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Padre John Navone (un gesuita americano) sulla Civilt Cattolica (16 febbraio 2008) ha scritto un interessante articolo su Il nazionalismo americano. Egli spiega che il nazionalismo americano diverso da tutti gli altri, perch di matrice ideologica. La sua una storia separata, che non accetta paragoni con altri, e per questo stata la pi nazionalista tra le nazioni importanti che ribadisce costantemente la sua superiorit su tutti gli altri (pagina 349). Egli continua la rivoluzione americana ebbe un notevole influenza sulla successiva rivoluzione francese (ivi). Onde, sfata il mito dei teocon italiani (Pera, Ferrara, Introvigne, Respinti), i quali ci vorrebbero presentare una rivoluzione anglo-americana conservatrice, sostanzialmente diversa da quella francese. Mentre la loro differenza solo accidentale o qualitativa, quanto al grado pi o meno radicale del loro modus operandi. Lo stesso dicasi della massoneria anglo-americana e di quella latina, esse, pur essendo distinte quanto al modo di agire con maggiore o minore radicalit, sono essenzialmente eguali quanto alla natura della filosofia immanentistica, che lanima di ogni massoneria, sia latina che anglo-americana. Anzi, il gesuita americano, spiega - onestamente - che la rivoluzione americana era fondata su principi che costituirono il fondamento delle grandi idee politiche dellepoca (SetteOttocento), quelle dellilluminismo: gli uomini sono eguali, e lo scopo dei governi di assicurare gli inalienabili diritti delluomo, ottenendo il consenso di coloro che da essi sono governati (pagina 350). Onde anche la gloriosa rivoluzione americana (come la chiamano i nostrani spaghetti-cons) illuminista e non solo sensista o empirista, egualitarista, liberale e praticata sub specie di fratellanza (libert, egalit et fraternit), come quella francese, tranne la maggior compostezza, freddezza o aplomb anglosassone, rispetto a sangue caldo latino (1). Tuttavia, come spiega il gesuita, errerebbe chi volesse negare ogni radicalit nella rivoluzione o ideologia americanista. Infatti, lidea americana allepoca (Sette-Ottocento) era radicale e continua anche oggi ad avere implicazioni radicali (pagina 351). LAmerica dal protestantesimo-calvinista iniziale si spinta sempre pi verso il secolarismo e il materialismo, il test di mercato per i valori, uneducazione non direttiva (), e pi recentemente lo sforzo di adottare un sistema sociale multiculturale e multirazziale. Tutte scelte di natura ideologica (ivi). Dopo la guerra civile tra nordisti e sudisti (1865) il nazionalismo americano si spinse verso loceano Pacifico, esso si manifest in pieno nei confronti dellimpero spagnolo nel 1898: questo fu distrutto in una sola notte (), con la conquista da parte degli americani dei principali possedimenti spagnoli dei Carabi e nelloceano Pacifico: Cuba, Portorico, Wake Island e le Filippine. Furono annesse anche la Hawai (pagina 354). Tale espansionismo, nota il gesuita, era sostenuto dallideologia del darwinismo sociale, () secondo cui lespansione nazionale in Europa era sempre avvenuta perch la razza era una grande razza (ivi). Woodrow Wilson (+ 1921) riteneva che le virt americane non abbiano paragone () e rappresentino un forma del pi alto grado di perfezione della societ umana. (). Tale assunto si fonda sul convincimento che tutto ci che
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accaduto nel passato era finalizzato alla realizzazione di questa societ, che () migliore di qualsiasi cosa esistita prima (pagina 355). Tale politica estera, che caratterizz linflusso americano in Europa dopo la prima guerra mondiale, trov la resistenza di Germania, Spagna, Portogallo, Italia e Giappone, che vennero annientate dallAmerica col secondo conflitto mondiale (2). Essa continu e si accentu dopo la seconda grande guerra e trov, in Europa, lopposizione solo della Francia di De Gaulle. Questa politica estera espansionistica, era supportata dallideologia protestantica del XIX secolo, chiamata Vangelo sociale, essa sosteneva che lessere umano sconfigge progressivamente il male man mano che la natura umana progredisce, e implicava che negli USA, grazie ai meriti delle istituzioni politiche, la natura umana stava raggiungendo un livello di perfezione pi rapidamente che altrove. Di conseguenza lAmerica aveva il dovere di estendere i benefici di tale sistema (ivi). Addirittura lo storico Cambridge H. Butterfield chiamava questa, linterpretazione liberale della storia, bench sia facilmente identificabile nella sua forma naturalizzata americana, secondo la quale tutta la storia aveva come punto di arrivo la nascita degli USA e della societ americana (ivi, nota numero 4). Questo ultimo asserto ha caratterizzato lideologia e la prassi dellamministrazione Bush jr e dei teocons, che hanno voluto esportare la democrazia americana anche in Medio Oriente, iniziando dallIraq, ma hanno dovuto fermarsi e accusare una cocente sconfitta, simile a quella del Vietnam. Padre John Navone scorge nel Vangelo sociale americanista un influsso del millenarismo, premillenarismo e dello gnosticismo (pagina 356). Non a caso il neo presidente americano ha citato, nel suo discorso programmatico dellautunno 2008 durante la campagna elettorale per le presidenziali, Gioachino da Fiore. Il padre gesuita conclude Gli USA contemporanei sono figli della guerra del Vietnam, prodotto dellottimismo liberale e della fede nel valore universale dei princpi democratici americani, () il governo statunitense aveva la piena fiducia di insediare in Asia la democrazia in contrapposizione al comunismo (pagina 360). Tale convinzione, scossa dalla sconfitta nel Vietnam, si rifatta viva, pin piano, con lamministrazione Reagan e Bush senior, per scoppiare - con forte radicalismo e aggressivit sotto linflusso dei teocons, con lamministrazione Bush jr. che ha dovuto, per, constatare la non infallibile applicabilit della democrazia americana nel mondo intero, specialmente asiatico e arabo. Le tre forme di governo   Oggi (grazie al dominio americanista in Europa dal 1945) va di moda - nel Vecchio Continente - presentare la democrazia come lunica forma di governo lecita. Tuttavia, lesperienza ultima (2003-2009) e il pensiero dei filosofi, dei Padri, dei Dottori della Chiesa e del suo Magistero,
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Villa Certosa Tempio massonico Egregio direttore, invio il link del settimanale l'Espresso sull'archittura massonica di Villa... A proposito di gasdotto Caro direttore, non ero intenzionato a farlo ma quando ho letto l'articolo della stampa... ...la solita CEI!! Carissimo Direttore, "more solito", la Cei ha perso una occasione per stare... Nuova influenza e Vaccini Caro Direttore, Vista la sua grande abilita' nel trovare notizie e collegare i puntini... cosa... Dicotomie tra Sultanati e sorrisi... Buongiorno Direttore, si so che non nulla di nuovo sotto il sole, anche se tropicale,... Perasto, Dalmazia 23 agosto 1797 Egregio Direttore, Mai come in questo caldo agosto sono stati usati termini come patria,... Protocollo di KYOTO Caro Direttore, sotto questa cappa di calore, mista ad un'umidit elevata - che da...
non questo; basti citare San Pio X che condanna la tesi del Sillon secondo cui: Solo la democrazia inaugurer il regno della perfetta giustizia - e continua - non questa una ingiuria alle altre forme di governo...? (3). Ma Socrate (come Ges), ad esempio, fu una vittima innocente di una maggioranza (cinquecento giudici) che sbagli a giudicarlo e a condannarlo a morte, galvanizzata e forse impaurita dai demagoghi che lo travolsero ricordando minacciosamente che il volere del popolo al di sopra della legge, e gridando qui si vuole impedire al popolo di fare quello che vuole!. In un processo politico o alle idee, nella famosa e rinomata democrazia ateniese. Secondo Platone ci era dovuto al fatto che in democrazia tutti si alzano a dir la loro, operai, contadini, commercianti demagoghi e filosofi; ed proprio per questo che San Tommaso e gli scolastici insistono sul fatto che nella politea non la massa a governare ma i buoni cittadini o la sanior pars civitatis. Il diritto e la verit non sono una cifra. La Bibbia insegna che il numero degli stolti infinito. Specialmente ora, quando gli odierni movimenti... conseguono la maggioranza... attraverso una vasta, capillare ed efficace diseducazione di massa resa possibile nella societ cosiddette avanzate... dalla potenza, oggi illimitata, degli strumenti di comunicazione e di manipolazione delle menti (4). Il fondamentalismo democratico... indica larrogante uso di una parola (democrazia)... e, insieme, lintolleranza verso ogni altra forma di organizzazione poltica che non sia il parlamentarismo (5). Le odierne democrazie sono guidate da lobby o lites di carattere essenzialmente oligarchico e snob, guidate da intellettuali-banchieri-finanzieri come, ad esempio avvenuto in Italia, con Mattioli e Cuccia (6). San Tommaso, contrariamente al Sillon, insegna che le forme di governo sono tre (monarchia, aristocrazia e politea) e non una sola: la democrazia (che una degenerazione della politea). Al contrario per Maurras lunica forma di governo la monarchia, il che non corrisponde alla dottrina cattolica e alla retta filosofia. Per lAquinate la prima forma di governo la monarchia (governo di uno solo); essa pu degenerare in tirannia. La seconda laristocrazia (governo dei migliori) che pu degenerare in oligarchia (tirannia di pochi). La terza la polita o politia (governo della moltitudine o dei cittadini) o timocrazia (governo in cui le cariche sono assegnate in base allonore (tim) che tutti possono avere, anche i semplici cittadini), la quale pu degenerare in democrazia (tirannia del popolo); oggi, tuttavia, al posto di politia o timocrazia prevalsa la parola democrazia (che anticamente aveva in s una valenza negativa) che pu degenerare in demagogia. La miglior forma di governo
  In s la monarchia, ma quoad nos gli scolastici preferiscono il regime misto delle tre forme di governo, data la malizia delluomo, ferito dal peccato originale, e che facilmente portato a degenerare. San Tommaso scrive Est etiam aliquod regimen ex istis comixtum, quod est optimum. (Vi un certo regime, che un misto di queste tre forme, il quale il migliore) (7). E ancora: La miglior forma di potere bene temperata dallunione della monarchia, in cui comanda uno; e dellaristocrazia, in cui governano i migliori o i virtuosi; e dalla democrazia, che il potere del popolo in quanto i prncipi possono essere scelti nella classe popolare e possono essere eletti dal popolo stesso (8). Tuttavia i teologi cattolici, seguendo San Tommaso, precisano che: Quando gli ebrei chiesero un re - scrive San Roberto Bellarmino - Dio si dispiacque; pur tuttavia permise che si scegliessero a sorte un re. Perci Dio (I libro dei Re), in molti modi dichiar che non gli era piaciuta la richiesta del popolo di aver un re, come lo avevano gli altri popoli... Poi, per far recedere il popolo da questa richiesta, comand a Samuele di preannunciare il... giogo pesante che i re erano soliti imporre ai loro popoli... Tutte queste parole della Sacra Scrittura hanno lo scopo di far capire al popolo che non vantaggioso avere un re, come i gentili; avendo avuto essi, per il passato, giudici scelti... da Dio... Poich, tuttavia, il popolo persisteva per avere un re, Samuele diede loro il re Saul (...). Saul, che da privato cittadino era il migliore, diventato re, divenne il peggiore... Poi Davide, prima di salire al trono, non volle mai recare alcuna offesa a Saul a lui nemico... Diventato re, uccise un soldato... e commise adulterio con la moglie. Tuttavia fece sincera penitenza e ritorn in grazia di Dio. Salomone, uomo allinizio buono, nella vecchiaia ador gi idoli e la sua salvezza eterna fu in pericolo (...). Di conseguenza, chi tanto cieco da non vedere quanto sia pericoloso il governo del re ed anche dei prncipi assoluti? (9). Onde ogni buon regime deve esser misto e radicato nel principio del popolo-canale, che trasmette compiti e funzioni di governo ad uomini atti, preparati ed onesti (i migliori); mentre nel vertice, la suprema unit di governo, appartiene ad un uomo prudente e maturo (il monarca). San Tommaso ritorna pi volte sullargomento e precisa: Secondo Aristotele, 8 Etica, cap 10, lect. 10, il regime in cui uno solo comanda (monarchia), pi nobile che laristocrazia, in cui comandano i migliori (10). E lAngelico continua: Nella monarchia, sebbene tutta la pienezza del potere risieda nel re, tuttavia non sono esclusi i poteri dei ministri, che sono partecipazioni al potere regio (11). Tre sono le forme di governo e altrettante le loro perversioni. La monarchia, laristocrazia,
la timocrazia: [governo in cui le cariche sono assegnate a tutti quelli che hanno un certo onore (tim) che ogni cittadino pu possedere]; oppure polita o politea: governo dei cittadini o governo cittadino. Di esse la forma migliore la monarchia, la peggiore la timocrazia (12). Inoltre: il miglior ordinamento della societ che sia governata dal re: poich tale regime rappresenta pi di tutti gli altri il governo divino, nel quale un solo Dio governa tutto il mondo sin dallinizio (13). Tuttavia lAquinate ci mette in guardia sui pericoli della monarchia, non in s, ma quanto a noi: La monarchia la miglior forma di governo (in s); se non si corrompe (quanto a noi). Ma a causa del grande potere che ha il re, facilmente la monarchia degnera in tirannia (14). Si pu concludere dicendo che se in s la miglior forma di governo la monarchia, quanto alla malizia degli uomini bene che sia temperata dallaristocrazia e dalla timocrazia. Nel De regimine principum San Tommaso spiega pi dettagliatamente che necessario che gli uomini, vivendo in societ, siano governati da qualcuno: Se naturale per luomo vivere in societ, necessario che fra gli uomini ci sia un qualcosa che governi il popolo. Infatti, quando gli uomini sono in molti, se ognuno provvedesse soltanto a ci che gli serve, il popolo si frantumerebbe nei suoi componenti, qualora non ci fosse qualcuno che si occupasse anche del bene comune; cos come il corpo delluomo si dissolverebbe, se nel corpo non ci fosse una facolt coordinatrice generale (cervello) rivolta al bene comune di tutte le membra... Se una moltitudine di uomini ordinata dal capo per il bene comune di tutti, il governo sar retto e giusto. Se invece il governo ordinato non al bene comune, ma al bene privato del capo, sar ingiusto e perverso... Perci come i pastori debbono cercare il bene del gregge, cos i governanti debbono cercare il bene del popolo loro soggetto. Dunque: se c il governo ingiusto di uno solo che cerca nel governo i suoi personali vantaggi... questo reggitore si chiama tiranno. Se poi c il governo ingiusto di diverse persone, per poche, si chiama oligarchia e questo si ha quando pochi con la ricchezza opprimono la plebe, differenziandosi dal tiranno solo per il fatto di essere in diversi. Infine, se il governo ingiusto esercitato da molti, si chiama democrazia, cio predominio del popolo (capitolo 1). Nel capitolo secondo lAngelico spiega che pi utile che una moltitudine di uomini sia governata da uno solo, piuttosto che da molti. Infatti luno per essenza, pu garantire lunit meglio di molti individui, cos come la causa pi efficace del riscaldamento quel che caldo per natura. Dunque pi utile il governo di uno solo che di molti. Ma nel terzo capitolo ci mette in guardia contro la degenerazione della monarchia: infatti, come il governo di uno solo il migliore quando giusto, cos quando ingiusto costituisce il dominio peggiore. Alla cosa migliore si contrappone quella peggiore, ne consegue che la tirannia, opposta alla
monarchia, la peggior forma di governo... Inoltre: un governo ingiusto, perch disprezza il bene comune della moltitudine, e ricerca il bene privato di chi governa. Un governo dunque tanto pi ingiusto quanto pi si allontana dal bene comune. Ora nelloligarchia, nella quale si ricerca il bene di pochi, ci si allontana di pi dal bene comune che nella democrazia, nella quale si ricerca il bene della moltitudine; e ancora di pi ci si allontana dal bene comune nella tirannia, nella quale si ricerca il bene di uno solo. Quindi il governo del tiranno il pi ingiusto. Fra i governi ingiusti dunque il pi tollerabile la democrazia, il peggiore la tirannide. Nel capitolo sesto, infine, scrive che la monarchia in s il governo migliore, ma pu degenerare e diventare il peggiore, allora bene che essa sia temperata da unaristocrazia e da una certa politea: Dal momento che si deve preferire il governo monarchico, essendo il migliore, e che pu avvenire che si muti nella tirannia che il peggiore... perci bisogna temperare il potere del re in modo che difficilmente possa mutarlo in tirannia. Se la tirannide non eccessiva, certamente pi utile sopportarla per un certo tempo, piuttosto che, reagendo, incorrere in molti pericoli pi gravi della stessa tirannide. Infatti pu succedere che quelli che si sollevano contro il tiranno siano sconfitti e cos il tiranno provocato diventer pi crudele. Ma anche dalla loro vittoria possono derivare molte gravissime discordie nel popolo: la comunit si divide in fazioni. Talvolta succede anche che, avendo il popolo cacciato il tiranno con laiuto di qualcuno, questi diventi a sua volta tiranno dopo aver preso il potere ed opprima i sudditi ancor pi pesantemente. Se poi leccesso di tirannide fosse insopportabile, secondo alcuni, toccherebbe al valore degli uomini migliori e forti uccidere il tiranno ed esporsi al pericolo della morte per la liberazione del popolo. Sarebbe pericoloso per il popolo e per i suoi governanti, se arbitrariamente si potesse attentare alla vita di coloro che governano, sia pure tiranni (...). Risulta quindi che contro la crudelt dei tiranni si deve procedere non secondo larbitrio di qualcuno, ma per mezzo della pubblica autorit. Se alla comunit spetta scegliersi il re, esso pu essere destituito e i suo potere frenato dalla comunit stessa, se adopera il potere tirannicamente (15). Nel Commento alla politica di Aristotele lAngelico spiega meglio il concetto di Polita. Essa una forma di governo che conserva lordine pubblico, lesecuzione delle leggi e la tranquillit dello Stato ed amministra la giustizia tramite i magistrati e i loro ministri, ossia i militari che oggi si chiamano anche Polizia. Onde la Politia il governo dei magistrati, mentre la democrazia il governo della massa informe e quindi una degenerazione della Polita. Gli antichi romani dicevano: Aggiungi lindividuo e trovi il popolo, togli lindividuo e hai solo la massa; vale a dire, il popolo un insieme di persone, mentre la massa informe non , in senso stretto, popolo ma gregge. La democrazia si fonda - per Aristotele e San Tommaso sul gregge o massa, mentre la Polita sul popolo o societ di persone razionali e libere. Secondo Aristotele la Polita consiste nellequa partecipazione degli onesti cittadini al potere,
vale a dire i cittadini che non siano stati sottoposti a condanne (Politica IV, 1292 a.). In essa la sovranit risiede nella legge e non nella moltitudine e nelle sue deliberazioni (ivi). Nella democrazia (o corruzione della Polita) la legge perde la propria forza e la massa popolare diventa arbitra dello Stato. In tale regime i demagoghi (e non i migliori cittadini, come nella Polita) tengono le redini del governo, e le leggi positive come specificazioni della legge naturale (quale partecipazione della legge eterna o divina), inscritta dal Creatore nellanimo umano, (diversamente dal Giusnaturalismo di Grozio o Pufendorf, i quali fanno dipendere il diritto naturale dalluomo, privandolo cos delle basi oggettive e stabili) non sono pi sovrane, ma dipendono dal capriccio del popolo (che diventa dispotico) e dalla scalata sociale dei demagoghi e degli adulatori. La Polita una via di mezzo tra due vizi (leccesso o oligarchia e il difetto o democrazia), che si fonda sulla classe media e non sulla massa o sullaristocrazia. In essa la partecipazione degli onesti cittadini alla vita politica la pi vasta e intensa possibile, ogni valido cives deve poter partecipare (se capace) allesercito, alla magistratura e al governo (16). Conclusione   La crisi attuale, che attanaglia America ed Europa, non pi soltanto intellettuale e morale, ma diventata economica, sociale e persino bellica. Sembra che il Nuovo Mondo - nato dalle macerie della Vecchia Europa - fondato su il primato della democrazia moderna stia per dissolversi, dopo aver toccato il suo apice (11 settembre 2001). Lalternativa o la distruzione totale o il ritorno ai principi che hanno fatto grande il mondo, i quali sono quelli nati nellarea mediterranea e sviluppatisi nella Grecia classica e nella Roma antica, per essere perfezionati dalla Cristianit europea: patristica, scolastica e canonistica civile/ecclesiastica. Sapr lEuropa ritornare alle sue fonti e far rivivere le sue radici? Solo Dio lo sa, noi non possiamo che aspettare il compimento dei tempi, secondo il piano prestabilito dalla Provvidenza.  Per gentile concessione di don Curzio Nitoglia
1) Questi stessi princpi portarono lAmerica nel 1917 a salutare la rivoluzione di ottobre in Russia (). Sette giorni dopo labdicazione dello zar, gli USA furono il primo Paese a riconoscere il nuovo governo russo di Aleksadr Kerensky (). Ma quando i bolscevichi
presero il potere (), questa volta gli USA furono lultima potenza a riconoscere il nuovo governo. Lostilit degli USA nei confronti di bolscevichi dipendeva molto dal fatto che lURSS minacciava di prendere il posto degli USA allavanguardia della storia (pagina 357). Come si vede la questione dellanticomunismo di principio, ideologico e teologico, americano, una delle invenzioni dei teocons. La risposta degli USA fu di affermare che la rivoluzione bolscevica era una falsa rivoluzione, che usurpava la vera rivoluzione democratica (ivi). 2) Nei primi due anni della prima guerra mondiale, come potenza neutrale, gli USA si considerarono unici e al di sopra delle parti, moralmente diversi, custodi dei sani e giusti valori del tempo di pace (). Tuttavia, tale convinzione della superiorit morale americana, a partire dal 1917, fu trasformata in una campagna volta ad annientare i signori della guerra tedeschi, grazie alla guerra che avrebbe messo fine alla guerra (pagina 356). 3) Notre charge apostolique, 25 agosto 1910. 4) L. Canfora, Critica della retorica democratica, Laterza, Bari, 2002, pagine 13-14. 5) Ibidem, pagina 17. 6) Confronta anche S. Gerbi, Raffaele Mattioli e il filosofo domato, Einaudi, Torino, 2002. 7) S.T., I-II, q. 95, a. 4. 8) S.T., I-II, q. 105, a. 1, in corpore. 9) R. Bellarmino, Il dovere del principe cristiano, Morcelliana, Brescia, 1997, pagine 223225. 10) S.T., Suppl., q.37, a.1, 3um. 11) Ibidem, ad 3um. 12) S.T., II-II, q.50, a.1, 2um. 13) S.T., I-II, q.105, a.1, 2um. 14) Ibidem, ad 2um. 15) De regimine principum, 16. 16) Confronta R. Spiazzi, Enciclopedia del pensiero sociale cristiano, ESD, Bologna, 1992, pagine 54-57.
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