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PARTE SESTA

CAPITOLO

26

TESTO

TESTO

LET DEI FLAVI

Quintiliano

Quintiliano

Laemulatio

Institutio oratoria X 2, 4-10

Il passo che riportiamo qui di seguito in traduzione italiana uno dei pi famosi di tutta
quanta lInstitutio oratoria e sta alla base di quel grande excursus del X libro che
costituisce una vera e propria piccola storia della letteratura latina. In esso viene fissato il
canone dellimitatio che viene inteso da Quintiliano non come un pedissequo rifacimento
del modello, ma come aemulatio, e cio come rapporto creativo con esso.

Prima di tutto limitazione di per s non sufficiente, anche perch segno di


pigrizia mentale1 appagarsi degli altrui ritrovati. Che cosa sarebbe accaduto in quei
tempi in cui non verano modelli da seguire, se gli uomini avessero ritenuto di non
dover fare o pensare cosa alcuna che gi non fosse loro nota? Certo non vi sarebbe
stata nessuna invenzione.2 Perch dunque sarebbe un delitto trovare qualcosa che
prima non esisteva? Gli uomini primitivi furono guidati dal solo ingegno naturale3
a compiere tante scoperte: e non dovremmo noi essere stimolati alla ricerca da questo
stesso fatto, che sicuramente sappiamo che le ricerche altrui ebbero successo? E
mentre i primitivi, pur non avendo nessun maestro in nessun campo di attivit,
hanno tramandato ai posteri moltissimi ritrovati, non dovr lesperienza di certe
cose esserci utile per scoprirne altre, ma possederemo solo ci che ci ha lasciato
laltrui beneficio? Faremo come taluni pittori, che mirano solo a essere capaci di
riprodurre4 quadri mediante misure e linee? indecoroso anche appagarsi di uguagliare
ci che oggetto di imitazione. Torno a dire: che cosa sarebbe accaduto, se nessuno
avesse realizzato qualcosa di pi rispetto al suo modello?5 Fra i poeti non avremmo
nessuno superiore a Livio Andronico,6 nella storiografia gli Annali7 dei pontefici
rappresenterebbero lapice, e navigheremmo ancora con le zattere: non vi sarebbe
pittura, se non quella capace di disegnare il contorno dellombra proiettata dai corpi
esposti al sole. Se si considera la storia umana, nessunarte rimasta quale fu in
origine n si fermata ai suoi inizi, a meno che non vogliamo condannare proprio
la nostra epoca8 a tale sterilit, che soltanto ora non vi sia alcun progresso: daltra
parte non v alcun progresso con la sola imitazione. Se vietato fare aggiunte alle
precedenti realizzazioni, come possiamo sperare che sorga il perfetto oratore?9 Infatti
fra tutti quelli che finora conosciamo come i pi grandi, non se n ancora trovato
alcuno in cui non si avverta qualche mancanza o qualche aspetto criticabile. Ma
anche coloro che non aspireranno a quel supremo ideale, devono piuttosto mettersi
in gara che contentarsi di seguire. Chi cerca di superare un altro, anche se non lo
sorpasser, forse lo uguaglier. Ma nessuno pu uguagliare colui del quale ritiene di
dovere senzaltro ricalcare le orme,10 giacch chi si limita a seguire un altro,
inevitabile che gli stia sempre dietro.
(traduzione di C. Grassi)

1. mentale: fin da subito Quintiliano chiarisce che limitazione da sola non sufficiente in quanto rivela pigrizia mentale.
2. invenzione: il progresso dellumanit si fonda per Quintiliano sullinvenzione.
3. ingegno naturale: questa la molla che spinge lumanit verso il progresso, non certo limitazione da sola.
4. riprodurre: guai, se lumanit si limitasse, come fanno certi pittori, a riprodurre solamente lesistente.
5. modello: necessario realizzare qualcosa di pi rispetto al modello preso in considerazione.

G. De Bernardis A. Sorci

Roma antica. Letteratura e dintorni

6. Livio Andronico: il primo autore della letteratura latina, autore della traduzione artistica dellOdissea omerica.
7. Annali: la prima forma arcaica di storiografia romana.
8. nostra epoca: sarebbe singolare, afferma Quintiliano,
che solo let dei Flavi rimanesse ferma senza elaborare
alcunch di nuovo e di originale.
9. perfetto oratore: a formare il perfetto oratore devono
concorrere due elementi: la tradizione e linnovazione.
10. le orme: se qualcuno ritiene di doversi limitare a ricalcare le orme di un altro, certo che rimarr sempre alle sue
spalle.

2009 G. B. Palumbo Editore

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