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Sul lato sinistro del palco si trova un banchetto, una piccola scrivania stile poverty,
situata in profondit oltre la met del palco. Sul banchetto ci alcuni fogli, del materiale di
cancelleria e una vecchia lampada. Di lato al banchetto c' un cestino dei rifiuti di quelli di
plastica da 99 centesimi. Seduto dietro il banchetto, con l'aspetto rigido e sguardo torvo,
c' il Regista. in attesa di fare l'ultima audizione della serata. Lui odia fare le audizioni,
secondo lui sono tutti incapaci, non gli piace perdere tempo, ma deve sforzarsi di essere
gentile. In realt odia la sua condizione di regista mediocre di un piccolo teatrino di
periferia. vestito di scuro, indossa occhiali da sole con lenti grandi non completamente
nere, maglia scura a collo alto, giacca con toppe sui gomiti.
Sul lato destro del palco, pi avanti in profondit rispetto al banchetto, c' una sorta di
parete di tessuto chiaro, un telo steso verticalmente a coprire quella met del palco. Verso
destra c' uno sgabello con la seduta alta su cui posato un pallone.
Per terra, all'estrema sinistra del palco, non illuminato, c' il copione.
La met sinistra, quella del Regista pi in ombra della met del telo, che sar poi
occupata dall'Attore. L'idea quella di creare una distanza immaginaria tra due tipi di
realt: quella della vita concreta con le sue prove o provini e quella dell'ideale, in cui i
colloqui e i provini sono solo una presentazione di s stessi e delle proprie capacit, in cui,
insomma non serve essere giudicati. Altra separazione vorrebbe essere anche quella tra
la realt esterna, che per quanto percepita in maniera distorta dall'Attore, lo collega al
mondo; e la sua realt interna, psichica, che invece lo pone in relazione prima di tutto con
i suoi dubbi e le sue incoerenze, con la sua ombra.
Il Regista illuminato da una debole luce ambientale e dalla luce della lampada; sfoglia le
scartoffie, sbuffa scocciato, vuole disbrigarsi in fretta da quell'ultima seccatura.
REGISTA
Avanti, si accomodi.
Entra da destra, molto timidamente, l'Attore, vestito trasandato, ma a sua intenzione
elegante, camicia chiusa fino al collo, senza cravatta, capello impomatato. Guardandosi
attorno circospetto e intimorito, supera lo sgabello.
Si accende l'occhio di bue su di lui, lui spaventato arretra di colpo e si mette spalle al
muro/telo, con le mani larghe e i palmi sul telo, sguardo terrorizzato.
REGISTA (grida)
Avanti!
ATTORE
So... sono qui...
REGISTA (distratto, guarda i fogli)
Ma su, si rilassi, su, si rilassi.
L'Attore si mette una mano al petto, sorride e annuisce, cercando con la mano si avvicina
allo sgabello, prende in mano il pallone e fa per sedersi, rilassato.
REGISTA (guarda scocciato verso l'Attore)
1
Che fa?!
L'Attore scatta in piedi con faccia tesa.
ATTORE
Niente!
REGISTA
Si stava sedendo?
L'Attore guarda rapidamente lo sgabello, poi si rigira in direzione del Regista.
ATTORE
Io? No!
REGISTA
E non si deve sedere. Vuole fare l'attore?
L'Attore annuisce lentamente.
REGISTA
E allora agisca, senn che provino ? Agisca!
L'Attore guarda un po' interdetto il pallone che ha in mano, poi lo porta innanzi al volto con
il braccio teso e comincia a recitare con intonazione eccessivamente ricercata.
ATTORE (aria serissima)
Essere o non essere! Questo il problema?
REGISTA (annoiato)
Mmm...
ATTORE (preoccupato, senza pause)
...se-sia-pi-nobile-d'animo-sopportare-gli-oltraggi...
REGISTA (volto sui fogli , scrive qualcosa)
Grazie...
ATTORE (volto sorridente, imbarazzato)
Oh, prego, l'ho provato, sa...
REGISTA (mette i fogli in una cartellina di cartone)
Grazie, pu andare.
ATTORE (faccia delusa)
Cio...?
REGISTA (appallottola un foglio e lo getta nel cestino)
Pu andare.