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12/08/2009

Protocollo di Kyoto
IL PROTOCOLLO DI KYOTO

1 Prof. Pierpaolo Cavallo

IL PROTOCOLLO DI KYOTO
12/08/2009

Il Protocollo, firmato nel dicembre 1997,


contiene obiettivi legalmente vincolanti e
Protocollo di Kyoto

decisioni sull'attuazione operativa di alcuni


degli impegni della Convenzione Quadro sui
Cambiamenti Climatici (United Nation
Framework Convention on Climate
Change).
E’ entrato in vigore il 16/2/2005.

PROBLEMI E AZIONI CONSEGUENTI – 1


2001, 13 marzo: gli Usa si oppongono al
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Protocollo.
 14 marzo : vertice UE-USA, gli europei decidono di
Protocollo di Kyoto

andare avanti nello spirito di Kyoto anche senza gli


USA che non pongono ostacoli.
 23 luglio, 180 nazioni portano a termine il decisivo
accordo di Bonn, che apre le porte al
completamento dei dettagli legali del Protocollo.
 2002, 26 agosto- 4 settembre: Vertice Mondiale
sullo sviluppo sostenibile Joannesburg, Sudafrica
 2004, novembre: la Russia ratifica il Protocollo
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PROBLEMI E AZIONI CONSEGUENTI – 2

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 2005, 16 febbraio: il Protocollo di Kyoto entra in
vigore

Protocollo di Kyoto
 2006, Montreal, gli USA ne restano fuori ma
discutono, Cina e India promettono qualche briglia
ecologica al loro sviluppo.
 2008-2012, “primo periodo di impegno” del
Protocollo di Kyoto, nel quale le emissioni delle
nazioni industrializzate nel loro insieme dovranno
decrescere fino al 5% al di sotto dei livelli del 1990.

SUDDIVISIONE DEI PAESI FIRMATARI


In tre fasce:
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A) I paesi industrializzati devono ridurre i gas


serra del 5%.
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B) I Paesi in via di transizione, per i quali sono


stati stabiliti parametri di emissioni pari a
quelli misurati nel 1990
C) Paesi in via di sviluppo a cui è riconosciuto
il diritto a seguire un proprio sviluppo, essi
non sono soggetti a vicoli particolari e
avranno maggiori margini di manovra.
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OBIETTIVI DEL PROTOCOLLO


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Il Protocollo impegna i paesi industrializzati e


quelli a economia in transizione (i paesi
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dell’Est europeo) a ridurre


complessivamente del 5,2 per cento le
principali emissioni antropogeniche di gas
serra entro il 2010 e, più precisamente, nel
periodo compreso tra il 2008 e il 2012.

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GAS SERRA PREVISTI NEL PROTOCOLLO

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Il paniere di gas serra considerato nel
Protocollo include sei gas: l’anidride
carbonica, il metano, il protossido di azoto, i

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fluorocarburi idrati, i perfluorocarburi,
l’esafloruro di zolfo.
L’anno di riferimento per la riduzione delle
emissioni dei primi tre gas è il 1990, mentre
per i rimanenti tre (che sono gas lesivi
dell’ozono stratosferico) è il 1995.

OBIETTIVI DEL PROTOCOLLO


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Il Protocollo prevede una riduzione


complessiva del 5,2% per tutti i gas
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serra,ma tale valore non è uguale per tutti i


paesi.
Per i paesi membri dell’Unione europea nel
loro insieme la riduzione dovrà essere pari
all’8 per cento, per gli USA al 7 per cento,
per il Giappone al 6 per cento.

MECCANISMI DI FLESSIBILITÀ
Il Protocollo di Kyoto ha introdotto tre
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meccanismi a supporto delle iniziative


intraprese a livello nazionale:
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 ET – Emission Trading;
 CDM – Clean Development Mechanism;
 JI – Joint Implementation.
Questi meccanismi si basano su due assunti:
1. Le emissioni di gas serra sono un problema
globale
2. “Dove” si ottiene la riduzione ha
un’importanza relativa 9

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EMISSION TRADING

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Consente a un paese industrializzato di
vendere ad un altro i diritti in eccesso che

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derivano da una riduzione delle proprie
emissioni oltre la soglia sulla quale si è
impegnato.

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CLEAN DEVELOPMENT MECHANISM


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Imprese private possono implementare


progetti di riduzione delle emissioni in Paesi
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in via di sviluppo, al fine di raggiungere gli


obiettivi di riduzione fissati

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JOINT IMPLEMENTATION
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La collaborazione fra i paesi industrializzati


permette il raggiungimento degli obiettivi di
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riduzione delle emissioni in modo da


compensare crediti e debiti.
Un partecipante può ad esempio acquistare
“Diritti di Emissione” (ERU Emission
Reduction Units) risultanti dai progetti di
riduzione delle emissioni implementati in un
altro Paese industrializzato e utilizzare questi
diritti per adempiere ai propri bisogni. 12

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CONSEGUENZE DELL’ENTRATA IN VIGORE
La maggior parte dei Paesi per raggiungere il proprio

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obiettivo avranno costi bassi senza dover ricorrere ai
tre meccanismi di Kyoto

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Il mercato internazionale di carbonio prevede costi di
riduzione delle emissioni tra i 3 e i 20 dollari per t. di
anidride carbonica.
Per tutti i settori, tranne quelli a maggior intensità
energetica, questa cifra raramente rappresenta oltre il
3-5% dei costi.
L’impatto sul PIL dell’economia della maggior parte dei
paesi industrializzati occidentali nel 2010 sarà
inferiore all’1% senza il commercio delle emissioni. 13

OBIETTIVI DEL PROTOCOLLO IN ITALIA


(DELIBERA CIPE 137 DEL 19/11/1998)
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