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ANTICHE CIVILTA' ED ALIENI

LA CAVERNA SOTTO IL POTALA

8-62 A grande profondit sotto il Potala c'erano dei passaggi sacri, che conducevano a un'immensa
caverna contenente quello che sembrava un mare interno. Mi avevano detto che era ci che
rimaneva dall'epoca remotissima in cui il Tibet era un paese ameno vicino al mare. In
quell'immensa caverna vidi strane vestigia, scheletri di creature fantastiche in cui a molti anni
di distanza ravvisai mastodonti, dinosauri e altra fauna esotica. Poi in molti punti si
scoprivano grandi lastre di cristallo naturale, nel quale era possibile vedere la macrocistide,
diversi tipi di alghe e, di tanto in tanto, pesci perfettamente conservati e interamente sigillati
nel cristallo trasparente. In realt quegli oggetti venivano considerati sacri, come messaggi
provenienti dal passato.
1-115 Prima di lasciare il Potala (la sede del Dalai Lama) scendemmo in una delle gallerie
sotterranee. Queste gallerie, mi venne spiegato, erano state aperte da un'eruzione vulcanica
innumerevoli secoli prima. Alle pareti si scorgevano strani diagrammi e dipinti di scene del
tutto ignote. Mi interessava assai pi vedere il lago che, come mi era stato detto, si stendeva
per chilometri e chilometri al termine di uno dei budelli. Finalmente entrammo in una galleria
che divenne sempre e sempre pi ampia finch, a un tratto, la volta scomparve, portandosi a
un'altezza alla quale la luce delle torce non poteva giungere. Ancora un centinaio di metri e ci
trovammo sull'orlo di un'acqua quale non avevo mai veduto. Era nera e immobile, oscura in
modo da sembrare quasi invisibile, pi simile a un pozzo senza fondo che a un lago. Non
un'increspatura ne turbava la superficie, non un suono violava il silenzio. Anche la roccia
sulla quale ci trovavamo era nera; riluceva alla luce delle torce, ma, un po' di lato, scorsi un
luccicare anche sulla parete. Mi avvicinai e vidi che nella roccia si trovava un'ampia vena
d'oro lunga forse quattro metri e mezzo o cinque metri; nel senso dell'altezza, mi arrivava dal
collo alle ginocchia. In tempi remoti, l'enorme calore aveva fuso l'oro nella roccia, ed esso si
era poi raffreddato formando grumi simili al grasso di candele dorate. Il lama Mingyar
Dondup ruppe il silenzio: Questo lago porta al fiume Tsang-po a sessantacinque chilometri
di distanza. Molti anni fa, alcuni monaci avventurosi costruirono una zattera di legno e remi
con i quali spingerla sull'acqua. Caricarono la zattera di torce e si allontanarono dalla riva. Per
chilometri e chilometri remarono, esplorando il lago, poi vennero a trovarsi in uno spazio
ancor pi vasto dove non riuscivano a scorgere n le pareti, n la volta. Andarono alla deriva,
mentre remavano adagio, non sapendo in quale direzione spingersi. Improvvisamente la
zattera sussult, una folata di vento spense le torce, lasciandoli immersi nelle tenebre, ed essi
si resero conto che la loro fragile imbarcazione era in preda ai demoni dell'acqua. La zattera
piroettava su se stessa, dando loro il capogiro e stordendoli. A un certo momento, furono
scaraventati in acqua e affondarono. Alcuni di loro ebbero appena il tempo di riempirsi d'aria i
polmoni. Gli altri non furono cos fortunati. Poi una luce verdognola e incerta apparve e si
fece pi intensa. Furono sballottati e proiettati qua e l, e infine emersero nella vivida luce del
sole. Due di loro riuscirono a raggiungere la riva, quasi annegati, coperti di lividi e
sanguinanti. Degli altri tre non esisteva pi traccia. Per ore e ore giacquero tra la vita e la
morte. Infine, uno dei due ritrov quel tanto di energia sufficiente a consentirgli di guardarsi
intorno. E quel che vide per poco non lo fece nuovamente svenire. In lontananza si scorgeva il
Potala. Tutto intorno erano verdi pascoli con Yak che brucavano l'erba. Da quel giorno
sono stati fatti ben pochi tentativi di esplorare il lago, ma si sa che esistono isolette, poco pi
in l della portata delle nostre torce. Una di esse stata esplorata e tu vedrai in seguito ci che

vi si scoperto, al momento dell'iniziazione. Risalimmo faticosamente le oblique gallerie,


sostando di tanto in tanto per riprendere fiato e osservare alcuni dei disegni alle pareti. Non
riuscivo a capirli, sembravano essere stati tracciati da giganti e raffiguravano apparati cos
strani da superare completamente le mie capacit di comprensione.
2-8 vi sono documenti pittorici di cose che fluttuano nell'aria e di cose che vanno sotto terra.
1-244 Al centro della caverna si levava una lucente, nera casa... una casa che sembrava fatta
d'ebano levigato. Strani simboli ne avvolgevano i lati, e diagrammi simili a quelli che avevo
veduto sulle pareti della galleria del lago. Ci avvicinammo a questa casa e varcammo la soglia
della larga, alta porta. All'interno si trovavano tre nere bare di pietra, scolpite e incise in modo
curioso. Le bare non avevano coperchio. Sbirciai dentro e, scorgendone il contenuto, trattenni
il fiato, sentendomi venir meno. Figlio mio esclam l'abate che ci guidava contemplale.
Furono Dei nella nostra terra, ai tempi che precedettero le montagne. Si aggirarono per il
nostro Paese quando i mari ne bagnavano le coste e quando nel firmamento si trovavano stelle
diverse. Guardali, perch nessuno, tranne gli iniziati, li ha mai veduti. Tre figure d'oro
giacevano dinanzi a noi, completamente nude. Due uomini e una donna. Ogni linea, ogni
minimo segno di quei corpi erano fedelmente riprodotti dall'oro. Ma quali dimensioni! La
donna aveva una statura di almeno tre metri, e la statura del pi alto dei due uomini non era
inferiore ai quattro metri e mezzo. Avevano la testa grande e alquanto conica alla sommit. Le
mascelle erano strette, con una bocca piccola, dalle labbra sottili. Il naso era lungo e stretto,
mentre gli occhi, non obliqui, erano profondamente infossati. Non li si sarebbe detti corpi
imbalsamati... ma addormentati. Vidi, da un lato, il coperchio di una bara: su di esso era
incisa una carta dei cieli... ma che aspetto strano vi avevano le stelle! Gli studi astrologici mi
avevano reso assai familiari i cieli notturni; la carta li raffigurava, per, in modo molto, molto
diverso. L'abate pi anziano si volt verso di me e disse: Stai per diventare un iniziato, stai
per vedere il passato e conoscere il futuro. Lo sforzo sar molto grande. Molti ne muoiono, e
molti falliscono, ma nessuno esce vivo di qui, a meno che non superi la prova. Sei preparato e
disposto ad affrontarla? Risposi affermativamente. Mi condussero accanto a un lastrone di
pietra che si trovava tra due bare. Eseguendo le loro istruzioni, vi sedetti nell'atteggiamento
del loto, con le gambe incrociate, con la colonna vertebrale eretta, e il palmo delle mani
rivolto verso l'alto. Quattro bastoncelli d'incenso furono accesi, uno per ciascuna bara e uno
per la lastra di pietra sulla quale mi trovavo. Tutti gli abati presero una lampada e uscirono.
Una volta chiusa la nera e massiccia porta, rimasi solo con i cadaveri che risalivano a
remotissimi tempi. Il tempo pass, mentre meditavo. La lampada che avevo portato con me
crepit e si spense. Per alcuni attimi il lucignolo brill incandescente, sentii l'odore della
stoffa bruciata, poi anche questa sensazione si attenu e scomparve. Mi distesi supino sul
lastrone di pietra ed eseguii quegli speciali esercizi di respirazione che mi erano stati insegnati
per anni. Il silenzio e l'oscurit erano ossessivi. Si trattava davvero del silenzio della tomba.
Di colpo, il mio corpo divenne rigido, catalettico. Avevo le membra intorpidite e gelide come
ghiaccio. Provai la sensazione di morire, di morire in quell'antica tomba a pi di centoventi
metri di profondit sotto la luce del sole. Ecco un violento e vibrante sussulto interiore, e
l'impressione, ma senza alcun suono, di strani fruscii e crepitii, come di vecchio cuoio che
venisse srotolato. A poco a poco nella tomba dilag una pallida luce azzurrognola, simile al
chiaro di luna su un alto passo di montagna. Sentii un dondolamento, un sollevarsi e un
ricadere. Per un attimo potei immaginare di trovarmi una volta di pi su un aquilone
sobbalzante e sussultante all'estremit del cavo. Poi si insinu in me la consapevolezza del
fatto che stavo galleggiando al di sopra del mio corpo fisico. E con tale consapevolezza venne
il movimento. Simile a uno sbuffo di fumo scivolai via, quasi fossi trasportato da un vento che
non sentivo. Sopra di me scorsi un che di luminoso, come una coppa d'oro. Dal mio ventre
pendeva una corda dal colore azzurro-argenteo. Pulsava di vita e splendeva di vitalit.
Contemplai il mio corpo supino che ora riposava come un cadavere tra altri cadaveri. Piccole
differenze tra il mio corpo e quelli delle figure gigantesche apparvero chiare lentamente. Mi

concentrai in tale osservazione. Pensai alla meschina superbia dell'attuale genere umano e mi
domandai in qual modo i materialisti avrebbero potuto spiegare la presenza di quelle figure
immense. Pensai... ma poi mi accorsi che qualcosa stava turbando i miei pensieri. Sembrava
che non fossi pi solo. Mi giungevano brandelli di conversazioni, frammenti di pensieri
inespressi. Immagini frammentarie incominciarono a balenare nella mia visione mentale. In
lontananza, qualcuno sembrava far suonare una grande campana dai rintocchi profondi.
Rapidamente il suono si fece vicino, e ancor pi vicino, finch parve esplodermi nel cranio, e
io vidi goccioline di luce colorata e lampi di colori ignoti. Il mio corpo astrale veniva
sbalestrato e sospinto come una foglia da un vento di tempesta. Strali veloci di dolore
incandescente saettavano attraverso la mia coscienza. Mi sentivo solo, abbandonato, un reietto
in un universo barcollante. Nere nebbie calarono su di me, e con esse una calma che non
apparteneva a questo mondo. Lentamente, le tenebre assolute che mi avvolgevano s
allontanarono. Da qualche punto mi giunse il rombo del mare e il suono raschiante, frusciante
dei ciottoli smossi dalle ondate. Sentivo l'odore dell'aria satura di salsedine e il forte aroma
delle alghe marine. Era, quella, una scena familiare: pigramente mi voltai sul dorso nella
sabbia riscaldata dal sole, e contemplai i palmizi. Ma una parte di me disse: non ho mai
veduto il mare, non ho mai sentito parlare di palmizi! Da un vicino boschetto giunsero suoni
di voci ridenti, voci che divennero pi forti mentre un allegro gruppo di persone abbronzate
dal sole appariva. Giganti! Tutti giganti. Abbassai gli occhi e vidi che io pure ero un
"gigante". Alle percezioni astrali pervennero le impressioni: innumerevoli secoli prima la
terra girava pi vicina al Sole, nel senso opposto. I giorni erano pi brevi e pi caldi. Sorsero
grandi civilt e gli uomini ebbero conoscenze maggiori di quelle attuali. Poi, dagli spazi
esterni si avvicin un pianeta vagante, e colp di striscio la Terra. La Terra venne proiettata
piroettante fuori della sua orbita e nella direzione opposta. Venti formidabili si alzarono e
percossero le acque che, sotto la spinta di forze gravitazionali diverse, si avventarono sulla
terraferma, e vi furono diluvi, diluvi universali. Terremoti squassarono il mondo. Le terre
affondarono sotto il livello dei mari, e altre ne emersero. Quel paese caldo e piacevole ch'era
il Tibet cess di essere una localit di soggiorno marina e si innalz di circa quattromila metri
sul livello del mare. Dovunque apparvero montagne possenti che eruttavano lava fumante.
Lontano, nella regione delle alte montagne, precipizi lacerarono la superficie e la flora e la
fauna di un'epoca tramontata continuarono a esistere. Ma sono troppi gli eventi perch un
libro possa contenerli, e una parte della mia "iniziazione astrale" di gran lunga troppo sacra
e privata per poter essere riferita. Qualche tempo dopo, sentii le visioni svanire e oscurarsi. A
poco a poco la coscienza, astrale e fisica, mi abbandon. In seguito, divenni sgradevolmente
consapevole del fatto ch'ero gelido, gelido a furia di giacere su un lastrone di pietra, nelle
fredde tenebre di un sepolcro. Filamenti di pensieri mi si agitavano nel cervello: S, tornato
a noi. Veniamo!. Minuti trascorsero, e un fioco bagliore si avvicin. Lampade alimentate con
burro di yak. I tre anziani abati. Ti sei comportato bene, figlio mio. Per tre giorni sei rimasto
disteso qui dentro. Ora hai veduto. Sei morto. E hai vissuto.
2-126 Finalmente arrivammo a un'ultima stanza. Aveva l'apparenza di un ripostiglio. Era qui
che il Dalai Lama conservava i numerosi doni che riceveva, quelli di cui Egli non si serviva
immediatamente. Il lama mi guard e sorrise con benevolenza: "Lobsang, Lobsang, credi
che perderei la mia strada?". Sorrise e si allontan da me, dirigendosi verso un muro lontano.
Si guard attorno per un attimo e poi si mise a fare qualcosa. A quanto potevo vedere stava
trafficando con una struttura sul muro, una sporgenza di stucco costruita da un operaio morto
da molto tempo. Alla fine si ud un rimbombo di pietre che cadevano e mi girai allarmato,
credendo che il soffitto stesse crollando o che il pavimento stesse sprofondando. La mia
Guida rise: "Oh, no, Lobsang, siamo completamente al sicuro, completamente al sicuro. Ecco
da dove continuiamo il nostro viaggio. E' da qui che entriamo in un altro mondo. Un mondo
che pochi hanno veduto. Seguimi. La sezione di muro era scivolata di lato rivelando
un'apertura buia. Riuscivo a scorgere un sentiero polveroso, che dalla stanza si inoltrava nel

foro e scompariva in quelle tenebre infernali. "Questo un ingresso costruito da secoli. Il


suo segreto stato ben mantenuto. A meno di conoscerla, questa porta non si pu aprire, e per
quanto si cerchi dappertutto non c' traccia di connessione o di incrinatura. Ma vieni,
Lobsang, non mettiamoci a discutere sui metodi di costruzione. Stiamo perdendo tempo.
Vedrai spesso questo posto. Detto questo si gir e fece strada nell'apertura, dentro il
misterioso tunnel che proseguiva a perdita d'occhio. Lo seguii con molta apprensione. Mi fece
passare avanti, poi si volt e manipol di nuovo qualche cosa. Di nuovo si ud il sinistro
rimbombo, il cigolio e lo stridere di ingranaggi, poi un intero pannello di roccia viva scivol
davanti ai miei occhi sbigottiti e chiuse il foro. Sembr che avessimo percorso pi di un
miglio Poi notai che il corridoio si stava facendo pi ampio e pi alto. Sembrava che
stessimo camminando lungo l'estremit stretta di un imbuto, avvicinandoci a quella pi larga.
Voltammo per un corridoio e gridai dallo stupore. Vidi davanti a me una vasta caverna. Dal
soffitto e dalle pareti provenivano innumerevoli punti luminosi che emanavano una luce
dorata, riflessa dalle nostre lampade al burro. La caverna appariva immensa. La fioca
illuminazione delle nostre lampade serviva soltanto ad accentuarne l'immensit e l'oscurit. La
mia Guida si avvicin a una fenditura a sinistra del sentiero e ne estrasse, facendo un rumore
stridulo, una specie di grosso cilindro metallico. Sembrava arrivare a met altezza di un uomo,
ma nella parte pi grossa era certamente largo quanto un uomo. Era rotondo e in cima aveva
un congegno che non conoscevo. Sembrava una reticella bianca. Il Lama Mingyar Dondup
maneggi la cosa e poi ne tocc la parte superiore con la sua lampada al burro.
Immediatamente si svilupp una fiamma splendente color giallo chiaro, che mi permise di
vedere con chiarezza. La luce emetteva un debole sibilo, come se venisse espulsa sotto
pressione. Allora la mia Guida spense le nostre piccole lampade. "Con questa, Lobsang,
avremo luce in abbondanza e la porteremo con noi. Voglio che tu impari un po' di storia a
partire dagli eoni di molto tempo fa". Si incammin in avanti, spingendo quella grande luce
radiosa, quel barattolo di metallo fiammeggiante, su una cosa simile a uno slittino. Si spostava
con facilit. Camminammo scendendo ancora una volta per il sentiero, sempre pi verso il
basso, tanto che pensai che dovevamo essere arrivati nelle viscere della terra. Finalmente si
ferm. Davanti a me c'era un muro nero, ricoperto da un grande pannello d'oro, sul quale
erano incisi centinaia, migliaia di disegni. Li guardai, poi guardai dall'altra parte e potei
vedere il nero scintillio dell'acqua, come se davanti a me vi fosse un grande lago. "Lobsang,
ascoltami con attenzione. Pi tardi conoscerai tutto di questo. Voglio parlarti un po'
dell'origine del Tibet, un'origine che tu nei prossimi anni sarai in grado di verificare da te
quando parteciperai a una spedizione che sto progettando fin da ora", disse. ... Abbiamo dei
documenti diligentemente nascosti e conservati che risalgono a epoche remotissime ... . Mi
fece vedere le iscrizioni, indicando le varie figure e i vari simboli. Vidi disegni che
raffiguravano persone, animali - animali che ora non conosciamo - e poi mi indic una mappa
del cielo, una mappa, per, che perfino io sapevo che non si riferiva alla nostra epoca, in
quanto le stelle che riportava erano differenti e fuori posto. Il lama fece una pausa e si volt
verso di me: "Io lo comprendo, Lobsang, questo linguaggio mi stato insegnato. Adesso lo
legger per te, ti legger questa storia antichissima e poi nei prossimi giorni io e altri ti
insegneremo questa lingua segreta, affinch tu possa venire qui a prendere i tuoi appunti, a
documentarti e a trarre le tue conclusioni. Questo significher studiare, studiare e studiare.
Dovrai venire a esplorare queste caverne, perch ce ne sono molte e si estendono per miglia
sotto di noi". Per un momento stette a osservare le iscrizioni. Poi mi lesse una parte del
passato. La maggior parte di quanto egli disse allora, e la massima parte di quanto studiai pi
tardi, non pu essere riferita semplicemente in un libro come questo. Il lettore medio non ci
crederebbe, e anche se ci credesse e conoscesse alcuni segreti, allora farebbe probabilmente
come altri hanno fatto in passato; potrebbe servirsi a proprio vantaggio dei meccanismi che io
ho veduto, per ottenere il predominio sugli altri, per distruggere gli altri come le nazioni
stanno ora minacciando di distruggersi reciprocamente con la bomba atomica. La bomba

atomica non una scoperta nuova. Fu scoperta migliaia di anni fa e port allora alla rovina la
Terra, come succeder adesso, se l'uomo non viene fermato nella sua follia. In ogni religione
del mondo, in ogni storia di ciascuna trib e nazione, ricorre la storia del Diluvio Universale,
di una catastrofe durante la quale interi popoli annegarono, durante la quale vi furono terre
che sprofondarono e terre che emersero e il mondo fu in subbuglio. Questo ricorre nella storia
degli Incas, degli Egiziani, dei Cristiani, di tutti. Appena mi fui sistemato incominci a
parlare, ed ecco quanto mi disse. "Molto, molto tempo fa la Terra era un luogo molto diverso.
Essa ruotava molto pi vicino al sole e nella direzione opposta, mentre accanto a essa vi era
un altro pianeta, un suo gemello. I giorni erano pi brevi, sicch sembrava che l'uomo avesse
una vita pi lunga. Sembrava che l'uomo vivesse per centinaia d'anni. Il clima era pi caldo, la
flora tropicale e pi rigogliosa. La fauna cresceva fino a dimensioni enormi e sotto molte e
svariate forme. La forza di gravit era molto inferiore a quella attuale, a causa del diverso
ritmo di rotazione della Terra, e l'uomo era forse due volte pi grande di quanto sia ora, ma
anche in questo caso era un pigmeo in confronto a un'altra razza che viveva con lui. Infatti
sulla Terra vivevano gli appartenenti a un altro sistema, i quali erano degli esseri
ultracerebrali. Essi vigilavano sulla Terra e insegnavano molte cose agli uomini. L'umanit
era allora come una colonia, come una classe che viene istruita da un insegnante benevolo.
Questi enormi giganti insegnarono molte cose all'uomo. Spesso salivano su uno strano
velivolo di metallo luccicante e attraversavano il cielo da una parte all'altra. L'uomo, il povero
uomo ignorante, ancora agli albori della ragione, non riusciva assolutamente a capire, in
quanto il suo intelletto era appena superiore a quello delle scimmie. Per innumerevoli epoche
l'esistenza sulla terra segu un andamento tranquillo. La pace e l'armonia regnavano fra tutte le
creature. Gli uomini potevano conversare tra di loro senza parlare, per telepatia. Ricorrevano
alla parola soltanto per le conversazioni di carattere locale. Poi gli ultracerebrali, i quali erano
molto pi grandi dell'uomo litigarono. Emersero tra di loro forze dissidenti. Essi non
riuscivano a mettersi d'accordo su determinate questioni, proprio come succede oggi tra le
razze. Un gruppo se ne and in un'altra parte del mondo e cerc di dettare legge. Ci fu la
guerra. Alcuni superuomini si uccisero tra di loro e intrapresero guerre spietate, sterminandosi
a vicenda in larga misura. L'uomo, pronto a imparare, apprese le arti della guerra; l'uomo
impar a uccidere. Sicch la Terra, che in precedenza era stata un luogo pacifico, divenne un
centro di discordia. Per un certo periodo di tempo, per alcuni anni, i superuomini lavorarono
in segreto, una met di essi contro l'altra met. Un giorno vi fu una terrificante esplosione e
tutta la terra sembr scuotersi e cambiare la direzione del suo corso. Fiamme rosseggianti
attraversarono il cielo e la terra fu avviluppata dal fumo. Alla fine il frastuono si spense, ma
dopo molti mesi comparvero nel cielo degli strani segni, che riempirono di terrore il popolo
della Terra. Si stava avvicinando un pianeta che diventava rapidamente sempre pi grande.
Era evidente che sarebbe entrato in collisione con la Terra. Salirono grandi maree, che
provocarono i venti, mentre i giorni e le notti si riempirono dell'urlo di una tempesta furiosa.
Comparve un pianeta che occup tutto il cielo e alla fine sembr che dovesse precipitarsi a
capofitto sulla Terra. Man mano che il pianeta si avvicinava sempre pi, si sollevarono
immense ondate di marea, che sommersero interi tratti di terraferma. I terremoti fecero
tremare la superficie del globo e i continenti furono inghiottiti in un batter d'occhio. La razza
dei superuomini dimentic i suoi litigi; si affrettarono a salire sulle loro macchine luccicanti e
si alzarono nel cielo, allontanandosi velocemente dalle difficolt che tormentavano la Terra.
Ma su quest'ultima i terremoti continuavano; le montagne si sollevarono, e insieme a loro si
sollev il fondo marino. Le terre sprofondavano e venivano sommerse dall'acqua; la gente di
quell'epoca fuggiva terrorizzata, impazzita per la paura di quella che riteneva la fine del
mondo, e per tutto il tempo i venti divennero pi violenti, il frastuono e lo strepito pi difficili
da sopportare, frastuono e strepito che sembravano spezzare i nervi e portare gli uomini alla
pazzia. Il pianeta invasore si avvicin e ingrand sempre pi, finch alla fine si accost nei
limiti di una certa distanza e vi fu uno schianto spaventoso, da cui guizz un'immensa scintilla

elettrica. I cieli ardevano di scariche continue, mentre si formarono delle nubi nere come la
fuliggine che trasformarono i giorni in una notte ininterrotta di immenso terrore. Sembrava
che anche il sole stesse immobile per l'orrore di fronte al flagello, poich, stando ai
documenti, per moltissimi giorni la rossa sfera solare rimase ferma, rossa come il sangue,
emettendo grandi lingue di fuoco. Poi alla fine le nere nubi si chiusero e tutto fu avvolto
dall'oscurit. I venti divennero freddi, poi caldi; migliaia di persone morirono per il
cambiamento di temperatura, che mutava continuamente. Il Cibo degli Dei, che qualcuno ha
chiamato manna, cadde dal cielo. Senza di esso gli abitanti e gli animali della Terra sarebbero
morti di fame, a causa della distruzione dei raccolti, a causa della perdita di tutti gli altri
viveri. Uomini e donne vagabondavano da un punto all'altro in cerca di riparo, in cerca di
qualche luogo dove potessero far riposare i loro corpi stanchi e tormentati dall'uragano,
torturati dalla fatica, pregando per avere tranquillit, sperando di salvarsi. Ma la Terra
tremava e rabbrividiva, le piogge la inondavano e per tutto il tempo dallo spazio esterno
vennero ondate d'acqua e scariche di elettricit. Con il passare del tempo, man mano che le
pesanti nubi nere si allontanavano, si vide che il sole diventava sempre pi piccolo. Sembrava
che indietreggiasse e gli abitanti della Terra si lamentavano a gran voce per la paura.
Credevano che il Dio Sole, Colui che d la Vita, fuggisse da loro. Ma, cosa ancora pi strana,
adesso il sole si spostava attraverso il cielo da est a ovest, anzich da ovest verso est come
avveniva prima. L'uomo aveva perduto ogni nozione del tempo. Con l'oscurarsi del sole non
esisteva nessun metodo in base al quale se ne potesse misurare il passaggio; neanche gli
uomini pi saggi sapevano quanto tempo prima questi fatti avessero avuto luogo. Nel cielo fu
scorta un'altra strana cosa; un mondo, un mondo piuttosto grande, giallo, biconvesso, che
sembrava anch'esso sul punto di precipitare sulla Terra. Quello che, come ora sappiamo, era la
Luna, sembr a quell'epoca un avanzo proveniente dalla collisione dei due pianeti. Pi tardi
le razze dovevano scoprire una grande depressione sulla terra, in Siberia, dove pu darsi che
la superficie terrestre sia stata danneggiata dalla eccessiva vicinanza di un altro mondo,
oppure che si tratti anche di un punto dal quale si era distaccata la Luna. Prima della
collisione vi erano state citt e alti edifici che contenevano la maggior parte della conoscenza
della Razza Superiore. Erano stati abbattuti durante il trambusto ed erano ridotti a cumuli di
macerie che celavano tutta quella conoscenza segreta. Gli stregoni delle trib sapevano che
dentro quei cumuli vi erano scatole contenenti esemplari e libri incisi su metallo. Sapevano
che tutta la conoscenza del mondo giaceva dentro quei mucchi di rifiuti, sicch si misero al
lavoro per scavare e scavare, per vedere ci che si poteva salvare nei documenti, affinch
potessero accrescere il loro potere servendosi della conoscenza della Razza Superiore.
Attraverso gli anni successivi, i giorni si fecero sempre pi lunghi finch non durarono quasi
il doppio rispetto a quelli che precedettero il flagello, e poi la Terra si assest nella sua nuova
orbita, accompagnata dalla sua luna, la Luna che era il risultato di una collisione. Tutta la terra
tremava e brontolava, le montagne si ergevano ed eruttavano fiamme, rocce e distruzione.
Grandi fiumi di lava si precipitavano di sorpresa dai fianchi delle montagne e distruggendo
tutto ci che si trovava sul loro cammino, ma spesso inghiottendo monumenti e fonti di
conoscenza, tanto che il duro metallo su cui molti documenti erano stati scritti non venne fuso
dalla lava, bens protetto da essa, conservato in una custodia di pietra, di pietra porosa che nel
corso del tempo si erose , in maniera che i documenti che vi erano racchiusi vennero alla luce
e caddero nelle mani di coloro che se ne sarebbero serviti. Ma questo non dur tuttavia per
molto tempo. A poco a poco, man mano che la Terra si assestava meglio nella sua nuova
orbita, il freddo penetr in tutto il mondo, mentre gli animali morivano o si spostavano verso
zone pi calde. Il mammut e il brontosauro si estinsero poich non riuscirono ad adattarsi alle
nuove forme di vita. Il ghiaccio cadde dal cielo e i venti si fecero rigidi. C'erano ormai molte
nuvole, mentre prima non ce n'era stata quasi nessuna. Il mondo era un luogo molto cambiato;
i mari avevano le maree, mentre prima erano stati laghi tranquilli increspati al massimo da un
venticello di passaggio. Adesso ondate enormi si alzavano fino al cielo e per molti anni le

maree furono immense e minacciarono di inghiottire la terraferma e di sommergere gli esseri


umani. Anche il firmamento appariva diverso. Di notte si videro strane stelle al posto di quelle
note e la Luna era molto vicina. Germogliarono nuove religioni poich i sacerdoti di
quell'epoca cercarono di mantenere il loro potere e di dare una spiegazione degli avvenimenti.
Essi dimenticarono molte cose riguardo alla Razza Superiore, si preoccuparono soltanto del
loro potere, della loro importanza. Tuttavia non potevano dire come ci fosse capitato o
accaduto. Essi lo attribuirono alla collera di Dio e insegnarono che ogni uomo era nato nel
peccato. Con il trascorrere del tempo, mentre la Terra si sistemava nella sua nuova orbita e
mentre le condizioni atmosferiche si facevano pi serene, l'umanit diventava pi piccola e
pi bassa. Passarono i secoli e le terre divennero pi stabili. Comparvero molte razze quasi in
via sperimentale, le quali lottarono, si indebolirono e scomparvero, per essere sostituite da
altre. Alla fine si svilupp un tipo pi forte e la civilt ricominci, la civilt che fin dal suo
primo nascere port un ricordo razziale di un terribile flagello, e alcuni tra i pi illuminati
fecero ricerche per scoprire ci che era realmente accaduto. Ormai il vento e la pioggia
avevano compiuto la loro opera. Dai frammenti di lava incominciarono ad affiorare gli antichi
documenti e gli esseri umani di intelligenza superiore che adesso erano sulla terra furono
capaci di raccoglierli e di sottoporli all'esame dei loro stregoni, i quali alla fine, dopo molti
sforzi, riuscirono a decifrare alcuni degli scritti. Appena una minima parte dei documenti
divenne leggibile e gli scienziati dell'epoca incominciarono a capirli, essi incominciarono a
cercarne affannosamente altri, per mezzo dei quali ricomporre il quadro completo degli
insegnamenti e colmare le lacune. Furono intraprese grandi opere di scavo e vennero alla luce
molte cose interessanti. Allora la nuova civilt effettivamente germogli. Si costruirono citt e
centri abitati e la scienza incominci la sua corsa precipitosa verso la distruzione. Si mette
sempre in risalto la distruzione, purch le minoranze raggiungano il potere. Non si tenne
assolutamente conto che l'uomo potesse vivere in pace e che la mancanza di pace aveva
provocato le precedenti sventure. Per molti secoli la scienza esercit il suo dominio. I
sacerdoti si fecero passare per scienziati e misero fuori legge tutti quegli scienziati che non
erano nello stesso tempo sacerdoti. Accrebbero il loro potere; adoravano la scienza, facevano
tutto quello che potevano per tenere il potere nelle loro mani per schiacciare l'uomo comune e
per impedirgli di pensare. Pretesero di essere essi stessi degli dei; nessuna opera poteva essere
compiuta senza il benestare dei sacerdoti. I sacerdoti prendevano ci che volevano: senza
impedimenti, senza opposizione, mentre per tutto il tempo aumentarono il loro potere, finch
sulla Terra essi non furono onnipotenti in senso assoluto, dimenticando che il potere assoluto
corrompe gli esseri umani. Grandi velivoli senza ali attraversavano l'aria, l'attraversavano
senza emettere alcun suono, oppure rimanevano sospesi immobili come neanche gli uccelli
riuscivano a fare. Gli scienziati avevano scoperto il segreto di controllare la gravit e la forza
antigravitazionale, nonch di sfruttarle a favore del loro potere. Immensi blocchi di pietra
venivano manovrati e collocati dove si voleva da un solo uomo e per mezzo di un
piccolissimo congegno, che si poteva tenere nel palmo della mano. Nessun lavoro era troppo
gravoso, in quanto l'uomo si limitava ad azionare le sue macchine senza fare alcuno sforzo.
Immense macchine sferragliavano su tutta la superficie della Terra, ma nulla si muoveva sulla
superficie del mare tranne che per diporto, poich viaggiare per mare era troppo lento tranne
che per coloro che desiderassero godersi il vento e le onde. Ogni cosa viaggiava attraverso
l'aria, oppure via terra per tragitti pi brevi. La gente si trasferiva su diversi territori e fondava
colonie. Ma ormai aveva perduto il suo potere telepatico, in seguito al flagello della
collisione. Ormai non parlava pi un linguaggio comune; i dialetti si fecero sempre pi
penetranti, finch alla fine non furono lingue completamente diverse e incomprensibili tra
loro. La mancanza di comunicazione e l'insuccesso nel comprendersi reciprocamente, nel
comprendere i rispettivi punti di vista, fecero s che tra le razze sorgessero divergenze e
incominciassero le guerre. Furono inventate armi terribili. Le lotte infuriarono ovunque.
Uomini e donne rimanevano menomati, e i terribili raggi che venivano prodotti stavano

provocando molte mutazioni nella razza umana. Passarono gli anni, la lotta si fece pi
accanita e la carneficina pi orrenda. Ovunque gli inventori, spronati dai loro sovrani, si
sforzavano di creare armi pi mortali. Gli scienziati lavoravano per escogitare dispositivi di
offesa ancora pi spaventosi. Furono allevati germi trasmettitori di malattie e lanciati tra i
nemici da aeroplani che volavano ad alta quota. Le bombe abbattevano i sistemi di fognatura,
sicch malattie e pestilenze infuriarono su tutta la Terra distruggendo esseri umani, animali e
piante. Il mondo veniva spinto alla distruzione. In un remoto distretto, molto distante dal
conflitto, un gruppo di sacerdoti lungimiranti, i quali non erano stati contaminati dalla sete di
potere, presero delle sottili lastre d'oro e vi incisero la storia della loro epoca, vi incisero le
mappe del firmamento e dei territori. Affidarono a esse i pi riposti segreti della loro scienza e
misero solennemente in guardia contro i pericoli che sarebbero capitati a coloro i quali
avessero abusato di questa conoscenza. Trascorsero anni, durante i quali vennero preparate
queste lastre, che poi, insieme a esemplari autentici delle armi, degli utensili, dei libri e di
tutte le cose utili, furono occultate nella pietra e nascoste in diversi posti, affinch i loro
successori conoscessero il passato e, come era auspicabile, se ne giovassero. Infatti quei
sacerdoti erano a conoscenza dell'andamento dell'umanit; sapevano ci che doveva accadere
e quanto previsto si avver. Una nuova arma fu fabbricata e sperimentata. Una nuvola
fantastica sal vorticosamente nella stratosfera, mentre la Terra trem, vacill di nuovo e
sembr oscillare sul suo asse. Immensi muri d'acqua si sollevarono sulla terraferma e
spazzarono via molte razze dell'uomo. Ancora una volta le montagne sprofondarono sotto i
mari e altre ne emersero al loro posto. Alcuni uomini, donne e animali, i quali erano stati
avvertiti da quei sacerdoti, si salvarono salendo a bordo di navi e mettendosi al riparo dai gas
velenosi e dai germi che devastavano la Terra. Altri uomini e donne furono portati in alto
nell'aria man mano che i territori sui quali abitavano si sollevavano; altri, non altrettanto
fortunati, furono portati gi, forse al disotto dell'acqua o forse sprofondarono, man mano che
le montagne si chiudevano sulle loro teste. Il Diluvio Universale, le fiamme e i raggi mortali
uccisero milioni di individui, di persone; al mondo restavano ormai soltanto pochissimi
individui, isolati gli uni dagli altri dal capriccio della catastrofe. Erano mezzo impazziti per
via del disastro, usciti di senno per via del frastuono terrificante e della confusione. Per molti
anni si nascosero nelle caverne e nelle fitte foreste. Dimenticarono tutti la cultura e tornarono
allo stato selvaggio, come agli albori dell'umanit, coprendosi di pelli e dipingendosi con il
succo delle bacche, portando in mano bastoni ornati di pietre silicee. Alla fine si formarono
nuove trib, che vagarono sulla nuova superficie del mondo. Alcune si insediarono in quello
che ora l'Egitto, altre in Cina, ma quelle che occupavano piacevoli localit poco elevate sul
mare, cosa che era stata molto favorita dalla razza superiore, si trovarono a molte migliaia di
piedi di altezza, circondate dalle interminabili montagne e su un territorio che si raffreddava
rapidamente. Nell'aria rigida e rarefatta morirono a migliaia. I sopravvissuti divennero i
capostipiti del moderno e coraggioso tibetano, appartenente alla regione che oggi il Tibet.
Questo era stato il luogo in cui il gruppo di sacerdoti lungimiranti si era servito delle sue
sottili lastre d'oro e vi aveva inciso tutti i suoi segreti. Queste lastre, insieme a tutti gli
esemplari delle loro arti e mestieri, erano state nascoste in una profonda caverna nel cuore di
una montagna, per diventare accessibili a una razza sacerdotale pi recente. Altre vennero
nascoste in una grande citt che si trova adesso sull'Altopiano del Tibet. Tuttavia ogni cultura
non si estinse del tutto, anche se il genere umano era tornato allo stato selvaggio, alle Epoche
della Desolazione. Ma su tutta la superficie terrestre vi erano punti isolati in cui piccoli gruppi
di uomini e donne lottavano per tenere viva la conoscenza, per mantenere accesa la fiamma
vacillante dell'intelletto umano, un piccolo gruppo che continuava a battersi alla cieca
nell'oscurit infernale dell'incivilt. Per tutti i secoli che seguirono vi furono molte forme di
religione, molti tentativi di scoprire la verit su quanto era accaduto, mentre dall'inizio alla
fine la conoscenza rimase nascosta nelle profonde caverne del Tibet, incisa su lastre d'oro
indistruttibili, stabili, incontaminate, che attendevano coloro che le avrebbero scoperte e

decifrate. A poco a poco l'uomo progred nuovamente. Il buio dell'ignoranza cominci a


dissiparsi. La brutalit si tramut in una forma di semicivilt. Ci fu in effetti una specie di
progresso. Si eressero di nuovo citt e le macchine volarono nel cielo. Ancora una volta le
montagne non furono un ostacolo, l'uomo percorreva tutto il mondo attraverso i mari e sulla
terra. Come era gi avvenuto, l'uomo, accrescendo la sua conoscenza e il suo potere, divenne
arrogante e oppresse i popoli pi deboli. Ci fu agitazione, odio, persecuzione e tradimento. Il
popolo pi forte opprimeva quello pi debole. I popoli pi deboli elaborarono macchine e vi
furono guerre, ancora guerre che duravano anni. Mai si produssero tante armi nuove e pi
terribili. Ciascuna parte cercava di scoprire le armi pi tremende di tutte, mentre in tutto quel
tempo la conoscenza rimaneva nelle caverne del Tibet. Contemporaneamente sull'Altopiano
del Tibet si trova una grande citt desolata, incustodita, che contiene la conoscenza pi
preziosa del mondo, che attende coloro che vorranno entrare a vedere, che giace in attesa.

LA CITTA' TRA I GHIACCI


1-209 Continuammo ad arrancare nella nebbia gelida, umida e vischiosa, dirigendoci faticosamente,
infelici, non sapevamo dove. Stringendoci addosso le vesti in cerca d'una illusione di calore.
Con il fiato corto e il corpo percorso da brividi per il freddo intenso. Sempre e sempre pi
avanti. E poi ci fermammo di colpo, pietrificati dallo stupore e dallo spavento. La nebbia
stava diventando calda, il suolo stava diventando ardente. Coloro che si trovavano dietro di
noi non si erano ancora spinti cos avanti; non vedevano nulla e vennero a urtarci contro.
Riprendendoci alquanto dallo stupore nell'udire le risa del lama Mingyar Dondup,
riprendemmo il cammino alla cieca, tastando con la mano colui che ci precedeva, mentre
l'uomo in prima fila tastava il terreno dinanzi a s, senza veder nulla, con il bastone. Sotto i
nostri piedi, pietre minacciarono di farci inciampare e cadere, sassi rotolarono. Pietre? Sassi?
Dove si trovava allora il ghiacciaio, dove si trovavano i ghiacci? Del tutto improvvisamente,
la nebbia si dirad e ci trovammo al di l di essa. A uno a uno ci facemmo avanti barcollando
e... be', mentre mi guardavo intorno, credetti di essere morto di freddo e di trovarmi nei
Campi Celesti. Mi stropicciai gli occhi con le mani calde; mi pizzicai e sfregai le nocche
contro una roccia per constatare se fossi carne o puro spirito. Ma poi tornai a guardarmi
intorno; i miei otto compagni si trovavano intorno a me. Era mai possibile che fossimo stati
trasportati tutti, e in modo cos improvviso, nei Campi Celesti? E se cos era, dove si trovava
il decimo componente del gruppo, quello ch'era andato a sfracellarsi contro la parete rocciosa?
Ed eravamo, poi, proprio tutti degni del paradiso che vedevo dinanzi a noi? Soltanto trenta
battiti del cuore ci separavano dal momento in cui avevamo rabbrividito di freddo, dall'altro
lato della cortina di nebbia. Ora ci trovavamo quasi al margine del collasso per la gran calura!
L'aria tremolava, il terreno fumava. Una sorgente ribolliva fuori della terra, proprio ai nostri
piedi, sospinta da getti di vapore. Intorno a noi si stendevano verdi prati, pi verdi di quanti ne
avessi mai veduti. Piante dalle larghe foglie crescevano alte, arrivando pi in su delle nostre
ginocchia. Lo stupore e la paura ci attanagliavano. Ci guardammo intorno, troppo
spaventati, quasi, per muoverci, e la mia guida parl ancora: Superiamo con un balzo questo
ruscello, superiamolo con un balzo perch l'acqua bollente. Pochi chilometri ancora e ci
troveremo in un luogo davvero meraviglioso dove potremo riposarci. Aveva ragione, come
sempre. Cinque chilometri pi avanti, circa, ci allungammo sul terreno rivestito di muschio
completamente nudi, in quanto avevamo l'impressione di bollire. L crescevano alberi come
non ne avevo mai veduti, e come probabilmente non ne vedr mai pi. Fiori dalle tinte assai
vivide tappezzavano ogni cosa. Rampicanti allacciavano i tronchi d'albero e pendevano dai
rami. A destra della piacevole radura nella quale stavamo riposando, vedevamo un laghetto e

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le increspature e i cerchi sulla sua superficie denotavano la presenza di vita in quelle acque.
Continuavamo a sentirci stregati, ed eravamo certi di essere stati uccisi dal calore, passando
su un altro piano dell'esistenza. Oppure ci aveva uccisi il gelo? Non lo sapevamo! La
vegetazione era lussureggiante; ora che ho viaggiato per il mondo, direi che si poteva
considerarla tropicale. Vedevamo uccelli di una specie che ancor oggi non conosco. Il terreno
era di natura vulcanica. Sorgenti calde sgorgavano dal suolo e si sentivano odori sulfurei. La
mia guida ci disse che, a quanto egli sapeva, esistevano soltanto due luoghi come quelli nella
regione delle alte montagne. Disse che il calore sotterraneo e le sorgenti calde scioglievano il
ghiaccio e che le alte pareti rocciose della valle intrappolavano l'aria calda. La densa nebbia
bianca attraverso la quale eravamo passati, segnava il punto d'incontro tra correnti calde e
correnti fredde. Ci disse inoltre di aver veduto scheletri di animali giganteschi, scheletri che,
in altri tempi, dovevano aver sostenuto il peso di esseri alti anche sei o nove metri. In seguito
vidi io stesso queste ossa. In questo luogo, scorsi per la prima volta uno yeti. Mi trovavo
chino, intento a raccogliere erbe medicinali, quando un non so che mi indusse ad alzare gli
occhi. Ed ecco, a meno di dieci metri da me, la creatura della quale avevo sentito tanto
parlare. I genitori nel Tibet minacciano spesso i bambini cattivi dicendo: Comportati bene,
altrimenti uno yeti ti porter via!. E ora pensai che uno yeti stava per portar via me. E la
prospettiva non mi rese affatto felice. Ci fissammo a vicenda, paralizzati entrambi dallo
spavento, per un periodo di tempo che parve un'eternit. Lo yeti mi stava additando con una
mano, ed emetteva un curioso suono miagolante simile a quello di un gattino. Il cranio
sembrava non avere lobi frontali, ma era inclinato all'indietro partendo quasi dalle foltissime
sopracciglia. Il mento era molto sfuggente e i denti erano larghi e sporgenti. Ciononostante, la
capacit cranica sembrava simile a quella dell'uomo moderno, a eccezione della fronte
mancante. Mani e piedi erano grandi e i piedi erano volti in fuori. Le gambe erano arcuate e le
braccia molto pi lunghe del normale. Notai che la creatura si appoggiava, camminando, sul
lato esterno dei piedi, come gli esseri umani. (Le scimmie e gli antropoidi non camminano
appoggiandosi alla superfici e esterna dei piedi). Mentre guardavo e forse trasalivo di paura, o
per qualche altra ragione, lo yet strill, si volt e balz via. Sembrava, spiccare balzi "su una
sola gamba" e il risultato faceva pensare a passi giganteschi. Anche il mio impulso fu quello
di fuggire, nella direzione opposta! Qualche giorno dopo, vedemmo alcuni yeti in
lontananza. Si affrettarono a nascondersi e noi ci guardammo bene dal provocarli. Il lama
Mingyar Dondup ci disse che questi yeti erano esponenti primitivi della razza umana; avevano
seguito un corso diverso dell'evoluzione e potevano sopravvivere solo nelle localit pi
isolate. Molto spesso accadeva di sentir parlare di yeti che avevano abbandonato la regione
delle alte montagne ed erano stati veduti correre a balzi in vicinanza delle regioni abitate.
Posso solo dire di aver veduto yeti adulti e yeti bambini. Ho veduto anche scheletri di yeti.
Alcune persone hanno espresso dubbi sulla mie affermazioni concernenti gli yeti. A quanto
pare sono stati scritti su di essi volumi basati su supposizioni, ma nessuno di questi autori ha
veduto un solo yeti, come ammettono. Io li ho veduti. Alcuni anni fa Marconi venne deriso
allorch afferm che avrebbe trasmesso un messaggio via radio attraverso l'Atlantico. I
medici dell'Occidente asserirono solennemente che l'uomo non avrebbe potuto superare la
velocit di ottanta chilometri all'ora, altrimenti la pressione dell'aria lo avrebbe ucciso. Vi
sono state leggende su un pesce che veniva descritto come un "fossile vivente". Ora gli
scienziati hanno veduto questi pesci, li hanno catturati, dissezionati. E se gli occidentali
potessero fare a modo loro, i nostri poveri, antichi yeti verrebbero catturati, dissezionati e
conservati nell'alcol. Noi riteniamo che gli yeti siano stati costretti a rifugiarsi sulle alte
montagne, e che altrove, tranne rarissimi vagabondi, siano estinti.
1-214 Crescevano in questi luoghi erbe estremamente rare, e soltanto per esse avevamo compiuto il
viaggio. Vi abbondavano anche frutti, frutti come non ne avevamo mai veduti. Li
assaggiammo, li apprezzammo e ce ne saziammo... ma la penitenza fu dura. Durante la notte e
per tutta la giornata successiva dovemmo darci un gran da fare a raccogliere erbe medicinali. I

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nostri stomachi non erano abituati a quel cibo. Dopo di allora, non toccammo pi i frutti! Ci
caricammo fino al massimo limite di erbe e di piante e tornammo sui nostri passi attraverso la
nebbia. Il freddo, dall'altro lato, era terribile. Probabilmente, provammo tutti l'impulso di
tornare indietro e di stabilirci nella tiepida lussureggiante valle.
2-7 Partecipai inoltre a una memorabile spedizione nella zona pi inaccessibile del Tibet, nel
punto pi elevato dell'Altopiano del Tibet. Qui noi della spedizione scoprimmo una valle
profondamente isolata fra crepacci rocciosi, scaldata dal fuoco eterno della Terra, che faceva
traboccare le acque bollenti e le riversava nel fiume. Scoprimmo anche una citt maestosa,
met della quale era esposta all'aria calda della valle segreta e l'altra met era immersa nella
luminosit di un ghiacciaio. Il ghiaccio era talmente trasparente che l'altra parte della citt era
visibile come attraverso il pi limpido specchio d'acqua. Il settore della citt che si era
disgelato era quasi intatto. Infatti il trascorrere degli anni non aveva danneggiato gli edifici.
L'aria immobile, l'assenza del vento li avevano preservati dal guasto derivante dall'attrito.
Camminammo lungo le strade, essendo le prime persone a percorrerle da migliaia e migliaia
di anni. Vagammo senza meta tra le case che sembravano in attesa dei loro proprietari, finch
guardando meglio non vedemmo strani scheletri pietrificati e ci rendemmo conto che si
trattava di una citt morta. Vi erano molti congegni fantastici che denotavano che un tempo
questa valle nascosta era stata sede di una civilt molto pi grande di qualunque altra apparsa
sulla faccia della Terra. Questo ci prov in maniera definitiva che in confronto alla gente di
quell'epoca eravamo tuttora dei selvaggi.
2-150 La mia Guida, il Lama Mingyar Dondup, alcuni compagni e io, eravamo partiti dal Potala dai
tetti d'oro, a Lhasa, alla ricerca di erbe rare. Per diverse settimane avevamo viaggiato salendo,
sempre salendo, addentrandoci nel gelido Settentrione, nell'Altopiano del Tibet o
Shamballah, come qualcuno lo chiama. ... Qui, a quasi 25.000 piedi (circa 7500m) sul livello
del mare, il cielo era di color porpora vivace, in confronto al quale le rare chiazze di nuvole
che lo attraversavano veloci erano incredibilmente bianche. Seguitammo ad arrampicarci,
mentre il terreno diventava sempre pi impervio a ogni passo. I polmoni ci raschiavano in
gola. Alla fine arrivammo di nuovo a quella misteriosa fascia nebbiosa e la attraversammo,
mentre il terreno sotto i nostri piedi diventava sempre pi caldo e l'aria intorno a noi si faceva
sempre pi mite e confortante. A poco a poco emergemmo dalla nebbia nel paradiso
lussureggiante di quell'incantevole santuario. Di fronte a noi stava di nuovo quella terra
appartenente a un'epoca da tempo trascorsa. Quella notte ci riposammo nel tepore accogliente
della Terra Segreta. Era meraviglioso dormire su un soffice letto di muschio e respirare il
dolce profumo dei fiori. Qui in questa regione c'erano frutti che non avevamo mai assaggiato,
frutti che gustammo e provammo ancora. Era splendido, inoltre, poter fare il bagno nell'acqua
calda e stendersi comodamente su una sponda dorata. Il giorno seguente andammo avanti,
salendo sempre pi in alto, ma ormai non eravamo pi preoccupati. Avanzammo attraverso
gruppi di rododendri, passammo accanto ad alberi di noce e ad altri di cui ignoravamo il
nome. ... Il giorno dopo riprendemmo la nostra marcia, ma avevamo percorso soltanto due o
tre miglia quando all'improvviso, inaspettatamente, sbucammo in una radura aperta, un punto
in cui gli alberi terminavano e davanti a noi .... Guardammo. La radura di fronte a noi era
vasta. Di fronte a noi c'era una pianura che si estendeva da un lato all'altro per pi di cinque
miglia. Nella sua parte estrema c'era un'immensa lastra di ghiaccio che si protendeva verso
l'alto, come un cristallo che toccava il cielo, come se in effetti fosse una finestra sul cielo, o
una finestra sul passato. Infatti, al di l di questa lastra di ghiaccio, potevamo vedere, come
attraverso un limpidissimo specchio d'acqua, una citt, intatta, una strana citt, di cui non
avevamo mai visto l'uguale neanche nei libri illustrati che avevamo al Potala. Degli edifici
sporgevano dal ghiacciaio. La maggior parte di essi era in buono stato di conservazione, in
quanto il ghiaccio si era sciolto pian piano sotto l'azione dell'aria calda della valle segreta, in
modo talmente lieve e graduale che neanche una pietra o una parte della struttura aveva subito
danni. Infatti alcuni di essi erano perfettamente intatti, conservati per un numero imprecisato

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di secoli dalla meravigliosa aria pura e asciutta del Tibet. In realt alcuni di quegli edifici
apparivano cos nuovi da far supporre che fossero stati costruiti forse una settimana prima. La
mia Guida, il Lama Mingyar Dondup, ruppe il nostro silenzio reverenziale, dicendo: "Fratelli,
mezzo milione d'anni fa questa era la dimora degli Dei. Mezzo milione di anni fa questo era
un piacevole luogo di soggiorno sul mare, dove vivevano scienziati appartenenti a una razza e
a una specie diversa. Essi provenivano da un posto del tutto diverso, e un giorno vi racconter
la loro storia, ma con i loro esperimenti portarono il disastro sulla Terra e abbandonarono la
scena del loro fallimento, lasciandosi dietro le spalle la gente comune del mondo.
Provocarono la sventura con i loro esperimenti: il mare si sollev e gel, e qui davanti a noi
vediamo una citt conservata nel ghiaccio eterno fin da quell'epoca, una citt che fu inondata,
inondata e ghiacciata mentre la terra si sollevava e l'acqua si sollevava con essa". Mossi da
un comune impulso, ci alzammo in piedi e ci avviammo per esplorare gli edifici pi vicini.
Pi ci avvicinavamo, pi rimanevamo muti per la sorpresa. Era tutto molto, molto strano. Per
un attimo non riuscimmo a capire la sensazione che provavamo. Immaginammo di essere
diventati improvvisamente dei nani. Poi trovammo la soluzione. Gli edifici erano immensi,
come se fossero stati costruiti da una razza alta il doppio di noi. S, era cos. Quella gente,
quei superuomini, erano alti due volte la gente comune del mondo. Entrammo in qualche
edificio e ci guardammo in giro. In particolare uno sembrava una specie di laboratorio, poich
vi erano molti congegni strani, parecchi dei quali, inoltre, funzionavano ancora.

LA CAVERNA DEGLI ANTICHI


(Il Lama Mingyar Dondup parla di unesperienza vissuta da giovane, sotto la guida del suo
Maestro, e descrive una caverna, situata ad alta quota in una zona remota e difficilmente
raggiungibile, il cui angusto ingresso era stato scoperto da una frana)
4-64 Il Supremo (il Dalai Lama) mi ha dato il permesso di raccontarti della Caverna degli
Antichi, disse, aggiungendo subito dopo, o piuttosto, il Supremo mi ha suggerito di
parlartene. Manderemo l una spedizione tra qualche giorno. Ora siediti
tranquillamente e ti parler della scoperta della Caverna degli Antichi.
4-66 Feci un passo indietro per vedere se il mio Maestro fosse salito pi in alto, .. ma non vidi
niente. Pieno di paura guardai nella crepa. Era buia come una tomba. Centimetro dopo
centimetro, penosamente piegato, vi penetrai. Dopo cinque metri mi trovai davanti a un
angolo brusco, poi un altro e un altro ancora. Se non fossi stato paralizzato dalla paura avrei
gridato per la sorpresa; qui cera una luce, una dolce luce argentea, pi forte della pi chiara
luce lunare. Una luce che non avevo mai visto prima. La caverna in cui mi trovavo ora era
spaziosa, con un tetto che non riuscivo a scorgere nel buio sopra la mia testa. La caverna
assomigliava a unampia sala che si stendeva a perdita docchio come se la montagna fosse
stata vuota internamente. La luce era dappertutto, veniva gi dallalto da un certo numero di
globi che sembravano sospesi nel buio della volta. Il posto era pieno zeppo di apparecchi
strani, apparecchi che non avremmo potuto immaginare. Persino dallalta volta pendevano
apparecchi e meccanismi. Alcuni, notai con molto stupore, erano coperti da quello che
sembrava vetro trasparentissimo. A questo punto avevamo dimenticato il mio Maestro;
quando apparve improvvisamente trasalimmo tutti per la paura! Sogghign vedendo il nostro
sguardo fisso e lespressione sbigottita delle nostre facce. Adesso, notammo, non era pi in
preda a quella strana forza che lo aveva dominato. Insieme a lui girammo per la sala,
osservando quelle strane macchine. Non riuscivamo a capire a cosa servissero. Per noi, erano
soltanto un ammasso di metallo e di stoffa con forme strane ed esotiche. Il mio Maestro si

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avvicin a un pannello nero abbastanza grande inserito in una delle pareti della caverna.
Mentre stava per toccarne la superficie, il pannello si apr. Ormai eravamo quasi sul punto di
credere che tutto il posto fosse incantato, oppure che fossimo caduti sotto una forza
allucinante. Il mio Maestro, allarmato, balz indietro. Il pannello nero si richiuse. Con grande
coraggio, uno dei miei compagni allung la mano e il pannello si apr di nuovo. Una forza alla
quale non potevamo opporre resistenza ci spinse in avanti. Lottando invano a ogni passo,
fummo, in qualche modo, obbligati a passare attraverso la porta che si era aperta. Dentro tutto
era nero, nero come il buio di una cella deremita. Ancora sotto la spinta irresistibile, vi
penetrammo per qualche metro e poi ci sedemmo per terra. Per alcuni minuti rimanemmo
seduti, tremando per la paura. Visto che non succedeva niente ritrovammo un po di calma, e
poi sentimmo una serie di suoni secchi come se si battesse e fregasse metallo contro metallo.
Lentamente, quasi impercettibilmente, un bagliore vago si form nelloscurit davanti a
noi. Dapprima era solo una traccia di luce azzurro-rosa, quasi come se uno spettro si stesse
materializzando davanti ai nostri occhi. Quella luce vaga si estese, si fece pi forte e ci
permise di vedere i contorni delle macchine incredibili che riempivano quella grande sala e
tutto il resto tranne il centro del pavimento sul quale eravamo seduti. La luce si raccolse su se
stessa, vorticando, perdendo dintensit, diventando pi forte, e poi prese e mantenne una
forma sferica. Ebbi la strana e inspiegabile sensazione che le macchine antichissime
scricchiolassero ed entrassero in azione dopo uneternit di riposo. Ci stringemmo insieme
tutti e cinque, l sul pavimento, letteralmente incantati. Avvertii delle sollecitazioni nella mia
mente, come se dei lama telepatici dementi stessero giocando, poi limpressione mut e si
fece chiara come la parola. Dentro quella sfera di luce scorgemmo delle immagini,
dapprima confuse ma subito dopo si fecero pi chiare e ben presto non erano pi immagini
ma fatti che noi potevamo vedere. Questo quello che sentimmo e vedemmo e tu lo
sentirai e vedrai tra poco. Migliaia e migliaia di anni fa esisteva una civilt molto elevata in
questo mondo. Gli uomini potevano volare nel cielo su apparecchi che sfidavano la forza di
gravit; gli uomini sapevano costruire apparecchi per imprimere dei pensieri nella mente di
altre persone - pensieri che si presentavano sotto forma di immagini. Avevano la bomba
atomica e alla fine ne fecero scoppiare una che distrusse quasi tutto il mondo, dei continenti
sprofondarono sotto le acque degli oceani e altri emersero. Il mondo fu decimato, e cos, ora,
tutte le religioni del mondo ci parlano del Diluvio Universale. Che strano, dissi, che
tra tutti i paesi del mondo queste macchine si trovino proprio nel nostro!. Oh! Ma ti
sbagli!, spieg la mia Guida. Esiste una camera simile in un certo posto in Egitto. Ve n
unaltra con macchine identiche in un luogo che si chiama America Meridionale. Le ho viste,
so dove sono. Queste camere segrete furono nascoste dalle antiche popolazioni affinch il loro
contenuto fosse scoperto da una generazione pi tarda, quando il momento fosse maturo.
Questa frana improvvisa ha accidentalmente rivelato lingresso della camera nel Tibet, e una
volta dentro, venimmo a conoscenza delle altre camere. Presto sette di noi - e tu sei incluso
- partiremo e ci recheremo ancora una volta a visitare la Caverna degli Antichi.
4-69 Circa due settimane dopo la mia conversazione con il Lama Mingyar Dondup, fummo pronti
per partire, pronti per la lunga, lunga scalata sulle montagne, attraverso le gole e i sentieri
scoscesi poco noti. I Comunisti sono nel Tibet ora: per questa ragione la posizione della
Caverna degli Antichi deliberatamente tenuta nascosta, perch la Caverna esiste veramente,
e il possesso degli oggetti che vi si trovano darebbe ai Comunisti la possibilit di conquistare
il mondo. Tutto questo, tutto quello che sto scrivendo vero, tranne il percorso preciso per
raggiungere la Caverna. In un luogo segreto esiste un foglio sul quale stata segnata la
localit precisa, con riferimenti e disegni in modo che - quando giunger il momento - le forze
della libert possano ritrovarla.
4-71 Cos io, il pi piccolo e il meno importante del gruppo, fui il primo a entrare nella Caverna
degli Antichi. Vi penetrai, e strisciai attorno agli angoli. Dietro di me sentivo lo stropiccio e il

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grattare degli uomini pi robusti che cercavano di entrare. Improvvisamente fui inondato dalla
luce, e per un momento fui quasi paralizzato dalla paura. Rimasi immobile accanto alla parete
rocciosa, osservando la scena fantastica allinterno. La Caverna sembrava avere circa il
doppio delle dimensioni della Grande Cattedrale di Lhasa. Contrariamente alla Cattedrale,
avvolta sempre da unoscurit che le lampade al burro tentavano invano di disperdere, qui vi
era un chiarore pi intenso di quello emanato dalla luna piena in una notte senza nuvole. No,
era ancora pi chiaro; la qualit della luce deve avermi dato limpressione di luce lunare.
Guardai in su verso i globi da cui proveniva lilluminazione. I lama vennero tutti vicino a me
e, come me, guardarono prima di tutto verso la sorgente di luce. La mia Guida disse: I vecchi
documenti indicano che la luce qui dentro era molto pi intensa in origine; queste lampade si
sono indebolite col passare di centinaia di secoli. Per lungo tempo rimanemmo in silenzio,
come se avessimo avuto paura di svegliare coloro che avevano dormito per anni senza fine.
Poi, spinti da un impulso comune, attraversammo il massiccio pavimento di pietra e andammo
verso la prima macchina che stava, inattiva, davanti a noi. Ci riunimmo attorno a essa,
temendo quasi di toccarla, ma curiosi di sapere cosa fosse. Era velata dallet ma sembrava
pronta per essere usata se avessimo saputo a cosa servisse e come farla funzionare. Altri
apparecchi attirarono la nostra attenzione, anchessi senza risultato. Quelle macchine erano di
gran lunga troppo progredite per noi. Mi allontanai verso una piccola piattaforma quadrata, di
circa un metro di lato, circondata da una ringhiera di protezione che poggiava per terra. Da
una macchina vicina usciva una specie di lungo tubo metallico piegato, e la piattaforma era
collegata allaltra estremit del tubo. Senza motivo, salii su quel quadrato recintato,
chiedendomi cosa potesse essere. Immediatamente sentii una scossa che mi fece quasi morire:
la piattaforma diede uno strappo e si alz nellaria. Fui talmente spaventato che mi aggrappai
disperato alla ringhiera. Sotto di me, i sei lama guardarono in su, costernati. Il tubo si era
svolto e portava velocemente la piattaforma verso una delle sfere di luce. Nella mia
disperazione, guardai in gi. Ero gi a circa nove metri dal suolo, e salivo ancora. Temevo che
la sorgente di luce mi bruciasse, fulminandomi come una falena nella fiamma di una lampada
al burro. Vi fu un rumore secco e la piattaforma si arrest. A pochi centimetri dalla mia
faccia, la luce splendeva. Timidamente allungai la mano e la sfera era fredda come il ghiaccio.
Avevo ormai riacquistato la padronanza di me stesso e mi guardai attorno. Poi fui
agghiacciato da un pensiero: come avrei fatto a scendere? Saltellai da un lato allaltro,
cercando di scoprire una via duscita, ma sembrava che non ve ne fosse. Tentai di toccare il
lungo tubo, sperando di poterlo usare per scivolare verso terra, ma era troppo distante. Proprio
nel momento in cui stavo perdendo ogni speranza, vi fu un altro scatto e la piattaforma
cominci a scendere. Senza aspettare che toccasse il pavimento saltai gi. Volevo essere
sicuro di non essere riportato su. Contro la parete opposta era appoggiata una grande statua,
che mi faceva venire i brividi solo a guardarla. Rappresentava il corpo di un gatto
rannicchiato ma con la testa e le spalle di donna. Gli occhi sembravano vivi; la faccia aveva
unespressione a met beffarda e a met interrogatoria che mi spaventava alquanto. Uno dei
lama era inginocchiato per terra e guardava molto attentamente dei segni strani. Guardate!,
chiam, questa scrittura ideografica mostra uomini e gatti che parlano, indica evidentemente
unanima che lascia il corpo e vaga per gli inferi. Era preso da uno zelo scientifico, prestando
tutta la sua attenzione alle immagini sul pavimento - geroglifici li chiamava - e aspettandosi
che anche noi condividessimo il suo entusiasmo. Quel Lama era un uomo altamente preparato
che imparava le lingue antiche senza alcuno sforzo. Gli altri stavano trafficando attorno agli
strani apparecchi, nel tentativo di scoprire a cosa servissero. Un grido improvviso attir la
nostra attenzione causando un certo allarme. Il Lama alto e magro si trovava vicino alla parete
opposta e sembrava che non riuscisse a staccare la faccia da una scatola di metallo opaco.
Poi quello alto e magro si spost e un altro prese il suo posto. Da quello che potevo capire,
vedevano delle macchine che si muovevano nella scatola. Finalmente la mia Guida ebbe piet
di me e mi alz verso una cosa che fungeva apparentemente da occhiale. Quando mi alz e

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poggiai le mani su una maniglia, come mi fu detto di fare, vidi allinterno di quella scatola
degli uomini, e le macchine che si trovavano nella Sala. Gli uomini facevano funzionare le
macchine. Vidi che la piattaforma sulla quale ero salito fino alla sfera di luce poteva essere
comandata e che era una specie di scala mobile o piuttosto un apparecchio che avrebbe
permesso di fare a meno di scale. La maggior parte delle macchine che si trovavano qui, notai,
erano dei veri modelli funzionanti come ne avrei visto, negli anni a venire, nei Musei delle
Scienze in tutto il Mondo. Ci spostammo verso il pannello di cui mi aveva parlato il Lama
Mingyar Dondup in precedenza e che, al nostro avvicinarci, si apr con un cigolio stridente,
cos forte nel silenzio di quel luogo da farci sobbalzare tutti dalla paura. Allinterno vi era
unoscurit talmente profonda che sembrava di essere sommersi in nuvole di buio vorticanti. I
nostri piedi erano guidati da solchi poco profondi nel pavimento. Avanzammo trascinando i
piedi, e quando i solchi terminarono, ci sedemmo per terra. In quel momento, udimmo una
serie di rumori secchi, come se del metallo fosse fregato contro dellaltro metallo, e quasi
impercettibilmente la luce si fece avanti nel buio e lo spinse da parte. Ci guardammo intorno e
vedemmo altre macchine, strane macchine. Qui vi erano delle statue e delle immagini scolpite
sul metallo. Prima che potessimo vedere di pi, la luce si raccolse, formando un globo ardente
nel centro della Sala. Dei colori guizzarono senza una meta precisa, e dei fasci di luce che non
avevano un significato evidente, vorticarono attorno al globo. Si formarono delle immagini,
allinizio indistinte, poi sempre pi nitide e vere, con un effetto tridimensionale. Guardammo
attentamente...Quello era il mondo di Tanto Tempo Fa. Quando il mondo era molto giovane.
Dove adesso c il mare, allora esistevano le montagne, e i piacevoli luoghi di villeggiatura
sul mare erano allora cime di montagne. La temperatura era pi elevata e strane creature
percorrevano la terra. Era un mondo di progresso scientifico. Strane macchine viaggiavano a
pochi centimetri dalla superficie terrestre, o volavano nellaria a unaltezza di chilometri.
Templi grandissimi ergevano le loro guglie verso il cielo, come se sfidassero le nuvole. Gli
Animali e gli Uomini comunicavano telepaticamente. Ma non vi era la felicit perfetta; i
politicanti lottavano contro altri politicanti. Il mondo era un campo diviso in cui ogni parte
desiderava possedere le terre dellaltra parte. Il sospetto e la paura erano le nuvole sotto le
quali luomo comune viveva. I preti di entrambe le parti proclamavano di essere gli unici
favoriti dagli dei. Nelle immagini davanti ai nostri occhi vedevamo dei preti che predicavano come oggigiorno - il proprio tipo brevettato di salvezza. A che prezzo! I preti di ogni setta
insegnavano che era compito divino uccidere il nemico. Quasi contemporaneamente
predicavano che lUmanit in tutto il mondo era legata da vincoli di fratellanza. Lillogicit di
un fratello che uccideva laltro non veniva loro in mente. Vedevamo grandi guerre che
venivano combattute e la maggior parte dei morti e dei feriti erano civili. Le forze armate,
protette dalle corazze, per lo pi si salvavano. I vecchi, le donne e i bambini, coloro che non
combattevano, erano quelli che soffrivano. Vedemmo rapidamente degli scienziati che
lavoravano in laboratori per produrre armi ancora pi mortali, per produrre proiettili pi
grandi e pi efficaci da lanciare contro il nemico. Una sequela di immagini ci mostr un
gruppo di uomini presi dalla preoccupazione di disegnare ci che chiamavano una Capsula
del Tempo (ci che noi chiamiamo La Caverna degli Antichi), dove poter immagazzinare
per le generazioni future dei modelli funzionanti delle loro macchine e un documento
completo, pittorico, della loro cultura e della mancanza di essa. Macchinari immensi
scavavano la roccia viva. Orde di uomini installavano i modelli e le macchine. Potemmo
veder inserire al loro posto le sfere di luce fredda, con sostanze radioattive inerti che
emettevano luce per milioni di anni. Inerti, in quanto non potevano danneggiare gli uomini,
attive perch avrebbero prodotto la luce quasi fino alla fine dei tempi. Scoprimmo di riuscire a
capire la lingua, poi ci fu mostrata la spiegazione: ricevevamo il messaggio telepaticamente.
Camere simili a questa, o Capsule del Tempo erano nascoste sotto le sabbie dellEgitto,
sotto una piramide nellAmerica Meridionale, e in un certo luogo della Siberia. Ogni
luogo era segnato dal simbolo dellepoca: la Sfinge. Osservammo grandi statue della

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Sfinge, che non ebbe le sue origini in Egitto, e ci fu spiegata la sua forma. LUomo e gli
Animali comunicavano e lavoravano insieme in quei tempi distanti. Il gatto era lanimale pi
perfetto in quanto a potere e intelligenza. LUomo stesso un animale, cos gli Antichi
formarono una figura il cui grande corpo di gatto indicava il potere e la resistenza e su quel
corpo misero il petto e la testa di una donna. La testa rappresentava lintelligenza umana e la
ragione, mentre il petto indicava che lUomo e gli Animali potevano trarre nutrimento
spirituale e mentale luno dagli altri. Quel simbolo era diffuso allora come oggigiorno le
Statue di Buddha o la Stella di Davide o il Crocefisso. Vedemmo oceani con grandi citt
galleggianti che si spostavano da paese a paese. Nel cielo volavano apparecchi ugualmente
grandi che si muovevano in silenzio. Potevano rimanere stazionari e poi scattare e prendere
una velocit fortissima. Sulla superficie, dei veicoli si spostavano a pochi centimetri da terra,
retti da un sistema che non potevamo individuare. Dei ponti si stendevano sulle citt,
sostenendo su. cavi sottili quelle che sembravano essere strade. Mentre stavamo guardando,
osservammo un lampo nel cielo, e uno dei ponti pi grandi croll in un rovinio di travi e di
cavi. Un altro lampo, e lintera citt quasi si trasform in gas incandescente. Sulle rovine era
sospesa una nube rossa di aspetto maligno che aveva pi o meno la forma di un fungo alto
migliaia di metri. Le immagini svanirono e scorgemmo di nuovo il gruppo di uomini che
aveva disegnato le Capsule del Tempo. Avevano deciso che era giunto il momento di
sigillarle. Vedemmo le cerimonie, vedemmo inserire nella macchina le memorie
immagazzinate. Udimmo il discorso di commiato che diceva a noi - La Gente del Futuro, se
ce ne sar!- che lUmanit stava per distruggersi, molto probabilmente e "allinterno di
questi muri sono depositate le testimonianze delle nostre conquiste e follie, perch ne possa
usufruire una razza futura, se avr lintelligenza di scoprirle, e, una volta scoperte, se sar
capace di capirle. La voce telepatica si spense, lo schermo si oscur di nuovo. Rimanemmo
seduti in silenzio, stupefatti da quello che avevamo visto. Pi tardi, mentre eravamo ancora
seduti, la luce torn, e potemmo notare che veniva dalle pareti della stanza. Ci alzammo e ci
guardammo attorno. Anche quella Sala era piena di macchine e vi erano pure molti modelli di
citt e di ponti, tutti fatti con una specie di pietra o di metallo che non riuscivamo a
individuare. Alcuni degli oggetti esposti erano coperti da una sostanza trasparente che ci
lasciava perplessi. Non si trattava di vetro; non sapevamo proprio cosa fosse, sapevamo solo
che ci impediva veramente di toccare gli oggetti. Improvvisamente balzammo tutti; un occhio
rosso minaccioso ci guardava, ammiccava. Ero pronto a scappare quando la mia Guida, il
Lama Mingyar Dondup and verso la macchina con locchio rosso. La osserv e tocc le
maniglie. Locchio rosso svan. Al suo posto apparve, su un piccolo schermo, limmagine di
unaltra stanza collegata alla Sala Principale. Ai nostri cervelli giunse un messaggio: Quando
uscite, andate alla stanza (???), dove troverete il materiale necessario per sigillare tutte le
aperture attraverso le quali siete entrati. Se non avete raggiunto lo stadio devoluzione per
poter far funzionare le nostre apparecchiatura, sigillate questo posto e lasciatelo intatto per
coloro che vi seguiranno. In silenzio uscimmo dalla terza stanza, la cui porta si apr quando
ci avvicinammo. Conteneva molte scatole metalliche perfettamente sigillate e una macchina
immagine-pensiero che ci diede le indicazioni per aprire le scatole e sigillare lingresso della
Caverna. Ci sedemmo in terra per discutere di ci che avevamo visto e provato.
Meraviglioso! Meraviglioso!, disse un lama. Non ci vedo niente di meraviglioso, dissi
con impudenza. Avremmo potuto vedere tutto ci nel Documento dellAkasha. Perch non
possiamo guardare quelle immagini che rappresentano il corso del tempo per vedere cosa
successo dopo che questo posto fu sigillato? Gli altri guardarono interrogativamente in
direzione dellanziano della spedizione. Il Lama Mingyar Dondup fece segno di s con la testa
e osserv: A volte il nostro Lobsang ha dei barlumi dintelligenza! Mettiamoci composti e
vediamo cos successo, perch sono curioso quanto voi. Formammo un cerchio col viso
rivolto verso linterno e le dita incrociate nel modo giusto. La mia Guida inizi a respirare col
ritmo necessario e noi la seguimmo. Lentamente perdemmo le nostre identit terrene e

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fluttuammo nel Mare del Tempo. Tutto ci che si sia mai verificato pu essere visto da coloro
che hanno la capacit di andare coscientemente nellastrale e di tornarne - sempre
coscientemente - con il sapere acquisito. Qualsiasi scena della storia, anche remotissima, pu
essere vista come se vi si partecipasse. Ricordai la prima volta che avevo conosciuto il
Documento dellAkasha. "Con un po daddestramento puoi ricordare tutto ci che
successo nella tua vita, puoi, allenandoti, ricordare perfino la tua nascita. Puoi raggiungere
quello che chiamiamo ricordo totale e con questo tornare con la memoria a prima della
nascita. Il Documento dellAkasha semplicemente la memoria del mondo intero. Tutto ci
che successo sulla Terra pu essere ricordato nello stesso modo in cui tu puoi ricordare gli
avvenimenti passati della tua vita. . Col nostro addestramento fu molto facile selezionare
il punto in cui la Macchina si era spenta. Vedemmo gli uomini e le donne, senza dubbio i
personaggi eminenti dellepoca, sfilare fuori dalla Caverna. Delle macchine con delle braccia
potenti fecero scivolare quella che sembrava mezza montagna davanti allingresso. Le crepe e
i crepacci nei punti dincontro furono sigillati con cura e il gruppo di persone e operai si
allontan. Anche le macchine si allontanarono e per un po, alcuni mesi, la scena fu tranquilla.
Vedemmo un alto prelato sui gradini di unimmensa Piramide che esortava i suoi fedeli alla
guerra. Le immagini impresse sui Rotoli del Tempo si susseguirono, cambiarono, e potemmo
vedere il campo nemico. Anche l i capi inveivano e farneticavano. Il tempo passava.
Vedemmo strisce di vapore bianco nellazzurro del cielo, e poi quel cielo divenne rosso. Tutto
il mondo trem e fu scosso. Perfino noi che osservavamo la scena provammo vertigine.
Loscurit della notte scese sulla Terra. Nuvole nere, attraversate da saette di fiamme rosse,
rotolarono attorno al globo. Le citt sinfiammarono e in un baleno erano sparite. Il mare
furioso spazz la terra. Unonda gigantesca, pi alta di quanto lo fosse stato ledificio pi alto,
romb attraverso la superficie terrestre, portando via con s tutto quello che si trovava sulla
sua strada e reggendo in alto, sulla cresta, i relitti di una civilt morente. La Terra trem e
tuon nella sua agonia, apparvero crepe smisurate che si richiusero come le fauci enormi di un
gigante. Le montagne ondeggiavano come i rami di un salice in una tempesta, ondeggiavano e
poi sparivano sotto le acque. Masse di terra si alzavano dai mari e diventavano montagne.
Lintera superficie del mondo era in fase di mutamento, di moto continuo. Alcuni superstiti
sparsi, dei milioni che avevano abitato la Terra, fuggivano urlando verso le montagne appena
sorte. Altri, su imbarcazioni che erano in qualche modo riuscite a rimanere a galla dopo il
sollevamento, raggiunsero le terre elevate e fuggirono verso qualsiasi nascondiglio potessero
trovare. La Terra stessa si ferm, arrest il suo moto di rotazione e poi riprese a ruotare nella
direzione opposta. Le foreste avvamparono e gli alberi si trasformarono istantaneamente in
cenere. La superficie terrestre era desolata, rovinata, carbonizzata, nera. Un gruppetto sparso
di abitanti della Terra, impazziti per la catastrofe, nascosti in buche profonde o nelle gallerie
di lava dei vulcani estinti, balbettavano accovacciati per il terrore. Dal cielo nero cadeva una
sostanza biancastra, dolce, nutriente. Nel corso di secoli il mondo cambi. ancora; i mari
erano terra adesso, e le terre duna volta erano mari. Una pianura bassa con le sue pareti
rocciose crepate e spaccate, fu invasa dalle acque che formarono il Mare noto oggigiorno col
nome di Mediterraneo. Un altro mare nelle vicinanze spar in unapertura del fondo marino e
quando le acque furono sparite e il fondo si fu asciugato, apparve il Deserto del Sahara. Trib
selvagge vagavano per la superficie terrestre e, sedute accanto ai fuochi dei campi,
raccontavano vecchie leggende, raccontavano del Diluvio, di Lemuria, dellAtlantide.
Parlavano anche del giorno in cui il Sole si era Fermato. La Caverna degli Antichi rimase
sepolta nel fango di un mondo mezzo sommerso. Al sicuro dagli intrusi, stava ben sotto la
superficie della Terra. Col tempo i torrenti veloci avrebbero portato via il fango, i detriti e
avrebbero permesso alle rocce di innalzarsi nella luce del sole ancora una volta. Finalmente,
riscaldata dal sole e raffreddata da una pioggia ghiacciata improvvisa, la parete rocciosa si
sarebbe crepata con un rumore fragoroso, aprendo un passaggio per noi. Ora dovevamo
mangiare, dormire, e lindomani ci saremmo di nuovo guardati in giro per imparare forse

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qualcosa di nuovo. Poi, compiuta la missione, avremmo murato lingresso della Caverna
come ci era stato detto. La Caverna avrebbe riposato in pace di nuovo fino a quando fossero
ritornati degli uomini di buona volont e di elevata intelligenza.

L'ALTRA CAVERNA TRA I MONTI (IL TEMPIO INTERNO)


(Lobsang Rampa ed il suo maestro Mingyar Dondup partono per portare aiuto ad un eremita che
sta male. Affrontano un duro viaggio, durante il quale devono rimandare indietro i cavalli, poich
questi non riescono pi ad avanzare, ed intraprendono poi una difficile scalata per raggiungere
l'eremo, situato in vista della citt di Lhasa, ma molto pi in alto. Una volta raggiunta la
destinazione e visitato l'eremita, i due si rifugiano in un tunnel per sfuggire ad una grande frana si
sta abbattendo su quella parte di montagna, portandosi via l'eremita, l'eremo e persino la grande
roccia su cui esso era stato costruito, facendo svenire e denudando Lobsang Rampa, imprigionando
le gambe del suo maestro e chiudendo l'apertura da cui erano entrati. Seguendo le istruzioni del
Lama Mingyar Dondup, il giovane Rampa trova, in un ripostiglio nascosto dietro una roccia
girevole, candele, vesti ed un sbarra di acciaio, con la quale riesce a liberare il maestro, le cui
gambe, pur non presentando rotture, sono profondamente lacerate, fino all'osso, dalle ginocchia in
gi. Utilizzando i medicamenti che si erano portati dietro e gli stacci presenti sul posto, il giovane
Lama-medico cura il ferito nei limiti del possibile, "incollandogli" i lembi di carne con un apposito
unguento, solidificatosi il quale i brandelli di carne rimangono al loro posto, trattenuti anche dalle
fasciature. A questo punto il giovane si muove per cercare un'uscita, ma viene richiamato dal
maestro.)
N.B.: Il termine "universo" viene utilizzato probabilmente come sinonimo di "galassia".
9-13 "Lobsang," disse il Lama sorridendo "questo posto lo conosco da cima a fondo. Esiste da
circa un milione di anni e fu eretto dalla gente che per prima popol questo nostro paese. Per
una settimana o due saremo abbastanza al sicuro, purch nessuna roccia, spostandosi, abbia
bloccato la strada ".
9-14 Ancora una volta ci mettemmo in cammino, pesti e ammaccati e, dopo quello che sembr un
percorso interminabile, arrivammo fino a una pietra messa di traverso sul sentiero dove il
tunnel finiva, o cos credevo. "No, no, non finisce qui", disse il Lama. "Spingi quel lastrone
alla base e fallo girare al centro. Poi, se si vuole passare dall'altra parte, basta chinarsi". Feci
come mi era stato detto e con un orrendo stridore il lastrone si spost fino a mettersi in
posizione orizzontale, e vi rimase. Per sicurezza lo tenni fermo, mentre il Lama vi strisciava
sotto faticosamente, poi lo rimisi a posto abbassandolo. L'oscurit era completa. "Spegni la
candela, Lobsang." disse il Lama Mingyar Dondup "Far lo stesso con la mia e allora
vedremo la luce del giorno. Adesso basta aspettare qualche attimo e avremo tutta la luce
che vogliamo". Avrei potuto definirlo un 'buio sonoro', in quanto sembrava di udire una
fitta serie di rumori sordi, da cui per fui distolto dall'apparire di una luce simile a quella
dell'aurora. Al di sopra di noi, su un lato di ci che, a quanto pareva, era un ambiente chiuso,
apparve una sfera lucente. Era rossa e sembrava fatta di metallo incandescente.
Immediatamente il rosso pass al giallo fino a diventare bianco, il bianco azzurro della luce
diurna. Ben presto ogni cosa fu resa visibile in tutta la sua cruda realt. Restai l a bocca
aperta, al colmo della meraviglia di fronte a ci che vedevo. La sala, se cos si pu dire, aveva
un volume maggiore di quello del Potala, in altri termini avrebbe potuto contenere tutto il
Potala. La luce era intensa e rimasi ammaliato dalle decorazioni che si vedevano sulle pareti,
nonch dagli strani oggetti che erano sparpagliati sul pavimento, senza tuttavia impedire di

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passare. "Un posto meraviglioso, Lobsang, non trovi? Fu creato tanti anni fa, pi di quanti la
mente umana possa concepire. Una volta era il quartier generale di una razza in grado di
compiere viaggi spaziali e quasi tutto il resto. Dopo milioni di anni tutto questo ancora
funziona, tutto intatto. Alcuni di noi erano noti come i Guardiani del Tempio Interno.
Questo il Tempio Interno". Mossi qualche passo per esaminare la parete pi vicina, che
appariva coperta da una specie di scrittura, una scrittura che istintivamente supponevo non
appartenesse a nessuna razza terrestre. Il Lama si inser telepaticamente nei miei pensieri.
"S," rispose "tutto questo fu costruito dalla razza dei Giardinieri, i quali trasportarono su
questo mondo esseri umani e animali". Tacque e indic una cabina collocata poco distante
contro una parete. "Vuoi andare fino l a prendermi due bastoni che in cima ne hanno un altro
messo di traverso?". Obbediente, mi avvicinai alla cabina che aveva indicato. Lo sportello si
apr subito e rimasi affascinato dal suo contenuto. Sembrava colma di oggetti d'uso medico. In
un angolo c'erano molti di quei bastoni, forniti di una specie di appoggio a una estremit. Ne
presi due e mi accorsi che erano in grado di sorreggere un uomo. A quell'epoca non sapevo
che si trattava di stampelle, ma ne portai un paio al Lama, il quale se le mise immediatamente
sotto le ascelle dalla parte pi corta. A circa met strada tra la parte superiore a quella
inferiore sporgeva una specie di manico. Il Lama li impugn ambedue. Si allontan da me
e seguit a curiosare nell'armadio. Il Lama Mingyar Dondup non aveva perso tempo. Le
sue gambe erano rivestite di lucido metallo e appariva in forma perfetta. "Lobsang, prima di
guardarci intorno mangiamo qualcosa, perch qui ci staremo suppergi una settimana. Mentre
andavi a prendere queste cose" disse indicando le sacche e la spranga d'acciaio "mi sono
messo in contatto telepatico con un amico del Potala, il quale mi ha detto che sta infuriando
un vento fortissimo. Mi ha consigliato di rimanere dove siamo, finch il vento non si calmer.
I meteorologi hanno detto che la tempesta si scatener per circa una settimana. Guarda,
Lobsang, guarda questa bottiglia. E' il miglior brandy conservato esclusivamente a scopi
terapeutici. Penso che possiamo ritenere che il nostro periodo di detenzione qui giustifichi un
po' di brandy per dare gusto alla tsampa (cibo a base di orzo abbrustolito, alimento principe
dei lama tibetani)". Presi la ciotola che mi porgeva e la fiutai con apprezzamento, ma nel
contempo con esitazione . Tirai su la tsampa non soltanto con le dita, ma aiutandomi anche
con la palma della mano destra, e poi tutt'a un tratto - del tutto inaspettatamente - caddi
all'indietro. Mi piace dire che mi addormentai per la stanchezza, ma il Lama afferm che ero
ubriaco fradicio, quando pi tardi lo rifer ridendo all'Abate. quando mi svegliai quella
meravigliosa luce dorata inondava ancora la sala. Guardai in su verso... beh, suppongo che
fosse il soffitto, ma questo era talmente in alto che non avrei potuto dire dove fosse. "E'
luce solare, Lobsang, luce solare, e funziona ventiquattr'ore su ventiquattro. Non emana
calore, ha esattamente la stessa temperatura dell'aria che ci circonda. Non pensi che meglio
avere una luce come questa anzich candele puzzolenti e fumose? S, questo il prodigio
dei prodigi. Lo conosco da quando sono nato, ma nessuno sa come funziona. La luce
fredda un'invenzione miracolosa. Questa qui fu inventata circa un milione di anni fa.
Perfezionarono un metodo per accumulare la luce del sole e renderla disponibile anche nelle
notti pi buie. Non l'abbiamo n in citt n nel tempio, semplicemente perch non sappiamo
come si fa. Questo l'unico posto che conosco dove esiste questo tipo di illuminazione".
"Come hanno fatto a costruire questa sala?" chiesi mentre giocherellavo con le dita sopra
un'iscrizione della parete. Feci un balzo indietro per la paura, all'udire uno scatto
inequivocabile, mentre un settore della parete scivolava indietro. "Lobsang! Lobsang! Hai
fatto una scoperta. Nessuno di noi che stato qui sapeva che ci fosse un'altra sala contigua a
questa". Con cautela facemmo capolino dal vano della porta che si era aperta. Appena le
nostre teste passarono lo stipite, si accese la luce. Notai che, mentre uscivamo della prima
grande sala, in nostra assenza la luce si spegneva. ci dirigemmo verso una grande e strana
'cosa' che si ergeva al centro del pavimento. Era una struttura formidabile. Un tempo era stata
risplendente, ma adesso presentava una superficie vetrosa di un grigio smorto. Era alta

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suppergi quanto quattro o cinque uomini e somigliava a due piatti messi l'uno sopra all'altro.
Le girammo intorno e sull'altro lato vedemmo una scala metallica che si allungava scendendo
da una porta della macchina fino a terra. Corsi in avanti e mi inerpicai avventatamente
sulla scala, senza neanche accertarmi che fosse ben fissata. Lo era. Una volta ancora, appena
ostruii con la testa il vano della porta, all'interno della macchina si accesero le luci. Il Lama
Mingyar Dondup, per non essere da meno, sal anche lui. "Lobsang" disse, "questo uno dei
carri degli dei. Non li hai mai visti guizzare nel cielo?" "S, signore," risposi. " Ma,
naturalmente, non ne ho mai visto nessuno cos da vicino".
9-19 Ci guardammo intorno. Sembrava che ci trovassimo in una specie di corridoio fiancheggiato
su entrambi i lati da stipetti o armadi, o qualcosa di simile. Comunque, tanto per provare, tirai
una maniglia e un grande cassetto scivol fuori senza difficolt, come fosse stato appena
fabbricato. Dentro c'erano strani meccanismi di ogni sorta. Il Lama Mingyar Dondup, che
stava guardando al di sopra della mia spalla, ne prese uno. "Debbono essere parti di ricambio.
Sono sicuro che questi stipetti contengono parti di ricambio quanto basta per far funzionare
di nuovo questa cosa". Chiudemmo il cassetto e procedemmo. La luce si spostava davanti a
noi e si attenuava man mano che passavamo, finch ben presto arrivammo in un locale
spazioso. Appena entrammo, esso si rischiar di una luce brillante, che ci fece restare senza
fiato. Si capiva che si trattava della cabina di comando della cosa, ma ci che ci aveva
sbalordito era il fatto che c'erano degli uomini. Uno stava seduto in quella che nella mia
immaginazione era la sedia del comandante e scrutava un misuratore inserito in un pannello
che aveva di fronte. C'erano molti altri misuratori e ne dedussi che egli fosse proprio in
procinto di decollare. "Ma come possibile che costoro abbiano milioni di anni?" dissi
"Questi uomini sembrano vivi, tranne che sono profondamente addormentati". A un tavolo, su
cui erano distesi dei grandi diagrammi, era seduto un altro uomo, con i gomiti poggiati e la
testa fra le mani. Il Lama Mingyar Dondup afferr una delle figure per la spalla. "Secondo
me questi uomini si trovano in una condizione di morte apparente. Credo si possa riportarli in
vita, ma non so come si fa, non so cosa accadrebbe se fossi capace di farlo. Come sai,
Lobsang, in questa catena montuosa esistono altre caverne. Noi ne abbiamo visitata una
contenente strani attrezzi, come le scale che a quanto pare funzionano automaticamente
(vedere "LA CAVERNA DEGLI ANTICHI"). Ma tutto questo supera qualsiasi cosa io abbia
visto finora. Dato che sono uno dei Lama pi anziani responsabile della sua salvaguardia,
posso dirti che questa cosa la pi meravigliosa di tutte. Mi chiedo se ci sono altri pulsanti da
premere per aprire altre stanze. Prima di tutto, per, diamo una buona occhiata a questa.
"Esaminammo le altre figure, sette in tutto. Si aveva l'impressione che fossero tutti l sul
punto di decollare, quando era accaduto qualcosa di spaventoso. Sembrava come se ci fosse
stato un terremoto che avesse fatto ruzzolare pesanti massi su quello che probabilmente era un
tetto scorrevole. Il Lama si ferm e si avvicin a un altro uomo, di fronte al quale stava un
registro, una specie di taccuino. Evidentemente aveva annotato quanto stava succedendo, ma
non potevamo leggere lo scritto, in quanto non avevamo nessuna chiave di lettura per ritenere
se si trattasse di lettere, di segni particolari, o anche semplicemente di simboli tecnici. "In
tutte le nostre ricerche," disse il Lama "non abbiamo trovato niente che ci aiuti a tradurre ...
Un momento" prosegui con voce insolitamente agitata "quella cosa l, mi chiedo se una
macchina che registra parole. Certo, non credo che funzioner dopo tutti questi anni, ma ci
proveremo". Ci avvicinammo insieme allo strumento che aveva menzionato. Constatammo
che era a forma di scatola, tagliata all'incirca a met da una linea che le correva tutt'intorno.
Tanto per provare, spingemmo in su la superficie al di sopra della linea e con nostra grande
meraviglia la scatola si scoperchi: dentro c'erano degli ingranaggi e un aggeggio che
sembrava preposto al trasporto di un nastro metallico da una bobina all'altra. Il Lama Mingyar
Dondup guard attentamente i pulsanti disposti sul davanti. Tutt'a un tratto quasi restammo
fulminati per la paura e fummo quasi sul punto di girarci e scappare, perch dalla parte
superiore della scatola fuoriusc una voce, una voce molto strana, del tutto diversa dalle

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nostre. Sembrava una lezione tenuta da uno straniero, ma non sapevamo di quale argomento
parlasse. Poi - altra sorpresa - dalla scatola uscirono dei rumori (li chiamerebbero musica,
suppongo), che a noi per sembrarono tutte dissonanze. Allora la mia Guida premette un altro
bottone e il rumore cess. Eravamo entrambi piuttosto stremati per via di ci che avevamo
scoperto e per l'eccessiva agitazione. Perci ci mettemmo a sedere su quelle che erano
chiaramente delle sedie e fui preso dal panico, perch mi sembr di sprofondare come se fossi
seduto sull'aria. Accanto alla cabina di comando c'era un cubicolo, dove appena egli entr
si accese la luce. "Credo che qui preparavano da mangiare, perch tutte queste manopole non
sono qui per bellezza, bens per uno scopo utile". Ne indic una con su riprodotta una mano in
posizione di Stop. Su un'altra era riprodotta una fiamma, sicch la premette. Sopra
quell'arnese c'erano diversi vassoi di metallo. Ne tirammo gi uno. Ormai stavamo sentendo
caldo. Il Lama spost la mano qua e l. "Su, Lobsang, senti qui, c' il calore per cucinare."
disse alla fine. Poggiai la mano dove diceva lui, ma un tantino troppo vicino, e feci un salto
indietro un po' allarmato. Ma la mia Guida si limit a ridere e mise la tsampa semicongelata
nel contenitore di metallo, che poi pos su certe sbarre sopra la fonte di calore che si trovava
sotto di esse. Vi aggiunse dell'acqua e ben presto si vide del vapore formarsi nel piatto. Ci
fatto, spinse la manopola su cui era riprodotto il simbolo della mano e subito l'incandescenza
si spense. Tolse il piatto dalla fonte di calore e, servendosi di un oggetto metallico con una
estremit larga e concava, travas la tsampa nelle nostre scodelle. Accanto alla scatola che
emanava calore vedemmo qualcosa che sembrava un grande catino, sopra il quale sporgevano
due manici di metallo. Provai a girarne uno, nell'unico senso in cui andava, e nel catino
sgorg acqua fredda a fiotti. Mi affrettai a rimetterlo come prima, poi provai a girare l'altro, di
colore rossiccio. Ne usc dell'acqua veramente calda, tanto calda che mi scottai, non
gravemente, ma abbastanza da farmi fare un salto. Girai il manico, riportandolo nella sua
primitiva posizione. "Maestro," dissi "se questa acqua deve essere qui da uno di quei milioni
di anni di cui parlavi, com' che siamo in grado di berla? A quest'ora dovrebbe essere tutta
evaporata o inacidita, ma la trovo molto gradevole". " Secondo me quest'acqua proviene da
un recipiente a tenuta d'aria, il che vuol dire che dovrebbe rimanere gustosa. Suppongo che
questa nave sia venuta qui per fare rifornimento, forse anche qualche lavoro di riparazione,
perch, data la pressione dell'acqua che uscita, deve essercene una quantit veramente
grande immagazzinata in qualche cisterna. In ogni modo, qui ne abbiamo a sufficienza per un
mese". "Allora," dissi "se l'acqua si mantenuta fresca, qui debbono esserci dei viveri che
forse si sono mantenuti ugualmente freschi". Mi alzai dalla sedia con qualche difficolt,
perch sembrava volesse avvinghiarmi, ma poi poggiai le mani sui suoi lati - cio sui braccioli
- e immediatamente non solo mi liberai, ma fui spinto in su in posizione eretta. Riavutomi
dallo stupore e dalla violenta emozione, seguitai a tastare le pareti del cucinino. Vidi un sacco
di rientranze che sembravano prive di scopo. Infilai l'indice in una di esse e spinsi, ma non
accadde nulla. Provai a spingere di sbieco, ma niente da fare, cos non funzionava. Perci
scelsi un'altra rientranza, vi infilai il dito e un pannello scivol di lato. Dentro quell'armadietto
c'erano molti vasetti che sembravano del tutto privi di commettiture. Avevano dei coperchi
trasparenti, sicch era possibile vederne il contenuto. Si trattava evidentemente di un genere
alimentare. Ma come poteva essersi conservato per un milione di anni e forse pi? Si
vedevano disegnati cibi che non avevo mai visto e di cui non avevo mai udito parlare. Alcuni
di essi erano chiusi in un recipiente trasparente, che, a quanto pareva, non c'era modo di
aprire. Andavo dall'uno all'altro di tutti quegli armadietti, credenze o ripostigli, e ogni volta
mi imbattevo in una nuova sorpresa. Pi o meno sapevo come erano fatte le foglie di t, ma in
uno degli stipi c'erano barattoli trasparenti, nei quali potevo vederle. Le sorprese non erano
finite. Alcuni di quei recipienti trasparenti contenevano quelli che evidentemente erano tagli
di carne. Non ne avevo mai assaggiata e avrei voluto provarla per vedere o, meglio, per
sentirne il sapore. Presto mi stancai di gingillarmi nella cucina e andai in cerca del Lama
Mingyar Dondup. Guardava un libro e la sua espressione aggrondata rivelava uno stato di

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intensa concentrazione. "Maestro," dissi "ho scoperto dove tenevano il cibo. Lo hanno messo
in certe scatole attraverso le quali possibile vederlo, ma non c' modo di aprirle". Per un
attimo mi fiss con sguardo assente, poi scoppi in una risata. "S, certo, il modo in cui oggi si
confezionano le sostanze non ha nulla a che fare con l'imballaggio di un milione di anni fa.
Ho assaggiato carne di dinosauro, fresca come se appartenesse a un animale appena ucciso.
Tra poco verr con te e faremo delle indagini". Gironzolai nella cabina di comando, poi mi
misi seduto a riflettere. Se quegli uomini avevano un milione di anni, perch non si erano
sbriciolati in polvere? Evidentemente era assurdo affermare che avevano un milione di anni,
quando erano del tutto integri, apparentemente pieni di vita e in attesa soltanto di essere
risvegliati. Vidi che ciascuno di loro portava a tracolla una specie di borsa. La tolsi a uno dei
'corpi dormienti' e la aprii. Dentro c'erano strani pezzetti di filo metallico avvolti in bobine,
nonch altri oggetti di vetro, ma di tutta la faccenda non ci capivo assolutamente niente.
Conteneva anche una bottoniera, e io premetti il primo pulsante che mi capit. Urlai dalla
paura. Bruscamente il corpo al quale avevo tolto la borsa fece un balzo improvviso e si
tramut in polvere finissima, polvere di un milione di anni, o qualcosa di pi. Il Lama
Mingyar Dondup mi raggiunse dove io stavo impietrito dalla paura. Guard la borsa e il
mucchio di polvere. "Di queste caverne" disse poi "ne esistono molte. Alcune le ho visitate e
abbiamo imparato a non premere mai nessun pulsante, finch non se ne conosce l'effetto,
finch non si trovata la soluzione in via di ipotesi. Questi uomini sapevano che stavano per
essere sepolti vivi nel corso di uno spaventoso terremoto. Pu darsi quindi che il medico di
bordo si sia recato da ciascuno di loro e gli abbia messo a tracolla una dotazione d'emergenza.
Gli uomini sono poi entrati in uno stato di morte apparente, di modo che non hanno saputo
niente di quanto stava accadendo a loro e intorno a loro. Sono stati prossimi alla morte come
nessuno potrebbe esserlo, senza morire effettivamente. Hanno ricevuto un'alimentazione
adeguata per mantenere il corpo in funzione su scala minima. Ma quando hai toccato questo
pulsante (che, come vedo, un pulsante rosso), devi avere interrotto il flusso di energia vitale
fornita al soggetto che si trova in stato di morte apparente. Non ricevendo pi la dose di
energia vitale, l'et deve essergli piombata addosso all'improvviso, riducendolo
immediatamente in un mucchietto di polvere". Esaminammo gli altri uomini, giungendo alla
conclusione che non potevamo fare niente per loro. In fin dei conti, eravamo intrappolati nella
montagna e la nave con noi. Se quegli uomini si fossero svegliati, il mondo sarebbe stato in
pericolo? Avrebbero rappresentato un pericolo per le lamaserie? Senza dubbio quegli uomini
possedevano una conoscenza che a noi li faceva apparire simili a dei. Avevamo paura di
venire d nuovo ridotti in schiavit, giacch la nostra razza serbava un ricordo vivissimo della
schiavit di un tempo lontano. "Tu sei giovane, Lobsang," disse il Lama "e io sono
vecchio. Ho visto molte cose e mi chiedo che cosa avresti fatto in un caso del genere. Questi
uomini sono vivi, non ci sono dubbi al riguardo, ma se noi li riportiamo in piena vita che cosa
accadrebbe se sono crudeli, se ci uccidono perch abbiamo lasciato morire uno di loro?
Dobbiamo pensarci molto seriamente, non sappiamo leggere le iscrizioni... ." Si interruppe
perch ero saltato in piedi, tutto eccitato. "Maestro, maestro" gridai "ho visto un libro che
sembra una specie di dizionario di diverse lingue. Pu darsi che ci aiuti". Senza attendere
risposta, mi precipitai in una stanza accanto alla cucina, dove si trovava il libro, che sembrava
come se fosse stato appena stampato. Lo afferrai a due mani, perch era pesante, e lo portai di
corsa alla mia Guida. Il Lama lo prese e con malcelata impazienza ne apr le pagine. Per un
po' stette seduto completamente assorto nella lettura. "Lobsang, il libro la chiave di
tutto, una storia veramente affascinante. Riesco a leggerlo, scritto in quello che sembra il
nostro linguaggio aulico. Questa nave ha circa due milioni di anni. Funziona con energia
ottenuta dalla luce, qualsiasi luce, delle stelle, del sole. Raccoglie energia da quelle fonti che
si sono servite gi di quell'energia e l'hanno trasmessa. "Questi uomini", prosegu riferendosi
di nuovo al libro, "erano di una razza cattiva, erano servi dei Giardinieri del Mondo. Ma si
tratta della solita storia, che riguarda uomini e donne. Gli uomini desiderano le donne

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esattamente come le donne desiderano gli uomini. Ma l'equipaggio di questa nave era formato
da uomini che avevano abbandonato la grande nave appoggio. Questa qui, veramente, quella
che loro definiscono scialuppa di salvataggio. Il cibo si potrebbe mangiare in piena sicurezza
e gli uomini potrebbero venire svegliati. Ma a prescindere da quanto tempo si trovano qui,
sono sempre dei malvagi perch hanno cercato di procurarsi donne che per loro sarebbero
state troppo inferiori, ragion per cui il loro rapporto si sarebbe risolto in una sofferenza totale
per le donne stesse. C' da chiedersi se le loro borse di sopravvivenza funzioneranno, oppure
se si sono disinserite automaticamente dalla nave che loro chiamano nave appoggio. Credo
che dovremo fare qualche prova e leggere un po' di pi, perch a me sembra chiaro che questi
uomini, se si consente loro di vivere, posseggono una conoscenza tale che possono nuocerci.
Non potremmo mai vincerli, perch ci trattano come bestie, come oggetti su cui eseguire
esperimenti genetici. Hanno gi arrecato danni a causa dei loro esperimenti sessuali con le
nostre donne, ma tu sei ancora troppo giovane per conoscere ogni cosa a questo riguardo".
Girovagai qua e l. Durante il mio girovagare arrivai in una stanza tutta verde. C'era un
tavolo dall'aspetto molto particolare, sovrastato da un'enorme lampada, e dappertutto si
vedevano scatole di vetro. "Mah," pensai tra me "deve essere qui che rimettono in sesto i loro
malati. Meglio andare a dirlo al Lama". Mi affrettai a riferire al Lama Mingyar Dondup che
avevo scoperto una stanza molto strana, tutta dipinta di verde, in cui c'erano cose altrettanto
strane, conservate in recipienti che sembravano fatti di vetro ma non era vetro. Lentamente si
alz in piedi e aiutandosi con le due stampelle si avvi verso la stanza che avevo scoperto.
Appena entrai - ero io che facevo strada - si accesero le luci, luci proprio come la luce del
giorno. Il Lama si ferm sulla soglia, con un'espressione di immensa soddisfazione sul viso.
Si aggir per la stanza, osservando diverse cose, sollevandone altre e scrutando il
contenuto di alcuni... non so come chiamarli. Alcuni oggetti conservati in cubi di vetro erano
del tutto al di l della mia capacit di comprensione. Ma alla fine si sedette su una sedia bassa
e si immerse nella lettura di un libro che aveva preso da uno scaffale. "Vedi, Lobsang,"
disse poi " una storia piuttosto lunga. Questo mondo era pronto per essere colonizzato,
sicch i nostri Signori - debbo chiamarli Signori perch erano i capi dei Giardinieri della Terra
e di altri mondi - ordinarono che una determinata specie dovesse essere allevata sulla Terra e
quella determinata specie eravamo noi. Su un pianeta lontanissimo, che si trova fuori del
nostro universo, furono approntati dei pezzi anatomici e venne allestita una nave in grado di
viaggiare a una velocit assolutamente incredibile. Noi, sotto forma di embrioni umani,
fummo stipati nella nave. In un modo o nell'altro i Giardinieri, come venivano chiamati, li
portarono su questo mondo e poi non sappiamo che cosa accadde tra il momento dell'arrivo
degli embrioni e la comparsa delle prime creature che potevano essere definite umane. Ma
durante la loro assenza dal loro mondo d'origine accaddero molte cose. Il vecchio sovrano, o
'Dio', era avanti con gli anni e certe persone male intenzionate che volevano impadronirsi del
suo potere fecero di tutto per liberarsi di quel Dio e metterne un altro - il loro burattino
personale - a governare al suo posto. La nave fece ritorno dalla Terra e trov che la situazione
era assai diversa. Constatarono di non essere i benvenuti e che il nuovo monarca voleva
ucciderli per toglierli di mezzo. Invece i Giardinieri che erano appena tornati dalla Terra
catturarono alcune donne della loro stessa taglia e decollarono di nuovo in direzione
dell'universo terrestre (tu sai, Lobsang, che ci sono molti e svariati universi). Giunti nel
mondo dove avevano allevato esseri umani, imposero la loro sovranit, fabbricarono diversi
manufatti come le piramidi, con cui essi potevano tenere sotto controllo radio qualsiasi cosa si
dirigesse verso la Terra. Gli esseri umani che loro avevano allevato li servivano come schiavi
e si accollavano ogni fatica, mentre i Giardinieri si adagiavano comodamente nel lusso e
ordinavano agli schiavi umani che cosa dovessero fare. Uomini e donne - forse dovremmo
chiamarli superuomini e superdonne - si stancarono dei loro compagni e delle loro compagne,
sicch nacquero molte relazioni che provocarono litigi e agitazioni a non finire. Ma poi dallo
spazio esterno apparve un'astronave non individuata dalle sonde installate sulle piramidi. Era

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enorme e quando atterr ne uscirono persone che cominciarono a costruire abitazioni. Coloro
che per primi erano sbarcati sulla Terra si adirarono per la comparsa di questi altri uomini e
donne provenienti dallo spazio, sicch da uno scontro verbale si pass a uno scontro fisico. Lo
stato di agitazione si protrasse per un certo periodo, durante il quale si fecero invenzioni
diaboliche. Alla fine l'equipaggio della grande astronave non ne pot pi e invi molte
astronavi che, a quanto pare, erano tenute in serbo per un intervento del genere e che
bombardarono in modo spaventoso i luoghi dove vivevano gli altri spaziali. Le bombe erano
una forma molto progredita di bomba atomica e dove caddero tutto mor a perdita d'occhio.
Dalla terra sal un bagliore purpureo e gli uomini e le donne dello spazio che lo avevano
provocato risalirono sulla loro gigantesca astronave e partirono. Per oltre cento anni nelle
zone bombardate della Terra non ci fu quasi nessuna forma di vita, ma quando gli effetti delle
radiazioni diminuirono, questa gente usc furtivamente all'aperto piena di paura, tremando e
chiedendosi che cosa avrebbe visto. Costitu degli insediamenti agricoli, usando aratri di
legno e cose simili. Noi siamo degli analfabeti, Lobsang. Su questa Terra c'era gente
molto pi intelligente, ci sono state diverse civilt, come tu sai. Per esempio," aggiunse
indicando lo scaffale "questo libro ci parla di metodi in campo medico e chirurgico
appartenenti a un tipo di cui da noi non abbiamo mai sentito parlare, e s che noi siamo stati i
primi a essere insediati sulla Terra. In questa particolare catena montuosa ci sono molte di
queste caverne che un tempo comunicavano tra loro per mezzo di tunnel. Era possibile
spostarsi da una caverna all'altra, avere sempre luce e aria fresca, a prescindere da dove ci
trovassimo. Ma una volta la regione del Tibet era all'altezza del livello del mare, la gente
viveva su un territorio pianeggiante leggermente collinoso e in quell'epoca remota disponeva
di fonti di energia a noi del tutto ignote. una volta questo mondo era coperto di nuvole. Il
sole non si vedeva mai, non sapevamo nulla dell'esistenza delle stelle. Ma allora, a quei tempi,
la gente viveva centinaia di anni, non era come adesso che si muore appena si appresa
qualche cosa. Adesso gli uomini muoiono uno dopo l'altro a causa sia delle dannose
radiazioni solari, sia del fatto che lo strato nuvoloso di protezione si dileguato. Poi i raggi
pericolosi vennero a impregnare il mondo, recando con s ogni sorta di malattie, ogni sorta di
aberrazioni mentali. Il mondo fu in subbuglio, il mondo fremette sotto l'urto di quella terribile
esplosione. Atlantide, che si trovava lontanissimo da qui sull'altro versante del mondo,
sprofond nell'oceano, mentre invece noi del Tibet, cio, il nostro territorio, si sollev a circa
cinquemila metri sul livello del mare. La gente divent cagionevole di salute e per lungo
tempo mor per insufficienza di ossigeno a quell'altezza. Eravamo pi vicini al cielo e dove
eravamo noi le radiazioni erano pi forti. Una parte lontana della nostra terra rimase
all'altezza del livello del mare e i suoi abitanti si diversificarono sempre pi da noi, sino a
diventare quasi di intelligenza ritardata. Non avevano templi, non adoravano gli dei e anche
adesso vanno in giro su imbarcazioni fatte di pelle d'animale a caccia di foche, pesce e altre
forme di vita. Ci sono animali immensi dotati di corna enormi sulla testa (i bisonti?) e quegli
uomini ne uccisero molti e ne mangiarono la carne. In seguito apparvero altre razze che
chiamarono eschimese questo popolo dell'estremo settentrione. Nella parte del Tibet in cui
siamo noi rimasero i migliori, sacerdoti, maghi e medici di gran fama. Nella parte che venne
recisa dal Tibet e affond fino al livello del mare o, meglio, si arrest all'altezza del livello del
mare, restarono le persone intellettualmente inferiori, operai comuni, gente comune,
taglialegna e portatori d'acqua. Essi si trovano pressoch nelle stesse condizioni da pi di un
milione di anni. Gradatamente sono usciti all'aperto e hanno cominciato a guadagnarsi la vita
sulla superficie della Terra. Impiantarono piccole fattorie e nel giro di circa un secolo le cose
sembrarono normalizzarsi e si sistemarono." Gli tolsi via dalle gambe le fasciature ricavate
dagli stracci e indietreggiai di fronte a ci che vidi. Le gambe erano coperte di pus e la carne
appariva in realt molto infiammata. Inoltre, al di sotto del ginocchio erano molto gonfie.
"Adesso" disse il Lama "tu dovrai seguire le mie istruzioni alla lettera. Prima di tutto
dobbiamo avere qualcosa per disinfettarle. Per fortuna qui tutto in buone condizioni. Su

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quello scaffale" e lo indic "troverai un barattolo di vetro con su scritto qualcosa. Secondo me
il terzo recipiente a partire da sinistra sul secondo ripiano verso il basso. Portalo qui e vedr
se quello giusto". Docilmente, mi diressi verso gli scaffali e feci scorrere all'indietro uno
sportello che sembrava fatto di vetro. Feci scorrere lo sportello di vetro da un lato e
guardai i flaconi. S, pensai, proprio questo. E glielo portai. Lo guard, lesse le istruzioni,
poi disse: "Meglio se tu mi passi quel recipiente grande che sta rovesciato l accanto. Innanzi
tutto lavalo bene. Ricorda che d'acqua ne abbiamo in quantit illimitata, perci risciacqualo e
poi versacene un po', circa tre scodelle". Cos feci, pulii sfregandolo ben bene il recipiente,
che era gi pulitissimo, ci misi a occhio tre scodelle d'acqua e glielo portai. Con mia grande
meraviglia, fece qualcosa al flacone e il cappuccio venne via . "Se in questo barattolo di
vetro c' qualcosa, allora deve esserci il mezzo per prenderlo e tirarlo fuori. Questo
semplicemente quello che si chiama un tappo. Questo tappo lo user tenendolo sottosopra e
allora diventer un misurino. Vedi?" Guardai il tappo che aveva capovolto ed era proprio cos.
Potei rendermi conto che si trattava di un misuratore di un certo tipo, perch era graduato da
cima a fondo. "Dobbiamo procurarci qualche fascia" prosegu. "Se apri quella credenza, ci
troverai tanti pacchetti. Apri lo sportello, cos posso darci un'occhiata". Stavolta lo sportello
non era n di vetro n di legno, sembrava qualcosa di mezzo. Lo aprii e vidi allora che c'era
una quantit di involti disposti sistematicamente. "Porta qui quello azzurro" disse il Lama. "A
destra ce n' uno bianco, porta anche quello". Mi guard, diede un'occhiata alle mie mani e
aggiunse: "Apri il rubinetto e lavati le mani. Vicino al rubinetto troverai una tavoletta fatta di
una sostanza bianca. Bagnati le mani, bagna la tavoletta e spalmatela sulle mani, stando
attento a pulirti le unghie". Feci quanto mi aveva detto e rimasi piuttosto colpito al vedere
come la mia pelle appariva molto pi chiara. In quel momento le mie mani erano proprio
color rosa e stavo per l'appunto per asciugarmele sulla veste, quando il Lama disse: "Fermo!"
Indic qualcosa che aveva estratto dall'involucro bianco. "Asciugati le mani con questo e
dopo che te le sei asciugate non arrischiarti a toccare le tua veste sudicia e logora. Per fare
questo lavoro devi avere le mani pulite". La faccenda mi interessava sul serio, perch aveva
disteso sul pavimento un candido lenzuolo, su cui aveva disposto diversi oggetti: una
bacinella, una specie di paletta e un altro aggeggio che non capii assolutamente che cosa
fosse. E' molto difficile descriverlo perch non avevo mai visto niente del genere. Sembrava
tuttavia un tubo di vetro, che aveva all'esterno delle marcature, a un'estremit del quale
sembrava ci fosse un ago d'acciaio, mentre dalla parte opposta c'era una manopola. Nel tubo,
che evidentemente era vuoto, c'era un liquido colorato che formava bollicine e frizzava. "Ora
ascoltami attentamente." disse il Lama "Dovrai pulire la carne da cima a fondo fino all'osso.
Qui adesso abbiamo la meraviglia delle meraviglie del progresso scientifico e ce ne serviremo
in pieno. Prendi questa siringa e tira fuori l'estremit del tubo - aspetta, lo faccio io per te - e
poi mi infili quell'ago nella gamba, proprio qui" e mi indic un punto in particolare. "Render
insensibile la gamba, altrimenti probabile che perderci i sensi per il dolore lancinante che
questo provocher. Forza, diamoci da fare". "Lobsang, hai fatto un ottimo lavoro. Non ho
sentito neanche una fitta. Come lama medico avrai successo. Ora" prosegu "abbiamo
aspettato abbastanza. Questa gamba piuttosto insensibile, cos non reagir al dolore. Voglio
che tu prenda quel ferro chirurgico, tra parentesi una pinza, e voglio che tu metta un po' di
questo liquido in una bacinella e poi lo applichi su tutta la gamba, passandolo dall'alto in
basso. Mi raccomando in gi, non in su. Puoi premere abbastanza forte e ti accorgerai che il
pus viene via a grumi. Bene, quando ne avrai fatto un bel mucchio in terra, dovrai aiutarmi a
cambiare posto". Pulii a fondo una gamba, osso e carne compresi. "Questa una polvere."
disse poi il Lama. "Voglio che tu la metta nelle ferite, in modo da farla penetrare fino all'osso.
Disinfetter le ferite e impedir al pus di riformarsi. Una volta fatto, dovrai fasciarmi le
gambe con una benda che si trova nell'involto azzurro". Sistemata una gamba, passai
all'altra. "Faresti meglio a darmi uno stimolante, Lobsang" disse il Lama". si trova su
quell'ultimo ripiano. Prendine soltanto una fiala. Una fiala un piccolo recipiente che finisce

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a punta. Stacca la punta e piantami la fiala nella carne, in un punto qualsiasi". Cos feci. Poi
pulii tutto il pus e la sporcizia. Alla fine mi addormentai dritto in piedi.
9-33 "Molte sono le cose che dovrai imparare, Lobsang. Sei ancora un po' giovane, ma il modo in
cui siamo arrivati in questo posto, beh, questo te lo spiegher. I Giardinieri della Terra
avevano bisogno di luoghi segreti per poter venire su questo pianeta all'insaputa dei terrestri,
cos, quando questo era soltanto un basso cumulo di pietra che sporgeva al di sopra del
terreno, loro penetrarono nella pietra viva, tagliandola per mezzo di ci che pi tardi sar noto
come torcia atomica. Essa fondeva la roccia e molta della superficie grigia che si vede
all'esterno vapore proveniente dalla roccia liquefatta. Poi, quando la caverna fu scavata fino
a farle raggiungere la giusta dimensione, fu lasciata raffreddare e la sua superficie divent
perfettamente levigata come vetro. Aperta la caverna, che ampia abbastanza da contenere
l'intero Potala, fecero qualche sondaggio e poi perforarono dei tunnel proprio lungo questa
catena rocciosa che a quell'epoca era pressoch coperta di terra. Era possibile percorrere circa
duecentocinquanta miglia attraverso quelle gallerie, da una caverna all'altra. Allora ci fu
quell'immensa esplosione che fece oscillare la Terra sul suo asse, alcune localit
sprofondarono, altre si sollevarono. Noi fummo fortunati perch la collinetta divenne una
catena montuosa. Ho visto delle illustrazioni che ti mostrer, ma naturalmente a causa dei
movimenti impressi alla Terra alcuni tunnel furono spinti fuori allineamento e non si pot pi
percorrerli per tutta la loro lunghezza come in precedenza. Invece noi potemmo visitare forse
due o tre caverne prima di uscire all'aperto sulla catena montuosa e camminare un po' fin dove
sapevamo che il tunnel proseguiva. Come sai, per noi il tempo non ha nessuna importanza,
cos io sono uno di coloro che stato in circa un centinaio di quei posti e ha visto tante, tante
cose strane". "Io so che cosa devo fare innanzi tutto" dissi tra me alzandomi in piedi.
"Onorevole Lama, posso aiutarti nelle tue funzioni corporali?" "Grazie di cuore, Lobsang",
rispose sorridendomi. "Ma gi ho provveduto. Oltre quell'angolo laggi c' un posticino. Se ci
vai, troverai che nel pavimento c' un buco molto comodo. Mettiti sul buco e lascia che la
Natura segua il suo corso!" Mi diressi verso il punto che mi aveva indicato, trovai il buco e
me ne servii. Le superfici della stanza avevano la levigatezza del vetro, eccetto il pavimento,
fatto con un materiale simile a una stuoia, cos non c'era timore di scivolare. Espletate le mie
funzioni, pensai di nuovo a mangiare. Entrai nella stanza che si trovava all'estremit opposta e
mi lavai accuratamente le mani. Mi lavai bene le mani e chiusi il rubinetto, al che sentii un
getto d'aria calda provenire da un foro nella parete. Era a forma rettangolare e mi immaginai
che se ci infilavo le mani si sarebbero asciugate rapidamente. Cos feci e credo che quella sia
stata la migliore lavata che mi fossi mai concesso. L'acqua dava una sensazione molto
gradevole e mentre tenevo le mani in quella apertura il calore cess. Credo che i progettisti
avessero calcolato un certo lasso di tempo ritenuto giusto per asciugare le mani. Mi diressi
allora verso l'armadio e lo aprii, restando sbigottito di fronte allo spiegamento di recipienti
che conteneva. C'era ogni sorta di scatole, ciascuna contrassegnata da etichette talmente strane
che non mi dicevano niente. Per esempio, un'etichetta mostrava una cosa rossa, dotata di
artigli enormi, che sembrava un mostro feroce un po' simile, pensai, a un dermattero,
altrimenti detto forbicina. C'erano poi altre figure che rappresentavano ragni ricoperti da una
armatura rossa. Quei recipienti li lasciai perdere e invece ne scelsi qualcuno con su riprodotta
quella che era evidentemente frutta di qualche specie, taluna rossa, altra verde, altra ancora
gialla, ma tutta dall'aspetto allettante. Ne presi quanti pi potevo portarne, finch in un angolo
scorsi una specie di carrello. Vi misi tutta quella roba e lo spinsi fuori dirigendomi dal Lama
Mingyar Dondup. Appena vide come me la cavavo, si mise a ridere di cuore. "Ti piaciuto
lavarti le mani?" disse "Ti piaciuto il sistema per asciugarle? Pensa soltanto che sta qui da
qualche milione di anni e ancora funziona. L'atomo che fornisce energia a tutte queste
apparecchiature praticamente indistruttibile. Purtroppo quando ce ne andremo tutto si
fermer, tutta l'energia verr di nuovo immagazzinata in attesa di altri arrivi. Allora le luci si
accenderanno di nuovo. A proposito, quella della luce una faccenda che non capiresti,

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perch dietro la superficie che sembra di vetro c' una sostanza chimica che reagisce a un
determinato impulso generando luce fredda. Ma vediamo che cosa hai portato". Gli porsi le
cose che avevo scelto, una alla volta, e lui prese quattro barattoli di metallo. "Credo che per
ora ci basteranno," disse "ma avremo bisogno di bere. Nella credenza che sta sopra il
rubinetto troverai dei recipienti per l'acqua. Riempine un paio, e in fondo alla credenza ne
troverai un altro che contiene delle palline. Portalo qui, con una di quelle palline l'acqua avr
un gusto diverso". Tornato in quella specie di cucina, trovai i recipienti che mi erano stati
indicati, li riempii d'acqua e li portai al Lama. Feci di nuovo marcia indietro e presi un tubetto
contenente delle strane compresse arancione. Uscii ancora una volta con il mio bottino e lo
portai al Lama, il quale lo prese, armeggi intorno al tappo e fece uscire una compressa che
and a finire dritta nel bicchiere d'acqua. Ripet l'operazione e una seconda compressa salt
nell'altro bicchiere. Egli se ne port uno alle labbra e bevve una abbondante sorsata. Lo imitai
non troppo convinto e rimasi piacevolmente colpito da un sapore gradevole. "Mangiamo un
po' prima di bere ancora", disse poi il Lama. Prese uno dei barattoli e infil un dito in un
anellino. Ci fu un sibilo d'aria. Dopo di che, appena il sibilo cess, tir ancora pi forte e tutto
il coperchio del barattolo venne via. Dentro c'era della frutta. L'annus cautamente, poi ne
estrasse un pezzo e se lo mise in bocca. "S, s, si mantenuta in modo perfetto,
assolutamente fresca. Ne aprir uno per te, scegli quello che vuoi e dammelo". Guardai quella
roba, fra cui c'era un frutto di colore scuro, cos dissi che volevo quello. Tir l'anellino e di
nuovo si ud un sibilo d'aria. Tir pi forte e venne via tutta la parte superiore. Ma poi ci fu un
problema. Quella roba l dentro era piccola e immersa in un liquido. "Dovremo comportarci
in maniera pi educata. Vai di l e in uno dei cassetti troverai dei pezzi di metallo, concavi a
un'estremit e dotati di manico. Portane due, uno per te e uno per me. Tra parentesi, sono di
metallo e di colore simile all'argento". Uscii di nuovo e di l a poco tornai con quei due strani
oggetti. "Maestro, l ci sono altri pezzi di metallo che hanno delle punte e altri ancora che da
una parte somigliano al filo di un coltello". "S, certo, forchette e coltelli, li proveremo pi
tardi. Ma questi qui sono cucchiai. Affonda l'estremit del cucchiaio nel tuo barattolo, cos
puoi tirar fuori frutto e succo. Insomma, puoi mangiare e bere senza sporcarti tutto". Ben
presto il mio barattolo si vuot. Il Lama Mingyar Dondup fu ancora pi veloce. "Lobsang,
meglio andarci piano, un pezzo che siamo a digiuno. Non me la sento di camminare"
prosegu "perci ti consiglio di farti una passeggiata per andare a vedere le varie ripartizioni,
perch abbiamo bisogno di conoscere tutto ci che riusciamo a sapere". Con una certa
tracotanza uscii dalla sala e mi resi conto che c'erano stanze dappertutto. Entrai in una di esse,
le luci si accesero e un posto sembrava pieno di macchine che risplendevano come se fossero
state installate soltanto quello stesso giorno. Vagai qua e l quasi timoroso di toccare
qualcosa, ma poi del tutto casualmente mi imbattei in una macchina che stava gi facendo
vedere un'immagine. Erano indicati dei pulsanti da premere e l'immagine si mise in
movimento. Si vedeva una specie di sedia e un uomo dall'aria strana che stava aiutando un
altro uomo dall'aria ancora pi strana a sedersi su quella sedia. Poi il primo afferr due manici
e vidi che girava il manico a destra e la sedia si sollev di molti centimetri. Poi l'immagine
mut. Si vide la sedia mentre veniva spinta in avanti verso diverse macchine e vi si
soffermava. Il messaggio era diretto a me. Mi voltai in fretta e furia e inciampai nella sedia a
rotelle, finendo faccia a terra. Sentii il naso come se me lo avessero staccato e tutto bagnato.
Mi si era ammaccato e sanguinava. Spinsi la sedia davanti a me e tornai di corsa dal Lama.
"Adesso mi occorre qualcosa per pulirmi il sangue dalla faccia". Mi avvicinai a una scatola e
scartai uno dei rotoli azzurri. Conteneva proprio quella strana roba bianca simile a una
manciata di cotone impacchettata. Dopo essermelo applicato alle narici per diversi minuti,
l'emorragia si arrest e gettai i tamponi insanguinati in un recipiente che per caso era vuoto.
Qualcosa mi spinse a guardarci dentro. Rimasi di stucco constatando che era sparito tutto, non
inghiottito dall'oscurit o roba del genere, bens era proprio svanito nel nulla. Andai perci
dove avevo ammucchiato gli stracci sporchi di pus e, servendomi di un pezzo di metallo piatto

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con un manico di legno, raccolsi quanto pi potevo in una sola andata e lo gettai nel
portarifiuti. Spar tutto. Allora andai nel cantuccio lontano di cui avevamo necessariamente
approfittato per rispondere ai richiami della natura, raschiai tutto ci che c'era rimasto e lo
gettai nel recipiente. Immediatamente ogni cosa scomparve e il recipiente apparve
risplendente come se non fosse mai stato usato. "Lobsang, credo che quel recipiente dovrebbe
adattarsi a quel buco di cui si siamo serviti. Vedi un po' se c'entra". Ve lo feci rotolare e,
certo, vi andava a pennello. Cos ve lo lasciai, affinch fosse pronto immediatamente per
l'uso. "Maestro, Maestro" dissi tutto eccitato "se ti metti seduto su questa sedia posso portarti
in giro a farti vedere cose assolutamente prodigiose". Il Lama si alz in piedi con
circospezione e io feci scivolare la sedia sotto di lui. Poi girai l'impugnatura come avevo visto
fare nell'immagine in movimento e la sedia si sollev in aria una trentina di centimetri,
proprio l'altezza giusta per me, per tenerla per i manici e guidarla. Quindi, con il Lama seduto
su quella che io chiamavo sedia a rotelle, ma che evidentemente dipendeva dalla levitazione e
non dalle ruote, tornammo nella stanza dove erano installate le macchine. "Credo che questa
fosse la loro stanza di ricreazione, Lobsang." disse il Lama "Tutte queste cose servono per
giocare. Diamo un'occhiata a quella scatola che si trova vicino all'ingresso di questa stanza l".
Girai la sedia, la spinsi verso l'ingresso e la tirai su, accostandola alla macchina che mi aveva
fornito le istruzioni su come usarla. Premetti di nuovo un pulsante e un'immagine si mise in
movimento. Era incredibile. Si vedeva il Lama Mingyar Dondup nell'atto di mettersi seduto
sulla sedia e io che lo portavo a spasso. E poi, mentre ci spostavamo nella stanza e il Lama
stava dicendo qualcosa, finch ci voltavamo e tornavamo vicino a quella macchina.
Vedevamo tutto ci che era appena accaduto. Poi l'immagine mut e mostr svariate
macchine, di cui spieg natura e scopo. Quasi al centro della stanza ce n'era una. Se si
premeva un pulsante, diversi piccoli oggetti colorati scivolavano in un vassoio. Ci
avvicinammo alla macchina, il Lama premette il bottone indicato e alcune cose rotonde
scesero rotolando, con rumore metallico, su un piano inclinato, andando a finire in una
vaschetta. Le esaminammo, provai a romperle, poi di fianco alla macchina scorsi una specie
di piattino sovrastato da una lama ricurva. Misi un po' di quei cosi tondi nel contenitore e
abbassai una maniglia - tremando tutto di paura - per vedere cosa sarebbe successo. Presto
vennero tagliati a met e sembrava che dentro ci fosse un che di appiccicoso. Pensando
sempre pi o meno al mangiare, toccai l'interno di uno e lo misi sulla lingua. Che gioia! Era il
sapore pi meraviglioso che avessi mai gustato in vita mia. "Maestro," dissi "questo
qualcosa che devi assolutamente provare". Girai la sedia e lo portai vicino al pulsante. Lo
premette di nuovo e usc un'altra quantit di quei cosi. Ne presi uno e lo misi in bocca e fu
come se mi ci fossi messo un sasso. Tuttavia, di l a un attimo, l'involucro esterno del coso si
ammorbid e, seguitando a premere con la mascella, spezzai la superficie e sentii la pi dolce
delle dolcezze. A quanto pareva, c'erano diversi gusti. Ciascun colore corrispondeva a un
determinato sapore. A dire il vero non avevo la pi pallida idea di che si trattasse, ma il Lama
si accorse della mia perplessit. "Tu sai, Lobsang, che io ho viaggiato molto. In una citt
dell'Occidente vidi una macchina come questa, contenente delle palline di zucchero candito
identiche a queste. Ma in quella citt dell'Occidente bisognava metterci dei soldi. Si infila una
moneta in una fessura, di modo che di quelle palline ne rotolano fuori molte. C'erano altre
macchine simili, che fornivano diverse cose. Ce n'era una che mi attirava in modo particolare
perch conteneva una sostanza che chiamavano cioccolato. Ma non so come si scrive. Ah!"
esclam "Eccola, eccola l quella parola scritta insieme ad altre sei. Secondo me sono scritte
in lingue diverse. Ma vediamo se questa qui quella giusta". Premette con decisione il
pulsante, la macchina tossicchi un po' e sul davanti si apr uno sportello. Vedemmo che
c'erano svariati tipi di cioccolata e di caramelle e ne mangiammo tanti che ci sentimmo
veramente male. Credetti sul serio di essere sul punto di morire! Andai in quel posto dove
venivano eliminati i rifiuti e rigettai tutto quello che avevo mangiato. Il Lama Mingyar
Dondup, che avevo lasciato solo sulla sedia, mi chiam perch andassi a prenderlo di gran

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carriera, ma sul resto di quell'esperienza meglio stendere un velo. Ripresici abbastanza, ne


parlammo e giungemmo alla conclusione che era stata la nostra ingordigia a farci mangiare in
quantit eccessiva un cibo a cui non eravamo abituati. Andammo in un'altra stanza, che
doveva essere stata adibita a lavori di riparazione. C'era ogni sorta di macchine molto strane,
ma fra le tante riconobbi un tornio. Il Dalai Lama ne aveva uno nel suo magazzino. Gli era
stato mandato da una nazione amica, che desiderava esserlo ancora di pi. Certo, nessuno
sapeva usarlo, ma in tantissime occasioni mi ero intrufolato nella stanza e alla fine ero riuscito
a capire di che si trattasse. Era un tornio a pedale. Stando seduti su una panca di legno, si
usavano entrambi i piedi per spingere su e gi i pedali. Con ci si faceva girare una ruota e se,
per esempio, fra quelle parti su cui era scritto 'testa' e 'contropunta' si collocava un pezzo di
legno, lo si poteva intagliare e fabbricare dei bastoni perfettamente dritti. Non riuscii ad
afferrarne l'utilit, ma presi i nostri bastoni e li rifinii. Ci sentimmo molto meglio con quello
che potevo definire soltanto un randello fatto a regola d'arte. Girovagando, scorgemmo
qualcosa che sembrava un crogiolo. Aveva tutt'intorno cannelli ossidrici e apparati termici di
ogni sorta, e ben presto ci mettemmo a fare esperimenti. Scoprimmo che potevamo saldare
insieme dei metalli, sciogliendo un pezzo sopra l'altro e passammo molto tempo a fare diverse
prove per migliorare le nostre capacit. "Diamo un'occhiata in qualche altro posto, Lobsang",
disse alla fine il Lama. "Ce ne sono qui di cose meravigliose, no?" Girai di nuovo la manopola
e la sedia si alz di una sessantina di centimetri. La spinsi fuori dell'utensileria e la feci entrare
in una stanza che si trovava molto lontano dalla parte opposta. Qui il mistero era autentico.
C'erano dei tavoli, tavoli metallici, su cui stavano enormi ciotole. Non ci capivamo niente, ma
poi, in un locale attiguo, scoprimmo un vano praticato nel pavimento. Impresse sulla parete,
proprio al di sopra di esso, c'erano evidentemente le istruzioni per l'uso dell'impianto. Per
fortuna c'erano anche delle illustrazioni sul modo di impiegarlo, cos ci mettemmo a sedere
sul bordo della piscina vuota e tolsi le bende che avvolgevano le gambe del Lama. Poi,
standogli a fianco, lo aiutai ad alzarsi in piedi. Appena egli si port al centro della vasca,
questa cominci a riempirsi di una soluzione fumante. "Lobsang, Lobsang, questo far guarire
le mie gambe. So leggere alcune parole scritte sulla parete e, se non so leggerle in una lingua,
sono in grado di farlo in un'altra. Questo un prodotto che rigenera carne e pelle". "Maestro,"
chiesi "Come pu tutto questo guarire proprio le tue gambe e com' che conosci tante
lingue?". " E' molto semplice," rispose "studio questo tipo di cose da quando sono nato. Ho
viaggiato in lungo e largo per tutto il mondo e ho appreso vari idiomi. Ti sarai accorto che ho
sempre dei libri con me e che tutto il tempo che ho d'avanzo lo passo a leggere questi libri per
apprenderne il contenuto. Ora questa lingua" prosegu indicando la scritta sulla parete "
quella che si chiama sumerica. Era la lingua principale di una delle Atlantidi".
"Atlantidi?" pensai "Ma il posto non era Atlantide?" Glielo dissi e il Lama rise allegramente.
"No, no, Lobsang, non esiste un posto come Atlantide. E' un termine generico per designare le
tante regioni che sprofondarono sotto l'oceano e di cui si perdette ogni traccia". "Credevo"
risposi "che Atlantide fosse un luogo dove possedevano una civilt molto progredita, a un
punto tale da farci apparire come rozzi e primitivi. Ma ora tu mi dici che non esisteva nessuna
Atlantide in particolare". "Sull'argomento c' tanta confusione" mi interruppe "e gli scienziati
del mondo non vogliono credere alla verit. La verit questa. Un tempo questo mondo aveva
soltanto un'unica massa terrestre. Il resto era acqua e, alla fine, in seguito alle vibrazioni della
terra, come per esempio i terremoti, la massa terrestre unica si frantum in tante isole, le pi
grandi delle quali furono chiamate continenti. Gradatamente si separarono andando alla
deriva, di modo che la popolazione della maggior parte di queste isole aveva dimenticato
l'Idioma Antico e, come lingua ufficiale, usava il proprio dialetto locale. Anni fa l'espressione
verbale, cio la parola parlata, non esisteva, tutti comunicavano tramite telepatia. Ma in
seguito gente malvagia si approfitt della possibilit di conoscere ci che gli uni
trasmettevano agli altri, ragion per cui nacque la consuetudine che nelle collettivit i capi
concepissero dei modi di esprimersi di cui si servivano quando non volevano ricorrere alla

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telepatia, che chiunque poteva intercettare. Con il trascorrere del tempo, ci si serv sempre pi
del linguaggio e l'arte della telepatia and perduta, tranne che per poche persone, come alcuni
di noi nel Tibet. ... Lobsang, a quanto pare questa cosa opera miracoli per le mie gambe.
Guardale e vedrai che stanno effettivamente guarendo". Le guardai, e ci che vedevo aveva
davvero del soprannaturale. La carne era stata tagliata proprio fino all'osso, tanto che avevo
creduto che l'unica cosa da fare sarebbe stata amputargliele una volta tornati al Chakpori; ma
adesso, in quella prodigiosa vasca rotonda, il tessuto muscolare gli si stava risanando. Mentre
ero l in osservazione, potevo veder crescere quello nuovo e rimarginarsi i tagli. "Sto
pensando di uscire per un po' di qui" disse tutt'a un tratto il Lama. "Mi fa venire il prurito alle
gambe, al punto che se ci rimango dovr mettermi a ballare e tu ti faresti una risata. Perci
uscir, ma non voglio nessun aiuto". Usc dalla vasca con passo sicuro e nel far cos tutto il
liquido scomparve. Non c'era nessun foro, n tubo di scarico o cose del genere.
Semplicemente sembr che le pareti e il fondo lo assorbissero. "Vedi, Lobsang, ecco qui
alcuni libri che contengono illustrazioni oltremodo affascinanti. Mostrano come si eseguono
certe operazioni, mostrano come far funzionare quelle macchine l fuori. Dobbiamo darci da
fare per cercare di capirlo. Se c' la possibilit di ripristinare questa scienza antichissima,
forse saremo in grado di giovare all'umanit". Sfogliai qualche libro. A me sembravano
piuttosto raccapriccianti, con tutte quelle figure di gente a pancia aperta, di persone con le
ferite pi spaventose che si possano immaginare, ferite cos brutte da essere inconcepibili.
Decisi tuttavia che avrei tenuto duro e che avrei imparato tutto quello che potevo sul corpo
umano. Bene, esiste qualcosa come la morte apparente. In realt queste persone, i
Giardinieri della Terra, erano esposti alle malattie esattamente come noi, se non che non
potevano curarsi e guarire servendosi delle sostanze rinvenibili allo stato grezzo su questa
terra. Sicch quando qualcuno si ammalava sul serio e in un modo che non rientrava
nell'esperienza che i Giardinieri avevano acquisito qui nel nostro mondo, il paziente veniva
chiuso in una cassa di plastica dopo essere stato sottoposto al trattamento d morte apparente.
Ridotto in questo stato, il paziente era vivo, ma a un livello minimo. Non era possibile
percepire i1 battito cardiaco n la respirazione, di sicuro. I1 soggetto poteva essere mantenuto
in vita in quello stato per un periodo di cinque anni. Ogni anno una nave veniva a prendere
quelle casse. I malati venivano curati presso speciali ospedali, nella Patria degli dei. Una volta
rimessi in sesto, tornavano in buone condizioni, come nuovi". "Maestro, che ne dici di quegli
altri corpi, appartenenti a uomini e donne, ciascuno dei quali giace in una bara di pietra? Sono
certo che sono morti, ma sembrano vivi e in buona salute. Allora, che stanno a fare qui,
perch sono qui?" "I Giardinieri della Terra sono persone che si danno molto da fare. I loro
soprintendenti lo sono molto di pi. Se volevano conoscere le effettive condizioni esistenti tra
i terrestri, bastava che controllassero uno di questi corpi. La loro forma astrale penetrava in
uno di questi corpi, che sono dei veri e propri contenitori, sai, e rendeva attivo il corpo stesso.
E allora poteva essere un trentenne, o qualunque fosse l'et adatta, senza tutta la seccatura e la
confusione di nascere e di vivere un'infanzia, e forse di intraprendere un'attivit e prendere
perfino moglie. Questo poteva provocare tantissime complicazioni. Ma questi corpi vengono
mantenuti in buone condizioni e sempre pronti a ricevere 'un'anima' che di solito li mette in
moto per un po' di tempo. Reagiscono a determinati stimoli e sono in grado di muoversi sotto
un controllo perfetto, a piacimento del nuovo e temporaneo occupante del corpo-involucro.
Ce ne sono molti di questi che noi definiamo soggetti che si reincarnano. Si trovano qui per
tenere a freno gli esseri umani, nonch per cercare di prevenire e di mutare il corso delle
tendenze violente di questa gente. Tra qualche anno il Tibet sar conquistato dai cinesi, i
quali spoglieranno il Potala di tutte le cose che lo hanno reso famoso, si porteranno via le
Figure Auree soltanto per fonderle e prendere l'oro che contengono. I libri sacri e i testi di
cultura saranno portati a Pechino ed esaminati, perch i cinesi sanno che da noi hanno molto
da imparare, perci abbiamo predisposto dei nascondigli per gli oggetti pi preziosi. Tu non
avresti trovato questa caverna se non per puro caso. Quindi distruggeremo il fianco della

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montagna in modo che la circostanza non abbia la minima probabilit di ripetersi. Inoltre,
vedi, abbiamo tunnel di collegamento per oltre duecento miglia, che i cinesi non potrebbero
percorrere sulle loro macchine a quattro ruote, e certamente neanche a piedi, mentre per noi si
tratta di un tragitto di un paio di giorni. Tra qualche anno il Tibet sar invaso ma non
conquistato. I nostri uomini pi sapienti saliranno sugli altipiani del Tibet e vivranno
sottoterra, pi o meno come la gente che gi fuggita vive nella parte cava di questo
mondo. Faremo quindi molto assegnamento su questi libri. Riportarli al Potala
significherebbe semplicemente farli cadere nelle mani dei cinesi, il che sarebbe veramente un
ben triste destino. Bene, credo sia ora di effettuare una ricerca sistematica in questa caverna in
modo particolare, per tracciarne una mappa". "Non ce n' bisogno, signore." risposi "Eccone
una con i minimi dettagli".
9-44 Il Lama Mingyar Dondup appariva estremamente soddisfatto e lo fu ancora di pi quando gli
mostrai le carte relative a molte altre caverne. Avevo rovistato qua e l in uno scaffale,
meravigliandomi di non vedere neanche un granello di polvere e la carta ... beh, la chiamavo
carta, ma in effetti si trattava di un materiale simile alla carta, soltanto che era molto pi
sottile. La nostra carta era tutta roba fatta a mano, ricavata dal papiro. Tirai su quella pila di
carte e mi resi conto che si trattava sempre di mappe e di grafici. Per prima cosa c'era una
mappa su scala minima che raffigurava un'area di circa duecentocinquanta miglia. Il tunnel
era messo in evidenza con certe interruzioni lungo il percorso per indicare dove non era pi
transitabile, ragion per cui si sarebbe dovuto uscire dal nostro tunnel e cercare l'ingresso di
quello successivo. Quanto alla mappa, nulla da eccepire, ma quanti terremoti l'avevano resa
inattedidibile? Quello era il problema. La mappa seguente era invece un grafico della caverna
in cui in quel momento eravamo comodamente sistemati. Vi si vedevano tutte le stanze e
rimasi meravigliato nel constatare quante erano. Inoltre armadi e locali erano tutti
contrassegnati, ma naturalmente non sapevo leggere cosa c'era scritto. La stendemmo sul
pavimento e ci sdraiammo sul ventre per esaminarla. Era un libro voluminoso, tozzo e
pesante, che sembrava fosse stato appena stampato. "E un dizionario, Lobsang, delle quattro
lingue usate. Adesso siamo sulla buona strada". Pos anche quello sul pavimento. Dovevamo
servirci del pavimento per allargare tutti i grafici, dato che il tavolo era troppo piccolo. Il
Lama seguit a far frusciare le pagine del dizionario, mentre scriveva appunti proprio sul
grafico che rappresentava la caverna dove ci trovavamo. "Tanti secoli fa" disse poi "c'era una
civilt avanzatissima, molto pi progredita di quella a cui il mondo in seguito pervenuto. Ma
purtroppo c'erano molti terremoti e maremoti, sicch alcune terre furono sommerse dalle onde
e, secondo questo dizionario, Atlantide non l'unico continente che sprofondato. Ce n'era
uno sul mare che chiamavano Atlantico e un altro pi a sud nelle stesse acque. In questa
regione c'erano molte vette elevate, vette che tuttora si protendono al di sopra del mare e
vengono definite isole. Sulla mappa posso farti vedere proprio dove si trova". Frug in mezzo
alle carte e tir fuori un grandissimo foglio a colori, su cui indic i mari e le zone dove era
stata Atlantide. "Atlantide," prosegu "la terra perduta. Questo in realt significa la parola.
Non un nome come Tibet o India, un termine generico per designare la terra perduta, la
terra che sprofond senza lasciare traccia". "Ecco, Lobsang, ho trovato." disse finalmente
alzandosi in piedi. "In quella stanza ci sono macchine prodigiose che ci fanno vedere il
passato esattamente fino al presente e altre che ci fanno vedere un probabile futuro.
Esploriamo prima qualche altra stanza, perch dobbiamo passare un bel po' di tempo nella
sala delle macchine che possono farci vedere ci che accadde sin da quando su questo mondo
apparvero i primi esseri umani. Gli abitanti di questo mondo hanno molte strane opinioni, ma
noi conosciamo la verit perch siamo stati capaci di intercettare il Documento dell'Akasha e
quello akashico delle Probabilit. In altri termini, possiamo predire con precisione ci che
accadr al Tibet, alla Cina e all'India. Al contrario, per quanto riguarda le singole persone, il
Documento delle Probabilit rimane molto nel vago e non va preso troppo sul serio". "
Tutto appare nuovo, come appena fatto, e io non riesco proprio a capacitarmene". Il Lama mi

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sorrise: "Ma un milione di anni fa", disse, "la scienza era molto superiore a quella di oggi. Gli
uomini avevano un sistema in base al quale si poteva fermare lo stesso trascorrere del tempo.
Il tempo un concetto puramente arbitrario e viene usato soltanto su questo mondo. Il
tempo un artificio a cui si ricorre per poter assumere impegni in un'attivit commerciale o in
questioni di tutti i giorni. Queste caverne sono isolate dal mondo, hanno intorno quello che
posso soltanto definire uno schermo. Questo schermo le colloca in una dimensione diversa, la
quarta dimensione, nella quale le cose non vanno in rovina. Prima di riprendere le nostre
perlustrazioni, mangeremo qualcosa e il pranzo sar a base di carne di un dinosauro ucciso dai
cacciatori due o tre milioni di anni fa. Ti accorgerai che ha un sapore squisito". Ci detto, si
alz in piedi, entr nella dispensa e ne usc con un grosso recipiente, attorno al quale c'era uno
spaventoso disegno. Rappresentava quello che ritenni fosse un dinosauro, su cui era
tratteggiata in rosso una marcatura che mostrava quale parte dell'animale fosse contenuta nel
barattolo. Il Lama armeggi un po' e il barattolo si apr. Potetti constatare che all'interno la
carne era assolutamente fresca, al punto da far credere che l'animale fosse stato ucciso quel
giorno stesso. La cuoceremo, perch la carne cotta molto migliore di quella cruda, cos farai
bene a guardare quello che faccio". Traffic con alcuni piatti di metallo, poi in uno di essi
rovesci il contenuto del barattolo e fece scivolare il tutto in quello che sembrava un
armadietto di metallo. Chiuse lo sportello, gir alcune manopole e si accesero delle piccole
luci. "Fra dieci minuti", disse, "sar cotto a puntino, in quanto non cotto sulla fiamma, bens
viene scaldato dall'interno verso l'esterno. E' un sistema a raggi che non ho la pretesa di
capire. Ma adesso dobbiamo cercare qualche verdura che stia bene con la carne". Affond
le mani in uno stipo e tir fuori un barattolo di forma allungata. Lo mise sul piano di lavoro e
ne esamin attentamente l'etichetta. "S, questa verdura. Dobbiamo metterla a cuocere nel
forno per cinque minuti". In quell'istante si spense la luce. "Questo il segnale." disse il Lama
"Adesso dobbiamo metterci dentro questa verdura". Cos dicendo, si avvicin al forno, apr lo
sportello, infilandovi tutto il barattolo, e lo richiuse subito. Poi manovr alcune manopole e si
accese una luce diversa. "Lobsang, quando tutte queste luci si spegneranno il nostro pasto sar
pronto. Perci adesso dobbiamo prendere i piatti e quegli altri terribili arnesi che hai visto,
cio coltelli affilati, oggetti metallici che da una parte finiscono con un incavo, quelle altre
cose che hanno quattro o cinque punte e si chiamano forchette. Credo che questo pasto ti
piacer". Proprio nel momento che finiva di parlare, le piccole luci tremolarono, si
abbassarono e si spensero. "Ecco qua, Lobsang. Ora possiamo sederci sul pavimento e farci
un buon pranzo". Si mosse verso quello stipo caldo che chiamava forno e ne fece scorrere
cautamente lo sportello. La fragranza era deliziosa e stetti a guardare con l'acquolina in bocca
mentre toglieva i piatti di metallo dai ripiani. Scodell una bella porzione di ogni cosa per
me, ma non molto per s. "Mangia, Lobsang, mangia. Devi tenerti in forza, lo sai". C'erano
piatti, ortaggi di vario colore, nessuno dei quali avevo mai visto prima di allora, e poi il piatto
pi grande che conteneva un grosso pezzo di carne di dinosauro. Con circospezione presi la
carne con le dita, finch il Lama mi disse di usare la forchetta e mi mostr come dovevo fare.
Tagliai allora un pezzo di carne, lo guardai, lo annusai e me lo misi in bocca. In un baleno mi
precipitai in cucina verso l'acquaio e me ne liberai. Il Lama rideva fragorosamente. "Hai delle
idee completamente sbagliate, Lobsang. Credi che io ti stia giocando un tiro, ma non vero.
In alcune parti della Siberia la popolazione locale ogni tanto scova un dinosauro (dovrebbe
trattarsi di mammut) che rimasto intrappolato nello strato di ghiaccio permanente e si
congelato a un punto tale di compattezza che pu darsi ci vogliano tre o quattro giorni per
scongelarlo. Mangiano carne di dinosauro con la massima soddisfazione". Raschiai per
bene gli ultimi avanzi di carne dal piatto e poi, guardando incerto le verdure, decisi di
assaggiarne un po'. Con mio grande stupore, avevano effettivamente un ottimo sapore.
Intendiamoci, mai prima di allora avevo assaggiato verdure; tutto quello che in precedenza
avevo avuto da mangiare era stata la tsampa annaffiata con acqua. Cos mi servii
abbondantemente di tutto, finch intervenne il Lama. "Devi tenere a mente che questo

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mondo conta milioni di anni e ci hanno vissuto tanti e tanti tipi di umanit. Per esempio, un
paio di milioni di anni fa sulla terra c'era una specie vivente nota come Homo Habilis. Fecero
il loro ingresso nella nostra era, inventando i primi utensili di questo particolare ciclo. Vedi,
noi apparteniamo alla specie dell'Homo Sapiens e discendiamo da quell'altra specie di Homo
di cui ti ho appena parlato. Immagina che siamo come le piante. Ma gli esseri umani di
ogni tipo vengono messi alla prova e, se non ce la fanno a soddisfare i giardinieri, allora il
loro destino sar quello di subire catastrofi e disastri. Sopravverranno violente esplosioni e
terremoti, ogni traccia di vita umana sar seppellita, profondamente seppellita sotto terra,
quindi comparir una nuova razza di uomini. E cos il ciclo continuer. Come il coltivatore
rivolta le piante con l'aratro, cos i giardinieri del mondo provocarono disastri tali da
annientare ogni traccia dei centri abitati. Per esempio, sono esistite donne dalla pelle
purpurea e con otto mammelle per lato, esattamente come le hanno le cagne gravide.
Ammetto che avere dodici mammelle sarebbe piuttosto utile, ma la razza si estinse perch la
faccenda era poco pratica. Se la donna aveva dato alla luce molti figli, i suoi seni diventavano
talmente penduli che non era in grado di camminare senza inciamparci. Cos la razza
scomparve. Ci fu poi un'altra razza i cui uomini erano alti 120-130 centimetri, non di pi, ed
erano cavallerizzi nati, non come te che non sai sederti sul pi mansueto dei pony che
abbiamo. Quelli, invece, avevano gambe molto arcuate e non avevano bisogno di staffe o di
sella, o roba del genere. La loro conformazione fisica naturale sembrava fatta apposta per
cavalcare. Purtroppo a quell'epoca il cavallo non era stato 'inventato' ". "Queste rocce che
chiamiamo montagne" disse "hanno delle propriet particolari. Sono in grado di assorbire la
luce solare, di assorbirla continuamente, e poi, se si sa come fare, possibile liberare la stessa
luce solare a qualsiasi grado di intensit occorra. Mentre il sole risplende pi o meno per tutto
il tempo in cima alle montagne, noi seguitiamo ad accumulare luce solare per le ore in cui il
sole ha compiuto il suo percorso e non pi in vista. Dunque, dicevo, dobbiamo servirci
della luce solare immagazzinata. Essa cade su una piastra di speciale fattura, poi una corrente
d'aria fredda soffia sull'altro lato della piastra, quindi la luce si manifesta sotto forma di calore
da una parte e di freddo dall'altra. Ne consegue che si formano delle goccioline d'acqua, nate
dalla luce proveniente dal sole e dal freddo proveniente dalla terra. Quella sar acqua
assolutamente pura, che si chiama acqua distillata. Possiamo cos raccoglierla in recipienti e
avere acqua fresca da bere in abbondanza". Con il trascorrere degli anni quest'acqua
potrebbe contarne uno, due, tre milioni, ma dato che noi siamo arrivati qui, abbiamo spezzato
il sigillo e abbiamo fatto funzionare tutto, in tal caso potrebbe essere stata questione di appena
una o due ore prima. Vedi, esiste una cosa che la morte apparente. Abbiamo sentito parlare
molto del fatto che in altri paesi ci sono persone che sono entrate in trance catalettica per
mesi. Attualmente c' una donna che ha gi oltrepassato il limite di un anno e mezzo; il suo
stato di salute non appare affatto peggiorato, non sembra invecchiata, in altri termini viva.
Non possibile sentirne il battito cardiaco, non possibile coglierne l'alito su uno specchio.
Allora che cos' che la fa dormire e perch non le fa male? Ci sono tante cose da riscoprire,
tutte cose che all'epoca in cui vennero i Giardinieri rientravano nella normalit. Tanto per farti
un esempio, permettimi di mostrarti una stanza - guarda qui sul prospetto - in cui si
conservano i corpi a uno stadio di vita in sospensione. Una volta all'anno, in quella stanza
entravano due lama, estraevano i corpi dalle bare di pietra uno per uno e li esaminavano
attentamente nell'eventualit che avessero contratto qualche malattia. Se tutto era a posto, li
facevano camminare su e gi per far muovere di nuovo i loro muscoli. Poi, dopo averli nutriti
un po', bisognava affrontare l'arduo compito di collocare il corpo astrale di un Giardiniere nel
corpo tirato fuori da una bara di pietra. E un'esperienza singolarissima. Nella dimensione
astrale, tu sei libero d assumere qualsiasi taglia ti conviene di pi. Pu darsi che per qualche
motivo tu voglia essere molto piccolo, oppure bello grande e grosso per qualche altra ragione.
Bene, tu scegli il corpo che fa al caso tuo e poi ti ci sdrai accanto. I lama iniettano una
sostanza nel corpo apparentemente morto, poi ti sollevano con delicatezza e ti ci adagiano

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sopra a faccia in gi. Gradatamente, in un periodo di circa cinque minuti tu scompari,


perdendo sempre pi consistenza, poi tutt'a un tratto la figura che si trova nella bara di pietra
con un sobbalzo si mette seduta dritta esclamando 'Dove sono? Come ho fatto ad arrivare
qui?'. Tieni presente che per un po' conservano il ricordo dell'ultima persona che ha usato il
corpo, ma nel giro di dodici ore il corpo che hai scelto appare del tutto normale ed
effettivamente capace di fare tutto ci che potresti fare se tu fossi sulla terra nel tuo proprio
corpo. Facciamo cos perch a volte non possiamo permetterci il lusso di rischiare di
danneggiare il corpo vero. Ci che accade a queste parvenze di corpi non ha importanza. Essi
debbono soltanto trovare qualcuno che sia nelle condizioni adatte per loro, poi potremmo
mettere il corpo in una bara di pietra e lasciare che la forza vitale vada alla deriva verso un
altro piano di esistenza. Sappi che nessuno ci entrato mai per forza, ma sempre nel caso che
ne sia pienamente consapevole e consenziente. Tra non molto tu vivrai in uno di questi corpi
per la durata di un anno meno un giorno. Il giorno di meno ci vuole perch di solito i corpi
stanno trecentosessantacinque giorni senza che capitino loro certi oscuri inconvenienti.
Ragion per cui meglio regolare la durata a un anno meno un giorno. Poi il corpo che tu
ancora occupi entra nella bara di pietra, rabbrividendo per quanto fredda, e gradualmente la
tua forma astrale affiora dal corpo supplente ed entra in quello tuo, assumendone tutte le
funzioni, tutti i pensieri e tutta la conoscenza. Alla quale, inoltre, si sovrappone ora tutta la
conoscenza che tu hai acquisto durante gli ultimi trecentosessantaquattro giorni. Atlantide
deteneva un posto di primo piano in questo settore. Disponevano di una quantit di questi
corpi, che venivano adottati di continuo da qualche individuo di prim'ordine, desideroso di
conseguire una determinata esperienza. Poi, una volta raggiunto lo scopo, tornavano a
riprendersi il proprio corpo, lasciando il succedaneo a disposizione di qualcun altro. Non
possiamo rischiare che l'autentico personaggio importante subisca danni, non possiamo
permettere che il suo corpo si guasti, perci gliene forniamo un surrogato. Se a quest'ultimo
capita di perdere un braccio o una gamba, proprio un vero peccato, ma ci non nuoce
all'entit superiore che ospita. Lascia che te lo spieghi in questo modo. Nella testa abbiamo un
cervello. Ora questo cervello cieco, sordo e muto. Riesce soltanto a comportarsi in maniera
animalesca e non possiede alcuna autentica cognizione delle sue sensazioni. Per fare un
esempio, diciamo che l'entit superiore tal dei tali desidera sapere cosa si prova a essere
bruciati. Bene, stando nel proprio corpo l'entit superiore non potrebbe sopportare le violente
e rudi vibrazioni necessarie affinch si abbia la sensazione di bruciare, sensazione che invece
pu avere questo corpo di entit inferiore. Allora l'entit superiore entra nel corpo supplente,
dopo di che, salve le necessarie condizioni, pu darsi che essa riesca a conoscere che cosa si
prova grazie all'esperienza fatta dal suo sostituto. Il corpo pu vedere, il cervello no. Il corpo
pu ascoltare, il cervello no. Il corpo pu provare amore, odio e ogni altra sorta di emozioni,
ma l'entit superiore no, quindi la conoscenza deve ottenerla per procura. Non puoi far entrare
l'entit nel corpo se lo scopo disonesto. Per aver bisogno di subentrare in un corpo l'entit
superiore deve avere un ottimo autentico motivo. Non lo si pu fare n per interessi sessuali
n per interessi economici, dato che essi non aiutano nessuno a progredire nel mondo. Di
solito accade che i Giardinieri del Mondo abbiano un compito da svolgere, un compito
difficile in quanto, essendo intelletti superiori, essi non hanno sensazioni, non possono vedere.
Allora prendono accordi affinch un certo numero di essi (di intelletti superiori) subentrino in
un corpo, scendano sulla terra e fingano di essere terrestri. Dico sempre che l'inconveniente
pi grosso l'odore spaventoso che questi corpi emanano. Il loro odore simile a quello della
carne calda e putrefatta e, prima di poter superare la nausea provocata da un trasferimento del
genere, pu darsi che ci voglia mezza giornata. Quindi non c' davvero modo che un'entit
superiore, che abbia eventualmente fatto qualche errore, possa ingannare il corpo supplente.
Esso pu osservare ci che fanno gli altri, si capisce, ma non si pu fare niente che danneggi
l'entit superiore. Questi corpi supplenti hanno una specie di Corda d'Argento che conduce
a una fonte di energia. Questa, a sua volta, tiene aperta la strada per il corpo che deve essere

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occupato, come si sa nella maggior parte delle religioni che esistono al mondo. La Corda
d'Argento collegata sul piano metafisico a una fonte centrale e coloro che accudiscono a
questi corpi possono valutarne lo stato di salute tramite appunto la Corda d'Argento e, di
conseguenza, possono aumentare l'alimentazione o sospenderla a seconda dei casi". Scossi la
testa, sconcertato. "Allora perch a certi la Corda d'Argento spunta sul capo, mentre ad altri
esce dall'ombelico? Vuol dire che gli uni sono migliori degli altri? Vuol dire che se la corda
esce dall'ombelico si tratta di gente non tanto evoluta?" "Niente affatto. Non ha nessunissima
importanza da dove emerge la Corda d'Argento. Se tu appartenessi a un certo tipo, potrebbe
darsi che la tua Corda d'Argento emerga, diciamo, dal tuo alluce per tutto il tempo che il
contatto stabilito, e questo tutto ci che importa. E finch il contatto stabilito e tenuto
sotto controllo, il corpo continua vivere in una condizione che definiamo statica. Ci significa
che tutto immobile. Gli organi corporei funzionano al minimo e nell'arco di un anno un
corpo consumer meno di una ciotola di tsampa. Vedi, dobbiamo fare cos, altrimenti
dovremo girovagare per sempre lungo i tunnel di questa montagna, stando attenti che un
corpo sia ben curato. Se poi facessimo venire qui gente incaricata di nutrire i corpi, allora ci
nuocerebbe effettivamente al corpo, poich una persona potrebbe vivere in condizione statica
per svariati milioni di anni, purch sia curata con il dovuto riguardo. E questo dovuto riguardo
pu passare, come in effetti passa, attraverso la Corda d'Argento". "Allora una grande Entit
pu scendere a dare un'occhiata, per vedere che specie di corpo occuper l'essere superiore?"
"No" disse il Lama "Se l'Entit che occuper un corpo lo vedesse quando vuoto, non si
sognerebbe di entrare in una cosa dall'aspetto tanto disgustoso. Su, vieni con me, andiamo
nella Sala delle Bare". Ed ecco la porta, una grande porta, che sembrava fatta d'oro battuto.
Al nostro approssimarsi una luce esterna prese a tremolare e poi si stabilizz. E la porta si
spalanc. Entrammo e per un attimo mi fermai prendendo nota di quello spettacolo piuttosto
raccapricciante. Era un locale stupendamente arredato, pieno di pilastri e di sbarre. "Servono
per appenderci i corpi che si sono destati da poco" disse il Lama "Il pi delle volte quando si
svegliano sono un po' storditi. E' piuttosto seccante che un corpo appena ridestatosi finisca
faccia a terra e si sfiguri al punto che per un po' non possibile impiegarlo. Scombussola tutti
i piani che si sono fatti e pu darsi che in seguito si debba prendere un corpo diverso e
un'entit diversa, il che comporta molto lavoro supplementare. Nessuno di noi ne sarebbe
contento. Ma vieni un momento qui e guarda questo corpo". Mi diressi con riluttanza verso il
punto in cui il Lama mi faceva cenno di avvicinarmi. Guardai nell'interno della bara di
pietra. C'era un uomo nudo. Sul corpo aveva molti aghi, almeno cos sembravano, da cui
partivano dei fili sottili. Mentre lo osservavo, il corpo ogni tanto sussultava e sobbalzava, il
che era uno spettacolo veramente spaventoso. In quel momento apr gli occhi privi della vista
e torn a chiuderli. "Dobbiamo andarcene immediatamente." disse il Lama Mingyar Dondup.
"Quest'uomo verr occupato molto presto. La presenza di intrusi li mette tutti in agitazione".
Si gir e usc dalla stanza. Diedi un'ultima occhiata in giro e poi lo seguii malvolentieri. Le
persone nelle bare di pietra, tanto uomini che donne, erano completamente nude e mi
chiedevo che cosa avrebbe fatto una donna occupando uno dei quei corpi. "Lobsang," disse il
Lama "ti leggo nel pensiero. Perch non si dovrebbe usare una donna per qualche scopo? Una
donna ci vuole, in quanto ci sono posti dove gli uomini non sono ammessi, proprio come ce
ne sono altri dove non sono ammesse le donne. Ma muoviamoci un po' pi alla svelta, perch
non dobbiamo far ritardare l'Entit superiore che in attesa". "Comunque, Maestro, non
riesco a vederne il vantaggio. Voglio dire, si supporrebbe che l'Entit superiore entri in un
corpo appena nato, anzich gingillarsi con cadaveri che rassomigliano a zombi". " Prima
che un bambino impari qualcosa ci vogliono molti anni, deve andare a scuola, deve ubbidire
ai genitori, il che una vera perdita di tempo. Trascorrono forse trenta o quaranta anni, mentre
se il corpo pu fare tutto questo e poi entrare in queste bare, allora la persona vale
effettivamente molto di pi, conosce tutte le condizioni di vita del posto dove nata e non
deve passare anni ad aspettare e apprendere, non sapendo neanche di che cosa occuparsi".

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"In ogni modo, poi, perch la durata della vita degli esseri umani cos tremendamente
breve? A quel che si legge a proposito di qualcuno dei Sapienti, cio di quelle persone che
sono veramente sagge, sembra che siano vissuti cento, duecento o trecento anni, e ancora
appaiono giovani". "Sta bene, Lobsang, tanto vale che te lo dica adesso. Io ho pi di
quattrocento anni e so dirti esattamente perch la vita degli uomini cos breve. Molti milioni
di anni fa, quando il nostro globo era ai suoi primordi, gli si accost un pianeta e manc poco
che collidessero. Tuttavia il nostro mondo si allontan dalla sua orbita a causa degli impulsi
antimagnetici provenienti dall'altro pianeta. Quest'ultimo per cozz contro un pianeta pi
piccolo e lo ridusse in tanti pezzi, che attualmente formano la nota cintura degli asteroidi. Ce
ne occuperemo dopo pi a fondo. Per il momento, lasciami dire che quando questo mondo era
in fase evolutiva, c'erano dappertutto immensi vulcani, che eruttavano lava e fumo. Il fumo
saliva in alto e formava dense nubi tutto intorno alla terra. Questo mondo non era destinato
affatto a essere un mondo assolato. Sappi che la luce solare venefica, la luce solare emana
raggi mortali che sono dannosissimi per un essere umano. Gi, i raggi sono nocivi per tutte le
creature. Ma la coltre di nubi trasform il mondo in una serra, i raggi benefici potevano
passare, quelli letali non venivano lasciati entrare, e la gente di solito viveva per centinaia di
anni. Ma quando il pianeta solitario si avvicin, tutte le nubi che proteggevano la terra furono
spazzate via e, nel giro di un paio di generazioni, la durata della vita umana si ridusse a
settant'anni. L'altro pianeta, quando entr in collisione con quello pi piccolo e lo distrusse, ne
sparse i mari sopra questo mondo. Ora, noi abbiamo l'acqua di cui sono costituiti i nostri mari,
ma il mare di quest'altro mondo era di tipo assai diverso, era un mare di petrolio. Se non ci
fosse stata quella collisione, questo mondo non avrebbe prodotti derivati dal petrolio, il che
sarebbe stata un'ottima cosa, perch al giorno d'oggi le droghe si ricavano dal petrolio e molte
di esse sono veramente nocive. Ma presente, quindi dobbiamo viverci insieme. In quei tempi
lontani, tutti i mari erano inquinati da prodotti del petrolio, ma in seguito il petrolio sprofond
attraverso i mari e i fondi marini, accumulandosi in grandi bacini rocciosi. A loro volta questi
bacini si erano creati grazie a influssi vulcanici al di sotto del fondo marino. Col passare del
tempo il petrolio si esaurir del tutto, perch quello attualmente disponibile di un tipo
dannoso per l'uomo, la sua combustione determina il formarsi di un gas letale. Quest'ultimo fa
morire tanta gente e, per di pi, fa s che le donne in stato interessante diano alla luce bambini
malaticci e addirittura, in taluni casi, dei mostri. Ben presto ne vedremo alcuni in altre camere
che stiamo per visitare. Tutto questo lo potrai vedere nel terzo stadio dimensionale. Lo so che
stai scoppiando dalla voglia di scoprire come si prendessero fotografie un miliardo di anni fa.
La risposta che nell'Universo esistono civilt straordinarie, che a quei tempi possedevano
un'attrezzatura fotografica in grado di penetrare la nebbia pi densa o l'oscurit pi fitta e,
quindi, di scattare istantanee. Poi, dopo un certo periodo di tempo, vennero su questa terra dei
superscienziati, i quali constatarono che le persone morivano, si potrebbe dire, come mosche.
Difatti, se la gente pu vivere soltanto fino all'et di settanta anni, la vita davvero molto
breve e non offre nessuna possibilit di apprendere quanto si dovrebbe. Rimanendo qui
sulla superficie della terra noi ne conosciamo soltanto una met. Questo mondo cavo,
come lo sono molti altri, come lo la luna, e all'interno ci vivono degli esseri umani.
Sappi che alcuni negano che la terra sia vuota, ma io lo so per esperienza personale, perch ci
sono stato. Uno degli ostacoli maggiori costituito dal fatto che gli scienziati negano
l'esistenza di tutto ci che ESSI non hanno scoperto. Dicono che all'interno della terra non pu
vivere nessuno, che non possibile che una persona viva per centinaia di anni e che non
vero che l'eliminazione dello schermo protettivo delle nubi ha ridotto la durata della vita. Ma
le cose stanno effettivamente cos. Sappi che gli scienziati si basano sempre su testi che
trasmettono dati gi vecchi di un centinaio di anni nel momento in cui vengono appresi nelle
scuole. Invece posti come questo - cio come questa caverna dove ci troviamo - furono
installati appositamente qui dagli uomini pi saggi che siano vissuti. I Giardinieri della Terra
potevano ammalarsi esattamente come gli esseri umani indigeni, a volte si rendeva necessario

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un intervento operatorio, che non era possibile eseguire sulla Terra. Allora il malato veniva
ridotto a uno stato di morte apparente e chiuso ermeticamente in un contenitore di plastica.
Poi i medici delle caverne inviavano degli speciali messaggi eterici per chiedere l'intervento
di un'astronave ospedale, che scendeva subito e si portava via i contenitori con le persone
malate chiuse ermeticamente dentro. Esse potevano venire operate su nello spazio, oppure
riportate nel loro mondo d'origine. Vedi, viaggiare a una velocit molto superiore a quella
della luce facile. Tu sai, Lobsang, che la luce ha una velocit. Essa costituita dalle
vibrazioni che emanano da un oggetto e sbattono contro l'occhio umano, che a sua volta vede
di che oggetto si tratta. Ma, sicuro al cento per cento, nel giro di pochi anni si viagger a
velocit superiore di molte volte a quella della luce, come fanno i visitatori che vengono qui
con le loro astronavi speciali. L'astronave che sta l fuori nell'altra camera, quella la stavano
preparando per decollare quando la montagna si messa a tremare e l'uscita si chiusa
ermeticamente. E naturalmente, appena ci accaduto, tutta l'aria contenuta nell'ambiente si
esaurita automaticamente e l'equipaggio caduto in uno stato di morte apparente. Ma vi sono
rimasti tanto a lungo che, se adesso provassimo a richiamarli in vita, probabilmente sarebbero
completamente pazzi. Questo perch certe parti altamente sensibili dei loro cervelli sono state
private dell'ossigeno e, mancando l'ossigeno, muoiono. La persona il cui cervello morto in
questo modo non merita di continuare a vivere, non pi un essere umano. . Andiamo a
vedere qualcuna delle altre stanze".
9-59 Percorremmo il corridoio che separava una stanza dall'altra all'esterno della sala principale, e
ben presto arrivammo al cosiddetto reparto medico. Entrammo e le luci si accesero con la
stessa intensit di prima. Il posto sembrava intatto, non c'era nessun segno della nostra
precedente visita, nessun segno delle orme lasciate dai nostri piedi coperti di polvere.
Sembrava come se il pavimento fosse stato appena lustrato, come se le apparecchiatura
metalliche intorno alla piscina centrale fossero state appena lucidate. Il Lama si sedette sul
bordo piastrellato della piscina, tenendo le gambe penzoloni nella vasca, dove entrai per
svolgergli le bende. A mano a mano che mettevo a nudo la carne mi veniva il voltastomaco.
Le fasce a quel punto avevano un aspetto veramente schifoso. Afferrai l'estremit della
fasciatura e mi accorsi che non sarei stato capace di tirarla via, perch era piantata in un
marciume assolutamente orrendo, appiccicoso e ricoperto di croste da cui mi scostai con
ripugnanza. Ma il Lama allung la mano per prendere l'ammasso di bende, diede un bello
strattone e l'estremit venne via insieme ai legacci e a qualcosa che vi era attaccato. Senza
battere ciglio, butt le bende sul pavimento. "Bene," disse "adesso premer questa valvola e
cos la piscina si riempir. L'avevo chiusa prima perch, ovviamente, non era necessario che
tu disfacessi le bende stando immerso nell'acqua fino alla vita. Esci dalla piscina e aprir
l'acqua al massimo". Uscii di l arrampicandomi in fretta e gettai un'occhiata a quelle gambe
orribili a vedersi. Se fossimo stati al Chakpori o in qualche posto del genere, credo che gliele
avrebbero amputate ambedue. Ma, mentre guardavo, strati di materia indefinibile, di una
disgustosa sostanza gialla e verde, gli cadevano dalle gambe e galleggiavano sulla superficie
della piscina. Il Lama si tir un po' pi fuori dell'acqua e poi apri ulteriormente la valvola, di
modo che il livello sal e la sostanza galleggiante usc fluttuando attraverso quello che
suppongo fosse un dispositivo di troppo pieno. Consult di nuovo il libro, poi si diede da fare
con un gran numero di valvole (non saprei definirle in altro modo), variamente colorate. Vidi
che l'acqua cambiava colore e avvertii nell'aria un forte odore di medicinale. Gli guardai di
nuovo le gambe, che adesso apparivano rosee come quelle di un neonato. Poi sollev un altro
po' la veste e si cal ancora di pi sul fondo inclinato, di modo che l'acqua gli arriv alle
cosce. Rimase l in piedi. A volte stava fermo, a volte camminava lentamente in senso
rotatorio, ma nel frattempo le gambe stavano guarendo. Da un rosa infiammato passarono a
un colore sano, finch alla fine non rest traccia della crosta gialla, in senso assoluto. Era
completamente sparita. Distolsi gli occhi dalle sue gambe per guardare le bende che gli avevo
tolto. Ebbi una sensazione di formicolio al cuoio capelluto. Le bende erano sparite, non ce

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n'era traccia o segno, erano semplicemente sparite, e ne fui talmente colpito e sorpreso che,
senza volerlo, mi misi seduto dimenticando di essere nell'acqua, per giunta acqua
medicamentosa. Quando ci si siede nella posizione del loto, se lo si fa nell'acqua, si dovrebbe
tenere la bocca chiusa. Che sapore disgustoso! Eppure no, era gradevole. Mi accorsi che un
dente, che mi aveva tormentato fin da quando, tempo addietro, ero caduto, smise di dolermi.
Potevo sentirlo in bocca. Mi alzai di botto e sputai oltre il bordo della piscina. S, ecco l il
dente, incrinato a met. Adesso mi stava davanti. Mentre guardavo il dente, mi si present
una visione a dir poco soprannaturale. Il dente si stava spostando verso la parete pi vicina
e appena entr in contatto con essa spar. Rimasi fermo l come uno sciocco, grondante
acqua dalla testa rasata fino ai piedi nudi, cercando di fissare qualcosa che non c'era. Mi girai
per chiedere al Lama se l'aveva visto. Stava in piedi sopra un certo punto del pavimento, dove
il rivestimento era di diverso colore e da cui proveniva un confortevole getto d'aria calda. Ben
presto fu asciutto. "Tocca a te, Lobsang" disse. Lo raggiunsi per esaminargli le gambe pi
da vicino e proprio mentre le guardavo il colore rosa cominci a scomparire. Ben presto
riacquistarono il loro colorito naturale e non ci fu pi traccia del fatto che appena un'ora prima
la carne era quasi staccata dalle ossa. Eccole l le sue gambe, perfettamente a posto come
fossero nuove. E io che avevo creduto che gliele avrebbero amputate! "Qui stiamo
raccogliendo i frutti di una civilt eccelsa, non quella delle varie Atlantidi, perch, come ti ho
detto, Atlantide soltanto un nome che indica il territorio scomparso. No, questi posti
risalgono a epoche molto pi antiche della stessa Atlantide, e grazie a un dispositivo
automatico ogni sviluppo e ogni crescita si fermano finch un essere umano non capita entro
un certo raggio d'azione. Perci, se non ci venisse nessun altro, ogni cosa qui rimarrebbe
esattamente come la vedi ora, inespugnabile e senza mostrare segni di corruzione o di
dissoluzione. Ma se la gente venisse qui in massa e la usasse come abbiamo fatto noi, allora
tutto questo peggiorerebbe e invecchierebbe. Per fortuna, ci troviamo in un luogo che stato
usato molto raramente, in realt due volte soltanto da quando stato creato". "Maestro, come
fai a esserne sicuro?" Il Lama indic qualcosa appeso al soffitto. "Ecco" disse "se qualcuno
oltrepassa quel punto, il contatore lo registra. Adesso segna il numero tre, l'ultimo, che si
riferisce a te e a me. Quando ce ne andremo, non prima di tre o quattro giorni, registrer la
durata della nostra permanenza per informarne coloro che verranno dopo e si chiederanno da
chi siano stati preceduti. Ma sappi, Lobsang, che io sto cercando di farti capire che il grado di
civilt raggiunto all'epoca in cui questo posto venne allestito era il massimo che sia mai stato
realizzato su questo mondo. Come sai, erano prima di tutto i Guardiani del Mondo, i
Giardinieri del Mondo. La loro civilt era tale che sapevano fondere la roccia, perfino la pi
dura, e levigarla come un vetro. Di solito si trattava di quella che noi definiamo fusione a
freddo, vale a dire senza generare calore. In tal modo un insediamento poteva essere
utilizzato immediatamente". "Io per non riesco davvero a capire perch gente appartenente a
un cos alto livello di civilt scelga di vivere all'interno di catene montuose. Tu mi hai detto
che questa qui si estende da un capo all'altro di tutto il mondo. Allora, per quale motivo
dovrebbero nascondersi?" "La cosa migliore che possiamo fare andare nella stanza dove si
vede il passato, il presente e il futuro. Vi si conserva la conoscenza di tutto quanto accaduto
nel mondo. La storia che ti stata insegnata non sempre vera, in quanto la sua
documentazione stata manipolata affinch si adatti al sovrano o al dittatore
momentaneamente detentori del potere. E' necessario conoscere qualcuno di questi popoli in
quanto il loro regno quello dell'Et dell'Oro. Ma se si tiene conto di come stanno
effettivamente le cose, dell'effettivo Documento dell'Akasha, allora non possibile
commettere errori". "Hai detto Documento dell'Akasha, Maestro? Credevo che noi potessimo
vederlo solo portandoci al livello astrale. Non sapevo che potevamo venire sulle montagne a
vedere tutto ci che accaduto". "Ma certo, tu dimentichi che le cose si possono riprodurre.
Noi abbiamo raggiunto un certo livello di civilt, riteniamo di essere intelligenti in maniera
sbalorditiva e ci chiediamo se qualcuno lo sar mai di pi. Ma vieni con me e ti far vedere la

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verit vera. Mi affascinavano immensamente le porte, su ciascuna delle quali era impressa
un'iscrizione. "Tutte queste stanze, Lobsang, sono adibite a diverse scienze, scienze di cui non
si mai udito ancora parlare su questo mondo, perch noi siamo come ciechi che tentano di
farsi strada in una casa piena di corridoi. Ma io sono come uno che ci vede, perch so leggere
queste iscrizioni e, come ti ho detto, di queste caverne ho gi fatto conoscenza diretta". Alla
fine arrivammo davanti a una parete apparentemente priva di aperture. C'era una porta a
sinistra e un'altra a destra, ma il Lama Mingyar Dondup le ignor. Si piazz invece di fronte a
quella parete cieca e profer un suono molto particolare in tono autoritario. Immediatamente e
silenziosamente la parete si divise e le due met scomparvero ai lati del corridoio. All'interno
si intravedeva appena una luce fioca, un barlume simile al chiarore stellare. Entrammo nella
stanza ed essa sembr grande quanto il mondo. Emettendo un rumore leggero come un
sospiro, i due battenti scorrevoli della porta scivolarono da una parte all'altra del corridoio e
stavolta ci trovammo oltre la parete apparentemente cieca. La luce miglior un po', in modo
che riuscimmo a vedere indistintamente un grande globo che fluttuava nello spazio. Era pi
piriforme che rotondo e da entrambe le sue estremit emanava lampi. "Quei lampi sono i
campi magnetici del mondo. Fra poco imparerai tutto sull'argomento". Rimasi a bocca aperta.
Attorno ai poli sembrava ci fossero scintillanti barriere di luce in continua trasformazione, che
davano l'impressione di fluttuare e scorrere da una punta all'altra, lasciando per tutt'attorno
all'equatore una zona molto vasta quasi priva di colore. Il Lama pronunci alcune parole, in
una lingua a me sconosciuta. Immediatamente si accese la fievole luce dell'alba, simile a
quella che viene allo spuntare di un nuovo giorno, e mi sentii come chi si sia appena tirato su
a sedere senza indugio, destato da un sogno. Ma, come presto mi resi conto, non si trattava di
un sogno. "Ci metteremo seduti qui" disse il Maestro "perch questo un quadro di comando
per mezzo del quale si possono variare le et del mondo. In questo momento tu non sei nella
terza dimensione, ricordatelo, qui ti trovi nella quarta dimensione. Poche persone
sopravvivono a questo. Perci se in un modo o nell'altro ti senti scombussolato o indisposto,
dimmelo subito cos posso rimetterti in sesto". Potei vedere vagamente il Lama tendere la
mano destra e girare una manopola. Poi si rivolse di nuovo a me. "Lobsang, sei sicuro di
sentirti bene? Nessun senso di nausea, nessuna voglia di vomitare?". "No, mi sento proprio
bene, sono veramente incantato. Mi chiedo che cosa vedremo per la prima volta". "Bene,
innanzitutto dovremo vedere la formazione del mondo e poi l'arrivo dei Giardinieri del
Mondo. Verranno a dare un'occhiata in giro, osserveranno il posto e basta. Poi se ne andranno
via per predisporre un programma e ancora pi tardi li vedrai arrivare a bordo di
un'enorme astronave, che in realt non altro che la Luna". D'un tratto tutto fu buio,
sopravvennero le tenebre pi fosche che avessi mai incontrato. Poi manc poco che cadessi
dalla sedia, per poco non feci un salto dalla paura. Due pallidi puntini luminosi stavano
arrivando insieme a velocit incredibile entrarono in collisione e quindi lo schermo si
riemp di luce. Potei vedere un turbinio policromo di gas e vapori, poi l'intero schermo, il
globo intero invasero tutto. Potei vedere fiumi di fuoco scorrere gi da vulcani che eruttavano
fiamme. L'atmosfera era alquanto pesante. Ero consapevole, ma in modo indistinto, che stavo
guardando qualcosa e che in realt non ero l di persona. Perci guardai sempre pi incantato
il mondo che si ritraeva un po' e i vulcani che rimpicciolivano, mentre i mari fumavano
ancora per via della lava incandescente che vi si riversava. Non c'era altro che rocce e acqua.
C'era soltanto un tratto di terra, non molto grande, ma appena una piccola massa compatta,
che imprimeva al globo un caratteristico movimento eccentrico. Non seguiva una traiettoria
circolare, bens sembrava che ne seguisse una disegnata dalla mano esitante di un bambino.
Gradatamente, mentre guardavo, il mondo divenne pi tondo e pi freddo. C'erano sempre e
soltanto rocce e acqua, nonch terribili uragani che infuriavano su tutta la superficie. Il vento
faceva cadere le vette delle montagne, che precipitavano lungo i loro fianchi e si
polverizzavano. Col passare del tempo la terra copriva ormai parte del mondo, essendosi
formata dall'accumularsi della polvere proveniente dalle montagne. La terraferma si sollevava

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e tremava, in certi punti fuoriuscivano grandi getti di fumo e vapore e, mentre stavo a
guardare, una parte della terraferma si stacc improvvisamente dalla massa continentale
principale. Si spacc e per alcuni secondi parve tenervisi stretta nella vana speranza di esservi
ricongiunta. Potevo vedere gli animali sdrucciolare lungo argini in pendenza e andare a cadere
nell'acqua fumante. Allora il frammento si incrin sempre pi, si spezz del tutto e scomparve
sotto le onde. In qualche modo mi resi conto di poter vedere contemporaneamente l'altro
lato del mondo. Cos, nel pi totale sbalordimento, vidi la terra emergere dal mare. Si lev
come fosse sollevata da una mano gigantesca, si innalz, trem per un attimo, poi con un
fremito si ferm. Certo, questa regione era soltanto rocciosa, non c'era una pianta, non un filo
d'erba, nulla che somigliasse a un arbusto. E in quel momento, mentre seguivo la scena, una
montagna l vicino venne improvvisamente avvolta dalle fiamme, fiamme rosseggianti, gialle
e azzurre, e poi ci fu un getto di lava incandescente che scorreva come un fiume di acqua
bollente. Ma appena entrava in contatto con l'acqua si gelatinizzava, si solidificava e ben
presto la superficie della nuda roccia si ricopr di una massa giallo-azzurra che si raffreddava
rapidamente. Alzai gli occhi sorpreso, chiedendomi dove fosse andata la mia Guida. Era l,
proprio alle mie spalle. "Molto interessante, eh, Lobsang?" disse "Dobbiamo vedere molto di
pi, cos salteremo il punto in cui la terra bruna trem e si agit convulsamente sotto l'effetto
del raffreddamento spaziale. Al nostro ritorno vedremo le prime specie vegetali". Mi
appoggiai alla sedia, al colmo dello sbalordimento. Che stava succedendo in realt? Mi
sembrava di essere un dio che osservava la nascita del mondo. Mi sentivo 'strano', perch quel
mondo che mi stava di fronte sembrava pi grande di quello a me noto e io avevo
l'impressione di possedere eccezionali poteri visivi. Ero in grado di vedere le fiamme che
divoravano il centro del mondo, in modo che sarebbe diventato un mondo cavo, simile a una
palla, e per tutto il tempo che stetti a guardare, sulla superficie terrestre caddero meteoriti,
polvere cosmica e oggetti veramente insoliti. Davanti a me, proprio a portata di mano si
sarebbe potuto dire, comparve una macchina. Non potevo assolutamente crederci perch la
macchina si squarci e ne caddero dei corpi, cadaveri e impianti. "In un'et futura qualcuno
potrebbe imbattersi in questo relitto e chiedersi che cosa successo, di che si trattato" pensai
tra me. "S, Lobsang, stato gi fatto. All'epoca attuale", disse la mia Guida. Il mondo seguit
a girare, adesso pi in fretta perch le cose si stavano sviluppando pi rapidamente. Il Lama
Mingyar Dondup allung la mano per toccare un altro interruttore . Accese non so bene
che cosa, la si sarebbe detta una fotografia, ma era a tre dimensioni e la si poteva guardare
facilmente da ogni lato. Il Lama indic il cielo purpureo. Ci fu un bagliore argenteo, un lungo
tubo d'argento chiuso a entrambe le estremit stava scendendo lentamente. Alla fine usc dalle
nubi purpuree, indugi a diversi metri da terra e poi, come se avesse preso all'improvviso una
decisione importante, si pos delicatamente sulla superficie del mondo. Per qualche minuto
rimase li immobile. Dava l'impressione di un animale diffidente, che si guardava intorno
prima di abbandonare la sicurezza della sua copertura. Finalmente la creatura sembr
soddisfatta e una sezione di metallo cadde dal suo fianco e colpi il terreno con sordo fragore.
Sull'apertura comparvero molti strani esseri che si guardarono intorno. Erano alti il doppio di
un uomo e larghi in proporzione. A quanto pareva, indossavano una specie di indumento che
li copriva da capo a piedi. La parte che copriva la testa era perfettamente trasparente, tanto
che potevamo vedere i volti dall'espressione severa e dispotica di quelle persone. Sembr che
studiassero attentamente una carta, prendendo appunti. Infine decisero che tutto andava bene e
cos, uno alla volta ,scesero sul grande pezzo di metallo che era caduto sul terreno, rimanendo
per ancora unito da un lato al corpo della nave. Quegli uomini erano coperti da una specie di
guaina o abbigliamento protettivo. Uno di loro - secondo me si trattava di uomini, anche se
non si poteva dirlo con sicurezza per via di tutto quel fumo e della difficolt di vedere
attraverso i loro copricapi trasparenti - scese dal grande pezzo di metallo e cadde a faccia
avanti nel terreno sudicio. Non aveva neanche toccato terra che delle creature dall'aspetto
disgustoso balzarono fuori dalla vegetazione e lo attaccarono. In men che non si dica i suoi

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compagni estrassero una specie di arma dalle cinture che indossavano. Subito l'uomo venne
tirato indietro sulla lastra di metallo. Si vedeva che il vestito che lo proteggeva era tutto
strappato, a quanto pareva da animali, e macchiato di sangue. Due dei suoi compagni lo
portarono a bordo della nave e dopo un po' uscirono di nuovo tenendo qualcosa nelle mani. Si
fermarono in piedi sulla lastra di metallo, poi premettero un pulsante su uno strumento che
portavano e da un beccuccio a punta scatur una fiamma. Tutti gli insetti che erano sulla lastra
furono bruciati dalla fiamma e spazzati via dalla lastra di metallo, che poi si chiuse rientrando
nel corpo della nave. Gli uomini con il lanciafiamme si mossero guardinghi, rivolgendo il
fuoco sul terreno e bruciandone una bella striscia di fianco alla nave. Poi spensero i loro
apparecchi e raggiunsero di corsa gli altri che si erano addentrati in una foresta di felci.
Queste felci erano grandi come alberi ed era facile seguire gli uomini che vi passavano in
mezzo perch, a quanto pareva, erano muniti di una sorta di utensile per tagliare che facevano
oscillare da una parte all'altra e recidevano le felci quasi a livello del terreno. Dovevo vedere
in che consisteva quello che stavano facendo. Mi alzai dalla sedia e mi spostai un po' a
sinistra. L avevo un migliore angolo visuale, perch adesso potevo vedere gli uomini che
sembrava venissero verso di me. Due di loro, in testa a tutti, impugnavano una macchina che
si muoveva silenziosamente e abbatteva tutte le felci che le si paravano davanti. Sembrava
avesse una lama rotante. Ben presto gli uomini si aprirono un varco tra le felci e trovarono
uno spazio aperto in cui si era raccolta una quantit di animali. Uomini e animali si fissarono.
Uno degli uomini, volendo metterne alla prova l'aggressivit, punt nel mucchio un tubo di
metallo e premette una levetta. Ne segui una terrificante esplosione e l'animale contro il quale
l'arma era stata rivolta and letteralmente in pezzi, fu semplicemente distrutto. Ma gli altri
animali non stettero ad aspettare e corsero via a precipizio. "Lobsang, meglio che ci diamo
da fare un po', dobbiamo occuparci di tante cose, quindi ci sposteremo velocemente di un
migliaio di anni". Il Lama tocc uno di quegli interruttori e nel globo tutto gir
vorticosamente come un mulinello, per poi riprendere il suo normale ritmo di rotazione.
"Conviene pi fermarci a quest'epoca, Lobsang. Faresti meglio a osservare con attenzione,
cos vedrai come furono costruite queste caverne. Guardammo con attenzione e scorgemmo
una cresta collinosa molto bassa. A mano a mano che si avvicinava constatammo che si
trattava di roccia, coperta da una sostanza verde simile a muschio, tranne il cocuzzolo che
appariva perfettamente nudo. Da una parte vedemmo alcune strane case, dalla forma
semisferica. Se tagliate una palla a met e la poggiate a terra dalla parte tagliata, avrete
un'idea dell'aspetto di quegli edifici. Stemmo a guardarli e vedemmo alcune persone che
andavano e venivano. I loro vestiti erano fatti di un materiale che aderiva ai loro corpi al
punto da eliminare ogni dubbio riguardo al sesso a cui appartenevano. Ma in quel momento si
erano tolti il copricapo trasparente, parlavano tra di loro e sembrava che ci fosse in corso un
grosso litigio. Uno degli uomini era, a quanto pareva, il capo. Bruscamente impart degli
ordini e da uno dei rifugi usc una macchina che si diresse verso la catena rocciosa. Uno degli
uomini si fece avanti e si sedette su un sedile metallico nella parte posteriore della macchina.
Poi quest'ultima avanz, emettendo 'qualcosa' dagli ugelli tutti disposti lungo la sua parte
anteriore, sul davanti, sul fondo e sui fianchi. Mentre procedeva lentamente la roccia si fuse e
parve ritirarsi in se stessa. La macchina emanava una luce intensa, sicch potevamo vedere
che stava perforando una galleria proprio nella roccia viva. Seguit ad avanzare, poi cominci
a girare intorno e in poche ore aveva scavato la grande caverna in cui eravamo inizialmente
entrati. Era immensa e ci rendemmo conto che in realt si trattava di una rimessa o di un
hangar dove parcheggiare qualcuna delle loro macchine che erano sempre in volo. Tutto ci
sembrava estremamente complesso. Perdemmo interamente la nozione del tempo, ci
dimenticammo completamente di aver fame e sete. Poi, quando la grande sala fu terminata, la
macchina segu un percorso, che a quanto pare era stato segnato sul pavimento e che fu
trasformato in uno dei corridoi. Continu a procedere, uscendo dalla nostra vista, ma poi
arrivarono altre macchine che scavarono nei corridoi stanze di varie dimensioni. Sembrava

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che fondessero la roccia. Sembrava proprio che la fondessero e poi si allontanavano lasciando
una superficie levigata come vetro. Non rimanevano n polvere n residui, soltanto quella
superficie brillante. Mentre le macchine effettuavano il loro lavoro, squadre di uomini e di
donne entrarono nelle stanze portando casse in quantit, ma proprio tante, e tutte sembravano
galleggiare nell'aria. Non ci voleva certo nessuno sforzo per sollevarle. Tuttavia un
sorvegliante si mise al centro di una stanza e indic dove ciascuna cassa dovesse essere
depositata. Completato il trasporto dei colli destinati a quella stanza, gli operai cominciarono
ad aprirne qualcuno. C'erano strani congegni e oggetti curiosi di ogni sorta. Uno, lo riconobbi,
era un microscopio. Ne avevo gi visto uno molto rudimentale, donato tempo addietro al
Dalai Lama dalla Germania. Ecco perch ne sapevo qualcosa. La nostra attenzione fu attirata
da un principio di alterco. Sembrava che uomini e donne da una parte e dall'altra si
fronteggiassero in due opposte fazioni. Ci furono molti strilli, un gran gesticolare e alla fine
una parte dei contendenti sal su uno di quei veicoli che si muovevano nell'aria. Senza una
parola di saluto, o che so io, entrarono e basta, lo sportello si chiuse e le macchine si librarono
nel cielo. Alcuni giorni dopo - commisurati proporzionalmente alla velocit del globo che
stavamo osservando - tornarono molte navi, che restarono sospese al di sopra
dell'accampamento. Poi il fondo delle navi si apr, lasciando cadere degli oggetti. Guardammo
e riuscimmo a vedere delle persone scappare a gambe levate nel disperato tentativo di
allontanarsi dal punto in cui quegli oggetti sarebbero caduti. Poi, mentre il primo oggetto
colpiva il terreno, esplodendo con un violento lampo purpureo, si gettarono a terra. Ci
vedevamo a stento, perch eravamo completamente abbagliati dal fulgore del lampo, ma in
quel momento dalla foresta di felci partirono dardi sottili di viva luce. Si spostavano qua e l,
poi uno di essi colp una delle macchine sospese in aria, che immediatamente scomparve in un
tempesta di fuoco. "Come vedi, Lobsang, perfino i Giardinieri della Terra avevano i loro
problemi. Problemi rappresentati dal sesso, dato che c'erano troppi uomini e troppo poche
donne, e quando gli uomini sono stati lontani dalle donne a lungo, ebbene, diventano
concupiscenti e ricorrono ad atti di estrema violenza. E' inutile stare a guardare. Si tratta
soltanto di un caso di omicidio e di stupro". Dopo aver mangiato e bevuto ed esserci un po'
ristorati, tornammo nella stanza in cui era il globo che rappresentava il mondo. Il Lama
Mingyar Dondup accese qualcosa e vedemmo di nuovo la terra. Stavolta c'erano degli
individui alti circa centoventi centimetri e con le gambe molto arcuate. Avevano una specie di
arma, consistente in un bastone a un'estremit del quale era legata una pietra affilata, che essi
digrossavano sempre pi a forza di scheggiarla, fino a farle ottenere un filo veramente
tagliente. Molti uomini erano intenti a fabbricare queste armi, altri ne stavano fabbricando di
tipo diverso. Sembrava che avessero una striscia di cuoio, in cui mettevano dei grossi sassi.
Due uomini tiravano indietro il cappio di cuoio che era stato impregnato di acqua per renderlo
elastico, poi lo lasciavano andare contemporaneamente. Il sasso volava in alto e andava a
colpire il nemico. Noi, per, eravamo pi interessati a vedere il mutamento delle civilt,
perci il Lama Mingyar Dondup si diede di nuovo da fare con i dispositivi di regolazione e il
globo si oscur tutto. Sembrava che fossero trascorsi diversi minuti, prima che apparisse
lentamente un chiarore graduale come l'alba, che poi diede luogo alla normale luce del giorno.
Vedemmo una citt grandissima, dominata da alte guglie e minareti. Da una torre all'altra si
protendevano dei ponti dall'aspetto fragile. Mi meravigliai che potessero reggersi da soli, per
non parlare di sostenere il traffico, ma poi mi accorsi che il traffico era esclusivamente aereo.
Certo, alcune persone camminavano qua e l sui ponti e sui diversi livelli stradali. In quel
momento udimmo tutt'a un tratto un rombo di tuono. L per l non ci venne in mente che
provenisse dal globo tridimensionale, ma guardando con attenzione vedemmo dei minuscoli
puntini dirigersi verso la citt. Poco prima di arrivarci, si misero a volteggiare sull'abitato, su
cui lasciarono cadere degli oggetti che trasportavano. L'immensa citt croll. Le torri furono
rase al suolo, i ponti si accartocciarono come pezzi di corda troppo pieni di nodi e attorcigliati
per servire a qualcosa. Vedemmo dei corpi cadere dagli edifici pi alti. Secondo noi doveva

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trattarsi di cittadini di rango, dato il loro abbigliamento e la qualit dell'arredamento che


precipitava insieme a loro. Continuammo a guardare la scena senza pronunciare parola.
Vedemmo un altro gruppo di macchioline scure, provenienti dalla direzione opposta, attaccare
gli invasori con inusitata ferocia. Sembrava che non si curassero affatto della propria vita,
lanciavano oggetti contro i nemici e se non riuscivano a farli precipitare si tuffavano in
picchiata contro di loro (direi che si trattava di grossi bombardieri). Venne il tramonto e la
notte avvolse la scena. Le tenebre erano rischiarate dai violenti bagliori della citt che
bruciava. Dappertutto scoppiavano incendi, dall'altro lato del globo potevamo vedere che
c'erano citt in fiamme, e quando la luce di un alba precoce risplendette sulla scena, cui segu
immediatamente quella rosso-sangue del sole, vedemmo soltanto mucchi di macerie, soltanto
una grande quantit di polvere e strutture metalliche deformate. "Passiamo ad altro, Lobsang"
Il globo che rappresentava il mondo seguit a girare. Dalle tenebre alla luce, dalla luce alle
tenebre, mi sono dimenticato di quante volte il globo girasse, oppure pu darsi che neanche lo
sapessi, ma alla fine il Lama tese la mano e il globo rallent fino a riprendere il suo ritmo
normale. Guardammo attentamente in ogni direzione e alla fine scorgemmo degli uomini che
armeggiavano con dei pezzi di legno a forma di aratro. Alcuni cavalli trascinavano gli aratri
attraverso il terreno e si videro edifici crollare l'uno dopo l'altro nel vero senso della parola nel
solco scavato dall'aratro. Per giorni e giorni quegli uomini seguitarono il loro lavoro di
aratura, finch in quella zona non rimase traccia del fatto che ci fosse mai stata una forma di
civilt. "questo accadr per sempre, finch alla fine delle truppe d'assalto stermineranno
quasi ogni forma di vita esistente al mondo. Perci mangiamo qualcosa e ritiriamoci per la
notte". "La notte?" chiesi, guardandolo sorpreso "Ma come facciamo a sapere che ore sono?"
Il Lama indic un piccolo oggetto quadrato collocato a discreta distanza da terra, forse a
un'altezza di oltre cinque metri. C'era una lancetta, un indice, su uno sfondo piastrellato,
ripartito in zone di luce e d'ombra. In quel momento la lancetta indicava un punto situato tra la
luce pi intensa e il buio pi fitto. "Eccoti accontentato Lobsang" disse il lama. E' quasi
cominciato un nuovo giorno. Tuttavia abbiamo ancora molto tempo per riposare. Io mi
metter nella fontana della giovinezza, perch le gambe mi fanno proprio male. Secondo me,
oltre alla carne lacerata, debbo essermi raschiato l'osso in modo assai grave". "Maestro" dissi
"lascia che ci pensi io". Mi affrettai fino alla stanza della fontana e mi tirai su la veste.
Cominci a uscire acqua. Spostai la levetta che il Lama aveva chiamato rubinetto, in modo
che l'acqua seguit a scorrere anche dopo che ero uscito dalla vasca, poi ne girai un altro che,
come mi aveva detto il Lama, versava una pasta medicata che si disciolse in acqua con moto
vorticoso. Il Lama si sedette sul bordo della piscina e fece oscillare le gambe sopra e dentro
l'acqua. "Ah!", disse, "cos va meglio. Lobsang, questo mi d molto sollievo. Presto le mie
gambe saranno di nuovo perfettamente a posto. Sar proprio un avvenimento di cui si parler
con meraviglia". Per ora smettiamo e andiamo a cercare da mangiare". Cos dicendo usc
dalla piscina e io girai la grossa ruota che fece andare da qualche parte tutta l'acqua. Stetti a
guardare finch la vasca si svuot completamente, poi aprii il rubinetto quanto bastava per
mandare via i pezzetti di tessuto cicatriziale. Ci fatto, chiusi di nuovo i rubinetti e andai a
cercare il Lama. caddi all'indietro, di nuovo morto per il mondo, profondamente
addormentato, mentre il mondo continuava a roteare. Mi tirai su di colpo a sedere in piena
oscurit, chiedendomi dove mai fossi. Appena mi sollevai, la luce si accese gradatamente, non
come succede con una candela, quando cio un momento c' buio e l'attimo dopo c' un
barlume di luce. Questa luce si accese come quella dell'alba, in modo da non sforzare gli
occhi. Sentivo il Lama Mingyar Dondup muoversi in cucina. Mi chiam. "Sto preparando la
colazione per te, Lobsang." disse "Quando andrai nella parte occidentale del mondo, dovrai
mangiare di questa roba, quindi tanto vale che cominci ad abituartici fin d'ora" e si mise a
ridere tutto contento. Era una specie di roba tra il marrone e il rossiccio, con in sovrappi
due uova, fritte credo che fossero, ma a quel tempo non avevo mai mangiato cibo fritto.
"Mi chiedo quanti anni hanno queste uova", prosegu il Lama pensieroso. Pos coltello e

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forchetta e si avvicin al contenitore in cui erano conservate le uova. "Lobsang, queste uova e
questa pancetta hanno circa tre milioni di anni e hanno un sapore fresco come se le uova
fossero state deposte soltanto ieri".
9-77 Quando arrivai alla porta, manc poco che mi girassi e scappassi. C'erano molte persone,
uomini e donne. Alcuni erano nudi. " Queste persone sono persone mantenute in vita e
un tempo vivevano su diversi pianeti. Furono portate qui vive, affinch servissero da
campione. Sappi che sono tuttora perfettamente vive! Si tratta sempre di morte apparente.
Si trovano in un bozzolo invisibile che impedisce alle cellule di funzionare. Ci sono
persone con la pelle di vario colore, bianco, marrone, castano e nero. Su alcuni mondi, poi, c'
gente dalla pelle azzurra e dalla pelle verde. Tutto dipende dal tipo di alimentazione a cui
erano abituati loro, i loro genitori e i loro nonni. Tutto dipende da una secrezione corporea che
alla base del colorito. Ma vieni a esaminare questa gente!" A titolo di prova toccai il
braccio della donna che sembrava la pi bella. Non era freddo come ghiaccio, emanava un
certo calore, pi o meno la mia temperatura .
9-78 "Adesso debbo fare un completo resoconto scritto per esporre ci che abbiamo fatto qui, come
siamo entrati, senza contare che debbo escogitare il modo per uscirne!" "Maestro" dissi un po'
irritato "ma che bisogno c' di scrivere su quanto ci capitato, dal momento che qui non ci
viene mai nessuno?" "Ma qui ne viene di gente, Lobsang. Vengono qui. Gli ignoranti
chiamano UFO i loro mezzi di trasporto. Vengono qui e occupano le stanze sopra a questa.
Vengono semplicemente per ricevere messaggi e per riferire ci che hanno scoperto. Vedi,
questi sono i Giardinieri della Terra. Hanno un ampio bagaglio di conoscenza, ma col passare
dei secoli sono in un certo qual modo peggiorati. Da principio erano persone veramente simili
a dei, dotate di un potere pressoch illimitato. Ma in seguito il 'Capo Giardiniere' ne invi
alcuni sulla terra che era stata formata - tutto questo te l'ho gi detto - e allora i Giardinieri,
che viaggiavano a una velocit molte volte superiore a quella della luce, fecero ritorno alla
loro base che si trova in un altro universo. Come spesso avviene sulla terra e, in verit, su tanti
altri mondi, scoppi una rivoluzione. A qualcuno non andava l'idea che questi sapienti, cio i
Giardinieri della Terra, si portassero via le donne a piacimento, specie quando le donne erano
mogli di qualcun altro. Immancabilmente ci furono litigi e i Giardinieri si divisero in due
partiti, che di solito io chiamo partito di destra e partito dei separatisti. Questi ultimi erano del
parere che, in considerazione delle lunghe distanze che percorrevano e delle fatiche che
affrontavano, avevano il diritto di concedersi degli svaghi sessuali. Bene, quando non
riuscivano a trovare donne della loro razza disposte ad accompagnarli, venivano sulla Terra e
sceglievano le donne pi grandi che trovavano. I risultati non furono affatto piacevoli, perch
gli uomini erano fisicamente troppo grossi per le donne. Nel gruppo venuto su questa terra ci
furono divergenze d'opinioni e i suoi componenti si divisero in due parti, una delle quali and
a vivere in oriente e l'altra and a vivere in occidente. Grazie al loro vasto sapere, costruirono
armi nucleari, partendo dalla teoria di un esplosivo al neutrone e di un'arma al laser. Poi
effettuarono una serie di incursioni nei reciproci territori, sempre con l'intenzione di rubare,
forse sarebbe meglio dire rapire, le donne dei loro avversari. Le scorribande provocavano
rappresaglie, le loro grandi navi si portavano rapidamente e continuamente da un capo all'altro
del mondo e tornavano di nuovo al punto di partenza. Ci che poi accadde fa semplicemente
parte della storia. Il partito minore, quello dei giusti, preso dalla disperazione lasci cadere
una bomba nel luogo dove era stanziato il partito dei reprobi. Al giorno d'oggi quella regione
viene messa in relazione con i Territori della Bibbia. Tutto fu distrutto. Un tempo il deserto
che c' attualmente era un mare splendido, la cui superficie era percorsa da molte
imbarcazioni. Ma quando la bomba cadde, la regione si capovolse e tutta l'acqua si rivers nel
Mediterraneo e sfoci nell'Atlantico, quella che vi rimase and a formare il Nilo. Lobsang,
noi possiamo vedere realmente tutto questo, perch qui abbiamo macchine che selezioneranno
scene provenienti dal passato". "Scene provenienti dal passato, Maestro? Si vedrebbe quello
che accaduto un milione di anni fa? Non mi pare possibile" "Lobsang, tutto vibrazione o,

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se preferisci, per usare termini pi scientifici, possiamo dire che ogni cosa ha la sua propria
frequenza. Perci, se riusciamo a trovare la frequenza di questi avvenimenti - e lo si pu fare abbiamo effettivamente la possibilit di inseguirli, possiamo far vibrare a una frequenza pi
elevata i nostri strumenti, in modo da raggiungere rapidamente gli impulsi che furono inviati
un milione di anni fa. Se poi riduciamo la frequenza delle nostre macchine, se sintonizziamo
la nostra frequenza con quelle emesse originariamente dai sapienti molto tempo fa, allora
possiamo vedere con precisione quello che accadde. E' troppo presto per parlarti di tutto
questo, ma noi viaggiamo nella quarta dimensione affinch possiamo raggiungere una
cosa nella terza dimensione. Poi, se ce ne stiamo tranquilli a sedere, possiamo davvero
osservare tutto ci che accadde e possiamo anche farci un bella risata a proposito di alcune
cose scritte nei libri di storia, paragonando quei romanzi con quanto realmente accaduto. I
libri di storia sono un delitto, perch la storia stravolge gli avvenimenti, fa imboccare strade
sbagliate. S, Lobsang, qui abbiamo la macchina, proprio nella stanza accanto, e possiamo
vedere ci che la gente chiama Diluvio. Possiamo vedere ci che la gente chiama Atlantide.
Ma, come ti ho detto, Atlantide soltanto il termine che designa le regioni che affondarono.
Sprofondarono fino a un certo punto nella zona della Turchia e altrettanto fece un certo
continente vicino al Giappone. Certo, molte di queste scene le abbiamo registrate, perch
sintonizzarsi con gli avvenimenti stessi molto complicato. Ma ci siamo sintonizzati con
molta precisione e abbiamo una registrazione completa e precisa di quanto avvenne. Adesso"
prosegu toccando alcune piccole bobine che erano disposte in file serrate contro una parete e
scegliendone alla fine una, "questo fa al caso nostro, diamogli un'occhiata". Inser la piccola
bobina in una macchina e parve che il grande plastico raffigurante la Terra - doveva avere un
diametro di circa otto metri - si animasse di nuovo. Al colmo della sorpresa, lo vidi girarsi e
spostarsi lateralmente, per poi indietreggiare ancora un po' e fermarsi. Osservai la scena che si
svolgeva su questo mondo e poi non la 'osservai' pi, perch mi ci trovavo. Ebbi la netta
sensazione di farne parte. Era un bel territorio, l'erba era la pi verde che avessi mai visto e
stavo in piedi sul limite di una spiaggia di sabbia argentea. C'era gente sdraiata, alcuni
avevano costumi da bagno molto belli e provocanti, altri non indossavano niente. Guardai
attraverso il mare luminoso. Era azzurro, azzurro come il cielo. La giornata era calma. Alcune
barchette a vela erano impegnate in una gara amichevole, per vedere quale di esse fosse la pi
veloce, quale la meglio governata. Poi, tutt'a un tratto, un rombo terrificante e la terra si
capovolse. Dove stavamo noi la terra si inclin e il mare si ritir precipitosamente, finch
davanti a noi tutto ci che riuscimmo a scorgere era quello che era stato il fondo marino. S e
no avevamo ripreso fiato, quando fummo colpiti da una sensazione molto strana. Ci
rendemmo conto che stavamo sollevandoci con rapidit in aria, non solo noi ma anche il
territorio circostante. Il piccolo rilievo di colline rocciose si alz sempre pi e si trasform in
magnifiche montagne, in una catena montuosa che si estendeva a perdita d'occhio, ovunque si
girasse lo sguardo. Mi sembrava di stare proprio sull'orlo di un tratto di terra solida, ma
appena, con circospezione e pieno di paura, scrutai in basso mi sentii rivoltare lo stomaco. Il
territorio era a un'altezza tale che credetti di essere arrivato nei Campi Celesti. Non c'era
anima viva, ero solo, spaventato, con la morte nel cuore. In trenta secondi circa il Tibet si era
alzato fino a diecimila metri. Mi accorsi di ansimare. A quell'altezza l'aria era rarefatta e ogni
respiro era un rantolo affannoso. All'improvviso, da una fenditura nella catena montuosa
scatur una massa d'acqua, spinta, a quanto pareva, da una altissima pressione. Per un po' si
calm, poi flu scendendo gi da quelle giogaie, attraversando tutta la nuova regione che in
precedenza costituiva il fondo del mare. Fu cos che nacque il maestoso Brahmaputra, che
attualmente sfocia nel golfo del Bengala. Ma quella che raggiunse il golfo del Bengala non
era acqua gradevole e pura, era inquinata da cadaveri umani e di animali, da piante, da ogni
cosa. Ci che pi importava, per, non era l'acqua. Al colmo del terrore, mi accorsi che
venivo sollevato, che il terreno si alzava, che la montagna diventava sempre pi alta e che io
salivo di pari passo. Ben presto mi trovai in una valle desolata, contornata da montagne

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imponenti, che si ergevano fino a un'altezza di circa diecimila metri. A proposito del globo,
quel simulacro del mondo era una cosa assolutamente fantastica. Non ci si limitava ad
assistere agli avvenimenti, gli avvenimenti venivano vissuti, venivano vissuti sul serio. Ma
quando la guardai davvero mi sembr di cadere, mi sembr di cadere fuori dalle nuvole, fuori
dal cielo, gi, gi, finch atterrai con leggerezza come una foglia cadente. E allora vissi gli
eventi reali di milioni di anni prima. Era il prodotto di una civilt straordinaria, molto ma
molto al di l della maestria degli artigiani o degli scienziati del giorno d'oggi. Non riesco a
convincervi abbastanza che questo significava viverlo. Mi accorsi di poter camminare. Per
esempio, c'era un'ombra oscura che mi interessava molto, volsi i miei passi verso di essa ed
ebbi la sensazione di farlo effettivamente. E allora, forse per la prima volta, occhi umani si
posarono sul piccolo monte su cui, nelle centinaia di secoli a venire, sarebbe stato eretto il
Potala.
9-87 "Adesso dobbiamo ripassare un po' di storia, di storia vera, non le falsit che mettono nei libri,
in cui la versione dei fatti va modificata per non urtare la suscettibilit di qualche potente". Mi
condusse in quella che avevamo finito per chiamare 'Sala del Mondo' e ci mettemmo seduti
nell'angolo dove era sistemato il cosiddetto 'quadro di comando'. Era davvero una cosa
meravigliosa. Quell'imitazione del mondo appariva pi grande della stanza che la
conteneva, cosa impossibile come tutti sanno. Ma il Lama intu i miei pensieri. "Certo"
disse "quando entriamo qui subiamo l'influenza della quarta dimensione, e nella quarta
dimensione si pu avere un modello che pi grande della stanza che lo contiene se quella
stessa stanza fosse tridimensionale. Ma non preoccupiamoci di quello, preoccupiamoci di
questo. Ci che stiamo vedendo in questo mondo quanto realmente accadde negli anni
passati, qualcosa che somiglia a un'eco. Se in una zona d'eco produci un forte rumore,
riceverai di rimando lo stesso suono. Ebbene, per farla breve proprio cos. Naturalmente non
una spiegazione rigorosamente precisa perch io sto cercando di dirti in termini
tridimensionali ci che si trova nella quarta dimensione. Perci, per quanto riguarda quello
che vedrai dovrai fidarti dei tuoi sensi, e ci che vedrai sar davvero di una precisione
assoluta". Si gir di nuovo e disse: "Abbiamo visto il mondo formarsi, lo abbiamo visto
popolarsi con le primissime creature, cio gli ominidi, perci riprendiamolo alla fase
successiva". La stanza si oscur ed ebbi la sensazione di cadere. La sensazione di cadere
cess e mi accorsi di trovarmi in un mondo spaventoso in modo traumatizzante. C'erano
animali enormi di una bruttezza insuperata da qualsiasi cosa avessi gi visto. Passarono grandi
creature, che agitavano le ali nell'aria emettendo il pi orrendo rumore, simile a quello del
vecchio cuoio non ingrassato. Le ali riuscivano a mala pena a sostenere il corpo di quei
mostri. Ma seguitavano a volare e ogni tanto uno di loro atterrava per raccogliere un po' di
cibo sfuggito a qualche altro mostro volante. Ma una volta scesi, restavano gi, le loro ali non
erano in grado di farli sollevare in aria ed erano privi di zampe con cui aiutarsi. Dalla palude
alla mia sinistra si udirono provenire rumori indescrivibili. Erano orribili e per la paura fui
assalito dalla nausea. Poi, proprio vicino a me, dal fango della palude emerse una testa
minuscola in cima a un collo immenso, che doveva essere lungo circa sei metri. Prima che
l'animale arrancasse a riva ci fu una grande agitazione sott'acqua. Aveva un corpo rotondo e
una coda che si affusolava per controbilanciare la forma del collo e della testa. Ma mentre lo
fissavo, temendo che potesse scorgermi, udii un fracasso orribile e schianti come se
un'immensa creatura stesse scagliandosi attraverso la foresta, schiantando tronchi d'albero
come noi spezziamo un filo di paglia. "Andiamo avanti di un secolo o due", disse il Lama, "e
cerchiamo quando sono arrivati per la prima volta gli uomini". Mi sembr di essermi assopito
o quasi, perch, quando tornai a guardare il globo ... ma no, senza dubbio non era cos, io ero
SUL globo, ero NEL globo, ne facevo parte. Ma ad ogni modo, quando sollevai di nuovo lo
sguardo vidi sfilare alcuni esseri dall'aspetto orribile, sei in tutto, dalle sopracciglia sporgenti,
con un accenno di collo, ciascuno dei quali era armato di un grosso ramo d'albero, che a
un'estremit si assottigliava a mo' di impugnatura e sull'altra presentava dei nodi o

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escrescenze che lo rendevano pi robusto di un comune pezzo di legno. Queste creature


camminavano in fila. Una di esse, una donna, camminava e nutriva un piccolo al seno. Non
facevano alcun rumore, sebbene si trovassero su terreno paludoso, non sguazzavano n
schizzavano acqua, procedevano nel silenzio pi assoluto. Li guardai finch uscirono dal mio
campo visivo, poi ancora una volta ebbi l'impressione di essermi addormentato, perch
quando alzai gli occhi vidi una citt meravigliosa. Era fatta di pietre scintillanti, variamente
colorate, c'erano ponti da una parte all'altra delle strade sorvolate da uccelli meccanici con a
bordo dei passeggeri. Poi, di colpo, tutti si girarono a guardare verso il lontano orizzonte, al di
sopra della catena montuosa. Di l si ud un vasto rombo di motori e ben presto apparve un
intero stormo di quegli uccelli meccanici che girarono sopra la citt. La gente scappava da
tutte le parti. Alcuni si inginocchiavano a pregare, ma notai che i preti, lungi dal farlo,
scappavano a gambe levate. Dopo qualche minuto di questo carosello, il fondo di quegli
apparecchi meccanici si apr lasciando cadere delle scatole di metallo. Gli uccelli meccanici
chiusero gli sportelli che avevano nella pancia e si allontanarono a tutta velocit. La citt si
sollev in aria e ricadde gi ridotta in polvere, poi udimmo l'esplosione e lo scotimento, dato
che la vista molto pi veloce dell'udito. Si sent gente gridare, presa in trappola sotto le travi
o sepolta dalle macerie. Ancora una volta mi addormentai - tutto quello che so dire al
riguardo - perch non avevo nozione che ci fossero interruzioni tra quello che avevo visto e
quello che stavo vedendo in quel momento. Era un'epoca pi recente e potei vedere erigere
una citt, una grande citt di incomparabile bellezza. Era arte autentica. Le guglie
torreggiavano alte nel cielo, intrecci decorativi di metallo di delicata fattura collegavano un
edificio all'altro. C'era tanta gente in giro, che andava qua e l per le sue faccende, faceva
acquisti, vendeva, stava ferma agli angoli delle strade, parlava di questo e di quello. Poi
sopraggiunse un fragore terrificante e un immenso stormo di quegli uccelli meccanici
attravers il cielo in formazione e tutti risero, applaudirono e fecero cenni di saluto. Gli
uccelli meccanici proseguirono per la loro strada indisturbati. Superarono la catena montuosa
e poi si udirono terribili esplosioni e rumori assordanti. Eravamo sicuri che i 'nostri' stessero
ripagando il nemico per le devastazioni che aveva provocato. Senonch gli uccelli meccanici
stavano tornando, cio non tornavano, perch non erano i nostri, erano diversi, alcuni avevano
sagome diverse, molti erano di colore diverso. Si portarono sopra la nostra citt e fecero di
nuovo cadere le loro bombe. La citt fu spazzata da un uragano di fuoco, il fuoco rugg e
infuri e ogni cosa nella citt bruci e croll al suolo. I fragili trafori che ornavano i ponti si
arroventarono, divennero incandescenti e poi si fusero al suolo. Allora il mondo stesso
vibr e si fece buio. Mi trovai seduto su una sedia accanto al Lama Mingyar Dondup.
Appariva pi triste di chiunque avessi mai visto prima. "Lobsang, queste cose accadono su
questo mondo da milioni di anni. Ci sono state persone in possesso di una cultura di grado
elevato, ma per un motivo o per l'altro hanno litigato con gli altri e ciascun partito ha
bombardato o cannoneggiato l'avversario, di modo che sono rimasti soltanto pochi esseri
umani, che si sono nascosti nelle caverne e nel giro di qualche anno sono usciti per
ricominciare da capo con una nuova civilt. E questa civilt a sua volta veniva distrutta e ogni
vestigio veniva interrato profondamente nel suolo dai coltivatori che cercavano di coltivare i
campi dilaniati dai combattimenti". "Potrei farti vedere l'intera storia del mondo", disse
poi, "ma per vederla ti ci vorrebbe tutta la vita. Perci ti mostrer soltanto alcune scene
retrospettive, come si dice, e il resto te lo esporr a voce. E' doloroso ammetterlo, ma svariate
razze umane sono state messe alla prova su questo mondo come colonizzatori. C' stata una
razza tutta nera, sopravvenuta in seguito a un grande parapiglia. Due razze bianche avevano
lottato per stabilire quale fosse la pi potente e, naturalmente, fecero ricorso alla guerra. ... Ma
i rappresentanti di questa razza nera gettarono il mondo in un orrendo caos, finch alla fine
raggiunsero un altissimo livello di civilt, molto superiore a quello nostro attuale. Ma poi due
diverse razze di popolazione nera vennero a diverbio e si diedero a una affannosa ricerca per
creare un'arma pi potente di quella dei loro avversari. Ebbene, ci riuscirono, e in qualche

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modo fu dato il segnale di lanciare questi ... questa specie di razzi, che provocarono guasti
spaventosi su questo mondo. Molte persone vennero cancellate, eliminate esattamente come si
sterminerebbe una colonia di feroci formiche. Ci sono sempre dei superstiti, perci adesso
abbiamo una razza bianca, una nera e una gialla. Un tempo ci fu una razza verde. Gli esseri
umani di quei tempi vivevano centinaia di anni, perch le loro 'cellule della memoria' erano in
grado di riprodurre con precisione le cellule morenti. E' soltanto da quando le cellule hanno
perduto la loro capacit di riprodursi accuratamente che la durata della nostra esistenza si
tanto accorciata. Ma, durante uno dei conflitti, ci furono esplosioni terribili e la maggior parte
della nube che proteggeva la terra fu soffiata via nello spazio e la luce del sole si rivers al
suo posto emanando tutti i suoi raggi mortali. La vita umana, anzich avere una durata di
sette-ottocento anni, si ridotta a circa settant'anni. Il sole non il gentile, benevolo
dispensatore di luce, eccetera, eccetera. I suoi raggi fanno male alla gente. Puoi constatarlo da
te che la pelle delle persone troppo esposte alla luce solare diventa scura. Ora, se facesse bene,
non ci sarebbe la necessit naturale di ripararsi dalla luce. Ma i raggi, quelli ultravioletti e
altri, colpirono gli esseri umani e li resero peggiori e le due fazioni dei Giardinieri della Terra
divennero ancora pi spietate. Un gruppo si comportava bene, voleva vedere la razza umana
diventare prolifica e vivere felicemente. Al contrario, chi si esponeva troppo alla luce solare
di solito era colpito da tubercolosi o da cancro. Tutte le aree del mondo, o meglio tutte le aree
occupate dalla popolazione mondiale erano predisposte ai malanni, a diverse forme di
affezioni cutanee, tanto ostinate che non c'era verso di guarirle. Dopotutto, questi raggi
potevano penetrare mura di pietra di largo spessore ed era inutile che gli abitanti del mondo
vivessero al chiuso, perch i raggi erano sempre in grado di raggiungerli. Secondo la
tradizione, in quel tempo c'erano sulla terra i giganti. S, vero. I giganti costituivano un
gruppo di Giardinieri della Terra. Erano alti due o tre volte l'uomo medio, si muovevano con
lentezza, quasi con apatia, e non amavano lavorare. Volevano fare ritorno al loro luogo
d'origine, ma quando ci provarono si resero conto che da quelle parti c'erano stati disordini.
Un gruppo di Giardinieri era formato da persone oneste e guidato da un bravo capo, ma l'altro
era un partito di gente perversa, che si abbandonava ad atti di malvagit di ogni specie ed era
insensibile ai richiami di coloro che volevano un mondo sereno, dove si potesse condurre
un'esistenza pi sana. Questi bravi Giardinieri si accorsero di quanto fosse inutile starsene nel
loro luogo d'origine, cos ancora una volta allestirono le loro navi, vi inserirono nuove barre
combustibili e decollarono dirigendosi di nuovo verso la terra. Le loro navi erano in grado
di viaggiare a una velocit superiore a quella della luce. Viaggiavano cos velocemente
che nessun essere umano poteva controllarle. Dovevano essere manovrate da una specie
di computer dotato di uno speciale scudo per tenere lontani i meteoriti, o altri intralci.
Le navi, prive di queste protezioni, sarebbero state crivellate dai meteoriti o dalla polvere
cosmica, con il risultato naturalmente di perdere aria e di far morire tutti i membri
dell'equipaggio. Infine tornarono sulla Terra e si resero conto che c'era una guerra in corso. La
fazione contraria - il partito dei Giardinieri della Terra che si comportavano male - si era
mescolata troppo liberamente con i terrestri, ai quali aveva insegnato molti dei suoi segreti.
Sin da quell'epoca il mondo andato progressivamente peggiorando e dovr esserci una
nuova guerra a livello planetario, durante la quale morir gran parte della popolazione. Molti
andranno a nascondersi nelle caverne o nei crepacci d'alta montagna. I loro Saggi li hanno
istruiti in merito a tutto ci che accadr, e cos si sono fatta l'opinione che non c' nessun
vantaggio a vivere una vita virtuosa quando c' la prospettiva che nell'arco di pochi anni la
terra stessa verr distrutta. E attualmente ci stiamo avvicinando pericolosamente a quel
momento".
9-94 Raggiungemmo la stanza e ne varcammo la soglia. Subito si accese una debole luce e
vedemmo l'aurora mutare in giorno. "Diamo un'occhiata a casaccio", propose il Lama
Mingyar Dondup. " Ma a quei tempi gli animali, la prima forma sulla terra, erano
veramente creature soprannaturali. Per esempio, probabilmente il brachiosauro era la pi

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strana che si sia mai vista. Ci sono stranezze di ogni tipo. Anche l'ultrasauro era un animale
molto caratteristico. Aveva una pressione sanguigna molto alta, perch la sua testa poteva
superare i venti metri di altezza e, per giunta, pesava un'ottantina di tonnellate, aveva due
cervelli, l'uno collocato nella sua testa faceva muovere le mascelle e le zampe anteriori, l'altro
nel suo didietro, cio proprio dietro il bacino, faceva funzionare la coda e le zampe posteriori.
9-95 Si gir verso il quadro di comando ed esamin un'intera colonna di cifre, quindi la luce che
illuminava il salone (o stanza, se cos volete chiamarla) si abbass. Per alcuni secondi
restammo al buio, poi sopravvenne una luminosit rossastra, singolarissima, in senso assoluto,
e dai poli, sia dal polo nord che dal polo sud, si sprigionarono strisce mutevoli di luce. "Quella
l'aurora boreale, o aura del mondo. Possiamo vederla perch, sebbene ci sembri di stare sulla
terra, noi siamo lontani da quella manifestazione, ecco perch la vediamo". La luce si fece pi
radiosa, divent abbagliante, tanto abbagliante che dovevamo guardarla quasi a occhi chiusi.
"Dov' il Tibet?" chiesi "Ci stiamo sopra, Lobsang, ci stiamo sopra. Tutto quello che stai
guardando laggi in basso ghiaccio". Stavo guardando quel ghiaccio, chiedendomi cosa
potesse essere, perch c'era ghiaccio verde, c'era ghiaccio azzurro e c'era ghiaccio del tutto
trasparente, trasparente come l'acqua chiara, la pi chiara che ci sia. Il Lama rise e torn a
girarsi verso la tastiera del quadro di comando. Il mondo si capovolse e tremol velocemente.
Un attimo dopo stava girando a una velocit tale che tutto era grigio, non c'era n oscurit n
luminosit, soltanto quella sensazione di grigio, poi il mondo rallent e ci rendemmo conto
che stavamo guardando una grande citt, una citt fantastica. Era una citt costruita poco
prima dell'avvento dei Sumeri. Era stata eretta da una razza della cui esistenza attualmente
non c' testimonianza scritta, in proposito non c' nulla nella storia. In realt, nei testi ufficiali
c'era soltanto un accenno molto vago ai Sumeri. Essi invece arrivarono come conquistatori,
saccheggiarono la citt, devastarono, violentarono e, dopo averla ridotta al punto da non
lasciare pi pietra su pietra, se ne andarono. Stando ai libri di storia, partirono diretti da
qualche parte e non se n' mai trovata traccia. E' naturale, perch se ne andarono dalla terra,
a bordo di immense astronavi. Non riuscivo a capire perch quella gente dovesse essere
tanto disumana da venire soltanto per distruggere una citt, cos, a quanto pareva per il solo
gusto di farlo. Naturalmente fecero prigioniere moltissime donne e pu darsi che questa sia
stata una delle tante ragioni. "Maestro, che motivo ci sarebbe di lottare se si potesse
conoscere tutto per mezzo di questi strumenti o macchine?" "No, Lobsang, ragazzo mio, le
cose non stanno cos, no. Se minimamente si pensasse che alcune persone ne sono al corrente,
allora i finanzieri disonesti irromperebbero qui dentro con i loro scherani armati, si
impadronirebbero di tutto e ucciderebbero tutti noi che ne siamo a conoscenza. Si
servirebbero degli strumenti per dominare il mondo. Pensaci. Un capitalista privo di scrupoli
che si mette a capo del mondo e tutti gli altri che diventano suoi schiavi". Tanto per
cominciare, di tutto questo abbiamo dei perfetti duplicati su nell'Artide, dove gli uomini
riescono s e no a spostarsi a causa del freddo. Ma all'interno delle catene montuose si sta al
caldo, in pace e a proprio agio. sono stati confezionati dei falsi libri, pronti a rimpiazzare
quelli veri appena i cinesi inizieranno l'invasione. Sappi che la Profezia dice che il Tibet
sopravviver finch nel nostro paese non arriveranno le ruote. Il momento in cui arriveranno
le ruote segner la fine del nostro paese. Perci, non temere, tutti i nostri tesori, tutte le nostre
grandi discipline scientifiche, che risalgono a milioni di anni fa, sono nascosti al sicuro.
Conosco il posto, ci sono stato. E anche tu lo conoscerai, perch ti sar mostrato. Io verr
ucciso durante la tua esistenza, prima che tu lasci il Tibet, e tu sarai uno dei pochissimi che
sapranno far funzionare queste macchine e provvedere alla loro manutenzione. imparerai
che si riparano da s. Dovrai fare soltanto qualche manovra e la macchina, anzi le altre
macchine ripareranno quella difettosa. Vedi, queste macchine non ne avranno ancora per
molto perch, tra molti anni, nel 1985, muteranno le circostanze e ci sar una terza guerra
mondiale che durer a lungo (chiaramente la profezia si rivelata errata). Inoltre, dopo il
2000 moltissime cose cambieranno, alcune in meglio, altre in peggio. Noi possiamo vedere

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attraverso il Documento akashico delle Probabilit. Dunque tu lo sai che l'uomo non procede
sui binari, che tutt'altro che incapace di deviare da una determinata rotta. L'uomo libero di
scegliere entro certi limiti . Tuttavia noi possiamo vedere con molta precisione ci che
accade a un paese. " "Ma come possibile captare suoni che appartengono a un passato
lontano, suoni, immagini, e via dicendo? Quando una cosa accaduta, non c' pi, finita".
"Non esatto, Lobsang. La materia indistruttibile. Le impressioni di ci che diciamo o
facciamo partono da noi e girano intorno all'universo, vi girano intorno a pi riprese. Grazie a
questa grande macchina, noi possiamo tornare indietro di circa due miliardi di anni. Pensa che
a distanza di due miliardi di anni l'immagine un po' confusa, ma ancora abbastanza luminosa
per capire di che si tratta".
9-98 Purtroppo, il nostro limite pi elevato sar tremila anni (verso il futuro), oltre il quale non
possiamo andare, le nostre immagini sono troppo vaghe e annebbiate per riuscire a decifrarle.
In pochi giorni su questa macchina tu vedrai un bel po' delle tappe migliori della tua
carriera. Ma diamo un po' uno sguardo a qualche probabilit sintonizzandoci a caso sugli
avvenimenti. Ecco qui, guarda, i fatti importanti accaduti in un posto chiamato Egitto". Il
Lama regol diversi controlli, vedemmo tutto buio e in alto, sui margine oscuro, comparvero
dei triangolo neri. Non ci capivo niente, cos il Lama spost in avanti un dispositivo di
regolazione e gradatamente il mondo si illumin. "Guarda, questa la costruzione delle
piramidi." disse "Negli anni a venire la gente si chieder in che modo questi grandi blocchi di
pietra venivano spostati a piacere senza l'aiuto di macchinari di sorta. Vengono spostati
mediante levitazione". "S", risposi. "Ho sentito parlare molto della levitazone, ma non ho la
pi pallida idea di come funziona". "Dunque, vediamo. Il mondo ha una spinta magnetica. Se
tu lanci in aria un oggetto, il magnetismo terrestre lo attira di nuovo in basso. Se cadi da un
albero vieni gi e non vai pi in su, perch il magnetismo terrestre tale che devi cadere sulla
terra. Invece noi abbiamo cose che sono antimagnetiche rispetto alla Terra. Dobbiamo tenerle
in continuazione sotto attenta sorveglianza, perch una persona inesperta che si impossessa di
una di esse potrebbe accorgersi di esser trascinata fuori dalla Terra. In tal caso si cade all'ins.
Il modo di mantenere il controllo consiste nel disporre di due griglie, l'una sintonizzata sul
magnetismo, l'altra invece contrapposta. Cos come stanno le cose, quando le griglie si
trovano in una certa posizione, le lastre fluttueranno, senza andare n in su n in gi. Se per
spingi una leva che modifica il rapporto intercorrente tra le griglie, allora la leva spinta in una
direzione rafforza il magnetismo terrestre, di modo che le lastre, o la macchina, scendono
sulla terra. Se invece vogliamo sollevarci, allora spingiamo la leva in senso contrario, di modo
che entra in funzione l'antimagnetismo e la Terra, anzich attrarre, respinge e quindi possiamo
sollevarci in aria. E' quanto facevano gli dei, quando stavano creando il mondo quale
attualmente. Un solo uomo era in grado di sollevare quei blocchi pesanti centinaia di
tonnellate e collocarli a posto senza sforzarsi. Poi, quando il blocco era esattamente nella
posizione desiderata, la corrente magnetica veniva tolta e il blocco vi rimaneva fissato grazie
alla forza di gravit terrestre. Ecco come furono costruite le piramidi, ecco come si
costruirono tante cose strane e incomprensibili. Per esempio, da secoli abbiamo mappe della
terra e siamo l'unico popolo ad averle, perch soltanto noi abbiamo questi dispositivi
antigravitazionali che sono stati usati per fare con esattezza la carta del mondo.
9-196 Si gir, fece alcuni passi, si inchin davanti a una porta e mise le mani in una certa posizione.
Vidi una parte della parete scivolare lentamente di lato nel pi assoluto silenzio, senza che la
roccia stridesse, nel silenzio pi completo, un silenzio tale da circondare tutta la faccenda di
un alone di mistero. "Forza" disse il Lama dandomi un colpetto in mezzo alla schiena, questa
una cosa che devi vedere. Questa Patra. Ecco come Patra ci apparirebbe. Naturalmente
questo globo" e ne indic uno tanto grande da riempire una vasta sala "serve soltanto a farci
vedere ci che avviene a Patra in qualsiasi momento". Mi mise la mano sulla spalla e in pochi
passi ci avvicinammo a una parete su cui erano collocati altri strumenti e uno schermo molto
grande, di cinque metri per cinque all'incirca. "Questo serve per fare qualsiasi indagine

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particolareggiata." spieg il Lama. Le luci della sala si abbassarono, mentre


contemporaneamente si intensific quella proveniente dal globo che egli aveva chiamato
Patra. Era una specie di colore - come dire? - roseo dorato, che suscitava un meraviglioso
senso di calore, unitamente all'impressione di essere veramente i benvenuti. Il Lama spinse di
nuovo uno dei pulsanti e la caligine che era nel globo, o che lo avvolgeva, spar come nebbia
di montagna ai raggi del sole. Guardai con bramosa attenzione. Era effettivamente un mondo
meraviglioso. Mi sembrava di stare in piedi su un muro di pietra, lambito dolcemente dalle
onde. Poi, proprio alla mia destra, vidi arrivare una nave. Sapevo che era una nave, perch ne
avevo visto alcune in fotografia. Ma questa nave arriv e si ormeggi al muro proprio di
fronte a me. Ne scese una folla di gente che sembrava soddisfatta di se stessa. "Questa
Patra. Qui puoi avere molti svaghi. Secondo me queste persone hanno pensato che sarebbe
stato bello fare una gita tranquilla fino all'isola. Credo che vi siano andate a prendere il t e
poi sono tornate. Qui ci troviamo molto pi in alto rispetto al mondo astrale. La gente pu
venirci soltanto se si tratta di persone, per cos dire, di prim'ordine. Diventare degni di venire
in questo posto spesso comporta terribili sofferenze, ma una volta che si arrivati e ci si resi
conto della situazione, compresa la levatura degli abitanti, ci si convince allora che merita la
sopportazione di ogni dolore. Qui possiamo viaggiare con il pensiero. Ci troviamo su questo
pianeta e vogliamo vedere una certa persona. Ebbene, la pensiamo, la pensiamo con intensit,
e se la persona in questione desidera incontrarci, tutt'a un tratto ci solleviamo da terra, ci
libriamo nell'aria e raggiungiamo velocemente la nostra meta. Dovremmo arrivarci e trovare
chi volevamo vedere, il quale ci aspetta sulla porta pronto ad accoglierci. E' un posto dove
si progredisce, dove possono venire soltanto i buoni. Possono venirci coloro che hanno
compiuto sacrifici supremi, coloro che hanno fatto del loro meglio per aiutare i loro simili,
uomini e donne. Di regola, dal corpo fisico dovremmo passare al corpo astrale. Non vedi che
nessuno ha la Corda d'Argento? Non vedi che nessuno ha il capo circondato dal vapore della
Ciotola d'Oro? Qui non ne hanno bisogno, perch tutti sono uguali. Qui abbiamo ogni sorta di
anime elette. Socrate, Aristotele, Leonardo da Vinci, e altri come loro. Qui perdono tutte le
colpe di minore importanza che avevano perch per stare sulla Terra dovevano conservarne
una. Presentavano una vibrazione cos elevata che, per l'appunto, non potevano restare sulla
Terra senza avere una parvenza di colpa. Perci Mendelsohn, o qualcun altro, prima che
potesse scendere sulla terra, doveva avere una colpa innata per quell'unica particolare
esistenza. Cos quando mor e and nel mondo astrale, allora la colpa si allontan e altrettanto
fece l'entit. Ho citato Mendelsohn, il musicista. Egli arriva sul piano astrale, dove c' una
specie di poliziotto che ritira la Corda d'Argento e la Ciotola d'Oro e lo spedisce direttamente
a Patra. Su Patra incontra amici e conoscenti, che possono parlare del loro passato ed
effettuare esperimenti che da lungo tempo desideravano fare. su questo mondo non
troverai molto da mangiare. Non ne hanno bisogno. Tutta la loro energia corporea e mentale
la trovano grazie a un sistema di osmosi, vale a dire che assorbono l'energia emessa dalla luce
di Patra. Naturalmente, se vogliono mangiare o bere, perch fa loro piacere, possono farlo
senza problemi, tranne che non possono essere ingordi, n possono fare uso di quegli alcolici
che guastano il cervello di un individuo. Simili bevande sono dannosissime, lo sai, e possono
far ritardare lo sviluppo di una persona per molte vite. Adesso diamo un'occhiata fuggevole a
tutto il posto. Qui il tempo non esiste, perci inutile che tu chieda a una persona quanto ha
vissuto qui. Si limiter a fissarti con sguardo assente e penser che tu sei qualcuno non del
tutto al corrente della situazione. La gente non si abitua mai a Patra, non se ne stanca mai, c'
sempre qualcosa di nuovo da fare, persone nuove da conoscere, ma escluso che tu possa
incontrare un nemico. Alziamoci in volo e andiamo laggi su quel piccolo villaggio di
pescatori. Non catturano i pesci nel normale senso della parola, li catturano per vedere
come possono essere perfezionati fornendoli di sensi di livello superiore. Sulla Terra, come
sai, i pesci sono veramente stupidi e meritano di essere pescati. Qui invece vengono catturati
nelle reti e tenuti in acqua, vengono trattati bene e non c' rancore da parte loro. Si rendono

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conto che noi ci diamo da fare a vantaggio di tutta la specie. Altrettanto dicasi per quanto
riguarda gli animali; su questo mondo nessuno di loro teme l'uomo. Sono piuttosto degli
amici. Ma facciamo una visita alla svelta in diversi posti, perch dobbiamo andarcene di qui e
tornare al Potala". Di colpo mi sentii sollevato in aria e mi sembr di perdere la vista.
All'improvviso mi colse un violento mal di testa e, per essere proprio sinceri, credetti di
morire. Il Lama mi agguant e mi mise una mano sugli occhi. "Mi spiace, Lobsang. Mi sono
scordato che tu non sei stato preparato alla vista nella quarta dimensione. Dovremo scendere
di nuovo a terra per circa mezz'ora". Appena ebbe detto ci, sentii che sprofondavo e poi ebbi
la graditissima sensazione di poggiare i piedi su qualcosa di solido. "Questo il mondo della
quarta dimensione, che a volte presenta effetti della quinta dimensione. Se facciamo vedere
Patra a una persona, allora questa persona deve avere una capacit visiva quadridimensionale,
altrimenti la tensione sarebbe eccessiva". Il Lama mi fece sdraiare su un lettino e mi mise
delle gocce negli occhi. Trascorsi molti minuti, mi mise degli occhiali di protezione, degli
occhialoni che mi coprivano completamente gli occhi. "Oh, adesso riesco a vedere." esclamai
"Che meraviglia". Prima le cose erano apparse belle, straordinariamente belle, ma adesso che
potevo vedere a quattro dimensioni, ci che vedevo era di una tale magnificenza che non la si
pu proprio descrivere in termini tridimensionali. Ma a forza di guardare in giro mi consumai
quasi gli occhi e poi ci sollevammo di nuovo in aria. Decisamente prima di allora non avevo
visto una bellezza del genere. Gli uomini erano di un fascino incomparabile, ma le donne, le
donne erano talmente avvenenti che dentro mi sentii rimescolare in modo piuttosto insolito.
la bellezza in senso assoluto, e la serenit sono impossibili a descriversi in un linguaggio
tridimensionale. E' come se un cieco dalla nascita cercasse di descrivere qualcosa che esiste
sulla Terra. Come se la caver con i colori? Se nato cieco, cosa ne sa dei colori, di ci che
c' da descrivere? Pu dire qualcosa a proposito della forma e del peso, ma la vera bellezza
dell'oggetto assolutamente al di l della sua comprensione. Adesso io sono cos, sono stato
sottoposto a un trattamento per essere in grado di vedere a tre dimensioni, a quattro
dimensioni e a cinque, sicch quando per me arrivato il momento di lasciare questa terr
andr dritto filato a Patra. Alcuni grandi personaggi dell'antichit erano qui su questo
mondo di Patra e si davano da fare per cercare di aiutare altri mondi, mondi bidimensionali e
mondi tridimensionali. Molte delle cosiddette invenzioni fatte sulla Terra non appartengono a
chi le rivendica. Costui o costei si sono limitati a cogliere l'idea da qualcosa che hanno visto
nel mondo astrale. Poi, una volta tornati sulla terra, con una reminiscenza di qualcosa che si
doveva inventare, si sono fatti un'idea di come farlo, hanno costruito qualsiasi cosa meritasse
di essere costruita, poi l'hanno fatta brevettare a proprio nome. "Andiamo dall'altra parte di
Patra." disse il Lama Mingyar Dondup "E' il regno dei fiori e delle piante. In particolar modo
gli alberi aspettano di vederti di nuovo". Non aveva neanche finito di parlare che arrivammo
in un posto meraviglioso, in cui c'erano fiori e alberi incredibilmente belli. Non osavo
muovermi per paura di calpestare i fiori. Il Lama mi guard e comprese la mia situazione
imbarazzante. "Oh, mi spiace, Lobsang." disse "Avrei dovuto dirtelo. Qui nel regno dei fiori
devi sollevarti di una trentina di centimetri al di sopra del suolo. E' una qualit della quarta
dimensione. Tu pensi che il suolo sia pi alto di trenta centimetri. Allora, mentre cammini
pensando che sia pi alto di trenta centimetri, tu cammini effettivamente a trenta centimetri
dal suolo dove vivono queste piante. Adesso non necessario correre rischi. Invece
visiteremo brevemente qualche altra parte di questo mondo. Per esempio, gli uomini
macchine". Macchine dotate di anima, fiori dotati di anima, gatti dotati di anima. Uscimmo
dalla cosiddetta 'Stanza Quadridimensionale' e attraversammo l'immensa sala, alla volta di
quella nota come la stanza del 'Mondo Terrestre'. C'era da percorrere circa mezzo chilometro,
sicch quando la raggiungemmo avevamo i piedi indolenziti. Il Lama Mingyar Dondup entr
e si sedette sulla panca vicino al quadro di comando e io mi sedetti al suo fianco. Il Lama
tocc un pulsante e la stanza si oscur. Invece potevamo vedere il nostro mondo illuminato da
una luce molto fioca. Distolsi lo sguardo, chiedendomi che ne fosse della luce. Poi guardai il

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globo terrestre e subito caddi all'indietro dalla panca, battendo il capo sul duro pavimento.
Mentre guardavo avevo visto uno spaventoso dinosauro con le fauci spalancate, che mi stava
fissando a una distanza di un paio di metri. Un po' imbarazzato mi alzai, vergognandomi di
avere avuto paura di una creatura morta da migliaia di anni. Vidi una catena montuosa e ai
piedi di una di quelle montagne c'era una grande orda di soldati. I civili al seguito delle truppe
comprendevano molte donne. Sembra che a quei tempi la soldatesca non potesse fare a meno
del conforto di un corpo femminile, sicch anche le donne andavano in guerra per soddisfare
gli uomini dopo una vittoria. Se poi non c'era nessuna vittoria, le donne venivano catturate dal
nemico e usate esattamente allo stesso scopo, come sarebbe accaduto se a vincere fossero
state le loro schiere. La scena si era fatta convulsa. I soldati stavano girando disordinatamente
intorno a tutto un branco di elefanti. Un uomo, in piedi sull'ampio dorso di uno di essi,
discuteva con la folla sottostante. "Ve lo dico io, questi elefanti non attraverseranno le
montagne dove c' la neve. Sono avvezzi al caldo, non potranno sopravvivere al freddo. Per
giunta, come trasporteremo tutte le tonnellate di cibo che accorrerebbero a queste bestie? Il
mio parere di togliere il carico dagli elefanti e di passarlo ai cavalli del posto. Questo il
solo modo per andare dall'altra parte". Il trambusto prosegu; erano come una combriccola di
pescivendole, che discutevano e gesticolavano, ma l'uomo degli elefanti la spunt. Gli animali
furono alleggeriti del carico e vennero radunati tutti i cavalli della zona, nonostante le
rimostranze dei coltivatori ai quali appartenevano. Naturalmente non capivo una parola di
quanto dicevano, ma lo speciale apparecchio che il Lama mi aveva messo sul capo mi
consentiva di capire tutto ci che si stava dicendo, facendomelo entrare direttamente in testa e
non tramite le orecchie. In tal modo ero in grado di osservare tutto nei minimi particolari. Alla
fine l'immensa cavalcata fu pronta e anche le donne furono fatte salire in groppa. Il corteo
si mise in cammino, inerpicandosi sul sentiero di montagna. A mano a mano che
progredivano nella salita, potemmo constatare che sarebbe stato assolutamente impossibile far
salire gli elefanti su per la stretta pista rocciosa. Quando poi ci imbattemmo nella neve,
neanche i cavalli se l'aspettavano, tanto che dovettero essere veramente tirati per la cavezza. Il
Lama Mingyar Dondup salt alcuni secoli e poi, quando ferm il movimento rotatorio,
vedemmo che c'era una battaglia in corso. Non sapevamo di che si trattasse, ma sembrava
abbastanza cruenta. Non bastava passare una persona a fil di spada, il vincitore di solito
mozzava il capo alla vittima e le teste mozze venivano gettate in una grande catasta. Per un
po' osservammo la scena, vedendo tutti quegli uomini che si ammazzavano tra di loro in
mezzo a stendardi ondeggianti e a grida rauche, mentre, ai margini del campo di battaglia, le
donne assistevano da tende di rozza fattura. A loro non importava molto quale fazione
vincesse, perch sarebbero state usate allo stesso scopo. Tuttavia guardavano, credo, pi o
meno per pura curiosit, esattamente come facevamo noi. Un tocco alla manopola e il mondo
gir pi alla svelta. Di tanto in tanto il Lama lo fermava. A me sembrava quanto mai
incredibile che ogni volta che lo faceva ci fosse una guerra in corso. Andammo avanti fino ad
arrivare all'epoca dei Crociati, di cui il Lama mi aveva parlato. A quell'epoca era 'abitudine'
dei nobili espatriare e fare la guerra contro i saraceni. Costoro, ancorch appartenenti a una
razza mite e raffinata, erano risoluti a difendere la loro terra natia. Molte nobili dinastie
inglesi si estinsero sul campo di battaglia. Poi, tutt'a un tratto, la battaglia cess. Sembrava
che entrambe le parti fossero vincenti e perdenti nello stesso tempo, giacch si mescolarono e
poi, da ultimo, gli invasori - cio i crociati - si spostarono su un lato del campo di battaglia,
mentre i saraceni andarono sul lato opposto, dove anche per loro c'erano donne in attesa. I
feriti e i moribondi venivano lasciati dove erano caduti, non essendoci altro da fare. Non
c'erano medici quindi un uomo, se rimaneva gravemente ferito, spesso chiedeva ai suoi
compagni di liberarlo dal dolore. Essi altro non facevano che mettergli in mano un pugnale e
poi se ne andavano. Se il ferito voleva sul serio mettere fine ai suoi giorni bastava che si
conficcasse il pugnale nel cuore. Alla fine vedemmo la guerra boera. Entrambi gli
schieramenti erano assolutamente convinti della legittimit della loro causa. A quanto pareva i

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boeri miravano a un bersaglio in particolare: non colpivano al cuore n allo stomaco, ma pi


in basso, in modo che l'avversario, qualora rimanesse ferito e fosse ci nonostante in grado in
qualche modo di tornare a casa, certamente non sarebbe stato pi di nessuna utilit per sua
moglie. Tutto ci mi fu spiegato sottovoce. Il mondo seguit a girare, poi sopravvenne una
guerra disumana che sembr travolgerlo in massima parte. C'era gente di ogni colore che
combatteva con armi di ogni genere, compresi grandi cannoni montati su ruote, mentre in aria
fluttuavano oggetti trattenuti da funi (adesso so che si chiamano palloni frenati). Arrivavano
talmente in alto che un uomo, stando dentro una cesta o navicella, appesa al pallone, poteva
scrutare sopra le linee nemiche, per cercare di prevederne le mosse o come dovessero essere
attaccate. Poi arrivarono in volo alcune macchine rumorose, che fecero fuoco contro i palloni
e li abbatterono in fiamme. Il suolo era tutto un pantano di sangue e di fango, ovunque erano
sparse membra e parti umane. Alcuni cadaveri erano rimasti appesi al filo spinato e ogni tanto
si udivano degli scoppi, grossi oggetti cadevano dall'alto e, quando colpivano il suolo,
esplodevano con conseguenze nefaste sia per la campagna che per il nemico. Toccando un
pulsante ci fu un cambiamento di scena. Ci si present il mare, su cui si potevano vedere dei
puntini talmente lontani da sembrare effettivamente dei puntini. Invece il Lama Mingyar
Dondup li mise pi a fuoco e allora vedemmo che si trattava di immensi bastimenti di
metallo, dotati di lunghi tubi di ferro che si muovevano avanti e indietro e vomitavano dei
grandi missili. Prima di cadere su una nave nemica, i missili coprivano una distanza di una
quarantina di chilometri. Una nave da guerra fu certamente colpita nel deposito munizioni,
perch vedemmo il missile raggiungerla e poi fu come se esplodesse il mondo. Il bastimento
si sollev e si spacc in mille pezzi. Frammenti di metallo volarono dappertutto, insieme a
corpi umani smembrati. Con tutto quel sangue che veniva gi sembrava che su ogni cosa si
posasse una nebbia rossa. Infine parve che si giungesse a una specie di accomodamento,
perch i soldati cessarono di sparare gli uni contro gli altri. Dal nostro posto di osservazione
vedemmo un soldato sollevare di nascosto l'arma e sparare al suo comandante! Il Lama
Mingyar Dondup si affrett a premere alcuni pulsanti e fummo riportati indietro nella zona
che fu teatro delle guerre troiane. "Maestro," sussurrai "perch stiamo saltando da un'epoca
all'altra, senza badare all'ordine di successione?" "Ma io ti sto facendo vedere tutto questo per
un motivo preciso." Rispose "Stai a guardare". Un soldato troiano sollev improvvisamente la
sua lancia, che and a conficcarsi diritta nel cuore del suo comandante. "Stavo per l'appunto
mostrandoti che la natura umana non cambia. L'uomo seguita a comportarsi cos. Per
esempio, un soldato il quale sparer al suo comandante, probabilmente in un'altra
incarnazione finir per compiere esattamente lo stesso gesto ". A un tratto il Lama
disse: "Lobsang, ora getteremo un rapido sguardo al futuro". Il globo si oscur, si illumin e
si oscur di nuovo. Si susseguirono strane visioni. Si vide una grande nave di linea vasta
quanto una citt. Procedeva a vapore come una regina dei mari. Tutt'a un tratto si ud uno
stridore da spezzare il cuore e la nave fu tagliata in due sotto la linea di galleggiamento dalla
punta emergente di un gigantesco iceberg. La nave cominci ad affondare lentamente.
Sopravvenne un'ondata di panico, molte persone si arrampicarono sulle scialuppe di
salvataggio, altre caddero in mare mentre la nave si inclinava. Su un ponte la banda musicale
suonava per allontanare la paura e seguit a suonare finch la nave affond con un gorgoglio
spaventoso. Grandi bolle d'aria salirono in superficie insieme a larghe chiazze d'olio. Poi, a
poco a poco, vennero a galla anche oggetti alla rinfusa, il cadavere di un bimbo, una borsetta
da donna in balia della corrente. "Questo, Lobsang, un altro argomento fuori del suo ordine
cronologico. Deve essere accaduto prima della guerra a cui hai assistito poc'anzi. Ma non
importa, puoi dare una scorsa a un libro illustrato e forse trarne tanta conoscenza come se in
quel libro tu leggessi tutto dalla a alla zeta. Sto cercando di ficcarti in testa certe cose". Spunt
l'alba. Il sole di primo mattino fece scintillare di rosso le cime degli iceberg, poi a mano a
mano che si levava si estese in basso. La luce, espandendosi, perdette la sua tonalit rossa per
trasformarsi in quella normale diurna. Il mare era disseminato da una grande quantit di

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rottami assolutamente incredibile. Sedie a pezzi, frammenti vari e, naturalmente, gli


inevitabili cadaveri, pallidi e cerei. C'erano uomini, ovvero le loro spoglie, in marsina. C'erano
donne, o quelle che erano state delle donne, anch'esse in vestito da sera, che si sarebbe potuto
per definire meglio 'svestito' da sera. Continuammo a stare in osservazione, ma non
avvistammo navi di soccorso. "Lobsang," disse poi il Lama "ci sposteremo su qualche altra
cosa. E' inutile che ci attardiamo qui, tanto non c' nulla che possiamo fare". Tese la mano
verso i pulsanti, in particolare verso una manopola che si trovava all'estremit di un'asticciola,
e il globo gir pi velocemente. Giorno, notte, notte, giorno, e cos via, e alla fine ci
fermammo. Ci trovavamo in un posto chiamato Inghilterra e la mia guida tradusse per me
alcuni nomi. Piccadilly, statua di Eros, e ogni sorta di cose del genere e poi si ferm proprio
di fronte a un venditore di giornali. Naturalmente eravamo perfettamente invisibili all'uomo,
in quanto eravamo in un'altra zona del tempo. Ci che guardavamo in quel momento doveva
ancora succedere, perch stavamo vedendo di sfuggita il futuro. Eravamo agli inizi del secolo,
ma assistevamo a qualcosa del 1939 o del 1940. Non riuscivo a distinguere del tutto i numeri,
ma non ha importanza. Tuttavia in giro c'erano dei grandi manifesti. Il Lama me li lesse.
Parlavano di un tale che si chiamava Neville Chamberlain e si recava a Berlino con
l'ombrello. Poi ci infilammo in quello che il Lama chiam un cinema, dove si proiettavano
documentari e servizi d'attualit. Su uno schermo apparvero soldati dall'espressione torva,
equipaggiati con elmetti d'acciaio e strumenti bellici. Marciavano in un modo molto strano. Il
Lama spieg che si trattava del "Passo dell'Oca, molto in voga nell'esercito tedesco". Poi il
quadro cambi per far vedere gente affamata in un'altra parte del mondo, gente che per
l'appunto moriva di fame e di freddo. Uscimmo nelle strade e saltammo qualche giorno.
Allora il Lama arrest il movimento rotatorio affinch riprendessimo fiato. Andare in giro per
il mondo passando velocemente da un'epoca all'altra era davvero un'esperienza del tutto
gravosa e sfibrante, specie per me, un ragazzo che non era mai uscito dal suo paese e che mai
prima d'allora aveva visto oggetti camminare sulle ruote. "Dunque, Maestro, tu mi hai fatto
vedere che cosa era la guerra, una guerra protrattasi per diversi anni. Adesso vorrei vedere ci
che accaduto, come andata a finire, e via dicendo". "Sta bene, allora," disse il Lama
"Torneremo all'epoca immediatamente anteriore alla fine della guerra". Si gir allontanandosi
da me e si mise a sfogliare un manuale. Poi regol le manopole del quadro di comando e il
simulacro del nostro mondo torn di nuovo in vita inondato di luce. Si vide una campagna
gravemente danneggiata e attraversata da rotaie, su cui correvano certe macchine che
trasportavano merci o passeggeri. Nel caso specifico, ce ne erano alcune che sembravano
scatole riccamente ornate e munite di ruote. Avevano i lati di cristallo ed erano tutte
circondate di guardie armate. Poi si videro dei servitori, che tiravano fuori candide tovaglie
con cui coprivano dei tavoli, mentre da diversi mobili venivano tolte le coperture contro la
polvere. Ci fu allora un momento di calma. Ne approfittai per andare ad accertarmi se la mia
'natura' funzionasse a dovere. Al mio ritorno questione di un paio di minuti - vidi ci che
sembrava un gran concorso di folla, gente che secondo me era vestita in maniera stravagante,
ma poi mi resi conto che si trattava di generali e di ammiragli. A quanto pareva,
rappresentavano tutti i paesi in guerra. Un gruppo di persone non si un agli altri. Alla fine
vennero tutti sistemati a sedere attorno ai tavoli in quella che somigliava a una scatola e che
doveva essere una specie di veicolo. Li guardai. Senza dubbio non avevo mai visto niente di
simile. Tutti gli uomini pi importanti avevano delle medaglie, addirittura dei medaglieri.
Alcuni portavano dei nastri al collo, a cui erano appese altre medaglie. Mi accorsi subito che
si trattava degli alti componenti di un governo, i quali cercavano di fare impressione sui loro
interlocutori con il metallo di cui si ornavano il collo. Mi stup davvero il fatto che gli uni
riuscissero a percepire le parole degli altri, nonostante il fastidioso tintinnio della chincaglieria
che avevano addosso. Ci fu un grande agitar di mani, i messaggeri erano occupati a portare
appunti dall'uno all'altro, perfino in un altro settore dei veicoli. Certamente non avevo mai
visto un treno prima di allora e, l per l, quanto avevo sott'occhio non mi diceva un gran che.

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Alla fine produssero un documento che si passarono di mano in mano e ciascuno vi appose il
suo nome. Era veramente sorprendente vedere i diversi tipi di firme, i diversi tipi di scrittura
e, a dire il vero, per me era del tutto evidente che una fazione non era migliore dell'altra.
"Tutto questo deve ancora succedere, Lobsang. Quella guerra terribile durata diversi anni.
Adesso costoro hanno proposto e dichiarato un armistizio, grazie al quale ognuno torner nel
proprio paese e cercher di ricostruire il suo sistema economico rovinato". Guardai fissamente
la scena. Non c'era allegrezza, tutti avevano un'espressione torva, gli sguardi non esprimevano
gioia per la cessazione delle ostilit, bens erano colmi d'odio, di un odio mortale, al punto che
potevo rendermi conto che una delle parti stava pensando: "Sta bene, stavolta hai vinto tu, ma
la prossima vedremo". Il Lama Mingyar Dondup indugi nella visualizzazione della stessa
epoca. Vidi soldati, marinai e aviatori seguitare a lottare fino allo scoccare di una certa ora di
un certo giorno. La guerra era ancora in corso, finch quel giorno e quell'ora - le undici arrivarono insieme, naturalmente, alla perdita di innumerevoli esistenze. Vedemmo un
aeroplano dall'aspetto pacifico contrassegnato da cerchi rossi, bianchi e azzurri tornare alla
sua base. Erano le undici e cinque. Quando, sbucando dalle nuvole, apparve un aereo da
combattimento, che aveva invece un aspetto malevolo. Si tuff rombando, si mise proprio alle
calcagna dell'aereo rosso, bianco e azzurro, poi il pilota premette un pulsante di fronte a lui e
dalle armi usc un getto di qualcosa che appicc il fuoco all'apparecchio che lo precedeva.
Quest'ultimo precipit in fiamme ed esplose. L'assassinio fu consumato. Si trattava di
assassinio, perch la guerra era finita. Si videro grandi bastimenti solcare i mari, carichi di
soldati che tornavano in patria. Erano sovraffollati al punto che alcuni uomini dovevano
dormire in coperta, altri nelle scialuppe di salvataggio, ma le navi andavano tutte verso un
paese molto vasto il cui indirizzo politico non capivo tanto bene. In un primo tempo aveva
venduto armi a entrambe le parti belligeranti, poi, quando alla fine partecip alla guerra, si
batt contro le sue stesse armi. Pensai che quello doveva essere sicuramente il colmo della
pazzia. Man mano che le grandi navi si avvicinavano al porto, sembrava che il posto
impazzisse per l'eccitazione. Festoni di carta venivano scaraventati qua e l come bandiere al
vento, si udivano i clacson delle automobili, le sirene delle navi, dappertutto bande musicali
che eseguivano pezzi ciascuna per conto proprio. Il frastuono era indescrivibile. Pi tardi
vedemmo quello che sembrava essere uno dei capi delle forze vincitrici percorrere in
automobile un'ampia strada fiancheggiata da immensi edifici, da tutti i piani dei quali
venivano lanciati coriandoli di carta, stelle filanti e tutte cose di quel tipo. Diversa gente
soffiava con forza in una specie di strumento che certamente non si poteva definire uno
strumento musicale. A quanto pareva, si faceva una gran festa perch ormai si sarebbe
ricavato un ingente profitto dalla vendita di armi gi appartenenti al governo ad altri paesi,
paesi pi piccoli, che volevano entrare in guerra con qualche territorio confinante. Quella che
si present su questo mondo era una scena veramente deprimente. I soldati, i marinai e gli
aviatori erano tornati nei loro paesi d'origine da vincitori, almeno lo credevano, ma adesso che
cosa avrebbero fatto per vivere? C'erano milioni di disoccupati. Non c'era denaro, molti di
loro dovevano mettersi in coda e andare una volta al giorno alla cosiddetta 'mensa dei poveri',
dove ricevevano una latta di broda schifosa, che portavano a casa per spartirla con i loro
familiari. Le prospettive erano davvero fosche. In un paese sventurati cenciosi, non pi in
grado di tirare avanti, camminavano sui marciapiedi scrutando nei rigagnoli tra il marciapiede
stesso e il pavimento stradale, in cerca di croste, di rifiuti, di cicche e di qualsiasi altra cosa.
Poi si fermavano, si appoggiavano forse a uno dei pali che reggevano fili, cartelloni o fanali, e
alla fine crollavano a terra e rotolavano nella cunetta, morti, morti di fame e di disperazione.
Gli astanti, lungi dal mostrarsi addolorati, sembravano gioirne. Certo, essendo morta un altro
po' di gente, ci sarebbe stato a disposizione un numero sufficiente di posti di lavoro. Invece
non era cos, il numero di quelle 'mense dei poveri' cresceva, parecchie persone in uniforme
andavano in giro a raccogliere i morti, li caricavano su un carro per farli portar via e, secondo
me, per farli seppellire o cremare. Osservammo parecchi particolari disseminati nell'arco di

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anni, poi in un paese vedemmo che si stavano di nuovo preparando alla guerra. Era il paese
che l'ultima volta aveva perduto. Fervevano grandi preparativi, c'erano movimenti giovanili, e
cos via. Si addestravano a volare fabbricando molti piccoli aerei sostenendo che sarebbero
serviti per diporto. Vedemmo un ometto molto buffo, con un paio di baffetti e occhi smorti,
sporgenti. Ogni qual volta appariva e cominciava a sbraitare, gli si raccoglieva intorno una
folla. Cose analoghe accadevano in tutto il mondo e in molti casi le nazioni entravano in
guerra. Alla fine scoppi un conflitto tanto grande che ne fu coinvolta la maggior parte del
mondo. "Signore," dissi "come possibile produrre immagini di una cosa che non
accaduta?" " Cose simili accadono nella quarta dimensione, noi captiamo ci che pi o
meno un'eco. Quando sarai pi grande afferrerai il significato dei corsi cronologici, delle
diverse dimensioni e cose del genere. Lobsang, c' un particolare a cui, a quanto pare, non
hai fatto attenzione. Quanto stai vedendo ora, e di cui ora parli, non accadr se non di qui a
una cinquantina d'anni". "Quando me lo hai detto, Maestro, sono rimasto quasi stordito. L per
l sembrava tutto naturale, ma ... s, adesso che ci penso, per alcune cose non abbiamo la
scienza per fabbricarle. Deve trattarsi di qualcosa che appartiene al futuro". "Esatto." disse il
Lama, accennando di s col capo. "Nel 1930 o nel 1940, o nel periodo intermedio, comincer
la seconda guerra mondiale. La guerra infurier in quasi tutto il globo terrestre. In alcuni paesi
porter la rovina totale, quelli che vinceranno la guerra perderanno la pace, quelli che la
perderanno conquisteranno la pace. Non so dirti quando comincer effettivamente la guerra.
E' inutile saperlo, tanto non possiamo farci nulla. Tuttavia dovrebbe scoppiare all'incirca nel
1939 e mancano ancora un bel po' di anni. Dopo quella guerra, cio dopo la seconda guerra
mondiale, si continuer con la guerriglia, ci saranno continui scioperi e i sindacati non
cesseranno di accrescere il loro potere e di ottenere il controllo nei loro paesi. Mi dispiace
dirti che verso il 1985 accadr qualcosa di strano che far da preludio alla terza guerra
mondiale. Sar una guerra tra popoli di ogni nazionalit e colore, una guerra che dar vita alla
razza castana. Senza dubbio le violenze carnali sono azioni spaventose, ma almeno se un
uomo nero violenta una donna bianca, si otterr un altro colore ancora, il colore castano, la
razza castana. Su questa terra dobbiamo avere un colore uniforme. uno dei presupposti di
primaria importanza per far s che la pace duri molto a lungo. "Non siamo in grado di fornire
date precise, il giorno, l'ora, il minuto e il secondo come pretendono alcuni idioti. Tuttavia si
pu dire che verso il 2000 ci sar nell'universo un'attivit intensa che si riverberer su questo
mondo. Dopo un periodo di lotta aspra e dura, la guerra si concluder con l'aiuto di gente
proveniente dallo spazio esterno, gente a cui non piace il comunismo nostrano. Ma adesso
ora di accertare se le mie gambe stanno bene abbastanza da consentirmi di camminare e di
scendere il fianco della montagna, perch poi dobbiamo tornare al Potala". Esaminammo tutte
le macchine di cui ci eravamo serviti, assicurandoci che fossero pulite, e le lasciammo nelle
migliori condizioni per quanto era nelle nostre possibilit. Controllammo che tutti gli
interruttori funzionassero a dovere, poi il Lama Mingyar Dondup e io indossammo vesti
nuove, nuove tanto per dire, perch avevano oltre un milione di anni ed erano fatte di una
stoffa meravigliosa. Se avessero potuto vederci mentre passavamo in attenta rassegna gli
indumenti per trovare qualcosa che si confacesse in modo particolare a quel po' di vanit che
ancora albergava in noi, ci avrebbero presi per due vecchie lavandaie. Alla fine fummo
soddisfatti. Io ero vestito da monaco, Mingyar Dondup indossava una toga effettivamente
d'alto rango, anche se, secondo me, aveva diritto ad averne una di grado molto superiore.
Trovammo delle vesti grandi abbastanza da mettere sopra il nostro nuovo abbigliamento,
perci le indossammo per proteggere i nostri indumenti durante la discesa dalla montagna.
"Maestro!" esclamai "Come farai a nascondere l'ingresso?" "Lobsang, non dubitare mai delle
Potest Eterne. Gi previsto che quando lasceremo questo luogo una barriera di solida
roccia, di oltre un metro di spessore, scender per nascondere l'entrata e ne far sparire ogni
traccia dall'esterno. Sicch nel momento in cui ce ne andiamo, dobbiamo tenerci per mano e
correre a precipizio, dobbiamo andarcene insieme quanto pi velocemente possiamo per

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metterci in salvo, prima che la grande roccia torni al suo posto e chiuda ermeticamente questi
segreti per impedire che i cinesi li scoprano. Te l'ho detto, i cinesi conquisteranno questo
paese e il Tibet non esister pi. Ci sar invece un Tibet segreto, costituito dai pi saggi fra i
saggi, i quali vivranno in caverne e tunnel come questi, uomini che insegneranno agli uomini
e alle donne di una nuova generazione ci che accadr molto tempo dopo, ci che riporter la
pace su questa terra". Percorremmo il passaggio e alla fine vedemmo la luce del giorno. Ci
affrettammo a pi non posso e schizzammo fuori all'aperto. Guardai in basso con affetto il
Potala e il Chakpori, poi il percorso scosceso davanti a noi e mi chiesi sul serio se ce
l'avremmo fatta. In quel momento si avvert un terrificante scossone, come fosse la fine del
mondo. La roccia che fungeva da porta era caduta e riuscivamo a mala pena a credere ai nostri
occhi. Non c'era nessuna traccia di un'apertura, nessun indizio di un passaggio. Era come se
questa avventura non fosse mai accaduta.

UNA ABDUCTION ANTE LITTERAM

(Chi parla un vecchio eremita, a cui da giovane i cinesi strapparono gli occhi per fargli rivelare
segreti che non conosceva; egli racconta al giovane Lobsang Rampa una esperienza
traumatizzante, vissuta pi di sessant'anni prima: una vera e propria "abduction" prolungata.)
7-11 "La prima cosa che ricordo era che giacevo su un soffice letto in modo assai confortevole.
Ovviamente ero giovane allora, proprio come lo sei tu ora, e pensai di essere stato trasportato
fino ai Campi Celesti. Ma non potevo vedere e sapevo che, se quella era laltra parte della
Vita, avrei avuto nuovamente la vista. Cos me ne stavo l a giacere in attesa. Dopo non molto,
dei passi molto leggeri si avvicinarono e si fermarono vicino a me. Giacevo tranquillo, senza
sapere cosa aspettarmi. 'Ah!', disse una voce che sembrava in qualche modo diversa dalle
nostre voci. 'Ah! Cos hai ripreso conoscenza. Ti senti bene?' 'Che stupida domanda, pensai,
come posso sentirmi bene se sono mortalmente digiuno? Digiuno? Ma non sentivo pi la
fame. In verit mi sentivo bene, molto bene. Cautamente mossi le dita, sentii le braccia, e non
erano pi rigide. Mi ero rimpolpato ed ero di nuovo normale, eccetto che non avevo occhi. 'S,
s, mi sento davvero bene, grazie per avermelo chiesto', risposi. La Voce disse: 'Avremmo
voluto ridarti la vista, ma gli occhi ti sono stati tolti e cos non abbiamo potuto. Riposa un po
e noi ti parleremo dettagliatamente'. Riposai; non avevo scelta. Subito caddi addormentato.
Non so in alcun modo quanto a lungo dormii, ma mi svegli un dolce concerto di campane,
un concerto di campane pi dolce e pi allegro dei migliori gong, migliore delle pi vecchie
campane dargento, pi sonoro delle trombe del tempio. Mi misi a sedere e guardai intorno
come se avessi potuto forzare la vista nelle mie orbite vuote. Un braccio gentile mi circond
le spalle e una voce disse: 'Alzati e vieni con me. Io ti condurr'. Fui condotto in quella che
era evidentemente una larga stanza e in cui cera un certo numero di persone; potevo sentire il
mormorio del loro respiro e il fruscio dei loro abiti. La mia Guida disse: 'Siedi qui', e uno
strano oggetto fu spinto sotto di me. Aspettandomi di sedere sul terreno come fanno tutte le
persone ragionevoli, mi feci quasi rientrare il collo nella schiena. Lo palpai con cura e
sembr soffice ma solido. Era sostenuto da quattro gambe e la parte posteriore era rialzata e
mi reggeva la schiena. Dapprima la mia conclusione fu che mi ritenevano troppo debole per
sedere senza sostegno, poi percepii segni di divertimento trattenuto: sembrava che quello
fosse il modo di sedere di queste persone. Mi sentivo strano e del tutto insicuro seduto in
quella maniera, e confesso francamente che mi aggrappavo con tutte le mie forze alla
piattaforma imbottita'. 'Ti meravigli', mi disse la Voce. 'Ti chiedi chi siamo noi, come mai ti

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senti cos bene. Siedi pi comodo, poich abbiamo molto da dirti e molto da mostrarti'.
'Illustre', mi lagnai, 'io sono cieco, mi sono stati tolti gli occhi, eppure tu dici che hai molto da
mostrarmi; come pu essere questo?' 'Riposa tranquillo', disse la Voce, 'perch tutto ti diverr
chiaro col tempo e con la pazienza'. I polpacci cominciavano a dolermi a forza di ciondolare
in quella strana posizione, cos tirai su le gambe provando a sedere nella posizione del loto su
quella piccola piattaforma di legno sostenuta dalle quattro gambe e con quello strano
rialzamento nella parte posteriore. Cos seduto mi sentii pi a mio agio, anche se cera
certamente la paura che, non vedendo, potessi cadere chiss dove. 'Noi siamo i Giardinieri
della Terra', disse la Voce. 'Viaggiamo negli universi mettendo persone e animali in mondi
molto diversi. Voi abitanti della Terra avete le vostre leggende su di noi, vi riferite a noi come
gli Dei del Cielo, parlate dei nostri Carri di Fuoco. Ora stiamo per darti le informazioni
riguardo lorigine della Vita sulla Terra cos che tu possa trasmettere la conoscenza a uno che
verr dopo e che andr nel mondo a scrivere di queste cose, perch tempo che la gente
sappia la Verit sui suoi Dei prima che iniziamo il secondo stadio'. 'Ma c un errore', gridai
con grande sgomento, 'io non sono che un povero monaco che salito fino a questo alto luogo
non so perch'. 'Noi, con la nostra scienza, ti abbiamo scelto', mormor la Voce. 'Tu sei stato
scelto per questo in virt della tua memoria eccezionale, che renderemo ancora pi forte. Noi
sappiamo tutto di te ed per questo che tu sei qui'. 'Avevo paura, molta paura. Cosa sapevo
di questi Giardinieri della Terra? Io non ero un giardiniere. Non conoscevo niente delle
piante, come delluniverso. Non volevo assolutamente prendere parte a questo. Cos pensando
misi le gambe sullorlo del sedile-piattaforma e mi alzai in piedi. Mani gentili ma molto ferme
mi spinsero indietro cos che mi trovai di nuovo seduto in quella stupida maniera con le
gambe penzoloni e la schiena premuta contro qualcosa dietro di me. 'La pianta non detta legge
al Giardiniere', mormor una voce. 'Qui sei stato portato e qui imparerai'. 'Intorno a me,
quando mi sedetti stupefatto e risentito, cominci una discussione importante in una lingua
sconosciuta. Voci. Voci. Alcune alte e sottili come se venissero dalla gola di nani, altre
profonde, risonanti, sonore e simili al muggire dello yak nelle praterie, allepoca
dellaccoppiamento. In qualunque luogo fossero, pensai, erano di cattivo auspicio per me,
soggetto riluttante, prigioniero involontario. Il tumulto aument fino a un crescendo. Voci
squillavano nei pi alti registri, voci tuonavano come lo strepito di tori che combattevano. Io
temevo qualche violenza, qualche colpo che mi avrebbe potuto raggiungere attraverso la mia
eterna oscurit. Strinsi forte lorlo del mio sedile, poi allentai precipitosamente la presa
appena mi venne in mente che un colpo mi avrebbe potuto far cadere con poco danno se non
mi aggrappavo; se invece avessi tenuto la presa lurto sarebbe stato pi grande. 'Non aver
paura', disse la Voce ora familiare, 'questa solo una Adunanza di Persone. Nessun danno te
ne potr venire. Stiamo solo discutendo del modo migliore per trasmetterti la dottrina'.
'Onorabile', replicai un po confuso, 'sono invero stupito nel trovare che tali Grandi si
scambiano parole proprio come il pi umile pastore di yak delle nostre colline!' Un riso
soffocato e divertito salut il mio commento. Il mio pubblico, cos sembrava, non era mal
disposto verso la mia franchezza, forse un po stolta. 'Ricorda sempre questo', riprese. 'Non
importa quanto in alto uno vada: c sempre discussione, disaccordo. C sempre qualcuno
che ha unopinione diversa da quella degli altri. Allora deve discutere, argomentare e
sostenere con forza la propria opinione, altrimenti diventa solo uno schiavo, un automa
sempre pronto ad accettare i dettami dellaltro. La discussione libera sempre ritenuta da un
ascoltatore che non comprende come il preludio alla violenza fisica'. Mi batt affettuosamente
la spalla in modo rassicurante e continu: 'Qui abbiamo persone provenienti non solo da molte
razze, ma anche da molti mondi. Alcuni vengono dal tuo stesso sistema solare, altri da
galassie molto pi in l. Alcuni, a te, sembrerebbero piccoli nani, mentre altri veri giganti, alti
sei volte la statura del pi piccolo'. Sentii i suoi passi allontanarsi mentre si muoveva per
raggiungere il gruppo principale".

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7-21 "La discussione and avanti e - secondo me - assai animatamente, ma alla fine le chiacchiere
della conversazione ebbero termine. Ci fu un gran calpestio di piedi, poi passi, piccoli passi
leggeri come quelli di un uccello che saltelli intorno a un pezzettino di cibo. Passi pesanti,
gravi come il passo massiccio di uno yak carico di peso. Passi che mi rendevano
profondamente perplesso perch alcuni di essi non parevano prodotti dagli esseri umani quali
li conoscevo. Ma i miei pensieri sul problema dei passi finirono presto. Una mano mi prese
per il braccio e una voce disse: "Vieni con noi". Un'altra mano mi prese per l'altro braccio e
fui condotto per un sentiero che ai miei piedi nudi sembrava di metallo. I ciechi sviluppano
altri sensi; sentii che stavamo passando attraverso un qualche tipo di tubo metallico, sebbene
non potessi immaginare come ci potesse avvenire. Giungemmo presto in un'area pi
spaziosa, come potevo capire dal cambiamento dell'eco. Ci fu il rumore di qualcosa di
metallico che scivolava di fronte a me, e uno degli uomini che mi stavano conducendo parl
con voce assai rispettosa a qualcuno, ovviamente molto superiore a lui. Non ho alcun modo di
sapere cosa fu detto, perch fu detto in una lingua particolare, una lingua cinguettante e
canora. In risposta a quello che era evidentemente un ordine, fui spinto avanti e l'oggetto
metallico si chiuse con un rumore soffice e scivoloso dietro di me. Rimasi l fermo in piedi,
sentendo su di me lo sguardo penetrante di qualcuno. Ci fu un fruscio di tessuto e un cigolio
che immaginai prodotto da un sedile simile a quello che mi aveva accolto. Poi una mano
magra e ossuta prese la mia mano destra e mi condusse avanti. Puoi figurarti i miei
sentimenti? Mi trovavo in un miracolo vivente, non sapevo cosa c'era davanti a me e dovevo
fidarmi senza indugio di coloro che mi guidavano. Questa persona alla fine mi parl nella mia
propria lingua: 'Siedi qui', mi disse, spingendomi gi intanto gentilmente. Io ansimavo per
l'orrore e la paura, mentre mi pareva di cadere in un letto di piume. Poi il sedile, o quello che
mai fosse, mi avvolse in una maniera insolita. Ai lati erano dei sostegni, o bracci,
probabilmente destinati a evitare di cadere se qualcuno si fosse addormentato per via di quella
strana morbidezza. La persona che mi stava di fronte sembrava assai divertita alle mie
reazioni; lo potevo constatare dal riso trattenuto, ma molte persone sembrano trarre un
divertimento dalla condizione di coloro che non possono vedere. 'Ti senti strano e impaurito',
disse la voce della persona davanti a me. Questa era decisamente un'affermazione incompleta!
'Non ti allarmare', continu, 'perch nessuno ti far del male. I nostri esami mostrano che tu
hai una memoria eccezionale, cos stai per ricevere delle informazioni - che non dimenticherai
mai - e che passerai fra molto tempo a un altro, che verr sulla tua via'. Tutto questo sembrava
misterioso e assai pauroso a dispetto delle rassicurazioni. Io non dissi niente ma sedetti
tranquillamente, aspettando i prossimi segnali, che sarebbero presto giunti. 'Stai per vedere',
continu la voce, 'tutto il passato, la nascita del tuo mondo, l'origine degli dei, e perch carri
fiammeggianti attraversino il cielo con vostro grande turbamento'. 'Signore degno di rispetto!',
esclamai, 'tu hai usato la parola vedere, ma mi sono stati tolti gli occhi, sono cieco, sono
completamente privo di vista'. Ci fu un'esclamazione piena di borbottii indicativa di un senso
di esasperazione, a cui segu una replica un poco aspra: 'Noi conosciamo tutto di te, pi di
quanto tu possa mai sapere. Gli occhi ti sono stati tolti, ma il nervo ottico c' ancora. Con la
nostra scienza possiamo collegare il tuo nervo ottico e tu vedrai quello che noi vogliamo che
tu veda'. 'Questo significa che io avr di nuovo la vista in modo permanente?', domandai. 'No,
non cos' fu la risposta. 'Ti stiamo usando per uno scopo. Darti la vista in modo
permanente significherebbe liberarti da quei legami da cui la scienza del tuo mondo non
ancora in grado di liberarti, e questo non permesso. Ora, basta parlare, convocher i miei
assistenti'. 'Subito ci fu un colpo leggero accompagnato dal rumore metallico. Segu una
conversazione; evidentemente erano entrate due persone. Sentii che il mio sedile veniva
mosso e tentai di alzarmi in piedi. Con orrore mi accorsi di essere completamente bloccato.
Non potevo muovermi, neppure con un dito. Pienamente cosciente fui trasportato su questo
strano sedile che sembrava scivolare facilmente in ogni direzione. Fui trasportato per diversi
corridoi dove gli echi mi davano molte strane impressioni. Alla fine il sedile fu girato

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completamente e le mie narici contratte furono assalite da odori fortissimi. Ci fermammo a un


ordine borbottato e delle mani mi afferrarono per le gambe e sotto le spalle. Fui facilmente
sollevato in alto, poi da un lato, infine gi. Ero allarmato; terrorizzato sarebbe anzi la parola
pi corretta. Questo terrore aument quando mi fu posta una fascia stretta intorno al braccio
destro proprio sopra il gomito. La pressione aument cos che sembrava che il braccio stesse
gonfiandosi. Poi venne una puntura nella mia caviglia destra e una sensazione straordinaria
come se qualcosa stesse scivolando dentro di me. Fu dato un ulteriore comando e sentii alle
tempie due dischi freddi come il ghiaccio. Ci fu un ronzio come di un'ape ronzante in
distanza, e sentii che la mia coscienza stava venendo meno. Lampi luminosi fiammeggianti
guizzarono davanti alla mia vista. Strisce di verde, rosso, viola, tutti i colori. Allora gridai;
non avevo la vista, e dovevo essere perci nella Terra dei Diavoli che stavano preparando
tormenti per me. Un'acuta fitta di dolore - solo una puntura, in realt, e il mio terrore si plac.
Non avevo proprio pi alcun timore. Una voce mi parl nella mia lingua, dicendo: 'Non aver
paura, non ti vogliamo fare del male. Ora stiamo facendo in modo che tu possa vedere. Quale
colore vedi ora?' Cos dimenticai la mia paura mentre dicevo quando vedevo il rosso, quando
vedevo il verde, e tutti gli altri colori. Allora urlai per lo stupore: potevo vedere, ma quello
che potevo vedere era cos strano che riuscivo a fatica a capirne qualcosa. Ma la mia vista
non era localizzata nel mio corpo, e con la mia vista potevo vedere me stesso. Fu
un'esperienza estremamente snervante, una esperienza che non vorrei mai ripetere. Ma lascia
che cominci dall'inizio. Una delle voci mi aveva chiesto di dire quando vedevo rosso, di dire
quando vedevo verde o altri colori, e poi ci fu questa terrificante esperienza, questo bianco,
stupendo lampo, e mi accorsi che stavo fissando, perch questa la sola parola che sembra
appropriata, una scena interamente diversa da qualunque cosa conoscessi. Ero in una
posizione inclinata, mezzo sdraiato, mezzo seduto, sostenuto su quella che sembrava una
piattaforma metallica. Questa sembrava essere retta da un unico pilastro, e temetti per un
momento che l'intero meccanismo sarebbe crollato, e io insieme. L'atmosfera generale era di
una tale pulizia quale non avevo mai conosciuto. I muri, di un qualche materiale brillante,
erano senza macchie, di una tinta verdastra, molto piacevole e conciliante. Intorno a questa
strana stanza, che era davvero molto ampia, secondo le mie misure, c'erano massicci
macchinari che non posso proprio spiegarti, perch non esistono parole atte a descriverti in
alcun modo la loro stranezza. C'era un uomo che stava vicino a una strana macchina.
Giudicai che fosse circa il doppio dell'altezza dei nostri pi alti guardiani. Direi che era alto
circa pi di quattro metri, e aveva la testa di forma straordinariamente conica, una testa
che finiva quasi come la punta di un uovo. Sembrava vestito di una sorta di abito verdastro
- avevano tutti un abito verde, in ogni caso - che dal collo scendeva gi fino alle caviglie e,
cosa straordinaria, copriva le braccia fino ai polsi. Io ero terrorizzato, perch, guardando le
mani, vidi che c'era sopra una sorta di pelle. Guardando dall'uno all'altro mi accorsi che tutti
avevano questo strano rivestimento sulle mani, e mi chiesi quale potesse esserne il significato
religioso, o magari pensavano che io fossi impuro e perci capace di contagiarli in qualche
modo? Il mio sguardo si allontan da questo gigante; ce n'erano due che io giudicai dai loro
lineamenti essere femmine. Una era molto scura e una era molto chiara. Una aveva i capelli in
qualche modo annodati, mentre l'altra li aveva diritti e bianchi. Le due donne mi stavano
guardando, e poi una mosse la mano nella direzione in cui non avevo ancora guardato. L vidi
una cosa assai straordinaria, un nano, uno gnomo, un corpo molto molto piccolo, un corpo
come quello di un bambino di cinque anni, pensai. Ma la testa, ah, la testa era immensa,
una grande cupola di cranio, ma privo di capelli, non si poteva vedere una traccia di
capelli. Il mento era piccolo, davvero molto piccolo, e la bocca non sembrava uguale alla
nostra, ma assomigliava pi a un orifizio triangolare. Il naso era minuto, non una
protuberanza quanto una sorta di spigolo. Era ovviamente la persona pi importante,
perch gli altri guardavano nella sua direzione con estremo rispetto. Ma poi la donna mosse di
nuovo la mano, e una voce proveniente da una persona che non avevo notato prima parl nella

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mia stessa lingua, dicendo: 'Guarda avanti, vedi te stesso?'. Dopo di ci chi aveva parlato
entr nel mio campo visivo e sembr essere del tutto normale, sembr essere, beh, direi che
dall'abbigliamento poteva essere un mercante, forse un mercante indiano, cos tu puoi renderti
conto che era normale. Cammin avanti e indic una qualche sostanza molto brillante. Io la
guardai, almeno supposi di farlo, ma la vista era al di fuori del mio corpo. Non avevo occhi,
ma dove avevano messo la cosa che vedeva al posto mio? E poi vidi, su una piccola
piattaforma attaccata a quello strano banco o sedile di metallo su cui ero reclinato, vidi la
forma di una scatola. Ero sul punto di chiedermi come potevo vedere la cosa se era essa stessa
quella con cui stavo vedendo, quando mi venne in mente che la cosa davanti a me, la cosa
luminosa, era una qualche forma di riflettore; l'uomo dalle sembianze pi normali mosse quel
riflettore lievemente, spostandone l'angolazione e l'inclinazione, e allora gridai con orrore e
costernazione perch vidi me stesso giacente sulla piattaforma. Avevo visto me stesso prima
che i miei occhi mi fossero stati strappati. A volte, quando ero andato sull'orlo di uno
specchio d'acqua e mi ero chinato per bere, mi ero visto riflesso nelle placide correnti, e cos
mi potevo riconoscere. Ma qui, in questa superficie riflettente, vidi una figura emaciata che
pareva quasi sul punto di morte. C'era una fascia intorno a un braccio e una fascia intorno a
una caviglia. Strani tubi andavano da quelle fasce in un punto che non vedevo. Ma un tubo
mi usciva da una narice e arrivava a una specie di bottiglia trasparente, legata a una verga di
metallo accanto a me. Ma la testa, la testa! Riesco a malapena a controllarmi e a stare calmo.
Dalla testa, proprio sopra la fronte, sporgeva una certa quantit di pezzi di metallo da cui
uscivano quelle che sembravano corde. Le corde erano collegate alla scatola che avevo visto
sulla piccola piattaforma di metallo accanto a me. Immaginai che fosse un'estensione del mio
nervo ottico che si congiungeva a quella scatola nera; guardai con crescente orrore e tentai di
staccare quelle cose da me, ma mi resi conto che non mi potevo muovere, non mi potevo
assolutamente muovere, neanche con un dito. Potevo soltanto giacere l e osservare quella
strana cosa che mi stava capitando. L'uomo dalle sembianze normali alz la mano verso la
scatola nera e, se fossi stato capace di muovermi, sarei arretrato in modo violento. Pensai che
stesse cacciando le sue dita nella mia vista, l'illusione era perfetta, ma invece egli mosse un
poco la scatola e io vidi altre cose. Potei vedere il retro della piattaforma su cui giacevo, potei
vedere due altre persone l. Apparivano del tutto normali; una era bianca, l'altra era gialla,
gialla come un mongolo. Mi stavano semplicemente guardando, senza dare alcun segno
visibile di notarmi. Sembravano piuttosto annoiate di tutta quella faccenda, e mi ricordo di
aver pensato allora che, se fossero state al mio posto, non si sarebbero annoiate. La Voce
parl ancora e disse: 'Bene, questa, per un breve tempo, la tua vista. Questi tubi ti
nutriranno, ci sono altri tubi che funzioneranno da drenaggio e baderanno ad altre funzioni.
Per ora tu non sarai in grado di muoverti, perch noi temiamo che, se ti permettiamo di
muoverti, tu possa, in un momento di parossismo, farti male. Sei immobilizzato solo per tua
protezione. Ma non temere, non ti accadr alcun male. Quando avremo finito, tu sarai tornato
in qualche altra parte del Tibet, migliorato di salute, e sarai normale, eccetto che ancora non
avrai gli occhi. Ti renderai conto che non potrai andare in giro portandoti appresso questa
scatola nera'. Sorrise lievemente nella mia direzione e usc dal mio campo visivo. Alcune
persone si muovevano l in giro, verificando varie cose. C'era una certa quantit di strane cose
circolari, come piccole finestre coperte di vetro finissimo. Ma dietro il vetro sembrava che
non ci fosse nulla d'importante, eccetto una piccola freccia che si muoveva o indicava certi
strani segni. Tutto ci non aveva alcun significato per me e, a prima vista, era cos
completamente estraneo alla mia comprensione che non me ne curai, perch era al di l delle
mie capacit intellettive. Il tempo passava, e io me ne stavo l disteso non rinvigorito n
stanco, ma quasi in uno stato di stasi, piuttosto privo di sentimenti e sensazioni. Certamente
non stavo soffrendo, certamente non ero pi preoccupato, ora. Mi sembrava di sentire un
sottile cambiamento nella chimica del mio corpo e poi, al margine della visione di questa
scatola nera, vidi che una persona stava girando varie manopole che venivano da tanti tubi di

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vetro, tutti collegati a una cornice di metallo. Come la persona gir queste manopole, le
piccole cose dietro alle piccole finestre di vetro si mossero in diversi modi. L'uomo pi
piccolo, che avevo ritenuto un nano, ma che, come sembrava, era il comandante, disse
qualcosa. E allora nel mio campo visivo entr colui che mi parlava nella mia lingua,
dicendomi che ora mi avrebbero fatto dormire per un certo tempo, cos che mi sarei
rinvigorito, e quando mi fossi ristorato e riposato mi avrebbero mostrato cos'era quello che mi
dovevano mostrare. Aveva appena finito di parlare che persi di nuovo conoscenza, come se
mi avessero spento. Pi tardi mi accorsi che era proprio cos, cio che erano in grado con uno
schiocco di dita d'indurre senza dolore e improvvisamente uno stato di incoscienza. Non ho
alcun modo per stabilire quanto a lungo dormii, o rimasi privo di conoscenza; poteva essere
un'ora, o anche un giorno. Mi risvegliai istantaneamente, cos come mi ero addormentato: un
istante ero privo di conoscenza, l'istante dopo ero completamente desto. Con mio profondo
rimpianto la mia nuova vista non era in funzione. Ero cieco come prima. Strani suoni mi
colpivano le orecchie, tintinnio di metalli urtati fra di loro, suono argentino di vetri, infine
passi leggeri che si allontanavano. Ci fu poi il suono scivoloso e metallico, e tutto fu
silenzioso per alcuni momenti. Passi secchi, rapidi e scanditi, giunsero al mio udito, e due
serie di passi erano accompagnate dal mormorio distante di voci. Il suono aument, fino a
entrare nella mia stanza. Ancora il rumore metallico, e le due persone di sesso femminile,
perch cos pensai che fossero, vennero verso di me ancora parlando con quei loro toni alti e
nervosi, ambedue parlando nello stesso tempo, o cos mi sembr. Si fermarono una alla mia
destra e l'altra alla mia sinistra e poi, orrore degli orrori, mi portarono via bruscamente la sola
cosa che mi copriva. Non c'era niente che potessi fare. Privo di forza e di possibilit di
movimento ero costretto a giacere l alla merc di quelle due femmine. Nudo, nudo come il
giorno in cui nacqui. Nudo davanti agli sguardi di queste donne sconosciute. Io, un monaco
che non conosceva niente delle donne (lo confesso francamente ero terrorizzato da due
donne). Ma il peggio doveva ancora venire le giovani donne mi rotolarono su un lato e mi
infilarono a forza un tubo in una parte del mio corpo non menzionabile. Un liquido entr
dentro di me e mi sembr di bruciare. Poi, senza alcuna cerimonia fui sollevato e sotto le mie
parti pi basse fu posto un contenitore molto freddo. Per ritegno devo astenermi dal descrivere
quello che accadde dopo di fronte a quelle donne. Ma quello era solamente l'inizio; esse
lavarono il mio corpo nudo da cima a fondo mostrando un'estrema e impudica familiarit con
le parti pi intime del corpo maschile. Io sentivo sempre pi caldo e intanto ero in preda alla
massima vergogna e confusione. Bacchette appuntite di metallo furono infilate dentro di me e
dalle narici furono strappati i tubi vecchi e introdotti in esse a forza e bruscamente dei nuovi.
Poi fu disteso su di me un abito dal collo fino ai piedi. Ma non avevano ancora finito; il mio
cranio fu dolorosamente lacerato e accaddero molte cose inesplicabili prima che mi fosse
applicata una sostanza assai appiccicosa e irritante. In tutto questo tempo le giovani donne se
ne stettero a ciarlare e a ridacchiare come se il diavolo avesse rubato loro il cervello. Dopo
molto tempo venne di nuovo il suono di qualcosa di metallico che scorreva e si avvicinarono
dei passi pi pesanti, mentre il chiacchierio delle donne cess. La Voce mi salut nella mia
lingua: 'Ed ora come stai?'. 'In modo terribile!', risposi con risentimento. 'Le tue donne mi
hanno completamente denudato e hanno abusato del mio corpo in una maniera davvero troppo
scandalosa'. Egli sembr trarre un intenso divertimento dalle mie rimostranze. In effetti, a dire
la verit, si contorse dalle risa, il che non contribu certo a calmare i miei sentimenti.
'Dovevamo lavarti', disse, 'dovevamo lavare il tuo corpo dalle scorie e dovevamo nutrirti con
lo stesso metodo. Poi i vari tubi e i contatti elettrici dovevano essere tolti e rimpiazzati con
altri sterilizzati. L'incisione sul tuo cranio doveva essere controllata e poi medicata. Ci
saranno soltanto delle cicatrici appena percettibili quando te ne andrai di qui'. Guarda,
qui sulla sommit della mia testa ci sono cinque cicatrici. i segni erano l, ciascuno della
lunghezza di circa cinque centimetri, ciascuno mostrava ancora una leggera depressione
bianca. Ma quelle rassicurazioni non mi avevano tranquillizzato, al contrario domandai:

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'Ma perch ho dovuto subire tali abusi da quelle donne? Non ci sono uomini, dal momento
che questo trattamento obbligatorio?' Il mio custode, perch cos io lo consideravo, rise di
nuovo e replic: 'Non essere cos scioccamente pudibondo. Il tuo corpo nudo, come tale, non
significava niente per loro. Qui tutti andiamo nudi la maggior parte del tempo quando non
siamo impegnati. Il corpo il Tempio del S e perci puro. Quelli che sono pudibondi
hanno pensieri impuri. Per quanto riguarda le donne che ti hanno accudito, quello era il loro
impegno e il loro dovere, sono infermiere e sono state educate per questo lavoro'. 'Ma perch
non mi posso muovere?' domandai, 'perch non mi permesso di vedere? Questa una
TORTURA!' 'Non ti puoi muovere' disse 'perch potresti togliere gli elettrodi e farti male.
Oppure potresti danneggiare la nostra attrezzatura. Non ti permettiamo di riabituarti troppo
alla vista, perch quando te ne andrai sarai ancora una volta cieco e pi usi la vista pi
dimentichi i tuoi sensi, sensi tattili che i ciechi sviluppano. Sarebbe una tortura se ti dessimo
la vista fino al momento in cui partirai, perch allora saresti disperato. Tu sei qui non per il
tuo piacere, ma per udire e vedere ed essere il depositario della conoscenza da trasmettere a
un altro che verr sulla tua strada e che ricever da te quella conoscenza. Normalmente questa
conoscenza verrebbe scritta, ma noi non intendiamo scatenare un'altra di quelle corse al 'Libro
Santo' o ai 'Sacri Scritti'. Della conoscenza che tu assorbirai, e che poi trasmetterai, di questo
SARA' scritto. Intanto ricorda che tu sei qui per il NOSTRO scopo, non per il tuo'.
7-41 "Io dissi: 'Ma come posso partecipare con interesse e in modo intelligente, se sono tenuto
semplicemente prigioniero, prigioniero contro la mia volont e perci non in grado di
collaborare, non avendo la pi vaga idea di ci che sta accadendo e in quale luogo?
L'uomo rimase chiaramente scosso e non poco impressionato dalla mia uscita. Sentivo che
camminava nella stanza. Avanti, un rumore di passi quando si girava, indietro e avanti di
nuovo. Improvvisamente si ferm vicino a me e disse: 'Consulter il mio superiore'. Si
allontan rapidamente e prese in mano ovviamente un oggetto duro. Si produsse uno strano
suono come huirr, huirr, huirr, e poi barr, barr, barr. Dall'oggetto giunse un suono secco e
metallico e poi come scandito. Giudicai che si trattasse di parole. L'uomo che era stato con me
parlava lentamente, emettendo lo stesso tipo di suoni particolari. Ci fu chiaramente una
discussione che and avanti per alcuni minuti. Suoni secchi provenivano dalla macchina, e
dopo un poco l'uomo torn da me. 'Prima ti mostrer questa camera', disse. 'Ti dir poi di noi,
cosa siamo, cosa stiamo facendo, e cercher di ottenere il tuo aiuto facendoti capire. Intanto,
eccoti la vista'. 'Mi giunse la luce, mi giunse la vista, e anche una vista particolare: stavo
guardando in su da sotto il mento dell'uomo, stavo guardando le sue narici. La vista dei peli
dentro le narici mi divert enormemente, per qualche ragione, e presi a ridere. L'uomo si pieg
e uno dei suoi occhi riemp la mia visione. 'Oh!', esclam, 'qualcuno ha capovolto la scatola'.
Il mondo prese a girare vorticosamente intorno a me, mi venne agitazione di stomaco e un
senso di nausea e di vertigine. 'Oh! Mi dispiace' disse l'uomo 'l'avrei dovuta spegnere prima di
ruotarla. Non importa, ti sentirai meglio fra qualche momento. Sono cose che capitano!' Ora
potevo vedere me stesso. Fu un'orribile esperienza vedere il mio corpo pallido ed esangue
disteso e con tanti tubi e strumenti attaccati. Fu un vero colpo vedere me stesso e vedere che
le mie palpebre erano perfettamente chiuse. Ero disteso su quella che sembrava una sottile
lastra di metallo sostenuta da un solo pilastro. Attaccati alla base del pilastro erano una
quantit di pedali, mentre vicino a me un bastone sosteneva bottiglie di vetro piene di liquidi
colorati. Questi erano in qualche modo collegati a me. L'uomo disse: 'Sei su un tavolo
operatorio. Con questi pedali' - li tocc - 'possiamo metterti nella direzione che vogliamo'.
Con un piede ne premette uno e il tavolo prese a oscillare. Ne tocc un altro e il tavolo
s'inclin in modo tale che temevo di cadere. Un altro, e il tavolo si sollev finch ne potei
vedere il sotto. Fu un'esperienza estremamente inquietante che mi diede stranissime
sensazioni allo stomaco. I muri erano ovviamente di metallo, di un piacevolissimo colore
verde. Mai prima d'allora avevo visto un materiale cos fine, levigato, senza alcuna
imperfezione, e certamente era stata usata una qualche forma speciale di connessura, perch

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non c'era alcun segno nemmeno laddove muri, pavimento e soffitto iniziavano o terminavano.
I muri 'fluivano', si potrebbe dire, nel pavimento o nel soffitto. Nessun angolo, nessun
margine acuto. Poi una sezione del muro scivolava da un lato con quel rombo metallico che
avevo conosciuto. Una strana testa si spinse avanti, guard brevemente intorno e poi si
allontan rapidamente. Il muro si chiuse. Sul muro davanti a me c'era una fila di piccole
finestre, alcune delle quali della misura di un palmo. Dietro di esse stavano delle lancette che
indicavano alcuni segni rossi o neri. Alcune finestre pi grandi rettangolari attrassero il mio
interesse; da esse emanava una luce azzurrina quasi magica. Strane macchie di luce si
muovevano e danzavano in forme incomprensibili, mentre ancora a un'altra finestra una linea
marrone-rossa ondeggiava in su e in gi in forme stranamente ritmiche, quasi come la danza
di un serpente, pensai. L'uomo - lo chiamer il mio custode - sorrise al mio interesse. 'Tutti
questi strumenti indicano TE' disse, 'e qui sono indicate nove onde provenienti dal tuo
cervello. Nove onde separate che indicano l'elettricit prodotta dal tuo cervello. Mostrano che
tu sei una mente superiore, che hai veramente una notevole capacit di memorizzare, ed per
questo che sei adatto al compito'. Girando molto delicatamente la scatola della vista, la punt
verso un vaso di vetro assai strano che precedentemente era stato al di l del mio campo
visivo. 'Questi', spieg, 'ti nutrono continuamente attraverso le vene e portano via le scorie dal
tuo sangue. Questi altri portano via altre scorie prodotte dal tuo corpo. Ora stiamo cercando di
migliorare il tuo stato generale di salute in modo che tu sia pronto a sopportare l'innegabile
turbamento che tutto quello che stiamo per mostrarti ti causer. Ci sar un turbamento perch
nonostante tu ti consideri un sacerdote istruito, rispetto a noi sei il pi infimo e ignorante
selvaggio, e quello che da noi usuale, a te sembrer miracoloso oltre ogni credere, e una
prima iniziazione alla nostra scienza causa di gravi turbamenti. Pure ci deve essere
rischiato, e c' un rischio anche se facciamo ogni tentativo per minimizzarlo'. Rise e disse:
'Nei riti del tuo tempio date molta importanza ai suoni del corpo, oh s! So tutto dei vostri riti,
ma hai mai sentito VERAMENTE i suoni del corpo? Ascolta!'. Girandosi, and al muro e
premette una bianca manopola lucente. Immediatamente, da una quantit di piccoli buchi
giunsero rumori che io riconobbi come i suoni del corpo. Sorridendo gir un'altra manopola e
i suoni aumentarono riempiendo tutta la stanza. Battito, battito, i suoni del cuore erano di tale
volume che il vaso di vetro dietro di me tintinn per simpatia. Un tocco ancora della
manopola, e i suoni del cuore se ne andarono e arriv il gorgoglio dei fluidi del corpo, ma cos
forte come fosse un ruscello di montagna che corre veloce nel suo letto di sassi, ansioso di
giungere al mare lontano. Poi venne il rumore profondo dei gas, simile a una tempesta che si
scagli impetuosamente su foglie e rami di alberi possenti. Tonfi e suoni sordi come se macigni
venissero fatti cadere in un lago profondo. 'Il tuo corpo', disse. 'I suoni del tuo corpo. Noi
conosciamo OGNI COSA del tuo corpo'. 'Ma tu, Indegno Custode', dissi, 'QUESTO non
rappresenta nessuna meraviglia, nessun miracolo. Noi, poveri ignoranti selvaggi, qui nel
Tibet, conosciamo bene tutto ci. Anche noi possiamo ampliare i suoni, non in modo cos
forte d'accordo, ma possiamo ugualmente farlo. Possiamo anche liberare l'anima dal corpo, e
possiamo addirittura riportarla indietro'. 'Davvero?'. Mi guard con un'espressione
canzonatoria sul viso e disse: 'Non ti spaventi facilmente, eh? Tu ci ritieni nemici, persone che
ti tengono prigioniero, eh?'. 'Signore!', replicai, 'non mi avete mostrato alcun segno di
amicizia ancora, non mi avete dato alcuna ragione per cui io debba fidarmi di voi e cooperare
con voi. Mi tenete prigioniero e paralizzato come alcuni vincitori malvagi tengono i loro
prigionieri. Ci sono alcuni fra voi che a me sembrano diavoli; noi abbiamo delle loro
immagini e li consideriamo creature da incubo provenienti da qualche mondo diabolico.
Eppure qui essi sono vostri compagni'. 'L'apparenza pu essere fuorviante', replic. 'Alcune di
queste sono le persone pi gentili. Altre, con il loro aspetto santo, potrebbero piegarsi a
qualunque bassa azione la loro mente perversa possa concepire. Eppure tu, TU - come tutte le
persone selvagge - sei portato fuori strada dalle apparenze esterne di una persona'. Si volt
andando verso il muro, e, questa volta vidi quello che fece. Si ferm di fronte a un oggetto di

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forma quadrata pieno di piccoli buchi e poi pigi un punto nero. Una luce brill sopra
l'oggetto quadrato diventando una sorta di nebbiolina luminosa. L, con mio grande stupore,
prese forma una faccia e una testa dai colori vivi. Il mio custode parl lentamente in quella
strana lingua bizzarra, e poi tacque. Col mio massimo stupore la testa ruot nella mia
direzione, e folte sopracciglia si sollevarono. Poi un piccolo sorriso severo apparve ai lati
della bocca. Una frase concisa fu gridata rabbiosamente e la luce svan. La nebbiolina
cominci a turbinare e sembr essere assorbita dal muro. Il mio custode si gir verso di me
con la soddisfazione dipinta sul volto. 'Bene, amico', disse, 'hai dimostrato di essere un
carattere forte, un uomo molto solido con cui trattare. Ora mi permesso mostrarti quello che
nessun altro membro del tuo mondo ha mai visto'. 'Si volse di nuovo al muro e dette un colpo
alla scatola nera. Si form di nuovo la nebbiolina e questa volta apparve la testa di una
giovane donna. Il mio custode le parl, ovviamente dandole degli ordini. La donna annu col
capo, guardando con curiosit nella mia direzione, e poi svan. 'Ora dovremo aspettare un po'
di minuti', disse il mio custode. 'Sta per arrivarmi un congegno speciale e poi ti mostrer dei
luoghi del tuo mondo. Citt del mondo. hai qualche desiderio del luogo che vorresti vedere?'.
'Non ho alcuna conoscenza del mondo', replicai, 'non ho mai viaggiato'. 'S, ma hai certamente
sentito parlare di QUALCHE citt', disse. 'Beh, s', fu la mia risposta, 'ho sentito parlare di
Kalimpong'. 'Kalimpong, eh? Un piccolo insediamento indiano di confine; non puoi pensare a
qualche posto migliore? Che ne diresti di Berlino, Londra, Parigi, Il Cairo? Certamente vuoi
vedere qualcosa di meglio di Kalimpong.' 'Ma Signore', replicai, 'non ho alcun interesse per i
posti che hai menzionato. Questi nomi non mi dicono nulla eccetto che ne ho sentito parlare
da alcuni mercanti, ma ci non significa niente per me, n mi interessa. Nemmeno se vedessi
riproduzioni di questi posti potrei dire se sono vere o no. Se questo vostro meraviglioso
congegno pu fare ci che tu dici, allora mostrami Lhasa. Mostrami la Porta Occidentale, la
Cattedrale, il Potala. Conosco questi luoghi e posso rendermi conto se il vostro congegno sia
vero oppure qualche astuto trucco'. Mi guard con un'espressione assai particolare sul viso;
sembrava in uno stato di massimo stupore. Poi si riprese con un sussulto ed esclam:
'Selvaggio illetterato che mi insegna il mestiere, eh? E l'amico ha pure ragione. C' in questo
nativo qualcosa di molto acuto dopo tutto. E' ovvio che debba avere una base di riferimento,
altrimenti non pu rimanere impressionato. Bene! Bene!'. 'Il pannello scorrevole fu spostato
da un lato con un movimento assai brusco e apparvero quattro uomini che conducevano una
cassa molto larga che sembrava galleggiare nell'aria. La cassa doveva essere stata di peso
considerevole perch, sebbene sembrasse galleggiare leggera, ci volle molto sforzo perch
iniziasse a muoversi, o a cambiare direzione, o a fermarsi. A poco a poco la cassa fu collegata
nella stanza dove mi trovavo disteso. Per un certo tempo temetti che stessero per capovolgere
il tavolo su cui giacevo, da quanto spingevano e tiravano. Un uomo and a urtare contro la
mia scatola della vista e i vortici che ne risultarono mi lasciarono per un certo tempo in preda
alla nausea e alle vertigini. Ma alla fine, dopo molto discutere, la cassa fu posta contro un
muro direttamente in linea con la mia vista. Tre degli uomini si ritirarono e chiusero il
pannello dietro di s. Il quarto uomo e il mio custode intrapresero un'animata discussione con
un gran gesticolare di mani. Infine il mio custode si volse verso di me dicendo: 'Dice che non
possiamo farti vedere Lhasa perch troppo vicina, dobbiamo andare molto pi lontano per
poter mettere a fuoco'. 'Non dissi niente, non feci alcun segno, e dopo una breve attesa il mio
custode disse: 'Vorresti vedere Berlino, Bombay, Calcutta?' La mia risposta fu: 'No, non
voglio, sono troppo lontane per me!' Torn indietro dall'altro uomo e segu una discussione
assai astiosa. Sembrava che l'altro volesse piangere; muoveva le mani sentendosi frustrato e in
preda alla disperazione cadde in ginocchio davanti alla cassa. Il pannello frontale della cassa
scivol via e io vidi quella che sembrava essere solo una larga finestra, e niente pi. Poi
l'uomo si prese dalle tasche alcuni pezzi di metallo e and lentamente dietro alla strana cassa
quasi strisciando. Nella finestra si accesero strane luci, vortici di colori privi di significato. Il
quadro cominci a oscillare, ondeggiare e turbinare. Ci fu un istante in cui le ombre formatesi

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POTEVANO essere state il Potala, ma potevano anche essere solo fumo. L'uomo strisci via
da dietro la cassa, mormor qualcosa e corse fuori della stanza. Il mio custode, in tono assai
dispiaciuto, disse: 'Siamo cos vicini a Lhasa che non possiamo metterla a fuoco.
7-47 " lo guardai e pensai: che meraviglia pu mai essere questa? L'uomo dice che mi pu
mostrare citt dall'altra parte del mondo, ma non mi pu mostrare il mio paese. Cos gli dissi:
'Puoi mettere qualcosa di fronte alla scatola della vista cos che io possa giudicare da me
stesso questa faccenda della messa a fuoco?' Perfettamente d'accordo annu col capo, e cerc
qua e l per un momento quasi non sapendo bene cosa fare. Poi prese dal fondo del mio tavolo
una striscia trasparente di qualcosa su cui c'erano strani segni, segni quali non avevo mai visto
prima. Era inteso ovviamente che fosse scrittura, ma si gir verso quelle che sembravano
alcune strisce e poi trov qualcosa che parve soddisfarlo immensamente perch gli procur un
piacevole sorriso. Tenne la cosa dietro la schiena mentre si avvicinava alla mia scatola della
vista. 'Bene amico!', esclam, 'ora vediamo cosa possiamo fare per convincerti'. Fece
scivolare qualcosa davanti alla mia scatola della vista, molto vicino, ma con mio stupore tutto
ci che potei vedere erano macchie, niente era chiaro. C'era una differenza, una parte era una
macchia bianca, una parte era una macchia nera, ma non significava niente per me,
assolutamente niente. Sorrise alla mia espressione, non potevo vederlo sorridere ma potevo
sentirlo sorridere; quando si ciechi si sviluppano altri sensi. 'Ah', disse, 'te l'ho fatta
capire finalmente, vero? Ora, guarda con attenzione. Dimmi quando puoi vedere cos' questo'.
Molto lentamente tir indietro la striscia scura, e piano piano mi divenne chiaro, e vidi con
considerevole stupore che si trattava della mia immagine. Confesso di non sapere come quella
immagine potesse prodursi, ma effettivamente mostrava me stesso disteso sul tavolo in atto di
guardare gli uomini che portavano dentro la cassa nera. 'Bene', disse il mio custode,
'ovviamente hai afferrato il punto. Perch tu possa capire meglio rifacciamolo da capo'.
'Ora' disse 'apprezzerai il nostro problema. Noi abbiamo una macchina o congegno, chiamalo
come vuoi, che un equivalente assai pi grande di questa scatola che stiamo usando su di te,
ma il principio sarebbe assolutamente al di l della tua comprensione. E' tale, tuttavia, che ci
consente di vedere tutt'intorno questo mondo, ma non possiamo vedere niente che sia al di
sotto della distanza di cinquanta miglia. Questa distanza troppo piccola, proprio come
quando ho messo questo a pochi centimetri dalla scatola della vista e tu non potevi vederlo. Ti
far vedere Kalimpong'. Con ci si spost e fece qualcosa ad alcune manopole che erano sul
muro. Le luci nella camera si affievolirono, non erano spente, ma erano affievolite cos che la
luce era simile a quella che segue immediatamente il tramonto del sole al di l dell'Himalaya.
Il mio custode gir dietro la grande cassa e le sue mani mossero qualcosa che non potevo
vedere. Immediatamente nella cassa presero a scintillare delle luci, e lentamente si and
formando una scena. Gli alti picchi dell'Himalaya e una carovana di mercanti su una pista che
attraversava un piccolo ponte di legno, sotto cui un torrente dalle acque impetuose minacciava
di inghiottirli qualora fossero scivolati. Raggiunsero l'altro lato e seguirono un sentiero
attraverso una zona di pascolo selvatico. Per alcuni minuti li guardammo, e la visione fu
quella che otterrebbe un uccello, una visione come se uno degli Dei del Cielo tenesse la
scatola della vista e fluttuasse dolcemente sul terreno ancora arido. Il mio custode mosse di
nuovo le mani e ci fu un offuscamento assoluto, qualcosa entr nel mio campo visivo e se ne
and. Il mio custode mosse le mani nella direzione opposta, l'immagine si ferm; no, non era
un'immagine, era la realt, la verit. Stavamo guardando gi attraverso un buco nel cielo.
Sotto vidi le case di Kalimpong, vidi le strade affollate di mercanti, vidi monasteri con lama
dalla veste gialla e monaci dalla veste rossa. Era tutto molto strano. Avevo una qualche
difficolt nel localizzare i posti perch ero stato a Kalimpong solo una volta, e quando ero un
ragazzino, e avevo visto Kalimpong dal livello dei piedi, dal livello di un bambino. Ora la
stavo vedendo, beh, credo che la stessi vedendo dall'aria, come la vedono gli uccelli. Il mio
custode mi stava guardando attentamente. Mosse certe cose e l'immagine o il paesaggio, o
come si voglia chiamare quella cosa meravigliosa, prese a sfuocarsi velocemente e poi a

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ristabilizzarsi. 'Qui', disse l'uomo, 'c' il Gange che, come sai, il Fiume Sacro dell'India'.
Sapevo molto del Gange. Qui davanti a me, senza ombra di dubbio, era il vero Fiume
Gange. Poi, con mia grande sorpresa, mi resi conto che stavo udendo, cos come potevo
vedere. Potevo udire gli ind cantare, e poi ne vidi la ragione. Avevano un corpo disteso su
una terrazza al bordo dell'acqua e lo stavano spruzzando con l'Acqua Sacra del Fiume Gange
prima di trasportarlo sulle pire. Il fiume era pieno di folla, sembrava assolutamente incredibile
che nel mondo ci potessero essere tante persone, per di pi in un fiume. Le donne si stavano
spogliando in maniera assolutamente priva di pudore sulle rive, e cos facevano gli uomini.
Mi sentii diventare tutto caldo a una simile visione, ma poi pensai ai loro Templi, i Templi a
terrazze, le Grotte, le Colonnate, e guardai impressionato. Questa era davvero la realt, e
cominciai a sentirmi confuso. Il mio custode - perch, devo sempre ricordarmelo, era il mio
custode - mosse qualcosa e l'immagine risult confusa. Guard attentamente dentro quella
finestra e poi la confusione cess con una sorta di sbalzo. 'Berlino', disse. Bene sapevo che
Berlino era una citt in qualche posto nel mondo occidentale, ma tutto ci era cos strano che
veramente non mi diceva molto. Guardai in gi pensando che forse era il nuovo punto di vista
che cambiava ogni cosa. Qui c'erano alti edifici assolutamente uniformi in misura e forma.
Non avevo visto tanto vetro in tutta la mia vita, c'erano finestre di vetro ovunque. E poi, su
quello che sembrava un piano stradale assai duro, c'erano due barre di metallo poste proprio
nella strada. Erano lucenti e assolutamente uniformi quanto alla loro reciproca distanza. Non
riuscivo proprio a capire. Dietro un angolo, ma entro il mio campo visivo, camminavano due
cavalli, uno dietro l'altro e, non mi aspetto che tu mi creda, stavano trainando quella che
sembrava una scatola di metallo su ruote. I cavalli camminavano entro le barre di metallo e le
ruote della scatola di metallo giravano effettivamente lungo queste barre. La scatola aveva
finestre, e guardando dentro potei vedere delle persone, delle persone dentro la scatola, delle
persone che erano trainate. Proprio di fronte alla mia vista (stavo quasi per dire 'di fronte ai
miei occhi' tanto ero abituato ora a quella scatola della vista) quella strana macchina si ferm.
Le persone uscirono dalla scatola e altre vi salirono. Un uomo and davanti, di fronte al primo
cavallo, e lo incit con un bastone. Poi rientr nella scatola di metallo e ripart, allora la
scatola gir a sinistra, uscendo dalle due barre del tracciato principale per seguire su altre due
barre un altro percorso. Ero cos interessato e stupito che non potevo guardare niente altro,
non avevo tempo per niente altro. Solo quella strana scatola di metallo a ruote che portava in
giro le persone. Ma poi guardai ai lati della strada, dove erano delle persone. C'erano uomini
con abiti notevolmente stretti. Avevano delle coperture sulle gambe che sembravano molto
molto strette, e sottolineavano i contorni esatti delle gambe. E sulla testa di ciascun uomo si
vedeva una strana cosa a forma di ciotola rovesciata, con un bordo stretto intorno. Li trovavo
molto divertenti e assai bizzarri, ma poi guardai le donne. Non avevo mai visto niente di
simile. Alcune di queste donne erano quasi scoperte sulla sommit del corpo, mentre la parte
pi bassa del corpo era completamente avvolta in quella che sembrava essere una tenda nera.
Sembrava che non avessero gambe, non si potevano neanche vedere i loro piedi. Con una
mano afferravano un lato di quella sorta di tenda nera, ovviamente nel tentativo di evitare che
il fondo si trascinasse nella polvere. Guardai ancora un po', guardai gli edifici, e alcuni di
questi erano veramente nobili edifici. Gi nella strada, una strada molto ampia, venne un
corteo di uomini. Dal primo gruppo di uomini proveniva della musica. C'era tanto scintillio, e
mi chiesi se gli strumenti che avevano fossero d'oro e d'argento, ma quando si avvicinarono
potei vedere che gli strumenti erano di ottone e taluni di metallo semplice. Erano tutti uomini
grandi con facce rosse, tutti vestiti con la stessa uniforme marziale. Scoppiai a ridere per il
modo rigido e impettito con cui camminavano. Portavano in alto le ginocchia cos che la
coscia era quasi orizzontale. Il mio custode mi sorrise e disse: 'S, davvero una marcia assai
strana, ma quello il passo dell'oca tedesco che l'esercito tedesco usa in occasione di
cerimonie'. Il mio custode mosse di nuovo le mani, ancora una volta ci fu un offuscamento,
ancora una volta le cose al di l della finestra della scatola si dissolsero in una nebbiolina, poi

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si ebbe una visione stabile. 'Russia', disse il custode, 'la terra degli Zar. Mosca'. Guardai, e
vidi tanta neve che ricopriva quella terra. Anche qui avevano degli strani veicoli, come non
avevo mai immaginato. C'era un cavallo attaccato a quella che sembrava una larga
piattaforma piena di sedili. La larga piattaforma era sollevata diversi centimetri da terra
mediante oggetti che sembravano strisce piatte di metallo. Il cavallo trainava questa
invenzione bizzarra, che muovendosi lasciava sulla neve una depressione. Tutti indossavano
pellicce e dalla bocca e dalle narici usciva il respiro sotto forma di vapore gelato. Sembravano
quasi azzurri per via del freddo. Mi misi poi a guardare alcuni edifici, pensando a quanto
erano diversi da quelli che avevo visto prima. Erano strani, erano grandi muri che salivano, e i
tetti erano a forma di bulbo, simili a cipolle rovesciate con le radici rivolte in alto, verso il
cielo. 'Il Palazzo dello Zar', disse il mio custode. Poi fui attratto da uno scintillio di acqua, e
pensai al nostro Fiume Felice che non avevo visto da tanto. 'Questo il Fiume di Mosca',
disse il mio custode. ' davvero un fiume molto importante'. Su di esso navigavano strane
imbarcazioni fatte di legno e dotate di grandi vele. C'era poco vento, e cos le vele pendevano
flaccide, e gli uomini avevano dei pali con le estremit piatte che muovevano in modo che
queste estremit erano immerse nel fiume, e spingevano l'imbarcazione. Ma tutto questo...
beh', non ne vedevo la ragione, cos dissi all'uomo: 'Signore, ho visto indubbiamente delle
meraviglie, certamente ricche d'interesse per molti, ma qual il punto, cosa stai cercando di
provarmi ?'. Un pensiero improvviso mi irruppe nella mente. Nelle ultime ore qualcosa stava
fluttuando nel retro della mia mente, qualcosa che ora salt nella mia coscienza con evidente
chiarezza. 'Signore, custode!', esclamai, 'Chi sei tu? Sei Dio?' Mi guard piuttosto pensoso
come fosse perplesso per quella che era ovviamente una domanda inaspettata. Si tocc il
mento e si arruff i capelli, scrollando leggermente le spalle. Poi replic: 'Tu non capiresti. Ci
sono alcune cose che non possono essere comprese a meno che non si abbia raggiunto un
certo stadio. ... Nella tua terminologia non ci sono parole n concetti capaci di spiegare la
situazione. Prima che si possa trattare un argomento, il primo requisito che entrambe le parti
comprendano i medesimi termini, concordino su certi precetti. Per il momento posso solo dirti
che sono uno che pu essere simile ai lama medici dei tuo Chakpori. Mi sono assunto la
responsabilit di prendermi cura del tuo corpo fisico e di prepararti affinch tu sia pronto a
ricevere la conoscenza, quando lo riterr opportuno. Finch non sarai pieno di questa
conoscenza, qualunque discussione su chi o cosa io sono sarebbe inutile. Accetta, solo per il
momento, che quello che stiamo facendo per il bene degli altri e che, anche se sei
profondamente irritato per quelle che consideri libert che ci stiamo prendendo con te,
tuttavia, quando conoscerai i nostri intenti, quando saprai quello che siamo e quello che tu e la
tua gente siete, cambierai opinione'. Detto questo spense la mia vista e lo sentii lasciare la
stanza. In qualche modo, per qualche tempo mi abbandonai a un tranquillo sonno privo di
sogni. Il mondo si stava spostando. Sembrava che ogni cosa stesse salendo e cadendo. Una
forte sensazione di movimento e poi un CLANG metallico mi svegliarono bruscamente dal
mio assopimento. Mi stavo muovendo, la tavola su cui ero disteso si stava muovendo. Venne
poi il tintinnio di tutti gli oggetti di vetro anch'essi mossi. Come mi ricordai, tutte quelle cose
erano state attaccate al tavolo. Ora ogni cosa era in movimento. Delle voci erano intorno a me.
Voci alte, voci basse che discutevano su di me, temetti. Ma quali strane voci, cos diverse da
qualunque cosa avessi conosciuto. Ci fu un movimento della mia tavola, ma un movimento
silenzioso. Nessuno spostamento, nessuno stridore, solo un fluttuare. Il moto del tavolo
cambi direzione. Ovviamente venivo condotto per un corridoio. Presto entrammo in quella
che era chiaramente una vasta sala. Gli echi davano una risonanza di grandi distanze. Infine il
mio tavolo oscill verso il basso procurandomi un senso di nausea, e mi trovai su quello che
la mia esperienza mi diceva essere un pavimento di ROCCIA . C'era un continuo
chiacchiericcio, in una lingua a me del tutto sconosciuta. Quando il mio tavolo di metallo si
pos sul pavimento di roccia, una mano mi tocc la spalla e la voce del mio custode disse:
'Ora ti daremo la vista, dovresti essere sufficientemente riposato per il momento'. Ci fu una

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specie di cigolio e di suono metallico. Intorno a me presero a turbinare i colori, mentre le luci
lampeggiarono, poi si affievolirono e infine si stabilizzarono in un ritmo regolare. Non un
ritmo che comprendessi, non un modello che mi comunicasse qualcosa. Stavo l disteso
chiedendomi cosa fosse tutto ci. Ci fu un silenzio di attesa. Potevo SENTIRE che delle
persone mi guardavano. Poi una domanda breve, secca, gridata, mentre i passi del mio
custode venivano rapidamente verso di me: 'Puoi vedere?', mi chiese. 'Vedo una forma
curiosa', risposi, 'vedo qualcosa che non ha alcun significato per me, un ritmo di linee
ondulate, di colori oscillanti e di luci lampeggianti. Questo tutto ci che vedo'. Mormor
qualcosa e corse via. Ci fu una conversazione a bassa voce e il suono di oggetti metallici che
venivano toccati. Le luci presero a guizzare e i colori a brillare, e tutto cominci a turbinare in
una folle estasi di colori sconosciuti, e io vidi. C'era una vasta caverna alta circa sessanta
metri o pi. La sua altezza e la sua larghezza erano al di l delle mie possibilit di calcolo,
perch svanivano nell'oscurit molto oltre il mio campo visivo. Il luogo era enorme e
conteneva quello che potevo solo paragonare a un anfiteatro, i cui sedili erano occupati da come potrei chiamarle? - creature che avrebbero potuto solo venire da un catalogo di dei e
diavoli. Per quanto strane fossero queste cose, tuttavia un oggetto ancora pi strano pendeva
sospeso nel centro dell'arena. Un globo che mi parve il mondo era appeso davanti a me, e
ruotava lentamente mentre lontano brillava una luce come la luce del sole brilla su questa
Terra. Ora ci fu un silenzio assoluto, e le strane creature mi guardavano. Io guardavo loro,
sebbene mi sentissi piccolo e totalmente insignificante di fronte a quella enorme moltitudine.
C'erano piccoli uomini e donne, perfettamente simili a dei in ogni dettaglio e aspetto, e che
irradiavano un'aura di purezza e di calma. Ce n'erano altri simili anch'essi a uomini ma con
una curiosa e quasi incredibile testa d'uccello completa di squame o penne (non riuscivo a
distinguere), e con le mani che, sebbene di forma umana, avevano sempre incredibili squame
e artigli. C'erano anche dei giganti, creature immense che in lontananza sembravano statue e
superavano di gran lunga i compagni pi piccoli. Questi erano innegabilmente umani, ma di
tali dimensioni da superare ogni possibilit di comprensione. Uomini e donne, o maschio e
femmina, e altri che potevano essere sia l'uno che l'altro, o nessuno dei due. Erano seduti e mi
guardavano, mentre io mi sentivo sempre pi a disagio sotto il loro sguardo fisso. Da una
parte sedeva una creatura simile a un dio, dall'aspetto austero ed eretto. Abbigliato con colori
vivi e fastosi sedeva maestoso e regale come un dio nel suo paradiso. Poi parl, sempre in una
lingua sconosciuta. Il mio custode corse verso di me e piegandosi disse: 'Ti metter questi
congegni nelle orecchie, e allora tu capirai ogni parola che venga detta qui. Non aver
paura'. Afferr il margine superiore del mio orecchio destro e lo tir gi con una mano, con
l'altra inser un piccolo congegno nell'orifizio dell'orecchio. Poi si pieg dall'altra parte e fece
lo stesso al mio orecchio sinistro. Gir una piccola manopola attaccata a una scatola dietro al
mio collo e udii dei suoni. Mi sembr di poter comprendere la strana lingua che poco prima
era stata incomprensibile. Ma ora c'era tempo per meravigliarsi di questo miracolo, dovevo
per forza ascoltare le voci intorno a me, voci che ora capivo. S, ma la grandezza dei
concetti era molto al di sopra della mia limitata immaginazione. Ero un povero prete
proveniente da quella che era stata definita 'la terra dei selvaggi', e la mia comprensione non
era sufficiente per rendermi capace di percepire il significato di quello che ora udivo e avevo
pensato essere intelligibile. Il mio custode si rese conto che mi trovavo in difficolt e si
affrett di nuovo verso di me. 'Cosa c'?', bisbigli. 'Sono troppo ignorante per comprendere il
significato delle parole se non le pi semplici', risposi a mia volta sussurrando. 'Le cose che
ho ascoltato non hanno alcun significato per me; non riesco a comprendere pensieri tanto
elevati'. Con un'espressione assai preoccupata and esitando verso un grande ufficiale abbigliato con abiti fastosi - che stava vicino al Trono del Grande Capo. Segu una
conversazione bisbigliata, poi i due camminarono lentamente verso di me. Cercai di seguire la
conversazione che si stava svolgendo su di me, ma senza successo. Il mio custode si pieg
verso di me e sussurr: 'Spiega all'Assistente la tua difficolt'. 'Assistente?', gli dissi, 'non so

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nemmeno cosa significhi questa parola'. Mai prima di allora mi ero sentito cos inadeguato,
cos ignorante, cos profondamente frustrato. Mai prima di allora mi ero sentito cos fuori di
posto. La persona dell'Assistente mi sorrise e disse: 'Capisci quello che ti sto dicendo?'.
'Certamente Signore', fu la mia risposta, 'ma sono assolutamente all'oscuro dell'intera
questione del discorso del Grande Capo. Non riesco a COMPRENDERE l'argomento, i
CONCETTI sono al di l di me'. Annu col capo e replic: 'Ovviamente colpa del nostro
traduttore automatico, infatti non adatto al tuo metabolismo n al modello del tuo cervello.
Non preoccuparti, il Medico-Generale, a cui credo ti riferisca come al tuo custode, si occuper
della faccenda e ti preparer per la prossima seduta. Colui che era stato definito Assistente
raggiunse il Grande Capo e gli parl tranquillamente. Tutto appariva privo di fretta,
tranquillo. Il Grande Capo annu, e l'Assistente chiam con un cenno quello che era stato
denominato Medico-Generale, cio il mio custode. Questo si mosse e ci fu una discussione
animata. Alla fine il mio custode port la mano destra alla testa, nello strano gesto che avevo
notato, si volse e cammin vivacemente verso di me, facendo allo stesso tempo dei gesti a
qualcuno evidentemente al di fuori del mio campo visivo. Il discorso continuava. Non c'era
stata alcuna interruzione. Un uomo molto grosso stava in piedi e io ebbi l'impressione che
stesse discutendo di qualcosa che riguardava le provviste di cibo. Una strana donna si alz in
piedi fornendo una sorta di risposta. Sembrava una vibrata protesta contro qualcosa che
l'uomo aveva detto. Poi con la faccia rossa - d'ira? - si sedette bruscamente. L'uomo continu
imperturbabile. Il mio custode mi raggiunse e mormor: 'Mi hai disonorato, HO DETTO che
tu eri un selvaggio ignorante', e mi strapp con malumore i congegni dalle orecchie. Con un
rapido movimento della mano fece qualcosa che mi priv all'istante di nuovo della vista.
Intanto nasceva in me la sensazione che il mio tavolo si stesse muovendo e fosse portato via
dall'enorme caverna. Senza nessuna cura, il mio tavolo col suo equipaggiamento fu spinto
lungo il corridoio, poi vennero dei suoni secchi e metallici, un improvviso cambiamento di
direzione e una sensazione spiacevole di cadere. Con un rumore metallico il mio tavolo urt il
pavimento e io pensai di trovarmi di nuovo nella stanza metallica da cui venivo. Voci che
discutevano, fruscio di abiti e il rumore di passi, poi il suono della porta metallica che
scorreva su se stessa, e fui lasciato di nuovo solo con i miei pensieri. La porta si apr con
stridore e un chiasso di chiacchiere e risatine riemp la stanza: di nuovo quelle femmine
innominabili. Con grande slancio mi tolsero l'unico lenzuolo lasciandomi di nuovo nudo come
un neonato. Senza cerimonie fui piegato su un lato, mentre sotto di me fu posto un lenzuolo
freddo e umido, e poi violentemente ripiegato sull'altro lato. Ci fu un forte strattone quando
l'estremit del lenzuolo fu tirata ulteriormente sotto di me: per un momento temetti di
precipitare gi dal tavolo. Fui afferrato da mani femminili che mi stropicciarono
energicamente con soluzioni forti e pungenti, e poi fui asciugato rudemente con quella che mi
parve una vecchia tela di sacco. Le parti pi intime del mio corpo furono stimolate ed eccitate
e furono poi introdotti strani apparecchi. Il tempo procedeva lentamente; io ero stimolato
quasi al di l di ogni sopportazione, ma non c'era niente che potessi fare, perch ero stato
immobilizzato tenendo conto di qualunque eventualit. Improvvisamente inizi un tale assalto
su di me, che in un primo momento temetti di venire torturato. Le donne mi afferrarono le
braccia e le gambe e cominciarono a girarle e a piegarle in tutte le direzioni. Mani forti
lavoravano i muscoli del mio corpo come una vanga la terra e mi impastavano come fossi
stato un pane. Le nocche premevano a tal punto i miei organi da lasciarmi senza fiato. Mi
furono aperte con violenza le gambe e quelle donne che non cessavano un momento di
chiacchierare distesero lunghe maniche di lana sui miei piedi, sulle gambe e su vicino ai
femori. Fui sollevato dalla nuca cos che ero piegato in avanti fino alla vita, e mi fu cacciata
una qualche forma d'indumento intorno alla parte superiore del corpo, che risult essere stretta
e legata a livello del petto e dell'addome. Una strana schiuma dall'odore sgradevole venne a
contatto con il mio cranio e immediatamente risuon un vivace ronzio. La fonte del ronzio mi
tocc procurandomi una sorta di scossa perfino nei denti, i pochi che mi erano rimasti dopo le

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torture dei cinesi. Segu una sensazione come di rasatura, che mi ricord degli yak che
venivano tosati, poi una ruvida asciugatura, cos ruvida che mi parve di rimanere senza pelle,
e un'altra forma di nebbiolina cal sulla mia testa ormai priva di alcuna difesa. La porta si apr
di nuovo stridendo e giunse il suono di voci maschili. Ne riconobbi una, quella del mio
custode; costui venne vicino a me, e usando il mio linguaggio disse: 'Stiamo per mettere a
nudo il tuo cervello, non c' niente di cui preoccuparsi, stiamo per introdurre degli elettrodi
nel tuo...'. Quelle parole non avevano alcun significato per me, eccetto che stavo per subire un
altro brutto momento e che non potevo farci assolutamente niente. Strani odori invasero l'aria.
Il chiacchierio delle donne si quiet. Ogni forma di conversazione cess. Solo rumori di
metallo contro metallo. Poi ci fu un gorgoglio di liquidi e sentii un'improvvisa acuta puntura
nella parte superiore del braccio sinistro. Il mio naso fu afferrato violentemente e uno strano
congegno tubolare mi fu conficcato su per le narici e gi per la gola. Intorno al cranio sentii
una successione di acute punture che mi dettero subito un senso d'intorpidimento. Segu un
acuto uggiolio e una macchina orribile mi tocc il cranio circondandolo tutto. Stava segando
la sommit della mia testa! Una terribile vibrazione, unita alla sensazione di venire frantumato
e tritato, penetr ogni atomo del mio essere; ebbi la sensazione che ogni osso in tutto il mio
corpo stesse vibrando di protesta. Alla fine, come potei sentire bene, tutta la sommit della
mia testa fu tagliata via, con l'eccezione di un piccolo lembo di carne che rimase sul mio
cranio a mo' di cerniera. Mi trovavo in quel momento in uno stato di vero terrore, una strana
forma di terrore, perch nonostante fossi terrorizzato, tuttavia decisi che la morte stessa non
mi avrebbe fatto paura. Sensazioni incredibili ora mi assalivano. Senza nessuna ragione
plausibile emisi improvvisamente una lunga esclamazione: 'Ahhhahhhahhh'. Poi le mie dita
cominciarono a contrarsi violentemente, qualcosa di pungente nelle mie narici mi obbligava a
starnutire con violenza, ma non potevo. Ma il peggio doveva ancora venire. Improvvisamente
mi trovai davanti il mio nonno materno, abbigliato con l'uniforme di ufficiale del governo. Mi
stava parlando con un sorriso gentile sul viso. Lo guardai, poi mi arriv il colpo: io NON lo
guardai, non avevo occhi! Quale magia era mai quella? Alla mia stupita esclamazione,
durante la quale l'apparizione del mio nonno svan, il mio custode mi si avvicin. 'Cosa c'?',
chiese. Glielo dissi. 'Oh, non NIENTE!', esclam. 'Stiamo semplicemente stimolando certi
centri del tuo cervello, in modo che tu possa comprendere pi facilmente. Vediamo che hai
possibilit, ma eri sprofondato nella pigrizia e nella superstizione e non permetti a te stesso di
aprire la mente. Noi lo stiamo facendo per te'. Una donna avvit i piccoli congegni negli
orifizi delle mie orecchie e con la sua rudezza avrebbe benissimo potuto avvitare dei picchetti
da tenda in un suolo duro. Ci fu uno scatto e potei udire la lingua straniera; la potevo anche
COMPRENDERE. Parole come corteccia, midollo, psicosomatica, e altri termini mi erano
ormai chiari nei loro significati e nelle loro implicazioni. Il mio quoziente d'intelligenza
basilare era aumentato, e capivo ormai tutto. Ma era una dura prova; era estenuante. Sembrava
che il tempo si fosse fermato, e che le persone si aggirassero senza fine. Il loro pigro
chiacchierare era incessante, tutta la faccenda diventava tremendamente noiosa. Di tanto in
tanto alcune persone mi rivolgevano delle domande: Come stavo? Provavo dolore? Pensavo
di vedere qualcosa? Quale colore mi pareva di vedere? Il mio custode stava nel frattempo
vicino a me e mi diceva che erano stimolati vari centri e che avrei, durante il corso del
trattamento, provato sensazioni capaci di spaventarmi. Spaventarmi? Avevo avuto paura per
tutto il tempo, gli dissi. Rise di me e mi fece notare casualmente che come risultato del
trattamento che stavo subendo avrei dovuto vivere come eremita solitario per il resto della
lunga vita, a causa delle accresciute percezioni che avrei avuto. Mai nessuno sarebbe vissuto
con me, disse, finch, quasi alla fine della mia vita, sarebbe venuto un giovane a ricevere tutta
la conoscenza che avevo, per esporla poi a un mondo incredulo. Alla fine, dopo quella che mi
sembr un'eternit, mi fu rimesso a posto l'osso del cranio. Furono poste strane graffe
metalliche per ricongiungere le due met. Una striscia di stoffa fu avvolta ripetutamente
intorno alla mia testa, e tutti se ne andarono, eccetto una donna che sedette vicino a me. Dal

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fruscio della carta era evidente che stava leggendo invece di occuparsi dei suoi doveri. Mi
giunse il tonfo sordo di un libro che cadeva e poi il ritmico russare della donna. Decisi che
avrei dormito anch'io!
7-65 "Quando gli Uomini dell'Altro Mondo ebbero finito mi portarono qui. Essi stessi FECERO
QUESTA CAVERNA APPOSITAMENTE PER ME! Due uomini mi portarono qui mi
portarono su una piattaforma che volava nell'aria come vola un uccello. QUELLA cosa
con cui venni era silenziosa come un'ombra. Si sollev nell'aria senza sforzo, non ci fu alcuna
trazione n alcuna sensazione di velocit. I due uomini la fecero posare qui. Perch? Bene,
pensa ai vantaggi. E' distante poche centinaia di metri dalla via di comunicazione del
commercio e cos i mercanti vengono da me per ricevere consigli o benedizioni e mi pagano
con orzo. E' vicino alle piste che conducono a due piccoli monasteri e a sette eremitaggi. Non
posso morire d'inedia qui, e posso ricevere notizie. I lama vengono da me, poich conoscono
la mia missione e conoscono la TUA!". "Ma in che modo stata fatta questa caverna da
due uomini, ci saranno voluti mesi!" "Con la magia di quella che chiamano scienza
atomica. Un uomo sedeva sulla piattaforma volante e guardava in giro nel caso ci fossero
stati degli spettatori. L'altro teneva in mano un piccolo congegno; ci fu un boato come di
diavoli arrabbiati, e - cos mi fu detto - tutta la roccia and in frantumi lasciando queste due
camere. Nella mia stanza pi interna c' un piccolissimo filo d'acqua, capace di riempire la
mia ciotola due volte al giorno, quel che basta per le mie esigenze, senza che debba andare a
prendere l'acqua al lago. Se non ho orzo - come accaduto di quando in quando - mi nutro di
un lichene che cresce nella parte pi interna della caverna. Non piacevole, ma mantiene in
vita finch non ho di nuovo orzo". S, la roccia appariva EFFETTIVAMENTE particolare,
simile alle grotte dei vulcani estinti che (il giovane) aveva visto sugli altipiani di Chang Tang.
La roccia appariva come se fosse stata sciolta, e poi raffreddata in una dura superficie vetrosa,
senza scabrosit n protuberanze. La superficie sembrava trasparente e, attraverso la sua
chiarezza, si potevano vedere le striature della roccia naturale dove qui e l luccicavano vene
d'oro. In un punto l'oro si era sciolto e aveva cominciato a colare gi per il muro come uno
sciroppo denso, poi si era raffreddato ed era stato ricoperto dal vetro formato quando lo strato
di biossido di silicio aveva smesso di cristallizzarsi durante quel raffreddamento. Cos la
caverna aveva muri di vetro naturale! dopo essersi raschiato a lungo la gola, (il vecchio)
cominci: "La donna dorm, e anch'io dormii. Ma non dormii a lungo perch la donna russava
orribilmente e la mia testa vibrava. Sembrava che attraverso il cervello la testa mi si stesse
gonfiando e cercasse di spingere via la sommit del cranio. I vasi sanguigni del mio collo
cominciarono a battere e io mi sentii sull'orlo di un collasso. Ci fu un cambiamento nel ritmo
del russare, il rumore di un passo che avanzava lentamente e improvvisamente, con un forte
sussulto, la donna balz in piedi e si precipit vicino a me. Poi vennero suoni tintinnanti e un
ritmo differente dello scorrere dei fluidi dentro di me. Dopo pochi momenti le pulsazioni nel
cervello cessarono, la pressione nel collo fin e i margini dell'osso tagliato smisero di vibrare e
di tamburellare. La donna si affaccendava nel muovere cose, nel far battere vetri e metalli fra
di loro. La sentii scricchiolare mentre si piegava a raccogliere il libro caduto. Si ud il cigolio
di un mobile spostato sul pavimento e posto in una nuova posizione. Poi la donna si mosse
verso il muro e io udii il leggero rumore della porta che veniva aperta e chiusa dietro di lei. Ci
fu poi il rumore dei suoi passi che si allontanavano nel corridoio. Io stavo disteso l, pensando
a tutto quello che mi era successo. DOVEVO stare l disteso, perch non potevo muovermi!
Sicuramente mi avevano fatto qualcosa al cervello: ero pi vigile e attento, e potevo pensare
con maggiore chiarezza. In precedenza c'erano stati molti pensieri confusi che, non essendo
capace di metterli a fuoco, avevo cacciato in qualche zona oscura della mia mente. Ora
TUTTI i pensieri erano chiari come le acque di un ruscello di montagna. Mi ricordai il
momento della mia nascita, il mio primo sguardo al mondo in cui poi sono stato precipitato, il
viso di mia madre, il viso avvizzito della vecchia donna che l'aiutava a partorire. Pi tardi mio
padre che teneva in braccio me, il bambino appena nato, come se avesse paura di me, il primo

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neonato che avesse visto. Mi ricordai la sua espressione allarmata e ansiosa alla vista di una
faccia cos rossa e rugosa. Poi mi vennero alla mente scene della mia prima infanzia. Era
sempre stato desiderio dei miei genitori avere un figlio maschio, che sarebbe diventato un
prete e avrebbe recato onore alla famiglia. La scuola, e tutto il nostro gruppo a sedere sul
pavimento a esercitarci nella scrittura su lastre di ardesia. Il monaco insegnante che andava
dall'uno all'altro dando elogi o rimproveri, e a me dicendo che, dato che avevo fatto bene,
sarei rimasto pi a lungo per imparare pi dei miei compagni. La mia memoria era completa e
totale. Potevo ricordare con facilit figure apparse in riviste portate dai mercanti indiani, e
figure che non sapevo neanche di aver visto. Ma la memoria uno strumento a doppio taglio;
ricordai in ogni dettaglio le torture che avevo subito nelle mani dei cinesi. Poich mi avevano
visto portare delle carte dal Potala, i cinesi avevano presunto che ci fossero segreti di stato e
cos mi avevano preso e torturato per farmeli rivelare. Io, un semplice povero prete il cui
maggior segreto era sapere quanto mangiavano i lama! La porta si apr con un ronzio
metallico. Immerso nei miei pensieri non avevo notato che dei passi si stavano avvicinando
nel corridoio. Una voce chiese: 'Come stai ora?', e sentii vicino a me il mio custode. Mentre
parlava si occupava dello strano apparecchio a cui ero collegato. 'Come stai ora?', chiese di
nuovo. 'Bene', risposi, 'ma infelice per tutte le strane cose che mi sono accadute. Mi sento
come uno yak malato nella piazza del mercato!' Si mise a ridere e si diresse verso un lato
lontano della stanza. Potei udire il fruscio della carta, il suono inconfondibile di pagine girate.
'Signore', dissi, 'cos' un Ammiraglio? Sono assai confuso. E cos' un Assistente?' Il custode
ripose un pesante libro, o almeno questo era il suono, e venne vicino a me. 'S', replic, con
una certa compassione nella voce, 'suppongo che dal tuo punto di vista ti ABBIAMO trattato
piuttosto male'. Si mosse, e lo udii prendere uno di quei sedili di metallo che scricchiol
paurosamente sotto il suo peso. 'Un Ammiraglio', disse pensosamente 'Bene, quasi una
spiegazione e l'avrai pi avanti, ma mitighiamo la tua curiosit immediata. Tu sei su una
nave che viaggia attraverso lo spazio, il MARE dello spazio noi lo chiamiamo, perch
alla velocit a cui viaggiamo la materia dello spazio sembra un mare di acqua. la
nostra nave una di un gruppo. Questa la pi importante. Ciascuna nave - questa inclusa ha un capitano, ma un Ammiraglio , per cos dire, il capitano di tutti i capitani. Il termine che
usiamo Ammiraglio. Ora, in aggiunta ai nostri navigatori dello spazio, abbiamo soldati a
bordo ed uso avere un ufficiale-soldato assai prestigioso che ha il ruolo di assistente
dell'Ammiraglio. Chiamiamo tale aiutante proprio 'Assistente'. Riferendoci ai tuoi termini, un
abate ha un cappellano, uno che fa tutto il lavoro generale, mentre lascia le grandi decisioni al
suo maestro'. Questo era abbastanza chiaro per me; stavo proprio meditando la questione,
quando il mio custode si pieg e bisbigli: 'E per favore, non chiamarmi il tuo CUSTODE. Io
sono il medico capo di questa nave. Sempre nei tuoi termini di riferimento, io sono simile al
lama capo dei medici di Chakpori. Chiamami Dottore, non Custode!' Mi divert davvero
sapere che anche uomini tanto grandi avevano i loro punti deboli. Un uomo come lui,
angustiato che un selvaggio ignorante (come lui mi aveva chiamato) lo chiamasse 'Custode'.
Decisi di farlo contento, e cos replicai docilmente: 'S Dottore'. La mia ricompensa fu uno
sguardo pieno di gratitudine e un cenno compiaciuto del capo. Per un po' di tempo rimase
intento ad armeggiare con certi strumenti che sembravano collegati alla mia testa. Furono fatti
diversi assestamenti, il flusso dei liquidi cambi e mi applicarono dei congegni che mi
lasciarono al cranio una sensazione di prurito e di ronzio. Dopo un certo tempo disse:
'Riposerai per tre giorni. Dopo questo tempo le ossa si saranno saldate e torneranno
perfettamente a posto. Poi, ammesso che tu stia bene come noi speriamo, ti riporteremo alla
Camera di Consiglio per mostrarti molte cose. Non so se l'Ammiraglio vorr parlare con te,
ma se lo vuole, non temere. Parla con lui proprio come parleresti con me. Come ripensandoci,
aggiunse: 'O piuttosto pi educatamente!' Mi dette un leggero colpo sulla spalla, e lasci la
stanza. Rimasi disteso l, pensando al mio futuro. Infine, esausto per tutti quegli eventi e
quelle preoccupazioni, caddi in un sonno irregolare. Dopo quello che sembr un lungo

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intervallo, durante il quale mi parve di librarmi fra il mondo della materia e quello dello
spirito, fui bruscamente riportato in uno stato di rapida consapevolezza. Quelle terribili
femmine erano di nuovo discese su di me come avvoltoi su un cadavere. Fui impiastricciato
con lozioni e la mia pelle riluttante fu sfregata con unguenti puzzolenti, dalle mie narici e da
altri luoghi furono strappati i tubi e sostituiti rudemente con altri. Con l'allontanamento di
quelle sgradevoli donne mi pervase un senso di pace, ma per breve tempo. Poi la porta si apr
di nuovo e il mio custode, no, devo ricordarmi di dire 'il dottore' entr e chiuse la porta dietro
di s. 'Buongiorno, sei sveglio vedo' disse. 'S Signor Dottore' risposi piuttosto di cattivo
umore 'non si pu dormire, quando quelle donne chiacchierone si abbattono su di me come
una peste!' Questo sembr divertirlo enormemente. Intanto, forse perch stava cominciando a
conoscermi meglio, mi trattava pi come un essere umano, anche se un essere umano dotato
di mezza intelligenza. 'Dobbiamo usare quelle infermiere' disse 'cos che tu possa essere
accudito, tenuto pulito e possa profumare dolcemente. Sei stato cosparso di polvere
profumata, e preparato per un altro giorno di riposo'. SAPEVO che una cosa mi
tormentava assai. 'Signor Dottore' dissi 'mi hai detto che ero su una nave spaziale. E' giusto
quello che ho capito?' 'Certamente.' rispose 'Sei a bordo della nave ammiraglia di questa flotta
di controllo. Ora siamo posati su un piano montuoso nell'Altopiano del Tibet. Perch?'
'Signore' risposi 'quando ero in quella sala, davanti a tutte quelle strane persone, vidi che
eravamo in una vasta cavit di PIETRA; come pu essere su questa nave una cavit di
PIETRA?' Rise come se avessi detto la cosa pi divertente. Riprendendosi, disse tra risa
soffocate: 'Sei attento e acuto, davvero, e hai ragione. Questo piano roccioso su cui posata
la nave era anticamente un vulcano. Ci sono passaggi profondi e cavit immense
attraverso cui, in epoche lontanissime, flu lava liquefatta, riversandosi all'esterno. Noi
usiamo quei passaggi e abbiamo aumentato il volume di quelle cavit per i nostri scopi.
Usiamo ampiamente questo luogo, navi diverse lo usano di tanto in tanto'. Portato dalla
nave in una cavit di roccia! Questo spiegava la strana impressione che avevo ricevuto,
l'impressione di lasciare un corridoio metallico per una cavit di roccia. 'Signor Dottore',
esclamai, conosco i tunnel e le cavit di roccia; c' una grande cavit nascosta nella Montagna
del Potala, e ha anche un lago'. 'S' rispose 'le nostre fotografie geofisiche ce l'hanno mostrato,
ma non sapevamo che anche voi tibetani l'aveste scoperto!' Riprese a muovere i congegni: ero
ben consapevole che stesse operando dei cambiamenti nei fluidi che scorrevano attraverso i
tubi nel mio corpo. Sentii chiaramente un'alterazione della temperatura corporea e, senza
alcun intervento consapevole della mia volont, il mio respiro divenne pi lento e profondo;
venivo manipolato come un burattino nella piazza del mercato. 'Signor Dottore!' dissi irritato
'le vostre navi spaziali ci sono note: noi le definiamo i Carri degli Dei. Perch non prendete
contatto con i nostri capi? Perch non dichiarate apertamente la vostra presenza?
Perch avete bisogno di rapire di nascosto uno come me?' Ci fu un profondo sospiro,
seguito da una pausa, e infine il dottore rispose: 'Bene, dunque, voglio dire' balbett 'se te ne
dico la ragione, essa evocher in te solo quelle osservazioni sarcastiche, che non servono a
nessuno'. 'No Signor Dottore' risposi 'sono vostro prigioniero proprio come ero prigioniero dei
cinesi: non posso permettermi di provocarvi. Sto tentando di comprendere le cose nel mio
modo non civilizzato, che anche il vostro desiderio'. Si mosse intorno lentamente ed era
chiaro che stava decidendo cosa fosse meglio fare. Giunto finalmente a una decisione disse:
'Noi siamo i Giardinieri della Terra, e naturalmente di molti altri mondi abitati. Un
giardiniere non discute della propria identit o dei propri piani con i suoi fiori. O, per
portare il discorso su un altro livello, se un guardiano di yak ne trova uno che sembra pi
sveglio degli altri, il guardiano non va certo da quello ordinandogli: 'Portami dal tuo capo'. N
il guardiano discute con lo yak intelligente di argomenti che sono chiaramente al di l della
capacit di comprensione dello yak. Non fa parte della nostra politica fraternizzare con i
nativi dei mondi che sorvegliamo. Lo abbiamo fatto in eoni passati, ma stato causa di
disastri per tutti e ha fatto sorgere fantastiche leggende nel vostro mondo'. Io aspirai

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rumorosamente col naso, pieno di rabbia e di sdegno. 'Prima dici che sono un selvaggio
ignorante, e ora mi chiami, o mi assimili, a uno yak'. Poi mi lagnai: 'Allora, se sono cos
inferiore, PERCHE' MI TIENI PRIGIONIERO qui?'. La sua risposta fu tagliente: 'Perch
stiamo facendo uso di te. Perch tu possiedi una memoria straordinaria che noi stiamo
ulteriormente sviluppando. Perch stai per diventare depositario di conoscenza per uno che
verr da te quasi alla fine della tua vita. Ora dormi!' Udii, o sentii, uno scatto e poi l'onda nera
dell'incoscienza mi avvolse profondamente".
7-75 "Le ore si trascinavano faticosamente senza fine. Giacevo in uno stato di torpore,
d'intontimento privo di realt e in cui erano mescolati passato, presente e futuro. Di tanto
in tanto venivano delle donne a farmi delle cose assai strane. I miei arti venivano piegati e
flessi, la testa veniva ruotata e tutta l'anatomia del mio corpo veniva premuta, pizzicata,
pigiata e impastata. Di tanto in tanto entravano gruppi di uomini e si mettevano intorno a me a
discutere su di me. Non ero in grado di capirli, certamente, ma la conclusione era chiara. Poi
mi iniettavano delle sostanze, ma io negavo loro la soddisfazione di vedermi sobbalzare per il
dolore delle punture. Mi lasciavo trasportare, mi lasciavo galleggiare. Venne il momento in
cui fui di nuovo cosciente. Ero rimasto assopito e in preda al sonno per non so quante ore.
Sebbene mi accorgessi che la porta della stanza si apriva cigolando, non ne fui disturbato. Ero
distaccato, con la sensazione di essere avvolto in morbide coperte di lana e incurante di tutto
ci che potesse succedere a chiunque, anche a me stesso. Improvvisamente mi giunse una
serie di dolori acuti e lancinanti tutti intorno al mio cranio. Fui pungolato e incitato e una voce
disse nella mia lingua: 'Ah, bene, facciamolo ritornare in vita!'. Un ronzio controllato, di cui
fui cosciente soltanto quando cess, termin con un debole scatto. Immediatamente mi sentii
sveglio e cosciente, vivo, e cercai di mettermi a sedere. Ma fui di nuovo frustrato, perch i
miei sforzi pi violenti non produssero alcun movimento in nessun arto. 'E' di nuovo con noi'
disse una voce. 'Ehi! Ci puoi sentire?' domand un'altra. 'S, vi sento' risposi 'ma com' che
parlate tibetano? Credevo che soltanto il Signor Dottore potesse comunicare con me'. Ci fu
una risata controllata; 'TU stai usando il NOSTRO linguaggio' fu la risposta. 'Tu ora capirai
ogni che cosa ti verr detta'. Un'altra voce prese a dire, da una parte: 'Come lo chiami?' Uno
che riconobbi essere il dottore rispose: 'Chiamarlo? Non abbiamo nome per lui, ho detto solo
tu'. Segu una discussione piuttosto animata, durante la quale furono suggeriti molti nomi.
Alcuni di questi erano MOLTO ingiuriosi e indicavano che per quegli uomini io godevo di
uno stato pi basso di quello offerto agli yak, o agli avvoltoi che si nutrivano di morti.
Quando i commenti diventarono troppo licenziosi il dottore dichiar: 'Smettiamo, l'uomo un
monaco. Riferiamoci dunque a lui in questo modo e chiamiamolo Monaco'. Ci fu un momento
di silenzio, seguito da rumori spontanei prodotti con le mani e che giustamente presi per
applausi. 'Molto bene' disse una voce che non avevo udito in precedenza 'votato all'unanimit;
di qui in poi egli porter il nome di Monaco. Che cos sia registrato'. Segu una bizzarra
discussione a cui non prestai alcun interesse, dato che quegli uomini stavano discutendo sulle
virt o mancanza di virt di varie donne e valutando il grado di facilit con cui esse si
comportavano. Alcune allusioni anatomiche erano completamente al di l della mia possibilit
di comprensione, cos non feci alcun tentativo di seguire il filo della discussione, ma mi
contentai di visualizzare nella mente il loro probabile aspetto. Alcuni di essi erano piccoli e
altri erano assai grossi. Ora, questa era una cosa molto strana, tale da confondermi
enormemente perch, per quanto ne sapevo, non esistevano persone sulla Terra che
possedevano fatture e sembianze quali questi uomini possedevano. Fui riportato bruscamente
al presente da un rumore improvviso di passi strascicati e da quello che mi parve lo scorrere
all'indietro di quegli strani sedili. Gli uomini si alzarono e uno dopo l'altro lasciarono la
stanza. Alla fine ne rimase solo uno, il dottore. 'Pi tardi' disse 'ti riporteremo alla Sala del
Consiglio, quella dentro la montagna. Non essere nervoso, non c' niente da temere, Monaco;
ti parr strano, ma non ti sar fatto alcun male'. Cos dicendo lasci anch'egli la stanza, e io fui
lasciato di nuovo solo con i miei pensieri. Con quei pensieri persi ogni cognizione del

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tempo, e fu una sorta di sollievo quando infine entrarono degli uomini nella mia stanza. Ora
potevo capire ci che veniva detto. Uno speciale congegno elevatore, qualcosa con lo strano
nome di Antigravit, fu posto sul mio tavolo e 'acceso'. Il tavolo si sollev nell'aria e gli
uomini lo guidarono attraverso la porta e nel corridoio. Mi sembr che, sebbene il tavolo ora
non avesse alcun peso apparente, avesse ancora inerzia e velocit acquisita, sebbene ci
non significasse niente a me! Bisognava per badare che non si andasse a sbattere, e questo
m'importava DAVVERO. Il tavolo, con tutta la sua apparecchiatura collegata, fu trainato e
sospinto con cura lungo il corridoio di metallo con i suoi echi distorti, e fuori della nave
spaziale. Giungemmo. di nuovo dentro la grande cavit di roccia e intorno a me c'erano i
suoni di una grande adunata di gente, che mi ricordava il piazzale della Cattedrale di Lhasa in
tempi pi felici. Il mio tavolo fu spostato e infine, con una certa oscillazione, fu abbassato a
pochi centimetri dal pavimento. Venne vicino a me una persona, che bisbigli: 'Il MedicoGenerale sar da te fra un momento'. Passi familiari echeggiarono sul pavimento di roccia.
'Ah! Ti hanno. portato qui sano e salvo. Ti senti bene?' mi chiese il dottore. 'Signor Dottore'
risposi 'mi sentirei molto meglio se mi permetteste di vedere'. 'Ma tu sei CIECO e devi
abituarti alla cecit, perch dovrai vivere assai a lungo in questo stato'. 'Ma Signor Dottore'
dissi con un tono decisamente esasperato 'COME posso imparare a memorizzare tutte queste
meraviglie che hai promesso che AVREI VISTO, se non mi procuri quella vista artificiale?'.
'Lascia fare a noi' fu la risposta 'NOI porremo le domande e daremo gli ordini, TU farai solo
ci che ti verr detto'. A quel punto sulla folla intorno a me scese una calma, non un silenzio,
perch non ci pu essere silenzio dove si radunano tante persone. Nella calma potei
distinguere dei passi molto netti, che si fermarono bruscamente. 'Sedete!' comand una voce
concisa, militare. Segu un fruscio rilassato, il fruscio di abiti rigidi, lo scricchiolio di cuoio, e
il passo strascicato di molti piedi. Un rumore raschiato, come se uno di quegli strani sedili
fosse stato spinto indietro, il rumore di un uomo che si sollevava in piedi. Un silenzio carico
di tensione e di attesa pervase il luogo per un secondo o due e poi la voce parl. 'Signore e
signori' annunci lentamente quella Voce profonda e matura 'il nostro Medico-Generale
ritiene che questo nativo ora sufficientemente ristabilito in salute, e indottrinato, cos che
pu senza alcun rischio essere pronto per la Conoscenza del Passato. C' un rischio, in ogni
caso, ma dobbiamo affrontarlo. Se la creatura muore, allora dobbiamo iniziare di nuovo la
noiosa ricerca di un altro. Questo nativo in misere condizioni fisiche; speriamo dunque che
la sua volont sia forte e la sua tenuta alla vita salda'. Mi sentii rabbrividire a queste
considerazioni sui MIEI sentimenti, ma la Voce and avanti: 'Ci sono alcuni fra di noi che
ritengono che dobbiamo usare soltanto Documenti scritti rivelati da qualche Messia o Santo,
che abbiamo mandato su questo mondo a questo scopo, ma io dico che nel passato questi
Documenti sono stati considerati in un modo superstizioso che ha annullato i loro benefici,
perch sono stati assai spesso fraintesi e interpretati erroneamente. I nativi non hanno cercato
il significato contenuto fra le righe ma ne hanno preso soltanto il valore di superficie e spesso
interpretato falsamente il valore superficiale come tale. Questo ha spesso danneggiato il loro
sviluppo e ha formato un sistema artificiale di casta sotto cui alcuni nativi affermano che ESSI
sono stati scelti dagli Alti Poteri per insegnare e predicare quello che NON era scritto. I nativi
non hanno alcun concetto reale di noi degli altri spazi. Le nostre navi di ricognizione,
quando vengono viste, sono considerate oggetti celesti naturali, o pura allucinazione da
parte di chi le ha avvistate e costui viene perci deriso o la sua sanit mentale posta in
questione. Credono che l'Uomo sia fatto a somiglianza di Dio e perci che non ci sia vita pi
grande che l'Uomo. Hanno la ferma convinzione che questo piccolo mondo sia l'UNICA fonte
di vita, non sapendo che i mondi abitati sono in numero maggiore di tutti i granelli di
sabbia di questo mondo, e che il loro mondo uno dei pi piccoli e dei pi insignificanti.
Credono di essere LORO i Padroni della Creazione e che tutti gli animali del mondo siano
loro preda. Eppure la lunghezza della loro vita non dura che un battito di ciglia. Paragonati a
noi, sono come l'insetto che vive per un solo giorno e deve nascere, diventare adulto,

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accoppiarsi, e accoppiarsi ancora, e morire nel giro di poche ore. La lunghezza media della
nostra vita di cinquemila anni, la loro di poche decine. E tutto questo, signore e signori,
il risultato delle loro particolari credenze e dei loro tragici concetti errati. Per questa ragione
sono stati ignorati da noi nel passato, ma ora i nostri Saggi dicono che, nel giro di mezzo
secolo, questi nativi scopriranno alcuni dei segreti dell'atomo. Pu darsi che facciano saltare
in aria il loro piccolo mondo, pu darsi che pericolose radiazioni fuggano nello spazio e
costituiscano una minaccia di inquinamento. Come molti di voi sanno, i Saggi hanno
decretato che sia preso un nativo adatto - noi abbiamo preso questo - e che il suo cervello sia
trattato in modo che possa ricordare tutto quello che stiamo per insegnargli. Egli sar cos
condizionato in modo da rivelare questo SOLTANTO a uno che metteremo al tempo dovuto
in questo mondo; avr il compito di dire tutto, e quello di ascoltare i fatti, e non le fantasie, di
altri mondi al di l di questo piccolo universo. Questo nativo, un maschio, stato preparato in
modo speciale e sar il recipiente del messaggio che pi tardi dovr essere trasmesso a un
altro. Lo sforzo sar molto grande e pu darsi che non ne sopravviva, cos tutti noi
mandiamogli col pensiero le nostre energie perch se la sua vita termina su questo tavolo,
allora dobbiamo iniziare di nuovo la ricerca di un altro, e questo, come abbiamo sperimentato,
noioso. Un membro dell'equipaggio ha detto che dovremmo prendere un nativo di un paese
pi sviluppato, uno che apprezza la compagnia di persone di un certo livello, ma noi crediamo
che questa sarebbe una mossa falsa: indottrinare tale nativo e lasciarlo libero fra i suoi
compagni vorrebbe dire assicurare il suo immediato discredito fra gli altri, e danneggiare
seriamente il nostro programma. A voi, a voi tutti che siete qui, permesso di essere testimoni
di questo richiamo del Passato. E' assai raro, infatti, perci ricordate che siete stati
particolarmente favoriti'. Questo Grande non aveva neppure finito di parlare che giunse uno
stranissimo fruscio e cigolio, e poi una Voce, ma QUALE Voce! Una Voce dal suono
disumano, n maschile n femminile. Udendola mi sentii rizzare i capelli e mi venne la pelle
d'oca. 'Come Capo Biologo, responsabile n della marina n dell'esercito', gracchi questa
voce spiacevole, 'desidero registrare la mia disapprovazione per tali procedimenti. Il mio
intero rapporto sar inviato ai Quartieri Generali a tempo debito. Io ora domando di essere
ascoltato qui'. Sembr esserci una sorta di sussulto di rassegnazione da parte di tutta
l'assemblea e, per un momento, ci fu molta agitazione, poi il primo che aveva parlato si alz
in piedi. 'Come Ammiraglio di questa flotta' not seccamente 'sono responsabile di questa
spedizione di controllo, indipendentemente da qualunque tipo di argomenti capziosi possano
scaturire dal nostro malcontento Biologo Capo. Ascoltiamo tuttavia ancora una volta gli
argomenti dell'opposizione. Puoi continuare, Biologo!'. Senza una parola di ringraziamento,
senza l'usuale saluto formale, la voce strascicata e gracchiante continu: 'Protesto per la
perdita di tempo. Protesto che si debbano fare ulteriori tentativi su queste creature colpevoli.
Nel passato, quando una di queste razze non era soddisfacente, veniva sterminata e il
pianeta riseminato. Risparmiamo tempo e fatica e sterminiamoli prima che inquinino lo
spazio'. L'Ammiraglio interruppe: 'E tu hai qualche specifico argomento da suggerire riguardo
al PERCHE' siano colpevoli, Biologo?' 'S, naturalmente' rispose irato il Biologo 'Le femmine
della specie sono colpevoli. Il loro meccanismo di fertilit colpevole, la loro aura non
conforme a quella progettata. Ne abbiamo presa una recentemente da quella che risulta una
delle migliori zone di questo mondo. Cominci a gridare e a lottare quando le togliemmo gli
abiti di cui era vestita. E quando le inserimmo una sonda nel corpo per esaminare le sue
secrezioni, prima divenne isterica e poi svenne. In seguito, tornata cosciente, vide qualcuno
dei miei assistenti e quella vista la priv della sua sanit, o di quel che di simile possedeva.
Fummo costretti a distruggerla e tutti i nostri giorni di lavoro andarono perduti'... (Al
giovane)alcune delle descrizioni risultavano FAMILIARI. Non era in grado di dire come, ma
le parole dell'eremita evocarono strani rimescolamenti, come se ricordi dimenticati venissero
risvegliati. Come se le parole dell'eremita fossero un vero catalizzatore. "Io ero su quel
tavolo, udivo e capivo ogni parola. Ogni paura, ogni incertezza mi avevano abbandonato.

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Avrei mostrato a quella gente come un prete del Tibet pu vivere, o morire. La mia naturale
avventatezza mi costrinse a pronunciare a voce alta: 'Vedi, Signor Ammiraglio, il vostro
Biologo meno civilizzato di noi, perch NOI non uccidiamo nemmeno quelli che potrebbero
definirsi animali inferiori. NOI siamo i civilizzati!'. Per un momento la totalit del Tempo si
ferm. Anche il respiro di quelli intorno a me sembr arrestarsi. Poi, con mio profondo
stupore e sorpresa, venne un applauso spontaneo e neanche una risata. Le persone battevano
le mani a significare la loro reciproca approvazione. Alcuni lanciarono grida di allegria, e un
tecnico vicino a me si pieg e mormor: 'Bene per te, Monaco. Ora non dire altro, non
rischiare la tua fortuna!' L'Ammiraglio disse allora: 'Il Monaco nativo ha parlato. Egli ha
dimostrato, con mia soddisfazione, di essere una creatura ragionevole e pienamente capace di
completare il compito assegnatogli. Appoggio di tutto cuore le sue parole e le riporter nel
mio rapporto ai Saggi'. Il Biologo rispose seccamente: 'Mi allontaner per non assistere
all'esperimento'. Con questo la creatura, maschio, femmina o chiss che, si allontan
rumorosamente dalla sala di roccia. Ci fu un collettivo sospiro di sollievo; ovviamente il Capo
Biologo non godeva di grande favore. Il mormorio cess del tutto in risposta a un qualche
segnale che non potei vedere. Segu un leggero strascicare di piedi e un frusciare di carta.
L'atmosfera di attesa si poteva quasi toccare con mano. 'Signore e signori', venne la voce
dell'Ammiraglio 'ora che abbiamo preso atto di obiezioni e interruzioni, propongo di dire
qualche parola a beneficio di quelli fra voi che sono nuovi su questa Stazione di Controllo.
Alcuni di voi hanno udito delle voci, ma voci o chiacchiere non sono attendibili. Sto per dirvi
quello che accadr, di cosa si tratta, in modo che possiate apprezzare meglio gli eventi a cui
presto parteciperete. Le persone di questo mondo stanno sviluppando una tecnologia che, se
non viene controllata, pu ben distruggerle. In questo processo contamineranno in tal modo lo
spazio, che altri mondi neonati di questo gruppo potrebbero rimanerne contagiati. Noi
dobbiamo impedirlo. Come voi sapete bene, questo mondo e altri di questo gruppo sono il
vostro terreno di prova per differenti tipi di creature. Come con le piante, ci che non
coltivato erbaccia; nel mondo animale si possono avere purosangue o ronzini. Gli umani di
questo mondo stanno diventando di quest'ultima categoria. Noi, che abbiamo seminato questo
mondo con un ceppo umanoide, dobbiamo assicurarci che l'altro .nostro ceppo seminato in
altri mondi non sia in pericolo. Abbiamo qui davanti a noi un nativo di questo mondo. Egli
proviene da una suddivisione di un paese chiamato Tibet. E' una teocrazia, vale a dire
governato da un capo che d pi importanza all'aderenza a una religione che non alla politica.
In questo paese non esiste aggressione, nessuno lotta per le terre di un altro. La vita animale
non viene toccata se non dagli ordini pi bassi che quasi sempre, senza eccezione, sono nativi
di altri paesi. Sebbene la loro religione ci appaia fantastica, tuttavia la vivono completamente
e non molestano gli altri n impongono agli altri i loro credi. Sono assolutamente pacifici e ci
vuole una grande quantit di provocazione prima che reagiscano con la violenza. Per questo si
pensato che qui avremmo potuto trovare un nativo con una memoria straordinaria capace di
essere ulteriormente ampliata. Un nativo in cui avremmo potuto imprimere la conoscenza che
deve essere tramandata a un altro che metteremo in questo mondo. Alcuni di voi potrebbero
domandarsi perch non prendere un nostro rappresentante diretto, ma non possiamo farlo con
completa soddisfazione, perch porta a omissioni e aberrazioni. E' stato tentato diverse volte
ma non mai stato come noi desideravamo. Come vedrete pi avanti, abbiamo tentato con
discreto successo con un uomo che i terrestri chiamavano Mos, ma anche con lui non stato
COMPLETO e hanno prevalso errori e false interpretazioni. Ora, a dispetto del nostro
rispettato Capo Biologo, stiamo per provare questo sistema che stato approntato dai Saggi.
Proprio come la loro superba abilit scientifica, milioni di anni fa, ha messo a punto una
velocit superiore a quella della luce, cos i Saggi hanno perfezionato un metodo speciale:
in questo sistema la persona che si trova nell'apparecchiatura speciale vedr tutto quello
che successo nel passato. Nella misura in cui le sue impressioni glielo diranno, VIVRA'
realmente tutte quelle esperienze; VEDRA' e UDRA' proprio come se stesse vivendo in

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quei lontani giorni passati. SAR LI'! Una speciale estensione del suo cervello render
capace ciascuno di noi di partecipare alle sue percezioni. Egli - voi - o dovrei dire noi cesseremo di esistere a tutti i riguardi in questo tempo e, per quanto concerne i nostri
sentimenti, la nostra vista, il nostro udito e le nostre emozioni, saremo trasferiti in quelle et
passate la cui vita reale e i cui avvenimenti saranno fonte di esperienza reale, proprio come
qui e ora viviamo la nostra vita di bordo, o la vita a bordo di piccole navi di ricognizione, o la
nostra attivit in questo mondo, molto al di sotto della superficie dei nostri laboratori
sotterranei. Io non pretendo di capire pienamente i principi implicati; alcuni di voi qui
conoscono molto pi di me l'argomento, ed per questo che siete qui. Altri, che hanno
compiti diversi, lo conosceranno meno di me ed a questi che sto rivolgendo queste parole.
Ricordiamo che anche noi abbiamo rispetto per la santit della vita. Alcuni di voi possono
forse considerare questo nativo della Terra solo un animale di laboratorio, ma come egli
stesso ha dimostrato, ricco di sentimenti. Possiede intelligenza e - ricordatelo bene - per noi
al presente egli la creatura di maggior valore su questo mondo. Questa la ragione per cui
qui. Alcuni hanno chiesto: "Ma come si pu salvare il mondo imbottendo di conoscenza
questa creatura?" La risposta che ci non accadr'. L'Ammiraglio fece una pausa sapiente.
Non potevo vederlo, naturalmente, ma presumevo che anche gli altri provassero la tensione
che mi stava sopraffacendo. Poi continu: 'Questo mondo assai malato. Noi non sappiamo
perch, e ne stiamo cercando le ragioni. Il nostro primo compito renderci conto che esiste
uno stato di malattia. Il secondo convincere gli umani che sono malati. Il terzo indurre in
loro il desiderio di essere curati. Il quarto scoprire precisamente la natura della malattia. Il
quinto scoprire un agente curativo e il sesto persuadere gli umani a fare ci che render
efficace la cura. La malattia connessa con l'aura, tuttavia non siamo in grado di scoprirne la
ragione. Un altro deve venire, non deve essere di questo mondo, perch pu un uomo cieco
vedere la malattia dei suoi compagni quando egli stesso cieco? Il nostro nativo, preparato
da noi, quando avremo finito con lui, sar portato in un luogo dove potr vivere i giorni di una
vita per lui molto lunga. Non potr morire finch non avr trasmesso la sua conoscenza. Per i
suoi anni di cecit e di solitudine egli avr pace interiore e la consapevolezza di fare molto per
il suo mondo. Ma ora avremo una prova finale delle condizioni del nativo e poi
cominceremo'. Ci fu a questo punto un considerevole trambusto, anche se ordinato. Sentivo le
persone muoversi rapidamente. Il mio tavolo fu afferrato, sollevato e portato fuori. Ci fu il
tintinnio ora familiare di vetri e metalli che si urtavano. Il Medico-Generale venne da me e mi
bisbigli: 'Come stai ora?' Io quasi non sapevo COME stavo o DOVE mi trovavo, cos risposi
semplicemente: 'Quello che ho udito non mi ha fatto sentire meglio. Ma sono sempre privo di
vista. Come vivere queste meraviglie se non mi restituisci la vista?' 'Stai tranquillo' mormor
dolcemente 'andr tutto bene. Tu vedrai nel miglior modo possibile al momento giusto'. Fece
una breve pausa, mentre alcune persone gli rivolgevano la parola, poi continu: 'Ecco cosa
accadr: sistemeremo sulla tua testa quello che ti sembrer un cappello di rete metallica. Ti
sembrer freddo finch non ti ci abituerai, poi metteremo sui tuoi piedi degli oggetti che puoi
interpretare come sandali di filo metallico. Abbiamo gi posto dei fili metallici sulle tue
braccia. Dapprima proverai un qualche formicolio strano e forse anche spiacevole, ma questo
passer subito e non avrai pi alcun disturbo a livello fisico. Riposa, sicuro che prenderemo
ogni cura possibile di te. Questo significa davvero tanto per noi tutti, perch tutti noi
vogliamo che sia un grande successo. C' troppo da perdere se risultasse un fallimento'. 'S'
mormorai 'io sono qui per perdere pi di tutti, sono qui per perdere la vita!' Il MedicoGenerale si alz e se n'and. 'Signore!' disse con un tono di voce molto ufficiale 'il nativo
stato esaminato e ora pronto. Si richiede il permesso a procedere'. 'Permesso accordato',
rispose la voce grave dell'Ammiraglio. 'Si proceda!' Ci fu uno scatto secco e fu bisbigliata
un'esclamazione. Due mani mi afferrarono per il collo e mi sollevarono la testa. Altre mani mi
misero sulla testa e poi sul viso quello che sembrava un sacchetto di morbido filo metallico e
infine armeggiarono sotto il mio mento. Udii tre strani schiocchi e il sacchetto metallico mi fu

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serrato intorno al collo. Le mani si allontanarono, mentre intanto altre mani erano ai miei
piedi. Fu strofinata una qualche lozione untuosa e poi mi furono messi intorno ai piedi due
sacchetti di metallo. Io non ero assolutamente abituato ad avere i piedi cos costretti e questo
era davvero assai spiacevole. Tuttavia non c'era niente che potessi fare. L'aria di attesa e di
tensione stava crescendo. S, l'aria di tensione nella cavit di roccia cresceva sempre pi, e
io ero il pi teso. A ragione per, perch tutto il rischio gravava su di ME!
7-91 Alla fine, quando la tensione ebbe raggiunto un punto quasi insopportabile, l'Ammiraglio
grid un breve ordine. Ci fu un movimento di qualche tecnico vicino alla mia testa e uno
scatto improvviso, e immediatamente provai tutte le pene dell'Inferno in tutto il mio corpo: mi
sembrava di sudare e di essere sul punto di scoppiare. Lampi accecanti mi squarciarono il
cervello, e le mie orbite prive di occhi sembrarono riempirsi di carboni infuocati. Segu la
sensazione terribile come di uno strappo, poi un colpo secco e doloroso, e io presi a ruotare e
a turbinare attraverso (cos mi sembr) tutta l'eternit, accompagnato da strepiti, fracassi e
rumori orrendi. Caddi sempre pi in gi, ruotando e precipitando capovolto. Poi provai la
sensazione di essere in un lungo tubo nero di stoffa di lana pressata, e alla sommit del tubo
c'era una luce quasi abbagliante rosso sangue. Ora avevo cessato di ruotare, e cominciavo
molto lentamente a salire verso la luce. Qualche volta scivolavo indietro, qualche volta mi
fermavo, ma sempre una pressione terribile e inesorabile mi spingeva in su, dolorosamente,
faticosamente, ma sempre in su. Infine raggiunsi la fonte della luce abbagliante rosso sangue e
non potei andare oltre. Una pelle, una membrana o QUALCOSA mi ostruiva il passaggio;
ancora e di nuovo fui forzato contro l'ostacolo, ma ancora e di nuovo mi fu impedito di
procedere. Il dolore e il terrore aumentavano. Un'ondata violenta di dolore e una forza
terribile dietro di me mi sbatterono ancora e di nuovo contro la barriera; ci fu un grido
lacerante, e fui scagliato a grandissima velocit contro la barriera che si frantumava. A grande
velocit andavo verso l'alto finch la mia coscienza si oscur e rimasi esausto per la terribile
paura. Segu la sensazione misteriosa di cadere, cadere, mentre nel mio cervello una Voce
risuonava: 'Alzati, alzati!'. Fui avvolto da una marea di nausea. Ma la Voce sempre piena di
vigore mi esortava: 'Alzati, alzati!'. Alla fine, nella pi tremenda disperazione, aprii di forza
gli occhi e mi trovai vacillante in piedi. Ma no, no, non AVEVO pi corpo; ero uno spirito
ormai privo di corpo, libero di vagare ovunque in questo mondo. Questo mondo? Cosa era
questo mondo? Guardai intorno a me e la stranezza della scena mi parve ancora pi grande. I
colori erano tutti sbagliati: l'erba era rossa e le rocce erano gialle; il cielo era di un colore
verdastro e c'erano due soli! Uno era bianco-azzurro e l'altro arancione. Le ombre! Non v'
alcun modo per descrivere le ombre causate dai due soli. Ma ancor peggio, si vedevano le
stelle nel cielo, alla luce del giorno. C'erano stelle di tutti i colori: rosse, azzurre, verdi, color
ambra e perfino bianche. E neppure brillavano come facevano le stelle a cui ero abituato; qui
il cielo era coperto di queste stelle come il terreno coperto di sassi. Da lontano giungevano
RUMORE, SUONI. Pur sforzando la mia immaginazione, non potrei chiamare musica quei
suoni, tuttavia non avevo alcun dubbio che fosse musica. Giunse di nuovo la Voce, fredda ed
implacabile: 'MUOVITI, DECIDI dove vuoi andare'. Cos decisi di muovermi fluttuando
verso il luogo da dove giungevano i suoni, e fui subito l. Su un prato di erba rossa, circondato
di alberi viola e arancione, danzava un gruppo di giovani. Alcuni erano vestiti con abiti dai
colori impressionanti, altri non erano vestiti affatto. Questi tuttavia non suscitavano alcun
commento. Un po' distanti, altri ancora sedevano per terra e suonavano strumenti la cui
descrizione al di l delle mie possibilit, cos come i suoni che producevano, ancora pi
incredibili! Sembrava che tutte le note fossero sbagliate, e il ritmo non aveva alcun significato
per me. 'Vai fra di loro' ordin la Voce. Mi resi conto improvvisamente che stavo fluttuando
sopra di loro, cos indirizzai la mia volont in uno spiazzo d'erba sgombro e mi pensai su di
essa. Era calda al tatto e temetti di bruciarmi i piedi, ma poi mi ricordai che non li avevo e che
ero solo un puro spirito. Mi fu presto chiaro, infatti, il mio nuovo stato: una giovane donna
nuda che rincorreva per gioco un giovane uomo dagli abiti appariscenti corse proprio

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attraverso di me, e nessuno di noi sent alcunch. La giovane donna prese il suo uomo e,
abbracciandolo, lo condusse via dietro gli alberi viola, luogo da cui giungevano molti urli e
gridi di gioia. Coloro che suonavano gli strumenti musicali continuavano a usarli in quel
modo incredibile e tutti sembravano essere estremamente contenti. Mi sollevai nell'aria quasi
senza la mia volont. Ero guidato, come guidato un aquilone dal ragazzo che regge la corda.
Mi sollevai sempre pi in alto, finch potei vedere da lontano il luccichio dell'acqua; ma ERA
acqua? Il colore era di lavanda pallida, con riflessi dorati sulla cresta delle onde. Decisi che
l'esperimento mi aveva ucciso, che ero nel Limbo, nella Terra della Gente Dimenticata.
NESSUN mondo poteva avere quei colori, quelle cose talmente strane. 'NO!' mormor quella
Voce inesorabile nel mio cervello' l'esperimento ha avuto successo. Ora ti sar commentato
tutto quello che succede, in modo da essere meglio informato. E' VITALE che tu comprenda
tutto ci che ti viene mostrato. Poni grande attenzione'. Porre grande attenzione! Potevo fare
altrimenti, mi chiesi tristemente. Intanto continuavo a salire sempre pi in alto. Da lontano
giungeva lo scintillio di sprazzi di luce incandescenti su nel cielo. Strane Sagome paurose mi
si paravano davanti, come Diavoli alle Porte dell'Inferno. Potei distinguere debolmente delle
macchie luminose che si abbassavano e risalivano e saettavano da Sagoma a Sagoma. E
tutt'intorno c'erano grandi strade che si irradiavano da quelle Sagome come i petali di un fiore
s'irradiano dal suo centro. Tutto ci era un mistero per me; non riuscivo a immaginare la
natura di quello che vedevo e non potevo fare a meno di fluttuare stupito. Improvvisamente
mi trovai di nuovo in movimento e con velocit sempre crescente. La mia altezza diminu e
discesi, del tutto involontariamente, a un punto in cui potevo discernere le singole case
disseminate lungo ciascuna delle strade che si irradiavano da quelle Sagome. Mi sembrava
che ciascuna casa fosse almeno della misura di quelle dei personaggi pi nobili di Lhasa,
contenuta quindi in una porzione di terreno piuttosto ampio. Strani oggetti di metallo si
muovevano pesantemente attraverso i campi e facevano quelle cose che soltanto un contadino
potrebbe descrivere. Ma poi, quando fui spinto molto pi in basso, scoprii una zona assai
larga che consisteva principalmente in acqua poco profonda dove erano delle panche
perforate. Su queste erano posate delle piante meravigliose le cui radici sprofondavano
nell'acqua. La bellezza e la misura di quelle piante erano incommensurabilmente maggiori di
quelle che crescevano nel suolo. Io guardavo stupito quelle meraviglie. Di nuovo fui spinto in
alto dove potevo vedere molto pi avanti. Le Sagome che mi avevano cos stupito da lontano
erano ora molto pi vicine, ma il mio cervello confuso non era capace di comprendere ci che
vedevo, era troppo stupendo, troppo incredibile. Ero un povero nativo del Tibet, solo un umile
prete che non era mai stato tanto pi lontano di Kalimpong, luogo dove avevo fatto una breve
visita. Tuttavia, qui, davanti ai miei occhi stupefatti - AVEVO occhi? - appariva in lontananza
una grande citt, una citt favolosa. Immense guglie si elevavano di quasi sessanta chilometri
nell'aria. Ciascuna guglia, o torre, era circondata da una terrazza a spirale e da ciascuna di
esse si irradiavano strade sottili e prive di sostegni che si congiungevano fino a formare una
tela pi intricata di quella tessuta dai ragni. Sopra e sotto si muovevano, in modo rapido e
irregolare, uccelli meccanici carichi di persone, e ciascuno evitava gli altri con un'abilit che
mi riemp della massima ammirazione. Un uccello meccanico, volando a gran velocit, venne
su di me, e vidi un uomo che mi guardava, senza vedermi. Tutto il mio corpo si contrasse e si
contorse di paura al pensiero della collisione incombente, tuttavia quello strano congegno
vol via, attraversandomi senza che sentissi niente. Cosa ero io? S, ricordai, ora ero uno
spirito privo di corpo, ma desideravo che qualcuno lo dicesse al mio cervello, perch provavo
ogni emozione, e principalmente la paura, come un normale corpo completo. Indugiando fra
quelle guglie, sospeso sulle strade, scoprii nuove meraviglie; certi piani alti avevano stupendi
giardini pensili, luoghi incredibilmente piacevoli per quelli che erano ovviamente nobili. Ma i
colori erano tutti sbagliati, cos come le persone. Alcuni erano giganti smisurati mentre altri
non lo erano affatto. Alcuni poi erano una strana mistura di umanoide e uccello, con un
corpo simile all'uomo e la testa decisamente uguale a un uccello. Alcuni erano bianchi,

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altri erano neri, alcuni erano rossi, mentre altri verdi. C'erano tutti i colori, non
semplicemente sfumature o tinte, ma colori decisi, primari. Alcuni avevano quattro dita e un
pollice per ogni mano, ma altri avevano nove dita e due pollici per ciascuna mano. Un
gruppo aveva tre dita, corna che si sviluppavano dalle tempie e la coda! I miei nervi
cedettero a quest'ultima vista e indirizzai la mia volont in su - velocemente. Da questa mia
nuova altezza la citt copriva visibilmente un'area immensa, si stendeva a perdita d'occhio, ma
da una parte, in lontananza, apparve uno spiazzo privo di edifici alti. Qui il traffico aereo era
assai intenso. Puntini luminosi, perch cos sembravano a distanza, solcavano l'aria a
incredibile velocit sul piano orizzontale. Mi trovai trasportato verso quella zona. Come mi
avvicinai, scoprii che l'intera area sembrava fatta di vetro, e sopra la sua superficie erano
strani veicoli di metallo. Alcuni erano di forma sferica e sembravano, dalla loro direzione,
viaggiare oltre i confini di questo mondo. Altri, come due ciotole di metallo attaccate per i
bordi, apparivano anch'essi atti a viaggi fuori di questo mondo. Altri invece erano simili a
giavellotti che venivano lanciati, e io osservai che questi, dopo essersi alzati ad una
determinata altezza, assumevano la posizione orizzontale e viaggiavano verso un luogo
sconosciuto sulla superficie. C'era un movimento stupendo e io a mala pena riuscivo a credere
che tutte quelle persone potessero essere contenute in una citt. Tutti gli abitanti del mondo
erano radunati qui, pensai. Ma DOVE ero? mi chiesi sentendomi assalire dal panico. La Voce
mi rispose dicendo: 'Devi renderti conto che la Terra un piccolo luogo, la Terra come uno
dei pi piccoli granelli di sabbia sulle rive del Fiume Felice. Gli altri mondi di questo
Universo, in cui la tua Terra posta, sono cos numerosi e diversi come la sabbia, le pietre e
le rocce che si trovano sulle rive del Fiume Felice. Ma questo solo UN Universo. Ci sono
universi innumerevoli proprio come ci sono fili d'erba innumerevoli. Il Tempo sulla Terra
solo un tremolio nella coscienza del tempo cosmico. Le distanze sulla Terra sono minime,
sono insignificanti e inesistenti rispetto alle grandi distanze nello Spazio. Ora tu sei in un
mondo di un Universo assai differente, un Universo cos remoto dalla Terra che tu sai che
sarebbe al di l della tua comprensione. Verr il tempo in cui i pi grandi scienziati del tuo
mondo dovranno ammettere che ci sono altri mondi abitati, e che la Terra non , come
ora essi credono, il centro della creazione. Tu sei ora sul mondo principale di un gruppo di
pi di mille. Ciascuno di quei mondi abitato, ciascuno di quei mondi deve obbedienza al
Signore del mondo dove tu ora sei. Ciascun mondo si governa interamente in modo
autonomo, sebbene tutti seguano una politica comune, una politica tesa a eliminare le
maggiori ingiustizie sotto cui vivono le persone. Una politica dedita a migliorare le condizioni
di tutti coloro che hanno la vita. Ciascun mondo abitato da diversi tipi di persone: alcuni
sono piccoli come hai visto, altri sono grossi, come pure hai visto. Alcuni, secondo il modello
a cui sei abituato, sono grotteschi e fantastici, altri sono belli e angelici, si potrebbe dire. Non
ci si dovrebbe mai lasciar ingannare dalle apparenze esterne, perch il fine sempre il bene.
Queste persone devono obbedienza al Signore del mondo su cui tu ora sei. Sarebbe uno sforzo
inutile per le tue capacit intellettive cercare di darti dei nomi, perch questi non avrebbero
alcun significato nella tua lingua, nella tua comprensione, e servirebbero solo a confonderti.
Queste persone devono obbedienza, come ho detto, al Grande Signore di quel mondo, Uno
che non ha mire territoriali, Uno il cui interesse fondamentale la conservazione della pace,
cos che ogni Uomo, non importa di quale forma, misura o colore, possa vivere i suoi giorni
dedicandosi a lui e possa consacrarsi al bene invece che alla distruzione che segue tutte le
volte che una persona deve difendere se stessa. Qui non esiste nessun grande esercito, nessuna
orda armata. Ci sono scienziati, mercanti e ovviamente preti, e ci sono anche esploratori,
coloro, cio, che vanno alla ricerca di mondi remoti per accrescere sempre pi il numero di
quelli che si possano unire a questa possente compagnia. Ma nessuno invitato a unirsi:
coloro che si uniscono a questa federazione lo fanno unicamente su loro richiesta, e soltanto
quando hanno distrutto le loro armi. Il mondo su cui ora sei il centro di questo Universo
particolare. E' il centro di cultura, il centro di conoscenza, e non ve n' uno pi grande. E' stata

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scoperta e sviluppata una forma speciale di movimento. Qui di nuovo spiegare tali metodi
vorrebbe dire abusare dei cervelli dei pi grandi scienziati della Terra, che non hanno ancora
raggiunto lo stadio di pensiero in quarta e quinta dimensione, e tale discussione sarebbe
inintelligibile per loro finch non si siano liberati di tutte quelle credenze che li hanno tanto a
lungo tenuti prigionieri. Le scene che ora vedi appartengono al mondo principale come oggi.
Noi vogliamo che tu ne visiti la superficie per vedere la sua altissima civilt, una civilt cos
avanzata, cos gloriosa che forse non riesci neanche a comprendere. I colori che tu vedi qui
sono diversi da quelli a cui sei abituato sulla Terra, ma la Terra non il centro della civilt. I
colori sono diversi su ciascun mondo e dipendono dalle circostanze e dalle esigenze di
ciascuno di quei mondi. Tu guarderai questo mondo, e la mia voce ti accompagner, e quando
avrai visto sufficientemente questo mondo, cos che la sua grandezza ti sia evidente, viaggerai
nel passato e vedrai come sono stati scoperti i mondi, come sono nati, e come cerchiamo di
aiutare quelli che sono desiderosi di aiutare se stessi. Ricorda sempre questo: noi dello spazio
non siamo perfetti, perch la perfezione non pu esistere quando si nello stato materiale
dell'essere, in qualunque parte di qualunque universo, ma cerchiamo di fare il meglio che
possiamo. Ci sono alcuni nel passato, e tu ne sarai d'accordo, che sono stati molto buoni, e
alcuni, con nostro dispiacere, che sono stati molto cattivi. Ma noi non bramiamo il vostro
mondo, la Terra, desideriamo invece che voi lo sviluppiate, che viviate l, ma dobbiamo
assicurarci che le attivit dell'Uomo non inquinino lo Spazio e non mettano in pericolo le
persone di altri mondi. Ma ora tu vedrai ancora di questo, che il mondo principale'. Presi a
riflettere su questi mondi, a meditare profondamente sulla sostanza, al di l delle apparenze,
perch mi sembrava che tutto questo parlare di amore fraterno fosse solo un inganno. Il mio
caso stesso, pensai, tale da mostrare la fallacia di questo argomento. Qui io sono, per mia
stessa ammissione, un povero e ignorante nativo di un paese molto povero, arido e
sottosviluppato e, assolutamente contro i miei desideri, sono stato catturato, operato e, per
quanto possa rendermene conto, spinto fuori dal mio corpo. Qui ero dove? Il discorso di fare
cos tanto per il bene dell'umanit mi sembrava un po' falso. La Voce irruppe nei miei
pensieri tormentati dicendo: 'Monaco, i tuoi pensieri sono resi sonori dai nostri strumenti, e i
tuoi pensieri non sono pensieri corretti, poich sono invero, fallaci. Noi siamo i Giardinieri, e
un giardiniere deve togliere i rametti secchi e strappare le erbacce. Ma quando c' un buon
germoglio allora talvolta il giardiniere deve togliere il germoglio dalla pianta madre e
innestarlo in un altro luogo, cos che si possa sviluppare come una nuova specie, o addirittura
svilupparsi di pi della propria specie. Secondo i costumi a cui sei abituato, sei stato trattato
piuttosto rozzamente. Secondo i nostri costumi, ti stato accordato un onore speciale,
riservato soltanto a pochissime persone delle specie del mondo, un onore unico'. La Voce
esit e poi continu: 'La nostra storia risale a miliardi di anni del tempo terreno, miliardi e
miliardi di anni, ma supponiamo che tutta la vita del pianeta che tu chiami Terra sia
rappresentata dall'altezza del Potala; allora la vita dell'Uomo sulla Terra potrebbe essere
paragonata allo spessore di uno strato di pittura sul soffitto di una stanza. Cos puoi vedere
che l'Uomo cos nuovo sulla Terra che nessun umano ha il diritto neanche di provare a
giudicare ci che facciamo. Pi avanti i vostri stessi scienziati scopriranno che le loro
stesse leggi di probabilit matematiche indicheranno chiaramente che evidente
l'esistenza di extraterrestri. Data l'evidenza reale degli extraterrestri essi devono
guardare al di l della portata del loro stesso universo e in altri universi al di l di quello
che contiene il tuo mondo. Ma questo non n il tempo n il luogo per iniziare una
discussione di questa natura. Accetta l'assicurazione che stai facendo un buon lavoro e che noi
ne sappiamo di pi su questo. Ti chiedi dove sei, e io ti dir che il tuo spirito, privo di corpo
solo temporaneamente, ha viaggiato al di l dei limiti del tuo stesso universo, ed andato
diritto nel centro di un altro universo, nella citt centro del pianeta principale. Abbiamo molto
da mostrarti e il tuo viaggio, le tue esperienze non sono che all'inizio. Renditi ben conto,
tuttavia, che quello che stai vedendo quel mondo come ora, in questo momento, perch,

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nello spirito, tempo e distanza non hanno alcun significato. Ora vogliamo che ti guardi
intorno, in modo da familiarizzarti con quel mondo su cui ora dimori e in modo da dare
credito pi facilmente a ci che ti diranno i tuoi sensi quando verremo a cose assai pi
importanti; ti manderemo presto infatti nel passato, nel passato mediante le Registrazioni
Akashiche, dove vedrai la nascita del tuo pianeta Terra'. La Voce cess. Dunque ti stavo
dicendo che ero in uno stato di panico; s ero proprio in uno stato di panico, e poi, mentre ero
l sospeso sopra quella immensit, cominciai a calare e a passare vari livelli o ponti fra grandi
torri, fino a posarmi su quello che sembrava un parco assai piacevole, sollevato su una
piattaforma, o cos a me sembrava. C'era l'erba rossa, e poi, con mio profondo stupore, trovai
da una parte l'erba verde. In mezzo all'erba rossa c'era uno stagno che aveva acqua eliotropica.
Intorno ai due stagni era riunito un incredibile assortimento di persone. Intanto stavo
iniziando a distinguere in qualche modo coloro che erano nativi di questo mondo da coloro
che erano visitatori da mondi lontani. C'era qualcosa di misterioso nell'atteggiamento e nel
comportamento di quelli che erano nativi di qui: apparivano di una specie superiore,
pienamente consapevoli di quello stato. Vicino alle pozze d'acqua erano alcuni che
sembravano possedere una grande virilit mascolina, ed altri che erano invece estremamente
femminili. Un terzo gruppo era composto da persone chiaramente ermafrodite. Mi interess
osservare che tutte le persone qui erano completamente nude, eccetto che le femmine avevano
delle cose nei capelli. Non potevo distinguere cosa fossero, ma sembravano ornamenti di
metallo. Diressi la mia volont lontano da quel luogo, perch alcuni dei giochi di quelle
persone nude non erano affatto di mio gradimento, essendo io cresciuto fin dalla mia prima
infanzia in un monastero di lama, e dunque in un ambiente interamente maschile. Capivo solo
indistintamente il significato di alcuni dei gesti in cui indulgevano le femmine. Diressi la mia
volont lontano e verso l'alto. Percorsi velocemente il resto della citt e giunsi nei sobborghi
dove le abitazioni erano rade. Ma tutti i campi e le piantagioni erano coltivati in modo
meraviglioso e molti larghi terreni erano dedicati alla coltivazione idroponica. Ma questo
sarebbe di scarso interesse per coloro che non studiano agronomia. Mi sollevai pi in alto,
cercando un qualche obiettivo su cui potermi dirigere, finch vidi un meraviglioso mare color
zafferano. C'erano grosse rocce che frastagliavano la costa, alcune gialle, altre viola, rocce di
tutti i colori e di tutte le tinte, ma il mare in s era zafferano. Questo non lo potevo capire.
Precedentemente l'acqua appariva di un colore diverso. Guardando in alto ne compresi la
ragione: un sole era tramontato e ne stava sorgendo un altro, e con questo c'erano tre soli! E
con la progressiva ascensione del terzo sole e la discesa dell'altro i colori stavano cambiando,
anche l'aria appariva di una tinta differente. Il mio sguardo stupito si pos sull'erba che stava
cambiando colore: da rossa divent viola, da viola gialla, e anche il mare stesso cambi
colore. E cos, mentre contemplavo quella scena, mi accorsi che non procurava tanto
sforzo alla mia capacit di comprensione. Supposi che evidentemente in quel pianeta i colori
erano in continua trasformazione. Ma non volli andare sopra all'acqua, dato che non ne avevo
mai vista tanta prima. Ne avevo un terrore istintivo e temevo che potesse succedermi qualche
disgrazia, tipo cadervi dentro. Cos diressi i miei pensieri verso l'interno; subito il mio spirito,
libero dal corpo, cominci a viaggiare per alcuni chilometri sulla costa frastagliata e su
piccole aree agricole. Poi, con mio indicibile piacere, vidi che mi trovavo su un terreno che mi
era in qualche modo familiare, mi ricordava la brughiera. Calai immediatamente gi e vidi le
piccole piante che si intrecciavano fra di loro sulla superficie di quel mondo. Ora, con la
differente luce, sembravano fiori dal colore viola, con gambi marroni, simili a erica. Ancora
pi avanti c'era una zona piena di quella che, sotto questa luce, sembrava ginestra, ginestra
gialla, ma qui la pianta non aveva spine. Mi sollevai di qualche centinaio di metri e mi lasciai
trasportare dolcemente su quella zona la cui vista era la pi piacevole che avessi avuto su
quello strano mondo. Per quelle persone, senza dubbio, quell'area era assai desolata: non c'era
alcun segno di abitazione n di strade. In una piacevole valletta alberata trovai un piccolo lago
e un piccolo corso d'acqua che scrosciava da un alto dirupo, gettandosi nel laghetto e

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alimentandolo. Indugiai alquanto, osservando il cambiamento delle ombre, con le loro


sfumature che penetravano attraverso i rami sopra la mia testa. Ma c'era questa urgenza
pressante che mi spingeva a muovermi continuamente. Ebbi l'impressione che non mi trovavo
l per il mio divertimento : ero l perch altri potessero vedere attraverso di me. Fui di
nuovo sollevato, lanciato in alto nell'aria, e spinto ad altissima velocit. Sotto di me vidi
scorrere indistintamente la terra, un ampio fiume, un pezzo di terra e di nuovo il mare. Contro
la mia volont fui lanciato sopra il mare, fino a raggiungere un'altra terra, un altro paese. Qui
le citt erano pi piccole ma ugualmente vaste. Abituato com'ero a grandi misure, esse
apparivano piccole, ma molto molto pi grandi di qualunque cosa avrei mai sperato di vedere
sulla Terra che avevo ora lasciato. Il mio moto fu arrestato piuttosto bruscamente ed entrai in
una ripida spirale che turbinava vorticosamente. E poi guardai gi: sotto di me era la pi
meravigliosa delle tenute, sembrava un castello antico nel mezzo di un bosco. Il castello era
assolutamente intatto e io mi meravigliai per le torri di combattimento che sicuramente erano
fuori posto in una civilt come quella. Mentre stavo riflettendo su tale argomento la Voce
irruppe: 'Questa la casa del Signore. Questo un luogo davvero antico, la costruzione pi
antica in questo mondo antico. Questo un tempio a cui vengono tutti coloro che amano la
pace: possono stare fuori delle mura e mandare col pensiero i loro ringraziamenti per la pace,
la pace che circonda tutti coloro che vivono sotto la luce di questo impero. Una luce in cui
non c' alcuna oscurit, perch qui ci sono cinque soli e non esiste oscurit. Il nostro
metabolismo diverso da quello del tuo mondo. Noi non abbiamo bisogno delle ore di sonno
per riposare. Siamo combinati in modo diverso'. 'Ero uno spirito disincarnato e discendevo a
spirale verso i gran castello che ospitava il Signore di questo Mondo Supremo Ero curioso
e desideroso di vedere a che tipo di uomo andavano il rispetto e l'amore di alcuni dei mondi
pi potenti che esistevano. Ero avido di scoprire quale uomo - e donna - potevano
sopravvivere attraverso i secoli. Il Signore e sua Moglie. Ma ci non doveva essere. Fui tirato
indietro cos come un ragazzino pu dare uno strattone alla corda del suo aquilone, e fui
spinto via. 'Questo terreno sacro' disse la Voce molto austeramente 'e non per nativi
ignoranti; tu sei destinato a vedere altre cose'. E avvenne cos che io fossi trainato per molti
chilometri, e poi girato e spinto verso una diversa direzione. Sotto di me le sembianze di quel
mondo rimpicciolirono e le citt divennero addirittura granelli di sabbia sulle rive di un fiume.
Mi sollevai nell'aria e fuori dell'aria, mi muovevo dove non c'era aria. Giunse per caso, nel
raggio della mia vista, una strana struttura di cui non avevo mai visto niente di simile e il cui
scopo non riuscivo a comprendere. Qui, nel vuoto privo d'aria, dove non potevo esistere se
non come spirito disincarnato, fluttuava una citt di metallo, sospesa in aria in virt di qualche
metodo misterioso del tutto al di l della mia possibilit di discernimento. Come mi
avvicinavo, i dettagli divennero pi chiari e io mi resi conto che la citt posava su una terra di
metallo ed era ricoperta superiormente da un materiale che era pi trasparente del vetro, ma
che non era vetro. Sotto quello splendore trasparente potevo osservare le persone nelle strade
della citt, una citt pi grande della citt di Lhasa. C'erano alcune strane protuberanze in
alcuni degli edifici e fu su uno degli edifici pi larghi che mi trovai diretto. 'Qui c' un grande
osservatorio.' disse la Voce nel mio cervello 'Un osservatorio da cui si assistito alla nascita
del tuo mondo, non con mezzi ottici ma con raggi speciali che sono al di l della tua
comprensione. Entro alcuni anni le persone del tuo mondo scopriranno la scienza delle onde
radio. Le onde radio, nel loro sviluppo pi elevato, saranno come la potenza del cervello di un
piccolo verme paragonata alla potenza del cervello dell'umano pi intelligente. Quello che
usiamo qui molto molto al di l anche di questo. Qui si vedono i. segreti dell'universo, la
superficie di mondi distanti, cos come tu puoi vedere ora la superficie di questo
Satellite. E nessuna distanza, nessuna materia, per quanto grande, pu essere un
ostacolo. Possiamo vedere dentro i templi, dentro i luoghi di divertimento e dentro le
case'. Mi avvicinai ancora di pi, temendo per la mia salvezza, mentre quella barriera
luminosa mi appariva sempre pi larga davanti. Temevo di sbattervi contro e di restar ferito,

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ma poi, prima di cadere preda del panico, mi ricordai che ero solo uno degli spiriti, per cui
anche i muri pi solidi non erano che ombre da attraversare a piacere. Lentamente penetrai
attraverso questa sostanza simile al vetro e giunsi sulla superficie di quel mondo che la Voce
aveva definito 'Satellite'. Per un certo tempo mi lasciai trasportare qua e l, cercando di
organizzare i pensieri che turbinavano dentro di me. Mi mossi lateralmente e attraversai
strani muri di una materia del tutto sconosciuta. Anche se ero uguale a uno spirito, tuttavia
ci fu una leggera opposizione al mio passaggio perch provai una vibrazione in tutto il
mio essere e, per un certo tempo, la sensazione di essere invischiato in un fango tenace.
Con un curioso strattone, che sembr lacerare tutto il mio essere, lasciai il muro che mi
imprigionava. Nel fare questo ebbi la forte impressione della Voce che diceva: 'Ha
attraversato! Per un momento ho pensato che non ce l'avrebbe fatta'. Ma ora ero al di l del
muro e dentro un immenso spazio coperto, troppo vasto per essere definito col termine
'stanza'. Tutt'intorno erano macchinari e apparati del tutto fantastici, oggetti completamente al
di fuori delle mie capacit intellettive. Tuttavia le cose di gran lunga pi strane erano gli
abitanti di quell'enorme luogo chiuso. Umanoidi piccolissimi erano indaffarati in cose che a
mala pena capii essere strumenti, mentre giganti spostavano involti assai pesanti da una parte
all'altra, facendo questo duro lavoro per quelli che erano troppo deboli. 'Qui' disse la Voce nel
mio cervello 'abbiamo un sistema molto grande. Le persone piccole si occupano di questioni e
regolazioni delicate; le persone grandi si occupano di cose pi adatte alla loro misura e forza.
Ora, vai avanti'. Quella Voce imponderabile mi spinse ancora una volta, cos che incontrai e
superai un'altra barriera, questa anche pi dura da attraversare. 'Quel muro' mormor la
Voce ' la Barriera della Morte. Nessuno pu entrarvi o uscirvi mentre ancora vivo. Questo
il luogo veramente segreto. Qui guardiamo tutti i mondi e scopriamo immediatamente
qualunque preparativo di guerra. Guarda!'. Guardai intorno a me. Per alcuni momenti
quello che avevo davanti a me non ebbe alcun significato. Poi ripresi il controllo sui miei
sensi confusi e mi concentrai. I muri intorno a me erano divisi in rettangoli di circa due metri
di lunghezza per circa un metro e mezzo di altezza. Ciascuno era un quadro vivente, sotto cui
erano strani simboli, che presi per una scrittura. I quadri mi riempirono di stupore. Qui ce
n'era uno in cui era dipinto un mondo come se fosse visto dallo spazio; era verdeazzurro, con
strane macchie bianche. Con mia grande impressione mi resi conto che quello era il mio
mondo, il mio in cui ero nato. Ma attir immediatamente la mia attenzione un cambiamento
nel quadro adiacente. Provai la sensazione inquietante di cadere mentre guardavo e vidi che
stavo osservando un quadro del mio mondo come se stessi per cadere su di esso. Le nubi si
sollevarono e io vidi tutta la sagoma dell'India e del Tibet. Nessuno mi aveva detto che era
cos, tuttavia lo sapevo per istinto. Il quadro divenne sempre pi grande. Vidi Lhasa, vidi le
regioni montuose e poi vidi il cratere vulcanico. 'Ma tu non sei qui per vedere questo!'
esclam la Voce. 'Guarda da un'altra parte!'. Mi guardai intorno e mi meravigliai di nuovo
per quello che vedevo. Qui, su questo quadro, era l'interno di una camera di consiglio.
Persone dall'aspetto molto importante stavano discutendo animatamente. Sentivo alzare le
voci e vedevo alzare le mani; tutt'intorno venivano gettate carte con un impressionante
disprezzo per il decoro. Su una predella sollevata un uomo, con una faccia viola, stava
parlando freneticamente. Applausi e rimostranze salutavano circa in egual misura le sue
parole. Tutto ci mi ricordava una riunione dei Signori Abati! Mi girai intorno: ovunque
erano questi quadri viventi, ovunque queste strane scene, alcune nei colori pi improbabili. Il
mio corpo si spost verso un'altra stanza ancora. Qui c'erano quadri di oggetti strani di
metallo, che si muovevano attraverso l'oscurit dello spazio. 'Oscurit' non la parola da
usare, perch lo spazio qui era screziato di punti luminosi di molti colori, molti dei quali
precedentemente a me del tutto sconosciuti. 'Navi spaziali in transito.' disse la Voce
'Controlliamo attentamente le rotte del nostro traffico'. La faccia di un uomo balz
curiosamente in fuori su una porzione del muro. Prese a parlare, ma io non capii le sue parole.
Faceva cenni col capo e con le mani come se stesse parlando a faccia a faccia con una

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persona. Con un sorriso e un gesto di saluto la faccia svan e la parete fu di nuovo levigata e
grigia. L'uomo fu rimpiazzato immediatamente da una vista, come se fosse presa da un
uccello in volo. Un panorama del Mondo che avevo appena lasciato, il Mondo che era il
centro di questo vasto impero. Guardai in gi la grande citt, vedendola, nel modo pi
realistico, con tutta la sua immensa estensione. Il quadro si muoveva rapidamente, cos che mi
trovai a guardare di nuovo quella zona in cui era la residenza del Signore di quella grande
civilt. Vidi le grandi mura e gli strani giardini esotici in cui era posta la costruzione. Vidi
anche un bellissimo lago con un'isola al centro. Ma il quadro si muoveva spostandosi qua e l,
sorvolando il panorama come fa un uccello in cerca di preda. Poi il quadro si ferm,
divenendo pi grande e localizzando l'immagine su un oggetto di metallo che stava
descrivendo pigri cerchi e scendendo verso il terreno. L'immagine si dilat in modo da
mostrare soltanto l'oggetto di metallo. Apparve il viso di un uomo che stava parlando in
risposta a domande sconosciute. Un saluto e il quadro rest vuoto. Mi mossi senza che lo
volessi. La mia mente, diretta da altri, lasci quella strana stanza per entrare in un'altra.
Ancora pi strana! Qui, davanti a nove di quegli schermi sedevano nove vecchi. Per un
momento stetti a guardare con curioso stupore, poi cominciai a ridacchiare, quasi in modo
isterico. C'erano qui nove vecchi, tutti con la barba, tutti molto simili d'aspetto, tutti dall'aria
assai grave. Nel mio Povero cervello la Voce irata tuon: SILENZIO, sacrilego. Questi sono i
Saggi che controllano il Tuo destino. Silenzio, dico, e mostra rispetto'. Ma i vecchi Saggi non
fecero alcun caso a questo, eppure erano consapevoli della mia presenza, perch su uno
schermo c'era un'immagine di me sulla Terra, un'immagine di me circondato di fili metallici e
di tubi. Tuttavia un altro schermo mi mostrava QUI! Un'esperienza veramente snervante.
'Questi' continu la Voce con un tono assai uniforme 'sono i Saggi che hanno richiesto la tua
presenza. Sono i nostri uomini pi saggi, che per secoli si sono dedicati al bene degli altri.
Lavorano sotto la direzione del Signore Stesso, che ha vissuto ancora pi a lungo. Il nostro
scopo salvare il tuo mondo, salvarlo da ci che minaccia di essere un suicidio. Salvarlo dal
massimo inquinamento che segue una guerra nucleare - ma non ti preoccupare, questi sono
termini che non hanno alcun significato per te, termini che fino ad ora non sono stati inventati
sul tuo mondo. Il tuo mondo sta per subire un grande cambiamento: saranno scoperte nuove
cose e inventate nuove armi. Gli uomini entreranno nello spazio entro i prossimi cento anni.
Ecco qual il nostro interesse'. Uno dei Saggi fece delle cose con le mani e i quadri
cambiarono, un mondo dopo l'altro scorreva sugli schermi. Persone dopo persone facevano il
loro breve debutto e svanivano per essere sostituite da altre. Strane bottiglie di vetro
divennero luminose e delle linee ondulate si mossero sui loro fondi. Strane macchine
producevano un gran fracasso ed emettevano strisce di carta che, arricciolandosi, cadevano in
cestini posti vicino, strisce di carta coperte di simboli interessanti. Tutta la faccenda era cos
lontana dalla mia capacit di comprensione che anche ora, dopo tutti questi anni di riflessione,
non riesco a distinguere il significato di tutto quello che ho visto. Ed anche i Vecchi Saggi
prendevano appunti su fogli e parlavano in dischi che tenevano vicino alla bocca. E in risposta
veniva una voce senza corpo, che parlava come parla un uomo, ma la cui fonte mi era del
tutto sconosciuta. Alla fine, quando i miei sensi stavano vacillando, turbati da tali strani
eventi, la Voce nel mio cervello disse: 'Di questo hai visto a sufficienza. Ora ti mostreremo il
passato. Per prepararti ti dir quello di cui farai esperienza, cos non sarai spaventato'.
SPAVENTATO? pensai fra me e me; se solo sapesse che io SONO ASSOLUTAMENTE
TERRORIZZATO! 'Prima' riprese la Voce 'farai esperienza dell'oscurit e di un certo
movimento rotatorio nel tempo. Poi vedrai quella che credi essere questa stanza: in effetti
questa stanza sar come era milioni di anni fa, secondo il TUO tempo, e non tanto tempo fa,
secondo il nostro. Poi vedrai come stato creato il tuo universo e come nato il tuo mondo,
come stato popolato di creature che, fra le tante, chiamiamo Uomo'. La Voce svan e, con
essa, la mia coscienza. Divenni consapevole di un vortice di nebbia grigia che si
protendeva fin dentro il mio cervello. Barlumi intermittenti di QUALCOSA mi tormentavano,

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aggiungendosi alla mia frustrazione generale. Poi, gradualmente, come una nebbiolina del
mattino che si dissipi prima che il sole sorga, la mia consapevolezza, la mia lucidit,
tornarono. Davanti a me il mondo divenne luminoso, no, non era il mondo, ma la stanza in cui
fluttuavo tra pavimento e soffitto come una pigra voluta di fumo che si alza e si abbassa
nell'aria tranquilla. Come le nuvole d'incenso che ondeggiano in un tempio, indugiavo in alto
contemplando quello che mi stava davanti. Nove vecchi barbuti, austeri, intenti al loro
Compito. ERANO gli stessi? No, non lo erano, la stanza era diversa. Gli schermi e gli
strumenti erano diversi, e anche i quadri erano diversi. Per un certo tempo non fu detta alcuna
parola, n fu data alcuna spiegazione di tutti questi portenti. Alla fine uno di quei vecchi si
volse e gir una manopola; uno schermo si accese, mostrando delle stelle la cui
configurazione non avevo mai visto prima. Lo schermo si espanse fino a riempire del tutto la
mia visione, fino a sembrare una finestra sullo spazio. L'illusione era cos grande che avevo la
sensazione di ESSERE direttamente nello spazio anche senza una finestra. Guardai le stelle
fredde e immobili, che brillavano di una luce cos dura e scostante. 'Accelereremo il
meccanismo un milione di volte', disse la Voce, altrimenti non ti renderai conto di niente, nel
tempo di durata della tua vita'. Le stelle iniziarono a oscillare ritmicamente, fra di loro,
intorno a un centro invisibile. Da un'estremit del quadro giunse a gran velocit una lunga
cometa che, con la sua coda fiammeggiante, punt in direzione di quel centro oscuro e
invisibile. La cometa pass volando su quello schermo, riunendo dietro di s altri mondi, e
infine and a cozzare contro quel mondo freddo e morto che era stato il centro di quella
galassia. Altri mondi, attratti dalle loro orbite predestinate dall'aumento della forza
gravitazionale, entrarono in rotta di collisione. Nell'istante in cui cometa e mondo morto
entrarono in collisione l'intero universo sembr incendiarsi. Vortici turbinosi di materia
incandescente furono scagliati attraverso lo spazio; gas fiammeggianti contaminarono mondi
vicini. Tutto l'universo, cos come lo vedevo nello schermo davanti a me, divenne una massa
di gas luminosi che fiammeggiavano impetuosamente. Lentamente l'intensa luminosit che
riempiva l'intero spazio and diminuendo e, alla fine, ci fu una massa centrale fiammeggiante,
circondata da masse pi piccole. Pezzi di materiale incandescente furono scagliati lontano,
allorch la grande massa centrale vibr e fu scossa dall'agonia della nuova conflagrazione. La
Voce irruppe nei miei pensieri caotici: 'Stai vedendo in pochi minuti quello che ha impiegato
milioni di anni per evolversi. Ora cambieremo il quadro'. Tutta la mia visione fu limitata alla
dimensione dello schermo e quello che ora vedevo era il sistema stellare che si allontanava,
cos che mi sembrava di guardar da lontano. La brillantezza del sole centrale diminu, pur
rimanendo ancora eccessivamente intensa. Mondi vicini continuavano a essere infuocati,
mentre giravano e ruotavano sulle loro nuove orbite. L'intero universo, alla velocit accelerata
a cui mi era stato mostrato, sembrava muoversi al ritmo di un vortice o di un turbine, tanto da
scuotere i miei sensi. Ora il quadro cambi. Davanti a me stava un grande piano, punteggiato
da immensi edifici, alcuni dei quali avevano strane protuberanze che scaturivano dalle loro
cime. Tali protuberanze mi sembravano fatte di metallo, piegato in forme curiose; la ragione
di ci era assolutamente al di l delle mie capacit intellettive. Sciami di persone di forme e
dimensioni visibilmente assai diverse convergevano verso un oggetto veramente straordinario,
posto al centro del piano. Sembrava un tubo di metallo di dimensioni inimmaginabili. Le
estremit del tubo erano pi piccole della circonferenza principale, e un'estremit finiva
a punta mentre l'altra con una sorta di rotondit. Dal corpo centrale si estendevano,
intervallate, delle protuberanze e, guardando intensamente, potei distinguere che queste
erano trasparenti. All'interno si muovevano dei piccoli punti, e la mia attenta osservazione
mi port a ritenere che fossero persone. Giudicai che l'intero edificio fosse di circa un
chilometro e mezzo di lunghezza, o anche pi. Il suo scopo mi era del tutto sconosciuto.
Non potevo capire perch un edificio dovesse avere una tale forma eccezionale. Mentre
guardavo con la massima attenzione, per non perdere niente, scivol come galleggiando nello
schermo un veicolo straordinario che trasportava dietro di s molte piattaforme cariche di

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scatoloni e balle sufficienti, cos pensai futilmente, a rifornire tutti i mercati dell'India.
Tuttavia - ma come poteva essere? - tutti stavano fluttuando nell'aria come i pesci
fluttuano e si muovono nell'acqua. Lo strano oggetto si accost al grande tubo, che era un
edificio, e una dopo l'altra tutte le scatole e le balle vi furono fatte entrare, cos che lo strano
veicolo si allontan con le piattaforme vuote. Il fiume di persone che erano nel tubo si
assottigli fino a diminuire del tutto. Furono azionate porte scorrevoli e il tubo fu chiuso.
Quel grande edificio tubolare lungo circa un chilometro e mezzo e largo circa trecento metri
improvvisamente si SOLLEV NELL'ARIA! Si sollev circa all'altezza della nostra
montagna pi alta, indugi per alcuni secondi e poi svan! Un istante prima era l, una
scheggia d'argento appesa nel cielo e illuminata dalle luci colorate di due o tre soli. Poi, senza
neanche un baleno, non c'era pi. Guardai intorno a me, guardai gli schermi adiacenti e poi la
rividi. Qui, su uno schermo assai vasto, lungo circa otto metri, le stelle si muovevano
rapidamente tanto da sembrare strisce di luce colorata. Manifestamente immobile nel
centro dello schermo stava l'edificio che aveva appena lasciato questo strano mondo. La
velocit del movimento delle stelle aument fino a formare una macchia quasi ipnotica. A
quel punto girai lo sguardo altrove. Una luce abbagliante attrasse la mia attenzione e guardai
di nuovo lo schermo lungo. All'estremo limite apparve una luce che lasciava prevedere
l'avvento di una luce pi grande, proprio come il sole manda i suoi raggi sulla cresta delle
montagne per avvisare del suo arrivo. La luce aument rapidamente, fino a diventare brillante
in maniera intollerabile. Una mano si protese e gir una manopola. La luce fu ridotta,
lasciando il quadro chiaro. Il grande tubo, mera macchiolina insignificante nell'immensit
dello spazio, si avvicin a quella zona luminosa, prese a girarle intorno, e poi io fui spostato a
un altro schermo. Per un momento persi l'orientamento e stetti a guardare senza attenzione
l'immagine che era davanti a me. Era l'immagine di una grande stanza in cui si trovavano
uomini e donne vestiti di quella che ora sapevo essere la loro uniforme. Alcuni erano seduti
davanti a leve e bottoni, altri stavano guardando gli schermi, proprio come stavo facendo io.
Uno che era abbigliato pi festosamente degli altri si muoveva intorno, con le mani chiuse
dietro la schiena. Spesso si fermava dietro le spalle di un'altra persona per guardare alcune
note scritte, studiare le linee contorte che apparivano dietro cerchi di vetro. Poi, con un cenno
del capo, riprendeva il suo passo. Alla fine provai a fare lo stesso. Guardai in uno schermo
come aveva fatto quello abbigliato in modo fastoso. Qui c'erano mondi fiammeggianti, il cui
numero non ero in grado di contare, perch la luce mi abbagliava e il movimento inusuale mi
disorientava. Per quanto potevo indovinare, solo indovinare, c'erano circa quindici corpi
fiammeggianti che circondavano la grande massa centrale da cui erano nati. L'edificio a forma
di tubo, che ora sapevo essere una nave spaziale, si ferm, e inizi una grande attivit. Dalla
base della nave usc un gran numero di piccole navi di forma circolare, che si
sparpagliarono qua e l e, con la loro partenza, la vita di bordo della grande nave riprese il
tenore di un'esistenza ben ordinata. Il tempo pass e piano piano tutti i piccoli dischi
tornarono alla loro nave-madre e furono ripresi a bordo. Il tubo divenne di nuovo lentamente
carico e corse a gran velocit, come un animale spaventato, attraverso il turbinare dei cieli. Al
compimento del tempo, non potrei stabilirne la durata poich tutto il viaggio si era svolto a
velocit accelerata, il tubo metallico torn alla sua base. Uomini e donne lo lasciarono ed
entrarono in edifici lungo il suo perimetro. Davanti a me lo schermo divenne grigio. La stanza
in ombra, con gli schermi sempre in movimento sui muri, mi affascinava oltre misura.
Precedentemente ero stato troppo occupato a guardare uno o due schermi, ma ora che quelli
erano chiusi e fermi davanti a me avevo tempo per guardare intorno. Qui c'erano uomini circa
delle mie dimensioni, dimensioni implicite quando uso il termine 'umano'. Erano di tutti i
colori, bianchi, neri, verdi, rossi, gialli e marroni. Forse un centinaio sedevano su sedili
dalla strana forma, capaci di piegarsi e inclinarsi a ogni movimento. Sedevano in fila davanti a
strumenti posti lungo tutto il muro. I Nove Vecchi Saggi sedevano a una tavola speciale nel
centro della stanza. Spinto dalla curiosit mi guardai intorno, ma gli strumenti e le loro

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applicazioni erano cos lontani da qualunque cosa di cui avessi fatto precedentemente
esperienza, che non ho la possibilit di descriverli in nessun modo. Tubi tremolanti che
contenevano una luce verde spettrale, tubi vibranti di luce color ambra, muri che ERANO
muri, sebbene irradiassero la stessa luce colorata come quella fuori all'aperto. Cerchi di vetro
dietro cui si vedevano dei punti ondeggiare violentemente, oppure oggetti solidi come rocce;
tutto QUESTO pu Suggerirti qualcosa? Una sezione del muro si apr improvvisamente,
rivelando un'incredibile quantit di fili metallici e tubi. Piccoli ometti alti circa mezzo metro
si arrampicavano su e gi per quei tubi, piccole persone ornate di cinture che contenevano
attrezzi luminosi, che erano arnesi di un qualche tipo. Poi entr un gigante portando una
scatola grande e pesante. La tenne l per alcuni momenti, mentre gli ometti bloccavano la
scatola contro il retro del muro. Poi il muro si richiuse e gli ometti scomparvero, assieme al
gigante. Ora c'era silenzio, salvo che per un rumore secco continuo e il fruscio del nastro che
si muoveva ininterrottamente da un orifizio della macchina a un ricettacolo speciale. Sullo
schermo era adesso inquadrata una cosa davvero assai strana. Dapprima credetti di vedere una
roccia sbozzata grossolanamente in una forma umana, poi, con mio grande orrore, vidi che la
Cosa si muoveva. La forma di un braccio primitivo si alz e io vidi che reggeva un grande
foglio di qualche materiale sconosciuto, su cui era incisa una qualche forma di scrittura. Ma
non si pu dire 'scrittura' e basta; era cos ovviamente diversa da tutto ci che nel nostro
mondo, che si dovrebbe inventare una qualche forma di linguaggio per poterla descrivere.
Allontanai lo sguardo: tutto ci era cos al di sopra della mia comprensione da non suscitare
pi alcun interesse in me. Provavo soltanto orrore nel considerare quella parodia dell'umanit.
Ma il mio sguardo meravigliato s'interruppe bruscamente. Ecco che apparvero degli Spiriti,
Spiriti alati! Ne rimasi cos affascinato che quasi andai a battere contro lo schermo nel
tentativo di avvicinarmi per vederne di pi. Era il quadro di un giardino meraviglioso in cui
giocavano creature alate. Di forma umana, sia maschi che femmine eseguivano una sorta
d'intricata danza aerea nel cielo dorato sopra il loro giardino. La Voce irruppe nei miei
pensieri. 'Ah! Dunque sei affascinato, eh? Questi sono (un nome indecifrabile) e sono capaci
di volare soltanto perch vivono in un mondo dove la forza di gravit assai debole. Non
possono lasciare il loro pianeta perch troppo fragili. Tuttavia posseggono un'intelligenza
potente e insuperabile. Ma guarda ora in altri schermi. Presto vedrai di pi della storia del tuo
mondo'. Davanti a me vidi la scena cambiare. Sospettai che il cambiamento fosse deliberato,
in modo che potessi vedere ci che si desiderava che vedessi. Prima ci fu il viola profondo
dello spazio, poi un mondo interamente azzurro si mosse da un margine fino ad occupare il
centro delle schermo. L'immagine divenne sempre pi larga, fino a riempire completamente la
visione, sempre pi larga e di nuovo ebbi l'orrenda impressione di cadere a testa in gi, fuori
nello spazio. Esperienza veramente angosciante. Sotto di me balzavano e rotolavano onde
azzurre. Il mondo gir. Acqua, acqua, ovunque acqua. Ma una macchiolina si proiett sopra le
onde eterne. Su tutto il mondo si elevava un altipiano della grandezza della Valle di Lhasa, su
cui erano disseminati strani edifici. Figure umane si muovevano pesantemente sulla riva con i
piedi nell'acqua. Altre figure sedevano su rocce l vicino. Era tutto misterioso e niente aveva
alcun senso per me. 'Il nostro vivaio' disse la Voce 'dove coltiviamo il seme di una nuova
razza'.
7-117 "Mi lasciai per un po' trasportare, come i pensieri di un uomo pigro, senza direzione, senza
scopo. Vacillando mi spostavo da schermo a schermo, a seconda di quello che mi suggeriva la
fantasia. Poi la Voce s'introdusse in me dicendo: 'Ti dobbiamo dire altro ancora'. Mentre la
Voce parlava, mi accorsi di essere stato girato e diretto verso gli schermi che avevo studiato
all'inizio. Ora erano di nuovo attivi. Su uno schermo era inquadrato l'universo, contenente
quello che ora conosciamo come il Sistema Solare. La Voce riprese: 'Per secoli si avuta
estrema cura, nel caso ci fosse stato qualche rischio di radiazioni proveniente dal nuovo
Sistema ora in formazione. Passarono milioni di anni, ma nella vita dell'universo un milione
di anni non che alcuni minuti nella durata della vita di un umano. Infine salp un'altra

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spedizione da qui, il centro del nostro impero; spedizione equipaggiata con i pi moderni
apparati, con cui determinare la pianificazione di nuovi mondi che dovremmo seminare'. La
Voce cess, e io ripresi a guardare negli schermi. Le stelle brillavano fredde e remote nelle
incredibili distanze dello spazio. Dure e fragili, brillavano con pi colori dell'arcobaleno.
L'immagine si ingrand sempre pi, finch apparve un mondo che sembrava proprio una palla
di nuvole. Nuvole vorticose si spostavano da un estremo all'altro, con la luce pi
impressionante. 'Non possibile' disse la Voce 'fare una VERA analisi di un mondo lontano
mediante sonde a distanza. Una volta noi credevamo altrimenti, ma l'esperienza ci ha mostrato
il nostro errore. Ora, per milioni di anni, abbiamo mandato spedizioni. Guarda!'. L'universo
venne spazzato via cos come si pu tirare una tenda da una parte. Vidi di nuovo un piano
estendersi in quello che sembrava l'infinito. Le costruzioni erano diverse, ora erano lunghe e
basse. Anche la grande nave che stava l, pronta, era diversa. Quella nave sembrava
composta di due piatti: il piatto inferiore era posto nel modo corretto e usuale, mentre
quello superiore posava sopra quello inferiore, ma rovesciato. Brillava luminosa come la
luna piena e la sua circonferenza era disseminata di buchi rotondi, coperti da vetri. Sul
piano superiore posava una stanza trasparente, a forma di cupola assai vasta. La
gigantesca circonferenza della nave rendeva relativamente piccolissimi i pesanti macchinari
che la sostenevano alla base. L nei pressi indugiavano in gruppi uomini e donne, tutti vestiti
con strane uniformi, tutti con una quantit di scatole posate ai loro piedi sul terreno. Il
discorso sembrava essere allegro, l'umore buono. Individui abbigliati con maggiori ornamenti
camminavano impettiti e inaccessibili avanti e indietro, come se stessero deliberando il
destino di un mondo, cosa che forse stavano facendo. Un improvviso segnale li fece subito
piegare, prendere i loro pacchetti e affrettarsi a piccoli passi sulla nave in attesa. Porte
metalliche simili all'iride di un occhio si chiusero salde dietro di loro. Lentamente
quell'immensa macchina di metallo si sollev in aria di qualche centinaio di metri. Oscill
per un istante e poi svan del tutto senza lasciare nessuna traccia a segnalare che fosse
mai esistita. La Voce disse: 'Viaggia a una velocit impensabile, maggiore della velocit della
luce, un mondo autosufficiente, e quando qualcuno si trova su queste navi DEL TUTTO
insensibile a qualunque influenza esterna. Non vi alcuna sensazione di velocit, nessuna
sensazione di caduta, neanche nelle virate pi brusche. 'Lo Spazio', continu la Voce,
NON Vuoto come voi abitanti della terra credete. Lo Spazio un'area di densit
ridotta. C' un'atmosfera di molecole di idrogeno. Le molecole separate possono essere
distanti anche centinaia di chilometri, ma alla velocit generata dalle nostre navi
quell'atmosfera sembra densa quasi come il mare. Si possono sentire le molecole che
strusciano contro i lati della nave e dobbiamo prendere misure speciali, per ovviare al
problema del riscaldamento causato dall'attrito molecolare. Ma guarda. Su uno schermo
adiacente, la nave a forma di disco stava correndo all'impazzata, lasciando una scia di
luce azzurrina dietro di s. La velocit era cos grande che man mano che il quadro si
spostava per tenere inquadrata la nave, le stelle sembravano strisce continue di luce. La
Voce mormor: 'Tralasceremo le superflue sequenze del viaggio, per mantenerci sui punti che
interessano veramente. Guarda l'altro schermo'. Cos feci e vidi la nave che ora viaggiava
molto pi lentamente, e che ruotava intorno al sole, al NOSTRO sole. Ma un sole molto molto
differente da quello che ora. Era pi grande, pi luminoso e lunghe lingue di fuoco
scaturivano dalla sua circonferenza. La nave ruot intorno, prima a un mondo e poi a un
altro. Alla fine si avvicin a un mondo che in qualche modo sapevo essere la Terra.
Completamente avvolta da nubi, essa girava sotto la nave, che dopo diverse orbite diminu
ancor pi la sua velocit. Il quadro cambi e mi fu mostrato l'interno. Un piccolo gruppo di
uomini e donne stavano camminando in un lungo corridoio di metallo, alla cui estremit
sbucarono in un ambiente cintato, che conteneva piccole copie della nave pi grande.
Uomini e donne salirono su una rampa ed entrarono in una di queste navi pi piccole. Tutte le
altre persone lasciarono quella zona. Dietro un muro trasparente un uomo guardava, le mani

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sopra strani bottoni e lampi di luce di fronte a lui. Si diffuse una luce verde, e l'uomo pigi pi
bottoni contemporaneamente. Una sezione del pavimento si ritir e si apr come si apre l'iride
di un occhio. La piccola nave cadde attraverso l'apertura ed entr nello spazio. Si allontan
lentamente come scivolando, finch la perdemmo di vista nelle nuvole che circondavano la
Terra. Poi il quadro davanti a me mut di nuovo e potei vedere come se fossi stato a bordo del
naviglio stesso. Qui le nuvole turbinavano e ondeggiavano, simili dapprima a barriere
impenetrabili, che si andavano via via sciogliendo appena venivano in contatto con la nave
spaziale. Gi gi attraversammo chilometri di nuvole, finch fummo finalmente assorbiti da
una giornata triste e cupa. Un mare grigio si gonfiava e agitava e in lontananza sembrava
fondersi con le nuvole grigie, nuvole su cui erano riflesse rosse luci abbaglianti, provenienti
da qualche fonte sconosciuta. La nave spaziale si alz e si pose orizzontalmente fra le nuvole
e il mare, sorvolando chilometri e chilometri infiniti di mare agitato. Sulla linea dell'orizzonte
apparve una massa scura, interrotta da lingue intermittenti di fiamma. La nave avanz.
Proprio sotto di noi si vide confusamente una grande quantit di terra montuosa. Enormi
vulcani ergevano le loro brutte teste in alto verso le nuvole, e da questi scaturivano tremende
fiamme; lava fusa colava gi per i fianchi delle montagne per tuffarsi nel mare con un
rimbombo sibilante. Anche se da lontano appariva grigia, da vicino risultava di colore rosso
opaco. La nave continu a viaggiare e circumnavig il mondo per un gran numero di volte.
Non c'era che un'immensa quantit di terra, circondata dal mare agitato che, pi da vicino,
sembrava emettere vapori. Alla fine la nave si alz, entr nello spazio e torn alla nave madre.
Lo schermo divenne bianco, quando la nave part a gran velocit per tornare al mondo
dell'Impero. La Voce, che ora mi ero abituato a sentir parlare nel mio cervello, comment:
'NO! Non sto parlando semplicemente a TE, mi sto rivolgendo anche a coloro che partecipano
a questa esperienza. Dal momento che tu sei tanto ricettivo, sei consapevole di tutti i miei
commenti, che noi definiamo segnali acustici. Ma fai attenzione. Questo si applica anche a te.
'La Seconda Spedizione torn a...' (ci fu un nome, ma non riesco proprio a pronunciarlo, cos
lo chiamer 'il nostro impero'). 'Gli scienziati studiarono i rapporti presentati dall'equipaggio.
Furono fatte valutazioni circa il probabile numero di secoli necessari prima che quel mondo
fosse sufficientemente assestato, cos da poter essere popolato di creature viventi. Biologi e
genetisti lavorarono insieme, per formulare piani circa la formazione del miglior tipo di
creature. Quando si tratta di popolare un nuovo mondo, e quando questo mondo un
prodotto di una Nova, prima di tutto c' bisogno di animali pesanti e di fitto fogliame. Tutto
il suolo formato da rocce friabili, con cenere di lava e elementi residui. Tale suolo sosterr
soltanto piante che necessitino di nutrimento grossolano. Poi quelle piante tramontano e gli
animali muoiono, estinguendosi anch'essi e mescolandosi alla roccia. Nel corso di millenni il
suolo formato. Come il suolo si trasforma sempre pi rispetto alla roccia originaria, possono
crescere tipi di piante pi complessi. Col passare del tempo, su ciascun pianeta, il suolo
veramente composto delle cellule di animali e piante estinti ed escrementi dei primi durante
eoni passati'. Ebbi l'impressione che il Proprietario della Voce facesse una pausa, per
osservare il suo pubblico. Poi continu: 'L'atmosfera di un nuovo pianeta non assolutamente
respirabile dagli umani. Le esalazioni delle eruzioni vulcaniche contengono zolfo e molti altri
gas nocivi e letali. Una vegetazione idonea potr superare questo inconveniente mediante
l'assorbimento di tossine e la produzione di minerali non nocivi per il suolo. La vegetazione
assorbir i fumi velenosi e li trasformer in ossigeno e azoto necessario agli umanoidi. Cos
gli scienziati di molti rami lavorarono insieme per secoli per preparare la razza base. I primi
esemplari di questa razza furono posti poi su un mondo vicino, di condizioni simili
(Marte?) cos che potessero maturare, e in modo che noi potessimo assicurarci che fossero
interamente soddisfatti. Se necessario potevano anche essere modificati. Cos, per intere ere, il
nuovo sistema planetario fu lasciato al corso della propria evoluzione, mentre vento e onde
corrodevano gli acuti pinnacoli di roccia. Per milioni di anni le tempeste batterono contro
quella terra rocciosa, e dagli alti picchi la roccia si frantum, enormi massi caddero e

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rotolarono, sbriciolandosi sotto l'impeto delle tempeste e rendendo il terreno sempre pi


friabile. Le onde gigantesche battevano con furia contro le coste, spezzando contrafforti,
facendoli urtare insieme e riducendoli a particelle sempre pi piccole. La lava che, bianca per
l'elevata temperatura, scorreva dentro le acque, fumava e spumeggiava e si frantumava in
milioni di particelle, destinate a divenire la sabbia del mare. Le onde riportavano indietro, con
il loro moto, la sabbia sulla costa, e questa continua erosione consum le montagne, la cui
altezza risult notevolmente diminuita. Passarono infiniti secoli di tempo terreno. Il sole
ardente cominci a brillare con minore intensit. Le lingue fiammeggianti non venivano
pi lanciate, per distruggere e incenerire corpi vicini. Ora il sole splendeva e bruciava del tutto
regolarmente, e anche i mondi vicini si raffreddarono. Le loro orbite si stabilizzarono. Ogni
tanto piccole quantit di roccia venivano in collisione con altre masse e il tutto precipitava nel
sole, causando un aumento temporaneo della sua intensit di fuoco. Ma il Sistema si andava
stabilizzando. Il mondo chiamato Terra era ormai quasi pronto a ricevere la sua prima vita.
Alla base spaziale dell'Impero veniva preparata una grande nave per viaggiare sulla Terra e i
membri di quella che sarebbe stata la Terza Spedizione venivano addestrati in ogni questione
relativa al loro prossimo compito. Furono selezionati uomini e donne, in base alla loro
compatibilit e all'assenza di nevrosi. Ciascuna nave spaziale un mondo autosufficiente, in
cui l'aria fornita dalle piante e l'acqua ottenuta da un'eccedenza di aria e di idrogeno, la
cosa pi economica di tutto l'universo. Furono caricati strumenti, provviste generali, e la
nuova razza fu ibernata con cura, pronta a essere rianimata al momento opportuno. Dopo
molto tempo, dato che non c'era fretta, la Terza Spedizione fu pronta. Guardai la nave
scivolare attraverso l'universo principale, attraversarne un altro ancora ed entrare in
quello che conteneva, nel margine estremo, la nuova Terra. C'erano molti mondi che
ruotavano intorno al sole splendente; questi furono ignorati e tutta l'attenzione fu dedicata a
un solo pianeta. La grande nave deceler e si stabilizz in un'orbita stazionaria relativamente
a un punto sulla Terra. A bordo della nave fu approntato un piccolo velivolo, in cui entrarono
sei uomini e sei donne, e di nuovo apparve un'apertura nel pavimento della nave madre,
attraverso cui il velivolo di scorta si lasci cadere. Di nuovo potei vedere sullo schermo
quando esso penetrava le nuvole pesanti ed emergeva qualche chilometro sopra l'acqua.
Muovendosi in senso orizzontale, giunse rapidamente nella zona in cui la roccia si proiettava
sull'acqua. Le eruzioni vulcaniche, sebbene assai violente, erano tuttavia meno intense che in
precedenza. La pioggia di detriti di roccia (meteoriti) era meno abbondante. Lentamente,
molto lentamente la piccola nave spaziale si abbass sempre di pi. Occhi attenti scrutarono la
superficie, per trovare il luogo pi adatto per atterrare e infine, stabilito il posto, fu effettuato
l'atterraggio. Qui, posando sulla dura superficie, l'equipaggio fece quelle che sembrarono le
prove consuete. Soddisfatti, quattro membri dell'equipaggio indossarono strani indumenti che
li ricoprivano dal collo ai piedi. Sulla testa ciascuna persona pose un globo rotondo e
trasparente, collegato in qualche modo con il resto della tuta gi indossata. Ciascuno prese
una scatola ed entr in una piccola stanza, la cui porta fu chiusa e serrata con attenzione dietro
di loro. Una luce rossa, opposta a un'altra porta, si accese. La lancetta nera di un quadrante
circolare prese a muoversi e, quando giunse a fermarsi su una 'O', la luce rossa divenne verde
e la porta esterna si apr. Una strana scala a pioli, quasi dotata di vita, risuon sul pavimento e
si abbass sul terreno calando per alcuni metri. Un uomo discese con attenzione la scala a
pioli e fece alcuni passi in giro, appena giunto sulla superficie. Estrasse dalla scatola un lungo
bastone che ficc nel terreno. Piegandosi esamin minutamente i segni sulla superficie di quel
bastone e, rialzandosi, fece cenno agli altri di raggiungerlo. La piccola compagnia si mosse in
giro apparentemente a caso, facendo cose per me prive di significato. Se non avessi saputo
che erano adulti intelligenti, avrei interpretato quelle stramberie come giochi di bambini.
Alcuni raccolsero piccoli sassi e li misero in un sacco. Altri colpivano il terreno con martelli,
o vi infilavano quelli che sembravano bastoni di metallo. Un'altra persona ancora, una donna
come osservai, se ne andava sventolando piccole strisce di vetro appiccicoso e poi le

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introduceva rapidamente in bottiglie. Tutte queste cose erano del tutto incomprensibili per me.
Alla fine ritornarono alla loro nave ed entrarono nel primo compartimento. Rimasero l fermi,
come bestiame in un mercato, mentre su tutta la superficie di ciascuno di loro si potevano
vedere brillare e guizzare luci dai forti colori. Infine si accese una luce verde, mentre le
altre svanirono; le persone si tolsero quegli indumenti protettivi ed entrarono nel corpo
principale. Presto ci fu un gran daffare. La donna con le strisce di vetro appiccicoso corse a
mettere ciascuna di esse in un dispositivo metallico. Avvicinando il viso in modo da guardare
attraverso due tubi, gir dei bottoni facendo intanto dei commenti con gli altri. L'uomo con i
piccoli sassi li rovesci in una macchina, che emise un gran sibilo e rigett subito i sassi, ora
ridotti in polvere sottile. Furono compiuti molti test, e furono tenute molte conversazioni
all'interno della grande nave madre. Apparvero altre di queste navi, mentre la prima gir e
torn nella nave pi grande. Quelle rimaste circondarono tutto il mondo e lanciarono
oggetti che caddero sulla terra e altri oggetti di diverso tipo che caddero nel mare.
Soddisfatte del loro lavoro, tutte le piccole navi si affiancarono fino a formare una linea,
dopo di che si sollevarono e lasciarono l'atmosfera della Terra. Una dopo l'altra tutte le navi
rientrarono nella nave madre e, quando fu rientrata anche l'ultima, la grande nave spaziale si
stacc dall'orbita a gran velocit e prese a viaggiare negli altri mondi di quel sistema. Fu in
questo modo che trascorsero innumerevoli anni del tempo della Terra. Nel tempo
corrispondente a poche settimane del viaggio di una nave attraverso lo spazio, molti
secoli passarono sulla Terra. I due tempi sono differenti in una maniera che difficile
comprendere, ma cos. Molti secoli passarono e, sulla Terra e sotto le acque, fior una
vegetazione selvatica e robusta. Grandi felci si alzavano verso il cielo con foglie immense e
dense, capaci di assorbire i gas velenosi e di restituire ossigeno di giorno e azoto di notte. Alla
fine un'Arca dello Spazio discese attraverso le nuvole e atterr su una spiaggia di sabbia.
Furono aperti grandi boccaporti e dalla nave lunga chilometri uscirono pesanti creature da
incubo, talmente massicce che la Terra trem al loro passo. Orrende creature volavano
rumorosamente nell'aria battendo le loro pesanti ali di cuoio. La grande Arca - la prima di
molte che sarebbero venute nel volgere dei tempi - si sollev nell'aria e scivol via
delicatamente sopra i mari. In alcune zone predeterminate l'Arca rimase sulla superficie
dell'acqua lasciando cadere strane creature nelle profondit degli oceani. L'immensa nave si
alz infine e svan nei recessi pi remoti dello spazio. Sulla Terra creature incredibili
vivevano e combattevano, nascevano e morivano. L'atmosfera cambi. La vegetazione e le
creature cambiarono, seguendo il corso dell'evoluzione. Passarono eoni, e dall'Osservatorio
dei Saggi, a distanza di universi, veniva sorvegliata la nuova Terra. La Terra stava
oscillando sulla sua orbita; si stava sviluppando un pericoloso grado di eccentricit. Dal
cuore dell'Impero giunse una nave speciale. Gli scienziati decisero che una sola grande massa
di terra non fosse sufficiente per prevenire il sollevarsi dei mari e il conseguente squilibrio del
mondo. Dalla grande nave che si librava molti chilometri sulla superficie fu lanciato un
sottile raggio di luce. Il continente della Terra ad esso esposto si frantum e si spezz in
masse pi piccole. Ci furono violenti terremoti e, quando il tempo fu maturo, le masse di
terra si ritirarono formando una sorta di bastioni contro cui la forza del mare, ora diviso in
MARI, batteva invano. La Terra si fiss in un'orbita stabile. Trascorsero milioni di anni,
milioni di anni di tempo TERRENO. Di nuovo si mosse una spedizione dall'Impero. Questa
volta port i primi umanoidi sul mondo, strane creature viola: le donne con otto
mammelle, e uomini e donne con la testa collocata direttamente sulle spalle, senza collo,
cos che per guardare di lato dovevano ruotare tutto il corpo. Le gambe erano corte e le
braccia lunghe, che arrivavano sotto le ginocchia. Non conoscevano n fuoco n armi e
tuttavia erano sempre in litigi. Vivevano in caverne e sotto i rami di alberi possenti. Per cibo
avevano bacche, erbe e insetti, che brulicavano sulla terra. Ma coloro che controllavano la
situazione non erano soddisfatti, perch queste erano creature prive d'intelligenza, incapaci di
provvedere a se stesse e di mostrare alcun segno di evoluzione. Intanto le navi di quell'Impero

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pattugliavano sempre l'universo che conteneva il sistema solare. Anche altri mondi si stavano
sviluppando e quello di un altro pianeta stava procedendo assai pi rapidamente della Terra.
Fu staccata una nave di guardia e mandata sulla Terra. Qui furono catturati alcuni nativi viola
ed esaminati, e fu deciso che l'intera razza doveva essere sterminata, proprio come un
giardiniere estirpa le erbacce. Si produsse una pestilenza che uccise tutti gli umanoidi. La
Voce irruppe dicendo: 'In anni futuri la gente della tua stessa Terra user una pestilenza che
uccider con agonia i conigli: NOI lo facciamo senza dolore'. Dai cieli giunse un'altra Arca
che port differenti animali e umanoidi assai diversi. Questi furono distribuiti per tutte le
terre, e fu scelto un altro tipo e anche un altro colore, forse per soddisfare le condizioni di
quell'area. La Terra continuava a estendersi senza ordine, quanto a fauna e flora. I vulcani
eruttavano fiamme e fumo e la lava fusa colava lungo i lati della montagna. I mari si stavano
raffreddando e la vita in essi andava mutando, per soddisfare le condizioni alterate. Ai due
poli le acque erano fredde e il primo ghiaccio si stava formando sulla Terra. Passarono le Ere.
L'atmosfera della Terra cambi. La crescita di piante simili a felci giganti dette luogo alla
formazione di veri e propri alberi. Le forme di vita divennero stabili e fior una grande
civilt. I Giardinieri della Terra volavano intorno al mondo per visitare una citt dopo l'altra.
Ma alcuni di essi divennero troppo familiari con i loro protetti umani, e con le donne. Un
prete malvagio della razza umana persuase una bella donna a sedurre uno dei Giardinieri e a
indurlo a tradire i segreti proibiti. La donna fu presto in possesso di certe armi, prima
sconosciute dall'uomo. Nel giro di poche ore queste erano nelle mani del prete. Alcuni
fraudolenti membri della casta sacerdotale costruirono armi atomiche, usando come modello
quella rubata. Fu ordita una congiura, mentre alcuni Giardinieri erano invitati a un tempio per
alcune celebrazioni e preghiere di ringraziamento. Qui, sul suolo sacro, i Giardinieri furono
avvelenati e la loro attrezzatura rubata. Anche gli altri Giardinieri furono assaliti. Nella
battaglia la pila atomica di un'astronave, che era atterrata nei pressi, fu fatta esplodere da un
prete. Il mondo intero fu scosso. Il grande continente di Atlantide s'inabiss sotto le onde. In
terre assai lontane tornadi squarciarono le montagne e spazzarono via gli umani. Grandi onde
invasero le terre dai mari, e il mondo rimase quasi privo di vita umana, salvo per pochi, che
riuscirono a ripararsi, pieni di terrore, in caverne nascoste. Per anni la Terra fu scossa e trem
sotto gli effetti della conflagrazione atomica. Per anni Nessun Giardiniere venne a ispezionare
il mondo. Le radiazioni furono forti, e ci che rimaneva della razza umana impaurita procre
prole diversa. La vita delle piante fu intaccata, e l'atmosfera si deterior. Il sole fu oscurato da
rosse nuvole basse. Alla fine i Saggi decretarono che un'altra spedizione avrebbe viaggiato
verso la Terra e portato una nuova razza al loro 'giardino' dissacrato. La grande Arca, piena di
umani, animali e piante, salp le immense distanze dello spazio."
7-129 "L'Arca apparve nello schermo davanti a me, enorme e ingombrante, un vascello che
avrebbe inghiottito il Potala e l'intera citt di Lhasa, compresi i Monasteri di Sera e di
Drepung. Era cos immensa che gli umani che ne uscivano a frotte sembravano piccoli come
formiche che lavorano nella sabbia. Venivano sbarcati grandi animali e una folla di nuovi
umani. Tutti apparivano intontiti e inebetiti, presumibilmente ridotti in quello stato perch non
facessero resistenza. Uomini con strane cose sulle spalle volavano come uccelli, riunendo
animali e uomini e pungolandoti con bastoni di metallo. La nave vol intorno al mondo,
atterrando in molti punti, per lasciare animali di diverso tipo. Alcuni umani erano bianchi,
altri erano neri e altri ancora gialli; umani bassi e umani alti; umani con capelli neri e altri i
cui capelli erano bianchi. Animali con strisce, animali con lunghi colli, altri senza collo: non
avevo mai saputo che potesse esistere una tale gamma di colori, misure e tipi differenti di
creature viventi. Alcune delle creature erano cos straordinariamente immense che per un
certo tempo non riuscivo a comprendere come potessero muoversi e, tuttavia, nel mare
apparivano agili come i pesci dei nostri laghi. Attraverso l'aria volavano continuamente
piccole navi, con a bordo persone col compito di controllare i nuovi abitanti della Terra.
Durante le loro incursioni disperdevano grandi mandrie, assicurandosi che animali e umani

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fossero diffusi su tutto il globo. I secoli passarono e l'Uomo non era ancora in grado di
accendere un fuoco n di ricavare dalle pietre strumenti grossolani. I Saggi tennero delle
conferenze e decisero che la 'razza' doveva essere migliorata mediante l'introduzione di
alcuni umanoidi pi intelligenti, che sapevano come accendere fuochi e lavorare la selce.
Cos trascorsero altri secoli in cui i Giardinieri della Terra introdussero nuovi campioni
virili per migliorare la razza umana. Gradatamente l'umanit progred, passando dallo
stadio della selce scheggiata a quello del fuoco. A poco a poco furono costruite case e formate
citt. I Giardinieri si muovevano sempre fra le creature umane, che li ritenevano dei
sulla Terra. La Voce irruppe dicendo: 'Non ci sarebbe alcuno scopo utile nel seguire
semplicemente le infinite peripezie che assillarono questa nuova colonia della Terra. Ti
racconter le caratteristiche salienti, per il bene della tua istruzione. Mentre parlo avremo
davanti a noi dei quadri che scandiscono convenientemente il tempo, cos che tu possa anche
vedere ogni punto interessante. L'Impero era grande, ma giunse da un altro universo un
popolo violento che tent di strapparci i nostri possessi. Queste persone erano umanoidi e
avevano sulla testa escrescenza cornee, che si ergevano a livello delle tempie. Inoltre
avevano anche una coda. Erano di natura smisuratamente guerriera, la lotta era il loro
sport e il loro lavoro. Si riversarono con nere navi in questo universo, rendendo deserti
mondi che avevamo solo recentemente seminato. Nello spazio ebbero luogo battaglie da
cataclisma. Mondi rimasero privi di vita, altri, in seguito a eruzioni, esplosero, riducendosi in
fumo e fiamme, e i loro detriti si muovono disordinatamente nello spazio come ancor oggi la
Cintura degli Asteroidi. Mondi precedentemente fertili ebbero distrutta la loro atmosfera e con
essa tutto ci che viveva l. Un mondo colp un altro mondo e lo gett contro la Terra;
questa fu a sua volta scossa e spinta in un'altra orbita che rese il giorno della Terra pi
lungo. Durante la collisione scariche elettriche giganti scoccarono dai due mondi. I cieli
presero fuoco di nuovo, e molti degli umani della Terra perirono. Enormi inondazioni
spazzarono la superficie del mondo e i pietosi Giardinieri si preoccuparono di andare con le
loro Arche a recuperare a bordo umani e animali, in modo che fossero posti in salvo e
trasportati in altre zone sicure. 'In anni futuri', disse la Voce, 'questo avrebbe dato origine a
leggende inesatte in tutte le parti della Terra. Ma nello spazio la battaglia era vinta. Le forze
dell'Impero sconfissero i malvagi invasori e ne catturarono molti. Il Principe degli Invasori,
Satana, si salv la vita dicendo che aveva molto da insegnare ai popoli dell'Impero e che, in
tutti i tempi, avrebbe lavorato per il bene degli altri. Cos fu risparmiata la vita a lui e ad
alcuni dei suoi seguaci. Dopo un periodo di cattivit si mostr ansioso di cooperare per la
ricostruzione del sistema solare che aveva profanato. Gli ammiragli e i generali dell'Impero,
essendo uomini di buona volont, non potevano immaginare inganno e tradimento in altri.
Accettarono dunque l'offerta e stabilirono i compiti del Principe Satana e dei suoi ufficiali,
sotto la supervisione di uomini dell'Impero. Sulla Terra i nativi erano impazziti per le
esperienze subite ed erano stati decimati dalle inondazioni e dalle fiamme scaturite dalle
nuvole. Altri ceppi furono portati da pianeti lontani, dove erano rimasti ancora esseri umani.
Ora le terre erano differenti, e cos i mari; a causa del cambiamento totale dell'orbita anche il
clima era mutato. Ora c'era una fascia equatoriale calda e spesse formazioni di ghiaccio sulle
aree polari. Grandi iceberg si staccarono dalla massa principale, prendendo a galleggiare nei
mari, animali enormi morirono per il freddo improvviso, e foreste scomparvero, quando le
loro condizioni vitali cambiarono cos drasticamente. Intanto le condizioni si andarono
lentamente stabilizzando e ancora una volta l'Uomo cominci a costruire una forma di civilt.
Ma l'Uomo ora era eccessivamente bellicoso e perseguitava tutti coloro che erano pi
deboli, e i Giardinieri introducevano regolarmente nuovi elementi capaci di migliorare
la razza di base. L'evoluzione dell'Uomo progred, e si svilupp lentamente un tipo migliore
di creatura. Ma i Giardinieri non erano soddisfatti, e fu deciso che pi Giardinieri vivessero
sulla Terra, Giardinieri con le loro famiglie. Risult vantaggioso che questi usassero cime di
montagne e luoghi elevati come basi. Un uomo e una donna discesero su una terra orientale

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con la loro nave spaziale e fecero la loro base sul picco di una bella montagna. Izanagi e
Izanami divennero cos i protettori della razza giapponese e' la Voce risuon triste e irata nel
medesimo tempo 'ancora una volta furono intrecciate false leggende; poich questi due,
lzanagi e Izanami, apparvero in direzione del sole, i nativi credettero che fossero dei e dee del
sole venuti a vivere insieme a loro'. Sullo schermo avanti a me vidi il sole, rosso come il
sangue, brillare e splendere nel cielo, e da quella direzione discendere una nave luminosa,
colorata di rosso dal riflesso dei raggi del sole che tramontava. La nave discese ancora, si
abbass e poi fece alcuni giri pigramente. Infine, quando i raggi. rossi del sole al tramonto
furono riflessi sulla cima della montagna ricoperta di neve, la nave discese su un alto pendio a
lato della montagna. Gli ultimi raggi della luce del sole illuminarono l'uomo e la donna che
discendevano dalla nave per guardare intorno a s e poi rientrare. I nativi dalla pelle gialla si
prostrarono davanti alla nave, intimiditi dalla grandezza della visione, attesero in deferente
silenzio e poi si allontanarono nella notte. Il quadro cambi e io vidi un'altra montagna in una
terra lontana. Dove fosse, non so, ma dovevo presto esserne informato. Vennero dal cielo navi
spaziali che fecero alcuni giri e poi scesero lentamente, in formazione regolare, finch
anch'esse occuparono il pendio di una montagna. 'Gli Dei dell'Olimpo!' disse la Voce con un
tono sarcastico 'I cosiddetti Dei, che portarono cos tanto affanno e tribolazione a questo
giovane mondo. Queste persone, col Principe Satana in mezzo a loro, vennero per stabilirsi
sulla Terra, ma il centro dell'Impero era assai lontano. La noia e i suggerimenti di Satana
condussero fuori strada questi giovani uomini e donne, a cui era stata assegnata questa Terra
per mettere a frutto la loro esperienza. Zeus, Apollo, Teseo, Afrodite, le figlie di Cadmo e
molti altri formavano questi equipaggi. Il messaggero Mercurio (Hermes) viaggiava da nave a
nave per tutto il mondo, riferendo messaggi e scandali. Gli uomini vennero sommersi dal
desiderio delle mogli degli altri e le donne si misero a sedurre gli uomini che desideravano.
Per tutti i cieli del mondo avvennero pazzi inseguimenti con velocissime navicelle, quando
una donna inseguiva un uomo o un marito inseguiva la moglie fuggita con l'amante. E i nativi
del mondo, privi di cultura, osservando le stramberie sessuali di coloro che consideravano dei,
pensarono che QUELLO fosse il modo in cui ESSI stessi dovessero vivere. Cos inizi
un'epoca di dissolutezza in cui furono calpestate tutte le leggi della decenza. Vari nativi
scaltri, pi accorti della media, si dichiararono preti e pretesero di essere la Voce degli
Dei. Gli Dei erano troppo occupati nelle loro orge, anche solo per accorgersene. Ma queste
orge portarono ad altri eccessi, portarono ad assassinii cos numerosi che alla fine queste
notizie trapelarono nell'Impero. Ma i preti-nativi, coloro che pretendevano di essere i
rappresentanti degli Dei, scrissero tutto quello che accadeva alterandolo, dicendo che i loro
poteri potevano essere aumentati. Sempre stato cos nella storia del mondo, che alcuni nativi
hanno scritto non quello che era accaduto, ma fatti capaci di accrescere il loro potere e
prestigio. La maggior parte delle leggende non sono neanche un'approssimazione di ci che
realmente ebbe luogo'. Fui spostato davanti a un altro schermo. Qui era un altro gruppo di
Giardinieri, o 'Dei'. Horus, Osiride, Anoubis, Iside, e molti altri. Anche qui accadevano orge,
anche qui un vecchio luogotenente del Principe Satana era al lavoro per cercare di sabotare
tutti gli sforzi atti a recare il bene a questo piccolo mondo. Anche qui c'erano gli inevitabili
preti che scrivevano le loro leggende infinite e false. Ve n'erano alcuni che si erano insinuati
nella fiducia degli Dei e avevano ottenuto cos la conoscenza, normalmente proibita ai nativi.
Questi nativi formarono una societ segreta designata a sottrarre maggiore conoscenza
proibita e a usurpare il potere dei Giardinieri. 'Avevamo molto daffare con certi nativi e
dovemmo introdurre misure repressive. Alcuni dei preti nativi, avendo rubato attrezzature ai
Giardinieri, non furono poi in grado di controllarle, facendo esplodere flagelli sulla Terra. Un
gran numero di persone morirono, e anche i raccolti ne risentirono. Ma alcuni dei Giardinieri,
sotto il controllo del Principe Satana, stabilirono una Capitale del Peccato nelle citt di
Sodoma e Gomorra, citt in cui ogni forma di vizio, perversione o depravazione era
considerata una virt. Il Signore dell'Impero avvert solennemente Satana di desistere e di

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andarsene, ma egli se ne fece beffe. Alcuni dei migliori abitanti di Sodoma e Gomorra furono
avvisati di andar via, e poi, a un tempo convenuto, una nave solitaria vol nell'aria e lasci
cadere un piccolo pacchetto. Le citt si ridussero in fuoco e fumo. Grandi nuvole a forma di
funghi salirono verso il cielo come durante un'apocalisse, e sulla terra non rimase niente se
non devastazione, frantumi di pietre, rocce fuse e le incredibili rovine di abitazioni umane.
Nella notte la zona risplendeva d'un bagliore sinistro e viola. Assai pochi sfuggirono
all'olocausto. Seguendo questo avviso salutare, fu deciso di allontanare tutti i Giardinieri dalla
faccia della Terra e di non avere pi contatti con i nativi ma di trattarli da lontano come
puri esemplari. Le pattuglie continuarono a entrare nell'atmosfera e il mondo, con i suoi
nativi, continu a essere sotto controllo. Ma non ci fu pi alcun contatto ufficiale. Fu deciso
invece di avere sulla Terra nativi educati in modo speciale e che potevano essere 'piantati'
dove persone idonee potevano trovarli. L'uomo che pi tardi fu noto come Mos ne un
esempio. Una nativa idonea fu allontanata dalla Terra e impregnata col seme dotato di
caratteristiche particolari. Il nascituro fu guidato telepaticamente e gli fu data grande
conoscenza, per un nativo. Fu condizionato telepaticamente a non rivelarla fino a un tempo
convenuto. Al tempo dovuto il bambino venne alla luce e fu arricchito di ulteriore educazione
e condizionamento. Pi tardi il bambino fu posto in un contenitore adatto e, col favore
dell'oscurit, fu depositato in modo sicuro in un letto di giunchi dove sarebbe presto stato
trovato. Via via che crebbe, fino alla maturit, ebbe frequenti contatti con noi. Quando era
necessario una piccola nave soleva venire su una montagna, nascosta da nuvole naturali e da
nuvole formate da noi stessi. Allora l'uomo Mos saliva la montagna e veniva a bordo,
tornando poi con un Bastone di Comando, o con le Tavole dei Comandamenti compilate in
modo particolare e preparate per lui. Ma questo non era ancora sufficiente. Dovemmo
procedere in modo simile in altre regioni. In quella terra che ora conosciuta come India
controllammo ed educammo in modo speciale il figlio maschio di un potentissimo Principe.
Considerammo che il suo potere e il suo prestigio avrebbero indotto i nativi a seguirlo e ad
aderire a una forma speciale di disciplina che avevamo formulato, atta ad elevare lo stato
spirituale dei nativi. Gautama aveva le proprie idee, ovviamente, e noi, invece di trascurarle,
gli permettemmo di produrre la sua forma di disciplina spirituale. Una volta ancora trovammo
che i discepoli, o preti - generalmente per i loro vantaggi e guadagni - distorcevano gli
insegnamenti nei loro scritti. Cos sempre stato sulla Terra; una cricca di persone, preti
sedicenti, sogliono stampare scritture rielaborate per accrescere i loro poteri e la loro
ricchezza. Ci furono altri che fondarono nuove branche di religione, come Maometto,
Confucio, i nomi sono troppi da menzionare. Ma ciascuno di questi uomini era sotto il nostro
controllo, o era educato da noi con l'intenzione basilare di stabilire il vero credo e di far s che
i capi di quella religione conducessero i loro seguaci verso uno stile di vita diretto al BENE. Il
nostro intento fondamentale era che ciascun umano si comportasse con gli altri come lui
stesso voleva che gli altri si comportassero con lui. Tentammo di stabilire uno stato di
armonia universale, quale esisteva nel nostro Impero, ma questa nuova umanit non era a un
livello tale, sufficiente per mettere da parte il proprio S e lavorare per il bene degli altri. I
Saggi erano molto insoddisfatti del progresso e, come risultato delle loro elucubrazioni, fu
proposto un nuovo schema. Uno dei Saggi aveva fatto notare che tutti quelli mandati sulla
Terra fino ad allora erano stati posti nel livello socialmente ed economicamente pi elevato di
famiglia. Come afferm correttamente, molte delle classi pi basse rifiutavano
automaticamente le parole di una tale persona, proveniente da una classe pi alta. Cos inizi
la ricerca di una donna idonea a concepire un bambino. Una donna idonea proveniente da una
famiglia idonea, di una classe inferiore e in un paese dove sembrava esserci attesa per la
fioritura di una nuova religione o dottrina. Ricercatori assidui si dedicarono a questo compito,
e fu presentato un gran numero di possibilit. Tre uomini e tre donne furono depositati
segretamente sulla Terra al fine di perseguire le loro ricerche per selezionare la famiglia pi
adatta all'uopo. Il consenso generale favor una giovane donna senza figli e sposata a un uomo

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che praticava uno dei pi antichi mestieri della Terra, il mestiere del falegname. I Saggi
ritennero che la maggioranza delle persone fossero di questa classe sociale, e quindi pi
desiderose di seguire le parole di uno come loro. Cos la donna fu visitata da uno di noi,
ch'ella ritenne un angelo, e le fu annunciato che stava per ricevere un grande onore, che stava
per concepire un figlio maschio, destinato a fondare una nuova religione. Quando il tempo fu
maturo la donna rimase incinta, ma poi avvenne uno di quegli eventi cos comuni in quella
parte del mondo: la donna e suo marito dovettero fuggire dalla loro casa, per via della
persecuzione di un re locale. Lentamente se n'andarono in una citt del Medio Oriente e l la
donna trov che il tempo era giunto per lei. Non c'era alcun luogo dove andare, eccetto la
stalla di una locanda. L nacque il bambino. Avevamo seguito la loro fuga, pronti a qualsiasi
evenienza. Tre membri dell'equipaggio della nave di controllo discesero sulla superficie della
Terra recandosi alla stalla. Con loro sgomento appresero che la loro nave era stata vista e
descritta come una Stella a Oriente. Il neonato divenne bambino, e attraverso il continuo
addestramento speciale che riceveva telepaticamente, mostr grandi talenti. Da giovane
soleva disputare con gli anziani e purtroppo provoc l'ostilit della casta sacerdotale locale.
Nella prima maturit si allontan da quelli che conosceva per viaggiare in molte terre del
Medio e del Lontano Oriente. Noi lo dirigemmo nel Tibet, ed egli attravers la catena di
montagne e soggiorn per un certo tempo nella Cattedrale di Lhasa, dove ancor oggi sono
conservate le impronte delle sue mani. Qui ricevette consigli e assistenza per la formulazione
di una religione adatta alle genti dell'Occidente. Durante la sua permanenza a Lhasa pass
attraverso uno speciale trattamento, per cui il corpo astrale dell'umano terrestre fu liberato
e portato in un'altra esistenza. Al suo posto fu messo il corpo astrale di uno scelto da noi.
Questi era una persona con un'esperienza assai grande a livello spirituale - l'esperienza pi
grande che si possa ottenere sotto qualunque condizione terrena. Questo sistema di
trasmigrazione viene usato frequentemente da noi quando si tratta di razze arretrate.
Alla fine tutto fu pronto ed egli intraprese il lungo viaggio di ritorno nella sua terra natale.
Giunto l, si mise a cercare e a trovare con successo delle persone, alcune delle quali gi
conosciute, capaci di assisterlo nella diffusione della nuova religione. Sfortunatamente il
primo occupante del corpo aveva provocato l'ostilit dei preti. Ora essi si ricordarono di
quel fatto e organizzarono con cura un incidente, durante il quale l'uomo pot essere arrestato.
Avendo poi controllo sul giudice che esaminava il caso, il risultato fu scontato.
Considerammo possibile una liberazione, ma giungemmo alla conclusione che il risultato
globale sarebbe stato negativo per la popolazione generale e per la nuova religione. La nuova
forma di disciplina spirituale si diffuse ampiamente, ma una volta ancora ci furono quelli che
la sovvertirono per i loro fini. Circa sessant'anni dopo che si fu affermata fu tenuto un grande
concilio nella citt mediorientale di Costantinopoli, dove si radunarono molti preti. Molti di
loro erano uomini pervertiti, che avevano desideri sessuali depravati e che consideravano
impura l'eterosessualit. Con il voto della maggioranza, i veri Insegnamenti furono alterati in
modo che le donne furono fatte apparire impure. Essi inoltre insegnarono - in maniera del
tutto erronea - che tutti i bambini nascevano nel peccato e decisero di pubblicare un libro
riguardo gli eventi di sessant'anni prima. Furono prezzolati scrittori, incaricati di compilare
libri sulla stessa linea, usando per quanto fosse possibile i racconti e le leggende che erano
stati tramandati (con tutte le loro inesattezza) da persona a persona. Per molti anni varie
commissioni stabilirono di stampare, cancellare e alterare i passaggi non graditi. Infine fu
scritto un libro che NON insegnava il vero Credo, ma che era in effetti materiale atto ad
accrescere il potere della casta sacerdotale. Attraverso i secoli seguenti i preti - che
AVREBBERO DOVUTO seguire e aiutare lo sviluppo dell'Umanit - ostruirono invece
attivamente tale sviluppo. Sono state propagate false leggende, sono stati distorti i fatti. Se le
persone della Terra, e in particolare i preti malvagi, non cambiano i loro modi, noi, Popolo
dell'Impero, saremo costretti a sostituire il loro mondo. Intanto, tranne che in casi eccezionali
come questo, abbiamo ordine di non conversare con l'Uomo e di non fare nessuna proposta in

101

nessun tipo di governo sulla Terra'. La Voce cess di parlare. Io fluttuavo come intorpidito
davanti a quegli schermi che cambiavano continuamente, guardando le immagini che
mostravano tutto quello che era successo in quei lontani giorni passati. Vidi anche molto del
probabile futuro, perch il futuro pu essere predetto assai accuratamente per un mondo o
anche per un paese. Vidi la mia cara terra invasa dagli odiati cinesi. Vidi l'ascesa - e la caduta
- di un malvagio regime politico che sembrava chiamarsi comunismo, ma questo non signific
niente per me. Alla fine mi sentii assolutamente esausto. Sentii che perfino il mio corpo
astrale stava avvizzendo sotto la continua tensione subita. Gli schermi, fino ad allora sempre
pieni di colori vivi, divennero grigi. La mia visione si oscur e io caddi in uno stato di
incoscienza. Fui svegliato dal mio sonno, o dal mio stato d'incoscienza, da un terribile
movimento traballante. Aprii gli occhi - ma non AVEVO OCCHI! Sebbene non potessi
ancora muovermi, ero in qualche modo consapevole di trovarmi di nuovo nel mio corpo
fisico. Il dondolio era determinato dal tavolo che mi sosteneva, mentre ero portato indietro
lungo il corridoio della nave spaziale. Una voce priva di emozioni disse freddamente: 'E'
sveglio'. Segu una sorta di grugnito di riconoscimento e poi ci fu un nuovo silenzio, eccetto
per il rumore dei passi strascicati e del metallo sfregato, come se a volte il mio tavolo battesse
contro un muro. Giacevo da solo in quella stanza di metallo. Gli uomini avevano posato il mio
tavolo e poi se n'erano andati in silenzio. Giacevo, ponderando le cose straordinarie che mi
erano accadute e sentendomi tuttavia ancora un poco offeso. Quella costante diatriba sui preti:
io ero un prete, ed essi erano contenti di far uso dei servizi che offrivo mio malgrado. Mentre
mi riposavo rimuginando, udii il pannello di metallo scostarsi; un uomo entr, richiudendo la
porta dietro di s. 'Bene Monaco' esclam la voce del dottore 'ti sei comportato bene e noi
siamo molto fieri di te. Mentre giacevi senza coscienza abbiamo esaminato di nuovo il tuo
cervello e i nostri strumenti ci dicono che tu hai tutta la conoscenza ben impressa nelle cellule
del tuo cervello. Sei stato fonte di grandi insegnamenti per i nostri giovani. Presto sarai
liberato. Ne sei felice?' 'Felice, Signor Dottore?' chiesi 'Di cosa dovrei rallegrarmi. Mi avete
catturato, tagliato la parte superiore della testa, avete forzatamente fatto uscire lo spirito dal
mio corpo, mi insultate come membro della casta sacerdotale e ora - dopo avermi usato. state per scartarmi come un uomo si spoglia del suo corpo finito alla morte. Felice? E di cosa
dovrei essere felice? Avete intenzione di restituirmi gli occhi? Avete intenzione di procurarmi
da vivere? In che modo potr sopravvivere altrimenti?' quasi RINGHIAI alla fine! 'Uno dei
problemi principali del mondo, Monaco' mormor il dottore ' che la maggior parte delle
vostre persone negativa. Nessuno oserebbe dire che TU sei negativo. Tu dici in modo
positivo quello che vuoi dire. Se le persone pensassero sempre POSITIVAMENTE non ci
sarebbero problemi nel mondo, perch la condizione negativa viene naturalmente alle persone
qui, sebbene tale condizione richieda pi sforzi'. 'Ma Signor Dottore!' esclamai 'ho chiesto
cosa avete intenzione di FARE per me. Come vivr? Cosa FARO'? Devo solo custodire
questa conoscenza finch arrivi qualcuno che dica di essere l'uomo e poi biascicare tutta la
storia come una vecchia al mercato? E PERCHE' voi credete che io eseguir questi compiti
assegnatimi, vista l'opinione che avete dei preti?' 'Monaco!' disse il dottore 'ti metteremo in
una comoda caverna, con un piacevole pavimento di pietra. Ci sar un piccolo rigagnolo
d'acqua capace di sopperire ai tuoi bisogni in quel senso. Per quanto riguarda il cibo, il tuo
stato sacerdotale sar una garanzia perch la gente ti PORTI il cibo. Di nuovo, ci sono preti e
preti; i tuoi preti del Tibet sono fondamentalmente buoni e noi non abbiamo controversie 'Non
hai osservato che abbiamo usato in precedenza i preti del Tibet? E tu chiedi di quello
destinato a ricevere la tua conoscenza. Ricorda questo: tu SAPRAI quando la persona verr.
D a lui la tua conoscenza e a nessun altro'. Cos giacevo l, interamente nelle loro mani. Ma
dopo molte ore il dottore entr di nuovo nella mia stanza dicendo: 'Ora ti sar restituito il
movimento. Prima abbiamo una nuova tunica per te e anche una nuova ciotola'. Intorno a me
si affaccendavano tante mani; strane cose furono estratte dal mio corpo. Mi fu tolto il lenzuolo
e mi fu messa la nuova tunica... NUOVA, la prima tunica NUOVA che avessi mai avuto. Poi

102

tornai in possesso della capacit di movimento. Un assistente mi mise un braccio intorno alle
spalle, aiutandomi a scendere dal tavolo. Per la prima volta, dopo un numero sconosciuto di
giorni ,stavo in piedi. Quella notte riposai pi contento, avvolto in una coperta, datami anche
questa. E il mattino fui preso, come ti ho gi detto, e portato nella caverna, dove ho vissuto in
solitudine per pi di sessant'anni. Ma ora, prima di riposare per la notte, prendiamo un po' di
t, perch il mio compito ormai alla fine".

TRASMIGRAZIONE
8-51 Ricordo un monaco di una certa et - sarebbe pi esatto dire un lama - che ci stava tenendo
una lezione e poi and avanti intrattenendoci sull'argomento della trasmigrazione. "Molto
tempo fa" disse "in realt molto prima che cominciasse la storia documentata, la terra era
popolata da giganti. Erano i Giardinieri della Terra, coloro i quali vennero qui per controllare
lo sviluppo della vita su questo pianeta, perch come sapete noi qui non rappresentiamo il
primo ciclo dell'esistenza. Come i giardinieri che sgombrano un tratto di terreno, questi
Giganti eliminarono dalla terra ogni forma di vita cos che noi, che rappresentiamo la razza
umana, fossimo lasciati qui ad arrangiarci per conto nostro, a evolverci per conto nostro.
La Razza dei Giganti" prosegui "non era molto adatta per vivere sulla Terra. Perci,
ricorrendo alla magia, rimpicciol fino a eguagliare le dimensioni degli esseri umani, in modo
da mescolarsi a loro senza farsi notare. Ma spesso era necessario far venire un nuovo
Giardiniere anziano con incarichi speciali. Ci voleva troppo tempo per far nascere un bambino
da una donna e aspettare poi che trascorressero gli anni della sua prima infanzia, della sua
fanciullezza e della sua adolescenza. Cos la scienza dei Giardinieri della Terra adott un altro
sistema. Facevano crescere determinati corpi e si accertavano che quei corpi fossero
compatibili con lo spirito che pi tardi vi si sarebbe insediato. Tuttavia i Giardinieri della
Terra consentirono che certi uomini e donne si accoppiassero, affinch ciascuno avesse un
figlio e la crescita di quel figlio sarebbe stata sorvegliata con la massima attenzione forse per
tutti i primi quindici, venti o trent'anni. Poi, quando giungeva il momento in cui un
Giardiniere di elevata condizione doveva venire sulla Terra nel giro di poche ore, gli assistenti
riducevano il corpo addestrato in una condizione di trance, di stasi o, se preferite, in uno stato
di morte apparente. Gli assistenti del mondo astrale congiungevano il corpo vivente all'entit
che desiderava venire sulla Terra; grazie al loro particolare sapere, staccavano la Corda
d'Argento e al suo posto allacciavano quella dell'entit destinata a venire sulla Terra, cio del
Giardiniere della Terra. Perci l'ospite diventava il veicolo del Giardiniere della Terra e il
corpo astrale dell'ospite andava nel mondo astrale, esattamente come avviene quando muore
una persona. In questo consiste la trasmigrazione, vale a dire il trasferimento di un'entit nel
corpo di un'altra. Il corpo prescelto definito ospite. Come tutta la storia ci dice, la
trasmigrazione fu ampiamente messa in pratica in Egitto, dando luogo a quel trattamento noto
come imbalsamazione, poich a quei tempi in Egitto c'era un pari numero di corpi conservati
in uno stato di morte apparente. Erano vivi ma immobili. Erano pronti per essere occupati da
entit superiori, proprio come noi teniamo i cavalli a disposizione di un monaco o di un lama,
nel caso debbano inforcare l'animale per recarsi da qualche parte. Si fa tuttora. I corpi
vengono ancora preparati, curati in modo particolare, affinch un'entit diversa possa
occuparne uno nuovo, qualora sia necessario per il bene del mondo in generale".
8-131 Una volta per tutte vi dico che il viaggio astrale si potrebbe effettuare in quel modo. In
passato stato gi compiuto, adesso lo sar da parte di 'creature' (dico 'creature' in quanto non
hanno aspetto umano), provenienti da una galassia del tutto diversa. In questo momento sono
qui, sono arrivate mediante un viaggio astrale e alcune di loro occupano corpi umani come

103

fecero gli Antichi al tempo dei tempi. Gli esseri umani, solo che sapessero come farlo,
potrebbero inviare viaggiatori astrali dovunque, superando i limiti temporali e spaziali. Il
viaggio astrale pu essere compiuto alla stessa velocit del pensiero e, se non sapete quanto
veloce sia il pensiero, ve lo dir io: per un viaggio astrale da qui a Marte ci vorrebbe un
decimo di secondo. Ma in futuro gli esploratori potranno recarsi in un altro mondo servendosi
del viaggio astrale e, una volta arrivati a destinazione, potranno, mediante la trasmigrazione,
entrare nel corpo di un nativo di quel mondo cos da acquisire un'esperienza di prima mano
riguardo alla natura delle cose. Badate bene, questa non fantascienza, assolutamente la
verit. Se pu farlo altra gente di altri mondi, allora possono farlo anche i terrestri. Devo
tuttavia ammettere con rincrescimento che, soltanto per il fatto di aver messo in dubbio la mia
parola, non stato possibile insegnare questo particolare aspetto della questione.
5-155 Io dico, in tutta seriet, che se la gente di questo mondo stesse soltanto ad ascoltare coloro
che sono veramente in grado di mettere in atto la trasmigrazione, avremmo un'occasione
fantastica per esplorare lo spazio. Pensate a tutti i mondi che esistono. Pensate alla possibilit
di visitare un mondo nel giro di qualche secondo. Alcuni di quei mondi non possono essere
visitati da esseri umani 'normali' in quanto pu darsi che l'atmosfera, il clima e la gravit siano
sfavorevoli. Ma una persona, se trasmigra, pu subentrare nel corpo di qualsiasi nativo del
pianeta, che poi esplorer senza incontrare nessuna difficolt. Gli esseri umani molto esperti
nella scienza della trasmigrazione potrebbero entrare nei corpi di animali, in modo da poterli
studiare con efficacia. Questo stato gi fatto, stato gi fatto frequentemente, tanto che, a
causa di una memoria della razza, circolano certe false convinzioni, secondo cui gli esseri
umani rinascono come animali. Non vero, non mai avvenuto. Gli animali non nascono
come esseri umani e neppure sono inferiori agli esseri umani. Dato per che esiste nella razza
un ricordo di Giardinieri della Terra subentrati nel corpo di certi animali, la conoscenza al
riguardo andata stravolgendosi. E' cos che si degradano le buone religioni.
8- 154 Molti corpi, dotati delle vibrazioni adatte, furono usati dagli spiriti dei Giardinieri, i quali
ebbero allora modo di confondersi con gli esseri umani e scoprire esattamente ci che gli
esseri umani pensavano realmente di loro e che cosa stavano macchinando. Anche i
Giardinieri che si curavano di quella misteriosa civilt detta dei Sumeri facevano venire
i tutori sulla Terra per mezzo della trasmigrazione. Tutto sommato, ci voleva troppo
tempo per fare attraversare il vuoto a grandi navi spaziali. Mediante la trasmigrazione era
questione di secondi. Anche gli antichi Egizi furono in gran parte controllati e
completamente istruiti da Entit superiori, che entravano in corpi affinati in modo
particolare. Quando questi corpi non venivano effettivamente impiegati, venivano
accuratamente puliti, impacchettati e messi da parte in casse di pietra. I nativi ignoranti,
vedendo di sfuggita le cerimonie, ne dedussero che i Giardinieri conservavano i corpi e,
quindi, dopo avere assistito a certi procedimenti, si precipitarono dai loro sacerdoti per riferire
ci che avevano visto. I sacerdoti pensarono allora di provarci anche loro. Perci, quando
moriva un personaggio di una certa importanza, lo avvolgevano in bende, lo coprivano di
aromi e via dicendo, ma si resero conto che i corpi si decomponevano. Allora vennero alla
conclusione che la decomposizione era causata dagli intestini, dal cuore, dal fegato e dai
polmoni, ragion per cui tutte queste parti venivano asportate e chiuse in vasi separati.
Naturalmente alcune imbalsamazioni - cos si chiamavano - venivano eseguite quando un
uomo o una donna dello spazio, che si ammalavano, venivano ridotti in uno stato di morte
apparente, in modo da poterli trasferire su una nave spaziale e portare altrove per curarli. Su
questa Terra abbiamo avuto molti famosi personaggi di primo piano, che erano Entit
trasmigrate in corpi terrestri: Abramo, Mos, Gautama (il Buddha), Cristo e poi quel genio dei
geni, noto a tutti, che fu Leonardo da Vinci.

104

ATLANTIDE
8-153 Atlantide era vera. Ai tempi di Atlantide c'era davvero una civilt molto progredita. La gente
"camminava con gli dei". I Giardinieri della Terra vigilavano sempre sui progressi di
Atlantide. Ma coloro che sono vigilati diffidano dei guardiani. Ecco quindi spiegato perch i
Giardinieri della Terra ricorsero al procedimento della trasmigrazione, in modo da poter
esercitare una forma pi sottile di sorveglianza.
8.56 Mi avvicinai e il lama tenne scostato il fogliame per darmi la possibilit di entrare. Si volt e
lo seguii, mentre mi guardavo intorno con una certa soggezione. A quanto pareva ci
trovavamo in un tunnel molto largo, dove la luce proveniva da una fonte che non riuscivo a
distinguere. Seguii il rumore dei suoi passi che si allontanavano, rimproverandomi per la mia
lentezza. Sapevo benissimo che se andavo troppo piano in quella galleria di montagna avrei
potuto perdermi. Per un po' seguitammo a camminare, procedendo a volte nel buio pesto, nel
qual caso dovevo toccare leggermente con la mano la parete laterale. Non mi preoccupavo di
imbattermi in buche o rocce basse, perch la mia Guida era molto pi grande di me e, se c'era
spazio per lui, a maggior ragione ce ne sarebbe stato anche per me. Dopo aver camminato per
una trentina di minuti, a volte in ambienti dall'aria morta e soffocante, a volte investiti da una
brezza tonificante, ci trovammo in quella che sembrava una zona illuminata. La mia Guida si
ferm. Cosa che feci anch'io quando lo raggiunsi e diedi un'occhiata intorno. A quanto pareva
ci trovavamo in un ampio locale, che secondo me era largo una ventina di metri, sulle pareti
del quale c'erano strane sculture per me incomprensibili. Rappresentavano, sembrava,
personaggi molto inconsueti, vestiti di abiti fuori del comune che li coprivano dalla testa ai
piedi o, pi precisamente, dal collo ai piedi, dato che sulla testa portavano un simbolo che
somigliava a un globo trasparente. Guardando in su vidi che sopra di noi c'era un immenso
cubo, in fondo al quale si intravedeva galleggiare una nube fioccosa. "Questa una zona
veramente strana, Lobsang" disse la mia Guida, interrompendo i miei pensieri "Migliaia e
migliaia di anni fa c'era su questa Terra una potente civilt. Era nota come l'epoca di
Atlantide. Alcune persone del mondo occidentale, dove tu andrai tra qualche anno, ritengono
che Atlantide appartenga alla leggenda, che sia un luogo di fantasia creato da qualche illustre
narratore. Ebbene, mi dispiace doverti dire che molta gente creder che le tue autentiche
esperienze personali te le sei sognate, ma non darti mai pensiero se diffidano di te, non
preoccuparti mai se non ti prestano fede, tu conosci la verit, tu vivrai la verit. In questa sala,
poi, hai la prova che Atlantide esistita". And avanti per primo, inoltrandosi ancora di pi in
quello strano tunnel. Per un po' camminammo in una oscurit nera come l'inchiostro,
respirando a fatica per via dell'aria priva di ossigeno e viziata. Poi, di nuovo, si fece fresca,
dato che da un punto imprecisato soffiava un piacevole venticello. L'atmosfera si rianim e
presto scorgemmo davanti a noi un barlume di luce. Riuscivo a vedere la sagoma voluminosa
della mia Guida occupare il tunnel, stagliandosi contro la luce che mi stava di fronte. Allora,
riempiti i polmoni di aria fresca, mi affrettai a raggiungerlo. Si ferm di nuovo in un vasto
salone. Qui c'erano cose ancora pi strane. Sembrava che qualcuno avesse intagliato nella
roccia delle grandi mensole, sulle quali erano posati bizzarri manufatti, privi, secondo me, di
qualsiasi significato. Li guardai e con delicatezza ne toccai qualcuno. Mi sembravano dei
congegni meccanici. C'erano dei grandi dischi che presentavano delle scanalature. Alcuni
parevano di pietra, del diametro di un paio di metri circa, con un rilievo ondulato sulla
superficie e un foro al centro. Non capivo di che si trattasse, perci smisi di pormi
interrogativi inutili e osservai le pitture e gli intagli che ornavano le pareti. Erano
raffigurazioni insolite di grandi gatti che camminavano su due zampe, di capanne costruite tra
i rami degli alberi, al cui interno c'erano gatti acciambellati, di oggetti che sembravano
fluttuare nell'aria e sotto, su quello che era evidentemente il suolo, di esseri umani che

105

guardavano in su, additandoli. Ogni cosa era talmente al di sopra delle mie capacit di
comprensione da farmi venire il mal di testa. "Questi sono passaggi" disse la mia Guida "che
portano fino ai punti estremi della Terra. La Terra ha una spina dorsale, Lobsang, esattamente
come l'abbiamo noi, solo che quella della Terra fatta di roccia. Nella nostra spina dorsale
abbiamo un tunnel, che nel nostro caso contiene una sostanza liquida ed attraversato dal
nostro midollo spinale. Questa qui la spina dorsale della terra e questa galleria venne scavata
dagli uomini dell'epoca di Atlantide, quando l'uomo sapeva rendere fluida come acqua la
roccia senza generare calore. "Guarda qui" disse voltandosi e picchiando su una parete.
"Questa roccia stata fusa fino a portarla a un grado di durezza quasi totale. Se prendi un
grosso sasso e lo sbatti contro questa parete rocciosa, tu non faresti nessun danno, tranne al
sasso, che pu andare in pezzi. Ho viaggiato in lungo e in largo e so che questa spina dorsale
fatta di roccia si estende dal polo Nord al polo Sud". Mi fece cenno che dovevamo sederci.
Cos facemmo, mettendoci a gambe incrociate sul pavimento proprio sotto l'apertura che
saliva fino a raggiungere l'aria aperta e attraverso la quale potevamo vedere l'oscurit del
cielo. "Lobsang" disse la mia Guida "su questa Terra esistono tante cose che la gente non
capisce. Ne esistono anche al suo interno perch, contrariamente a quanto di solito si crede,
la Terra effettivamente cava ed abitata da un'altra razza umana. Gli appartenenti a
questa razza sono pi evoluti di noi e qualche volta alcuni di loro salgono in superficie,
servendosi di speciali veicoli". Si interruppe e indic uno degli strani oggetti che si vedevano
nei dipinti. "Questi veicoli" riprese poi a dire "escono dalla Terra e ne sorvolano qua e l la
superficie per controllare ci che l'umanit sta facendo e per accertarsi che la sua sicurezza
non venga messa a repentaglio dalla follia di coloro che essi definiscono 'intrusi'. Ma
Lobsang, l'interno della Terra non buio." disse "Hanno un sole un po' simile a quello che
abbiamo noi, ma molto meno grande e pi potente. Hanno molto di pi di quanto
abbiamo noi, sono molto pi intelligenti. Ma nei prossimi giorni imparerai altre cose a
proposito della popolazione che vive nel cuore della Terra. Vieni!" Tenendo la torcia un po'
in alto alla distanza di un braccio, mi chiam al suo fianco. Cos feci e lui mi indic la parete
di fronte a noi. Quella era la fine della galleria, costituita da una superficie levigatissima e
impenetrabile, che rifrangeva allegramente la luce tremolante della fiamma. "Questo muro,
Lobsang" disse la mia Guida " duro come il diamante. Effettivamente anni fa venimmo qui,
io e alcuni altri, portando con noi un diamante; cercammo di scalfire questa superficie,
ma riuscimmo solo a danneggiare il diamante. Questo un varco che conduce nel mondo
interno. Secondo noi fu sigillato dai suoi abitanti allo scopo di salvaguardare la loro civilt
durante un grande diluvio che colp questa Terra. Crediamo che, se questo varco venisse
aperto, cio se noi riuscissimo ad aprirlo, costoro uscirebbero in massa e ci annienterebbero
per avere osato violare il loro isolamento. Noi lama d'alto rango abbiamo spesso visitato
questo luogo, cercando di entrare in contatto telepatico con coloro che abitano sotto terra.
Loro hanno ricevuto il nostro messaggio, ma non vogliono avere nulla a che fare con noi, ci
dicono che siamo bellicosi, che siamo come ragazzini ignoranti che cercano di mandare
all'aria il mondo, di guastare la pace, per via telepatica ci dicono che ci tengono sotto controllo
e che se sar necessario interverranno. Perci qui non possiamo pi andare avanti, questa la
fine, questo il posto di blocco tra il mondo superiore e quello interno. Bene, torniamo nel
salone". Tornati nel salone, il lama indic un'altra direzione. "Se avessimo la forza e il
tempo" disse "seguendo quel tunnel potremmo arrivare esattamente al polo Sud. Una volta io
e alcuni altri abbiamo camminato per chilometri, portando con noi abbondanti provviste e
accampandoci di notte, o quando ritenevamo fosse notte. Per pi di sei mesi abbiamo
continuato a viaggiare. Qualche volta risalivamo per una galleria e scoprivamo di trovarci
effettivamente in territorio estraneo, ma non osavamo rivelare la nostra presenza. I punti di
accesso erano sempre mimetizzati con molta attenzione. Quando ero apprendista come ora
lo sei tu anch'io ho conosciuto la Cerimonia della Morte Apparente. Mi fu mostrata la
Registrazione Akashica, mi furono mostrate le cose che erano state e vidi che un tempo il

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nostro Tibet era un luogo bello e ricco di acqua ,vicino a un mare splendente. Faceva caldo,
forse anche troppo, c'era abbondanza di fogliame, di palme e di frutti di ogni genere che allora
per me non significavano assolutamente niente. Ma grazie alla Registrazione Akashica appresi
l'esistenza di una civilt veramente portentosa, vidi nel cielo strani apparecchi, vidi persone
con insolite teste a forma di cono, che passeggiavano, si divertivano, facevano all'amore, ma
anche la guerra. Poi, come appresi dal Documento, tutto il paese fu investito dal terremoto e il
cielo si oscur, le nubi erano nere come la notte e accese di una luce tremolante nella loro
parte inferiore. La terra rabbrivid e si spalanc. Sembrava che tutto andasse a fuoco. Allora il
mare irruppe nella terra che si era appena aperta, esplosioni terrificanti si succedettero una
dietro l'altra, sembrava che il sole fosse immobile e che la luna non sorgesse pi. La gente
veniva sommersa da ondate spaventose, veniva bruciata viva da fiamme che apparivano da
non so dove, ma che guizzavano con un ingannevole colore violaceo e, appena entravano in
contatto con le persone, la loro carne si staccava dalle ossa e gli scheletri cadevano a terra con
uno scricchiolio. Giorno dopo giorno il subbuglio crebbe, sebbene si sarebbe detto che era
impossibile che accadessero cose del genere. E poi ci fu un'esplosione devastante, irresistibile,
e tutto piomb nell'oscurit, tutto era nero come la fuliggine che si forma quando troppe
lampade a burro bruciano ma non vengono pulite. Dopo un lasso di tempo che non riuscii a
calcolare le tenebre si diradarono, l'oscurit si attenu e, quando finalmente apparve la luce
del giorno, non so quanto rimasi a guardare la scena al colmo del terrore. Mi accorsi allora che
stavo fissando un paesaggio molto diverso. Il mare non c'era pi, dall'oscurit era emersa una
catena montuosa, che cingeva quella che in precedenza era stata la capitale di una civilt
avanzatissima. Mi guardai intorno pieno d'orrore, il mare era sparito; il mare, ebbene, non
c'era pi mare, c'erano invece montagne che si estendevano in catene a perdita d'occhio.
Ormai potevo dire che ci trovavamo a migliaia di metri di altezza. Sebbene stessi guardando la
Registrazione Akashica, percepivo ugualmente, riuscivo a percepire l'aria rarefatta, ma qui
non c'era segno di vita, di nessun genere. Mentre guardavo, la scena svan e mi ritrovai al
punto da cui ero partito, ai livelli pi bassi della montagna del Potala, dove avevo affrontato la
Cerimonia della Morte Apparente e avevo appreso molte cose".
8-53 "Adesso i gatti" disse "sono piccoli esseri che non sanno esprimersi nel linguaggio umano, se
non per via telepatica. Moltissimi anni fa, anteriormente a questo particolare Ciclo
dell'Esistenza, i gatti popolavano la Terra. Erano pi grandi, grandi quasi come i nostri
cavalli, parlavano tra di loro, erano in grado di fare determinate cose con le loro zampe
anteriori, che in seguito essi chiamarono mani. Si occupavano di orticoltura, essendo per lo
pi gatti vegetariani. Vivevano in mezzo alla vegetazione e le loro case erano situate sugli
alberi grandi. Alcuni alberi erano molto diversi da quelli che noi conosciamo qui sulla Terra.
Alcuni di essi, in realt, presentavano delle grandi cavit, ampie come grotte, nelle quali i
gatti trovavano rifugio. Stavano al caldo, erano protetti dall'entit vivente dell'albero e, tutto
sommato, erano molto congeniali come comunit. Ma non possibile che ogni specie sia
perfetta, perch se non c ' conoscenza, se non c' l'insoddisfazione che serva da stimolo,
allora la creatura che vive in tale stato di euforia si corrompe. Cos accadde ai nostri
fratelli Gatti e alle nostre sorelle Gatte. Erano troppo felici, troppo soddisfatti, non avevano
nulla che stimolasse la loro ambizione, nulla che li spingesse verso obiettivi pi alti. Non
avevano altro pensiero tranne quello di essere felici. Erano apatici e quindi fallirono. Per
tale motivo i Giardinieri della Terra li estirparono come si fa con le erbacce e, per un certo
periodo, la terra fu lasciata incolta. A un certo punto, nel corso del tempo, la Terra raggiunse
uno stato tale di maturit che poteva essere di nuovo ripopolata con un altro tipo di entit. Ma
quanto ai gatti, beh, la loro colpa era stata di non aver fatto niente, n in bene n in male.
Erano esistiti e basta. E cos furono fatti scendere al livello di piccole creature come quelle
che vediamo qui, furono inviati a imparare la lezione, con l'intima consapevolezza che un
tempo erano stati LORO la razza dominante, ed ecco perch sono poco espansivi e molto

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cauti nel concedere la loro amicizia. Furono inviati con un incarico da svolgere, l'incarico di
sorvegliare gli esseri umani e riferirne i successi o i fallimenti, di modo che al Ciclo
successivo molte informazioni sarebbero state fornite dai gatti. I gatti possono andare
ovunque, possono vedere tutto, udire tutto e, non essendo capaci di mentire, registrano ogni
cosa esattamente come accaduta".

CONTATTI ASTRALI
3-27 Si tratta di un'esperienza che ebbi alcuni anni fa, quando ero nel Tibet e studiavo presso la
Lamaseria del Chakpori. La mia guida, il Lama Mingyar Dondup, un suo collega,
veramente un mio intimo amico di nome Jigme, e io, eravamo sul tetto del Chakpori, sulla
Montagna di Ferro, a Lhasa, nel Tibet. Era una notte davvero gelida, con quasi quaranta gradi
sotto zero. Eravamo sul tetto per uno scopo particolare, come aveva precisato in modo
energico il Lama Mingyar Dondup. In quel momento stava fra noi, in apparenza saldo come la
stessa montagna, mentre indicava in alto una stella lontanissima, un mondo rosso all'aspetto:
"Fratelli miei, quella la stella Zhoro, un pianeta antichissimo, uno dei pi antichi di questo
particolare sistema. Adesso sta approssimandosi al termine della sua lunga durata". Si volse
verso di noi, dando la schiena al vento tagliente, e disse: "Avete studiato molto in materia di
viaggio astrale. Ora ci recheremo insieme in viaggio astrale su quel pianeta. Lasceremo qui i
nostri corpi su questo tetto spazzato dal vento e saliremo al di l dell'atmosfera, al di l
perfino del Tempo". Cos dicendo fece strada attraverso il tetto, fin dove c'era un esiguo
riparo offerto dalla sporgenza di una cupola. Ci avvolgemmo strettamente nelle nostre vesti e
ci prendemmo per mano. Sapevamo che stavolta non si trattava di un normale viaggio
astrale, in quanto non capitava spesso che lasciassimo i nostri corpi esposti in quel modo
all'inclemenza del tempo. Quando il corpo in una condizione disagiata, l'io riesce a spostarsi
pi lontano e pi velocemente, nonch a ricordare maggiori particolari. Ci si rilassa e si mette
il corpo a suo agio soltanto per brevi viaggi attraverso il mondo. La mia Guida disse: "Ora
allacciamo le nostre mani e proiettiamoci insieme al di l di questa Terra. Tenetevi vicino a
me e stanotte andremo lontano e avremo esperienze eccezionali". Ci sdraiammo e ci
mettemmo a respirare nel modo comunemente accettato, per liberarci ai fini del viaggio
astrale. Ero conscio del vento che urlava attraverso le corde delle Bandiere della Preghiera,
che sventolavano impazzite sulle nostre teste. Poi, tutto a un tratto, ci fu uno strattone e non
avvertii pi le punte penetranti del vento rigido. Mi trovai a galleggiare, come se fossi in una
dimensione temporale diversa, al di sopra del mio corpo, e tutto fu calmo. Il Lama Mingyar
Dondup stava gi dritto nella sua forma astrale e, nel guardare in basso, vidi che anche il mio
amico Jigme stava abbandonando il suo corpo. Ci mettemmo in piedi ambedue e stabilimmo
un collegamento per unirci alla nostra guida, il Lama Mingyar Dondup. Questo collegamento,
denominato ectoplasma, viene prodotto dal corpo astrale attraverso il pensiero. E' la materia
da cui i medium traggono manifestazioni spiritiche. Completato il legame, ci librammo verso
l'alto, su nel cielo notturno; io, sempre curioso, guardai in gi. Sotto di noi ondeggiavano le
nostre Corde d'Argento, quelle corde senza fine che, nel corso dell'esistenza, tengono unito il
corpo fisico a quello astrale. Continuammo a volare sempre pi in alto. La Terra si
allontanava. Potevamo vedere la corona del sole far capolino dall'altra parte dell'estremo
rilievo della Terra, dove doveva trovarsi il mondo occidentale, quel mondo che avevamo
visitato in lungo e in largo sotto forma astrale. Salimmo ancora e poi potemmo scorgere i
contorni degli oceani e dei continenti, nella parte illuminata dal sole. Dal nostro punto
d'osservazione il mondo somigliava ormai a una luna crescente, ma con l'Aurora Boreale che
mandava fiamme da un polo all'altro. Seguitammo a spostarci, sempre pi velocemente,

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finch non superammo la velocit della luce, in quanto eravamo spiriti incorporei, librandoci
sempre in avanti, avvicinandoci quasi alla velocit del pensiero. Nel guardare avanti vidi un
pianeta enorme, minaccioso e rosso, proprio di fronte a me. Stavamo cadendo su di esso a una
velocit che non possibile valutare. Sebbene avessi molta esperienza in fatto di viaggi
astrali, avvertii gli spasimi della paura. La forma astrale del Lama Mingyar Dondup sorrise
telepaticamente e disse: "Lobsang, se dovessimo andare a sbattere contro quel pianeta, non
farebbe male n a loro n a noi. Lo attraverseremmo da parte a parte, senza ostacoli".
Finalmente ci trovammo a fluttuare sopra un mondo rosso e desolato: rocce rosse, sabbia
rossa in un mare rosso, privo di onde. Mentre scendevamo verso la superficie di questo
mondo, scorgemmo strane creature, simili a enormi granchi, che si spostavano pigramente
lungo il bordo dell'acqua. Ci fermammo su quella spiaggia di rocce rosse e osservammo
l'acqua, immobile, mortale, su cui c'era una schiuma rossa e puzzolente. Mentre guardavamo,
la superficie torbida si incresp con riluttanza, si aggrinz di nuovo e ne emerse uno strano
essere assurdo, altrettanto rosso, con una pesante corazza e con articolazioni fuori del
comune. Si lamentava come se fosse stanco e depresso e, raggiunta la sabbia rossa, si lasci
cadere sul ciglio del mare senza onde. Sulle nostre teste un sole rosso fiammeggiava cupo,
gettando ombre spaventose di color rosso sangue, sgradevole e vistoso. Intorno a noi nulla si
muoveva, non c'era segno di vita all'infuori delle strane creature munite di guscio, che
giacevano mezze morte sul terreno. Sebbene fossi nel corpo astrale rabbrividii di
inquietudine, mentre mi guardavo insistentemente in giro. Un mare rosso, sul quale
galleggiava una spuma rossa, rocce rosse, sabbia rossa, esseri rossi dentro una conchiglia e
soprattutto un sole rosso simile alle ultime scintille di un fuoco morente, un fuoco che
tremolava nel nulla. Il Lama Mingyar Dondup disse: "Questo un mondo in agonia. Qui non
esiste pi rotazione. Questo mondo galleggia abbandonato nel mare dello spazio, un satellite
di un sole morente, che sul punto di crollare e di diventare cos una stella nana, senza vita,
senza luce, una stella nana che alla fine entrer in collisione con un'altra stella, dal che nascer
un altro mondo. Vi ho portato qui, perch su questo mondo c' ancora vita di grado elevato,
una vita che qui allo scopo di fare ricerche e indagini su fenomeni di questa fatta.
Guardatevi in giro". Si volt e con la mano destra indic un punto molto lontano, dove
scorgemmo tre immense torri, che arrivavano fino al cielo d'un rosso intenso, proprio in cima
alle quali tre luccicanti sfere di cristallo ardevano e pulsavano di una luce chiara e gialla,
come se fossero vive. Mentre stavamo l stupiti, una delle luci cambi, una delle sfere assunse
un intenso colore blu elettrico. Il Lama Mingyar Dondup disse: "Venite, stanno dandoci il
benvenuto. Scendiamo nel suolo, fin dove essi vivono in una camera sotterranea". Ci
avviammo insieme verso la base di quella torre e poi, fermandoci sotto la struttura, vedemmo
un ingresso, solidamente difeso da una porta fatta di un metallo insolito, che luccicava e
spiccava come una cicatrice su quella terra rossa e brulla. Lo attraversammo, poich metallo,
rocce o qualsiasi cosa non costituiscono impedimento per i corpi astrali. Passammo dall'altra
parte e percorremmo corridoi rossi di fredda roccia, finch alla fine non arrivammo in una
vastissima sala, una sala accerchiata da diagrammi e mappe, nonch da inconsueti macchinari
e strumenti. Nel centro c'era un lungo tavolo, al quale .erano seduti nove uomini molto
anziani, tutti diversi l'uno dall'altro. Uno era alto e sottile, con la testa allungata, a
forma di cono. Invece un altro era basso e dall'aspetto assai robusto. Ciascuno di quegli
uomini era diverso. Capimmo che ogni uomo apparteneva a un pianeta diverso, a una razza
diversa. Esseri umani? Molto probabilmente sarebbe stato meglio definirli umanoidi. Erano
tutti esseri umani, ma qualcuno era pi umano degli altri. Ci rendemmo conto che tutti e nove
guardavano fissi nella nostra direzione. "Ah," disse uno telepaticamente "abbiamo visitatori
che vengono da molto lontano. Vi abbiamo visto atterrare qui, alla nostra stazione di ricerca,
quindi vi diamo il benvenuto". "Rispettabili Padri," disse il Lama Mingyar Dondup "vi ho
portato due uomini che hanno appena conseguito lo stato lamaistico e che sono studenti
coscienziosi nella ricerca della conoscenza". "Sono davvero i benvenuti," disse l'uomo alto, il

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quale sembrava essere il capo del gruppo. "Faremo di tutto per aiutarli, come gi ti abbiamo
aiutato con gli altri in precedenza". Questa per me era una novit sul serio, perch non avevo
alcuna idea che la mia guida effettuasse viaggi astrali di quella dimensione attraverso gli spazi
celesti. L'uomo pi basso mi stava osservando e sorrise, dicendo, nella lingua universale della
telepatia: "Constato, giovanotto, che sei assai disorientato dalla diversit del nostro aspetto
esteriore". "Rispettabile Padre," risposi, alquanto intimidito dalla disinvoltura con cui egli
aveva indovinato i miei pensieri, pensieri che avevo cercato di nascondere con tutte le mie
forze "A dire il vero, le cose stanno cos. Rimango stupito di fronte alla disparit di
dimensioni e di forma che c' fra di voi, quindi ho pensato che non potevate essere tutti
uomini provenienti dalla Terra". "La tua intuizione stata giusta," disse l'uomo basso "Noi
siamo tutti umani, ma, a causa dell'ambiente, abbiamo in un certo senso modificato le nostre
sagome e la nostra struttura; tu per puoi renderti conto che lo stesso accade sul tuo pianeta,
dove nel territorio del Tibet vi sono alcuni monaci che voi adibite al servizio di sorveglianza e
che sono alti due metri. Invece in un'altra parte di quel mondo c' gente alta non pi della
met, che voi chiamate pigmei. Entrambi sono esseri umani; entrambi sono in grado di
riprodursi, a prescindere da qualsiasi differenza di struttura, in quanto siamo tutti esseri umani
fatti di molecole di carbonio. Qui, in questo Universo particolare, tutto dipende dalle molecole
fondamentali di carbonio e di idrogeno, dato che questi due elementi sono i mattoni che
compongono la struttura del vostro Universo. Noi, avendo viaggiato in altri Universi, molto al
di l di questo settore particolare delle nostre nebulose, sappiamo che gli altri Universi
impiegano materiali diversi. Alcuni usano il silicio, altri il gesso o altre cose, ma sono
diversi dalla gente di questo Universo e ci rendiamo conto, con rincrescimento, che i nostri
pensieri non sempre collimano con i loro". "Ho portato qui questi due giovani lama," disse il
Lama Mingyar Dondup "affinch possano vedere le fasi della morte e della rovina in un
pianeta che ha esaurito la sua atmosfera e nel quale l'ossigeno di quell'atmosfera si
combinato con i metalli, per bruciarli e per ridurre tutto a una polvere impalpabile". "Cos
stanno le cose." disse l'uomo alto "Vorremmo far presente a questi giovani che ogni cosa che
nasce deve morire. Ogni cosa vive per lo spazio di tempo assegnatole e tale spazio di tempo
costituito da un numero di unit di vita. Tutta l'esistenza quindi," prosegu "ha il medesimo
spazio di tempo, ma alcune creature vivono secondo livelli che differiscono da quelli delle
altre. Creature che vivono sulla Terra, come l'elefante, la tartaruga, la formica e il cane,
vivono tutte lo stesso numero di pulsazioni cardiache, ma hanno tutte il cuore che batte a
velocit diverse, quindi sembra che vivano o di pi o di meno". Per un po' conversammo
telepaticamente, apprendendo molte cose inconsuete, apprendendo con la velocit del
pensiero, come si fa nel mondo astrale. Poi, alla fine, il Lama Mingyar Dondup si lev in
piedi e disse che era ora di partire.

CONSIDERAZIONI FINALI
1-136 Noi siamo fermamente convinti di rinascere pi volte. Ma non soltanto su questa terra.
Esistono milioni di mondi e noi sappiamo che, nella grande maggioranza, sono abitati.
Gli esseri di quei mondi possono avere forme molto diverse da quelle a noi note, possono
essere superiori agli umani. Noi, nel Tibet, non abbiamo mai accettato la tesi secondo la quale
l'uomo sarebbe la suprema e pi nobile forma dell'evoluzione. Riteniamo che altrove esistano
forme di vita di gran lunga superiori, che non lanciano bombe atomiche. Nel Tibet ho letto
notizie di strani veicoli nei cieli: "I carri degli Dei", cos li chiamava la massima parte delle
persone. Il lama Mingyar Dondup mi disse che un gruppo di lama si era posto in

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comunicazione telepatica con questi "Dei", i quali affermarono che stavano sorvegliando la
terra, proprio come gli uomini sorvegliano nei giardini zoologici belve pericolose.
4-171 Lessere umano, Lobsang, si compiace al pensiero di essere lunica creatura importante,
come ben sai. Ma ci sono tantissime altre forme di vita oltre agli esseri umani. Sugli altri
pianeti esistono forme di vita completamente sconosciute agli uomini, e luomo medio non
riuscirebbe neanche a cercare di capire una tale forma di vita. Sulla nostra tastiera
immaginaria, gli abitanti di un pianeta molto distante dal nostro Universo si troverebbero
sullestremit opposta in confronto agli esseri umani. E le persone sul piano astrale
dellesistenza, sarebbero molto pi in su, perch uno spirito che pu passare attraverso un
muro di natura cos tenue che la sua velocit di vibrazione altissima, anche se la sua
composizione molecolare bassa. Vedi, uno spirito riesce a passare attraverso un muro di
pietra perch un muro di pietra consiste di molecole che vibrano. Vi sono degli spazi tra
molecola e molecola, e se abbiamo una creatura con delle molecole cos piccole che riescono
a stare negli spazi vuoti di un muro di pietra, allora quella creatura potr attraversarlo senza
nessuna difficolt.
8-11 circolava una leggenda, secondo la quale un tempo il Tibet era stato in riva a un mare
splendente, leggenda sostenuta dal frequente ritrovamento di conchiglie, di pesci ridotti allo
stato fossile e di molti altri reperti che potevano venire solamente da un territorio pi caldo
situato un tempo presso il mare. Vi erano sepolti manufatti appartenenti a una razza da
millenni scomparsa, utensili, sculture e gioielli.

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