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DISCESA NEGLI ABISSI parte IV Ancora con leco di parole lontane nella testa, mi svegliai con un dolore lancinante

e tra gli occhi: il freddo pungente cominciava a sortire i suoi effetti, nonostante le coperte di lana. Quando aprii gli occhi pensai che fosse ancora notte fonda poich la luce che filtrava dall'obl era a malapena quella che potrebbe esserci in una notte stellata di cielo terso, ma era velata di un alone grigio. Uscendo un po' stordito sul ponte, pensai subito di essermi sbagliato circa l'ora: anche se il cielo era scuro, una certa luce rischiarava l'ambiente, per cui doveva essere gi mattina. !en"a orologi fun"ionanti e sen"a la posi"ione del sole a dare indica"ione era difficile capire che ore fossero, comunque doveva essere mattina inoltrata e probabilmente ero l'ultimo a essersi svegliato, infatti trovai un nutrito gruppo di marinai intenti in un'animata discussione. #i avvicinai al capannello di uomini sia per curiosit , sia per un certo bisogno di contatto umano$ parlavano del freddo, della luce che non c'era, del sole che non si al"ava, erano spaventati, dicevano che non era normale, e io non riusciva a dargli torto, mi sembrava solo strano che tutti si rendessero conto solo ora di una cosa che per me era ovvia da tempo: o tutto lequipaggio della #onfalcone era vittima di un attacco di isteria collettiva, o il mondo, la natura, la realt stavano degenerando attorno a noi. %on mi ero accorto che a dirigere e fomentare la discussione erano &ietro e 'atto, loro invece si erano accorti che stavo ascoltando al margine del gruppo. #i lanciarono un'occhiata ostile, posero fine alla discussione e mentre gli altri si disperdevano, sorrisero con aria beffarda e poi si allontanano anche loro. (apii un attimo troppo tardi, sia il perch del loro sorriso, sia da dove venissero la luce e il calore di cui beneficiano nonostante il cielo coperto: sulla cassa di legno che fino al giorno prima la conteneva, poggiava l'orribile testa dell'ibrido uomo)pesce. *uardavo quel feticcio di pietra, che sembrava quasi fiammeggiante nellumidit pressoch totale, e pensai: +#a che diavolo , successo-. %el cercare di arrivare a una solu"ione logica dei miei dubbi, continuavo a pormi quella domanda tanto banale quanto gravida di conseguen"e e forse, probabilmente a causa del mal di testa lancinante, mi lasciai sfuggire qualche parola, perch sentii alle mie spalle la voce roca e cavernosa dello !curo. +/ successo che il capitano ha accolto le richieste dellequipaggio. disse. #i voltai di scatto, sorpreso da quellinterru"ione improvvisa dei miei pensieri. 0ui invece continu a camminare come se nulla fosse e sen"a prestarmi particolare atten"ione, quasi stesse parlando a unaltra persona. +1l freddo e loscurit hanno spaventato i marinai 2 prosegu3 2 !e non avesse dato lordine di tirare fuori quella cosa a questora saresti tra i protagonisti di un ammutinamento4 e probabilmente di un linciaggio.. (ercai il capitano con lo sguardo e lo trovai a prua, intento a fissare la nebbia con aria sconsolata, sembrava privo di qualunque autorit , solo unaltra povera vittima di un destino perverso che si divertiva a giocare con gli uomini. 5ato che lo !curo si allontanava sen"a curarsi di me, lo seguii allungando il passo per stare al suo ritmo e gli chiesi se non potesse essere una cosa buona. +1n fondo 2 dissi 2 se non ci fosse lidolo non avremmo neanche questa poca luce e poi almeno avremo una fonte di calore autonomo se i soccorsi dovessero impiegare ancora altro tempo per raggiungerci.... !misi di parlare perch nel frattempo si era fermato a guardarmi, curvo su di me, come se avesse di fronte un bambino poco sveglio. +%essuno verr mai a salvarci..

5isse queste parole con una tale ovviet che non potei fare altro che fissarlo sconcertato. +%essuno pu raggiungerci 2 aggiunse 2 1l gelo e loscurit che stiamo sperimentando sono quelli degli abissi.. %on riuscivo a comprendere cosa volesse dirmi e scossi la testa con espressione confusa, per cui prov a spiegarsi meglio. +0e profondit delle fosse oceaniche o ancora di pi6 dello spa"io esterno. %on , facile capire, immagina che in questo momento e in questo spa"io questi diversi livelli fossero sovrapposti.. 1l contenuto delle sue parole continuava a essermi del tutto oscuro, avvertivo in esse una verit raccapricciante, ma la ragione mi impediva di metterla a fuoco. 0a ragione: quellultimo complesso baluardo contro lorrore reale, capace di sfidare persino la testimonian"a empirica dei sensi, pur di non negare alla vita fisica e mentale la speran"a necessaria a mantenerle coese. &er questo lasciai da parte il contenuto del messaggio e mi focali""ai sul messaggero. 1n fondo cosa sapevo di lui- %iente. 7orse era solo un truffatore che voleva approfittare della nostra situa"ione estrema, magari guadagnare ascendente sullequipaggio per chiss quale motivo. &oteva essere un pirata, poteva essere stato lui stesso a sabotare gli strumenti e i generatori della #onfalcone. 8ra sempre la ragione a suggerirmi queste ipotesi, piuttosto che accettare che lo !curo fosse onesto nel suo tenersi al margine della situa"ione e nelle sue frasi enigmatiche. %on lo avevo certo ideali""ato, non lo conoscevo, per lappunto, e la sua presen"a continuava a suscitarmi un moto di repulsione, per mi si stava figurando come lantitesi dellidolo. 0a testa pietrificata diffondeva luce e calore a buon mercato, in fondo chiedeva solo di essere lunica fonte a cui dovevano attingere i marinai$ lo !curo dava pochi stralci di informa"ioni confuse, come chi sa, ma , reticente a donare la proprio conoscen"a a chi non lo merita o a chi non , pronto a sopportarne il peso. *li dissi che le assurdit filosofiche non ci avrebbero certo cavato dimpaccio e che se voleva parlare con me doveva parlare chiaro. Annu3, e sembr sul punto di cominciare le spiega"ioni, quando qualcosa alle mie spalle attir la sua atten"ione. 5isse solo: +%e parliamo dopo.. &rovai a ribattere, ma lui insistette con un tono che non ammetteva repliche. +9o detto dopo.. Al mio fianco comparve 'atto$ lui e il suo compare erano responsabili dei turni di pesca per ordine del capitano e avevano bisogno che lo !curo li aiutasse. !i trattava solo di una scusa, visto che la pesca era del tutto improduttiva, un modo per avere ai loro ordini chi li aveva umiliati il giorno prima. Attesi che passasse il tempo vagando per il ponte, non ero il solo, vagare come anime in pena, sen"a un occupa"ione o una meta era diventato il triste passatempo della maggior parte dei marinai, non del capitano per. 0ui se ne stava a prua, immobile, con le mani appoggiate al parapetto e la faccia depressa, gli occhi gonfi di chi sta per scoppiare a piangere. +(olpa del vento 2 disse quando ci andai a parlare 2 5el vento e del freddo, con questo freddo devo essermi ammalato: 8ra palese quanto il suo fisico fosse provato dalle esperien"e delle ultime ore, ma forse ancor pi6 segnata era stata la sua mente: si era rotto qualcosa e non si sarebbe riaggiustato tanto presto e tanto facilmente. 5opo un tempo che sembr eterno, vidi i pescatori smontare dalle loro posta"ioni ai lati della prua. %on era una pausa pran"o, non cera niente di commestibile con cui poter pran"are, ma la giornata doveva essere arrivata circa a met , almeno lorologio biologico e i brontolii dello stomaco dicevano questo. 0o !curo mi indiri"" giusto uno sguardo, era il segnale che aspettavo, cos3 lo segu3 a una certa distan"a quando si infil sotto coperta$ mi aspettava nella sala macchine, silen"iosa in

modo irreale, seduto su uno sgabello con la faccia rivolta verso il basso$ appena entrai, sen"a parlare o muovere la testa, mi indic con la mano un altro sgabello per invitarmi a sedere. ;ra me e lui aveva messo un mo""icone di candela accesa, uno degli ultimi probabilmente, ma invece di portare la luce, per strano che possa sembrare, non fece altro che moltiplicare le ombre. 1n quella semi)ombra crepuscolare, lo !curo era immobile, come una statua di pietra scolpita dai primi uomini per adorare oscuri d,i. +1o ho paura.. %on so perch dissi cos3, era la cosa pi6 naturale che mi era venuta. <olevo che lui fosse sincero con me, pensai di doverlo essere prima io con lui, e in fondo la mia paura era ben pi6 evidente e normale di ci che stava per dirmi. +0e cose strane che mi hai detto prima 2 dissi 2 come fai a saperle- ;e le sei inventate-. 0ui scosse la testa con calma prima di al"are la testa. +%o, ho solo vissuto abbastan"a da scoprirle.. ;utto quel parlare per enigmi cominciava a darmi fastidio, lo avrebbe fatto comunque, ma in quel momento di pi6 visto che esasperava una situa"ione per me gi critica e confusionale. *lielo feci notare e gli chiesi di essere pi6 pratico e di spiegarmi cosa stava succedendo. (i riflett sopra alcuni lunghi istanti e poi cominci la sua assurda spiega"ione. +0a realt ... 2 disse quasi con un sussurro 2 0a realt non , come te la immagini. 0a materia che la compone, l'energia che la anima, le leggi che la governano... 0a ricerca scientifica , arrivata solo in questi anni a sviluppare alcune teorie che possano spiegare in qualche modo ci di cui ancora , all'oscuro.. !i interruppe un attimo a riflettere su quanto aveva detto. +0e mie non sono teorie, , solo quanto ho vissuto sulla mia pelle.. Annuii lentamente, il mio primo istinto fu di al"armi e allontanarmi da lui, ero sicuro di trovarmi di fronte un pa""o, ma non era forse folle, del tutto folle, lintera situa"ione che stavo vivendo- &er cui lo invitai a proseguire. +0e onde del mare sono una realt concreta, fanno rumore, puoi vederle infrangersi sulla riva, ti possono bagnare. Anche le onde radio sono reali, ma non puoi vederle, n sentirle sen"a un'antenna che le trasmetta e uno strumento che le riceva$ eppure sono costantemente intorno a noi, ci vivi immerso sen"a accorgertene. Allo stesso modo esiste una realt , io la chiamo =scurit o Abisso, che si sovrappone a quella che percepiamo. 0a scien"a parla di una >massa mancante? nel cosmo e di >energia... oscura? dell'universo. Quello che l'uomo , in grado di conoscere , solo una minima parte di ci che esiste, una parte quasi insignificante... ;utto il resto , fuori dalla portata dei sensi e della coscien"a degli esseri umani. A volte questa realt oscura e gli esseri che vi abitano si manifestano in modo concreto e questa loro fugace presen"a o appari"ione , in grado di destabili""are i parametri stessi della realt .. Avevo capito cosa cercava di dirmi, certo era assurdo, ma avevo deciso di assecondare la sua pa""ia fino in fondo, per dovetti interromperlo, perch la candela si stava consumando del tutto e io non riuscivo a capire dove volesse andare a parare. +0a testa pietrificata, quella cosa che chiami >idolo?, , come unantenna in grado di mettere in comunica"ione la nave, le menti di coloro che vi sono a bordo, con l'=scurit . %oi per non abbiamo gli strumenti per comprendere i segnali che arrivano da l3, percepiamo attorno a noi una spa"io di cui non conosciamo i parametri e le leggi, non possiamo orientarci. *li =scuri sono in grado di farlo, e siamo alla loro merc.. %on sapevo se essere pi6 sconvolto da quello che aveva detto o dalla seriet che dimostrava, ero sicuro che non mi stesse prendendo in giro, dal suo punto di vista doveva essere assolutamente convinto della veridicit del suo discorso. 7orse una risata isterica sarebbe stata la giusta risposta a quelle >rivela"ioni?, che per altro non ci spostavano di un solo passo verso una possibile solu"ione$ forse non aveva ancora finito di parlare e quello era solo il preambolo.

+&erch sta succedendo a noi-. chiesi infine. %on ebbi il tempo di ascoltare la risposta, se ce ne fosse stata una, poich la nostra discussione fu interrotta da rumori inequivocabili di gente che scendeva sotto coperta. 1nfatti un attimo dopo entrarono nella cucina &ietro con al seguito 'atto e altri tre marinai i cui sguardi non ammettevano molti dubbi sulle loro inten"ioni: volevano dare una le"ione allo !curo$ non credo che avessero progettato di prendersela anche con me, ma ci sarei finito di me""o se lo !curo non si fosse mosso. Aspett che il piccolo gruppo fosse completamente entrato e avesse mostrato con arrogan"a le spranghe che tenevano in mano, poi si al" e gli and contro, camminando lentamente fino a portarsi davanti a &ietro, in quel modo li aveva chiusi a un angolo con la sua massa immensa$ cap3 che lo aveva fatto per toglierli dalla porta e darmi la possibilit di uscire. &ensai che volesse mandarmi a cercare aiuto, cos3 non mi preoccupai di rimanere per aiutarlo di persona, in due contro cinque sarebbe comunque stata una lotta impari. #i catapultai su per le scale e sbucai sul ponte guardandomi attorno$ diversi marinai vagavano sul ponte sen"a una meta, qualcuno parlava a voce bassa con un compagno, ma per lo pi6 camminavano solitari trascinando i piedi, come sonnambuli$ immersi nella nebbia che ormai aveva invaso anche linterno della nave, sembravano gli spettri di anime tormentate incapaci di trovare riposo nelloblio eterno. (apii che da loro non sarei riuscito a ottenere alcun aiuto, quindi andai diritto dal capitano, che si trovava sempre fermo a prua, come se non si fosse mai mosso dallultima volta che ci avevo parlato. 0o chiamai, ma non distolse lo sguardo dal panorama immobile, cos3 gli raccontai quanto era accaduto, cio, del mio incontro con lo !curo, evitando i dettagli di ci che mi aveva detto, e dellaggressione. &urtroppo capii che la sua apatia aveva raggiunto livelli patologici da come si gir a guardarmi al termine della mia breve rela"ione: indifferente, quasi catatonico, di sicuro il suo cervello non aveva registrato n elaborato nulla di quanto gli avevo detto. #i sentii dimprovviso solo a dover gestire lennesima degenera"ione di quella vicenda, ma non ero solo$ lo capii in quel momento, sebbene tutto spingesse per farmi cadere nellabisso dellorrore, non ero solo e questa certe""a mi aiuto di sicuro ad affrontare quanto stava per accadere in maniera diversa e forse migliore del resto dellequipaggio$ speravo soltanto di non essermi affiancato a un orrore peggiore di quello da cui volevo fuggire. #entre cercavo di scuotere il capitano dal suo torpore, in parte con successo, sentii delle urla alle mie spalle: erano i cinque aggressori che correvano sul ponte dalle scale che conducevano nella stiva, chi "oppicando chi reggendosi un braccio o la testa con una mano, sembravano feriti solo in maniera superficiale, come dopo una "uffa, ma le espressioni e le grida erano quelli di uomini terrori""ati. 5opo quellepisodio non vidi pi6 per tutta la giornata n lo !curo n i nostri aggressori, ma a dire il vero fui piuttosto occupato a parlare con il capitano, le urla e la fuga avevano destato sia lui che gli altri marinai, e si confront con me circa alcuni piani che avrebbe voluto tentare per risolvere la situa"ione, tutti abbastan"a improbabili, come inviare unaltra lancia, pompare il carburante dei motori per fare segnala"ioni fiammeggianti e cose del genere. %el frattempo furono fatti dei tentativi di utili""are al meglio il calore luminoso prodotto dallidolo, purtroppo scoprimmo che se condotto allinterno, in una stan"a coperta, la luce si affievoliva e si spegneva in breve tempo. 8sclusa la possibilit di utili""arlo per rendere abitabile il cassero, si decise allora che il luogo migliore dove posi"ionarlo era vicino la prora, appena sotto il ponte rial"ato. !trategicamente non era certo il posto migliore, ma avere la luce verso il davanti della nave sembrava avere un effetto positivo sul morale dellequipaggio. !timai in quel momento che la luce avesse un raggio di una decina di metri, poich illuminava circa met della larghe""a del ponte. (omunque anche la fine di quel giorno ci vide a digiuno di cibo e di buone previsione in vista$ con il calare delle tenebre si acquiet ogni rumore, i marinai non aveva pi6 voglia

neanche di parlare tra di loro. 5ato il freddo, alcuni decisero di dormire vicino allidolo, che emanava un calore piuttosto intenso, e il capitano non glielo imped3, altri, come me, decisero invece di rimanere nelle loro celle, beneficiando anche delle coperte degli altri per coprirsi. &er quanto mi riguarda, la decisione di non dormire vicino alla testa deriv da un mio desiderio di mantenere una parven"a di normalit , almeno fin quando era possibile, ma il gelo quella notte divenne ancora pi6 intenso, nulla sembrava poterlo dissipare, tanto meno le coperte in"uppate dallumidit e dalla nebbia. %on riuscii a dormire neanche un minuto, memore anche degli incubi della notte prima, e poco prima dellalba, forse unora o qualcosa di pi6, decisi di al"armi dato che in ogni caso stare a letto in quelle condi"ioni si stava rivelando un tormento e avevo paura di sognare ancora. 1noltre avevo bisogno di mettere qualcosa nello stomaco, fosse anche solo un po dacqua, cos3 andai per riempire una ta""a, ma dal rubinetto collegato alle cisterne dellacqua potabile non usc3 nulla, lo stesso accadde anche con i rubinetti sul ponte. A quel punto il problema divenne evidente: le tubature erano state spaccate dallacqua che aveva ghiacciato al loro interno. 1n pochi giorni eravamo passati da @AB( a una temperatura inferiore allo A. %el frattempo mi resi conto che da quando ero uscito percepivo uno strano odore dolciastro e molto sgradevole. !tavo riflettendo su questennesima sventura quando sentii dei rumori, provenivano da fuori la nave, ma non dal mare aperto, come se lo scafo stesse incontrando degli ostacoli nella sua avan"ata. (orsi ad affacciarmi al parapetto$ se come mi era parso la #onfalcone si stava muovendo allora non avevamo nulla da temere, la nave aveva solo avuto dei guasti simultanei ai suoi impianti, poteva succedere, eravamo solo stati sfortunati e forse la lancia inviata a cercare soccorsi semplicemente aveva avuto dei problemi o non era riuscita pi6 a trovarci nella nebbia. #entre correvo verso prua pensai che ero stato un completo idiota a dare retta anche solo per un attimo alle storie assurde di dimensioni, diavoli e fantasmi ce mi aveva propinato lo !curo. #i sporsi dal parapetto per guardare a strapiombo gi6, verso lacqua: sen"a luce era impossibile distinguere qualcosa in quel mare nero, ma di sicuro veniva da l3 la pu""a che ancora mi si infilava nelle narici. %on sentivo nessun movimento daria sul volto e nessun rollio della nave che indicasse qualche movimento, ma avevo paura ad ammetterlo con me stesso, anche perch qualcosa stava sen"a dubbio sbattendo contro lo scafo allalte""a dellacqua, non solo sulla prua, ma lungo tutta la linea di galleggiamento. 8ro talmente agitato che mi sarei tuffato pur di scoprire lorigine di quel fenomeno. #i trattenni dal farlo solo perch vidi un debole rossore cominciare a diffondersi allori""onte: il sole stava sorgendo, sempre pi6 debole come ogni mattina, quasi che fossimo stati catapultati alla fine dei tempi e stessimo assistendo alle ultime albe del mondo. Quando la luce arriv a lambire la nave, consentendomi di capire cosa stava accadendo, per poco non svenni per la visione e per il terribile fetore che veniva dal mare, mi accasciai al suolo con la schiena la parapetto e le braccia stratte attorno alle ginocchia. 7orse soltanto gli orrori della guerra sono paragonabili allorrore che vivemmo in quei giorni, con lanima che veniva smembrata pe""o a pe""o, poco per volta, scorticata di ogni minima traccia di speran"a. &iansi per la dispera"ione e cap3 che non poteva trattarsi di semplice sfortuna, a quel punto ne ero certo, ma di una maledi"ione o peggio ancora di un castigo divino, quelle erano le piaghe inviate su di noi, i segni per marchiare gli uomini colpevoli di orribili peccati: la #onfalcone era immobile, circondata da un mare di pesci morti e putrefatti fin dove locchio riusciva a posare il suo sguardo.

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