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Storia della losoa medievale Laboratorio Gennaio 2011

DIONIGI AREOPAGITA Loscurit luminosissima del silenzio1


LEGENDA: CH = De coelesti hierarchia; EH = De ecclesiastica hierarchia; DN = De divinis nominibus; MT = De mystica theologia; Ep. = Epistula.

T1 Se qualcuno vedendo Dio comprende quello che vede


[Ep. I, 1065A] La tenebra (!"#$%&) diventa invisibile alla luce, e tanto pi quanto pi la luce. Le conoscenze distruggono l'ignoranza, e tanto pi le conoscenze abbondanti. Intendendo ci per eccesso e non per difetto, ammetti come verit assoluta che l'ignoranza conveniente a Dio2 sfugge a coloro che hanno la luce appartenente al livello dell'essere e la conoscenza degli esseri, e che la tenebra supergiacente [= che sta sopra ogni cosa] di Dio si vela ad ogni luce e si nasconde ad ogni conoscenza. E se qualcuno vedendo Dio comprende quello che vede non ha visto Dio stesso ma qualcuna delle cose di lui [= delle sue opere] che esistono e si conoscono. Ma essendo superstabilito sopra l'intelligenza e sopra la sostanza ('()* +%,+ "-. %/!.-+), egli assolutamente n conosciuto n , ed soprasostanzialmente ed conosciuto al di l dell'intelligenza. Lignoranza assoluta, intesa nel senso migliore, conoscenza di ci che sopra ognuna delle cose che si conoscono. [DN I, 4, 5930] Infatti, se tutte le conoscenze sono di realt esistenti ed hanno il loro limite negli enti, ci che al di l di ogni sostanza trascende ogni conoscenza. [DN I, 5, 59301] di lui [= di Dio] non si ha n sensazione (-2!34!5&), n immaginazione (6-+$-!7-), n opinione (8#9-), n nome (:+%;-), n discorso razionale (<#=%&), n contatto (>(-64!), n scienza (>(5!$?;4).

T2 Il vertice della teologia mistica


[MT V, 1048AB] <La Causa di tutto> non tenebra e non luce, n errore n verit, e nemmeno esiste di lei in senso assoluto aermazione (3@!5&) o negazione (A6-7*B!5&), ma quando aermiamo o neghiamo le cose che vengono dopo di lei, non aermiamo n neghiamo lei; dal momento che supera ogni aermazione la causa perfetta e singolare di tutte le cose, e sta al di sopra di ogni negazione leccellenza di chi sciolto assolutamente da tutto e oltrepassa lintero universo.

T3 Astieniti dal parlare contro gli altri


[Ep. VI, 1077A] Non credere, o venerando Sosipatro, che sia una vittoria linsolentire contro una religione o una opinione che non sembri buona. Infatti, neppure se tu la confuterai a ragion veduta, il parere di Sosipatro sar per questo migliore. possibile che tu e gli altri, in mezzo a tante falsit e apparenze, non vediate la verit che una e nascosta3. Loggetto che non rosso non perci stesso bianco, e la creatura che non 1. 2. Lespressione si ritrova allinizio della Theologia mystica (MT I, 1, 997B). C "-$D 3BE+ A=+F!7- pu essere resa sia con l'ignoranza <che > conforme, conveniente, a<lla conoscenza di> Dio (Cordier: ignoratio illa quae est secundum Deum), sia con l'ignoranza <che > relativa a Dio, delle cose divine. Cf. Ep. VII, 1, 1077C: dunque cosa superua che colui che predica la verit polemizzi contro questo o contro quelli. Infatti, ciascuno pretende di possedere la moneta del re, mentre forse non ha che una

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cavallo non necessariamente uomo. Obbedendo a me agisci in questo modo: astieniti dal parlare contro gli altri, ma difendi la verit in maniera che le cose dette da te siano completamente irrefutabili.

T4 Le aermazioni sono incongrue nei riguardi delle cose divine


[CH II, 3, 141A] le negazioni sono pi vere nei riguardi delle cose divine, mentre le aermazioni non sono adatte4 alla natura segreta dellineabile. [Ep. IV, 1072B] le aermazioni che riguardano lamore di Ges per gli uomini [= lincarnazione] hanno la stessa virt di una negazione eccellente ('(B*%G5"H& I(%6I!BF&). [Ep. III, 1069B] il Soprasostanziale fattosi uomo venuto dal suo mistero al nostro cospetto. Per egli rimane occulto anche dopo la sua manifestazione o, per parlare pi divinamente [= in modo pi conforme alle realt divine], nella sua stessa manifestazione siatto mistero di Ges rimane nascosto e non pu essere spiegato in se stesso da nessuna ragione e da nessuna intelligenza5, ma anche quando se ne parla rimane ineabile e quando si pensa rimane ignoto.

T5 Via aermativa e via negativa


[MT I, 2, 1000B] necessario, invece, porre e aermare di lei [della Causa prima], in quanto causa di tutte le cose, ogni determinazione positiva (3@!B5&) propria degli esseri, ed ancora pi importante negare tutto questo, in quanto essa superiore ad ogni cosa. E neppure si deve credere che le negazioni si oppongano alle aermazioni, ma che molto di pi sta al di sopra delle privazioni ('()* $D& !$B*?!B5&) essa che al di sopra di ogni toglimento e di ogni posizione ('()* (J!-+ "-. A6-7*B!5+ "-. 3@!5+).

T6 Contemplare: per quel che lecito, per quel che possibile


[DN I, 2-3, 588C-589A] di questa Divinit soprasostanziale ed occulta non si pu osare dire o pensare alcunch tranne quelle cose che divinamente sono state manifestate a noi per mezzo dei libri sacri. E dunque, come essa nelle Scritture ha benevolmente tramandato di s, la scienza (>(5!$?;4) e la contemplazione (3BF*7-) di lei (qualunque cosa sia) inaccessibile a tutti gli esseri in quanto separata da tutti in maniera soprasostanziale6. E potresti trovare molti sacri autori che lhanno celebrata non solo come invisibile e incomprensibile, ma anche come inscrutabile e insieme ininvestigabile, come se non esista orma alcuna di coloro che sono arrivati alla sua occulta innit. Per non del tutto incomunicabile il Bene per nessuno degli esseri, ma in quanto colloca il raggio soprasostanziale solidamente in se stesso, lo fa risplendere per bont con illuminazioni proporzionate (A+-<#=%5& ><<I;KB!5+) a ciascuno degli esseri [588D] e solleva le sacre intelligenze verso la contemplazione raggiungibile di lui, verso la comunione e lassimilazione. Quelle intelligenze, cio, che vi tendono santamente [589A] per quel che lecito, e non presumono sarebbe imposssibile di raggiungere ci che superiore alla manifestazione divina concessa loro nella giusta misura [] Se noi seguiamo questi equilibri divini, i quali governano tutti i santi ordinamenti delle schiere sovracelesti; se onoriamo loscurit della Tearchia, che si trova al di sopra dellintelligenza e della sostanza, [589B] con le sacre venerazioni interiori che non si possono investigare, e le cose ineabili con un casto silenzio, in tal falsa immagine di una particella di verit; e se tu confuterai questo, un altro e un altro ancora contenderanno intorno alla stessa questione. 4. 5. 6. Sono A+I*;%!$%5, sconvenienti, sproporzionate. N mediante il <#=%& n mediante il +%,&. In quanto al di l dellessere inattingibile da ogni realt posta sul piano dellessere.

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modo ci protendiamo verso i raggi che per noi brillano nei libri sacri

T7 Lordine gerarchico
[CH IV, 3, 180C-181A] Se qualcuno dicesse che Dio stesso apparso ad alcuni dei santi da se stesso senza intermediari, sappia apertamente dalla Sacra Scrittura che la natura segreta di Dio, qualunque essa sia, nessuno ha mai visto n vedr mai7; le apparizioni divine per i santi sono avvenute mediante secondo manifestazioni convenienti a Dio e per mezzo di visioni sacre adatte a quelli che le vedono. La Sacra Scrittura, sapientissima, chiama giustamente apparizione divina quella visione che manifest in se stessa la similitudine divina, descritta come una formazione di ci che non ha forma, in quanto coloro che la vedono sono innalzati verso Dio, perch per essa c in coloro che vedono una illuminazione divina e costoro sono santamente iniziati in qualcuna delle cose divine. Ma quei nostri gloriosi Padri venivano iniziati a queste divine visioni per la mediazione delle potenze celesti. [] La stessa Legge pervenuta a noi tramite gli angeli, come se lordine della divina Legge stabilisse che dai superiori gli inferiori siano elevati alla Divinit. [] in ogni gerarchia ci debbono essere ordini e funzioni prime, mediane ed ultime, e quelli pi divini saranno maestri e precettori di quelli inferiori ai ni dellavvicinamento, dellilluminazione e della comunione divina.

T8 Lunione mistica
[DN VII, 1, 865C-868D] la nostra intelligenza ha una facolt di comprendere mediante la quale vede le cose intelligibili, per ha ununione superiore allintelligenza, ad opera della quale si congiunge con le cose che stanno al di l di lei. Con laiuto di questa bisogna pensar le cose divine, non secondo la nostra misura, ma uscendo noi completamente da noi stessi e divenendo tutti di Dio.

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Gv. 1,18.

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