Sei sulla pagina 1di 23

RENATO ALTERIO

EIA, EIA, ALALA'

NOTE SUL FASCISMO

Il Movimento Fascista, ossia i Fasci di Combattimento furono

fondati da Benito Mussolini il 23 marzo 1919. E siccome chi ben comincia alla met dell'opera la prima mascalzonata che fecero i gruppi fascisti fu l'incendio dei locali del giornale socialista "Avanti!". Poi, non contenti, durante il governo Giolitti, i Fasci di combattimento adottarono una struttura paramilitare tipo quella che avrebbe voluta l'attuale lega come braccio armato per fare la secessione e formarono le Squadre d'Azione. Squadre che erano n pi e n meno che nuclei armati nati allo scopo di combattere gli oppositori socialisti. Se oggi in Lombardia in uso la camicia verde allora invece il fascismo adott la camicia nera. E, visto che c'era, adott anche il saluto romano a braccio teso e il grido di battaglia eia eia alal. Lo scopo dichiarato dai fascisti, al servizio della classe padrona, era quello di azzittire il movimento operaio che rivendicava i suoi diritti, di rovesciare le amministrazioni comunali di sinistra ed eliminare i sindacati. Tutto compreso, prendere o lasciare. La prima bravata degli squadristi fu l'attacco alla sede del comune di Bologna dove, il 21 novembre 1920, si stava insediando un governo socialista. I fascisti avevano libert di azione, tutto era a loro tacitamente consentito perch godevano della complicit della forza pubblica. Nel novembre dell'anno 1921 il Movimento Fascista si trasform nel Partito Nazionale Fascista (PNF). Ecche qu direbbe oggi Pappagone, la frittata pronta.

LA MARCIA SU ROMA

"A Roma, a Roma. Roma o morte!" - 27 ottobre 1922

Con uno spirito estremamente bellicoso e con un atteggiamento di salvatori della Patria ( dei padroni ) i fascisti che ormai spadroneggiavano a destra e a manca a loro piacimento decisero che era arrivato il momento di marciare su Roma. E la marcia part, part da Milano e, per renderla pi spedita, senza che nessuno li ostacolasse si impadronirono prima, lungo il percorso, di uffici postali e telegrafici ( allora non c'era il telefono ), occuparono le stazioni ferroviarie dando cosi alle loro squadracce la possibilit di "marciare" da Milano a Roma comodamente in treno. Cos scritto nelle cronache di quei tempi. Ma poi chi trovarono quando arrivarono a Roma? Chi l'avrebbe mai previsto! Nientedimeno che il Re Vittorio Emanuele III che li stava aspettando a braccia aperte e che si rifiut di firmare lo stato d'assedio non avendo intenzione di fare nulla e tanto meno di fare intervenire il Regio Esercito a difesa dell'ordine costituito. Ci malgrado Mussolini, da parte sua, rimase furbescamente a Milano in attesa dello sviluppo degli eventi e solo quando seppe che tutto stava andando per il meglio si decise a raggiungere Roma viaggiando in vagone letto. Petto in fuori, pancia in dentro, mascella serrata, si present al Re il 28 ottobre 1922 ed ottenne in regalo da Sua Maest l'incarico di formare un nuovo governo. Soddisfatto e ringalluzzito Mussolini non perse tempo ed il governo lo form il 30 ottobre 1922. La Camera gli vot la fiducia con 306 voti favorevoli, 116 contrari e 7 astenuti.
3

LE LEGGI SPECIALI

Il 23 luglio 1923 Mussolini, ormai padrone della scena, pens bene di adottare una legge elettorale ( da far impallidire il Porcellum di Calderoli ) tale da permettergli in futuro il controllo del Governo. Quel porcellum ante litteram prese il nome di "legge Acerbo" il Calderoli dell'epoca. Quella legge prevedeva che la lista che avesse ottenuto almeno il 25% dei voti avrebbe avuto diritto ai due terzi dei seggi in parlamento come premio di maggioranza. ( Ed allora come fanno i Leghisti a dire che non hanno nulla in comune con il fascismo? ) Tuttavia poich la legge Acerbo doveva essere approvata dalla Camera e per farla approvare serviva il voto decisivo dei deputati del Partito Popolare di don Luigi Sturzo, Mussolini ottenne l'assist del Vaticano. curioso il fatto che allora come oggi, come sempre, a risolvere certi problemi del potere secolare ci pensa la Santa Sede la quale impose al suo sacerdote di ritirarsi dalla politica. La legge quindi fu approvata il 23 luglio 1923. Don Sturzo, a quel punto, umiliato ed offeso, ritenne di doversene andare in esilio. Ritorn in Italia solo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Ormai i giochini di potere di Stato e Chiesa erano fatti a regola d'arte e perci, alle elezioni del 6 aprile 1924, la lista di coalizione del governo nella quale c'erano oltre ai fascisti anche elementi della classe dirigente reazionaria ottenne il 65% dei voti e 374 deputati dei quali 275 erano iscritti al Partito Fascista. A quel punto Mussolini, diventato Duce del Fascismo, pot impunemente sopprimere le libert politiche e tanto perch

poteva far quel che voleva promulg leggi in virt delle quali la sua divenne una dittatura: 1) Al Capo del Governo si attribuirono poteri assoluti. 2) Ogni pubblicazione venne assoggettata al controllo politico. 3) Divenne illegale qualsiasi dissenso politico, venne istituito un tribunale speciale,venne ripristinata la pena di morte. Un esempio dell'effetto della applicazione delle suddette leggi quello che si riferisce a quel che accadde ad alcuni studenti del Liceo Scientifico della citt dell'Aquila. Quegli incauti studenti avevano osato criticare il regime fascista in un compito in classe e solo per questo furono espulsi da tutte le scuole del Regno. Geniale no? Queste forse erano, secondo Berlusconi, le cose buone del fascismo. Ma, detto ci, torniamo al Duce. Sistematosi a dovere in cima alla piramide del potere, il Duce, mentre il Re se ne stava a guardare e plaudiva, dette sfogo alla sua fantasia e creativit mettendo in piedi un formidabile apparato di sostegno al suo regime attraverso organizzazioni come: l'Opera Nazionale Balilla (ONB), quella della Giovent Italiana del Littorio (GIL), i Gruppi Universitari Fascisti (GUF), quello delle Massaie Rurali e dei Fasci Femminili, quello dell'Opera Nazionale Dopolavoro. Tutte organizzazioni finalizzate all'indottrinamento del credo fascista ed alla formazione delle coscienze tramite il plagio delle menti. Il suo esibizionismo raggiunse il culmine quando, nel giugno del 1925, fu lanciata la "battaglia del grano" durante la quale le foto del Duce che trebbiava il grano a torso nudo divennero il simbolo

della vigoria del Duce. Bel colpo per il figlio di un fabbro e di una maestra!

I PATTI LATERANENSI

L'anno 1926, il V dell'era fascista, fu l'anno dell'inciucio dei Patti lateranensi fra lo Stato fascista e la Chiesa cattolica Cesare e Dio cercarono un accordo che delimitasse i loro rispettivi poteri e diritti. Iniziarono a trattare nell'estate del 1926 e conclusero le trattative l'11 febbraio 1929 con la firma dei Patti Lateranensi ossia del Concordato fra Stato e Chiesa. I punti salienti dell'accordo furono che: -La Santa Sede riconosceva lo Stato Italiano ponendo fine alla questione romana e lo Stato Italiano riconosceva la sovranit

della Santa Sede sul territorio di Citt del Vaticano e su altri particolari edifici; - Lo Stato Italiano si impegnava a corrispondere alla Santa Sede una cospicua somma a risarcimento dei territori persi con l'annessione dello Stato Pontificio al Regno d'Italia; -.Si definivano i diritti della Chiesa in Italia elevando la religione cristiana cattolica a religione di stato e si limitavano i diritti degli altri culti. In occasione della firma dei Patti Lateranensi Il Papa Pio XI, si espresse cos:
Dobbiamo dire che siamo stati anche dall'altra parte nobilmente assecondati. E forse ci voleva anche un uomo come quello che la Provvidenza ci ha fatto incontrare: un uomo che non avesse le preoccupazioni della scuola liberale... dunque con profonda compiacenza che crediamo di avere con esso ridato Dio all'Italia e l'Italia a Dio.

Mussolini dunque fu elevato dal Papa al rango di uomo della Provvidenza. Ma in verit la Provvidenza non ci entrava per niente perch a sbagliarsi non fu lei ma furono i suoi rappresentanti sulla terra. Ma come poteva la Divina Provvidenza scegliersi un uomo che fu l'artefice di tragici esiti come quelli della campagna di Russia? Ma di questo ci occuperemo in seguito. Per ora possiamo tranquillamente affermare che la Conciliazione, come si usa chiamarla, regal alla Chiesa la Citt del Vaticano ed al fascismo l'appoggio entusiastico di tutto l'apparato ecclesiastico. Cesare e Dio si erano sposati ed avevano fatto la pace nel comune interesse. Ma la farsa non era finita l perch non vero che c' libero Stato in libera Chiesa poich la Chiesa libera ma lo Stato no. Tuttavia l'inciucio fra Stato e Chiesa continua ancora oggi e continuer sempre. Una
7

volta assodato ci proseguiamo con la descrizione degli eventi. Il 24 marzo 1929 si svolsero le prime elezioni del regime fascista e fu quasi un plebiscito grazie agli imbrogli, alla minaccia dell'olio di ricino ed alle violenze verso i dissidenti. L'affluenza alle urne fu quasi del 90%, per la privacy delle urne fu abbondantemente violata perch gli scrutatori nominati dal regime, aprivano impunemente le schede elettorali appena votate e se il voto non corrispondeva alle richieste del Duce le squadracce fasciste si vendicavano con violenze e con la somministrazione dell'olio di ricino. A causa di quei canaglieschi interventi i s furono 8.506.576, mentre i no furono solo 136.198. Il Fascismo dell'olio di ricino aveva vinto, con le buone o con le cattive, ed aveva raggiunto il suo scopo, si era ormai saldamente appropriato dello Stato Italiano. Con quale spirito? Pronti a tutto, pronti ad uccidere, pronti a morire, chi se ne frega della brutta morte cantavano a squarciagola! "Noi, ieri come oggi ed oggi come domani, quando si tratta della Patria e del Fascismo, siamo pronti ad uccidere come pronti a morire" Mussolini- Roma, 28 gennaio 1924

L'AVVENTO DEL NAZISMO

Mentre in Italia erat Mussolini in Germania stabat Adolf Hitler, due lupi mannari per due popoli di pecore. Hitler era nato in Austria da una famiglia povera per lui, farneticando, farneticando, nel 1925 scrisse il Mein Kampf un trattato che rispecchiava l'Adolfo pensiero e lo propose al popolo tedesco
8

come suo manifesto politico. In quell'opera Hitler mise nero su bianco le proprie cervellotiche teorie sostenendo che la razza ariana, ossia quella germanica, era destinata a prevalere su tutte le altre. Insomma poneva, ber alles, una questione di razza. curioso il fatto che l'idea di razza speciale sia stata ripresa oggi dalla estemporanea Lega Nord in Italia con il nome di razza padana. Come si pu quindi constatare le idee malvagie non muoiono mai. Secondo Hitler, in particolare, l'ebreo come tale doveva essere considerato come il peggiore nemico da combattere perch, secondo lui, gli ebrei erano da sempre dediti a professioni molto remunerative come quelle dei: banchieri, orefici, strozzini, eccetera. Erano quindi loro quelli che avevano la colpa di tutti i mali che stavano accadendo allora in Germania. Naturalmente in concorso con i bolscevichi. Mussolini, da parte sua, si premur di associare il suo pensiero a quello di Hitler e perci si ritrovarono tutti e due ad avere come nemici comuni i socialisti gli ebrei ed i bolscevichi. All'armi, siam fascisti, terror dei comunisti! Cantavano. Mentre Mussolini cre in Italia il Partito Nazionale Fascista Hitler non fu da meno e si dedic alla ricostituzione in Germania del Partito Nazionalsocialista ( non facciamoci ingannare dal nome ) attribuendogli una gerarchia con alla testa del Partito il Fhrer, cio egli stesso, invece ogni regione si becc il suo Gauleiter dal quale dipendevano i funzionari minori. Il partito di Mussolini e quello di Hitler avevano in comune una struttura paramilitare, quella ariana si chiamava Sturm-Abteilung (SA) ed era guidata da un ex-ufficiale dell'esercito, Ernst Rhm. A conferma della natura reazionaria delle due strutture interviene il fatto che naturalmente anche i nazisti come i fascisti erano appoggiati
9

dagli industriali dell'epoca che li vedevano come uno strumento di difesa dal comunismo bolscevico. Oggi quel comunismo bolscevico non esiste pi per Berlusconi lo richiama in causa ad ogni pi sospinto in maniera strumentale. Ci detto torniamo in Germania. Nelle elezioni per il Reichstag del il 31 luglio 1932 il Partito Nazionalsocialista ottenne il 37,4% dei voti diventando il primo partito tedesco. Il 30 gennaio 1933 Hitler divenne Cancelliere del Reichstag. Il 27 febbraio il Reichstag fu incendiato e naturalmente la colpa fu data ai comunisti, e a chi senn? Questo fu il pretesto che permise ad Hitler di emanare i decreti repressivi contro le libert personali e politiche cos come aveva gi fatto in Italia Mussolini. Dopo di che, quando, nel marzo del 1933, si svolsero nuove elezioni politiche in Germania i nazisti ottennero il 43,9% dei voti. A quel punto i deputati comunisti furono tutti arrestati e quindi i nazionalsocialisti senza pi oppositori dettero luogo al famoso Terzo Reich. Tornando in Italia troviamo che negli anni Trenta la politica estera del regime fascista era di tipo espansionistico e culmin con con la guerra di Etiopia e con l'intervento in Spagna al fianco dei nazionalisti di Francisco Franco. Queste scelte incentivarono una alleanza sempre pi stretta con la Germania fino a culminare nella firma di un Patto d'Acciaio che segn la nascita dell'Asse RomaBerlino.

10

L'ESPANSIONISMO FASCISTA

Gi prima del fascismo esisteva in Italia un imperialismo nostrano che si arrogava il diritto all'espansione nel Mediterraneo mare che veniva descritto come Mare Nostrum ma i diritti erano estesi anche all'Africa ed all'Adriatico. Poi, con il fascismo al potere, le rivendicazioni dell'Italia si estesero anche ai paesi balcanici. La politica estera del fascismo fu anche uno strumento politico usato per mobilitare le masse e diffondere il Fascismo in Europa. Come conseguenza di tali presunti diritti, nel 1923, venne occupata Corf. Ma le pretese non finirono a Corf perch nel 1924, dopo aver riconosciuto l'URSS, l'Italia si accord con la Iugoslavia ottenendo la sovranit su Fiume. Tuttavia, negli ambienti politici inglesi e americani, Mussolini era visto con favore perch lo si considerava come un argine contro la minaccia comunista. Per questo motivo l'Inghilterra gli consent di predisporre anche la penetrazione italiana nell'Etiopia occidentale per mezzo della costruzione di una ferrovia tra l'Eritrea e la Somalia. Nel frattempo l'infaticabile ed insonne Mussolini si dette da fare e nel 1927 conquist l'Albania che divenne un protettorato italiano. A quei tempi la Libia era sottoposta al governatorato italiano di De Bono, (1925-28), il quale represse duramente una ribellione in seguito alla quale si pens di procedere ad una cauta colonizzazione demografica della Libia attraverso l'insediamento di coltivatori diretti italiani nella zona del Gebel. La cosa per non ebbe successo e perci il nuovo governatore della Libia Badoglio e il vicegovernatore della Cirenaica Graziani ritennero di risolvere i problemi
11

deportando la popolazione del Gebel in campi di concentramento lungo la costa. Questi avvenimenti dimostrano come l'aggressivit del regime fascista verso i deboli mostrava la sua faccia feroce. L'Italia fascista non andava tanto per il sottile con le popolazioni africane. Nel 1931 vi fu infatti persino l'esecuzione pubblica dello sceicco libico Omar-al-Mukthar. C' da chiedersi: perch, con quale diritto? Per fortuna che nelle colonie orientali del corno d'Africa Somalia ed Eritrea la situazione invece era pi tranquilla e questo permise ai nostri eroi fascisti di conquistare agevolmente i sultanati somali di Obbia e di Migurtina. Per Mussolini si proponeva di conquistare o prima o poi anche l'Etiopia e perci l'Eritrea era considerata una base strategica utile a tale conquista. Per fortuna i rapporti italo-eritrei erano buoni e perci l'Italia diede voto favorevole all'ammissione dell'Eritrea nella Societ delle Nazioni.

LA GUERRA D'ETIOPIA

Nei primi giorni dell'ottobre 1935 Mussolini, il grande dittatore, svegliandosi al mattino dopo una notte insonne decise l'aggressione dell'Etiopia. Pare che quell'invasione la decise perch gli rodeva il fatto che ad Adua, il 1 marzo 1896, un esercito di 100.000 etiopi condotti da Menelik avevano travolto un contingente italiano di 16.000 soldati guidati da Barattieri, provocando migliaia di morti e feriti. La nuova spedizione militare part come previsto dalla Somalia e dall'Eritrea. Vi furono impegnati aerei, artiglieria e mezzi corazzati. Mussolini autorizz persino l'impiego del gas asfissiante per sbaragliare le
12

truppe nemiche usando una ferocia inaudita nei riguardi delle popolazioni autoctone. Nella prima fase furono occupate le citt di Adigrat, Adua, Axum, una striscia del Tigr e Macall. Nel gennaio 1936 cominci la seconda fase: Graziani ordin un bombardamento a tappeto sul Giuba che disperse l'armata abissina. Vabb, cos si usava fare a quei tempi tanto nessuno dei fascisti se ne fregava mai della brutta morte? Specialmente di quella degli abissini. Nel febbraio successivo Badoglio sconfisse ad Amba Aradam le truppe etiopiche e in aprile, ottenuti rinforzi dall'Italia e dalla Libia, sferr l'offensiva finale. Il 5 maggio 1936 le truppe italiane del generale Badoglio entravano vittoriose in Addis Abeba, dopo aver messo in fuga il Negus, Hail Selassi. Mussolini non perse tempo e solo alcuni giorni dopo, dal balcone di Palazzo Venezia, proclam pettoruto la nascita dell'Impero Romano. Evviva, Roma tornava cos ad essere imperiale e Vittorio Emanuele III assumeva il titolo di Re e Imperatore. Tuttavia, poich l'aggressione all'Etiopia era del tutto arbitraria e per il fatto che quella nazione era membro della Societ delle Nazioni, vennero imposte all'Italia le sanzioni economiche ossia il divieto di esportare merci in Italia. Mussolini di quelle sanzioni si fece beffa inorgoglito dal fatto che grazie all'autarchia l'Italia non risent di questi provvedimenti ed all'isolamento internazionale reag rafforzando la sua alleanza con la Germania, che divenne cos l'unico paese amico dell'Italia. A parte gioc il fatto che il petrolio, indispensabile per continuare la guerra non era incluso nell'embargo ed inoltre USA e Germania non applicarono le sanzioni. Ci malgrado l'autarchia costrinse il Duce a prendere misure drastiche come quella di obbligare tutti gli italiani a donare l'oro alla Patria e persino le coppie italiane
13

furono invitate ( costrette ) a donare le proprie fedi nuziali. A quei tempi io ero un bambino e ricordo che i miei genitori, con uno stratagemma, disubbidirono a quell'ordine. Il provvedimento fu infatti accolto con disgusto dal popolo contadino ma con ostentata condiscendenza da persone come il Re e la Regina, che donarono le proprie fedi nuziali sull'Altare della Patria, e persino Benedetto Croce, noto antifascista, don allo Stato la sua medaglia di senatore. La Patria innanzitutto! Anche per Benedetto!

LA GUERRA DI SPAGNA Dopo l'Abissinia la Spagna. A quei temi la Spagna era una repubblica guidata da una coalizione di repubblicani e socialisti per gi da allora era sconvolta dalle agitazioni nazionalistiche della Catalogna e dalla rivolta sociale nelle Asturie. Per reprimerle, nell'ottobre 1934 fu incaricato il generale Franco il quale, che nel luglio 1936, organizz una insurrezione dei generali diretta contro il governo del Fronte Popolare formato da repubblicani, socialisti e comunisti, uscito vittorioso dalle elezioni. Accadde allora che al fianco della Repubblica affluirono molti intellettuali e operai anche da stati esteri, mentre a sostegno di Franco si schierarono il Vaticano e i regimi fascisti. E non poteva essere diversamente. Il contributo fascista fu determinante fin dall'inizio delle ostilit: in quanto l'aviazione italiana effettu insieme ai tedeschi un ponte aereo tra il Marocco e la Spagna, per portare in territorio spagnolo materiali e forze favorevoli a Franco. A fianco della Repubblica si schier invece l'Unione Sovietica, che invi aiuti militari e organizzo le brigate
14

internazionali. L'Italia da parte sua invi ben 70.000 uomini dell'Esercito, 4.000 uomini dell'Aviazione e alcune unit della Marina. La Germania invi la Legione Condor, il migliore squadrone da bombardamento aereo. Le truppe italiane furono determinanti soprattutto nella riconquista del nord repubblicano, e nel bombardamento di Barcellona. Alla fine Franco la ebbe vinta e gli ultimi soldati italiani furono rimpatriati dopo che la parata militare ordinata da Franco per festeggiare la vittoria era stata aperta da un battaglione di camicie nere, e chiusa dai piloti della Legione Condor. La reazione internazionale aveva vinto contro il comunismo bolscevico.

L'ASSE ROMA-BERLINO

Nell'ottobre 1936 Italia e Germania stipularono un patto che riconosceva il dominio italiano sull'Etiopia, ribadiva la lotta al bolscevismo e impegnava le due parti a collaborare economicamente: era nato l'Asse Roma-Berlino. Nel 1937 l'Italia usc dalla societ delle Nazioni, e ader anche al patto antiComintern firmato da Germania e Giappone. Mentre nel 1938, con l'Anschluss, la Germania annetteva a s il territorio austriaco l'Italia promulgava le leggi razziali contro gli ebrei adeguandosi alla dottrina del Mein Kampf. Le effervescenze del fascismo per non si fermarono qui perch la propaganda imperialistica del regime invitava a combattere ancora, questa volta contro la Francia perch rivendicava il possesso della Corsica, Nizza e Savoia. In previsione di nuove avventure belliche il 22 maggio 1939 Mussolini ed Hitler firmarono il
15

Patto d'Acciaio, politico e militare, nato per spazzare via il lassismo delle democrazie occidentali, definite "plutocratiche, massoniche e giudaiche. Il patto impegnava ciascuno dei due firmatari a schierarsi a fianco dell'altro in caso di guerra anche non preventivamente concordata.

IL FASCISMO E LA II GUERRA MONDIALE

Il 7 maggio 1936 il re confer a Mussolini la Gran Croce dell'ordine militare di Savoia, cos motivata: "Ministro delle Forze Armate prepar, condusse e vinse la pi grande guerra coloniale che la storia ricordi, guerra che egli - capo del governo del re - intu e volle per il prestigio, la vita, la grandezza della patria fascista. " Comincia cos l'et del consenso al fascismo, con una incredibile quantit di panzane del tipo: "stile imperiale", "responsabilit storiche", "costume fascista", "critica del costume borghese", "romanit", "mistica fascista","primato della fecondit", "giustificazione demografica, e quindi storica, dell'impero". Di conseguenza il 1 giugno 1937 il ministero della Stampa e Propaganda cambia nome e diventa il ministero della Cultura popolare e satiricamente Minculpop: si trattava di fascistizzare a fondo la coltura nazionale e lo spirito del popolo. Un altro patto, quello tedesco-sovietico, del 23 agosto sgomenta tutte le forze antifasciste ed apre definitivamente la strada al secondo conflitto mondiale. Mussolini esita, oscilla, proclama la "non belligeranza", da un lato prende atto della impreparazione dell'esercito italiano, dall'altro lato colpito dai successi dell'esercito tedesco, teme, in caso di molto probabile e veloce
16

vittoria tedesca, di essere escluso da ogni beneficio ("Sar una guerra di breve durata e di sicuro esito. Ho bisogno di alcune centinaia di morti per sedermi al tavolo della pace", avrebbe detto con cinismo a Badoglio, ed infine non sopporta l'idea che proprio il fascismo assuma una posizione pacifista. Il 10 giugno 1940 dichiara guerra alla Francia e all'Inghilterra, e annuncia nella solita 'adunata oceanica': "Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell'Occidente, che in ogni tempo hanno ostacolato la marcia e spesso insidiato l'esistenza del popolo italiano." In Europa gi dal 1939 si era cominciato a capire il disegno imperialistico della Germania di Hitler tutto rivolto alla espansione del territorio tedesco. Del resto dopo essersi annessa l'Austria, conquistato la Boemia e sottomesso la Slovacchia, Hitler invase la Polonia nel settembre 1939 , avendo per avuto cura di firmare prima un finto patto militare di alleanza con l'Unione sovietica di Stalin. In conseguenza di questo ulteriore atto, le potenze occidentali, Francia e Gran Bretagna, decisero che non potevano pi restare a guardare e dichiararono guerra alla Germania. Ma non per questo fecero in tempo ad impedire la l'ulteriore conquista, da parte dei tedeschi, della Danimarca e della Norvegia. Anzi, nella primavera del 1940, Hitler volse l'esercito tedesco contro la Francia, il cui esercito in poche settimane venne spazzato via. A cose quasi fatte il 10 giugno 1940, quando ormai la Francia era praticamente in mano ai tedeschi l'Italia fascista di Mussolini dichiar anche lei guerra alla Francia ed alla Gran Bretagna. Mussolini era fatto cos, agiva a rimorchio di Hitler ed arrivava sempre quando le cose erano quasi giunte a conclusione con lo scopo di potersi poi sedere al tavolo della pace a reclamare i suoi
17

presunti diritti. Hitler comunque conquistata la Francia e la Daninarca non riusc ad invadere la Gran Bretagna. Mentre tutto ci avveniva in Europa in Africa Mussolini perdeva l'etiopia che fu liberata dagli inglesi. Tuttavia volendo emulare Hitler nell'ottobre del 1940 l'Italia intraprese la conquista della Grecia. Part dalla vicina Albania gi diventata colonia italiana con la cacciata di re Zelig, ma la nuova avventura si rivel un disastro al punto che, di fronte alle disfatte militari italiane, dovette intervenire la Wermacht tedesca, che, in pochi giorni, conquist la Jugoslavia e invase la Grecia. Uno smacco per l'affidabilit di Mussolini. Nel giugno del 1941 invece la Germania rompendo il patto con Stalin inizi l'invasione dell'Unione Sovietica. La cosa spiazz Mussolini il quale per credendo che quella del Fhrer fosse una guerra lampo, anche se non richiesto, volle anche lui partecipare all'impresa. Come vedremo quell'intervento frettoloso ed inopportuno fin per concludersi in modo estremamente tragico. Le armate nazi-fasciste giunsero fino a Mosca, Leningrado e Stalingrado, ma nel febbraio 1943 subirono una pesante sconfitta che le costrinse a ritirarsi disordinatamente verso ovest. Ma cerchiamo ora di renderci conto di come si svolsero i fatti.

LA CAMPAGNA DI RUSSIA

Mussolini venne informato dellaggressione tedesca alla Russia la notte del 22 giugno 1941, non pi di mezzora prima che le truppe germaniche e le unit satelliti romene, ungheresi e slovacche passassero allattacco su tutto il fronte dal Baltico al
18

Mar Nero. Si disse allora che: Il duce era molto eccitato quando i primi contingenti italiani partirono per il fronte russo, lui contava di giocare un ruolo importante nella battaglia contro il comunismo e non pensava che i suoi uomini non erano equipaggiati a sufficienza. Ladesione di Mussolini alliniziativa tedesca fu immediata e totale. Ciano annot nel suo Diario che: La cosa che pi sta a cuore al duce la partecipazione dun nostro contingente, ma da quanto scrive Hitler facile capire che questi ne farebbe volentieri a meno. Mussolini voleva intervenire ad ogni costo e perci il 26 giugno scrisse quella che era una vera richiesta a Hitler di permettergli di essere al suo fianco. Con abtorto collo Hitler cedette. Venne perci deciso da parte italiana di mandare sul fronte orientale un Corpo di Spedizione Italiano in Russia (CSIR) costituito da un corpo darmata in tutto tre divisioni, la Pasubio e la Torino di fanteria e la celere Amedeo dAosta. ( Ciano rilev Sono preoccupato di un diretto confronto fra le nostre forze e quelle germaniche. Non per gli uomini che sono, o possono essere ottimi, ma per il materiale. Non vorrei che ancora una volta dovessimo fare la figura del parente povero). Luogo di radunata fu Borsa, in Ungheria, i 225 treni impiegarono 25 giorni per portare laggi le tre divisioni. Infine, il corpo darmata italiano si schier sul fiume Dnestr, con l11 Armata tedesca ne fecero parte 111, il 30, il 4 e il 54 Corpo, la 3a Armata romena e reparti ungheresi. Purtroppo, il 7 novembre del 42, anniversario della Rivoluzione di Ottobre, i sovietici scatenarono una tremenda offensiva per occupare Stalingrado. I primi a subire il peso di questattacco furono i pi deboli, e fra loro gli italiani: divisione Tridentina, 3.200 della Julia e 1.300 della Cuneense. Fu un disastro senza
19

precedenti: se nellestate 42 oltre duecento lunghe tradotte avevano trasportato dallItalia alla Russia il corpo darmata alpino, nella primavera del 43 ne bastarono soltanto diciassette, e piccole, a rimpatriare i superstiti. Emblema nazionale di quella disfatta nelle nevi del Don furono le spaventose perdite della Cuneense: la divisione, che al 30 settembre 42 contava 15.846 uomini di truppa, 542 ufficiali e 681 sottufficiali, registr 13.470 fra morti e dispersi 2.180 fra feriti e congelati, pari a un totale di 15.650 uomini. Un corpo darmata alpino mandato allo sbaraglio, senza indumenti invernali, senza armi adeguate, senza nemmeno sapere dove e come sarebbe stato impiegato dai tedeschi si trovava l soltanto per un altro criminale sogno imperialista di Mussolini. Guido Castellino, classe 1922, di Villanova Mondovi, racconta: 17 gennaio. Alle sedici gi notte, si grida si parte. Caos, alpini che bestemmiano, abbandoniamo il rancio che daltra parte non si aveva nemmeno voglia di mangiare. Camminiamo lintera notte. 18 gennaio. Allimprovviso aerei effettuano due o tre picchiate, mitragliano la colonna, una strage, ci sparpagliamo nella steppa. Raccogliamo i feriti fino a sera. Poi occorre proseguire, allora arriva lordine di buttare il materiale superfluo, di abbandonare i feriti e i congelati. Scene strazianti: feriti e congelati urlavano di non essere abbandonati, i sani invece gridavano avanti, avanti che rompiamo la sacca. "19 gennaio. Allalba a Popovka attacco di carri armati russi. Gli artiglieri si battono bene, i nostri pezzi sparano a zero. Poi la fine; muoiono quasi tutti. 20 gennaio. Dallalto delle colline i partigiani sparano, alle
20

nostre spalle i carri armati premono. A pi riprese gli aerei scendono a mitragliare. Una catastrofe di alpini morti. Si dice che fossimo in settemila, ne usciamo vivi meno di un terzo. Dopo il grande macello si riprende la marcia. Il freddo sempre sui 35-40 gradi sotto zero, tormenta a non finire. Ancora carri armati, partigiani, aerei. Alpini a piedi scalzi, i piedi congelati neri come il carbone. Senza le scarpe camminano come se avessero le gambe di legno; con le scarpe non si sarebbero trascinati pi di un metro. Abbandoniamo ancora feriti e congelati. Non ho parole per ricordare le grida dei moribondi. Mi sono rimaste nelle orecchie le urla dei feriti" Ma anche altri, contadini, operai, artigiani hanno raccontano per esteso la loro odissea militare della quale la campagna di Russia fu solo il tragico epilogo ed hanno offerto soprattutto ai giovani la possibilit di conoscere anche nei dettagli altre disperate vicende della ritirata della Cuneense. Fra i pochi superstiti c stato per anche chi ha testimoniato lumanit dei partigiani sovietici verso i nostri alpini (per i tedeschi non cera piet) e laiuto della popolazione, della fetta di pane nero o della patata lessa divisa da chi era alla fame. Racconta Marco Duberti, classe 1914, di Viola: Ci prendono tutti prigionieri alpini e tedeschi. Un partigiano mi strappa le giberne. Mi dice sei italiano S, rispondo. Fascista? Niet fascista, alpinist e piango. I settanta tedeschi vengono raggruppati in disparte e cos pure noi italiani. Otto tedeschi vengono separati dal gruppo. Gli altri tedeschi devono inquadrarsi per sei, a ridosso di unisba. Due partigiani li mitragliano con i parabellum. Avanzano gli otto tedeschi superstiti, con i badili coprono di neve i compagni vivi o morti. Poi un giovane partigiano si avvicina a me, mi dice:
21

Siete proprio italiani? Da, da, italiani. Adesso anche noi kaput?"Italianski, niet kaput dicono i partigianinas rabot, Caucaso, vi mandiamo a lavorare nel Caucaso". Donne ucraine Ci portano qualche patata lessa Anche loro hanno i figli che soffrono al fronte". Il 25 luglio del 1943 il Re quando ormai, anche per colpa sua, la frittata era gi stata fatta fece arrestare Mussolini nominando Badoglio come capo del nuovo governo e fu Badoglio colui che dichiar che il fascismo era decaduto. Ci premesso lo stesso governo Badoglio, l'8 settembre 1943, firm l'armistizio con gli alleati dopo di che il Re subito fugg assieme alla corte e da Ortona in nave raggiunse l'Egitto ospite dell'allora re Faruk mentre l'esercito tedesco invadeva l'Italia del centro-nord. Inizi allora la guerra di Resistenza in Italia, che vide contrapporsi le truppe irregolari partigiane ai soldati tedeschi occupanti ed al risorto esercito fantoccio fascista della Repubblica Sociale Italiana di Mussolini. Frattanto mentre l'Armata Rossa sovietica seguitava ad avanzare da est verso la Germania gli alleati sbarcarono in Normandia. La guerra in Europa ebbe cos temine nel maggio 1945 con la conquista dell'intera Germania da parte degli eserciti alleati.

22

Churchil,Roosvelt, Stalin a Yalta.

A cura di Renato Alterio

23

Potrebbero piacerti anche