Sei sulla pagina 1di 3

Intervista a Lidia Uliana e Jordan Buttignol di Graziano Merotto e Devi Sacchetto –

Refrontolo (Treviso), 6 marzo, 2010

Devi Sacchetto
Ci spieghi come conosci Franz [Franco Da Re]?

Lidia Uliana
Nel ’77 in montagna, dove lui stava preparando la maturità con altri compagni. Da lì è nata
un’amicizia e una militanza che è durata tanto. Finito l’impegno politico è rimasta l’amicizia che
non è mai finita. Per me è stata la persona che mi ha formata politicamente, perché in quel periodo
ero più attenta a temi ecologisti che non economici o politici, con Franz [Franco Da Re] comincia
un rapporto di confronto, dibattito e di attivismo, dapprima all’interno del circolo di Fregona
[Treviso] e poi nel Comitato per la pace. Tra le tante persone conosciute in quel periodo, in Franz
[Franco Da Re] ho trovato la persona che ti stava ad ascoltare, sempre pronto a spiegare le cose con
parole molto semplici e soprattutto gli interessava conoscere l’opinione degli altri, in quanto
individuo pensante, anche se non avevi alcuna carica partitica o politica. Questa relazione mi ha
aiutata a maturare e pian piano a prendere parte attivamente dapprima alle attività del circolo, in
seguito a collaborare nel Movimento per la pace e nell’auto-gestione di uno spazio culturale
ricreativo - il MU - a Vittorio Veneto [Treviso]. In seguito, anche se io non ho più partecipato
attivamente e Franz [Franco Da Re] ha continuato con il suo impegno, siamo rimasti sempre in
contatto e abbiamo continuato a confrontarci sui problemi e sulla vita.

Devi Sacchetto
Tu sei di Vittorio Veneto?

Lidia Uliana
Sono di Fregona [Treviso], la sede dove è nato il circolo Enrico Nadal nel 1978, fondato da Franz
[Franco Da Re] e da altri compagni che vengono espulsi l’anno prima dalla Fgci. Dapprima la sede
viene affittata e ristrutturata fino a ad arrivare all’acquisto vero e proprio, grazie alle sottoscrizioni e
all’impegno dei moltissimi soci che nel frattempo si erano aggregati.

Devi Sacchetto
Che facevate di bello al circolo?

Lidia Uliana
E’ stato fatto un grosso lavoro sulla Resistenza, c’era un collettivo fotografico, abbiamo ricostruito
la memoria locale collaborando con i partigiani. Dopo si seguiva la questione operaia con la
partecipazione attiva degli operai della Zoppas [attuale Electrolux], e facevamo i picchetti con loro
davanti alle fabbriche. Non mancavano i temi internazionalisti ad esempio la solidarietà con il
Nicaragua e il Salvador, la situazione dei minatori inglesi che scioperavano per le condizioni
disumane - organizzazione di feste per raccolta fondi -, controinformazione sull’apartheid e altre
tematiche sociali di quel periodo. Al circolo c’era anche una parte ricreativa che consisteva
nell’organizzare cene, camminate, proiezioni, cinema ecc.

Devi Sacchetto
Ci racconti un po’ di Comiso?

Lidia Uliana
A seguito della decisione di installare i missili cruise a Comiso nel 1982, nasce l’idea di Fausto
Schiavetto di organizzare un campo internazionale contro l’installazione dei missili. Da qui il
viaggio in Sicilia di Fausto Schiavetto, Alberto Fossa e Mario Azzalini, i contatti e la cooperazione
con il Cudip che porterà all’acquisto di un terreno sul quale sorgerà l’Imac, cioè il campeggio
internazionale contro i Cruise che viene fatto nell’estate del 1983.

Graziano Merotto
Ma voi aderite come circolo E. Nadal?

Lidia Uliana
No, ma i soci ai quali interessava la tematica e l’impegno pacifista fondano il comitato per la pace
di Vittorio Veneto, che partecipa da subito e molto attivamente alla costruzione del campo a
Comiso. In tutta la regione Veneto sono decine i comitati che si costituiscono e che formeranno il
Comitato Veneto per la pace che avrà un ruolo fondamentale nella gestione del campo. Nel mese di
agosto 1982 le presenze arrivano ad un migliaio di persone, provenienti da tutto il mondo da
Germania, Giappone, Francia, Ungheria, Inghilterra, Stati Uniti. E’ una grande esperienza di auto-
organizzazione; l’attività è organizzata in commissioni stampa, relazioni, medici per la pace, cucina,
ecc. Un contributo molto importante arriva dall’amministrazione comunale di Ragusa che, mettendo
a disposizione i propri mezzi, consente il proseguimento della lotta. A giugno iniziano i primi
blocchi davanti alla base militare che vedono impegnati soprattutto gli anarchici; ad agosto si
ripetono comprendendo un più ampio schieramento di forze come i non violenti, i comitati, i partiti.
In agosto le cariche della polizia nei confronti dei manifestanti si fanno molto cruente. La
documentazione delle violenze sarà esposta nel corso di una mostra fotografica che girerà varie
zone d’Italia.

Devi Sacchetto
E il ruolo di Franz [Franco Da Re] in tutto questo?

Lidia Uliana
Franz è a Comiso fin dall’inizio contribuendo alla costruzione fisica della struttura e restando in
loco per tre mesi ininterrottamente, curando i rapporti con il comitato veneto per la pace, i Cudip e
con le varie realtà che cominciavano ad aggregarsi.

Graziano Merotto
Comiso come finisce o come procede?

Lidia Uliana
A settembre 1982 c’è la seconda fase della lotta con nuovi blocchi davanti alla base che si
concluderanno con l’indizione di una manifestazione nazionale a Roma. A Roma la manifestazione
si divide perché una parte del corteo vuole andare verso l’Ambasciata americana e una parte no.
Dopo Comiso il Comitato veneto individua come obiettivo la chiusura delle basi Nato nella
Regione e comincia a lavorare sulla questione. Sono gli anni delle manifestazioni davanti dalle basi
a Vicenza, Aviano, Istrana. Nel 1985 partecipiamo anche alla lotta contro il reattore nucleare
Superphoenix a Malville in Francia.

Devi Sacchetto
Franz [Franco Da Re] in questa fase qua, finito il campeggio e laureatosi a Bologna nel 1984, cosa
inizia a fare?

Lidia Uliana
Franz [Franco Da Re] è sempre impegnato nel Comitato Veneto per la pace ad organizzare
iniziative e dibattiti. Nel frattempo comincia l’impegno politico con la lista verde di Vittorio
Veneto. Franz viene eletto consigliere comunale e a metà mandato si ritira per lasciare il posto alla
Luisa Mattana. A Vittorio viviamo in questo periodo l’esperienza del MU che è uno spazio auto-
gestito in cui varie anime come i Verdi, il Comitato per la pace, qualche artista e vari giovani
collaborano alla realizzazione di eventi culturali e politici. Nel 1986 si crea il campo a Maniago che
dura un mese circa organizzato dal comitato popolare veneto per la pace e dal coordinamento
antinucleare e antimperialista. Dopo questa esperienza ci si ritroverà alle manifestazioni locali e
nazionali contro le guerre che in questi anni si vanno succedendo, in Iraq prima e in Yugoslavia poi.

Devi Sacchetto
E tu Jordan quando lo conosci Franz?

Jordan Buttignol
Io torno dall’Inghilterra nel 1978 e comincio a frequentare il circolo E. Nadal e di conseguenza
conosco Franz [Franco Da Re]. Il lavoro più grosso che facciamo insieme è il campo di Comiso,
dove sono arrivato con Franz a giugno 1983 per impostare i lavori di costruzione delle strutture che
dovevano accogliere tutta la gente. Noi avevamo il compito di organizzare e preparare tutto quello
che serviva per il campeggio, le cucine, i gabinetti, ecc. e là abbiamo preso contatti con il
coordinamento locale che si chiamava Cudip.

Graziano Merotto
Il comune di Vittoria era comunista?

Jordan Buttignol
Era molto comunista! Era competenza del comune di Vittoria l’acqua per esempio e ce la portavano
con le autobotti, curavano anche il servizio di nettezza urbana. Una volta organizzato il campo è
arrivata la gente, Franz teneva i rapporti con la stampa e io facevo l’interprete con i giornalisti
stranieri. I soldi per fare il campo venivano mandati dai vari comitati che in vari modi
autofinanziamento, feste, vendita adesivi, ecc. facevano raccolta fondi. Tra le prime azioni dirette
che abbiamo fatto davanti ai cancelli della base, c’è stata la resistenza passiva con sit -in pacifici. I
più organizzati nella pratica non violenta erano i tedeschi, che si erano formati per non reagire alla
violenza e che ci hanno insegnato molte tecniche. Ci furono anche dei pestaggi e degli arresti.
Subito dopo abbiamo fatto una manifestazione per la liberazione dei pacifisti. Tutte le sere si
facevano riunioni per organizzare la giornata successiva, per pianificare e suddividere tutti i lavori
da fare ed eventuali azioni.

Devi Sacchetto
Ma cosa intendi dire per “non reagire alla violenza”?

Jordna Buttignol
Che anche di fronte alle cariche della polizia loro stavano fermi e non reagivano assumendo delle
posizioni di protezione che però non li risparmiavano dalla furia dei manganelli e dei lacrimogeni
lanciati dagli elicotteri. Venivano usati anche gli idranti.

Graziano Merotto
E la gente del luogo come vi vedeva?

Jordan Buttignol
Erano molto solidali, ci aiutavano e ci davano da mangiare, visto che i soldi erano molto pochi.
Erano d’accordo con noi sul progetto di lotta. Abbiamo anche organizzato un concerto con
Pierangelo Bertoli per la popolazione, in piazza a Comiso, è stato molto bello ed è venuta tantissima
gente. Attraverso il Cudip siamo riusciti a fare informazione a livello internazionale e sono arrivati
stranieri da diverse parti di Europa e del mondo. Insomma un po’ alla volta è arrivata un sacco di
gente a un certo punto il campeggio straripava!

Potrebbero piacerti anche