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CAPITOLO V

Nessuno aveva notato qualcosa di diverso nel suo aspetto. Per tre
giorni non aveva fatto che interrogare ragazze per il posto lasciato
vacante da miss Kapp nata Kapinsky e sebbene qualche tempo
prima molte delle aspiranti avrebbero potuto soddisfarlo, ora egli le
aveva tutte scartate. La sua vista era cos acuta che intendeva
presentarsi a George Lorsch con qualcosa di insolito, qualcosa che,
in un certo senso, rappresentasse lapoteosi della sua potenza di
selezione. Le ragazze dovevano essere perfette.
Inoltre, da due giorni, Lorsch passava molte ore negli uffici.
Lorsch era il vicepresidente in carica della Compagnia e, secondo
voci ben fondate, aveva accuratamente specificato il tipo di persona
che doveva essere assunto. Egli non attraversava mai gli uffici
senza scrutare le ragazze mentre si trasferiva da una stanza
allaltra. Negli ultimi due giorni per due volta aveva guardato dritto
in faccia Newman mentre passava davanti al suo bugigattolo, e una
volta gli aveva sorriso. (Sorriso ebete) Newman era in cerca della
ragazza perfetta.
Guard sul tavolo il nome delle tre aspiranti che ancora gli
rimanevano. Il primo nome della lista gli piacque. Gertrude Hart,
trentasei anni, tre anni di scuole normali. Nubile. Protestante. Nata
a Rochester, New York. Chiam al telefono linserviente e gli ordin
di far passare miss Gertrude Hart.
Essa gli comparve davanti in modo del tutto insolito. Le ragazze
si presentavano a lui profumante con acqua di colonia; un profumo
pesante invece circondava quella donna. Non venivano mai con un
fiore nei capelli; essa aveva una rosa appuntata in cima a un ciuffo
di capelli bruni. Eppure era dignitosa, eretta, distinta. Posava le
mani con grazia, abbandonandole sui braccioli della seggiola,
mentre, in piedi, lo guardava, e aveva un modo di appoggiarsi
sullanca che non era suggestivo, ma solo una posa di maggior
comodit. Pi soddisfacente di tutto pi ancora del suo vestito
nero e lucente era il suo sorriso che rialzava il ciglio sinistro un
poco pi dellaltro; sorrideva senza incurvare le labbra piene e sode.
Newman: Sedete, per favore.
(Il petto gli si contrasse quando ella gli si avvicin e si sedette
presso il suo tavolo; e quando appoggio un braccio al bordo del
tavolo stesso.)

Un brivido gli corse gi per la schiena, come se gli avesse


sfiorato il volto, perch il tavolo era una parte viva di se stesso, un
membro del suo corpo.
(Si accorse a un tratto della mirabile curva delle gambe e dei seni di
quella donna, uno dei quali toccava lo scrittoio.)
Si sent gonfiare il collo, il petto, le braccia. Ella era come la donna
della sua visione: un profumo, dei seni e una schiena diritta.
Newman: Per quanto tempo siete stata nella compagnia Markwell?
Gertrude: Ci sono stata per circa tre anni, poi
(Continua a parlare senza emettere un suono, Newman rimane
imbambolato)
Non ud pi nulla dopo la prima frase.
Malgrado il suo accento rude, era una donna veramente
dignitosa. Per la prima volta pot studiarne il volto ella lo stava
osservando; e per colpa di quegli occhi scuri Newman aveva in
qualche modo perduto il controllo della conversazione.
(Egli si alz e rimase in piedi dietro la sua seggiola, cosa che non
aveva mai fatto in presenza di altri visitatori.)
Non aveva mai incontrato un tipo simile, nella sua vita, eppure
sapeva leffetto che avrebbe avuto su di lui, perch aveva sognato
una parte di lei, la parte che lo scaldava e rompeva il caldo ritmo
del suo respiro, la parte di lei che subito, al suo apparire, aveva
fatto del loro incontro un colloquio intimo la cosa che ora lo
rendeva certo che ella era accessibile a lui. Lo era. Lo sapeva.
Newman: Avete mai usato macchine da scrivere elettriche?
Le domand, come se la cosa fosse per lui della massima
importanza.
Gertrude: Ogni tanto ne ho avuto la possibilit, ma non ce nera
che una in tutto lufficio. Non era come qui.
(E dicendo qui, gir la testa verso la stanza delle ragazze cui
volgeva le spalle. Newman non si mosse e, quando la donna torn a
voltarsi verso di lui, si accost ad una scansia dalla quale la poteva
vedere di profilo. Ella attese un momento, rispettosamente, come
per dargli il tempo di guardare nel cassetto, ma, non udendo
rumore alcuno, alz la testa e lo vide immobile, l, che la fissava. Il

suo ciglio si abbass bruscamente. Newman si affrett alla sua


sedia, mentre il viso della donna si fece di fiamma. Per un lungo
istante egli non os alzare su di lei gli occhi.)
Newman (compiacente): Come forse sapete, ci necessita personale
che gi conosca le macchine da scrivere elettriche. Credevo che voi
le conosceste.
Guard in su, con laria che sempre assumeva quando voleva far
intendere che un colloquio era terminato.
(Essa volse la testa verso lo stanzone pieno di ragazze che
scrivevano con macchine ordinarie, poi torn a guardare lui e
attese.)
Newman: Le rimpiazzeremo al pi presto. La guerra ne ha
interrotto la produzione, ma intendiamo usare unicamente le
elettriche in questo reparto
Gertrude: Dopo un giorno di esercizio sapr adoperarle
perfettamente, non nulla adoperarle quando si sa gi
dattilografare come so dattilografare io.
Newman: Preferiamo persone che
(Il mento, morbido e roseo, della donna gli si era fatto pi vicino)
Gertrude: Sono una protestante, Mr Newman.
Ma non cera nulla di nuovo per lui in ci che ella diceva. Era il
solito discorso che aveva gi sentito tante volte. Pure prov una
stretta al cuore mentre fissava il volto adirato della donna, si
accorse che la paura lo invadeva e non sapeva perch. Cera
qualcosa in quegli occhi lintimit ecco ci che lo spaventava
s quellintimit che era una novit per lui. Lodio di quella donna
era qualcosa di intimo. Se ne stava l come se sapesse tutto di lui,
come se
Essa lo prendeva per un ebreo.
Prov il bisogno di fuggire dallufficio, poi il bisogno di battere
quella donna.
Se ne stava l, incapace di parlare, pieno di odio per lei perch,
estremamente cortese comera, non poteva dire di non essere
ebreo senza colorire la parola con la ripugnanza che provava per
essa. Per lui infatti ebreo significava sempre impostore. Fin dal
principio. Era la sola cosa che per lui aveva sempre significato. Gli
ebrei poveri si dicevano sempre pi poveri di quello che erano, i

ricchi pi ricchi. Non gli era mai accaduto di passare per un


quartiere ebreo senza vedere nascoste dietro le tendine sporche,
somme di danaro. Non aveva mai veduto un ebreo guidare una
automobile di lusso senza paragonarlo a un negro che guidava
unautomobile di lusso. Per lui, essi non avevano tradizioni di
nobilt, quelle tradizioni che cercavano di vantare. Se egli avesse
avuto unautomobile di lusso, subito sarebbe apparso come una
persona nata apposta per possederla. Pero ogni gentile sarebbe
stato cos; per un ebreo, mai. Le loro case puzzavano, e quando non
puzzavano era solo perch desideravano apparire come gentili. Per
lui, qualunque cosa facessero di piacevole, non era mai fatta
naturalmente, ma solo per il desiderio di ingraziarsi gli altri, tale
convinzione era antica quanto la sua vita, che era cominciata in una
via di Brooklyn, un isolato prima del quartiere ebreo. Allora come
ora, non poteva pensare a loro senza un senso di potenza e di autopurificazione. Ipocriti, impostori. Sempre.
E ora, nel suo imbarazzo, ella stava leggendo la prova della sua
ipocrisia, pens. Lespressione di scherno, di sfida di quegli occhi
era insopportabile, eppure non riusciva a parlare. (Newman
boccheggia) Cerc qualche frase scherzosa, ma non la trov.
(Con impazienza si allontan da lei e le volt la schiena, ma fu solo
per un istante)
Egli era l, colpevole del fatto che la cattiva natura degli ebrei e i
loro innumerevoli inganni, non erano altro che una proiezione di ci
di cui egli si sentiva colpevole. Si trov a desiderare chella
credesse questo di lui, solo per quel momento, l nel suo ufficio, a
desiderare che ella lo lasciasse sprofondare in quelloscuro stagno
le cui profondit aveva cos spesso cercato unicamente per
allontanarsene. Solo un momento per s, per discendere e trovare
(Nauseato di se stesso, si alz. Le sue mascelle si strinsero contro il
dolore della sua corruzione, essa vide tale espressione e sembr
scambiarla per unespressione dira. Con la grande borsetta che le
batteva sulle cosce, si alz, silenziosamente.)
Gertrude: Sapete che cosa si dovrebbe fare con gente come voi? Vi
dovrebbero impiccare.
Egli pens che quel volto era quasi irlandese quando si sporgeva
avanti a quel modo

Gertrude: In ogni posto che vado la stessa sciocchezza. Ho avuto


posti di segretaria dove non dovevo neppure scrivere a macchina.
Ho avuto impieghi che
(Continua a parlare e nel frattempo guarda dietro di s)
Egli non lascoltava pi perch, mentre la donna si voltava
indietro per vedere se qualcuno veniva ad interromperli, scorse la
linea ebrea del naso e la espressione triste degli occhi e della parte
inferiore del volto.
(Volgendosi ancora verso di lui, ella si pieg in avanti e piant sul
tavolo le dieci dita frementi come tante frecce dalla punta
purpurea)
Gertrude: Un giorno o laltro finiranno con limpiccarvi.
Mai, da quando sua madre lo aveva rimproverato da ragazzo,
mai si era trovato solo con una donna in una situazione cos
angosciosa. A se stesso, alla sua confusione, al suo orribile
desiderio, mormor:
Newman: Mi dispiace. (E scosse la testa in segno di rifiuto)
Essa si volt, rapida, spalanc la porta di vetro e attravers la
stanza fra due ali di scrivanie. Guard quelle caviglie che si
muovevano. Era troppo abbigliata, troppo dipinta. Mentre la
guardava allontanarsi, per la prima volta not il collare di pelliccia
che le pendeva al braccio, e ci valse a ribadire la sua opinione: la
giornata era stata molto calda. Vide la coda della pelliccia sfiorarle
la gamba mentre spariva nella sala daspetto
(Esausto si lasci cadere sulla seggiola. Si sentiva abietto.
Frugandosi sotto la giacca, si tolse gli elastici dalle maniche. Adagio
si tolse anche gli occhiali e li pose nel taschino della giacca, poi
rimase immobile, con gli occhi fissi nel vuoto.)
La roca musica della voce di lei gli risuonava ancora alle orecchie
e il suo profumo stava ancora sospeso nellaria circostante.
(Quando riacquist la sensazione del tempo e del luogo, ebbe un
moto di sorpresa: era voltato, con gli occhi fissi alla parete del suo
bugigattolo. Si gir rabbiosamente e si sedette di fronte alla lastra
di vetro, e, attraverso quella, alla stanza delle ragazze. Sollev il
cornetto del telefono e ordin)

Newman: Per favore, introducete


(Sinterruppe, e impazientemente afferr la pratica di miss Hart. Le
parole gli si confondevano davanti agli occhi, in modo intollerabile.
Il suo piccolo mento si ripiegava furiosamente sotto il labbro mentre
portava la carta a qualche centimetro dal naso. Dal ricevitore che
teneva in mano venne la voce della telefonista. Ripose la pratica sul
tavolo, si frug in tasca, ne trasse gli occhiali e se li rimise.)
Newman: Miss Blanche Bolland
Finch non ud il passo di miss Bolland, continu a fissare la
pratica, come se stesse esaminandola. (Vede miss Bolland e si
alza per accoglierla, poi continua ad alzarsi e stringere la mano a
ragazze inesistenti, incessantemente, meccanicamente)
In realt non vide le altre che si avvicinarono al suo tavolo e gli
narrarono la loro storia; assunse una ragazza dallaspetto innocui,
dai capelli neri e dal viso scarno. Il profumo di Gertrude Hart gli
aleggi intorno per tutta la giornata, assieme alla visione dei suoi
seni. Per tutto quel giorno si trov a guardare verso la porta della
sala daspetto, come per ritrovarla, per far tesoro di ogni
movimento che ella aveva fatto. E, sognando, si accorse di Lorsch
che attraversava la stanza, e entrava nel suo ufficio.
(Vede Lorsch e lo segue con gli occhi, poi fa il sorriso ebete)
Aveva le labbra strette e si grattava il collo, sovrappensiero.

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