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Wippel, seguendo la suddivisione offerta da Sweeney, raggruppa gli argomenti di Tommaso sulla composizione di essenza ed esse in cinque argomenti

principali: 1. Intellectus essentiae argument. [De ente, c. 4] 2. Impossibilit che sia pi duno ci in cui essere ed essenza coincidono. [S.c.G. II, c. 54; De spiritualibus creaturis, a. 1; Comm. Fisica VIII] Impossibility of there being more than one case of selfsubsisting esse Unicit dellessere in cui essenza ed essere coincidono. 3. Genus argument. 4. Argomento basato sulla partecipazione. 5. Argomento basato sul carattere limitato degli esseri individuali. 1. INTELLECTUS ESSENTIAE ARGUMENT [ANALISI DE ENTE, C. 4] Argomento che attesta la composizione1 di essere ed essenza a partire dalla considerazione della nozione di essenza. Lo troviamo nel c. 4 del De ente et essentia, sullessenza delle sostanze separate. Una delle questioni che divide la critica a proposito del c. 4 in che modo questo argomento si relaziona con largomento sullesistenza di Dio che troviamo qui. (Secondo J. OWENS, per esempio, la considerazione della differenza dipende da una precedente conoscenza dellesistenza di Dio. (vd. discussione MacDonald, Owens, Wippel) WIPPEL invece sarebbe contrario su questo punto). Largomento come gi detto si inserisce in un contesto pi ampio: esamina del modo in cui lessenza si trova nella sostanze separate (: i. anima; ii. intelligenze; iii. causa prima ). Tommaso cos in primo luogo critica le opinioni errate sullargomento (eccetto iii, sul quale tutti concordano nel considerarlo come assolutamente semplice), e in particolar modo due: (i) Li l e m o r f i s m o u n i v e r s a l e (Avicebron [Ibn Gabirol, ebreo-spagnolo XI sec.], Fons vitae). Le anime e le intelligenze sarebbero composte di materia e forma, e questo contrario all opinione dei filosofi. La capacit intellettiva che in esse prova della loro immaterialit: le forme sono infatti intelligibili in atto in quanto separate dalla materia e dalle sue condizioni, e questo pu avvenire solo in virt della sostanza intelligente, dacch pu separare dalla materia solo ci che esso stesso immateriale. Quindi in esse non pu esservi in alcun modo un principio di materialitin quanto intelligenti, ma solo forma senza materia. T e o r i a d e l l a m a t e r i a s p i r i t u a l e o i n c o r p o r e a . Impedisce lintelligibilit solo la materia corporea, mentre questo non accadrebbe per la materia incorporea o spirituale. La materia corporale solo in quanto cade sotto un forma corporale, da questo quindi dovrebbe seguire che la forma corporale impedimento alla intellegibilit e questo evidentemente falso, dacch anche una forma corporale intelligibile non appena astratta dalla materia. * Lessenza si trova nelle sostanze separate in primo luogo privo di composizione materia-forma. Tommaso ha in qualche modo sospeso a questo punto della riflessione la considerazione sulla causa prima riducendola a quella sullanima e le intelligenze. Dopo aver negato qualsiasi tipo di composizione ilemorfica nelle sostanze separate introduce una nuova composizione, quella di forma ed essere, che vale in prima istanza per lanima e le intelligenze. Questa nuova composizione introdotta da un riferimento al Liber de causis (prop. 9) in cui si dice che lintelligenza possiede yliathim poich essere e forma. Ora precisa Tommaso in ogni rapporto di causalit, la causa indipendente dal causato, pu avere lessere senza laltra. Applicato alle composizioni di cui si trattato questo principio porta alla considerazione che la materia non pu sussistere senza una forma, mentre la forma pu esistere senza la materia. Ci sono tuttavia delle forme come quelle corporali che esistono solo se nella materia. Questa diversit o meglio questa gradazione delle forme va ricondotta ad una maggiore o minore distanza dal primo principio (actus primus et purus).
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(ii)

Si noti che Tommaso utilizza principalmente lespressione compositio, rarissimamente distinctio.

Le sostanze separate differiscono da quelle composte per tre differenze: 1. La sostanza separata semplice secondo la prima composizione. 2. Lessenza della sostanza composta pu essere indicata come tutto e come parte, mentre quella della sostanza separata solo come tutto. La sostanza composta pu essere significata in due modi perch possiede la materia, mentre la sostanza separata essendo priva di materia ed essendo pura forma pu essere significata solo come un tutto poich non vi nulla oltre la forma, che possa in qualche modo ricevere la forma stessa in quanto non c nulla che non pertenga alla forma in quanto tale (mentre nella sostanza composta c qualcosa che non pertiene allessenza in quanto tale, e cio quanto spetta allindividuo) essendo solo forma secondo la considerazione dellessenza. Quindi siccome tutto ci che detto dellessenza della sostanza separata non altro che ci che contenuto nella sua definizione non c nientaltro oltre alla forma da tenere in considerazione secondo lessenza, crolla eo ipso una possibile significazione ut pars dellessenza della sostanza separata, essendo questa semplice. 3. Senza la materia viene meno nelle sostanze separate qualsiasi principium multiplicationis interno alla specie secondo il numero. Lunit specifica viene a coincidere nelle sostanze separate con lunit numerica. Ora, come si ripetuto pi volte nel punto 2. le sostanze separate sono semplici secondo lessenza, perch la forma non ricevuta da alcun soggetto, e quindi nella significazione di questa non pu che rientrare la sola forma. La sostanza separata secondo lessenza semplice, ma in s composta, soggetta a unaltra composizione diversa da quella di materia e forma, che a ben vedere , questultima, una composizione interna allessenza (in quanto la materia entra a far parte della significazione dellessenza). I. A questo punto dellargomentazione Tommaso introduce il cosiddetto intellectus essentiae argument, ovvero un discorso che convince (arguit) la mente ad assentire alla composizione di essenze-esse partendo dalla nozione stessa di essenza. Largomento si presenta in questa forma: (i) ci che non fa parte della nozione di qualcosa deve provenirgli da fuori (est adveniens extra) e lessenza non pu essere pensata senza pensare qualche sua parte, (ii) ma lessenza pu essere pensata senza che sia pensato il suo essere, (c) allora lessere proviene non fa parte dellessenza, diverso da questa e gli proviene da fuori. [cfr. E. Gilson, Tomismo, pp. 235-42] II. Questo argomento per non pu valere in un solo caso, vale a dire quello in cui si consideri una sostanza la cui quiddit coincide con lessere, lassolutamente semplice, sussistente e unico. Ci che si sottolinea maggiormente qui a proposito dellessere sussistente la mancanza di un principio di differenza, per cui uno (la molteplicit implica differenza), semplice (altrimenti sarebbe composto di parti differenti tra di esse), sussistente (altrimenti lessere gli verrebbe da fuori ponendosi come differente dallessenza). La plurificazione pu avvenire in tre modi: a) per aggiunta di qualche differenza (genere in specie); b) per la ricezione della forma nella materia per via della quale si differenzia in vari individui; c) perch ricevuta e non assoluta. Infatti questo essere che solo essere non pu in alcun modo essere moltiplicato perch questo dovrebbe avvenire per mezzo dellaggiunta di una differenza, ma cos sarebbe non solo essere, ma essere e forma, e quindi non pi lessere puro di cui si diceva. III. Se consideriamo la nozione di essenza giungiamo alla comprensione della differenza dellessere dallessenza, questo non pu tuttavia valere per quellessenza il cui contenuto quidditativo coincide con lessere. Inoltre bisogna considerare quale sia la causa dellessere nellente: non pu essere trovata nei principi della sua natura, quindi deve essere ricevuta da qualche principio estrinseco, e questo quanto era gi stato affermato prima. Prima per non si lasciava un certo spazio a una considerazione puramente logica, il che sarebbe stato poi anche confermato dal fatto che Tommaso parte da una considerazione sulla nozione. Si capisce dunque come necessario sia linserimento delleccezione a questa regola generale rappresentata dallente sussistente, perch porta con s lidea che lessere di per s non soltanto frutto di una intellezione ma qualcosa di tanto reale da potere sussistere di per s. Ora limportanza di questa riflessione sullessere sussistente nelleconomia del ragionamento si rivela nel momento in cui Tommaso ragiona sulla causa dellessere nelle sostanze composte: se, infatti, lessere non pu venire annoverato tra i principi della natura di queste sostanze allora necessario che sia ricondotto ad un principio esterno. Lente non -sussistente in

virt di altro, e pu essere ricondotto a ci che per s come alla causa prima. Ci per cui le cose sono non pu avere tramite altro ci che le cose causate hanno in virt di questo stesso, perch altrimenti verrebbe meno il suo essere causa di queste. Ci che causa prima di altro deve possedere ci che fornisce ai causati in s, ora ci che possiede lessere in s non altro che quellessere semplice, sussistente e unico di cui s detto prima e che coincide con Dio. Riassumendo largomentazione: I. La considerazione della nozione di essenza ci porta a comprendere che lessere diverso dallessenza e non parte di esso.
N. B. questa distinzione potrebbe ancora essere solamente intenzionale e non reale.

II. Eccezione: se c una sostanza in cui la quiddit coincide con lessere, la considerazione di prima cessa di valere universalmente.
N.B. Si badi che questa fase dellargomento introdotta da un nisi forte assumendo una natura puramente ipotetica e non positiva. Se c un essere di questo tipo, allora deve essere per forza unico: questo evidentemente non implica che questo essere esista.

III. Se lessere nelle essenze per altro, e tuttavia esiste un essere sussistente, allora ci che possiede qualcosa in s deve essere causa di ci che la possiede per altro. E ci che riceve in potenza rispetto al ricevuto che latto (potenza-atto). Questo essere semplice Dio.
N.B. solo a questo punto si pu parlare con certezza di distinzione reale (Owens), sebbene gi da II. si deve intuire che si tratta di una distinzione indipendente dalla nostra considerazione intellettuale. (Wippel).

Secondo Wippel la parte pi interessante di questa argomentazione sarebbe la seconda fase, e non tanto perch introduce il problema dellesistenza di Dio (come sostiene invece Owens), quanto per le considerazioni che in esso si trovano sulla plurificazione. Tommaso non intenderebbe qui sviluppare il ragionamento presupponendo lesistenza di Dio (Owens), ma mostrare, partendo dallipotesi di un essere in cui la quiddit si identifica con lesse, che in ogni ente su cui vale il principio della plurificazione, lessere differisce dallessenza. O se vogliamo formularla diversamente mostrare che poich lidentit pu sussistere in un solo essere, allora in tutti gli altri necessario che ci sia la differenza. Poich se c una cosa pura questa non pu essere moltiplicata, allora se tutte le cose oltre questa sono moltiplicate, ne segue che in queste lessenza e lessere sono necessariamente distinte. Se lessere e lessenza fossero identiche nelle intelligenze non sarebbero moltiplicabili, perch ci sia molteplicit deve esserci distinzione. Lessenza in potenza rispetto allessere che una volta ricevuto il suo atto. Ora dellessenza si dice in modo equivoco tutto ci che si dice anche della materia (come patire, essere soggetto, ricevere), invero viene meno la relazione materia-forma ma non i principi che stanno alla base di ogni relazione del ricevere e dellessere soggetti, quali la potenza e latto. La relazione potenza-atto si rivela centrale non solo per comprendere la distinzione essenza-esse ma anche per poter concepire la pluralit delle intelligenze, le quali si distinguono tra di esse secondo il grado maggiore o minore di potenzialit. Ultima tra le sostanze intellettuali per grado di potenza e atto lanima umana, perch si rapporta rispetto agli intelligibili come la materia si rapporta verso le forme sensibili, essendo lanima come una tabula rasa e quindi possedendo il massimo grado di potenzialit (questo alto grado di potenzialit fa s che lanima faccia partecipare del suo essere anche il corpo).

Uno dei momenti pi delicati dellargomento prima mostrato il passaggio dal riconoscimento della distinzione tra il ci che (prima operazione dellintelletto) e il che (seconda operazione dellintelletto), e la posizione di questa distinzione, che potrebbe essere solamente intellettuale, come reale.

Due problemi per lanalisi di questo argomento sulla distinzione2: p1. Fino a che punto si possa considerare questo argomento svincolato dal contesto argomentativo in cui si trova e si possa pensarlo come autonomo o valido in s, vale a dire se la compositio debba applicarsi solo alle sostanze separate o anche a quelle materiali. p2. Se per un pieno consenso da dare a questo argomento sia necessaria la conoscenza dellesistenza di Dio, o debba essere considerata come data e presupposta

Per p1. Non sembrano esserci dubbi sul carattere di universalit che Tommaso attribuisce a questa composizione. Su p2. Owens e Wippel divergono. Owens pensa che lintero argomento e in particolar modo la seconda fase presupponga una preliminare conoscenza dellesistenza di Dio. Mentre secondo Wippel fino alla fase seconda lesistenza di Dio rientra nella trattazione solo in forma ipotetica, e risulta marginale in fondo o comunque secondario rispetto alla vera leva del discorso. Non importa tanto sapere se Dio esista in quanto essere semplice e sussistente quanto tenere fermo che se c un essere in cui lessenza coincide con lesse questo non pu che essere unico. Non lesistenza di Dio ma ci che comporta il fatto che esista un essere non-composto. Infatti Wippel si interroga sulla necessit di introdurre una terza fase nellargomento se la dimostrazione della reale distinzione gi pienamente spiegata nella fase seconda; invero, secondo Wippel la terza fase serve per dimostrare lesistenza reale di ci che nella seconda fase era solo ipotetico, attraverso soprattutto la nozione di causa. Insomma, lesistenza di Dio sempre pensata come valida, ma il discorso non dipende direttamente da questo ma dalla pi generale considerazione che troviamo in modo assai pi forte nel II argomento, vale a dire lidea che impossibile che ci sia pi di una sostanza in cui essere ed essenza coincidono, che poi questo esista effettivamente e che poi Dio possa identificarsi con questo essere un fatto puramente accidentale e di importanza secondaria allinterno dellargomentazione.3 Chiarisce Wippel che la prova dellesistenza di Dio ivi fornita serve solo ad attestare non la alterit/diversit/distinzione di essenza ed esistenza, ma solo la composizione atto-potenza, strettamente connessa con la nozione di causa. #per intendere e cogliere la otherness non serve Dio. Anzi Tommaso usa questa come primo step per argomentare sullesistenza di Dio4 [Spesso la distinzione avviene per via di gradazione vd. 1. sostanze si dividono in corporali e incorporali nella misura in cui sono pi o meno distanzi dallatto primo e puro; 2. le intelligenze si distinguono per il maggiore o minore grado di potenzialit] Wippel solleva inoltre alcune questioni sul modo di procedere di Tommaso: 1. Se la prova dellesistenza di Dio non necessaria per dimostrare la distinzione di essere ed essenza nelle sostanze separate, perch Tommaso la inserisce? 2. Se sia effettivamente riuscito a stabilire la differenza nella seconda fase della sua argomentazione, se vero che nella prima fase il discorso pu essere considerato per molti aspetti al livello ipotetico e non pienamente reale.
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La prova dellesistenza di Dio fornita non ai fini diretti dellargomento, ma per maggiore completezza, ovvero per mostrare che quellunico essere in cui essenza ed essere sono ununica cosa non solo una semplice possibilit, ma un qualcosa di reale. Ci che invece

vd. WIPPEL J. , Metaphysical Themes in Thomas Aquinas, Studies in Philosophy and the History of Philos ophy, 10, The Catholic University of America Press, Washington DC 1984, pp. 113 -116 3 Questo non significa com ovvio che in Tommaso sia sempre cos, in altri contesti infatti, come per esempio quello della S.c.G lesistenza di Dio presupposta e data come certa. Cfr. S.c.G I, 22; II, 52-54. 4 ID., op.cit., p. 118
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segue necessariamente da questo argomento il fatto che se lintelligenza riceve lessere da altro in potenza rispetto a ci da cui riceve. Tommaso ragiona per via di contrasto: se non pu esserci pi di un essere in cui essentia=esse, allora tutti gli altri esseri devono presentare una distinzione reale. Come s detto per questa conclusione dovrebbe continuare a valere anche nel caso che quellunico essere non esista effettivamente.

Composizione materia-forma interna allessenza. Composizione essenza-esse esterna allessenza.

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