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*Settima Lezione*

6/4/99.

AFFETTIVITA (Seconda Parte)

Dalla sessualit animale origina quella umana. E interessante notare che, alcune delle caratteristiche
della sessualit umana sono uniche, non si trovano nemmeno negli altri primati. Compare anche un
sistema nuziale unico. La caratteristica degli esseri umani quella di avere
1. la recettivit sessuale tutti i giorni e
2. lovulazione nascosta.
Tutte le specie animali, compresi i nostri cugini scimpanz, hanno lovulazione sempre manifesta. E la
caratteristica di base della femmina: appena la scimpanz femmina va in calore, in estro, vi sono
modificazioni nei genitali esterni, che si rigonfiano, aumentano di dimensioni anche di dieci volte; e
poi cambia tutta la colorazione, per cui diventano rosso-violacei in connessione con la produzione di
ferormoni: impossibile che un maschio non se ne renda conto. Anche perch il mondo dei primati
ancora un mondo vulvare, in cui non esistendo la condizione di bipede, i genitali esibiti sono quelli
femminili, mentre quelli maschili sono quasi inesistenti: il pene di uno scimpanz, allo stato di riposo,
quasi indistinguibile dai peli del resto del corpo. E invece la femmina ad essere in stato di esibizione
quasi continua, condizione che aumenta quando si arriva al calore. E il mondo umano, col
bipedalismo, che porta al capovolgimento di questa modalit: si passa da un mondo vulvare ad un
mondo penieno. Anzi la vulva, nel mondo bipede, totalmente nascosta, diventa quelloscuro oggetto
del desiderio, mentre invece si raggiunge il massimo dellesibizione peniena. Addirittura tra i
cacciatori/raccoglitori della Nuova Guinea c lusanza di portare un astuccio penieno legato fino al
collo e la dimensione dellastuccio direttamente proporzionale al rango sociale del maschio
corrispondente.
In tutte le specie lovulazione manifesta; un criterio obbligatorio nel mondo animale e la sessualit
sempre connessa con la riproduzione. Oltre allovulazione manifesta, la recettivit brevissima,
condizionata esclusivamente dai fini riproduttivi: non c sessualit senza fecondit. E interessante
cercare di capire quali sono le tappe evolutive, che poi riassume J. Diamond, e cio come si arriva a
questa particolare accoppiata di ovulazione nascosta e recettivit continua e quale funzione linsieme
pu avere. Si capisce meglio se partiamo dal nostro mondo di appartenenza e cio come ancora vivono

oggi gli altri primati, in cui i sistemi nuziali sono di due tipi :
1)
il sistema di tipo promiscuo, quello degli scimpanz, in cui semplicemente il rango sociale del
maschio a decidere laccesso alle femmine in calore; quindi c una competizione di tutti contro tutti
ed il maschio pi capace ed efficiente ha accesso a tutte le femmine in calore del gruppo;
2)
laltro sistema tipico dei gorilla ed quello ad Harem, in cui si isolano un singolo maschio
dominante e quattro-cinque femmine e il maschio tiene gli altri costantemente distanti.
Ora, in questa posizione dei nostri cugini, il problema grande che porta lovulazione manifesta
lalto tasso di infanticidio. Questo non mai commesso, come si pensava, in modo erroneo, come
pratica anticoncezionale - in questo caso postconcezionale. In genere gli infanticidi sono commessi per
il 99% da maschi adulti, non da femmine: linfanticidio infatti regolare non appena un maschio si
appropria dellharem di un altro rivale. Questo uccide tutti i piccoli perch non sono i suoi e dovrebbe
investirci tempo, energia, cure, protezione. Inoltre, uccidendo i piccoli, interrompe lallattamento della
femmina, per cui questa diventa di nuovo feconda e recettiva. Si calcola che ogni gorilla femmina ha
un terzo dei cuccioli uccisi per infanticidio. E molto facile che un piccolo venga ucciso in una
situazione di recettivit limitata ad un periodo di dieci giorni lanno, per esempio; in uno stato di
recettivit continua tale tasso sarebbe aumentato alle stelle e, per una femmina, questo il massimo del
fallimento evolutivo. Per cui lovulazione occulta sicuramente un meccanismo che la femmina-umana
ha sviluppato per garantirsi un tasso dinfanticidio accettabile, che non mettesse a repentaglio la
cosiddetta fitness. Cosa succede con lovulazione occulta? Essa diventa un potente freno per
linfanticidio del maschio, perch questo non pi sicuro della paternita e poiche la femmina
sempre recettiva, ogni maschio del gruppo mentre non certo che il figlio sia suo, non pu neanche
escluderlo.
Probabilmente, noi umani, abbiamo avuto allinizio un sistema nuziale intermedio tra il promiscuo e
lharem, almeno quando eravamo bande di cacciatori; poi questa particolarit della femmina
(ovulazione occulta e recettivit continua) quella che ha portato alla costituzione del legame
monogamico che conosciamo. E sicuramente una seconda tappa che ci stata data, una conseguenza
delle modifiche evolutive. Anche con lovulazione non manifesta, essendo la femmina sempre
recettiva, questo consigliava al maschio di allontanarsi il meno possibile. Nel mondo animale, di cui
anche noi facciamo parte, linfedelt ampiamente praticata. E una strategia evolutiva di successo,
perch permette un ampliamento genetico molto pi grande di quello che avverrebbe di norma. Un
etologo inglese, studiando coppie di uccelli monogamici e facendo un esame del DNA, ha scoperto che
il 20% delle uova era frutto di infedelt.
Per cui, anche questo ha influenzato molto la monogamicit, in quanto lunico modo con cui il maschio
poteva essere sicuro di non allevare figli di altri, cosa che per il maschio il massimo del fallimento
evolutivo, era di non perdere mai docchio la compagna, i maschi si staccavano dal nido o dalla tana il
minimo indispensabile. E, sicuramente, questo ha portato a far s che un maschio, di fronte al rischio di
un fallimento evolutivo, potesse decidere di rimanere stabile. Da cui si sempre detto che il
matrimonio uninvenzione femminile, da parte di scrittori e poeti.

Teorie SPECIFICHE ed ASPECIFICHE dellAmore

Quelle specifiche tendono ad identificare lamore con una qualit emotiva, con un sentimento o uno

stato danimo. A me ci sembra un po naive, perch sarebbe come identificare la conoscenza con un
particolare contenuto della conoscenza. Questa pu avere qualsiasi contenuto, semplicemente un
modo di organizzare lesperienza. Quindi, nellambito delle teorie aspecifiche, come avevamo detto,
c da intenderlo come lo spazio epistemico, emotivo umano, dove si svolge lintersoggettivit umana,
dove si continuamente, reciprocamente in contatto luno con laltro e quindi dove il tema
avvicinamento-allontanamento, attaccamento-separazione ci d in ogni momento le coordinate grazie
alle quali noi siamo rispetto agli altri. Poi, certamente, allinterno di questo regime in cui viviamo, poich tutti noi viviamo in una rete di relazioni continua, ma non perch siamo in una grande citt
come Roma: noi infatti continuiamo ad avere le stesse usanze di quando eravamo cacciatoriraccoglitori, ci muoviamo poi, da un punto di vista emotivo, sempre allinterno di un piccolo branco.
Quelle che sono le persone significative per ognuno di noi, considerando amanti, amici, parenti, non
arrivano infatti a pi di cinquanta. E un piccolo branco con cui ci relazioniamo mentalmente, di cui ci
interessa il giudizio. La nicchia importante, anche se poi viviamo in un ordine esteso in cui
conosciamo migliaia di persone che per non fanno parte di questo piccolo gruppo. Poi, allinterno di
questo gruppo si stabiliscono i rapporti che si chiamano unici ed esclusivi, quelli che iniziano con
lattaccamento infantile: il genitore avvertito con caratteristiche di unicit ed esclusivit assolute,
totali.
Quello che poi resta a tutti i rapporti affettivi, sentimentali della vita adulta; lelemento centrale, come
ho gi accennato qualche volta, che pi che essere in contatto direttamente con la persona, lo siamo
con limmagine che ci costruiamo di questa persona. Questimmagine pu anche essere costruita con
caratteristiche di oggettivit, per cui si riconoscono i pregi, i difetti, i limiti, le idiosincrasie dellaltro,
per c sempre un senso di unicit ed esclusivit nella relazione: di esclusivit nel senso che un
rapporto a tu per tu di cui non ce n un altro uguale e poi di unicit perch non pu essere
intercambiabile, insostituibile; in esso la sostituzione pu essere difficile, se non impraticabile. Queste
due caratteristiche sono, insomma, presenti in tutti i rapporti affettivi e cominciano proprio dalla
struttura stessa dellattaccamento iniziale.
Ci detto, nel paragone dellamore con la conoscenza, si pu dire che, come non c conoscenza senza
teoria, dove teoria anche ci che incorporato nei nostri organi di senso, - le teorie sono
evolutivamente derivate: il fatto che abbiamo una percezione tridimensionale; inoltre, senza teoria non
c osservazione ( il vecchio cavallo di battaglia dellepistemologia popperiana di questo secolo) cos per lamore. Senza immaginazione non c amore, e cio senza una concezione, senza
unimmagine dellalterit.
Questo il tema della teoria specifica dellamore, che la qualit stessa dellamore dipende dalla
struttura dellalterit che uno ha, dallimmagine dellaltro. Questa pu oscillare lungo un continuum
che va da un estremo, in cui laltro visto prevalentemente come un oggetto, allaltro estremo in cui
visto prevalentemente come persona, con effetti totalmente diversi. Perch se laltro visto
prevalentemente come oggetto, considerato prevalentemente come una persona rispondente,
corrispondente al mondo esterno; non visto come un dominio di intenzioni, emozioni, stati danimo,
non visto come un interno che determina lesterno. Lesterno dato come scontato, attribuito alle
contingenze ambientali: il giudizio degli altri, le opinioni degli altri, per cui si conosce di pi laltro,
vedi le opinioni di mamma e pap, dellamica, delle circostanze pratiche che sono occorse, pi che
ricavarne quella che la dimensionalit interiore dellaltro, il suo mondo di intenzioni, credenze, valori,
aspettative.
Non solo, ma nei confronti di un oggetto, il tema del controllo diventa possesso. Tutti i rapporti
affettivi hanno il problema del controllo: devo sempre controllare levento immanente, che in un
rapporto affettivo pu essere perturbante, devo avere un minimo di controllo su questo, tra laltro, in
termini di qualit emotiva di scambio con laltro. Il tema del controllo inerente a qualsiasi rapporto
significativo, per se vedo laltro come oggetto, il controllo diventa completo, come se avessi un

oggetto e potessi metterlo in tasca. E normale che noi facciamo di tutto, in maniera strumentale, per
cambiare laltro; se laltro non ha un suo mondo interno irriducibile, cambiabile quanto vogliamo.
Soprattutto laltro viene sempre spiegato in attribuzione esterna, cio quello che laltro fa non mai
fatto in funzione di una sua continuit storica, di sue idee personali che vanno avanti: la spiegazione
causale invece momento per momento attribuita alle circostanze contingenti, come se laltro non
avesse una sua continuit strutturale e soprattutto il controllo dellaltro, la conoscenza dellaltro, che
sempre una conoscenza comportamentale, non richiede che io debba svelarmi, che io debba mettere in
discussione i miei punti fondamentali di vita per capire come mai laltro la vede o la sente
diversamente. Quello che non comprensibile dellaltro diventa imputabile allaltro e andrebbe
sterminato, strappato, come fossero interferenze vuote che vanno semplicemente a disturbare un
percorso altrimenti lineare.
Inoltre, laltro come oggetto, non mai avvertito effettivamente come esclusivo e unico: un oggetto,
per quanto caro possa essere, intercambiabile, non ci sar mai nessuno cos bello, ma facente la sua
funzione, s . Soprattutto laltro non avvertito come irriducibile; se laltro una persona, per quanto io
possa capirlo, per quanto possa averci una conoscenza e una condivisione di vita con lui da tempo, c
sempre un elemento di sorpresa nel modo in cui dice una cosa, etc. In questo processo di comprensione
nei confronti dellaltro come persona, per farlo significa che devo ricostruirlo allinterno, per capirlo.
Devo cercare di simularlo, di riprodurlo nella mia esperienza di vita e questo andando incontro anche a
cose che magari non penserei e non farei.
Quindi nel capire laltro sempre connesso un disvelarmi di me, sempre connesso un dovermi
articolare anchio, un dover vedere, dopo aver capito le intenzioni dellaltro, cose che prima non mi
erano chiare, capire in che senso non mi erano chiare e perch. Io credo che sia questo il processo che
viene bloccato nel considerare laltro come oggetto. Quando un individuo avverte che c un margine
di equilibrio abbastanza ristretto nel rapporto con laltro, pu mettersi in gioco fino a un certo punto,
altrimenti non riesce a mantenere la posizione. Il prezzo che si paga nel vedere laltro come persona
questo costante disvelarsi mentre si cerca di capire laltro, che conoscibile allinterno; mentre io lo
riproduco, cerco di capire me stesso. E c sempre lirriducibilit dellaltro e anche la sua unicit.
Questa una cosa molto difficile. Notate che noi, abitualmente, gli altri con cui entriamo in rapporto
li vediamo come oggetti, il fatto pi comune. Ce ne accorgiamo quando, ad un tratto, di una persona
che conosciamo, veniamo a sapere di qualche dramma familiare: la cosa che ci sorprende che questa
persona aveva un mondo interiore con problemi, conflitti, separazioni, amanti. Ma anche nei rapporti in
cui ci sforziamo di considerare laltro significativo come persona, il pi delle volte, ci resta come una
specie di ideale regolativo. Immaginate nel relazionarsi con una persona cara, quante volte si ha il
desiderio di un cambiamento e ogni volta che si desidera ci si riconosce laltro nella sua irriducibilit,
il suo essere unicamente se stesso.
Nel rapporto con laltro come persona cambia la qualit dellamore: se laltro visto come oggetto la
conseguenza che il totale controllo del rapporto significativo con laltro implica lannullamento
dellaltro. Per sua logica, una situazione affettiva in cui laltro oggetto comporta lannullamento
dellaltro, in quanto solo ci d un margine di tranquillit sufficiente, permette di godere del rapporto
con laltro, di abbandonarsi senza timori. Altrimenti, sullaltro versante, il costante ricostruire la vita
dellaltro fa s che mi devo mettere costantemente in gioco, cosa molto stressante, per la qualit
dellamore del tutto distinta. Non si pu dire che in entrambi i casi non si ami; io dico che la mamma
schizofrenogena che "doppio-lega" il figlio lo considera oggetto, per nel doppio-legare lui, doppiolega anche lei.
Questa lunica grossa variante in tutto il tema dellaffettivit, che la qualit dellaffettivit dipende
dalla struttura che si ha dellimmagine dellaltro. In questo senso potremmo avere anche un rapporto
pi articolato fra psicopatologia ed affettivit. Fino ad oggi la psicopatologia stata vista in termini
unidimensionali, di carenza, come se gli unici danni fossero le carenze. Queste fanno danni abbastanza

grossi: lo vediamo tra i depressi; per fa danni altrettanto grossi non solo la carenza quantitativa, ma
anche quella qualitativa. La qualit dell'affetto in ballo in certi casi.
Per esempio, la famiglia Dap in s una famiglia schiacciante, perch d al bambino, fin dallinizio,
obbiettivi massimali, senza pero mai dare indicazioni di come si raggiungono. Il discorso : non si
pu essere altro che persone di rilievo; come si diventi persone di rilievo rimane ignoto. Se voi vedete
le distinzioni tra normali, nevrotici e psicotici, in questi ultimi vi il massimo dellannullamento, in cui
non si riesce a costituire una struttura di s stabile e continuativa; vedete che dei familiari normali
pongono sempre lobbiettivo massimale, per danno gli strumenti al bambino per raggiungerlo. I
bambini Dap normali a cinque anni sanno il latino, riconoscono i quadri, etc.; in ci sono
continuamente supportati; magari stressante il fatto che non li fanno essere bambini, pero vengono
riconosciuti.
La famiglia nevrotica pone lobbiettivo massimale, ma poi non da alcuna chiave per arrivarci. Esistono
solo i vincenti o i perdenti
Nella famiglia psicotica non riconosciuto neanche questo, per esempio il fatto che la persona sarebbe
dovuta essere di rilievo. Se non c riuscita, ci stato perch incapace. Nella famiglia psicotica chi
non ha successo malato. Non riconosciuto neanche il tema della possibile mancanza di competenza,
il tema del fallimento: la famiglia in cui lindividuo viene schiacciato a livelli massimali. C sempre
il tema che porta alla negazione dellaltro e della sua oggettivazione.
Mi ricordo una seduta di due anni fa. Una paziente mi viene portata dal padre: una ragazza di 16 anni,
perfetta, una ragazza modello, prima della classe. Cominciando il terzo anno di liceo e avendo un po
paura della maturit, lei da Ottobre-Novembre sera chiusa in camera sua a studiare ed aveva ridotto la
sua vita sociale: il padre laveva portata subito dallo psichiatra. Il successo era per lui una figlia perfetta
a scuola, ma perfetta anche socialmente. Appena veniva un po meno la perfezione sociale, subito dallo
psichiatra!

Aspetti STORICI dellAffettivita

Vanno menzionati altri aspetti legati allaffettivit. Innanzitutto, il cambiamento che c stato nel
concepire e vivere laffettivit dal dopoguerra in qua e soprattutto negli ultimi venti anni. Ci ci
permette di capire come oggi laffettivit sia il problema principale, per lo meno lo per l80 % degli
invii in uno studio come questo. Gran parte degli scompensi hanno come substrato una problematica
affettiva.
Il primo cambiamento notevole proprio nel modo di vivere laffettivit, cos come cambiata la
coscienza da quella moderna a quella contemporanea. Laffettivit con cui siamo abituati a vivere in
Occidente non ha una storia molto lunga: comincia ad intravedersi per la prima volta nel 1200-1300,
con i cavalieri cortesi e il Dolce Stil Novo. E poi diventer, nellepoca moderna, uno dei motori di tutta
lideologia occidentale. Questo elemento era soprattutto presente nelle opere di una piccola quipe di
avanguardia: lAmor Cortese e il Dolce Stil Novo escono fuori in un momento di reazione, man mano
che inizia a delinearsi il tema dellidentit, il senso di s, dellindividuo. E una reazione ad una
affettivit vissuta soltanto in modo concreto, materiale: il tema della sessualit del Medio Evo non ci
differenzia molto dagli scimpanz, a parte lovulazione occulta e la recettivit continua.
Il tema dellaffettivit, come inteso oggi, era principalmente letterario ed era appannaggio di
pochissimi. La realt di massa era completamente diversa. Il conseguimento di un rapporto affettivo

stabile e duraturo non era distinguibile dallottenimento di un posto di lavoro, era sentito come
ottenimento di un bene esterno, che una volta ottenuto, andava semplicemente mantenuto per il resto
della vita. Cera anche un modo diverso di narrativa sentimentale, questo fino allultima guerra, come
si vede anche dai film con Gary Cooper, fino agli anni 40-50: tutti gli ostacoli al conseguimento
dellamore sono ostacoli esterni, sociali, economici, ideologici. Una volta ottenuta la condizione non
cerano pi problemi, non si faceva altro che mantenerla a tempo indefinito.
Dopo la guerra, nel periodo industriale pi avanzato, assistiamo ad un fenomeno curiosissimo, per cui
tutta laffettivit viene internalizzata, diventa lobbiettivo di un conseguimento interiore. Laffettivit
deve corrispondere ad una crescita personale. Lobbiettivo nel self, non pi fuori. Oggi quello che noi
chiediamo ad un rapporto affettivo non di darci una semplice condizione esterna di appartenenza, ma
che ci faccia crescere, che ci stimoli, ci dia degli interessi, che ci aiuti. In tanti anni che faccio questo
lavoro non ho mai sentito nessuno che abbia detto: il mio rapporto x stato fallimentare, punto e
basta, ma invece: ho capito tante cose, sono cresciuto nel rapporto, etc. Si vede nettamente che il
mandato che si d allaffettivit un altro. E un mandato di crescita personale, come se conferissimo
allaffettivit il compito di farci diventare pi autentici. E un problema, poich ha reso i rapporti molto
pi instabili e ne ha abbreviato la vita. Si va avanti in accelerata. Prima la gente, felice tra laltro,
passava venti anni insieme senza mai allontanarsi; era normale. Mi ricordo le esperienze che sentivo
raccontare dai miei nonni, quando non cerano n radio, n televisione e i due coniugi stavano davanti
al camino: lui leggeva un libro, lei faceva luncinetto ed erano felici. Oggi, la coppia che per cinque
sere di seguito guarda la TV in crisi. Ci significa che c unaccelerazione molto forte. Questo
aspetto spiega la vita media bassa che hanno i rapporti affettivi dal 70 in poi. La gente si mette insieme
come prima, ma i rapporti hanno una vita media molto pi breve. Oggi quasi illusorio che una storia
damore possa racchiudere lintero arco di vita di una persona. Oggi la storia di vita affettiva che
simpone in una citt sufficientemente grande una sequenza di storie affettive. Per cui diventano
importanti altre cose: per esempio bisogna essere bravi ad uscire ed entrare, la flessibilit diventa
ancora pi importante della coerenza. E poi, il mandato conoscitivo di crescita personale allamore gi
di per s gli abbrevia la vita, un incarico molto forte, al quale pi difficile poter corrispondere.
Un secondo fattore, che ha reso laffettivit drammatica, e lo sviluppo indiscriminato dellintolleranza.
C uno studio di sociologi tedeschi (Beck U. e Beck- Beckgernsheim E.) che in un saggio di tre anni
fa, Il normale caos dellamore, fa vedere drammaticamente questo problema contemporaneo. Cera
una specie di paradosso, una situazione senza via duscita, come se si dovesse porre in questi due
termini: da un lato che mai nessuna epoca ha attribuito unimportanza cos grande allamore come
questa attuale; dallaltro che mai come adesso lamore difficile. Cominciamo dallimportanza che gli
viene attribuita. A questo fenomeno di internalizzazione ha contribuito lemergenza, nel mondo postmoderno, del tributo relativista. Col mondo relativista tutta una serie di valori, prima importanti:
sociali, ideologici, politici, sono stati completamente eliminati. Perch fino allepoca industriale, fino
agli anni cinquanta le conferme, di cui un essere umano aveva necessit, gli venivano al 60 % dal
contesto sociale di appartenenza, dal parroco, dal capo del partito, dal caposervizio di un lavoro, e il 40
% gravava sui rapporti vis a vis. Oggi nessuno pi si identifica nel lavoro, nella politica, nella
religione, nel capufficio e quindi il 100% delle conferme viene a gravare sui rapporti vis a vis, che mai
come oggi si sono venuti a trovare con un tale carico di importanza. Ci reso pi difficile che mai
proprio per il mandato conoscitivo che stato attribuito alla relazione affettiva, proprio per il
significato di crescita personale, e questo ha portato lintolleranza alle stelle. Tutto quello che non
crescita personale arresta la crescita personale ed i margini di negoziabilit sono sempre pi
assottigliati, proprio per il valore attribuito allaffettivit. Lintolleranza in questo senso diventata
massimale: turbolenze di coppia iniziano proprio su differenze di punti di vista, ma qui il punto di vista
dellaltro ostacola il mio, mi limita la crescita.
Un terzo punto importante, poi, che questo aumento indiscriminato di coscienza, consapevolezza di

s, caratteristico della nostra epoca, insieme a questa specie di mandato conoscitivo di crescita
personale attribuito allamore, crea un altro problema e cio che diventa sempre pi difficile per
lesecutore, per chi fa una gesto, capire se un gesto che sta sentendo o se strumentale. Il margine
diventa quasi indistinguibile. Io uso i termini strumentale e spontaneo nel senso in cui li usano i
sociologi. In genere il gesto spontaneo lo faccio per il gusto di espletare il gesto, il piacere lo ricavo
dallespletamento del gesto. Mentre strumentale se lespletamento di quel gesto finalizzato
allobbiettivo. Questo margine qui, oggi, sempre pi indistinto: se io in questo momento mi sto
riavvicinando a lei perch mi piace proprio latto del farlo o se io penso pi alle conseguenze che il
riavvicinarmi a lei avr, il che crea spesso grossi malintesi.
Quello che colpisce in ogni epoca di vita, - questa lultima novit degli ultimi quattro anni -, che i
matrimoni duravano venticinque anni, mentre oggi tendono a rompersi prima. Ogni volta che una
persona ha uno scompenso clinico nel corso del processo di separazione, dovete sempre occuparvi del
fenomeno lutto.

GUIDANO risponde ad una domanda.- Mentre laffettivit un problema di appannaggio


esclusivamente occidentale, per quanto riguarda linfanzia gi siamo nel problema. Si sono trasformati
i ruoli familiari, dei genitori; non c pi la famiglia estesa, ma quella subnucleare, per cui avremo
uninfanzia molto pi complessa: non c pi una continuit di accudimento, di mantenimento e ci
porta al fenomeno dei baby-killer, fenomeno che non si era visto prima, quando la delinquenza
emergeva nelladolescenza. E del resto ci riconducibile al tema della mancanza di cure materne. Il
fenomeno dellinfanzia a rischio un fenomeno occidentale. Ed un problema grosso che dovete
ricostruire nei vostri pazienti: uno dei primi aspetti che vedete che questi cambiamenti nel modo di
vivere avvengono pi velocemente che nella mentalit. Questo fatto che la vita affettiva una battaglia,
oggi, nessuno lo sa: ognuno pensa di essere uneccezione. Ma le aspettative sono quelle di quarantanni
fa e cio una condizione di serenit, di stabilit. Il fatto di ricostruire quello che successo negli anni
70-80 consente, a noi come ai pazienti, di collocarci in un contesto che ci fa capire le esperienze che
stiamo provando e che non sono cos assurde; ci ci d un altro margine di condivisione con gli altri.
In America si arrivati al punto di fare i contratti matrimoniali.
Dal 70, inoltre, c stata lintroduzione del divorzio: il ch ha reso linstabilit coniugale pi frequente.
E, secondo me, ci un esempio di come pu essere insensato un intervento razionalista su un sistema
complesso. Noi vogliamo costruirci la realt secondo i nostri disegni: invece viviamo in un sistema
complesso in cui non possiamo prevedere sempre quali conseguenze avr un nostro intervento.
Teoricamente il divorzio doveva migliorare ulteriormente la qualit emotiva della relazione. Non
dovevano esserci forzature. Di fatto ha introdotto un vizio di principio nel matrimonio stesso, lha reso
solubile. Anche prima si poteva divorziare, solo che bisognava arrivare ad un processo, ad una causa
penale. La mentalit delle persone cambiata di conseguenza: oggi si molto pi possibilisti. Ci ha
tolto, in definitiva, la fiducia nellIlluminismo: dobbiamo stare attenti a ogni cosa che facciamo, poich
molte conseguenze sono ignote. Se il sistema rispondesse ad aspettative lineari, avremmo un mondo
plasmabile come vorremmo. Questi fenomeni accadono sempre: il proibizionismo ha portato al
massimo consumo di alcool. Ogni volta che un sistema si fa complesso, le variazioni impreviste
saranno maggiori di quelle previste. Ma questa coscienza non c; questo che io temo molto, che
vediamo la realt come un laboratorio di ingegneri, in cui facciamo quello che vogliamo: un po pi di
umilt non guasterebbe. Forse anche un po pi di cautela. Non sappiamo dove tutto ci ci porter.
Questi segnali, per molti antropologi, sono segni negativi della vita umana. Tutti dicono che vi sono
tutti i presupposti di una specie in estinzione. Lestinzione pi tipica, a parte le catastrofi, quella di

una specie che si specializza troppo in una funzione e perde completamente tutta la flessibilit delle
altre. Basta infatti un minimo cambiamento dellambiente che quella specie scompare. Noi cominciamo
ad avere queste caratteristiche: Richard Leakey, un paleontologo, ha scritto un libro bellissimo
(Boringhieri) uscito circa quattro mesi fa, che si chiama La sesta estinzione: e siamo noi.
Lidentikit del futuro europeo sar un incrocio tra slavi e neri.

ORGANIZZAZIONI DI SIGNIFICATO PERSONALE:


DEPRESSI

Innanzitutto bisogna chiarire che la depressione uno degli argomenti pi inflazionati del mondo
psichiatrico. Oggi tutti sono depressi. E un problema grosso. Io, pertanto, vorrei distinguere bene due
aspetti:
1. quello che chiamiamo scompenso depressivo specifico
2)
dalle reazioni depressive aspecifiche.
Una reazione depressiva, dove per depressiva intendiamo che lumore orientato negativamente, con
tristezza accentuata fino a disperazione, rallentamento motorio e cognitivo, difficolt del sonno, una
reazione che fa parte dellesperienza umana. Quando noi perdiamo il controllo, come vedremo, degli
eventi che solitamente caratterizzano il nostro susseguirsi delle giornate, la reazione che abbiamo di
solito unoscillazione dello stato danimo: normale, fa parte dellesperienza umana. Si possono
deprimere persone con organizzazione di personalit fobica. Un Fobico che non pu uscire per un anno
da casa se non accompagnato, uno che piange, disperato, rallentato, fa fatica a farsi la barba. Cos
un Dap, in una riunione tra colleghi che ha qualcosa da dire e si tira indietro e non la dice perch ha
paura di fare brutta figura poi, di rimbalzo, si deprime, si sente una nullit. Quindi, se si va a vedere
questi aspetti, le reazioni depressive si trovano in tutte le situazioni possibili ed immaginabili.
Queste sono le reazioni depressive aspecifiche, dove c stata una discrepanza anche grande in un
dominio di esperienza, ma poi vedete sempre che la reazione depressiva rimane confinata in quel
dominio e basta. Se volete anche il Fobico pi depresso del mondo, disperato unicamente perch lui
ha una malattia che non gli riescono a diagnosticare. E se vedete un Dap che ha un problema
depressivo perch non si esposto, la sua depressione rivela solo la sua inadeguatezza, la sua

incompetenza, etc.
Quello che tipico di uno scompenso depressivo specifico in un tema di significato depressivo che la
discrepanza che porta una reazione depressiva sorge anche l in un dominio di esperienza specifico, ma
nello spazio di millisecondi diventa cosmica, investe tutti i possibili domini desperienza, tanto che si
perde loriginario. Inizia, non so, con un problema sul lavoro e, dopo un po, non valgono pi niente
non solo nel proprio passato, la propria vita, ma anche la vita degli altri, di un altro mondo, ci fosse
anche un altro mondo su unaltra galassia. La depressione diventa cosmica, abbraccia tutti i domini di
esperienza e quindi raggiunge unintensit ed una qualit che non ha assolutamente precedenti. Per cui
voi perdete proprio levento originario che lha scatenato.
Nelle reazioni depressive aspecifiche c sempre il collegamento stretto con levento scatenante e
rimangono sempre confinate nel dominio desperienza cui appartiene levento che le ha suscitate. Non
importa quanto sia grande la disperazione. Potete vedere un Fobico che piange come un bambino
perch handicappato, ma sempre perch malato e questo non significa che la vita inutile, che lo
stesso vivere non serve a niente, mentre il Depresso giunge a questo.
Del resto, vi dicevo, lagire in termini prevalentemente depressivi un meccanismo che appartiene al
mondo animale: il primo a dimostrarlo stato Martin Seligman, a Philadelphia, Pennsylvania, con i
suoi studi sulla learned helplessness o linaiutabilit appresa. I primi animali che utilizz furono i cani
e lesperimento originario di Seligman era mettere il cane in una gabbia; questa aveva una levetta, un
congegno con il quale il cane imparava rapidamente a disattivare la corrente elettrica che gliarrivava
dal pavimento. Dopo pochi trials di apprendimento il cane imparava perfettamente a bloccare la
corrente e stava abbastanza bene. A questo punto lo sperimentatore disconnetteva la levetta: cos che il
cane cercava allimpazzata di attivare il dispositivo come faceva un attimo prima e resosi conto che non
otteneva risultati aveva una risposta quasi paradossale: si sdraiava sul pavimento ponendo tutta la
superficie del corpo a contatto con la corrente e, dopo lesposizione, aveva tutti gli aspetti
comportamentali che potremmo chiamare depressivi, cio stava accucciato, non guaiva pi, non
mangiava, non faceva pi le feste alloperatore che gli portava il cibo. Lelemento importante che,
come succede con le reazioni depressive vere e proprie, queste risposte tendevano a scomparire da sole
col tempo, ma forzando il cane i tempi tendevano ad abbreviarsi: cio se gli aprivano la bocca a forza
per metterci la carne, i tempi di recupero si abbreviavano esattamente come per la depressione umana
in cui, da sempre, noto che lunico rimedio lazione e lagire anche forzatamente.
Questa reazione, che stata pi volte riconfermata da vari filoni della psicologia sperimentale, anche
per quanto riguarda altri animali,- non parliamo poi delle scimmie, in cui le reazioni sono tipicamente
depressive come quelle umane - significa che il cane si abbandona completamente sul pavimento della
gabbia quando raggiunge, potremmo dire ragionando da umani, la certezza che i suoi sforzi non hanno
nessuna conseguenza su ci che sta accadendo, quando raggiunge cio il senso che c uno splitting
completo tra il suo operare e gli eventi che accadono. Poiche tutti noi abbiamo sempre il senso, non
importa quanto vero o quanto illusorio, spesso illusorio, che il nostro agire connesso con quanto
accade, ogni qual volta tale senso di connessione del nostro agire viene meno, sperimentiamo questo
tipo di inaiutabilit. E anche una reazione difensiva, si cerca di risparmiare energia in attesa di tempi
che possono presentarsi peggiori, visto che non si ha il controllo neanche dellimmediato. In tal senso
una reazione che si manifesta in chiunque abbia dei motivi intercorrenti affettivi, lavorativi: il senso
che il proprio agire e sforzarsi non minimamente connesso ai risultati che si producono.

Pattern di Attaccamento Familiare

Trattiamo in genere le organizzazioni secondo i parametri di base, cominciando dapprima a ricostruire i


pattern dattaccamento familiare. E come questi si ripercuotono nel tipo di senso di s che il bambino
inizia a costruire ed elaborare. Il tema di questa non-corrispondenza fra sforzi, e ci che accade ed
eventi nellambiente familiare depressivo, il bambino ce lha per quanto riguarda il conseguimento
emotivo di un accesso emotivo sicuro al genitore.
I bambini depressi sono tutti bambini con pattern dattaccamento evitante, o sono evitanti Inibiti (A1A2) o sono evitanti tipo Compulsive-caregiving (A3). I bambini evitanti non manifestano mai i loro
bisogni, tutte le emozioni negative sono costantemente nascoste. Viene sempre segnalato al genitore
che tutto va bene. In genere lesperienza proprio questa nei bambini evitanti: il massimo del rifiuto un
genitore lo pu esprimere quando il bambino manifesta i suoi bisogni, quando il bambino chiede nella
massima condizione di vulnerabilit. Quando chiede si affidato completamente allaltro. Quindi sono
bambini che imparano molto presto a non segnalare mai alcun tipo di bisogno o di necessit. Il
massimo del rifiuto lo si puo avere quando si chiede. Il bambino A1-A2 sa che alle sue angosce, ai
sensi di solitudine ci deve pensare lui, deve lenirsele da solo. Il genitore meglio che non se ne accorga
perch altrimenti non fa che aumentare il suo senso di solitudine, di rifiuto, etc. In alcuni casi si prende
addirittura cura del genitore. Nonostante questi sforzi non ha mai il senso di poter raggiungere un
accesso emotivo che abbia un minimo di stabilit. E come se fosse un inseguimento senza fine, lo
sforzo fatto per inseguire non mai compensato da un minimo di risultato di credibilit.
Generalmente sono famiglie molto particolari. Esistono varie composizioni familiari: la prima che
dicevamo quella del bambino con un pattern dattaccamento di tipo A3, cio i Compulsivecaregiving, i bambini che si prendono cura del genitore. Sono bambini che hanno un genitore, che
sentono pi di riferimento, che fondamentalmente indifferente, non apertamente rifiutante. E un
genitore distaccato, che il bambino percepisce non interessato a lui. Generalmente come se il
bambino A3 si prendesse questa responsabilit di stimolare il genitore, di interessarlo perch
interagisca con lui. E proprio come se il bambino si dovesse guadagnare la compagnia, meritarsela,
che poi un tema che rimane costantemente nei depressi, quello di meritarsi laffetto delle persone
significative, come se di per s non fosse dovuto e ci fosse sempre qualcosa che uno deve fare per
guadagnarselo. Sono bambini che, di fatto, devono prendersi cura di s effettivamente. Quello che
tipico dei depressi che sono sempre bambini inaccuditi, che in genere non hanno le comuni attenzioni
che di solito si prestano ai bambini, cio accompagnarli allasilo, proteggerli, dargli la merenda per
andare a scuola. Sono bambini che crescono non accompagnati a scuola, fin dal primo giorno. Molti
bambini depressi cominciano gi in prima-seconda elementare a fare la spesa tornando a casa e fanno
trovare tutto pronto a pap che torna dallufficio. Quindi il bambino diventa un Compulsive-caregiving
a tutto campo, cio non interessa il genitore solo in senso dialettico, ma si preoccupa anche per lui, ha
delle funzioni genitoriali.
Possono essere famiglie molto diverse: spesso c un genitore depresso, in queste famiglie, che non ha
avuto cure infantili; quindi uno che ha difficolt a fare il genitore, lo fa sulle forze. Questo uno dei
fatti pi tipici nella trasmissione intergenerazionale dei pattern dattaccamento. E uno dei pattern che
negli ultimi venti anni troviamo pi frequentemente, persone che hanno avuto una mancanza di cure
infantili da zero a cinque anni e che hanno molte difficolt a fare il genitore da adulti, non gli viene
istintivo. Questo si e specialmente visto nelle donne con mancanza di esperienze daccudimento
materno. Il ch importante perch un genitore depresso si trova in un quarto circa dei casi.
E del resto pu anche essere un genitore superlativo, dipende dal livello di concezione dellalterit. Un
genitore depresso pu anche essere il classico genitore bestia, che pu abusare sessualmente i figli o
che torna a casa ubriaco, infuriato senza limiti. Per pu essere anche il genitore che non ha avuto
esperienze genitoriali da piccolo, per cui il tema genitorialit gli rimane sempre sconosciuto, ma pu

essere un genitore superlativo, che proprio per la non conoscenza di questo tema investir moltissimo
per essere un genitore super. Questo produce unesperienza tipica di tutti i bambino depressi, quello
di essere un peso per i genitori. A tale esperienza si pu arrivare da vie diverse, una tipica quella del
genitore depresso che cerca di colmare il suo vuoto infantile e d inconsapevolmente il senso, al figlio,
che se lui non fosse mai esistito, in famiglia tutto sarebbe stato meglio. E un peso indelebile,
inevitabile.
Spesso altre volte si vede, invece, che il genitore depresso - pi tipicamente la mamma - un genitore
fobico. In una storia di sviluppo di un collega, la mamma, tipicamente fobica, addirittura
sintomatica, aveva due figli maschi. Uno era un classico playboy fobico e laltro un depresso. In tal
caso era importante lordine di nascita: il playboy era il primogenito e lui era lultimo e pertanto la
madre laveva scelto che stesse con lei, laveva destinato ad occuparsi del ristorante e non permetteva
che avesse una sua vita. Laddestramento era quello da madre respingente con controllo su di lui senza
alcun sostegno emotivo. Lopposto di ci che aveva fatto con laltro.
I pattern tipici sono in genere due:
1)
uno il pattern di controllo anaffettivo , cio il controllo totale sul bambino, sempre
accompagnato da un distacco affettivo; ci secondo un meccanismo micidiale, perch significa
dare al bambino responsabilit che sono superiori alla sua portata, senza dargli, di contro, il
supporto emotivo necessario per reggere quelle responsabilit
2)
il pattern pi tipico quello del genitore depresso, in cui il padre capofamiglia, che un
depresso, ma con il senso di essere stato un vincente (cio dopo una vita magari di stenti,
orfano, ha avuto successo, economico o lavorativo, per cui contento della sua vita di stenti
[....])
Mi ricordo un paziente che in quinta elementare non prese il massimo dei voti e questo fu il primo
errore: il padre gli comunic a cose fatte, senza preavvertirlo, che il giorno dopo sarebbe partito per la
Svizzera, per andare in collegio, dove rimasto dalla prima media alla maturit trovandosi in 24 ore in
un altro posto dove si parlava unaltra lingua, etc. semplicemente perch non aveva ottenuto il voto
massimo a scuola.
I Depressi non vengono tutelati come bambini; questo un diritto che tutti i bambini dovrebbero avere
fino ad almeno 5-6 anni. Loro vengono, invece, da subito, messi a capo dei grossi conflitti familiari,
affettivi, dei tradimenti, messi in condizione di responsabilit, in condizione quasi di capofamiglia.
Questo laspetto pi drammatico, che non vengono rispettati come bambini; questo succede anche ai
Dap.
I bambini, di quanto accade, non hanno proprio il senso: mi ricordo di una paziente che allasilo e in
prima elementare, se un bambino le faceva un dispetto e minacciava di dirlo a mamma, lei invece si
chiedeva :E io a chi lo dico?. Lesperienza di solitudine fondamentale.
I bambini A3 possono essere molto brillanti. Sono grandi parlatori, con molti argomenti. Hanno una
grossa attenzione per il punto di vista degli altri, fino a capire ci che potrebbe interessare gli altri. E
poi, soprattutto, questo fatto di doversi guadagnare la presenza dellaltro, li rende abili a capire ci che
potrebbe essere interessante per laltro o i suoi problemi. Possono essere bambini iperattivi anche nel
senso che si fanno male, possono avere un controllo relativamente scarso del comportamento. Per si
fanno sempre male a distanza dai genitori, mai di fronte a loro: come se liperattivit a distanza fosse
unattivit diversiva per non prestare attenzione a quando sentirebbero voglia di ricongiungersi e
tornare. A volte riescono anche a nascondere al genitore il fatto che si sono fatti male.
Invece il pattern A1-A2 quello dei bambini Evitanti/Inibiti:sono quelli che hanno avuto un genitore
pi apertamente rifiutante e respingente. Quindi non hanno potuto sviluppare neanche le capacit
dellA3, il tentativo cio di guadagnarsi la loro attenzione. Ma lo sforzo sempre quello di ridurre al
minimo linterazione col genitore, facendo s che il genitore si dimentichi di lui. Se in casa si
scordavano della sua esistenza era la cosa migliore. In questo c lelemento di inibizione.

Tutti i bambino depressi hanno comunque sperimentato una perdita affettiva, che viene avvertita ogni
giorno con lesperienza della solitudine, di poter contare e far leva solo su di s. Da questo punto di
vista esperienza della perdita ed esperienza della solitudine sono la stessa cosa.
La perdita, in tutti i primati, non solo negli umani, unesperienza che connessa con lattivazione di
due bande emotive che sono la rabbia e la disperazione, che oscillano in modo ritmico. Sono due
emozioni nettamente antitetiche. La rabbia produce il massimo della separazione; la disperazione il
massimo dellavvicinamento. Ma sono antitetiche anche come effetti neurovegetativi: la tristezza e la
disperazione producono un rallentamento motorio e cognitivo (v. gli stati depressivi che arrivano fino
allo stupor). La rabbia invece lemozione pi attivante, energizzante. Quindi c un continuo oscillare
tra attivazione di rabbbia e attivazione di disperazione. Anche se, com ovvio, la rabbia emerge in
modo pi puntiforme. Il bambino sta su un continuum di tristezza-disperazione, con la rabbia che
emerge ogni tanto a scoppi.
Questo fino ai 5-6 anni la norma. Verso i 6-7 anni, quando iniziano a differenziarsi le self conscious
emotions (vergogna, colpa), che sono stati pi intermedi rispetto a rabbia e disperazione, poggiandosi
su queste, riescono a rendere meno evidenti nellinterazione con lestrerno questo alternarsi. Quasi
sempre per gli scappano di mano.
La rabbia nel bambino depresso visibile. In un collega con un pattern inibito: in prima elementare
viene preso in giro dai compagni perch lui sempre quello che sta in silenzio, non parla mai, non
litiga con nessuno. Un bambino il primo giorno di scuola lo prende in giro in modo pi insistente e lui
gli mette le mani alla gola quasi a soffocarlo. In seconda elementare, durante lintervallo va vicino ad
una bambina per abbracciarla: quando lei lo respinge, lui le sbatte la testa contro il muro. Fu espulso
dalla scuola. Quando frequentava lasilo, gli nascono due sorelle gemelle: a cinque anni il bambino va
dallinsegnante e dice che sua mamma ha comprato due puttane e che lui, se lei vuole, gliele vende.
Non sono cose da cercare come il pelo nelluovo. Lui passer le elementari, fino alle medie, sempre da
solo, senza rapporti coi compagni: nonostante il pattern tipicamente inibito questo bambino ha
ricorrenze di scoppi dira, di cui lui non si accorge mentre le prova ma solo dopo, quando ha compiuto
lazione. Quindi questa rabbia spesso al di fuori del controllo. E ci porta ad ulteriori situazioni di
rifiuto e di rigetto.
Quando emergono le self conscious emotions la rabbia diventa pi controllabile per lo meno
allesterno, con attacchi meno numerosi e pi frequenti oscillazioni interne.
Nellesempio che segue si vede subito il depresso: le prime immagini di vita che lui ha (per immagini
di vita si intende il differnziarsi rispetto ai ricordi. I ricordi, anche grezzi ed elementari, sono
comunque un insieme di due o tre scene; nellimmagine la scena singola e levento irricostruibile). La
memoria episodica inizia con i 2 anni e mezzo e le prime immagini di vita dovrebbero localizzarsi tra i
2 anni e mezzo e i 3 anni e mezzo; dopo i 3 anni e mezzo iniziano ad emergere i primi ricordi
strutturati, anche elementari, ma con una sequenza di scene.
Le prime immagini che restano sono importanti perch sicuramente si riferiscono ai primi eventi che
maggiormente si stagliano nella memoria del bambino. Quando si comincia a diventare capaci di
memoria episodica, ogni percezione diventa immagine. Quindi sono milioni, di cui quelle dieci che
rimangono sono gli aspetti salienti e invarianti dellambiente del bambino.
Per questo paziente, di cui accennavo sopra, le prime immagini sono: prima la scaletta della torre dove
abitava, poi la scala che portava alla strada, poi la casa nuova e il lavatoio, poi il bagno che era
allesterno e la strada di accesso a casa. Non ci sono immagini animate: la prima immagine animata che
ha di lui che sta con il fratello e la sorella, sdraiati nello stesso letto, ognuno con i piedi sul cuscino
dellaltro e lui si vede i piedi della sorella sulla sua faccia. Lunica immagine umana sono i piedi dei
fratelli che gli danno fastidio, perch sono anche sporchi. Queste immagini, piene solo di particolari di
oggetti, sono tipiche nel depresso.
Poi qui c, intorno ai tre anni e mezzo, il tipico ricordo di quando lui esprime un bisogno e ha un

rifiuto: lui torna verso casa e ci sono mamma, pap e i fratelli pi grandi. Lui il pi piccolo, ha tre
anni e chiede alla madre di essere preso in braccio e lei, per tutta risposta, gli mena.
Altro episodio di rabbia. Terza elementare: c sempre una discussione con un altro bambino;
interviene linsegnante; li avvicina, li fa riappacificare, dicendo al bambino Dagli un bacettoe lui
risponde con un pugno. Lui normalmente a 4-5 anni faceva gi tutto: andava allasilo, tornava a casa,
rigovernava le galline, aiutava nei campi e nelle pulizie di casa. Cio era uno organizzato nella vita
quotidiana con responsabilit da adulto; poi in quinta elementare inizia a lavorare, stabilmente, come
pizzaiolo nel ristorante.
Avete situazioni anche pi sfumate, questa una di attaccamento sul versante francamente patologico:
un paziente che ho avuto tempo fa, un depresso sul versante normale, ha avuto un pap assente e una
mamma totalmente anaffettiva, che non lha mai praticamente curato, nel senso di una presenza
accudente ed affettuosa. La rabbia in lui molto pi sfumata, molto pi verbale che fisica. Per si
vede gi benissimo questa capacit di sbrigarsela da solo. Lui ha sei anni (il pattern dattaccamento
pi di tipo A3) e gioca con i compagni pi grandi, di dieci anni; erano in una borgata di Roma, dove
cera un pastore con le pecore: entrano nel recinto. Il pastore li vede e si precipita. I due pi grandi
riescono a scappare, mentre lui resta l. Il pastore lo piglia e lo lega ad un albero minacciandolo. Lui
resta lucidissimo, si rende conto che il pastore ignorante e che lui deve parlare e parlare per
convincerlo e ci riesce. Infatti quello lo libera e lo riporta a casa comprandogli un panino strada
facendo. Per un bambino di sei anni una cosa notevole. E questo il senso di inaiutabilit: sarebbe
normale piangere, disperarti, chiamare mamma e pap. Lui sa che la cosa dipende da lui; il pastore
pi forte, ma pi scemo e lui deve parlare e convincerlo, avendo il senso che non si pu affidare
allaltro.
Molto spesso la rabbia non un vero e proprio attacco di ira: spesso sono semplicemente bambini
scoordinati, che non hanno alcun repertorio sociale. Sono bambini che non hanno mai avuto rapporti
coi coetanei e poi vengono messi di colpo in una sala giochi o in un giardino dinfanzia. Possono
interpretare un gesto di stizza o un dispetto di un compagno come un gesto aggressivo e gli rispondono
con un pugno: non hanno nessuna coordinazione sociale; come se non differenziassero neanche
lelemento rifiuto. Ci metteranno moltissimo tempo per questo ragionamento, fino alla pubert-fine
adolescenza. C questo fatto di essere diversi, ma di una diversit dagli altri che dipende
completamente da loro, che non riescono a capire quello che gli altri fanno, gli interessi che gli altri
hanno. E ci sono sempre questi episodi spesso violenti. Unaltro che ricordo sul versante inibito, e non
poteva essere diversamente, aveva un padre diplomatico che stava a Portorico e non so per quale
motivo il padre lo mand in 24 ore in un collegio severissimo a Miami, dove lui non conosceva
linglese ed era proprio lo zimbello della classe. Un giorno, durante la ricreazione, viene uno di questi
compagni pi grandi, di dodici anni (lui ne aveva otto), e cominci a sfotterlo e lui senza accorgersene
scattato e lo ha buttato dalla finestra. Il compagno si rotto solo un paio di costole.
Nella maggioranza dei casi sono sempre episodi abbastanza grossi., in cui si vede
chiaramente laspetto di incontrollabilit della rabbia che prevale ogni tanto malgrado i livelli di
inibizione. A volte alcuni superinibiti la rabbia la esprimono torturando gli animali. Un collega di tanti
anni fa aveva un tema di inibizione, ma anche di balbuzie: lui si ricorda le torture di questo tipo, fino
alluccisione, di gatti, cani, etc. Non solo tipico dei bambini, che se lo fanno per gioco, non con
listinto di uccidere.
In una certa percentuale di casi c un a perdita effettiva, cio la morte di un genitore in et precoce.
Dovremmo dire che ci circa in un quarto dei casi; per non un fatto cos patognomonico come si
pensava una volta. Non tanto lentit perdita fisica in s, quanto piuttosto la qualit della relazione
che precede la perdita, laccompagna, la segue: perch si sviluppi lOrganizzazione depressiva occorre
che la perdita sia avvertita come responsabilit personale. Se si va a vedere i casi in cui si perso un
genitore precocemente allet di 7-8 anni, questo non d necessariamente luogo ad un attaccamento di

tipo depresso. Quindi e necessario vagliare i casi senza per quellenfasi che si dava fino agli anni 80
per i Depressi. In realt notate la grande quantit di Fobici che hanno avuto un genitore morto nei primi
anni di vita ma questo non stato avvertito come responsabilit personale. E stato avvertito come una
prova della irrisolvibilit della pericolosit del mondo, come una prova che ancora di pi abbiamo
ridotto le capacit di esplorazione autonoma.
Un altro quarto o terzo abbondante corrisponde al pattern di controllo anaffettivo, in cui si carica il
bambino di molte responsabilit senza dargli il supporto emotivo necessario per poterlo affrontare. E
questo corrisponde a quei genitori che alternano atteggiamenti di indifferenza con atteggiamenti di
intransigenza estremamente punitivi e repressivi. Tipico il genitore, a sua volta depresso, ma con il
senso di fondo che si fatto da s.
Un altro pattern frequente quello del genitore che inverte la relazione con il figlio, che mette il figlio
in una posizione genitoriale, in condizione di occuparsi e prendersi cura di lui e lunica maniera in cui
il figlio pu ridurre il tasso di rifiuti, di perdite affettive, insulti, prendersi cura costantemente del
genitore, nellaccudimento quotidiano, nella gestione di casa. Tutti i genitori depressi a 5-6 anni erano
capofamiglia e andavano a recuperare il padre ubriaco nelle osterie o badavano ai fratelli pi piccoli.
Mi ricordo un paziente che era figlio unico: i genitori erano commercianti ed avevano un negozio che
era aperto dalle sette e mezzo di mattina alle sette di sera. Loro non hanno mai pensato di chiamare
qualcuno cui affidare il figlio, ma chiudevano il bambino a chiave nella stanza da solo. Lui si ricorda
praticamente da sempre, fino alle elementari, che chiudevano la serratura e questa veniva riaperta ore
dopo.
A volte c la pi totale mancanza di cure verso il bambino. Uno dei miei pazienti, quando aveva tre o
quattro anni, per tenerlo buono, visto che aveva scoppi di ira, gli avevano dato per due/tre giorni un
agnellino, con cui lui era impazzito e giocava, salvo 2-3 giorni dopo trovarlo arrosto sulla tavola senza
essere stato avvertito.
Vediamo cosa succede al bambino depresso. Intanto una situazione abbastanza difficile da reggere, in
quanto c questa continua situazione giornaliera di una esperienza di perdita, di non avere un accesso
sicuro e quindi una esperienza di solitudine. Questultima difficile da gestire perch i bambini si
attaccano, per istinto, a tutto: quindi un bambino che non ha una base sicura ha un livello di attivazione
interna di un tale sconquasso, di una tale capacit di perturbazione che se non lo mantenesse in limiti
costantemente bassi rischierebbe di disintegrarsi.
Quindi sono bambini che si specializzano immediatamente, dai due anni circa, in quel fenomeno che
Bowlby chiamava la disconnessione cognitiva tra lo stimolo che evoca una reazione e la reazione
stessa. Questo sar uno dei temi di fondo della vita dei depressi. Poich ogni percezione di perdita si
accompagna ad unoscillazione di disperazione e rabbia, tutto lelemento cardine del controllo della
regolazione emotiva cercare di ridurre linput, cio fare in modo che arrivino poche perdite percepite
coscientemente. Quindi la maggior parte, se possibile, vengono cancellate come reazione; altrimenti
lemozione collegata alla reazione viene staccata dallo stimolo che lha prodotta, vissuta come una
propria idiosincrasia personale, un difetto staccato dalla fonte che lha suscitato.
Ci che vi colpisce nel ricostruire la storia di vita, in particolare infantile, del Depresso che non ha
avuto cure latteggiamento minimizzante nei confronti dei genitori, nel senso di minimizzare le
sofferenze o il ruolo dei genitore o di tendere a discolparli: La situazione era dura, bisognava lavorare,
erano altri tempi. Spesso anche lesperienza di solitudine viene minimizzata. La deve ricostruire il
terapeuta, perch per loro unesperienza che c da sempre, scontata e in pi c il fatto di non
attribuire allesterno la reazione emotiva che provano. Lo fanno anche da adulti: mentre stanno
parlando con una persona, e hanno il senso di disattenzione da parte della persona che li sta ad
ascoltare, questo fa scattare loro una reazione di rabbia pensando: Sono io insopportabile, mi inalbero
subito, sono permaloso. Ci per controllare disperazione e rabbia, le emozioni pi squassanti che
esistano e il rischio di un cambio repentino di fronte, specialmente il passaggio da disperazione a

rabbia.
Ricostruire lesperienza di solitudine nei Depressi vi permette di differenziarla da quella dei Fobici, per
cui non ce davvero mai un senso di solitudine, ma la paura della solitudine corrispondente con
lavvertire che la base sicura distante. Soli non erano mai ed erano sempre accuditi: la mamma
andava nella loro camera se piangevano durante la notte e lasciavano la luce accesa. Tipico il pavor
nocturnus, in cui i bambini fobici hanno paura di restare soli e che nessuno li possa soccorrere, ma la
solitudine vera non fa parte della loro esperienza di vita. Nei Depressi, invece, lopposto e la
solitudine presente fin dallinizio (per questo lo dovete evincere voi). I bambini depressi imparano
bene a prendersi cura di loro stessi, il self-care, che significa soprattutto la capacit di gestire i propri
stati interni. Come linaiutabilit: le angosce non possono essere calmate dagli altri, lunico che pu
farlo e lindividuo stesso. Probabilmente la tristezza, che la tonalit basica del Depresso che quando
si accentua diventa disperazione, contribuisce molto a questa capacit di autogestione poich, come
dicevamo, una delle emozioni pi rallentanti, sia a livello cognitivo che motorio. A noi interessa
maggiormente il primo, perch significa che il fluire degli stati interni molto pi rallentato ed ogni
stato interno resta di pi nel focus di coscienza, nello scrutinio interno.
Un esempio tipico quello di un grande scrittore portoghese, Fernando Pessoa, il quale entro leta di 6
anni ha avuto tutte le perdite possibili concentrate in due anni. A 5 anni gli muore il fratellino, a 6 anni
il padre e nello stesso anno la madre si risposa, per procura a Citt del Capo, e lui si deve trasferire in
un collegio inglese, cambiando lingua. La caratteristica di Pessoa come scrittore sar la creazione degli
eteronimi, questi altri personaggi cui lui prestava voce, il che port alla scoperta dopo la sua morte che
4-5 poeti e scrittori famosi portoghesi o brasiliani erano lui stesso. Questo gioco lo inizi in collegio
nella situazione di sradicamento totale e inizia come tema di reazione al sentirsi solo e in situazione di
deprivazione sensoriale (non poteva nemmeno parlare) per cui lui inizia ad inventare 2-3 personaggi
cui torner a rivolgersi per tutto il resto della vita. Questa la capacit di gestirsi gli stati interni, che
sarebbero squassanti anche per un adulto, con una gestione tecnica, cognitiva, attraverso linvenzione
di una relazionalit che non si possiede, costruita a livello immaginativo.
Il problema grosso in questi bambini il contrasto che inizia ad esserci tra esperienza immediata di s e
limmmagine di s. Perch la prima il problema di fondo di tutti i Depressi ed fatta sempre di questo
oscillare continuo tra le bande estreme disperazione-rabbia che ogni Depresso avverte come improvvisi
cambiamenti di fronte quasi inspiegabili ai suoi occhi, proprio per la disconnessione cognitiva di cui
parlavamo prima e che diventano uno degli elementi basici su cui si incentra il loro senso di negativit,
il senso che c radicato qualcosa in fondo a loro che non va. In questo senso di essere diversi dagli
altri bambini, di non avere una famiglia come gli altri, per, non soltanto un fattore esterno, c
qualcosa in loro che non va.
In questo tema dellesperienza di solitudine un altro fatto che la va a riempire e che sostiene questo
senso di negativit una sessualit molto precoce, che deriva proprio da una questione di deprivazione
sensoriale (sono dei masturbatori precoci fin dagli anni prescolari), proprio per una situazione di
compenso. Il paziente dellepisodio del pastore ce lha come una delle prime immagini di vita: ha tre
anni e va a cavalluccio con la nonna sulla gamba ed ha proprio un senso di eccitamento genitale di cui
sa benissimo che non deve far parola. Aveva poi gli episodi di scoppi dira con le ragazzine. Lui
cercava di avvicinarsi e in prima elementare, stesso anno in cui tent di strangolare il compagno, si
ricorda i tentativi che faceva di guardare tra le gambe della maestra.
Questo, spesso, si associa al fatto del cambiamento repentino interno, al senso di negativit. In questo si
collega il senso di negativit dato da questi gesti inconsulti, per cui lui era un mostro ed aveva la
sensazione che i bambini e gli adulti rivolgendosi a lui inorridivano; questi due aspetti lo facevano
sentire profondamente diverso dagli altri per qualcosa che era in lui, questo essere uno che provava
cose che lo avrebbero portato alla delinquenza.
La sessualit precoce e presente sia nei maschi che nelle femmine e diventa uno dei problemi perch

sono molto pi scafati, precoci dei coetanei e quindi hanno degli effetti ridondanti che li fanno
apparire veri e propri mostri.
E diversa invece limmagine di s. Limmagine cosciente fortemente contrastante perch da un lato
c la consapevolezza di essere un bambino diverso dagli altri (molti bambino depressi hanno la
fantasia di avere altri genitori, altre famiglie) e dallaltro hanno il senso che tale diversit dovuta a
qualcosa di profondamente sbagliato in loro. Per va rivisto il discorso che si faceva sulla famosa triade
negativa di Beck: non che i depressi abbiano unimmagine di s completamente negativa, non si
capirebbe il loro modo di funzionare. Loro hanno immagini di s fortemente contrastanti, in cui la
negativit si riferisce esclusivamente a temi emotivi e affettivi: ci che non va a livello emotivo, per
cui o sono repellenti e non c persona al mondo che possa attaccarsi a loro o provare sentimenti di
affetto per loro, ovvero sono loro emotivamente incapaci di attaccarsi agli altri.
Sullaspetto cognitivo, invece, hanno un senso forte, quasi estremo, di competenza. E molto difficile
mettere in crisi questi bambini con un punto di vista diverso come accade, viceversa, nei bambini Dap.
Sono sempre sicuri di ci che vedono e pensano; il problema che si fidano soltanto delle loro
spiegazioni. Sono sempre sicuri di avere una spiegazione esaustiva. Il paziente del pastore era in
macchina col pap e questo era al volante con un amico. Il padre aveva 32 anni circa e, come accade
spesso in questi casi, si erano dimenticati del bambino seduto dietro e quindi lamico sera messo a
parlare di argomenti pesanti (sesso, donne) e ci che colpisce il bambino limbarazzo del padre e gli
fa pena la sua imbranataggine. E un senso dellaltro staccato dal senso di s ben distinto: e ci senza
sentirsi in colpa.
A livello cognitivo lunica cosa di cui sono certi che possano capire, poi il dramma che non sanno
interagire. La famosa triade di Beck, limmagine negativa del s, del mondo e del futuro non si rileva;
la si pu vedere solo in un Depresso grave. I Depressi non hanno mai unimmagine negativa del
mondo; anzi, in genere sono persone - vedi personaggi, scrittori - che hanno un livello di positivit
molto alto. Tuttal pi direbbero come il saggio che la vita la cosa pi bella che c, peccato che loro
non lhanno potuta vivere: quello il discorso. Cos come non c un senso negativo completo di s:
negativo solo laspetto emotivo/affettivo, ma sulle loro capacit di essere gli unici a darsi la
spiegazione che gli serve per lenire la pena che sentono sono sicuri. Per questo tutti gli altri non
possono far niente. Eanche un senso di essere una persona competente per la capacit di poter
controllare le situazioni avverse attraverso lo sforzo o la lotta.
Del resto, fin da piccoli sono grandi lottatori, cio gente che mette lo sforzo al centro della propria
filosofia di vita. Ma il fatto di sentire che lo sforzo produce dei risultati e riesce a rimettere in sesto una
situazione che sembrava assolutamente irrimediabile un aspetto non da poco del loro senso di
competenza. Il tema dello sforzo fin da piccoli quasi una cartina di tornasole, su cui si regge tutto
lequilibrio quotidiano del Depresso, perch sufficiente che, anche in una situazione banale, uno
sforzo in corso non abbia lesito desiderato che ci sia il capovolgimento immediato da un senso di
competenza a un senso di inutilit dello sforzo. Non c modo di uscire dal destino che ci stato
riservato.
Il Depresso ha il senso di essere distaccato dal resto del mondo, di avere un destino particolare. Il
problema che, se gli sforzi riescono, il suo destino particolare un destino di elezione: diverso dagli
altri perch superiore; se non riescono, il destino di condanna, gli toccato per una sorta di intrinseca
negativit che nessuno stato capace di riorganizzare e riordinare. Per i Depressi possono oscillare
molto facilmente. Anche in situazioni banali il cambiamento repentino di s che ha ogni Depresso pu
avvenire 5-6 volte al giorno. Il cambiamento repentino viene attribuito a s. Questa ipersensibilit ad
ogni minima non corrispondenza dellaltro, lui la vive in termini di rifiuto affettivo. Il tema di perdita
poi il tema di inutilit: Di quello che gli ho detto non gli fregato niente, non vedeva lora di
scapparsene in ufficio o di fare cose pi interessanti.
Latteggiamento interno del Depresso, il dialogo con s stesso la cosa pi problematica. Hanno un

atteggiamento intransigente, sempre autoaccusatorio e autocolpevolizzante, Self-Blaming. Ma


sempre sul tema dellinamabilit affettiva, c un sentirsi la causa dei capovolgimenti repentini di
esperienza di s.
I primi anni delle elementari sono, in genere, i peggiori perch la differenziazione emotiva andata
avanti in modo molto graduale e loscillazione emotiva sempre su disperazione e rabbia. Abbiamo un
bambino arrabbiato e un bambino abbandonato, con passaggi da uno allaltro, da una posizione
superinibita, superabbandonica, ad una di violenza. Non ci sono stati intermedi. Questa situazione a
casa incrementa ancora di pi la rigidit e il controllo anaffettivo del genitore
Con il proseguire delle elementari comincia a differenziarsi, come stato intermedio, quello tipico dei
Depressi che la vergogna, che poi permette maggiormente di attenuare la risposta allesterno, avere
un controllo maggiore dellaggressivit anche se non sulla rabbia. Questa viene sempre elicitata e
produce i capovolgimenti del senso di s. La vergogna permette di stabilizzarsi su un atteggiamento
evitante che latteggiamento di base anche nei confronti dei coetanei, verso cui, poi, in terza-quarta
elementare hanno un atteggiamento di quelli che stanno nel gruppo, ma stanno anche fuori: stanno ai
margini. Questo non solo come disposizione spaziale, ma anche come rapporti coi coetanei: i Depressi
non cercano mai i coetanei n a livello di confidenza o di intimit. Si limitano ad essere osservatori o
partecipi passivi se un compagno, invece, si avvicina a loro. Non prendono liniziativa. Sono evitanti
anche emotivamente, non solo spazialmente.
Levitamento in questione non come nei Dap: lipersensibilit al giudizio dei Depressi sicuramente
un fenomeno diffuso, ma la reazione diversa rispetto ai DAP. In questi il senso di s cambia in
accordo al giudizio percepito nellaltro. Anche il Depresso sensibile al giudizio ed un giudizio
negativo di una persona significativa un lutto, una perdita. Cos pure nel Fobico, che pu reagire a un
giudizio negativo o col senso che gli manca la protezione o che si sente soffocare, la reazione sulla
propria banda. Anche nellOssessivo c la sensibilit: se la moglie gli dice che un cretino, lui non ha
pi la certezza e inizia a ruminare.
Generalmente i Depressi sono bambini ingovernabili, con problemi sociali rilevanti. Innanzi tutto, per
la gestione non semplice del tema rabbia-aggressivit, che li porta senza volerlo a non essere in linea
con le autorit. I Depressi, pur senza mai voler fare i leader delle situazioni politiche, si trovano ad
essere ribelli ed insofferenti alle regole, per la loro minore dimestichezza sociale: sono i pi solitari,
burberi, pi incapaci a capire le regole di convivenza comune. Pi facilmente possono, pertanto,
interrompere o infrangere certe regole stabilite dalle autorit, anche banali.
Il tema della diversit molto forte anche sul piano fisico: i Depressi da bambini si sentono diversi e
goffi fisicamente, non riescono a fare i giochi degli altri, si sentono completamente staccati, avulsi.
Hanno un senso di completa incoordinazione anche corporea. Hanno difficolt con gli sport; anche
andare in palestra con gli altri suscita loro vergogna.
Gi nella fanciullezza sono concentrati sul tema di perdita. Se a sette anni si va a studiare le
attribuzioni di successo e fallimento, i bambini non depressi attribuiscono il fallimento al caso e il
successo a s. I Depressi fanno lopposto. Il fallimento assai pi predittivo del successo. La perdita
la cosa pi probabile che possa accadere. Lunica strategia per evitare che accada minimizzarne
leffetto.
Il cambiamento maggiore, nei Depressi, inizia nella pubert. Se qualcuno ha avuto un ambiente
familiare distorto o disadattante, alla fine delle elementari riuscito comunque a raggiungere un
equilibrio; quando linsorgenza del pensiero astratto, mette a repentaglio tutto questo ed impone una
riorganizzazione su livelli di astrazione maggiore. Nellandamento dei Depressi diventa fondamentale
la riorganizzazione adolescenziale, crearsi un assetto pi astratto di s che spieghi anche le
contraddizioni e poi darsi un programma di vita. Qui la chiave di volta della loro vita: i Depressi, per
lo pi, hanno una riorganizzazione adolescenziale in attribuzione interna. Localizzano dentro di loro la
colpa e la responsabilit del loro essere fuori dal mondo. Se non partecipano al consorzio umano

colpa loro. Pu sembrare una volont di autoflagellazione, come a molti della terapia cognitiva, per cui
lattribuzione interna del Depresso era il bersaglio principale. Invece tale attribuzione la chiave di
volta dellintera coerenza del tema depressivo. Se in questa contrapposizione col consorzio umano, la
colpa del consorzio umano il Depresso resta senza controllo. Attribuendosi la colpa resta un margine
di controllabilit: Sono io, mi posso sforzare, migliorare.
Le uscite in attribuzione esterna che avvengono nelladolescenza sono invece sempre tragiche: una la
tossicomania, per andare avanti con atteggiamenti autoanestetizzanti con escalation progressiva verso
lannientamento in pochi anni, laltra luscita delinquenziale (verso un mondo che mi respinge senza
che io abbia fatto niente, lunica possibilit di oppormi fino alla morte), oppure luscita psicotica in
delirio persecutorio. Anche in questo caso il delirio fa sentire il Depresso un agente pi attivo, non una
foglia in balia del vento. Lattribuzione interna rende al Depresso la situazione pi accettabile e
controllabile.
Un paziente ricord che alla pubert inizi lepoca degli sforzi titanici, lui si rendeva conto che cera
una serie di cose che non andavano per colpa sua (non sapeva parlare, si emozionava, la vergogna se lo
mangiava): gli sforzi erano tutti orientati per correggere tali aspetti. Si era messo a studiare come un
matto per essere brillante, faceva esercizi di dizione. Il tema quello che se riesci a migliorare ti
guadagni laccesso al consorzio umano come quando da piccolo dovevi meritarti tutto.
Lattribuzione interna porta a fare imprese impossibili, dove il termine impossibile cambia a seconda
del contesto socio-culturale. Per, in generale, si tratta di cose che non appartengono al mondo delle
possibilit. Uno degli esempi pi tipici quello di un paziente che aveva tre anni alla morte della
madre. Viveva in borgata col padre proprietario di una modesta barberia sullorlo del fallimento. Lui
dai 3 ai 10 anni stava in bottega: a 10 anni gli muore anche il padre e lo prende con s una zia paterna
la quale non lo tratta, tranne che seguirlo a scuola, e quando compie 18 anni lo mette in strada.
Comincia a dormire nei dormitori pubblici e trova lavoro come manovale: io lo vedo a 33 anni e in
quindici anni era diventato uno degli antiquari emergenti pi apprezzati di Roma. A 18 anni ci faceva
parte dellinimmaginabile. Coi risparmi del lavoro comprava i mobili che ricostruiva nei ritagli di
tempo, dormiva due ore per notte perch era preferibile lavorare ai suoi mobili che tornare nel
dormitorio pubblico dove allora stava, era troppo triste, era meglio lavorare! Viene minimizzato anche
il senso delle proprie imprese.
Questa la forma pi tipica e articolata che prende il pattern dattaccamento A3: da piccoli si
rendevano amabili grazie alla capacit di stimolare ed interessare il padre che avevano sviluppato e da
adulti e uguale, si rendono amabili con imprese di tipo conoscitivo o di azione. E il modo di
guadagnarsi laccesso. Ecco perch i Depressi, a livello cognitivo, hanno un amabilit molto buona,
anzi in genere si danno da fare per rendere possibile che una persona possa interessarsi a loro, anche
come oggetto di affetto, per il fatto di averla stupita con le loro imprese,attraverso le quali sono
riusciti a farsi accettare come facenti parte del consorzio umano. I Depressi, sin da piccoli, hanno
questo tema di guadagnarsi lidoneita affettiva con laspetto conoscitivo. Diventa naturalmente il loro
dramma, come vedremo nel loro stile affettivo e a volte e anche comico e parzialmente sregolato. Se
prendete in considerazione il pattern di attaccamento A3, che e quello brillante, e attivo ad
interessare laltro, vedete che laspetto emotivo, poi, non parte mai.
Un paziente, quello del pastore, dopo un lutto aveva preso in considerazione lipotesi di riprendere le
relazioni con donne e queste non iniziavano mai perch lui era sempre in fase di dimostrazione di
brillantezza. Conosceva una donna, ci usciva a cena e parlava solo, per ore, di cinema, letteratura, vita
sociale, antropologia, etc. e le relazioni non iniziavano mai perche lui si arenava alla fase della
dimostrazione della brillantezza.
Dopo essere uscito per varie sere consecutive con una collega che era interessata a lui, dopo aver
passato il tempo a cena in cui lui ha mostrato tutto il suo scibile, al quinto invito da parte di lui, lei si
risente e, bruscamente, gli chiede che vuole da lei. Lui rimane sbigottito e, ovviamente, la prende come

un rifiuto. Sono state necessarie due sedute per fargli capire la dispercezione che la collega puo aver
avuto.
Anche nei confronti dei figli i Depressi hanno un comportamento che Bowlby chiamava
laccudimento compulsivo che e quel comportamento per cui il figlio arriva a sentirsi di essere un
peso per il genitore. E, ancora, questo deriva dal fatto che il padre deve conquistarsi laffetto del figlio,
stupendolo e, in questo, lui fa anche un investimento notevole.
In genere, nel loro ciclo di vita, i Depressi non hanno grossi problemi nel settore lavorativo o di
competenza professionale, non capita quasi mai che vengano in terapia portando come problema la
competenza, la capacit o il timore di affrontare situazioni in questo campo. I problemi compaiono
nella vita interpersonale, in generale, lamentando un isolamento sociale piu o meno rilevante e,
soprattutto, a livello affettivo.

STILE AFFETTIVO

E interessante ricostruire lo stile affettivo dei Depressi. In loro colpisce sempre il fatto che, il punto
fondamentale fin dalladolescenza e i primi flirt, la enorme discrepanza che esiste tra levento di
perdita reale e la reazione di perdita suscitata; e tale discrepanza va aumentando dintensit con il ciclo
di vita. Un esempio sono i due anni di lutto, con isolamento sociale e ritiro a casa, azzeramento quasi
totale dei rapporti sociali, ritiro nello studio, dopo una cotta della durata di una settimana, al primo
debutto sentimentale. Si arriva poi nella midlife a livelli paradossali dove quasi si perde il rapporto tra
evento di perdita effettivo e la reazione di perdita suscitata. Uno dei casi piu recenti che ho visto e
stato quello di uninsegnante di matematica al liceo che venne in terapia a 54 anni, la quale come
antecedente a 49 anni, dopo una vita di rotture e di abbandoni, aveva conosciuto un architetto, in
occasione di una festa fra amici, con cui cera stato solo un inizio di storia: serano visti un paio di
volte dopodich lui non laveva pi chiamata. Lei se fatta un lutto di 5 anni. A 54 anni, quando lho
vista io, era ancora bloccata, in aspettativa da tre anni e aveva una vita quasi disintegrata in cui passava
le sue giornate a letto ed era proprio come se fossero trascorsi solo 5 minuti dal momento in cui lei
sera resa conto che lui non lavrebbe piu chiamata. Questo e il fatto piu drammatico nei Depressi.
Tanto che va tenuto presente proprio perche e fonte di scompensi notevoli, ce da pensare che ad un
Depresso, uomo o donna, a cui capita una perdita affettiva in midlife va considerato come il rischio che
si ha di perire in un frontale tra due macchine, e un rischio di morte. Primo perche la percentuale di
suicidi e alta; cio che colpisce dei Depressi e lo spostamento che si osserva nel ciclo di vita. Hanno
molti tentati suicidi in gioventu e molti suicidi veri in midlife: nel corso della vita aggiustano il tiro.
Soprattutto, a parte i suicidi, che rappresentano la forma di autodistruzione piu appariscente, piu
chiara, ce ne sono altre meno eclatanti ma che sono altrettanto gravi. Un individuo, anche senza
uccidersi, puo comunque disintegrarsi anche in tempi estremamente ridotti. Ricordo che (proprio per
la deformazione indotta da questo mestiere che ci rende curiosi) potei ricostruire, nel villaggio in
Sardegna dove avevo una casa, la storia di un uomo che era il barbone di quel villaggio, e che noi
soprannominammo Spensierato, non so bene perche. Era il tipico ubriaco: aveva il capotto di lana
anche destate, ad Agosto e, probabilmente, non parlava piu alcun linguaggio comprensibile, parlava
una lingua sua, strana, era sempre sporchissimo, dormiva sui marciapiedi, etc. E io sono riuscito a
ricostruire la storia di questuomo che e assolutamente tipica di questa Organizzazione. Lui era nato
nel corso della seconda guerre mondiale da un padre sardo, che faceva loperaio, il muratore e da una
madre che faceva lausiliaria nelle truppe tedesche. Dopo un anno la madre lo lascio al padre mentre
lei torno in Germania. Il padre, non potendo occuparsi di lui, lo mise in orfanotrofio: una situazione

tipica. Tutto sommato, landamento di vita di questuomo fu abbastanza buono perche si ambiento
nellorfanotrofio e apprese il mestiere di falegname che, con il tempo, raggiunti i 40/42 anni, gli
consenti di diventare capomastro. Era diventato un artigiano riconosciuto, aveva 10 lavoranti suoi
subalterni nel suo laboratorio dove si limitava a fare solo i pezzi piu pregiati. Se considerate la
situazione di partenza, questa, era stata quasi unimpresa impossibile. Si diceva che era anche affabile
con gli amici, ne aveva molti, giocava a carte con loro, faceva bisboccia ma era timido con le donne
(che mi sembra il minimo, visto che la madre lo aveva abbandonato in questo modo). Non aveva mai
avuto alcun rapporto significativo importante, si sapeva che andava con prostitute ma si limitava a
questo. Il fattaccio accadde quando, una donna del paese, prese liniziativa piombo a casa sua e si
fece una convivenza di tre anni e poi, di colpo, lo lascio andandosene di casa. Dal momento in cui fu
lasciato al ridursi sul marciapiede trascorse un anno e mezzo. Molte persone del paese non riuscivano a
capire come avesse potuto, in questo lasso di tempo, ridursi in questo modo. Un uomo che possedeva la
casa in cui viveva, la macchina, i soldi in banca, lazienda artigianale di proprieta, si era tutto
polverizzato senza sapere come: forse giocando a carte, forse regalato, etc. E lui, oramai, era in una
condizione impossibile da ricostruire emotivamente, cognitivamente e psicologicamente. Da qualche
anno era in una posizione in cui, addirittura, parlava un linguaggio assolutamente incomprensibile.
Queste sono le situazioni piu drammatiche, dove non ce neanche latto eclatante tipo suicidio che si
vede, in questi casi la persona si disintegra, scompare. E questo fatto e forse anche piu drammatico di
un suicidio e va tenuto presente. La signora, insegnante di matematica, di cui vi parlavo prima, con il
flirt con larchitetto che dura due giorni, ha una reazione di quasi-disintegrazione, perde il lavoro, le
sorelle erano venute dal Sud ad assisterla perche lei non poteva stare piu sola: non si alimentava, non
salzava dal letto, defecava e urinava a letto. Era piu contenuta quando si ricoverava in una clinica
privata, per tre mesi, dove la imbottivano di farmaci. Appena tornava a casa, in terapia di
mantenimento, ritornava ad avere lo stesso comportamento.

Formazione, Mantenimento e Rottura

Quindi, tornando allo Stile Affettivo dei Depressi che e il problema principale, si considerano le fasi di
Formazione, Mantenimento e Rottura, in ognuna si possono manifestarsi problemi. Innanzi tutto il tema
principale dellaffettivita in questa Organizzazione - troveremo sempre in tutte le Organizzazioni che,
questa continuita pur apparendo contraddittoria, fa parte della tensione essenziale che ce al centro di
ciascun tema di significato -, e che tutto cio che il Depresso fa nella vita, anche le imprese
impossibili, le fa per guadagnarsi una idoneita affettiva. Laspetto affettivo e laspetto piu importante
pero, allo stesso tempo, e anche la cosa maggiormente temuta, da evitare. Latteggiamento di base
che troviamo e peculiare: la perdita e equivalente al distacco, lunico modo con cui un Depresso non
corre il rischio di sperimentare un distacco e il non-attaccarsi, con questo si e sicuri. Una volta che,
viceversa, lindividuo accetta anche semplicemente di attaccarsi a qualcosa, e entrato nel giro del
distacco, e entrato nel giro della roulette da cui puo uscire il numero. Ma se una persona, fin
dallinizio, non si attacca, questo taglia fuori matematicamente ogni rischio. Io avevo un paziente di 52
anni, che aveva avuto un figlio in tarda eta che quando venne da me, il figlio ne aveva 6. Lui, da un
lato, viveva per questo figlio a tal punto che, nelle due ore precedenti al momento in cui il bambino
tornava a casa da scuola, lui viveva nellattesa di vederlo in maniera fremente. Ma, appena il figlio
tornava a casa, lui iniziava a trattarlo male. E lui mi diceva: Dottore, io tratto male mio figlio perche
mi rendo conto che non posso attaccarmi a lui, se lui mi morisse io non potrei resistere alla perdita.
Pensate che lui, a 52 anni, pensava che poteva morire il figlio prima di lui. Quindi il discorso e

linevitabilita a correre dei rischi, e un bambino, e vulnerabile, si puo ammalare, a 14 anni avra il
motorino saranno altri rischi quindi possibilita di tragedie, etc. Per cui se, dal suo punto di vista, il mio
paziente non si attaccava, avrebbe retto la perdita che altrimenti avrebbe condotto al suicidio o alla
pazzia, alla disintegrazione. Questo e laspetto assolutamente tipico di questa Organizzazione.
INTERVENTO: Ma, in fondo, non era gia attaccato?
GUIDANO: Lo so, infatti e questo il dramma: il Depresso conserva un margine di controllo se non
riconosce lattaccamento che, di fatto, sta gia sperimentando. Infatti, il mio paziente, diventava
respingente con il figlio e questo vi consente di capire altri aspetti dei genitori depressi. Perche, molto
spesso, per alcuni genitori depressi come il mio paziente lessere burberi e respingenti vuol dire
controllare che non ci si coinvolge al punto tale da entrare nel girone di incontrollabilita del distacco.
Questo comportamento, i Depressi, lo hanno sempre; e latteggiamento iniziale che assumono nei
confronti di un incontro affettivo che e potenzialmente significativo. La prima cosa che fanno e il non
riconoscere la significativita, limportanza di quellincontro. Ne, tanto meno, il grado personale di
coinvolgimento emotivo. Questa discrepanza e proprio tipica di molti Depressi per cui una esperienza
si puo vivere di fatto, ma limportante e di negarla sempre al livello di spiegazione per cui una
persona puo anche avere un rapporto che si e stabilizzato ma lo vive temporaneamente. Ogni giorno
e temporaneo, a se stante: Oggi lei sta qui, se portata le sue cose, non posso cacciarla. Ma non e
fatto come lo farebbe un Fobico per tenere laltro sulla corda, e soprattutto una spiegazione che lui si
da che si racconta. Al partner lo dice anche meno, puo anche non dirlo affatto (e, in questo, e diverso
dal Fobico) perche il partner poi si arrabbierebbe, lo tiene per se, se lo ripete a s stesso. Questo e
lunico modo che, il Depresso, ha di viversi una storia importante, momento per momento, perche gli
da il senso che, comunque, il margine di incontrollabilita del distacco lui/lei lo puo controllare
perche se lo aspetta continuamente anzi, gli sembra un miracolo che oggi stia ancora durando,
accadendo.
Quindi, il Depresso, e sempre pronto ad incassare il colpo. Pero questo atteggiamento produce dei
problemi notevoli.
Per quanto riguarda la Formazione: qui si inizia ad evidenziare laspetto caratteristico della messa alla
prova che hanno i Depressi. Notate un altro fatto, che ci tengo a sottolineare, che non e vero che
limmagine di se nei Depressi sia cosi negativa.
Per esempio a livello affettivo sono, da un certo punto di vista, molto presuntuosi e questo non si
connota con limmagine negativa che menzionavo poco fa. Il Depresso si sente fuori dal consorzio
umano pero non vorrebbe mai che una persona del consorzio lo faccia entrare, che sembra la
reazione piu normale: una persona mi vede fuori dal consorzio e mi dice vieni a casa mia no, lui
cio che vorrebbe e che laltro esca dal consorzio umano e va con lui nel deserto. Laltro deve
rinunciare a tutto quello che lui non ha neanche mai avuto per andare a vivere con lui nel deserto,
accettando le condizioni di vita di uno che non e mai stato nel consorzio umano. Per cui questo e il
punto: il Depresso si accorge che laltro ha fatto una scelta nei suoi confronti, di esclusivit ed unicit,
in quanto, laltro per lui, ha rinunciato al consorzio umano in cui viveva. Il partner e una persona
che ha una famiglia dorigine che e anche accudente, e uno che da piccolo ha avuto tutto, sciava,
giocava a tennis, aveva gli amici, tutto. E, dal punto di vista del Depresso lessere esclusivo ed unico
per il partner, significa che il partner deve lasciare tutto ci, tutto il bagaglio che lui non ha mai avuto,
per andare con lui/lei a condividere la vita che il Depresso ha invece sempre fatto. Per cui, la fase di
formazione, e caratterizzata dallo sbandamento che il Depresso pone in maniera ben precisa, dando
unimmagine amplificata della propria negativit. Questo atteggiamento di scoraggiare il partner e
costante ed e associato alla contemporanea proiezione dellimmagine negativa di s amplificata:
Guarda, chi te lo fa fare, io sono un disastro, non si pu vivere con me, io sono un cinico tu hai tutto,
una vita normale, hai gli amici, pensaci bene... In tutto ci laltro si trova in un bivio perch se si
sbaglia e pensa che ha di fronte uno che si sta lamentando perch e cattivo e lo/la vuole consolare

dicendo: Ma no, non e vero che sei burbero, non e vero che sei cosL ce lo scoppio dira
incontrollato, lui non vuole essere consolato, vuole sentirsi dire: Ma proprio perch tu sei uno senza
Dio, senza patria, senza famiglia, reietto, io proprio per questo ti ho scelto, io non vorrei che tu tenessi
famiglia, rispetto, proprio per questo. Per cui lelemento clou egeneralmente che il Depresso
non solo non prende mai iniziative, ma scoraggia quelle che prende laltro e costantemente lo pone di
fronte ad unimmagine negativa amplificata di s che laltro deve accettare senza mai correggerla. Se
prova a correggerla lui passa direttamente alla rabbia. Questo e solo lantefatto sufficiente perch la
maggior parte dei potenziali partner si scoraggino e se ne vadano. Non superando la prima messa alla
prova vengono lasciati, ma senza troppo dolore poich si e ancora fuori del girone della perdita,
sono riusciti nellintento di non attaccarsi. Per qualche malcapitato passa la prova e va nel deserto con
lui/lei. La fase di Mantenimento e caratterizzata da unattualizzazione quotidiana della precedente
messa alla prova. Voglio dire che, ogni giorno, ci deve essere questa conferma del fatto che laltro ha
lasciato il consorzio e ha scelto la vita desertica o monastica; ci deve essere una conferma quotidiana.
Per cui ci che accade con il partner capita anche con lamico che si incontra e con cui si parla di
calcio; siamo a tavola il Depresso, per esempio, sta parlando di una cosa che non e affatto importante e
laltro non lo segue e proprio a questo punto che si verifica lo scoppio dira incontrollabile perch non
e tanto largomento triviale di cui si parlava quanto il fatto che laltro non ha rinnovato la conferma
sulla esclusivit e unicit di aver scelto la vita che si conduce nel deserto".
Questo fenomeno drammatico e vissuto da molti in maniera totalmente inconsapevole: ad ogni
scoppio di rabbia corrisponde un successivo ritorno allaccudimento compulsivo.
Cera una collega che, qualche anno fa, venne proprio per questo motivo; si rendeva conto che se
continuava con questo comportamento, senza controllo, il matrimonio sarebbe fallito. Le situazioni
tipiche erano le seguenti: lei tornava a casa dopo il marito, con cui era sposata da tre anni, e lui era
proprio uscito dal consorzio per lei, completamente e lei trovava tutto apparecchiato, la cena pronta, si
sedevano a tavola e poteva capitare che mentre stavano a tavola (lui era radiologo) lo chiamassero
dallospedale per comunicargli uninformazione importante di lavoro ma brevissima, e lui si
allontanava pochi secondi, tornava in cucina e trovava il tavolo completamente ribaltato, piatti a terra:
Non conto nulla, allora vattene via.., lo insultava, poi andava in camera sua, piangeva come una
fontana ed infine tornava dicendogli: Perdonami, perdonami, e meglio che te ne vai (iniziava la
messa alla prova), io sono impossibile, ti rovino la vita, fai ancora in tempo, e meglio che te ne
vai. La situazione si riequilibrava in breve tempo non appena lui iniziava a consolarla dicendole
proprio: Ma no, tu mi piaci per questo, etc e dopo la loro vita continuava allo stesso modo fino
alla successiva telefonata, fino alla minima disconnessione che si presentava. La scena era proprio
tipica: scoppio dira con recupero successivo tramite accudimento compulsivo in cui per proteggere
laltro gli si dice di andar via perch lei lo feriva troppo. Questo lo fanno anche con i figli. Questo e la
conseguenza della controllabilit alla percezione di perdita. Tutto il tema con i Depressi, quando ci si
lavora, e di portarli ad una capacit di riconoscere il loro costruirsi i temi di perdita da unocchiata mal
data, da un ciao detto a mezza voce, etc. perch se non mettono a fuoco la percezione di perdita non
possono controllare la reazione di rabbia che ne deriva, se la trovano addosso e la proiettano. Questo
accade anche con un figlio, non e solo una prerogativa lasciata ai partner sentimentali. Se il padre
aspetta con ansia in figlio che torna da scuola, anche se ha 14 anni, non vede lora di vederlo, gli vuole
parlare e il figlio rientrando gli dice un ciao a mezza bocca .e finito, dopo un attimo lo insulta, si
vergogna che e suo figlio, maledetto il giorno in cui e nato, cose tremende con veri e propri attacchi
dira e poi, dopo pochi minuti torna e inizia laccudimento compulsivo: Perdonami, sono una bestia,
se volevi il motorino te lo compro... Per cui e eccessivo prima e dopo, e eccessivo lo scoppio
dira, ma anche laccudimento compulsivo successivo e eccessivo. E uno stile che e strutturato per
evitare le perdite ma, chiaramente, proprio per il tipo di organizzazione, pi di ogni altro e in grado di
produrle. Notate che si definiscono bene le famiglie dei Depressi anche quando si inizia a parlare della

relazione adulta. Coloro che hanno una vita affettiva stabile, in cui le reazioni appena descritte sono
contenute (ogni volta che un Depresso percepisce latteggiamento dellaltro come rifiutante reagisce,
comunque, duramente, riavvicinandosi successivamente), ma sono sempre presenti, si pu non
raggiungere lo scoppio dira e/o laccudimento compulsivo eclatante, ma questa e una oscillazione
interna che e sempre presente anche se rimane pi smorzata. La necessit di esclusivit, generalmente,
rimane anche nei confronti dei figli. Se consideriamo una coppia in cui uno dei due e un Depresso,
perch funzioni in termini proprio di coppia, i figli devono essere esclusi da questa vita a due. Lo
slogan dei Depressi al partner e: Io, te e il resto del mondo, dove il resto del mondo include anche i
figli, anche loro appartengono a quel consorzio da dove lui si e staccato portandosi anche laltro.
Quindi non devono mai interferire nella vita di coppia. Io ricordo molti pazienti in cui i figli non
mangiavano mai con la coppia, ma da soli perch padre e madre mangiavano isolati. Questo lo dico
perch e importante anche dal punto di vista dei figli che hanno costantemente un senso di distacco, di
non-partecipazione, di avere genitori indifferenti e, comunque, di essere un peso. Da quando siamo nati
i nostri genitori sono costretti a stare qui con noi, se non fossimo mai nati loro sarebbero stati a
divertirsi, ai Caraibi, etc. Questo e un punto fermo, e uno dei requisiti per cui si verificano parecchie
crisi familiari, perch il coniuge non rispetta questo codice: i figli vanno tenuti fuori, come vanno tenuti
fuori gli estranei, i figli fanno parte del resto del mondo quindi non devono entrare nelle attivit di
coppia.
Con la Rottura si consuma il tutto perch e il momento pi esplosivo e lo e anche mentre si sta
consumando. Quasi sempre i Depressi hanno una caratteristica singolare di percepire la separazione
come iniziativa presa dallaltro, come un abbandono, anche se molto spesso la innescano loro, sono
loro che di fatto la portano a termine. Comunque la rottura ha due fasi:
1. assolutamente furiosa nel momento di smantellamento. La separazione, come ricordate e un
processo dove occorre anche chiarirsi, arrivare a ridefinire gli aspetti, non solo in termini economici
ma anche in termini personali. Questa e, in genere, una fase furente in cui ci sono delle oscillazioni
tra disperazione e rabbia che e quasi incontenibile, incontrollabile, soprattutto la rabbia. I Depressi,
in questa fase di separazione possono fare cose incredibili, possono diventare torturatori, pedinatori,
fare atti violenti, andare a casa dei suoceri dove ora vive il marito/moglie e sfondare la porta, etc. Io
avevo in mio paziente il quale in corso di separazione seguiva la moglie con una voglia costante di
metterla sotto con la macchina e ogni sera la seguiva, ci pensava, la puntava e poi rinviava alla sera
successiva, ma tutte le sere era la stessa cosa, aveva lo stesso pensiero e desiderio intenso di
ucciderla. La fase in cui si compie la separazione, con la divisione dei beni, etc. e, generalmente,
accompagnata a livelli di rabbia e di aggressivit incontenibili. Possono essere anche molto
violenti, poco controllabili. Mentre, invece, non appena la separazione si consuma laspetto di
rabbia viene maggiormente interiorizzato. Diventa una rabbia diretta pi alla rilettura della storia,
pi attribuita a s, prevalendo laspetto
2. di disperazione che si pu manifestare sintomatologicamente con tratti di crepuscolo vero e proprio.
Anche in quella fase e tutto ben organizzato anche a livello di percezioni fisiche. Prendiamo, ad
esempio, latto della separazione: per un Depresso, uscito definitivamente dalla casa in cui aveva
vissuto con la moglie, portandosi le sue cose nel residence dove si trasferisce, e normale che il
tragitto di unora in macchina non lo ricordi, lo ha percorso in uno stato dincoscienza, e stato tutto
automatico. Anche gli aspetti percettivi della perdita vengono conglobati, non elaborati. E un
fenomeno molto frequente, questo, ma soprattutto ci che colpisce maggiormente e questo
passaggio dalla rabbia, che e predominante nelle fasi in cui si attua la separazione alla disperazione
che, invece, diventa, con tutte le sue caratteristiche inibitorie, la caratteristica pi importante a
separazione consumata. Il passaggio e anche brusco e, in genere accompagna il rito di
consumazione della separazione. Direi che, paradossalmente, i Depressi reggono molto meglio le
perdite fisiche, le morti che le separazioni, la morte, a meno di un significato di rifiuto,

specialmente se accade per un motivo imprevisto e imprevedibile e non cambia limmagine


dellaltro la quale, nella maggior parte dei casi, risulta potenziata, pi positiva.
Ricordo una paziente che mi ha sempre colpito per questo. Io la vedo da molti anni ed e una Depressa
tipica, lei ha questa divergenza tra reazione alla perdita ed evento perdita che oramai, a 50 anni, e
diventata una cosa incontenibile, ha una storia affettiva di quelle tipicamente disordinate ed e
sufficiente che le termini una storia superficiale, che e in corso da un paio di mesi, e si fa due anni di
tunnel, di lutto che, di solito iniziano con due mesi di ricovero. Lunica volta che non le e accaduto,
che ha reagito diversamente e stato quando le e morto un partner. Io pensavo che, usando il senso
comune, che lei si sarebbe disperata peggio delle altre occasioni e, invece, questa e stata lunica volta
in cui lei ha reagito ad una perdita assimilandola rapidissimamente. Lei aveva un partner atletico, che
stava benissimo,etc., il quale e morto, in modo imprevisto, dinfarto, in vacanza sciando. Questo
accadeva i primi di Gennaio, a fine Marzo lei stava benissimo, cosa che non era mai accaduta prima,
certamente fu triste, pianse me nulla di eclatante. Non si fece ricoverare, continu ad andare in ufficio,
etc. Ripeto, bastava un minimo rifiuto che lei reagisse con dei periodi di lutto spropositatamente
lunghi. Sicuramente perch, la perdita fisica, se avviene con queste caratteristiche e meno legata al
significato di rifiuto. Questo colpisce molto.

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