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Ho qualche ragione, penso, per contestare la prima edizione del Premio Marchiaro che, come noto,

stato attribuito a Gianni Riotta per larticolo Marengo, la vittoria delleroe che disubbid a Napoleone. Mi
rivolgo a Emma Camagna e Marco Caramagna in quanto il terzo membro della Giuria, Pier Angelo Taverna,
presidente della Fondazione CrAL, al quale mi ero indirizzato educatamente, non ha risposto al mio ricorso.
Taverna, infatti, mi aveva comunicato che la Giuria del Premio ha ritenuto di non ammettere gli articoli da
Lei presentati in quanto non corrispondenti ai principi ispiratori del Bando. Sono dunque andato a rileggere
il Bando, ricevendo conferma che il Premio dedicato ai giornalisti iscritti allOrdine Professionale che
operano nella carta stampata, nella radio, nella televisione e nei new media e sar attribuito ad
insindacabile giudizio della Giuria alloperatore dellinformazione che abbia redatto un articolo o realizzato
un servizio riguardante gli aspetti culturali, storici, turistici, ambientali ed enogastronomici del territorio
provinciale di Alessandria, apparsi su testate internazionali, nazionali, regionali e locali, nel periodo
compreso tra il 1 gennaio e il 31 dicembre.
Ebbene, ripeto pubblicamente la contestazione alla quale spero che la Giuria senta il dovere di rispondere:
gli articoli da me presentati sono perfettamente corrispondenti ai principi ispiratori del Bando, dunque
stato ingiusto e irregolare avermi preventivamente escluso come concorrente. Una discriminazione
sindacabilissima Infatti,fino a prova contraria, firmati da un iscritto allOrdine dei giornalisti, gli articoli
che compongono il mio servizio sono stati pubblicati sulla rivista Medicina democratica, sui giornali locali
e nazionali, carta stampata e on line, nonch su innumerevoli blog, e riguardano aspetti culturali, storici e
ambientali del territorio provinciale di Alessandria. Cio riguardano lo scandalo politico della bomba
ecologica di Spinetta Marengo: la cronaca processuale e la storia dellinsediamento industriale di Spinetta
Marengo che ha assicurato lavoro e morte ad Alessandria, che diede lustro ad una classe operaia leader nel
sindacato non solo locale, che ha sempre intrecciato privilegiati rapporti con amministratori e partiti, che
superstite testimone di una distrutta chimica italiana e che rischia il futuro produttivo e occupazionale se
non risolve linquinamento della bomba ecologica.
Mi sa che il sopruso dellesclusione sia piuttosto scattato perch i miei articoli, modesto esempio di
giornalismo militante, sono per impietosi per i carnefici padronali e partigiani per le loro vittime, severi
anche verso giornalisti e magistrati. Insomma: politicamente scorretti, toccano nervi scoperti. Non a caso
lo scopo della mia partecipazione al Premio Marchiaro era esclusivamente quello di richiamare lattenzione
su questo scandalo, su questa tragica vicenda dei giorni nostri- di rilevanza eccezionale non solo per il
territorio alessandrino. Comodamente si sono invece preferiti e premiati disimpegnati contenuti, di 214
anni fa: una esemplare cronaca delle ore convulse che hanno segnato la battaglia fra lesercito di
Napoleone e quello austriaco senza dimenticare (sic) gli aspetti reali di rifocillamento di Napoleone e dei
suoi soldati con il piatto universalmente conosciuto come pollo di Marengo. Contenuti che, sbaglier, agli
alessandrini non possano anzi non debbano fregare di meno. Sbaglier, ma Franco Marchiaro non aveva
speso il suo impegno su certi temi, lavevo invece sempre incontrato in prima linea. Protesto vivacemente.
Lino Balza

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