aldo, e anche le figle di 12
anni non possono fare a meno
del piacere di cercare il prezioso
tubero con il loro cane.
Io non li mangio
da anni - raccon-
ta Fabrizio - un
po come succede
ai pescatori che
non mangiano
pi pesce. E non
si tratta nemme-
no di un vero e
proprio lavoro.
Raccogliere tartu-
fi un po come
uno sport. Si
cammina tanto e
ci vuole allena-
mento. Una pas-
sione faticosa.
tutta una questio-
ne di amore per la
natura e per i
cani, bisogna
divertirsi a cerca-
re. Con i soldi di
mezzo c' sempre
chi prova a fare il
furbo, Aldo si fa
pi serio: Vanno
a cercare tartufi di
notte, lasciano le buche aperte e,
si sa, l'acqua non fa bene. I cani
sono le prime vittime delle scor-
rettezze. Li avvelenano con i
bocconi. Ci mettono di tutto -
spiega Aldo - anche il veleno per
topi. Il cane ci mette due giorni a
morire, soffrendo tantissimo.
Ma queste, stando ai racconti dei
Remedia, sono cose che ad
Acqualagna non succedono.
"Noi ci rispettiamo e se qualcuno
viene qua glielo diciamo in faccia
"anche con modi bruschi, ma i
cani non si toccano".
LORENZO LUZI
Nella foto
grande, tar-
tufi pregiati
avvolti nel
fazzoletto
tradizionale.
In alto, una
tartufaia ad
Acqualagna.
A destra,
Giorgio
Remedia e
la sua
cagna Lola
Tra cane e padrone
amore a primo fiuto
La storia dei Remedia
il Ducato
6
Nei campi gi 5 milioni di danni
Dopo il maltempo gli agricoltori del Montefeltro fanno i conti delle prime perdite
Negato finora lo stato di calamit naturale. Giannalberto Luzi (Coldiretti): Non vedremo neanche un soldo
G
iannalberto Luzi,
presidente della
Coldiretti per la
regione Marche e
per la provincia di
Pesaro e Urbino
ormai rassegnato: Siamo pi
tranquilli che in passato, tanto
siamo sicuri che questanno i soldi
non arriveranno. Affidarsi ai poli-
tici inutile: tanto vale affidarsi al
cielo, anche se questanno dal
cielo arrivata la sventura di
un'ondata di precipitazioni che
non si registrava dal 1969. "Nostro
Signore ci d sempre pi di quel
che meritiamo", sospira. Gli
amministratori invece...
Presidente, a quanto ammontano
i danni del mal-
tempo per le
aziende agricole
della nostra pro-
vincia?
Le perdite per le
colture rimaste
nei campi, come
insalata e cavol-
fiori, sfiorano gi i
5 milioni di euro.
Ma una stima
parziale. Il bilan-
cio ben pi
drammatico se
teniamo conto dei
danni causati da frane e smotta-
menti.
in grado di quantificarlo?
Se le intemperie concederanno
una tregua nelle prossime setti-
finanziamenti per interventi
straordinari. Oggi un'ora di esca-
vatore costa come dieci ore lavo-
rative.
L'ondata di maltempo avr rica-
dute sull'occupazione?
Bisogna affidarsi al cielo. Se non
sar bello nelle prossime settima-
ne temo che la met dei lavoratori
stagionali potrebbe restare a casa.
Nel solo Montefeltro vivono di
agricoltura circa 4mila persone.
Ci aspetta il solito rincaro inver-
nale nei prezzi della verdura?
Oggi sul mercato i prodotti che
vengono da fuori, senza la dovuta
etichettatura, sono cos numerosi
che terranno bassi i prezzi. Con le
evidenti ricadute sulla produzio-
ne nostrana.
mai possibile, che 150 mm di
pioggia mettano in ginocchio la
nostra agricoltura?
Purtroppo s. Anche se il vero pro-
mane i coltivatori potranno semi-
nare. Altrimenti, soprattutto per la
zona da Fermignano in su, dove il
50% dei terreni
sono ancora nudi,
sar un disastro.
Salterebbe la rota-
zione delle colture
e le perdite supe-
rerebbero i 150
milioni. Ma oltre
al calcolo moneta-
rio ora di fare un
bilancio politico.
Oggi la manuten-
zione del territorio
inadeguata.
Certo, alcune
responsabi l i t
sono degli agricoltori, ma dinanzi
a questi eventi, tuttaltro che ecce-
zionali negli ultimi anni, bisogna
pensare a una nuova politica per
l'agricoltura. Noi chiediamo
blema questa volta stato la tenu-
ta dei fiumi. E questo da ascrive-
re a una mala gestione, che oso
definire una non-
politica. Oggi le
amministrazioni
potrebbero affida-
re la manutenzio-
ne dei fiumi a
aziende private. In
un quadro di rego-
le certe i fiumi
devono essere
puliti da alberi e
materiali di risul-
ta.
Perch non vi
stato concesso lo
stato di calamit
naturale?
Ormai inutile chiedere lo stato di
calamit naturale. Con le nuove
normative non ci sono pi i risar-
cimenti diretti, ma l'attivazione di
polizze multirischio. Ma dal 2004
questa legge non finanziata.
Quest'anno, stranamente siamo
pi tranquilli che
in passato, tanto
siamo sicuri che i
soldi non arrive-
ranno. Sempre
meglio del calva-
rio di anni di atte-
se. I coltivatori del
Montefeltro devo-
no ancora avere la
liquidazione per le
grandinate del 2001
e per la siccit del
2003 arriver un
risarcimento solo
per il 23% dei
danni.
La Provincia per vi appoggia.
Linteressamento stato solo di ver-
nice. Le leggi esistono, bisogna avere
la responsabilit di finanziarle.
Gli allagamenti
delle settimane
scorse nella
valle del
Metauro.
Nel riquadro:
Giannalberto
Luzi
FRANCESCO MAGNANI
Esclusi
nuovi rincari
della verdura
Prezzi bassi
solo grazie
ai prodotti
importati
Manca
una politica
per i fiumi
Affidiamo
la loro pulizia
a imprese
private
Se continuano
le intemperie,
met dei
lavoratori
rischia di
restare a casa
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I
7
ECONOMIA
LUnione Europea
punta sulle Coop
S a un fondo della regione Marc he
U
n laboratorio che
crea ceramiche,
bomboniere e
biglietti d'auguri,
dove gli artisti
lavorano con i
loro tempi. E' la cooperativa
sociale Francesca, che a Urbino
d lavoro a dodici ragazzi, tutti
disabili. "Ci finanziamo con la
vendita dei nostri prodotti -
spiega il presidente Antonio
Bernardini - ma stare in piedi
sempre pi difficile". Francesca
solo un piccolo esempio di una
realt, quella delle cooperative,
che nelle Marche ha grande
importanza: quasi 1.500 imprese
attive, 377 in provincia di Pesaro
e Urbino.
Se n' accorta
anche l'Unione
europea, che ora
attribuisce alle
cooperative uno
status che tiene
conto del loro
ruolo chiave nel
sistema del
Welfare. Con il via
libera della
Commissione la
Regione Marche
costituir un
fondo destinato
alle piccole e
medie imprese
cooperative per investimenti in
capitale di rischio. "E' la prima
volta che lo Stato concede alle
cooperative aiuti specifici con il
benestare dell'Unione europea",
spiega Danilo Marchionni, che
segue il settore alla Regione. Il
fondo, costituito per met da
risorse pubbliche e per met
finanziato dai privati, contribui-
r a coprire le spese del capitale
sociale della cooperativa, con un
impegno dei soci a rilevare le
quote di partecipazione pubbli-
ca. Per avere accesso alle risorse
le cooperative dovranno presen-
tare progetti di investimento per
un massimo di 10 milioni di
euro: termine ultimo il 31
dicembre 2006. Tutto partito
da una legge regionale, la n.
5/2003, che prevede un sostegno
alla capitalizzazione delle
imprese cooperative. La Regione
dovr ora modificare l'articolo 3
della legge e trovare gli investito-
ri privati tramite un bando di
gara. "L'iter iniziato, ma ci vor-
ranno ancora sette-otto mesi
perch si completi" aggiunge
Marchionni.
La provincia di Pesaro-Urbino
il cuore della cooperazione
sociale regionale, con realt
importanti come l'Ipercoop, la
Conad e le banche di credito
cooperativo. "La cooperazione
in questo momento vive per
una situazione difficile", spiega-
no Legacoop e Confcooperative,
che registrano le maggiori ade-
sioni nella regione. "Il settore
risente soprattutto di due fattori:
i tagli al Welfare, che hanno
ridotto le risorse
ai Comuni, prin-
cipali commit-
tenti dei servizi
delle cooperative,
e l'aumento del
costo del lavoro.
Gli enti locali
spesso non
hanno adeguato
la tariffe, cos
l'aumento dei
costi si scarica-
to tutto su di
noi", si lamenta-
no le associazioni
di categoria.
Situazione che colpisce anche la
provincia di Pesaro e Urbino,
dove Urbino pu vantare alcune
situazioni di eccellenza.
La cooperativa Di Vittorio, che
festeggia i 25 anni di attivit e
occupa 45 persone, ha un capi-
tale sociale di 50mila euro e offre
servizi che spaziano dalla pulizia
alla gestione dei parcheggi. "Dal
2001 - spiega il vicepresidente
Mario Rosati - abbiamo creato
anche la Servizi Pi, che d lavo-
ro a 35 persone, tra cui 10 disabi-
li, e facciamo parte di due con-
sorzi". TerraBio, invece, com-
mercializza prodotti biologici e
raggruppa 57 aziende.
Specializzata nella coltivazione
di erba medica e leguminose,
TerraBio, con un capitale sociale
di 367mila euro, esporta in
Germania, Francia, Svizzera,
Austria e Grecia.
A lezione di assist enza
Al via da gennaio corsi per badanti straniere
I
o seguo due anzia-
ni disabili, marito
e moglie di 84 e 80
anni, dalla cola-
zione alla pulizia
della casa, fino
alla cena. Viviamo insieme".
Questa la vita di Ina, una donna
di 36 anni che ha scelto di lascia-
re la Moldavia per fare la badante
in Italia. Con i 775 euro al mese
che guadagna, Ina riesce a soste-
nere la sua famiglia, un marito e
due figli, rimasti a Cahul, suo
paese natale. Ad aiutarla a trovare
lavoro, nel 2002, le amiche che si
trovavano gi qui. Ma assistere
una persona anziana, spesso dis-
abile, non semplice, special-
mente per chi viene dall'estero e
parla con difficolt l'italiano.
Per migliorare le proprie compe-
tenze, Ina sta partecipando ad un
progetto organizzato dal comune
di Urbino - il primo a livello
europeo - in collaborazione con
le citt di Granada, Monaco,
Helsinki e Resita, in Romania. Si
chiama progetto Essential
(European social services entail
immigrants alliance) ed stato
finanziato dall'Unione Europea
con uno stanziamento di 400mila
euro.
Dopo una prima fase di campa-
gna informativa, da gennaio ini-
zieranno due corsi di formazione
professionale rivolti a 30 badanti.
Tra le materie in programma, lin-
gua italiana, geriatria, alimenta-
zione, sicurezza nei luoghi di
lavoro e cura della persona. "Il
corso professionale - ha spiegato
Adriana Bramante, referente del
progetto e responsabile del
Centro servizi immigrati - mira a
fornire alla famiglia una figura
valida e ad arginare la disoccupa-
zione femminile in et adulta,
specialmente per le straniere".
Sono molte le donne che vengo-
no dall'Est europeo per fare le
badanti: "Su 1100 immigrati
regolari titolari di residenza -
continua Adriana Bramante -
dopo marocchini, albanesi e
macedoni, impiegati nei settori
dell'industria, della lavorazione
del legno, nell'edilizia, sono le
donne dell'Est che compongono
la terza realt lavorativa, e si
mantengono facendo le badan-
ti".
E la possibilit di lavorare a
Urbino come badante o colf non
manca. Quasi un quarto della
popolazione residente costitui-
to da persone che hanno pi di
sessantacinque anni: 3.573 (in
maggioranza donne) sui 15.347
urbinati, secondo i dati
dell'Anagrafe.
La paga di una badante regola-
ta dal contratto collettivo nazio-
nale che riguarda il lavoro dome-
stico. Lo stipendio minimo di
555 euro per nove ore di lavoro al
giorno, ma di solito supera i 750
euro. Il contratto comprende
anche vitto e alloggio, la tredice-
sima e il trattamento di fine rap-
porto. Una badante ha anche
diritto al pagamento dei giorni di
ferie in proporzione ai giorni di
lavoro. "Se perde il lavoro - spiega
Claudia Bernardini, responsabile
dell'ufficio immigrazione della
Cgil - la badante ha diritto a un
massimo di sette mesi di disoc-
cupazione, di cui i primi cinque
pagati al 50 % e i restanti al 30%".
Inoltre, se il permesso di soggior-
no di una badante disoccupata
sta per scadere, viene automati-
camente prolungato fino a sei
mesi per attesa occupazione, ma
solo per una volta. E per le donne
che dimostrano di avere un allog-
gio e contratto a tempo indeter-
minato, c' anche la possibilit
del ricongiungimento familiare.
Una speranza anche per Ina, che
sta preparando le pratiche per far
venire in Italia i suoi figli, "forse
l'anno prossimo", dice.
ALICE MONNI
CONCITA MINUTOLA
Le risorse
a favore di
piccole e medie
imprese
per investimenti
fino a
10 milioni
Da Bruxelles
400mila euro
per finanziare
il progetto
di Urbino,
unico in Italia
il Ducato
8
L alt ro Raf f aello,
un garibaldino
in capo al mondo
I
n via Santa Margherita,
il 15 dicembre 1817,
nacque un bambino con
i capelli rossi. Il padre,
Biagio Carboni, lo chia-
m Raffaello. Erano le
tre di notte.
Quel neonato sarebbe diven-
tato un garibaldino appassio-
nato, un dram-
maturgo fallito,
un interprete
plurilingue in
terre lontanissi-
me da Urbino.
Irrequieto, divo-
rato dall'ansia di
viaggiare e arric-
chirsi. Ma quella
notte, ai piedi
della fortezza
Albornoz, nes-
suno avrebbe
potuto immagi-
narlo.
Mercoledi 15 dicembre 2005 -
quasi duecento anni dopo -
Desmond O'Grady, poeta e
giornalista australiano, terr
una conferenza sul libro pi
famoso di Raffaello Carboni,
La barricata di Eureka (The
Eureka Stockade), che narra la
rivolta dei minatori di Ballarat,
a circa cento chilometri da
Melbourne. Uno scontro san-
guinoso che segn la nascita
della democrazia in Australia.
La figura dell' "altro Raffaello"
- rivoluzionario e poliglotta -
sar ricordata nella sede urbi-
nate dell'Unilit, l'Universit
libera itinerante rivolta agli
anziani.
La vita di Carboni fu un avven-
turoso intreccio di luoghi ed
eventi. Studente all'universit
di Urbino, part nel 1838 per
Roma. L venne assunto dalla
potente famiglia Torlonia
come bancario, anche per la
straordinaria conoscenza delle
lingue: parlava inglese, france-
se e tedesco. Undici anni
dopo, nel 1849, impugn le
armi con Giuseppe Garibaldi
per difendere la neonata
Repubblica Romana dai fran-
cesi, alleati del papa.
Dopo la sconfitta dei repubbli-
cani decise di abbandonare la
citt.
Fu l'inizio di un lungo vaga-
bondaggio: viaggi in
Germania e in Inghilterra,
spingendosi fino in Australia,
dove sbarc in cerca d'oro nel
1852. Si stabil a Ballarat, in
un'epoca in cui i minatori
accendevano i sigari con le
sterline inglesi. Scavava per
portare alla luce le pepite, ma
prevaleva su tutto il desiderio
di arricchirsi alla svelta per
tornare in Italia. Pens anche,
con l'amico Brentano, di fab-
bricare mattoni e venderli con
l'obiettivo di trasformare la
baraccopoli di Ballarat in una
nuova Urbino. Bisognoso di
un periodo d'isolamento,
and a vivere con gli aborigeni
Tarrang. Scrisse un dizionario
della loro lingua e il poema
Gilburnia, che narra la conte-
sa di due cacciatori bianchi
per una ragazza aborigena.
Nel 1854 avvenne la svolta.
Quell'anno i
minatori di
Ballarat rifiuta-
rono di pagare le
licenze per l'e-
strazione dell'o-
ro, imposte dal
governatore di
V i c t o r i a .
All'inizio di
dicembre, tre-
cento soldati
della corona
inglese affronta-
rono e imprigio-
narono duecen-
to minatori, tra cui Carboni.
Sembra che non brill per
coraggio durante gli scontri
della "barricata di Eureka": si
era nascosto in un camino di
mattoni e tufo per prendere
appunti.
Accusato di alto tradimento,
fu assolto dal tribunale e, per
il primo anniversario della
rivolta (1855), pubblic un
libro in inglese, The Eureka
Stockade, infarcito di citazioni
in latino, tedesco, francese e
italiano. And a ruba. Nel frat-
tempo il governo di
Melbourne aveva riconosciuto
alcuni diritti ai minatori: furo-
no i primi semi del sindacali-
smo e della democrazia in
Australia.
Quando lart e scopre la solidariet

una scena
impressa negli
occhi di tutti: le
mani che si
allungano per
chiedere un
aiuto. Un aiuto che a volte viene
ascoltato, a volte no. Lo sanno i
potenti, lo sanno i mezzi di
comunicazione, lo sanno
soprattutto quelli che si trovano
a doverlo chiedere. E lo sa anche
l'arte che guarda al tema con un
nuovo impegno. "Lotta alla
povert nel mondo". questo il
titolo della biennale di Ankara,
in Turchia. Centinaia di opere
che analizzano questo tema. Lo
fa anche un artista urbinate,
Carlo Iacomucci, che per l'occa-
sione ha realizzato il quadro
"Chiedete e vi sar dato?". Si
potrebbe leggere una vena pole-
mica nel punto interrogativo,
ma l'artista vede piuttosto "uno
stimolo per sensibilizzare l'opi-
nione pubblica".
Si tratta di un quadro emblema-
tico. "Mi sono ispirato alle mani
che chiedono e si allungano
quando passano gli aiuti umani-
LUIGI BENELLI
Da Roma
in Australia,
un viaggio
avventuroso
tra minatori
e ribelli
dellOttocento
Due anni dopo la rivolta di
Ballarat il garibaldino del
Montefeltro sal a bordo del
piroscafo francese Princess
Eugenie: destinazione India,
con tappe in Cina e in Medio
Oriente.
Poi, di nuovo in Italia. Era il
1860, i garibaldini avevano
contribuito a unificare l'Italia.
Carboni, inarrestabile, scese a
Palermo e - sembra su racco-
mandazione di Giuseppe
Garibaldi - divent traduttore
e uomo di fiducia del primo
ministro siciliano Francesco
Crispi.
In seguito entr con il grado di
ufficiale nell'esercito piemon-
tese, ma lasci le armi dopo
appena nove settimane. Il
richiamo dell'arte era ancora
forte. In seguito alla breccia di
Porta Pia torn a Roma, ormai
capitale del Regno d'Italia.
Mor all'ospedale San
Giacomo degli Incurabili nel
1875. La sua tomba non mai
stata ritrovata.
La conferenza del 15 dicembre
- che si terr presso
l'Universit libera itinerante -
non la prima occasione per
ricordare il rivoluzionario: nel
1974 il Comune di Urbino e il
ministro dell'Immigrazione
australiano inaugurarono una
lapide in via Santa Margherita,
dedicata a "uno dei capi com-
battenti nella battaglia di
Eureka Stockade".
La riscoperta di Carboni
avvenne nel 1980, quando
Nino Randazzo, giornalista
australiano e direttore del
"Globo" di Melbourne (ma
nato in Sicilia, a Salina), pub-
blic la prima traduzione in
italiano di The Eureka
Stockade. Quest'anno ricorro-
no 150 anni dalla prima pub-
blicazione dell'opera, data alle
stampe nel 1855.
LUCA DELLO IACOVO
Universit e anziani
Sono due le principali novit del nuovo anno accademi-
co dellUnilit, lUniversit libera itinerante di Pesaro e
Urbino, che ospiter la conferenza su Raffaello Carboni
(vedi articolo). Infatti, le lezioni e i seminari gratuiti -
tenuti da docenti universitari o esperti - sono entrati a
far parte di un progetto culturale tutelato dallUnione
europea. Inoltre, verranno trasmessi su Radio Incontro.
LUnilit stata fondata 18 anni fa, nel 1988.
Ha sedi in sette comuni: Cagli, Fossombrone , Peglio,
SantAngelo in Vado, Fano, Pesaro e Urbino. E ununi-
versit della terza et: Gli anziani hanno diritto alla for-
mazione osserva con vigore Sergio Pretelli, presidente
dellistituzione. Soprattutto gli anziani che non devono
subire il periodo del pensionamento: possono occupar-
lo in modo attivo attraverso listruzione. Gli iscritti
nella citt ducale sono circa trenta.
ISTRUZIONE
La storia poco nota dellurbinate Carboni, che part dalla citt ducale e arriv
9
CULTURA
Il fondo perduto
di Elio Vittorini
A Urbino i doc umenti dello sc rittore
sofferta. "Dopo la morte di mio
nonno - prosegue il nipote - la
casa di Milano sembrava un
castello della Transilvania.
Segretaria, governante e vedova,
per paura che gli venisse sottrat-
to il patrimonio, tenevano tutto
chiuso in casa. Ero poco pi che
ventenne quando con mio zio
recuperammo i libri e la corri-
spondenza: in casa trovammo
addirittura il posacenere di mio
nonno ancora pieno delle sue
cicche fatte con il filtrino di car-
tone. Durante la notte trasfe-
rimmo tutto a casa di Sandro
Quasimodo, il figlio di
Salvatore, di cui mio nonno
aveva sposato la sorella. A quel
punto, per, non sapevamo
come muoverci perch i beni di
mio nonno
erano vincolati
dalla sovrinten-
denza lombarda.
Come sempre
dopo la morte di
uomini di cultu-
ra, era stato
costituito un
fondo a suo
nome per impe-
dire che quel
prezioso reper-
torio andasse
perso. Il presi-
dente era
Vittorio Sereni, un uomo molto
intelligente, che ci aiut a libe-
rare il fondo per deciderne le
sorti. Cos dopo qualche anno
di ricerca, abbiamo scelto di
lasciare il carteggio di mio
nonno alla citt ducale. Non
capisco i timori della curatrice,
non abbiamo alcuna intenzio-
ne di ritirare la donazione".
La cosa certa che a frugare tra
le sue lettere, si capisce che
Elio Vittorini fu uno dei princi-
pali animatori della scena cul-
turale. Larchivio custodisce
1400 tra lettere e cartoline di
oltre 526 corrispondenti diver-
si. Gli scritti sono posteriori al
'45, perch il
resto and perso
nei bombarda-
menti che colpi-
rono Milano
durante la
seconda guerra
mondiale. Molte
sono corrispon-
denze saltuarie:
si tratta di indi-
cazioni tecniche
e appuntamenti
interni ai princi-
pali circoli edito-
riali, come
Bompiani, Einaudi e
Mondatori.
il caso delle lettere di
Calvino, Pratolini e Pavese. E
poi le missive scambiate con
pittori e politici: Silvio
Guarnieri, Renato Guttuso e
Francesco Legnetti. Ma
Vittorini ebbe anche un impor-
tante ruolo di mediatore inter-
nazionale, come si deduce dal
carteggio con James Laughlin,
uno dei pi noti editori america-
ni; Dionys Mascolo, mediatore
dei rapporti tra Francia e Italia e
Andr Frnaud, poeta della resi-
stenza francese; e Marguerite
Duras.
I
n citt nessuno conosce
l'esistenza di questo pre-
zioso "scantinato lettera-
rio". Carlo Bo lo aveva
battezzato Archivio urbi-
nate, un fondo creato per
conservare carteggio e docu-
menti di vari autori, tra cui
quelli dello stesso Carlo Bo, di
Elio Vittorini, di Leone Traverso
e altri. Bisogna risalire alla sua
curatrice, la professoressa
Ursula Vogt, dell'Istituto di lin-
gue, per saperne qualcosa.
"Presto metteremo il catalogo
su internet - assicura la docen-
te - inserendolo nella
Fondazione Carlo e Marise Bo e
vorremmo anche spostare il
carteggio nella casa dell'ex-ret-
tore, in via Santa Chiara. un
peccato che non si studi pi la
letteratura, Elio
Vittorini in parti-
colare. Era un
f o r mi d a b i l e
or gani z z at or e
della cultura ita-
liana: il suo car-
teggio molto
interessante per-
ch aiuta a rico-
struire la scena
culturale degli
anni Cinquanta
e Sessanta".
A dispetto delle
rassicurazioni, per, i dati sono
poco confortanti. Quando
chiediamo alla docente il
numero degli accessi al fondo
Vittorini, la risposta deluden-
te: "Negli ultimi quindici anni,
gli studiosi che si sono spinti a
Urbino per consultare i docu-
menti, sono solo dieci". Il
sospetto che manchi del tutto
la volont di pubblicizzare il
fondo, non solo per l'esplicita
volont di proteggerlo dall'usu-
ra. Il timore espresso dalla
curatrice che, non essendoci
alcun atto ufficiale di donazio-
ne, ma solo una lettera del
figlio Demetrio Vittorini
(attualmente a
Lugano), qualcu-
no voglia spo-
starlo in un cen-
tro universitario
pi accessibile o
riprenderselo e
trasformarlo in
una collezione
privata.
Per chiarire la
questione, il
Ducato ha rag-
giunto al telefo-
no il nipote del
l e t t e r a t o ,
Tommaso Vittorini, arrangiato-
re e direttore d'orchestra, che
vive a New York. "Siamo stati io
e mio zio Demetrio (il figlio di
Elio Vittorini, ndr), gli unici
eredi rimasti, a fare la donazio-
ne dopo la morte di mio nonno.
La ricerca durata anni, alla
fine abbiamo lasciato il carteg-
gio di mio nonno alla citt di
Urbino perch ci mettessero le
mani solo gli studiosi 'pi
motivati'. stata una scelta
fatta per salvaguardare il patri-
monio di famiglia. E poi Carlo
Bo era un caro amico, oltre che
un raffinato intellettuale.
La storia del carteggio Vittorini
lart e scopre la solidariet
tari - spiega Iacomucci - Escono
da barriere verdi che simboleg-
giano problemi che non si
riescono sempre a risolvere.
Sono mani stilizzate, scarne, ma
grandi perch c' sempre la spe-
ranza di raccogliere pi cose". Il
cerchio simboleggia il mondo e
scendono sette gocce come i
colori della luce, anche questo
un simbolo di speranza. In alto a
sinistra un richiamo alla terra di
orgine dell'artista: Urbino. C'
un aquilone, simbolo di libert,
ma anche elemento distintivo
della citt ducale. "Io sono cre-
sciuto con il gioco delll'aquilone,
ne ho tre in studio" conferma
l'artista.
Cresciuto nel montefeltro,
Iacomucci si formato alla scuo-
la del libro di Urbino prima di
raccogliere importanti successi
nel campo artistico della pittura
e dell'incisione. Lavora spesso
con l'estero: ha esposto in
Argentina, Canada, Spagna. Ma
ha avuto riconoscimenti anche
in Italia con la biennale a palaz-
zo Reale di Milano, la biennale
dell'incisione a Campobasso e il
riconoscimento "Bartolini"
come incisore nelle Marche. Il
suo studio a Macerata, ma
ALESSIA GIZZI
legatissimo a Urbino. fra i fon-
datori della galleria d'arte "Il
pellicano" a Trasanni e un gior-
no spera di tornare a Urbino con
una mostra. "Non dipende da
me una
mostra a
Urbino, nes-
suno profeta
in patria, io di
certo non
chiedo nulla
anche perch
spesso la poli-
tica non
sempre d'ac-
cordo con
l'arte".
Non sar pro-
feta in patria,
ma l'invito
alla biennale
turca lo ha
i mp e g n a t o
molto. "Ho
realizzato l'a-
crilico cercan-
do di lanciare
un messaggio.
Sicuramente la cultura, le arti
visive e musicali aprono a nuovi
ascolti. Sono in grado di rag-
giungere tante persone e pi il
coro grande, pi c' gente che
ascolta. Una biennale dedicata
al tema della povert un gran-
de impegno".
In corso ad Ankara e stata realiz-
zata nell'ambito del progetto
internaziona-
le socio-uma-
n i t a r i o
" G r a me e n
icrocredito" ,
su iniziativa
del parlamen-
tare turco Aziz
Akgul presi-
dente della
"Fondazione
turca contro
lo spreco".
Le opere sono
state donate
dagli artisti e
sono e sono a
disposizione
d e l l a
"Fondazione
che provvede-
r, con la loro
vendita, a
dare un pic-
colo aiuto alle popolazioni pove-
re. "Il senso proprio questo -
chiude Iacomucci - si pu fare
parecchio cominciando da
medicine e cibo".
A sinistra,
Giuseppe Garibaldi guida
le sue truppe
nella Battaglia
di Milazzo, di Arnaldo Badodi.
Prima pagina de La Santola,
opera teatrale
composta da Raffaello Carboni
e ambientata nel periodo
della Repubblica Romana.
A destra, una dedica
dello scrittore Elio Vittorini
a Carlo Bo. In basso,
il dipinto Chiedete
e vi sar dato..?
di Carlo Iacomucci.
nel continente australiano per la corsa alloro
Preoccupati
i curatori
della raccolta
Manca
la donazione
ufficiale
degli eredi
il Ducato
10
La t v vuole ancora
il Perlasca dellart e
A gennaio le riprese del documentario su Pasquale Rotondi e lavventurosa
I drammatici viaggi delle opere pi preziose fino al Vaticano
Un premio
da Sassocorvaro
Per rendere omaggio a Pasquale Rotondi, il pro-
getto "Arca dell'Arte" ha istituito un premio
dedicato ai salvatori dell'arte. Il Premio Rotondi
articolato in quattro sezioni (Marche, Italia,
Europa, Mondo) e un premio speciale della giu-
ria. E' assegnato ogni anno a coloro che si
sono distinti per esemplari azioni di salvataggio
del patrimonio artistico.
La premiazione avviene ogni anno, a giugno a
Sassocorvaro, con la consegna di una scultura
ideata e realizzata appositamente dall'artista
Arnaldo Pomodoro. Nel 2005 hanno ricevuto il
riconoscimento, tra gli altri, un anonimo benefat-
tore di Gorlitz (Germania) per la sezione Europa
e la storica Caterina Bon Valsassina per la
sezione mondo.
PATRIMONI DA SALVARE

il 13 gennaio 1944. Il
"Tesoro di San
Marco" viene nasco-
sto in 23 casse di
legno e caricato su
tre camion. La colon-
na parte da Urbino, con a bordo
le opere d'arte pi belle del
nostro paese. L' "Operazione
salvataggio", portata avanti
attraverso mezza Italia, al suo
ultimo atto, ma il traguardo
ancora lontano e la strada per il
Vaticano tutt'altro che sem-
plice.
Le vie del Montefeltro, tra la
neve e la nebbia, a gennaio
faranno da set cinematografico
alla seconda parte del documen-
tario "La lista di Pasquale
R o t o n d i " . C a r p e g n a ,
Sassocorvaro, Urbino, Bocca
Trabaria e gi fino a Roma e alla
Santa Sede, su quelle stesse stra-
de che Rotondi, il giovane
soprintendente di Urbino, per-
corse, 61 anni fa, tra ansia e
paura, con un'unica missione:
portare in salvo dalle razzie dei
nazisti e dai bombardamenti
della guerra il grande patrimo-
nio artistico italiano. Anche que-
sto, come il primo documentario
del giugno scorso, andr in onda
su Rai Due, nel programma di
Giovanni Minoli "La storia
siamo noi", per la realizzazione
di Rai Educational e della
Comunit montana del
Montefeltro, firmato da
Giuseppe Saponara e Salvatore
Giannella e organizzato dalla
Iota Comunication.
Pasquale Rotondi, o il "Perlasca
dell'arte" come stato definito,
ci mise cinque anni, tre mesi e
otto giorni per salvare 10mila
capolavori italiani. Dalla
Tempesta di Giorgione, al Tesoro
e la Pala d'oro di San Marco a
Venezia, passando per lo
Sposalizio della Vergine di
Raffaello e i Caravaggio di San
Luigi dei Francesi a Roma, ma
anche Tiziano, Piero della
Francesca, Rubens, Mantegna,
Tintoretto e Carpaccio. Li nasco-
se nella rocca di Sassocorvaro e
nel palazzo dei Principi di
Carpegna, li mur nei sotterra-
nei di palazzo Ducale a Urbino,
viaggiando di notte con una vec-
chia Fiat Balilla e il fedele autista
Augusto Pretelli, arrivando spes-
so a un passo dall'essere scoper-
to dai tedeschi e rischiando la
sua stessa vita. Vegli sulla
Tempesta del Giorgione nasco-
sta sotto il suo letto alla villa
Tortorina, finch finalmente dal
Vaticano arriv il s: portare tutto
tra le mura sicure della Santa
Sede, anche le opere che non
appartenevano alla Chiesa. Le
operazioni di trasporto furono
dirette dal soprintendente alle
gallerie di Roma, Emilio
Lavagnino, che riusc a organiz-
zare due viaggi attraverso le
zone battute da mitragliamenti e
bombardamenti. Prima una
colonna composta da tre auto-
treni e un'automobile, che part
LEILA BEN SALAH
alla volta di Roma il 22 dicembre
1943, con a bordo 120 casse con-
tenenti 300 capolavori, tra cui la
Tempesta del Giorgione. Poi un
secondo viaggio, il 13 gennaio
1944, l'ultimo, con il Tesoro di
San Marco, 15 casse con opere
d'arte delle chiese di Venezia, 12
con quadri e oggetti delle galle-
rie di Venezia, 5 con quadri della
galleria di Brera e 25 casse con le
principali opere dei musei e
delle chiese marchigiane. E pro-
prio questi due viaggi saranno al
car
te
llo
ne
Mostre
LARTE IN ARTE
Sala del Maniscalco
Mostra collettiva
Dal 18 dicembre all8 gen-
naio, orario di apertura
dalle 10 alle 12,30 e dalle
16 alle 19,30
LA MADONNA DELLA
GATTA DI FEDERICO
BAROCCI
Palazzo Ducale,
Dall 8
dicembre al
7 marzo, la
mostra sar
aperta dalle
8,30 alle
18; solo il luned chiuder
alle 12,30
LITINERARIO
BAROCCESCO
Centro storico dUrbino
Saranno visibili i dipint i di
Federico Barocci cust odit i in
Cat t edrale, nel Museo
Albani, nellOrat orio della
Mor t e, e nella Chiesa di S.
Francesco.
Dall8 dicembre all8 gen-
naio, dalle 10 alle 12,30
LE VIE DEI PRESEPI
Centro Storico
Nel rispet t o della t radizione
nat alizia urbinat e una serie
di curiose e originali rappre-
sent azioni della nat ivit
saranno collocat e nei luoghi
pi suggest ivi
del cent ro
st orico. I pre-
sepi espost i
sono realizza-
t i con i mat e-
riali pi st rani e bizzarri:
sughero, st offa, ossa
umane, ecc.
Dal 10 al 16 dicembre,
dalle 15 alle 19; dal 17
dicembre all8 gennaio,
dalle 10 alle 13 e dalle 15
alle 19
IL PRESEPE NEGLI EX
LIBRIS
Collegio Raffaello
Dal 10 al 16 dicembre,
dalle 15 alle 19; dal 17
dicembre all8 gennaio,
dalle 10 alle 13 e dalle 15
alle 19
BUON ANNO. IMMAGINI
DELLA COMUNICAZIO-
NE DAUGURI
Palazzo Ducale
Una rassegna at t raverso gli
anni dei pi bei bigliet t i di
auguri nat alizi, dai primi del
900 ai giorni nost ri.
Dal 13 dicembre all8 gen-
naio, dalle 10 alle 13 e
dall 15 alle 19
Il set del primo documentario La lista di Pasquale Rotondi. A destra: una scena di Tilt,
11
SPETTACOLI
operazione salvataggio durante la guerra
B
urattini e marionette,
un asino che sogna di
diventare cavallo,
l'inventore di un
biliardo che diventa
schiavo della sua
stessa creazione. Sono queste
alcune storie presentate al festi-
val del teatro universitario
"Teatro e Contesti", curato dalla
compagnia Aenigma. Ospiti della
quarta edizione gruppi teatrali di
universit straniere come quelle
di Malta e di Salonicco.
La compagnia greca,
"Fractals", ha messo in scena
Asinus Rex, storia di un asino
che scappa dal
suo padrone, si
rifugia in una
foresta dove
riesce a sconfig-
gere un lupo gra-
zie alla sua furbi-
zia e decide di
andare in citt
per diventare
cavallo. Ma non
ci riuscir perch
rimarr asino per
sempre. Il festival
si era aperto con
la pice del
Teatro Aenigma,
Tilt, tratta da
un'opera di
Arthur Adamov, uno degli inven-
tori del teatro dell'Assurdo. In
Ping Pong, il drammaturgo rac-
contava la vicenda degli invento-
ri di un biliardo elettrico che
restano prigionieri del meccani-
smo da loro stessi inventati: sono
costretti infatti a modificare con-
tinuamente le regole del gioco. Il
testo stato adattato assieme
allautore polacco Lech Raczak,
fondatore nel 1964 del "Teatr
Osmego Dnia" che in quegli anni
contestava il regime autoritario
filosovietico. La manifestazione
di quest'anno anche l'antepri-
ma del congresso mondiale del
teatro universitario che far
tappa a Urbino nel luglio del
2006. Un appuntamento lancia-
to nel '95 dall'Associazione inter-
nazionale del Teatro
Universitario fondata a Liegi un
anno prima. Un'associazione di
cui fanno parte cinquanta paesi
Da Liegi a Urbino
universit in scena
Giunge alla IV edizione Teatro e Contesti
LUISIDA DE IESO
e nella quale Aenigma rappre-
senta l'Italia. "L'anno prossimo
avremo dalle 300 alle 500 presen-
ze, dice Vito Minoia, direttore
artistico del Festival e docente di
teatro di animazione alla facolt
di scienze della formazione. Il
tema sar l'attore nel teatro uni-
versitario, con uno sguardo par-
ticolare ai temi sociali.
Un'attenzione quella al teatro
sociale che da una decina di anni
il gruppo di Urbino ha fatto pro-
pria. Nata nel 1987 dalla passio-
ne di studenti universitari,
Aenigma si poi trasformata in
compagnia stabile. Oggi gli attori
sono dieci, quasi
tutti studenti in
corso ma non
mancano gli ex.
Negli ultimi anni
il gruppo si
specializzato nei
"teatri della
diversit", con
spettacoli dedi-
cati all' handi-
cap, alla vita in
carcere e al dis-
agio psichico. A
met dicembre
gli attori andran-
no in scena
assieme ai dete-
nuti di Villa
Fastiggi a Pesaro. Nella manife-
stazione della prossima estate
riproporranno invece l'adatta-
mento de "Il pianeta irritabile" di
Paolo Volponi, che ha avuto come
protagonista uno studente para-
plegico.
Come quest'anno potrebbe essere
utilizzata la struttura del teatro la
Vela dei collegi. Una struttura che
per non basta, dice Minoia.
"Manca uno spazio per il teatro
nonostante il progetto originario
di De Carlo per l'universit fosse
ispirato alla socialit e prevedesse
un anfiteatro all'aperto nella sede
dei collegi. Vorremmo che quello
della Vela fosse trasformato in uno
spazio esclusivamente teatrale.
Ma ci piacerebbe anche che ci
permettessero di utilizzare il teatro
Sanzio non solo per le per le rap-
presentazioni finali, come gi
accade, ma anche per la prepara-
zione degli spettacoli.
centro del secondo documenta-
rio, che si girer tutto con l'aiuto
di attori locali. E che qualcuno
gi pensa di trasformare in un
film o una fiction. "Sarebbe
meglio una fiction - dice il pro-
duttore Oriano Giacomi -
Il documentario andr in onda
in primavera, ma le scene si gire-
ranno a gennaio, appena la neve
scender sul Montefeltro, per
ricreare quello stesso ambiente e
quella stessa atmosfera di 61
anni fa.
Music a
CONCERTI DI MUSICA DA
CAMERA. OMAGGIO A
LUIGI BOCCHERINI
Sala Vecchiotti - Chiesa S.
Francesco
Verranno propost i brani di
Bach, Chopin, Brahms, non-
ch melodie compost e da
Luigi Bocherini
8 e 11 dicembre, ore 18,15
ASSAGGI MUSICALI
Piazza S. Francesco
Un it inerario t ra la musica
nel corso dei secoli. Dal
medioevo, al jazz, passando
per le pi celebri arie dello-
pera e del cinema. Il t ut t o
alliet at o da un buffet di pro-
dot t i t ipici.
7, 14 e 21 dicembre, ore
18,30
CONCERTO DI NATALE
Teatro Sanzio
Lorchest ra di st rument i a
fiat o e il coro polifonico della
capella musicale eseguiran-
no brani nat alizi.
13 dicembre, ore 21
CONCERTO PER FLAUTO
VIOLINO E PIANOFORTE
Chiesa S. Francesco di
Paola
8 gennaio ore 17,30
Cinema
CHICKEN LITTLE
AMICI PER LE PENNE
Nuova Luce
Feriali ore 21.00
Festivi ore 16, 18, 21
Il pollet t o
Chicken Lit t le
provoca il pani-
co quando lan-
cia l' allarme
per la cadut a di
un pezzo di cielo. Divent a lo
zimbello della cit t , ma ad un
t rat t o Chicken lit t le e i suoi
amici devono davvero salvare
il mondo.
USA 2005,Regia Mark
Dindal, Genere Animazione
HARRY POTTER
E IL CALICE DI FUOCO
Ducale sala 1
Feriali ore 21
Festivi ore 16, 19, 22
Il piccolo maghet t o Harr y
non vede l' ora di rincont rare
i suoi amici e rit uffarsi nel
magico mondo del cast ello
fat at o di Hogwards, ma si t ro-
ver, suo mal-
grado, a dover
gareggiare in un
pericolosissimo
t orneo int erna-
zionale t ra
Scuole di Magia.
USA2005, regia di Mike
Newell Genere Fantastico
MR AND MRS SMITH
Ducale sala 2
Feriali 20, 22.15
Festivi 17.30, 20, 22.15
John e Jane Smit h sono spo-
sat i da anni
e at t raversa-
no un perio-
do di crisi.
Ognuno dei
due in realt
nasconde
qualcosa: sono due killer che
lavorano per compagnie riva-
li. Il compit o che gli viene
affidat o quello di uccidersi
a vicenda ma...
USA 2005, Regia Doug
Liman, Genere Commedia
A destra: una scena di Tilt, al Festival Teatro e Contesti
Abbiamo avuto diversi ricono-
scimenti come la medaglia d'oro
consegnata da Ciampi alle figlie
di Rotondi il 4 novembre scorso
o la cerimonia di premiazione
dei programmi Rai il 12 dicem-
bre a Roma, a cui partecipiamo".
il Ducato
10
Cinque secoli di st oria
di un at eneo di campagna
Lapertura del Collegio dei dottori nel 1506, il passaggio sotto la Chiesa e
Carlo Bo trasform Urbino da piccola citt agricola a punto di riferimento della cultura
S
i dice che Mussolini
fosse solito venire in
queste zone, sui
monti del Furlo, per
incontrare Claretta
Petacci. In una di
queste occasioni in cui il Duce
smetteva gli abiti del fascio, per
lasciarsi cadere tra le braccia
della sua amante, ricevette la
visita del rettore dell'universit
di Urbino di allora, Canzio
Ricci. "Voi che siete stato mae-
stro elementare fate un regalo
ai maestri italiani - disse a
Mussolini - fate una facolt di
Magistero a Urbino". Storia o
leggenda che sia, la fortuna
dell'Universit comincia da
qui.
L'apertura del Magistero, nel
1937, segna l'inizio della tra-
sformazione di Urbino in citt
universitaria. Da poche decine
di studenti si passa a 700-800
allievi. E poi, la nuova facolt
porta in citt Carlo Bo, giovane,
ma gi affermato critico, che
chiamato a ricoprire la cattedra
di Lingue e letteratura francese.
Da quel momento la storia
della citt e dell'Universit
prendono un'altra piega. Ma la
storia dell'Ateneo comincia
molto prima, esattamente cin-
quecento anni fa, nel 1506.
L'inizio sembra una di quelle
saghe di famiglia dove nepoti-
smo e realpolitik si incontrano
e danno vita a quello che lo sto-
rico Marinella Bonvini
Mazzanti definisce "un capola-
voro politico". Francesco Maria
I nipote sia di Papa Giulio II
sia del duca di Urbino,
Guidubaldo da Montefeltro. Il
Pontefice preoccupato di dare
una discendenza alla casata dei
Della Rovere dalla quale pro-
viene e chiede al signore di
Urbino, che non pu avere figli,
di adottare il loro comune
nipote. In cambio offre a
Urbino i poteri di una legazio-
ne; fatto che consente alla citt
di aprire la prima bozza di uni-
versit, il Collegio dei dottori.
In sostanza era l'equivalente di
una facolt di Giurisprudenza.
Difficile dire quanti fossero gli
studenti, ma di certo non era
gente che passava le sue serate
al Makkia o al Piquero. "Allora
la vita media era molto pi
breve - spiega Marinella
Mazzanti - si cominciava a stu-
diare il latino a tre anni e si
arrivava all'universit a 14.
Come oggi c'erano gli esami e
una dissertazione finale, ma a
16 anni si era gi laureati".
Per oltre un secolo l'universit
va avanti senza grandi scosso-
ni, fino al 1631, quando si
estingue la casata dei Della
Rovere e Urbino sperimenta
quattro secoli prima di Bossi, la
devolution. Con la devoluzione
il Ducato di Urbino passa sotto
la giurisdizione dello Stato
Pontificio e il rapporto fra
Chiesa e Universit si fa pi
stretto. Varie facolt aprono e
chiudono e l'Ateneo aumenta
la sua attenzione agli insegna-
menti teologici e filosofici.
Nel 1861, con l'unit d'Italia,
l'Ateneo perde il suo legame
con lo Stato Pontificio ed
costretto ancora a cambiare
volto, diventando prima
Universit provinciale e poi
Libera universit.
La vera rivoluzione arriva nel
Novecento. Allora Urbino
solo un piccolo Ateneo di pro-
vincia. Nel 1931, ci sono appe-
na 139 studenti e leconomia
della citt si regge quasi com-
pletamente sull'agricoltura.
"Era un po' una cattedrale nel
deserto in un mondo contadi-
no", sintetizza Paola Catolfi,
presidente del corso di laurea
in Lingue e civilt orientali.
La citt stessa sembra subire
un declino inarrestabile. I vec-
chi palazzi, mai ristrutturati,
iniziano a crollare e il centro
storico patrimonio mondiale
dell'Unesco di l da venire.
Nonostante tutto, l'Universit
va avanti. Durante il fascismo il
rettore Canzio Ricci sfrutta
abilmente le relazioni e le
conoscenze per creare un siste-
ma protettivo. Urbino, per,
non pu considerarsi un
Ateneo fascista, non pi di tutti
gli altri, anche se restano gravi
colpe: "La cacciata di Renato
Treves, uno dei pi grandi
sociologi del lavoro fu un epi-
sodio bruttissimo", riconosce
Luigi Alfieri, professore di filo-
sofia politica a Urbino.
In quegli anni, d'altra parte, si
gettano anche le basi per lo svi-
luppo. Nel 1938 arriva Carlo Bo
che diventa rettore nel 1947
mantenendo l'incarico fino alla
morte nel 2001. E' padre e
padrone dell'Universit, ultimo
dei duchi di Urbino, intellet-
tuale e politico. In una comme-
morazione, il rettore Giovanni
Bogliolo che di Bo allievo,
erede e successore diceva che
per conoscerlo "non basta leg-
gere i suoi libri e ricostruire il
ruolo che ha tenuto nella cultu-
ra e nella societ italiane.
Bisogna andare a Urbino, vede-
re che cosa vi ha fatto e che
immagine vi ha lasciato di s".
Eppure non fu subito amore,
anzi sembra che il suo primo
pensiero sia di scappare da
questa citt troppo piccola,
troppo lontana. Ben presto,
per, matura in lui un progetto.
Il suo obiettivo creare un'uni-
versit campus che diventi un
unicum con la citt e un
modello nel mondo. Ligure fino
al midollo, riservato, cattolico
aperto alle istanze della socie-
t, risponde quasi solo per
monosillabi. Ma le poche cose
che dice sono legge. Sotto sua
dettatura le facolt crescono da
tre a undici, gli studenti si mol-
tiplicano per dieci fino a diven-
tare oltre 20mila.
Al suo fianco, oltre ai professo-
ri, c' un grande architetto,
Giancarlo De Carlo, che guida
lo sviluppo della citt. Negli
anni Sessanta iniziano le
acquisizioni dei palazzi del
centro storico. "E'una specie di
colonizzazione, ma ha permes-
so il recupero materiale e
sociale della citt", sostiene
Paola Catolfi. Cambia anche la
citt, gli urbinati. L'Universit
diventa il pi importante dato-
re di lavoro. Gli anni del boom
economico sono anche quelli
dell'esplosione della popola-
zione studentesca con ragazzi
che arrivano da tutta Italia.
Vengono costruiti i collegi sto-
rici: il Colle, il Tridente, la Vela e
l'Acquilone.
Negli anni Novanta, poi, con la
Sogesta inizia il recupero anche
delle campagne urbinati. Forse
il canto del cigno di Carlo Bo.
La sua creatura ha raggiunto
dimensioni difficilmente gesti-
bili da una sola persona. Nel
1990 il Rettore viene messo in
minoranza dal Consiglio d'am-
ministrazione. Guarda caso
sulla statalizzazione che Bo
vorrebbe perseguire. Minaccia
le dimissioni, poi decide di
restare.
Oggi l'Universit riparte da
quel nodo lasciato irrisolto:
"Per lungo tempo - spiega Luigi
Alfieri - l'essere stati un ateneo
non statale ci ha portato dei
vantaggi. Con la riforma
dell'Universit che concede
l'autonomia alle statali, per,
tutti possono fare quello che fa
Urbino, ma con tre volte i soldi
che vengono dati a noi".
GUIDO MAURINO
Sopra, una foto storica di una biblioteca dellUniversit.
In alto, la vignetta che Staino ha voluto dedicare allAteneo
nella ricorrenza del cinquecentenario
11
UNIVERSIT
A sinistra,
rivisitazione
in stile
Pop Art di un
autoritratto
di Raffaello
del 1506, lo
stesso anno
in cui veniva
fondato
lAteneo.
Nel dipinto
originale
(il primo
riquadro)
il giovane
Raffaello
sembra
quasi uno
studente del
Collegio dei
dottori.
A destra,
il rettore
Giovanni
Bogliolo
A
lla festa per i suoi
500 anni
l'Universit di
Urbino si presenta
elegante ma con il
vestito rattoppato.
Spera nella statalizzazione
entro il 2007, che il Governo ha
sospeso, ma non respinto.
Secondo il rettore Giovanni
Bogliolo l'unico modo per
sopravvivere. Intanto, per, c'
un deficit da colmare subito.
Erano stati promessi 15 milioni
di euro per quest'anno e
altrettanti per il prossi-
mo con una legge
speciale. Nella
Finanziaria sono
scesi a 10. "Un
errore. Rimedie-
remo", si giusti-
ficato il ministro
Letizia Moratti.
La discussione
che inizia questa
settimana in
Parlamento non si
presenta facile visto che
il Governo appare intenzio-
nato a porre la fiducia. Sar,
quindi, una finanziaria prende-
re o lasciare: se i dieci milioni
sono tornati 15, bene.
Altrimenti? "Mi ostino a crede-
re che si tratti di un errore"
continua a ripetere come un
mantra Giovanni Bogliolo.
E se fossero veramente dieci?
Non mettiamo neanche il caso
che lo siano. A quel punto
dovrebbe intervistarmi di
nuovo. Lo escludo, mi rifiuto di
pensarlo. Con 15 milioni ce la
siamo cavata, ma non possono
chiederci altro.
Cosa avete tagliato per rientra-
re nel budget?
Abbiamo ridotto il budget delle
facolt, bloccato il turn-over,
rimandato delle assunzioni.
Tutti espedienti che si fanno
quando si deve gestire un
bilancio deficitario. Ora stiamo
lavorando su un piano di svi-
luppo dell'Ateneo che sia cos
adeguato alle nostre capacit e
corrispondente alle necessit
economiche del gover-
no da essere total-
mente finanziato
a partire dal
2007.
E previsto un
a u m e n t o
delle tasse d'
iscrizione?
Le tasse sono
rimaste prati-
camente uguali
negli ultimi anni.
Uno studente paga
mille euro, come
nella media delle altre
facolt statali. Continueremo
cos, anche perch gli altri ate-
nei marchigiani fanno una
forte concorrenza.
La statalizzazione ancora l'o-
biettivo. Ma perch questa fase
di stand-by?
Il fondo per il finanziamento
ordinario degli atenei quello
che alimenta tutte le universit
statali. Se entra un nuovo com-
mensale, tutti devono fare a
meno di qualcosa a meno che,
a monte, il piatto non venga
rimpolpato. Ma visto che nel
sistema delle universit non
statali non riusciamo ad ali-
mentarci in maniera adeguata,
per essere competitivi bisogna
sedersi per forza ad un'altra
tavola, quella delle universit
pubbliche e come le altre rice-
vere il giusto piatto.
Per la prima volta l'Universit
sembra ridimensionarsi con
alcuni accorpamenti tra le
facolt, per esempio tra
Scienze ambientali e Scienze
matematiche.
Mi risulta per ora questo solo
caso e non parlerei di ridimen-
sionamento, ma di riorganizza-
zione. Dall'esterno non si per-
cepisce che il problema non il
numero delle facolt, ma il
numero e la qualit dei corsi di
laurea. Anche gli istituti ver-
ranno accorpati in dipartimen-
ti e questa sar una grossa rivo-
luzione. In ogni caso, non ci
saranno tagli, nemmeno per il
personale tecnico amministra-
tivo perch siamo sotto organi-
co.
Come immagina l'Universit
di Urbino tra 10 anni?
Dieci anni sono un orizzonte
molto lontano su cui non mi
azzardo. Credo, per, che
lUniversit sar degna del pas-
sato che ha avuto, a condizione
che si crei una piena fiducia
degli obiettivi che si data. Se
si d credito alla sua capacit di
riproporsi come attore, non
solo nel sistema universitario
nazionale, ma nel sistema eco-
nomico, finanziario e sociale
del nostro territorio, credo che
il suo destino sia garantito e
luminoso.
Fest eggiament i a t asche vuot e
Dopo i tagli alla Finanziaria bocciati i fondi per le celebrazioni
I
n grande stile, ma a risparmio. Dopo i
tagli alla Finanziaria anche lemenda-
mento che assegnava fondi allateneo
urbinate per le celebrazioni del cinquecen-
tenario stato giudicato inammissibile.
Fino al prossimo novembre dunque mostre,
concorsi letterari, rappresenta-
zioni teatrali animeranno la citt
ducale per un compleanno di
tutto rispetto, ma con 1,5 milioni
di euro in meno.
Estraneit di materia la moti-
vazione data dalla commissione
Cultura della Camera, che ha
bocciato lemendamento soste-
nuto dagli onorevoli Pietro
Gasperoni e Renzo Lusetti. Il pre-
side della facolt di Lingue
Stefano Pivato, delegato del
Rettore per i festeggiamenti del
cinquecentenario, per rassicura:
Siamo stati realistici e abbiamo
fatto i conti con quello che aveva-
mo. Quei soldi ci avrebbero fatto
comodo, ma per ora siamo riusci-
ti a coprire tutte le iniziative pre-
sentate.
Grazie agli sponsor fino a oggi sono stati
raccolti 760.000 euro, ma nuove trattative
sono in corso e progetti ancora in cantiere
potrebbero presto andare ad arricchire
lanno del cinquecentenario. Intanto saba-
to partito il concorso letterario rivolto agli
studenti e agli ex studenti dellAteneo. I rac-
conti migliori verranno premiati il 15
marzo. Il 18 dello stesso mese sar la volta
del musicista Renato Bruson, che si esibir
in un recital in onore di Carlo Bo. A luglio
nel cortile del palazzo ducale andr in
scena la Calandria, commedia di
Bernardo Dovizi rappresentata
per la prima volta a Urbino nel
1513. La regia sar di Luca
Ronconi, che nel 1966 proprio a
Urbino con i Lunatici fu salutato
dalla critica come uno degli espo-
nenti di punta dellavanguardia
italiana. Tra le iniziative non
ancora pubblicizzate una mostra
prevista per primavera raccoglie-
r le dediche di molti dei perso-
naggi dellarte e della cultura pas-
sati in questi anni per Urbino, da
Dario Fo a Vittorio Sgarbi, da
Tonino Guerra a Giulio Andreotti,
da Margherita Hack a Rita Levi
Montalcini. Per loccasione sar
anche presentato il francobollo
realizzato per il cinquecentena-
rio. E per chi non potr partecipa-
re alle tante iniziative rimangono comun-
que i gadgets: shopper, magliette e spille
sono in vendita nelle librerie per ricordare
una tradizione lunga mezzo millennio.
FRANCESCA PIATANESI
ALESSANDRA BRAVI
Sopra, una delle magliette
in vendita nelle librerie
della citt come souvenir.
Ma con gli sponsor
eventi e mostre
fino a novembre
Subito 15 milioni
poi statalizziamo
Bogliolo parla delle sfide per il futuro
la volta che il rettore chiese aiuto a Mussolini
UNIVERSIT
14
Un ricercatore
del Centro di
biotecnologie
dellUniversit
di Urbino. Nei
laboratori
viene prodotta
la proteina TAT,
base del nuovo
vaccino anti-
Aids
Islam, la mano tesa
parte dallAteneo
Una lettric e di arabo nella Consulta
Un titolo che vale doppio
Ordine di arrivo: Ancona prima, Macerata seconda, Urbino
terza. Camerino deve ancora tagliare il traguardo. Tra le uni-
versit della Regione, stato il Politecnico delle Marche il
primo a concludere un "dottorato in co-tutela" con un ateneo
straniero (Montpellier, Francia), il 4 febbraio 2002. Si tratta di
accordi con facolt di altri Paesi che permettono di consegui-
re dottorati di ricerca riconosciuti sia in Italia che nello Stato
dove ha sede l'altra universit. A Macerata sono due le "co-
tutele" concluse - una nel giugno 2004, l'altra poche settima-
ne fa - e altre nove sono in corso. Infine Urbino. Il 15 aprile
2005 Maria Angela Magnani ha ottenuto il diploma di dotto-
rato di ricerca in Studi interculturali europei grazie a un
accordo con lateneo di Hildesheim, nella Bassa Sassonia
(Germania). Titolo della tesi: I figli di Brecht. Il relatore ita-
liano Luca Renzi, professore di Letteratura tedesca della
facolt di Lingue e letterature straniere; quello tedesco Silvio
Vietta, germanista di Hildesheim. Altri cinque dottorati sono
in corso. Camerino, invece, ancora in attesa che due studen-
ti concludano lo stesso iter in accordo con facolt francesi.
DOTTORATI EUROPEI
LUniversit cont ro lAids
Il Centro di biotecnologie sar lunico a produrre
lingrediente di base per un nuovo vaccino
che entrer presto in sperimentazione su larga scala
D
a mesi sviluppa-
no un vaccino
unico al mondo
che secondo
molti studiosi
entro dieci anni
potrebbe rivelarsi l'arma vin-
cente nella lotta contro l'Aids. I
ricercatori dell'Avitech, struttu-
ra interna al Centro di
Biotecnologie dell'universit
urbinate nei prossimi mesi
produrranno autonomamente,
unici in Italia, migliaia di pro-
teine ricombinanti Tat, l'ingre-
diente fondamentale del nuovo
vaccino anti-Aids messo a
punto dalla dottoressa Barbara
Ensoli, dell'Istituto superiore
della sanit di Roma.
Un preparato che si avvia ad
affrontare una sperimentazio-
ne su larga scala, grazie ai 49
milioni di euro complessivi
promessi per il prossimo trien-
nio dai ministeri della Sanit e
degli Esteri. Tra pochi mesi,
appena otterremo la licenza
dell'Agenzia italiana del farma-
co - spiega il prorettore Mauro
Magnani, direttore del Centro
di biotecnologie - inizieremo a
produrre lotti clinici del vacci-
no che sar somministrato in
Italia e in Africa a migliaia di
volontari sia sani sia malati.
Sar verificata la sua efficacia
nel provocare una risposta
immunitaria dell'organismo.
Nel mondo si stanno sperimen-
tando una trentina di vaccini
anti-Aids. Sono a conoscenza -
dice Magnani - di un solo pro-
getto arrivato alla terza e ulti-
ma fase di sperimentazione,
conclusa negativamente, men-
tre una ventina sono arrivati
alla fase due.
Il preparato italiano si differen-
zia per da tutti gli altri nell'ap-
proccio all'infezione. Non
immunizza l'organismo contro
le proteine di superficie, che
mutano rapidamente - spiega
infatti Magnani - bens colpisce
una proteina strutturale che
serve al virus per moltiplicarsi.
La sperimentazione del nuovo
vaccino ha creato diverse pole-
miche. L'immunologo di origi-
ni urbinati Fernando Aiuti ha
denunciato varie irregolarit
nella prima fase di sperimenta-
zione del preparato, volta ad
accertarne la tollerabilit.
Accuse giudicate infondate
dalla dottoressa Ensoli, che ha
definito il vaccino sicuro e ben
tollerato.
Nell'attesa che le speranze di
vittoria contro lAids diventino
certezza, l'unica difesa contro
l'infezione resta la prevenzio-
ne. Una parola che non si stan-
ca di pronunciare il dottor
Paolo Romano, responsabile
dell'unit funzionale territoria-
le per l'Hiv. Tra il 2003 e il 2004
nel distretto sanitario urbinate
si sono contati, secondo i dati
attualmente a disposizione, tre
nuovi casi di Aids: una cifra
ritenuta non allarmante, ma
neppure rassicurante perch,
spiega Romano, i malati rap-
presentano solo la punta dell'i-
ceberg. Non bisogna infatti
dimenticare i sieropositivi, le
persone in cui il virus non si
ancora manifestato clinica-
mente, che sono molti di pi: le
stime regionali parlano di un
centinaio di nuovi casi all'an-
no. A essere colpiti dall'Aids
sono sempre pi gli eteroses-
suali (nel 2004 costituivano il
46% della quarantina di nuovi
casi regionali), seguiti dai tossi-
codipendenti (28%) e dagli
omosessuali (23%). Nel primo
semestre dell'anno 43 utenti,
tra cui 23 universitari, si sono
rivolti all'ambulatorio di via
Pellipario per informarsi sulla
malattia. 39 persone hanno
fatto il test Hiv, gratuito e ano-
nimo, tutti con esito negativo.
Il 12% delle persone che
hanno fatto da noi il test e che
quindi sono state informate
dettagliatamente sulla preven-
zione - spiega il dottor Romano
- a distanza di tempo ritornano
per gli stessi motivi. Questo il
dato pi allarmante perch
decidono di rischiare ancora. I
pi giovani, secondo lui, non
hanno una corretta percezione
della pericolosit dell'infezione
perch sentono parlare di vac-
cini ipotetici e di terapie che
migliorano s la qualit di vita
del malato, ma che - conclude
Romano - non risolvono per
ora il problema.
L
a mano tesa
da contrap-
porre alla
mano arma-
ta". Dopo
mesi di
polemiche e trattative il mini-
stro dell'Interno Giuseppe
Pisanu ha nominato i membri
della Consulta degli islamici
italiani. Un piccolo parlamen-
to, con solo potere consultivo,
che affiancher il Viminale
nella lotta al terrorismo. E
almeno un dito di questa mano
tesa partir dall'Universit di
Urbino. Kalthoum Ben Soltane,
lettrice di arabo alla facolta di
Lingue orientali, sar infatti
una dei 16 rappresentanti dei
quasi 900mila musulmani che
vivono in Italia, al servizio del
m i n i s t e r o
dell'Interno. 43
anni, tunisina,
Ben Soltane
nel nostro Paese
dal 94 ma solo
dallo scorso
anno insegna
a r a b o
all'Universit di
U r b i n o .
Ben Soltane,
perch Pisanu
ha scelto pro-
prio lei?
Ah, questo
dovreste chie-
derlo a lui. Per quel che mi
riguarda, questa nomina una
sorpresa: sapevo solo che il mio
nome era stato proposto, come
quello di tanti altri, dalla Uil
per la quale ho seguito un pro-
getto di cooperazione con il
sindacato regionale tunisino.
La consulta sar in carica fino
alla fine di questa legislatura.
Avete solo 5 mesi di lavoro.
Quali sono le sue priorit?
Credo molto nel ruolo della
scuola. Io sono madre di un
bambino che frequenta le ele-
mentari a Pesaro. Non c' una
sola ora che dedichino alle sto-
ria delle religioni. Invece que-
sta sarebbe davvero una cosa
educativa e formativa. Sia chia-
ro: visto che siamo in Italia
giusto dare pi spazio al cri-
stianesimo ma sarebbe meglio
inserirlo in una panoramica
completa di tutte le religioni.
Mio figlio, ad esempio, si senti-
rebbe meno escluso se qualche
volta si parlasse anche di Islam.
E poi avrebbe un effetto positi-
vo anche per i bambini italia-
ni
Certo: aiuterebbe cristiani e
musulmani ad essere meno
integralisti. Bisogna spiegare ai
bambini che esistono tanti
modelli e che nessuno
migliore o peggiore di un altro.
Solo se c' un dialogo tra indi-
viduo e individuo ce ne pu
essere uno tra Culture con la C
maiuscola.
Lei si trasferita da Roma a
Pesaro da appena un anno. Si
trovata subito bene qui?
Non mi sono mai sentita poco
integrata perch non ho mai
vissuto il com-
plesso di essere
straniera. N qui
n altrove.
Sta dicendo,
quindi, che sen-
tirsi stranieri,
indicare qual-
cun altro come
straniero una
pura forma
mentale?
C' chi si sente
straniero andan-
do da Napoli a
Roma e chi
semplicemente un cittadino
del mondo. Io non me la sento
di giudicare, dico solo che oggi
secondo me non ci sono pi
scuse all'ignoranza che genera
intolleranza n al vittimismo
che alcuni stranieri non
abbandonano mai. Non pi
permesso a nessuno credere
che in Tunisia ci siano i leoni:
Tunisi a meno di un'ora di
aereo dall'Italia e spesso per
andarci basta un click del
mouse.
A dirla cos sembra facile. Ma
in Italia c' ancora chi cerca di
scoraggiare i matrimoni tra
cristiani e musulmani.
Per le religioni, anche per
l'Islam, una delle funzioni
principale proprio quella di
tutelare la propria continuit.
Purtroppo per fare questo si
finisce per danneggiare le per-
sone. Ma l'amore, mi creda, per
fortuna non conosce frontiere.
Lei, lavorando nel mondo uni-
versitario, quotidianamente
a contatto con i giovani. Pensa
che le future classi dirigenti
saranno pi aperte al dialogo?
Vedo un atteggiamento unani-
me di dissenso e di paura nei
confronti degli attuali conflitti
e questo mi d speranza. Certo
gli universitari non possono
essere considerati un campio-
ne rappresentativo perch stu-
diano lingue straniere, perch
sono a contatto ogni giorni con
persone e culture diverse, per-
ch sono naturalmente aperti
alle cose nuove. In giro per ci
sono anche tanti ragazzi che
non hanno memoria storica e
cultura politica.
La Consulta degli islamici ita-
liani lo strumento giusto per
affrontare questi problemi?
Questo glielo sapr dire dopo.
L'obiettivo che la mano tesa
superi i risultati ottenuti finora
con la mano armata. (p.r.)
Ben Soltane
nominata dal
ministro
Pisanu. Qui
non mi sono
mai sentita
straniera
MONICA NARDINI
Anche lo sport
festeggia
sotto lalbero
Il 28 dic embre
U
n anno di vittorie raggiun-
te e sfiorate. Un anno di
sudore e di sogni. Un
anno di sport, quello che sar
festeggiato il 28 dicembre al
palazzetto di via dell'Annunziata.
"Sport in festa 2005" sar una
vera e propria serata di gala, con
musica, cabaret e karaoke, dove i
protagonisti saranno solamente
gli atleti urbinati. "La maggior
parte degli sportivi di Urbino
non sono professionisti sono
dilettanti che fanno sport solo
per passione, spiega l'assessore
allo Sport Maria Clara Muci, che
sta organizzando l'evento, per
questo il loro impegno vale dop-
pio e noi testimonieremo il
nostro apprezzamento conse-
gnando, durante la festa, una
targa ad ogni societ".
Ma quanti atleti, o aspiranti tali,
ci sono a Urbino?
Millecinquecento, secondo una
stima di Candido Cecconi,
responsabile dell'ufficio Sport del
comune. Tra squadre di calcio,
associazioni di atletica, palestre di
Judo e Karate, amanti della pesca
e del tennis, bocciofili, ballerini,
ginnasti e ciclisti, in totale sono 28
le societ sportive che operano
sul territorio. Le pi grandi e
naturalmente le pi importanti
sono la Polisportiva Robur Tiboni,
che ha una squadra di pallavolo
in serie A2, e l'Urbino calcio S.p.a.
che gioca il campionato nazionale
dilettanti. (L.Z)
Magnini divent a st udent e
ma lo fa con st ile. Libero
Dopo essersi laureato campione ai mondiali di Montreal
Le gare di nuoto sono come un esame: se hai studiato non ti fai prendere dal panico
S
e devo decide-
re tra due ore e
mezza a fatica-
re in piscina e
cinque ore sui
libri non ho
dubbi: scelgo mille volte la
prima cosa". Probabilmente tra
gli studenti italiani Filippo
Magnini non l'unico a pen-
sarla cos. Ma sicuramente
uno dei pochi che si pu per-
mettere di trascurare i libri
senza sensi di colpa. Perch a
furia di macinare chilometri in
vasca - e fare impolverare un
po' i libri - si portato a casa il
titolo di campione del mondo
dei cento metri stile libero, un
bronzo olimpico e un paio di
campionati europei.
Ma il nuotatore pesarese in
fondo un bravo ragazzo, e del
bravo ragazzo non si fa manca-
re neanche la dichiarazione pi
classica: "Io l'universit la
voglio finire, ci mancherebbe
altro". Cos quest'estate ha
deciso di iscriversi a Scienze
motorie allUniversit di
Urbino. Di esami ancora non
ne ha dati, ma sulla sua carrie-
ra di studente ha le idee chiare:
"Non sar un allievo modello,
ma non ci voglio mica mettere
quindici anni a laurearmi.
Urbino per me l'ideale: quan-
do sono arrivato il preside e i
professori sono stati gentili ed
erano contenti di avermi tra i
loro allievi. E poi vicino casa".
Quando dice "casa" Filippo
intende Pesaro, la citt dove
nato e cresciuto, e che ha dovu-
to abbandonare cinque anni fa.
"Mi manca moltissimo, e ogni
volta che posso scappo a trova-
re i miei genitori e i miei amici.
Lasciare tutto a diciannove
anni - racconta - non stato
facile. I primi tempi a Torino
vivevo da solo ed stata davve-
ro dura. Quellesperienza per
mi ha aiutato a crescere.
A sentirla raccontare cos la
vita da campione sembra triste,
quasi peggiore di quella di un
universitario medio, coccolato
dalla mamma e con tanto
tempo libero da dedicare al
divertimento. Ma Filippo non
tipo da lamentarsi. "Non farei
mai cambio con la vita dei miei
amici: faccio quello che mi
piace e pur non essendo un cal-
ciatore ho un'indipendenza
economica che a vent'anni non
comune. Certo, dopo gli alle-
namenti non sempre hai voglia
di andare a divertirti. Ma quan-
do io e i miei compagni di
squadra decidiamo di uscire
recuperiamo tutto!".
Questa vena un po'ottimista e
un po' scanzonata, Magnini la
tira fuori anche quando si parla
di cose serie come le gare.
"Cento metri in allenamento o
ai mondiali sono sempre cento
metri: devo solo nuotare". Mica
poco per uno che considerato
il presente e soprattutto il futu-
ro della nazionale azzurra.
"Ormai quando scendo in
acqua tutti si aspettano lo spet-
tacolo: bei tempi, belle nuota-
te. Alla partenza dei 100 stile ai
mondiali di Montreal, l'estate
scorsa, c'era un pubblico cal-
dissimo: erano gi tutti in piedi
ancora prima che salissimo sui
blocchi. Mai visto un tifo cos".
Proprio con quella gara, alla
faccia dell'emozione, Filippo
ha conquistato il titolo mon-
diale. "Io la tensione la vivo
bene. In fondo un po' come se
uno che ha studiato tanto
andasse nel panico al momen-
to dell'esame". Non provate a
spiegare a "Filippo Magno" - lo
chiamano cos - che buona
parte dei suoi colleghi studenti
nel panico ci finisce sul serio.
LAURA VENUTI
FIlippo
Magnini,
campione
del mondo
dei 100 metri
stile libero
F
O
T
O
:
L
U
C
A

T
O
N
I
15
SPORT
il Ducato
16
MASS MEDIA
B
log, passione inutile?
In un articolo del
2001, apparso
s u l l ' O n l i n e
Journalism Review,
l'editorialista J. D.
Lasica traccia un quadro delle
aspettative affidate ai weblog di
carattere giornalistico. Weblog, o
pi semplicemente blog. "Nel
lontano 1993, nel neolitico del
web - scrive Lasica - frequenta-
tori della rete con occhi traso-
gnanti facevano della poesia
immaginando milioni di siti che
sarebbero sbocciati per sop-
piantare i media cosiddetti tra-
dizionali". I blog, secondo le
previsioni riportate nell'articolo,
avrebbero dovuto accreditarsi
come fonti alternative di notizie,
informazioni e indiscrezioni,
sottraendo "spettatori" a giorna-
li, tv e radio. Cos non stato.
"La storia la sappiamo tutti -
osserva Lasica - ma aspettate
soltanto pochi anni quando la
banda larga e la multimedialit
saranno cosa comune e vedre-
te". Gi, la multimedialit. Un
tema, ancora non approfondito,
che potrebbe sfruttare la poten-
zialit di Internet, unendo audio,
video e immagini, ma che anco-
ra non stato sviluppato. "I blog
sono solo contenitori: spazi,
strumenti di pubblicazione web
semplificati", spiega Mario
Tedeschini Lalli, blogger, docen-
te della Scuola di giornalismo di
Urbino e giornalista di Kataweb,
il portale online del gruppo
L'Espresso. "Nel mio blog,
Giornalismo d'altri, cerco di
unire i mezzi di comunicazione.
Mi occupo di stampa straniera,
in particolare statunitense". Ma
che strumenti utilizzi? "C' la
multimedialit, ossia immagini
e audio a fianco del testo. C' poi
anche la polimedialit: quando
cio immagini e audio si affian-
cano al testo e aggiungono qual-
cosa in pi dello scritto. Ma dove
queste due filosofie dell'online
siano applicate, non importan-
te". Quello che conta, per alla
fine sono i contenuti. Come
capitato a due soldati americani
inviati in Iraq. Hanno pubblicato
un diario online sulla loro espe-
rienza di guerra, denunciando
per primi il ricorso al fosforo
bianco da parte dell'esercito Usa
sulla citt di Falluja. E sono finiti
nel "radar" dell'informazione
professionale. Sigfrido Ranucci,
il cronista di Rainews24 che ha
diffuso le immagini dei morti
carbonizzati nel mondo, ha rin-
tracciato le prime notizie sul
fosforo bianco (anche) su Fight
to survive, "Combatti per
sopravvivere", il blog dei due
marines.
Iraq, ma non solo: anche in Iran
e Cina i giornalisti utilizzano i
blog per denunciare gli abusi. In
Italia, tuttavia, a parte casi isola-
ti, il maggior numero di blog
ancora legato a diari di vita per-
sonali. Racconti, commenti,
fotografie che poco hanno a che
fare con "vera" informazione.
Alcuni siti - la Torre di Babele di
Pino Scaccia, il blog di Sandro
Ruotolo - si stanno affermando
come spazi di riflessione e dis-
cussione sull'attualit. Ma i blog
americani, fondati da giornalisti
professionisti che portano noti-
zie vere (e verificate), ancora
sono lontani. "Ho creato il mio
blog un mese fa - spiega Ruotolo,
giornalista del Tg3 ed ex inviato
di Samarcanda - grazie a un
amico informatico che mi ha
aiutato ad aprire il diario. Se hai
scorso i post avrai visto che
annoto il dietro le quinte del mio
lavoro: quello che non sono
riuscito a dire e far vedere al tele-
giornale. Tre giorni fa, ad esem-
pio, ho intervistato un costrutto-
re edile di Napoli che ha denun-
ciato il pizzo: sono partite 114
denunce, e sono state inserite
come informazione nel blog.
Ma, per questioni di spazi, non
nel servizio tv". Perch un gior-
nalista affermato decide di apri-
re un blog? "Nel mio caso, parto
da una esigenza di linguaggio.
Nel blog uso la massima infor-
malit, una scrittura border line
opposta alla rigidit di un artico-
lo o di un commento. Questo
modo di esprimermi, unito a
piccoli editoriali, punti di vista
su argomenti che scelgo, fanno
s che il mio blog sia considerato
dai colleghi uno spazio clande-
stino: ma che si fa conoscere".
E' vera informazione? Difficile
dirlo. Il mito di Jim Romenesko,
il fondatore di Media News,
ancora in Italia lontano.
Romenesko, un ex cronista di
nera del Milwaukee Journal,
fond nel 1999 il suo primo dia-
rio giornalistico. Adesso finan-
ziato dal Poynter Institute (con
una cifra sostanziosa, scrivono
in America, ma che nessuno
conosce), fa oltre ventimila con-
tatti al giorno. Un mito, appunto.
LUCA DOMENICHINI
Passione blog, not izie poche
Molti giornalisti ne hanno uno. Ma servono? Esempi negli States e in Italia
Tedeschini Lalli: Contenitori semplificati, ma servono nuovi approcci. Ruotolo: Uno spazio clandestino
Romenesko, il mitico blogger
americano, fa 20 mila contatti
al giorno. E guadagna bene
Otto anni fa il primo diario web
Gratis e facile: nel mondo ce ne sono pi di 20 milioni
Il termine la contrazione di weblog, "traccia su rete". Nato in America nel
1997, il blog arrivato in Italia nel 2001. L'aspirante blogger pu creare
gratis il suo diario online: su internet ci sono portali (Splinder, Blogger,
Blogspot, etc.) che permettono di aprire una pagina web, anche a chi non
conosce il linguaggio HTML. All'interno del blog ogni articolo (post) viene
numerato e pu essere indicato attraverso un permalink, un collegamento
stabile nel tempo che rimanda direttamente a quel post.
LA SCHEDA

Frequentatori della rete
sognavano milioni di blog
che avrebbero soppiantato
i media tradizionali.
La storia la sanno tutti

ASSOCIAZIONE PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO, fondata da Carlo Bo. Presidente: GIOVANNI BOGLIOLO, Rettore dell'Universit di Urbino "Carlo Bo".
Vice: GIANNETTO SABBATINI ROSSETTI, Presidente dell'Ordine dei Giornalisti delle Marche. Consiglieri: per l' Universit: BRUNO BRUSCIOTTI, LELLA MAZZOLI, GIU-
SEPPE PAIONI; per l' Ordine: STEFANO FABRIZI, DARIO GATTAFONI, CLAUDIO SARGENTI; per la Regione Marche: PAOLA DE CRESCENTINI, SAURO BRANDONI; per
la Fnsi: GIOVANNI GIACOMINI, GIANCARLO TARTAGLIA. ISTITUTO PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO: Direttore: LELLA MAZZOLI, Direttore emerito: ENRICO
MASCILLI MIGLIORINI. SCUOLA DI GIORNALISMO: Direttore: GIOVANNI MANTOVANI Coordinatori: VITTORIO ROIDI, GIANNETTO SABBATINI ROSSETTI
I L DUCATO Periodico dell'Ifg di Urbino Via della Stazione, 61029 - Urbino - 0722350581 - fax 0722328336 www.uniurb.it/ giornalismo; e-mail: reda-
zione.ilducato@uniurb.it Diret t ore responsabile: GIOVANNI MANTOVANI St ampa: Arti Grafiche STIBU - Urbania (PU) - 0722319431 Registrazione
Tribunale Urbino n. 154 del 31 gennaio 1991

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