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DISCESA NEGLI ABISSI parte V Fui il primo a vedere quel macabro spettacolo; gli altri marinai si svegliarono poco

o dopo lalba e vennero a scoprire con i loro occhi lorigine di quel tanfo nauseabondo. Vedendo quel mare di morte, qualcuno scoppi a piangere, qualcuno si limit a mormorare qualche preghiera sottovoce. Dovemmo anche calmare con la forza qualcuno in preda a crisi isteriche, forse a cause delle forme assurde che avevano alcune delle creature i cui corpi affioravano a pelo dacqua: enormi e rigonfi in modo orribile, dovevano essere gli abitatori delle profondit pi! remote, di cui la zoologia sapeva ancora poco, capaci di risvegliare nelluomo terrori ancestrali. "almate le crisi di quei poveretti, non ci furono molte altre conseguenze: lequipaggio ormai accettava tutto con rassegnazione, freddo, fame, puzza, probabilmente anche la morte se fosse arrivata senza fare troppo rumore. #ochi reagivano alla situazione, fra questi #ietro e $atto, che ancora ricoprivano il ruolo di responsabili della pesca, si fecero aiutare a tirare a bordo dei secchi riempiti con gli strani pesci che ci galleggiavano attorno, li esaminarono per capire se fosse possibile ricavarne qualcosa di commestibile. %ndarono avanti per ore e riuscirono a selezionare solo un paio di carcasse ridotte meno peggio delle altre, anche se a detta di buona parte dellequipaggio, capitano in testa, era impensabile mangiare quella roba gelatinosa, in qualunque modo la si potesse cucinare. &li animi si scaldarono anche in quelloccasione, sarebbe scattata una rissa, stavolta con esisti negativi, se il capitano non avesse scelto di rinunciare alle sue giuste pretese di comando. 'Dato che non c( nulla di commestibile a bordo ) disse ) non imporr pi! alcun vincolo per i pasti. *gnuno ( responsabile per s+ di quello che mangia. #otete consultarvi con il dottor $ighi se lo ritenete importante. ,a discussione ( chiusa, ma non voglio vedere questa schifezza sul ponte della -onfalcone, per cui se non volete rigettarla in mare, portatela via e ripulite tutto.. Detto questo se ne and e sul volto di #ietro torn il ghigno malvagio che portava due giorni prima, mentre $atto e gli altri suoi compagni, portavano il pesce morto verso la cucina e cominciavano a dare lo straccio sul ponte. /enza dubbio una vittoria personale di #ietro, che bramava da tempo una rivalsa contro il capitano, forse anche perch+ non era riuscito a ottenere quella contro lo /curo. /ua ma anche di quelli che in quel modo pensavano di aver risolto, almeno per un po, il problema della fame. 0na vittoria piccola, meschina e assurda perch+ nessuno sembrava prendere in considerazione che ci trovavamo del tutto privi di acqua da bere. 1 calcoli che mi ero fatto in precedenza circa il tempo che avremmo potuto resistere senza che funzionassero gli impianti di desalinizzazione, riguardavano la possibilit di assumere liquidi dagli alimenti, dal pesce fresco soprattutto e da quella, in estremo, di poter assumere ridotte quantitativi di acqua marina assieme ad acqua pura. 1n quello stato, invece, privati allimprovviso delle riserve delle cisterne, saremmo potuti resistere quanti giorni2 /enza bere pochi, due o tre, poi saremmo impazziti di sete, avremmo venduto lanima al diavolo per un sorso dacqua e avremmo bevuto quella del mare, morendo di nefrite. -entre riflettevo non riuscivo a togliermi dalla mente limmagine di noi stessi fra non molti giorni: pallidi, con il ventre, la faccia, le mani e i piedi gonfi, gli occhi rossi, la lingua riarsa e le labbra spaccate per la sete, i pantaloni sporchi di lurido piscio color sangue. 3on eravamo ancora a quel punto, nonostante tutto eravamo tutti abbastanza in buona salute, a parte qualche febbriciattola causata dal freddo, eppure in modo strano, quasi allucinatorio, limmagine di questa possibilit , quella stessa immagine che si stagliava con vivida nettezza nella mia mente, mi venne descritta anche da molti altri marinai a cui chiesi conferma, come se qualcuno avesse mostrato a tutti noi lo stesso dipinto. Fra coloro che non aveva avuto quella visione cera anche lo /curo. "orsi da lui per vedere se era in grado di darmi qualche spiegazione, e fare un po di chiarezza: ero ormai convinto che le

nostre sensazioni, le mie per lo meno, non fossero casuali e che non fossero delle semplici risposte psichiche agli stimoli estremi a cui venivano sottoposte le nostre menti, dovevano essere dei messaggi di chiss quali realt estranee alluomo, forse quelle di cui mi aveva parlato lo /curo, forse il mondo degli spiriti, forse gli alieni, non lo so; so solo che andavo da lui come un selvaggio si sarebbe rivolto allo sciamano della sua trib! per sapere lorigine e interpretare il significato di un fulmine. &li raccontai in maniera concitata come mi ero ritrovato senza accorgermene da una realt allaltra e di nuovo alla nostra una volta vissuto quellorribile scenario. 1o mi sbracciavo per farmi comprendere, gli vomitavo addosso una sfilza di parole senza pause e credo di aver alzato abbastanza il tono di voce, visto che notai alcune occhiate infastidite da parte di altri marinai, ma lui continuava ad armeggiare attorno ai tubi e ai rubinetti delle cisterne senza darmi seguito. /olo quando mi fermai per riprendere fiato, si gir con calma verso di me. '4ai sete2. mi chiese. ,a risposta era ovvia e comunque la mia faccia dovette essere piuttosto esplicita, infatti continu. '/e ti dicessi che non berrai mai pi! un goccio dacqua e morirai di sete2 "osa ti viene in mente2. '4o paura che lipotesi non sia tanto assurda ) risposi ) la sola idea mi fa venire ancora pi! sete, se ci penso ho una paura folle, non sono mai stato cos5 vicino alla possibilit di morire, potrei impazzire.. ,o /curo annu5 e torn a trafficare con le cisterne, mentre diceva: '6 proprio quello che sta accadendo.. %rrivarono altri marinai per dargli una mano con le cisterne, cos5 lasciai decadere il discorso. $iuscirono a fare ben poco in realt : sciolsero un po di ghiaccio con una piccola saldatrice a gas, di quelle a mano, giusto quanto era necessario per un sorso a testa prima di andare a dormire, poi la bomboletta si esaur5. 3el frattempo chi aveva mangiato il pesce pescato da #ietro e dai suoi si era sentito male, chiaramente intossicato e aveva rimesso anche lanima, cos5 la poca acqua rimediata con quello stratagemma fu riservata a loro per consentirgli di reintegrare almeno un po di liquidi. Visto che era inutile ormai cercare di accomodare la situazione con mezzi ordinari, ci disponemmo tutti come meglio potevamo attorno alla cassa che emanava luce e calore, almeno per riuscire a dormire qualche ora; prima di chiudere gli occhi vidi che gli unici assenti erano il capitano e lo /curo. "i svegliammo tutti assieme, poteva essere lalba, ma era impossibile da definire con certezza. 1l cielo era completamente coperto di nubi lontane e fumose, simili a quelle che la meteorologia definisce altostrati, ma anche di altra natura, sicuramente diverse qualsiasi altra cosa abbia visto in seguito: si muovevano, entravano luna nellaltra, lentamente, si avviluppavano su loro stesse in spirali e vortici, rimanendo sempre compatte e illuminate da qualcosa dietro che non era il sole, non poteva essere il sole perch+ le tingeva di rosso cupo e si spandeva ovunque allungando e ritraendo i suoi lampi cremisi. ,e nuvole avvolgevano ogni cosa, confondendosi allorizzonte con la nebbia fitta e spessa che serrava i suoi tentacoli sulla -onfalcone e sulle nostre gole rendendo difficile anche respirare, lunico effetto positivo della nebbia era che copriva il mare di carcasse marine nel quale ci trovavamo, anche se il puzzo di morte era inestinguibile. "i svegliammo tutti assieme, cos5 come ci eravamo coricati, attorno allidolo, avevamo fatto tutti lo stesso sogno. 3on lo chiesi, in realt , non ce nera bisogno, lo sapevamo e basta, perch+ ci eravamo visti e riconosciuti tutti l5, nel sogno intendo. 3el cuore della notte, uscivamo in processione da una specie di tempio colossale, costruito secondo strane tecniche architettoniche, o forse scavato direttamente nella roccia. %ttorno a noi

cerano altre7 direi persone, il loro aspetto, i lineamenti del loro volto soprattutto erano animaleschi, ma camminavano erette e solenni: degli uomini8scimmia dalla pelle rossa e coriacea, una civilt cos5 avanzata da essere caduta nella corruzione della sua stessa superiorit . 1l loro aspetto era sicuramente strano, ma non mi dest alcuna curiosit perch+ era il mio stesso aspetto, ero uno di loro e mi stavo recando in processione sulla scogliera salmodiando una cantilena impossibile da riprodurre. -i trovavo in fondo al corteo, per cui cercai di portarmi avanti per vedere cosa sarebbe successo e solo allora capii il perch+ di quel sogno. /ul limitare della scogliera era infisso un alto palo istoriato con simboli propiziatori, legato con la schiena al palo cera uno di noi, non riuscivo a capire chi fosse, ma ero sicuro che fosse uno dei sognatori della -onfalcone: sembrava drogato, continuava a far ciondolare la testa mormorando qualcosa, non pensava neanche di ribellarsi al proprio destino. 0n piccolo gruppo di creature scimmiesche, dall9aria pi! solenne della altre, con la pelle grigia e con lunghe tuniche di materiale scuro e opaco circondavano a una certa distanza il palo, illuminando lo spiazzo con degli oggetti oblunghi che emanavano una luce verdastra, quasi un alone lunare. Davanti al palo una di loro, si rivolgeva al mare oltre la scogliera gesticolando e lanciando verso il cielo urla oscene, ai suoi fianchi altre due creature, della stessa specie, ma in qualche modo pi! grottesche, grandi e deformi, servivano lofficiante del rito. -i ricordarono lo /curo, mi parve anche che una voltasse un attimo il mento per guardarmi quando i portatori delle torce cominciarono ad arretrare. -an mano che arretravano la luce si faceva sempre pi! debole sulla scogliera, fino a che il palo e la vittima che vi era legata non rimasero completamente al buio e solo allora cominciarono le urla; la vittima sacrificale strillava nel buio, prima di terrore, poi gli strilli si trasformarono in una risata isterica, quando cominciarono quei suoni orribili, di ossa infrante e di carne strappata, le urla divennero di dolore e la folla di creature alz al cielo le sue grida di esultanza perch+ il rito aveva avuto successo. &li strilli e le urla isteriche continuarono a risuonarci nelle orecchie anche quando ci ritrovammo sul ponte della -onfalcone; erano reali e provenivano senza dubbio dalla prua della nave, da un punto troppo distante perch+ fosse illuminato dal bagliore che dall9idolo e le saette color sangue segnavano le nuvole come venature fantasma, ma non gettavano un filo di luce sul ponte. %ppena mi fui ripreso dallo shoc: iniziale chiesi a due marinai che sembravano pi! pronti a reagire di venire con me per vedere cosa stesse succedendo, qualche marinaio, muovendosi al buio poteva aver avuto un incidente; accendemmo una candela e ci inoltrammo nelloscurit . -entre avanzavamo le urla divennero dei sussulti, un pianto disperato e infine dei singhiozzi sommessi, erano i gemiti emessi dal capitano, o almeno di ci che rimaneva di quelluomo che tanto avevo ammirato in precedenza. ;ra rannicchiato in posizione fatale, i muscoli contratti in uno spasmo dangoscia, i denti snudati, gli occhi sbarrati fissi davanti a s+ nel vuoto, era madido di sudore e tremava con violenti scatti, sarebbe morto congelato se non fosse stato avvolto da una coperta di lana tra le braccia enormi dello /curo, inginocchiato accanto a lui nel tentativo di calmarlo. "i accorgemmo di lui, in realt , solo quando si mosse; gir il volto nella nostra direzione come se ci avesse notato appena. '4a visto qualcosa. disse. #oi lo prese in braccio come se fosse un bambino e lo port vicino alla cassa, dove si calm e cadde in un sonno da cui si sarebbe svegliato solo alcuni giorno dopo, quando la nostra brutta vicenda si era gi conclusa. $isolto lenigma delle urla eravamo tornati allimbarazzo di decifrare il sogno che avevamo vissuto tutti e, almeno per me, al dubbio, ancora pi! angosciante su cosa avesse visto il capitano di cos5 orribile da ridurlo in quello stato. ,a cosa era pi! grave di quanto non possa sembrare, perch+ con il capitano era venuta a mancare anche lunica persona che avesse cercato di guidarci e farci mantenere la calma da che avevamo soccorso la nave iraniana. Forse notando che lufficiale in seconda, %ugusto $ichelli, era andato nel panico allidea di

dover prendere il comando in una situazione cos5 critica, #ietro prese la parola e diede la sua interpretazione del sogno e di cosa bisognasse fare. Dico <diede=, ma il termine pi! giusto sarebbe <impose=: i marinai erano cos5 spaventati, angosciati, stanchi, e le loro menti cos5 deboli e provate, che nessuno pens di ribellarsi, n+ alla sua auto8proclamazione a nuovo leader dellequipaggio, esautorando di fatto lautorit di $ichelli, n+ ai suoi ordini. 1o stesso capivo che cera qualcosa di terribile e umanamente sbagliato nelle sue parole, ma la domanda che mi perseguitava in quel momento era <che altro fare2=. ,a disperazione ci spingeva a credere a qualunque cosa ci fosse stata detta con convinzione. /econdo #ietro eravamo entrati in contatto con lo /pirito del mare, il dio che in verit pregano tutti i marinai quando salpano con le loro navi e quando sulle acque cala la notte, unintelligenza superiore che da sempre dispensa ricchezze e crudelt ai coraggiosi che solcano gli oceani; il sogno non era altro che un manuale di istruzioni, se lo avessimo seguito ci saremmo mostrati riconoscenti con la divinit che ci aveva fatto dono dellidolo, licona delluomo8pesce che simboleggiava la capacit delluomo di mediare con lo /pirito, di fondersi con lui e di raggiungerlo, di comunicare con lui e di richiederne i benefici: la stessa capacit che ci sarebbe stata data se avessimo effettuato i sacrifici richiesti. ,a prova di quanto stava dicendo era che la luce e il calore dispensati dall9idolo erano cresciuti, coprendo quasi per intero la larghezza del ponte. 3on tutti i marinai avevano seguito il suo ragionamento, anzi, la maggior parte erano soltanto cos5 sfiniti nel corpo e nello spirito da comportarsi come se fossero privi di volont . 3on si ribellarono quindi quando #ietro e $atto decisero che bisognava fare un palco rialzato con delle casse di legno al centro del quale alzare una colonnina di casse sovrapposte per adagiare lidolo, libero di diffondere la sua luce aliena. 3elloscurit totale e nella nebbia che circondavano e invadevano la nave, la testa risultava avvolta da un alone fiammeggiante. 3essuno sembr neanche sconvolto quando #ietro comunic come fosse una cosa ovvia che era venuto il momento di sorteggiare il primo di noi che si sarebbe <sacrificato allo /pirito del mare=. 0na proposta che fino a pochi giorni prima ci sarebbe apparsa assurda, folle e criminale, in quella situazione vide come risposta solo dei cenni di assenso e delle facce rassegnate: in fondo tutti avevamo fatto lo stesso sogno quella notte. #ietro tagli da una scopa una manciata di setole e ne cont ventuno, una per ognuno dei presenti esclusi il capitano e il cambusiere ferito, come se le vittime dovessero essere in discrete condizioni di salute mentale e fisica; poi ne accorci una con i denti e la rimise tra le altre. >utti ci stringemmo attorno a lui, lo /curo invece rimase in disparte, immobile, con le braccia lungo i fianchi, appoggiato al parapetto al limite dellarea illuminata. "ome era logico lattenzione si focalizz su di lui. ?ualcuno disse che dovevamo sacrificare proprio lui, senza sorteggiare, perch+ tutti i problemi erano cominciati da quando era salito a bordo della -onfalcone. #ietro sembr felice che lidea fosse venuta a qualcun altro; invit lo /curo a dire la sua, lo sfid a difendersi, senza ottenere alcuna risposta e neanche un cenno di movimento, cos5 subito dopo diede lordine a $atto di distribuire gli arponi e le accette che avevano recuperato in precedenza, evidentemente in vista di un ammutinamento. /olo lufficiale in seconda si oppose, non alla distribuzione delle armi, che ormai stava gi avvenendo, quanto al prendere lo /curo come capro espiatorio. '3on ha alcun senso prendersela con lui ) disse ) no, si far come abbiamo stabilito, a bordo della -onfalcone non verranno uccisi uomini per vendetta7 Faremo solo quello che ( necessario7 ?uello che ci ( stato indicato. ; poi7 avete visto tutti che ruolo aveva nel7 sacrificio7 sulla scogliera7. % queste ultime annotazioni i marinai sembrarono colti da una sorta di timore superstizioso e si rivolsero verso #ietro per avere indicazioni. -a anche lui sembrava in difficolt , faticava a trattenere la rabbia; come tutti noi, aveva visto che le creature simili allo /curo sembravano essere parte del rituale del sacrificio, non cerano dubbi al riguardo. %lla fine sfoder ancora il

suo sorriso maligno e disse: 'Va bene, sono daccordo, non saremo noi a scegliere, ma seguir le sorti di tutti noi.. Dicendo cos5 allung la mano in cui stringeva le pagliuzze verso di lui. ,o /curo non mosse un muscolo, sembr solamente concentrare la sua attenzione su #ietro, con aria cos5 minacciosa, che questi fu costretto a rinunciare al suo sorriso e a distogliere lo sguardo, prima di rivolgersi a noi. '/e non vuole pescare ) disse ) lo faremo noi per lui. "hi vuole farlo2. Dato che nessuno si muoveva, mi feci avanti io e pescai per lui una pagliuzza lunga. % seguire pescarono tutti gli altri, tutti pagliuzze lunghe, finch+ non rimasero solo #ietro, ghignante, con due pagliuzze che spuntavano dal suo pugno chiuso e di fronte a lui $ichelli, che tremava come una foglia. ,ufficiale in seconda estrasse per primo, la sua era la pagliuzza corta, rimase a fissarla sconvolto mentre laltro mostrava a tutti lultima pagliuzza lunga a testimonianza della sua salvezza. $ichelli continuava a ripetere: '3o, non ( giusto, no7. #rima fra s+ e s+, sotto voce, poi sempre pi! forte, rivolto al resto dellequipaggio, urlava e nel frattempo arretrava, mettendo una mano in avanti per tenere lontani i suoi vecchi compagni che ora gli si facevano incontro minacciosi, con laltra mano stringeva ancora al petto la pagliuzza corta che lo aveva condannato. 1o ero dietro la folla inebetita che si accalcava lentamente contro $ichelli, mi disgustava lidea di quello che stava per accadere, anzi, che stavamo per fare; non si trattava di un temporale, un evento del destino o una cosa inevitabile, stavamo scegliendo consapevolmente di fare il male. Da quella posizione vidi solo unombra colossale muoversi come un fulmine, poi, mentre si spandeva un rumore di rissa, alcuni marinai vennero respinti con violenza e si accasciarono privi di sensi, colpiti da impatti potenti come i calci di mulo. ,o /curo si era frapposto tra la folla e lufficiale in seconda, attorno a loro si era creato una certa distanza dopo che londata iniziale era stata allontanata di forza e cinque marinai ancora dovevano riprendersi dai colpi ricevuti. ,a situazione era di stallo: i marinai avevano paura di avvicinarsi nonostante le incitazioni stridule di $atto, lo /curo era piegato in avanti con le braccia allargate in posa minacciosa mentre $ichelli dietro di lui piagnucolava disperato. "onfuso con i rumori sordi dello scontro, sentii un lieve sciabordio, come di remi, mi affacciai al parapetto di babordo in direzione di quel suono. %vevo larea illuminata alle spalle e non riuscivo a vedere con chiarezza, ma senza dubbio qualcosa si stava avvicinando dal mare: era una piccola barca a remi ed ebbi la netta impressione di vedere tre sagome a bordo di quella scialuppa. 3on riuscii a vedere molto di pi!, perch+ la luce diventava sempre pi! debole. ,a testa dellidolo si stava spegnendo, fino a lasciare solo una debole aura luminosa nel buio. ?uando mi rigirai di nuovo verso il mare, non vedevo quasi nulla, capii per che la barca era vuota, non cerano pi! sagome a bordo. #ercepii uno spostamento daria al mio fianco e subito dopo qualcosa mi sfior il fianco destro con incredibile rapidit , la mano tocc qualcosa di viscido, freddo ed elastico, poteva sembrare pelle bagnata di fango. ,a cosa o le cose che mi erano venute addosso si stavano dirigendo verso i marinai, sentii delle urla e qualcuno che si ritraeva spaventato dal contatto. ?uando si sovrapposero allalone dellidolo vidi le loro silhouette che si muovevano a scatti, in maniera goffa e dinoccolata, a volte a due, a volte a quattro zampe, eppure si trattava chiaramente di creature umanoidi. /altarono letteralmente addosso allo /curo, o meglio furono bloccate dallo /curo mentre saltavano per raggiungere la loro vittima designata, $ihelli, e cominci una lotta che di umano aveva molto poco: le creature, incuranti dei colpi con cui venivano martellate, cercavano di allungare le mani verso lufficiale per ghermirlo, lo /curo provava a trattenerle e colpirle approfittando della sua enorme massa, ma non cera modo di

rallentarle, scalciavano, graffiavano e mordevano senza cedimenti e nel pi! assoluto silenzio. $ichelli, schiacciato e accucciato con la schiena contro dei grossi fusti di latta, lanciava dei ghigni e dei sibili isterici, mentre armeggiava con qualcosa che aveva in mano, da cui partivano brevi scintille, era un accendino. ?uando riusc5 ad accenderlo si illumin per un attimo lintera scena. #assando dal buio pressoch+ totale a quella luce, seppure minuscola, ci volle un attimo per riuscire a dare un senso a quello che veniva mostrato: le tre creature erano degli uomini, bianchi esangui, coperti in parte da alghe, grondavano acqua dai capelli corti e dai vestiti stracciati che avevano indosso, le divise dellequipaggio della -onfalcone. 1o potevo vederli solo di schiena, ma lo sguardo sconvolto dallorrore di $ichelli fu sufficiente a confermare i miei sospetti: quelle creature erano i marinai partiti cinque giorni prima a bordo della lancia. "on un urlo di terrore si spense laccendino e, di nuovo nelloscurit , solo i rumori mi suggerivano cosa stesse succedendo: nel momento in cui le creature erano balzate di nuovo all9attacco, lufficiale doveva essersi arrampicato sui fusti per scappare rovesciandone alcuni. ,o /curo, preso alla sprovvista, forse aveva provato a bloccarli, ma la lotta doveva essere stata breve, perch+ si sentirono solo le urla che si allontanavano per un lungo istante e poi pi! nulla. "on il silenzio torn poco a poco anche la luce, la testa aveva ricominciato a brillare, in maniera ancora pi! vigorosa di prima e in pochi secondi il ponte era di nuovo illuminato. ,o /curo era in ginocchio vicino ai fusti rovesciati, ansimava con un ringhio sommesso per riprendere fiato, aveva ferite, segni di morsi e contusioni in tutto il corpo, si teneva su poggiando una delle lunghe braccia a terra, mentre laltra pendeva inerte sul fianco a causa di una profonda ferita slabbrata appena sotto la spalla, una delle caviglia era piegata in modo anomalo, forse slogata. 'Vedete2 ) url #ietro alzando le braccia armate di rampone ) 3on ci si pu opporre allo /pirito del mare. /e vogliamo uscirne vincitori dobbiamo agire tutti insieme, dobbiamo fare ci che ci ( stato mostrato e non avere dubbi. ,o /curo non fa parte del nostro equipaggio, non ( dei nostri, e ha cercato di ribellarsi al destino che tutti noi abbiamo gi visto, ed ( stato abbattuto per questo ) punt il dito con cattiveria verso la figura piegata che ci guardava ansimando ) ,o /pirito del male non vuole perdenti al suo fianco e dico che dora in poi la sua sorte non ( pi! affare nostro.. Visto che lasciarlo in mare sarebbe stato inutile, per limmobilit totale dellacqua e della nave, si decise di chiuderlo nella cella di servizio. 1 marinai gli si fecero attorno puntando le armi in avanti, per racimolare un po di coraggio e gli intimarono di seguirli. ,o /curo rimase un attimo immobile, girando la testa per guardare uno a uno i volti dei marinai che lo circondavano, poi, quando ebbe ripreso fiato, si alz e si arrese. -i diede lidea che si stesse consegnando prigioniero pi! per paura di poter far male a qualche innocente, che per quella che potessero sopraffarlo; l5 segu5 zoppicando verso il cassero. ?uando furono scomparsi nelle ombre del ponte, visibili solo come minuscole fiammelle di candela, $atto venne da me per comunicarmi che <visto che mi ero trovato bene con quel demonio, mi sarei preso cura di lui=. 1nsomma lui e #ietro mi affidarono la custodia del prigioniero, avevano paura di agire apertamente contro di lui, per via dei timori superstiziosi diffusi tra i marinai dopo il sogno, ma lo vedevano come una minaccia alla loro leadership e ai loro piani, qualunque fossero. ?uellincarico comunque non mi dispiaceva, cominciavo a pensare di avere pi! cose in comune con quello strano figuro dalla personalit contorta che non con la massa di uomini tremanti e imbarbariti che affollavano il ponte, e poi dover tenere docchio la cella mi permetteva di passare abbastanza tempo nel cassero, lontano dallinfluenza nefasta dellidolo. >rovai lo /curo seduto a terra, in un angolo della stanza umida e gelida, con la testa abbassata e i polsi legati da una robusta corda. ?uando entrai reggendo una candela accesa, alz il volto verso di me.

#rovai a sentire come stava, anche a scusarmi per come erano andate le cose, non so se avesse pensato che io potessi aiutarlo in qualche modo, magari schierandomi dalla sua parte nello scontro, non lo sapevo, ma sentivo il bisogno di giustificarmi con qualcuno per la degenerazione di cui ero parte. ,ui non si dimostr affatto interessato alle mie scuse, non sembrava neanche deluso, tanto meno arrabbiato, anzi, mi parl con la sua solita calma, come se stesse riprendendo un discorso interrotto poco prima. '?uel marinaio ha ragione ) si riferiva senza dubbio a #ietro ) ,9*scurit sta comunicando con tutti, invia a tutti i suoi segnali. ,ui si ( dimostrato pi! ricettivo.. '&li *scuri ) mi spieg ) sono esseri viventi, ma la loro <vita= ( qualcosa di diverso dalla semplice vita biologica. #er questo dico che ha ragione: siamo di fronte a entit superiori, talvolta sono stati venerati come d(i, ma non lo sono, non hanno nessun progetto per noi, non c( nessun piano nelle loro menti aliene che ci riguarda. /i nutrono di energia negativa, psichica ed emotiva, perci i servi degli *scuri si adoperano costantemente per mantenere l9umanit e l9intero pianeta in uno stato di sofferenza e asservimento, in cambio ricevono grande potere e vengono loro svelati segreti innominabili, le chiavi di lettura di ci che viene chiamata <la verit terribile= e che spesso li porta alla follia.. '>u... sei uno di loro2. '3o, ma ho imparato a conoscere gli *scuri e so che non hanno subdoli piani che riguardano il genere umano, per chi vive da sempre e per sempre nelle infinit del cosmo le forme di vita di questo pianeta sono troppo insignificanti, anche se a volte torturano l9umanit per un sadico divertimento infantile, loro agiscono per istinto. 1l loro istinto, la loro stessa esistenza sono eccessivamente alieni per essere compresi, questo li rende secondo i metri di giudizio umano assolutamente malvagi.. /e qualcuno dovesse ripetermi ora, a distanza di anni, quelle stesse parole, di certo lo prenderei per pazzo o penserei di avere di fronte uno di quei esaltati fanatici di occultismo e romanzi horror, in quel momento invece non me la sentii affatto di rifiutare come pura fantasia quanto mi stava dicendo lo /curo. %nche se non si trattava di una descrizione realistica, era comunque un modo per cercare di razionalizzare la follia che aveva invaso e distrutto in pochi giorni le nostre vite e rifletterci sopra aiutava anche me a rimanere razionale. 3on sapevo come reagire, per cui presi tempo e senza commentare il suo discorso mi allontanai con la scusa di cercare dei vestiti con cui potesse ripararsi un minimo dal freddo. 1n realt lo /curo non si era affatto lamentato per il freddo, n+ sembrava patirlo, avevo solo constatato che lontano dalla luce irradiata dallidolo la temperatura era cos5 bassa che persino io che avevo indosso la giacca di servizio e una coperta di lana, facevo fatica a respirare. >ornai nel magazzino portando un po9 di indumenti che ero riuscito a trovare sulla nave: rifiut di mettere ai piedi ogni tipo di scarpe che gli portai, come se la cosa non lo interessasse granch+, n+ del resto saremmo riusciti a trovare delle scarpe che gli andassero bene date le dimensioni dei suoi piedi. %ccett invece di indossare un vecchio giaccone impermeabile con cappuccio, una specie di montgomer@ lungo, di quelli che di solito mettono i marinai dei pescherecci che viaggiano verso nord in inverno, con varie maglie e maglioni sotto, a lui stava giusto con indosso solo la canottiera, n+ gli sarebbe entrato con altro abbigliamento, visto che gi cos5 sul petto quasi non riusciva a chiudere gli alamari. #er consentirgli di infilarsi il giaccone fui costretto a sciogliere i legacci attorno ai suoi polsi, lo avevo visto abbattere una porta di ferro a spallate, tenere a bada un equipaggio armato e lottare contro tre mostri emersi dagli abissi, eppure ero sicuro che non mi avrebbe fatto del male e che non avrebbe cercato di scappare, infatti terminata la vestizione mi porse le mani giunte affinch+ gliele legassi di nuovo. #rima per rovist in una tasca dei pantaloni e ne tir fuori una catenina da cui pendeva un ciondolo. '#ortala con te. disse.

Forse era il suo modo per ringraziarmi delle mie attenzioni. ?uando uscii fuori dal cassero doveva essere ormai quasi notte, bench+ alla luce dell9idolo persistesse un perenne stato di tramonto; stesi per terra la mia coperta e mi misi a pensare guardando in alto le nubi scosse da lampi rossi. 3on ricordo di essermi addormentato, ricordo per di essermi svegliato in un forte stato di agitazione e spossato, con i muscoli tesi e doloranti, come se fossero stati contratti per lungo tempo. %veva ancora nella testa la sensazione fortissima di qualcosa, una forza, non saprei come altro definirla, che aveva cercato per tutto larco del sonno di ghermire la mia mente, di entrare nei miei sogni e di prenderne possesso, di indirizzarli e riempirli di immagini e memorie che non mi appartenevano. 1n qualche modo ero riuscito a difendermi da quellaggressione mentale, a differenza di quanto era accaduto nelle notti passate e di quanto era accaduto agli altri anche quella stessa notte. Da solo non ce lavrei fatta, ero stato aiutato, qualcosa mi aveva difeso; nei miei sogni quel qualcosa aveva preso la forma di mio padre, io ero ancora bambino e lo guardavo dal basso in alto, lui mi teneva la mano con fermezza e tranquillit . -i ero svegliato nellesatto momento in cui avevo visto mio padre guardare in basso verso di me, sorridermi e cominciare a dirmi qualcosa che non ero in grado di capire e che ben presto divennero nelle miei orecchie delle grida quasi di gioia.

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