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Primo giorno.

Nel quale compare "740", il compagno sconosciuto, e due strani via ggiatori Due dal Viaggio uomini nostro in occupano in fuga inviato treno attraverso una PAOLO locomotiva RUMIZ l'Italia, per inseguire lungo come unla sogno Transiberiana, esotico raccontato da La Firenze-Civitavecchia-Olbia Paolo storia Rumiz comincia e liberamente all'alba, interpretato nel Mar di Sardegna, dai disegni col ditraghetto Altan "Aurelia" che si mette a vibrare dalla chiglia alla ciminiera in mezzo a nubi alte come torri e con l'odore di vernice, ruggine e salsedine che diventa odore di terra. Comincia col mio compagno di viaggio che sbuca in coperta come Achab, annusa l'aria sott ovento con faccia feroce, e poi si accende la pipa, cercando a Occidente, nel la birinto color cenere dei monti di Gallura, una linea nera e sottile. La ferrovia . Per una volta, ladies and gentlemen, non allacciatevi le cinture. Don't fasten t he seat belts. Si parte in treno, la Cenerentola dei trasporti. Si fa l'Italia i n seconda classe, per linee dimenticate. Buttate dunque a mare duty free, gates, flights, hostess e check in. Lasciate le salette business a parlamentari e comm endatur. Questo un viaggio "hard", fatto di scambi, pulegge, turbocompressori e carbone. E noi lo faremo, anche a costo di farci sbattere da una squinternata va gona baldracca, un glorioso rudere che cigola e scorreggia sulla rete di ferro, in attesa Borbott o di caff rottamazione. espresso, trillo di un cellulare. Il sole buca le brume del Tirre no, gabbiani rosa planano controluce, il Mistral si sveglia, nelle gabbie sul po nte i cani inquieti abbaiano e l'Isola emerge come una schiena di testuggine. Sc endiamo nel garage in mezzo a sardi insonnoliti e alla ciurma dei turisti. Porti amo entrambi uno zaino e una borsa di scartoffie. Ed entrambi abbiamo quell'espr In essione tasca, unun'idea po' coscorsara. , un po'Percorrere padana un 7480 po' boema, chilometri, degli come sgobboni la Transiberiana del Nordest. dag li Urali a Vladivostok. Una distanza leggendaria, un gomitolo lungo come l'Asia da srotolare dentro la Penisola. Non sappiamo ancora dove andremo e in quanto te mpo consumeremo questo buono chilometrico che nessun biglietto pu contenere. Sapp iamo solo che il nostro un conto alla rovescia che ci obbligher a scendere al chi lometro zero. E che Vladivostok - la fatamorgana, quasi una donna misteriosa - c i Ilseguir compagno fino di alla viaggio? fine, Non tessendo posso dirvene per noiil unnome. viaggio Porta parallelo. occhiali scuri e un cap pellaccio a tese larghe, per nascondersi. Deve farlo, perch ha una faccia nota, a nche troppo. Anche la sua voce riconoscibilissima. Dopo la partenza da Firenze, in treno l'hanno beccato tre volte, come Simon Pietro. Per questo non vede l'ora di darsi alla latitanza. Vuol sparire nella rete, e aspetta questo viaggio clan destino come Tentiamone l'identikit. una liberazione. Et : sui 45. Segno zodiacale: Pesci. Carattere: moderatame nte lunatico. Sguardo: spiritato. Bioritmi: passa da silenzi abissali a lunghi m onologhi. Manie: odia le robinie, le piante infestanti, spie dell'abbandono dei territori. Segni particolari: un hidalgo, chiede dedizione ed capace di grandi s lanci. Avvertenze: Pedigree: figlio di nonun fategli "muso nero", domandeun prima macchinista delle undici. su locomotive Morde. di linea. E' un marchio genetico. I bambini comuni adorano automobiline, betoniere e scavatrici . Lui no, il suo giocattolo il demone col fuoco dentro. La sua mamma la macchina nera che respira. La sua donna una locomotiva. "Puoi farla andare - dice - come una sciantosa e come un'indossatrice, come una casalinga e come una puttana. Di pende da chi la porta". Per addormentarsi, legge orari ferroviari. Nella sua cas a di campagna si chiude in una stanza dove i trenini fischiano e corrono per fan tastiche gallerie Chiamatelo, per ora, elicoidali. con un numero: "740". Che non "il" Settequaranta, la leggen daria dichiarazione dei redditi. E' "la" Settequaranta, la pi straordinaria locom otiva italiana. Cercate in un libro di storia patria la sua linea forte, tarchia ta, inimitabile. Un'icona nazionale, come il naso di Bartali o la divisa dei Car abinieri. L'archetipo, il paradigma della vaporiera. I ferrovieri dicono: prima Dio fece lei, e poi tutte le altre, "a sua immagine e somiglianza". Ovviamente a Olbia, somiglianza vento leggero, della macchina, si sbarca. micaIl dipopolo Dio. dei gommati si disperde in cinque min uti e noi restiamo soli con l'edicola che apre, il ticchett o del primo Bancomat, la prima panetteria e la prima bandiera di Forza Italia in fondo alla strada. Al bar chiediamo un caff corretto alla sambuca e un fernet, per smaltire la travers ata. La stazione lontana. Una volta la rotaia arrivava ai traghetti, ora l'hanno "740" "razionalizzata", fa strada. E'elui ci che tocca studia pedalare. gli orari, Ma chissenefrega, a me viene l'emicrania. l'avventura Lo comincia. seguo u n po' a distanza, come Sancho Panza. Non ho locomotive nella genealogia: ma veng o da una citt di grandi ferrovie perdute. Trieste, quella dell'Orient Express, de i treni per Sofia e Vienna. Oggi quasi un binario morto, ma le sue linee restano le pi belle d'Italia. Volano tra le vigne e il mare, tra Alpi e Danubio. Treni d i frontiera, dove basta uno scambio per incontrare l'Altrove. Sentirli che passa no, la sera, Stazione di Olbia, mi rassicura la vecchia e miautomotrice fa sognare.668 per Sassari in attesa al binario d

ue. A bordo nessun turista. Solo donne mediterranee dall'occhio rapace. "740" bu ssa alla cabina di guida. Si presenta, entra a colpo sicuro, la storia del muso nero gli apre tutte le porte. Gigioneggia: "Sono cresciuto a cavallo del cofano di una 772, quello largo come il serbatoio di una Harley Davidson. E' per questo Uno chescossone ho le gambe e sistorte". parte nella Risate, luce bassa fatta. del mattino, la 668 fa tu-tun in mezzo a lecci, lentischi e rocce emergenti, lo scompartimento si riempie di profumo di mirto. E' deciso: d'ora in avanti viaggeremo su treni con finestrini apribili. Niente aria condizionata, niente treni che somigliano ad aerei. L'aereo globale, totalitario, imperscrutabile. Sta in cielo, e il cielo di nessuno. La rete di f Il erro, treno, invece, non l'aereo, di tutti. ha E' fatto il popolo, l'Italia. laUn nazione. piccolo treno come questo che arran ca tra praterie e fichi d'India. Siamo in ballo. Il viaggio comincia.(mancano 684 3 sinistra, Si a Sul dal Viaggio chilometri) scopre binario nostro inche inviato treno che illegale i quelli macchinisti attraverso PAOLO sardi RUMIZ dicono: l'Italia, non tagliano resistere. lungo ilcome paesaggio, Che laiTransiberiana, treni ci si corrono attaccano raccontato da Secondo Il Paolo trenino Rumiz giorno: per e Sassari liberamente Olbia-Arbatax mette interpretato in fuga fagiani dai disegni e pernici, di Altan infila l'onda lunga dell a prateria, affonda in una trincea, ne riemerge come un U-boote grondante sotto nubi basse, nere, quasi atlantiche, entra in solitudini peruviane, sfiora alberi di sughero, sembra la locomotiva di Garcia Marquez che spaventa gli Indios in " Cent'anni di solitudine". Poi, sbatte contro montagne pietrose, si avvita su se stesso, sopporta curve e cambi di pendenza deliranti, impensabili nelle ferrovie Viaggiare del Nord.alti Non in taglia cabina il di paesaggio, guida pare vi un aderisce. volo randente fra oche selvatiche in f ormazione. E' l'immersione totale nel paesaggio: goduria immensa, moltiplicata d all'incognito di "740", il compagno clandestino, e dal sapore del proibito. Siam o ai comandi come due dirottatori, solo che parliamo allegramente ai piloti. Viv a il treno! Ormai il personale viaggiante nostro complice. Per questo lo coprire mo con l'anonimato. Oschiri, Chilivari, Ardara. La motrice balla come una tarantola, entra in una va lle ostica e infuocata come la gola assassina del fiume Kabul, in Afghanistan. " E' un posto di agguati", ride il capotreno. Gli ultimi sono di vent'anni fa, qua ndo la littorina portava ancora valori. La bloccavano in mezzo alle rocce, basta vano due sassi e una doppietta: quasi una fermata a richiesta. Storie di crimine , I o figli forse di-Pietro per laBiassu fiera anima "de furtos isolana e rapinas - storie / di trenos valent e litorinas a. / si ne keria n aker principales", vollero cio "diventare ricchi con furti e rapine su treni e littorine". Lo racconta negli anni Cinquanta Antonio Tola, calzolaio di Orune, n el suo "Canto dei ladri", un surreale Spoon River barbaricino che raccoglie le g esta di decine di mariuoli. In Sicilia l'avrebbero impallinato e sepolto nel cem ento. Qui niente, nessuna vendetta. Se qualcuno protest , furono gli esclusi dall' elenco. cicale. Cactus, Valli a Il capire treno i si sardi. ferma in stazioncine deserte senza capostazione, sen za biglietteria. Alcune sono murate, altre distrutte dai vandali. Sempre i bandi ti? No, la globalizzazione. Sono i rami secchi, potati dai governatori dei fluss i. In burocratese si chiamano stazioni "impresenziate", astuto eufemismo per mas cherare lo smantellamento. La fine dei territori comincia cos , col bar e la panet teria che chiude, poi con le stazioni del silenzio. Sento che comincia il viaggi o in Il macchinista uno straordinario ingrana la patrimonio marcia con dilapidato. rabbia, come se urlasse: resistere, resiste re, resistere. Basta poco a far parlare questi Cipputi della ferrovia. Nessuno l i ascolta, meno che mai i dirigenti. Un secolo fa il primo ministro Zanardelli a nd in Lucania a dorso di mulo: oggi i manager non usano neanche il treno, parlano solo la lingua dei check-in. L'uomo ai comandi tormenta con la zampaccia il cam bio Brown Boveri, racconta delle pressioni sul personale viaggiante con esodi e turni massacranti. Ghigna: "Tutto finito quando il viaggiatore diventato cliente ". Tanto perch lo sappiate, il treno viaggia solo a sinistra. Se c' doppio binario, l ui occupa rigorosamente quel lato. Left, gauche, izquierda. Solo in casi special issimi - lavori sulla linea, catastrofi - lo spostano a destra, per il minimo ne cessario. L'operazione ha un nome tecnico preciso: "Binario illegale". Indica ch e la destra una temporaneit cos straordinaria da essere fuorilegge. Binario illega le. Fantastico; "Sassari station", pare una ilvocina titoloci del d viaggio. un irritante benvenuto in inglese. Siamo cos in anticipo che possiamo pranzare ad Alghero, prendendo una linea a scartamento ri dotto. La motrice Breda gi l che aspetta. Piccolina, con a prua un rostro rugginos o come la benna di un bulldozer. E' il vomere scacciapecore, in Australia fanno la riparte, Si stessa cosa la vampa per i deforma canguri.le rotaie, il treno balla tutto, diventa uno shaker che rammollisce il cervello, il ron-ron riempie la nuca di formiche, fa piombar e la mascella sullo sterno e sprofondare in un sonno animale. Ormai il Messico, il paesaggio ha color calce viva. Cambia anche l'odore, cambia la lingua, a bord

o si parla catalano. Si scende sull'altro mare, verso Capo Caccia, adagiato sui frangenti Ad Alghero, come mentre un tirannosauro addentiamo una morente. pizza in una terrazza sul mare, sbuca il primo veneto. Fa il cameriere, ha l'accento del Brenta, e spiega che il Monte Linas, sull'Inglesiente, "el xe bel come el Monte Grappa". "740" ride come un matto, si aggiusta cappellaccio e occhiali scuri. Col camicione kaki pare D. H. Lawrence, Si che riparte un secolo verso faSud. passA bordo da queste c' parti. una giovane russa che viaggia sola. Spicca tra l e donne mediterranee con gli zigomi forti e l'occhio baltico. Ci riporta alla no stra scommessa transiberiana. Impersona la nostalgia di un viaggio brado e impos sibile nell'Italia perduta di oggi, che non ride e non canta pi . "740" fa un po' diMacomer A conti, si scopre cambia, che,un sebinario fossimofantasma in Asia,si avremmo arrampica appena verso passato il cuore Omsk. montuoso de ll'Isola e muore tra nuraghi, vento e nubi dense. A Nuoro non c' che l'auto per s cavalcare il Gennargentu e arrivare ad Arbatax, dove parte la pi fenomenale ferro via di montagna d'Europa. 228 chilometri, roba da Macchu Picchu. E' da ieri che tentiamo di prenotare due posti col telefonino. Corteggiamo segretarie, sfoderia Per mo la l'imbarco voce impostata. non resta Mache nontentare va, il la treno sorte intero sul posto. presoDobbiamo da un club intortarci d'alto bordo. gi st asera, magari ballando con la moglie di un notaio. Anche a costo di saltare su u n'auto - lo giuriamo - per una volta sola: questa. Ad Arbatax dunque. Ed come se (mancano (3 E Un dal Viaggio Lawrence solo agosto bruco capolavoro nostro sul in 6.386 di gridasse: 2002) traghetto inviato treno ferro italiano chilometri) attraverso che PAOLO "Ad si siritrova Aquaba". attociglia RUMIZ l'Italia, l'Italia sulungo sedi stesso sempre come la Transiberiana, raccontato da Terzo Arbatax, Arbatax-Cagliari Paologiorno: Rumiz notte e lunga liberamente di streghe, interpretato pioggiadai e fulmini disegnisul di mare. Altan Poi un'alba nitida, spettacolare, con Arzana e Lanusei che luccicano sui monti come fioche nebulose . Noi si va lass , sui picchi pi misteriosi della Sardegna. Liberi per davvero, sen za check-in, metal detector, passaporti o forbicine da consegnare. Mettiamo gli zaini accanto alle rotaie, siamo vagabondi da Nuova Frontiera. "740" fuma la pip a e recita: "A piedi e a cuor leggero mi avvio per la strada aperta / sano, libe ro, il mondo davanti a me". E' di Walt Whitman, altro adoratore di ferrovie, ami co di nella Cerco "musi bisaccia neri" e notturno di "740", frequentatore per capire qualcosa di binari. di lui. Due orari ferroviari, l'ultimo numero di "Tex Willer", una pipa, una miscela dolce di tabacco, un lib ro del primo Tabucchi, liquirizia, tre penne nere sottili, un blocco di strane n ote su un caso giudiziario, cinque quadernini per i primi appunti vagabondi, un vecchio registro ferroviario a copertina rigida, dove riordinare il tutto. "740" lo chiama canovaccio; anzi "canovaggio", a far rima con viaggio. E poi un picco lo avvertono Ci registratore cheper la vaporiera andare a caccia s' rotta, di voci. una 402 delle Officine Reggiane. Ma fa ni ente, questa una linea che si fa perdonare. Un diesel elettrico gi l che rantola, le donne del club con mariti al seguito aspettano l'imbarco sotto una cascata di bouganvillee procaci, quasi oscene. La motrice ci mostrer egualmente come due ro taie possono prendersi gioco delle montagne pi ripide del Mediterraneo. Un capola voro Un fischio, italiano. un brivido di ferraglia, si parte. E subito il bruco di ferro s'impe nna, si contorce, si attorciglia su s stesso. "E' pazzesco - commenta "740" - in ferrovia puoi vedere curve cos solo nell'Almanacco di Topolino". Il macchinista n on vede mai oltre i cinquanta metri, sfiora cactus, asfodeli, trincee, strapiomb i, attraversamenti di sentieri, gallerie, greggi, ponti, ginestre, passaggi a li vello incustoditi. Ma il colmo l'incrocio con la Statale, dove perdiamo la prece denza come undi Conquistiamo bus. nuovo la cabina di guida, il posto proibito, e la nostra fuga il legale prosegue in una natura grandiosa, ruspante, abbandonata. C' un casello-fan tasma ogni mille metri e, in mezzo, intervalli di nulla. "Una volta ci vivevano anche in quindici racconta il capotreno - andavano a letto presto, facevano solo figli. Sulla linea vivevano almeno tremila persone". Si sale fra sterpaglia, ru ggine, segni di incendi, traversine bruciate. In mano agli svizzeri, dicono, la linea sarebbe un gioiello. Ma a noi quest'incuria piace. Lascia intatta l'avvent Sei in un labirinto che disorienta: credi di avere il paese sulla destra, poi en ura. tri in galleria e quando ne sbuchi te lo ritrovi a sinistra. Scopri che dentro l a montagna la talpa ha fatto un giro intero su se stessa per guadagnar quota. Su ll'orlo del nulla c' un muro enorme, l'anno messo perch un giorno il vento ha rove sciato il treno. L'Ogliastra ai tuoi piedi. Poi scollini a quota mille, il Medit erraneo sparisce e tutto cambia. Oltre un bosco di tassi secolari, le sorgenti d el Flumendosa Guglie, strapiombi, e le nubi, muraglie riecco tipo ilArizona, Gennargentu. la strana impressione di essere segui ti da qualcuno. Nella galleria della Verdeliana ci fermiamo, ci sono mucche che si riparano dal caldo, bisogna spingerle fuori. Oltre il Bucunieddu, la Valle Ne ra, per poco non centriamo un muflone. Ne hanno presi sette, un giorno. Ma il pe ggio sono le pecore. "Il rischio - ride il macchinista che se una decide di mo

Corbezzoli, rire, tutte ginestre. le altre le Sulla vengono massicciata, dietro". ciclamini. Sono gli unici fiori, mi spi egano, che resistono ai diserbanti. Il treno entra in gole lunghissime, ne esce. Sembrano le Dolomiti, solo che sulle Dolomiti se la sognano una linea simile. F ino a Mandas sono 159 chilometri cos . Un lavoro bestiale, compiuto in tempo recor d: due anni e mezzo, con soli mille uomini. "Ma allora non c'erano i sindacati Ecco spiega Seui, il cos macchinista solitaria - eche i geometri la chiamano erano "Passa bestie". e fui", passa e fuggi. La stazion e ha un nomignolo ammonitore: Spielberg, perch far deposito qui era l'esilio. Pen so che treni cos hanno unito l'Italia. Ma i sardi la pensano altrimenti; non sono sardi per niente. Ti dicono: "La ferrovia l'hanno fatta i piemontesi solo per r apinarci di legname e carbone". Dopo Mandas comincia la discesa a precipizio ver so le greggi del Sud. Pecore a milioni, tra tumuli, nuraghi e fili di fumo. Le o recchie si turano, il treno accelera, compie curve lunghe, quasi aeronautiche, d iventa una macchina del tempo. Viaggia all'indietro nei millenni della civilt med "Dove andate?" chiedono i gitanti. Gi . Dove andiamo? Bella domanda. Torniamo a ca iterranea. sa, nel Grande Nord, oltre la Linea Gotica. Solo che passeremo per Lercara Fridd i, Soveria Mannelli, Baronessa, Roccasecca, Antrodoco, Pracchia, Rovasenda e Pi de na; vedete un po' voi. Ci guardano strano. Non capiscono questo demenziale Grand Tour alla rovescia, che non va verso i limoni ma le risaie. Un'anabasi lunga co Cagliari, me l'Asia.sera E piviola incasinata e ventodi forte. quella Ildi traghetto Senofonte. per Trapani e Tunisi aspetta in mezzo a una flotta da guerra. E' un ordine solo apparente: a bordo ci investe u n pandemonio di genitori affranti e bambini-tiranni con chewing gum e telefonino . Viva l'Italia. Siamo gi alieni su questa nave che il Mistral spinge verso la no tte africana. Nuotiamo verso la branda, finch le vibrazioni della nave diventano un narcotico, mescolano in testa la Tunisia, Hammamet, Craxi, le ville sarde di Berlusconi, (4 Da d'occidente, e Nel Viaggio segreti agosto una grande stazione indella 2002) Sud treno l'esilio al Sicilia fine-del-mondo mare attraverso di primordiale Garibaldi pietra, l'Italia, sull'orlo aiamonti Caprera.(mancano lungo delcome bruciati marela Transiberiana, 6158 chilometri) raccontato da Quarto Trapani, Paolo giorno: Rumiz sbarco e Cagliari-Trapani-Aragona liberamente al mattino in interpretato un controluce dai violento, disegni didavanti Altan ai palmizi. Il tra ghetto vomita Tir carichi di giostre, c' un circo intero che sbarca tra auto somm erse di bagagli; pagode, istrici semoventi. Il lungomare ventoso, cariato come q uello dell'Avana; lo presidia l'inevitabile Garibaldi sopra un leone di bronzo e il busto defilato di Nunzio Nasi, voluto da Trapani fedelissima. Comincia il Gr ande Sud: Odore di pane canibuono, liberi, pane unaitaliano. farmacia Cerchiamo a ogni angolo, un caff caldo aperto, tunisino. passiamo davanti al terminal Alitalia, sfioriamo con gli zaini i passeggeri insonnoliti che aspetta no il bus per Punta Raisi. Hanno scelto l'aria per viaggiare, ma in quell'istant e il traghetto veloce per Ustica, passando l davanti, indica loro i cieli insicur Eccolo, i di un il Paese Grande a sovranit Inizio. Una limitata. stazione risorgimentale con dopolavoro, mensa e gi ardinetto curato, ben piantata verso il sole che sorge. Non solo una "Gare de l' Est". E' qualcosa di pi : l'"Esta[e7]ao de Oriente" del Mediterraneo. Come a Lisbo na, sta su un leggendario Finis Terrae, a Ovest non ha che il mare. E ti spara c ome una palla di fucile sulla sua rotaia calibro 1354, lo scartamento che fa l'I talia e non Dentro, l'Europa, c' nessuno. fino alle Solo frontiere una cicciona dell'ex cheimpero telefona. sovietico. Svegliamo il bigliettaio con una richiesta impossibile: Trapani-Catania, via Castelvetrano-Aragona-Licata , sola andata. L'impiegato calcola e ricalcola, deve spezzare il biglietto in tr e. Dietro di noi si forma una coda, di nuovo abbiamo la sensazione di essere seg uiti. L'itinerario cos incasinato che il computer respinge la richiesta. Ed natur ale: noi Ormai tutto rifiutiamo lo conferma: i flussi siamo veloci, clandestini dunquenella il sistema rete. Solo rifiuta il caro noi. vecchio tren o ci riconosce e ci accoglie col suo ron-ron familiare, al binario tre. E' il di esel 668, lo stesso dello sbarco in Sardegna. Anche stavolta conquistare la cabi na di guida un gioco da ragazzi; macchinista e capotreno ci accolgono in allegri a. Ha ragione Edith Nesbit, una che scrisse: "Tutti quanti hanno a che fare con lasi E ferrovia ripartesono dalla buoni fineedel gentili". mondo: dalle Colonne d'Ercole, quelle vere, prima de l "trasloco" a Gibilterra. Era qui la Cortina di ferro del mondo greco; qui i mo stri, qui le leggende, i Ciclopi, i fondali ingannatori. Il treno doppia Capo Li libeo, la moschea di Mazara del Vallo, si infila in un mare di vigne basse, gira AaCastelvetrano Nord verso lasi Sicilia cambia, feroce il compagno dell'interno. "740" scende guardingo, quasi commosso. M i spiega che suo padre fece il macchinista qui. E poi, verso il deposito, solett a, c' Lei. Il rudere di una locomotiva 740, bollente sotto il sole. Il compagno s conosciuto l'avvicina con cautela, la monta, l'accarezza come una sorella. Ne sc Che ende, possono vi risale, essere finch due uomini le strane con faccia evoluzioni polacca, attirano sacchi l'attenzione pesanti, che della si aggiran Polfer. o tra i binari? Gi speriamo in un interrogatorio; ma "740" tradito dal telefonino alla cintola. L'agente non abbocca, ci dice solo di sbrigarci. "Lu trenu nun av

vi a spittari nui - ride - semo nuautri ch'avemo a spittari lu trenu". Annoto su l taccuino, Sale a bordoeuna spero bruna di con avere labbroni trascritto e garretti giusto.alti. Amoreggia col telefonino, s i accascia con studiata, meridionale lentezza. Finge di non accorgersi che nello scompartimento piombato un silenzio compatto, quasi sgomento. Si parte, e il su o armamentario vibra a ogni giuntura di rotaia, sente come un sismografo i monti inquieti del Belice, ogni nervatura di un paesaggio infuocato e antico, senza g uardrail, senza stazioni di servizio, senza motel, senza fabbriche. Poi lo squar cio violento sulla costa Nord, solcata da schiume abrasive che martellano la sco A Castellammare il treno diventa la metropolitana di Palermo. Terrasini, Carini, gliera. Capaci, Notarbartolo, Orleans, Vespri. A Palermo Centrale ti aspetti il caos e invece no, solo cani che dormicchiano nella frescura. Nemmeno un clandestino, ne mmeno una puttana. I borseggiatori, pure loro, sono altrove: trecento metri pi in l , al terminal dei bus. La cuccagna l , tra i gommati. Nelle stazioni, non c' giro, nessuno ci va volentieri. Per i siciliani, il treno solo un cosa che ti strappa alla terra, ti porta via per una vita. E' grazie a questa paura antica che le s tazioni Un panino restano con laoasi milza, di e ordine si parte e silenzio verso la nel Sicilia caos del primordiale, Grande Sud. i segreti terri bili dei suoi monti bruciati, senza linee maestre, il mare di pietra del Gattopa rdo, dove un colpo di vento ha reso "dementi" le onde. A Roccapalumba, Lercara F riddi, Casteltermini - i nomi doppi, sonori, della Sicilia antica - ci si ferma e si riparte nel pi assoluto silenzio, con la sensazione che fuori dalla rete vel oce il Paese diventi steppa, territorio Apache, si dilati all'inverosimile. Anch e il tempo cambia. Ostinarsi a cercare coincidenze da stupidi. Meglio farsi port are dal Sale a bordo caso.una vecchia rugosa come un capo indiano. Ci guarda con disgusto, to talmente indifferente al paesaggio, disapprova il nostro saltare ammirato da un finestrino all'altro. Non capisce che mai ci sia da vedere in questo fantastico deserto Ad Aragona giallo, sostacoperto per unada granita. un cielo Cerco blu la maiolica nuova Sicilia intriso dove di luce Berlusconi afghana.ha fatt o il pieno e invece eccoti la vecchia Sicilia di Sciascia e Camilleri. Dal tavol ino del bar sulla piazza, un amico del posto mi aiuta a leggere il paese. E' tut to come prima. Il maresciallo dei Cc che va dal punto A al punto B, il notabile che va da B a C, il geometra da C ad A. Tutti sanno cosa vanno a fare. "I segret i met A in Sicilia giornata li sanno il primo tutti taccuino - sorride gi- pieno. altrimenti Dio,che quant' segreti lunga sono?". l'Italia. Pi della Sibe (mancano ria. (5 L'Agrigento-Catania nella Le dal Viaggio agosto stazioni nostro prateria. in 5.507 2002) inviato treno fantasma chilometri) Oltre attraverso PAOLO spegne le RUMIZ colline, il'Italia, motori l'Etna, e lungo diventa dio-vulcano come un'ombra la Transiberiana, raccontato da Quinto L'Agrigento-Catania Paolo giorno: Rumiz e Aragona-Agrigento-Catania liberamente frena sotto interpretato le stelle, daiscivola disegniaccanto di Altan a una stazioncina bui a di nome "Agira", spegne i motori, diventa un'ombra nera nella prateria. C' luce rossa sulla linea, bisogna aspettare. A quest'ora, se fossimo davvero sulla Tra nsiberiana, un'inserviente tettona con i capelli raccolti a bulbo ci porterebbe una vodka. "740", il compagno sconosciuto, fa il conto dei chilometri percorsi: oltre duemila con i traghetti. Come dire che abbiamo passato Novosibirsk e ci av viamo gloriosamente Grilli, silenzio, delizia verso orientale. KrasnoyarskVerso e le la prime notte montagne mi appare dell'Asia. una mezzaluna turc a, una bici e una birra imperlata. E' il paradigma della Trieste-Istanbul che mi perseguita da un anno. Mi dico che non pu esserci viaggio pi perfetto. Ma un atti mo, perch nella stessa direzione, oltre la penombra delle colline, oltre la prima luminescenza dei paesi, immensa, fosforica nel cielo viola, compare un'altra fa ntastica Dalla direzione icona. opposta L'Etna, non il Dio-vulcano. arrivano treni, il rosso solo un guasto al sistema e lettrico. Per continuare basterebbe avvertire la centrale: ma prima il capotreno deve riempire un formulario. Burocrazia italiana, si sa. La stazione abbandonat a, bisogna aprirla con le chiavi di servizio. L'uomo in divisa le cerca in un gr osso mazzo, le infila nella toppa, aiutandosi con una pila nel buio. Penso al la voraccio di questa gente, dimenticata nella rete, schiacciata da montagne di car te. Penso ai Paesi dove il capotreno non lo chiamano controllore, ma "Zugfuehrer ". DueUn mondi. nome che In Germania un'onorificenza. e in Austria tutti i cartelli dicono "Banhof". In Sicilia no, le stazioni sono un miraggio, un'allucinazione. Quelle dell'Agrigentino, po i, un perfetto "cos se vi pare" pirandelliano. Nemmeno gli indigeni riescono a sc ovarle. Un amico cui d appuntamento a Canicatt mi chiama disperato col cellulare. "Bonsignore sono. Sto girando in tondo da mezz'ora". Manco le stazioni sue sa tr ovare. Che succede? Intanto, In il Sicilia nostro indicano treno tutto passato. farmacia, Carabinieri, orari delle messe - ma non la stazione. Nessun cartello. Omert segnaletica totale. Ma come? Il pres idente della Regione e persino sua moglie non vengono proprio da questo retroter ra agrigentino? Quando arrivi in citt , capisci. Ti aspetta una flotta luccicante di pullman ad aria condizionata. I cartelli sul parabrezza indicano mete da Inte

rcity. Uno dice: "Agrigento-Roma, dieci ore senza cambi", ma come se dicesse "se nza rotture di palle". Di chi sono i bus? Di concessionarie ben innaffiate da fi nanziamenti Che stazionepubblici ad Agrigento! e intortate Una sublime in Regione. illusione Ah. ottica. I binari stanno due pia ni sotto l'atrio. Come Lisbona-Centro, ma all'incontrario. L devi salire venti me tri di gradini; qui, quando cerchi le pensiline, trovi una tromba delle scale in discesa, ben mimetizzata oltre una porticina a vetri. Non diresti mai che da qu esto scantinato rusticano partono i percorsi ferroviari pi lunghi d'Italia. Agrig ento-Milano, L'attesa tra i e grilli anche oltre. si prolunga, la centrale non d via libera. Si esce a fumare , i viaggiatori chiacchierano sulla massicciata. Si sta bene: accenderemmo un fu oco, qui tra le rocce e la prateria. Il macchinista iscritto all'Orsa, il mitico sindacato autonomo. E' furioso, racconta della tragedia del 20 luglio con otto morti mesi Erano "Passare sulla sotto che Messina-Palermo; ilPeloritani i personale era viaggiante linea come maledetta, imbarcarsi segnalava ancora col guasti. libeccio. a binarioNon unico. c'era un metro di rotaia che fosse dritto". Incalza: "Falcidiano i ferrovieri, la manutenzione abolita. Finiremo come gli inglesi, con la rete a pezzi". Mastica amaro: "Ma ni ente paura: qui l'occupazione non cala. Il Centrodestra ha gi assunto 200 preti p er l'assistenza teologica ai malati". Un passeggero sbuca dal buio: "Vero . Qui p er avere autorit devi sradicare interessi, e invece non lo fa nessuno, nemmeno la Regione. Siamo zavorrati dall'apparato. E Tot si barcamena spartendo incarichi, come un sultano alla fine dell'impero ottomano". Chi Tot ? Ah gi , sempre lui, il pr esidente Poi, al solito, della Regione, la Sicilia Cuffaro. ti frega. Con la bellezza. Che viaggio il nostro, fin qui ai confini della notte! Sole basso di poppa, praterie andaluse. E nelle sta zioni, i resti anche di cinque serbatoi d'acqua, segno della sete africana che q ui divorava "Oggi - fa il lemacchinista locomotive.- non c' l'acqua neanche per i cristiani. Tutti pompano dove vogliono". Spiega: "Nel 2000 venne un commissario. Era un generale, si chi amava Jucci. Abol le autocisterne dei privati che trivellavano a sbafo. Ora la Re gione si autonominata commissario per l'acqua. E il primo provvedimento indovina qual stato? Ripristinare le autobotti". Anche qui tante stazioni vuote. Pensi: hanno lasciato quelle pi utili ai passeggeri. Macch . Siamo in Italia. Si sono salv Davvero ati solonulla i casellanti ci sar risparmiato. pi protetti E dal allora, sindacato. tra iAh. grilli, "740" prende una decisi one storica: autonominarsi "principe di demanio", a tutela dei beni pubblici abb andonati. E inizia, su un registro, il personale suo inventario: numero cinque p orte sventrate, numero uno scali merci dismessi, numero due sale d'aspetto chius e, numero sette stazioni in rovina. Scherza: "D'ora in avanti tutto ci che pubbli Siamo co mio. frullati, Far il abbiamo Don Chisciotte voglia didelle un letto salebuono. d'aspetto". E' pazzesco quanto il treno ri esca a sderenarti. Altro che bicicletta. I cambi di ritmo ti mandano il cervello in pappa. Intanto arrivato il via libera: il motore si risveglia e il bruco lum inoso riparte, con i due rubini rossi sulla coda. Si scava la strada verso l'alt ro (6 Il Sotto dal Viaggio ma trenino mare, agosto non nostro ilin per Catania vulcano 2002) che inviato treno turisti. fabarocca attraverso il PAOLO giro Anzi: e RUMIZ dell'Etna la l'Italia, sua un convoglio festa lungo carico mobile.(mancano per come divandali storia la Transiberiana, 5300 chilometri) raccontato da Sesto La Paolo motrice giorno: Rumiz che eCataniaRandazzo-Catania liberamente fa il giro dell'Etna interpretato non dai una disegni bomboniera di Altan. per turisti. Si chiama "I mba", ed sgangherata e ruspante come un vecchio bracco pulcioso carico di storia . Parte dalla citt alta tagliando il pendio vulcanico con perfezione euclidea, e poich quel pendio pieno di case, eccolo che sfiora terrazze, lambisce panni stesi , accarezza donne in vestaglia, urta pignatte che sfrigolano. E' una Spaccanapol i, Poicon tutto in pi cambia, gli alberi e la citt di fico. inclinata diventa la citt detritica. Accumuli di pietr e laviche, discariche, fichi d'india, case non finite, bouganvillee, sfasciacarr ozze, immondizie. Eppure, che meraviglia. In cabina di guida realizziamo che nes sun passeggero al finestrino sapr mai la magnificenza di questa penetrazione fron tale del paesaggio, in un mare oceano di alberi di pistacchio verde smeraldo, av vinghiati Il treno, ha alla detto lava. qualcuno, una visione laterale della vita; non fai a tempo a vederla ed gi passata. Ma c' un'altra fregatura, spiega "740", l'amico in incognit o: "se sbagli lato sei fregato". Noi due abusivi invece, a fianco del macchinist a, non possiamo sbagliare. Becchiamo fotogrammi irripetibili. Specie quando il t reno punta verso la cima, buca una massa di lava e ci mostra, tra due muraglie n ere, le nevi Incrociamo ildell'Etna trenino che in scende. fondo alVa binario. cos piano che i due macchinisti hanno tempo di scambiarsi informazioni dal finestrino. Poi "Imba" scollina (quota 950), scen de tra praterie verso Maletto, il paese delle fragole. La notte ha nevicato in q uota, la mattina fresca. E sul verde pieno dei querceti, sembra di essere nell'I ndia A Randazzo del Nord, il capotreno l dove la scende giungla e ci monsonica indica una tocca locanda l'Himalaia. buona. Mangiamo favolosi tagliolini al pistacchio, poi ripartiamo a piedi, lungo linea, borsa a tracolla come i vuccumpr . Abbiamo appuntamento col trenino al casello 76, cinque chilometr

i oltre. E' duro sincronizzare il passo sulle traversine. Il trucco farne due co rti e uno lungo, come faceva il guardiamassi, quello che passava col martelletto Fa sui caldo, binari. la massicciata Un mestiere lavica che nonscricchiola c' pi . sotto gli scarponi. Passiamo sotto u n piccolo ponte a schiena d'asino, dove ci travolge un istinto irresistibile. Ar rampicarsi fin lass tra i rovi, montare sul parapetto e fare la pip sulla ferrovia , in bilico nel pi bel paesaggio del mondo. Atto liberatorio? Rituale iniziatico? Da No, lass quella scopriamo roba che per la intellettuali. nostra unaNoi ferrovia segnamo errante. solo ilUna territorio. colata haCome coperto i cani. le ro taie, e per farla continuare hanno dovuto spostare il tracciato a valle. Ci torn a in mente un vecchio blues, "Nine Hundred Miles". Dice: "lavoro sulla ferrovia, ho le lacrime agli occhi, sono a novecento miglia da casa". Noi siamo al doppio di nocevento miglia e per terra vediamo esattamente ci che vede un immigrato che va a piedi sulle nostre strade. Pezzi di taparelle, una vipera fatta secca, una bottiglia di coca, un barattolo, le ossa calcinate e sparse di un agnello, pezz i di giornale, Ercco, abbiamo preso un pacchetto il ritmo. di Uno-due-uno, sigarette. uno-due-uno. Fischio il "Ponte sul f iume Kway", in fondo anche quella una storia di treni. "740" spiega che la ferro via ha un suo "siund". Anzi, ogni linea ha il suo: te ne accorgi anche andando a piedi. C' il "rapido assai", c' il "diretto solenne". Questa qui ha la rotaia min ima, ferro 25, a traversine distanziate. Roba che canta. Un "accelerato con brio ". Il casello 76, solitario tra le ginestre. Si dormicchia sotto un fico. Unici rum ori: rosmarino nel vento, due mosconi. Che lusso questa attesa tra le cicale. "7 40", principe di demanio, accende la pipa, tiene un dito sul binario per sentire Quando il treno alle che 17arriva. il fischio buca il silenzio infuocato, non sappiamo ancora che qu ello che arriva il treno dei vandali. Il macchinista ci conosce, sorride e ci fa salire direttamente in cabina. Poi comprendiamo perch . Dallo scompartimento arri vano urla, colpi, risate e tonfi. Sono i giovani di Randazzo e Maletto che demol iscono "Li sente?" la vettura fa il controllore. scendendo a Giarre. "In questi sei mesi hanno distrutto il parco macc hine. Hanno divelto cappelliere, termostati, perfino termosifoni. E questo nient e. Dovrebbe vederli quando tornano al mattino dalla discoteca, spinellati fino a lle orecchie. Il controllore rischia una coltellata. Questi meritano solo il car Nuoto ro bestiame, verso lo perch scompartimento bestiame sono". in una massa di corpi. Trovo un vecchietto di Giar re un po' sordo. Mi racconta in catanese stretto della sua fuga da Cefalonia nel '43, mentre i tedeschi fucilavano gli italiani. Non sente nulla, non vede nulla del pandemonio che lo circonda. Surreale, capiamo una parola su quattro, le url a ci sommergono. "740" raggiunge una coppia di turisti inglesi. Lui rosso in viso, come la sua ma glietta dei Red Devils. E' di Liverpool, dove nata la ferrovia mondiale; forse u n segno del cielo. Vede un film gi visto: lo sfascio delle ferrovie dopo la cura Thatcher, le demolizioni degli hoolighans, il tentativo di Blair di portare ordi ne. Dice: "Hanno distrutto una cultura ferroviaria, oltre che un servizio. Ora t ardi per Ancora colpi, rimediare". urla, cicche accese per terra. I figli del nostro fallimento prose guono imperterriti la demolizione. Il macchinista: "Abbiamo chiesto rinforzi e c i hanno detto no. Poi hanno commissariato la societ . Ma non per rilanciarla. Solo per dirottare tutti i soldi pubblici sulla metropolitana di Catania. Tutta la p olpa l . La vada a vedere. Gi , sotto terra, treni di fantascienza vuoti. Qui, in qu esta meraviglia Anche qui ferrovieri mondiale, in trincea, l'abbandono". eroi in prima linea come il protagonista del fi lm di Ken Loach, che resiste a turni sempre pi massacranti e poi viene licenziato . Il treno accelera, il suo un "Crescendo con rabbia". Scende verso il mare sbat acchiando l'orda urlante, indifferente al Dio Vulcano che la sovrasta. Corre tra (mancano (7 da Ignora Il dal Viaggio alberi agosto bigliettaio anni treno nostro persino nessuno in cos 5152 delle 2002) inviato treno carichi chilometri) delle il donne gli attraverso prezzo PAOLO chiede di Ferrovie frutta della RUMIZ di l'Italia, Calabre fare che corsa i tutta rami cerca lungo la grattano di dissuaderci: linea come lale Transiberiana, fiancate. raccontato da Settimo Stazione Paolo Rumiz giorno: di Catania, e liberamente Catania-Soveria attesainterpretato con gli Mannelli zaini, daisi disegni va in Continente. di Altan. Che posto splend ido: puoi tuffarti direttamente in mare. E che posto vuoto, anche: biglietterie senza code, pensiline senza addii, treni senza passeggeri. Solo turisti stranier i: guardi Se come noi solo in le fondo, stazioni, alieninon delti nordest. accorgi che la Sicilia si svuota. Oggi i nost ri emigranti partono in corriera. Percorsi come Mirabella Imbaccari-Amburgo, Pet ralia Sottana-Milano, Prizzi-Francoforte. Vanno via nascosti, blindati, air cond itioned, come polacchi e marocchini. Si sparano verso l'Europa ricca che vota a destra e non li vuole. Un ufficio offre "riduzioni ferroviarie per giovani ed em igranti", 9.47, partiamo ma l'impiegato tra i limoni, dormicchia sulla costa inoperoso. pi bella del mondo, in un mare greco, ve ntoso, abbacinante nel controluce del mattino. Per "740", il compagno in incogni to, i segnali si moltiplicano. Il treno porta il suo stesso numero. E ad Acitrez za, il paese di Verga, una nera locomotiva 740 tirata a lucido sbuca tra le boug

Messina, corsa anvillee della ai stazione. traghetti, deglutendo l'ultimo arancino al rag , e sulla battigi a il passeggero diventa subito un osso da spolpare. Otto euro per cinquecento me tri in taxi, tre euro per il traghetto per Reggio Calabria, il biglietto del tre no che non vale pi come riduzione. Messina un popolo caciarone di cassieri, bigli ettai e trafficanti aggressivi. Sembra che dicano: bello mio, di qua devi passar e,Reggio A se no incrociamo vai a nuoto. unFigurarsi camion gigantesco, se glielo porta lasciano un vagone fare ildella pontemetropolitana a Berlusconi.mi liardaria di Catania. L'Europa mette i Tir sui treni? Niente paura, l'Italia met te i treni sui Tir. Un tassista chiede 12 euro per due chilometri fino alla staz ione, guarda con sufficienza noi due miserabili "ferroviari" con sacco affardell ato. "740" protesta, fa il diavolo a quattro, ottiene un'altra auto con tassamet ro funzionante. Ed finalmente la stazione: solida, rassicurante, risorgimentale, col suo Garibaldi davanti, e la tariffa chilometrica uguale per tutti, ultimo s egno 11.40, divia unit pernazionale. le terre estreme, in uno scompartimento vuoto e rovente, senza l' acqua nelle toilette. Lo Jonio, le spiagge dei curdi guardate dalle agavi nel ve nto, l'Aspromonte della 'Ndrangheta. Nessuna autostrada ti dir mai la bellezza di questo mare cobalto visto dal treno, feroce e senza ripari. Capo Spartivento, p oi si piega a Nord, dove non batte lo zefiro, verso la Locride dei santuari e de i mammasantissima. Ci assopiamo, it's a long way, quanto lunga la Calabria, a fa rla davvero. Locri, stazione Un di giorno Locri. intero Su un non condominio basta. Figurarsi orrendo studenti l'Italia.mangiano arance e bu ttano sghignazzando le scorze sulla ferrovia. Constatiamo di viaggiare in una pu bblica discarica che nessuno spazza, se non il treno medesimo. Il quale si rivel a una grande macchina di verit : entrando nei luoghi sempre dal retrobottega, li s vela impietosamente. Quelli con le scorze continuano, Per capire l'Italia, vorrei una basta cerbottana davveroper un fare finestrino. giustizia da qui , come Gianburrasca col calamaio a pompa. Poi mi accorgo che, nello sfascio gene rale della "res publica", almeno qualcosa di intoccabile su piazza esiste. La fe mmina. Ne vedo una che passa, bella e indolente, sulla pensilina, accanto a una grande scritta sul muro: "le donne roba d'altri provocano disgrazie o altro". Co sa Riace, sia "altro" il paese dove facile i bronzi immaginare. greci uscirono dal mare, un buco deserto sotto un sole messicano. I segni della passata grandezza della Polis rendono pi bruciante il nulla del presente. In nessun luogo del Mediterraneo la cosa pubblica fu pi in conto di qui, nelle terre di Pitagora e Parmenide. Linguette d'oro trovate nei sepolcri della Magna Grecia davano le istruzioni per l'Aldil agli uomini che avev ano speso altro Badolato, la vita fotogramma. per il bene Quattro comune. vecchi prendono il fresco nel giardinetto de lla stazione, ovviamente chiusa. Il traffico altrove, sta tutto sul Tirreno. L'I talia ignora gli altri mari. Colloquio dal finestrino: come va? "Come vuole che vada, qui Calabria, disperazione papale". Che fate? "Stiamo al fresco, c' la brez za del mare". E si riparte come in un blues sincopato, una corsa e una sosta, un a battuta Ore 16.12,ebiglietteria una pausa, uno di Catanzaro sferragliare Lido. e un "Per silenzio favoredi uncicale. Catanzaro-Cosenza, via Soveria". L'impiegato ci guarda, misura il peso dei nostri zaini. Erano anni ch e nessuno gli chiedeva di fare tutta la linea. Cerca di dissuaderci, ignora pers ino E siil riparte, costo del conbiglietto. la motriceSono delle quattro Ferrovie oreCalabre. di sconquassi. Il treno Non entra deflettiamo. in cremaglie ra, morde indomito, controvento, un dieci per cento duro, costante come un Pordo i. Si riempie di gente, gira nei valloni, si riaffaccia sul mare in quota, divor a ponti e gallerie, una straordinaria metropolitana di montagna. Quando nevica, l'unica cosa che funziona quass . Il regolamento ancora del 1916; il capotreno ha una valigetta con una tromba d'ottone, tipo corno da nebbia. "E' il segnale nume Sui ro 22. monti, Il treno cielopu di temporale. partire solo Davanti dopo".al santuario della Madonna di Porto il ma cchinista si segna tre volte, alla bizantina. E per un attimo, questo treno in c orsa sulla dorsale della Calabria sotto nubi nere ci pare il Pequod a caccia del la balena bianca, il Paese eterno che riemerge sempre uguale. Punto una bella in segnante di francese con camicetta rossa. Mi parla con dolcezza speciale, ma per il treno. "E' una delle poche cose puntuali, precise e comode di questa regione . un A Ci tratto ho viaggiato realizziamo in tutte chele oltre stagioni, a noi due, sempre altra capotreno luoghi e splendidi". al conducente, la mo trice abitata da sole donne. Il treno ha profumo di donna. E noi ci lasciamo fru llare fino all'ora dei grilli dal chiacchierio quieto del treno delle femmine, i n (8 La e corsa L'ultima dal Viaggio vola agosto ferrovia nostro come verso in Roncisvalle 2002) inviato treno pi unle aliante pazza montagne.(mancano attraverso PAOLO d'Italia sulla RUMIZ l'Italia, Valle scende del 4.824 dalla lungo Crati chilometri) Sila come Grande la Transiberiana, raccontato da Ottavo Camigliatello, Paolo giorno: Rumiz e quota liberamente Soveria 1300, Mannelli-Camigliatello-Cosenzainterpretato boschi svizzeri daicon disegni vistadi sui Altan Salerno laghi. La ferrovia pi pa zza d'Italia scende dalla Sila Grande come una bava di lumaca, a volute larghe, traslucida nella bruma. Aspettando in uno chalet, "740" parlotta al telefonino c on l'attore Daniele Luttazzi, divora una merenda di uova e salame. Ha bioritmi d

a ferroviere, non da frequentatore di teatri. Io affogo lo spleen in un cappucci no supplementare. Ho voglia matta di una bici, vorrei scappare su questo fantast ico spartiacque Stendiamo le carte trasul dueprato, mari. dobbiamo scegliere tra Adriatico e Tirreno. Si fa pari e dispari e vince il secondo, domani si va a Napoli. Intanto "740" curiosa nel mio sacco. Trova un coltellino Opinel, due evidenziatori e cinque penne di d iversi colori, nove carte geografiche d'Italia piene di sottolineature, un blocc o di indirizzi, la mappa ferroviaria europea della Thomas Cook, un mozzicone di matita, gli orari della Transiberiana, sei blocchi di appunti, la foto della gat tina "Luna" defunta otto mesi fa. In fondo, "Treni di carta" di Remo Ceserani, i l Lapi motrice bel libro delleitaliano Ferroviesui Calabre trenichiama, nella letteratura. il suo fischio pare l'ultimo grido di un animale. A bordo c' una coppia di tedeschi sui settanta; lei ha un cappello da Afrika Korps e gli occhiali scuri alla Erwin Rommel. Ho l'impressione di averla gi vista. Sfioriamo pini giganteschi, "pini del Duce" li chiamano. Su uno c' scri tto: "Di tutti sono il pi bello / Mussolini ha scelto quello". Anche la ferrovia roba sua: "L'ha fatta il Fascio", ricorda il macchinista, per dire che in Calabr ia persino il regime fu meglio di certi mascalzoni d'oggi, smantellatori di tren i ependenza La divoratori aumenta, della oltrepassa cosa pubblica. il cinquanta per mille, il doppio dei treni norm ali. Ci aggrappiamo ai sedili, siamo su un aliante che vola sulla valle del Crat i come Faust in fuga col mantello di Mefistofele. Una curva pazzesca, poi il tuf fo in una galleria grondante d'acqua. Dentro c' una fonte cos potente che la senti ruggire nel buio. "Ogni ferroviere ha la sua sorgente segreta" spiega il macchi nista. La Sila cosparsa di acque sacre, come il Rila, in Bulgaria. Rila e Sila: D'autunno, ci sar pure quando qualcosa piove inecomune. le foglie Forse cadono l'anima sulle bizantina. rotaie, formano una poltiglia t ale che frenare impossibile. Se lo fai, il treno accelera, "A qualcuno dei nostr i son venuti i capelli bianchi per la paura" racconta il macchinista. Per questo , a ogni stazione, c' una via di fuga: un binario morto che parte per la tangente in contropendenza, in caso di rottura freni. Con le due rotaie cosparse di sabb ia motrice La e lo scambio scavasempre ancora, ingrufola posizione come diun sicurezza. maiale da tartufi, entra in un altro tu nnel con all'ingresso due fasci littori. E' cos freddo che d'inverno produce impr essionanti formazioni di ghiaccio. Altro che Siberia: ogni mattina bisogna manda r su un carrello speciale a spaccar stalattiti. "Un giorno - racconta il capotre no - la motrice riusc a fare tutto da sola". Picchi a testate lente, ripetute, ine A sorabili. Redipiano, Poipi la a colonna valle,croll il capostazione sulle rotaie ci e smista schizz confuori gesticome precisi, un bob appena a quattro. acce nnati, quasi confidenziali. Emana un'autorit speciale, senza fronzoli e senza pro tagonismo. Pare una foto primo Novecento dei Fratelli Alinari: abbronzato, facci a larga, rughe scolpite, capelli corti grigi, passo da suonatore di cornamusa. O da re, forse. E' lui il padrone del nostro tempo, lui che decide se si resta o si va. La sua corona il filetto d'oro sul cappello rosso, lo scettro la paletta. La "740" Silasente un di posto avere di trovato cavalieri unerranti. personaggio. A Soveria Il Monarca c' undi capotreno Redipiano. che ha salvato i viaggiatori intrappolati in un tunnel dopo che un crollo aveva schiacciato mezz a littorina. "Chiam i soccorsi strappando dal finestrino i fili del telefono e co llegandoli all'apparecchio di bordo - racconta il macchinista - poi tir fuori i p asseggeri uno a uno". Non ha avuto alcuna promozione. Oggi si diverte a raccogli erebestia La porcini; nera e accelera, dicono chepare li veda una macchina dal trenovendicatrice, anche a settanta dalla all'ora. cabina di guida i l suo pare il volo fantastico descritto da Bulgakov ne "Il maestro e Margherita" . Passiamo San Pietro, un paese a forma di mandolino; l'isola di Stromboli, lont anissima in uno squarcio tra i boschi; tre cinghialetti in fuga; il ponte romano delle Fratte in fondovalle, intatto e dimenticato, a presidiare la via Popilia da 2200 anni. E, all'ingresso di Cosenza, la tomba dei Fratelli Bandiera, diment icata Si sbarca purealei, Cosenza ai piedi Centro, di il un treno viadotto. non prosegue Preludio per del l'aggancio disastro che alla verr rete . di St ato. "Zingari sulla massicciata" ci dicono. Ma non vero, se ne sono andati da me si. "Devono decidere se fare una metropolitana veloce" ci spiegano altri. "Ci so no guasti da riparare", un'altra voce. Noi proseguiamo a piedi; ormai un fatto p ersonale tra noi e la linea. Un ferroviere viene con noi e racconta: con 38 macc hinisti e 43 capitreni, le Calabresi hanno 600 impiegati e 400 autisti d'autobus . L'asfalto Al terminal Fs e le capisci scartoffie tutto. contro Una cattedrale la rotaia.nel Unadeserto. partita Nuovissima senza storia. e gi a pezzi . Sottopassi enormi e vuoti, personale ispido che sonnecchia. Il servizio bagagl i soppresso "per assenza di spazio", ma un salone intero occupato da un presepe senza statuine. Paura dei ladri, dicono, ma poco in l le storiche locomotive dell e Calabresi arrugginiscono alla merc di chiunque. Qui vince l'asfalto. Anche la v

ecchia linea di montagna per il Tirreno, soppiantata da un tunnel, l'hanno conve rtita in viale, buttando a mare l'occasione storica di avere un servizio metropo litano Povero con treno l'Hinterland della Sila.ePrima con l'Universit di morire in . un binario cieco tra gli Infedeli e i ruderi di un saccheggio saraceno, ha suonato ancora il suo Olifante, valicato l'ultima Roncisvalle, sfiorato fonti miracolose, ponti millenari, tombe di eroi. E ci ha portato al cospetto dell'ultimo, solitario monarca. "Nel fiume Busento sta nascosta la tomba con l'oro di Alarico - mastica amaro un macchinista - ma s dal Viaggio Fuggiamo (mancano (9 Il e Nella si la agosto locomotore nostro riaffaccia scoprissero citt in nel 4395 2002) inviato treno termitaio tramonto chilometri) buca sulla attraverso metterebbero PAOLO la spiaggia. verso penisola RUMIZ l'Italia, iluno Tirreno sorrentina E'svincolo la lungo Napoli-Portici color anche come rame. la l ". Transiberiana, raccontato da Nono Salerno, Paolo giorno: Rumiz sei del e liberamente Salerno-Napoli mattino. "740" interpretato e Circumvesuviana sparito, dainon disegni ha nemmeno di Altan fatto colazione. Fa spes so cos , va in fuga senza avvertire, un lupo solitario. Tanto, sa che poi lo trovo . E difatti eccolo sul lungomare, assorto sui binari. "Pais , che fai?". Mi fa seg no di tacere, tiene un oggetto appoggiato sulla rotaia. Mi avvicino in punta dei Riavvolge piedi. E'il unnastro, microfono, mi fa con ascoltare. un registratore. E' l'ouverture della tarantella ferroviari a napoletana. Un merci, che sbuca lentissimo dal porto nel silenzio del mattino, carico di container. Emette un suono siderale, un coro soprannaturale di cigoli i. Par di vederlo che sfiora la statua di Enrico de Marinis, simbolo della borgh esia illuminata campana che fu, alta su un giardinetto a prato inglese, e proseg ue a passo d'uomo, sul pi bel lungomare della Campania, solenne tra i palmizi e i "740" caff , peggio carico di un sovrana agente lentezza. della Dia. Piazzerebbe microfoni ovunque. La sua teori a: uno che cerca suoni dovrebbe averne tanti. Esattamente come un fotografo, che gira con pi obiettivi. Spiega: "L'orecchio non basta, bisogna riascoltare il suo no a storia finita. Per una ricerca seria servirebbe un microfono direzionale, u no va, Si panoramico, Napoli ci uno mette a campo fretta, lungo non e sappiamo uno a campo se stiamo corto. inseguendo E poi fare o ilsiamo confronto". insegui ti. Il locomotore buca la penisola sorrentina, si riaffaccia sulla spiaggia "nir a nira". Il paesaggio una favola, il vantaggio sull'autostrada incomparabile. Si amo sulla pi antica linea d'Italia: la Napoli-Portici, che vola su sei milioni di abitanti, entra in un termitaio infinito, scopre il segreto della citt verticale . Da una parte, sul lato mare, torri, montagne, pinnacoli di container sovrappos ti; dall'altra, Poi Napoli Centrale, torri, con montagne, le porte pinnacoli scorrevoli di uffici del treno della che City si aprono partenopea. e si chiudo no, si aprono e si chiudono con un comico effetto-moviola, e la Celere che ci ac coglie in tenuta antisommossa e i cani. Strano, la stazione semivuota. Dove sono i napoletani? Per capire, devi entrare nel termitaio. Sotto c' Napoli Collegamen to, capolinea della ferrovia regionale circumvesuviana. E sotto ancora, Napoli P orta Garibaldi con il metr . E' qui che comincia il pi straordinario labirinto d'It alia, 1250 chilometri di linee. La pi alta densit nazionale. Un piatto di linguine , un baobab Sulla piattaforma che cresce e le scale dappertutto. mobili ci aspetta al varco un popolo di faccendieri , improbabili facchini, puttanelle, accattoni, bambini acchiappaturisti. Stangon e americane con lo zaino passano decise, sanno gi la strada. Sono agguerritissime . Nel loro Baedeker c' scritto tutto sul malpasso sotterraneo. Per esempio di non "Un farsi biglietto arpionare. per Poggiomarino L'Italia comevia il Torre Marocco. Annunziata, prego". Quello oltre il vet ro: "Se vuole, c' il biglietto unico". Cominciano le sorprese della Campania, la regione a pi alta densit ferroviaria d'Italia. "Unico" la carta passe-partout regi onale. L'hanno messa da poco, ed una goduria comprarla. E' il primo segno d'Euro pa dopo duemila chilometri clandestini. Finalmente, il computer non rifiuta la n ostra Tra Scisciano richiesta. e Nola il trenino corre su un viadotto di dieci chilometri. Non de ve superare valli, ma il mare. Un mare di case, orti, condomini, antenne televis ive, alberi di noccioli, fabbriche, masserie, torrenti, cantieri, campi di pomod ori. Ma la linea, che vola su questo trionfo della deregulation, incrocia un alt ro ponte, ancora pi alto. E' lo svincolo dell'autostrada Napoli-Avellino e della Caserta-Salerno. Ma non finita ancora, perch la ferrovia si prende la rivincita c on un viadotto ancora pi pazzesco, l'alta velocit in costruzione. Ha la testa in c ielo e le fondamenta nel formicaio, tra le moltitudini schiacciate dal Dio Trasp Scatti, accelerazioni, adrenalina. Spio dal vetro in cabina il macchinista che g orto. uida gagliardo. Ogni tanto gli suona l'allarme per eccesso di velocit . Cos gli toc ca frenare e l'andatura si spezza continuamente. Il vagone pieno, qui non ci son o rami secchi. Annoto: genitori giovani con tre figli, uno in braccio, due attac cati alle gambe. Donne carnose, esagerate. Uomini con giacca e cravatta allentat a. Fanciulle con orecchino e ombelico in mostra. "Badanti" polacche robuste come corazzate. Ragazzi coi capelli dritti alla brillantina. Marocchini che confabul ano. Due zoccolette ventenni che sembrano divertirsi. Un ciclista che sbarca. Ta

Figurarsi nta gente se conc' borse l'aria di plastica. condizionata, si viaggia a finestrini spalancati. Dentro, vortici spaventosi. Una donna osa: "Sign , chiudete o' finestrino". L'uomo, chiude ndo divertito: "'A prossima vota metteteve 'a sciarpa". Voce dal fondo: "Anche i l casco da Pompei Ottaviano, moto". Scavi, Castellammare. Questa non la ferrovia dell'Etna, solita ria tra le ginestre. Il Vesuvio un vulcano metropolitano. Tra il cratere e le ro taie c' distanza minima. La gente lo vive con intimit , confidenza. E il treno pass a tra gallerie e giardini di limoni, stratificazioni di terrazze, case e balconi "'n coppa o mare". L'intasamento pazzesco. Una giungla irriformabile. Ma ogni c antoniera, La Circumvesuviana ogni stazione, una creatura ogni passaggio viva, piena. a livello Anche di guardato ladri.eLadri abitato. viaggianti. C olpiscono prima delle stazioni. Tutti lo sanno, e tutto il treno, quando rallent a, lampeggia di occhiate guardinghe. Cos hanno istituito anche i vigilantes viagg ianti. Ne passa uno, con stivaloni da motociclista e il telefonino con la suoner ia da "Guerre Napoli attaccata Stellari". alla sua Fantastico. ferrovia. Figurarsi alla sua nuovissima metropolitana. I nonni ci portano i bambini in visita. Vi entrano in punta di piedi, come in c hiesa. Si dice che quando si colleg il Vomero al suburbio di Secondigliano, il pr imo grid all'invasione dei barbari, e invece non accadde nulla. Niente graffiti o devastazioni. La linea rimase pulita e silenziosa come una clinica svizzera. Lo Usciamo stomacosulla di Napoli superficie, diger abbiamo tutto. viaggiato per otto dentro il piatto di linguin e. Non contiamo pi i chilometri, ora siamo davvero due matti in fuga per conto di (mancano (10 LE Il nell'osso Le dal Viaggio Dio. bruco terre agosto RUBRICHE nostro Abbiamo in 4217 di dello 2002) inviato treno ferro mezzo l'odore chilometri) Stivale. attraverso cerca PAOLO del il Etreno, RUMIZ punto la l'Italia, notte Napoli di minor ha lungo odore ciresistenza possiede. come alpino... la Transiberiana, raccontato da Decimo Nubi, Paolonotte Rumizche giorno: e NapoliAvezzanoSulmona liberamente viene, villaggi interpretato sparsi, un daigrande disegni silenzio. di AltanIl bruco luminoso si inclina come un aereo, cerca il punto di minor resistenza nell'osso dello Stiva le, tra il Sirente e la Montagna Grande. Poi perfora la parte pi segreta delle Te rre di Mezzo, entra in galleria verso Sulmona. L'autostrada ci corre accanto, sa lta gli avvallamenti, ma noi siamo meglio, il nostro treno segue l'orografia del Il l'Italia giornoprofonda in cui "740" con la perde fedelt il suo di splendido un ormografo. anonimato comincia tra le brume de l Volturno, nella Campania che non va mai in ferie, col nostro passaporto per l' Altrove che schizza sferragliando tra lucciole esauste, "badanti", bufale e racc oglitrici di pummarola. Un universo femminile extracomunitario e irreale, a pres idio di un territorio impazzito. "Ho trovato quattro ragazzi di dieci anni diste si suiMarcianise Verso binari" racconta e Maddaloni il macchinista. un immenso terminal "Volevanomovimenta morire insieme". milioni di tonnellate di non sai che cosa, come la premiata ditta Sbav nel "Marcovaldo" di Calvino. Q ualcosa a dire il vero si vede: immondizia. Montagne di "munnezza" compattata, i n partenza per la Germania. E poi acqua minerale. Treni interi con acqua del Nor d che va a Sud, e acqua del Sud che va a Nord. Fiumi che si incrociano, linee in tasate per un Roccasecca, latrasloco coincidenza inutile per Avezzano e miliardario. una corriere sostitutiva. C' una frana, l a linea in rifacimento. Il pullman piega in una valle verdissima, verso il Paese del silenzio, le Terre di Mezzo di cui non si parla mai. "Qui non succede mai u n accidente, neanche un bel delitto", mi racconta un passeggero. E spiega una st rana teoria: se non c' malavita, non c' neanche vita. Dunque meglio andarsene dai luoghi A Sora,tranquilli. nella gola fra gli Ernici e la Serralunga, ci aspetta vagone popolato di bellezze appenniniche, pi una mulatta che ride continuamente e una magnifica rus sa fuori concorso. Un treno italiano, arioso e chiacchierone. Fuori, scarpate di mille, millecinquecento metri di boscaglia. La motrice si apre la strada in una giungla, e "740", che fiuta l'aria dal finestrino, si becca un ramo sul muso. V ietato sporgersi, le robinie entrano nello scompartimento. Per risparmiare, le F errovie hanno abolito la manutenzione. Cos il treno stesso diventa un machete, un a trivella nel Tramonta, la Piana Paese del profondo. Fucino, siamo dentro l'Appennino. Ad Avezzano nuova coinc idenza, c' il Roma-Pescara che arriva pieno di rumorosi coscritti, dopo aver circ umnavigato i Simbruini lungo la Tiburtina-Valeria. Scende da Tagliacozzo, dove f u ammazzato Corradino di Svevia. Ecco un altro luogo dove finita l'illusione di cambiare l'Italia. Da Capaci in poi, questo treno ha visto troppi luoghi di scon fitte. Falcone, Borsellino, i fratelli Bandiera. Garibaldi, fermato a Teano. E p oi Murat, Toh chi siPisacane. rivede. Salgono Inchiodati a bordo sulla i due battigia. pensionati tedeschi incontrati sulla Si la. Lei ha ancora il cappello da Afrika Korps. Ma sono cambiati: come se il paes aggio li avesse riempiti di luce. Fanno l'Italia da mare a mare, in treno e a pi edi. I crucchi conoscono questi posti meglio di noi, in primavera fanno degli st age sull'Appennino per studiare questo straordinario orto botanico selvaggio. Lu i mostra la Tiburtina che s'impenna verso Forca Caruso, solitaria e pietrosa nel Secondo crepuscolo. i calcoli, "Wunderbar sulladice Transiberiana una delle saremmo pi belle gi strade a Irkutsk. d'Italia". Ma per la nostra Vla

divostok mancano pi di 4000 chilometri, una vita. Ora il paesaggio spoglio, pasto rale, quasi scozzese. Poi si buca l'Appennino, e oltre la galleria ecco le luci dei villaggi-presepe. Ora la notte ha odore alpino: umidit , ginepro, abeti, erba secca, ferrovia. Al casello di Goriano c' anche profumo di minestrone. Ad Anversa colgo il fotogramma di una capostazione china sul banco luminoso. Com' allegra, dopo tanto abbandono, la stazione illuminata. Scalda il cuore, ti dice che anche Nella lass notte qualcuno appenninica ti ama. mi accorgo che la cosa su cui viaggio sta cambiando natu ra. Chiedo: "740, com' il treno"? "Una trivella luminosa". "E che fa"? "Buca il p aesaggio". "E come lo buca"? "Ostinato e laborioso". E gi la costellazione di Sul mona ci chiama dal fondo del suo catino tra i monti. Luccica come Sarajevo dal m ontearrivare Per Igman. l in fondo, il treno deve compiere giri spettacolari. Pi che un arriv o, il suo un atterraggio. A un tratto, la ferrovia che scende incrocia l'autostr ada che sale e le due pendenze, sommandosi, si esaltano. Ma il confronto senza s toria. Calcestruzzo contro mattoni, viadotti contro ponti, piloni contro arcate romane. La ferrovia segna l'ultima alleanza tra funzionalit ed estetica. L'autost rada, invece, Sulmona, stazione decreta di Sulmona. la sconfitta L'odore della della bellezza. notte umida ci dice che siamo scesi tantissimo, si sentono le rane. Sbarcano i due tedeschi, gli indigeni si dilegua no nel buio, sbucano dei pastori albanesi, in esilio sul Monte Morrone. Scendiam o anche noi, alieni del Nordest. "Qui non si vedono veneti", ride "740", e spieg a che a Sulmona non vengono, "per uno stupido pregiudizio linguistico". Ma propr io l , mentre si gode la pipa aspettando un taxi che non c' , il compagno di viaggio "Scusi, perde la lei sua non dorata Marco latitanza. Paolini?" Il riconoscimento arriva alle 21.30 davanti alla stazione deserta, fulmina il lupo solitario di "Ustica", "Vajont" e "Bestiario Veneto" in una notte che pi vuota non si pu . Dalla Calabria in su, Marco ha una su a personale linea gotica, oltre la quale la gente lo riconosce. Poteva capitargl i a Ladispoli come a Castrovillari. Ma cos non se l'aspettava. A beccarlo, staser a, non una studentessa o un farmacista. Non nemmeno un italiano. E' un albanese, che lo ha visto in Tv e gli chiede un autografo. Si chiama Alija e fa l'attore. Lavora a Torino e va a trovare il fratello pastore sulla Majella. Succede, tra clandestini. (11 Valli binari Blues dal Viaggio agosto nostro profonde, del deformati intreno 2002) inviato treno E la serpenti lento dalla attraverso Luna PAOLO sbuca vampa, e fagiani RUMIZ l'Italia, dai i paesi monti.(mancano sulla arroccati lungo massicciata, come la 3994 Transiberiana, chilometri) raccontato da Undicesimo SulmonaCastel Ho Paolo sognato Rumiz giorno: Berlusconi, edi liberamente SangroSan faceva interpretato Vito ilMarina Presidente dai Ferroviere. disegni di Altan Giocava con i trenini de ntro il Palazzo, ma era incazzatissimo, li rompeva tutti a martellate. Ci riflet to su, davanti a un caffellatte alla stazione di Sulmona. Non posso dargli torto . Primo, i treni viaggiano a sinistra. Secondo, se li privatizzi, deragliano; ve di il disastro inglese. E poi, dannati loro, hanno bisogno di manutenzione. Si s porcano di sudore e di olio di macchina, si degradano. Viaggiano incollati alla terra: non hanno un "gate" che li spara nell'aria pulita, in un bello spazio ext raterritoriale Intanto, davanti come allo lestesso Bahamas. caffellatte, Lontano dal Marco fisco Paolini canchero vive e una dalle piccola toghe crisi rosse.i dentitaria. Dopo il riconoscimento, non riesce ad abituarsi al suo vero nome. Si accorge che quel "740" gli stava addosso come un vestito su misura. Devo giurar gli di continuare a chiamarlo cos , promettergli che il gioco continua, che il tre no resta una baleniera in cerca di Moby Dick. Gli dico che questo nostro viaggio transiberiano tra rami secchi e linee minori un'operazione rivoluzionaria. A ca ccialocale "Il di un'Italia per Campo minore di Giove, che scompare. Roccaraso, Castel di Sangro, Isernia in partenza al binario tre". E' il nostro treno, e la voce dell'annuncio ha un'eco particola rissima nella conca di Sulmona. Rivela la straordinaria dimensione acustica dell e ferrovie. Gli annunci dei treni hanno un sapore speciale. Ricordo "Stanford is the next!", secco come una fucilata, fra Boston e New York. Il temporalesco "Ha mburg Altona", alla stazione della Zoo di Berlino. O l'arrapante "Krpotkinskaja" Il , nel bello grande degli metr Appennini moscovita. che non senti altro rumore che il treno. Il nostro che va a Castel di Sangro la linea pi alta d'Italia dopo il Brennero, 1260 metri - at traverso un silenzio cos totale, cos peruviano, che senti ogni cosa della sua vita interna. Le bielle, il motore, lo spiffero, le ruote, le sospensioni, il colpo tra le rotaie. Pare "Long train running" dei "Doobie Brothers", un metronomo len to macchinista Il e regolare come lavora un con aliante le marce, che haspiega preso che la corrente in ferrovia ascensionale il contrario giusta. che in a uto, quelle alte sono per la salita. Incontriamo paesi a forma di mandolino, sta nno arroccati su promontori come prue di navi. Hanno murate, obl e boccaporti. Il treno compie arcane circumnavigazioni, scava un mezzacosta ventoso, ti porta in quota fin dentro a un faggeto immenso, sotto la Maiella che strapiomba. Poi cor re di nuovo sul velluto, fra prati e greggi, fin dentro la piana delle Cinquemig

lia, chiusa dalla montagne, punto culminante del viaggio prima della lunga disce saCastel A verso di la Sangro fornacesi del cambia. Sangro. Caldo boia, cicale incazzate, sacchi pesanti. Il p aese anzi citt , per decreto di Carlo III di Borbone ha 5.000 abitanti e due stazi oni distanti cinquanta metri. Una sta sulla Sulmona-Isernia, l'altra il capoline a della Sangritana, che scende sull'Adriatico verso Ortona e Pescara. Ognuna ha la sua locanda, e sembrano due mondi distanti anni luce. Svizzera la prima, con ristorante, tovaglie linde e scaffali con vini d'annata. Profondo Sud la seconda , con utenti Accendo la radiolina rumorosi, dopo imbestialiti dieci giorni dall'afa. di viaggio. E' sempre lo stesso bollettin o. Temporali al Nord, sbarchi di clandestini a Otranto, industriali taglieggiati a Napoli, ville rapinate in Brianza, Berlusconi che resta pronto al sacrificio: la presidenza della Repubblica. Non potrebbe fregarcene di meno. Ci sentiamo st L'Adriatico ranieri in patria. a soli O forse 80 chilometri il treno in che linea cid'aria, ha fatto mauscire quellodal chetempo. ci porta laggi il treno pi lento d'Italia. Praticamente un tram. Un "Tibb" serie 10, vecchia autom otrice coperta di graffiti. La linea del 1925, elettrificata, ma sgangherata e i nverosimile, fatta con pochissimi ponti e poco ferro, i binari che serpeggiano t ra la profonda, Valle sterpagliaselvaggina, paurosamente serpenti deformati e fagiani dalla vampa sullaestiva. massicciata, paesi arroccat i sul lato molisano e su quello abruzzese. I nomi dei luoghi parlano da soli. Ta verna, Baronessa, Civitaluparella. Alla fermata di Taverna scende un uomo soltan to. Vive, dicono per scelta, in una casa senza luce, acqua e gas sulle colline. Scende a far la spesa una volta alla settimana, poi per sei giorni non si fa ved Tonfi, ere. Quass sferragliamenti. , la Sangritana A Baronessa, vive solo per un casello lui. in mezzo al nulla e un bambino b iondo fa ciao con la manina. La mamma dov' ? Fa il casellante. Ci dicono che i cap istazione della Sangritana sono quasi tutti femmine. Personale molto speciale: d ue volte al giorno mollano i fornelli ed escono in ciabatte a controllare il pas saggio. Tipe toste, da combattimento. Quella di Santa Maria, dicono, la pi simpat Capistazione? ica. Quella diPer Crocetta modo di ladire. pi precisa. Come chiamarle, Dio buono, queste surreali creat ure senza paletta e senza divisa? "Badanti!" urla Paolini nel frastuono del tren o. Le chiamano cos , al Nord, le polacche e le ucraine che curano in casa i nostri vecchietti; le uniche immigrate tollerate da Bossi. Ma certo! Badanti! Quelle d ella Sangritana non stanno forse giorno e notte al capezzale di un grande invali do, il pubblico servizio? E non va forse la cosa pubblica italiana a un destino diSanta A subappalti, Maria ci sottopagati fanno scendere. e sottoqualificati, La linea bloccata anticamera da una della motrice liquidazione? guasta. Con pe rfida premura, soccorre i naufraghi una corriera sostitutiva, guidata da un auti sta azzimato e deodorato. E' la societ sangritana stessa che fa le corse su gomma , aspettando il collasso finale della linea su ferro. Il trasloco un'umiliazione , una resa. Si va felpati in una campagna ricca di vigne e capannoni, in un sali scendi da montagne russe. A bordo, un circo rumoroso di ragazzoni sui 15 anni, e Poi discorsi ci scodellano del tipo: alla il tuo stazione pi di piccolo Lanciano, del a mio. 10 chilometri dal mare. Il treno arriver appena tra un'ora e mezza; non finisce davvero mai. Al bar fraternizziamo con pensionati, balordi, e un cane Terranova sfiancato dal caldo. Poi scendiamo (mancano (12 Dove e La dal Viaggio con scavalca jazz agosto nostro curve una band in 3752 littorina spettacolose 2002) i inviato treno passi su chilometri) rotaia attraverso si trasforma dell'Appennino PAOLO sul RUMIZ marein l'Italia, dei al una clandestini. suono lungo orchestra di come Summertime dixieland la Transiberiana, raccontato da Dodicesimo Immaginate Paolo Rumiz giorno: una e littorina liberamente San Vito che interpretato Marina-L'Aquila-Foligno diventa orchestra dai disegni dixieland, di Altan vola sulle montagne al suono de "La Stangata", batte il tempo e sculetta come una mignotta. Pensate al la faccia di chi sale su quel treno da una stazione sperduta, sbatte su un contr abbassista e due ragazze ai fiati che improvvisano "Blue Moon", e per un istante crede di aver sbagliato viaggio, o che le Ferrovie abbiano aperto una bisca su Comincia rotaia. Bene, all'alba, noi eravamo con unasu tremenda quel treno. voglia Ecco di mare. com' Il andata. treno ci ha squassato den tro, dobbiamo metterci a mollo nel liquido amniotico di casa nostra prima che l' orda si cali sulla spiaggia. Ma che c' in Abruzzo fra te e il mare? Il treno, mal edetto lui. La linea adriatica, dritta, indeflettibile. Senza contare la Statale Cerchiamo e una linea un sottopasso Maginot di prima case private. che cercatori di asparagi, bagnanti e vuccumpr vada no all'arrembaggio dei binari. Un signore che innaffia le rose ci dice: "Finalme nte la tolgono". Tolgono cosa? La ferrovia, che domanda. Lui e i vicini un secol o che aspettano. Ora il momento arrivato, c' la galleria direttissima che inghiot tir tutto il traffico. Il grido : privatizzare, spezzare le reni alla litoranea. " Pensi mi dice l'uomo delle rose - ci sono dei matti che vorrebbero fare una line a di treni Bagno liberatorio, locali, col per Milano-Foggia decongestionare che leci strade". passa accanto, grandioso, autoritari o. Sembra venire dal tempo in cui lo Stato non era in svendita e la Patria non e ra un'azienda. Penso che il treno la cosa pi lunga che si muove sulla terra. E ch e esister pure, da qualche parte, un cimitero dei treni. Come per le balene e gli

Siamo elefanti. sulla costa di D'Annunzio ma non c' niente, proprio niente, che ci dica: si ete in Italia. Peggio: come se dall'altra sponda filtrasse una trasandatezza bal canica. L'albergatore ha una strana faccia allusiva, la reception ha piante di p lastica, la Tv manda un film americano. Paolini sfoglia attivamente gli orari, o rmai cerca una via di fuga. Siamo pazzi: la vecchia rete di ferro gi ci manca. Se Ci squinternata, infiliamo in una chilocanda se ne frega. orribile, Basta mache vagamente sia italiana. provvista di anima, su un gom ito dello stradone. Dentro, camionisti. Forse per questo ogni Tir che passa stro mbazza, entra quasi nel salone, e poi sterza al millimetro. Il cameriere di un'a ntipatia micidiale, somiglia al mago Gargamella, il nemico cattivo dei Puffi. Ma mi butta sul tavolo la zuppa di pesce pi fenomenale della mia vita. Che posto! L a cuoca sar alta un metro e trenta, la cucina una spelonca. C' anche un cinese coi capelli a porcospino e la valigetta. Ripete a ogni tavolo: "Tu volele questo? T u non La bigliettaia volele? Glazie". della stazione Gli compro di San un Vito accendino. ride come una matta, una delle ultime in Italia a farti il biglietto a mano. Senza computer, tutto pi semplice. Non imp orta se chiedi coincidenze strane, basta fare la somma dei chilometri. Cos , per u na volta, la rete ci accetta come siamo: viaggiatori. Paolini sventola il biglie tto, un pezzo da collezionista. Filigrana da assegno e la scaletta delle cifre d ecimali, ancora con le vecchie lire. Sopra, in stilografica nera: "San Vito-Pesc ara-Sulmona-L'Aquila-Rieti-Foligno, E via a 150 orari verso Pescara, di nuovo Km.305, sulla Persone Lunga due, Italia, Euro letteralmente 28.62". a fi lo d'acqua. Dalla cabina di guida, questo correre sul confine fra due mondi - te rra e mare ha una geometria insuperabile. A Ortona troviamo la pi bella manovratr ice delle Ferrovie. Alta, bruna, berretto verde, jeans e paletta, sorride a ogni treno. "Ha tre figli" fa il macchinista, come a scansar desideri. Ma Paolini vo rrebbe Dopo Chieti, lo stesso ariaessere di tempesta un merci, e nubi e farsi nere in manovrare corsa sopra un pochino. distese pastorali bosni ache. Comincia il femore del Paese. Sentite che nomi: Molina Aterno, Castelvecch io Subequo, Vallecupa. La linea per l'Aquila del 1875, passa per foreste primord iali, sfiora vecchi ponti a schiena d'asino, un fiume gonfio, verde e regolare. L'andare del treno ancora il "cammina cammina" della fiaba di Pollicino. Per ses santa chilometri, All'Aquila assistiamo nemmeno all'incontro un capannone. festoso fra un capotreno di Terni e tre randa gi che lo aspettano. Sono ospiti fissi della stazione e sanno perfettamente gli orari d'arrivo del loro amico-benefattore. Bruno grosso e quieto, Remi una femmi na color miele, gelosa e imprevedibile. Nerina pi nomade, conosce il gruppo da po co, si tiene a distanza di sicurezza. "Se devo dormire qui all'Aquila mi raccont a il ferroviere loro mi aspettano tutta la notte sotto la finestra dell'albergo. Sul Nontrenino c' pioggia per Rieti o neve sale cheun tenga". tipo col contrabbasso. "Lei occupa tre posti, dovr ebbe pagare per tre" attacca Paolini. Si chiama Fabio, all'Aquila fa il conserva torio. Ma ci sono anche due ragazze-orchestrali. La bruna suona il clarino, la b ionda il flauto traverso, entrambe si chiamano Paola. Il treno parte, Marco-740 va in regia e spiega il suono del diesel su rotaia. Tu-tun tu-tun, tu-tun tu-tun . Va nel vestibolo presso l'uscita, gli strumenti gli vanno dietro. "Dai, prova con Summertime, mi-do-mi". Pare la scena centrale di "A qualcuno piace caldo", c on Marilyn Sella di Corno, Monroe, quota Tony 1005, Curtis la jazz e Jack band Lemmon. entra in Lazio, affronta la discesa. Il "sound" dei binari cambia, si va con "La vita bella". Nello scompartimento la g ente batte il tempo, chiacchiera, il livello di socializzazione sale alle stelle . Paolini ride: "Poi vado in giro col cappello, non crediate che sia gratis". Pr oviamo con "Azzurro", e mi sembra la canzone pi bella del mondo. Non parla di "un treno dei desideri che all'incontrario va"? E il nostro non anche un viaggio co ntrocorrente, La motrice si inclina, un Returncurva Ticket sopra senza Antrodoco andata? accanto a un'enorme scritta "Dux" s ulla montagna, scende verso Rieti, si infila in gole boscose di una bellezza inc omparabile. Chiss se il Presidente Ferroviere mai stato da queste parti, mi chied o lasciando le Terre di Mezzo. E il trenino scompare nel tramonto, come la "Corr iera (13 Mai E Eurostar, dal Viaggio fatalmente agosto treni nostro stravagante" inla con 2002) inviato treno il vendetta finestre Roma-Ancona attraverso di PAOLO Steinbeck.(mancano sigillate, RUMIZ punisce l'Italia, avevamo lalungo nostra 3454 giurato come chilometri) resa la Transiberiana, raccontato da Tredicesimo Mai Paolo un Eurostar, Rumizgiorno: e liberamente avevamo Foligno-Faenza-Firenze giurato interpretato all'inizio. dai disegni Mai treni di con Altan finestre sigillate. E fatalmente il Roma-Ancona, arrivando a Foligno, punisce la nostra resa con quin dici minuti di ritardo. Cos , senza scuse, con spocchia aeronautica. Pioviggina, i nizia un viaggio surreale. A Jesi sostiamo per un minuto accanto a un altro Euro star, ovviamente identico, che va nella direzione opposta e sul nostro treno sal gono una cinquantina di passeggeri. Tutto avviene in assoluto silenzio. I nuovi arrivi cercano i loro posti prenotati, non li trovano, si guardano attorno con l 'occhio smarrito, scoprono la verit . Sono diretti a Roma. L'Eurostar, invece, fil

Panico, a a duecento urla,verso proteste. Ancona. Interviene Dalla parte il controllore. opposta. Capisco che la fregatura vien e da quel maledetto treno a forma di supposta, col culo eguale al muso, che non sai mai da che parte va. Col ritardo, poi, le due fermate sono coincise: ed ecco l'equivoco, reso pi facile dall'assenza di annunci in stazione, cio dai tagli al personale. Ma provo poca solidariet . Penso: volevate la privatizzazione? Eccovela . E poi a un tedesco non sarebbe successo. Oso dire: "L'avrete pur visto arrivar Torpore e da Sud, e noia, sapetenoia dov'e torpore. il Sud?".Pioggia Scoppiafuori, quasi silenzio una rissa. dentro. Nostalgia dell'o rchestrina viaggiante di ieri. Penso che in certi casi il verbo "andare" andrebb e declinato al passivo. Certi viaggiatori non "vanno", ma "vengono andati". La p rova? Il nostro treno-supposta passa luoghi leggendari, ma nessuno guarda fuori. Il popolo dei santi e navigatori non sa pi come collocarsi nello spazio. L'andar e sembra Aiuto, stiamo un girotondo ricadendo della nella sinistra, clessidra, unanel cosa buco chiusa neroche dell'ora si autoreferenzia. che fugge. La co rsa lineare diventa tempo perduto, si comprime e si accorcia come nel treno dell a Relativit , sparato da Einstein alla velocit della luce. Paolini-740 dormicchia, ieri a Foligno s' preso una balla triste. Chianti e pessimismo nero. Uscendo dall a taverna con la pioggia, ha guardato la citt medievale e ha detto: "E' solo per "Il una Mencacci piazza cos l' che furbo Dioil non Mencacci. sterminaL'ha gli italiani". fatto il budget coi clienti che gli s' tro vato noi". Pensavo, beh, almeno dormir . Errore. Nel treno-sommergibile sento tutt o, anche i sospiri. Figurarsi i telefonini. Si svegliano tutti insieme, a ondate , parlano di lavoro anche in agosto. Annoto esilaranti dialoghi tra sordi. Esemp io: "Signorina, se mi permette, lei una cretina". "Allora, la grafica la metto i o?". "No grazie, L'Eurostar plana sull'Adriatico io la vorrei salata". col suo"Fammi bla-bla sapere, aeronautico. ti ringrazio, Nel Lazzaretto ciao". del reparto fumatori ci si vede appena. Nebbia densa, da effetti speciali di Spielbe rg, da fumeria thailandese. Ma dentro quel fumo c' una silenziosa solidariet fra r eietti. Quando sale una ragazza senza soldi e senza biglietto, la fumisteria rac coglie spontaneamente le monetine necessarie e le porta in delegazione al biglie Faenza, ttaio. Ma stazione s . Anche di il Faenza. Pendolino Siamoha sazi un'anima. di velocit , decidiamo di fuggire dalla mal edizione rettilinea e dal risucchio di Milano. Marco-740 mi trascina quasi a for za sulla pi bella linea appenninica, la Faentina appunto. Il macchinista romagnol o, dunque simpatico. Racconta che nella Grande Guerra questa fu una linea strate gica, perch "gli austriaci non potevano bombardare i treni dall'Adriatico". Dondo liamo verso l'Appennino, penso che anche qui "lenti passaron nella notte i fanti ". A San Cassiano sale una tipa pallida dai capelli corvini. Mi si siede davanti, t ira fuori un libro. I "Buddenbrook" di Tomas Mann, roba seria. Legge per un quar to d'ora, poi reclina il capo e si assopisce. Penso che se fosse in aereo non la vedrei: l non hai mai nessuno di fronte, il contatto si azzera. La osservo. Ha g li zigomi forti, le faccio un ritratto. Se ne accorge, lo vuole vedere. Glielo r egalo, lei sorride, parliamo di viaggi. Poi scende a Borgo San Lorenzo, sparisce Montano nella sera. due rocciosi macchinisti dell'Orsa, la mitica corporazione autonoma. Son o toscanacci, discutono animatamente di politica e treni, porcaccia maiala. Dico no: il problema non sono i soldi. Sono i "manager mentecatti e i sindacalisti bu caioli, protettori di babbei, bischeri, ladri e farabutti". E gi si scende su Fir enze La stazione con un fantastico un bordello giro fenomenale. tra gli ulivi. Una massa di gente che si ingolfa tra le pen siline e la biglietteria. Santa Maria Novella un capolavoro fascista, fatto per fluidificare le masse. Pensiline volitive, arditi pilastri. E soprattutto il pav imento, granitico Funziona benissimo. ovviamente. Paolini-740 E'mi a fa corsie notare parallele, che la gente bianche le segue e rosse. con la precis ione dei nuotatori in piscina. Vanno diritti verso il destino sempre su quelle s trisce. Ma alla testa della pensilina il sistema si imballa. Le corsie sono orto gonali alla linea pi breve tra i treni e l'uscita. E siccome anche l la massa obbe disce e si estenua in vasche frenetiche, chi sbarca trova la strada sbarrata da un muro umano in movimento. Su quello spazio mi investono nell'ordine: una veloc issima suora con zaino, un bambino grasso, una zingara con neonato affardellato, un'americana in shorts e gambe da terzino. Risultato: la disciplina fascista di venta un caos All'uscita, anzich anarchico, la fila amplificato dei taxi,dal prendiamo rimbombo per degli sbaglio altoparlanti. quella dei mendicanti in attesa del pasto caldo della comunit di Santo Egidio. Stanno l , cheti, in ordin e, concentratissimi. E' facile sbagliarsi, la coda per i taxi a venti metri appe na. L'accostamento tra barboni e utenti da Eurostar geniale. Annoto: la fila del pasto caldo si smaltisce prima di quella dei taxi. Motivo: dopo le 20 i signori chauffeur fiorentini vanno a cena, che diamine. Risultato? I poveracci hanno la faccia pi contenta dei ricchi. Passano con i cestini pieni davanti a un'annoiata

Viaggio (14 Si leggera, La dal mannequin viaggia signorina agosto nostro in veloce inabilico 2002) sulla inviato treno vapore ma 640, attraverso affamata PAOLO su locomotiva tacchi RUMIZ di montagne l'Italia, daitaliana vertigine.(mancano lungo d'acqua del come 1907 ela carbone Transiberiana, 3068 chilometri) raccontato da Quattordicesimo Firenze-deposito, Paolo Rumiz e liberamente giorno: notte fonda. Firenze-Siena-Monte interpretato Passiamo i dai binari disegni Amiata nella edi ritorno Altan pioggia, sembriamo curdi in fuga. Siamo anche vestiti da clandestini, con roba acquistata dai vu'cumpr . No n per gioco: oggi la gran giornata, ci si affumica, si viaggia sulla locomotiva. Roba seria, Firenze-Prato-Siena e ritorno, 220 chilometri. Dobbiamo fare in fre tta, per acchiappare l'ultimo pezzo della "Veglia del fuoco", il rituale che ser ve a pre-riscaldare la vaporiera. Ventiquattr'ore no-stop di cure, controlli, a dosare acqua Paolini in calore, e carbone. e quando in calore non sai mai se cerca una donna o una locom otiva. Stavolta non ho dubbi. Vuole la nera "640", numero 148 di serie, che lo a spetta ansimando Attorno, ombre alpiano lavoro. sotto Scherzano: la pioggia, "stamane come la Lili foMarleen schiantare", accanto e svelano al lampione. subit o il rapporto erotico con la creatura. Spiegano che va corteggiata, portata all' orgasmo con lentezza, ma che "ne vale la pena, perch poi ti fa morire". Dicono: " Non l' mai sazia", perch in un giorno divora trenta metri cubi d'acqua e una monta gna di carbone. Presentazioni nel semibuio. Paolo Dellai, Piero Capecchi, Gabriele Gori. Tutti m acchinisti, un' quipe irripetibile. Marco li conosce, fanno parte della sua person ale massoneria ferroviaria. Stavolta possiamo farne il nome, il viaggio fuori or dinanza e noi non siamo in plancia da illegali. Mi mostrano le ruote enormi, spi egano che la "640" non una "regina" come la "740", la matrona capace di rimorchi are in salita decine di vagoni. Questa una piccola italiana a garretti alti, cla sse 1907, leggera e veloce, con la falcata lunga per divorare la pianura. Per qu esto E' l'ora. la chiamano Gabriele "signorina". apre una pompa e tutta la macchina sfiata, si gonfia. E' un g ioco delicatissimo di fuoco e acqua. Guai se uno dei due prevale. "O te tu riman i senz'acqua spiega - o te tu rimani senza carbone". Se succede, la signorina si inginocchia, va gi di pressione. Piero d l'ultima lubrificata alle bielle e alle giunture. Poi si parte senza scossoni, con una dolcezza sorprendente, sulle rota ie traslucide. Albeggia, si passa davanti alla cabina-apparati, la torre di controllo delle fer rovie. "Che Bin Laden vi centri!", grida Paolo, tutto sbilenco a babordo. Una sc ena da "Amici miei", con risate e sfottimenti. La locomotiva non un lavoro per m alinconici o inappetenti. O ti diverti o scendi. Ormai si va veloci sulle rotaie bagnate, la cupola di Santa Maria Novella, alta sulla citt , il faro dei ferrovie ri-naviganti. Gabriele spala montagne di carbone, "roba bona dice comprata in Ru Urlo a "740": com' l'alba? Lui: "Lattiginosa!". E la locomotiva? "Corusca a fumid ssia". a!". E il cuore? "Vola oltre l'ostacolo!". Adesso si stantuffa bene, ma prendere appunti in bilico fra la locomotiva che ti sbatte e il tender che si agita una scommessa: dopo cinque minuti il mio taccuino un impasto di pioggia e fuliggine. E siamo gi a Prato, dove ci si aggancia a un convoglio di gitanti su sei vagoni Partenza Belle poque allecon 7.40, sedie come dinella legno. canzone di Battisti. Ed la corsa lungo l'Arno, tr a officine, campi nomadi e archeologie industriali. La velocit sale a 80, la cald aia ingoia da morire. Impossibile addormentarsi su una locomotiva. E' una lotta continua, e anche per questo non c' un posto per sedersi. Pi facile assopirsi su u n pendolino, dove il pilota sta in poltrona, in un felpato silenzio, come davant i a un videogioco. Urla, casino infernale, solo in barca ho visto una concitazio ne simile, Cielo nero da durante temporale, le regate. elettricit da Ghostbusters. I ferrovieri russi in corsa per Vladivostok direbbero che c' una maga - Baba Yaga - nel cielo. La locomotiva va, in un'aureola iridescente di pioviggine, il fumo come una bandiera sfilaccia ta giallo sporco in preda al vento forte. E quando il tachimetro tocca i 100, sc oppia un'euforia incontrollabile, anche i manometri cantano. "Ragazzi, m'avete r egalato sei mesi di vita", urla Piero. E senti che la tua fiducia per questa gen te non assomiglia a quella per il pilota di un aereo. Non solo professionale. E' Buchiamo anche morale. un arcobaleno, e Paolo indica dei campanili. Grida: "Fucecchio! L l' nato Montanelli!", che Dio l'abbia in gloria. "Certaldo! L l' nato Boccaccio!". Dalla strada la gente ci saluta, la locomotiva semina allegrie primordiali. A Empoli P aolini mi annuncia che ci mancano tremila chilometri esatti, non so come faccia a tenere il conto. Lo guardo: ha il muso nero, le rughe sono cordoni di fuliggin e. Si Anch'io morde l'ultimo sono cos pezzo , faccia di Val daD'Elsa top gun. e, dopo la salita delle Badesse, si entra trionfalmente in Siena. La "640" tira il fiato, c' una sosta di cinque ore prima del ritorno, e i gitanti vanno a pranzo. Ma noi non siamo sazi, in partenza la l ittorina che fa il giro delle Crete Senesi, fin sotto il monte Amiata. Saltiamo a bordo sporchi di fuliggine tra i turisti, con in mano quattro panini al salame e una bottiglia bona di Rosso di Barbi. Puzziamo come capre, la locomotiva ci h

a Ilmesso trenino in corpo la "990", una fame la bestiale, mitica Freccia riempiti delle diDolomiti, una felicit Milano-Cortina, infantile. carenata, color toffee. Ma che delusione. Viaggi nel paesaggio pi straordiariamentre itali ano d'Italia e l'altoparlante, invece di spiegartelo, ti propina un'atroce music a americana anni Cinquanta. Risultato, i gitanti chiacchierano, i bambini digita no telefonini, Ecco, l'Italia altri anche fanno questo. merenda, Gentetutti simpatica sono e indifferenti bambini grassi al paesaggio. che viaggiano senz a sapere dove sono, a bordo di un treno caciarone, dove la musica scritta da alt ri.Direttissima (mancano (15 Si la Ground dal Viaggio va Main agosto nostro che Zero in 2738 Emilia posso 2002) inviato treno inchilometri) galleria sulla dell'Appennino: farci, attraverso PAOLO vecchia this RUMIZ l'Italia, land Porrettana linea is my diland. lungo percome stragi evitare Nel ela bene bombe Transiberiana, o nel male raccontato la mia patria. da Quindicesimo Per Paolo toglierti Rumiz giorno: edi liberamente dosso Firenze-Pistoia-Bologna-Parma 220 chilometri interpretato didai pioggia disegni e carbone di Altanon ti basta una docc ia sola. Noi, dopo il viaggio in locomotiva, siamo finiti a mollo per ore. Rinta nato in ogni ruga, c'era un impasto tenace di catrame. Eravamo impregnati dentro . La "Signorina" ci aveva distrutti. Durante la notte, poi, il cuore stantuffava come un matto, era come se gli fosse entrata dentro la vaporiera. Sembrava di s entirlo per la prima volta. Era diventato una macchina sotto pressione. Pompava nerofumo, faceva Paolini pi felice del pigiama di un bambino; una Sindone. ha trovato il "muso nero" che in lui. Quando lo chiamo, non risponde. E' lontano, nella sua segreta Transiberiana. Sta viaggiand o dalle parti del Lago Bajkal, a Nord delle montagne del Sinkiang. Sta viaggiand o: entrato in quel misterioso gerundio dell'anima che l'eterno presente del viag gio. Oggi si alzato presto, per correre a Pistoia. C' un pranzo della sua setta c arbonara, i macchinisti d' lite, in un deposito dove restaurano nel tempo libero a lcuni gloriosi Quando lo raggiungo locomotori. a mezzogiorno, alla stazione la banda pistoiese sta suonando "Yellow Submarine" e la "Marcia dei lavoratori". Sul mio treno arrivano trionfa lmente anche i ferrovieri del sindacato autonomo e un tripudio di ottoni e granc asse d loro il benvenuto. Li guida Ezio Gallori, "un tipo tosto dicono - che non si mai fatto comprare dai padroni". E mentre la banda attacca la "Marcia dei clo wn" da "Fellini Otto e mezzo", nella baraonda apprendo che il primo Cobas italia no Le masse natosindacali cos . Sulla traslocano ferrovia. rumorosamente verso tavolate imbandite e un'orches trina, cantano "Guantanamera" guidati sul palco da una moracciona col cappello d a cowboy. Attacco discorso, ma Paolini mi cattura e mi trascina altrove: dall'ar istocrazia dei macchinisti. Il loro Sancta Sanctorum altrove, in una rimessa, ol tre gli una Saranno scambi quarantina. arroventati Tradal loro sole. si chiamano col numero di matricola, come la Ba nda Bassotti. E difatti sono una confraternita di simpatiche canaglie. "362436" travasa il Chianti, viene da Napoli-Smistamento, ha fatto vent'anni di trazione a vapore. "428075", al secolo Bruno Maurri, prepara porchetta e fegatini tra un tender e una motrice e racconta come diventato ferroviere negli anni Cinquanta. "Lavoravo in aeronautica, poi un giorno ho visto passare un treno a vapore e mi sono detto: che ci sto a fare qui? L'aereo fa schifo. Se volevo volare, mi' madr e mi faceva "Quella volta, le entrare ali". in ferrovia voleva dire cercare qualcosa". Gli chiedo: ch e cosa? "Il sogno che passa". Spiega: "Noi non s'era impiegati del catasto". Com ' cominciata? "Quand'ero piccino, per farmi star bono mi portavano a vedere i tre ni". Intanto Gabriele Gori, quello che ieri ha fatto morire la "Signorina" spala ndo una tonnellata di carbone, entra con una pentolaccia di penne, spinaci, sals iccia e mescarpone. Non riesce a vivere lontano dal fuoco, se non c' la locomotiv a quando E gli vanBruno, bene il'uomo fornelli. che vedeva passare i treni, mi porta tra i locomotori, mi accorgo che l'elettricit ha cambiato il sesso alla ferrovia. La locomotiva ansim a, calda, ti cattura con le sue curve, femmina. Il mostro freddo ringhia, un par allelepipedo corazzato, maschio. Ha anche un dannato profilo bellico. Al punto c he sui due musi simmetrici del "428" Prima Serie scopro, inconfondibile e ovviam ente volitiva, L'avrete capito. laImascella locomotori delson Duce. figli del fascismo: del tempo, cio , in cui l'Eu ropa ci neg il carbone e l'Italia fu obbligata, in anticipo su tutti, a scegliere l'elettrificazione della rete. Poi l'autarchia fin in tragedia, coi soldati in t reno che andavano a morire. Ma i mostri elettrici rimasero, insuperati. Oggi inv ece, con la deregulation, il Made in Italy su roiaia scompare dal paesaggio. Com e le littorine, geniale invenzione del dopoguerra. Si danno le tratte in affitto a gestori privati, nella rete arrivano macchine straniere, e nessuno progetta p "Chi i treni. s'estranea dalla lotta un gran figlio di mignotta", tra pignatte e compress ori echeggia il motto ribaldo, mentre il Chianti di Poggio Gherardo scorre a fiu mi. Paolini-740 afferra il bidone dell'olio da macchina e finge di condire l'ins alata. La tavolata di toscani, liguri, umbri e romagnoli emana una felicit primor diale e rumorosa, tipicamente appenninica. Arriva il vin santo "di quello bono", e Bruno spiega in versi perch il treno democratico: "Saranno grandi a papi, sara

nno grandi i re, ma quando son qui sopra, son tutti eguali a me". Applausi, comi zio, pensierino Andiamo in Emilia finale sullaal vecchia Presidente Porrettana, Ferroviere. un altro E simito riparte. italiano. Niente Diret tissima dell'Appennino. Tutti e due sappiamo perch . E' agosto, il mese nero delle stragi ferroviarie: la bomba sull'"Italicus" e l'attentato alla stazione di Bol ogna, sempre su quella linea maledetta. Anche per arrivare a Firenze l'abbiamo e vitata, preferendole la Faentina. L'Italicus: anche noi abbiamo il nostro "Groun d Zero". E' ancora l , in quella galleria piantata nella pancia del Paese. Mi acco rgo che il nostro viaggio stato solo un periplo attorno a quella notte d'agosto. Curve Il buco spettacolari, nero della ma coscienza piove, porca nazionale. Porretta. In vettura fricchettoni tatuati, r agazzi lunatici e pensionati. Fuori, una Toscana che inselvatichisce. Certe staz ioni sono cos incastrate tra due gallerie che allo scoperto non c' spazio abbastan za per il treno. A Pracchia, sei binari: un tempo tutto il traffico italiano pas sava di qui. Sulla pensilina vedo un tipo vestito con una tunica bianca, i capel li pure bianchi, splendenti, raccolti a coda. Sembra Terzani, l'autore di "Un in dovino mi disse". So che ha queste parti. L'ultima volta l'ho visto a Kabul, sba rcava da un aeroplanino tra le montagne. Vorrei chiamarlo, ma non c' tempo, il tr enoscollina, Si riparte. la macchina accelera e tutto cambia, anche la lingua del macchinist a. L'uomo ai comandi un bolognese simpaticissimo, ma inquieto. L'efficientismo d ella regione rossa lo perseguita: appena sgarra di un minuto, un "ranger" gli te lefona dalla Centrale. Che rottura lavorare cos , col Grande Fratello che incombe. Poi Bologna, che non una stazione, un delirio. Le masse vanno, s'ingolfano nel sottopassaggio, si fanno risucchiare a ritmi da film muto nel pi fantastico collo Non d'oca c' del tempo, Paese. non c' tempo. Correre, correre. Soccorro tre spagnole in lacrime, ne l pandemonio hanno perso il treno. Che succede? La stazione che fu il cuore dell e ferrovie italiane non governa pi il traffico, lo subisce. In un sistema che div enta "aeronautico", contano solo i terminal di partenza e arrivo. Il resto vissu to come un intralcio, a partire dalle coincidenze. E poich Bologna la coincidenza Perch per antonomasia, funzionano meno l ilscambi? sistemaPerch si imballa. i ritardi si accumulano? Perch il deposito macc hine semivuoto? Ma non c' tempo, non c' tempo. Correre, correre. Partiamo pieni di (17 Alle le Il dal Viaggio domande stazioni treno agosto nostro Cinque in verso a 2002) filo inviato treno Terre sono Parma, di soltanto attraverso cominciano mare PAOLO nella RUMIZ una sera l'Italia, le finestra gallerie: punteggiata lungo chebucano ti come di acceca zanzare.(mancano i faraglioni la Transiberiana,2425 raccontato chilometri) da Sedicesimo Altro Paoloche Rumiz Genova. giorno: e liberamente IParma-La veri "no interpretato Spezia-Ventimiglia global" sono dai loro, disegni i vecchietti di Altan terribili di Parma. Li vedo uscendo dalla stazione, dal treno che ci porta in Liguria. Hanno occupa to le "terre di nessuno" ai lati della ferrovia e le hanno trasformate in orti. Piselli e rucola, scalogno e cipollotti, fave e fenomenali zucchini a trombetta. Hanno fatto lo stesso con la tangenziale, bloccando le aree appetibili ai palaz zinari. I politici li odiano, vorrebbero cacciarli. Ma loro sono organizzatissim i, sindacalizzati, difendono il territorio come Sturmtruppen. Hanno un'energia b estiale. Sono l al mattino presto, in canottiera: zappano, irrigano, partono in b ici invece Noi col cesto siamo pieno distrutti, di primizie. su questo E la treno sera vanno per La inSpezia balerapopolato a cacciadi distranieri tardone. di colore. La Transiberiana si fa in cinque giorni, noi siamo in viaggio da sedi ci. Dopo la fuga in locomotiva, trovo ancora carbone nelle orecchie. Mi sento im pregnato di treno: come se i succhi gastrici della Nazione fossero entrati nella pelle. E poi le zanzare padane, un incubo. Grosse come scooter. E quel retrogus to di maiale che lo senti ovunque, anche nella bavarese alla crema. Paolini ha l 'occhio lesso, il treno lo frulla mentre fuori plotoncini di ciclisti vanno in f uga verso il passo del Bratello. Scappa nel reparto fumatori. Comincia una giorn ata Si scollina nera, ileviaggio il cielo sicambia avvitacolore, su s stesso. diventa mediterraneo. Non capisco come un posto cos solare possa chiamarsi Lunigiana: il fiume Magra ha una luce fortissima , quasi insopportabile. Ma gi a La Spezia entri nella tenebra. Il vagone per le C inque Terre si riempie a scoppiare e cominciano le gallerie. Nere, interminabili , bucano i faraglioni. Tu-tun tu-tun, il treno rimbomba nel buio, le Cinque Terr e sono un atto di fede, le stazioni solo una finestra che ti accieca tra due tun nel. Tra Riomaggiore e Bonassola, un saliscendi vorticoso, e lo scompartimento s embra un riassunto della vita. Gente che sale, gente che scende, esistenze che s i sfiorano. Ritrovo il cinese ambulante di San Vito Marina, gli compro un altro A Riva Trigoso scopro che Paolini non pi sul treno. Diavolo d'un uomo, accendino. sceso senz a avvertire. Cerco di chiamarlo, ma non ho caricato il telefonino, la batteria m orta. Ci siamo persi, devo scendere a Sestri. Mi attacco alla prima presa elettr ica al bar della stazione. Riprovo, nessuna risposta. Dopo mezz'ora Marco chiama . E' a Carrara, per vedere le cave di marmo. Solo che ha dimenticato il telefoni

no a bordo, mi prega di recuperarlo. Gli spiego che sono gi sceso, dunque il gril lo maledetto viaggia da solo verso Ponente. Passano dieci minuti, Marco richiama , contento. Il capotreno ha in consegna il telefonino: glielo lascer a Genova Bri gnole,lo Mollo oggetti zaino in smarriti. deposito, scendo sul mare. Ho due ore di tempo, bevo una birra al bar Bal n, davanti alla cooperativa dei pescatori. Pranzo al nero di seppia, v ista sugli ombelichi nella risacca. Il cameriere mi spiega che cos solo in alta s tagione, il resto dell'anno la Liguria ostaggio dei pensionati, diventa un'immen sa baia della tranquillit . Torno in stazione e scopro che d'estate i vecchietti t erribili non scompaiono affatto. Semplicemente arretrano, sulla linea ferroviari a. Sanno sempre nei posti migliori, e in agosto il posto pi fresco e tranquillo l a stazione. Non le manca nulla. Ha il gazebo, le palme, le panchine, il bar, la brezza di Eccoli, uno montagna. di loro insegue con un rastrello un globe-trotter straniero che ha o sato occupare la "sua" panchina. Sono cattivissimi, pi di quelli di Parma. Non si godono la costa, la pattugliano. Odiano i clandestini. Par di vederli, i vecchi del Paese pi vecchio d'Europa. Trincerati sulla battigia, pronti a difenderci da gli sbarchi di sangue nuovo. Non si accorgono che il grosso degli immigrati irre golari li beffa passando loro alle spalle, sul treno per Ventimiglia. "Sono cine si e curdi diretti con i passeur verso Francia e Inghilterra" spiega un capotren o. "E poi ladruncoli aggressivi e strafottenti. Chiedono soldi e spariscono. San no Intanto che la Marco polizia non non arriva. pu Scopro far nulla". che il treno che doveva prendere non esiste, fo rse lui ha avuto allucinazioni orarie. Lo hanno fregato la stanchezza e l'eccess o di confidenza con la rete. E poich i guai arrivano tutti in una volta, ecco che mi cade una lente degli occhiali, poi mi va in "tilt" la carta di credito e res to a secco di Euro. Pazienza, aspetto. Mi si siede accanto un tipo sui sessanta con una foresta di capelli in testa. Sta riempiendo un quaderno di numeri. Scriv e continuamente, gli chiedo che calcoli sono. Lui non aspettava altro, mi spiega che i numeri hanno un'anima, si chiamano, si cercano. Non capisco se un matto o un cabalista. "Quand'ero piccolo, mangiando la pasta, contavo quanti secondi ha un anno". E poi? "Il maestro elementare mi ha svelato il rapporto fra i numeri. Trilla Me l'hanno il cellulare, ammazzatoPaolini i fascisti". sta arrivando. Mi regalaEun sifoglio riparte pieno sulla dilunga cifreItalia. allineate. Fin ale, Pietra Ligure, Borghetto Santo Spirito, Albenga, Bordighera, San Remo. Stra piombi, palme, passaggi a livello, case. Il treno-lanterna magica corre verso il tramonto, scatta istantanee ravvicinate di bar, orti, serre, roulottes, condomi nii. Ed il treno, assai pi del mare, che offre a questa stupefacente metropoli li neare Ma a Ventimiglia il suo veroscatta rumorela dilegge fondo. delle catastrofi. Dobbiamo prendere la coincide nza per Cuneo, fare prima di notte una delle pi pazzesche linee alpine. Ma il tre no rallenta, si ferma a cinquecento metri dalla stazione. Quel tanto che basta p er far tardi. Paolini s'incazza, urla ripetutamente "bastardi" dal finestrino, m a non serve. Il treno entra con perfida lentezza in stazione, poi lo punisce. Al bar gli rubano la sacca da viaggio. Dentro gli appunti, soldi, liquirizia, le c arte di credito e l'ultimo "Tex Willer". Avvertiamo la Polfer. Una bella agente bruna fa una prima ispezione, poi ci consiglia di dormire l , anche se la notte po polata "Gli appunti, di malandrini. almeno gli appunti", Marco implora perlustrando i cassonetti della spazzatura. Lo aiuto come posso. Ormai notte: attorno alla stazione troviamo un protettore che urla a una prostituta, una Pantera in battuta, una pallida ingle se che piange, un'orda di tifosi della Ferrari. Sul lungomare, sotto la luna, fi nisce come doveva finire. Una bionda riconosce Marco mentre cerca nelle immondiz ie. Lei, imbarazzata: "Scusi, ma lei non ...". E lui, incazzatissimo: "S , sono io, e allora?". Poi scoppia a ridere, e si finisce insieme, mangiando una pizza con (18 Sale con A dal Viaggio vista dorso agosto pazzeschi nostro nervoso, sulle deltreno in 2002) inviato treno-mulo luci a strattoni, mezzacosta. attraverso di PAOLO Montecarlo.(mancano RUMIZ Il taglia l'Italia, ventorocce sposa lungo verdi odore 2054 come edi chilometri) rosa la muschio Transiberiana, e pane raccontato da Diciassettesimo Montagna, Paolo Rumiz nubi e nere. liberamente giorno: La Costa Ventimiglia-Cuneo-Asti interpretato Azzurra scompare, dai disegni e subito di Altan la bestia su rotaia cam bia natura. Dopo la baleniera delle Isole, il bruco appenninico e la lanterna ma gica, ecco il treno che diventa mulo. Sale nervoso, a strattoni, entra nel tempo rale, taglia con pazzeschi mezzacosta rocce verdi e rosa, s'aggrappa al nulla, s 'intreccia al fiume gonfio che scende dal Col di Tenda attraversando un pezzo di Francia. Ce ne accorgiamo alla stazione di Saint Dalmas, quando a un tratto il vento assurde, Curve sposa odore ponti di disegnati muschio e da baguettes. un pazzo. E'Il ilmacchinista segno dellesmanetta, Alpi. segue alla lettera il registro che gli detta le velocit chilometro per chilometro. E' come u n pentagramma: senza quella traccia impossibile interpretare il "sound" di quest o capolavoro italiano. Solo che la linea cambiata: l'abbandono della montagna l'

hanno cosparsa di impercettibili segni di collasso. E allora, quello che doveva essere un andante con brio, diventa un lento assai. E la velocit , anzich un'addizi onetunnel Il di spinte, buca l'osso la risultante delle Alpi, di sottrazioni va dritto come prudenziali. una spada per nove chilometri. A met percorso il macchinista rallenta, ci fa guardare fuori. E' il punto di scol linamento, l'unico da dove vedi entrambe le imboccature. Ed eccole infatti, lont ane come due fiammiferi perduti nel buio siderale. Le gallerie sono tutte cos : me t in salita e met in discesa. Ai tempi del carbone, se la locomotiva perdeva colpi in galleria, era impensabile continuare. Per non morire intossicati bisognava u scire L'uscita consi laavvicina, sola forza abbacinante, di gravit ,ti motori sparaal nella minimo. retina un sipario d'alberi che si contorce al vento. E' il treno stesso che spinge fuori un cilindro d'aria fr edda, perfora la vampa estiva come un ariete. Guardo a questi grandiosi manufatt i come alla piramide di Cheope, il relitto di una civilt scomparsa. Non ne capisc o pi il senso. Eppure la galleria, col suo doppio binario, parla chiaro. Ti dice che qui, solo ottant'anni fa, il traffico era enorme. Non c'erano n Maastricht n S chengen, Fra un treno ma le e l'altro, Alpi erano nel vive. tunnel passavano cantando i carrettieri, con le torc e accese. Cuneo, stazione Anche di d'inverno. Cuneo, te la raccomando Cuneo d'agosto. Per strada solo maroc chini pi un gattone grigio che sente il temporale e mi ronfa tra i piedi come un quadrimotore. Ma che stazione! Monumentale, a quattro piani, con il bar, piatti caldi con polenta e funghi, foto di locomotive. Salve Piemonte! Un chilometro pi in l , nella piana del fiume Gesso, eccoti una seconda stazione, pi antica ancora, risorgimentale, con i segni flebili di quell'epoca estinta, di prima che la Res Publica Il macchinista diventasse del Cuneo-Torino una cenerentola riconosce e lo Stato Paolini, un osso lo invita da spolpare. a bordo, ci spiega con solennit che in Piemonte nacque e mor una grande idea ferroviaria. "Nacque con i Cattaneo e i Cavour; mor con gli Agnelli e il boom dell'automobile; fu sepolta con le alluvioni che distrussero i ponti, dopo che quel boom spopol le montagne" . Ed elenca decine di linee dismesse: Brusca-Dronero, Bra-Ceva, Cavallermaggiore -Moretta, Saluzzo-Airasca, Bricherasio-Barge. Una rete fantastica che nessuno ri Sappiatelo, attiva, figurarsi. italiani. Nemmeno Nel 1890 oggiil che grosso l'auto delle invostra agonia. rete era gi ultimato. Una s fida pazzesca, per un Paese pieno di montagne. Dietro a quella sfida, un'idea gr andiosa: federare le nostre diversit . Nel 1940 si raggiunse l'apice: 42 mila chil ometri di rete, 330 milioni di passeggeri, 190 milioni di tonnellate di merci tr asportate. Il fischio del treno raggiungeva ogni sperduto paese. Poi venne la go mma e la dismissione delle linee. Guardo la carta ferroviaria di Marco. Disegna un corpo scarnificato, senza pi capillari, ridotto alle sole arterie. E gli orari ? Quelli Il treno-mulo di ieri accelera, erano enciclopedie. ostinato e bastardo, Oggi sono punta opuscoli versoda ilridere. Monviso nel temporal e, sfida il vento che spazza la Padania, l'andazzo della patria in svendita. Cer to, questi non daranno il Colosseo ai privati. Faranno di peggio. Mentre le regi oni grideranno "Devolution!", faranno cassa liquidando l'Italia minore, spolpand o il territorio, e gli italiani taceranno ancora. Il treno va, solitario tra le immondizie, Scendiamo a Cavallermaggiore, e penso: come ci ha c'capito la coincidenza Berlusconi. per le Langhe. Un'altra stazione enorme, figlia di un'altra era geologica. Ma mentre la ammiro, scopro di aver di menticato giacca e portafoglio sull'altro treno. Paolini, che da figlio di ferro viere conosce il trucco, chiama al cellulare la plancia di comando in corsa su T orino. Sembra la pubblicit del famoso amaro: il capotreno risponde, trova la "ref urtiva", ci d appuntamento per la riconsegna alla stessa stazione, due ore dopo. Grazie, Si riparte amico-treno. per Bra, a bordo c' un bigliettaio che lotta con due ragazzini. Lo chi amano "mongoloide", rifiutano di pagare il biglietto, sghignazzano. "Ogni giorno cos ", racconta. "I soldi li hanno, ma giocano a fregare il pubblico ufficiale. F iutano un andazzo. Sanno che resteranno impuniti, hanno capiuto che in Italia ch i svolge un servizio non conta nulla". Chiamiamo la Polfer di Asti. Gli agenti r iattaccano, fingono di non capire. Al quarto tentativo, chiedono: "a bordo c' van dalismo?". No, risponde il capotreno. E loro: "Abbiamo altre priorit , provi a chi amare Alessandria". Come dire: fottiti. Alessandria troppo lontana, e poi quelli Il scendono macchinista prima. non Ecco s'incazza come sipi smantella ormai. Sorride un Paese. amaro: "meno male che presto vado in pensione". Racconta la storia di un algerino che gira i treni con addosso la maglietta juventina di Zidane e non paga mai, anzi, insulta il personale. "Finis ce sempre cos . Noi si chiama la Polfer, quello scende in stazione, la Polizia fa la mossa di beccarlo, lui scappa. Eppure lo vedi subito con quella maglietta. Un giorno l'ho inseguito io, mi aveva insultato la madre. L'ho raggiunto subito, m a poi? Cheadovevo Scendiamo Bra, siamo fare,tormentati farmi bucare da una lo stomaco?". domanda. Chi glielo fa fare ai nostri e

roi? Inseguono i mariuoli, ti riportano il portafogli, aspettano per non lasciar ti come un pirla in stazioni vuote, chiuse dall'Azienda Italia. Il treno va, for se solo il "fattore umano" lo fa andare, ignorato e umiliato, con tanti piccoli atti Ho appuntamento non dovuti.con Fino unaamico quando? al bar, lui arriva in bici, gliela sequestro. La ra bbia mi ha provocato uno smottamento metabolico, se non pedalo scoppio. Lascio i l sacco a Marco e scappo tra vigne miliardarie. Tiro il fiato alla stazione di B arbaresco, un gioiello abbandonato in mezzo a fantastiche colline. Ma che succed e? Arriva un treno. E' il mio! A bordo c' Paolini che legge. Vedo anche me stesso sul mulo che va, scalcagnato e bastardo, impietosa allegoria dell'Italia. Pubbl (19 E' nella La dal Viaggio icail Padania agosto nostro povert giorno grande in 2002) aepi inviato treno pianura zig privata lungo, zag attraverso PAOLO svuotata ricchezza.(mancano uno RUMIZ slalom l'Italia, dalleaferie cavallo lungo 1948 come del chilometri) Po la Transiberiana, raccontato da Diciottesimo Dodici Paolo treni, Rumiz giorno: ecinquecento liberamente Asti-Torino-Pavia-Mantova chilometri, interpretato uno dai slalom disegni fradi i temporali. Altan Comincia la gi ornata pi lunga, zigzaghiamo come palline da flipper nel grande vuoto della Padan ia in ferie. Gli unici viaggiatori son quelli che mandano avanti l'Italia mentre noi mettiamo le chiappe al sole: immigrati. Stazione di Alessandria, una volta ci passavano fiumi di terroni diretti alla Fiat. Oggi, il vuoto. Gli italiani va nno su gomma. C' l'apartheid d'estate, a Nord della Linea Gotica: il mezzo privat o alla Monferrato, Casale razza bianca, primo quello passaggio pubblico del agli Po.altri. L'unico bianco a bordo un chitarrista classico, capelli lunghi e barba nera. Suona concentratissimo Respighi, mentre fra l'acqua grigia e il cielo cupo il ponte emette un basso continuo. E' incredi bile l'acustica dei ponti ferroviari. In Germania sussurrano, in Francia rimbomb ano, quelli inglesi emettono un tuono lungo. Il treno va, in un'aureola di piogg ia, pare un famoso quadro di William Turner. E i nomi dei paesi cominciano a can tare. La motrice Frascarolo, gioca col Frassineto, Grande Fiume, Crescentino. lo cercher fino a notte. Gli si terr accanto co me un ippopotamo allo Zambesi o un elefante al Limpopo. Spaventa anatre, folaghe , aironi. Al timone della sua baleniera, Marco guida concentratissimo nel labiri nto di acque, cerca il fondo della pignatta padana. Verso Vercelli, il suo Pequo d avvista prima una cicogna, alta sul nido in cima a un palo. Poi, una nuvola di uccelli, un vortice che segnala una montagna bianca come la gobba di Moby Dick. E' riso. Una fabbrica splendente di riso, coperta da migliaia di gabbiani. Un i ncubo, Per andare comeanel Santhi film,di entriamo Hitchkock. nel risucchio della Milano-Torino, e subito ce ne p entiamo. Il Governatore dei flussi ci frega: lui vuole utenti, non viaggiatori. Il treno per Santhi non ferma a Santhi , vola oltre in silenzio, ci porta a Torino sotto un cielo triste, operaio, francese. Accanto a noi, bengalesi che si senton o a casa, sguazzano allegri nel monsone di questa pazza estate italiana. Paolini La deve soluzione rimediare, esiste: consulta Biella. orari, Ma ormai cercasiamo un nuovo prigionieri passaggio diaun Nordest. gioco pazzesco di coincidenze. Per fortuna i macchinisti ci conoscono, ci siutano, si passano la v oce chiamandosi al telefonino. Ci vogliono a bordo, nelle stazioni arrivano al p unto di aspettarci sforando gli orari. Ormai, un dirottamento in piena regola. B iella ci saluta con secchiate d'acqua, i ferrovieri riparano nel bar, ci offrono Barbera. Ma Paolini vuol continuare nella tempesta, come Achab. Ha un chiodo fi sso, Gi , arrivare Rovasenda. a Rovasenda. Come fai a dire di conoscere la Padania se non sei stato a Rovasen da? Come fai a non sentirla che ti chiama nella pioggia, con quel nome da romanz o di Calvino? E noi la cerchiamo, in un treno tra i fulmini che diventa una gabb ia di Faraday, finch il suo campanile buca la pianura, in mezzo a pioppi indemoni ati e a mille antifurti che friggono, eccitati dal temporale. Sulla pensilina, u na ragazza magra, pallidissima, sandali alti e tailleur nero. Capelli biondi lun ghi, trema Eccola Rovasenda. di freddo. Quattro Sembra case, uscita le Alpi da una lontane, storiadue-stazioni-due di Tolkien. che si guatano . Vicinissime, vuote e sfasate di otto metri di dislivello. Paolini racconta: c' erano due linee private. Per non incrociarsi, si scavalcarono con un terrapieno. Ne nacque un perfetto paradosso all'italiana. Rovasenda Alta e Rovasenda Bassa, Il nel treno piattume va inassoluto un labirinto delledi risaie. rogge e risorgive. Mi chiedo come faccia, d'inver no, a trovare queste stazioni nella nebbia. Che fai se non le vedi in tempo? Ris chi di andar oltre, con i pendolari a bestemmiare sulla pensilina. Cos a volte no n bastano le segnalazioni luminose: servono quelle acustiche. Paolini racconta d i suo padre ferroviere: "Mettevano mortaretti sulla rotaia, quando il capotreno sentiva tre Mortara unbotti ragnosecchi, che ti frenava". cattura nella pianura, tutte le linee padane sembrano pa ssare di l . All'ingresso in paese, un cartellone pubblicitario allarmante: "Gratt a e viaggia". La stazione ha perso ogni regalit sabauda. E' pratica, disadorna, i n una parola: lumbard. Leggo fantastici annunci di feste leghiste con spadoni me dievali, ma sulla pensilina vedo solo tre negrette infreddolite, un cinese addor

mentato, noi due alieni del Nordest e un giovane ciclista tedesco. Si chiama Wol fi, Quandofelice quel treno nellaarriva, pioggiaWolfi padana scopre e aspetta che il popolato treno per di Novara. sole donne. Diavolo, sono tutte giovani. E tutte stanno truccandosi. "Ja", camerata Wolfi. E' un treno di lucciole, la mitica vagona-baldracca, avvolta in una nube di profumo. E appena il biondo sale a bordo, con la sua tutina nero-rosa, l'intero scompartimento ha un soprassalto. Le belle in ghingherli sguainano rossetti, innescano fondi tinta . In un surreale silenzio, fanno presentat-arm all'unico maschietto a bordo. Son o felici: Un ponte dopo una l'altro. volta tanto Il Ticino son loro verde che e imbarcano gonfio, l'Olona, un uomo sul il Lambro, marciapiede. l'Adda, la passerella di barche sull'Oglio. C' un crescendo nelle metamorfosi della nostra m acchina in corsa. Flipper, bulldozer, mulo, trivella, machete, bruco, sommergibi le, bisonte. Il "sound" cambia ancora, il viaggio padano diventa country music, Woodie Guthrie, Pete Seeger, Bruce Springsteen. Un assolo per batteria su ferro sgangherato Annotta, passano con sterpaglia. aironi, gabbiani. Nella sabbia il Po scava immense volute verso Est, pare un anaconda. Ormai ci sentiamo su un Orient Express in corsa verso il Danubio. Ci sar pure un motivo per cui i viaggi finiscono sempre per cercare l'O riente. Dev'essere lo stesso motivo per cui "cercare la direzione" si dice "orie ntarsi". La consultazione delle mappe si intensifica, mancano solo 1500 chilomet ri alla fine. Dobbiamo studiare un finale come si deve, non possiamo rischiare di esaurire i c hilometri A Mantova cena a Saronno, sul lago o acon Sacile. lucciole. Discutiamo dell'elogio del Duce agli itali ani "santi e navigatori", scolpito all'Eur di Roma. L'ultimo dei mestieri citati "trasmigratori". Fu geniale mistificazione: non si poteva dire "emigranti", fac eva pensare troppo a toppe sul culo e a valigie di cartone. Ma oggi la parola di venta vera. Ci aiuta a chiamare allo stesso modo quelli che partono e quelli che arrivano. Ci fa capire che pendolari e profughi, emigranti e turisti fanno part e della stessa Pensierino della macchina sera. Visto maledetta. che nessuno dice pi cose di sinistra, perch non rubar e questa parolina alla destra? Deciso: siamo "trasmigratori" anche noi.(mancano 1 431 nostro (20 Fuga Albeggia, Treni dal Viaggio chilometri) agosto verso dell'altro inle 2002) Nord inviato treno valli su mondo attraverso un Wagon cupe PAOLO finiscono, RUMIZ Lit chesi l'Italia, buca accelera lungo la come notte verso la Transiberiana, l'Isar raccontato da Diciannovesimo Il Paolo "Wagon Rumiz lit" e per liberamente giorno: Monaco Mantova-Monaco fila interpretato sotto la luna, dai disegni ridiventa di Altan lanterna magica, scivola tra fruttati e vigne, cerca l'Europa nella notte serena. Rovereto, Trento, Mezz ocorona. Marco ed io risaliamo l'Adige come salmoni, cerchiamo sotto ipnosi la s orgente del nostro viaggio, il luogo mitico dei treni. Andiamo dove la ferrovia sta ancora nelle fiabe dei bambini, segna l'identit dei luoghi come le foreste e i fiumi. Oltralpe, in Germania, dove la stazione si chiama Bahnhof, il capotreno ancora un monarca e il treno il simbolo della nazione. Per una volta sola, prim a di tornare Stiamo muti al nel finestrino tempo, tra mentre i pendolari il bruco diilluminato Berlusconia-Italia. scavalca l'Adige e scava ne l buio. Per stavolta niente plancia di guida. In questa valle che spacca le Alpi a met anche la visione laterale stupenda. C' il rumore del fiume, il vento del No rd che scende e parla di grandi tempeste della storia. A Vipiteno, ultima stazio ne prima del Brennero, profumo di segherie e di kuemmel. Poi, oltre l'Isarco, lo squarcio della Val di Fleres con i ghiacciai, immersi in un distillato di luce lunare. Nomi Brennero, Steinach, antichi: Elboegen. Malles, Il Tribulaun. treno cambia nome, diventa "Zug". E' un monosil labo energico, contiene il verbo "tirare". Gli manca del tutto l'immagine italia na del trascinamento. "Treno" una cosa che si fa portare. "Zug", invece, la cosa che porta, e questo Wagon Lit che buca la notte pare davvero un concentrato di energia. Quanto pi facile viaggiare a Nord! Opuscoli con gli orari di tutte le co incidenze, onnipresenza di un servizio solido, di un Sistema Paese. Fuori, fores te portano Mi immense.un Troppo bicchiere bellodi per vino dormire. d'annata e subito la cabina sembra una suite, do po 18 giorni di sferragliamenti. Tra le scartoffie trovo un vecchio men da WagonLit: "Horse d'oeuvres vari es, Filets de sole au vin blanc, Cotelettes de mouton l a Mont Cenis, Petit pois l'anglaise, Galantine de volaille, Fromage, Fruits, Caf et liqueurs". Nostalgia dei grandi vecchi treni notturni a lunga percorrenza, su rclassati Penso ai viaggi dall'aereoplano. di Anna Karenina: "Ed ella apr lo sportello; la tempesta e il ven to le si precipitarono incontro". Ma, invece di una russa, chi mi compare in cor ridoio? La tardona tedesca incontrata in Calabria e in Abruzzo. Mi fa grandi fes te, spiega che non pu dormire. Finisce che torno a letto e leggo un vecchio Carl Barks, Come sono Paperino finitiin qui? Valmitraglia. La giornataProvaci della fuga ancora, verso Sam. Nord comincia a Mantova, in u n caldo bestiale, col capotreno del locale per Verona che fora i biglietti canta ndo un liscio. "Che voce", lo elogia Marco-740. E lui, confidenziale: " roba per palati fini". Il titolo? "Caparbio", dell'orchestra Baiardi, "uno che ha lavorat o cinque Gli chiedo anni come con va. Casadei". Lui: "Meno male che vado in pensione". Che succede? "La rete

muore. Guardi il raddoppio della Verona-Bologna. L'ero putelin a scola e l'era de finir. Vado in pension e l' ancora de finir". Poi riparte cantando tra gli sco mpartimenti. Una strofa e un foro, una strofa e un foro. Caparbio. Padania sei g Accelerazione lenta, il treno ancora un elefante nella savana. Marco va a fumare rande. in corridoio e vicino ai cessi quasi inciampa in un tipo seduto per terra. Ha l o zaino ma non il solito globe-trotter. Viaggia col cane e legge l'Economist. Ca pelli biondi lunghi, et quaranta stagionati. Si chiama Pitt, figlio di un italo-a mericano e fa l'artista girovago. Ci mostra il biglietto del cane. Poi tira fuor i dal Il vagabondo sacco un con costume l'Economist medievale. ha una E'solida quellovisione che indossa del mondo. in piazza. Spiega: "se chiede ssi l'elemosina, guadagnerei di pi ". Perch ? "Gli italiani non hanno pi tempo per ri dere e preferiscono compatire. E' l'anima cattolica". Guadagni pi o meno di una v olta? "Meno". Da quando? "Da quando ha cominciato a governare la sinistra. Quell i di destra mi dicono: vai a chiedere soldi a D'Alema". Oggi meglio? "No, aument ata la concorrenza. Troppa mafia immigrata e troppi ladri in giro. Un giorno mi hanno rubato il cane per darlo vivo in pasto a un Pittbull. L'ho salvato all'ult imo momento". Verona si scende. Pitt riparte per Treviso, noi siamo incerti sulla strada. Siam o stanchi, vogliamo trattarci bene. E magari vedere per una volta sola, prima di finire il viaggio, come funziona l'Altro Mondo, quello dove il capotreno si chi ama Zugfuehrer. O forse vogliamo solo imbrogliare le carte. Marco calcola attent amente i chilometri, scopre che possibile. C' un treno con letti che parte per a mezzanotte Si fa sera,per andiamo Monaco a vedere di Baviera. lo sterminato E' fatta.scalo merci veronese. Dopo il tramont o la Padania si riempie di merci. Specialmente a Verona. La notte l'ora della co mposizione dei treni, e i vagoni passano uno alla volta in silenzio, disegnano o mbre Ci imbattiamo lunghe, poi in arriva un fermodellista il tonfo dell'aggancio. tedesco. Ci spiega Pare un chequadro il viaggio di Dal vero . quello nei merci, stare chiusi per terra nel vagone senza comodit alcuna. Diavolo, ce lo piomberei dentro. Dopo le deportazioni naziste, il suo racconto sembra una surr eale espiazione. O forse solo che i modellisti sono bambinoni senza senso del ri Quando il Pianeta inonda Porta Nuova di luce azzurrina, rivedo passare gli ebrei dicolo. per Auschwitz. Tutto pare successo l'altroieri, il tempo sembra fermarsi. Ed st rano. Viaggiamo da 19 giorni appesi alla tirannia di un libretto orario, ma le o re non hanno pi senso per noi. E' da parecchio che le nostre giornate si dilatano , ma solo oggi ne comprediamo il motivo. Il nostro non un viaggio, un vagabondag gio. Non ha il risucchio della fine, l'accelerazione terminale che ti travolge. Persino Me ne accorgo la luna sul sembra trenofermarsi. per Monaco. L'assenza di una meta, il ritmo sincopato, l 'andare come barboni in cerca di un Chissadove, ci ha portato fuori dal tempo. P edalando verso Istanbul, ogni tappa era una corsa verso la mezzaluna turca. Qui no. Ogni giornata, ogni treno, sono un viaggio a s . Uno spazio che si apre al mat tino con la mitragliata dell'obliteratrice sul biglietto e si chiude la sera col Segherie, rumore delle mucche scarpe pezzate, buttate campanili sul pavimento a cipolla. d'una Paolini stanzasbuca d'albergo. in corridoio, mi co munica che mancano mille chilometri alla fine. Ha sognato che il suo gatto era r imasto chiuso nella stanza dei trenini e gli aveva distrutto mezzo plastico, ros icchiandogli pure le linee elettriche. Ci ride su, ma non si sa mai, un'occhiata in casa la darebbe volentieri. Intanto albeggia, le valli cupe finiscono, il tr eno accelera verso l'Isar, sente profumo di Weisswurst e giornali appena sfornat i.(mancano (21 La ancora Bella dal Viaggio vedo agosto nostro ecalda impossibile in 2002) fondo inviato treno 960 perchilometri) alla la attraverso PAOLO corsa: stazione RUMIZ ostinata, l'Italia, di Treviso, solitaria lungola come mitica la Transiberiana, "740" raccontato da Ventesimo Come Paolo laRumiz vedo, giorno: ein liberamente fondo Monaco-Treviso-Mestre allainterpretato stazione di Treviso, dai disegni capisco di Altan che ho fatto settemila chilometri solo per lei. Lei, la donna segreta di Marco, l'icona del nostro viag gio, l'ultima Dea Madre. La mitica "740", bella e impossibile, ancora calda dopo una corsa fuori ordinanza. Eccola: ostinata, solitaria, sprezzante delle carena ture e della cultura dell'apparire. Consapevole di incarnare il senso di questa nostra pazzesca Transiberiana. La nostalgia della Res Publica, in un Paese che l a liquida La piccolaaitaliana passo diansima, corsa. sfiata. Che fantastica icona del bene comune perduto , del lavoro fatto con le mani, della sete di paesaggio, di vendetta contro i di ssipatori del pubblico patrimonio! Un simbolo laico, anche. Per i Papi era il di avolo, sputava fuoco. Carducci, il vecchio anticlericale, lo cap al volo. Del tre no scrisse: "Come di turbine / L'alito spande / Ei passa, o popoli, / Satana il grande". Figurarsi se la sinistra capir . La sinistra non capisce i simboli. Non a ma glila Marco eroi, monta, nonl'accarezza, parla al cuore. parePer Humphrey questoBogart perde in le "Casablanca". elezioni. Spiega che la "640" cavalcata a Firenze era "una Sabrina Ferilli, una moracciona appenninica" estroversa e caciarona. La "740", invece, "una Silvana Mangano, evoca biciclett

e e mondine". Una bellezza da combattimento, "scontrosa, proletaria, da vivandie ra partigiana". Poi mi conduce nei segreti intimi di questa macchina potente e l eggera, cos diversa dai mostri americani e sovietici delle grandi pianure. "Una c osa fatta Recita, ormai per la terreni macchina difficili, che gliper ha prestato rotaie povere, il nome con entrata poco ferro". in lui. Solenne: " Dalla Sicilia al Brennero, la 740 ha fatto l'Italia". Stentoreo: "Nessuna locomo tiva italiana stata prodotta in tanti esemplari". Riconoscente: "Ha collegato l' impossibile, fatto un lavoro immenso, oscuro, pesante". Serio: "Fu macchina di s pinta, ha aiutato tanti treni impantanati nelle salite". Gagliardo: "Macchina di rinforzo, di scorta, di retrovia". Affettuoso: "Non passava i settanta ma andav a ovunque". Specialistico: "Aveva la guida a sinistra, era fatta per fuochisti m ancini". Poi, al culmine Commosso: dell'emozione, "Era eterna,si l'hanno confessa. radiata E' aper causa ultima". della "740" che ha un pro blema con Benigni. Non pu perdonargli un dettaglio della "Vita bella". Si spiega: "Film stupendo, ma come si fa a usare una macchina italiana per far entrare gli ebrei nel Lager tedesco? In "La nave va", Fellini si serv di una transatlantico finto. Benigni poteva fare lo stesso col treno. Chiarire che era un simbolo". Ma rco E' stata commosso, dura, durissima forse sente tornare che il fin viaggio qui dalle alla ovattate fine. ferrovie tedesche. Vedev amo tutte le strozzature del sistema. Da Verona a Monaco viaggiano lunghissimi t reni di merci italiane dirette all'Est. Cos scopri che il Made in Italy destinato all'Ungheria o all'Ucraina non passa per Trieste ma per la Germania, con una be lla perdita per il Paese. Una follia? No: la via tedesca costa e dura di meno. M otivo: il nostro sistema ferroviario finisce a Mestre. Dopo, tutto rallenta. E i l Verona, A mitico Nordest rientriamo che nell'imbroglio: produce non ha una di nuovo sua strada una stazione per l'Oriente. che tenta di somiglia re a un aeroporto. La caramelleria, la sala internet, la banca, il video-game. M anca solo il "check in". Ma trovare le cose semplici, come i cessi e l'edicola, una piccola impresa; devo chiedere la strada a una pulitrice nigeriana che mi so ccorre con tenerezza. Anche i nomi delle cose sono cambiati, tutto un festival d i poi E eufemismi. file, gente I disabili che fluttua qui sicome chiamano in un"diversamente acquario, tempeste abili". elettromagnetiche Da vomitare. di telefonini, code dappertutto. Ieri Pitt, l'artista girovago, ci aveva spiegato perch le file alle biglietterie aumentano anzich diminuire. "Sono i tagli al perso nale e l'automazione mal digerita. In America la stessa cosa. Privatizzazioni, m alattia globale". Qui a Verona ho la certezza che tutto questo, un giorno, finir . AIl Monaco sistema ho scoperto gi implode. che le Ferrovie tedesche vendono biglietti chilometrici. Ho comprato anche un libro che ne parla: "Biglietto aperto", di Sten Nadolny. Parl a di un frichettone che gira la Germania per un mese in libert . Perch in Italia no n si pu ? Perch noi abbiamo dovuto comprare 35 biglietti a testa, con un totale di tre ore di code? Come viaggerebbe oggi Goethe se volesse tornare nel Paese dei l imoni? E' sempre la stessa storia: il sistema fatto per spararti dal punto A al punto Si parte B. L'idea per Venezia stessa e del ricominciano viaggio gli gli eufemismi inconcepibile. imbroglioni. Non finiscono di dirti "The italian train society wishes you a pleasant trip" in perfetto accento mestrino, che comincia uno spaventoso accumulo di ritardi. Spiegazione: "Heavy trafic", ma non vero. Marco che un ferroviare mangia la foglia. Succede che il t reno davanti al nostro ha un guasto e a causa dei tagli non c' il personale per g estire il sorpasso. Non sfuggiamo alla maledizione dei grandi flussi. Finora i t reni La gente veloci protesta ci hanno persempre i ritardi. bidonato. Ha ragione. Ma perch in aereo ha pi pazienza? E' facile: in aereo come incazzarsi con Dio. Salvo apocalittiche esplosioni nervose collettive, l'utente dell'aereo si lascia infliggere cose sadiche, inenarrabili . Bombardamento acustico, spocchia degli addetti, bagagli perduti, traslochi da un gate all'altro. E che dire di frasi come "Ritardato arrivo dell'aeromobile"? E' pazzescoin Aspettiamo che mezzo basti aluna nulla. spiegazione Entrano tre simile. pallavoliste Non vuol cinesi dire niente. in tuta, quiete, p azienti. Sanno di palestra e mentine. Come a comando si addormentano, simultanee . Due mi finiscono addosso, vedo di lasciarle sonnecchiare in pace. Poi il treno comincia a rallentare in vista di Mestre e arriva la presa finale per i fondell i. nuovo Di Ci ricordano l'ombragentilmente dell'aereo,di diprendere nuovo il"i segno bagagli dei manager a mano".mentecatti. Quali alt ri bagagli Finisce conesistono dei calamari sui treni? fritti in un bistrot della tangenziale, con vista su sv incolo, scalo merci e Petrolchimico, in una folla di ferrovieri e collerici cami onisti serbi. Paolini ormai gioca in casa, tutti i lo conoscono, in Veneto potre bbe anche guidare impunemente un treno. Ah se ne rubasse uno! Sarebbe un finale grandioso per la nostra storia. Una fuga vendicatrice, come "La Locomotiva" di G Invece, che delusione: scappa a casa abita l vicino, a Dolo - per controllare se uccini. il gatto gli ha distrutto i trenini. Il sogno fatto sul treno per Monaco lo ha t

urbato. (22convogli, Siamo 58 Sogni Abbiamo dal Viaggio agosto nostro alla al Ma visto in capolinea torner 2002) fine. inviato treno viaggiato il attraverso Abbiamo meglio ,PAOLO giura, per eRUMIZ obliterato il domattina. 210 l'Italia, peggio ore incluse 76Per del lungo biglietti, Paese l'ultima le come attese la preso tappa.(mancano Transiberiana, in stazione 376 raccontato chilometri) da Ventunesimo Siamo Paoloalla Rumiz fine, giorno: e liberamente al Mar MestreVillacoJeseniceGorizia delinterpretato Giappone mancano dai disegni solo 376 dichilometri. Altan Come costruire un epilogo degno del viaggio? Facciamo un po' di conti su una panchina della st azione di Mestre, in mezzo a spaventose correnti d'aria e a folle in transito. F inora abbiamo obliterato 76 biglietti, preso 58 treni, viaggiato per 210 ore inc luse le attese nelle stazioni. Dagli Urali a Vladivostok il treno impiega 120 or e e 45 minuti: noi siamo stati molto pi lenti. Ma in compenso il nostro treno-orm ografo ci ha ridisegnato l'Italia. Ci ha mostrato il meglio e il peggio del Paes e. Quanti incontri ravvicinati del terzo tipo! Artisti vagabondi con l'Economist so tto braccio, vandali smantellatori di treni, matematici profeti della Cabala, ma ssaie capaci di gestire una linea e macchinisti capaci di rapporti erotici con l ocomotive. E ancora violoncellisti e flautisti ferroviari, donne mediterranee co n gli occhi da lupa, ladri e vuccumpr persi nella rete, capitreno capaci di veder e un fungo porcino a settanta all'ora, tedeschi viaggianti in tenuta Afrika Korp s. Abbiamo visto un immenso patrimonio dilapidato, centinaia di stazioni chiuse o a pezzi, treni aprirsi la strada in una pubblica pattumiera e in grandi paesaggi dimenticati. Da Marco Paolini, il compagno di viaggio, ho imparato come funziona una "740" e cosa c' nella pancia di un locomotore, ho appreso che certe traversi ne si chiamano "francesine" e che tra gli scambi pulsano segnali di nome "marmot ta". Ho viaggiato su una locomotiva. Ho fatto un'infinit di sogni. E ogni sera ho Che pensato fare dunque? al Presidente Filando Ferroviere. a Monaco, ci siamo gi tolti la voglia del Nord. Ci riman e un ultimo desiderio: l'Orient Express. Mi tormenta da ieri. Arrivavo da Verona , mi si affiancato il treno da Trieste e a bordo ho visto le donne dell'Est. Una mi ha guardato, era russa forse, mi sembrava di averla gi vista su un treno in S ardegna. Potevo quasi toccarla, mentre il suo finestrino mi convergeva accanto, come in un film di Wim Wenders. Poi scomparsa, inghiottita dagli scambi, portand osi dietro una scia di memorie. Donne dell'Est: sui tram di Sarajevo, sul metr di Davanti Mosca, sul a una Belgrado-Salonicco mappa del Friuli-Venezia che non esiste Giulia pi convinco . Marco a tentare l'ultima follia: circumnavigare i tre confini a oriente delle Alpi. Italia, Austria, Slov enia e poi di nuovo Italia. I chilometri quadrano, il conto alla rovescia rispet tato. Stavolta guido io: il terreno mio, asburgico. Di mitologia ferroviaria, da lle queste parti, ce n' da scoppiare. I friulani che costruiscono mezza Transiber iana, le grandi linee imperiali tra Vienna e Trieste, il feretro di Francesco Fe rdinando che arriva da Sarajevo. E poi "il lungo treno che andava al confine", i Nessun fanti popolo e l'Isonzo. come gli italiani ha costruito tante ferrovie per gli altri, e nes sun popolo ignora tanto le ferrovie proprie. Come si spiega? C' qualcosa che non funziona in un popolo capace di dimenticare una simile, straordinaria epopea. Ci penso dondolando verso Udine a bordo di un "Taf", un'altra sigla dei tempi nuov i che vuol dire "Treno ad alta frequentazione". E' bello, fiammante, l'hanno ric operto di una pellicola speciale per evitare lo sconcio dei graffiti. Ma dentro c' un silenzio deprimente, un senso terribile di fine corsa. Accanto alla mia pol trona la stessa mano infantile ha scritto in pennarello "Juden Raus" e "Valentin a ti amo". Sono gli italiani che diventano alieni, anzi italieni. Ribattezzo il mio a Qui vagone Nordest "Tbc", poi,treno la a fine bassa di comunicazione. tutto. Un secolo fa, tra Roma e Vienna c'era il do ppio di treni. Oggi il "Remus" passa come un ladro alle due di notte alla stazio ne di Udine senza fare nemmeno servizio passeggeri. Da Trieste a Praga all'inizi A o Udine del '900 mi si siede impiegavano accanto dodici un montanaro ore, oggi grosso moltecome di pi un.armadio. Racconta di una battuta di caccia in montagna finita col camoscio fatto secco sulla ferrovia. D el Friuli mi fa notare che non esiste luogo sulla Terra che usi il suo nome in m odo cos ossessivo. Fuori leggo sui capannoni: Friulvini, Friulfiori, Friulcarne, Friulsedia. Friuli, Friuli, Friuli. L'etnonazionalismo delle piccole patrie. Sem pre A Tarvisio la stessa sale storia, un tipo dai incredibile. Balcani in Sa poi. a memoria gli orari di tutti i treni eur opei. Gli faccio dei quiz, leggendo i miei tabulati. Indovina tutto. Si appassio na al nostro viaggio, vorrebbe fare quest'ultimo giro con noi, ma ha un appuntam ento a Klagenfurt con una donna. Allora capisco: per lui il treno un affare di c uore. Si presenta: Romano Vecchiet. Recita in portoghese una bellissima paesia d i Pessoa: "E cos sui binari in tondo / Gira, a intrattener la ragione / Questo tr enino Con l'Austria a caricanon / Che c' si ilchiama confine, cuore". ma il cambio si sente. Finisce la robinia, l'alb ero che segnala il degrado dei territori. La linea spazzata, ripulita, il panora ma si allarga, finalmente Paolini in pace col paesaggio. Racconta che sul Piave

la boscaglia attorno alla ferrovia tagliata meccanicamente da una motrice con im mense cesoie. La chiamano "Attila", e il suo lavoro cos grossolano che d'inverno, con la neve, rami enormi cadono sulla linea. Alla stazione di Villaco mi faccio una birra imperial-regia. Ah, l'oro freddo, amarotico, mitteleuropeo. Viva la C Tunnel arinzia! del E Loiblpass, anche se c'siil entra Landeshauptmann in Slovenia tra Haider, foreste chissenefrega. e campanili a cipolla, un signore austero ci saluta dicendo "Servus". Si chiama Julius, fa lo scrittore, vive rintanato in un maso in Austria e passa senza problemi dall'italiano allo s loveno al tedesco. Racconta che l'inno nazionale degli slavi subalpini un brindi si, senza rime tipo "siam pronti alla morte". E gi un'altra birra alla stazione d i Jesenice, sotto monti ferrigni di miniere e acciaierie tipo Galles. Prendiamo un'altra grandiosa linea asburgica, quella che buca le Alpi a Est del Tricorno e Ma punta arriva sull'Isonzo. il colpo di Ormai scena. Vladivostok In mezzo a un nell'aria. tunnel mi accorgo di avere sbagliato i calcoli. I 7480 chilometri scadono prima del rientro in Italia. Tre soltanto. Quanto basta per farci scendere a Nova Gorica, lato sloveno di Gorizia, la picco la Berlino tagliata dal confine. Il nostro fine-corsa la stazione della Transalp ina, che fino al 1989 sbatteva in faccia agli italiani la stella rossa del comun ismo slavo. Altre birre in una locanda molto praghese, piena di fumo e strana gente, forse p asseurs. A due passi, la rete del confine, alta appena un metro e mezzo, scavalc ata ogni notte da decine di clandestini. Ridicola, senza nemmeno la terra di nes suno. Tiriamo tardi, fino alla chiusura del locale. Per strada solo un ubriaco e Che la fare? luna piena, Marco ha pare gli unocchi racconto lucidi. di Hrabal. Lo guardo, le parole non servono. Siamo via ggiatori ribelli, dunque clandestini anche noi, musi neri anche noi. E allora vi (23 (fine) a. Un agosto salto2002) e siamo oltre. L'unico rumore uno strappetto sui jeans.

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