Sei sulla pagina 1di 22

Relazione di

Claudio di Berardino
Segretario Generale CGIL di Roma e del Lazio

Un caro saluto mio e dellintera segreteria al nostro segretario generale Susanna Camusso, a tutte le autorit presenti, ai nostri invitati, un abbraccio a tutte le compagne e a tutti i compagni che sono stati segretari generali o componenti le segreterie della CGIL di Roma e Lazio, un uguale abbraccio a tutti i compagni e le compagne delegati e delegate. Ringrazio i compagni e le compagne che insieme a me rappresentano la segreteria di Roma e del Lazio: Ernesto, Eugenio, Livia, Roberto, Silvia, Tina. Ringrazio Mario - che per un periodo ha fatto parte della segreteria -, ma anche i segretari generali e i componenti le segreterie delle CdLT e delle categorie di Roma e del Lazio, i nostri quadri e delegati, le compagne e i compagni che collaborano con la segreteria sia con incarichi e ruoli politici sia con ruoli tecnici. proprio grazie a un lavoro e a uno sforzo collettivo che stiamo celebrando oggi il V congresso della CGIL di Roma e del Lazio nellambito del XVII congresso della CGIL nazionale (in programma a Rimini dal 6 all8 maggio), con una partecipazione e un coinvolgimento dei nostri iscritti davvero importante e significativo.

Percorso congressuale Dal 7 gennaio al 21 febbraio del 2014, quindi in 34 giorni lavorativi, abbiamo svolto complessivamente 3.605 assemblee nei luoghi di lavoro, di lega pensionati (SPI) e, seppur in poche circostanze abbiamo svolto anche assemblee territoriali, realizzando in media 106 assemblee al giorno e interessando 152.194 iscritti alla CGIL di Roma e del Lazio su un totale di 355.865 al 31 dicembre 2012. Abbiamo raggiunto cos il 42,76% degli aventi diritto. Con lattivismo delle CdLT e delle categorie, siamo riusciti a ottenere un importante coinvolgimento delle iscritte e degli iscritti, con numeri molto vicini a quelli di quattro anni fa, nonostante la situazione economica e sociale sia notevolmente peggiorata, basti pensare alle continue chiusure di fabbriche, cantieri, attivit commerciali, di attivit di servizio e nonostante il costante ridimensionamento occupazionale dovuto anche ai cambi dappalto. In definitiva, il livello di partecipazione stato considerevole, a fronte di una crisi che, come noto, porta con s anche una sorta di reflusso, egoismi e una forte chiusura in se stessi. Il documento congressuale n. 1 - Il lavoro decide il futuro - , prima firmataria Susanna Camusso, ha raccolto 147.725 voti, pari al 97.69% di coloro che si sono espressi. Mentre gli emendamenti nazionali presenti allinterno del primo documento hanno ottenuto una quantit di voti differente a seconda dellemendamento posto in votazione: quelli sulle pensioni rispettivamente 28mila e 25mila voti; quello sulle politiche industriali e di sviluppo e inclusione 21mila, quello sulla democrazia e partecipazione oltre 15mila; quello sulla contrattazione oltre 10mila; i voti per gli altri emendamenti si sono di volta in volta ridotti. Il documento congressuale n. 2 - Il sindacato unaltra cosa -, primo firmatario Giorgio Cremaschi, ha conseguito 3.495 voti pari al 2,31% di coloro che si sono espressi. Nonostante la dura battaglia condotta, grazie al senso di responsabilit del gruppo dirigente locale di questo documento congressuale, non si sono verificate situazioni imbarazzanti durante lo svolgimento democratico delle assemblee, anche se non sono mancati in qualche categoria e in qualche territorio attimi di alta tensione. Va dato atto allintero gruppo dirigente di aver saputo gestire lintera situazione, riconducendo la discussione al merito congressuale. Alle questioni di merito, peraltro, si ispirata la maggioranza 2

dei lavoratori e dei pensionati, pi attratti dalle proposte e dai contenuti che non dallo scontro tra gruppi dirigenti e pi interessati allunit che alla divisione del nostro sindacato. Oserei dire che proprio ai gruppi dirigenti viene richiesta meno propaganda e molta concretezza per risolvere i problemi che coinvolgono le persone e le famiglie. A proposito di questo, dovremmo prestare sempre molta attenzione al fatto che, per conquistare qualche consenso o per avere visibilit sui media, spesso si utilizzano parole pesanti nei confronti della nostra CGIL: mancanza di trasparenza e di democrazia, addirittura brogli. Chi lo fa (da tempo e anche di recente), contribuisce consapevolmente o inconsapevolmente a picconare la nostra casa comune. Arrivando attacchi anche dallesterno dobbiamo invece difenderla e preservarla questa nostra casa, cos come dobbiamo difendere la forza di un grande sindacato confederale. Questa CGIL chiamata a respingere una nuova ondata di attacchi ai diritti dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani, dei migranti, delle donne e dei precari e a lottare per la crescita e il lavoro. In molte assemblee diversi lavoratori e pensionati sono intervenuti ponendo vari temi: dal lavoro, al reddito, alle pensioni, al welfare, al ruolo del pubblico, al fisco. In definitiva abbiamo svolto novanta congressi categoriali di comprensorio, otto congressi di CdLT, undici di categoria Roma e Lazio, coinvolgendo nel complesso oltre 7mila delegati eletti dal luogo di lavoro e dalle leghe dei pensionati. Non dobbiamo avere timore di dire che si svolta una grande prova democratica e di partecipazione per merito di tutto il gruppo dirigente, dei nostri delegati e degli iscritti che voglio ringraziare ancora una volta. stato un lavoro di squadra, dove contato il noi e non lio, una modalit che dovremmo confermare per loggi e anche per il futuro. Se assumiamo questa modalit dobbiamo impegnarci a evitare di scivolare nella personalizzazione del ruolo sindacale, eventualmente prendendo le distanze da coloro che decidono di praticarla, sia che si tratti di chi fa sindacato a livello locale che di un segretario generale di una categoria nazionale. Crediamo che personalizzazione, leaderismo, primarie non facciano che ampliare la distanza tra il vertice e i nostri iscritti, (i lavoratori e i pensionati) e portano a una segreteria che funziona come uno staff e non come espressione di pluralit quale noi siamo. Occorre dunque evitare di copiare il peggio della politica. Inoltre essendo NOI espressione del quadratino rosso quando gli organismi statutari dopo la discussione compiono la decisione essa deve essere valida per ognuno di noi nessuno escluso perch altrimenti viene meno lorganizzazione, si rompe lorganizzazione e questo, compagne e compagni, non burocrazia ma democrazia. Ricorrenze 2014 Questo 2014 anche lanno in cui ricorre il 70 anniversario di alcuni eventi di grande rilievo per la storia della nostra citt e dellintero paese. Mi riferisco alla strage delle fosse Ardeatine (24 marzo 1944), allo sciopero generale del 3 maggio, alluccisione di Bruno Buozzi a La Storta (3 giugno), alla liberazione della Capitale e alla ricostituzione della Camera del Lavoro unitaria in Piazza Esquilino nella sede dellex sindacato fascista (4 giugno), alla firma del Patto di Roma (9 giugno).

La CGIL di Roma e del Lazio promuover nei prossimi giorni proprie iniziative e parteciper a quelle che lAnpi, il Comune, la Fondazione Di Vittorio promuoveranno per ricordare questa fase decisiva della nostra storia. Colgo loccasione per rivolgere un fraterno saluto a un protagonista di quegli anni cruciali, al nostro compagno Claudio Cianca che lo scorso settembre ha compiuto 100 anni. Prima di proseguire, vorrei richiamare alcune tematiche che per loro natura e portata contribuiscono a condizionare e ad alimentare il dibattito e le conseguenti scelte politiche e sindacali nel nostro paese ma anche nella nostra realt territoriale.

La crisi In Italia, in media, scoppiata sette anni fa. Roma e il Lazio, invece, sono entrati nella crisi con un anno di ritardo. Una crisi che non ha concesso tregua ai lavoratori, ai pensionati, alle persone, alle famiglie, alle imprese, ai territori e che continua a evolvere in negativo, ruotando da finanziaria a economica, a produttiva e sociale. Essa ha raggiunto dimensioni tali da poter rompere per la prima volta senza precedenti il tessuto che tiene insieme la convivenza civile e la tenuta sociale a Roma e nel Lazio, come purtroppo dimostrano da una parte i tanti affollati punti di distribuzione alimentare della Caritas, lemergenza abitativa e gli sfratti, la crescita della povert e delle disuguaglianze fra persone e territori e fra centro e periferia, dallaltra i tanti episodi di violenza che si sono manifestati a Roma. Per non parlare degli scandali che si sono verificati anche nel nostro territorio, in un intreccio tra pubblico e interessi privati. Basti pensare alle vicende che hanno interessato alcuni consiglieri della giunta Polverini o alla pi recente vicenda di Malagrotta. Oltre a ci non va sottovalutata lesplosione della corruzione: anche nella nostra realt circa 6 miliardi di se ne vanno in corruzione. La situazione economica e sociale del Lazio resta molto critica: negli ultimi tre anni (2011-2013), mentre in Italia abbiamo perso 63 mld. di prodotto interno lordo corrispondente a -4% del PIL, nel Lazio abbiamo registrato una perdita di circa 6 mld di equivalenti a -4,5% del PIL regionale; per quanto riguarda la produzione industriale, la capacit produttiva degli impianti di fatto ridimensionata per mancanza di commesse; continuano a mancare certezze anche per il grande stabilimento industriale della FIAT di Cassino dove i 3.800 dipendenti continuano la CIGO lavorando poco pi di 1 giorno e mezzo a settimana come accaduto a febbraio; nei territori limitrofi a Roma cresce il deserto industriale; il settore delle costruzioni in continuo peggioramento sia a causa della scarsit degli interventi sulle opere pubbliche, sia a causa della regressione del mercato immobiliare; tempi duri per i servizi soprattutto per il commercio; il dramma della sanit privata sotto gli occhi di tutti; tengono bene le esportazioni che incidono relativamente poco sul PIL ma anche per esse registriamo fasi alterne positive e negative nel settore aeronautico, ICT e farmaceutico; tiene invece il turismo, soprattutto straniero, e complessivamente abbiamo raggiunto livelli di presenze pi alte rispetto al passato (40 milioni previsti per il 2014 secondo le previsioni della Camera di Commercio). A ci si accompagna un florido traffico crocieristico che non

viene adeguatamente intercettato n da Roma n da Civitavecchia. Sarebbe utile ragionare con le associazioni datoriali del settore turistico per valutare le ricadute occupazionali. Conseguentemente: aumentano i posti di lavoro persi soprattutto nel commercio, nelle costruzioni e nei servizi, anche pubblici; cresce la disoccupazione fino ad arrivare al 12,3% e al 16% se consideriamo la cassa integrazione; aumenta la disoccupazione giovanile; anche loccupazione precaria, che elevata, perde qualche decina di migliaia di posti di lavoro; la cassa integrazione nel 2013 leggermente calata rispetto al 2012, ma ci dovuto solamente al ritardo nellerogazione della cassa in deroga; la cassa integrazione ordinaria continua a crescere interessando maggiormente la meccanica e ledilizia; Sulla cassa integrazione in deroga rimangono aperte alcune tematiche: la copertura economica che avevamo per i primi 4 mesi del 2014 sono stati spesi per sopperire allesplosione della crisi degli ultimi mesi del 2013. Questo significa che per il 2014 la copertura rischia di essere insufficiente. quindi inutile che il ministro del lavoro ci comunichi che manca un miliardo di euro. Ci deve dire come intende recuperare quelle risorse: scaricare tutto sulle regioni significa non risolvere il problema. Sono pi del 70% i lavoratori che non percepiscono regolarmente il contributo di cassa integrazione con un ritardo che si aggira tra 6 mesi e 1 anno che colpisce anche i lavoratori in mobilit. Pertanto simpone sempre di pi un intervento della Regione Lazio per trovare soluzioni capaci di agevolare chi si trova in queste condizioni. Dopo Latina, CGIL, CISL e UIL hanno sottoscritto anche a Roma un protocollo con il Monte dei Paschi di Siena mirato allerogazione anticipata della cassa integrazione in deroga. Si ripropone inoltre con forza il tema degli ammortizzatori sociali universali che la CGIL ha rilanciato in questi giorni. Qualche dato sulla crisi occupazionale: dal 2009 al 2013 abbiamo perso in media 25mila posti di lavoro ogni anno; la disoccupazione femminile parimenti altrettanto preoccupante e a dicembre 2013 ha raggiunto il 13,7%; sono oltre 200mila i giovani che non studiano e non lavorano; se nello stesso contenitore - che potremmo chiamare del disagio occupazionale e, in parte, dellesclusione sociale - mettessimo i cassintegrati, i disoccupati, i giovani che non studiano e non lavorano, i precari, i licenziati, otterremmo che circa 1.200.000 persone percepiscono un reddito compreso fra 0 e 850 . Tutti vengono a trovarsi cio nella fascia della povert; circa 1 milione di pensionati percepiscono una pensione che non sfonda il tetto dei 700 al mese;

si abbassata la qualit del lavoro: il lavoro sommerso e irregolare coinvolge ormai alcune decine di migliaia di lavoratori; per quanto riguarda la sicurezza nei luoghi di lavoro, il trend apparentemente in diminuzione dal 2010 (meno che a Roma) e ci essenzialmente dovuto al fatto che la crisi economica e il restringimento occupazionale si registra soprattutto nei settori manifatturieri che sono anche quelli pi esposti a tale fenomeno; nel corso del 2013 sono state 1.533 le imprese che hanno dichiarato fallimento soprattutto nel settore edile e commerciale attestandosi ai vertici delle negative classifiche nazionali.

Con questi parametri economici e sociali evidente che soffre lintero sistema economico della nostra regione. Alimentandosi fondamentalmente grazie alla domanda interna, essa ha avuto una lunga battuta darresto a causa di un reddito perso di circa 1 mld e 800 milioni di annuo per licenziamenti, cassa integrazione in tutte le sue articolazioni, blocco della contrattazione del pubblico, mancati rinnovi contrattuali, mancata rivalutazione delle pensioni. I consumi si contraggono per laumento della pressione fiscale complessiva ma anche per laumento delle tariffe dei servizi pubblici come acqua, gas ed energia e dei servizi sociali. - crescono gli sfratti per morosit incolpevole; - crescono gli abbandoni scolastici e universitari per crisi: ci va a detrimento della mobilit sociale e delle pari opportunit; - si sono ridotte le spese mediche, di cura e alimentari. Le attuali politiche del credito non aiutano perch sono incapaci di sostenere contemporaneamente le imprese e le famiglie, soprattutto negli impieghi di lungo termine. Qui si ripropone la necessit di arrivare allo sdoppiamento della funzione della banca tra commerciale e banca di affari.

Legalit La pesantezza della crisi, con la mancanza della liquidit, ha favorito il diffondersi dellillegalit che ha potuto contare, come noi sosteniamo da tempo, sul radicamento delle mafie a Roma: i numerosi sequestri delle attivit commerciali, economiche, produttive finite in mano a mafiosi sono l a testimoniarlo. Si tratta di un fenomeno che deve essere necessariamente estirpato, certamente grazie al lavoro delle forze dellordine e della magistratura - che vorrei qui ringraziare, come ringrazio il Prefetto Pecoraro e il Procuratore Pignatone - ma anche con laffermazione di una cultura della legalit che dovremmo diffondere sempre pi a partire dalle scuole e dagli ambienti di lavoro per salvaguardare i diritti dei lavoratori, la trasparenza, le regole, anche quelle di competizione e di mercato. A questo proposito vorrei esprimere di nuovo vicinanza ai delegati della Filcams per il coraggio dimostrato nella vicenda del Caff de Paris. Nel Lazio ci sono 140 aziende confiscate di cui 110 solo a Roma, mentre 1.200 sono i lavoratori coinvolti presso il solo tribunale di Roma. Ora si tratta di capire come queste aziende sequestrate e confiscate possano essere trasformate in nuova e buona occupazione. in questa direzione che va la nostra proposta di legge di iniziativa popolare Io riattivo il lavoro, ancora ferma in commissione giustizia alla Camera.

Anche in considerazione di tutto ci parteciperemo convintamente alla 19 giornata nazionale della memoria per le vittime innocenti di mafia e la giornata dellimpegno contro le mafie che si celebrer alliniziativa a Latina il prossimo 22 marzo.

Crisi di governo Credo che dovremmo riflettere sulle modalit con cui, seppur in tempi molto stretti, la crisi di governo si aperta e poi ricomposta: senza rispettare il normale percorso democratico. vero che sono intervenute le rassicurazioni del presidente della repubblica circa regolarit dei passaggi ma credo non sfugga a nessuno che molti di essi si sono consumati al di fuori della sede naturale che e rimane il Parlamento. Questo lo dico non per criticare o per intromettermi in campi altrui ma per non sottovalutare un fatto: lindebolimento del percorso democratico in alcuni casi pu sembrarci anche motivato e giustificato dopo un periodo di stagnazione delle scelte politiche, ma faremo bene a non abbassare la guardia. Se queste modalit semplicistiche, dirette e veloci si dovessero estendere, come si sta facendo, fino ad arrivare a non trattare con il sindacato e con i corpi intermedi gli argomenti di merito, a pagare il prezzo - soprattutto sul piano dei diritti e dellequit - sar lintero paese, i suoi cittadini, i lavoratori, i pensionati. In questa lunga fase di transizione politica, abbiamo visto che per conquistare consensi qualcuno qualche tempo fa ha puntato sullantipolitica e qualcun altro oggi punta sulla rottamazione. Mi auguro che questultima stagione non diventi mai la fotocopia di quella che lha preceduta: l si us lantipolitica per prendere il potere e poi si esercit la peggiore politica, come i lunghi anni del governo Berlusconi dimostrano. La Cgil allepoca si trov da sola a contrastare scelte politiche di merito sbagliate e ingiuste sui temi del lavoro e delle pensioni e parallelamente chiese provvedimenti per far uscire il paese dalla crisi. Mi dispiace dover constatare che molti si siano dimenticati di quella stagione. Una stagione che ha riportato lattenzione al tema del lavoro, aprendo di fatto indirettamente altri scenari politici. Non vanno sottaciute le responsabilit dei governi Monti e Letta perch vi stata una continuit di scelte su tagli e rigore. Tutto ci non ha aiutato la ripresa n il lavoro. Se vero infatti che la crisi globale ed europea e si dovrebbero trovare ricette a quel livello, anche vero che contano le azioni di ogni singolo paese per evitare il dilagare della crisi e adottare misure per uscirne. LItalia, per quanto ci riguarda, dovrebbe ripartire dal lavoro. Dopo la presentazione del nuovo governo al Senato e alla Camera abbiamo capito che pi che di fronte a un programma ci saremmo trovati di fronte ad alcuni obiettivi da conseguire: legge elettorale, riforma della pubblica amministrazione, riforma della giustizia, lavoro, fisco. Continuiamo a rivendicare il dialogo e il confronto con le parti sociali. Francamente trovo azzardato e irrispettoso definire tutto ci un vecchio rito da superare: se il sindacato non contratta e non concerta, cosa fa? Solo comizi? A noi interessano i risultati e in mancanza di questi ci mobilitiamo. Questa la normale prassi sindacale.

Per quanto riguarda il merito, labbassamento delle tasse sul lavoro dipendente una buona risposta, una risposta che aspettavamo da tempo. Facemmo uno sciopero generale con questo slogan Cambiare la legge di stabilit 2014. Dagli sprechi e dalle rendite, pi risorse ai lavoratori e pensionati. I pensionati. Anchessi sono persone deboli, bisognosi di cure, e che hanno subito tra laltro una perdita del potere di acquisto. Bisogna sostenere al meglio la rivendicazione dei pensionati anche per aiutare, tramite il rimborso o la rivalutazione delle pensioni la crescita della domanda. Dalle agevolazioni e dai rimborsi rimangono esclusi anche i precari, problema cui occorre trovare soluzione. Va rivista anche per le pensioni la riforma Fornero. Essa, oltre ad aver creato gli esodati (nel Lazio 30mila), ha determinato il blocco del turn over. Infine bisogna ridare flessibilit al sistema, evitare ulteriori penalizzazioni e cancellare quelle esistenti, in particolare per i lavoratori precoci. Laumento della tassazione sulle rendite per finanziare lIRAP alle imprese positivo, cos come positivo affidare alla legge delega le questioni sul lavoro, gli ammortizzatori e le forme contrattuali; vuol dire avere almeno sulla carta la possibilit di confrontarsi (ma se il buon giorno si vede dal mattino complicato prevederlo); positivi anche i provvedimenti sulla maternit per venire incontro alle esigenze delle donne. Bene lintervento sulledilizia scolastica e sul dissesto idrogeologico, meno bene, anzi male, lestensione a tre anni dei contratti a termine senza le causali specifiche. Cos facendo si continua a scivolare verso la precariet e non verso la riduzione della precariet. possibile prorogare i contratti dei lavoratori ben otto volte in 36 mesi e le persone possono essere licenziate senza alcuna ragione. Se si dice che si rimanda il confronto (qualora ci sia) e poi si anticipa con un decreto questo provvedimento del contratto a termine evidente che la discussione in salita. Il contratto unico dovrebbe prevedere la riduzione delle tante forme contrattuali, non aggiungerne altre, e dovrebbe affrontare anche il tema dei centri per limpiego. Tra le coperture si fa riferimento alla spending review, ai risparmi per la spesa, per interessi sanitari e per i capitali dallestero, alla tassazione della rendita finanziaria, dellIVA che dovrebbe crescere a causa del rimborso della pubblica amministrazione alle imprese. Su questultimo punto vorrei fare una osservazione: se si intende pagare con il meccanismo della c.d.p. che equivale ad anticipare le somme e poi riprenderle, questo non lo si pu pi fare aumentando le tasse dei lavoratori e pensionati. Chiederemo alla Regione di sospendere i pagamenti, di non prendere altre risorse dallo Stato dopo i 4,5 miliardi gi presi e questa non una provocazione. Da queste pochi concetti, credo si possa dire che il sindacato, nel rispetto della propria autonomia, esprime non un pregiudizio, ma un giudizio di merito sulle scelte del governo.

Partiti 8

Siamo di fronte allo svuotamento dei partiti che abbiamo conosciuto nel 900 e alla crescita dei partiti personali. cambiato anche lo scenario del governo: fino a qualche settimana fa sapevamo di avere un governo di larghe intese a durata limitata per fare la riforma elettorale, giungere alla guida del semestre del parlamento europeo per poi andare al voto. Avevamo bisogno di capire il programma e avevamo bisogno di una maggioranza omogenea per fare le riforme con maggiore nettezza. Oggi ci troviamo di fronte sempre alle larghe intese che addirittura potrebbero essere di legislatura. Si tratta di una cosa ben diversa dallemergenza. In questo modo si allarga la distanza tra i cittadini e i partiti: non tra il premier e i cittadini perch il bisogno si accontenta talvolta anche degli annunci; e, almeno per il momento, non tra i cittadini e la politica poich molte sono le forme di partecipazione, di coinvolgimento e attivismo nellassociazionismo. Nelle persone rimane quindi la voglia di essere coinvolte. La legge elettorale invece va in unaltra direzione sia per quanto riguarda le quote rosa sia per quanto riguarda la partecipazione dei cittadini alle scelte dei candidati. Corriamo il concreto rischio che tra le istituzioni e i cittadini non ci sia pi niente. Da una parte si evita la concertazione e dallaltra le forze politiche non svolgono pi il ruolo di mediazione sociale; tutto ci significa un rapporto diretto con il popolo, senza mediazione, senza sintesi, senza cambiamenti. Significa comunicare le decisioni e basta e significa pure indebolire la democrazia e la stessa Carta costituzionale.

Democrazia La crisi ha eroso lo stesso sistema democratico del paese, la gravit dei problemi a cui bisogna rispondere spesso porta a semplificazioni senza coinvolgimenti, senza partecipazione. Prende il sopravvento larte di arrangiarsi e questo sempre pi evidente e aumenta con il ritrarsi del pubblico che invece dovrebbe coordinare, avanzare, sostenere, regolare e cos via. Diciamo tutto ci non per difendere la burocrazia ma la democrazia.

Europa LEuropa, quellEuropa che avevamo in mente, ununione politica, economica e sociale capace di governare e dare risposte non solo di rigore, ancora non c non solo per la crisi economica ma essenzialmente per la debolezza della politica. La moneta unica, leuro, senza un coordinamento effettivo delle politiche economiche, delle regole fiscali e sociali, senza un bilancio comune, senza una banca di riferimento, anzich essere occasione di integrazione diventato fattore di squilibri, diseguaglianze e divisioni. Abbiamo bisogno di unEuropa sociale e solidale, di costruire gli Stati uniti dEuropa, superando lEuropa delle sole regole e dei tagli, dellausterit che, come abbiamo visto, ha ostacolato la ripresa economica e loccupazione; ma abbiamo anche bisogno di unEuropa che faccia sentire maggiormente la voce in politica estera per favorire un processo di pace in Crimea e in qualunque altro focolaio acceso nel mondo contribuendo a rafforzare anche il ruolo degli organismi internazionali. 9

Abbiamo bisogno di una Europa capace di contribuire a definire le regole della globalizzazione e dei mercati e soprattutto di regolare i rapporti per evitare continue delocalizzazioni delle realt produttive (magari aziende che non sono in crisi) dallItalia verso altre paesi europei, definendo anche a quel livello una vera e propria politica industriale. Ecco perch importante la campagna elettorale per le elezioni europee. Il tema dovr essere non come uscire dallEuropa ma quale politica e quale Europa proporre. Parallelamente importante il confronto che il Presidente del Consiglio italiano sta avendo con gli altri partner europei, soprattutto alla vigilia dellentrata in vigore del Fiscal Compact. Sul tema della crisi, nel nostro piccolo, insieme a Cisl e Uil e ai sindacati delle capitali europee, abbiamo svolto un importante lavoro sui temi dello sviluppo locale e della dignit del lavoro riconosciuto dopo 10 anni dalla CES. Inoltre insieme alla rete degli imprenditori delle capitali europee abbiamo realizzato una dichiarazione congiunta sulle Smart cities e lo sviluppo sostenibile.

Riordino Enti Locali Il riordino degli Enti locali che interessa il nostro territorio in termini strategici attualmente contenuto nel cosiddetto d.d.l. Del Rio. Se sar approvato le province non saranno abolite ma trasformate in enti di 2 livello. Le funzioni verranno di molto ridotte e alcune di esse - per noi strategiche come ad esempio le politiche attive del lavoro e i centri per limpiego - non ben chiaro dove approderanno. importante il richiamo alle relazioni sindacali utili soprattutto nel definire i processi di riqualificazione, riorganizzazione del lavoro ma anche delle effettive funzioni da svolgere. Noi dovremmo farle valere. Vengono finalmente istituite le Citt Metropolitane con un crono programma atto a trasferire gli assetti e funzioni delle ex provincie alle nascenti aree metropolitana. Sembra che il 1 novembre verr istituito il consiglio Metropolitano con la partecipazione dei sindaci del territorio e del sindaco di Roma. Il sindaco di Roma verrebbe a coincidere con quello Metropolitano. Non si pu perdere loccasione di concretizzare un progetto nato 24 anni fa. Nel frattempo sollecitiamo una discussione per la realizzazione di un ente (area metropolitana) che dovr assumere i nuovi connotati del rapporto tra Roma Capitale e il suo hinterland; ridefinendo gli assi e la rete su cui poggiare lo sviluppo economico e sociale. Restano le nostre perplessit sullidea contenuta nella stesura del provvedimento al Senato secondo la quale se 1/3 dei comuni che hanno i parametri demografici chiede di non entrare nel nuovo Ente, essi possono dar vita a una struttura di bacino ben circoscritta. Questo porterebbe a un nuovo spezzettamento e non a un governo di area vasta. Roma Capitale dItalia ha diritto a una specificit che rispetti il suo status (dovuto alla presenza di istituzioni politiche, religiose, sovranazionali come le Nazioni Unite, la Fao, il Vaticano). Per 10

questo deve continuare a esigere fonti di finanziamento speciali non per lassistenza ma per svolgere le sue principali funzioni di citt capitale. Il suddetto finanziamento dovr permanere anche dopo la costituzione dellarea metropolitana, magari vincolandolo allex Comune di Roma. Tale riconoscimento economico, gi in vigore negli anni precedenti, stato di fatto cancellato con il cosiddetto patto della paiata tra Alemanno, Bossi e Polverini: il corrispondente importo and a finanziare infatti il capitolo del risanamento comunale poich il Governo Berlusconi non intervenne con risorse aggiuntive e alla Capitale rest solo la carta intestata. apprezzabile che la Regione Lazio abbia varato una proposta di legge (come anche noi avevamo chiesto) che mira a valorizzare il ruolo di prossimit dellEnte comune in generale e con maggiore rilievo il ruolo di Roma Capitale. Con tale proposta si mira a un massiccio processo di semplificazione e sburocratizzazione. Tra le materie coinvolte ci sono il commercio, ledilizia, il turismo, il trasporto, le procedure amministrative. bene interrogarsi se tale processo debba fermarsi solo allarea metropolitana o coinvolgere almeno i comuni capoluogo dal momento che queste semplificazioni sono destinate ad aiutare imprese e famiglie. Le unioni dei Comuni ribadite sia nel d.d.l. del Senato che nella proposta della Giunta Regionale, debbono diventare una realt. Pertanto tra il 30 giugno e il 31 dicembre 2014 i comuni al di sotto dei 5mila abitanti dovranno associarsi con lobiettivo di costituire unioni di almeno 10mila abitanti. Verranno cos definitivamente soppresse le comunit montane. tuttora importante la scelta della Regione di incentivare lassociazionismo comunale tramite lutilizzo delle risorse per premiare gli esiti degli accorpamenti economicamente positivi, cos come importante lidea di creare centrali unificate di acquisto che hanno come obiettivo leliminazione di sovrapposizioni e dualismi dannosi soprattutto in questa fase di scarsit delle risorse. Dobbiamo essere protagonisti di questo cambiamento superando anche qualche nostra pigrizia.

Lavoro dentro questo pur parziale scenario che dobbiamo muoverci. Dobbiamo ripartire dal lavoro. Credo che ormai tutti si siano convinti che il lavoro, e quindi la possibilit di percepire un reddito, non solo salvaguardi la dignit e la libert della persone, ma condizioni la ripresa delleconomia. Noi siamo una realt, non lunica in Italia, dove il ruolo della domanda interna fondamentale per alimentare la crescita ossia la ricchezza del territorio. Se cos non sar il PIL destinato a scivolare ancora verso il basso continuando ad alimentare la recessione e a far aumentare la disoccupazione. Ecco perch come CGIL a tutti i livelli abbiamo presentato il Piano del Lavoro con lobiettivo: - di salvaguardare il lavoro che ancora c; - di ritrovare un impiego per i lavoratori in mobilit, per chi stato licenziato o ha perso il lavoro; - di ridare ai cassintegrati la possibilit di tornare in azienda; 11

di eliminare o almeno ridurre il precariato attraverso un programma di stabilizzazione (a partire dal pubblico). di ridurre il lungo elenco dei disoccupati e soprattutto della disoccupazione giovanile; di impegnare gli ammortizzatori sociali, a partire da quelli in deroga, per garantire la copertura economica dei lavoratori. di risolvere le tante vertenze aziendali aperte. A questo proposito, dopo una dura battaglia sindacale, si riusciti a ottenere un contratto darea di Frosinone con lobiettivo di salvaguardare e consolidare le imprese del territorio, attivare nuove iniziative imprenditoriali e parallelamente offrire il reimpiego ai lavoratori espulsi dal ciclo produttivo. un fatto importante: ora esso va attuato e chiediamo alla Regione un costante monitoraggio. Tale provvedimento, con i dovuti aggiustamenti, dovr essere esteso anche a Rieti. Cos come ci aspettiamo un provvedimento ad hoc anche per Civita Castellana. Manca poi un provvedimento di sostegno per larea dei Castelli - Latina che avevamo chiesto insieme a CISL e UIL. di sostenere il welfare in termini di servizi e inclusione; di riorganizzare e riqualificare la sanit realizzando lintegrazione socio-sanitaria, spostando la medicina sul territorio al fine di allargare le prestazioni e per dare corpo al progetto di welfare considerato non pi come costo ma come occasione di sviluppo e lavoro.

Il Piano del Lavoro pone tuttavia la necessit di rimodulare il modello di sviluppo attuale poich questultimo non pi nelle condizioni di creare nuovo lavoro e quello che ha prodotto in massima parte di bassa qualit e in alcuni casi con meno diritti. Pertanto il fulcro dovranno essere: linnovazione, la ricerca, la formazione, la scuola, la tecnologia, la sostenibilit. Occorrer utilizzare al meglio le potenzialit offerte dalla presenza nel nostro territorio di universit, scuole, centri di ricerca e collegare questo mondo con quello produttivo, dando attuazione alla legge regionale sullinnovazione. Aprire le porte allo sviluppo sostenibile vuol dire occuparsi dellefficienza e del risparmio energetico, delle fonti energetiche rinnovabili, della prevenzione e del riciclo dei rifiuti, della mobilit sostenibile, della qualit sociale e urbana grazie al recupero, riqualificazione e riuso, della salvaguardia idrogeologica, dei beni culturali, delluso corretto del territorio preservandolo da contaminazioni di varia natura (penso allarsenico nelle acque, ad esempio). Soltanto cos si potranno porre le basi anche per lo sviluppo locale: proprio il territorio il luogo in cui si affermano i fattori della competizione e dellattrazione utili a trattenere le imprese o a favorirne di nuove. Per agevolare tutto ci c anche bisogno di opportuni regimi fiscali, di una vera efficienza e di un ruolo attivo del pubblico, di incentivi finanziari, ma soprattutto necessario un partenariato fra i diversi soggetti locali: enti locali, organizzazioni sociali, istituzioni finanziarie, camere di commercio, al fine di formulare progetti economicamente validi e fattibili. Il nostro piano del lavoro prevede, non a caso, ben 12 azioni: 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) banda larga, ITC e Smart cities; trasporti, infrastrutture e mobilit; aree interne, messa in sicurezza del territorio e riqualificazione delle periferie; edilizia e politica dellabitare; politica dei rifiuti solidi urbani; politiche industriali; agricoltura; turismo; 12

9) 10) 11) 12)

conoscenza e cultura; commercio e distribuzione; welfare, servizi alla persona, allinfanzia e adolescenza; terzo settore.

Per quanto riguarda i finanziamenti bisogna fare riferimento ad alcuni capitoli come: i Fondi Europei 2014-2020: da essi possono arrivare oltre 2,5 mld. di . Nel frattempo bisogna continuare a spendere entro il 2015 i circa 500 milioni rimasti dal sessennio precedente. Mi pare che lattuale Regione lo stia facendo; lextragettito sanitario che dovrebbe aggirarsi intorno a 130/140 milioni di al netto di manovre governative; una parte si pu spendere per gli investimenti e una per il fisco, per la riduzione dei ticket e per il sociale; il Cipe: riteniamo realistico che possa sbloccare dai 150/200 milioni di . dallallentamento percentuale del patto di stabilit potremmo ricavare altri 100 milioni di . se si recupera l1% o il 2% dellevasione accertata si possono ricavare 100-150 milioni di lanno; dai tagli agli sprechi, ai costi della politica, delle dirigenze, dal riordino delle partecipate, dalla revisione degli appalti, e dallefficienza negli acquisti potremmo ricavare altri 150/160 milioni di .

Sommando queste cifre potremmo arrivare a disporre di 1 miliardo di lanno. Ci significherebbe poter creare circa 100mila posti di lavoro in 5 anni. In pi, c bisogno di: rendere operativi i piani annuali e triennali delle opere pubbliche, gli investimenti sulle manutenzioni e sul rischio idrogeologico (da concepire come servizio pubblico non occasionale della Regione e dei comuni); definire le opere cantierabili sulle quali rimodulare le risorse; far decollare il patto antievasione dei sindaci dopo che ormai quasi 2 anni fa lo avevamo sottoscritto con lAnci.

Piano del Lavoro vuol dire anche in questa circostanza parlare di diritti, del diritto al lavoro, al contratto nazionale e di II livello, significa superare il blocco contrattuale nel pubblico impiego, rinnovare i contratti per i lavoratori a cui scaduto. Significa parlare del diritto a un lavoro dignitoso, a conservare il lavoro anche quando c un cambio di appalto, significa rimettere al centro la sicurezza nei luoghi di lavoro, tematica penalizzata ulteriormente dalla crisi. importante dunque riaccendere i riflettori sugli ambienti e i luoghi di lavoro.

Il nostro mestiere Riteniamo opportuno precisare ancora una volta che il nostro mestiere quello di contrattare, di concertare. Scioperi e manifestazioni sono gli strumenti che adoperiamo per far avanzare le nostre proposte e le nostre vertenze: il sindacato non siede nelle aule parlamentari o di altre istituzioni quindi la nostra modalit di intervenire risiede nellincontro e nella concertazione, nella contrattazione. Anche in virt di ci, non possiamo accettare da parte di nessuno - esterno o interno allorganizzazione - considerazioni secondo cui saremmo un sindacato che si colloca nel sistema. 13

Sono anni che ci battiamo per cambiare il sistema, chiedendo una riforma della pubblica amministrazione, maggiore trasparenza, una vera lotta alla corruzione e allevasione, una ridefinizione del sistema degli appalti, la riforma della giustizia civile (se pensiamo ai tempi lunghi anche dei processi del lavoro), la legge sulla rappresentanza. Questo non significa che non dobbiamo fare delle cose in pi o diverse. Anzi io dico che si deve andare sempre pi incontro ai problemi dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani, dei precari, dei migranti non solo in occasione dei congressi. Almeno una volta lanno chiedo venga promossa una campagna di assemblee (unitarie o solo nostre) non solo sulle questioni di categoria ma su tematiche pi complessive come il fisco, il sociale, le pensioni, lo sviluppo locale e territoriale e cos via. Questa la fase in cui bisogna rafforzare anche la nostra identit muovendoci in coerenza con le 11 azioni individuate dal documento congressuale n 1.

Categorie, Camere del Lavoro, Servizi Il nostro mestiere lo svolgiamo con le nostre categorie nazionali e locali in riferimento ai contratti nazionali e di II livello ma lo svolgiamo anche con le CdLT attraverso la contrattazione sociale e territoriale, lo svolgiamo con il sistema dei servizi perch il tema come estendiamo le tutele a fronte di un mercato del lavoro profondamente cambiato, frammentato e diviso, a realt lavorative pi piccole, pi spesso nascoste. Il quadro normativo cambiato ed pi penalizzante per il mercato del lavoro, anche per i continui cambiamenti sul fisco e sulla riforma della pubblica amministrazione. Ecco perch, soprattutto con la crisi, dobbiamo rivolgere lattenzione alle tutele individuali e quindi rafforzare il ruolo del CAAF e della Lasea, dellUVL, dellInca, del servizio orientamento al lavoro. I servizi come le categorie e le Camere del Lavoro servono per tutelare gli interessi e i diritti degli iscritti e dei lavoratori. Cos come dobbiamo rafforzare il rapporto e il legame con il Sunia, con la Federconsumatori, lAuser (Associazione per lAutogestione dei Servizi e Solidariet), lAlpa (Lavoratori Produttori dellAgricoltura), lAPU (Associazioni Proprietari e Utenti della casa) e Media Aequa ossia la societ di mediazione che attraverso i propri sportelli nel Lazio interviene nelle procedure di mediazione e conciliazione. Sono tutte strutture che, grazie a un sistema di rete presente anche nel territorio, consentono di salvaguardare diritti e tutele e di rispondere pi compiutamente alle esigenze e ai bisogni delle persone e delle famiglie. Dallinsieme di queste azioni ci attendiamo anche una ricaduta sul proselitismo, sul tesseramento. Il numero degli iscritti alla nostra organizzazione proviene per il 60% dalle categorie e un 40% arriva direttamente dal sistema dei servizi. Per questo in molti casi si pone il tema della presa in carico dei lavoratori da parte delle categorie: se ci non avviene rischiamo che quella iscrizione sia a tempo e non vi sia alcuna fidelizzazione.

Modello Organizzativo

14

Il nostro mestiere lo svolgiamo se sappiamo adeguare anche il nostro modello organizzativo che deve fondare la sua forza sul luogo di lavoro e sul territorio; sono concetti questi che non debbono essere slogan ma perni su cui far muovere il nostro sindacato secondo un modello piramidale con il vertice stretto e la base larga. Questo significa che tutti i blocchi che compongono la piramide sono importanti perch ognuno di essi sostiene laltro. Ritenere che una parte di questi blocchi sia meno importante rispetto a unaltra, significa imboccare una strada sbagliata, sprecare molte energie, concentrandosi non tanto sulle politiche sindacali ma sullimportanza o meno del ruolo che in quel determinato momento uno viene ad assumere. bene ricordare che quel ruolo un compagno o una compagna lo assume in quanto gruppo dirigente, espressione dinsieme appunto dellorganizzazione allinterno della politica dei quadri. Se parliamo di gruppo dirigente significa che tutte le parti sono importanti. Per fare questo serve coraggio, una sfida anche con se stessi, significa rimettersi in gioco, lasciare le certezze, le strade che conosciamo e camminare su nuovi percorsi sempre con lobiettivo di fare il bene dei lavoratori, dei pensionati e dei giovani. Sono convinto che il gruppo dirigente di Roma e del Lazio ha gi dato prova di saperlo fare ed nelle condizioni di poterlo rifare: con la conferenza di organizzazione del 2012, pur tenendo ferma lintuizione del 96 sul radicamento territoriale, abbiamo rimodulato le CdLT della provincia di Roma passando da 7 a 4. Con questultimo intervento ci siamo occupati per soltanto di Roma. Ora bisogna occuparsi di Roma e il Lazio. Propongo di aprire una riflessione che dovr portarci, entro marzo 2015, alla conclusione del cantiere organizzativo attivando tutto il percorso democratico e di coinvolgimento (anche seminariale) necessario a giungere a una configurazione che possa rappresentare Roma e il Lazio, confermando lancoraggio al luogo di lavoro e al territorio. Tutto ci comporta non a una contrazione della presenza ma a un rafforzamento di essa, magari policentrica e con un vertice ristretto.

In questo modo, qualora gli organismi decidessero in tal senso, andr a chiudersi la lunga fase di transizione organizzativa per trovare un assetto strutturale, compiuto e definitivo. Tutto questo va fatto con la pari dignit e nel rispetto delle storie e della storia: esse vanno messe a disposizione per fare qualcosa di pi grande e utile ai pensionati, ai lavoratori, ai giovani e ai territori.

Comunicazione Vanno bene le mail, gli sms, Facebook, You Tube, Twitter e tutti gli altri strumenti di comunicazione, ma umilmente vi chiedo di ripristinare le bacheche, mettendone qualcuna in pi, aggiornandole periodicamente. Sono ugualmente importanti il volantino, la stretta di mano, il dialogo, il confronto, le assemblee poich in questa lunga fase di crisi la solitudine delle persone emerge come uno degli elementi pi drammatici. Sappiamo che avremo meno risorse, ma dobbiamo riabituarci ad agire in coda allorario di lavoro e, se serve, rafforzando il volontariato e la militanza. 15

CISL e UIL Il rapporto con CISL e UIL importante perch in questo scenario la nostra unit pu aiutare meglio a difendere e a tutelare gli interessi dei lavoratori e dei pensionati a tutti i livelli e a chiedere nuovo lavoro e adeguate politiche di sviluppo. In questa stagione il rapporto unitario nella nostra realt sta funzionando soprattutto sul merito delle iniziative svolte e della piattaforma unitaria definita. Dovremmo per migliorare i nostri tempi perch in molte situazioni o interveniamo tempestivamente e siamo protagonisti, oppure saremo destinati a rincorrere.

Parti Datoriali Il rapporto con le parti datoriali, con Unindustria, finora andato avanti a corrente alternata. Ora, a seguito dellultimo incontro, mi pare che si voglia procedere in termini pi compiuti. Non mi dispiacerebbe discutere insieme a Unindustria di come si possa intervenire per tutelare il lavoro, non solo in termini di impresa ma anche salvaguardando competenze e professionalit dei lavoratori; con Unindustria nata lidea della staffetta generazionale Poi lintesa stata perfezionata dalla Regione Lazio con circa 3 milioni di euro di finanziamento e con una possibilit di attivare al lavoro circa 250 giovani. Bisogna arrivare, attraverso altre coperture, come quelle delle Camere di Commercio, a circa 12 milioni di euro per avere un inserimento pi significativo almeno di mille unit. Ugualmente importante lavvio del confronto con lassociazione Alleanza Pmi Roma 97.6 che rappresenta le piccole e medie imprese. emersa la volont di concertare insieme soluzioni e proposte per tamponare e uscire dalla crisi ridefinendo un rapporto tra imprese e organizzazioni sindacali e di definire un manifesto per lo sviluppo su 5/6 tematiche concrete allinterno di una visione, di uno scenario strategico di Roma e Lazio. stata espressa la volont di definire una posizione comune sul decreto Salva Roma e sul Patto per lo sviluppo e loccupazione della Regione Lazio. A Unindustria e ad Alleanza Pmi Roma 97.6 dobbiamo chiedere se sono nelle condizioni per impegnarsi insieme a noi, soprattutto ora che la crisi diventata pi pesante, a trovare alternative ai licenziamenti e alla cassa integrazione, magari chiedendo ammortizzatori in deroga, corsi di formazione, contratti di solidariet. Un rapporto importante in corso anche con i costruttori (ACER) per definire alcune priorit di intervento. Per noi sono fondamentali: Regione Rimane per noi fondamentale il rapporto e il ruolo che possono giocare le istituzioni locali a partire dalla Regione Lazio. Con lavvento della Giunta Zingaretti, del centro sinistra, dopo la brutta 16 ledilizia sociale (case popolari); il recupero, la riqualificazione delle periferie, il riuso del centro storico, la manutenzione; gli interventi per migliorare la qualit economica e sociale dellintero territorio con le infrastrutture materiali, immateriali e sociali.

parentesi Polverini, si sono riaperti i canali del confronto e della concertazione. Siamo arrivati a sottoscrivere un protocollo sulle relazioni sindacali che non fu possibile ottenere precedentemente, anche se sul funzionamento di questultimo registriamo qualche limite di attuazione che bisogna superare al pi presto. Nonostante il nostro impegno protrattosi fino al 23 dicembre volto a scongiurare laumento ulteriore delladdizionale IRPEF dello 0,6% per tutti, la Regione Lazio aveva previsto una fascia di esenzione solo sotto i 15.000 per il 2014 e laumento di un ulteriore 1% a partire da gennaio 2015. Abbiamo allora iniziato una mobilitazione per il fisco e il lavoro con Cisl e Uil e il 3 gennaio abbiamo consegnato alla giunta 30 kg di carbone per sottolineare come le sue scelte relative al bilancio e allaumento dellIrpef fossero profondamente inique, ingiuste e sbagliate. Anche a seguito dell'iniziativa, il Presidente e la Giunta si sono resi conto subito dopo di questa anomalia e hanno ripreso il confronto. Il 6 marzo abbiamo sottoscritto con la Regione un memorandum che impegna la Giunta e il Consiglio a prevedere una fascia di esenzione fino a 28mila euro, un tavolo di confronto da concludersi entro settembre del c.a. per vedere una diversa modulazione oppure aumentare lesenzione dai 28.000. Si decisa inoltre leliminazione dellaumento dell1% e c limpegno a utilizzare la ricontrattazione del debito compreso quello sanitario o lextragettito per la riduzione della pressione fiscale, per gli investimenti e per ridurre i ticket. In pi ci sono altri due impegni seri e sostanziosi: uno riguarda la definizione entro il 2014 della rimodulazione in senso equo e progressivo dellIRPEF, che gi paghiamo all'1,7%, laltro la lotta allevasione fiscale. Sono state inoltre importanti le scelte compiute dalla Regione Lazio per la razionalizzazione dei costi della politica, delle societ, dei consigli di amministrazione. questa una strada da continuare a percorrere. Bisognerebbe arrivare a eliminare il pagamento dei vitalizi agli amministratori regionali almeno finch dura la crisi. Bisogna inoltre proseguire con la centrale unica per gli acquisti, la revisione del sistema degli appalti e oltre alla lotta allevasione cui accennavamo bisogna rafforzare la lotta alla corruzione. Con la Regione, le parti datoriali e le altre organizzazioni sindacali stiamo lavorando per giungere a sottoscrivere un Patto per lo sviluppo e loccupazione: esso dovr contenere scelte chiare e prevedere effettive ricadute occupazionali attraverso misurazioni, risorse, cronoprogramma, verifica e monitoraggio delle scelte da compiere, introdurre ingredienti utili per ripensare al modello di sviluppo, utilizzare non solo le risorse europee ma quelle nazionali, e chiamare in causa anche il sistema del credito per affrontare le grandi tematiche e far ripartire il lavoro. La riforma della P.A rimane vitale sia per rilanciare le funzioni e il ruolo del pubblico anche nella programmazione e nel controllo sia per aumentare efficacia ed efficienza. La Regione dovrebbe dire al Governo: chiudiamo la stagione dei commissariamenti, delle scelte calate dallalto, riprendiamo a camminare con le nostre gambe, sulla base di scelte politiche e amministrative concertate a livello locale sia sul fronte della sanit che su quello dei rifiuti solidi urbani, settori attualmente commissariati. Per quanto riguarda la sanit, dobbiamo porre fine alla fase dei tagli e ragionare su riorganizzazione, riqualificazione e territorio. dentro questo disegno che le case della salute possono rivelarsi una soluzione salvaguardando i servizi, la trasparenza e i diritti dei lavoratori. 17

Non pi rinviabile una legge sugli appalti, i servizi e le forniture, capace di tutelare anche i diritti dei lavoratori magari anticipata con un protocollo tra la Regione e le parti sociali. Dobbiamo: ridefinire e finanziare la legge sul reddito minimo garantito come un ponte per il lavoro, non come forma di assistenza; rivedere la normativa sul diritto allo studio rafforzando il modello di programmazione partecipata e la legge regionale che disciplina il funzionamento del Forum Giovani; definire strumenti di pianificazione PRT e piano energetico; completare la legge regionale sul sociale; oltre alla legge sullinnovazione, rendere operativa e funzionante quella sullimmigrazione. Su questo ultimo punto, fermo restando il ruolo dellEuropa e dellItalia, ognuno deve fare la propria parte su inclusione, lavoro e diritti, essendo il Lazio la prima regione per presenza di migranti. Bene attivazione del programma Garanzia Giovani, cos come laccordo di apprendistato di alta formazione, e la linea guida sui tirocini. Su tutto ci si svolto un importantissimo lavoro di concertazione. Con questi elementi il Lazio potr riuscire a essere un modello sul piano della concertazione e sulle scelte di merito.

Roma Parlando di Roma, non si pu non fare riferimento al cosiddetto Decreto Salva Roma. A noi piace aggiungere la parola romani perch se salviamo Roma ma non salviamo i romani, il disastro assicurato. Prima di affrontare questo tema vorrei soffermarmi sul fatto che dopo lentusiasmo della svolta politico-amministrativa, i rapporti anche con il Comune sono stati altalenanti e spesso legati alle emergenze: il TPL, le vicende dei cantieri della metropolitana, il tema del personale, per fare solo qualche esempio. Il bilancio del 2013 - di fatto un bilancio consuntivo pi che preventivo - non stato oggetto di grande discussione. Continuiamo a chiedere un cambio di passo, di voltare pagina. Alcuni segnali di discontinuit ci sono stati ma sono avvenuti tardi: dobbiamo ripartire dalle regole, dalle relazioni sindacali, ma soprattutto dalle scelte che riguardano il governo, gli investimenti, il sociale e il fisco. dentro questo scenario che si innesta il decreto Salva Roma che pu stravolgere tale impostazione. Esso in sintesi prevede una tempistica molto rigida: un piano triennale per la riduzione del disavanzo e per il riequilibrio strutturale di bilancio, dove debbono essere riportate le misure per il contenimento dei costi: 1. ricognizione dei costi unitari della fornitura dei servizi pubblici locali e misure per riportare tali costi ai livelli standard dei grandi comuni italiani; 2. per le societ in perdita si fa riferimento al necessario riequilibrio del personale facendo riferimento agli strumenti legislativi e contrattuali esistenti, nel quadro degli accordi con le OO.SS. 3. adottare modelli innovativi per la gestione dei servizi di T.P.L., di raccolta di rifiuti e di spazzamento delle strade anche ricorrendo alle liberalizzazioni; 18

4. perseguire il riequilibrio finanziario del comune, se necessario con la dismissione o la messa in liquidazione delle societ partecipate che non risultano avere come fine sociale attivit di servizio pubblico, nonch con la dismissione di quote del patrimonio immobiliare del comune. Per noi questi sono i punti fermi: la discussione sul Salva Roma (che va fatta unitamente a quella sul bilancio). la quantit e la qualit dei servizi (che devono restare immutate). la garanzia del lavoro e dei diritti dei lavoratori (a partire dai precari). lequit e la progressivit fiscale, senza prevedere ulteriori aumenti di tassazione. no ai tagli lineari e alle privatizzazioni che equivalgono a svendere.

Allinterno di queste indicazioni e parametri siamo pronti a discutere e a trovare nel merito le intese. Abbiamo lenergia, le forze, le competenze, la determinazione per uscire da questo stato di difficolt. Per evitare che questa sorta di commissariamento ingessi Roma ci vuole un patto triangolare giocato sulla trasparenza, sulla coerenza ma anche sulla costanza dei rapporti tra il Comune, le organizzazioni sindacali e le imprese. In tale contesto anche noi ci sentiamo di essere classe dirigente di questa citt, pronti a fare la nostra parte ripartendo dal lavoro, dai lavoratori e dai servizi. Occorre intraprendere unazione riformista e deve essere questa loccasione per discutere della quantit e della qualit dei servizi sia nei contratti di servizio sia nei piani industriali. TPL: bisogna pensare a ununica societ con Regione Lazio, Trenitalia e Comune di Roma; ACEA e AMA: occorre rafforzare le integrazioni sulle politiche industriali ed energetiche ma anche sullinnovazione e la trasparenza e mirare alla chiusura del ciclo dei rifiuti. Non penserei ad altri soci n a forme di azionariato popolare. Un conto sar valutare il servizio e le ricadute prevedendo unopportuna fase partecipativa, un conto cambiare la natura delle societ; Farmacap: verifichiamo bene quello che Farmacap gestisce, valutiamo se bisogna scorporare qualcosa oppure no, ma sarei per rilanciare questo servizio. Restiamo in attesa dellincontro con lamministrazione comunale per capire esattamente quale il piano di intervento e poi la discussione sul merito.

Su Roma e Lazio bisogna compiere grandi scelte infrastrutturali materiali (piano su ferro, aeroporto, portualit) e anche immateriali.

Altri comuni Per quanto riguarda le altre amministrazioni locali, ci assumiamo limpegno di lavorare entro questanno, nei comuni superiori ai 5mila abitanti, su temi come il sociale, gli investimenti, il fisco arrivando a redigere protocolli o memorandum utili ai lavoratori, pensionati e al territorio.

Rinnovamento

19

Dobbiamo porci anche il tema del rinnovamento della nostra organizzazione e del ringiovanimento non improvvisato o con il metodo della rottamazione o della spallata. Il tema non rottamare lesperienza ma mettere questa al servizio dellorganizzazione per favorire il ricambio allinterno di un progetto e a un percorso che deve far parte dellimpostazione culturale e che non pu essere la semplice sostituzione di persone. Un percorso che parta dai luoghi di lavoro, dai comprensori e poi passi alle categorie per arrivare agli altri livelli dellorganizzazione. Non valida lobiezione secondo la quale passa troppo tempo perch il nostro mandato dura 8 anni. I compagni e le compagne possono restare anche meno di questo periodo (che il periodo massimo). Tra laltro a Roma e nel Lazio, il gruppo dirigente ha rinunciato a usufruire dellopportunit che lo statuto consente in occasione della rimodulazione delle strutture, dando cos un chiaro segnale politico a favore del rinnovamento. Dicevo che il ricambio va preparato, non improvvisato perch il compagno o la compagna debbono avere la forza di modificare, cambiare, adeguare le strutture al nuovo. In quel caso abbiamo prodotto il rinnovamento, altrimenti abbiamo semplicemente sostituito le persone e la struttura continua a lavorare nella vecchia maniera.

Donne La nostra unorganizzazione di uomini e di donne. Ci significa che anche i gruppi dirigenti devono essere espressione di questo quadro. Se cos non , questa deve essere loccasione per realizzare compiutamente la valorizzazione delle compagne attraverso scelte e soluzioni improntate a un pi visibile equilibrio a partire dalle scadenze di mandato e non solo definendo un apposito progetto anche in coerenza con le scelte gi compiute nelle attuali CdL di Roma dove abbiamo le segreterie paritarie. Proseguendo in tale direzione negli eventuali percorsi di rimodulazione delle CdL territoriali dobbiamo impegnarci affinch ci possa essere un consolidamento delle presenze delle compagne. Bisogna inoltre lavorare a tutti i livelli affinch, in occasione del rinnovo dei nostri delegati, venga sostenuta laffermazione delle nostre compagne non solo come segno di rinnovamento ma anche per assumere in termini pi compiuti la piattaforma di genere e con lobiettivo di conquistare nei luoghi di lavoro e nelle diverse citt cambiamenti strutturali in termini di welfare. Favorire linclusione e limpegno delle donne un modo per combattere quegli episodi di discriminazione e di violenza, manifestatisi anche a Roma. In tal senso molto importante la definizione della relativa legge regionale su cui le stesse compagne hanno lavorato.

Dire e fare Dobbiamo essere coerenti con le cose che dichiariamo: segno di autorevolezza, trasparenza e rispetto.

Risultati Su questo tema ci giochiamo una forte dose di credibilit e di affidabilit; dobbiamo essere coerenti con ci che dichiariamo e quando i risultati attesi non si realizzano dobbiamo cercare di 20

comprenderne le ragioni, come evitare gli errori, e dobbiamo essere pronti a cambiare strategia e comportamento. Forme di lotta Bisogna far riuscire quelle che proponiamo, coinvolgendo compiutamente i lavoratori, i pensionati e le persone in generale, prima di annunciare o pensare ad altre. Testo Unico Con la sottoscrizione del Testo Unico sulla rappresentanza in coerenza con gli accordi del 28 giugno 2011 e 31 maggio 2013: i lavoratori possono decidere sul proprio contratto, spetta a loro lultima parola; i delegati avranno pi potere e pi responsabilit non ci potranno pi essere gli accordi separati.

Non capisco per quale ragione anche dopo il voto del Comitato Direttivo della CGIL Nazionale del 17/1/2014 si voluto continuare a fare, da parte di qualcuno e in particolare di una struttura, un ragionamento inchiodato sul metodo anzich valorizzare il merito del Testo Unico. Se facciamo riferimento al merito abbiamo che: il peso di ogni organizzazione viene misurato annualmente a livello nazionale sia sulla base del numero degli iscritti, sia sulla base del numero dei voti conseguiti nelle elezioni delle RSU; i delegati RSU sono eletti proporzionalmente e direttamente dai lavoratori e lavoratrici e hanno il potere di fare accordi che sono vincolanti per i lavoratori e per le imprese; dove ci sono le RSU, sono loro a decidere come e quando far votare gli accordi aziendali. Se invece c la RSA, che nominata dalle organizzazioni sindacali, per quanto riguarda laccordo aziendale c lobbligo di voto; il CCNL per essere valido e esigibile deve essere firmato dal 50%+1 delle organizzazioni sindacali e votato a maggioranza semplice dai lavoratori/lavoratrici e cui viene applicato; le associazioni imprenditoriali non potranno pi scegliere con chi trattare poich se unorganizzazione sindacale rappresenta il 5% a livello nazionale parteciper di diritto alla trattativa per il rinnovo del CCNL; saranno i contratti collettivi nazionali futuri a stabilire le sanzioni che per la prima volta riguarderanno sia lazienda sia le organizzazioni sindacali e le loro rappresentanze. il mancato rispetto degli accordi prevede una multa per le imprese e la temporanea sospensione dei diritti sindacali contrattuali. per le organizzazioni sindacali e per le rappresentanze elette sono escluse sanzioni di qualunque genere, per i singoli.

Il Testo Unico fissa regole che dovranno essere inserite nei prossimi contratti nazionali sullesigibilit degli accordi. Sono chiaramente garantiti i diritti derivanti dallo Statuto dei lavoratori e chiaramente non c alcun limite al diritto di sciopero. 21

Dopo Confindustria, il Testo Unico stato sottoscritto pure da Confservizi. Questo importante ma non basta: bisogna estendere a tutto il mondo del lavoro i principi e il merito contenuti nel Testo Unico. Inoltre bisogna rinnovare tutte le RSU scadute e chiaramente far votare la CGIL significa contribuire a far pesare di pi la nostra organizzazione. Un peso che deriva anche dal numero degli iscritti. Il proselitismo per noi deve essere sempre pi unazione di politica sindacale. Anche perch con Cisl e Uil e (?Ugl?) con il Testo Unico la competizione non si chiude ma continua, seppur dentro regole certe. Chiediamo con forza al Parlamento di approvare una legge sulla rappresentanza che faccia proprio il principio che a decidere siano i lavoratori, dando anche attuazione allart. 39 della Carta Costituzionale sullestensione erga omnes dei CCNL. Nella maggior parte delle assemblee congressuali sono stati approvati odg e raccolte di firme a sostegno del Testo Unico. Ora, dopo lapprovazione del C.D, si deciso di andare a svolgere le assemblee unitarie con CISL e UIL e poi di trovare opportuni momenti di voto dei nostri iscritti sulla base delle decisioni delle categorie nazionali. Concluso il nostro congresso lavoreremo per conseguire il pronunciamento degli iscritti. E proprio per assicurare la massima correttezza e trasparenza, considerato che i pensionati in massima parte si sono espressi, si realizzeranno di fatto due urne, una dove voteranno tutti gli iscritti afferenti a Confindustria e laltra dove voteranno coloro a cui il Testo Unico deve essere esteso. Dopo il pronunciamento degli iscritti, nessuno di noi potr dire che non vale. Quindi saremo tutti tenuti a rispettare lesito e agire di conseguenza senza zone franche. Compagne e compagni, riprendendo lo slogan del nostro congresso, noi siamo contrattazione, democrazia, diritti, futuro, inclusione, lavoro, legalit, partecipazione e forti di questi obiettivi e valori continueremo a impegnarci per cambiare e riformare il nostro territorio e il nostro paese sulla base del piano del lavoro e di un nuovo modello di sviluppo; per estendere le tutele e i diritti a chi ne sprovvisto senza lasciare nessuno da solo; per cambiare, rinnovare, rafforzare la CGIL insieme al nostro segretario generale Susanna Camusso.

22

Potrebbero piacerti anche