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magazine

Per
Regni antichi
tra le Ande

ARRIVO A BETAMPONA

Taccuini dalla foresta pluviale


del Madagascar

DOLOMITI

Istruzioni per luso

Tanzania, Hadza

PEOPLE IN THE WILD


Chi, oggi, vive in the wild? Kel 12 e Parallelozero rispondono a questa domanda con una mostra
fotografica. Alcuni uomini, inconsapevolmente eroici, sono impermeabili a stili di vita in apparenza
pi comodi e continuano a vivere secondo riti e ritmi antichi, forse primordiali, sicuramente adattati
ad un ambiente severo, con una creativit frutto di un ingegno istintivo, quasi animalesco ma anche
molto umano. Deserti, ghiacci, foreste e savane continuano a rappresentare per alcune comunit
la forza ancestrale da tenere a bada, ma anche la casa che d cibo e protezione. Letere per
pieno di immagini che prima o dopo raggiungono anche coloro che non sono ancora globalizzati e li
costringono a misurare la propria vita con quella degli altri. Molti soccombono sedotti da richiami - un
cellulare, un pasto facile da procurarsi, una medicina banale come unaspirina che noi consideriamo residuali, necessari ma non sufficienti. Solo dopo arriveranno gli altri richiami molto pi complessi
e difficili da decifrare per chi, lungi dallessere un nativo digitale, non neanche un nativo urbano.
Come questi giovani Hadza della Tanzania, che riprendono la via del villaggio, gli archi ormai scarichi,
dopo una caccia fruttuosa. Sono i rappresentanti di una fra le pi antiche stirpi dellumanit e la loro
lingua non ha relazione con nessunaltra sulla Terra. Vivono senza preoccuparsi del futuro e non usano il denaro. Se fossero coetanei europei, tornerebbero dal supermercato con la carne avvolta nella
plastica e si preoccuperebbero di tenersi qualche soldo come mancia. Ogni secolo produce i suoi
propri uomini primitivi, affermava Karl Marx; ma primitivo, applicato al genere umano, sembra avere
un significato liquido, variabile secondo il contesto. Tutto da scoprire.

Mostra fotografica realizzata da Parallelozero in collaborazione con Kel 12

Borneo Malese, Bajau Laut

Per, Quechua

Isole Cook, Maori

Mongolia, Tzaatan

Papua Nuova Guinea, Asmat

5
Venezuela, Warao

Per, Uros

PEOPLE IN THE WILD

6
Venezuela, Yanomami

Per, Quechua

Marzo

15
Editoriale
DIREZIONE E REDAZIONE
Kel 12 Tour Operator
Via Santa Maria Valle, 7 - 20123 Milano
Tel. 02 2818111 - fax 02 28181140
A cura di Paola Artico
HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO:
Elena Bianco
Paolo Brovelli
Anna Canuto
Filippo Casadei
Cesare Cesa Bianchi
Stefano Faravelli
Omar Fragomeni
Paolo Ghirelli
Anna Maspero
Lorenzo Naddei
Nicola Pagano
Parallelozero
Gianluca Ranzini
Marco Restelli
Mario Romualdi
Andrea Semplici
Marco Stoppato
PROGETTO GRAFICO E CONSULENZA CREATIVA
Ad Pharm Communications
Via F. Olgiati, 30 Milano
Pubblicazione distribuita gratuitamente

kel12.com

I viaggi:
energia della vita

l mondo viene in Italia. Anzi a Milano. Il 2015 lanno


dellExpo, evento epocale. Oggi? diventato tematico, sostenibile, tecnologico. Dal 1 maggio al 31 ottobre, 144 paesi (e
20 milioni di visitatori previsti) si confronteranno su una delle
principali sfide dellumanit: Nutrire il Pianeta, Energia per la
Vita. Un problema che riguarda tutti gli uomini e la terra su cui
vivono. La salvaguardia dellambiente, leducazione alimentare,
le risorse a livello planetario non sono vuoti slogan, ma lunica via alla sopravvivenza, e soprattutto a una sempre migliore
qualit della vita. A casa nostra e nellaltrove. Un mondo aperto che mantiene differenze e specificit di culture e tradizioni.
Ma che, tutto insieme, punta sulla sostenibilit, parola chiave di
oggi e di domani.
Nellera della flessibilit e della globalizzazione, lavventura
quotidiana, perch limmobilit mostra ovunque segni di cedimento. Lorizzonte dei mercati oggi il pianeta, e le migrazioni
di consumo, cultura, lavoro diventano giornaliere. Nel mondo
che verr, e che in parte gi , nulla ostacola la partenza (salvo
luomo nemico delluomo). E il viaggio non pi solo edonismo
o semplice vacanza, ma si trasforma in profondit individuale,
aspirazione alla conoscenza e allincontro, arricchimento emotivo. Superando confini e stereotipi, mescolando gusti, climi,
esperienze, per diventare disinibiti e aperti a ogni possibilit.
Ed proprio questo il mondo che Kel 12 propone ai suoi viaggiatori. Itinerari e continenti differenti, ma uniti da un filo fatto
di quel tessuto forte e resistente che si chiama consapevolezza,
responsabilit, fascinazione per il diverso, stimolo alla creativit. Che attraversa il globo in un unico abbraccio. E, come in
una Torre di Babele, parla infiniti linguaggi, mostra variegate
espressioni. Declinati paese per paese, cultura per cultura.
Perch il viaggio sia sempre libert, conoscenza, vacanza, relax, incontri, emozioni, idee.
Nelle pagine che seguono, le tante proposte, gli spunti di viaggio
dallAfrica allAsia, dallOceania alle Americhe per arrivare a Venezia. Uno per tutti, il Per, scelto per il reportage di copertina.
Un mondo in un paese: per andare dalle Ande al deserto, da Machu Picchu allIsola del Sol. E percorrere pianure coltivate, praterie, terrazzamenti, lande sconfinate,
aspre alture, riserve naturali, foreste,
canyon, strade che rievocano miti di
viaggi come la Carretera Panamericana. Sempre accompagnati da uno
sfondo dominato da vulcani altissimi.
Che solleticano i piedi di Dio.

sommario
10
in viaggio con lesperto

16
IL MONDO CHE CAMBIA

20
Per

47

27

MOUNTAIN KINGDOM

SFUMATURE

37

55
ON THE ROAD

43

Africa equatoriale

67
sudafrica

IN VIAGGIO CON IL FOTOGRAFO

72

58
notizie dal cielo

62

carnet de voyage

costa Rica

77

105

92
australia

82

KIRGHIZISTAN - CINA

96
indonesia

87

108
ISLANDA

100
giappone

viaggiatrici viaggianti

i mille volti del pianeta terra

110
NORVEGIA

raccontare il viaggio

in viaggio con l'esperto


Una forma di esplorazione nuova, studiata per il viaggiatore del terzo millennio, che se anche non scopre nuove terre ormai impossibile sul nostro Pianeta - riscopre terre
gi calcate da altri con occhio nuovo, quello della comprensione autentica. Questo il senso dei Viaggi con lEsperto che noi di Kel 12 abbiamo ormai da tempo lanciato.
Esperire, cio provare, sperimentare, il significato che
abbiamo voluto dare a una serie di proposte di viaggio che
abbracciano lintero Globo Terrestre con un comune fil
rouge: affondare la mente e i sensi nei luoghi che si visita-

no, per scoprire il gusto profondo del viaggio. viaggiare


in modo totalizzante, grazie ad accompagnatori culturali
che sanno trasmettere tutti gli aspetti del luogo, da quelli dellarte a quelli della civilt che lo abita, filtrati dalla
propria esperienza di vita vissuta. In questo senso tutto il
Mondo nuovo, e nuovi sono molti degli itinerari proposti,
nella costante ricerca di Kel 12 di accompagnare con piede leggero i viaggiatori attraverso le meraviglie naturali e
delluomo, la conoscenza rispettosa e la scoperta curiosa
dellambiente e della vita reale dei popoli.

Malesia, Mount Kinabalu (foto Ente Turismo Malesia)

Tanzania, Ngorongoro (foto Archivio Kel 12)

10

AFRICA
Uganda, Rwanda, Congo (R.D.C.), Burundi
AFRICA MON AMOUR: LINCONTRO CON I GORILLA
DI MONTAGNA E I GORILLA DI PIANURA - 15 giorni
PARTENZA 15/08/2015
una prima assoluta Kel 12, alla scoperta di nuovi confini. La perla
dAfrica: cos Winston Churchill descriveva lUganda, magico punto di
incontro di foreste, laghi, savane con unincredibile biodiversit. Qui il
Parco Nazionale Bwindi
Parco Nazionale Bwindi ospita 10 famiglie di gorilla (stima del 2012).
(foto Archivio Kel 12)
Oggi le famiglie, distribuite allinterno della foresta protetta, sono accessibili da quattro diversi trekking point: Buhoma, nel Nord-Ovest; Ruhija
nel Nord-Est; Rushaga, nel sud-est; Nkuringo, nel Sud-Ovest. Il Congo, invece, lhabitat del gorilla di pianura, che si pu vedere
nel Parco Nazionale Kahuzi Biega. Si stimano 140 individui, di cui solo tre famiglie abituate a incontrare luomo. Quando realizzi il
valore della vita, ti preoccupi di meno di discutere del passato e ti concentri di pi sulla conservazione del futuro, scrisse Dian Fossey
nellultima pagina del suo diario. Attraversando il Rwanda, si giunger in uno dei paesi pi piccoli ma paesaggisticamente pi vari,
il Burundi: pianure, foreste incontaminate, alture e corsi dacqua in unalternanza di scenari mozzafiato e il mitico lago Tanganyka.

Tanzania - I SELVAGGI PARCHI DEL SUD: DA


MIKUMI AL SELOUS - 11 giorni - PARTENZA 15/08/2015
Dalloceano alla savana, in un ambiente nel quale si inseguono monti,
foreste, valli e depressioni, boscaglie e grandi distese. Dagli scenari
forti dei Monti Uluguru al Selous. Le piste, difficili, lungo un percorso
affascinante, fino al Ruaha National Park, una delle riserve meglio
preservate e ancora poco frequentate della Tanzania: uno scrigno naturale con tutta la grande fauna africana.
Il Selous: grandi spazi e natura lussureggiante. Nella quiete del Rufiji Camp, affacciati su un fiume brulicante di vita, alloggiati in grandi
Ruaha National Park
(foto Archivio Kel 12)
tende con servizi privati, a dominarvi sar una natura grandiosa e
forte; lemozione dei safari in barca, in jeep e a piedi, tra ecosistemi
che rendono unica questa riserva. Un viaggio dedicato alla scoperta delle meno conosciute regioni del sud attraverso paesaggi
selvaggi e spettacolari. Un viaggio nella cultura e storia Kiswahili. Un viaggio per chi vuole approfondire la conoscenza di questo
Paese lontano dai percorsi pi battuti, per chi cerca qualcosa di autentico, per scoprire il richiamo di una natura incontaminata.

Namibia GRAND TOUR: DAL FISH RIVER CANYON


ALLE TERRE DEL POPOLO HIMBA - 16 giorni

Kaokoland, popolo Himba


(foto Archivio Kel 12)

PARTENZE 13/06, 11/07 E 08/08/2015


Se un Paese merita la denominazione di molte Afriche questo la
Namibia, che ha tutto nelle sue forme migliori e a volte pi estreme:
le dune pi alte del mondo, sabbie di forme e colori differenti, deserto
che precipita nel mare, animali che vanno a scorazzare sulla battigia
delloceano, colonie di otarie ed elefanti sulle dune, popoli stanziali ed
etnie che rifiutano caparbiamente ogni contaminazione e occidentalizzazione. Un itinerario completo che percorre il Paese da sud a nord,
dal Fish River Canyon non distante dal Sud Africa, al Kaokoland, terra
del popolo Himba. Un itinerario che nulla tralascia degli ambienti namibiani: il deserto Kalahari, Keetmanshoop e la foresta di kokerboom,
Luderitz e la citt fantasma di Kolmanskop, il deserto del Namib e le dune rosse di Sossusvlei, Swakopmund e il Damaraland, il
Parco Etosha. Un viaggio straordinario, per viaggiatori instancabili e con spirito di adattamento.

11

AMERICHE
Il sito archeologico di Chan Chan
(foto Archivio Kel 12)

Per - REGNI ANTICHI TRA LE ANDE 16 giorni

PARTENZA 13/08/2015
Viaggio-novit per chi desidera un panorama completo del Per tra
natura, etnografia e soprattutto archeologia. Intorno al 1200 d.C., periodo convenzionalmente ritenuto di fondazione dellimpero incaico,
infatti, un tessuto di piccoli regni e signorie si dividevano i territori
dellattuale Per. Popoli belligeranti tra loro, che gli Incas sottomisero iniziando un processo di unificazione politica e culturale. Gli antichi
regni lasciarono eredit preziose ai nuovi signori che acquisirono valori spirituali e religiosi, capacit espressive ed artistiche, competenze tecniche ed artigianali che portarono con loro a Cuzco.
Il viaggio va dal Nord del Paese al Sud andino per conoscere la storia
peruviana pi remota, ma di recente scoperta, delle principali e pi
importanti culture preincaiche. Si scopriranno cos citt pi antiche di Machu Picchu e culture anteriori a quella degli Incas. Dalle
tombe Moche di Sipan e Sican alla Huacas della Luna, dai tesori esposti allinteressante Museo Tumbas Reales di Chiclayo fino
alla cittadella di Machu Picchu: un percorso inedito tra capolavori umani e bellezze naturali.

Eruzione a Big Island


(foto Archivio Kel 12)

Hawaii - VULCANI ATTIVI E DORMIENTI 13 giorni


PARTENZE 03/05/2015 e 17/10/2015

Le isole Hawaii, dal 1959 50 stato federale degli Stati Uniti, sono un
affascinante crogiolo di etnie diverse: polinesiani, europei, americani,
asiatici che vivono in un clima rilassato. Ma il vero focus del viaggio
sar la geologia straordinaria delle isole, le rocce stratificate di diversi colori, le bizzarre formazioni, i fenomeni geotermici, gli sfiati di
vapore, i condotti magmatici, guidati da un vulcanologo e geologo. Di
origine vulcanica, le Hawaii si sono infatti formate da un punto caldo
nel mantello terrestre che mantiene attivi vulcani sottomarini e in superficie. Si scopriranno la Big Island, con le superbe valli di Kohala
e Pololu, il vulcano dormiente di Hualalai, nel grandioso Volcanoes
National Park, lantico Mauna Loa e il pi giovane e attivo, Kilauea.
Nellisola di Maui, si visiter lo Haleakala, il vulcano inattivo pi grande del mondo e la spettacolare strada per Hana, con i suoi
cinquantaquattro ponti a una sola corsia da attraversare.

Brasile, Argentina, Paraguay, Bolivia IN VIAGGIO CON LINFAME - 15 giorni


PARTENZA 04/07/2015
Un viaggio inedito che segue, in parte, le tracce di Antonio Raposo
Tavares, linfame, come lo chiamavano i gesuiti. Portoghese, avventuriero e spregiudicato, il bainderante (il bandito) che lungo il Rio
delle Amazzoni si inoltr alla ricerca di ricchezze e schiavi devastando
villaggi e missioni a cavallo fra il XVI e il XVII secolo. Seguendolo si
viagger in ben 4 paesi, attraversando diverse frontiere terrestri. Tra
i punti forti del viaggio, oltre a Rio e alle missioni che sono uno degli
Iguass dallalto
obiettivi principali, vi il Pantanal, straordinario ecosistema umido,
(foto Archivio Kel 12)
dove il treno della morte - in realt un treno moderno che per viaggia
su una linea un po obsoleta e dunque viaggia lento - passa in mezzo a
savane e acquitrini, per molte ore. Interessante la sfilata della gente che sale e scende, e il panorama intorno. Un viaggio esclusivo
in un Sud America, tutto allinterno. Niente spiagge, niente calcio solo un po di samba.

12

ASIA
Malesia - INCONTRO CON I PRIMATI DEL BORNEO
MALESE 16 giorni - PARTENZe 13 e 27/06/2015
Il nostro itinerario, accompagnato da unetologa e primatologa, inizia dal Sarawak, una vera esperienza dellesotico Borneo Malese:
giungla e trib lungo i fiumi o allinterno della foresta. Si visiteranno
i nomadi Penan, le spettacolari grotte di Mulu a cui si accede con
un piccolo aereo, ma soprattutto gli Orang Utan, simpaticissime
scimmie antropomorfe che qui sono autoctone. Si prosegue poi per
il Sabah, con ampie e bellissime spiagge e il divertimento di unesplorazione in barca sui fiumi nella giungla per avvistare le famose
Scimmie nasiche (foto Ente Turismo Malesia)
Scimmie Proboscidate e per ammirare una fra le vette pi imponenti
del Sud-Est Asiatico, il Mount Kinabalu, patrimonio mondiale dellUNESCO dal 2000. Sukau, il fiume Kinabatangan e la Danum
Valley daranno lopportunit di incontrare elefanti pigmei che vivono nella giungla pi fitta, coccodrilli e primati di ogni genere.
E alla fine di questo appassionante viaggio nella natura, un po di relax nelle spettacolari acque a Pom Pom Island, vero paradiso marino.

Giappone- SUI VULCANI DEL SOL LEVANTE


14 giorni - PARTENZA 05/09/2015
Un viaggio che percorrer mete meno frequentate dagli europei,
ma ben note ai giapponesi. Un cammino naturalistico che non
mancher di offrire anche spunti storici e culturali. Un itinerario che si snoda lungo una parte della cintura circumpacifica o
anello di fuoco, la linea immaginaria che unisce i luoghi geologicamente pi attivi del pianeta dove si concentrano i vulcani pi
famosi del mondo. Scopriremo cos i vulcani Sakurajima, lAso,
lUnzen fino al mitico Fuji; compiremo brevi trekking per prepararci alla faticosa ma facile salita al Fujiyama alto ben 3776 metri.
Monte Fuji (foto Marco Stoppato)
Vedremo come le terme, i fanghi bollenti o le sabbie calde, siano
intrecciati con la vita quotidiana dei giapponesi. Cammineremo su
terreni colorati dai gas, su colate laviche raffreddate e potremo osservare quali sono i moderni sistemi di sicurezza utilizzati
per minimizzare il rischio sismico e quello vulcanologico.

Indonesia - IN VELIERO TRA LE ISOLE DELLA SONDA


19 GIORNI - PARTENZE: 26/07 e 20/08/2015
Un viaggio attraverso alcune isole orientali dellIndonesia che stupiscono per la loro bellezza e diversit. Poche regioni al mondo
sono in grado di competere con Nusa Tenggara (nome che raggruppa le isole ad est di Bali e che in occidente sono conosciute
come Piccole Isole della Sonda). Flores, unisola montuosa con una
morfologia vulcanica che a lungo ne ha plasmato il destino. Una
catena di vulcani attraversa questisola verdeggiante, dei quali il
pi spettacolare sicuramente il Kelimutu che ospita tre laghi di
diversi colori. Lincontro con le popolazioni Ngada, dalle forti credenze animiste, che abitano laltopiano di questisola rappresenta
Il veliero Aurora (foto Anna Canuto)
un momento dal forte impatto antropologico. Komodo e Rinca sono
isole collinari, dove vive un rettile gigantesco: il leggendario drago di Komodo. Per visitare larcipelago di Komodo e Rinca,
utilizzeremo il motoveliero in legno a due alberi, Aurora, con otto cabine, in esclusiva per Kel12. Sullisola di Sumba, le comunit ci stupiranno per la loro viva tradizione tribale.

13

MEDIO ORIENTE E ASIA CENTRALE


Ohrid, monastero di S. Naum
(foto Archivio Kel 12)

Albania, Macedonia, Kosovo - IL CUORE DEI


BALCANI - 10 giorni - PARTENZE 07/05 e 17/09/2015

Una prima esclusiva per Kel 12 che, in linea con la sua naturale propensione alla scoperta, desidera far conoscere un area affascinante e
poco nota dellEuropa. Tre piccoli paesi con un ricco patrimonio storico,
culturale e paesaggistico che si propongono come destinazioni nuove
e non intaccate dal turismo di massa. Larea, ora sicura politicamente,
rappresenta un vero ponte culturale, attraversato nei secoli passati da
numerosi popoli, che hanno lasciato impronte del loro cammino. Le
tracce pi significative sono proprie della cultura bizantina e della fede
ortodossa e rivelano spettacolari monasteri, le loro preziose iconostasi
dorate, mosaici e affreschi perlopi risalenti al tardo Medioevo. Culmine del viaggio saranno le chiese di Ohrid in Macedonia con la spettacolare scenografia del lago omonimo, sulle cui sponde dal X secolo inizi la fioritura artistica. Concluderemo il nostro viaggio in Albania, con la sua variet non solo storica ma anche paesaggistica. UnEuropa a volte data per scontata, ma che sa ancora sorprendere
e affascinare, anche il viaggiatore pi consumato.

Il monastero di Khor Virap


(foto Archivio Kel 12)

Armenia - VENEZIA E LARMENIA - 10 giorni

PARTENZE 11/06 e 24/09/2015


Venezia, linea 20 da San Zaccaria per lisola di San Lazzaro degli Armeni. Esiste un legame antichissimo fra Venezia e lArmenia, che le rende
in qualche modo speculari. Lisola di San Lazzaro larca-rifugio donata dalla Repubblica veneziana ai monaci scappati dai saccheggi delle
terre armene, primo centro di diffusione della stampa. Da qui partiamo
verso Oriente, verso quella terra che ha adottato il culto cristiano molto
prima che lo facesse limpero romano, con un passato martoriato e
glorioso di lotte di sopravvivenza. LArmenia la patria di uno dei popoli
pi antichi del Vicino Oriente, con una sua distinta fisionomia etnica,
linguistica, politica e culturale, con venticinque secoli di storia e un
grande patrimonio di cultura e di arte. Le chiese e i monasteri, abbarbicati sulle rocce, adorni delle croci in pietra finemente cesellate, le fortezze e i caravanserragli sono ora oggetto di molti restauri.
LArmenia, terra dalle pietre urlanti, non solo rocce: da canyon a strapiombo su stretti corsi dacqua, ad ampi pianori brulli in cui
pascolano cavalli ed ovini; da boschi di conifere a steppe. A dominare tutto, limmenso cono biblico dellArarat.

Kirghizistan, Cina, Pakistan - KARAKORUM


HIGHWAY - 19 giorni - PARTENZE 04/08 e 08/09/2015
Finalmente la Karakoram Highway! un viaggio sul tetto del mondo,
su e gi per le montagne pi alte e le vallate pi scoscese, lungo una
rotta che collega lAsia centrale, quella nomade ex sovietica, con il bacino del Tarim e il deserto del Taklamakan, e poi questo con le propaggini pi settentrionali del subcontinente indiano, dove le vette aguzze
dellHimalaya si stemperano nelle pianure dellIndo. Sono i luoghi del
Great Game, la guerra di spionaggio consumatasi a cavallo tra il XIX e
il XX secolo tra Regno Unito e Russia per il controllo dellAsia Centrale.
Luoghi del sogno e del mistero. Tocca il Pakistan, rifugio di forze taleKashgar, viso
(foto Paolo Brovelli)
bane. Passa per la Cina degli uighuri, letnia minoritaria turca e musulmana che si guarda di traverso con i padroni cinesi, han. Sinerpica
fino a 4693 m e pu mancare il fiato. Ma in quei paesaggi il fiato pu mancare anche per la maestosa bellezza, per limponenza.

14

ARTIDE

Panorama islandese (foto Omar Fragomeni)

Islanda - CIRCUMNAVIGAZIONE DELLISLANDA A


BORDO DI MS FRAM 14 giorni - PARTENZA 21/05/2015
LIslanda come un libro di geologia da sfogliare, tra inverni bui ed estati
baciate dal sole di mezzanotte, tra paesaggi di lava ed altri di ghiaccio,
tra elfi e troll delle antiche saghe popolari. Un modo unico di visitare il
Paese: a bordo della MS Fram, circumnavigando lisola e scoprendola
con un esperto KEL 12 capace di ridisegnare la mappa esistenziale del
viaggio. Le escursioni approfondiranno i mille contrasti dellisola. La penisola di Snaefellsnes, con la sua variet di paesaggi, formazioni di lava
e rocce, ghiacciai, sorgenti dacqua calda e fredda, nota per il famoso
ghiacciaio Snaefellsjokull, sulla sommit del vulcano descritto da Jules
Verne nel Viaggio al centro della Terra. Presso il lago Myvatn si trovano le Cascate degli Dei (Godafoss), il labirinto di lava di Dimmuborgir e sulfuree caldere colorate. Il ghiacciaio Vatnajkull, il pi grande dEuropa, si affaccia sullOceano con la Laguna di Ghiaccio,
navigabile tra immensi Iceberg alla deriva. E poi la meraviglia delle Hornbjerg Cliff popolate da migliaia di uccelli marini, la Laguna
blu, le Westman Islands.

Groenlandia - TERRA DEGLI UOMINI 10 giorni


PARTENZA 08/06/2015
Una prima Kel 12. La Groenlandia, lisola pi grande del mondo ricoperta per l80% dalla calotta di ghiacci perenni, non ha strade e ci si sposta con elicotteri, barche e slitte trainate dagli huskies. Scoperta circa
mille anni fa dal vichingo Erik il Rosso, abitata da oltre quattromila anni
dagli Inuit. La nostra crociera si svolge a bordo del vascello Rembrandt
van Rijn, nel confort di cabine con servizi privati. Il vascello ideale per
raggiungere le isole minori ed fornito di due zodiac che permettono lo
sbarco in zone altrimenti inaccessibili. La natura infatti protagonista
nelle sue forme pi estreme: sterminati ghiacciai, iceberg di ogni forma
e dimensione, sistemi di fiordi, una ricca fauna marina e terrestre, il sole
di mezzanotte. Un viaggio ai confini della Terra, in un ambiente selvaggio
e sconfinato difficile anche solo da immaginare.

Balena tra i ghiacci (foto Per Lillehagen)

Svalbard, Groenlandia, Islanda SULLA ROTTA DEI GRANDI ESPLORATORI - 18 giorni


PARTENZA 25/08/2015
Orsi polari (foto Dominic Barrington)
Una prima Kel 12, un viaggio che pi di un viaggio, a bordo di MS
Fram, fra imponenti ghiacciai, enormi iceberg alla deriva e loceano sconfinato. Si ascolter il ruggito di un orso polare, il richiamo
silenzioso di una megattera, il rollio delle onde, sulla rotta di esploratori che per secoli hanno tentato di scoprire i segreti dellArtico.
Volpi artiche, foche e trichechi. Qui si scopriranno i fragili ecosistemi delle isole, note anche come Spitsbergen per via delle appuntite
catene montuose. In Groenlandia si visiteranno le coste del Parco
nazionale della Groenlandia nordorientale, il pi grande al mondo e
riserva della biosfera terrestre UNESCO. La sua tundra ospita i buoi
muschiati, i carib e il raro lupo artico. LIslanda un microcosmo
variopinto a cui lattivit vulcanica e i fenomeni geotermici hanno donato un fascino irresistibile. Si navigher lungo i fiordi di nord ovest e la penisola di Snaefellsnes fra residui lavici, ghiacciai,
terme calde e risorgive fredde, fino a sbarcare a Reykjavik, la capitale pi a Nord del mondo, dove rilassarsi tra musei e negozi.

15

PALESTINA - Surfing Gaza


Alessandro Gandolfi / Parallelozero

Mi sono organizzato per incontrare dei ragazzi sulla spiaggia nel pomeriggio, una
volta terminato il loro lavoro. Un fornaio, un
costruttore, un pescatore di sardine e uno
studente dellUniversit di Al-Azhar. Sorridono mentre passeggiano con le loro tavole da surf sottobraccio, come se fossero a
Biarritz o in California. Ma siamo a Gaza,
capitale della striscia di terra pi tormentata del mondo. Comunque le onde sono
le stesse qui come a 20 km pi a nord, in
Israele, spiegano i giovani del Gaza Surf
Club che girano con le loro vecchie tavole
da surf, tenute insieme con nastro adesivo
e colla da scarpe. La situazione a Gaza
disperata, questo isolamento lha tagliata
fuori dal resto del mondo e i Palestinesi
della Striscia sono prigionieri in casa propria. Questo il motivo per cui il surf la
nostra via di fuga, spiegano, lunico modo
in cui possiamo sognare di libert.

16

il mondo che cambia

17

18

il mondo che cambia

Etiopia - Harenna, ultimi raccoglitori di caff


Alessandro Gandolfi/Parallelozero
In un mondo in cui lattenzione verso il cibo addirittura oggetto di unesposizione universale - EXPO 2015 a Milano - la
storia di una microeconomia africana in piena evoluzione nonostante i cambiamenti climatici, politici e sociali, davvero
degna di nota. Un paio di anni fa il caff raccolto nella regione di Harenna in Etiopia stato riconosciuto come uno dei
5 migliori caff africani. Oggi una comunit di quasi 5 mila persone - che ha vissuto isolata per secoli sino allapertura
della prima strada costruita dallesercito di Menghistu qualche decade fa - sopravvive e prospera grazie alla raccolta
artigianale del caff che cresce a un altitudine media di 4 mila metri.

19

Racconti impossibili

Il fantasma dellisola
Suasi
Qual il paese pi bello del mondo?
A questa domanda impossibile, risponde lombra
di Francisco Pizarro, in unisola sul lago Titicaca

Qual il paese pi bello del mondo ? Tu che hai


viaggiato tanto lo saprai.... Eccola, la domanda tormentone. Il classico quesito impossibile,
come chiedere a un padre a quale dei suoi figli
voglia pi bene. Come sanno tutti i viaggiatori, il paese
pi bello del mondo uno stato danimo. qualcosa che
ti succede, anche vicino a casa e dura da pochi istanti a
qualche minuto: sei l, e senti di essere nel posto pi bello
del mondo. Quindi, se proprio insistete, non risponder io
che non ci riesco, ma riferisco un parere autorevole che
ho udito, anzi lo racconto al tempo presente perch lesperienza stata talmente coinvolgente da non aver alcun
velo di polvere sui miei ricordi.

Unisola alla fine del mondo


la met di Giugno, sul lago Titicaca, il lago dacqua dolce
pi grande di tutto il Sud America, a 3812 metri di quota.
talmente grande che sembra loceano a me che sto salendo una collina e vedo acqua grigia e solenne ovunque,
ma laggi in fondo vedo montagne innevate, vedo il Per,
vedo la Bolivia. Sono sullisola Suasi. Tanti viaggi passano
dal Titicaca, ma alla fine, su quaranta e pi isole, se ne
vede una, o addirittura ci si ferma solo su una di quelle degli Uros, che sono finte, enormi zatteroni di canne palustri
fabbricate dai pescatori.
Ma a Suasi, chi ci arriva si ferma, ci mangia e ci dorme, e
insomma vive il Titicaca. E vale la pena: la vera sensazione da fine del mondo lho avuta qui, di notte. Sar perch queste sono le isole pi vicine al cielo, e questa Suasi
a vederla conficcata cos, nel silenzio del cielo notturno, mi
ha sempre fatto pensare a una bellezza siderale, lontanissima dal mondo, a un luogo per gli di. O per i fantasmi.

20

Questa sera a cena, in questa posada di pietra, hanno


servito bistecche di alpaca, che quel morbidissimo cammellino andino famoso per leccellente lana e gli hanno
reso giustizia con un cabernet forte, che ha dato tono alla
conversazione. Poi davanti al caminetto acceso mi hanno
chiesto di finire la storia e di raccontare di lui, Francisco
Pizarro, conquistador del Per. Una vita meglio di un romanzo, eppure tutto vero: un pugno di soldatacci male

Il lago Titicaca
in arnese conquista un enorme impero, lultima grande civilt del Nuovo Mondo e a capo di tutto, a guidarli in
questa impresa poco plausibile c un uomo che partito
dal niente e che si guadagnato quello che probabilmente
resta il tesoro pi favoloso mai radunato al cospetto di un
vincitore. Non mi simpatico: ne avrei di accuse da fargli, e
anche tante delle domande, ma si sa che non sapeva scri-

Lisola di Suasi

vere e per di pi era taciturno. Sarebbe bello avere risposte


su questo personaggio, con questo pensiero vado a letto e
lascio aperta la finestra perch entri un po di luce di luna, e
non tardo a prendere sonno, perch Suasi silenzio.

Due chiacchiere con Pizarro


Poi arriva quella che forse la vendetta postuma dellalpaca, perch qualcosa mi opprime, il sonno si fa inquieto,
e infine apro gli occhi. Ma che strano, sulla poltrona c
qualcosa, o...qualcuno ?! No, sar unombra creata dalla
luce lunare con la tenda della finestra, eppure... mi par di
vedere un farsetto di velluto nero, e se fosse lui ci sar
anche la croce vermiglia dellOrdine di Santiago, e un collo
di pizzo... Habla, entonces ! un sibilo, pi che una voce
umana e sento il cuore che comincia a rotolare impazzito.
Lombra si mossa, inclinandosi verso di me come spazientita, ed un ordine il suo: Parla, dunque ! inutile
che cerchi di svegliarmi, lombra sempre l, cos faccio
uno sforzo per gettar fuori delle parole: Excelencia, senor Marqus.... Che cosa vuoi sapere ? Un fantasma
non pu certo ammazzarmi e qui sembra essere arrivato
il mio momento: Eccellenza, sappiamo che gli storici non
sono stati teneri con Lei, e daltra parte la Signoria Vostra
ha sempre preferito non indulgere nel creare unimmagine pubblica accattivante di se stessa. una questione di
carattere, e su ci non la rimprovero, anzi. Ma stanotte io
voglio la verit dalle sue labbra: chi Francisco Pizarro?
Sono sempre stato un soldato, anche dopo essermi
guadagnato il titolo di Marchese. Forse il migliore che sia
mai nato nella mia terra, lEstremadura. Ho voluto essere
un soldato, ho vissuto come tale, e sono morto da soldato,

21

con la spada in mano . Eccellenza, tutti pensano a Pizarro conquistador, ma a me invece interessa quel Pizarro
che bambino, che ragazzo: sognava gi allora di fare
il soldato?. La voce si addolcita. Sono nato a Trujillo,
ai primi di Aprile del 1478. Abitavo con mia madre e mia
nonna in Calle de Tintoreros, eravamo servi del padrone di
casa. Da bambino salivo sino alla fortezza con i miei compagni e andavamo a giocare alla guerra di Moros y Cristianos, per giornate intere. Dovevamo fare i turni, nessuno voleva fare sempre il moro perch i moros perdevano,
e poi noi eravamo tutti cristiani. Cera sole e vento sugli
spalti della fortezza, da lass lo sguardo andava lontano,
l dove mio padre combatteva per davvero contro i mori.
Dopo pochi anni, per, non mi lasciarono pi giocare: mia madre e mia nonna erano contadine senza terra e dovevo lavorare
come contadino . Ecco, ora lombra tace. Ma ora voglio sapere delle radici di figlio illegittimo che giocava alla guerra ed
arrivato a sconvolgere la storia del Sud America. Eccellenza, sua madre le parlava mai di suo padre ?
Passa qualche istante: S, mi raccontava di lui, ma quando non ci ascoltava nessuno, la sera, come per farmi addormentare. Era il nostro segreto, mi fece giurare di non

Trujillo, monumento equestre a Francisco Pizarro

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Firma di Francisco Pizarro


dire mai niente a nessuno. Pronunciava il nome di mio padre sottovoce. Aveva incontrato mio padre poche volte, da
ragazza, quando faceva la domestica nel Monastero di San
Francisco el Real, a Trujillo. Mio padre era una leggenda a Trujillo: hidalgo, quindi nobile, una schiatta di gente
darmi e un gigante di statura, per cui lo chiamavano El
Largo. Me lo ricordo sempre in guerra. Ascoltavo avidamente quando in piazza uomini e ragazzi raccontavano di

Trujillo, la fortezza - Foto sotto - Trujillo, casa di Gonzalo Pizarro El Largo


quando per tre volte i moros lo avevano sfidato a duello e
per tre volte lui aveva vinto. Poi per, Eccellenza, le riusc di incontrare Gonzalo Pizarro y Rodriguez de Aguilar,
suo padre, vero?

Un incontro fatale
S, e fu grazie al padre di mio padre, lhidalgo Hernando
Alonso Pizarro. Un giorno, avr avuto nove anni, a Trujillo
non si parlava daltro: era il 1487 e i nostri sovrani Isabella
e Ferdinando avevano preso Malaga ai moros, quando un
vecchio alto e solenne mi ferm. Sei tu Francisco, figlio
di Maria Gonzalez? Vieni con me.
Pensavo a che cosa potevo aver combinato mentre lo seguivo: la casa avita dei Pizarro era vicinissima, e lui mi
fece entrare. Cera una stanza con un grande camino e
uno stemma con un albero e due orsi rampanti, e mi disse che quello era lemblema della sua famiglia, alla quale
appartenevo anchio. Tu sei mio nipote, Francisco. Non
ho mai dimenticato quel momento. Gli chiesi di mio padre
e lui mi promise che un giorno ci avrebbe presentati. Poi
mi conged: Sii degno del tuo nome, Francisco Pizarro.
Mio padre lo incontrai cinque anni dopo, nel 1492, quando
fin cos la guerra.
Lo aspettavo con mio nonno e questuomo enorme e carico di gloria mi fiss serio, senza parlare. In quel momento non osavo nemmeno aprire bocca davanti a quelluo-

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mo che aveva ammazzato nemici del re per davvero. Poi


mi mise una mano sulla spalla e strinse. Cos tu sei
Francisco Pizarro... Vedremo se sei buono a qualcosa.
Da quel giorno promisi a me stesso che sarei stato buono a
qualcosa veramente e che persino quelleroe di mio padre
avrebbe dovuto ammetterlo. A diciassette anni combattevo con una picca nella compagnia di fanteria di mio padre,
tutto quello che possedevo a quei tempi era il mio nome.
Marchese, qui in Per lei ha rovesciato un enorme impero con una manciata di soldati,. Ma non ha mai avuto
paura, mai avuto dubbi ? Lombra con tono tranquillo mi
dice: S, io ho avuto una paura maledetta e proprio in Italia a Seminara, in Calabria. Avevamo ripreso quella piccola citt. Il re di Francia voleva il regno di Napoli per s,
e il giovane re di Napoli, cugino del nostro re Ferdinando
dAragona, venne aiutato da noi spagnoli contro i francesi.
Ma quel giorno lesercito francese aveva deciso che era
tempo di regolare i conti in campo aperto e cos il giovane
re napoletano accett la sfida. I Francesi non erano pi
numerosi di noi, ma erano splendidi. Quando ci videro si
mossero tutti insieme e in poco tempo ci furono addosso.
La nostra cavalleria era pi veloce dei gendarmes ma guai
se i nostri si facevano toccare, in un istante di loro restava
una macchia rossa sul terreno. I volontari calabresi nostri

Tramonto sul Lago Titicaca

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alleati fuggirono, poi la compagnia di fanteria spagnola


venne schiacciata ai fianchi dai gendarmes.
Sarei morto in quella polvere: una paura bestiale mi faceva tremare e mi bloccava il respiro. In quellinferno sentii
la voce di mio padre che gridava ordini e la compagnia
inizi a muoversi, seguendolo, ad arretrare rapida ma tenendo sempre la fronte al nemico e le picche puntate. I
gendarmes ci erano gi addosso ed ecco che ad un suo ordine dovevamo fare due passi avanti allimprovviso e piantare le picche per terra, presentando come una palizzata
inclinata con le punte di ferro verso il nemico.
E i gendarmes si fermarono, altrimenti finivano impalati sulle nostre picche, ma cerano ancora gli svizzeri che
avanzavano. Mio padre continuava a urlare ordini, e io mi
aggrappavo alla sua voce, e mi convinsi che finch avessi
udito quegli ordini e li avessi eseguiti non sarei morto
La nostra compagnia si salv e io imparai la mia prima
lezione su come si comandano gli uomini. E anche sulla
tattica: quella notte mio padre mi venne a cercare mentre
montavo la guardia sulle mura e mi chiese che cosa avevo
capito della battaglia.
Siamo sopravvissuti, perch abbiamo tenuto lo schieramento, Signore. Non conoscevamo le forze del nemico,

e cos siamo andati a incontrare cavalleria pesante con cavalleria e fanteria leggere in un bel campo aperto scelto dal
nemico. Che te ne pare?.
Dobbiamo scegliere noi il campo di battaglia e avere
pi notizie possibili. Non dimenticarlo mai, ragazzo.
Il giorno dopo mio padre mi diede una spada, dicendomi di
trattarla come se fosse mia figlia. stato lunico regalo ricevuto da mio padre, ma mi ha servito bene per tanti anni.

La verit di Pizarro
Marchese, credevo che la paura pi grande fosse stata
quella di Cajamarca, qui in Per, quando cattur limperatore, il Sapa Inca Atahualpa in mezzo alle sue truppe!
No, Cajamarca stato il mio capolavoro: non avevo
nemmeno cento uomini e le colline intorno brulicavano
per un esercito immenso. Le cose erano molto semplici:
o vincevamo, o morivamo tutti, ero al di l della paura.
Rovesciare un re nella polvere e metterlo in catene mentre
intorno c il suo esercito di molte migliaia di uomini, questa era la cosa inverosimile. Ma nessuno spagnolo avrebbe rotto lo schieramento. Qualcuno dei miei si pisciava
addosso nellarmatura e io dicevo che il loro coraggio li
rendeva tutti uguali, hidalgos e plebei, cavalieri e fanti.
Peccato che la Signoria Vostra se ne sia poi dimenticata al momento della spartizione dellimmenso riscatto di
Atahualpa, vero ?
Lombra ha uno scatto di stizza. Difficile rovesciare certe
consuetudini. Insomma, Marchese, dopo aver fatto versare un riscatto immenso ad Atahualpa promettendogli la vita
salva lei lo ha condannato al rogo con accuse di tradimento.
No, non ho condannato io Atahualpa, molti tra i miei ufficiali chiedevano che lInca venisse giustiziato per aver
tradito e complottato contro di noi. Io lo avrei anche tenuto in vita, ma con una battaglia in vista il sovrano diventava
un simbolo troppo importante per il nemico.
Dopo Cajamarca, per una storia di bottino, il suo esercitino era come spezzato in due, una parte legata a lei, unaltra ad Almagro, suo socio che non aveva ricevuto parte
del riscatto. E questa cosa, alla fine, le costata la pelle.
Ha preso la sua parte di bottino chi il bottino ha rischiato
la vita per prenderlo. Almagro arriv a Cajamarca a cose
fatte. Adesso il Marchese alterato. Allora mi dica, che
cosa ha fatto ad Azarpay, sorella del sovrano Inca ? ha fatto mettere alla garrota la povera ragazza.
Ora lombra sembra triste, ma non demorde: La guerra
sempre crudele. Chi ha il comando sa che si trover, purtroppo, anche a spargere sangue innocente. Io ho arrestato
il mio vecchio comandante, ladelantado Vasco Nunez de Bal-

Ritratto di Francisco Pizarro

boa, lo scopritore delloceano Pacifico. Ma lordine di arresto


mi arriv dal mio superiore e non potevo disobbedire. Balboa
era un grande uomo, pieno di virt, ma aveva un difetto che
gli costato la vita: non sapeva valutare chi il pi forte.
Lei non venuto qui per loro. diventato Governatore
del Per, Marchese, ha superato di gran lunga la fama di
tanti valorosi soldati, ma nessuno lha vista mai godersi le
ricchezze. Che cosa voleva, Marchese ?
Lombra aspetta un poco a rispondere: Volevo il Per.
Nientaltro. Volevo essere un bravo soldato come mio padre, ma in un paese mio. Con me il Per diventato parte del mondo. Per generazioni i miei compatrioti hanno
affrontato loceano volendo venire proprio qui e non sono
mai pi ritornati nella terra natale, anche quando non hanno trovato quello che sognavano, perch questo paese pi
grande, vario, ricco e pieno di possibilit degli altri. Ho fondato citt in questo paese e ora sono grandissime, ho ordinato
leggi, con me il sangue di Spagna e il nome di Cristo sono

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arrivati sulle montagne e nelle foreste. La terra stata


misurata, ed ha consegnato le sue ricchezze.
Ve le siete prese con la forza, Eccellenza! Certamente, e per diritto di conquista! Credete forse che
il nostro re si sarebbe compiaciuto di un semplice
viaggio da turisti, come si usa adesso? Tutto il metallo prezioso doveva portare il marchio reale a te-

stimonianza del tributo pagato. Ma qui ho trovato qualcosa


di molto pi prezioso. Il Per, il paese pi bello del mondo.
E questo ancora il mio paese e lo sar sempre. Buena suerte
para ustedes, caballero. Il cielo impallidito e quando rivolgo
unaltra domanda al Marchese mi accorgo di parlare solo alla
mia vecchia giacca a vento che ieri ho gettato sulla poltrona.

Paolo Ghirelli - Esperto Kel 12

Tutte le foto di questo articolo sono di Paolo Ghirelli

IN VIAGGIO CON PAOLO GHIRELLI


Per, la festa degli Inti Raymi PARTENZA 14/06/2015
Il sacro e il bello, da Gerusalemme a Petra - PARTENZA 04/04/2015
Iran e Armenia, passaggio da Oriente a Occidente - PARTENZE 01/05 E 18/09/2015
Trittico indonesiano, tra natura e cultura -PARTENZE 15/07 E 02/08/2015

visita il sito kel12.com

Per
Picotani un piccolo villaggio che si trova a circa 80
chilometri da Juliaca, non lontano dal confine boliviano e dal Lago Titicaca.
Le popolazioni andine che vivono in questa regione si
radunano ogni anno in occasione della tosatura delle
vigogne per celebrare una grande festa denominata
Chaccu, che diventa occasione di incontro e lavoro,
condivisione delle tradizioni nonch omaggio ai tesori
della Madre Terra.

Foto Alessandro Gandolfi/Parallelozero

in copertina
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di Mario Romualdi
da due anni, ha avuto una risposta certamente positiva che ci stimola a continuare convintamente.
Nel filone di viaggi Sfumature, proponiamo non pi di tre o quattro iniziative lanno, caratterizzate da aspetti che
solo noi includiamo in Italia. Infatti, in
questa impresa il nostro lavoro si concentra, oltre che nello sforzo di cercare
di costruire itinerari che crediamo siano
adeguatamente curati, proprio nel porre
speciale attenzione a certi dettagli.

Wadi Rum (foto Parallelozero)

Sfumature, quindi, come valore aggiunto per accentuare il piacere dincontrarsi con altri compagni di viaggio,
per stare insieme e realizzare feste
KEL 12 in posti particolarmente significativi.

La bancarella
Non vendiamo mele.
Proponiamo viaggi. Ma, come per le mele, per venderle
bene abbiamo bisogno di mettere sul mercato una merce
appetibile, con un rapporto tra qualit e prezzo che regga
il confronto con la concorrenza.
Mercato, un termine poco elegante. Per, se lo sfrondiamo da ogni interpretazione dispregiativa o ideologica, correttamente inteso, indica semplicemente il meccanismo
attraverso il quale domanda e offerta possono confrontarsi. Non regala nulla, non penalizza senza motivo e costituisce una delle occasioni in cui, in genere e alla lunga, le
proposte pi allettanti possono trovare spazio.
Anche noi in tale mercato abbiamo una bancarella. In questo
spazio propositivo offriamo viaggi con caratteristiche molto
diverse, che vogliono rivolgersi e attrarre un viaggiatore anchesso disomogeneo con esigenze altrettanto variegate.
La scommessa di Sfumature che abbiamo lanciato oramai

Panorama andino (foto Parallelozero)


Il bilancio delle prime esperienze molto molto soddisfacente perch, pensiamo, siano risultate originali interessanti e gratificanti. Ne abbiamo avuto conferma dalla quantit e qualit di partecipazione riscontrata.

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Ci piace ricordare le iniziative svolte in Birmania,


Guatemala e vari Paesi centroamericani, Nepal,
Vietnam, Cambogia, Laos. In questi Paesi ci siamo, in genere per una notte, appropriati di siti archeologici e luoghi che fanno certo parte dei desideri di un gran numero di viaggiatori. E cos, la
Gran Plaza di Tikal, una barca lungo lIrrawady in
Birmania, piazza Taumadhi a Bhaktapur in Nepal,
il Bayon di Angkor in Cambogia, sono divenute
occasioni di eventi che abbiamo potuto assaporare
in modo particolare, anche grazie al rapporto con
lUNESCO.
Li abbiamo avuti a disposizione in modo esclusivo, assorbendo atmosfere e suggestioni che
possono derivare solo dal trovarsi in luoghi assai
famosi in tutto il mondo, col privilegio dellessere
gli unici a fruirne. Candele, torce, tavole imbandite, suoni
ovattati ci hanno accompagnato per entrare e gustare siti
generalmente chiusi di notte che sono stati illuminati, aperti e arredati solo per noi. Solo quella volta. Iniziative cui, anche chi come noi per mestiere gira il mondo, mai avrebbe
pensato di poter partecipare.
Non volevamo semplicemente presenziare ad avvenimenti
noti a livello planetario, cui volentieri comunque partecipiamo, come lInti Raymi in Per o il Naadam in Mongolia, ma accessibili a tutti. Puntavamo, e puntiamo, anche
a ideare qualcosa da dedicare esclusivamente ai nostri
compagni di valigia, nei posti in assoluto pi rappresentativi di quanto la mano antica delluomo e la natura abbiano
saputo architettare.
E, anche nelle proposte in cui includiamo eventi non creati
da noi, come nel caso del Ardh Kumbh Mela del marzo
2016, lo facciamo con programmi itinerari e servizi che
rendono questi viaggi effettivamente un poco diversi da altre pur valide proposte presenti sul mercato.

Bagni rituali durante il Kumbh Mela (foto Anna Canuto)


Siamo lieti di impegnarci in queste iniziative perch pensiamo che, pur non costituendo una comunit, chi viaggi
con noi lo faccia perch sceglie non solo un itinerario ben
confezionato, ma ritenga pure di far parte di un insieme di
donne e uomini con cui abbia qualcosa in comune, perch
attratti da un altrove che custodisce terre e facce diverse.
Crediamo, inoltre, che questo senso della condivisione
trovi ambiente adatto per manifestarsi in particolari condizioni di viaggio. Quando, oltre a generali modalit di partecipazione interessanti, come in questi itinerari, creiamo
quei dettagli e sfumature, che accentuino la sensazione di
prendere parte a qualcosa di speciale. Ci accresciuto
proprio dallessere con altri, condividendo unoccasione
che moltiplica per ognuno le sensazioni.
Perch, a volte, ci che non trasmetti agli altri appare un po
meno vero. Per questo proponiamo iniziative che diano la possibilit di vivere unesperienza con sfumature normalmente
impossibili da apprezzare, se non in circostanze come questa.

Sfumature in Giordania e Israele


Tomba nabatea (foto Parallelozero)

Ad aprile programmiamo tre gruppi con itinerari


diversi in Giordania e Israele Giordania, che si
incontrano a Petra due sere per due particolari
eventi.
Una visita notturna di
Petra aperta e illuminata
solo per noi, e una
esclusiva cena nella
Piccola Petra
trasformata in un salotto
per accoglierci a lume di
candela.

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Conosciamo bene la Giordania e i suoi siti pi famosi, ma


anche gli aspetti meno noti. Per questo solo noi possiamo proporre unesperienza per scoprire, con due giorni
interi di visite, che Petra non ha ancora rivelato tutti i suoi
segreti perch vi una Petra che non tutti quelli che vi si
sono recati hanno avuto modo di conoscere. Ne percorriamo ogni sentiero per osservare la citt scavata nellarenaria anche dallalto, da dove pochi lhanno vista in cui
incontrare turisti davvero raro, ma dove ancora vivono i
discendenti degli ultimi nabatei.
A Petra trascorriamo due o tre notti nellhotel il cui ingresso coincide di fatto con quello del sito. Possiamo cos
ottimizzare i tempi di visita, entrare nel sito prima degli
altri e uscirne quando il luogo sar gi deserto. Se Petra
pi nota dogni altro luogo in Giordania, la Piccola Petra ,
banalmente, uno scrigno piccolo e aggraziato, dove arte e
capacit fantastiche si mostrano in modo pi intimo.

Petra di notte (foto Jordan Tourism Board)

Giordania
Tra pietre, sabbie, sale, facce.
8 giorni 7 notti dal 10 al 17 aprile.
Israele e Giordania
Il Sacro e il Bello, da Gerusalemme a Petra.
11 giorni dal 4 al 14 aprile.

La festa comune inizia entrando a Petra accolti da torce


e candele gi la prima sera dellarrivo a Petra, per avere
immediatamente un impatto forte con uno dei siti pi decantati al mondo. Entrare a Petra aperta e illuminata per
noi, un aspetto non trascurabile di viaggi che pure hanno
tanto da proporre.

Giordania
Le due Petra, e non solo.
5 giorni, dall11 al 15 aprile.

Avremo difronte, nel silenzio aggraziato dal suono di un


flauto che non si sa da dove venga, la facciata debolmente

Chi ha immaginato di recarsi a Petra, ma anche chi vi


gi stato, potrebbe avere un desiderio. Poterla vedere
anche di notte, possibilmente in pochi.

Campo nel Wadi Rum (foto Parallelozero)

Chi, come noi, conosce bene la Piccola Petra, ne ha pure un


altro. Trasformare quello spazio di architetture nabatee in un
salotto con torce e candele che illuminano tappeti e tavole
imbandite, accolti da un flautare discreto che non si sa bene
dove origini. In occasione dei tre particolari viaggi, materializziamo tali piccoli privilegi, esclusivamente per i tre gruppi.
Stavolta, in rapporto con lUNESCO, ci appropriamo di Petra e della Piccola Petra, per due notti unicamente nostre,
incontrandole al lume di torce, accese per noi.

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Ci siamo impegnati molto con UNESCO e autorit locali


per svolgere gli eventi di Sfumature proprio qui.
Non si tratta, infatti, di organizzare tra le altre cose solo
una cena allaperto. Torce e candele, impianti elettrici,
tappeti, guide a terra e arredo dei tavoli, musici e camerieri, men, osservanza delle norme UNESCO per gustare
di notte unoccasione cos rara, hanno necessitato un impegno notevole che siamo davvero lieti di offrire ai compagni di viaggio. E a noi stessi. Certi di non poter facilmente
rivivere un momento cos.

Jerash (foto Parallelozero)


illuminata del Tesoro. E, nonostante quello che ci aspettiamo di poter gustare nei giorni successivi, potremo aver
voglia di terminare il viaggio in quel momento.

Giordania
Tra pietre, sabbie, sale, facce.
8 giorni 7 notti dal 10 al 17 aprile.
Programma schematico: Amman 2 notti, Jerash, Madaba,
Shobak; Petra 3 notti nellhotel il cui ingresso coincide con
quello del sito, tomba di Aronne, eventi a Petra e Piccola
Petra; Wadi Rum 1 notte in campo tendato solo nostro, non
in semplici tende ma in stanze ben arredate nel deserto;
Mar Morto 1 notte nel suo aspro scenario.

assegna loro. Gerusalemme non si presenter come entit astratta lontana e concentrato di amori e conflitti. Non sar neppure
solo insieme di architetture che glorificano
diverse sfaccettature di quel Dio comunque
supposto unico.
Le pietre del Muro del Pianto, del Santo
Sepolcro e della Moschea di Al-Aqsa ci
parleranno di passioni nobilissime che ancor oggi scaldano i cuori, ma rinfocolano
pure atteggiamenti non lodevoli.
In ogni caso Salomone Cristo e Maometto
continuano ad apprezzare linteresse che
dopo migliaia di anni il luogo suscita nelle persone che giungono da ogni parte del
mondo, non importa se spinte dal credo
o da sana curiosit culturale, dotate non
solo di videocamere ma dalla voglia di tentare di comprendere. Poi, la Giordania.

Giordania breve
Le due Petra, e non solo.
5 giorni, dall11 al 15 aprile.
A Petra stiamo tre notti nellhotel proprio accanto al sito.
Ma, andiamo pure a Jerash, Madaba e in un posto trascurato ma interessantissimo, Shobak, col castello pi affascinante del Paese. Litinerario breve e corposo, con tempi
ottimizzati per visite e trasferimenti, senza fretta, aiutati da
giornate molto lunghe.

Israele e Giordania
Il Sacro e il Bello,
da Gerusalemme a Petra.
11 giorni dal 4 al 14 aprile.
Itinerario schematico: Tel Aviv 1 notte; Gerusalemme 4 notti, Masada, Betlemme, Ein Kerem, Qumran, Gerico; Amman 1 notte, Jerash, Madaba; Mar Morto 1 notte su quello
strano mare; Wadi Rum 1 notte in accoglientissime stanze
nel deserto; Petra 2 notti nellhotel pi vicino al sito, eventi
a Petra e Piccola Petra. Lintenso itinerario inizia in Israele, dove ancora oggi lOccidente, anche quello pi laicizzato, pu stupirsi di un connubio irripetibile in altre parti del
mondo tra spiritualit e materialit.
Se potessimo consigliare chi sceglier questo tragitto, diremmo di osservare le pietre che segnano fatti religiosi in
modo sfumato. La bellezza di quelle pietre non va cercata tanto nel valore artistico, ma in ci che rappresentano,
manipolate dalluomo a memoria di eventi che la tradizione

Uomo in Israele (foto Parallelozero)

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Sfumature
in Per e Bolivia
Due gruppi a ottobre
Certi di proporre qualcosa di gradito ai nostri compagni di
valigia, prevediamo un incontro notturno accanto ai macigni di Sacsaywaman a Cuzco, dove ogni anno si svolge la
festa dellInti Raymi.
Ma, non saremo l lo stesso giorno assieme alle tante migliaia di persone che assistono allevento.
Vi andremo dal tramonto, impossessandoci di quella radura per una cena che celebra lormai famosa arte culinaria peruviana. Dallalto, solo noi potremo osservare,
con un pizzico di soddisfatta superiorit, le infinite luci
dellOmbelico del Mondo. Sar la Sfumatura che, assieme
ad altri non marginali dettagli tra cui lIsola del Sole nella
parte boliviana del Titicaca, far incrociare gli itinerari di
due gruppi. Uno percorre il Per, laltro la Bolivia. Questo
pezzo di mondo possiede una diversificata realt che non
solo il Machu Picchu e, per fortuna, non si pu comprimere in una cartolina in cui compaiono delle rovine sparse
in un prato verde sovrastato da un dentone roccioso.
Noi proponiamo due itinerari differenti per quelli che Quechua non solo un marchio di abbigliamento sportivo, e
per coloro che vogliano guardare e vedere la realt locale
senza far diventare invisibile, come invece succede a Garabombo nel romanzo di Scorza, tutto ci che contrasti i
nostri schemi mentali e che non gratifichi il gusto estetico degli obiettivi fotografici. Una delle particolarit della
proposta sar il lago Titicaca che non identifichiamo con
le affollate isole di Taquile e degli Uros, ma con lisola del

Cuzco (foto Parallelozero)

Sole in Bolivia dove nasce tutto il mito Inca. Qui prevediamo altra occasione dincontro per tutti quelli che pensano
che il Pisco sour sia pi di un miscuglio di acquavite, albume, lime, zucchero, e che Mama Coca non sia una grassa
popolana pusher. Per questi, organizziamo itinerari che
confluiscono una notte a Sacsaywaman. Per quella notte
solo nostra.
In Per ci gratifichiamo con hotel di grande suggestione,
non a caso chiamiamo questo viaggio Per Charme, per
assorbire meglio, anche dai luoghi in cui pernotteremo,
le suggestioni dei luoghi attraversati. Ci concediamo anche una notte su una barca solo nostra nel Lago Titicaca.
Scegliamo di usare il bus per i trasferimenti e superare
gradualmente i dislivelli tra le varie localit per non risentire dellaltitudine. Lima, Paracas, Nazca, Arequipa,
Colca Canyon, Yanque, Sillustani, Puno, Lago Titicaca con
pernottamento in una nostra barca, Isla del Sol, Pucar,
Sicuani, Raqchi, Andahuaylillas, Cuzco, Sacsaywaman,
Pisac, Valle Sacra, Aguas Calientes, Moray, Maras, Ollantaytambo, Machu Picchu, Lima.
Quindici giorni intensi ma senza fretta, con pi pernottamenti in alcune localit per non rifare la valigia tutti i giorni.
La Bolivia, a torto, ma per buona sorte, tralasciata dalle
rotte del grande turismo internazionale perch presupposta parente povera del pi noto Per. Infatti, a differenza
di questultimo, non possiede un Machu Picchu e quindi
meno in grado di proporre unimmagine che immediatamente la renda riconoscibile, attraente (e affollata). Ci ha
permesso che la destinazione resti ancora di nicchia, un
po pi esclusiva di tante altre, offrendosi a quei viaggiatori
che apprezzino aspetti architettonici, culturali e naturalistici non famosi come quelli daltri Paesi ma certo degni
di grande interesse.
Noi la proponiamo con un finale allettante a Cuzco per i
particolari eventi previsti incontrando laltro gruppo che
percorre solo il Per.
Un altro aspetto della Bolivia che pur essendo un
luogo vergine dal punto di vista della massificazione,
non lo per i servizi perch in grado di offrire soluzioni
adeguate, e a volte sorprendenti, per un viaggio confortevole. Allo stesso tempo, mostra i tratti allettanti di regioni non edulcorate da un turismo superficiale attratto
essenzialmente dal gi noto. Per questo nel nostro itinerario potremo incontrare persone e non solo folclore.
Ci avvicineremo a storia cultura religione e architettura
non limitandoci a identificarle con una chiesetta coloniale ma riferendoci ad un originale sincretismo che
ancor oggi impregna la realt. Ci convinceremo che la
Bolivia paesaggio e non cartolina.

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Qui, il bianco abbacinante dei salares e


della cordigliera, i toni dorati dellaltipiano, il blu del Titicaca, il rosa dei fenicotteri
e i colori dellabbigliamento dei locali non
sono artificiose correzioni da Photoshop.
Quello che scorrer per pi di due settimane davanti ai nostri occhi, finalmente
abbandoner le pagine delle riviste illustrate, per diventare pura emozione da
riportare a casa non solo in alcuni scatti
fotografici.
Litinerario schematico ci porta a Santa
Cruz de la Sierra. Poi, Sucre, gli acciottolati, il neoclassico e coloniale, chiese
e musei, comunit di nativi, torni e telai.
Potos, ricolma di splendori e decadenza, dargento e tragedie, con le viscere scarnificate in cui ci introdurremo, il
barocco andino, la vecchia zecca.
A Uyuni giungiamo attraverso panorami aspri ed estremi
delle terre alte. Vecchie locomotive, il Salar de Tunupa, i picconi che spaccano le incrostazioni di sale, lisola di Incahuasi,
le grotte Galaxias. Tra le varie localit, scorrono monti, distese, lama, zone desertiche, Salar de Chiguana, lagune, fenicotteri, vigogne, canyon. Ancora lagune, rocce, il deserto di
Siloli con lAlbor de Piedra, la Laguna Colorada, il mirador, le
fumarole e pozze di fango del Sol de la Maana.
Poi, la Laguna Polques, le terme di Aguas Calientes, le
Rocas de Salvador Dal, il Vulcano Licandabur, la Laguna

Paracas, il candelabro (foto Parallelozero)

Salar (foto Parallelozero)


Verde, la Valle de las Rocas, i villaggi di Villa Alota e San
Cristobal. Un itinerario attorniato da paesaggi in bilico tra
inferno e paradiso. Con una tappa nellhotel Luna Salada,
fatto interamente di sale inclusi i mobili, che affaccia sulla
desolante bellezza del salar.
Per ultimo, prima del gran finale sul Lago Titicaca e Cuzco,
andiamo a La Paz, nella Valle della Luna e Tiwanaku, il pi
importante sito archeologico boliviano.
Sul Titicaca, navigando verso lIsola del Sole, incontriamo
laltro gruppo proveniente dal Per, per visite ed eventi
che precedono Cuzco, un luogo che si presta ad essere
vissuto nuovamente anche da chi vi sia gi stato.
Qui, trascorriamo due giorni per approfondire aspetti
particolari dellOmbelico del Mondo e suoi dintorni con la
cena a Sacsaywaman. Saremo soli. Non ci saranno le tante persone che di giorno fotografano quelle ciclopiche pietre pensando che non sono certo arrivate qua trasportate
da esseri umani. Ma, la suggestione del luogo sar tale
che anche qualcuno di noi sar tentato di pensare non
vero, ma ci credo.
E il tempo, che per secoli passato su quelle pietre modellate e, non si sa come, trascinate sin qui dalluomo, vorremmo che in questa occasione rallentasse un poco per far
durare di pi un momento che risulter troppo breve.

33

Sfumature in India
Inizia il conto alla rovescia
per lARDH KUMBh MELA del marzo 2016
vero, ci sono le mie Indie, le vostre, queste, quelle.
Non ve n una sola.
Tra le tantissime possibili questa volta abbiamo scelto quella che ne racchiude molte. Ogni sei anni, milioni e milioni
di fedeli superando ataviche divisioni di casta, filoni religiosi
del vasto panorama induista, regioni di provenienza, sincontrano sul Fiume Sacro per definizione, il Gange. Per alcune settimane larea di Haridwar, si trasforma in enorme
appuntamento spirituale e caotico.
Il cuore del viaggio sar la festa Ardh Kumbh Mela, ma
nelle nostre proposte includiamo la conoscenza di vari altri

Abluzioni nel sacro fiume (foto Anna Canuto)


pezzi molto significativi dellIndia. Non solo un viaggio di
approfondimento per chi gi conosca il Subcontinente Indiano. unoccasione per partecipare ad uno straordinario
(il termine, pur abusato, in questo caso opportuno) incontro, e visitare altre localit degne del nostro interesse.
Pi gruppi, con itinerari diversi si incontreranno tre giorni
a Haridwar per prendere parte attiva a questa occasione.
E, proprio per essere non semplici spettatori ai margini
delle ritualit, prevediamo sistemazioni nel cuore dellevento, fruendo di tre notti in tende davvero confortevoli in
unarea a noi riservata. (Non solo comode tende ma pi
ambienti con bagno, doccia).

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L8 marzo previsto il momento pi importante e partecipato, con le processioni e il bagno sacro che ci coinvolgeranno sino allalba. Ma, noi avremo modo di immergerci
letteralmente in quelle particolari atmosfere per tre giorni. Potremo cos, non solo entrare un poco nellintimo vero
dellIndia che accosta i propri dei e le loro rappresentazioni terrestri, ma anche approfondire con la presenza di
esperti, filosofie e ritualit per meglio incontrare e capire
tale pezzo di mondo. Intorno al Ardh Kumbh Mela costruiamo cinque o sei itinerari diversi in varie regioni indiane,
ma anche in Nepal e Sri Lanka. Teniamo particolarmente
al Ardh Kumbh Mela e siamo gi impegnati nella fase organizzativa per garantire al meglio la possibilit di partecipare a tale occasione di conoscenza.
Per questo, iniziamo sul nostro sito un conto alla rovescia
che scandir lavvicinarsi dell8 marzo 2016, momento culminate della festa. A breve saranno disponibili i programmi
dettagliati, ma gli eventuali interessati possono gi darci un cenno, perch prevediamo, come in
precedenti occasioni, un numero
di partecipanti superiore alle disponibilit.
Nellestremo nord dellIndia,
dove il Gange ancora impetuoso
viene generato dallHimalaya,
assistiamo allarrivo e fondersi
del ritmo che sospinge fedeli e
sadhu, yogi e maghi, danzatori
e asceti, auto e camion, animali
e biciclette, pellegrini e risci,
uomini vestiti di cielo e altri pi
o meno nudi colorati ipnotizzati,
mendicanti e treni, vacche sacre
e ricchi uomini, autobus e malatiad avvicinarsi allacqua che
redime.
E, proprio qui a Haridwar, il moto
rallenta, un poco pi in l delle rive. Tutto ci, uomini, animali e cose che sembrano in moto perpetuo, sempre,
giorno e notte, in vicinanza del liquido sacro, pare che
vadano pi piano. Le atmosfere che vivremo in altre parti dellIndia, che la fanno apparire un fiume in piena, sul
fiume vero, quello della Madre Gange, perdono velocit e
violenza emotiva, quasi frenate dalla particolare sacralit
del Ardh Kumbh Mela.
Ma, forse, proprio Gangadhara, Shiva nelle vesti di colui
che porta il Gange, parola non a caso suadente e musicale,
a far si che sul Gange lIndia si rilassi e della sua carica
emotiva ci arrivi e si viva un eco pi pacato.

Ci sono pochi momenti di esistenza terrena e spirituale che si mescolino in modo cos vero scenico ed eclatante come lArdh Kumbh Mela. una
sintesi di quella perenne e onnipresente aspirazione alla spiritualit connessa a teorie e pratiche
sconosciute al cristianesimo e pi in generale alla
morale, alla filosofia e cultura occidentale che
tendono a separare nettamente il sacro dal profano, la terra dal cielo, il godimento dalla sofferenza,
la vita dalla morte.

Ritualit (foto Anna Canuto)


Sulle rive pur affollate e ammassate, tutto si fa pi dolce
e si trova persino la fantasia per sentire lodore di incenso
offerto dai fedeli. E, pur non esistendo una sola India, quella fecondata dal Gange ci appiccica addosso un briciolo di
emozione in pi di quella che si pu assorbire in altri spicchi
di mondo e in altre regioni della stessa India.

Ad Haridwar, limmersione nel Gange, consente


la liberazione dal ciclo delle reincarnazioni, specie
durante questo Kumbh Mela. Ovviamente anche
qui tale palcoscenico di vita reale piena di quelle
comparse che garantiscono il folclore a ogni forma di religiosit. Venditori di benedizioni e asceti
a pagamento, santi uomini, impostori e semplici fumatori di hashish a buon mercato, pellegrini e tardo
hippy, tuttavia nulla tolgono al valore del luogo e dellevento.

Haridwar non uno dei tanti posti in cui gli indiani trovino
sacralit. Haridwar uno dei quattro luoghi pi sacri dellIndia perch legata alla tradizione pi sentita e vissuta. Perch
proprio qui cadde una delle quattro gocce di Nettare dellImmortalit, disperse sulla terra durante la battaglia combattuta
nei cieli tra le forze del Bene e del Male, che si contendevano
lurna sacra dentro cui era conservato il prezioso nettare.
Laccavallarsi del ronzio e delleco di immagini, colori, suoni,
parole, urla, odori, colori, preghiere, disperazioni, richieste,
colori, speranze, delusioni, rassegnazioni, colori, che avremo
negli occhi naso e orecchie, non ci lasceranno neppure quando ci allontaneremo da l per avvicinare altre facce, quotidianit e luoghi. Sono i diversi volti di un Paese che, per quanto lo si
frequenti, non consente mai di dire che lo si conosca.
Infatti, per esemplificare, in India qual il punto di equilibrio
individuale, sociale, etico tra il valore della vacca e delluomo? Molto difficile per noi individuarlo. A meno di non scoprire che il loro punto di equilibrio stia proprio in ci che non
condividiamo o, a volte, non capiamo.
Grandiosa, coinvolgente, eccessiva, caotica, spirituale, incomprensibile, folgorante, ascetica, formicolante, interessante, trascendente, strumentale, folcloristica, rinunciataria, liberatoria, consolatoria, la scena del Ardh Kumbh Mela
che attraverseremo non come spettatori che guardano da
lontano, ci si offrir cos. Ricca e contraddittoria. Lontana
da ogni sfumatura di banalit. Ci sono esperienze che si
presentano solo in alcuni luoghi e non frequentemente.

Sadhu (foto Anna Canuto)


Qui tutto sembra possibile. Il miracolo, la liberazione, non
pi occasione straordinaria riservata a pochi, ma quotidianit accessibile a tutti, effetto del carattere popolare e
universale dellinduismo, capace di coinvolgere in maniera
attiva da millenni una moltitudine infinita di indiani.
Ma, pure curiosi e sensibili
viaggiatori, che giungono sino
a Haridwar armati di macchine fotografiche e dal desiderio di capire. Almeno un po.

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ART IN THE CITY


una vetrina culturale
nel cuore della citt.

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VIAGGIAVVENTURA
scoprire il mondo ON THE ROAD
(foto Andrea Rinone)
Sentire il viaggio, cucirselo addosso come un abito su
misura, trasformando in unopportunit di conoscenza
tutto ci che sulla strada accade, ad un mercato di un
villaggio piuttosto che in una sala dattesa di una piccola stazione ferroviaria. Interagire per capire la popolazione
locale, decidere del proprio tempo per fare un giro in risci, sedersi ad un caff o andare ad un hammam pubblico.
Con Viaggiavventura, Kel 12 vuole dare lopportunit di
tornare a viaggiare seguendo le proprie emozioni a tutti
coloro che ricordano con un po di nostalgia le loro prime
esplorazioni del Mondo, fatte con molte letture ed entusiasmo e poche prenotazioni.
Una formula flessibile, che offre la tranquillit dellorganizzazione Kel 12 e di servizi di buon livello, ma che
regaler la libert di momenti personali, in cui decidere
autonomamente la consistenza da dare allesperienza dei
luoghi in cui ci si trova. Con il valore aggiunto dello spirito
davventura di un accompagnatore blogger, un moderno

viaggiatore che ha sostituito il taccuino con il racconto


online, ma che mantiene intatta la curiosit e lanelito romantico della scoperta del nuovo.

Salvador de Bahia (foto Massimo Viale)

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Stati Uniti
GRAN TOUR DEL WEST - 14 GIORNI
Partenze: 14 febbraio - 24 aprile - 25 luglio 15 agosto - 12 settembre
Un viaggio on the road fatto di contrasti a tinte forti, cos
come limmaginario suggerisce per una terra che da sem-

Monument Valley (foto Archivio Kel 12)

pre stata di frontiera e territorio dei nativi americani.


Le distese a perdita docchio del deserto californiano,
lincomparabile bellezza della Monument Valley, icona assoluta del cinema Western, lemozione dei 1200 metri di
strapiombo sul Grand Canyon, con la sua maestosa gola
lunga 450 chilometri.
E poi le sequoie giganti allo Yosemite Park sulla
Sierra Nevada, le cascate, la ricca fauna. Nonostante
sia il parco degli Usa pi antico (sottoposto a tutela
da Lincoln nel 1864) e pi visitato, ben l89% dellarea considerata ancora allo stato selvaggio e regala emozioni forti, come il famoso El Capitan, roccia
granitica alta 900 metri, sacra per i nativi e maggior richiamo al mondo per esperti scalatori e base
jumper.
Queste immersioni nella natura saranno inframmezzate dallesplorazione di tre fra le pi eccitanti
metropoli americane: Las Vegas, con i suoi hotel e
casin, San Francisco, con il suo fascino culturale
e europeo e Los Angeles con le spiagge di Santa
Monica, Venice, Malibu.

Centroamerica
Guatemala - Honduras - El Salvador Nicaragua - Costa Rica - Panama
TRAVERSATA CENTROAMERICANA
19 GIORNI

Civilt Maya
(foto Parallelozero)

Partenze: 9 agosto 6 settembre


Una prima, con il fascino delle grandi attraversate: vi
sentirete come i grandi viaggiatori del passato, quando
il tempo del cammino era dilatato. Ogni giorno sar un
momento di scoperta, tra civilt precolombiane, foreste
lussureggianti, imponenti vulcani, laghi color cobalto,
cittadine coloniali, mare caraibico. Lungo i 2500 chilometri utilizzeremo anche barche pubbliche per tratti di
navigazione, a stretto contatto con la popolazione locale.
Latmosfera coloniale di Antigua in Guatemala, la vecchia
come dice il suo nome e come confermano le bellissime architetture barocche, oggi patrimonio UNESCO, il fascino di
Suchitoto a El Salvador, con le vie di ciottoli e la bianchissima chiesa settecentesca, fanno da contrappunto alle testimonianze della civilt Maya di Copan in Honduras e della
salvadoregna Joya de Cern, sepolta nel 590 dalleruzione
del vulcano Loma. Non mancher la natura lussureggiante

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dei tropici, nei parchi della Costa Rica e nellarcipelago di


Bocas del Toro a Panama, con il mare cristallino che trascolora dal blu al bianco, le spiagge caraibiche e la serena
convivenza delle diverse etnie indigene che lo abitano.

www.viaggiavventura.it

LHabana (foto Lino Ghilardi)

Cuba
GRAN MOJITO - 16 GIORNI
Partenze: 13 febbraio - 24 aprile - 24 luglio - 14
agosto - 11 settembre
LHabana non poteva essere che lincipit e il termine di questo viaggio attraverso Cuba. Con il suo centro storico (Habana Vieja) patrimonio UNESCO, costituisce forse il pi bel
complesso architettonico coloniale del mondo. Passeggiando lentamente sul Malecon, il viale che corre lungo la costa
nord, respirerete a pieni polmoni la sua atmosfera e il suo

fascino, fatto di esplosioni di gioia di vivere e una sottile malinconia. Un viaggio fatto della bellezza dellisola, ma soprattutto
della storia del popolo cubano e della sua meravigliosa allegria. E un itinerario per la Cuba colonial, nel cuore dei Caraibi, a Trinidad, dichiarata Patrimonio UNESCO per lo splendido
centro coloniale, a Camaguey, a Baracoa il primo insediamento spagnolo e punta estrema dellisola. E un itinerario anche
nella storia recente, a Santa Clara, fulcro della rivoluzione con
il museo dedicato al Che.
Ma non mancheremo di concederci un po di relax sulle splendide spiagge, fra mare, musica e Mojito.

America Latina
Brasile
TRANSAMAZZONICA
16 GIORNI
Partenze: 16 luglio 13 agosto
10 settembre
Unavventura ricca di colori a contatto con
la realt locale. Si viagger su veicoli 4X4,
ma anche su bus e battelli pubblici, alla
scoperta della grande anima del Brasile.
Da Manaus, lantica citt portoghese dei
coloni cresciuta con la febbre del cauc-

Sorriso brasiliano (foto Massimo Viale)

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ci, ci si inoltra nel polmone verde della terra, la foresta


Amazzonica. La navigazione fluviale il modo migliore
per scoprire il complicato labirinto acquatico: a un certo punto vedrete le acque scure del Rio Negro incrociarsi
a quelle rosso terra del Rio Solimes, senza mescolarsi
ma creando per chilometri fantasmagorici disegno liquidi.
E dal fiume vedrete scorrere la vita quotidiana sulle sue
rive. LAmazzonia riuscir sempre a sorprendervi. Nel

Parco Nazionale Lenis Maranhenses un mare di dune


di sabbia bianca e mangrovie nascondono lagune dalle
acque limpide in cui tuffarsi. A Jericoacoara troveremo
laghi dacqua dolce o salata, grotte e cactus. Ma il Brasile
anche musica, ballo, ritmo, cucina: a Salvador De Bahia
la cucina, la capoeira e le danze afro-brasiliane, saranno
ancora pi ammalianti nel Pelourinho, il centro storico di
chiese e vicoli.

Argentina - Cile - Bolivia


DESERTI DI SALE E LAGUNE
COLORATE- 15 GIORNI
Partenze: 19 luglio 9 agosto 23 agosto
Un viaggio che attraverser scenari di incomparabile bellezza, partendo da Buenos Aires fino al Salar
de Uyuni, il pi grande deserto di sale, a 3.650 metri
di altitudine sullaltipiano andino meridionale della Bolivia, Paese che sapr sorprenderci con i suoi
deserti bianchi che si alternano a lagune colorate.
Attraverseremo il deserto di Atacama, dove laria
estremamente secca e il cielo il pi limpido del
pianeta. Posizionato nel cuore della cordigliera delle
Ande, sul confine fra Cile e Bolivia, raggiunge altitudini superiori a 4500 metri. Imperdibili le lagune altopianiche del Salar che nutrono grandi colonie di fenicotteri rosa e offrono dei panorami mozzafiato, cos come
il geyser del Tatio. Si viagger sia con mezzi 4X4 sia con bus
di linea, per gustare fino in fondo latmosfera delle Ande.

Laguna verde (foto Archivio Kel 12)


E al termine di un cammino affascinante, lincanto di Buenos
Aires e dei suoi quartieri, i barrios, dove ci si mescoler nei
locali agli abitanti i Porteos, condividendone le abitudini.

Africa
Marocco
CITT IMPERIALI E
KASBAH - 11 GIORNI
Partenze: 18 marzo 25
aprile 16 maggio 13 giugno 25 luglio - 8 agosto 5
settembre
Un viaggio in Marocco sempre
sorprendente. A Marrakesh, nei vicoli della mellah, la zona ebraica, i
profumi delle spezie sono cos intensi da essere materici e la suggestione della grande Jemaa el-

Fes, vasche per la concia


(foto Fabio Piona)

Fnaa indescrivibile: la sera risuona di mille bancarelle


dai cibi insoliti, di incantatori di serpenti e di cantastorie.
La regalit di Fes si percepisce inoltrandosi nella sua Medina, oggi il pi grande centro abitato senza auto del Pianeta. Il grandioso sito archeologico di Volubilis racconta di
un passato lontano.
Poi ci inoltreremo nel deserto, a Merzouga con le sue dune
di sabbia finissima e attraverso le montagne dellAtlante

fra i villaggi dei berberi, gente fiera e caparbiamente adattata alla natura. Varcheremo le gole del Todra e del Dads,
con le rocce color porpora e visiteremo Ait Ben Haddou,
la ksar, la citt fortificata lungo la via carovaniera tra il
Sahara e Marrakesh. Arriveremo allAtlantico, nel vento che
spira a Essaouira lantica Mogador e al El Jadida, lantica
Mazagan, con le loro cittadelle portoghesi fortificate, lambite dalle onde delloceano.

Sud Africa
CAPE, GARDEN & KRUGER SAFARI
13 GIORNI
Partenze: 16 giugno - 14 luglio - 4 agosto
8 settembre
LAfrica australe in un viaggio che unisce lincontro con
una natura varia, spettacolare, selvaggia, alla visita delle zone metropolitane pi suggestive. Come Cape Town,
affascinante citt allestremit del continente africano,
ai piedi della famosa Table Mountain e affacciata su una
splendida baia. Da qui, inizieremo ad esplorare la Penisola fino al Capo di Buona Speranza, risalendo poi verso
i vigneti di Paarl superando la False Bay (perch spesso
i naviganti la scambiavano per la Table Bay). Ad Hermanus, in base al periodo dellanno, si potr avvistare
dalla riva il passaggio delle balene. Seguiremo la Garden
Leopardo (foto Okavango Expeditions)
Route, un sinuoso percorso tra le scogliere a picco sul
mare e lussureggianti foreste dellentroterra. La Panoramic
di Bourke e Gods Windows, una delle pi suggestive viste
Route, invece, nella regione di Mpumalanga il luogo dove
della regione. Non poteva mancare un safari nellarea della
sorge il sole conduce ad altri spettacoli della natura: il BlyKorongwe Game Reserve, per scoprire laffascinante mondo
de River Canyon, i Pinnacles, le cascate Mac Mac, i Gorghi
animale africano.

Asia
India
RAJASTHAN, AGRA E VARANASI
15 GIORNI
Partenze: 18 aprile - 1 agosto - 12 settembre
Le straordinarie suggestioni dellIndia del Nord. Nello
Shekawati alla scoperta dei palazzi dei Marwari, i mercanti
del Rajasthan che gestivano le vie carovaniere della seta. Ora
le loro case abbandonate sono per noi fonte di meraviglia:
abituati a viaggiare per lavoro, al ritorno raccontavano quello
che avevano visto ai pittori incaricati delle decorazioni. E per
questo che in una di esse si vedono immagini di Venezia. Una
lacrima di marmo ferma sulla guancia del tempo scrisse

Sadhu a Varanasi (foto Andrea Rinone)

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Tagore del Taj Mahal, summa dello stile Mughal costruito


dallimperatore musulmano Shah Jahan come tomba della
moglie. A vederlo nella luce del mattino sembra galleggiare
impalpabile nellaria. Linduismo ha invece il suo Vaticano in
Varanasi o Benares, la citt pi antica al mondo ancora abitata. Latmosfera che si respira sui ghat, le cento scalinate

che scendono verso il Gange, indefinibile. Il misticismo


palpabile e pervade tutto, le acque torbide in cui la gente si
immerge in un bagno salvifico, i fiori arancioni che ondeggiano nellacqua insieme ai lumini, il Manikarnika, il ghat
delle cremazioni, la puja serale che rende omaggio alla madre Ganga, il fiume divino.

Oceania
Australia
BILLABONG 24 GIORNI
Partenze: 4 luglio 1 agosto - 5 settembre
Un coast to coast alla scoperta di questo giovane continente, selvaggio e spettacolare. 3000 km on the road partendo
da Perth, verso il deserto dei Pinnacoli, il Parco Nazionale di
Kalbarry, la Shark Bay con i suoi incredibili delfini di Monkey
Mia. La grande barriera corallina del West Australia, il Ningaloo Reef, invita allo snorkeling nelle lagune di Coral Bay
e Exmouth, tra squali balena (da Aprile e Giugno), mante giganti, tartarughe marine, dugonghi e milioni di pesci colorati.

La Grande Barriera Corallina del Queensland, invece, la pi


vasta del mondo con i suoi 2.500 km, sar il pezzo forte della costa orientale.Ma il fascino dellAustralia anche nei suoi
deserti: il Karijini National Park nel Pilbara, con i canyon, le
gallerie di roccia striata e le piscine naturali verde smeraldo e
lOutback, immenso deserto rosso, dal quale si alza il misterioso Uluru (Ayers Rock), il monolite pi grande del mondo,
sacro agli aborigeni. Da Darwin e dal Kakadu National Park si
entra nel mondo aborigeno e nelle aree di arte rupestre nel
Kakadu National Park, dichiarato Patrimonio dellUmanit.
Sydney e la sagoma dellOpera House il suo edificio simbolo,
saranno un ritorno alla modernit affascinante.

Abel Tasman N. P. (foto Ente Turismo Nuova Zelanda)

Nuova Zelanda
SULLE ORME DI ABEL TASMAN
22 GIORNI
Partenze: 2 febbraio 16 marzo
Alla scoperta delle grandi isole della Nuova Zelanda, North e South Islands, tra i parchi naturali, geyser, vulcani,
foreste primarie, fiordi e ghiacciai.
Partiremo da suggestioni molto british: a Christchurch,
citt vittoriana; nelle Canterbury Plains, caratterizzate dal
Norwest arch lo spettacolare arco di nubi bianche nel cielo terso e ventoso; nella scozzese Dunedin . Al Fiordland
National Park esploreremo il mitico Milford Sound, il fiordo ottava meraviglia del Mondo secondo Rudyard Kipling
che dal mar di Tasmania si addentra per 15 km fra ripide
pareti di roccia.
Vicino alla cittadina alpina di Queenstown ci attendono
grandi spettacoli naturali: il Franz Josef, imponente ghiacciaio, unico al mondo a queste latitudini a spingersi cos
vicino al mare; lAbel Tasman National Park, con le sue
spiagge dorate e le sue sculture di granito. Dallo stretto
di Cook passeremo allisola del Nord. Da Wellington saliremo al Tongariro National Park e i suoi temibili vulcani
e a Rotorua, cuore della cultura Maori. Poi Auckland, al
centro di una baia punteggiata da numerose isole.

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www.viaggiavventura.it

notizie dal cielo

I cieli della primavera


e dellestate
Viaggiare anche loccasione per vedere cieli diversi rispetto a quelli ai quali siamo abituati da casa nostra: la
porzione di cielo visibile, in una certa notte dellanno e a
una certa ora, dipende infatti dalla latitudine del luogo

in cui ci troviamo a osservare. E anche per sperimentare


in prima persona fenomeni astronomici di cui non possiamo avere esperienza dalle latitudini medie europee
(lItalia compresa tra circa 37 e 47 N).

Per esempio, se ci spostiamo verso nord, andando in Scandinavia settentrionale o alle propaggini estreme del Canada e dellAlaska, superiamo il circolo polare artico. Questa
linea ideale, situata a 66 33, delimita la regione del Sole
di mezzanotte. Il 21 di giugno, inizio dellestate boreale,
infatti il giorno in cui il Sole sul circolo polare artico non
tramonta per 24 ore. Ma andando pi a nord il fenomeno
si accentua: per esempio a 70 N (poco sotto Capo Nord),
il Sole non tramonta per circa 65 giorni consecutivi, pi o
meno da met maggio a met luglio. A 80 N, dalle parti
delle isole Svalbard, la nostra stella rimane sopra lorizzonte per ben 130 giorni. Il fenomeno ha il suo estremo al
Polo Nord (dove per pi complicato andare da turisti), in
cui si rimane al Sole per 6 mesi consecutivi, dallequinozio di primavera (il 20 marzo) a quello dautunno (il 23 settembre). In questi luoghi, e in questi periodi dellanno, non
esiste quindi la notte. Si pu per assistere alla danza del

Sole, che raggiunge la sua massima altezza sullorizzonte a


sud a mezzogiorno per poi abbassarsi fino alla sua altezza
minima quando passa sopra il nord, a mezzanotte.

Unillustrazione della costellazione del Leone

Per chi cerca notti stellate, conviene quindi rimanere a latitudini intermedie come le nostre, che equivalgono anche
a quelle degli Stati Uniti dAmerica e della Cina. Nelle notti
di primavera potremo allora prendere come riferimento
la figura del Leone, facilmente identificabile in cielo come
una specie di trapezio di stelle brillanti, che passa a sud
verso le ore 22. Questa costellazione zodiacale rappresenta il leone di Nemea, che secondo la tradizione viene ucciso da Ercole nella prima delle sue 12 fatiche. In basso
a sinistra del Leone si trova la Vergine, anchessa visibile
sotto forma di quadrilatero irregolare. La stella pi meridionale anche la pi brillante: si chiama Spica, che significa la spiga di grano. In molte rappresentazioni, infatti,
la figura della Vergine tiene in mano un fascio di spighe.
Lassociazione tra questa stella brillante (che
si trova a circa 250 anni luce da noi) e il grano
si perde nella notte dei tempi; deriva dal fatto che questa stella era visibile a occidente,
subito dopo il tramonto del Sole, nel periodo
dellanno in cui si mietevano i campi.
Andando avanti nei mesi, il riferimento per il
cielo della bella stagione alle latitudini medie boreali diventa il cosiddetto Triangolo
Estivo, formato da tre stelle luminosissime: Vega, nella Lira, Deneb, nel Cigno e
Altair, nellAquila. Individuare questa figura,
allinizio della notte verso sud, facilissimo,
anche se ci si trova immersi nelle luci di una
citt. Ma se ci troviamo in un luogo isolato,
privo di inquinamento luminoso, allora pos-

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La Via Lattea ripresa dal deserto di Atacama, in Cile (foto www.eso.org/public/images/milkyway)


siamo notare che il Triangolo Estivo si staglia proprio sopra la Via Lattea. Questo
tenue arco di chiarore diffuso uno degli spettacoli pi affascinanti del cielo.
composto dalla luce di moltissime stelle, troppo deboli per essere viste singolarmente, ma che sono cos addensate e vicine le une alle altre da dare una
sensazione di luminosit diffusa. La Via Lattea, di fatto, ci dice in quale direzione del cielo ci sono pi stelle, dato che esse non sono distribuite in modo
uniforme in tutte le direzioni del cielo ma si concentrano in un cerchio (la Via
Lattea, appunto) che rappresenta il piano della nostra galassia.
In particolare, la massima concentrazione si ha in direzione della costellazione
del Sagittario, dove si trova il centro della galassia. Purtroppo alle nostre latitudini il Sagittario si presenta sempre molto basso nel cielo estivo, e si apprezza meglio quando abbiamo la possibilit di recarci a latitudini pi meridionali
delle nostre. Avvicinandoci al Tropico del Cancro, questa costellazione (che per
gli anglosassoni ha la forma di una teiera) sale nel cielo e si rende visibile
al meglio. Basta un buon binocolo o un piccolo telescopio per rivelare al suo

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Particolare della Via Lattea


interno una quantit di stelle ravvicinate, nebulose brillanti, ammassi stellari.
Andare verso sud significa anche, in primavera e in estate, godere di un Sole
altissimo nel cielo, e quindi di giornate particolarmente calde. Allequinozio
di primavera, il Sole a perpendicolo sopra tutte le regioni della Terra che si
trovano a cavallo dellequatore, dallEcuador allIndonesia, passando per lAfrica centrale. Significa, a mezzogiorno, avere il Sole che passa a picco sopra
le nostre teste (cio allo zenit), senza proiettare alcuna ombra. Anche questo un fenomeno inusuale per noi, perch in Europa non si pu osservare.
Unaltra particolarit delle regioni a cavallo dellequatore che in quei luoghi il
d e la notte hanno sempre la stessa durata di 12 ore, tutti i giorni dellanno. Ci
sono cio 12 ore di luce e 12 di buio indipendentemente dalla stagione. I Paesi
situati sullequatore godono anche di un altro privilegio: da quella posizione
possibile osservare lintera sfera celeste, dal polo nord a quello sud.
Per quanto riguarda gli oggetti del sistema solare, per tutta la primavera sar
possibile osservare facilmente Giove, nella costellazione del Cancro. Non ci

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si pu sbagliare: loggetto pi brillante che si trova alto nel cielo verso sud
intorno alle 21-22. Il primo luglio sar
ancora visibile, ma solo allinizio della
notte, basso sullorizzonte occidentale.
Quella sera dar vita insieme a Venere
a un fenomeno non rarissimo ma sempre affascinante: i due pianeti saranno
infatti in congiunzione, cio vicinissimi
in cielo, uno accanto allaltro.
Non dimentichiamo poi la classica notte
estiva delle stelle cadenti: tra il 12 e il 13
agosto ci sar infatti il picco di attivit
delle Perseidi. Le sottili polveri lasciate
lungo il proprio percorso dalla cometa
Swift-Tuttle si manifesteranno in cielo
Alcune Perseidi osservate nellagosto del 2014
come scie brillanti.
(foto http://apod.nasa.gov/apod/ap120814.html)
Questanno la notte sar perfetta per
osservarle, perch senza Luna. Serve solo un cielo molto buio, lontano dallinquinamento luminoso delle citt.

Gianluca Ranzini - Astrofisico di Focus


Astrofisico di formazione, Gianluca Ranzini stato per diversi anni direttore scientifico del Planetario di Milano. Giornalista dal
2001, ha pubblicato libri per Bruno Mondadori, Bollati Boringhieri, De Agostini, Sperling & Kupfer, due dei quali scritti insieme a
Margherita Hack. stato tra i fondatori del Centro Studi di Esobiologia della Societ Italiana di Scienze Naturali ed presidente
dellAssociazione dei Planetari Italiani.

Rappresentazione del pianeta Giove

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Itinerari d'alta quota

Dolomiti,
istruzioni per luso
I Monti Pallidi via dalla pazza folla, fra sentieri,
alte vie e crode
nel 1860, un giovane di 22 anni, che noi oggi ricordiamo
con venerazione come il rivelatore delle Dolomiti, Paul
Grohmann di Vienna, vede dalle cime dei Tauri levarsi a
mezzogiorno una vasta distesa di vette pallide, fantastiche
nella loro architettura, diverse da tutte quelle che aveva
fino allora conosciute, delle quali nessun libro parlava
e sulle quali ancora si stendeva il fascino della verginit
completa. In quello stesso anno penetr tra le Dolomiti e
con attivit instancabile ne attravers in ogni senso le valli e i valichi fino al 1863, quando iniziato lassalto alle
cime, salendo la Tofana di Mezzo assieme a due alpigiani
locali, apriva con ambedue le mani i battenti della storia
alpinistica di queste nostre montagne divine.

Grazie alla prosa di Antonio Berti, scrittore e alpinista,


sembra quasi di poter rivivere quei tempi, dei pionieri delle
Dolomiti, dellincanto e del romanticismo: bei tempi!
Le Dolomiti sono ancora bellissime, ma non tutto purtroppo - come allora: fama e turismo hanno portato tra
questi monti qualche cambiamento e molta gente. Rifugi, sentieri e ferrate affollati, anche a causa dei troppi
impianti di risalita, non certo un buon viatico per chi in
montagna cerca ancora un po di atmosfera, un briciolo di
avventura e qualche momento contemplativo.
Dunque venuto il momento di recuperare un certo modo
di accostarsi a questi monti, sfuggendo i sentieri, le alte

Le Torri del Vajolet

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vie e soprattutto le ferrate alla moda. Oggi pi di allora,


di fronte a cotanta bellezza e a cotanta storia, alpinistica e non, bisognerebbe tornare ad andare sulle Dolomiti
con uno spirito nuovo, lasciandosi stupire proprio come
accadde a Goethe di fronte al Catinaccio: Mi sembra di
essere come un fanciullo, che impari solo ora a vivere.
Pi semplicemente, basterebbe avvicinare questi monti con
un po di umilt, curiosit e rispetto, evitando di intrupparsi
sui soliti itinerari, almeno in determinati periodi. Percorsi
fin troppo segnalati, fatti per chi ha poca fantasia, mentre
sulle Dolomiti, per chi ha fantasia, le possibilit sono infinite!

Monti noti e meno noti

Sui sentieri delle Dolomiti


Catinaccio dAntermoia

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Anche nei gruppi montuosi pi noti e frequentati non mancano sentieri straordinari che non batte nessuno, magari
perch non portano a cime o a rifugi. Per non parlare dei
tanti tracciati non segnalati a vernice, ma indicati alla vecchia maniera solo da ometti di pietra, persino nel cuore
delle valli ladine, nel Cadore o nelle celeberrime Dolomiti
di Brenta. Percorsi pressoch disertati eppure bellissimi
e appassionanti, dove muoversi ancora oggi avventuroso e appagante, dove ancora ci si pu sentire pionieri
Infine ci sono interi gruppi che - pur rientrando geograficamente nei confini dolomitici - non bazzica quasi nessuno: Bosconero, Pale di San Lucano, Vette Feltrine, Marmarole meglio cos!
Va poi fatta una precisazione geologica: ai gruppi dolomitici classici, che pure occupano una superficie tuttaltro

che trascurabile, bisogna aggiungerne almeno altri due,


geograficamente periferici e molto meno famosi. Sono infatti da considerarsi Dolomiti a tutti gli effetti le Dolomiti
doltre Piave o Dolomiti friulane, un gruppo molto esteso di montagne pi basse ma ugualmente belle, come le
cugine, che si trovano a est del Piave. Al confine con
lAustria, non lontane da Vipiteno, sconosciute ai pi, ecco
invece le Dolomiti di Stubai, dove il geologo, naturalista
e grande viaggiatore Dolomieu, armato di flaconi e martello, scopr nel 1788 la roccia che ancora oggi porta il
suo nome.
Non mancano insomma n i luoghi n i percorsi per godersi le Dolomiti, basta impegnarsi un po. Un impegno
ben ripagato, beninteso: ch sulle Dolomiti vale sempre la
pena di andare, e tornare, e tornare ancora, anche quando
si pensa di avere gi visto tutto, o il meglio. In primo luogo perch sono tra le montagne pi belle delle Alpi, ma
anche per la variet dei paesaggi: difficile trovare zone
dove quasi a ogni curva, a ogni metro percorso, non cambi
il panorama, lambiente, gli scorci, la prospettiva; difficile
annoiarsi sulle Dolomiti, quando si cammina.
E poi la variet dei colori delle rocce, soprattutto allalba
e al tramonto, quando lenrosadira la fa da padrone. Ma
anche con le nuvole o dopo un temporale, la roccia cos
mutevole, ora calda e ora repulsiva. Si sperimenta lisolamento nei valloni, nelle conche, nelle pieghe della montagna; lillusione di essere lontani dal mondo, circondati

Tre Cime di Lavaredo in veste invernale


solo da guglie, torrioni e pareti, con una suggestione molto
difficile da percepire altrove, a poche ore di cammino dalla civilt. Sono prerogative di pochissime montagne, a ben
pensarci.

Itinerari per ogni stagione


Non resta che cimentarsi con qualche idea di percorso nel
regno magico delle Crode.
Allinizio dellestate, quando la neve ancora copre i ghiaioni e garantisce acqua nelle traversate pi selvagge, una meta
imperdibile sono le Dolomiti dOltrepiave: sono vere, senza impianti di risalita, con sentieri scomodi e i rifugi ancora tali. A
ben pensarci sono lunico luogo dove vedere le Dolomiti come
dovevano essere centanni fa. Impossibile suggerire un itinerario, ma Campanile di Val Montanaia, Duranno e lanfiteatro del
bivacco Marchi - Granzotto sono imperdibili.

Laghetto dolomitico dalla cima del Monte Paterno

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Arrivando alla Bremer Htte, nelle Alpi di Stubai


Il gruppo dei Tre Scarperi nelle Dolomiti di Sesto

Per lestate, nellimbarazzo della scelta, cominciamo con le Alpi dello Stubai, bellissime
e relativamente poco frequentate, soprattutto dai nostri connazionali; inoltre, in nessun
altro gruppo alpino ci sono ambienti cos diversi a stretto contatto, dato che in uno spazio ristretto convivono le forme pi ardite e
limponenza di alte vette coperte di ghiacciai;
e poi c il Tribulaun, una montagna magnifica, affascinante da qualsiasi versante. Offre
unesperienza unica: camminare su un sentiero straordinario, in cengia, in cui i piedi
sono poggiati sul verde della roccia metamorfica e le mani toccano la dolomia bianca; dalla Weisswand, che racchiude un po il
carattere vario di questi monti, il panorama
abbraccia quasi tutte le Dolomiti e i monti
coperti da ghiacciai al confine tra Austria e
Sud Tirolo.
Escursionisti pi esperti non dovrebbero
farsi scappare lalta via di Fleres, che secondo chi scrive uno dei sentieri attrezzati pi belli delle Alpi, e una digressione al Tribulaun di Gschnitz non fa
che aumentarne il fascino. E a costo di sembrare degli
inguaribili romantici, nei rifugi di Stubai c ancora voglia, tra escursionisti e alpinisti di passaggio, di passare
la sera a raccontarsela davanti a un bicchiere, e non ci
sembra poco...
Ancora in estate, un classico: il Cadore, con tre magnifici
gruppi montuosi saldati insieme: Antelao, Marmarole e
Sorapiss. Qui gli spazi sono vasti, e le montagne almeno in
parte disertate dai pi: lo testimoniano lo scarso numero
di rifugi e i tanti bivacchi. Il motivo presto detto: grandi
dislivelli e pochi sentieri famosi. Basta scostarsi di poco
dalle rotte pi battute per scovare sentieri per intenditori,
a volte solo tracce segnate da ometti e valloni dove ci si
sente sperduti: strano destino, per montagne a due passi
da Cortina, e soprattutto per le Marmarole, rese celebri
gi dallepoca dei quadri di Tiziano.
Ultima proposta estiva, il Brenta: imperdibili e frequentatissime le ferrate e i rifugi delle Bocchette, il Crozzon,
il Campanile Basso, certo, ma che dire della magnifica
traversata Grost Peller che offre il massiccio settentrionale, cos poco battuto da vantare un solo rifugio?
Una natura splendida, tanti animali, nessuno in giro e un
colpo docchio magnifico verso Presanella e Ortles non
fanno rimpiangere le ferrate pi note, con cui peraltro
doveroso cimentarsi, magari allinizio dellautunno.
In autunno molti dei rifugi altoatesini prolungano la stagione di apertura: unoccasione per visitare alcune mete

Le Tre Cime di Lavaredo dalla galleria del Paterno


di bellezza assoluta con i colori e la luce di questa meravigliosa stagione. Un itinerario dobbligo il rifugio Tires,
da cui raggiungere la cima dello Sciliar, punto panoramico entusiasmante, magari con un paio di digressioni
al Buco dellOrso e alla Cima del Principe, scorci, senza
esagerazioni, memorabili.
Ugualmente consigliabile una sortita sulle Odle di Eores e
sul sentiero intitolato a Gunther Messner, il fratello del celebre Reinhold scomparso sul Nanga Parbat, in un altro dei
luoghi magici delle Dolomiti occidentali. Ai contemplativi,
una notte al rifugio Genova e poi il sentiero Munkel, sempre
al limite del bosco, sotto le pareti delle Odle di Funes, possono regalare alcuni dei contrasti pi belli della Regione.
Linverno il momento perfetto per andare a contemplare
le Dolomiti sfruttando i dolci altopiani resi ancora pi morbidi dalla neve: Sella e Sassolungo dallAlpe di Siusi, le
Tre Cime di Lavaredo e le Dolomiti dOltre Piave da Pian
dei Buoi, la cerchia di monti intorno ai pianori incantati
di Sennes e Fanes, oppure le grandiose visioni sulle pale
di San Martino dalla zona di Paneveggio. Prato Piazza, ai
piedi della Croda Rossa dAmpezzo, per, un luogo panoramico per certi versi insuperabile e ci piace concludere
con unultima citazione dalla guida del Berti, che qui ci
sembra quasi fin troppo prudente: le rupi del Cristallo si
vedono sorgere maestose, rigate di neve, dal candore del
ghiacciaio che riempie la Valfonda: uno tra gli spettacoli
pi superbi delle Dolomiti.
Lorenzo Naddei
Accompagnatore di Media Montagna Mountain Kingdom

Foto Archivio Mountain Kingdom

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SCHEDA TECNICA
TREKKING DELLE DOLOMITI
Dolomiti - Alto Adige, Veneto, Trentino
PROGRAMMA
Le Dolomiti, valli e crode ricche di storia e leggenda. Le
Tre Cime di Lavaredo e le Tofane hanno visto le incredibili gesta degli alpini e degli alpenjger durante la grande guerra 15-18, nella val di Fanes e sotto il Sasso della
Croce sono ambientate le pi belle leggende delle Dolomiti. Crode e pareti ardite e verticali, che si colorano di rosso
al tramonto, boschi verdissimi, fitti e profumati, sentieri,
vecchi camminamenti di guerra e vie ferrate.

1 giorno
Ritrovo in val Fiscalina 1450m (fine strada) entro le ore
14.00 e salita al rifugio Comici 2224m (3 ore)

2 giorno
Dal rifugio si sale alla forcella Pian di Cengia e per bella
ferrata in vetta al Monte Paterno 2744m. Discesa al rifugio
Locatelli 2405m. Prima di sera c ancora il tempo per salire sulla Torre Toblin 2617m con splendida vista sulle Tre
Cime di Lavaredo (5 ore + 2 ore per la Torre Toblin)

3 giorno
Giro delle Tre Cime di Lavaredo e ritorno al rifugio Locatelli
(si pu lasciare materiale in rifugio); discesa lungo la Innerfeldtal fino al rifugio Tre Scarperi 1617m (4 ore per il giro
delle Tre Cime + 2 ore per la discesa al rifugio Tre Scarperi)

Nellaltra pagina - Escursione nel cuore delle Dolomiti di Stubai


Qui sotto - Il rifugio Passo Principe dalla vetta delle Torri di Vajolet

Gli altopiani di Fanes e Sennes dinverno

4 giorno
Trasferimento con il nostro pulmino a Podestagno 1300m
e risalita, costeggiando la val di Fanes sotto le pareti
del Col Becchei, fino al rifugio Fanes 2024m; dal rifugio
escursione facoltativa al mitico castello dei Fanes (4-5 ore
+ 1-2 ore facoltative)

5 giorno
Dal rifugio si sale al bivacco della Pace e per i camminamenti della Grande Guerra al Monte Cavallo 2912m, si
scende in val Travenanzes fino a quota 2000 metri e lungo
lalta via della Pace o la scala Meneghel si sale al rifugio
Giussani 2600m (7-8 ore)

6 giorno
Si passa sotto limponente parete sud della Tofana di Rozes
3225m, poi lungo la ferrata Lipella se ne scala la vetta; discesa per la via normale fino al rifugio Dibona 2083m (9 ore
per il giro completo, ma possibilit di abbreviare la tappa a
8 ore o 6 ore)

7 giorno
Grandiosa attraversata ai piedi delle Tofane di Mezzo
3243m e di Dentro 3237m lungo vecchi camminamenti
con vista indimenticabile della conca dAmpezzo e discesa
finale fino a Podestagno (4-6 ore a seconda del percorso
scelto). Viaggio di rientro a casa

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il tuo compagno di viaggio,

Photo: Mario Verin

dal 1870

Tutto quello di cui hai bisogno


per far si che il tuo viaggio resti un ricordo fantastico
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Ferrino & C. S.p.A. - Corso Lombardia 73 - San Mauro (Torino) - Italia - Tel 011 2230711 - www.ferrino.it

in viaggio con il fotografo


La fotografia di avventura e natura, o meglio il reportage geografico, unarte trasversale che racchiude in s una straordinaria capacit di adattamento, professionale e personale,
verso una serie infinita di situazioni. Bisogna innanzitutto
imparare a viaggiare per poter gestire rapporti con persone molto diverse da noi per cultura, educazioni, abitudini.
Allo stesso tempo bisogna sapersi muovere con ogni mezzo
immaginabile in una geografia spesso sconosciuta, se non

ostile, in un ambiente difficile da gestire per modi e tempi.


Per portare a casa una buona storia bisogna prepararsi a fondo, imparare a rispettare laltrove e faticare non poco. I nostri workshop sul campo, in viaggio in compagnia dei nostri
fotografi dallesperienza ventennale, vi insegneranno innanzitutto a muovervi in armonia e a lavorare in ambienti inconsueti, a usare tecniche di ripresa utili in qualunque situazione.
Per realizzare al meglio un reportage fotografico completo.

I prossimi viaggi con il reporter


Islanda - Oltre lo sguardo
Con Davide Scagliola
PARTENZA 10 agosto 2015 - 8 giorni
Ci che resta e ci che passa. Questione di punti di vista. Lenergia
dirompente di un geyser in eruzione e uno scatto che ne riprende ogni goccia. Lo sguardo sulla realt, sulla vita che esplode e
si ritrae, e lo sguardo su un ricordo senza tempo. La natura e la
creazione artistica. Confrontarsi con lineludibile bellezza di questi raffronti in un paesaggio unico al mondo il tema del nostro
viaggio in Islanda in compagnia del fotografo Davide Scagliola
dellagenzia fotogiornalistica Parallelozero e di Omar Fragomeni,
esperto geologo di Kel 12. Questo un viaggio esclusivo, attraverso alcuni tra i luoghi pi belli e affascinanti dellisola, a cominciare dal Parco Naturale di ingvellir, inserito dallUNESCO nella
lista dei siti Patrimonio dellUmanit. In questa zona si riunito
per la prima volta lAlthing, il primo parlamento democratico al
mondo, e si possono ammirare larea geotermica di Geysir per
assistere ai potenti getti di acqua e vapore del geyser Strokkur e le
tuonanti cascate doro di Gullfoss. La costa sud dellIslanda ricca di scorci straordinari, dalle cascate di Seljalandsfoss, celebre
per larcobaleno che si forma a causa dei suoi altissimi spruzzi,
e di Skogafoss, la cascata del bosco, fino alle ripide scogliere di
Dyrhlaey, alte pi di 115 metri e ideale rifugio delle pulcinelle
di mare, che destate nidificano proprio tra i suoi anfratti. Le atmosfere cambiano ancora lungo la strada, passando dai sonnacchiosi paesi della costa, tra cui Vik, dediti soprattutto alla pesca,
e i ghiacciai Mrdalsjkull e Eyjafjallajkull, imponenti colossi
bianchi che si stagliano dalla terra lavica generando forti contrasti cromatici. Poi si raggiunge lovest e la penisola di Snaefellsnes con il suo vulcano omonimo che si erge a 1446 metri di
altezza e ospita il ghiacciaio Snfellsjkull, reso famoso dal celebre romanzo fantascientifico di Jules Verne, Viaggio al centro
della Terra. Infine Reykjavik, la capitale pi a nord del mondo e la

famosa Blue Lagoon, un complesso di piscine termali allaperto.


Colori, contrasti, atmosfere. Non c modo migliore per visitare
lIslanda e tornare a casa con una collezione di immagini straordinarie: Davide Scagliola vi insegner non solo tutte le tecniche
della fotografia geografica e i trucchi del mestiere, ma soprattutto
vi mostrer un diverso modo di guardare il mondo, guidato pi da
unidea che da un semplice sguardo. Il geologo Omar Fragomeni
vi sveler a sua volta tutti i segreti geologici di una terra in continuo movimento e che davvero non manca mai di sorprendere.
Ci che resta e ci che passa. Dialogo di un viaggio tra natura
e creazione artistica per i sentieri dIslanda.

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in viaggio con il fotografo


Viaggio fotografico a Istanbul
Con Bruno Zanzottera
PARTENZA 30 maggio 2015 - 4 giorni
Per 2.000 anni Istanbul ha catturato lattenzione del pianeta e, se
a Sultanhamet le eleganti guglie dei minareti della Moschea Blu
o di Santa Sofia rivelano un fascino monumentale immoto nel
tempo, nei quartieri popolari pi nascosti e dimenticati che si
ritrova lautentico volto di Istanbul. Quel volto dal fascino decadente tanto caro ad Orhan Pamuk, che emerge dalle pagine di
Istanbul, il libro autobiografico in cui dedica uno straziante canto
damore verso la sua citt.
Ed cercando la sua Istanbul nei quartieri di Fener o Balat, dove
i panni stesi da unabitazione allaltra sommergono le stradine
acciottolate in ripida salita, con i bambini impegnati in difficoltose partite di calcio. Andare a zonzo incrociando lo sguardo sognante di un cane lupo affacciato ad una finestra del quartiere
di Kumkapi, dove sopravvivono numerose case in legno di inizio novecento, o accarezzare un gatto sornione che se ne sta beatamente disteso sopra una pila di libri usati davanti alla vetrina
di un rigattiere di Cukur Cuma Caddesi, la via degli antiquari
dove viveva Fusun lamante perduta del protagonista del Museo
dellInnocenza, sono emozioni di una Istanbul eterna.

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Una Istanbul che ti sorprende in una notte di fronte allingresso


della Moschea Blu, camminare in una tempesta di neve in compagnia dellombra di un Pamuk innamorato delle rovine dellex
capitale imperiale. Ho vissuto la Istanbul della mia infanzia
come un luogo a due tinte: il bianco e il nero, un luogo bellissimo e struggente che ritroviamo nelle fotografie di Ara Gler, il
grande fotografo turco del realismo postbellico. Se ci sforziamo
possiamo ancora vederli dal vivo i suoi scatti con le case in legno
ed i battellieri al lavoro tra i vapori del porto, o i pescatori affacciati alla balaustra del vecchio ponte di Galata. Il ponte non
pi lo stesso, ma loro sono sempre l, con lo sguardo teso in
attesa del passaggio dei branchi di sardine attraverso il Corno
dOro. Un gabbiano che passeggia sopra la mia testa sullo sfondo della Torre di Galata, lultima immagine surreale di questa
citt fatta della consistente solidit dei sogni.

Bruno Zanzottera fotoreporter dellagenzia Parallelozero e


amante di questa citt millenaria punto di contatto tra Oriente
e Occidente, vi accompagner in un magico viaggio fotografico
alla ricerca delle atmosfere di Ara Guler e Orhan Pamuk, senza dimenticare la grande vitalit di una citt allo stesso tempo
giovane e antica. Un itinerario tra moschee storiche, antiche
chiese, quartieri silenziosi ed altri brulicanti di vita. Vaporetti
che ci porteranno sulla sponda asiatica e passeggiate notturne,
per creare il vostro indimenticabile reportage di viaggio.

I consigli dell'esperto: fotografare le persone


Cinque consigli per realizzare ritratti interessanti e sorprendenti

1.

Rispetto innanzitutto. In viaggio, spesso si tralasciano le pi elementari buone maniere. Il bazar di un paese
del terzo mondo non uno zoo. Chiedete sempre il permesso
prima di puntare la macchina fotografica addosso alle persone come in un safari. Conoscere i fondamenti della cultura locale indispensabile: vi sono luoghi dove si rischia
di venire linciati per aver tentato di fotografare una donna.
Spesso vi verr chiesto di spedire la foto: non promettete di
farlo se non ne avete la possibilit o lintenzione.

2. Evitate le pose ingessate. Quando chiedete il


permesso di fotografare una persona, nove volte su dieci
questa si metter in posa per voi. La vostra foto risulter
rigida e priva di spontaneit. Una volta ottenuta lautorizzazione a scattare, non fatelo subito: avviate piuttosto una
conversazione, fino al momento in cui la persona che volete ritrarre si sar rilassata e abituata alla vostra presenza.
In altre parole, cercate di armonizzarvi con la realt circostante fino a scomparire.

3.

Non infierite. Dopo essere stato fotografato a lungo, anche un modello professionista, che pagato appositamente, esausto. Il vostro soggetto non un modello
professionista, e soprattutto non percepisce un compenso.
Tenetelo a mente.

4. Attenzione ai dettagli. I particolari possono svelare molto di una persona: osservateli con cura, ma anche con
discrezione per non creare disagio (fatelo durante la conversazione di cui dicevamo sopra). Fate sempre attenzione alle
mani, agli occhi, alle rughe despressione, ai tatuaggi.

5.

La luce importante. Ritrarre una persona col


sole allo zenith il modo pi sicuro per trasformarla in
un mostro: lombra dellorbita render gli occhi (sempre che siano aperti e rilassati) profonde caverne nere.
Cercate una luce riflessa, radente o meglio morbida come
quella di una giornata nuvolosa.

I fotogiornalisti dellagenzia Parallelozero


tengono ogni mese workshop intensivi di due giorni
di fotografia base e avanzata.
Per informazioni scrivete allindirizzo info@parallelozero.
com o visitate il sito www.workshopfotografici.com

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carnet de voyage

Arrivo a Betampona
Taccuini dalla foresta pluviale del Madagascar
di Stefano Faravelli
Betampona. Uno scampolo di foresta primaria nellentroterra tropicale del Madagascar centro orientale.
Sono arruolato da una spedizione erpetologica come peintre naturaliste, con la missione di raggiungere un team di
ricercatori gi in foresta e unirmi ad essi per descrivere con
linattuale esattezza dei miei acquarelli la vita segreta della
fauna pi stravagante che esista al mondo.
Fu lerpetologo torinese Franco Andreone, un anno fa, a immaginare questa collaborazione: nel suo ufficio del Museo
Regionale di Storia Naturale di Torino mi propose di creare
un carnet de voyage che proiettasse lillustrazione scientifi-

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ca oltre lintenzione didattica, nel glamour della narrazione


dipinta, quella, per intenderci, delle planches che precedettero lavvento della fotografia.
La spedizione alla quale mi sarei aggregato, mi disse, studier lecologia e le preferenze ambientali dei rettili e degli
anfibi della foresta e andr alla ricerca di nuove specie da
descrivere, come capita ancora oggi in Madagascar.
Franco mi mostr in quelloccasione, sulla autorevole Field
Guide to the amphibians and reptiles of Madagascar, la fotografia di una piccola rana verde: si chiama Boophis andreonei ed stata scoperta da lui proprio a Betampona.

Ed ora eccomi, con i miei taccuini e colori, su piste di terra


rossa che in caso di pioggia diventano fiumi di fango, alla
volta della Grande Collina (questo significa Betampona),
la riserva naturale integrale di primo livello, istituita dai
francesi nel 1927 e accessibile solo ai ricercatori.
Ho con me il permesso, firmato dal directeur de la rserve,
dott. Rakotomamonjy; la difficolt per ottenerlo pari solo
a quella di pronunciare il suo nome. Ma unaltra avventura
mi aspetta, pi esigente: raggiungere quella collina impervia

e selvaggia che vedo laggi, oltre i monconi del vecchio ponte


coloniale che un tifone si portato via qualche anno fa. Sono
a Nosyb ultimo villaggio sulla carrozzabile che arriva da
Tamatave, poche capanne di ravenala e bamb.
Scendo al fiume, e carico il bagaglio su una rozza piroga,
scavata in un tronco dalbero e un caronte sdentato mi traghetta sullaltra sponda in compagnia di una signora con
due galline e una cesta di litchis. Qui il pi sgangherato
e rugginoso dei taxibrousse mi porter fino a Fontsimavo,

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dove ogni pista finisce e un sentiero si abbiscia tra torrenti


da guadare e ravine di rossa laterite fin sulla vetta di Betampona. Prima di inerpicarmi, devo arruolare due portatori e mi sento un po Burton, mentre arranco sotto un sole
equatoriale dietro ai giovani scalzi che reggono in testa le
cassette con le derrate comprate a Tamatave per confortare
i miei amici al camp sit in foresta.
Finalmente raggiungo Rendryrendry lultimo avamposto
umano in faccia alla foresta pluviale, antica decine di migliaia di anni. Le capanne sono costruite su palafitte , caratteristica questa tipica delle abitazioni delletnia Betsimisaraka che popola la costa orientale.
Il villaggio ospita anche un campo base per guide e ricer-

catori: bungalow dotati di candele e zanzariere promettono


rustici comfort e un pannello solare garantisce un minimo
di risorse energetiche per sole finalit scientifiche. Il mio
bungalow si affaccia su un macchione di bamb, dove assisto alla colazione mattutina dellapalemure dorato sugli
steli altissimi del volohosy, il bamb gigante del Madagascar, una pianta che contiene una altissima concentrazione
di cianuro. Questa proscimmia una delle cento specie di
mammiferi a maggior rischio di estinzione. Forse lapalemure dorato sparir prima che gli zoologi capiscano come
funziona il metabolismo della specie, che ingerisce ogni
giorno una dose di veleno 12 volte superiore a quella necessaria per uccidere un uomo, senza ricavarne alcun danno.
Domani si partir verso Sahabefoza, dove abbondano i granchi, langolo di foresta a qualche ora di cammino da qui , dove gli altri membri della spedizione mi stanno aspettando.
Al campo base c anche una latrina, il solito
buco tagliato nellimpiantito di una capanna
su palafitte. Queste le toilettes a Rendryrendry. E qui mi capit, rientrato al lodge dopo
il soggiorno nella foresta, di espletare, senza
avvedermi inizialmente che condividevo la ridotta con un grosso boa (2 metri circa) addormentato nella lenta digestione di una preda. Che fare? Terminato che ebbi, corsi dagli
amici erpetologi annunciando di aver trovato
un altro interessante esemplare di Sanzinia
madagascariensis da esaminare e armato di
taccuino tornai in loco a schizzare.

Stefano Faravelli nasce a Torino nel 1959, si


forma al Liceo Artistico e allAccademia delle
Belle Arti di Torino.
Parallelamente ottiene una laurea in Filosofia
Morale, seguita da studi in scienze orientali.
Questa doppia vocazione di peintre-savant
lo orienta verso il carnet de voyage: Sindh, raccolta di acquerelli realizzati in India,
esce nel 1994. il primo di una serie di libri
nati da incontri fatali e fatati con paesi e citt
del destino. Sue opere sono state esposte in
rassegne e gallerie in Italia e allestero.
Ha partecipato alla Biennale di Venezia (padiglione Italia, Venezia 2011). I suoi taccuini di
viaggio sono stati esposti, tra laltro, a Londra, Roma, New York, Parigi, Istanbul, Gerusalemme. Ha insegnato alla Scuola Holden.
Dirige la scuola di Carnet di Viaggio con la
Scuola del Viaggio. Insegna allo IED (Istituto
europeo design).

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Spunti e storie di genti

Esplorazioni pigmee:
alla ricerca del piccolo
popolo
Leggenda e scienza. Poeti e antropologi.
Quando (e come) sopravvive il mito del buon selvaggio

Differenze di stile, ma sostanziali: quelli di Schweinfurth,


l suo nome Paul Du Chaillu. il primo occidentale
compreso lo sfortunato Nsevi regalatogli dal re Munza in
a incontrare i Pigmei durante una spedizione nellatcambio di un cane e morto per dissenteria diciotto mesi
tuale Gabon, tra il 1863 e il 1865. Esploratore e zodopo, erano esemplari pigmei prelevati a forza dalla loro
ologo originario della Louisiana (ma secondo alcuni
nicchia ecologica, minuziosamente misurati e interrogati
biografi sarebbe nato nellisola de La Runion) non lui a
dallo scienziato europeo; quelli di Du Chaillu, gli Obongo
chiamarli cos. Nella sua relazione di viaggio The Country
del Gabon, erano stati avvicinati un po alla volta durante le
of the Dwarfs li definisce nani, ma certamente il primo
molte visite dellesploratore agli accampamenti nella forea mettere in connessione i Pigmei reali, osservati dal vivo
nel loro habitat naturale, con
Disegni geometrici sui volti delle donne pigmee mbuti-efe dellItui
i Pigmei leggendari, menzionati da Omero e da Erodoto.
Ricordate?
I Troiani avanzavano con
grida e schiamazzo, come
uccelli, quale in cielo il grido delle gru che fuggono il
maltempo e la gran pioggia
e volano gridando alle correnti dellOceano portando
ai Pigmei morte e sterminio
(Iliade, III, 2-6).

Sar un altro esploratore, il


botanico tedesco Georg August Schweinfurth, a utilizzare il nome classico di Pigmei
a proposito di alcuni individui
che ebbe modo di studiare
presso la corte di Munza, re
dei Mangbetu, nel 1870.

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Un pigmeo mbuti-efe si disseta usando una foglia come bicchiere nella foresta dellIturi
sta (incontri peraltro mancati fino a quando Du Chaillu non
decise di acchiappare per una gamba unanziana pigmea
che aveva tentato di nascondersi, trascinandola fuori dal suo
piccolo rifugio).

mentari. Si trattava di sicuro degli stessi Pigmei della tradizione classica, concluse Du Chaillu E del resto si sa che
la tradizione orale tende a esagerare se non a stravolgere
i fatti storici.

Entrambi gli studiosi erano comunque entusiasti: le loro


osservazioni confermavano lesistenza di un popolo mitico.
La scoperta pi significativa non stava tanto nellavere individuato un gruppo umano fino ad allora ignoto, quanto
nellavere dimostrato al mondo occidentale che i poeti e
gli storici antichi avevano ragione.

Cos il destino dei Pigmei stato sempre quello di essere


visti attraverso le lenti di un mito. Il Pigmeo crudo non pu
essere mangiato.

Come si legge in un capitolo del suo semiserio resoconto di


viaggio, Du Chaillu cerc di capire se queste genti durante le loro migrazioni attraverso la foresta equatoriale non
fossero giunti a delle praterie e non vi avessero scorto per
caso degli uccelli con lunghe zampe e lunghi becchi le
gru di Omero! Gli Obongo non solo lo confermarono, ma
dichiararono anche candidamente di apprezzarne moltissimo la carne.
Poco importava se nei versi omerici erano le gru a portare
morte e sterminio ai Pigmei e non viceversa per ragioni ali-

TRATTATI SCIENTIFICI E DIARI DI VIAGGIO


LAntropologia si data nel tempo regole severe per differenziare il proprio discorso dalle narrazioni di viaggio, ma

molti antropologi hanno frequentato con disinvoltura entrambi i generi. Un grande studioso di Pigmei, il linguista Paul Schebesta, raccolse in modo sistematico le sue
osservazioni sul terreno in opere difficilmente accessibili, anche perch mai tradotte dal tedesco (Die Bambuti-Pygmaen vom Ituri, 1938-1950), mentre vennero pubblicati in inglese, diventando assai popolari, i suoi lavori
non accademici, scritti nello stile dei racconti di viaggio
dellepoca (Among Congo Pygmies del 1933, oppure My
Pygmy and Negro Hosts del 1936).

63

Scene di vita quotidiana nel villaggio pigme mbuti-efe di Andikanga nella regione dellIturi
Pigmei mbuti-efe a caccia in foresta nella regione dellIturi

64

E fu ancora con un libro di viaggi, non certo con un trattato scientifico, che i Pigmei vennero finalmente accettati ma sarebbe pi esatto dire costruiti come oggetto
del discorso antropologico.

Forest People, del 1961, il racconto soggettivo del soggiorno di Colin Turnbull tra i Bambuti dellIturi. Turnbull
riattualizz in maniera influente il mito del buon selvaggio, descrivendo una societ egualitaria di cacciatori-raccoglitori armonicamente inseriti nel loro ecosistema forestale. Dopo questo libro diventer difficile, sul
piano concettuale, ammettere a pieno titolo nella classe
dei Pigmei quei gruppi che invece vivono ai margini della foresta, magari in un rapporto di interdipendenza con i Bantu.
Se il Pigmeo autentico quello che vive di caccia e raccolta nel cuore della foresta, laltro deve essere per forza una
sua versione degradata, deculturata. Tale ideologia tradizionalista per non emerge in modo esclusivo dal discorso antropologico. Quando Turnbull, in un testo successivo,
descrive gli orrori del turismo di massa, immaginando il
giorno in cui sarebbero state create delle riserve pigmee
per visitatori paganti, evita di dire che gi allepoca di Forest People venivano organizzati dei pygmic tours nella
regione dellIturi (e prima ancora in quella del lago Kivu e
dei monti Virunga).
Omissione comprensibile da parte di uno scienziato che
voleva bonificare il campo e il suo oggetto di studio da
qualsiasi interferenza col mondo esterno. In realt, come
ci spiega bene Frankland (v. bibliografia nel box), il turismo
pigmeo precedeva di gran lunga larrivo dellantropologia
professionale tra gli stessi popoli, dunque lidea di poter

Le caratteristiche abitazioni dei pigmei nel villaggio


di Bataka nellIturi
entrare in contatto con una societ primitiva non contaminata dalla civilt europea era di fatto unutopia romantica.
Eppure il mito del selvaggio, delluomo ancora allo stato di
natura, ha continuato ad affascinare e attirare antropologi e
turisti nelle zone pi remote dellAfrica Equatoriale.
Cos per esempio la foresta pluviale dellIturi, non appena fu
tagliata da strade, divenne la destinazione preferita dai viaggiatori, perch vi si potevano incontrare i pigmei Bambuti, i
quali, rimasti pi a lungo indisturbati nel proprio ambiente,
davano maggiori garanzie di autenticit rispetto ai loro ormai
imbastarditi cugini Batwa.

Filippo Casadei - Antropologo

Tutte le foto di questo articolo sono di Bruno Zanzottera/Parallelozero

Bibliografia
Il lettore interessato ad approfondire i ragionamenti di antropologia critica qui accennati potr farlo consultando i
seguenti testi:
Allovio, Stefano, Pigmei, Europei e altri selvaggi, Gius. Laterza & Figli, Roma-Bari, 2010.
Frankland, Stan, Pygmic Tours, African Study Monographs, Suppl. 26, Marzo 2001, pp. 237-256.
Per una storia globale dei Batwa centrata sulle regioni occidentali della foresta equatoriale (Repubblica del Congo,
Gabon), vedi Klieman, Kairn A., The Pygmies Were Our Compass. Bantu and Batwa in the History of West Central
Africa, Early Times to c. 1900 C.E., Heinemann, Portsmouth, 2003. Questo libro difficile ha il pregio di mettere in primo piano il ruolo dei Pigmei nelle loro relazioni con i popoli Bantu sulla lunghissima durata.

In viaggio con Filippo Casadei


Congo, Africa mon amour partenza 15/08/2015
Etiopia, lultima Africa: i popoli della valle dellOmo partenze 22/04 e 29/07/2015

visita il sito kel12.com

65

Kel 12 per mamme e bambini


Prima le mamme e i bambini:
un progetto per garantire un parto
gratuito sicuro a tante mamme
in Africa e la cura dei loro bambini.

Il sostegno di Kel 12, dopo lEtiopia,


si estende allUganda: da settembre
2014 ad agosto 2015 per ogni
viaggiatore in partenza per lUganda,
Kel 12 si impegna a donare un parto
assistito a una mamma africana
insieme alle cure al suo neonato.
Per i viaggiatori Kel 12 la soddisfazione
di un viaggio straordinario si unisce
alla certezza di aver dato il proprio
contributo a una causa nobile
che tutela la vita nel momento in cui
pi fragile e vulnerabile.

Ogni anno in Africa sub-Sahariana


265mila donne muoiono a causa
del parto e 1,2 milioni di bambini perdono
la vita nel primo mese. Lobiettivo che
Medici con lAfrica Cuamm si pone
quello di arrivare, in 5 anni,
progressivamente a 125mila parti.
Lintervento si focalizza in 4 ospedali
di 4 paesi africani e nei distretti
di riferimento: Angola, Etiopia, Tanzania
e Uganda, con una popolazione di circa
1,3 milioni di abitanti.
Una sfida che chiede limpegno di tutti.

dal film Medici con lAfrica di Carlo Mazzacurati

Continua la collaborazione
tra Kel 12 e Medici con lAfrica
Cuamm.

66

Le vie del vino nell'emisfero australe

In Sud Africa attraverso


le Winelands del Capo
In una natura sorprendentemente mediterranea,
scopriamo antiche ville e rigogliosi vigneti con una
storia secolare alle spalle

Oggi, sia lodato il Signore, per la prima volta stato


spremuto vino dalle uve del Capo. E anche noi dovremmo rallegrarci, come fece lolandese Jan Van
Riebeeck, governatore del Capo nel 1659, che con
questa frase sul suo diario dava ufficialmente il via alla storia
enologica del Sud Africa. I coloni olandesi che impiantarono le vigne e spremettero vino furono oltretutto coadiuvati
dallesperienza in campo
enologico degli ugonotti
Winelands
francesi (a va sans dire).

rappresentata dal Parco Nazionale di Table Mountain e dalla sua fantastica biodiversit, seppur affascinante, solo la
cornice della storia. Una storia di uomini, delle tradizioni
dei loro paesi dorigine e di quello che edificarono nel tentativo di costruirsi una patria nellemisfero australe. Di come
fecero nascere la civilt della vite, trovando un suolo fertile
e un clima insperatamente mediterraneo.

Unattivit, quella di coltivare e vinificare sulla punta estrema dellAfrica, che


in passato ebbe famosi
estimatori, da Edoardo VII
a Napoleone Bonaparte,
e che gli eventi recenti di
quella Nazione le elezioni democratiche del 1994,
la fine dellapartheid, la liberazione di Nelson Mandela - hanno proiettato
alla ribalta del panorama
internazionale.
Il nostro viaggio nelle
Winelands alle spalle di
Cape Town un cammino in unAfrica diversa da
quella delle savane, degli
animali, dei parchi. E un
viaggio dove la natura,

67

Cape Town
Una storia vinicola secolare

Vigneti e cornice naturale

Il Western Cape , dunque, la terra dei vigneti e le Winelands sono le ampie, bellissime aree rigate dai filari,
vicine alla costa atlantica e a quella dellOceano Indiano,
protette dalle montagne, un clima benedetto per la vite.

Girando per cantine, il Sud Africa mostra la sua bellezza


maestosa e la sua fauna: la strada costiera del Capo Occidentale, attraversando lampia False Bay nella riserva
naturale di Silvermine, cos chiamata perch sono tanti i
naviganti che la scambiavano per la baia di Citt del Capo,
arriva al giardino botanico di Bettys Bay. Da qui con una
breve passeggiata si raggiunge Stony Point, dove vive una
simpatica colonia di pinguini. Poco oltre, a Hermanus, in
base al periodo dellanno, si potr avvistare dalla riva il
passaggio delle balene. Natura potente e cantine con botti
antiche e sorprendenti: come quelle di Vergelen, tenuta ai
piedi dei monti Heldenberg, che provengono dalla Francia e
mantengono una particolare forma ottagonale.

Una terra ridente, punteggiata da storiche ville-fattorie in


stile olandese (il Cape Dutch), oggi tenute vinicole da visitare e dove scoprire questi vini; bianchi freschi e fruttati
come lo Chenin Blanc, il Cape Riesling, il Sauvignon Blanc
e lo Chardonnay; rossi di buon corpo e capaci di importanti
invecchiamenti, come lo Cinsaut, il Pinotage, il Pinot Noir,
lo Shiraz e il Cabernet Sauvignon.
La nostra avventura attraverso alcune delle 18 strade del
vino ufficiali del Sud Africa inizier dalla vallata di Constantia, cuore storico dellenologia sudafricana e strada
pi antica. Qui le brezze oceaniche e la Wynberg Hill a
nord regalano vini straordinari, favorendo la maturazione
delle uve. Nel XVII secolo, quando il governatore Simon
Van der Stel la scelse come azienda agricola modello, era
ununica propriet. Oggi invece divisa: Groot Constantia
sede dellantica villa che con le sue cantine racconta una
storia di vinificazione ininterrotta dal 1685; a Klein Constantia nasce il vin de Constance, sontuoso vino da dessert che delizi i palati dei grandi dEuropa, fra cui Jane
Austen, Charles Dickens, Baudelaire; Buitenverwachting
la terza azienda agricola, il cui nome significa Oltre le
aspettative, come sar la visita ai bellissimi edifici storici,
pi di trenta, che compongono la propriet.

68

La natura cambia sensibilmente nella regione di Paarl situata nella vallata del fiume Berg, che con le sue lunghe
estati calde e gli inverni umidi perfetta per la vite: e infatti qui si ottiene dai 18.000 ettari il 20% della produzione
nazionale. I suoi Chardonnay, Sauvignon Blanc, Riesling,
Merlot e Cabernet Sauvignon hanno ricevuto premi internazionali.
Plaisir de Merle fondata dallugonotto Charles Marais con
la sua Manor House uno dei pi begli esempi di architettura olandese del Capo. Villera e Backsberg sono in un
territorio insolitamente lunare di rocce, di incontaminata
bellezza. Nederburg la pi famosa etichetta sudafricana
e la Nederburg Auction (asta dei vini) che si tiene alla fine
dellestate, considerata uno dei massimi eventi del ge-

La raccolta delluva

Degustazione

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nere al mondo. Qui scoprirete come la natura del Capo


simile allhabitat mediterraneo: molte delle aziende vinicole
producono anche formaggi e olio doliva. Quando il governatore olandese Simon Van der Stel arriv al Capo nel 1679, si
inoltr per esplorare una lunga vallata verdeggiante con dolci declivi ad est dellattuale Cape Town (oggi a soli 35 minuti
dauto) e qui decise di iniziare la coltivazione della vite.
Qui si trova Stellenbosch, The city of oaks dalle tante
querce che adornano i suoi viali, la seconda pi antica citt
della Nazione, che da Van der Stel prende il nome, considerata la capitale del vino. Qui fu aperta nel 1971 la prima
strada del vino, ispirata alle Routes du Vin francesi. Qui inizarono gli studi universitari di viticoltura, e la ricerca di tecniche
innovative prosegue oggi. Qui le cantine hanno nomi noti agli
appassionati di vino: Vergelegen, che significa posto lontano ed era la fattoria del figlio di Van der Stel, oggi un vero
museo vivente pieno di attivit; Lourensford, un autentico
villaggio del vino con anche frutteti, produzione di miele e
torrefazione; Kanonkop famosa per il suo vitigno Pinotage,
coltivato ad alberello per avere un irraggiamento ottimale.

Cantine
ugonotti, esperti vinificatori. Il Sud Africa vinicolo ha avuto dei
buoni maestri e ha saputo imparare la lezione.
Infine, laltra faccia del vino: la vinoterapia. In Sudafrica si
sviluppata soprattutto in alcune spa del Western Cape che
propongono trattamenti che impiegano i semi, le bucce e i
raspi duva. Le propriet antiossidanti delle uve sono eccellenti per disintossicare la pelle, mentre i polifenoli (che si trovano nei semi) combattono i radicali liberi.

Poco oltre la citt, una bellissima vallata porta un nome significativo: Franschhoek, angolo dei francesi, il luogo degli

Elena Bianco
Giornalista di viaggi, blogger

Tutte le foto di questo articolo sono di South African Tourism

IL SUD AFRICA NEL PIATTO


Se nel bicchiere la faranno
da padroni i
vini, ad accompagnarli nel piatto sar un cocktail
gastronomico, una cucina originale,
derivata dalle tante influenze dei popoli che compongono il Paese.

sono di grande qualit e compongono alcune fra le ricette pi popolari, come il sosatie, piedini di
agnello o maiale marinati in una
salsa di yogurt e curry e grigliati con le albicocche secche che si
accompagnano alla krummelpap,
una sorta di polenta.

Due Oceani intorno al Capo sono


garanzia di pesce freschissimo e
le correnti fredde regalano fantastici crostacei: ostriche, aragoste e
gamberi in grande quantit.

Oppure il bobotie, un particolare


polpettone speziato di origine indonesiana, profumato da una salsa di
uovo e alloro.

Anche i carnivori per saranno a


loro agio, perch maiale e agnello

Per un aperitivo per noi insolito, assaggiate il billtong, la carne essicata


di struzzo, impala, bufalo o antilope.

Gli amanti della cucina vegetariana


troveranno ottimi i pani dolci e quelli di granturco, le frittelle di zucca,
ma soprattutto le verdure e la frutta
provenienti dai tanti orti della zona.
Se la tradizione quella del braai,
il barbecue di manzo, montone,
agnello e tante verdure diverse, che
per i sudafricani soprattutto un
momento di socializzazione, negli
ultimi anni nelle principali citt e in
diverse cantine sono nati parecchi
ristoranti gourmet che rivisitano un
modo originale lanima fusion della
cucina locale.

VIAGGIARE IN SUD AFRICA


Cape, Garden & Kruger Safari PARTENZE 16/06, 14/07, 04/08 E 08/09/2015
Da Windhoek a Cape Town attraverso il deserto in fiore PARTENZA 29/08/2015

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Pura vida

Costa Rica: la ricetta


della felicit
Birdwatching e canyoning, passeggiate sui vulcani
e nella selva. Una full immersion nella natura in
uno dei paesi pi green e happy del mondo

ura vida il mantra che accompagna il nostro


cammino fra i parchi, le coste e i vulcani della
Costa Rica. Due parole che racchiudono lo spirito
di un paese. la risposta a un saluto che sostituisce un grazie, e soprattutto un modo di essere che significa gioia, piacere e amore per la vita, con un tocco di fatalismo. Altra risposta ricorrente a una qualsiasi richiesta
con mucho gusto, seguita da gesti di gentilezza spontanea e
mai formale. Se appena possibile, il no sostituito da un pi
conciliante puede ser. Perch qui tutto sorriso e si cerca
sempre di evitare i conflitti interpersonali.
Iguana (foto Anna Maspero)

I ticos, come i costaricensi amano farsi chiamare, sembrano aver trovato la chiave della felicit e le statistiche
lo confermano, tanto che pi dell85% degli abitanti si dichiara contento di vivere e soprattutto di vivere l.
Nella classifica della felicit delle nazioni del mondo, stilata dallONU sulla base di parametri soprattutto economici,
lItalia al quarantacinquesimo posto, surclassata dalla
Costa Rica, che allundicesimo, nonostante non sia un paese ricco se confrontato con i paesi europei. Ha per saputo
trovare un proprio modello di sviluppo in equilibrio tra consumi e risorse naturali, perseguendo
valori come la pace e la democrazia e
investendo in difesa di ambiente, sanit
e istruzione.
Infatti in unaltra statistica, lHappy
Planet Index, lindice che misura il grado di felicit in base non solo al PIL, ma
anche a benessere, aspettative di vita,
vocazione ecologica, relazioni interpersonali e libert di scelte, la Costa Rica
addirittura al primo posto, mentre
lItalia segue ancora pi distaccata al
cinquantunesimo.
Gi nel 1968 Robert Kennedy afferm
che il PIL misura tutto, eccetto ci che
rende la vita degna di essere vissuta e
anche le ricerche pi attuali confermano che, se il Prodotto Interno Lordo
direttamente proporzionale alla durata
della vita, non sembra esserlo alla felicit della stessa.

72

Bambina afrocaraibica della costa orientale (foto Anna Maspero)


Forse perch un indice quantitativo che ha a che fare
con produzione e consumi e si sa, non sempre quantit e
qualit vanno a braccetto. In altre parole: se non sempre
vero che less is more, non si pu neppure affermare che
more is better! Tiziano Terzani aveva dato una definizione
di felicit che sicuramente era frutto della sua esperienza
di viaggiatore: uno che si accontenta un uomo felice. E
questa visione del mondo sembra adattarsi perfettamente
ai costaricensi.
DEMOCRAZIA, PACE E ISTRUZIONE
Un viaggio in Costa Rica pu anche aiutarci a guardare il
nostro mondo da una prospettiva diversa, e diventare la ricerca di quel che ci manca. E non in termini di beni di consumo. Come pu esistere questisola di felicit e gentilezza
in quel Centroamerica dove sovente fanno notizia, guerre
civili, povert, violenza e droga? Nonostante le tensioni con
il confinante Nicaragua e un aumento della criminalit causata dal narcotraffico, la Costa Rica rimane la democrazia
pi stabile dellAmerica Centrale e uno dei paesi pi sicuri
e vivibili dellAmerica Latina e non solo.

La chiave per capirne i motivi listruzione, spiega orgogliosamente Piero, la nostra guida tica, obbligatoria e gratuita dal 1869. Uno dei pilastri della nostra societ insieme
- e non da ora - a democrazia, ambiente, famiglia, pace e
neutralit. E la sua storia lo dimostra: gi da met Ottocento la Costa Rica una Repubblica democratica che, nel
giro di un secolo, conquista la libert di stampa, abolisce
la pena di morte, sceglie il suffragio universale e, prima
nazione al mondo, rinuncia allesercito.
Nel 1987 al suo presidente Oscar Arias Sanchez viene dato
il Premio Nobel per la Pace, mentre attualmente il paese
sede della Corte Inter-Americana dei Diritti Umani e
dellUniversit della Pace delle Nazioni Unite. Il denaro
destinato agli armamenti stato usato per costruire scuole e ospedali, con il risultato che oggi nel paese praticamente non esiste analfabetismo (il 96% della popolazione
istruita), che laspettativa di vita di 77 anni e la mortalit infantile la pi bassa dellAmerica Latina dopo Cuba.
C per anche unaltra spiegazione del milagro tico. Secondo la leggenda fu Cristoforo Colombo a battezzarla
Costa Rica, pensando custodisse immensi tesori. Ma i

73

Se sono specialmente la pace e il benessere ad attirare nuovi residenti, soprattutto pensionati e uomini
daffari americani ed europei, proprio il prezioso
patrimonio verde del paese a richiamare pi di due
milioni di turisti ogni anno. Non mancano problemi
idrogeologici e fognari, le denunce per i saccheggi
di uova di tartaruga e la pesca di frodo degli squali
per tagliarne le pinne da vendere a caro prezzo sui
mercati asiatici, ma la Costa Rica rimane una delle
nazioni pi verdi al mondo.
BANANE, CAFF E MICROCHIPS

Vegetazione spontanea (foto Anna Maspero)


Conquistadores spagnoli non vi trovarono loro e largento - come invece in Messico, Per e Bolivia - e neppure
schiavi. Cos qui emigrarono soprattutto contadini europei
alla ricerca di una nuova patria dove trovare terra da coltivare e maggiore libert religiosa, proprio come accadde
pi a nord con i quaccheri che si stabilirono in Pennsylvania o i puritani nel New England.
Una colonizzazione differente da quella spagnola degli altri paesi latinoamericani: due modelli che daranno origine
a due economie e due societ diverse nel nord e nel sud
del continente, anche se sempre a spese delle popolazioni
originarie, decimate quasi ovunque. La stessa Costa Rica
ha visto, in tempi pi recenti (intorno a met Novecento),
la colonizzazione da parte di un gruppo di quaccheri statunitensi renitenti alla leva (vedi box).

Bastano alcuni dati: sono oltre 100 le aree preservate, il 28% del territorio occupato da parchi nazionali, riserve biologiche e aree protette collegati da una
serie di corridoi naturali; esiste una variet stupefacente di microclimi e di specie animali e vegetali con pi
del 5% di biodiversit del mondo su una superficie di soli
51.000 kmq., come Lombardia e Piemonte insieme. Non
ultimo la Costa Rica sta cercando di contenere le emissioni
di Co2 e di compensarle con la riforestazione, per diventare il primo paese carbon neutral entro il 2021. Il paese ha
differenziato le esportazioni, affiancando la tecnologia alle
produzioni agricole e oggi esporta non solo banane e caff,
ma anche microchips.
Il turismo green diventato la seconda maggiore fonte di
reddito del paese. Non solo: la popolazione coinvolta nel
business turistico, che in questo modo offre il triplo vantaggio di dare un reddito ai residenti, di preservare lambiente
intatto e di far vivere ai visitatori esperienze di qualit.

Mamma e bambino ticos (foto Parallelozero)

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74

E di esperienze in questo Paese se ne possono fare veramente tante.


Su questa sottile striscia di terra stretta fra Oceano Pacifico e Atlantico vivono una maggioranza meticcia sullaltopiano centrale, pochi
gruppi di indigeni isolati nelle zone interne e una popolazione afrocaraibica sulla costa atlantica. La natura ricchissima e offre al viaggiatore esperienze diversificate.
Nei parchi costieri nidificano diverse specie di tartarughe marine, i fiumi e le coste sono ideali per percorsi in barca adatti agli appassionati di
birdwatching, le pendici dei vulcani attivi sono meta di trekking. Un
insolito e adrenalinico punto di vista sulla foresta tropicale pluviale
si ha camminando su ponti sospesi o facendo canyoning agganciati
a corde tese sopra le chiome degli alberi pi alti, volando a decine di
metri dal suolo.

Caimano (foto Anna Maspero)


Un viaggio in luoghi ancora incontaminati che lascia spazio allimmersione nella natura e allavventura. Un paese da cui si ritorna pi sereni
e forse con qualche utile ricetta per non perdere il sorriso con la stessa velocit con cui se ne va labbronzatura.
Anna Maspero - Esperta Kel 12
NdR: La parte di testo relativa alla felicit liberamente tratta dallultimo libro dellautrice Il Mondo nelle mani, Divagazioni sul viaggiare - Casa Editrice Polaris.

Intorno al 1950
un piccolo gruppo di Quaccheri,
un movimento
religioso protestante nato nel
1600 a Manchester e diffusosi negli
Stati Uniti, lasci lAlabama.

prontata a un pacifismo profondamente sentito. Inoltre il clima


fresco delle montagne era lideale
per lallevamento del bestiame e la
produzione del formaggio cui le famiglie volevano dedicarsi.

Si stabilirono nelle lussureggianti


montagne del nordovest della Costa Rica, convinti che solo trasferendosi in questo angolo remoto
di mondo avrebbero evitato la leva
per la guerra di Corea e avrebbero
potuto vivere indisturbati secondo i
propri principi. Chiamarono il posto Monteverde.

Negli anni 60 biologi e ricercatori incominciarono a interessarsi


allhabitat di Monteverde per il suo
straordinario patrimonio biologico
e la variet di fauna ricca di specie
endemiche. Nacque cos la Reserva Biolgica Bosque Nuboso Monteverde, risultato dellimpegno della comunit per preservare i bacini
idrografici e salvaguardare la fauna
selvatica.

La scelta cadde sulla Costa Rica


perch il paese aveva da poco abolito lesercito e aveva introdotto
nella propria Costituzione principi
di non-violenza, assolutamente in
sintonia con la loro filosofia im-

Un reportage del National Geographic del 1983 fece scoprire a un


pubblico pi vasto questa regione
e i visitatori, dalle poche migliaia
iniziali, iniziarono ad accorrere numerosi per ammirare la flora e la

fauna tipiche della foresta tropicale


nebbiosa. Ci vuole una buona dose
di fortuna per avvistare il raro Quetzal splendente (uccello dai meravigliosi colori), in compenso gli alberi
ospitano unincredibile variet di
fiori e piante epifite (che vivono su
altre piante) che attingono sostanze nutritive direttamente dalla nebbia che le avvolge.
La regione il luogo con il maggior
numero di orchidee nel mondo!
Non stato e non facile per la
comunit quacchera, che aveva
cercato un posto isolato in cui vivere, trovare un equilibrio fra il turismo e la difesa della natura e della
propria filosofia di vita semplice,
ma possiamo affermare che oggi
Monteverde diventata un paradiso delleco-turismo e un modello di
uno stile di vita attento al rispetto
della natura.

VIAGGIARE IN AMERICA LATINA CON ANNA MASPERO


Cile e Bolivia - Toccando il cielo - PARTENZA 09/05/2015
Per - Regni antichi tra le Ande - partenzA 13/08/2015

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75

VOGLIA
DI
AUSTRALIA?
Il NORTHERN TERRITORY ti aspetta
per vivere una vacanza allinsegna dellavventura e della scoperta!
Escursioni adrenaliniche, tuffi nelle piscine naturali, percorsi in fuoristrada e notti sotto il cielo stellato
dellOutback! Queste le emozioni che ti aspettano nel cuore rosso dAustralia: il Northern Territory!

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76

australiasoutback.it
Outback Australiano

Alla ricerca del "Tempo del sogno"

Transaustraliana
aborigena
Attraverso il Continente Rosso, per comprendere
la spiritualit degli aborigeni

a traversata del continente australiano in un unico viaggio pu sembrare un sogno. Dalle ventose
spiagge del Western Australia alle coste tropicali
di Broome e Darwin, passando per il Kimberley e il red
centre, con il monolita Uluru e la mitica Alice Spring. La
Grande Barriera Corallina al largo delle coste del Queensland e la vivace citt di Sydney affacciata sul suo porto naturale. Climi diversi, fusi orari, paesaggi desolati e
spiagge coralline, deserti e foreste lussureggianti, paesi
dispersi nel nulla e grandi metropoli si alternano in questo travolgente viaggio che diventa realt.

canti particolari, rappresenta la certezza di essere parte


del grande disegno creatore e le tracce musicali lasciate
dagli eroi del Tempo del Sogno ne sono la vivida testimonianza. Qui la spiaggia vive, come un serpente solitario
che lentamente striscia verso il suo destino, trascinando con s vite e morti, speranze e illusioni, amori e odi,
coraggi e paure.

Pitture rupestri (Foto Parallelozero)

Il tempo del sogno e la vera gente


Ma ci che spinge veramente a raggiungere lAustralia
sono i suoi antichi abitanti e il cordone ombelicale che li
lega alla madre Terra di cui sono stati i custodi per oltre
40.000 anni. La recente storia degli aborigeni, triste come
tutte quelle delle colonizzazioni sconsiderate, ha portato
alla luce un popolo dalla profonda spiritualit e una cultura millenaria che profonda conoscenza della Natura e
chiara consapevolezza del proprio ruolo in questo mondo.
Questa certezza affonda le radici nel Tempo del Sogno.
Le canzoni raccontano di mitologici antenati-eroi che,
cantando i nomi delle cose, donavano loro anche lesistenza. Questi giganteschi esseri antropomorfi cantarono
i paesaggi e i sentimenti, le regole e le astuzie, la vita e
la morte. Poi ritornarono dentro, da dove erano venuti,
lasciando segni inconfondibili nella natura e nella mente
degli uomini.
Celebrando le antiche canzoni, gli aborigeni rivivono la
magia della creazione, arricchendosi di conoscenza pratica e mistica. Il legame con la terra dorigine, che ha i suoi

77

Dal diario di unesperienza con gli aborigeni


Incomincia un periodo che mette a dura prova le mie
qualit di antropologo e di uomo; un lento avvicinamento
fatto di attese senza fine, di grandi delusioni, di errori, di
incomprensioni e di involontarie mancanze di rispetto. Oltre ai piedi doloranti per landare sempre scalzi, punture
di mille insetti e bruciature della pelle. Giro in bicicletta su
piste assolate, sempre con il didjeridoo (strumento musicale a fiato) a tracolla. Talvolta ritorno a Darwin, la splendida cittadina che ormai da mesi mi ha adottato. Cerco instancabilmente un contatto genuino, giorno dopo giorno,
settimana dopo settimana.
Proprio quando ormai sto convincendomi dellillusione romantica che inseguo, un incontro fortuito con una famiglia
di aborigeni Yolngu nei pressi della citt di Darwin cambia
radicalmente il corso degli eventi.
Tutto comincia come per gioco, sul ciglio di una pista polverosa: Matchoy che canta a squarciagola le sue nenie
strazianti mentre io lo accompagno suonando modestamente il didjeridoo e suscitando lilarit del resto degli
aborigeni.
Da quel giorno passato tanto tempo e ora anchio faccio
parte del loro clan!.
Il didjeridoo come un flauto primordiale e si trova in
natura: il tronco di eucaliptus, infatti, viene svuotato dalle fameliche termiti australiane. La pianta, destinata co-

Suonatore di didjeridoo (foto Nicola Pagano)

munque a morire, viene tagliata, ripulita, decorata ed


pronta alluso. Il suono, ripetitivo e profondo, sembra un
sussurro della terra. Si dice che il didjeridoo sia nato nel
nord dellAustralia, pi di 30.000 anni fa.
Quando il canto si fonde con le percussioni e con londa
ritmica del suono, latmosfera diventa evocativa, sognante, magico effetto del bastone del vento.

Cambio di prospettiva
Ancora dal diario: ... la mia ricerca, ancora rinchiusa nei
parametri razionali e temporali della cultura occidentale,
continua a infrangersi contro la superficialit e lincomprensione reciproca. Gli aborigeni sono impermeabili al
mio ragionamento complicato e logico, i miei occhi non
hanno la capacit di cogliere lessenza che si cela dietro
limmagine precostituita che forse ho di loro. Ma i mesi
solitari trascorsi negli immensi spazi australiani mi stanno cambiando. Il mio ritmo sta rallentando e la volont
frenetica di trovare quello che cerco sta lasciando spazio
al fatalismo e al gioco delle coincidenze. questa la chiave per accedere al loro mondo cos diverso: abbandonare
le aspettative e lasciare che la natura ritorni a dominare
le cose. I chilometri sono giorni e poi non sono pi nulla.
Il cammino vita e respiro. Il terreno ha infinite forme. Il
silenzio telepatia. Le rigide strutture della mia cultura
sono come sabbia tra le dita... assisto a eventi straordinari,
metamorfosi strabilianti, cerimonie cruente e liberatorie.
Ormai accetto senza dubbi lesistenza della dimensione sogno e
la considero alla stregua della realt. Piango e mi commuovo con la
stessa infantile sensibilit dei miei
compagni.
Rido, canto e imito gli animali danzando senza pudore. La mia voce,
nel didjeridoo, si trasforma in tutte
le voci del mondo.

Arte sacra celata agli occhi


del mondo
A Nourlangie, vicino allEast Alligator river, nel Kakadu National
Park, si circondati da imponenti
pitture rupestri. Intere pareti ricoperte di storie dai tratti color
ocra rossa e gialla, bianco e nero.
Raccontano degli antenati e delle
loro mitiche avventure durante il
Dreamtime. Insegnano tecniche di

78

Aborigeni durante una cerimonia funebre (foto Nicola Pagano)


caccia, indicano stagioni, cibi e utensili. Alcuni antenati
sono senza bocca perch la Verit non pu mai essere
pronunciata. E lunica forma di comunicazione scritta non
volatile adottata dagli aborigeni. Tutto il resto, disegni nella sabbia e body painting, era destinato a durare il tempo
di una celebrazione.

percorso), rendendola incomprensibile ai non iniziati ma


mantenendo il fascino e la suggestione di forme e colori
che rasentano larchetipico. Assorbita paradossalmente
dallArte Contemporanea (nonostante sia considerata la
forma darte continuativa pi antica dellUmanit) larte
aborigena ora presente nei musei pi famosi del mondo.

Solo negli anni 70 gli occidentali cominciarono a convincere i nativi a disegnare utilizzando supporti durevoli come
la corteccia e in seguito la tela. Ma questi meravigliosi
disegni, realizzati in diversi stili tradizionali (famosissimi
sono il puntiforme e le linee incrociate) erano sacri e
segreti, adatti solo a celebrare il tempo della creazione.
Cos, per affrancare larte dal suo ambito sacro, gli aborigeni decisero di rappresentare solo una parte dellintera storia (zoomando, per cos dire, solo un tratto del

Un viaggio che sfuma nelle strade cosmopolite di Sydney,


tra gallerie darte e club alla moda, seduti ad ascoltare un
gruppo di aborigeni (dipinti per i turisti e con lOpera House sullo sfondo) che suonano il didjeridoo a Circular Quay,
ormai immemori di ci che deve essere stata la baia di
Sydney prima dellarrivo di James Cook nel 1778, quando
il mondo non aveva alcun bisogno di essere trasformato,
ma solo di essere accudito. Era gi perfetto.
Nicola Pagano - Antropologo

79

numeri aborigeni
50.000 - 70.000 anni:
la societ aborigena
australiana
rappresenta la cultura pi
antica e continua della storia dellumanit.
Gli antenati degli aborigeni arrivarono sul
continente di Sahul, immenso territorio
che comprendeva Papua Nuova Guinea e
Australia, durante il Pleistocene. Attraversarono il mare su passaggi naturali
formatisi con labbassamento del livello
delle acque e diedero origine alle mitiche
leggende del Tempo del Sogno.

500.000 - 1.000.000 era il numero di


aborigeni che si presume vivessero in Australia quando il capitano inglese James
Cook approd per la prima volta nella baia
di Sydney; era il 1778.

250 lingue venivano parlate nel continen-

Le Bungle Bungle (foto Ente Turismo West Australia)


Ayers Rock-Uluru-(foto Nicola Pagano)

te ai tempi della colonizzazione. Alcune


erano estremamente differenti da altre,
proprio come oggi si distingue linglese
dal cinese.

700 diversi dialetti permettevano di comunicare anche con persone di idioma


diverso grazie alla musicalit della lingua
stessa. La melodia dei canti ancestrali, i
cardini della cultura orale aborigena, fungeva da traduttore.

100.000 bambini aborigeni sono stati


coinvolti nel terribile progetto di occidentalizzazione attuato dal governo australiano tra il 1910 e il 1970. Lallontanamento forzato dei bambini dalle famiglie, dalla
terra e dalla cultura tradizionale per assimilarli nella vita occidentale ha determinato per questi individui una totale perdita
di identit. Un atto barbaro che non a torto
stato definito un genocidio e una pulizia
etnica. La parola perdono per la stolen
generation stata ufficialmente pronunciata solo il 13 febbraio 2008.

80

Perth, Freemantle (foto Ente Turismo West Australia)

PERTH FREEMANTLE
Situata sulle
sponde dello
Swan River,
Perth il punto di partenza ideale per chi voglia avventurarsi
alla scoperta delle selvagge spiagge
a nord della citt e del meraviglioso
Deserto dei Pinnacoli.
Capitale del Western Australia,
il pi esteso degli stati australiani, Perth una grande e moderna
metropoli cosmopolita fondata nel
1829 e abitata oggi da quasi 2 milioni di persone.

Dal belvedere del Kings Park si


ammira dallalto sia il profilo della
downtown, con i suoi avveniristici
grattacieli, sia il fiume Swan, dalle
acque color indaco.
Ma la localit pi in di Perth sicuramente la storica citt-porto di
Freemantle, rinomata per la sua
interessante fusione di culture, per
la sua storia marittima e per i suoi
divertimenti.
Sedersi in uno dei numerosi alfresco caf (bar allaperto) sulla
South Terrace, una delle vie pi colorate e multietniche dellAustralia,

il miglior modo per scoprire lo


spirito di Freemantle, fra suonatori
e artisti di strada.
Gallerie darte, musei, antiquari, librerie e perfino il Gold Boom Pub,
dove si produce una eccellente birra
locale chiamata redback, costellano questo centro cos movimentato.
Freemantle considerato il porto
del XIX sec. meglio conservato in
tutto il mondo. Gli storici edifici del
porto e del centro, in stile coloniale, sono stati ristrutturati prima del
1987 quando Freemantle ospit la
Coppa America di vela.

CON NICOLA PAGANO IN AUSTRALIA


Transaustraliana partenze 01/08 e 05/09/2015

E NEL MONDO
Etiopia, lultima Africa: i popoli della valle dellOmo partenze 01/04 e 14/10/2015
Nepal, trekking dellAnnapurna partenza 25/04/2015
Nepal, il piccolo Tibet partenza 09/05/2015
India, Ladakh partenze 10 e 23/06/2015

visita il sito kel12.com

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La meraviglia dell'Indonesia

Indonesia, incontri
ed emozioni
Lincanto della Natura, fra foreste pluviali popolate
da orangutan, villaggi di montagna e regni sommersi

escrivere in modo esaustivo lIndonesia difficile, per la complessit di emozioni che questo
Paese pu regalare: arte, cultura, religione, natura si offrono al visitatore con una tale forza
che si pu solo trasmettere qualche suggestione dettata da
esperienze vissute, attraverso brevi schegge di viaggio.

rive del fiume e nel silenzio interrotto solo dal rumore del
motore, risuonano improvvisi versi sconosciuti che appartengono ai tanti animali che popolano indisturbati il Parco.
un paradiso di biodiversit, con oltre 230 specie di avifauna, fra cui rari uccelli acquatici, come gli aironi bianchi,
che stagionalmente compongono i cosiddetti bird lakes,
posandosi sulle acque.

Kalimantan, nel paese degli orangutan

Fortunatamente lEnte Parco esercita un controllo molto


attento sullimpatto del turismo e sono pochi i percorsi
che portano ai centri di ricerca, mentre il resto della foresta ancora vergine.

La barca lascia il Sekonyer, il fiume principale, per deviare


verso il pi stretto Kanjer. E si inoltra negli oltre 3.000 chilometri quadrati di terreno paludoso, canali e foresta tropicale affacciati sul Mare di Giava, nel Borneo indonesiano. Qui
inizia Tanjung Puting, riserva di caccia negli anni 30 e dal
1982 Parco Nazionale. Una fitta cortina di alberi di pandano
(specie arborea con lunghe foglie) ombreggia entrambe le

Kalimantan, Tanjung Puting N. P.

82

I centri di ricerca del Parco, che possono essere visitati


dai viaggiatori, sono stati istituiti con lintento di studiare e
reintrodurre nel loro habitat gli orangutan rimasti orfani o
malati. lunico primate di grossa taglia che vive fuori dal

Isola di Flores, Wae Rebo


continente africano e qui protetto. Si scende dalla barca,
attraverso un sentiero si raggiunge uno spiazzo dove si trova una piattaforma di legno e, in silenzio, si aspetta.
Un rumore di foglie calpestate e di rami spezzati e dimprovviso fa capolino una femmina di orangutan con un piccolo a
lei avvinghiato. Il brivido di emozione per un simile incontro
indescrivibile. I gesti materni della femmina di questi meravigliosi primati sono cos simili a quelli dellessere umano!
Il tempo di osservarla rapiti, ed improvvisamente dalla fitta
foresta esce un enorme maschio che caracollando si avvicina alla piattaforma. possente, con il muso simile a una
maschera e un ciuffo di capelli sbarazzino a formare una
sorta di parrucchino.
Ad una velocit impensabile, sbuccia ed ingoia una banana
dopo laltra e quando non ne restano pi di intatte ripassa in rassegna le bucce, per vedere se rimasto qualcosa.
Soddisfatto, scende dalla piattaforma e comincia ad incamminarsi sul sentiero dal quale sono arrivati i visitatori. Con
discrezione si pu seguire, basta tenersi a distanza mentre
lui, con la sua buffa andatura, prosegue, fermandosi di tanto in tanto e girandosi per vedere cosa fanno gli umani.

Lincontro con gli orangutan ha qualcosa di magnetico


ed ancestrale ed difficile staccare lo sguardo da loro e
prendere la via del ritorno. Ma la sera promette nuove suggestioni, mentre si consuma la cena sul ponte superiore
della barca e improvvisamente la notte offre agli occhi uno
spettacolo inaspettato: migliaia di lucciole danzano tra le
fronde delle palme di pandano, illuminandole come fossero
tanti alberi di Natale.
Wae Rebo, il villaggio tra le nuvole
alla mattina presto che si inizia un trekking nellisola di
Flores, attraverso uno stretto sentiero che si snoda tra la
folta vegetazione dalla variet fantasmagorica di colori e
forme. La foresta risuona del canto di centinaia di uccelli
tropicali che difficile individuare.
Dopo circa tre ore di cammino, si arriva al viewpoint, dove i
visitatori suonano un batacchio di legno che avviser il villaggio del loro arrivo. Il villaggio di Wae Rebo sorge isolato
in cima ad una montagna, su uno spiazzo circolare, circondato da altre montagne dalla vegetazione lussureggiante.
un antico villaggio delletnia manggarai, formato dalle

83

mbaru niang, alte case coniche costruite in legno e paglia,


con i lembi del tetto che sfiorano il terreno. La Casa delle
Cerimonie (drum house), di recente ricostruzione e di grandezza diversa rispetto alle altre, contiene tamburi e cimeli
ancestrali. La Casa appartiene a otto famiglie, discendenti
da un antenato comune, che in questo ambiente svolgono
riti e cerimonie. La sua struttura simboleggia lunit del
clan e i tamburi sacri, qui ospitati, sono considerati il mezzo
per comunicare con gli antenati.
qui che i visitatori stranieri devono entrare, appena giunti al villaggio, per presentarsi agli anziani e per porgere i
loro omaggi.
Dopo questa cerimonia avranno il permesso di vagare indisturbati per il villaggio, come amici, come gente conosciuta. Per gli ospiti gli abitanti hanno adibito una capanna,
perch passando del tempo con la gente, unintera notte al
loro villaggio, abbiano la possibilit di esperire il loro stile
di vita, i loro ritmi, di capire le loro tradizioni, gustando la
cucina locale e dormendo cullati dai rumori della foresta.
Navigando sopra i giardini di corallo
Il maestoso veliero indonesiano veleggia sulle acque cristalline del mare di Flores, punteggiato di isole, isolotti e
scogli. In lontananza, dalle barche dei pescatori con gli

Isola di Sumba, foce del fiume

84

enormi bilancieri vengono gettate le reti, nella speranza


di una ricca pesca. Le isole hanno lunghe lingue di sabbia
dorata, raggiungibili dalla barca con un gommone. Si pu
passeggiare sulla battigia o andare al largo a fare snorkeling : maschera, boccaglio, pinne e via, un tuffo in acqua. In
alcuni punti la corrente cos forte che sembra di volare a
pelo dacqua.
Lo spettacolo che appare appena sotto la superficie del
mare trasporta immediatamente in un mondo incantato:
un giardino di coralli dai colori e dalle forme pi bizzarre
ricorda una serra di piante tropicali. Non si pu non fermarsi, galleggiando nel blu, cercando di trattenere con gli
occhi quanti pi dettagli possibile, di fissare le immagini.
La tavolozza dei colori comprende tutte le sfumature del
rosso, del verde, del blu, del giallo, del marrone: come
entrare in punta di piedi in una dimensione irreale, nata
dalla fantasia di un grande artista.
Un movimento impercettibile che si coglie con la coda
dellocchio pu significare che, adagiata su un corallo viola di forma semisferica, una grande tartaruga sembra
quasi riposare, oppure, guardando pi attentamente, sta
consumando il suo lauto banchetto.
Le sorprese di questo regno sottomarino sono infinite: girando lo sguardo si pu vedere unaltra creatura che lo popola,

Isola di Rinca, drago di komodo


un delfino, oppure una manta che immobile, appena sotto il
pelo dellacqua, si sta facendo ripulire dalla corrente.
Ritornare nel mondo di sopra come un risveglio. Il tempo quando si scrutano i segreti del mare scorre in modo diverso, pi rapido, quasi si facesse un viaggio fra le galassie

alla velocit della luce. Un minuto nel mondo sommerso


pu voler dire unora di quello emerso. E poi improvvisamente cos come ci era apparso scompare sotto le onde.

Anna Canuto - Antropologa


e programmatrice Kel 12 per lIndonesia

LISOLA DEL DRAGO


A est di Flores,
fra le Piccole
Isole della Sonda, Komodo
uno dei pochi
luoghi al mondo dove si possono ammirare i pi
grandi sauri viventi, i varani che da
questo luogo prendono il nome di
Varanus Komodoensis.

corre fino a 20 chilometri allora e


sente gli odori a grande distanza.
Una macchina da guerra primordiale, da avvicinare con cautela
perch il suo morso potente provoca facilmente setticemie.

Pu raggiungere fino a 3 metri di


lunghezza e 60 chili di peso, ma

Si pu sceglie un breve percorso


di unora, oppure unescursione di

imperdibile un trekking nellisola,


accompagnati dai rangers per vedere i grandi draghi.

quattro ore che porta alla Baron


Hill, uno dei punti pi alti dellisola
dedicata al barone svizzero Rudolf
von Reding, ucciso dai varani. La vista durante la salita e sulla vetta
mozzafiato e spazia a 360 sullarcipelago.
Terminate le fatiche del trekking il
modo migliore per riposare Bidari, una baia con spiaggia bianchissima e acqua cristallina, dove
oziare o fare snorkeling.

Tutte le foto di questo articolo sono di Anna Canuto

SCOPRIRE L INDONESIA CON ANNA CANUTO E PAOLO GHIRELLI


Ultimo paradiso: in veliero nellarcipelago di Raja Ampat partenza 26/03/2015
Trittico indonesiano, tra natura e cultura partenze 15/07 e 02/08/2015
In veliero tra le isole della Sonda partenze 26/07 e 20/08/2015

visita il sito kel12.com

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Giappone: un matrimonio fra arte e natura

Viaggio al cuore
dello zen
Il Padiglione dOro riflesso nel lago, larmonia dei
giardini, il Vaticano del buddhismo zen. Scopriamo
i luoghi della tradizione accanto a una metropoli da
fantascienza: Tokyo

olore diffuso: madreperla. La luce


dellalba filtra attraverso la carta di
riso delle porte-finestre scorrevoli
e diffonde nellaria una tenue atmosfera madreperlacea. Il Monastero del Drago
del Cielo sta iniziando una nuova giornata, e
noi con esso. Buon mattino, viaggiatori. Siamo nel Tenryuji, uno dei non molti monasteri zen del Giappone che accolgono visitatori,
desiderosi di conoscere il buddhismo zen nel
solo vero modo: sperimentandolo. Per 24 ore
vivremo infatti la vita di un monastero buddhista giapponese. Oggi non avremo le comodit
degli alberghi a cinque stelle ma so che da
qui usciremo arricchiti di unesperienza davvero unica. Perch un privilegio essere qui:
il Tenryuji, cio il Monastero del Drago del
Cielo, annesso al Vaticano del buddhismo
Zen Soto, il glorioso Eiheiji, citt-tempio nascosta in una foresta sulle montagne, a Fukui,
a nord di Kyoto. L Eiheiji un luogo che ben
pochi turisti occidentali hanno sentito nominare, e ancor meno hanno potuto visitarlo.
Noi lo vedremo dallinterno: settanta padiglioni immersi fra aceri secolari, dove ogni giorno
150 monaci zen si dedicano ad arti antiche.

La Pagoda doro a Kyoto

qui che andremo, al termine del nostro viaggio al cuore


della tradizione giapponese, in luoghi di grande bellezza,
ricchi di storia e di spiritualit. Nel giardino del Tenryuji, per
esempio, ci osserva la statua del grande poeta Basho, che
qui 350 anni fa compose alcuni meravigliosi haiku, brevi po-

esie di tre versi che sono piccole illuminazioni zen. Fra


poco seguiremo labate nella sala delle preghiere e poi chi
vorr potr andare con lui nella sala da meditazione. Perch non provare? In fondo, la parola zen significa proprio
questo: meditazione.

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Il Grande Buddha che sopravvisse allo tsunami


Il Tenryuji e lo Eiheiji saranno solo la tappa finale del nostro
viaggio nello zen e nelle tradizioni nipponiche, un viaggio che
attraverser le pi importanti citt del buddhismo giapponese (di scuola zen ma non solo): Kamakura, Kyoto e Nara.
Kamakura la pi vicina a Tokyo e per raggiungerla basta
unora di viaggio sullo Shinkansen, il celebre treno-pallottola ad altissima velocit. Capitale del Paese fino al 1333, Kamakura conserva 65 templi e 19 santuari, ma anche celebri
capolavori darte come il maestoso Daibutsu Sama, il Grande
Buddha in meditazione alto 11 metri, realizzato in bronzo nel
1252. Anticamente si trovava allinterno di un tempio di legno che per fu spazzato via da uno tsunami. Solo la statua
in bronzo resistette alla catastrofe e oggi possiamo quindi
ammirarla allaperto, in mezzo al verde, esempio fortuito ma
elegantissimo di integrazione tra arte e natura.
Kyoto e Nara, dove arte e natura si sposano
Oltre 1800 templi e centinaia di santuari incorniciati da boschi e giardini incantevoli: benvenuti a Kyoto, una delle citt
pi affascinanti non solo del Giappone ma dellintera Asia.
Per la sua importanza culturale e spirituale questa antica
capitale imperiale un vero e proprio sacrario della cultura
tradizionale giapponese, miracolosamente risparmiato dai
disastri della Seconda Guerra Mondiale.
Noi ammireremo i templi principali come il Nanzenji (13
secolo) e il Kiyomizu Dera, da cui godremo del panorama di
tutta Kyoto, ma visiteremo anche i simboli del potere della

Il Monastero di Eiheiji
citt come il Castello di Nijo, residenza di uno degli Shogun
che si avvicendarono come generali in capo e dittatori del
Giappone. Ma Kyoto vi conquister anche con un esempio
perfetto di matrimonio fra arte e natura: il Padiglione dOro, o Kinkakuji, un luogo la cui magia ha ispirato uno dei
capolavori del grande romanziere Mishima Yukio (intitolato appunto Il padiglione doro). Creato come dimora privata
di uno Shogun nel 1397, il padiglione deve il suo nome alle
lamine auree che lo ricoprono ma lascia assolutamente incantati anche per la sua posizione, immerso fra gli alberi
e riflesso nellacqua del lago antistante, meraviglioso fra i
colori cangianti delle foglie in tutte le stagioni.
Questo raffinato equilibrio fra ambiente e opere delluomo,
cos tipico della tradizione giapponese, lo ritroveremo anche nella piccola e tranquilla Nara, la citt delle gazzelle,
cos chiamata perch i suoi numerosi parchi pullulano di
gazzelle che non raro incontrare nelle strade o davanti a un
semaforo, e dove ammireremo i grandi templi buddhisti ma
anche dello Shinto, lantica religione giapponese della natura,
connessa allorigine divina della dinastia imperiale.

88

Kyoto
I samurai in meditazione e i giardini zen
Nelle citt buddhiste lungo il nostro itinerario troveremo
oltre a maestosi templi e magnifiche opere darte i celebri
giardini zen.
I primi giardini di questo genere furono creati intorno al tredicesimo secolo, quando in Giappone divenne importante la
classe dei samurai. Ispirati da un codice donore che seguiva il
principio buddhista del distacco dalle emozioni, i samurai miravano a combattere come perfette macchine da guerra ma
senza odiare lavversario. Per raggiungere concentrazione e
distacco, prima della battaglia i samurai erano soliti sedersi
davanti a un giardino zen per meditare insieme ai monaci.
La tradizione giapponese sottolinea un concetto che a volte noi occidentali dimentichiamo: contemplare la Bellezza educa luomo. La contemplazione un esercizio spirituale il cui scopo incorporare le qualit di ci che si
contempla: quindi se un giardino armonioso anche chi
lo contempla diventa consapevole di quellarmonia. Cio
diventa una persona migliore.

Oggi come ieri, lo zen una filosofia pratica che indirizza la


persona ad avere consapevolezza di s e grande attenzione
al momento presente, al qui-e-ora, in base a due principi
fondamentali: essenzialit e intuizione. Il giardino zen riflette proprio questi due principi.
infatti un giardino essenziale, cio un giardino dove la
natura stata spogliata dei suoi abiti superflui (le piante, i fiori, lacqua) e condensata in una rappresentazione
astratta, come un quadro dove gli unici elementi sono le
pietre, che rappresentano le montagne, e la sabbia (o ghiaia bianca) rastrellata a onde, che rappresenta lacqua.
Nientaltro. Larmoniosa bellezza di questo quadro non va
capita intellettualmente, va apprezzata intuitivamente: non
con la testa ma con il cuore.
Il segreto del giardino perfetto
Il fascino dei giardini zen non ha mai mancato di stregare i visitatori occidentali in Giappone. Fra questi, anche
il grande etnologo e scrittore Fosco Maraini (padre della
celebre scrittrice Dacia Maraini). Nel suo bellissimo libro

89

Giardino fiorito
Ore giapponesi, Fosco Maraini descrive il pi famoso giardino zen, il Ryoanji, che si trova a Kyoto. Ecco cosa scrive:
Questo giardino il pi singolare, ardito, profondo di tutta
Kyoto. Una distesa di candida sabbia, rastrellata con alta
precisione in fittissime linee parallele, e quindici sassi, fra
grandi e piccoli. In quanto a vegetazione, vi sono soltanto

Il giardino zen Ryoanji

gli umili licheni coloriti sulla pietra e qualche bordura di


muschio intorno alle rocce maggiori. dunque un giardino astratto. Bellezza come armonia pura di rapporti fra
oggetti nello spazio. Un viaggio diretto in quel nulla da
cui nasce il tutto: un amplesso folle e casto con la matematica delle sfere celesti, la musica della vita.
Maraini lo definisce un poema zen fatto di minerali e di
luce, che fu realizzato nel
1499, cio quattro secoli
prima che i nostri astrattisti
scoprissero, per altre vie, lo
stesso linguaggio.
Come abbiamo visto, per i
giapponesi
contemplare
larmonia essenziale di un
giardino zen, la sua alternanza di pieni e vuoti, la sua
silenziosa bellezza, un
esercizio spirituale. In particolare, il Ryoanji di Kyoto
diventato un famoso luogo
di meditazione anche perch
cela un segreto.
Le sue 15 rocce sono disposte a piccoli gruppi seguendo

90

un criterio particolare: da
qualsiasi punto si osservi il
giardino, impossibile vedere tutte e 15 le pietre, perch
ce n sempre una nascosta
allocchio dellosservatore.
Perci il Ryoanji una rappresentazione del mistero
della Natura: c sempre
qualcosa in lei che sfugge
alla nostra comprensione.
N fine, n inizio:
conta solo il presente
Giunti a conclusione di questo articolo voglio svelarvi
un piccolo segreto: ho scelto di illustrarvi il viaggio a
ritroso, partendo dallultima
tappa per finire accennando
alla prima, Tokyo, la metropoli fantascientifica, creativa e
ipertecnologica che sapr stupirci di giorno e di notte, con
la sua vitalit e i suoi milioni di luci che fanno impallidire
New York.
Perch ho scelto di iniziare con la fine e terminare con
linizio? Perch la fine e linizio, come il futuro e il passato, non hanno importanza per lo zen: ci che conta solo
il presente, lattenzione assoluta al qui-e-ora, fonte di
consapevolezza. Perci puntate i vostri occhi sullattimo

Tokyo
fuggente. E ricordate questo proverbio zen: Luccello del
paradiso si posa soltanto sulla mano che non lo ghermisce. Arrivederci in Giappone.

Marco Restelli
Autore di vari libri sulle culture asiatiche,
docente allUniversit degli Studi di Milano,
giornalista specializzato sullAsia, blogger di MilleOrienti
(www.milleorienti.com)
Foto Archivio JNTO

Il ryokan: come in una casa del vecchio Giappone


In questa full
immersion
nella tradizione giapponese non poteva
mancare una
notte in un ryokan. Nulla di pi
diverso dagli alberghi occidentali.
Proveremo lesperienza di queste
antiche, raffinate locande ancora
oggi tanto diffuse quanto amate dai

giapponesi. Camere spaziose dotate solo di porte scorrevoli (shoji);


pavimento coperto da tatami in paglia di riso; di giorno si circola vestendo uno yukata, cio una specie
di kimono bianco e blu, mentre di
notte si dorme su un futon (comodo, non preoccupatevi).
In camera si cammina solo con
le calze, mentre in ciabatte nel
resto del ryokan: le scarpe si la-

sciano allingresso. Il Giappone


ha una grande tradizione termale e nei ryokan si trova sempre un onsen, una fonte calda in
cui immergersi dopo che uomini e donne si sono lavati in ambienti separati: sia la vasca da
bagno sia lonsen sono il luogo
del relax, dove entrare gi puliti.
Provando, almeno per un giorno, il
gusto di vivere alla giapponese.

IN GIAPPONE CON MARCO RESTELLI


I due volti del Giappone: dalla modernit al cuore dello zen - PARTENZA 19/09/2015

ANCORA CON MARCO RESTELLI


Sri Lanka - I tesori del buddhismo antico e il Festival di Kandy - PARTENZA 23/08/2015

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91

In cammino nell'Asia centrale

Tra monti celesti e


montagne nere
Kirghizistan, Cina, Pakistan: tre mondi da
scoprire. Tra guerrieri, cantastorie e mercanti

onti, altipiani e valli. Pascoli, yurte e cavalli. Tre,


quattromila metri con lo sguardo che scivola
sullerba umida o sincaglia su un picco, su una
cordigliera. quass, nel cuore dellAsia, che sappollaia il Kirghizistan, la Terra dei kirghizi. Periferia massima
del vecchio dominio sovietico, linizio del nostro viaggio.
Un viaggio in tre mondi diversi, casa, a loro volta, daltri
mondi. Infiniti, come tutti. Guardo la cartina verso sud, la

mia meta. Una traccia sgorga tortuosa dalle rive di quel


residuo di mare interno che dai tempi antichi s chiamato
Turkestan, valica contrafforti rocciosi e va ad arenarsi nella fertile pianura del Punjab, la terra dei Cinque Fiumi, a
Lahore. Forse per unirsi allIndo. Io non lo so. Ma so che
quella traccia mette i brividi. La scoperta di questangolo
dEurasia, dietro le migliaia di trib nomadi che nei secoli
dei secoli lhanno solcato, porta con s la conoscenza di

Strada per Khunjerab

92

Donna a Kashgar
gente che ha studiato il russo a scuola, ha usato il rublo,
e per molto tempo ha guardato a Mosca come al caput
mundi. Maledetta Mosca. Benedetta Mosca. Anche sugli
altipiani verdi, pascoli di infinite mandrie di cavalli e campi
di tende fumanti di kumys, il latte di giumenta. Dove si
passa lestate, tra le transumanze. Dove una yurta casa,
col pavimento di tappeti e le pareti di tessuti. E i mobiletti
logori, che gli manca una zampa. E il focolare.

Manas, leroe della steppa


Sui monti del Kirghizistan ha scorrazzato il suo eroe, le
cui gesta zampillano tra le parole degli akyn, i cantastorie,
come le mille leggende e miti che aleggiano, spiriti dogni
luogo di questo piccolo paese. Nei fiumi, tra i Monti Celesti, nei laghi termali. Si chiamava Manas e, sgomitando
tra le orde dei cugini turchi e i possenti regni del Catai,
ha guadagnato alla sua patria questo lembo di terra. Fu
in unepoca fuori dal tempo. Quando ancora non sorgeva
il possente moncone del minareto di Burana, nellantica
capitale dei karakhanidi. Ben prima dellanno Mille, calando profugo dalle steppe mongole e dalla taiga siberiana.

Come loro, caliamo anche noi. Scappiamo da Bikek, capitale ristrutturata ma sempre scialba, rendiamo onore
alle terre di Manas e scolliniamo.

Ed subito Cina
La collina un monte. un passo a 3.900 metri. in fondo a una pista bianca lungo il filo spinato, retaggio daltri
tempi sempre pronti a ritornare. Di qui cera lUrss, di l
c ancora la RPC, la Repubblica Popolare Cinese. Spunta
irta della sua burocrazia, delle ispezioni, dei soldati senza
sorrisi, orgogliosa dei palazzetti lindi nelle lande secche
della Provincia (sempre meno) autonoma dello Xinjiang, la
terra degli uighuri, anchessi turchi e islamici come i kirghizi, ma non cos liberi di esserlo. Specie dacch ondate
di cinesi han hanno cominciato a sciabordare dallEst e ad
annacquare il fiero retaggio del loro sangue che, sgorgato
tra genti mongole del Nord, da secoli circola per le vene
del bacino del Tarim e del deserto del Taklamakan.
Scivola, la strada, dal passo fino a valle, accanto a contadini e pastori che rincasano con le zappe e con le bestie. Scivola fino a Kashgar, da secoli estremo avamposto

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dellImpero di mezzo sulla Via della


seta, col suo celeberrimo mercato
domenicale. Magnete per mercanti e
turisti, ora il solerte governo pechinese lha canonizzato rendendolo permanente, un enorme bazar coperto e
sempre attivo. Avr guadagnato affari,
ma di certo ha perso fascino, quello
dantan di cui gli emuli di Marco Polo,
sempre pi numerosi, son ghiotti.
Meno male che rimasto quello del
bestiame: schiere di pecore, cavalli,
cammelli battriani, yak, tra i pioppi
in un deserto di periferia, lontano dai
nuovi fiumi di traffico, gli sfavillanti
centri commerciali che assediano
il bel centro storico (in ristrutturazione alla cinese), tra i quali persino
lenorme Mao Zedong di Piazza del
Popolo sembra aver timore dabbozzare il suo ancora eminente saluto.

Nel Karakorum, tra le Montagne Nere


A noi per arriva, il saluto. Lo ricambiamo, prima di ripartire verso sud, sulla strada del Karakorum, la Karakoram
Highway (o KKH), che da qui sale fino al passo Khunjerab
(4.872 metri) e poi ridiscende in terra pakistana fino quasi
alla capitale Islamabad.

Lago Karakul

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Kashgar: Mao Zedong


Pi di mille chilometri di cui almeno la met tra i monti, anche qui. Sette, ottomila metri, che ti senti una formica sullaltare di San Pietro su quella strada che serpeggia in bilico tra
lIndo grigio dalluvione e le nuvole bigie di monsone.
un riassunto dei sentieri delle mulattiere che da millenni
hanno permesso a uomini e idee di far la spola tra le due realt pi significative dellAsia: il mondo cinese e quello indiano.

Baffi scuri, sorrisi sinceri e sguardi curiosi,


da Gulmit a Gilgit, e da qui fino a Islamabad,
e ancora nellAzadi Kashmir, il Kashmir libero del Baltistan, dove occhieggia il K2,
a Skardhu, a Khaplu, sulla strada (proibita)
verso il Ladakh e il Tibet.
Lahore lontana, in fondo alla strada.
Capitale dellimpero Moghul allepoca di
Akbar (1584-1598), discendente di Babur
la Tigre e Tamerlano lo Zoppo, un tesoro dellarte e dellarchitettura locale, con
musei e moschee tra le maggiori dAsia.
Qui, nel Punjab, laria sudore, odore,
le strade son dense di gente, di clacson e

Yurta kirghiza
Approdiamo subito alla valle del fiume Hunza, perla sul
filo di questa strada dincanto che, gi Via della seta,
ora una Via del petrolio, quello che vi transita dal porto
pakistano di Gwadar, sul Mare Arabico, dal 2013 ceduto
ai cinesi per i traffici col Golfo Persico e il Mediterraneo.
Noi, nel saliscendi pietroso dei Territori del Nord, doasi
in oasi, tra i muretti e le scacchiere degli orti darlecchino, stringiamo mani diverse. Genti indoeuropee, ma anche turche e tibetane, filtrate, nel tempo, tra i canyon del
Karakorum, del Pamir, dellHindukush, dellHimalaya,
che qui, tra le pieghe del tetto del mondo, han costruito
regni e castelli, riuniti sotto la buona pace pakistana solo
una cinquantina danni fa.
Le antiche residenze dei mir e dei raja, i signorotti, sono
state da poco restaurate grazie allAga Khan, che qui sostiene accoliti sciiti ismailiti. E ora si visitano e in alcuni,
fatti hotel e ristoranti, ci si dorme di lusso, persino, e ci
si mangiano leccornie, come facciamo noi. Posti da favola
orientale, spesso come nidi daquila, sui picchi, per controllare i passi.Lodore di naan col montone e le spezie spira dai
fuochi delle botteghe scure, in tutti i bazar. Tessuti e berretti
a tappezzare pareti e soffitti, coi mercanti svaccati tra gli abiti-uniforme nazionale, camicioni lunghi e pantaloni larghi, i
shalwar kamiz. Ehi you, come in, vieni, entra a vedere il tappeto, i rubini, largenteria, vieni per un t con due chiacchiere.

Lago di Attabad-Pakistan
smog. Dense di miserie e carit. Lannusiamo con avidit,
quella curiosa, vorace di mondo, perch in un momento
svanisce. Lahore, per noi, gi Italia.

Paolo Brovelli - Scrittore e geografo

Tutte le foto di questo articolo sono di Paolo Brovelli

in viaggio con paolo brovelli


Karakorum Highway, dallAsia dei nomadi alle pianure dellIndo partenzA 04/08/2015
Il meglio del Guatemala e Copan partenza 21/04/2015
Georgia, tra i monti del grande Caucaso e il Mar Nero partenza 28/05/2015
Le civilt cristiane del Caucaso - PARTENZA 12/06/2015
Brasile, Argentina, Paraguay, Bolivia - In viaggio con linfame - PARTENZA 04/07/2015
La grande via della seta - PARTENZA 09/09/2015

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L'isola ai confini dell'Europa

Islanda dacqua
e di fuoco
Un Paese estremo fra salti dacqua colonne di fumo
e ghiacci perenni

Islanda una delle pi giovani terre emerse del


nostro pianeta. Ed anche quellisola dalla forma strana e frastagliata che da piccoli, a scuola,
si guardava con curiosit sulle carte geografiche,
incastonata nellOceano Atlantico settentrionale tra la
Groenlandia e la Gran Bretagna.

UN LUNGO UNICO GIORNO


Appena atterrati gi sintuisce che qualcosa di strano aleggia nellaria. Il clima pungente, sono le due di notte, ma
c luce perch a ridosso dellestate, quando da noi le giornate si allungano, l la notte sparisce e da quel momento
fino alla fine del viaggio si vive in un unico lungo giorno.

Quello che rende famoso questo Paese la sua attivit geologica, in particolare quella vulcanica, che dalle viscere
della Terra ha espulso una quantit immensa di materiale
fuso fino a formare lisola che oggi possiamo ammirare.

Tanto vale partire subito e, lasciata Reykjavik, dirigersi verso il famoso circolo doro, ovvero una serie di localit interessanti concentrate in unarea molto ristretta.

Da giugno a fine agosto, nel periodo estivo, lIslanda


sboccia come un fiore a primavera, mostrando la sua
bellezza particolare. La si pu percorrere in auto sulla
sua strada principale, la jvegur 1 o Hringvegur, che
come un anello fa il giro di tutta lisola. In questo modo
si toccano i punti pi interessanti e dietro ogni curva c
sempre una sorpresa.

Le coste di Dyrhlaey (foto Archivio Kel 12)

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ingvellir si trova a circa 50 Km dalla capitale: unenorme cicatrice della crosta terrestre nata dalla separazione della zolla europea da quella americana.
Unaffascinante passeggiata di circa un chilometro percorre
parte di questa area martoriata dai fenomeni geologici. Da
cui si contempla un paesaggio magico, fatto di laghi, profonde
spaccature e piccole cascate, eletto Patrimonio dellumanit
UNESCO e Parco Nazionale.

GIOCHI DACQUA DELLALTRO MONDO


Ma lIslanda riserva ancora tante sorprese. La prossima
quella pi rappresentativa di questa terra: Geysir, il pi
antico geyser conosciuto. Dopo meno di 50 Km, infatti, si
arriva in un posto che non sembra appartenere a questo
pianeta. Ci si catapulta in un paesaggio da girone dantesco, fatto di colori vivaci, pozze ribollenti e fumosi rivoli
di acqua.
Ma in mezzo a tutto ci si scopre una placida pozza dacqua
cristallina, che in pochi minuti si gonfia fino a formare una

Paesaggio tra i fiordi del nord (foto Omar Fragomeni)

enorme bolla turchese che collassa su se stessa e sparisce ingoiata dalla terra. Lesplosione che ne segue fa quasi
paura e una colonna dacqua di venti metri fa sussultare e
lascia a bocca aperta e naso allins chi la osserva.
Non paghi, ci si dirige alla volta di Gullfoss, nota per le
sue grandi cascate. Non sicuramente laltezza del salto

la sua qualit, ma la quantit di acqua che la rende una


delle pi imponenti dIslanda. Appena esce un raggio di
sole, uno splendido arcobaleno incorona il magnifico teatro naturale, un mondo dacqua dove il frastuono della
cascata protagonista indiscusso.
Proseguendo verso sud-est il paesaggio, come per tutto il
viaggio, cambia e stupisce sempre: da un lato loceano e
dallaltro le montagne ricoperte da un manto verde smeraldo. Lungo la strada ci si imbatte nelle romantiche cascate di Seljalandsfoss, un lungo salto dacqua che quasi
si vaporizza prima di cadere in un laghetto con un rombo assordante. Il paesaggio
intorno, con i suoi mille colori sgargianti
ed altri salti dacqua minori, fa da cornice, ma la vera emozione percorrere la
stradina che, tra i vapori, si inerpica fino
a girare dietro questa massa dacqua imponente.
Unaltra cascata attende i visitatori a Skogafoss. Qui anche una giornata piovosa
e grigia sembra lambiente giusto per
ammirare in tutta la sua bellezza questo
spettacolo della Natura. Si raggiunge facilmente, con un brevissimo tragitto a piedi e si potrebbe arrivare fino alla sua base,
se non fosse per la potenza dellacqua in
caduta libera. Il percorso continua e si
inerpica sulla parete grazie ad una lunga
scalinata che porta fin alla sommit. Questo non che il
punto di partenza per un trekking davvero affascinante.
SPIAGGE NERE E CALOTTE GLACIALI
Dirigendosi verso loceano cambia il punto di vista e si
hanno nuove suggestioni. Si raggiunge Dyrholaey, un capo
a strapiombo sul mare circondato da spiagge di sabbia
vulcanica nera.
Lungo la strada dobbligo un breve pit stop a Vik, piccolo
villaggio sulla strada, per ammirare dalla battigia lavica i
faraglioni di Reynisdrangar che si stagliano allorizzonte.
Di qui ci si avvicina ad un ambiente ancora pi severo, dominato dai ghiacci del Vatnajkull, la calotta glaciale pi
grande dEuropa e la quarta al mondo.
La visita allo Skaftafell National Park imperdibile: non ci
sono strade, ma una rete di sentieri offre lopportunit di fare
dei trekking avvincenti, fra montagne, ghiacci e fenomeni
vulcanici. Lenorme ghiacciaio di Jkulsrln, a picco sulle
acque della baia, non certo meno entusiasmante, grazie
allo spettacolo degli iceberg color turchese.

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Case di torba a Glaumbr (foto Archivio Kel 12)


Lest dellIsola si annuncia con la bellezza delle cascate
di Hengifoss e consente al visitatore di entrare nel cuore
della vita dei villaggi islandesi, a Egilsstair e soprattutto
a Bakkageri. Qui si respira latmosfera di un minuscolo
borgo di pescatori, con una suggestiva chiesetta ed una
casa col tetto di torba.

Iceberg nella laguna diJkulsrln (foto Omar Fragomeni)

Il piccolo centro riserva una sorpresa nel porticciolo, da cui si


vede unisola: in questo luogo, nel mese di giugno, nidificano
a pochi metri dai pescherecci migliaia di Pulcinella di mare,
per la gioia degli appassionati di birdwatching che potranno
osservarli da posizione molto ravvicinata senza disturbarli.
FUOCO E VAPORI, IL RESPIRO DELLA TERRA
Proseguendo verso ovest si giunge nel
punto pi estremo dellIslanda, dove si
avverte davvero il respiro della Terra e ci
si rende conto di quanto siamo inermi di
fronte a tanta potenza e bellezza.
Per arrivare al cratere esplosivo di Viti
con il suo placido laghetto nel centro, si
passa davanti alle centrali geotermiche
che captano le acque bollenti del sottosuolo per immetterle nella rete che riscalda tutto il Paese.
A pochi chilometri dal cratere, i campi di
Nmafjall sono lespressione della forza delle viscere della nostro Pianeta. Un
inferno di fumarole, vapori sulfurei, soffioni e pozze ribollenti di fango sono uno
spettacolo impressionante. Ma anche qui
lIslanda rivela la sua doppia natura, fatta

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di fuoco e acqua, che in questa terra si esprimono con una


possanza da alba del mondo: le cascate di Dettifoss, infatti, sono
le pi grandi dEuropa e lasciano assolutamente senza fiato.
Tanta violenza degli elementi sembra avere unorigine sovrannaturale e cascata degli dei risulta un nome decisamente
appropriato quando, passato il lago Mvatn, ci si para davanti
Goafoss, con la sua impressionante massa liquida.

Omar Fragomeni
Geologo e guida naturalistica
Pulcinella di mare nei pressi delle scogliere di Vik
(foto Omar Fragomeni)

VADEMAECUM ISLANDESE
Partendo dal centro di accoglienza
dello Skaftafell
National Park,
si possono imboccare diversi
percorsi escursionistici. Interessante e molto facile, un trekking di circa
venti minuti porta proprio ai piedi di un
imponente ghiacciaio. Latmosfera
primordiale, i contrasti di bianco e blu
del ghiaccio con la sabbia nera lasciano stupefatti. Anche il breve trekking
di trenta minuti alla scoperta delle
cascate di Svartifoss, note per i basalti
colonnari che la circondano, non pu
mancare.

rendono molto suggestivi. Se non si in


macchina esistono collegamenti pubblici. Unidea speciale dedicare un po
del proprio viaggio a prestare servizio
come volontario dellArctic Fox Center
di Savk

La crociera giornaliera alla ricerca


delle balene da non perdere. Da
Hsavik, scegliendo la migliore offerta
delle due compagnie, si pu fare unesperienza indimenticabile alla ricerca dei giganti buoni solcando le onde
delloceano e avvicinandosi fino a poterli quasi toccare.

ISLANDA NEL PIATTO


La cucina Islandese ha due basi: il pesce
e la carne di agnello. Il pesce rimane il
piatto pi diffuso: aringa, merluzzo, salmone e trota si mangiano freschi, bolliti
o al forno con patate e verdure o affumicati. Il piatto nazionale il orramatur ,
consumato nel mese di orri, in gennaio
e febbraio, costituito per lo pi da frattaglie di agnello, sanguinaccio, salsiccia di
fegato e pesce essicato.

I fiordi dellovest sono la zona pi


remota dellIsola. I paesaggi, le insenature e i piccoli villaggi di pescatori li

Reykjavik una citt universale,


tutta da scoprire. Locali, negozi,
parchi e strade sono trendy, come la
gente che la abita. La chiesa di Hallgrmskirkja il cuore della citt, ma
le attrazioni culturali e mondane sono
numerose. Il municipio e il parco lacustre adiacente rispecchiano larmonia fra modernit e natura, punto
di forza del popolo islandese.

ll dessert pi popolare lo Skyr,


una sorta di yogurt da latte cagliato
molto delicato e saporito.
Il Brennivin, unacquavite potente
derivata dalla distillazione delle patate e aromatizzata con il cumino, il
digestivo nazionale, forte come il carattere degli Islandesi.
SHOPPING ISLANDESE
I monili realizzati in pietra lavica
sono sempre originali. Dalla bigiotteria alla gioielleria raffinata non c
che limbarazzo della scelta.
Un piccolo folletto portafortuna
sempre un regalo gradito. Forse anche lunico modo per vederli, se non
si ha avuto la fortuna di incontrarli in
viaggio.
Il Brennivin, potente acquavite, capace di riscaldare anche le serate pi
gelide Il carburante degli islandesi
La lopapeysa un tradizionale maglione lavorato a mano. La scelta di
fogge e colori ampia e il loro calore
imbattibile.

Full islanda
Terra di ghiaccio e di fuoco - partenze 16 e 25/05/2015; 06, 15 e 24/06/2015; 04, 13 e 22/07/2015; 01, 15 e 24/08/2015;
02/09/2015

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Storie e uomini nel Grande Nord

Navigare in Norvegia.
Storie di uomini e di
natura
I ghiacci artici, lorso polare, i villaggi di pescatori e
le citt dei mercanti. Seguendo le orme dei grandi
esploratori e dei postali dei fiordi

l Grande Nord ha sempre esercitato sugli uomini un


fascino assoluto, che va oltre gli interessi commerciali
che da sempre hanno mosso la navigazione sui mari.
Laddove limpresa rasentava limpossibile e il territorio
appariva totalmente inospitale, infatti, lattrazione lungi dallo scemare si ravvivava. La conquista delle terre dei ghiacci
narra dei mitici passaggi a Nord-Ovest e a Nord-Est che
dalla scoperta delle Americhe dovevano essere il link che
tutto univa, quando viaggiare era ancora cosa di mesi se
non di anni. Unepopea fatta da mercanti e avventurieri,
uomini nobili ed altri che non avevano nulla da perdere,
tutti, comunque, non comuni, che non tremarono di fronte allimponenza della natura. Viaggiare insieme a noi nel
Grande Nord vi far sperimentare la maestosit di questo
ambiente estremo, per vedere con i vostri occhi quello che
gli occhi degli esploratori del passato videro.
La porta del Polo Nord
Un richiamo che, sembra, sent per primo il greco Pitea,
contemporaneo di Aristotele, che nel 325 a.C. si spinse oltre
le Colonne dErcole e aggir le isole britanniche, cercando la terra di Thule, navigando verso il mare cagliato dal
ghiaccio (forse in Norvegia, forse in Islanda) e per primo
descrisse laurora boreale e il sole di mezzanotte.
Se limpresa di Pitea avvolta nel mito, si ha invece notizia
dei vichinghi che solcarono i mari ghiacciati intorno allanno
mille e i cui nomi sono evocativi di questi popoli intrepidi:
Gardar Svavarsson, il norvegese che per primo, mancando

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le isole Fr er, mise piede in Islanda, Gunnbjrn Ulfsson


che dopo essersi perso arriv in Groenlandia, dove si insedi anche il famigerato pirata Erik il Rosso.
Ma la stagione delle grandi esplorazioni europee inizi a
fine XVI secolo, quando lolandese Willem Barents scopr
le Svalbard, chiamate Spitsbergen per la spettacolare forma appuntita delle montagne che emergono dallOceano.
Da qui, da Longyearbyen, capoluogo delle Isole, ci imbarcheremo sulla MS Ortelius per poi arrivare in volo fino a
Troms, la capitale dellArtico, detta la Parigi del Nord,
per la sua vivacit sociale e la piacevolezza del trascorrervi
un po di tempo. Salendo a bordo ricordatevi che questi luoghi sono sempre stati il punto di partenza delle spedizioni
alla conquista del Polo Nord, lultimo lembo di civilt prima
dei ghiacci perenni che videro intrepidi del calibro di Henry Hudson che mor alla deriva della baia omonima per un
ammutinamento; Roald Amundsen che salp sfuggendo ai
creditori su di una nave da aringhe rimaneggiata; Umberto Nobile che cadde col dirigibile Italia e sopravvisse fra i
ghiacci nella famosa tenda rossa. La natura in cui vi im-

Bryggen (yvind Heen - Innovation Norway)

Foca alle Svalbard


(Kristin Folsland Olsen Innovation Norway)
mergerete la medesima che loro affrontarono (con pi difficolt e meno tecnologia), al tempo stesso maestosa, spietata e delicatissima: le isole sono il regno dellorso polare e
le acque quello dei grandi cetacei. Con un gommone zodiac,
ogni giorno si raggiungeranno baie che appaiono magicamente quando le nebbie si sollevano e ad ogni battito di ciglia scoprirete foche e trichechi sulla battigia, volpi artiche
sui ghiacciai, il volo di gabbiani, urie e aquile di mare.
Un mondo antico sulla rotta dei Postali
Una navigazione forse meno eroica, ma altrettanto storica e fondamentale nella vita economica della Norvegia,
quella che si fa nella regione dei Fiordi lungo la costa,
sulla scia del battello postale Hurtigruten che dal 1893
quotidianamente tocca 34 porti. La rotta veloce tracciata
dallammiraglio Richard With che garant i rapporti commerciali fra nord e sud del Paese, vi porter in un mondo
straordinario, fra fiordi profondi e villaggi di pescatori, dove
la luce sar la protagonista assoluta in qualsiasi stagione
decidiate di partire. Unoccasione unica per gli appassionati di fotografia, ma anche semplicemente per ammirare, a
occhio nudo, lo spettacolo della natura.
Il risveglio artico primaverile un tripudio di vita degli
uccelli migratori che tornano a nidificare nellarea del Geirangerfjord, che riunisce alcuni tra i fiordi pi profondi e
spettacolari del mondo, patrimonio UNESCO dal 2005.
In estate oltre il circolo polare che passerete navigando, con
il sole di mezzanotte la luce trascolora dal rosso acceso fino
al rosa delicato e illumina le baie e le montagne, in un forte
contrasto con il verde intenso delle foreste di conifere.
Se dautunno mille sfumature doro accendono i boschi, dallinizio dellinverno farete unesperienza unica, perch la nave,
lontana dalle luci artificiali, il luogo migliore per vedere

101

laurora boreale, quando le particelle cariche (protoni ed


elettroni) prodotte dal sole generano nellatmosfera fantasmagoriche scie di gas fosforescenti verdi, blu, viola, rosse.
Ma vi immergerete anche nella storia di un Paese affascinante, visitando Bergen che fino al XVIII secolo fu un porto
della Lega Anseatica. Inoltratevi nel quartiere portuale di
Bryggen, fra gli edifici medioevali degli stretti vicoli, fra gli
angusti passaggi chiamati smau, fino al mercato del pesce:
vi sembrer di rivivere lepoca in cui avreste potuto incontrare
Edvard Grieg, il musicista illustre figlio di questa citt.
Seguirete le orme dei pellegrini che da tutto il paese si recavano a Trondheim, capitale del regno fino al XIII secolo,
per visitare la cattedrale di Nidaros, che raccoglie le spoglie di SantOlav, patrono della Norvegia, il re vichingo che
introdusse il cristianesimo. Sar come essere in una favola
nordica fatta di leggende terribili: il monte Torghatten con il
suo famoso foro, lisola di Lovunden e il villaggio stregato di
Trna, le montagne delle Sette Sorelle, le lingue del ghiacciaio Svartisen, il ponte sullimpressionante gorgo oceanico
Saltstraumen.
Da qui, il salto alle Lofoten vi far scoprire ghiacciai e montagne acuminate sul blu intenso del mare. Anche qui troverete la testimonianza della storia degli uomini che domaro-

Geirangerfijord (yvind Heen - Innovation Norway)

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Volpe polare alle Svalbard


(Asgeir Helgestad Artic luce AS visitnorway.com)
no il Grande Nord e vissero sulle isole in epoche passate: a
Borg, dove gli archeologi hanno ritrovato la pi grande dimora vichinga, residenza di uno dei pi potenti capi della Norvegia settentrionale, stato allestito un museo con reperti,
ricostruzioni, mostre. Un passo ulteriore per comprendere
questa terra estrema e il rapporto profondo che conserva
tuttora con gli uomini che la abitano.

Elena Bianco
Giornalista di viaggi, blogger

LE SCOPERTE ITALIANE SONO


SPESSO (ANCHE) GASTRONOMICHE
Fu per caso che improvvisamente lItalia divenne
per la Norvegia e rimase stabilmente - un paese di florido export. Correva
lanno 1431 e il veneziano Pietro Querini, mercante
e navigante intrepido, partito a bordo del vascello
Querinia da Candia (Creta) con un carico di vino alla
volta delle Fiandre, veniva sorpreso da due tempeste, una al largo di Capo Finisterrae e la seconda
quando era ormai alla deriva ben oltre lIrlanda.
La scialuppa dei superstiti approd su di uno scoglio sperduto che lo stesso Querini defin nel diario
in culo mundi, dove si nutrirono di molluschi e
accesero fuochi per scaldarsi. E bene fecero, perch furono visti dalle barche di pescatori della vicina isola di Rst nelle Lofoten, che li recuperarono
e li accudirono per quattro mesi. Vivono in una
dozzina di case rotonde, con aperture circolari in
alto, che coprono di pesce, annot Querini e, da
buon mercante, al suo ritorno per terra, si port
dietro un piccolo tesoro, convinto che - per le sue
capacit di conservazione - il merluzzo essicato
avrebbe sfondato sulle navi della Serenissima.
In realt il successo del bacal veneto (cio dello
stoccafisso da non confondersi col baccal sotto
sale nel resto dItalia), avvenne un secolo pi tarLofoten, stoccafissi (C H Innovation Norway)
di, quando le direttive del Concilio di Trento (1545Ancora oggi alle Lofoten tutti ricordano il capitano da
1563) sancirono lobbligo dellastinenza dalla carne
mar veneziano, e nel cinquecentesimo anno del naufraper quasi 200 giorni e raccomandarono proprio lo stoccafisso
gio stato eretto un cippo a suo ricordo sullisola di Rst.
come piatto magro tutti i mercoled ed i venerd e nei quaranta
giorni della Quaresima. La sua consacrazione a Venezia avRecentemente, unisola dellarcipelago stata ribattezzata
venne poi nel 1848 quando sfam per quasi un anno i cittadini
Sandrigya, ossia isola di Sandrigo, in onore della cittadina
nellinsurrezione, poi soffocata, contro gli Austriaci.
vicentina che organizza ogni anno la sagra del bacal.

PER VIAGGIARE AL NORD CON KEL 12 - AGENTE UFFICIALE HURTIGRUTEN ITALIA


...IN GRUPPO
Nel regno dellorso polare, dove luomo solo un ospite - PARTENZA - 13/07/2015
Da Bergen a Capo Nord a bordo di Hurtigruten/Nordlys con TourLeader kel 12 - Partenze varie dal 10 giugno al 15 agosto 2015
Da Kirkenes A Bergen a bordo di Hurtigruten/Nordlys con Tour Leader Kel 12 - Partenze varie dal 16 giugno al 21 agosto 2015

IN LIBERT
Da Bergen alle Isole Lofoten con il Postale dei Fiordi - Partenze giornaliere dal 01 gennaio al 31 dicembre 2015
Dalle isole Lofoten a Capo Nord con il Postale dei Fiordi - Partenze giornaliere dal 01 gennaio al 31 dicembre 2015

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viaggiatrici viaggianti

Le calle di Tinissima
Come potuto accadere che questa donna, nata in Friuli,
vissuta in Messico, fotografa e rivoluzionaria,
abbia lasciato dietro a s tante tracce ed emozioni?
di Andrea Semplici
la resistenza spagnola durante gli anni orribili della guerra
civile. Assieme sfidarono il fascismo. Robert scatt la foto
simbolo di quella tragedia (Il miliziano morente) e quando
i suoi occhi incrociarono quelli di Tina le disse: Riprendi in
mano la macchina fotografica. Tina abbass lo sguardo, ne
immagino la malinconia e il desiderio. Capa avrebbe dovuto
prenderla per mano e farle davvero ricominciare a fotografare. Non era il suo destino. Vi era troppo alle spalle di Tina.
Erano anni terribili. Furono anche anni di passione immensa.
Tina era la pi bella. Su uno scaffale della mia libreria si
trovano i libri importanti. Le storie che vorrei avere con me
in ogni casa mi trovassi ad abitare. Ho controllato: fra questi vi sono nove libri attorno a Tina Modotti. Perfino sul mio
biglietto da visita c la riproduzione di una sua foto: una
chitarra, una falce e una bandoliera. La incontrai, la prima volta, trenta anni fa. E, da allora, non mi lascia in pace.

Come avrei voluto assistere al loro incontro. Dal tavolo vicino, da una panchina nel parco dove si erano incontrati, su
una sedia in un angolo dello studio fotografico dove lei era
andata a trovarlo. Non deve essere avvenuto cos il loro trovarsi, cera una guerra attorno a questuomo e questa donna
quando si conobbero. Avevo dimenticato che Robert Capa,
il grande fotografo dellumanit del 900, avesse conosciuto
Tina Modotti. Avrei dovuto immaginarlo: erano assieme nel-

105

Non voglio essere lasciato in pace. Perch Tina stata il mio


Messico. Anche oggi che il paese , allo stesso tempo, delirante e bellissimo, minaccioso e profetico. Vorrei liberarmi di
quanto ho letto attorno a Tina per incontrare la donna, lartista, la fotografa. Per trovare Tina che amava la vita e voleva
cambiare il mondo. Tina il Messico, ne ha lansia vitale.
Assunta Adelaide Luigia Modotti era nata a Udine. Alla fine
dell800. Figlia di un meccanico e di una cucitrice. La sua
famiglia friulana non aveva altro futuro che lemigrazione
allaltro capo del mondo. A diciassette anni, nel 1913, Tinissima come la chiamava sua madre, attravers loceano
per raggiungere il padre in California. A San Francisco lavora come sarta, ma, ben presto, diventa attrice nella prima
Hollywood. Incontra un mondo di poeti, artisti, pittori. E fotografi. Sono cenacoli selvatici di intelligenza e inquietudini.
Tina ne contagiata. Cerca una sua direzione. Con ostinazione. bella, guapissima, sa sentire il suo corpo. Segue,
con istinto, lamore. Incontra Edward Weston, pioniere della
fotografia di inizio secolo. una passione che non conosce
ostacoli. N il precoce matrimonio di Tina con un malinconico pittore, n i quattro figli di Weston impediscono una storia
appassionata. Tina ed Edward vanno in Messico. E quel paese la loro meraviglia, il loro stupore. la vita che cercavano.

Tina non potr mai dimenticare limmensit di quel paese, i


suoi vapori ardenti, i fiori che divorano la terra, le notti che
laggi sono rosse e gialle. Le grida lontane, le esplosioni dei
fuochi di artificio, il suono delle trombe dei mariachi allalba,
i venditori di tamales, avvolti in foglie di banano.
Niente si pu nascondere sotto questo cielo crudele e senza
nubi, annota Weston e fotografa tutta la bellezza di Tina sul
terrazzo di una casa de Ciudad de Mexico. Il Messico divamp, con tutta la sua forza, nel cuore di Tina. Weston, forse, ne
fu cos spaventato che dovette scappare via da questa intensit incontrollabile. Tina rimase. Erano gli anni di Diego Rivera (Tina pos per lui, forse ne fu amante), di Xavier Guerrero
(Tina visse con lui), dei muralisti, della grande rivoluzione del
primo Zapata. Conosce David Herbert Lawrence e John Dos
Passos. Tina attrice di questo palcoscenico eccitato. fra
le donne che, con Frida Khalo e Nahui Olin (in Italia ne ha
scritto con bravura, Pino Cacucci), provarono a capovolgere il
mondo. Ha addosso lelettricit disperata di quegli anni.
Tina sa interpretare, con le sue foto, lanima profonda del
paese. Ha imparato la tecnica da Edward, ma pi di lui ha
uno sguardo che sorprende. I suoi occhi vedono qualcosa
che altri non riescono a percepire. Le sue fotografie, poche,
pochissime (molte sono andate perdute, la sua storia fotografica, in fondo, dura appena sette anni), lente, studiate a
lungo, raccontano, rivelano. Guardo le mani del campesino

106

poggiate su un badile e ritrovo la fatica del mondo dei contadini. Guardo le linee intrecciate dellinterno del campanile di Tepotzotln e vi vedo lastrazione perfetta. Osservo il
corpo nudo di Tina, fotografato da Edward, e mi sorprendo
sempre della sua vitalit dirompente. elettricit, Tina. Mi
soffermo davanti alla foto di due calle, due fiori esili sullo
sfondo di un muro bianco: la luce straordinaria, si avvolti
dalla bellezza dellerotismo.
Se Weston se ne va (se ne pentir? Molti anni dopo, il suo
diario ancora colmo di parole di amore per Tina e per quel
paese), Tina vive il Messico. Tina affolla la sua vita. Di arte
e di parole, di amori e di passione. Non passa immune attraverso il suo secolo, Tina. Vive la tragedia del trotskismo.
Diventa comunista, rivoluzionaria. Sacrifica la fotografia alla
militanza. Anche se la foto del suo nuovo compagno, Julio
Antonio Mella, comunista cubano, fiero in un profilo che si
staglia contro il cielo, lascia senza fiato per la sua forza. Julio sar assassinato (da sicari stalinisti? Da assassini pagati
dalla tirannia cubana?) mentre Tina cammina al suo fianco.
Tina attraversa lesilio, sfugge al fascismo italiano, va a Mosca, vive lincubo dello stalinismo, combatte in Spagna. la
sconfitta, il dolore. Qualcosa si spezza. Tina si perde. LEuropa non possiede la dannata luce del Messico. E non si pu
vivere senza quella luce. Tina conosce la luce, sa amarla. Perch non hai seguito linvito di Robert Capa, maledizione? La
rivoluzione si pu fare anche con una macchina fotografica.

Ma Tina ha chiuso le porte della sua vita passata. La fotografia diventata troppo veloce. Non era pi necessario
viaggiare con una pesantissima Graflex. E lei non aggressiva. Ha bisogno di una lentezza che non pi possibile. La storia terribile del 900 graffia a sangue la sua vita.
sfinita. Torna ancora in Messico, ma non cerca la sua
vecchia gente. Torna per morire. In un taxi. Sola, a 42 anni.
Pablo Neruda fa incidere parole di dolcezza disperata sulla
lapide della sua tomba, al Panten de Dolores di Ciudad de
Mexico: Tina hermana, no duermes, no, no duermespuro
es tu dulce nombre, pura es tu fragil vida

Andrea Semplici, nato a Firenze nel 1953, prova ancora a


fare il giornalista e il fotografo. A volte ci riesce. Altre volte,
no. Molti anni fa ha pubblicato, ed stata una bella storia
tre guide a paesi di frontiera: Eritrea, Etiopia e Libia (uscite per la Clup/De Agostini fra il 1994 e il 2006). Nel 2008
ha scritto, con Mario Boccia, una guida a Israele/Palestina:
Una via di pace. Per Terre di Mezzo ha raccontato storie di
viaggi in Diario dAfrica, Viaggiatori Viaggianti. E orgoglioso
di un piccolo libretto: In viaggio con Kapuscinsky, Dialoghi
sullarte di partire. E poi ha provato a seguire tracce famose: In viaggio con Che Guevara. Ha raccontato Hispaola
(Dominicana e Haiti) in Lisola lontana dal mare e una terra
africana in Dancalia, viaggiando su un mare scomparso.
Foto Associazione CinemaZero

107

i mille volti del pianeta terra


Il nostro Pianeta si rivela,
ma solo a chi sappia guardarlo nel profondo,
in modo sorprendente e spettacolare
a cura di Marco Stoppato
Che cosa fa di un paesaggio qualcosa di straordinario? Le
forme singolari, i colori insoliti. Ma anche la conoscenza di
come si originato e levoluzione che ha avuto nel tempo.

ISLANDA, vulcano Thrihnukagigur


Coordinate geografiche: 635954.43N
214156.28 Altitudine 516 m s.l.m.
Il vulcano Thrihnukagigur, letteralmente il cratere dai
tre picchi rappresenta una vera e propria eccezione
geologica: il suo condotto del diametro di circa 4 metri
e la sua camera magmatica posta ad una profondit di
oltre 150 metri sono completamente vuoti.
Il magma, dopo lultima eruzione avvenuta 4000 anni
fa, scomparso dallapparato vulcanico lasciando una
cavit dalle dimensioni di tre campi da basket, oltre
50x70 metri.

HAWAII, vulcano Kilauea


Coordinate geografiche: 191822.82N
1550515.11 O Altitudine 1222 m s.l.m.
Le lave Pahoehoe fotografate sono il risultato
del raffreddamento di un flusso di lava, in questo
caso hawaiana, avvenuto in tempi piuttosto rapidi. La parte superficiale di una colata pu iniziare
a raffreddarsi anche durante il suo scorrimento,
formando una crosta solida sottile. Il procedimento pu portare alla formazione di un tunnel
allinterno del quale la lava continua a scorrere
sfregando la parte superiore e arricciandola in
forma di corde di diverse dimensioni.

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questo che ci proponiamo: di stimolare la vostra curiosit, mostrandovi immagini particolari e raccontandovi brevi stralci della vita della Terra e dei suoi mille volti.

AZZORRE, isola di Pico


Coordinate geografiche 382806,86N 282351,82O
Altitudine 2351 m s.l.m.
Nel cuore dellarcipelago delle Azzorre, nel mezzo delloceano Atlantico, si innalza dal mare il vulcano dellIsola di Pico dalla perfetta e caratteristica forma conica. La sommit raggiunge i 2.351
metri al di sopra del livello del mare; la sua altezza totale calcolata dal fondale oceanico su cui si appoggia di circa 5000 metri.
La sua origine risale a 750 mila anni fa mentre lultima eruzione
documentata del XVIII secolo anche se nel 1963 si verific una
piccola eruzione. Il vulcano formato da alternanza di strati di
scorie e colate basaltiche ha pi di 60 coni secondari o avventizi.
Il cratere sommitale, che ha un diametro di circa 200 metri con
pareti profonde 30, era occupato fino a mille anni fa da un lago di lava ora solidificato dal quale sorto un nuovo cono eruttivo
dai fianchi molto ripidi alto 70 metri, il Pico pequeo. Una struttura di questo tipo prende il nome di Somma Vulcano.

CILE, deserto di Atacama,


Valle della Luna
Coordinate geografiche: 225133S
681310O
Altitudine 2497 m s.l.m.
I fanghi poligonali caratterizzano le superfici di zone
tipicamente aride che hanno subito processi di idratazione e successivo disseccamento.
Quando un sedimento a grana medio fine o fine argilloso perde la sua umidit, passa attraverso la fase liquida, plastica e, infine, solido-fragile. Il terreno, essiccandosi, si contrae dando origine a un reticolo di fratture
geometriche che disegnano poligoni di diversa grandezza, a seconda della granulometria del sedimento.
Spettacolari e con fatture molto profonde quelli che si
trovano nella zona di Atacama nella Valle della Luna.

Marco Stoppato, geologo e fotogiornalista, nasce a Milano nel 1962. Dopo la maturit classica, si laurea in
scienze geologiche e si specializza in vulcanologia con
una permanenza in Messico di 5 mesi. Parallelamente
allattivit di ricerca inizia quella di giornalista scientifico e fotografo naturalista che diventa in breve la sua
professione principale. Lavora con le maggiori riviste
italiane ed estere occupandosi anche dellorganizzazione di viaggi. Nel 1994 fonda con un collega vulcanologo
la Vulcano Esplorazioni, unAssociazione di divulgazione scientifica con la quale realizza reportage, libri, spedizioni, documentari e numerose mostre scientifiche.

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raccontare il viaggio
Frontiere? Ho attraversato il mondo
e ho verificato che esistono,
ma solo nella mente di alcuni uomini.
Thor Heyerdahl
a cura di Anna Maspero

Memoria dei luoghi


Il 9 novembre 1989 croll il muro di Berlino.
Successe cos allimprovviso che colse tutti impreparati berlinesi inclusi - anche se felicemente sorpresi per la rapidit degli eventi dopo un
immobilismo durato decenni. Poi per arriv l11 settembre a disegnare
divisioni ancora pi profonde e inquietanti di quelle tracciate dai muri, a
scavare fossati fra le religioni, ad alzare nuove barriere fra le culture.
In questi venticinque anni dalla caduta del muro, la storia sembra aver
preso una deriva diversa da quella sognata allora: lOccidente si scopre
sfiduciato e spaventato davanti a nuovi e feroci fondamentalismi che fanno quasi rimpiangere quel mondo bipolare diviso fra USA e URSS. Ancora
negli anni sessanta, quando il grande Bonatti nutriva il nostro immaginario con le sue esplorazioni magistralmente raccontate sulle pagine di
Epoca, molti luoghi erano off limits per il viaggiatore perch difficili da
raggiungere.
Oggi il mondo pi accessibile grazie a trasporti e nuove tecnologie, ma
la sua mappa costellata di buchi neri dove si consuma il dramma di
intere popolazioni, spesso nellindifferenza dellOccidente. E anche molte
destinazioni dei nostri viaggi sono da cancellare o rimodulare continuamente in tempo reale a causa di guerre e terrorismo.
I suggerimenti di lettura che seguono vogliono tenere in memoria alcuni di questi viaggi perduti e di questi luoghi oggi critici, con la loro storia
e la loro gente, per non dimenticare un mondo che amiamo e popolazioni
violentate nel loro diritto alla vita, alla pace e alla libert.
Sono libri che disegnano un itinerario mentale per superare quei confini
oggi invalicabili perch segnati da bombe, cemento e filo spinato, ma anche quelli scavati nella mente degli uomini, spesso pi difficili da cancellare di quelli tracciati sulla mappa del mondo.
Un invito alla lettura, ma anche a nuove partenze. Naturalmente seguendo rotte sicure, ma sempre aperte al diverso perch siamo soprattutto noi
viaggiatori, che pi di altri dovremmo avere una mente libera da pregiudizi, capaci di costruire ponti e non muri.
I nostri viaggi possono diventare una testimonianza di apertura contro
tutti i confini quando questi sono sinonimo non di identit e cultura, ma di

110

chiusura, limite e discriminazione, perch se non riusciremo abbattere quei muri invisibili costruiti nella nostra
mente da paure vecchie e nuove, se non sapremo aprirci
a percezioni e visioni diverse dalle nostre, saremo tutti pi
poveri e indifesi.

Tony Wheeler, Badlands, Un turista sullasse del male,


EDT 2007

Lautore racconta i paesi canaglia, secondo la lista stilata da George Bush, in


guerra, oppressi da dittature o soggetti
a una profonda crisi economica: Afghanistan, Albania, Birmania, Cuba, Iran,
Iraq, Libia, Corea del Nord e Arabia
Saudita. Cerca di capire quanto cattivo
un paese e cosa lo rende tale, andandovi di persona per mettere alla prova i
luoghi comuni e spesso ridimensionandoli, perch ogni
storia ha sempre due facce.

Walter Bonatti, Un mondo perduto. Viaggio a ritroso


nel tempo, Baldini Castoldi Dalai Editore 2008
La raccolta degli articoli comparsi
sugli inserti del settimanale Epoca
dove Walter Bonatti raccontava le sue
esplorazioni negli angoli pi selvaggi
e incontaminati della terra. Da allora
sono trascorsi quasi cinquantanni,
il mondo diventato accessibile,
stato mappato, raccontato e fotografato, internet ha moltiplicato le informazioni, ma i suoi reportage ci fanno ancora sognare
proprio come allora.

Tiziano Terzani, Un Mondo che non esiste pi,


Longanesi 2010

Tiziano Terzani era soprattutto


giornalista, ma convinto comera
che non sempre le parole da sole
bastano, spesso accompagnava
i testi con suoi scatti fotografici.
Questo libro postumo, curato dal
figlio Fosco, fonde immagini e racconti lungo il percorso di Terzani in
Oriente come reporter di guerra e
testimone dei grandi avvenimenti della storia fino al
suo rifugio nella quiete dellHimalaya. Un libro che
racconta di un mondo che non esiste pi.

Gertrude Bell, Viaggio in Siria, Polaris 2014


Prima traduzione italiana del diario di Gertrude Bell,
scrittrice e archeologa inglese che abbandona la sua
confortevole vita aristocratica per avventurarsi attraverso i territori del Medio Oriente fino alla Siria. Un avvincente
e brillante reportage di inizio Novecento
di straordinaria portata storica e culturale, una lettura senza tempo che assume oggi, di fronte alla guerra che
sconvolge il paese e alla distruzione dei
monumenti, un tragico e insostituibile
valore di documento e testimonianza.

Tony Wheeler, Fuori rotta. Otto viaggi oltre la linea

dombra, EDT 2013


Da sempre interessato ai paesi difficili, Tony Wheeler, co-fondatore di Lonely Planet, riflette in questultimo libro sulle zone
dombra del mondo. Ci racconta la sua
esperienza in Colombia, Haiti, Israele
e Palestina, Nauru, Pakistan, Papua
Nuova Guinea, Repubblica Democratica del Congo e Zimbabwe. Tutti paesi problematici e difficili, tutti luoghi
fuori rotta perch, come ci spiega,
molto spesso proprio cos che si fanno viaggi capaci
di regalare ancora il gusto dellavventura.

Tito Barbini, Paolo Ciampi, Caduti dal Muro,


Vallecchi 2009
Un viaggio lento e con lo zaino in spalla dallEuropa
Orientale fino a Cina, Vietnam e Cambogia per capire
cosa ne stato dei Paesi al di l della cortina di ferro
che divideva il mondo in due blocchi, un pellegrinaggio
nella storia e nelle speranze tradite dal comunismo. E
un dialogo via email tra due scrittori e due generazioni:
Tito Barbini, che in quei sogni ha creduto, discorre con
il giornalista Paolo Ciampi, che ha invece conosciuto
quegli anni attraverso i libri.

Peter Levi, Il Giardino Luminoso del Re Angelo. Un


viaggio in Afghanistan con Bruce Chatwin, Einaudi
1972-2000
Nel giugno 1969 Peter Levi, padre gesuita
e professore di lettere classiche a Oxford,
parte per lAfghanistan con un compagno
deccezione: Bruce Chatwin, non ancora
scrittore famoso, ma gi al suo terzo viaggio in Afghanistan. Scrive Tiziano Terzani
nella prefazione: Avevo trovato la guida

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ideale, il compagno perfetto, lamico affine: Peter Levi,


un gesuita con la passione dellarcheologia []. Questo
libro una trouvaille. Lo stato per me [] e lo sar
per chiunque voglia intraprendere un viaggio - fisico o
meno - in questo straordinario, ricchissimo, stupefacente paese, lAfghanistan, oggi bersaglio dellopera
distruttrice della guerra e domani, se mai le bombe
finiranno il loro sporco lavoro, bersaglio dellopera
ugualmente distruttrice della modernit di stile occidentale.

David Van Reybrouck, Congo, Feltrinelli 2014


Un capolavoro di settecento pagine,
costato dieci anni di lavoro. Sono centinaia le storie raccolte per raccontare il
Congo, cuore meraviglioso dellAfrica,
terra straziata e saccheggiata da secoli, segnata da colonizzazione, regimi
tirannici, guerre etniche e genocidi. Un
paese dove le enormi ricchezze, dai
diamanti, a coltan, uranio e oro, sono
sempre causa di sofferenza e violenze.

Oscar Santilli Marcheggiani, I Fantasmi Di Famago-

sta. Splendori e drammi di una terra al crocevia tra


Europa, Asia ed Africa, Polaris 2014
Il libro racconta della parte nord di Cipro imprigionata e isolata dallesercito turco a partire dal 1974, aperta da
tempo al visitatore, ma poco conosciuta anche se carica di storia medioevale, veneziana, ottomana, moderna e
contemporanea. Un luogo che stimola
limmaginazione del visitatore, una Famagosta rimossa ma reale.

Marco Aime, Timbuctu, Bollati Boringhieri 2008


Il nome di Timbuctu spesso utilizzato per indicare un luogo vago e difficile
da raggiungere. Questa citt, fu il sogno e lossessione di tanti esploratori
che persero la vita per raggiungerla e
oggi purtroppo tornata a essere una
citt proibita per il conflitto di bassa
intensit che sta trasformando il Sahel
nel campo di battaglia pi insidioso del
jihadismo internazionale. Della trascorsa grandezza rimangono solo tombe di marabutti, antiche moschee di fango e preziosi manoscritti,
tesori che oggi sono purtroppo a rischio.

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Elena Dak, Sanaa e la notte, Alpine Studio 2012


Sanaa, una citt, come ha scritto
Piergianni Addis, che non si sa se
sia impastata di argilla o della sostanza di cui sono fatti sogni Il libro non un reportage e neppure un
saggio, ma un diario personale, una
moleskine impreziosita dagli acquerelli in puro stile carnet de voyage
di Giancarlo Illiprandi e dalle foto in
bianco e nero dellautrice, che contribuiscono a immergerci in un passato senza tempo.
Impossibile non struggersi nel vedere la citt violata
dalla modernit e dalla guerra.

Emanuele Bellini, Mamma li Turchi - in bicicletta


nelle terre dellApocalisse, Polaris 2011
Emanuele, un ciclopellegrino, sceglie la Turchia per conoscere luoghi
come Efeso, Antiochia e Corinto, oggi
di religione musulmana ma spesso
citati nei Vangeli, e soprattutto per
andare a verificare di persona tanti preconcetti. Inizialmente un po
troppo trattenuto da eccessivi timori, evidenti dal titolo stesso del libro
e raccontati nei primi capitoli Paure e Muri, ma
lungo il percorso incontrer persone straordinarie che
gli faranno concludere che le paure sono solo nella
nostra testa.

Anna Maspero ha fatto del viaggio - la sua passione di


sempre - un modo di vita, lasciando il posto fisso di insegnante di lingue straniere per inseguire nuove partenze e
nuovi ritorni. Ha visitato innumerevoli paesi, viaggiando da
sola o accompagnando gruppi lungo i sentieri meno battuti
di tutti i cinque continenti, sempre con la passione e la curiosit della prima volta.
Seguendo le orme del nonno che emigr in Per cento
anni fa, ha visitato tutta lAmerica del Sud e si innamorata della Bolivia, sulla quale ha pubblicato la guida Bolivia,
dove le Ande incontrano lAmazzonia, per la Casa Editrice
Polaris con cui collabora come autrice e consulente.
Lesperienza del viaggio diventa per lei occasione di racconto durante proiezioni e incontri e soprattutto motivo di
riflessione non solo sul dove ma anche sul come e il perch del nostro andare, come nel suo libro A come Avventura, Saggi sullarte del viaggiare e in quello successivo Il
mondo nelle mani, Divagazioni sul viaggiare.

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