Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Inchieste
Commissario
Maigret
Joris! Julie! Per il commissario Maigret della polizia giudiziaria non era
una novit che gente sconosciuta penetrasse nella sua vita come un
colpo di vento, imponendo la propria presenza durante giorni,
settimane o mesi, per essere poi di nuovo inghiottita dalla folla
anonima. Il rumore del treno scandiva le sue riflessioni, sempre uguali
all'inizio di ogni inchiesta: come sarebbe stata questa? Appassionante,
banale, disgustosa o tragica? Maigret guardava Joris e un sorriso
indefinibile errava sulle sue labbra. Che strano uomo! Per cinque
giorni, al Quai des Orfvres, non potendo dargli altro nome l'avevano
chiamato "l'uomo". Un personaggio raccolto sui grands boulevards,
mentre si muoveva in maniera
1932 Maigret nella casa dei Fiamminghi
Quando Maigret arriv alla stazione di Givet, la prima persona che
vide, proprio di fronte allo scompartimento da cui era sceso, fu Anna
Peeters. Come se avesse previsto che si sarebbe fermato esattamente
in quel punto della banchina! Il suo viso non esprimeva n stupore, n
orgoglio. Era come l'aveva vista Parigi, come doveva essere sempre,
con un tailleur grigio scuro, le scarpe nere, un cappello di cui, in un
secondo tempo, sarebbe stato impossibile ricordare forma e il colore.
Nella stazione spazzata dal vento, sul marciapiede dove si aggiravano
pochi viaggiatori, appariva pi alta e pi robusta. Aveva il naso rosso
e teneva in mano un fazzoletto. Ero sicura che sarebbe venuto,
commissario ... Sicura di s o sicura di lui? Lo accoglieva senza un
sorriso. Domand subito: Ha altri bagagli? No, Maigret aveva
soltanto la borsa da viaggio a soffietto, di grosso cuoio logoro e la
portava da solo, nonostante pesasse. Dal treno erano scesi soltanto
alcuni viaggiatori di terza classe che erano gi parsi. La ragazza porse
il biglietto d'ingresso all'impiegato che la guard insistenza. Quando
furono fuori dalla stazione, prosegu con tono disinvolto: In un primo
tempo ho pensato di metterle a disposizione una stanza in casa
nostra, poi ho riflettuto. Credo sia meglio che lei vada in albergo.
Quindi ho prenotato per lei la miglior camera all'Hotel de la Meuse ...
Non avevano percorso nemmeno cento metri per le piccole strade di
Givet che gi tutti si voltavano a guardarli. Maigret camminava
lentamente, reggendo la
1933 Maigret e la chiusa n. 1
Quando si osservano dei pesci attraverso uno strato d'acqua che
impedisce ogni contatto tra loro e noi, li vediamo stare a luno
immobili, senza motivo, poi con un fremito delle pinne cambiare di
posto per non fare altro che aspettare di nuovo. In una simile placida
atmosfera, il tram numero 13, l'ultimo "Bastille-Crteil", andava con
le sue luci giallastre lungo il quai des Carrires. All' angolo di una
strada, vicino a un lampione verde sembr fermarsi, ma il fattorino
suon il campanello e la vettura si avvi verso Charenton. Dietro di
lui, il quai restava vuoto e stagnante come un paesaggio sottomarino.
A destra, alcune chiatte ondeggiavano sul canale, illuminate dalla
luna. Un filo d'acqua che scivolava attraverso una saracinesca male
agganciata della chiusa, era l'unico rumore che si udisse sotto il cielo
pi immobile e pi profondo di un lago. Due bettole una di fronte
all'altra, ciascuna a un angolo di strada, erano ancora illuminate. Nella
prima, cinque uomini giocavano a carte, lentamente, senza parlare.
Tre di loro avevano il berretto da marinaio o da pilota e il padrone,
seduto al tavolo con loro, era in maniche di camicia. Nell'altra bettola
non si giocava: c'erano soltanto tre uomini seduti intorno a un tavolo,
che guardavano distrattamente i bicchierini di grappa. La luce era
grigia e sonnolenta. Il padrone, che aveva i baffi neri e indossava un
maglione blu, ogni tanto sbadigliava prima di stendere il braccio per
prendere il proprio bicchiere. Di fronte a lui stava un ometto dal viso
pieno di peli spessi e gialli come fieno secco. Era triste, intorpidito,
ubriaco forse? Le pupille chiare vagavano torbida1934 Maigret e il nipote ingenuo
Prima di aprire gli occhi Maigret aggrott le sopracciglia, come se
dubitasse di quella voce che gli aveva gridato in pieno sonno: Zio!.
.. Sospir, le palpebre sempre chiuse, tast il lenzuolo e si rese
conto di non sognare; qualcosa stava succedendo, poich la sua mano
non aveva incontrato, l dove avrebbe dovuto essere, il corpo caldo
della signora Maigret. Finalmente apr gli occhi. La notte era chiara. La
signora Maigret, in piedi presso la finestra a piccoli vetri, scostava la
tendina mentre, a pianterreno, qualcuno scrollava la porta con un
rumore che si ripercuoteva in tutta la casa. Zio! Sono io ... La
signora Maigret continuava a guardar fuori e i capelli arrotolati sulle
forcine le facevano una strana aureola. Philippe disse, sapendo
benissimo che Maigret era sveglio e aspettava girato verso di lei. Ti
alzi? Maigret scese per primo, coi piedi nudi nelle pantofole di feltro.
Si era infilato in fretta un paio di pantaloni e, imboccando la scala,
indossava la giacca. All'ottavo scalino doveva abbassare la testa, per
via della trave, cosa che di solito faceva automaticamente, ma
stavolta se ne dimentic e picchi la fronte. Brontolando e
imprecando, lasci il vano gelido della scala per la cucina dov' era
rimasto un po' di calore. La porta era sprangata. Dall' altra parte
Philippe diceva a qualcuno: Non ne ho per molto. Saremo a Parigi
prima dell'alba.
1936 Maigret in rue Pigalle (in Maigret in rue Pigalle)
Chi fosse entrato per caso da "Marina", avrebbe notato soltanto il
fuoco. Lucien, il padrone, con un grosso maglione avana che lo faceva
sembrare pi basso e pi grasso, maneggiava le sue bottiglie dietro il
banco, travasava, tappava di nuovo, cambiava meticolosamente il
cuoio del rubinetto. Se era di cattivo umore ci lo si poteva far risalire
all'ora e al tempo. Perch era una mattina grigia e pi fredda delle
altre, una mattina che poteva portare la neve, una mattina da
trascorrere a letto. Erano appena le nove e rue Pigalle non era molto
animata. Il cliente di passaggio si sarebbe indubbiamente domandato
chi fosse quel grosso signore dal cappotto pesante che fumava la
pipa, con le spalle volte alla stufa, scaldando in una mano un
bicchiere di cognac e certo non avrebbe pensato al commissario
Maigret, della Polizia Giudiziaria. China a terra, avrebbe visto una
domestica bretone, Julie, dall'aria sempre smarrita, col viso
punteggiato di lentiggini, vestita come una sguattera, che puliva il
piede dei tavoli. Nei ristoranti di Pigalle raramente si comincia a
lavorare di buon' ora. Le pulizie non erano ancora state fatte. C'erano
in giro molti bicchie1937 La vecchia signora di Bayeux
Si segga, signorina sospir Maigret togliendosi a malincuore la pipa
di bocca. E diede un'occhiata al biglietto del magistrato: Affare di
famiglia. Ascoltare Ccile Ledru, ma non agire che con la massima
circospezione. Questo succedeva a Caen, all'epoca in cui Maigret era
stato mandato laggi per riorganizzare la brigata mobile. Non era
ancora abituato a quella provincia aspra e segreta e vi si sentiva le
mani molto meno libere che nel suo ufficio del Quai des Orfvres.
Anche quella annotazione lo sconcertava: Affare di famiglia ... la
massima circospezione ... Significava che sarebbe finito, una volta di
pi nella famiglia di qualche alto funzionario o di qualche personaggio
importante della regione? Inaudito quanti cugini, cognati e cognate
finiti male avesse la gente nei paesi! L'ascolto, signorina Ledru.
Aveva un aspetto decoroso, la signorina Ccile, favorito, bisogna dire,
da un vestito nero che poetizzava il suo colorito pallido e opaco.
1938 La stella del Nord (in Due giorni per Maigret)
loro tre! E un gatto seduto vicino alla stufa. Ed erano soltanto le tre! E
appena il 13 gennaio. Maigret vedeva la data su un grande calendario
appeso
1950 Maigret al night-club
All'agente Jussiaume, che ogni sera alla stessa ora prestava servizio
notturno nei medesimi paraggi, quell'andirivieni era diventato ormai
cosi familiare ch'egli ne prendeva nota macchinalmente, pressappoco
come chi abitando vicino ad una stazione ferroviaria registra gli arrivi
e le partenze dei treni. Veniva gi un'acquerugiola gelata e Jussiaume
si era riparato un momento contro un portone all'angolo di rue
Fontaine con rue Pigalle. L'insegna rossa del "Picratt's" era una di
quelle poche ancora accese in quel rione e disegnava delle macchie
color sangue sul selciato bagnato. Era luned, un giorno calmo a
Montmartre. Jussiaume avrebbe potuto dire in quale ordine la
maggior parte dei ritrovi si erano chiusi. Vide l'insegna al neon del
"Picratt's" spegnersi a sua volta e subito dopo il proprietario del
locale, piccolo e corpulento, con un impermeabile nocciola buttato
sopra lo smoking, uscire sul marciapiede per chiudere le imposte.
Un'ombra, che sembrava quella di un ragazzo, scivol rasente i muri e
discese per rue Pigalle in direzione di rue Blanche. Poi due uomini,
uno dei quali portava sottobraccio un sassofono, risalirono verso place
Clichy. Quasi contemporaneamente un altro uomo, con
1950 Un Natale di Maigret
Ogni volta era la stessa cosa. Forse nell'andare a letto aveva
sospirato: Domattina rimango a crogiolarmi fin tardi. E la signora
Maigret l'aveva preso alla lettera come se tutti quegli anni non le
avessero insegnato nulla, come se non sapesse che, quando diceva
una cosa cosi, non bisognava badarci. Avrebbe potuto farsi un bel
sonno anche lei; non aveva un motivo al mondo per alzarsi presto.
Eppure baluginava appena, che l'aveva sentita muoversi con
precauzione tra le lenzuola. Lui fece le viste di nulla. Si sforz a
respirar profondo, regolarmente, al modo di chi dorme. Era come un
gioco. Lo inteneriva sentirla avanzare verso la sponda del letto con
delle precauzioni da animale, immobilizzandosi dopo ogni movimento
per accertarsi che non si era svegliato. Un momento che lui aspettava
sempre con un po' di batticuore era quello in cui le molle del letto,
liberate dal peso della moglie, si rilassavano con un rumore lieve che
assomigliava a un sospiro. Lei allora raccoglieva la sua roba di sulla
sedia, metteva un tempo infinito a far girare la maniglia della porta
Accade soltanto una o due volte l'anno al Quai des Orfvres, e a volte
dura cosi poco che non si ha il tempo di accorgersene: all'improvviso,
dopo un periodo febbrile, durante il quale i casi giudiziari si
susseguono senza tregua, quando magari non capitano a tre o quattro
alla volta, mettendo a cosi dura prova le forze di tutti, che gli
ispettori, per mancanza di sonno, finiscono per avere un'aria stravolta
e gli occhi rossi, all'improvviso, alla Polizia Giudiziaria regna una
calma assoluta, si potrebbe dire il vuoto, appena punteggiato da
qualche telefonata senza importanza. Cosi era stato il giorno prima,
un luned, a dire il vero, giorno sempre pi vuoto degli altri e, alle
undici del mattino, l'atmosfera del marted era ancora la stessa. Il
grande corridoio era quasi deserto: vi si muovevano, a disagio, solo
due o tre miseri informatori che venivano a fare il loro rapporto e,
nell'ufficio degli ispettori, tranne i malati, tutti erano al loro posto.
Mentre, nei casi urgenti, Maigret, di solito, mancava di effettivi e
doveva penare terribilmente per trovare un numero sufficiente di
uomini da impegnare in un'inchiesta, quel giorno avrebbe potuto
disporre della squadra quasi al completo.
1957 Maigret viaggia
Le storie pi maledettamente complicate sono quelle che sembrano,
all'inizio, casi banali che non si d loro nessuna importanza. Un po'
come certe malattie che si annunciano in maniera subdola, con
qualche malessere indefinibile: quando ci si decide a prenderle sul
serio spesso troppo tardi. Maigret aveva detto queste cose, una
volta, all'ispettore Janvier mentre di sera tornavano insieme al Quai
des Orfvres attraverso il Pont- Neuf. Ma quella notte Maigret non
andava ragionando sugli avvenimenti in corso perch dormiva
profondamente, nel suo appartamento del boulevard Richard-Lenoir, a
fianco della signora Maigret. Se avesse dovuto immaginare possibili
grane non avrebbe certo pensato all'Hotel George V, un posto di cui
generalmente si occupa piuttosto la rubrica mondana dei giornali che
la cronaca nera, ma forse alla figlia di un deputato che l'ispettore
aveva dovuto convocare nel suo ufficio per raccomandarle di
rinunciare a certe eccentricit. Malgrado il tono paterno usato nei suoi
confronti, la giovane si era vivacemente risentita.
1958 Maigret e i testimoni reticenti
Hai dimenticato l'ombrello? No. La porta stava per chiudersi e
Maigret aveva gi voltato la testa verso le scale. Faresti bene a
metterti la sciarpa. . Sua moglie corse a cercarla, senza sospettare
che quella piccola frase l'avrebbe punto sul vivo e gli avrebbe ispirato
dei pensieri malinconici. Era soltanto novembre - il tre novembre - e
non faceva particolarmente freddo. Ma, da un cielo basso e uniforme,
cadeva una di quelle piogge che, soprattutto di prima mattina,
sembrano pi fluide e traditrici del solito. Era stato lui, poco prima,
scendendo dal letto, a fare una smorfia perch gli doleva il collo,
girando la testa. Non si poteva parlare di torcicollo ma piuttosto di
una certa rigidit, di una esagerata sensibilit. Il giorno prima,
uscendo dal cinema, avevano camminato a lungo sui boulevards e la
pioggia cadeva gi. Tutto ci non aveva importanza. Eppure, a causa
di quella sciarpa, forse anche perch era una grossa sciarpa che sua
moglie aveva lavorato a maglia, si sentiva vecchio. Scendendo le
scale, dove si vedevano orme bagnate, poi camminando al riparo
dell'ombrello, ripens a ci che essa gli aveva detto il giorno prima.
Tra due anni, sarebbe andato in pensione.
1959 Maigret alle assise
Era stato li duecento, trecento volte? O ancora di pi? Non aveva
voglia di contarle, n di ricordare ogni caso in particolare, neppure i
pi celebri, quelli che erano entrati nella storia giudiziaria, perch era
l'aspetto pi penoso della sua professione. Tuttavia la maggior parte
delle sue inchieste non finivano in corte d'Assise, come oggi, o davanti
al tribunale penale? Avrebbe preferito ignorarlo, e in ogni modo
restare lontano da quegli ultimi riti ai quali non si era mai del tutto
abituato. Nel suo ufficio del quai des Orfvres, la lotta che spesso si
concludeva all'alba, era sempre lotta da uomo a uomo, per cos dire
una lotta in parit. Ma, percorsi pochi corridoi e qualche scala, ci si
trovava di fronte a una scena diversa, in un altro mondo, dove le
parole non avevano pi lo stesso senso, un universo astratto, ieratico,
solenne e nello stesso tempo assurdo. Aveva abbandonato, insieme
ad altri testimoni, la pretura dalle pareti in legno scuro dove si
mescolavano la luce delle lampade elettriche e il grigiore di un
pomeriggio piovigginoso. L'usciere, che Maigret avrebbe giurato di
aver visto sempre cos vecchio, li conduceva verso una stanza pi
piccola, come un maestro di scuola guida i suoi alunni e indica loro i
banchi.
1960 Maigret e gli aristocratici
Era un maggio eccezionale, come capita di vederne due o tre volte
nella vita, con la luminosit, il sapore, l'odore dei ricordi d'infanzia.
Maigret l'aveva definito un maggio da cantico, poich gli ricordava
nello stesso tempo la sua primavera a Parigi, quando tutto era nuovo
e meraviglioso. Per strada, in autobus, in ufficio, gli capitava di
rimanere incantato, colpito da un suono lontano, da un soffio d'aria
tiepida, dalla macchia chiara di una blusa che lo riportavano indietro
di venti o trent'anni. La sera prima, al momento di andare a cena coi
Pardon, sua moglie gli aveva domandato, quasi arrossendo: Non
sono troppo ridicola, alla mia et, con questo vestito a fiori? I loro
amici Pardon, quella sera, avevano tirato fuori una novit. Invece di
invitarli a casa loro, avevano portato i Maigret in un ristorantino del
boulevard Montparnasse, dove avevano cenato sulla terrazza. Maigret
e sua moglie, senza aprire bocca, si erano scambiati sguardi complici
poich proprio su quella terrazza, quasi trent'anni prima, avevano
pranzato per la prima volta a quattr'occhi.
1961 Maigret e il ladro pigro
Ud un gran fracasso vicino alla testa, e cominci a muoversi di
malumore, un po' spaventato, sbattendo l'aria con un braccio fuori del
lenzuolo. Aveva coscienza d'essere nel proprio letto, e che c'era anche
la mo-glie, pi sveglia di lui, che aspettava al buio, senza osare aprir
bocca. La cosa su cui si sbagliava, almeno per qualche secon-do, era
la natura di quel rumore insistente, aggressivo, imperioso. D'inverno,
quando faceva molto freddo, gli capitava sempre di sbagliarsi a quel
modo. Gli pareva che fosse la sveglia a suonare, mentre non esisteva
pi sveglia sul suo comodino dal giorno che s'era sposato. Si trattava
di qualcosa che risaliva a prima ancora dell'adolescenza, all'infanzia,
quando era chierichetto e serviva la messa delle sei. La stessa messa
l'aveva servita in primavera, d'estate e in autunno. Perch il ricordo
che gliene era restato, e che gli ritornava automaticamente, era un
ricordo di buio, di gelo, di dita intirizzite, di scarpe che facevano
scricchiolare una pellicola di ghiaccio sulla strada? Rovesci il
bicchiere cosa che gli accadeva spesso. Mentre la sua mano si posava
sul telefono, la moglie accese la lampada del comodino.
1961 Maigret e la famiglia felice
Quando in piena notte squill il, telefono, Maigret, anzich brontolare
come sempre cercando il ricevitore nel buio, ebbe un sospiro di
sollievo. Non ricordava bene cosa stesse sognando, ma gli era rimasta
la sensazione di un sogno spiacevole: cercava di spiegare a una
persona importante, di cui non vedeva il volt e che pareva molto
scontenta di lui, che non era colpa sua, che dovevano avere pazienza
nei suoi confronti, solo qualche giorno di pazienza ancora, perch non
anni, che si poteva dire non fosse mai stato malato e che nessuna
infermit indeboliva, dovesse diventare improvvisamente incapace di
dirigere la brigata criminale.
1966 Maigret e il ladro
Scusi, signore ... Prego ... Era gi la terza volta, dall'angolo di
boulevard Richard-Lenoir, che la donna perdeva l'equilibrio, lo urtava
con la sua spalla ossuta, e gli premeva contro la coscia la borsa della
spesa. Si scusava a fior di labbra, n confusa, n eccessivamente
dispiaciuta, poi si rimetteva a guardar diritto davanti a s con aria
tranquilla e risoluta insieme. Maigret non ce l'aveva con lei. Quasi
quasi, quegli spintoni lo divertivano; era disposto a prendere tutto a
cuor leggero, quella mattina. Aveva avuto la fortuna di vedersi
arrivare un autobus con piattaforma esterna, il che costituiva gi
motivo di soddisfazione per lui. Vetture di quel tipo diventavano
sempre pi rare perch, un po' per volta, venivano ritirate dalla
circolazione, e presto anche lui sarebbe stato costretto a vuotare la
pipa e andarsi a rinchiudere in uno di quegli enormi veicoli moderni
nei quali ci si sente come in prigione. Quando era arrivato a Parigi,
quasi quarant'anni prima, c'erano proprio quegli stessi autobus con
piattaforma esterna, e, le prime volte, non si stancava mai di
percorrere i Grands Boulevards sulla linea Madeleine-Bastille. Era
stata
1966 Maigret e il libanese
Si dibatteva, costretto a difendersi perch quello gli agguantava una
spalla, a tradimento. Tentava anche di sferrare dei pugni, e aveva
l'avvilente sensazione che il braccio non gli obbedisse pi, che fosse
inerte, come anchilosato. Chi ? grid, rendendosi vagamente conto
che quella domanda era assurda. Jules ... Il telefono ... Aveva
udito, infatti, un rumore che, nel sonno, sembrava minaccioso, ma
nemmeno per un attim0 aveva pensato che si trattava della suoneria
del telefono, che lui era nel suo letto, in preda a un incubo del quale
non si ricordava gi pi, e sua moglie lo stava scrollando. Mentre
apriva gli occhi e si alzava a sedere, tese meccanicamente la mano
per staccare il ricevitore. Anche la signora Maigret era seduta sul
letto, e la lampada da capezzale, accesa accanto a lei, diffondeva una
luce morbida, intima. Pronto? Per poco, non chiese, come nel
sonno: "Chi ?". Maigret? Qui Pardon ... Il commissario riusc a
leggere l'ora sulla sveglia che sua moglie teneva sul comodino. L'una
e mezza. Loro si erano congedati dai Pardon poco :dopo le undici.