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ASSOCIAZIONE CULTURALE
RIFLESSIONI
Pessimismo costruttivo
THULE SOCI
La Corona Ferrea
Nikola Tesla
GEOPOLITICA
Le prospettive della resistenza
ungherese
INEDITO
Intervista con Lon Degrelle
m a r zo
ap r i l e
2 0 1 2
Sommario
Editoriale
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Geopolitica
Le prospettive della resistenza nazionalista ungherese
di Gabriele Gruppo
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Storia e Controstoria
Documenti
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34
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Riflessioni
bimestrale, anno IX
progetto grafico e impaginazione
Marco Linguardo
Immagine di copertina
Veronica Piu
Redazione
Giacomo Tognacci
e-mail
thule@thule-italia.org
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Thule Soci
La corona ferrea
di Maurizio Peveraro
Nikola Tesla
di Mario Sicardi
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Editoriale
Giorno del Ricordo: incombenza sbrigata
Torno in questo editoriale allimminente evento che vedr coinvolta lAssociazione Thule Italia: la conferenza sulle
Foibe.
Lo faccio poich gli accadimenti che hanno veduto coinvolto il nome dellAssociazione e che hanno imposto allo
scrivente di riprendere la carica di presidente per difendere il nostro lavoro posto sotto attacco evitando di caricare
dellonere Giacomo Tognacci, che egregiamente mi aveva sostituito ma solo da pochi mesi meritano di essere discussi.
, infatti, inammissibile che a fronte di altre solennit celebrate in Italia - e che si prolungano ben oltre il giorno canonico -, quella istituita nel 2004 appaia come una pratica da archiviare frettolosamente. Voglio qui proporre il discorso del Presidente della Repubblica tenuto questanno per loccasione:
Saluto del Presidente Napolitano in occasione della celebrazione del Giorno del Ricordo
Ringrazio vivamente il ministro Riccardi, per aver presieduto alla consegna dei riconoscimenti e
per aver portato non un saluto rituale ma, con profondit di motivazioni, la limpida voce del governo; il Presidente De Vergottini, che nel parlare a nome degli esuli Istriani, Fiumani e Dalmati, ha
in qualche modo evocato - per lo stesso suo bagaglio personale di studioso e di docente - lapporto che gli esuli hanno dato, rientrati in Italia, allo sviluppo e al progresso del nostro paese ; e infine
il Professor Pupo, per lo spessore della sua riflessione storica. I loro interventi hanno composto in
efficace sintesi i motivi ispiratori del Giorno del Ricordo. E la sesta volta che lo celebro qui, e credo
di poter dire che di anno in anno abbiamo sempre arricchito di nuovi punti di vista e di nuovi accenti la scelta della memoria e dellomaggio che il Parlamento ha voluto sancire per legge. Ci siamo riusciti grazie a molti contributi di qualit, e per tutti vorrei ricordare quello che per primo ci
diede una splendida persona, il caro amico scomparso Senatore Paolo Barbi.
Ora, prima di svolgere qualche breve considerazione, desidero anzitutto rinnovare il profondo
sentimento di vicinanza e di solidariet mio personale e delle Istituzioni repubblicane ai famigliari
- che sono con noi oggi - delle vittime delle orrende stragi delle foibe e ai rappresentanti delle Associazioni che coltivano la memoria di quella tragedia e dellesodo di intere popolazioni.
Impegnarsi a coltivare la memoria e a ristabilire la verit storica stato giusto e importante. Si
posto fine a ogni residua congiura del silenzio - come gi dissi lo scorso anno - a ogni forma di rimozione diplomatica o di ingiustificabile dimenticanza rispetto a cos tragiche esperienze. Dopo
levento di Trieste del luglio 2010 - il concerto della riconciliazione insieme ai Presidenti sloveno
e croato - lo scorso anno ho incontrato a Zagabria e poi a Pola il Presidente croato. Lincontro si
concluso con una dichiarazione congiunta che, richiamando i valori comuni, afferma: In ciascuno
dei nostri Paesi coltiviamo come giusto la memoria delle sofferenze vissute e delle vittime e siamo vicini al dolore dei sopravvissuti a quelle sanguinose vicende del passato. Nel perdonarci reciprocamente il male commesso, volgiamo il nostro sguardo allavvenire che con il decisivo apporto delle generazioni pi giovani vogliamo e possiamo edificare in unEuropa sempre pi rappresentativa delle sue molteplici tradizioni e sempre pi saldamente integrata dinanzi alle nuove sfide della globalizzazione.
Ora - come ha sostenuto il Prof. Pupo nella sua bella e approfondita relazione - le diverse memorie
di frontiera cominciano a conoscersi e a rispettarsi, nella loro insopprimibile soggettivit.
Editoriale
Anche cos si salda una frattura storica, ci si incontra nel comune destino europeo.
Va dunque colta la suggestione del Prof. Pupo che ci invita ad affrontare quella che ha definito la parabola drammatica dellitalianit adriatica allinterno di una visione storica pi larga, che ci consenta
di penetrare in tutta la loro complessit le contrapposizioni e lacerazioni che le nostre aree di confine hanno vissuto nella fase conclusiva della II Guerra mondiale e subito dopo. E tra i drammi di quel
tormento storico ci furono perfino conflitti, che ebbero un costo atroce di vite umane, tra le formazioni partigiane che combatterono dalla stessa parte contro il nazifascismo.
Si, serve ricordare anche per ripensare a tutti i fatali errori al fine di non ripeterli mai pi.
In questa prospettiva e con questi sentimenti mia intenzione, in una prossima gi programmata visita in Friuli, rendere omaggio alle vittime delleccidio di Porzs.
Ci avviamo, come sapete, alla conclusione delle celebrazioni del Centocinquantenario dellUnit
dItalia, e voglio in questa sede ringraziare per la loro presenza a Roma in quella occasione i Presidenti della Slovenia e della Croazia che hanno voluto cos testimoniare la loro amicizia per il nostro
paese e la loro adesione ai princpi e valori democratici su cui poggia la costruzione europea.
la visione europea che ci permette di superare ogni tentazione di derive nazionalistiche, di far convivere etnie, lingue, culture e di guardare insieme con fiducia al futuro. E in Europa che dobbiamo
trovare nuovi stimoli, facendo leva anche sulle minoranze che risiedono allinterno dei nostri Paesi e che costituiscono nello stesso tempo una ricchezza da tutelare, unopportunit da comprendere e cogliere fino in fondo.
Lo dobbiamo tanto alle generazioni che hanno sofferto nel passato quanto alle nuove, cui siamo in
grado di prospettare societ pi giuste e pi solidali, capaci di autentica coesione perch nutrite di
senso della storia, ricche di una travagliata e intensa esperienza di riconciliazione e di un nuovo impegno di reciproco riconoscimento.
Non una volta compaiono le parole: Tito, comunismo e comunisti, per compare nazifascismo. Lo stesso Presidente, in
un altro intervento, per unaltra commemorazione nomina di contro una volta Hitler e due volte il termine nazismo.
Non credo che risulti necessario soffermarsi oltre sulla par codicio dei morti e su come degli episodi che hanno segnato il nostro passato, continuino a segnare il nostro presente e soprattutto una capacit oggettiva di valutazione.
E cosa succede se unAssociazione come la nostra decide di ricordare - non come una pratica da dover sbrigare ma
come atto di testimonianza - la barbarie che ha coinvolto centinaia di nostri compatrioti? Potrete vederlo da voi in
questa rassegna stampa, mentre approfondimenti sono presenti sul portale dellAssociazione.
Di certo Thule non si fatta e non si far intimidire da uno Stato che ricorre a ogni arma pur di silenziare quelle poche
voci che non ripetono il mantra del XXI secolo: democrazia e libert di espressione.
Marco Linguardo
Editoriale
PROSSIMO APPUNTAMENTO
PROSSIMO APPUNTAMENTO
RINNOVAMENTO
Il nuovo portale
http://thule-italia.com/wordpress/
RAGGIUNTI I 100.000 VISITATORI UNIVOCI
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adizione
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api.
Molto variegata e complessa la celebrazione dellape
entro la letteratura greca, segno dellimportanza rivestita dallapicoltura nelleconomia di questa civilt: dalla letteratura greca si ricavano varie e vaste informazioni, fra
le quali le pi antiche sono quelle contenute nei poemi omerici, che ci hanno lasciato ampie tracce di miti e
tradizioni arcaiche ove lape: assunta prevalentemente come significante simbolico di significati appartenenti
alla sfera cosmica e religiosa: nascita, morte, rigenerazione, terra; signora del tempo e delle metamorfosi.
Tuttavia anche in Omero si attestano, legati allape: significati di virt e di attitudini che ne riconducono limmagine da una sfera cosmica ad una umana: in Il. XII vv.
167-170 leggiamo che le api non abbandonano la concava casa e, sostenendo lassalto dei cacciatori, combattono per i figli; sono quindi come guerrieri che difendono i
beni di pi alto valore per la societ Achea.
La simbologia dellape sembra poi seguire levoluzione dei costumi e dei valori e, da emblema di un mondo
eroico, ecco che in un testo del VII secolo a. C. si propone
come esempio di domestiche virt indossando, per cos
dire, vesti femminili.
Di questo mutamento di significato resta traccia nel testo
del poeta Semonide, autore di una curiosa composizione nota come Satira delle donne.
In questo poema luniverso femminile diviso in dieci categorie, ciascuna sotto il segno di un animale o elemento naturale: nove sono caratterizzate da un vizio (la donna sordida discende dalla scrofa, la scaltra dalla volpe, la
volubile dal mare, ecc.), mentre la decima la donna perfetta, da sposare: vero scrigno di domestiche virt, quella che Zeus cre dallape: non conosce biasimo, produce benessere nella sua casa, invecchia amata accanto allo
sposo che ama, dopo avergli dato figli nobili e belli: non
ama chiacchiere e discorsi lascivi, la pi saggia e la migliore tra tutte le donne.
A celebrazione delle straordinarie attitudini attribuite
allape, ci sono pervenuti altri due testi: nel primo, il secondo Inno dedicato ad Apollo del poeta Callimaco, si
sostiene lideale poetico di un componimento breve e
limpido, contro la moda diffusa del lungo poema, e si risolve il concetto estetico in una immagine: il lungo poema paragonato ad un fiume fangoso, la poesia breve invece ad una sorgente limpida e pura da cui le api attingono lacqua goccia a goccia.
In questa metafora lape rappresenta dunque il poeta e
la sua industriosit paragonata alla pi raffinata creativit intellettuale.
Un altro testo approfondisce il legame ape-architetto:
Pausania nella sua Periegesi recupera un mito antico, raccontandoci che in Delfi il secondo dei cinque templi dedicati ad Apollo fu costruito dalle api con cera e ali.
Anche nellaraldica troviamo le api nel blasone dellAbbazia di Ntre Dame de Melleray; tre api campeggiano anche su sfondo azzurro nello stemma dei Barberini, riprese nella famosa fontana del Bernini a Roma, scolpita su richiesta di Papa Urbano VIII (Maffeo Barberini) e oggi posta allangolo di Piazza Barberini con Via Veneto.
Qui lape simbolo di sovranit ed era ricamato quale ornamento del mantello dei re francesi: addirittura trecento sul mantello di Childerico I trapuntate doro. Anche Napoleone se ne fece cucire una sul mantello quando venne incoronato imperatore.
Sino alla met del cinquecento si suddividevano ancora
le api basandosi sulla loro ferocia o laboriosit, a seconda se provenissero dal ventre di un bue (mansuete e laboriose) o da quello di un leone (eccessivamente aggressive); due secoli dopo il medico Jan Swammerdam mise
a punto delle tecniche di osservazione ben pi scientifiche ed i sui studi furono pubblicati, dopo la sua morte,
in Biblia Naturae (1737-1738). Swammerdam fu il primo
a scoprire il sesso femminile della regina, produttrice delle uova di tutta la colonia e il sesso maschile dei fuchi. Egli
non scopr, tuttavia, che le operaie erano femmine con le
ovaie atrofizzate e pens che fossero di sesso neutro. La
sua fu unopera importante perch descrisse, primo dopo
Aristotele, tutte le parti anatomiche dellape.
Raumur nel 1734 pubblica Memorie per servire alla storia degli insetti (1734-1742), dando un rilevante contributo riguardo lanatomia e il comportamento delle api.
Nel XX secolo Karl Von Frish con gli studi sul comportamento delle api, ha scoperto e interpretato la danza di
orientamento delle api. Osservando due tipi di danze circolari con cui le api segnalano alle compagne la direzione
e la distanza del luogo in cui hanno individuato il cibo.
Oggi sappiamo che lape un insetto sociale e specializzato, che vive in perfetta simbiosi con il mondo vegetale. Sappiamo che Il suo ruolo dimpollinatore alla base
della sopravvivenza delle principali specie di piante, del
mantenimento della biodiversit, della produttivit in
agricoltura, in definitiva alla base della vita umana. Senza api, quindi, non ci sarebbe frutta, erba nei campi, alberi nei boschi, ossigeno nellatmosfera.
Sappiamo anche che lape vive in una societ di tipo matriarcale ed un insetto a metamorfosi completa, come
sappiamo che ogni colonia suddivisa, gerarchicamente, in tre caste: la regina, i fuchi e le operaie. Ogni alveare ha ununica regina, che nasce da un uovo deposto dalla regina precedente, di cui occuper il posto. La regina
allevata in una speciale cella del favo, viene alimentata con pappa reale ed accudita con grande attenzione.
Il fuco, il maschio dellalveare, ha come unica missione
quella di fecondare la regina. Le api operaie, invece, svolgono tutte le attivit necessarie al buon funzionamento
della colonia, dalla ricerca del polline, alla difesa dellalve-
Stemma della
Famiglia Barberini
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Sitografia
www.ynis-afallach-tuath.com
www.terranauta.it/a836/pianeta_gaia/le_api_affascinanti_animaletti_della_mitologia.html
www.cartantica.apiinarte
Unaltra opera della nostra Veronica Piu dedicata allApe, oltre a quella dispirazione per la copertina
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Geopolitica
Geopolitica
Premessa
Questarticolo si distanzia, per toni e forma, dallusuale stile utilizzato nel trattare tematiche di politica estera
e geopolitica, in ragione del soggetto qui proposto e di
quello che riteniamo sia giusto fare nellambito dellopera divulgativa di questa rivista; in relazione al nostro essere non asetticamente neutrali ma portatori in primo luogo di una visione del mondo chiara, e ideologicamente
fondata su principi determinati.
Sicuramente saremo smaccatamente di parte nella presente opera. In quanto non possiamo, e non vogliamo,
porre in secondo piano la necessit naturale di cercare
unispirazione nel reale, che corrobori il nostro ideale.
Nelle vicende che vedono protagonista lUngheria troviamo tutto questo.
Allinterno della pi ampia cornice della crisi strutturale
che lEuropa sta vivendo in questi anni, lUngheria per
noi un forte punto di riferimento, il primo esempio di una
vera rivolta costruttiva contro le oligarchie economiche
occidentali, i tecnocrati che tirano i fili dellUnione Europea, e quel pensiero debole, che intende corrodere la
vera forza identitaria dei popoli del Vecchio Continente,
attraverso lindividualismo e il materialismo esistenziali,
larrendevolezza caratteriale verso i dogmi della (pseudo)
civilt dei consumi, e il progressismo universalista.
Il nostro sostegno ideologico e morale al popolo ungherese, che in modo maggioritario sta scegliendo di resistere a un destino scritto dagli stessi che hanno porta-
ficato, a quello di libero mercato, stato molto pi graduale ed equilibrato rispetto ad altre realt nazionali ex
comuniste.
Lazione intrapresa dallUngheria post sovietica ha avuto come obiettivo primario quindi la ripresa e il potenziamento dei legami con lEuropa occidentale, in un quadro non remissivo ma impostato verso un partenariato
alla pari. Proprio per questo motivo Budapest ha ricercato con successo lintegrazione piena con lUnione Europea (2004), e prima ancora ha aderito alla Nato (1999).
Nellultimo decennio del XX secolo lUngheria ha saputo
evitare drastiche privatizzazioni economiche, che avrebbero prodotto negative ripercussioni sociali, pur diventando un forte punto dattrazione per gli investimenti
delle principali nazioni dellEuropa occidentale.
Le normative fiscali applicate alle societ estere, decise
ad investire capitali in Ungheria, furono regolamentate
da norme vantaggiose sia per linvestitore, che per lo Stato ungherese, soprattutto nel caso di societ Off-shore e
societ holding. Un buon livello distruzione, e strutture
pubbliche adeguate, hanno portato sempre di pi lUngheria ad essere una nazione in cui il settore del terziario avanzato, e dellalta tecnologia, avevano terreno fertile. In tal modo evitando parzialmente un colonialismo
delocalizzatorio selvaggio dimprese industriali occidentali verso la nazione magiara, che ha saputo operare in
quegli anni un piccolo miracolo economico, di cui gran
parte della popolazione ha beneficiato, ma che s rivelato effimero, ed ha lasciato in dote una spaventosa serie di
effetti collaterali.
Cos andato storto?
Come per molti altri capitoli della crisi strutturale dellOccidente, anche lUngheria vede nel 2008 la data dinizio in
quella che sar la sua discesa aglinferi, che dura tuttoggi, e ne contraddistinguer il futuro prossimo.
Nel 2008 anche sui magiari si abbattono le conseguenze di una politica economica votata allindebitamento a
catena sia dello Stato sia dei singoli cittadini, e dalleccessiva dipendenza dagli investimenti provenienti dalle principali nazioni dEuropa. La crisi economica, partita
dal crollo del mercato finanziario statunitense nellAgosto del 2007, ebbe leffetto di stritolare la capacit di reazione degli Stati e delle banche centrali di quelle nazioni,
come lUngheria, che avevano visto crescere il livello della loro attrattivit quali centri dinvestimento privilegiato
e ben remunerativo. Cosa che aveva prodotto uno sviluppo fondato solo ed esclusivamente su fattori diretti dalle
piazze borsistiche, e dai rating esteri.
Nel Settembre 2008 il crollo finanziario generalizzato ha impedito a Budapest di far fronte alle obbligazioni contratte in valuta internazionale. Il sostanziale default
delleconomia magiara stato inevitabile, e il collasso del
Fiorino ha obbligato il 90% di famiglie ungheresi, che
avevano contratto mutui in franchi svizzeri o euro durante gli anni ruggenti di crescita del Pil, a far fronte alla repentina perdita del tenore di vita raggiunto, spesso attraverso aperture di finanziamenti a catena, con tassi agevolati; che presto divennero insostenibili da gestire, soprattutto a fronte di un aumento generalizzato del costo della vita e della pressione fiscale, provocate dal tentativo
del Governo socialista, presieduto da Ferenc Gyurcsny,
di arginare il collasso dellUngheria.
Le misure adottate non ebbero per nulla leffetto sperato, e non servirono a tamponare sufficientemente la situazione. Nel Novembre 2008 sia il Fondo monetario internazionale, che lUnione Europea, decisero di correre in
aiuto di Budapest, cercando di sostenere il Governo Gyurcsny nelle sue iniziative per un piano di sostegno del Ministero dellEconomia e dello Sviluppo Nazionale in favore degli intermediari finanziari, ancora loro, perch contribuissero a mantenere aperte le linee del credito per le
imprese. Iniziativa che si rivel presto impraticabile, visto
lalto tasso di sofferenza che tutto il sistema bancario magiaro viveva in quel frangente.
Il meccanismo che aveva reso lUngheria un esempio di
come si potesse passare senza traumi da un sistema economico sovietico, ad uno di tipo liberale, s rivelato il fattore scatenante del collasso che a quasi tre anni di distanza sta incidendo sul presente di questa nazione. Circa il
97% del tessuto produttivo ungherese costituito da piccole imprese che, dopo le batoste di questi anni, faticano
a resistere, date le difficolt di accesso al credito e le condizioni di prestito sempre pi esigenti.
Il grosso del prodotto interno ungherese, proveniente
dagli investimenti esteri , s volatilizzato. Il disimpegno
di una gran fetta di capitali sta affossando i livelli occupazionali, con il conseguente aumento del tasso di disoccupazione e prospettive concrete dimpoverimento per le
famiglie magiare.
NellAprile del 2010 i socialisti e i liberali, che nel corso
di un ventennio si erano alternati alla guida dellUngheria, sono stati travolti elettoralmente per le gravi responsabilit nella gestione troppo avventata della res publica, e per aver fatto credere al popolo che fosse un fattore di sviluppo culturale lindebitamento senza freni per
raggiungere standard di vita materiali, simili a quelli occidentali, per poi far ricadere il peso delle misure anti/crisi
proprio sulle spalle degli ungheresi.
Forza e debolezza del Governo Orbn
Viktor Orbn, nazionalista e conservatore, ha portato
il suo partito Fidesz ad ottenere i 2/3 dei seggi al parlamento di Budapest, nelle legislative ungheresi nellAprile del 2010, svoltesi a tamburo battente, dopo gli scandali e le proteste di piazza, che avevano portato alla caduta di Gyurcsny.
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Un plebiscito per Orbn e per il suo partito, che hanno sa- porto deficit/Pil sotto il target del 3%; di fatto aprendo
puto attaccare latteggiamento di sudditanza delle vec- cos la strada ad un congelamento dei fondi Ue dal 2013.
chie figure politiche ungheresi, nei confronti dei diktat Un altro duro colpo inferto alla politica del Governo Orprovenienti dallEuropa e dal Fondo Monetario Interna- ban, da parte di chi a parole dice di voler aiutare lUnghezionale. Il programma governativo di Fidesz sta cercan- ria, in questa delicata fase di crisi economica, ma che nei
do di dare risposte nazionali alla crisi economica unghe- fatti lavora per screditare una compagine politica la cui
rese, ma allo stesso tempo mantiene aperture significati- colpa solo quella di voler arginare lo strapotere di finanve nei riguardi del mercato, per fare in
za e mercati, su quelle che son le nemodo di rilanciare lUngheria nel quacessit del proprio popolo.
dro delle economie avanzate. Un pericoloso equilibrismo, che potrebbe far
Jobbik: sintesi della resistenza unscivolare lattuale governo in un perigherese
coloso stallo sociale e politico.
Il fenomeno politico ungherese, che
Le misure economiche del governo naper riveste per noi il maggior intereszionalista puntano ad una fiscalit pi
se, rappresentato dallascesa del parsemplificata ma capace di colpire chi
tito Jobbik, letteralmente il migliore,
ha lucrato sulla pelle degli ungheresi,
e che riteniamo essere il vero fattore
maggiori investimenti nella difesa dei
innovativo dinteresse per un concreViktor Orbn
settori realmente importanti dellecoto antagonismo al sistema, in grado di
nomia magiara, e blocco dei mutui in
fornire spunti di sostanziale riflessione
valuta straniera. Un ritorno dello Stato nella vigilanza del- per chi ricerca una proposta alternativa a quelle fornite in
la Banca Centrale Ungherese, che non dovr pi compor- passato dal panorama nazionalista europeo.
tarsi come un organo indipendente dal suo ruolo al ser- Lo Jobbik un movimento politico che si strutturato atvizio della nazione. Sono stati inoltre promessi tagli agli traverso una gavetta militante di non poco conto, attrastipendi degli statali e la cancellazione di strutture pub- versando una fase della storia ungherese caratterizzata
bliche ritenute inutili, tra le quali enti non indispensabi- dalla rincorsa di questa nazione verso lEuropa occidenli in ambito locale.
tale.
Tuttavia, proprio in ragione della necessit per lUngheria I suoi esordi possono essere ritenuti molto simili a queldi evitare il default, Orbn sta pericolosamente correndo li di altre formazioni nazionaliste del vecchio Continensul filo del rasoio, cercando di arginare le ingerenze ester- te; partito da un gruppo dirigente sconosciuto, ha sapune contro il suo operato, ma allo stesso tempo evitare che to abilmente catalizzare ed incanalare lo spirito identitamisure restrittive in ambito europeo rendano vane le ri- rio ungherese e lo scontento per il nuovo corso che la naforme strutturali che stanno lentamente stabilizzando le zione magiara stava intraprendendo, e che lha portata
criticit delleconomia magiara.
allattuale crisi, verso una piattaforma politica propositiIl 2012 sar un duro anno di recessione per tutto il Vec- va che si pone oltre stereotipi e nostalgismi, ma affronta
chio Continente, e lUngheria si trova innanzi al rischio il nuovo secolo con strumenti ed un linguaggio di grandi insolvenza. Per quede impatto, utilizzansto lEsecutivo guidato
do abilmente tutte
da Viktor Orbn prosele opportunit offergue nel braccio di ferte dalle tecnologie
ro con lUnione Eurocomunicative conpea ed il Fondo Monetemporanee. Questo
tario. Budapest contiha portato lo Jobbik
nua ad essere accusaa catturare simpata di non voler rientratie trasversali presso
re nellalveo democratutte le componenti
tico e liberista. Per quedella societ unghesto i ministri dellEcofin
rese, un notevole inhanno deciso di avviacremento di attivire una procedura di insti e militanti, e uno
frazione verso lUnghestraordinario succesria il cui governo reo
so
elettorale.
Lo Jobbik in marcia
di non aver portato il rap24
Questi intenti, molto chiari, sono presenti nelle prime pagine del documento programmatico dello Jobbik, e danno un quadro di come laspetto propositivo moderno
prevalga su inutili istanze recriminatorie, o sul fomentare
in modo demagogico la ricerca del capro espiatorio della
situazione in cui versa oggi lUngheria.
Lo Jobbik ha ben chiaro chi sono i mandanti della crisi
economico/sociale magiara, e vuole fornire una soluzione che sia in linea con le istanze delle categorie sociali e
produttive della nazione di cui vuol salvare i destini; proponendo lacquisizione di responsabilit, prima che la
promessa di aleatori diritti.
Rispetto al Governo Orbn i membri dello Jobbik non temono la fuga del capitale estero dallUngheria, ma perseguono una rinascita delleconomia ungherese attraverso un suo orientamento alle reali necessit del popolo magiaro. In oltre fornita una concreta possibilit dellUngheria nel diventare un fondamentale attore
strategico regionale, ridando a Budapest il ruolo di faro
dellarea carpatica. Niente pi strabismi verso Oriente
(come ai tempi del blocco sovietico), e neppure verso Occidente, con una supina acquiescenza alle istanze delle
euroburocrazie di Bruxelles, o di quelle provenienti dalle multinazionali e dalla finanza speculativa. LUngheria,
secondo il programma dello Jobbik, dovr sfruttare il suo
essere da sempre la nazione pi sviluppata dellarea car25
li nucleari sono in realt paragonabili a quelle di piante fossili combustibili. Si promuover la costruzione di impianti
energetici locali su piccola scala generazione che utilizzano metodi rinnovabili. E avvier sviluppi nel campo di utilizzo dellenergia geotermica. Tenendo a mente le preoccupazioni ambientali Abbiamo anche in programma dindividuare le migliori opportunit rappresentate dalla produzione di energia idroelettrica. Si creer un mercato energetico
funzionante ponendo attenzione alla tutela del consumatore, e a tal fine si interpelleranno le diverse parti coinvolte
nel progetto in questione.
Non appaiastranoil nostro interessamento a questaspetto propositivo dello Jobbik, in quanto anchesso rappresenta il grado di maturazione che questo movimento politico ha sviluppato su tematiche sensibili e sempre pi
importanti quali il reperimento di fonti energetiche alternative e la razionalizzazione di esse, nel quadro di una rinascita dellUngheria dalla sua attuale condizione. In oltre permane laccento sulla necessit di responsabilizzare
la comunit nazionale nel suo complesso verso unautentica partecipazione a tale nuovo corso.
Il futuro prossimo sar per lEuropa molto duro, in quanto tante/troppe storture consumistiche dovranno essere
considerevolmente ridimensionate. Solo una politica capace di ridare una linea di condotta tempestiva ed efficace, volta al bene comune, pi che al singolo capriccio,
potr realmente contrastare il declino dellOccidente e ridare prospettive concrete ai popoli di cui composto.
Anche in questo lo Jobbik ha maturato delle proposte
che coniugano interessi economici, e necessit ambientali, modernit e tradizioni comunitarie da attualizzare
nellambito del XXI secolo.
Lorientamento nazionalista maturo dello Jobbik porta
quindi a valutare lidentit del popolo attraverso fattori
sia tradizionali, che di profondo radicamento con le problematiche contemporanee. Questo a dispetto delle superficiali critiche rivolte da media in vena di sensazionalismi e progressismi pelosi, sulla natura xenofoba e primitiva di questo movimento politico. Leggere il programma propositivo dello Jobbik porta a ben altre considerazioni.
Chi oggi giudica lo Jobbik in modo sommario non legge nelle sue battaglie un profondo senso di responsabilit verso il proprio popolo ed il suo avvenire. Forse perch
troppo preso ad idealizzare un mondo omologato, che
nulla se non laspetto presentabile degli interessi rapaci di chi vuole distruggere i popoli in nome del profitto
e del mercato globale.
Chi volesse cercare pruriti xenofobi nel programma dello
Jobbik, pu solamente attaccarsi allunica voce relativa al
problema degli zingari. Anche in questo caso per si dovrebbe leggere meglio quel che c scritto; visto e considerato che si tratta solamente di proposte di buon senso
volte a limitare lesuberanza criminale di un gruppo nomade non intenzionato ad integrarsi in NESSUNA societ, men che meno in quella ungherese, e vuol perpetrare forme di criminalit spacciate per tradizione ed identit specifiche.
Dal programma elettorale dello Jobbik, anno 2010:
La coesistenza e la coesione della comunit magiara con
quella zingara uno dei pi gravi problemi della societ ungherese. In occasione del cambio di regime del 1989, grandi fasce del popolo zingaro persero il lavoro, e successivamente si sono trovate incapaci, ma in molti casi purtroppo
per scarso grado di volont, nel sapersi adattare alla nuova
realt. Incredibili i tassi di disoccupazione che si riscontrano
nella comunit zingara, situazione aggravata dallassenza o dal basso livello di istruzione, che ha esacerbato il quadro complessivo. In alcune parti del paese negli ultimi decenni la situazione peggiorata a livelli veramente deplorevoli. Generazioni sono cresciute senza aver mai visto una
volta i loro genitori lavorare. Per colpa di queste circostanze
il popolo zingaro diventato nel corso del tempo a dir poco
una potenziale bomba a orologeria, e se non sar soggetto
ad un intervento concertato, la nostra casa comune potrebbe sprofondare in uno stato di guerra civile. Al momento attuale un segmento della comunit zingara tende a non volersi n integrare, n lavorare, n istruirsi, e desidera solo che
la societ magiara la mantenga attraverso lofferta incondizionata di benefici statali.
Se vogliamo far tornare il popolo zingaro a un mondo del
lavoro, dellistruzione e della legalit sar necessario: fornire
una valutazione veritiera e corretta delle realt che abbiamo di fronte, riformando lassistenzialismo di cui godono,
rafforzare leducazione delle giovani generazioni di zingari,
porre fine ai fenomeni di criminalit zingara, e convogliare
un maggior impegno delle chiese e delle istituzioni della societ civile in questo processo ().
() Le iniziative delle forze dellordine, pertanto, devono andare di pari passo con la riforma della politica sociale, educativa e delloccupazione, dato che lintegrazione degli zingari deve iniziare a scuola, anche nella scuola materna, ed
per questo vorremmo destinare sia alle chiese che alle istituzioni civili e sociali un ruolo specifico in questa impresa,
data la loro capacit di pi rapido coinvolgimento del popolo zingaro nel necessario dialogo.
In queste righe noi leggiamo proposte di buon senso, lungi da come sono presentate, ad esempio, da certi
gruppi anti razzisti italiani ed esteri capaci semplicemente di demonizzare chi vorrebbe portare lordine l dove
regna il caos.
Siamo di fronte ad un soggetto politico che stato in grado di elaborare proposte nazionaliste innovative, corrispondenti alle problematiche del nuovo secolo, sapendo
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Riflessioni conclusive
LUngheria destinata, suo malgrado, a diventare uno
dei fronti pi avanzati della crisi europea; molto pi della Grecia forse, per via del suo avere un governo che, per
quanto rechi tratti di ambiguit, non sembra intenzionato a fallire nel suo voler difendere la nazione magiara dai
diktat dellUnione Europea e del Fondo Monetario Internazionale. Il Primo Ministro Orbn comprende che il cedere terreno alle pressioni internazionali farebbe avanzare lo Jobbik nei consensi elettorali; un movimento politico con cui spesso Orbn ha tentato una sorta di cannibalismo didee, copiando molte sue proposte, come quella
del ritorno ad un controllo governativo sulla Banca Centrale.
A Budapest si sta giocando una partita non di secondo
piano.
I gruppi dirigenti liberali e social-democratici, che si sono
alternati al potere dopo il 1989, rappresentano le istanze
di chi vuole una normalizzazione dellUngheria nel quadro delle dinamiche anti identitarie che dominano lEuropa. Il Governo Orban vorrebbe tenere un piede in due
staffe, con il rischio di trovarsi disarcionato da proteste interne eterodirette da Bruxelles. Lo Jobbik ha grandi potenzialit, che potrebbero rappresentare una vera alternativa nazionalista, recata da un gruppo dirigente privo
di scheletri nellarmadio. Proposte che potrebbero e dovrebbero trovare terreno fertile anche in altre nazioni del
Vecchio Continente.
Quel che accade oggi in Ungheria sembra essere nullaltro che lo scenario futuro per tutto il Vecchio Continente.
Riteniamo, in fatti, che solamente se forze politiche identitarie riusciranno a sintetizzare una proposta politica innovativa, potremo sopravvivere al collasso dellOccidente in modo efficace e dignitoso.
Lesempio ungherese ci dimostra come non sia impossibile combattere a viso aperto le forze economiche e culturali che mirano alla disgregazione delle nazioni, senza dover scadere semplicemente nel populismo fine a se
stesso, o cedere alla desueta retorica sul si stava meglio
prima.
Quel che ci ha colpito nel programma dello Jobbik il richiamo sovente al senso di responsabilit di tutte le componenti della nazione; dallo Stato al singolo, in gradi di27
Storia e Contro
ostoria
Storia e Controstoria
CAPITOLO TERZO
I Fiamminghi e il caso tedesco
Il problema fiammingo, problema di giustizia La guerra
delle due nazionalit Gli odi della Prima guerra mondiale La biblioteca di Louvain, schiaffo morale (o affronto) per gli intellettuali tedeschi Il Furore teutonico di
settantadue metri Il primo libro a grande tiratura internazionale di Lon Degrelle Di l delle inimicizie della
Prima guerra mondiale Addio a un mondo meschino.
Domanda. Lon Degrelle, com avvenuta la sua trasformazione da animatore con impulsi mistici a protagonista
della politica?
Risposta. Fino a quel momento, come lei stesso ha potuto constatare, la mia azione si limitava ad avere come
obiettivo una rinascita spirituale. Dal punto di vista della
politica, le mie proposte non superavano mai lo stadio
dellanalisi e della riflessione.
Allazione pubblica, allazione pratica non sono passato
cos in fretta, a differenza di quanto si potrebbe credere.
Ci sono giunto perch non era pi possibile un rinnovamento spirituale, se prima non veniva fatta una grande
pulizia a livello politico.
indubbio che nella dottrina di Maurras avevo scoperto i
grandi fondamenti dello Stato, che deve essere ordinato,
duraturo, competente, responsabile. Ma nel contempo
avevo anche visto, al di l del maurassismo, la necessit
di condurre una grande azione sociale, che non poteva
essere distinta da quella politica: le due devono infatti
compenetrarsi.
Inoltre, fin dalla mia prima attivit alluniversit ero rimasto impressionato da un fenomeno che in quel momento
era ormai evidente, sotto molteplici aspetti, in vari Paesi
in cui la questione del regionalismo era diventata importante: ossia, il risveglio dei popoli che erano stati colpiti
nella loro cultura e nella loro dignit.
D. Ma lei, che era un giovane Vallone, che possibilit poteva avere di cambiare quella situazione?
R. Quando sono arrivato alluniversit di Louvain, mi
sono trovato di fronte a uno spettacolo sconvolgente:
una met delluniversit era in guerra con laltra met. Ed
era guerra aperta! La sera, gli studenti si scontravano in
ogni dove. A colpi di sassi e mattoni! Dal 1919 Louvain era
un cantiere: si stava ricostruendo la citt. Interi quartieri
erano pieni di materiali di costruzione: indi, cerano infinite munizioni da utilizzare in quegli scontri!
Mi sono detto: Non pi possibile tutto ci, non si pu
pensare che un Paese sia forte, ordinato politicamente e
socialmente giusto se poi incapace di rispettare culturalmente una delle sue due comunit.
Ma era molto complicato cambiare quel modo di essere,
quei costumi, quelle abitudini, perch quegli odi erano
ormai diventati ciechi, come accade a ogni rancore che si
trascina per troppi anni.
Ho deciso di vuotare il sacco.
Ho scritto un piccolo libro, pubblicato nel 1928 per le
edizioni Avant-Garde di Louvain e che sintitolava Les
Flamingants [Flamingant il termine usato per definire
31
R. I Fiamminghi avevano visto che potevano contare anche su altre persone, che non fossero unicamente fiamminghe, per sostenere la loro causa.
Cos come avrei difeso la causa degli Irlandesi e come
oggi difendo la causa dei Palestinesi, allora difendevo la
causa fiamminga con tutte le mie forze; e solo perch era
giusta. Quelle persone avevano ragione. Avevano un sacrosanto diritto di vivere nel loro Paese secondo la loro
cultura, di fiorire e svilupparsi pienamente.
Dio solo sa quanto la mia lotta
fosse totalmente disinteressata! E i Fiamminghi non lhanno mai dimenticato. Quando,
anni dopo, creai Rex, migliaia
di ragazzi fiamminghi che mi
avevano conosciuto a Louvain, che avevano visto i miei
sforzi e la mia sincerit al servizio della loro causa, mi hanno sostenuto immediatamente. Anche sul fronte dellEst,
numerosissimi volontari fiamminghi mi hanno seguito con
la stessa fede dei primi compagni allUniversit.
destino. Tuttavia non ero diventato un cittadino tedesco, un fatto, questo, che nei primissimi anni mi ostacol
quotidianamente. Non fu che nel 1923 che la mia richiesta di cittadinanza, grazie allintercessione amichevole
di qualcuno, fu accettata favorevolmente. Fino ad allora
avrebbero potuto deportarmi come straniero indesiderato. Il fatto che un Dottor Levin potesse arrivare da San
Pietroburgo o da Mosca per prendere il comando di una
rivoluzione comunista mi sconvolgeva pi di quanto non
sconvolgesse la gente bavarese. Ma questo non diminu
il mio desiderio di lavorare per il Reich, nonostante la mia
mancanza di personalit giuridica. Per mi rifiutai di scrivere sotto uno pseudonimo, cosa che Eckart, che me lo
sugger scherzando, comprese particolarmente, perch
cit pi di una volta le parole di Schopenauer a proposito
degli imbrattacarte anonimi.
Incontrai Hitler da Dietrich Eckart. Mentirei se dicessi che
fui soggiogato da lui, diventando immediatamente un
suo incondizionato sostenitore, come altri sostennero
dopo che egli si era gi fatto un nome ed ebbe ottenuto
dei successi importanti; avemmo, come ben ricordo, un
colloquio abbastanza breve sul pericolo del Bolscevismo,
e nel corso della conversazione fece riferimento alla situazione nellAntica Roma. Sostenne che solo il Cristianesimo
fu vittorioso a quel tempo e che il comunismo poteva avere, adesso, delle reali possibilit. Ci che intendeva Hitler
era che negli spazi vitali, pesantemente popolati, ci sono
stabilmente cos tanti individui scontenti e sfortunati che
un principio che li comprenda tutti potrebbe facilmente
incontrare il loro favore. Una differenza di base stava nel
fatto che mentre gli stessi antichi Romani, da un punto di
vista demografico, andavano gradualmente a diminuire,
in Europa le altre popolazioni, nonostante le guerre e le
pestilenze, rimanevano pi o meno costanti. Ci che rese
pericolosa la situazione nel Continente fu che la maggior
parte dei popoli era stata completamente sradicata dalla guerra, i loro comandi vacillavano, e il numero degli
scontenti, degli affamati e della disperazione cresceva
tremendamente. Hitler parl a parecchi piccoli raduni del
Partito che non era pi chiamato Partito del Lavoratori
Tedeschi ma bens Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi. Questo cambiamento indicava lunione
di un puro Nazionalismo con un Socialismo Purificato.
Ascoltai uno dei discorsi allOsteria Zum Deutschen Reich
in Dachauerstrae. Saranno state presenti circa quaranta, cinquanta persone. Hitler pretese che appena prima
di Lutero tutti fossero insoddisfatti delle vecchie regole,
finch la parola del riformatore non accese il fuoco negli
animi, e in questo rintracci unanalogia col presente: milioni di persone avrebbero potuto ritenere che un nuovo
modo di pensare, a tutti i livelli, fosse ancora una volta
essenziale. Tutto ci di cui avevamo bisogno aggiunse
35
era coraggio. Parl bene e con il cuore. Mi trovai completamente daccordo con lui, colmo di gioia nello scoprire
che un intelligente ed appassionato uomo del popolo, un
ex soldato, aveva avuto il coraggio di intraprendere, singolarmente, una battaglia per il benessere della Nazione
Tedesca. Durante le settimane seguenti, Hitler parl ad
un pubblico che poco a poco aumentava, fino a quando,
il 24 Febbraio 1920, formul e lesse il programma del Partito nella grande sala dellHofbruhaus . Non partecipai
alla stesura del programma, ma penso che oltre a Hitler e
Drexler fu chiamato anche Feder per aiutarli a sistemare
qualche incertezza. Le richieste furono formulate dopo
qualche esitazione, come probabilmente la maggior parte di noi avrebbe approvato. Al posto di classe e interessi
personali, gli interessi dellintero popolo produttivo furono messi al centro di tutti i principi. Forse, dopo considerazioni pi equilibrate, alcuni punti sarebbero potuti essere formulati differentemente; forse la successione dei
singoli paragrafi non era assolutamente ineccepibile (lo
stesso Hitler lo ammise in un appuntamento successivo);
ma, vista la situazione generale, avere uno scheletro sul
quale attaccare uno straccio di vita era gi qualcosa.
Il 9 Novembre 1918 data altamente simbolica della
storia tedesca. Questo giorno segn il crollo dellImpero
Tedesco e la fondazione della Repubblica di Novembre,
fondata con il Trattato di Versailles. Ampi settori della
popolazione considerarono lazione intrapresa il 9 novembre come una pugnalata nella schiena. I negoziati
erano in corso, le condizioni dellarmistizio erano state
accettate ed ora la questione era riuscire a mantenere
il Reich e lesercito intatti. Novembre vide la Germania
spogliata del suo ultimo importante assetto, lesercito, e
lasciata completamente indifesa. A quel tempo questo fu
considerato tradimento. (Pi tardi questo concetto fu insospettabilmente confermato da Lloyd George quando
venne a trovare il Fhrer dopo che questi aveva assunto
il comando. Dichiar che lIntesa si trovava allo stremo.
Solo poche settimane e avrebbe offerto alla Germania
proposte ragionevoli di pace.) Questo fu seguito dalla
perdita di tutte le colonie, dei territori del Reich, dal disarmo, dagli onerosi risarcimenti e infine dallinflazione
che cancell leconomia della Germania e i capitali dimpresa. La crescente disperazione afferr il popolo. Alcuni
gruppi separatisti affioravano in Baviera e in Renania. E in
risposta a tutto questo ci furono i tentativi, ugualmente
disperati, di organizzazioni nazionali attiviste: i Frei Korps
nel Baltico, in Slesia, in Baviera, e nella Ruhr. Intanto tutti
i vecchi partiti iniziarono a riaffermarsi, rafforzati da due
gruppi della sinistra socialdemocratica: i Socialisti Indipendenti e i Comunisti. I nazionalisti tedeschi, in principio, rimasero monarchici, ma volevano avere ancora una
mano nel governo del nuovo Stato. Il Partito Popolare
Tedesco assunse una posizione simile solo per entrare,
un istante dopo, nei collegamenti pi vicini alla Repubblica. Con loro si identificava il Partito Democratico. Cos
fecero i centristi, con qualche riserva di ordine filosofico.
Eccetto alcuni incorreggibili reazionari e politici stranieri,
milioni di onesti tedeschi erano inestricabilmente legati
ai ceti medi o ai gruppi marxisti. La disputa allinterno del
Partito cominci e non accenn a diminuire per anni. Ci
non dava limmagine di una chiara volont, n di posizione n dopposizione ma se posso anticipare gli sviluppi
degli ultimi anni di una lotta tutti contro tutti. Alla fine
della fiera, il sistema parlamentare era rappresentato da
quarantanove partiti diversi, ognuno dei quali cercava di
sostenere le sue problematiche particolari, come la maggior parte di tutti loro, indipendentemente dal fatto che
fossero interessati alla rivalutazione degli interessi, alle
convenienze dei coltivatori o alle soffitte in affitto.
Lo sviluppo della Germania era condizionato dai Principati che continuarono anche dopo la fondazione dellImpero, preservando cos le tradizioni di corte, e da una certa
unit della nobilt che non mancava di fornire il servizio
a molti dei pi importanti uffici del governo. Alle universit, lappartenenza a certi Corpi e Combriccole era un
prerequisito dei rampolli della nobilt e di altri, a loro necessariamente riverenti qualora aspirassero a fare carriera
nellAuswrtige AMT , o nellEsercito. La stessa Prussia era
stata una creatura militaresca, e la sua dirigenza militare
era reclutata esclusivamente nelle famiglie appartenenti
alla nobilt rurale, la quale fu insignita dai riconoscimenti
dei Monarchi Prussiani. Essi insieme alla Casa Reale costituivano unentit e, come tale, rappresentavano certi
interessi economici che spesso si opponevano alla nuova
era industriale. Cos la guida del Reich fu monopolizzata
da gruppi piuttosto esclusivi, sebbene alcuni rompessero
il muro impenetrabile che era stato eretto. I proprietari
di grosse fortune manovrarono tra gli accampamenti.
Sinchinarono prima della Monarchia, ma volevano estromettere i vecchi parrucconi dalle posizioni guida per poter aprire la strada alle imprese economiche mondiali. In
ogni caso, il largo avanzamento delle file sane delle masse era veramente difficile. Le ambizioni contrastate portarono molti membri della cultura tra le braccia dellopposizione, sebbene quellopposizione non rappresentasse
affatto ci che realmente loro desideravano. In vista di
tutte queste forze e sviluppi contraddittori, Adolf Hitler,
che aveva gi incontrato simili difficolt in Austria, prima
di servire per quattro anni e mezzo nellEsercito Tedesco,
non solo riconobbe la necessit di ununit nazionale sopra ogni cosa, ma stava anche premendo per la richiesta
di una giustizia sociale.
Il Partito Nazionalsocialista entr in battaglia. Adolf Hitler ne divenne la Guida. Il punto di partenza di questo
modo di pensare fu questo: se molti tedeschi onesti
stanno in ognuno dei due campi opposti, non importa
36
come sembrano i loro programmi individuali, essi devono essere stimolati da rispettabili motivazioni. Ma se la
totalit della Borghesia e la totalit del Proletariato sono
cos acerrimi nemici, bisogna che ci siano cause spirituali,
politiche e sociali che impediscono la comprensione reciproca, per non parlare della cooperazione a riguardo di
tutti i grandi doveri nei confronti del Reich. Senza entrare
nei dettagli economici, il Nazionalsocialismo sostenne la
richiesta di giustizia per le classi operaie. Ma con la convinzione che la giustizia sociale poteva essere assicurata
solo allinterno di una struttura nazionale divenuta sempre pi compatta. E qui i dogmi di base sbarrarono la
strada. La lotta di classe era vista come qualcosa di concreto e il Marxismo non era stato capace di offrire nulla,
a parte maggiori conflitti di classe occhio per occhio,
dente per dente. Si potrebbe accettarla come una novit dettata dai tempi, ma accettarla come principio di vita
nazionale era un anatema per chiunque ritenesse che il
Reich fosse contemporaneamente cosa e idea; chiunque
fosse a conoscenza dei sacrifici che furono fatti nellinteresse della crescita, forma e contenuti spirituali del Reich,
chiunque, infine, a cui il popolo appariva come unentit psicologica, biologica e storica. In cima a tutto questo
cera la propaganda dei chiacchieroni pacifisti questi
non mostravano nessun desiderabile amore per la pace,
ma insistevano invece sul diritto di tradimento, unidea
frequentemente espressa nel 1918 e negli anni a venire.
Alla fine le proteste contro le propriet private portarono
a rinnovate richieste sulle propriet del governo, richieste che non potevano essere soddisfatte che incontrando
una violenta opposizione, in particolare tra i contadini le
cui terre ereditate erano fonte di vita. Davvero, gli eventi
avevano appianato moltissimi problemi; le unioni dei lavoratori dedicavano la loro attenzione alle questioni essenziali ma le difficolt politico-filosofiche continuarono
ad affiorare. Fu Adolf Hitler che dichiar guerra a tutto
questo. In Austria, con i suoi vari popoli, egli cap che il
Nazionalismo era qualcosa che doveva essere difeso ma
in modo differente; adesso vide che sarebbe dovuto essere difeso anche nel Reich anche se l era gi un diritto di
nascita. Fra i Sudeti, un piccolo Partito Nazionalsocialista
esisteva gi ancora unaltra ragione per cui egli avrebbe
dovuto fondare il suo. Hitler era arrivato alla conclusione che solo il Socialismo non aveva di per s stesso nulla
che doveva essere eliminato. Cos divenne un oppositore
del Marxismo in tutte le sue manifestazioni e lo classific
come una filosofia di governo ostile sia allo Stato che alla
classe operaia. Per quanto riguardava gli operai era, quindi, una questione di rinuncia a questa dottrina, cos come
la sua opposizione sia al coltivatore che al proprietario.
Anche le classi medie avevano tutte le ragioni di rivedere
le loro inclinazioni. Esse non erano riuscite a provvedere
alla classe operaia nel suo momento di disastroso biso-
suoi compiti di redattore. Quando i problemi per labbrivio del nostro quotidiano si acuirono, Hitler venne a fare
spese con me. Dovevo scegliere una scrivania. Ne scelsi
una con lavvolgibile visto che il mio disordine lo rendeva
necessario. Hitler era contento come un bambino. Un altro passo in avanti!
Col tempo lorganizzazione, appena fondata a Monaco,
cominciava a essere conosciuta. Visitatori intervenivano
ai raduni di Hitler e ne parlavano in famiglia. Dopo averci
pensato su, molti di loro si offrivano come aiutanti. Organizzazioni nazionaliste e circoli si offrirono per unire
le forze. Molti membri dei Frei Korps volevano sapere
cosa stava succedendo a Monaco. Hitler ed Eckart tennero centinaia di conferenze. E anche se non partecipai
a questi raduni, ricevetti alcuni visitatori. Dalla Westfalia
e dalla Sassonia arrivarono profeti itineranti. Uno di loro,
un povero diavolo che portava uno zaino enorme, disse:
Datemi materiale propagandistico e spiegatemi le cose.
Torner immediatamente a casa e andr di villaggio in
villaggio distribuendo il nostro materiale. Un altro produsse uno spregevole manoscritto e disse: Se potessi
far avverare queste cose, la Germania sarebbe salvata!
Lettere contenenti suggerimenti, programmi, poemi,
arrivarono costantemente in una corrente senza fine.
Probabilmente non saranno state conservate. Tutto ci a
volte trasformava i nostri uffici in sale di tortura spirituale, e tuttavia, che ricchezza damore soppresso cera qui,
quanta disperazione e bisogno, ansia di trovare qualcosa
a cui appigliarsi!
Hitler non poteva continuare con i suoi incontri pubblici
senza una battaglia. Ci che chiedeva non era nulla pi
dello stesso diritto di poter parlare liberamente che i socialdemocratici ed i comunisti pretendevano come loro
prerogativa. In cambio prometteva libert di dibattito. In
risposta ci furono dei tentativi volti ad impedirgli di parlare e a disperdere i raduni con la forza. Bande infuriate entrarono in scena, armate di tubi di piombo e manganelli.
Ci furono tante teste sanguinanti da entrambe le parti.
Hitler inizi cos ad organizzare la sua protezione di sala,
i suoi membri erano reclutati tra le SA, la nostra organizzazione di difesa.
La vita politica tedesca non trovava espressione solo nei
discorsi parlamentari, ma in particolare nel fatto che gli
estremisti marxisti si arrogavano il diritto di avere le strade per s stessi, proibendo a chiunque di tenere raduni
pubblici. Il nuovo Stato non fu capace di intraprendere
nulla di efficace per proteggere la proclamata libert di
parola. Cos lorganizzazione delle Sturmabteilungen non
rappresentava, da parte nostra, nulla pi di un atto di autodifesa. Queste erano addestrate dagli ufficiali della Brigata Ehrhardt. E finalmente Hermann Gring pot offrire
i suoi servigi ad Adolf Hitler.
Inizialmente poche persone conosciute chiamarono la
38
redazione del Voelkischer Beobachter. Io stesso contribuii solo con un articolo occasionale. Quando le cose per
Eckart non andarono troppo bene, egli decise di chiudere la sua rivista, trasferire i suoi abbonati al Voelkischer
Beobachter e diventarne redattore capo. Mi ritirai in redazione, che si trovava a casa del tipografo, al 39 di Scellingstrae, e l rimasi fino alla fine del 1932.
Nel corso di questi anni Hitler si era accaparrato il mio rispetto e la mia lealt. Vedevo in lui un uomo che lottava
continuamente per lanima di un popolo. Assistetti alla
sua maturazione e vidi come egli pensava costantemente e meditava solo per essere poi pronto, con risposte
incredibilmente azzeccate, alle domande che si presentavano. Giornalmente dava prova di un sano istinto e di
una intelligenza naturale. Eckart ne parlava con crescente venerazione e questo significava molto; questi era riuscito a comprare una casa, o piuttosto a dividerla, in un
insediamento in Richildenstrae a Nymphenburg. Trovai
una stanza arredata l vicino. Fu l che Eckart ottenne la
pace necessaria per essere libero di dedicarsi alla sua poesia. Passeggiando avanti e indietro nel suo giardinetto,
egli meditava sulle sue idee, e capitava che desse risalto
al ritmo di qualche poesia nascente distruggendola colle sue stesse mani. A volte, quando andavo a trovarlo, la
mattina, ci incontravamo sulle scale e l mi leggeva la sua
ultima fatica; quelle erano le poesie che sarebbero state pubblicate sulla sua rivista nel 1920. Altre volte Eckart
se ne usciva con un altro bel passaggio del suo amato
Schopenhauer, sul quale insisteva per leggermelo sul
posto. Era rimasto particolarmente impressionato da ci
che Schopenhauer aveva detto a proposito della lingua
tedesca. Ed anche per questo che devo a Eckart i miei
ringraziamenti. Ai baltici mancava una classe contadina
che agiva come una fonte perpetua per il ringiovanimento del linguaggio. Scrivevano in un tedesco ricercato e
leggermente erudito, ma usavano anche troppi vocaboli
stranieri. Eckart intraprese il compito di ripulire molti miei
articoli, e cos facendo mi diede un eccellente suggerimento stilistico, anche se protestai, a volte timidamente,
quando cercava di impuntarsi su alcuni miei articoli piuttosto drammaticamente.
Anche Ludendorff venne a Monaco. Uno dei suoi adepti
gli offr una casa a Prinz Ludwig-Hhe sullIsar e lui accett. Gli mandammo del nostro materiale di stampa e
lui rispose con alcune righe di approvazione. Tutta la sua
vita era stata dedita al servizio militare. E accett Stato e
Chiesa nella loro integrit, come istituzioni organizzate,
senza sentirsi particolarmente costretto ad interessarsi
di problemi quotidiani. Questo lo lasciava agli altri. Comunque, la guerra costrinse i comandi generali a prestare almeno un poco di attenzione alle politiche del Reich.
Che ci sarebbero stati dei frequenti conflitti di personalit, come quello tra Ludendorff e Bethmann-Holweg, era
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- IL SECONDO E IL TERZO LIBRO A CONCLUDERE lOPERA DI ROSENBERG Prefazione di Luca Leonello Rimbotti
MARZO 2012
per ordini: thule@thule-italia.org - tel 340 4948046
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Politica della Famiglia
Capitolo XII. Lottare contro lurbanesimo
e perseguire una politica dellabitazione
familiare
I popoli che abbandonano la terra
sono condannati alla decadenza.
MUSSOLINI
(Ai rurali dItalia, 4 novembre 1928, Scritti e Discorsi,
voi. IV, pag. 268).
Capitolo XII.
LOTTARE CONTRO LURBANESIMO E PERSEGUIRE UNA
POLITICA DELL ABITAZIONE FAMILIARE
1) CONSIDERAZIONI GENERALI. a) - Linfluenza demografica dellambiente immediato sulla famiglia, b) - Linfluenza demografica del rapporto economico fra popolazione e terra, c) - Linfluenza demografica del rapporto
giuridico fra il nucleo familiare e la terra, d) - I fattori psicologici demograficamente favorevoli nellambiente rurale, e) - Linfluenza demografica dellabitazione sul nucleo familiare urbano. 2) LOTTA CONTRO L URBANESIMO E POLITICA DELLABITAZIONE FAMILIARE RURALE. a)
Linfluenza antidemografica dellurbanesimo, b) - La lotta contro lurbanesimo perseguita dal regime fascista, c) La politica dellabitazione rurale. 3) POLITICA DELLABITAZIONE FAMILIARE URBANA. a) -I termini del problema,
b) - Linfluenza antifamiliare dellinquilinato, c) - Il nomadismo urbano, d) - Le caratteristiche delle abitazioni moderne sfavorevoli allincremento demografico, e) - I tentativi di soluzione del problema dellinquilinato, f ) - Lintervento per evitare che siano fatte condizioni di sfavore agli inquilini con prole, g) - Eliminazione di alcune concezioni sfavorevoli ad una efficace politica dellabitazione familiare, h) - Per la soluzione del problema dellinquilinato, i) Le misure concomitanti alla politica dellabitazione familiare.
Premessa
Gi alcuni dei numeri della Rivista hanno ospitato capitoli tratti dal libro Politica della Famiglia, edito da Bompiani nel 1938. Proponiamo ora un ulteriore contributo di
strettissima attualit dedicato al problema dellurbanizzazione e, soprattutto, alla condizione della famiglia cosiddetta urbana. Non raro che la sera si ascolti da un
telegiornale la notizia clamorosa di una casa negata da
un locatore a una famiglia numerosa e, borbottando, si
esclami tra le mura domestiche: in che tempi viviamo!.
Ecco, lo scopo di questi articoli forse per qualcuno noiosi serve a dimostrare che il problema non il tempo
in cui si vive, ma le soluzioni adottate per risolvere problemi che non sono di oggi, potendo ad esempio leggere nel 1938 del monito del Segretario del Partito contro i padroni di casa poco propensi ad accettare inquilini
con famiglia numerosa. Speriamo che ci serva da riflessione per liberarsi da quella tendenza nel vedere i giorni doggi quali unanomalia della storia ottenendo quindi
una sorta di auto-assoluzione per limpotenza di risolvere
problematiche poi non cos nuove. Prima di lasciarvi alla
lettura pregherei di notare luso del linguaggio adoperato, soprattutto se confrontato con similari studi tecnici di parte tedesca (un esempio per tutti trovare il termine utenti fa chiaramente evidenziare il diverso costrutto
ideologico). Inoltre lestratto, rispetto a quello pubblicato
sul nostro portale, integrale.
CONSIDERAZIONI GENERALI
a) - Numerose cause di debilitazione del nucleo familiare e quindi di decadenza demografica traggono origine
dallambiente immediato che circonda lo stesso nucleo
familiare. Questo ambiente costituito: per la popolazione rurale, dalla casa rurale, dal terreno sul quale si esplica
lattivit produttiva dei componenti della famiglia e dalla zona nella quale casa e terreno si trovano; per la popolazione urbana, dalla casa in cui ogni famiglia vive e dal
quartiere nel quale la casa cittadina sorge. Nella considerazione delle accennate cause di debilitazione del nucleo
44
li dalla diminuzione della estensione delle terre da coltivare in una determinata zona, si pu esattamente parlare di una pressione della terra sulla famiglia (Orestano),
che la terra stessa esercita quando appare esuberante rispetto alle possibilit di lavoro del nucleo familiare. ovvio, infatti ed abbondantemente provato da rilevazioni statistiche passate e recenti che, a parit di sistemi di conduzione agricola, il desiderio di una numerosa
figliolanza sia pi fortemente sentito in quelle zone nelle
quali si certi della possibilit e della utilit di impiego di
nuove braccia, mentre, nelle zone nelle quali la terra gi
insufficiente a consentire possibilit di lavoro alla popolazione rurale esistente, anzich uno stimolo si avr una
compressione demografica.
***
c) - Meno precisa e meno costante linfluenza demografica del rapporto giuridico fra il nucleo familiare e la terra. Infatti, mentre a prima vista si potrebbe pensare che
la fertilit dovesse essere pi elevata in quei nuclei familiari che sono proprietari e coltivatori diretti del fondo
mentre cio si potrebbe pensare che quegli stessi fattori
psicologici che hanno tanta influenza favorevole dal punto di vista agricolo e dal punto di vista sociale determinino costantemente una maggiore natalit le statistiche
provano, che, talora, proprio nelle categorie dei piccoli proprietari e dei coltivatori diretti lincremento demografico tende ad attenuarsi con maggiore rapidit, quando esso resiste maggiormente nelle categorie cui appartengono quei nuclei familiari che si trovano in un diverso
rapporto giuridico con la terra coltivata, cio nella categoria dei mezzadri, e anche in quella dei braccianti. Questo diverso comportamento di fronte al fenomeno demografico, delle varie categorie dellagricoltura dovuto, probabilmente, al fatto che la suddivisione del terreno coltivabile agisce pi direttamente, come causa di decremento demografico, nei confronti dei piccoli proprietari, coltivatori diretti, i quali temono che il dato fisso costituito dal reddito che possibile trarre dal fondo, renda
indispensabile, qualora la famiglia abbia un forte incremento demografico, il passaggio di alcuni dei suoi membri alla categoria dei braccianti; mentre la stessa organizzazione del rapporto di mezzadria fa s che questo pericolo sia meno sentito nella famiglia mezzadrile. Per quanto riguarda i: braccianti, si pu forse pensare che, pi che
linfluenza determinata dal rapporto fra popolazione e
area coltivabile, operino su quella categoria i comuni fattori di decadenza, e poich questi fattori sono meno attivi nellambiente rurale, si ha, in definitiva, fra i braccianti
una decadenza demografica meno accentuata.
***
b) - Il rapporto economico tra popolazione e terra, anche
a prescindere dal rapporto giuridico attraverso il quale ha luogo la coltura del terreno, il fattore predominante dellinfluenza demografica che lambiente immediato esercita sul nucleo familiare, in agricoltura. Infatti, cos come si pu parlare di una compressione esercitata sullo sviluppo demografico dei nuclei familiari rura-
***
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Documenti
d) - Ha anche un grande valore il fatto che permangano
nellambiente rurale atteggiamenti psicologici che costituiscono fattori favorevoli al normale incremento demografico. Da questo punto di vista si assiste negli stati pi
civili a cambiamenti rapidi determinati dal perfezionamento e dalla diffusione dei mezzi di comunicazione e
dei mezzi e sistemi di circolazione delle idee e delle abitudini. Non solo attorno alle grandi citt che sono tutte,
pi o meno, permeate di spirito anti -demografico si
costituisce una zona nella quale, date le frequenti comunicazioni ferroviarie ed automobilistiche, si formano tanti centri, corrispondenti ai paesi collegati, che psicologicamente e quindi demograficamente assumono lidentico atteggiamento della citt; oltre questa zona che talvolta molto ampia, basti pensare ad una qualsiasi grande capitale anche la maggior parte del territorio non
urbano attraversata in lungo e in largo da strade ferrate e da strade ordinarie percorse da un numero sempre
crescente di veicoli, e subisce linfluenza di un numero
sempre crescente di strumenti di divulgazione delle idee,
quali, soprattutto, il cinematografo e la radio. Quindi, sia
per effetto della circolazione delle persone dagli ambienti rurali agli ambienti cittadini e dagli ambienti cittadini
agli ambienti rurali, sia per effetto della circolazione delle idee si tende ad accorciare le distanze, non solo sotto
laspetto fisico, ma anche sotto quello psicologico, riducendo, cio, e talora annullando, le differenze di atteggiamento psicologico fra la popolazione cittadina e la popolazione rurale. In tutte le nazioni che provano il morso
della decadenza demografica si rilevata la grande importanza di questo fenomeno, per in nessuno stato si
adottata qualche misura per evitare il diffondersi di esso;
sebbene si debba senzaltro riconoscere che lemanazione di provvedimenti intesi a diminuire questa circolazione delle idee, e quindi diffusione delle abitudini, mediante vincoli imposti, sotto qualunque aspetto, ai ceti
rurali rispetto alla partecipazione alle varie forme di evoluzione intellettuale, e quindi anche di elevamento sociale, che hanno origine nelle citt, sarebbe stata non solo
vana perch in contrasto con altre fondamentali esigenze di circolazione dello stato moderno ma
anche ingiusta.
***
e) - di immediata comprensione linfluenza che, insieme a tanti altri fattori, pu esercitare sullincremento demografico della famiglia urbana la situazione nella quale essa sia proprietaria di una casa vasta, igienica, provvista di un giardino, isolata e periferica rispetto ad una delle numerose situazioni intermedie > addirittura rispetto alla situazione opposta, nella quale la famiglia inquilina, in un appartamento piccolo e costoso, composto di
***
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b) - Nella lotta contro lurbanesimo, e quindi nella politica di ruralizzazione, lItalia se si tiene conto non solo
della complessit dellazione svolta, ma anche delle particolari difficolt da superare offre, certami mente, un
esempio del pi alto interesse. Della politicala anti - urbanistica del Regime fascista sono strumenti: la legislazione per la bonifica integrale, che tende, in sostanza, a
modificare quel rapporto sfavorevole tra la famiglia e la
terra, cui si innanzi accennato; le disposizioni concernenti la facolt di vietare la emigrazione dalle campagne
alle citt; la multiforme attivit legislativa e politica, svolta attraverso la emanazione di provvedimenti di legge o
di particolari accordi collettivi, per ridurre, entro i limiti del possibile, il bracciantato, cio per fissare alla terra,
nel senso buono del termine, i braccianti, trasformandoli in compartecipanti o in coltivatori diretti; lattivit rivolta al miglioramento della casa rurale ed alla contemporanea tutela del benessere delle popolazioni rurali, che devono trovare nelle zone stesse dove risiedono possibilit
di svago e di elevamento sociale, tali da controbilanciare
lattrazione che su di esse esercita la citt; la stessa politica di espansione coloniale che ha valso, e pi varr in avvenire, ad ottenere che una parte della popolazione rurale, che altrimenti si sarebbe riversata nelle citt, continui
a vivere con tutti i relativi vantaggi, anche demografici
nellambiente rurale costituito da quelle zone dellImpero che sono passibili di colonizzazione demografica.
***
c - Dal punto di vista demografico uno degli elementi pi
interessanti di questa vasta azione politica costituito da
quella che abbiamo chiamato la politica della casa rurale; cio lazione rivolta a dare ai rurali, a tutti i rurali, una
casa vasta e sana. Perfettamente compresa dal popolo
italiano, gi dotata dellindispensabile substrato di studi
preliminari, questazione pu e deve ormai essere intrapresa su una base organica, cio su di un piano nazionale
e razionale di esecuzione.
Il risanamento della casa rurale non deve essere limitato
alle abitazioni rurali in senso stretto, cio a quelle che sorgono pi o meno isolate nelle campagne. Si osservato
che le inchieste statistiche effettuate per dare una base
concreta al programma di risanamento delle case rurali hanno rilevato che il 54 % di tutte le case rurali del Regno compreso in aggregati urbani e che di esse oltre un
quarto deve essere demolito o radicalmente riparato. Da
ci la necessit che per effettuare il risanamento si predispongano i piani regolatori della maggior parte delle nostre cittadine rurali e dei nostri paesi: occorre non portare attenzioni e cure solo ai grandi centri, come purtroppo
quasi esclusivamente avvenuto finora, ma anche a tutti
gli altri aggregati urbani ed occorre, soprattutto, adottare in questi ultimi concetti e provvedimenti diversi, modesti ed adeguati alle esigenze di organismi a struttura e
Documenti
me combaciano: i Service Flats della Gran Bretagna, le
Apartmnen Houses degli Stati Uniti, le Ledighaime della Germania, cio gli edifici con appartamenti separati, e
servizi comuni, sono, dal punto di vista morale e demografico, allo stesso livello delle abitazioni operaie collettive russe. Linquilinato sanziona la recisione dei legami
ideali fra la famiglia e la casa, favorisce ed accelera il rapido smembramento dei nuclei familiari, conduce per
linfluenza del fattore commerciale a concezioni della
casa che rendono la dimora degli uomini simile a quella
degli animali inferiori.
Si deve per riconoscere che la questione delle dimensioni delle abitazioni e quindi del numero dei vani e
dellampiezza di questi non pu, senza adeguati provvedimenti, essere risolta pretendendo dai costruttori e
proprietari di case un atteggiamento che, il pi spesso,
in piena armonia con la domanda degli utenti, la quale, a
sua volta, rispecchia la tendenza riduzione delle nascite.
***
e) I tentativi di soluzione del problema dellinquilinato
adottati un po dovunque mediante la costituzione di cooperative edilizie e la concessione di prestiti a condizioni di favore per la costruzione di case urbane e rurali, specialmente a favore delle famiglie bisognose, hanno avuto
unapplicazione esigua. Come si giustamente osservato, il sistema cooperativo non adatto a risolvere questo
problema che problema di masse (Orestano).
In Germania contemporaneamente a quella ci si potrebbe chiamare la politica demografica agraria, cio basata su misure intese a contrastare lurbanesimo e a mantenere ed elevare il saggio demografico delle categorie
rurali si svolge una notevole attivit nel campo della
cosiddetta colonizzazione sub-urbana, cio nel creazione di case singole con giardino, vendute, a baso prezzo e
con ammortamento a lungo termine, ai capi famiglia appartenenti alla piccola borghesia; in base ad un decreto
dellaprile 1936, le Kleinsiedlungen debbono comprendere almeno 1000 metri quadrati di terreno coltivabile
e debbono essere considerate fondamentalmente non
come parte di un semplice progetto edilizio ma come
parte di un programma di sistemazione agraria dretto
a porre la popolazione a contatto con la terra. Sono state costruite molte migliaia di queste piccole Siedlungen,
scegliendone accuratamente, da un punto di vista raziale
e morale, i proprietari ; esse sono pagate mediante piccole mensilit il cui importo in molte zone viene ridotto via
via che il numero dei figli aumenta. Si spera che questa
colonizzazione sub-urbana, che diventata uno spettacolo comune nellapprossimarsi alle citt tedesche, contribuisca allaumento delle nascite, e costituisca anche un
fattore di stabilit sociale ed economica.
***
e) E connesso al fenomeno dellinquilinato, anzi una
manifestazione di esso, il cosiddetto nomadismo urbano ; cio quel movimento che per vari e pi o meno fondati motivi la popolazione compie nellinterno della stessa citt, cambiando dimora un numero pi o meno grande di volte in un periodo dato di tempo.
***
d) Anche al fenomeno dellinquilinato, cio al fatto che
ledilizia sia stata finora unindustria ispirata esclusivamente salvo leffetto di alcuni interventi limitati allaspetto
igienico-sanitario a criteri strettamente economici, si
devono attribuire le caratteristiche delle abitazioni moderne, dal punto di vista del numero medio di vani per
appartamento, dellampiezza dei singoli vani, dellesistenza o inesistenza di elementi che siano determinati da
concezioni favorevoli allincremento demografico. Lindustria edilizia, preoccupata esclusivamente del tornaconto mercantile del suo esercizio, nellassoluta maggioranza dei casi, ha creato e continua a creare abitazioni concepite e realizzate con indifferenza, se non con ostilit, verso il concetto dei bambini e della famiglia numerosa.
pi immediate del problema, attraverso quello spostamento di visuale che si concreta nel passaggio dalla concezione della casa popolare a quella della casa popolarissima; nel senso dellabbandono del sistema ereditato
dal passato della costruzione di quartieri operai pi o
meno rispondenti alle esigenze igieniche ed al progresso sociale determinato dal Fascismo, e delladozione di
un criterio del tutto diverso: costruire borgate periferiche
o addirittura extra-urbane nelle zone rurali prossime alle
citt; che pu costituire la prima fase di un movimento
opposto a quello dellurbanesimo: la dispersione delle
citt nelle campagne, per riportare in esse la popolazione
rurale che se ne era distaccata, attratta da un falso miraggio di interesse. Le sue forme sono chiare e convincenti:
quartieri ed edilizia sparsa, borgate periferici o del tutto
staccate dallaggregato urbano, mezzi di comunicazione
rapidi ed economici, nuovi centri rurali dotati di tutti gli
impianti e le attrattive prima riserva alle citt, grandi zone
di verde intervallate ai nuclei edilizi, ecc.
f ) Anche nei rapporti tra inquilini e padroni di casa, oltre
la influenza di unambiente sempre meglio orientato dal
punto di vista della politica familiare e demografica, non
mancano degli interventi precisi e suggestivi; fra questi
recente il monito del Segretario del Partito contro i padroni di casa poco propensi ad accettare inquilini con famiglia numerosa. La stessa Federazione nazionale fascista dei proprietari di fabbricati, fin dal 1929 (e soprattutto con una circolare del 1933), ha richiamato lattenzione dei rappresentanti sulla gravit del rifiuto di locazione
alle famiglie numerose.
***
g) Ed ora affrontiamo la parte pi interessante del problema della casa: quello che occorre fare perch nella soluzione di esso si tenga conto delle esigenze della politica familiare.
Nelle case popolari costruite dai dipartimenti, dai comuni, dagli uffici pubblici e dalle societ appositamente
autorizzate, i due terzi delle abitazioni (calcolati in base
allimporto degli affitti) debbono essere riservati alle famiglie con pi di tre figli di et inferiore ai 16 anni.
Innanzitutto, occorre liberare il terreno da qualche fattore dincomprensione. Infatti, si troppo lontani dalla comprensione dei veri termini nei quali il problema va
posto, quando, in tema di direttive sociali della propriet edilizia, ci si limita ad affermare ritenendo di esprimere, in questo settore, le pi elevate concezioni sociali che la libert nel modo di costruire immobili destinati allabitazione non pu essere la stessa in un sistema
economico che tende al concentramento delle abitazioni
in gigantesche citt come era in un sistema nel quale gli
uomini vivevano sparsi in vasti territori. Ligiene delle abitazioni e delle citt e lurbanistica impongono al proprietario di immobili obblighi molto pi sensibili nel primo
caso che nel secondo. Poich probabile che il progresso
Documenti
tecnico continuer nellavvenire col ritmo costantemente accelerato che lo ha sempre caratterizzato, la funzione
sociale della propriet privata, e della propriet edilizia in
particolare, diventer sempre pi considerevole, nel senso che nellesercizio del suo diritto di propriet, il proprietario edile, in particolar modo dovr sempre pi sviluppare la coscienza di un obbligo non solo contrattuale e
di diritto privato ma sociale, e per cos dire di diritto pubblico, quello di dare cio al locatario, alloggio sano, igienico e conforme, sotto ogni punto di vista, ai bisogni di
lui ed a quelli della sua famiglia. Per cui, se un proprietario ignora i bisogni degli altri componenti dellaggregato sociale, esso riduce le ragioni che giustificano la sua
propriet, lasciando sussistere il solo aspetto morale della legittimit del suo diritto, e annullando, almeno in parte, le ragioni di ordine sociale. Ci risponde a verit in misura sempre maggiore per il proprietario edilizio. Lalloggio sano nel senso pi largo dellespressione, un bisogno cosi essenziale per lindividuo, quanto un nutrimento sano. Il proprietario di fabbricati ha il nobile compito
di soddisfare a questo bisogno. Ha dunque, per questa
ragione, doveri speciali da assolvere. Questi sono certamente aspetti molto importanti del problema edilizio
anche dal punto di vista demografico ma se si vuole farla finita una volta per sempre con le misure di compromesso, occorre dare ad essi un rilievo molto relativo in
confronto a quello, decisivo dal punto di vista demografico, che altri aspetti esigono.
***
h) Il problema della casa si pu risolvere soltanto quando si parta dal principio che sia indispensabile puntare
verso labolizione dellinquilinato. Eliminando immediatamente gli equivoci in base ai quali tutti coloro che temono, direttamente e personalmente, di avere dei danni da tale abolizione pretendono di sostenere che lattuale sistema di propriet e di industria edilizia costituisca la
prova pi sicura del fatto ch il regime corporativo mantiene e rispetta il principio della propriet e delliniziativa
privata e quindi, pur accettando principi solidaristici, non
giunge a concezioni collettivistiche di tipo sovietico. Nulla pi grave di una cristallizzazione dialettica su questi
concetti. Noi riteniamo che cos come sarebbe sovietico
o comunista, certo non fascista dal punto di vista economico e dal punto di vista psicologico, un sistema nel quale unico proprietario di tutte le abitazioni fosse lo stato,
per la grande maggioranza della popolazione sarebbe (e
purtroppo in gran parte ) moralmente tuttaltro che fascista un sistema nel quale tutti gli abitanti di case, salvo
pochissimi proprietari, fossero inquilini: dal punto di vista psicologico, considerando la grandissima massa del
popolo, il padrone di casa non eccessivamente dissimi-
limpiegato deve corrispondere, oltre alla quota di capitale, linteresse a scalare sul prestito e il premio dunassicurazione, anchessa a scalare, sulla vita per la somma che
resterebbe a pagarsi allente sovventore in caso di premorienza del debitore. Un tale onere non pu essere calcolato in modo preciso, variando con let dellimpiegato. In ogni caso non devessere eccessivo, che altrimenti
loperazione del quinto diverrebbe strozzinesca. Prendiamo come base questo tipo di contratto, allunghiamolo in
un trentennio ed ecco che non dovrebbe essere difficile
integrare lequazione differenziale dei vari coefficienti in
modo da stabilire un onere non eccedente quello attuale di un semplice affitto, e forse inferiore ad esso. Loperazione pertanto si risolverebbe in un sicuro vantaggio per
il titolare della casa. Opportuni discali, contributi parziali, esoneri temporanei dovrebbero agevolare la posizione dei meno abbienti, delle famiglie pi numerose, ecc.
Questo tipo di contratto, parte fondiario, parte assicurativo, potrebbe trovare unapplicazione, a mio modo di vedere, non soltanto per le case di nuova costruzione, ma
anche per una vasta mobilitazione della propriet edilizia
gi esistente, quando intervenisse un accordo nei termini
anzidetti, tra lattuale proprietario e linquilino. Sintende
che anche la legge deve evolvere e accompagnare i nuovi modi di trapasso con opportune norme.
Recentemente altri ha proposto la concessione dellalloggio da riscattare col sistema assicurativo, prevedendo una diminuzione graduale del premio di assicurazione per ogni nuovo nato, fino alla esclusione completa dei
pagamenti quando sia raggiunto un certo numero di figli.
E ovvio che pi duno possano essere i sistemi pensabili ed attuabili, anche perch numerose sono le differenze fra le categorie, dal punto di vista del reddito, nella sua
entit e formazione. Lessenziale consiste nel fissare un
postulato nuovo e fondamentale nella politica dellabitazione familiare urbana: capovolgere la situazione: la
casa di propriet deve diventare la regola e la casa daffitto leccezione (Orestano).
In sintesi pur non ignorando quale massa di problemi la sintesi coinvolge una politica dellabitazione familiare dovrebbe percorrere il cammino seguente: eliminare, con la quantit dei vani disponibili, lobiezione, non
giustificata, ma in molti casi, nemmeno infondata: per i
figli non c posto, perch nellassoluta maggioranza le
case debbono essere costruite in modo da consentire lo
sviluppo demografico di una numerosa famiglia; tendere verso labolizione del fenomeno dellinquilinato, con lo
scopo ultimo di dotare ogni famiglia della propria casa.
Se altrove queste mte possono sembrare utopistiche, in
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Riflessioni
Riflessioni
Riflessioni
Crisi dellOccidente: il pessimismo
costruttivo
Gabriele Gruppo
raggiungere questi obiettivi. Ci deve preoccupare.
Noi non siamo minimamente preoccupati che,
ad oggi, non esistano delle sintesi efficaci, che diventino il pensiero maggioritario presso le masse occidentali, europee in
particolare, capaci di fornire alternative strutturali alla crisi in cui stiamo
versando. Questo perch
non nutriamo la minima
fiducia in una sorta di risveglio preventivo delle
coscienze dei singoli individui, prima che il peggio
sia sulla soglia di ogni singola individualit.
Scusate il gioco di parole, ma esso significativo
di quanto lego sia ormai
il metro di valutazione di
questa nostra civilizzata societ dei consumi (e dei debiti per mantenerli).
Frequentiamo uomini tutti i giorni, e non ci facciamo illusioni sulla loro lungimiranza, cos come fanno certi alternativi. In quanto non crediamo che loccidentale medio voglia trovare delle soluzioni di discontinuit vere a
questo sistema.
Luomo medio occidentale anela al mantenimento del
suo status esistenziale, garantito da chi gli continua a
promettere che i sacrifici (parola molto in voga di questi
tempi) saranno sicuramente duri ma necessari al ritorno
alla stabilit pregressa, e alla crescita futura. Luomo medio occidentale non ha uno spirito rivoluzionario, bens
il pi grande conservatore su cui il sistema stesso possa contare. Questo un dato di fatto, non una mera speculazione.
Cosa potrebbe proporre un pensiero alternativo, che possa sedurre le masse, se non un drastico ridimensionamento proprio di quel prezioso status esistenziale cui esse si
sono abituate e viziate. Un Giulietto Chiesa che parla,
Sembra essere una contraddizione in termini, dirsi pessimista e costruttivo, ed in un certo qual modo lo anche. La nostra una posizione eterodossa rispetto al panorama offerto dai media, dalla politica e, in misura molto meno significativa, dalla cultura ufficiale. Tuttavia vorremmo partire, per lesposizione del nostro ragionamento, proponendo le ultime battute di un pezzo che abbiamo letto un mese fa, sul sito del Corriere del Ticino, a firma di Alfonso Tuor:
occorre innanzitutto superare questa crisi e cercare di costruire un modello economico, sociale e politico attraverso il
quale leconomia non diventi un obiettivo in s e per s, ma
uno strumento indispensabile per creare occupazione, per
avere una maggiore giustizia sociale (combattendo lesplosione delle disuguaglianze registratasi negli ultimi decenni),
per dare maggiore stabilit e sicurezza e possibilmente per
costruire anche la prospettiva di un futuro migliore non solo
a livello materiale. Per il momento, non si odono ancora voci
che, sia a livello economico sia a livello politico, propongano una strada (una sintesi) praticabile e convincente per
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con ragionevole spirito profetico, di collasso della civilt basata sul petrolio; o un Gabriele Gruppo (molto pi
modestamente) che cerca persone disposte ad abbracciare lidea di un ritorno della centralit del bene comune e dello Stato, rispetto allindividualismo e al mercatismo globalizzato, sono schegge comunicative che destano un superficiale interessamento, quando va bene, presso luomo medio occidentale, che per invece di fermarsi,
ragionare, ed agire anche per il suo bene, preferisce mondare subito la propria coscienza con robuste iniezioni di
ottimismo. In questo aiutato da una miriade di strumenti
e di distrazioni, atte allo scopo di disinnescare il pericolo
del dubbio verso chi continua a palesare luscita dal tunnel della crisi, grazie a manovre interne alle strutture del
sistema stesso.
Le ragioni che stanno inducendo le masse occidentali,
nel fidarsi ancora una volta di coloro che, di fatto, hanno
originato le problematiche di questo inizio secolo, risiedono proprio in quel conservatorismo intrinseco di coloro che, abituati ad un certo tipo di qualit della vita, sperano fideisticamente che essa possa mantenersi inalterata, nonostante lintero pianeta si stia evolvendo verso
una prospettiva dinamica (e per certi aspetti autodistruttiva), in cui lOccidente, e gli occidentali, saranno sempre
pi visti come dei veri e proprio parassiti; vecchiume superato dalla storia e dallevoluzione dei sistemi economici globalizzati.
Lo specchio fedele di questa condizione psicosociale, lo
riscontriamo nelle affermazioni quotidiane di chi incontriamo sul nostro cammino.
Perfino in coloro che dovrebbero distinguersi, avendo (in
teoria) abbracciato una certa visione del mondo.
Non molti mesi fa, in un forum di alternativi di destra,
il nostro cercare di spiegare la necessit di una contrazione generalizzata degli stili di vita, in ragione proprio
delle mutate condizioni economiche favorevoli (il potere dacquisto) che lOccidente tender a perdere progressivamente su scala mondiale, fu sbeffeggiato in un intervento con le seguenti parole:
sa, il sentimento prevalente ancora la fiducia nei fondamentali che hanno reso possibile la nostra prosperit, durata sostanzialmente una settantina danni.
Il problema che lo spirito di autoconservazione, che
anima i singoli individui, viene confuso con le condizioni
di benessere diffuso in cui gli occidentali sono vissuti dalla met del secolo scorso ad oggi. Questo provoca un verace ed automatico conservatorismo spicciolo generalizzato. Le proposte di eventuale soluzione alle problematiche contemporanee risentono di questa condizione esistenziale. Proposte che mirano sostanzialmente a trovare
consenso allinterno del sistema, utilizzando i suoi strumenti ed attraverso le sue strutture. Nulla di nuovo; sovente capitato nella storia moderna che ad una criticit
si sia risposto in questo modo. Quel che per mutato risulta essere proprio lo spazio di manovra, in via di esaurimento, di questa filosofia e della prassi conseguente.
Il fallimento dietro langolo.
Gi si odono, da parte delle classi dirigenti dei popoli emergenti, sempre pi marcate critiche allOccidente,
nel suo complesso e senza distinzioni di lana caprina, sulla sua pretesa dessere aiutato in questa fase di transizione mondiale, dopo aver vissuto troppo tempo al di sopra
delle proprie reali e realistiche possibilit.
Questo dovrebbe essere un primo preoccupante segnale di quanto, allo stato attuale, non esistano spazi di manovra n per sedicenti alternative morbide alla presente e perdurante crisi; ma nemmeno delle semplici prosaiche riforme, che le classi dirigenti occidentali sembrano
voler attuare proprio con lausilio di chi oggi sulla cresta
dellonda della crescita del proprio sistema, e che fino a
pochi decenni fa era guardato come facente parte di una
classe di scolaretti svantaggiati, da educare con sufficienza e un certo grado di spocchia.
Quindi non si tratta di accettare o meno un ritorno al feudalesimo o al Medioevo da parte delloccidentale medio,
quanto arrivare consapevolmente a capire, e far capire,
che non ci sono vie di fuga facili, o semplicistici richiami a
quello che stata per il pianeta la nostra civilt, capaci di
modificare il processo di decadenza in corso. Per dirla con
termini bancari: nessuno ci vuol pi fare credito. In quanto, viste le condizioni di criticit in cui versa il nostro sistema, lOccidente sta diventando la parte pi vulnerabile e
declinante presente nel XXI secolo.
Chi oggi ha maturato prima di altri la visione del difficile
avvenire che ci attende, pu solo apparire quindi un pessimista agli occhi delle masse, e contare semplicemente
sul fatto che nelle condizioni di stasi attuale potr ambire
ad un seguito circoscritto.
Non serve scomodare Platone ed il mito della caverna per
trovare da parte nostra delle motivazioni alla nostra presa di posizione, quanto piuttosto avere e mantenere forza nellagire in un quadro ancora dai contorni sfuocati,
Riflessioni
dove la maggior parte di coloro che ci circondano si rifiutano di accettare una realt forse gi percepita, ma coscientemente rifiutata per via della sua difficolt nellessere coraggiosamente accolta. Il coraggio presso le masse si concretizza nei momenti di maggior tensione. Masse
ancora fiduciose nellavvenire, forse pi per pigrizia, non
vorranno nemmeno contemplare leventualit che possano concretizzarsi contingenze storiche in cui saranno
messi in gioco non tanto gli orpelli del benessere occidentale, quanto i fondamentali stessi di esso, attraverso
una radicale involuzione del sistema che lha sviluppato
e garantito.
La pericolosa assenza di unalternativa enunciata da Tuor,
nellarticolo sul Corriere del Ticino, da noi vista come
lespressione di quanto detto fin da principio.
Non ragionevole credere che il proporre delle limitazioni allo stile di vita delloccidentale medio, possano essere accolte immediatamente da esso, e da esso assimilate,
con velocit e allo stesso tempo con consapevolezza.
Anche nel pensiero alternativo (o sedicente tale) notiamo
la tendenza alla logica del fast-food, nel voler ricercare un
consenso immediato, basato sul semplice postulato di affermare una verit, ed incarnare una libert.
Il nostro pessimismo costruttivo ci porta a ritenere inutile
questa forma di ansia da risultati. Il rischio infatti quello di diventare puro e semplice folklore ideologico post
moderno. Valido solamente per far arroccare loccidentale medio nelle sue posizioni conservatrici; cosa che risulta essere gradita al sistema in difficolt, che riesce in questo modo ad eludere le proprie responsabilit nellaver
provocato lattuale situazione critica, presentandosi oltre
tutto come detentore di stabilit e sicurezza.
Le avanguardie, questo lo ripetiamo da tempo, diventano comode riserve di idealisti se non hanno un seguito
popolare, che ne condivida senza indugio le proposte, le
azioni e si ponga a sostegno di esse. Il passo successivo
il transito dalla riserva allestinzione.
Molte recenti manifestazioni di dissenso verso il sistema
sono cadute nel vuoto, proprio in ragione di questa prospettiva.
Gli scioperi settoriali si esauriscono nei tavoli delle trattative. I forconi vengono riposti nelle rimesse per attrezzi,
appena si profila un piccolo accordo. Qualche palazzo ad
Atene brucia, ma poi intervengono i pompieri a domare
lincendio. Lindignazione lascia dietro si s il nulla.
Senza mezzi termini, o giri di parole, auspichiamo che il
peggio arrivi presto, che porti via le residuali speranze,
le aleatorie sicurezze. Non ci riteniamo infatti portatori di
un messaggio positivo per il futuro, ma di una proposta
per evitare che il collasso dellOccidente sia solo lanticamera della fine di tutto quel che di positivo stata la nostra civilt.
Essere costruttivi per noi vuol dire la noncuranza per
lesaltazione momentanea, per la fregola nel voler arrivare in tempo prima che tutto sia irreparabile.
Essere costruttivi significa per noi non voler riparare nulla
di quel che stato fatto per condurci fino a questo punto della storia, ma ricostruire la nostra civilt sgombrando
il campo dalle macerie, magari usando solo qualche rudere che possa rendersi utile nel momento contingente.
Cos come nellAlto Medioevo venivano utilizzate le fosse
di spoliazione delle antiche vestigia della grandezza romana, per cercare di rifondare una nuova civilt.
Non risulti forzato il paragone storico utilizzato. In quanto quel che ci attende nel futuro prossimo sar molto simile alla caduta del mondo antico.
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COLLANA
PERCORSI DELLA WELTANSCHAUUNG
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Thule Soci
Thule Soci
La corona ferrea
Maurizio Peveraro
lattuale Corona Ferrea appunto, trattenendo per s la calotta dellelmo, esposta e venerata in Santa Sofia, fino ai
tempi, come vedremo, della quarta crociata.
Indagini storiche pi approfondite ascrivono in buona
parte alla leggenda questo insieme di vicende, ma confermano lorigine tardo antica delloggetto, fabbricato a
Costantinopoli o comunque in oriente tra il V e il VI secolo
e passato poi agli Ostrogoti (Teodorico appunto), stanziati a quel tempo in Italia. Nellattuale Russia, nella zona
di Kazan, sono stati ritrovati infatti, nel XVIII secolo, due
manufatti molto simili allitalica corona.
Sta di fatto che il collegamento tradizionale sia con la
Passione di Cristo che col primo imperatore della nuova
religione hanno fatto della Corona di Ferro un oggetto di
straordinario significato simbolico, portatore dei pi alti
valori sacrali fino ad unepoca che va ben oltre il Medioevo.
Secondo lo storico Bartolomeo Zucchi 34 furono, fino al
600 epoca in cui scriveva, le incoronazioni di sovrani avvenute con detta corona; con essa furono incoronati i vari
sovrani longobardi, Carlo Magno, nel 775, dopo la vittoria
su Desiderio, prima della sua investitura imperiale e tutti
i successivi monarchi saliti al soglio del Regno dItalia e
del Sacro Romano Impero. Secondo lusanza medievale
limperatore aveva tre corone e doveva essere incoronato
tre volte, una volta come re di Germania, con corona argentea, una come re dItalia, con la Corona ferrea appunto e una come imperatore, con la famosa corona doro
ottagonale sormontata dalla croce, ora conservata nella
Hofburg di Vienna; in questultima occasione riceveva le
insegne del potere dalle mani del Papa. Lincoronazione
come re dItalia avveniva generalmente a Milano in S.
Ambrogio, ma poteva aver luogo anche in altre citt quali Monza o Pavia. Furono cos cinti col regale diadema tra
gli altri Berengario marchese del Friuli, Corrado di Svevia,
Federico I Barbarossa, suo figlio Enrico VI, in occasione
delle nozze con Costanza dAltavilla, Arrigo VII, limperatore cantato da Dante, fino a Carlo V dAsburgo, incoronato a Bologna nel 1530; con questo sovrano la tradizione
si interruppe, in quanto con la sua abdicazione nel 1556
separ i regni dItalia e di Germania. Lusanza riprese con
Francesco I dAustria che, dominando allora il milanese, si
fece incoronare nel 1792. Ben pi celebre lincoronazione
di Napoleone I, il quale si proclam re dItalia nel 1805
ponendosi da solo la corona sul capo e pronunciando le
parole rimaste famose: Dio me lha data e guai a che me
la toglie. Il Corso, come estremo atto di rispetto nei con-
La corona ferrea
fronti del sacro oggetto e per premiare i meriti dei com- a sbalzo, 24 smalti in pasta vitrea a forma di fiore e 22
battenti le guerre dItalia, istitu lOrdine della Corona di gemme, granati, ametiste e corindoni. Esami approfonFerro. LOrdine comprendeva 20 cavalieri di gran croce, diti, tanto storici che scientifici, portarono alcune note30 comandanti e 50 cavalieri semplici. Dopo la caduta voli sorprese: risulta perci che il numero originario delle
del Bonaparte la Corona torn appannaggio degli impe- placche non era sei ma otto, che il materiale delle stesratori dAustria e fu addiritse non oro, ma una lega
tura trasferita per precauoro-argento all80 %, che le
zione a Vienna nel 1859, nel
gemme non sono con cercorso della Seconda Guerra
tezza del tipo indicato ed indIndipendenza, per essere
fine che la lamina interna (il
per restituita allItalia nel
famoso Chiodo) non in fer1866.
ro bens in argento, forse agI Savoia non si servirono
giunta nel XIV secolo come
mai di tale simbolo regale;
rinforzo in seguito alla sottroppo forti erano i suoi letrazione delle due placche.
gami con lallora odiata casa
Tali irregolarit si spiegano
dAustria e soprattutto con
col fatto che la reliquia sub
la Chiesa cattolica ed un suo
infatti nel Medioevo alcune
utilizzo, specie dopo le canvicissitudini: data nel 1248 in
nonate di Porta Pia, si rivelapegno allordine degli Umiva invero poco opportuno.
liati, in seguito agli enormi
Solo Umberto I manifest Duomo di Monza, bottega di matteo da campio, lastra dellincoro- debiti contratti dal capitolo
nazione
qualche interesse al valore
del Duomo, fu trasferita ad
simbolico della preziosa reAvignone allorquando queliquia, facendo inserire una sua immagine nello stemma sta citt divenne sede papale, fu in questo periodo addireale. Il mortale attentato di cui fu vittima il 29 luglio 1900 rittura rubata e subito ritrovata, senza per due delle otto
interruppe per sempre i suoi progetti. E comunque signi- placche; restaurata da tale Braccioforte, assunse laspetto
ficativo che sopra la sua tomba, al Pantheon, sia esposta attuale. Testimonianze antiche ci mostrano infatti ceriuna copia bronzea della Corona. Sempre di quegli anni monie dincoronazione e la corona sul capo di sovrani,
listituzione dellOrdine Cavalleresco della Corona dItalia, mentre le sue dimensioni attuali, dopo il furto delle due
Ordine meno elitario di quello dei Santi Maurizio e Lazza- placche, non permetterebbero pi di cingere con essa la
ro e propedeutico allingresso in questultimo.
testa di un uomo.
La caduta della Casa Savoia, poco dopo la fine della Se- E il sacro Chiodo? Lidentificazione della reliquia con la laconda Guerra Mondiale, port ovviamente allinterruzio- mina interna della Corona sarebbe tarda e risalirebbe a S.
ne di ogni residuo riferimento tradizionale nellassegna- Carlo Borromeo che, in epoca controriformistica, cercava
zione del potere temporale e la Corona rimane a tuttoggi vere o presunte reliquie da additare alla venerazione dei
una reliquia religiosa ed un prezioso cimelio storico, con- fedeli. Circa la suddetta identificazione gi il Muratori nel
servata nella tardogotica cappella detta di Teodolinda, XVIII secolo, mentre il Papa temporeggiava, esprimeva
nel Duomo di Monza, allinterno della teca di vetro blin- parere contrario. Lesame che rivel la sua fattura in ardato donata proprio da quellUmberto I che pi di altri ne gento fug ogni dubbio. Secondo alcuni, con il ferro del
sub il fascino sacrale. Uno dei tanti oggetti del Tesoro del Sacro Chiodo si sarebbero forgiati non la lamina interna,
Duomo, insieme alla croce di Agilulfo, alla Bibbia di Alcu- ma due archetti che tenevano unito lelmo di Costantino
ino, al reliquiario di S. Giovanni, alla celeberrima chioccia al diadema, archetti che sarebbero rimasti a Costantinocoi pulcini e ad altri esempi di oreficeria franca e longo- poli quando i Bizantini consegnarono il solo diadema a
barda; testimonianze mute, ma eloquenti degli splendori Teodorico e che non avrebbero pi lasciato traccia di s,
di quella che gli storici si ostinano a chiamare et delle scomparsi come molte altre ricchezze nel terribile sactenebre.
cheggio crociato del 1204.
La Corona Ferrea si presenta oggi come un diadema circolare, dal diametro di 15 cm e dal peso di poco pi di
500 gr, formato da sei lamine doro rettangolari unite da
cerniere e tenute insieme da una lamina di ferro circolare che sarebbe quella ricavata dal chiodo del Golgotha.
Le placche sono decorate con un totale di 26 rose doro
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Nikola Tesla
Mario Sicardi
oscillatori di radio frequenza, apparecchi per lamplificazione di onde stazionarie, robotica, porte logiche per
comunicazioni sicure in radio frequenza, apparecchi per
raggi x, apparato per la generazione di ozono, strumenti per gas ionizzati, apparecchi per emissione di grandi
campi, per raggi di particelle cariche, metodi per procurare livelli molto bassi di resistenza al passaggio di corrente elettrica, mezzi per incrementare lintensit di oscillazione elettrica, circuiti di amplificazione di voltaggio,
apparecchi per scariche ad alto voltaggio, per protezione
da illuminazione, parafulmini, la turbina senza pale, aerei
a decollo verticale (VTOL), macchina per la creazione di
terremoti, indicatore di velocit ecc...
Da molti Nikola Tesla viene considerato la figura pi geniale della storia umana dopo Leonardo Da Vinci per la
quantit e variet di opere prodotte, e per i poliedrici interessi che non riguardavano solo la scienza e la tecnologia, filosofia, sociologia.
1. I primi anni di vita
Nikola Tesla nacque a Smiljan, un villaggio nella provincia
di Lika, (tra Croazia e Serbia), a quel tempo Impero AustoUngarico, nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1856, mentre
infuriava un terribile temporale. Il Padre Milutin era un sacerdote della chiesa ortodossa e la mamma Djocetia era
una casalinga non scolarizzata (non era andata a scuola
per accudire i propri fratelli e le proprie sorelle dopo la
malattia che aveva reso cieca la madre), era dotata di una
formidabile intelligenza e infallibile memoria, pare che
potesse recitare interi brani della Bibbia.
Nikola aveva un fratello, Dane, che mor giovane in un
misterioso incidente a cavallo, e tre sorelle. Frequent
la scuola pubblica di Gospic e poi la scuola superiore di
Karlovac, dove si diplom in soli tre anni, iniziando fin da
subito a costruirsi una conoscenza poliedrica che spaziava dalla matematica alla filosofia, dalla poesia alla narrativa. Conosceva le tecniche matematiche pi avanzate del
tempo, recitava a memoria le opere di Goethe, Spencer,
Shakespeare, Voltaire, Locke e Mach, conosceva ben nove
lingue straniere.
Contro il parere del padre, a diciannove anni inizi a frequentare i corsi universitari di fisica e matematica di base
presso il Politecnico Joanneum di Gaz in Austria, studiando con grande intensit (fino a venti ore al giorno!),
sorprendendo i professori e i compagni di corso; i suoi
sforzi furono premiati e riusc a laurearsi in tempi brevi
Introduzione
Nikola Tesla pu essere forse considerato linventore pi
straordinario del XX del secolo; anche se meno noto di altri grandi inventori e scienziati (il suo totale oblio soprattutto europeo forse dovuto alla sua ostinata avversione
alla teoria della relativit di Einstein), le sue innumerevoli
scoperte hanno trasformato radicalmente il modo di vivere di tutti noi.
stato senza dubbio un personaggio di grande fascino,
stravagante, visionario, per molti aspetti misterioso. Larditezza dei suoi progetti, troppo avanti rispetto ai tempi,
stata tale che egli riuscito a vedere realizzate in vita
solo alcune delle sue idee.
A Tesla si devono numerosissime invenzioni: il motore
in corrente alternata, la bobina a doppia spira, vari strumenti che usano campi magnetici rotanti, il sistema di
distribuzione di potenza in corrente alternata polifase,
gli strumenti fondamentali di sistemi per la comunicazione senza fili (priorit legale per linvenzione della radio),
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convinto che tutte le propriet della materia e dellenergia derivassero dal cosiddetto etere che permeava tutto
luniverso. Queste teorie sono state riprese da svariati fisici moderni, soprattutto fisici quantistici, che hanno messo a punto nuovi modelli teorici sulla cos detta energia di
punto zero, il pi basso livello energetico possibile in un
sistema quantistico, che in sostanza descriverebbe quello
che il visionario Nikola Tesla intendeva per etere.
Allet di 81 anni, Tesla afferm di aver ultimato la teoria
dinamica sulla gravit, e di volerla presentare al pi presto al mondo.
Allepoca di questannuncio, le istituzioni scientifiche lo
considerarono oltre i limiti della ragione. Il grosso di questa teoria venne sviluppato tra il 1892 e il 1894, durante il
periodo in cui egli condusse esperimenti elettromagnetici ad alta frequenza e alto potenziale. Stava brevettando
numerosi apparecchi per lutilizzo di queste grandi fonti
di energia. La teoria fu completata, secondo lo scienziato,
entro la fine degli anni trenta: essa spiegava lattrazione
gravitazionale terrestre utilizzando principi di elettrodinamica. .