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com/2008/02/ogm-
apocalypse_8139.html 27 febbraio 2008)
Uno studio - pubblicato su Nature Biotechnology - dimostra che un parassita del cotone, il
lepidottero Helicoverpa Zea, ha sviluppato la resistenza a piante che sono state
geneticamente modificate proprio per uccidere gli insetti della sua specie. Nelle piantagioni
di cotone OGM in Mississippi e Arkansas, gli agricoltori sono ora costretti a fare maggior
ricorso agli antiparassitari. Un pericolo che Greenpeace aveva denunciato in un rapporto
del 2004.
Le piante OGM che dovrebbero risultare resistenti agli insetti contengono di solito una
versione sintetica della tossina Bt presente in natura. Ma la costante esposizione alle
tossine Bt, prodotte dalle piante OGM, rende i parassiti resistenti ai loro effetti, favorendo
la sopravvivenza di insetti nocivi che dimostrano immunità genetica al Bt.Col passare del
tempo, tutto ciò può portare alla proliferazione di parassiti resistenti fino al punto in cui il Bt
non servirà più.
Nella sua forma naturale, il Bt è stato utilizzato fin dagli anni '50, nell'agricoltura biologica e
sostenibile per eliminare insetti nocivi, senza danneggiare insetti non-target o altre forme
di vita. Al contrario, le tossine Bt prodotte da colture OGM - fra cui il mais della Monsanto -
hanno dimostrato di essere molto nocive per altri utili insetti predatori. La stessa sorte
potrebbe toccare presto anche ad altre colture. Proprio a causa dei rischi di diversa natura
legati a questi organismi, il governo francese ha deciso di vietare la coltivazione del mais
Monsanto MON810.
Le coltivazioni transgeniche aumentano l'uso dei pesticidi e sono inefficaci nella lotta
contro la povertà. Sono queste le conclusioni del rapporto "Chi beneficia dell'impiego dei
transgenici?" presentato da Friends of the Earth International (FOEI). Secondo David
Sánchez, "le coltivazioni transgeniche hanno fallito nel raggiungere i grandi benefici
prospettati. Diversamente, c'è stato un aumento dell'uso dei pesticidi, provocato da queste
coltivazioni, che costituisce una minaccia per l'ambiente e per la popolazione su scala
mondiale".
In Brasile, dal 2000 al 2004, l'uso del RoundUp (un erbicida a base di glifosato) è
aumentato dell'80%. Negli Stati Uniti, tra il 1995 ed il 2004, l'aumento è stato del 150%.
L'aumento delle piantagioni resistenti al glifosato ha provocato, oltre all'aumento dei costi
di produzione per i contadini, gravi impatti ambientali. Le piantagioni di soia, mais e cotone
resistenti agli erbicidi incentivano l'uso di pesticidi, ed aumentano la resistenza agli
erbicidi. Questi tre prodotti costituiscono il 95% della superficie seminata con coltivazioni
transgeniche: invece di essere utilizzate per diminuire la fame nel mondo, servono
principalmente ad alimentare gli animali dei paesi ricchi ed alla produzione di
biocombustibili. La maggior parte della produzione transgenica argentina viene inviata in
Europa per alimentare il bestiame, mente il 20% del mais geneticamente modificato
prodotto negli Stati Uniti è destinato alla produzione di etanolo. Secondo lo studio di FOEI,
il Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti dichiara che nessuno dei prodotti transgenici
attualmente presenti nel mercato è stato modificato per aumentare le rendite. Il mais
resistente agli erbicidi della Monsanto, al contrario, produce tra il 5 ed il 10% in meno delle
varietà tradizionali.
Tre su cinque dei paesi a cui appartengono il 90% delle superfici seminate con prodotti
transgenici si trovano in America Latina: Argentina, Brasile e Uruguay (gli altri due sono gli
Stati Uniti ed il Canada). Insieme agli Stati Uniti, l'Argentina produce il 70% delle
coltivazioni transgeniche mondiali. Questi dati sono preoccupanti per l'incolumità
ambientale sudamericana. In Europa, infatti, meno del 2% delle terre sono coltivate con
prodotti transgenici e cinque paesi hanno proibito il mais della Monsanto poprio per le
conseguenze che provoca sull'ambiente. La Francia, che aveva la maggior quantità nel
continente di terreni coltivati con mais transgenico, ha proibito questo anno la semina.
Solamente la Spagna continua ad investire negli OGM. Argentina, Paraguay e Uruguay,
insieme agli Stati Uniti, sono gli unici paesi dove le coltivazioni transgeniche
rappresentano più del 30% delle superfici.
Fino ad ora, le indagini sugli OGM più nutrienti, resistenti alla siccità, alla salinità e alle
malattie, sebbene siano aumentate, non hanno portato all'immissione sul mercato di
nessun prodotto nuovo. Le imprese si preoccupano solamente della resistenza agli erbicidi
e agli insetti. Tuttavia, il prezzo delle sementi biotecnologiche è aumentato per
massimizzare i guadagni e gli agricoltori hanno sempre meno scelta, visto che quelle
tradizionali stanno per essere eliminate. In conclusione, la relazione informa che le
imprese Monsanto, DuPont-Pioneer, Syngenta, Bayer ed altre multinazionali, proprietarie
della maggior parte delle sementi mondiali, sono le principali beneficiarie delle coltivazioni
transgeniche.
Il movimento dei piccoli agricoltori, insieme ad altre associazioni come Vía Campesina ed
a numerose istituzioni locali, ha avviato la "Campaña por un Brasil Libre de Transgénicos",
una coalizione che ha inviato una lettera al ministro della giustizia Tarso Genro contro la
decisione favorevole agli Ogm, sottolineando «i numerosi vizi che presenta il processo, tra
i quali l’inesistenza di studi ambientali». Secondo gli anti-Ogm brasiliani, così come per la
soia transgenica Roundup Ready, il mais OGM può creare problemi ambientali,
contaminando le varietà locali, organiche e ecologiche.
Una carovana anti-Ogm ha attraversato il Burkina Faso con cartelli e striscioni per
raccogliere firme per una petizione da inviare all’ONU ed al primo ministro burkinabé,
Jérôme Compaoré. La COPAGEN chiede al Burkina Faso di applicare il principio di
precauzione per l’introduzione di OGM in agricoltura e respinge la decisione unilaterale del
governo burkinabé di avviare, entro quest’anno, la produzione di cotone BT su 15 mila
ettari del Paese africano. COPAGEN «condanna i dirigenti africani che si lasciano
dominare dalle multinazionali delle sementi a scapito della sopravvivenza del mondo
contadino».
Nel 2005, il governo del Mozambico ha creato una Commissione sui biocarburanti che ha
raccomandato di produrre etanolo a partire da canna da zucchero, sorgo e manioca e di
utilizzare jatropha, girasole, noce di cocco, soia ed olio di palma africana come materie
prime.
Per completare i ranghi, il Programmes for AGRA include Peter Matlon, direttore generale
della fondazione Rockefeller, Joseph De Vries, direttore del Programme for Africa’s Seed
Systems e direttore associato della fondazione Rockefeller, e Akinwumi Adesina, direttore
associato della stessa fondazione. Nel suo discorso d''insediamento al Forum economico
mondiale di Città del Capo nel giugno 2007, Kofi Annan ha dichiarato: "Accetto con
gratitudine questa sfida e ringrazio la fondazione Rockefeller, la fondazione Bill & Melinda
Gates, e tutti coloro che sostengono la nostra campagna per l'Africa".
La Monsanto, che è saldamente introdotta nell'industria sudafricana dei semi, sia ibridi che
OGM, ha messo a punto un programma destinato ai piccoli agricoltori, chiamato
beffardamente "Semi della Speranza". La multinazionale svizzera Syngenta sta riversando
milioni di dollari in un nuova struttura a Nairobi per sviluppare un mais OGM in grado di
resistere agli insetti.
Africa's Green Revolution rolls out the Gene Revolution 28 febbraio 2009
From Seeds of Suicide to Seeds of Hope: Why Are Indian Farmers Committing
Suicide and How Can We Stop This Tragedy? Vandana Shiva 28 aprile 2009
Nel corso del Consiglio Agricoltura dell'Unione Europea, in cui si discuteva la possibile
appovazione di quattro mais OGM della Monsanto e della "super-patata" Basf destinata
alla produzione di amido, il sottosegretario alla Salute Gian Paolo Patta ha ribadito il no
dell'Italia, dichiarando: "Come già espresso in altre occasioni, riteniamo che le
biotecnologie rappresentino strumenti innovativi, ed in alcuni casi indispensabili per il
miglioramento della qualità della vita. Tuttavia, lo sforzo davanti a noi è quello di ottenere
le massime garanzie affinché l'uso delle moderne tecnologie assicuri vantaggi e ricadute
positive per tutti i settori, e garantisca nello stesso tempo la tutela dei consumatori
europei. Riteniamo che le proposte di decisione presentate dalla Commissione, se pur
suffragate da un'opinione favorevole dell'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare,
non tengano in debito conto i possibili effetti sulle produzioni agricole comunitarie e il
rispetto della biodiversità. La nostra posizione, già espressa in sede di Comitato
permanente, rappresenta in generale un atteggiamento di cautela circa l'immissione in
commercio di alimenti e mangimi geneticamente modificati che tiene conto dell'opinione
pubblica ed in particolare dei consumatori italiani, preoccupati dell'impatto sulla salute e
sull'ambiente, nonché della perdita del patrimonio agroalimentare nazionale".
Alla fine, il Consiglio non ha raggiunto la maggioranza né a favore né contro nessuna delle
proposte della Commissione. Ma, in virtù delle strane regole comunitarie in questo settore,
la Commissione andrà comunque avanti e potrà concedere l'autorizzazione. senza più
consultare gli Stati membri, di tre ibridi (incroci fra diverse varietà OGM) di mais
denominati “Mon863xNk603”, “Mon863xMon810” e “Mon863xMon810xNk603”), l'uso nei
mangimi di un altro mais OGM, il “Ga 21” (già autorizzato per uso alimentare umano) e
della controversa superpatata Amflora (“Eh92-527-1”), geneticamente manipolata dalla
Basf in modo da produrre alte quantità di amido per le applicazioni industriali.
New EFSA Opinion: BASF now calls for approval of the Amflora potato
11 giugno 2009
La Rockefeller Foundation è la stessa che negli anni '70 finanziò con 100 milioni di dollari
di allora la prima idea di «rivoluzione agricola genetica». Fu un grande lavoro che
cominciò con la creazione dell'Agricolture Development Council (emanazione della
Rockefeller Foundation), e poi dell'International Rice Research Institute (IRRI) nelle
Filippine (cui partecipò la Fondazione Ford). Nel 1991 questo centro di studi sul riso si
coniugò con il messicano (ma sempre dei Rockefeller) International Maize and Wheat
Improvement Center, poi con un centro analogo per l'agricoltura tropicale (IITA, sede in
Nigeria, dollari Rockefeller). Questi infine formarono il CGIAR, Consultative Group on
International Agricolture Research. In varie riunioni internazionali di esperti e politici tenuti
nel centro conferenze della Rockefeller Foundation a Bellagio, il CGIAR fece in modo di
attrarre nel suo gioco la FAO (l'ente ONU per cibo e agricoltura), la Banca Mondiale (allora
capeggiata da Robert McNamara) e lo UN Development Program. La CGIAR invitò, ospitò
e istruì generazioni di scienziati agricoli, specie del Terzo Mondo, sulle meraviglie del
moderno agribusiness e sulla nascente industria dei semi geneticamente modificati.
Questi portarono il verbo nei loro Paesi, costituendo una rete di influenza straordinaria per
la penetrazione dell'agribusiness Monsanto.
La genetica, d'altronde, è sempe stata nel mirino dei Rockefeller. Fino dagli anni '30,
quando ancora si chiamava «eugenetica» ed era studiata nei laboratori nazisti. La
Rockefeller Foundation finanziò generosamente quegli scienziati, molti dei quali, dopo la
caduta di Hitler, furono portati in USA per continuare a studiare e sperimentare. Il Progetto
Genoma Umano, l'ingegneria genetica, gli OGM, brevettati da Monsanto, Syngenta e altri
giganti, non sono altro che i risultati di quelle ricerche.
Il progetto verrà gestito dalla GCDT (Global Crop Diversity Trust), una organizzazione
fondata dalla FAO (Food and Agriculture Organisation) e dalla Bioversity International (in
precedenza, International Plant Genetic Research Institute), una filiazione del CGIAR. Il
consiglio d''amministrazione del GCDT, che ha sede a Roma, è presieduto da Margaret
Catley-Carlson, una canadese che fa anche parte del comitato consultivo del Group Suez
Lyonnaise des Eaux, una delle più grandi aziende private mondiali del settore idrico. Fino
al 1998, è stata anche presidente del Population Council, con base a New York,
un''organizzazione creata nel 1952 da John D. Rockefeller per promuovee il programma
eugenetico della famiglia Rockefeller con la scusa della "pianificazione familiare", dei
mezzi contraccettivi, della sterilizzazione, e del "controllo della popolazione" nei paesi in
via di sviluppo.
Tra gli altri membri del consiglio di amministrazione del GCDT troviamo: Lewis Coleman,
ex dirigente della Bank of America e attualmente capo della Hollywood DreamWorks
Animation, che dirige anche il consiglio di amministrazione della Northrup Grumman
Corporation (una delle più grandi industrie belliche statunitensi appaltatrice del
Pentagono); Il brasiliano Jorio Dauster, che è anche presidente del consiglio di Brasil
Ecodiesel ed è stato ambasciatore del Brasile presso l'Unione Europea e capo
negoziatore del debito estero per conto del Ministero delle Finanze del suo paese. Dauster
è stato inoltre presidente dell''Istituto Brasiliano per il Caffè e coordinatore di un progetto
per la modernizzazione del sistema brevettuale brasiliano, incarico che comporta tra l'altro
la legalizzazione dei brevetti sui semi geneticamente modificati, che fino a poco tempo fa
vietata dalle leggi del paese; Cary Fowler, il direttore esecutivo del fondo, ex-consigliere
senior del direttore generale di Bioversity International, dove rappresentava i Future
Harvest Centres del CGIAR nei negoziati sull'International Treaty on Plant Genetic
Resources. Negli anni '90 ha diretto l'International Program on Plant Genetic Resources
della FAO, adottato da 150 paesi nel 1996. È stato anche membro del National Plant
Genetic Resources Board statunitense e del comitato dei garanti dell''International Maize
and Wheat Improvement Center in Messico, un altro progetto della fondazione Rockefeller
e del CGIAR; l'indiano Mangala Rai, segretario del DARE (Department of Agricultural
Research and Education) indiano, e direttore generale dell''ICAR (Indian Council for
Agricultural Research), che è anche membro d''amministrazione dell''IRRI (International
Rice Research Institute). della fondazione Rockefeller, che ha promosso il primo grosso
esperimento sugli OGM a livello mondiale, il super acclamato "riso d'oro" che risultò un
fallimento. Tra i donatori, o angeli finanziari, del Global Crop Diversity Trust, oltre alle
fondazioni Rockefeller e Gates e i giganti dell''OGM DuPont e Syngenta, figura anche
l'United States Agency for International Development (USAID), l'agenzia per l'aiuto allo
sviluppo del dipartimento di stato americano, da sempre attivamente pro OGM.
Ad utlizzare la banca di semi saranno in pimo luogo i giganti mondiali dei brevetti OGM,
Monsanto, DuPont, Syngenta e Dow Chemical, i giganti mondiali dei brevetti di OGM.
icordiamo che, dagli inizi del 2007, la Monsanto e il governo statunitense posseggono il
brevetto mondiale della tecnologia "Terminator", o GURT (Genetic Use Restriction
Technology), grazie alla quale un seme commerciale brevettato si "suicida" dopo il primo
raccolto, il ché assicua alle aziende private del biotech un controllo totale che si
accompagna a quello sulla catena alimentare, poiché obbliga i contadini a rivolgersi ogni
anno alla Monsanto, o a un altro fornitore di semi OGM, per comprare nuovi semi per il
riso, la soia, il grano, il frumento o qualsiasi altro tipo di raccolto di cui abbiano bisogno per
sfamare la popolazione. Se riuscissero a diffondere il Terminator a scala mondiale,
potrebbe bastare un decennio o poco più per trasformare la maggior parte dei produttori
alimentari in nuovi servi feudali, schiavi di tre o quattro gigantesche aziende di semi.
Aziende che hanno sviluppato e diffuso nuove sostanze quali la diossina, i PCB, l'Agente
Arancio, che hanno nascosto per decenni le prove evidenti delle conseguenze
cancerogene e degli altri severi danni per la salute umana legati all'uso di sostanze
chimiche tossiche, che hanno insabbiato accurati rapporti scientifici sul fatto che il
glifosate, ingrediente essenziale dell'erbicida Roundup della Monsanto, il più diffuso al
mondo e legato all''acquisto della maggior parte dei semi ingegnerizzati geneticamente, è
tossico quando si riversa nell'acqua potabile (la Danimarca ha bandito il glifosate nel 2003,
quando venne confermato che aveva contaminato le falde acquifere del paese).
La diversità conservata nelle banche dei semi genetiche è la materia prima per la
riproduzione delle piante e per una grande quantità di ricerche biologiche di base. Varie
centinaia di migliaia di campioni vengono distribuiti ogni anno proprio per questo scopo. La
FAO elenca circa 1.400 banche di semi in tutto il mondo, in buona parte gestite dal
governo statunitense, ma anche da Cina, Russia, Giappone, India, Corea del sud,
Germania e Canada. Il CGIAR gestisce una catena di banche dei semi in centri selezionati
in tutto il mondo; controlla la maggior parte delle banche di semi private, dalle Filippine alla
Siria e al Kenia. Complessivamente, le banche di semi posseggono attualmente oltre sei
milioni e mezzo di varietà di semi, quasi due milioni dei quali "diversi".
Secondo il professor Francis Boyle, che stese il progetto di Biological Weapons Anti-
Terrorism Act del 1989 varato dal Congresso americano, ed è autore del libro "Biowarfare
and Terrorism", il Pentagono sta "adesso attrezzandosi per combattere e vincere la guerra
biologica" nel quadro delle due direttive strategiche nazionali di Bush adottate, come lui
stesso sottolinea, "senza conoscenza e esame pubblico" nel 2002. Boyle aggiunge che
nel solo periodo 2001-2004 il governo federale ha speso 14,5 miliardi di dollari per lavori
civili legati alla bioguerra, una somma stupefacente. Nel contesto del progetto
"BioSchield", il Dipartimento per la Sicurezza della Patria (Homeland Security) sta
spendendo 5600 milioni di dollari per lo stoccaggio di vaccini e medicinali contro l’antrace,
il vaiolo e altri agenti del bioterrorismo. Il progetto ha subito ritardi e difficoltà operative,
ma, il 12 dicembre 2006, il Congresso ha adottato una legge che destina un preventivo di
1000 milioni di dollari al finanziamento di tre anni di ricerche supplementari nel settore
privato. Boyle afferma che gli attacchi realizzati nell’ottobre del 2001 mediante lettere
contaminate con antrace indirizzate ai senatori democratici Thomas Daschle e Patrick
Leahy provano che gli Stati Uniti dispongono di antrace utilizzabile per usi militari.
Richard Ebright, biologo della Rutgers University, stima che oltre 300 istituti scientifici e
circa 12.000 persone abbiano attualmente accesso negli Stati Uniti a patogeni adatti alla
guerra biologica. Esistono 497 finanziamenti del NIH americano per ricerche nel campo
delle malattie infettive potenzialmente utilizzabili nella guerra biologica, ovviamente
giustificate come difesa contro possibili attacchi terroristici, oggi tanto di moda.
Molti fondi del governo spesi per la ricerca sulla guerra biologica sono destinati
all''ingegneria genetica. Jonathan King, professore di biologia al MIT, sostiene che "la
crescita dei programmi bioterroristici costituisce un grave pericolo emergente per la nostra
stessa popolazione", e aggiunge che "anche se questi programmi vengono sempre definiti
difensivi, nel caso delle armi biologiche i programmi di difesa e offesa coincidono quasi
completamente".
Rapporto Greenpeace
EFSA
CGIAR
Project BioShield
http://www.banterminator.org
OGM APOCALYPSE 2