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Apollo riceve gli omaggi della corte olimpica, mentre Romolo evoca i fasti

della fondazione di Roma. Dei e re gareggiano sulle pareti affrescate dei grandi
appartamenti un tempo abitati dai Braschi, quasi lultima famiglia, nella citt
dei Papi al tramonto del 700, a testimoniare privilegi costruiti sulle trame di un
nepotismo pontificio, orchestrato da Pio VI. La grande bellezza di Roma fatta
anche di piccole cose. Magari nascosti nei saloni principeschi di Palazzo
Braschi, dove si rincorrono in un eclettismo esagerato grottesche e soffitti
dipinti. Il divertimento sta tutto nello scoprirli. Ecco, Palazzo Braschi, sede del
Museo di Roma, che fa parte del Sistema Musei in Comune di Roma Capitale
gestito da Zetema sotto legida dellAssessorato alla Cultura e della
Sovrintendenza capitolina, uno scrigno di piccole cose. Basta entrare nel
suo cortile settecentesco per coglierne un assaggio. Ed da qui che pu
cominciare il primo di una serie di itinerari speciali, costruiti con lintento di
schiudere luoghi poco noti, anche insospettabili, in una citt bulimica di
meraviglie.

MARMI E STUCCHI
Lo scalone di marmi, statue, colonne d il benvenuto. Le sale ripercorrono la
storia di Roma. Si conservano le pi pregevoli vedute della citt dal 600 al
900, e della tradizione romana delle feste con i loro apparati effimeri. Tra
pittura e fotografia c anche la memoria di una Roma sparita sotto il piccone
delle demolizioni (il museo vanta una collezione di 15mila tra disegni, incisioni
e foto). E nel percorso, non mancano le sorprese, come la deliziosa cappellina
di Luigi Valadier, fresca di restauro. Val la pena mettere in agenda che da
luned 19 maggio (e per i luned fino a giugno) il museo si racconta con
unapertura speciale su prenotazione (ore 17, allo 060608). Saranno i funzionari
a guidare il pubblico lungo le sale allestite e negli appartamenti dei Braschi.
Tornati al cortile, poi, c limbarazzo della scelta. Un ingresso regala la
prospettiva di piazza Navona, su cui il Palazzo si affaccia come quinta
scenografica, e laltro portone conduce a piazza San Pantaleo. Attraversato
corso Vittorio, ci si lascia travolgere dalla caotica vivacit di via dei Baullari,
cuore del rione Parione. Attenzione: alla vostra destra spicca il Museo
Barracco. Procedere verso Campo de Fiori significa fare i conti con una piazza
legata a feroci esecuzioni capitali, come evoca la statua di Giordano Bruno che
qui venne bruciato vivo. Movida e mercato a parte, conviene curiosare tra i
palazzi che chiudono la piazza: casette, cos asimmetriche, la vera peculiarit di
questo spazio. Se nei dintorni spiccano alcuni dei palazzi pi belli della citt
(Farnese e Cancelleria), divertente scoprire i portoni che un tempo
conducevano a locande e alberghi appartenuti anche a Vannozza Cattanei,
amante di papa Alessandro VI. Che fosse il cuore della vita commerciale e
punto di passaggio per le persone che volevano recarsi in Vaticano, lo
testimonia oggi la toponomastica. Ed un piacere passeggiare con lentezza,
lungo via del Pellegrino e via dei Cappellari, tra botteghe, galleria darte,
negozietti artigianali, qualche vecchia librerie. E occhio ai cortiletti nascosti.
Perch, a volte, la grande bellezza pu essere nascosta.

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