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DISCESA NEGLI ABISSI parte VI Il passaggio dal sonno alla veglia non fu brusco, nonostante la sensazione spiacevole, mi pareva

a di sentire ancora sul palmo e sulle dita il calore della mano di mio padre; solo quando mi destai del tutto capii che stavo solo stringendo nel pugno il ciondolo che mi aveva regalato lo Scuro. Non aveva avuto n voglia, n motivo prima di prestarci troppa attenzione, ora invece avevo modo di osservarlo meglio e non mi sembrava niente di speciale: una semplice croce iscritta in un cerchio, con delle lettera a caso incise sopra, era di pietra grigia, chiara e piuttosto consumata, una cosa tipo i ninnoli con il simbolo della pace che trovi nei mercatini etnici, rimasi quasi deluso, data lenfasi con cui lo Scuro me laveva consegnato. svegliarmi comunque erano state le urla dei marinai: erano affacciati ai parapetti e urlavano e si abbracciavano, come tifosi allo stadio quando segna la loro squadra. !I pesci" # gridavano # I pesci" Siamo salvi"$ %esci vivi che sbattevano sullo scafo. &uesto aveva suscitato le reazioni di esultanza dell'equipaggio, quei pesci rappresentavano la speranza di evitare una morte orribile per fame di per sete. (anto la situazione era disperata, tanto quella visione nelle acque immobili venne presa come un miracolo, per un attimo anche io fui preso dall'euforia collettiva e cominciai a ridere come un demente. )en presto per* i due elementi mi spinsero a rivedere tutto sotto una luce diversa e d'improvviso il miracolo si trasform* nella stregoneria sacrilega di un negromante travestito da santo. +a una parte i pesci che rappresentavano forse la nostra unica salvezza sembravano allora volta spinti da una disperazione assoluta, stavano fuggendo da qualcosa, forse la stessa cosa che aveva ucciso tutte le altre creature marine erano affiorate a galla il giorno prima, e si accalcavano sulla linea di galleggiamento della nave come se volessero salvarsi saltando a bordo. +all'altra parte i marinai, da prima sussurrando tra di loro, poi in modo sempre pi, conclamato, presero a dire che le promesse fatte dall'idolo erano state mantenute a seguito del sacrificio. In tutto ci*, %ietro girava tra gli uomini e parlava della giusta ricompensa data a chi era stato fedele, mentre -atto dava disposizioni che i pesci venissero raccolti, cucinati come meglio era possibile e distribuiti per il primo vero pasto che veniva consumato da giorni a bordo della .onfalcone. I pesci in realt/ non erano abbastanza da saziare adeguatamente tutti quanti, per cui i due leader stabilirono che ne mangiassero prima loro, che erano il tramite diretto con lo Spirito del mare, e che il restante venisse diviso tra gli altri. %er quanto la decisione fosse apertamente iniqua nessuno si ribell*. Scoprii cos0 che il sogno di quella notte, lo stesso da cui io ero riuscito a sottrarmi per intercessione esterna, aveva fiaccato ulteriormente le difese mentali e la volont/ dei marinai, non riuscivo per* a farmelo raccontare, nelle descrizioni dell'equipaggio somigliava pi, ad un concerto di sensazioni ed emozioni che non a degli eventi, in qualche modo per* sapevano che sarebbero arrivati i pesci cos0 come sapevano che sarebbe successo qualcos'altro, un altro segno che stavano tutti aspettando guardando nell'oscurit/ dal ponte di prua. !1uardate"$ disse uno puntando il dito in avanti. !2 un'isola"$ disse un altro. +all'orizzonte completamente avvolto nelle ombre aveva fatto capolino una sagoma i cui contorni erano delineati da un debole alone luminoso. Non era possibile stabilire con esattezza la distanza, ma poteva sembrare in effetti una piccola isola o un iceberg tondeggiante dall'aria misteriosa e quasi magica. 3orse durante la notte eravamo stati trasportati dalla corrente verso qualche terra emersa senza che nessuno se ne accorgesse; una corrente di cui per* non rimaneva alcuna traccia, poich le acqua attorno a noi erano del tutto immobili. 4na massa terrea era comparsa

allorizzonte come se si fosse dissipata allimprovviso una coltre di nebbia che prima la celava alla vista, eppure limpressione, assurda, che si stesse avvicinando era davvero forte. Nessuno per* era intenzionato a barattare la speranza ritrovata con le inquietanti stranezze di cui solo io sembravo preoccuparmi; anzi, molti intonarono improvvisate preghiere allo Spirito del mare che ci aveva salvato, qualcuno corse vicino alla piramide di casse e si inginocchi* sotto lo sguardo pietrificato dellidolo. %ietro, nella sua nuova veste di sacerdote, fren* queste manifestazioni spontanee di devozione dicendo che dopo pranzo avrebbero avuto tutti una visione che al momento era stata rivelata soltanto a lui. Il pasto, poco pi, di un boccone a testa, fu consumato in uno stato di euforia del tutto artificiale, avrei giurato che tutti i miei compagni fossero stati drogati, senonch le proposte o gli ordini a cui aderivano era molto concrete; come quella di recarci tutti nella saletta video per ricevere la rivelazione promessa. 5i sedemmo nel minuscolo cinema di bordo, mentre %ietro dava indicazione che cominciasse la proiezione. 6ro curioso di vedere cosa ci avrebbe mostrato, per cui allinizio guardai il riquadro luminoso comparso sul telo bianco senza rendermi conto di una cosa assurda: la luce. Il proiettore stava funzionando, voleva dire che lelettricit/ era tornata, almeno in parte, o cera dellenergia ancora accumulata nei generatori. Scattai in piedi per controllare ed era proprio cos0, vedevo chiaramente la polvere intercettare il fascio luminoso proveniente dal proiettore. Il primo istinto fu quello di gridare la mia scoperta, poi per* guardai i volti degli altri marinai nella sala: erano completamente inebetiti, guardavano lo schermo, ancora bianco, con un sorriso idiota stampato sui volti emaciati e deformati dalla stanchezza; solo %ietro si era reso conto delle mie azioni e mi fissava con unaria di rimprovero che non ammetteva obiezioni, cos0 mi rimisi a sedere e cercai quanto pi, possibile di assumere unespressione inebetita, sebbene di fronte a me continuassi a vedere solo il nulla. lla fine della proiezione, cio7 quando si spense il fascio di luce, parlai con gli altri marinai e, con la scusa di discutere della proiezione, riuscii a farmi raccontare cosa avevano visto; poich era evidente che avevano assistito a uno spettacolo dal quale io ero stato precluso, un po come era accaduto per il sogno di quella notte. Nel pomeriggio andai a far visita allo Scuro per portargli un pezzo di pesce che ero riuscito a nascondere, ma lui insistette perch lo mangiassi io, diceva che ne avevo pi, bisogno. Non obiettai troppo perch la fame continuava a tormentarmi, cos0 mentre mangiavo lo aggiornai sulla situazione e si mostr* molto curioso di sapere cosa i marinai credevano di aver visto e sentito nel corso della fantomatica proiezione. +oveva essere apparso loro come una specie di documentario circa lisola che si poteva vedere allorizzonte, veniva presentata come una sorta di paradiso alieno, privo di pericoli e di sofferenza, dove ogni creatura era dispensata dai bisogni materiali come mangiare, bere, dormire, coprirsi e cos0 via. 1li eletti, coloro che avessero percorso limpietoso cammino dellascesa fino alle sponde dell'isola, avrebbero vissuto per sempre in un'estasi inconcepibile dai sensi umani, lontani dalle angosce della vita e liberati dalla paura della morte. &uello che stava accadendo allequipaggio della .onfalcone, veniva giustificato dalla promessa di ricevere in dono il nuovo mondo quando i tempi sarebbero stati maturi per la fine di quello vecchio. !4n mucchio di assurdit/$ dissi alla fine. 8ui ci riflett un po sopra, ma non espresse giudizi, cos0 continuai a esporgli i miei dubbi. !.i hai detto che la testa dellidolo 7 come unantenna, pu* captare gli impulsi della realt/ oscura, ma... ecco, mi chiedevo...9$ .i rispose ancor prima che potessi finire la domanda. !Non si limita a fare questo, riceve ed emette dei segnali mentali.$ !Segnali mentali9 # chiesi agitato # :uoi dire che quella cosa ha una mente, 7; viva9$ 8o Scuro si rivolse a me con lespressione che gli avevo visto assumere gi/ altre volte

quando gli chiedevo spiegazione per qualcosa che doveva essere ovvio per lui; a parte questo non mi diede altre risposte e continu* le sue riflessioni. ! causa di questi segnali, anche le entit/ che popolano le realt/ oscure possono percepire una porzione della nostra realt/. <ra non ci sono pi, dubbi: qualcosa era in ascolto e ha notato l'origine del segnale dell'antenna.$ !+evi sapere che gli <scuri lottano da sempre tra di loro per accaparrarsi ogni briciolo di energia vivente del cosmo.$ :edendo la mia confusione, precis*. !1i/, le epiche battaglie tra d7i altro non sono che battaglie tra pezzenti per strapparsi dalle mani un tozzo di pane. In questo caso il tozzo di pane siamo noi.$ %arlava con me, ma ebbi limpressione che stesse pi, che altro riflettendo ad alta voce, almeno fino a che non mi chiese se a proposito dellisola era stato menzionato qualche nome particolare. Non mi aspettavo questa domanda, non la ritenevo neanche una cosa utile da dire o da sapere, per* in effetti un nome era risuonato nei racconti di tutti i marinai che avevo interpellato, e glielo dissi. !=erghesh;$ 8o Scuro mastic* quel nome lentamente, come se lo conoscesse o ne intuisse il significato e per la prima volta vidi unombra di preoccupazione velargli il volto. !Sai cos7, cosa vuol dire9$ gli chiesi. !=erghesh 7 un <scuro maggiore, mi sono gi/ imbattuto nel suo nome. <ra 7 cosciente della nostra presenza, ma a differenza nostra non 7 sperduto, ha una sapienza e una consapevolezza inimmaginabile, sa esattamente come muoversi e come approfittarsi delle nostre debolezze. :edi, in determinate condizioni e congiunzioni, le realt/ si sovrappongono e l'<scurit/ diviene concreta, o se preferisci: precipitiamo nell' bisso. I messaggi che arrivano dalla testa di pietra ci stanno portando a realizzare proprio queste condizioni.$ !%erch9$ la domanda mi usc0 spontanea, anche se conoscevo gi/ la risposta. !%er divorarci.$ !(utto qui9 # fui preso da una crisi isterica # &uesto 7 l'unico motivo per ci* che ci sta accadendo9 Siamo solo mangime per i pesci9$ 4n suono ripetuto di campanella, a indicare unadunata generale, interruppe il mio sfogo e riusc0 a destabilizzarmi abbastanza da calmarmi; promisi a lui e a me di ritornare appena possibile e corsi fuori, dove lequipaggio era gi/ riunito davanti allidolo. %ietro, sulla prima fila di casse della piramide, attese che tutti furono giunti e ci spieg* che, come era stato mostrato dal sogno, era necessario effettuare un altro sacrificio, la strada che avevamo intrapreso era dura e necessitava di altre dure prove, ma eravamo i prescelti. (ante di quelle parole da stordire tutti i presenti, da toglierci la voglia e la forza di reagire. 5i ritrovammo cos0 a estrarre ognuno la sua pagliuzza dal pugno chiuso di -atto. dire il vero io neanche pescai, qualcuno estrasse la pagliuzza corta prima che fosse il mio turno, mi tocc* solo assistere impotente allo svolgimento del rito sacrificale. Il povero marinaio, con cui avevamo tutti condiviso giorni e giorni di viaggio, compreso gli ultimi, venne legato al parapetto di prua, da un piccolo gruppo accompagnato da uomini con candele, proprio sulla punta del ponte rialzato; poi, in una riproduzione grottesca del rito sulla scogliera visto in sogno, si allontanarono tutti tornando verso la zona illuminata dallidolo e lasciando la vittima alloscurit/ e alle sue urla di terrore, urla che salirono al massimo prima di spegnersi tra i rumori umidi di brutali sevizie a opera di assalitori invisibili e silenziosi. ppena fu tornato il silenzio, alcuni marinai furono inviati a controllare e riferirono che sullisola di =erghesh si era accesa una luce, alta sul profilo delle terre emerse, come un faro. .entre la notizia scatenava una sfrenata esultanza, io sentivo che ero sul punto di svenire o vomitare, andai nella piccola biblioteca, presi un libro ben preciso e mi recai nel cassero. 8o Scuro mi aspettava seduto, era immobile a dire il vero e non fece alcun cenno quando

entrai, per* non ebbi dubbi sul fatto che stesse aspettando proprio me. 1li consegnai il libro, era quello di poesie che aveva preso durante la nostra prima visita ai locali di servizio della nave, e gli chiesi di leggere, io non riuscivo quasi a parlare perch la sete mi rendeva la lingua e le labbra aride e rigonfie, e non sarei stato in grado di sostenere una conversazione tanta era la vergogna che provavo per il sacrificio. 8a voce roca e bassa, monotona e quasi priva di intonazione, non aveva nulla di poetico, col tempo diveniva sempre pi, fastidiosa, ma avevo paura di dormire e mi feci raccontare tutto quello che aveva voglia di dirmi, per passare la notte, stavo crollando dal sonno, per cui ricordo solo alcuni stralci del suo racconto. .i disse di essersi imbarcato come clandestino a bordo della petroliera iraniana per seguire un tizio, a suo dire malvagio, una specie di stregone, no, strego, lo ha chiamato strego; comunque era qualcuno che cercava da molto tempo, era sicuro che fosse salito a bordo, ma non ho capito perch non era in grado di identificarlo subito nell'equipaggio, aspettava che in qualche modo gli si rivelasse, se non ho capito male con un accentuato strabismo. %urtroppo si era reso conto troppo tardi della sua presenza, quando aveva gi/ compiuto qualcosa di blasfemo e innominabile, c'era stata una breve scossa di terremoto e poi era scesa la nebbia. %er un po' avevano continuato a navigare privi di punti di riferimento, poi c'era stato l'incidente, uno scoglio roccioso, affiorato forse a causa del terremoto sottomarino, aveva aperto uno squarcio nello scafo e l'impatto probabilmente aveva staccato la testa dal corpo originale dell'idolo. +/ quel momento in poi tutto si era svolto come sulla .onfalcone, fino all'incendio che aveva condannato le loro vite e salvato le loro anime. 8o Scuro in realt/ non us* queste parole, anzi, sembrava non credere o comunque non tenere allesistenza dellanima e cose del genere, parlava di dimensioni assurde e grottesche, di magie e sortilegi, ma trattava tutto con estremo pragmatismo e razionalit/, quasi stesse discutendo di calcoli matematici semplici ed esatti. &uanto accadde dopo, per*, lo turb*; era strano perch levento in s non aveva nulla di orribile, di certo non pi, orribile dei giorni precedenti. Si agit* e io di conseguenza; avevo capito ormai che le sue reazioni riguardavano sempre le conseguenze future, non lattimo presente. 8a .onfalcone ebbe un violento sussulto, uno scossone, come se avessimo speronato uno scoglio e meglio come si fosse disincagliata allimprovviso. Io finii a terra per il contraccolpo, mentre lo scuro balzava addosso alle inferriate della cella aggrappandosi alle sbarre. Non ci furono altre scosse seguenti, per cui mi rialzai; il cuore batteva a mille e lo stato di torpore aveva lasciato il posto a unansia adrenalinica. !:ado fuori a vedere cosa succede$ dissi. 8o Scuro forz* un braccio attraverso dalle sbarre muovendo la mano nella mia direzione come per afferrarmi, sembrava molto scosso e parlava con una voce pi, simile a ringhio animale. !8iberami. Se ci stiamo muovendo significa che 7 gi/ troppo tardi, tra poco non ci sar/ pi, speranza, liberami"$ -imasi un po incerto su ci* che dovevo fare, non lo aveva mai visto cos0 nei giorni prima, sentivo che cera del vero nelle sue parole, ma avevo una paura dannata ad avvicinarmi a lui; in quel momento riuscivo a percepire solo le sue anomalie, non mi sembrava pi, neanche umano, somigliava a una bestia mitologica in gabbia. Spinto dalla necessit/ di allontanarmi gli dissi in maniera sbrigativa che sarei tornato appena possibile, anche se la sola idea mi disturbava. .entre uscivo dalla prigione, la sua voce roca disse: !1uarda lidolo, guarda nei suoi occhi, fallo"$ 6 sentii un brivido corrermi lungo la schiena.

3uori mi accorsi subito che qualcosa era cambiato, in meglio allapparenza: si vedevano ancora i nuvoloni temporaleschi e lampeggianti, ma solo allorizzonte, sopra la nave adesso cera un cielo limpido e sgombro, solcato da stelle che non avevo mai visto nel nostro emisfero, si trattava di una visione inquietante, come se stessi guardando luniverso da lontano, potevo vedere le galassie, le nebulose, infiniti soli di pianeti sconosciuti e alieni; non era il nostro cielo, ne ero sicuro. 5os0 come era sicuro che ci stavamo muovendo; laria attorno si muoveva, una lieve brezza mi raggelava le guance e potevo sentire il debole rollio del ponte sotto i piedi. 1li altri marinai non ne sapevano pi, di me, semplicemente a un certo punto %ietro aveva annunciato che avremmo incontrato presto lo Spirito del mare, che eravamo stati invitati alla sua corte, e di punto in bianco la .onfalcone era stata catturata da una corrente marina piuttosto forte e adesso puntava dritta verso lisola. (ra i membri dellequipaggio si respirava unaria di trepidante attesa e di euforia, in fondo dopo tanta sofferenza stavano per sbarcare sulla terra che gli era stata promessa in sogno. 6ro lunico che vedeva la totale assurdit/ degli eventi, la follia che ci stava risucchiando e verso cui veleggiavamo allegri e sorridenti. 3orse erano gi/ impazziti tutti. (utti sul ponte di prua urlavano alla volta di quella massa che si ergeva dalle acque e che si avvicinava sempre di pi,. Nel giro qualche minuto fu possibile distinguerla in maniera pi, nitida, bench fosse avvolta da una densa foschia: era una sorta di collina bassa e molto regolare, potevamo supporre che fosse composta di salgemma o qualche materiale, tanto era simile a una cupola di vetro pieno, ma la distanza falsava ogni valutazione pi, accurata. (enni per me le mie riflessioni, ma l'impressione che mi diede fu che non fosse del tutto solida, aveva un aspetto gelatinoso, quasi che avessimo di fronte una medusa di dimensioni titaniche. Sul fronte dellisola rivolto nella nostra direzione, si stagliava altissimo e sottile quello che doveva essere il faro, o almeno immaginavamo che dovesse esserlo, poich in cima a un fusto, appena visibile nella nebbia, si vedeva ancora brillare la nostra luce guida. ttorno allisola, a non molta distanza dalla costa si ergevano dal mare degli scogli sottili, appuntiti e molto alti, come delle punte di lancia. 8a luce del faro punt* contro la nave; mi sembr* che pulsasse con una certa frequenza ipnotica, un aumentare e diminuire dintensit/ a cui rispondevano altrettante e pari variazioni dellalone luminoso dellidolo. Se 7 lecito pensare che due oggetti possano parlare tra loro, lidea che mi suscit* fu proprio quella. (utto lequipaggio era prigioniero degli impulsi che giungevano dal faro; la mia attenzione invece fu catturata dalla testa, forse perch avevo intuito di star assistendo a una comunicazione aliena, o forse per linvito lanciatomi dalle ultime parole dello Scuro. 8e orbite vuote scavate nella roccia assumevano differenti espressioni, in base ai giochi d'ombra che si producevano al loro interno al variare della luce: minacciose, esultanti, disperate, folli, ma in ogni caso vive. lterate in modo inconcepibile dal passare del tempo e dalla conoscenza di altri mondi, quelle che vedevo erano senza dubbio le manifestazioni di volont/ di un essere vivente. 5ercai di sfuggire allattrazione di quegli occhi fantasma, ma alla fine mi trovai catapultato nellabisso senza fondo dei ricordi. -icordi non miei, che entravano con violenza nella mia mente devastandola e lasciandomi solo la possibilit/ di vivere un sogno da spettatore, anzi da visitatore. .i trovavo legato a una colonna di pietra, circondato da quegli uomini scimmia che gi/ avevo sognato; si stavano allontanando da me portandosi dietro le torce, privandomi della luce, lasciandomi alla merc di creature viscide e amorfe, che con sadismo inumano operarono sul mio corpo in ogni sua giuntura per slogarlo, torcerlo, romperlo senza rimedio, piegarne la resistenza, affinch, un attimo prima che la morte potesse accogliermi pietosa, fossi pronto allincontro con il loro signore: =erghesh. 8<scuro si avvent* su di me emergendo dal mare sotto la scogliera, e in ogni attimo mi stritolava tra i suoi tentacoli filamentosi piatti e viscidi, mi divorava serrando su di me i denti

ricurvi della sua bocca rotonda, mi soffocava con il suo alito velenoso, mi consumava con la sua luce accecante, mi trascinava con s nel vuoto della sua dimora, e mentre pativo la morte infinite volte, precipitavo in un pozzo senza fine che mi proiettava nello spazio profondo privo di dimensioni, fino ad annullare ogni pi, piccola particella del mio essere e rigenerarmi di nuova materia oscura. %otevo sentire il corpo raggrinzirsi, essiccarsi e mummificarsi, diventare pietra fossile fino a fondersi con la colonna a cui ero legato e con lo scoglio stesso, cellula dopo cellula, morire e diventare incorruttibile perch gi/ corrotto oltre ogni modo. .entre il corpo si paralizzava in una forma grottesca e inalterabile, la mente continuava a precipitare tra le ombre della demenza e dellisteria, conservando la memoria e lo scopo, sorretta dalla resistenza vitale di quella razza antica e disumana, con lunico folle e sublime desiderio di riunirsi all<scuro =erghesh.

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