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A gift
li3ia::y
1786
? vikciai\
FITTOHA / DI / LLOVASU a VIBOI / dato in luoe / ooa la Vita dII'l0tao autore / aorltta / da Bmtmtllm ]>tt Fraaa. / SI sono aMluati 1 tm libri dalla pittura, ad il Trattato / della Statua di UOK ALBERTI / eoa la TlU dei BMdeaiao / la Bolo#ia / lell* Inatltuto delle 8lasa. 1786. Con approvaci one. 37ai.jpp.xxiii-202; ili. Yera #11 Lieb #7
TBaXTAXO /
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JXLU
WmatA
Tma edltlon la apoo that of Parla 16^1. The flgurea an dlffenently groupedt 8 ricnraa aa oaa piate.
Thla 00 MT ooataioa 19 platea.
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TRATTATO
DELLA PITTURA
D
I
LIONARDO DA VINCI
Nuovamente dato
in luce
CON LA VITA
DELL' ISTESSO
AUTORE
SCRITTA
DA RAFAELLE DU ERESNE.
Si fono aggiunti
delia
i
Statua
con
la
di
r.. 1-a.flf
piAU-".-
N
Neir
BOLOGNA
)(
178^.
)(
^^^ a^^ro^aMone
v^
, , , . , .
Ili
A'
I, .L Trattato
imprimere in Parigi l'anno 1651. da Rafaello Trichet du Fregne con le Figure dilegnate dalle mani valenti di Pouflln , e d' rrard non oitante k molte edizioni dopo quella fatte , e le traduzioni pur anche ih varie lingue , eilndo diventato rariillmo e da molti perci richiedo , mi fono determinato di riprodurlo ^ e nella ileil torma della Architettura, Pittura, e Statua di Leon Battifta Alberti pochi anni (bno , da me rimandata alla luce , prolguendo cos la incominciata riftampa de' Libri pi rari, e pi vantaggoii che trattano delle tre nobiliflime Arti Architettura , Pittura , e Scultura Della utilit di queft' Opera non occorre far qui parola , efiendo conofciuta abbaftanza Che che ne dica il Bofl nel fuo Trattato di Profpettiva , il Libro e tutto Iparfb di moniti , e d' infegnamenti non pur giovevoli , ma necelTarj agli Studiofi dell' Arte della Pittura , Si conofce , vero , il dotto Autore non avere del Dilegno
, ,
.
.
lo in tutto perfezionato, eflndovi alcune cof ripetute, altre non dichiarate abbaftanza , come ne avverte anche
ed
il
fua Lettera al Bourdelot Medico di Svezia , alla quale dedic il Libro che qui vedrete ftampata ; ma non pertanto anche tal quale il Libro utili (lmo , e degno parto di s grande Maeltro In quefta riftampa ho (eguita in tutto la mentovata edizion di Parigi del kSj i. come la pi perfetta, e pi accreditata, e fpero non abbia a riufcir meno accetta della fuddetta di Leon Battifta Alberti . Gradite il buon animo che ho di giovarvi
nella
ed afpettatevi pure appreflb di veder profeguita la cominciata mia imprefa , poich altr' Opera ho pronta di grave Autore che non vi far meno cara di quefte che ho gi fatte pubbliche
.
a %
ALLA
FRINCIFESSA CRISTINA
TER GRATIA DI DIO REGINA DE' SVEDESI, GOTI, E
Gran Duchejpi
di Finlandia
,
VANDALI
Duchejfa
Ingria
d"*
Eflonia, e Care Ha ^
Signora
d"*
c.
SERENISSIMA REGINA.
delle
pi chiare
,
hiflorie
t't
ejfere
Jlata
cH'
fempre tenuta
kjfandro
,
in pregio
ognun sa
A'
che per
y
grandeT^
d' anitno
di fotti
fu
il
Gujavo
hebbe in honore il grande Ape Ile , Nulla dir di Fabio , eh"* in quella citt dove i Re Ji tennero honorati del titolo di cittadino, per >' ejercitio di si nobile arte fo chiamato il Pittore , e ne lafVt il nome alla Jua Famiglia Ne per indurre la Maej Vqjra a foar Jima di queja virt credo che Jta necejfario di foirla ricordare cK Antonino Imperatore con quelle fnani che davano le leggi al mondo , con quelle ijlejf Jt dilettava di manegh"* giare alle volte i pennelli, tutti noto P amore e ella porta alle Lettere , ed a tutte le belle Arti, e P ammira il mondo come protettrice e pojpditrice ancora delle pi recondite Jcienz^ , e Jlupifce vedendo a tanti habiti virtuoji imito s folicemente V Imperio . Sperando dunque che queja Opera , la quale da me vien conJecrata c^Juoi meriti, e porta in Jr onte V augujo nome di V. M,
del foo Jecolo
.
VI
flit
per
effere
da
lei
gradita
ho Jupplicato
natione
,
il
Signor Bourdelot
e che
ha un particolar gu-
Jfo delle cojl: d^lla Pittura , di volerla prejentare alla Aiaej FoJlra , acciocch per la gentile:;;^ del donatore il dono acquji pi gratia apprejp) di lei , L* autore , che JcriJJe nel principio del J^ecolo patito , J'it favorito da Prencipi grandi , ft // Re Francefco
primo
il
Kume
tutelare
de"*
Virtuoj
lo
volje
bench carico d^ anni , havere nella Jua Corte ^ e Ji sa ch^ egli gli mor in braccio . Avventurof Vecchio , ejpndo hoggid Jia fortuna di rivivere nelle mani d* una Ti ama ^ che per /' imperio di tancome te fiere e bellicof nationi fi pu chiamar la pi potente ,
per quello della virt la pi compita e gloriqfa FrencipeJJa dell'* Univetf , e che da quelli che parlano la lingua degli Dei Ji deve per non penetrare ad una voce chiamar Regina di Varnafo . pi oltre nelP ampio campo delle fue lodi y non ejfendo materia proportionata alla tenuit del mio file , vengo a fipplicar humil"
Ma
mie fatiche , havendo pep la riputatione di Lionardo da Vinci ^ e per P utilit pubblica, refituito ur^ Opera molto importante ^ la quale accompagnata dal fio chiaro nome , vincendo le tenebre delP obblto , ha da pafarc defno alla pi lontana poflerit , & io a refar felice , / ella gna di riceverla con benigna fonte , come io la dono e dedico con vivo affetto di cuore , efndo non m^no riverente delle fue grande:^ , che ammiratore delle fue glorie ,
m.ente la di gradire
le
Aia fa Vqjlra
DI VOSTRA
MAEST
Humlif/itfto
e de<V9tifj[mo Ser'vttote
'
VII
Al Molte
Illujlye
ed Eccellevt't^mo Signore
IL
Primo Medico
tlltijre
della SerenifTima
Regina
^
di Svetia
Molto
tccellenttjftmo Jtgnore
padrone
mio
/
ojf."^.
opera merito di Lionardo da Vinci il che n' l'autore, come ancora la bellezza e curift con la quale { ftampato il libro, non fi potevano fregiare d'un nome pi gloriofo di quello della Tua gran Regina. Ho creduto ancora che f V. S. ecc."" mi preftafTe in quefta occafione le mani, pi gradita farebbe la mia oblatione. E mi fono facilmente perfUafb che pregandoprecetti in quefta
,
HO
creduto che
la
nobilt
dell' arte
della
quale
/piegano
&
la,
la
come
il
io faccio, ella
,
ufficio,
tanto per
cio
tura:
&
in
me
in
un medefmo tempo,
quando andavamo con tanta accuratezza efaminando le bellezze dell* una e dell'altra Rma, crefcendo con la continua applicatione, diventato, principalmente in lei, femprc pi fino efquifito. Mi fotrattato di vari) manofcritti Pi no valuto nel far flampar quefto nobile per un buon numero di figure, che vi fono fchizzate dalla
.
&
dotta
telou,
nel
fe
,
mano
il
quale
eh' egli
la
i'
tempo
f
hebbe andato
dal
in
virtuofnimo
alla
cavaliere
del
Pozzo,
c-
Italia
conquifta
il
delle be'lc
per
gloria del
regno non
moriva
noftro
gran CaralTai
Roma
a Parigi.
dalla
L'altro, eh' e
pi
mi
ftato
communicato
cortefia
del fignor
Tevc-
not, gentilhuomo d' ogni forte xli belle lettere e cognitioni adorno. Ma per 1' ignoranza o neglignza di ehi copia libri, o per qualfi-
pochi fi fono trovati i capitoli , ne' quali non vi fia ftato qualche intoppo, e principalmente in quelli dove entrava un poco di geometria, che per 1' aiTurdit delle figure reftavano quafi intelligibili. Spero di harer reftituito il tutto alla fua prima purit. Vi rcftano per molte cofe che paiono defiderare la
voglia
altra
occafionc
fono molte repliche inutili, molti ragionamenti troncati, e bench vi fia qualche orla dicitura in pi luoghi frcgolata, dine ne' capitoli , non per tale quale ( richiede in un' opedonde fi conchiude facilmente che Lionardo da Vinra perfetta
lima:
vi
:
ci
non
gli
diede mai
di
1'
ultima
mano
un abbozzo
finite di
qual-
vili
fi
illuftrarla
fi
.
fono
fatte
intagliare le
fi-
gure con quella diligentia eh' ella vede Il fignor Errard valentifTimo pittore, che per la profonda fcienza del difegno non fi pu paragonare / non con i pi eccellenti huomini de gli ultimi fecoli, e del quale potrebbe dire qualche filofofo che per quel vero gufto
ha delle cofe antiche, fulTe pafTat in lui 1' anima di qualeh' uno di quei primi maeftri, quello al quale fi devono il compimento e gli ornamenti dell' opera, havendovi aggiunto parecchi
eh' egli
figure,
fi
vedono verfo
il
dove
refto
fi
fi
ragiona del
modo
di
panneggiare e di veftir
figure
,
nel
fi
che
Ho
Tale Y haverebbe a
fi
fono
tre
libri
della
di
Vafari
fcri(Te
perche egli ha tralafciato molte cofe degne di elTere oHervate, mi fono meflfo a farle di nuovo , aggiungendovi quello che la lettura de' libri , e qualche
e dell' altro autore
,
uno
ma
cognitione ch'io
gerito.
Ho
*cqiiWlato delle cofe d'Italia m'hanno (ugfcritto in lingua Italiana, perche iapendonc quanto ba,
mi ^no
mi pareva che
cofi lo richiedeflfc
l'
accomdi par-
Latino o Francefe, forf mi riufcir meglio, e potr pi felicemente fpiegarc i mici concetti. Intanto fupplico V. S. ecc.*"* di
elTere
volermi
firritti
quell'aiuto che
non potrebbono peraventura dall' autore loro fperare , manifcftando la fovrabondanza del fiio amore nella moltitudine de miei dififetti. E le bacio mille volte le mani.
Vi
V.
S.
eccellerit'ijjma.
Sewltou
denjotij^mo
cordtalijjmo
Rafaellc Trichet
du Frefne.
)X
DI
E S C
\ITT A
DA RAFAELLE DU FRESNE-
SE
la nobilt del
fangue
eh'
fa
una
tal
altri, chi
huomini, che gli uni innalza fopra gli colui che non ftimi che quella dell' animo, che
che tragge Tua origine dal cielo , non fia per portar gli huomini dal pi infimo {tato fin' a i confini della divinit. Di quefta vera e pi rifplendente noonori pareggiare bilt ornato Lionardo da Vinci, pot in gloria
&
fezza della
nafcita
vivere
&
immortaVal lit al fuo nome. Nacque egli nel cartello di Vinci, porto nel d'Arno di fotto, non rroppo lontano da Fiorenza e fu Tuo padre
prencipi grandi
e quel eh' a pochi conceOTo
lafciar
1'
,
Piero da Vinci.
Cortui accorgendofi del genio del figliuolo, che fra gli altri iuoi rtudii Tempre attendeva a difegnare, i rifolfe di aiutar quella fua naturale inclinatione e menatolo a Fiorenza deliber di porlo con Andrea Verrocchio pittore in quel tempo di qualche riputatione. Quello ammirando 1* ingegno del giovane, ne
,
le'
il
&
accettato-
ammaertrarlo, quan-
a,,
VITA
fra
,
quanto che pafTava una eretta amicltia do per le Tue belle maniere , e coftumi
cure.
Egli
nella fcuola
di loro
gli
parfe
folo
degno
d'Andrea, che
non
s'applicava alla
ancora fu fcultore , architetto, intagliatore, &i orefice, impar non folo 1' arte del dipingere , ma di pi tutte quelle altre dove il difegno interveniva. E fu tale il progrefTo eh' egli vi fece Del quaeh' in poco tempo fi lafci addietro il proprio maellro
pittura,
.
ma
le
fi
una tavola,
,
per
1'
frati
di
ValumbroGiovane
gli
{a. ,
che fono in
S.
Salvi
fuor di Fiorenza
,
hiftoria di S.
ni
che nelle mani teneva alcune vefti. Efegu egli con tanta maeftria quanto da Andrea gli fu commeflo, che di gran lunga trapafs il reftantc dell'opera, e giudic chiaramente ogn' uno che le altre parti del quadro erano molto in belangelo inferiori. Arrofs il Verrocchio , e vedendofi fuperato da un giovanetto Tuo allievo, fdegnato contra i fuoi pennelli , mai pi volfe adoprar colori , e difle per femore addio alla
lezza
all'
volfe
che
Lionardo T
aiutaffe,
pittura
&
cOfendo
quelle
gi
in
et
da poter
opere
vengono accennate cio per il r di Portogallo il cartone di Adamo e d* Eva quando peccarono nel paradifo terreftre , nel quale oltre le due figure vi dipinfe di chiaro ofcuro con incredibile patienza e diligenza gli alberi e le herbettc de* prati Fece ancora ad iftanza di Piero fuo padre per un fuo contadino da Vinci , fopra una rotella di fico, una tal c-mpofitionc di diverfi e ftrani anima,
.
lucci,
ti
come
ferpi
lacertole,
ramarri,
grilli
e locufte
che di tut-
bombile, eh' guiia, della tefta di Medufa rerideva immobile da flupore chiunque lo riguardava Ma giudicando il padre che quefta non era opera da mettere in mani di villano , vendutala a certi mercadanti fu poi comprata per 300. ducati dal duca di Milano. Fece in un quadro una Madonna rarilTima, e fra le altre cofe vi contrafece una caraffa piena d' acqua con alcuni fiori dentro , fopra la quale con admirabile artificio haveva imitato la rugiada dell' acqua il qua! quadro hebbe poi Papa Clemente fettimo. Fa ancora rnentione il Vafri d' un difegno fatto fopra un foglio per Antonio Segni fuo amiciffimo , nel quale con rara inventione, e con la fua ordinaria accuratezza figur un Netunno in mezzo al mare turbato col fuo carro tirato da eavalli marini & accompagnato di orche tritoni
infiepie
.
:
&
un
tal
{oggetto.
In quefto luogo offervaremo che bench il Vinci fapelle a tal fcgno in che cofa confiftelTe quella divina proportione eh* madre
della
DI
re
LIONARDO DA
piene
di
VINCI.
gratie
xi
infpiravano
nel
amo-
rifguardanti,
pigli
nondimeno
tanto
gufto
dipingere
che s'egli s* imbatteva in qualche villano alquanto fuor dell' ordinario dalTe un poche con vifo Itrano co nel ridicolo invaghito dalla bizzara dell' obbietto 1' haverebbe
cofe bizzarre
alterate,
&
&
feguitato
un giorno
intiero,
fin'
lo difegnava
come
lo
avefle
avuto
pre-
Et oflerva Paolo Lomazzo nel fefto della pittura cap. 32. che nel Tuo tempo Aurelio Lovino ne haveva cinquanta in un libro difegnati di fua mano. In qucfto genere dipinto quel quadro che fi vede qui a Parigi fra molti altri che fi confervano in
fentc.
una ftanza del palazzo reale delle Tuelleric fotto la guardia del fignorc le Maire pittore, come ogn' un sa, di non ordinario valore, nel quale fono dipinti due cavalieri in atto di togliere per forza a due altri una bandiera: il qual groppo faceva parte d* una opera
maggiore, cio del cartone ch'egli fece per
Fiorenza
dipinto
,
la
fiala
del
palazzo
di
lui
come
di fiotto
fi
dir
ma
per la
fiua
bellezza fu
incredibile
da
.
in
picciolo
& &
amore
Qui
de cavalli, e la bizzarria de vcftimenti , fi vedono le infuriate , con aria tantefte de combattenti grinzute , infocate to ftraordinaria e ftravagante, e per dir cofi caricata, e da maficarone, eh' in un medefimo tempy deftano e paura e rifio nell' anioltre la furia
mo
gio
de' rifguardanti
..
Tornando
Vafari
di
alle
eh' egli
prime opere di Lionardo da Vinci, dice Giorcominci in un quadro a oglio una tefta di
inventione
,
Meduf
nella
ftravagante
principio
la
quale
rimafe
f
imperfetta.
de'
Diede ancora
a una
tavola
tefte
dell' adoratione
s
magi,
finita,
quale erano
egli
alcune bellilTime
ma non
mai
come
vendo
vace
,
foleva per lo pi intervenire a tutte le cofe fiue. un* infinit di belle cognitioni,
Perche havi-
&
efiendo di natura
ingegno , non fi tofto haveva cominciato una opera, che gli veniva in penfiero di metterne in efecutionc un' altra. Et oltre la profeflfione della pittura, che per quella tanto diligente maniera da lui abbracciata, poteva occuparlo tutto, attendeva alla fcultura, e modellava divinamente bene. Era intelligcntilTimo della geometria, e nella mecanica non cefiva mai
e
di fertiliflimo
di penfare
a nuovi
ordegni
fu
inventore di
pari di
diverfe
machine
e fapeva al
.
nififun
altro la fcien-
Studi ancora le propriet delle za de' fpecchi , e la profpettiva herbe , e penetrando con 1' ingegno, fino nel cielo s' applic alli
ftudij
e fece molte oflervazioni circa il moto aftronomia delle ftellc. Nella mufica riufc admirabile , e fi tanto leggiadro nel cj^ntarc, e nel fonare, che fuper tutti i mufici del Tuo temp: b 2
dell'
,
.,
Xll
VITA
&
acciocch non
gli
mancafte virt alcuna, quell' iftefib furore infpiratogli da Apolline che lo fece pittore e mufco , lo fece ancora poeta. Ma eflendof perfe tutte le Tue compofitioni folo pervenuto fin a noi quello Tonetto morale
p:
Chi
non
pu
quel
che
'vuoi
quel
che
pu
'Doglia
Che quel che non fi pu folle Adunque faggio /' huomo da Che da quel che non pu fuo
Ter
eh' ogni
colere.
tenere.
<voler
toglta
diletto
nofro
,
doglia
'voler
Sta
in
fi
no
faper
pu
potere
Adunque
quel fol
che
(O
do'vere
Ne
fua fogUa fempre da 'voler quel che V huom puote Speffo par dolce quel che torna amaro.
trae
la
Ne
ragion
fuor
di
T tanfi
Adunque
tu,
gi
quel
eh' io
'volfi
poi
eh' id
hehhi
lettor,
'vuoi
di
effer
quefie
note.
,
Sa
Voglt
te
buono
quel
agi
tu
altri
caro
fempre
poter
che
debbi
Era etiandio
tre
diftratto in
,
pi diletti,
dcftrczza
di fu
gli
,
perche
gli
piacevano ol,
modo
meno
cavalli
agile
con
non
robufto
membri
&
effendo
prefenza
&
tore
gli
avvenente
infgne
.
amici,
&
penfieri
mi
con di chiunque
ogni fua attione , fchermidore armeggiaMa Ibpra tutto fi dilettava di converfarc fpeffo con era tanto manierofo nel trattare, e fpiegava i fuoi urbanit , che tirava a f gli anitanta gratia
in
&
&
1'
afcoltava
Tante
fparfero
il
rare
qualit,
di
&
un acquifto
tutta
fi
grande
Italia,
di
fcienze,
nome
Lionardo per
&
induiTero
,
e fu Lodovico Sforza, detto il Moro, che favoriva i virtuofi quafi con tutti liberale, a chiamarlo a Milano, aifegnandogli oLa prima cofa che fagni anno cinquencento feudi di fiipendio architetcefie quel prencipe fu di formare un' accademia per tura, nella quale egli introdufle Lionardo, il quale (cacciando le maniere Gotiche della prima fcuola , gi labilit nell' illelTa cit.
1'
la
arte
fua
prima
&
antica
purit
1'
Fu
poi
acque dell' Adda fino a Milano, e formar quel canale navigabile, volgarmente detto il navilio di Mortefana , con 1' aggiunta di pi di ducento miglia di fiume navigabile fin' alle valli di Chiavenna e Valtelina. JL' imprefa era diffcile importante, e degna del bell'ingegno di Lionardo
defirao
&
per
DI
per
la
fi
LIONARDO DA
fi
VINCI.
xiii
ma
la
nobile concorrenza col navilio grande che ducento anni prifatto ne' tempi della repuhlica Milanefe dall' altra parte del,
Tefino per navigatione e per 1' irrigatione della campagna fino a Milala no. Ma iuper egli tutte le difficolt che s' incontrarono, e con moltiplicate cataratte o vogliam dire folkgni, fece con molcitt
col quale
derivano
le
acque
del
fiume
ta
facilit
Non
contento
monti e valli. prencipe che Lionardo come architetto Tuo flato, volfe ancora eh' egli T ornarfe
&
di
pittura
Gli
ordin
delle
dunque
gratie
che
Lionardo che quella opera fu poi da tutti E veramente vi furono Ifimata per il miracolo della pittura con tanta pompa fpiegate tutte le finezze dell' arte, che tutti fcrivono, & comune voce, che ne in difegno , ne in efprefche da
.
dipin-
ne in diligenza, ne in colorito, fi mai vifto cofa fuperiore a quefla. Non fu ordinaria la gratia e la maeft eh' egli diede alle tefte de gli apofloli, e fpecialmente a quelle de due non Giacomi , fi che quando venne a finire quella di Chrifto
(ione,
,
potendo arrivare
la
un grado pi eminente
il
di bellezza,
difperato
lafci
pareva al priore del convento che troppo duraffe Y opera , Tpcffo con importunit Tene lament con Lionardo anzi port le fue querimonie lino alle orecchie del duca il quale ragionandone una volta con Lionar-
quadro
refkva altro da fare che le due tefte di Chrifto E che non potendo immaginar Y inmanco fapeva come la pofinita bellezza del figliuolo di Dio, .tefTc efprimere con i pennelli Ma che quanto alla bruttezza di Giuda figliuolo dell* inferno, che lo teneva in penflero, non gli mancherebbe il ceffo che con una intodell* ingrato frate, modo ad amlerabile &C infoiente feccaggine s' era refo oltre
do
feppe
da
lui
biduc
re
importuno.
Riufciglr
maraviglia
eh' era
come
fcrive
il
Vafari
di
efprime-
quel
fopetto
il
entrato
.
chi tradiva
E maeftro per haverne fatto una copia grande in S. Barnaba di Milano haveva quell'opera fortemente impreffa nell'animo) ch'in cialcheduno fi vedeva 1' ammiratione , lo fpavento, la doglia, il fof1' in che tutti all' bopetto affetti amore e fimili pafTioni ra fi trovavano , e finalmente in Giuda il tradimento concetto
loro
, ,
&
acir
animo
con
un fembiante appunto
limile
ad
un
fcelerato
^.
Si
xiv
Si
VITA
i
che ben dimoftr Linardo quanto perfettamente intendeffe moti che 1' animo Tuoi cagionare ne corpi , eh' la parte la pi Era delicata, e per la fua difficolt meno praticata dell'arte. una tal' opera degna dell' immortalit , ma effendo dipinta a hogoglio fopra un muro humido , ftata d poca durata ,
&
gid
del
fi il
tutto
lano
grofia
che
arrichirne
,
Volfe Francefco primo quando fu a Miogni maniera per portarla in Francia, &C tentaffe Tuo regno , ma eHendo dipinta fopra una parete
guafta
.
alta
larga
da
egli
e'
trenta
piedi
riufc
vano
il
,
penfiero
e
E'
la
S.
ne
facelTe
fi
far
qualche copie
nella
queld
hoggi
al
vede
a
parrochia
reale
fi
Germano,
in
inchiodata
chiefa
muro,
porta
en-
tra
detta
per
la
medefimo
ancora fua moglie
f
refettorio
di
,
ove
il
naturale
tutti
duca
in
Lodovico
,
la
ducheffa Beatrice
figli
due
ginocchioni
con
avanti
il
&
me-
un Chrifto
defimo
in
croce
in
dall' altra
una tavola d' altare la nativit di Chrifto, la quale fu mandata all' imperatore. Fra le altre occupationj di Linardo, nel 'fuo foggiorno a Milano , fu importanti|Timo il fudio eh' egli fece intorno all' anatomia de gli liuomini , nel quale, efiendo aiutato da Marco Antonio della Torre, eh' in quel tempo leggeva e fcriveva di
duca
quefta
materia
in
Pavia,
di
egli
divenne
roffa, e
perfettifTimo
e
di
ne
fece
un
libro
difegnato
mattita
tratteggiato
penna,
rcf in mano "di Francefco Melzi fuo difcepolo. Difeche gn ancora per Gentile Borri , che profetava 1' arte dell' armi , della quale egli fteflo fi dilettava molto, un libro intiero di huomini combattenti a piedi ^ cavallo, nel quale fi vedevano di efpreffe le regole quella fcienza. E per la gloria accrefcimento dell'accademia fua Milanefe, e per 1' inftruttione de fcriffe gli accademici , molte cofe , e compofe pi opere in diverfe materie , che reftarono un gran tempo neglette , e quafi jncogrjite apprelTo de' Signori Melzi nella loro villa del Vavero, e poi fi funo diffipate e difperfe in qua 6c in l , com* la foriuna ordinaria de' libri Perche vi fu un tal Lelio Gavardi d' A fola prepoflo di Zeno di Pavia, ftretto Parente di AlS. do Manucci, eh' effendo {tato macftro d' humanit de' Signori Melzi , andando fpeffo in detta villa , ne cav tredici volumi, e gli port poi a Fiorenza, fperandone gran prezzo dal gran duca Ma mor intanto quel principe , e venne il Gavardi a Piia e trovandovi Gio. Ambrofio Mazzenta gentiluomo Milanefe
poi
&
&
&
eh' era
in
quel
tempo
allo
fudio,
gli
fece
fcrupolo
del
mal
acqui-
, ,
DI
acquiflato
tuill'e
i
,
LIONARDO DA
e
.
VINCI.
xv
refti-
fi
compunfe,
Signori
libri
il
a'
maravigli
puntualit
ma nel rendergli fi Melzi Il che egli fece: fgnor Orario Melzi capo di quella famiglia della
uno
e
dell' altro
,
dell'
,
fece
dono
di detti
.
libri
al
fig.
I quali fache poi recarono in cafa de Mazzenti Gio: Ambrofo cendone troppo pompofa moftra, Pompeo Leoni, flatuaro del r di Spagna, fece conofcere al Melzi di quanto prezzo foller quei f ricuperandogli ftne faceofficii , libri, e gli promife honori ,
&
va un prcfente
al
S-
al
r Filippo.
fratello
Moffo da
di
tal
fperanza
Si.
il
Melzi vo'
Guido Mazzenta
Gio: Ambrofo
.
inginocchiato
Moffo
dalle preghiere
zenta,
fua
uno
u' quali
fu
donato
,
biblioteca
Ambrofana
OC
un
altro
ad Ambrofo
.
Figgini
Un terzo morenco lo lafci al fuo erede Ercole Bianchi e morendo il Signor ne hebbe Carlo Emanuele duca di Savoia Guido reftanti pervennero nelle mani del fopranominato Pomil quale peo Leoni che gli lafci a Cleodoro Calchi fuo erede Soleva Liogli vendette per 300. feudi al Signor Galeazzo Lonato applicare con forte attentione nardo quando voleva flofofare ,
che
,
, i
&
allo
Ifudio,
rtirarfi
in
detta
villa
del
Vavero
fi
sa
ch'egli vi
fotto
fi
difcepolo.
Di
ferirti.
Dopo
in
caduta
,
del
e
Moro, che
nella
affai
1'
fu
l'anno
Loces
,
Francia
diffip
mor
torre di
che fucccdettero,
arti
,
s'intepid
in
fi
poco a poco
eccellenti
nella
quale
erano
riufciti
nella
pittura
Frar-cefco
Salaino,
altri
&
opere loro vennero e vengono h ggid credute, ftimate, e vendute per fattura di Lionardo, e principalmente quelle del Serto e del Lovino, che pi fi accoa tal fegno che
fpc(To le
fopra tutti fi farebbe innalftarono alla maniera del maeffro zato il Lomazzo, f non rimaneva privo de gli occhi ne* pi verdi
.
Ma
come
gli
era flato
predetto
da Girolamo Car-
dano: e non potendo con la mano, fi diede a trattar la pittura con r ingegno e cieco ne compofe quei libri che da i pi occhiuti fono ftimati eccellenti, ne' quali egli propone continuamente il Vinci per idea del vero e perfetto pittore. Nel tempo che Lodovico XII. r di Francia venne a Milano, che fu un anno avanti la prefa del Moro, effendo pregato il Vinci
,
d'
ma-
XVI
VITA
con
fece
la
magnifica
prencipe
,
quale
lione
in
,
fi
potefle
tale fala
,
regalare
,
dilettare
quel gran
carnir
un
di
artificio
fi
che
dopo haver
al
,
nato
buon pezzo
il
una
Per erche tal ror di chi fcrilTe fotto Lomazzo lib. 2. cap. i. fi legge cofa fi fatta per Francefco I. il che non pu ciTere vero, perche Lionardo egli entr l'anno 15 15. in Milano, nel qual tempo era in Roma, come di fotto fi vedr. Le torbolenze di Lombardia , e gV infortuni) de gli Sforzi padroni di Lionardo , 1' obbligarono ad abbandonar Milano , e
aprendofi
petto,
fu vifto
efiere
poi
gigli.
tornare
fu
Fiorenza
fua patria
La prima cofa
eh' egli
vi
fece
famofo cartone della Vergine col Chrifto e fanta Anna , con S. Giovanni , e haveva a fervire per 1' aitar maggire il quale fu vifitato in frotta da tutto il popodell' Aonuntiata, lo di Fiorenza. Quefto cartone fu poi da Lionardo iftelTo porquel
tato
in
Francia
poi
Lifa
di
fi
dove
fua
il
lo
colorifie
Fece
per
Francefco
Giocondo
il
ritratto
tanto
no-
minato
il
qual
vede
e fu gi
vorar
quel
il
ritratto,
che
nondimeno
lo
guflo tanto delicato, e 1' ingegno s acuto e fottile, che per arrivar alla verit della natura, cercava Tempre eccellenza fopra eccellenza , e perfettione fopra perfettionc , e non appagandofi del
vendo
fatto
fi
ben poteva
c
che
fare
.
bello
andava con anfiet dietro a quel pi che Mentre egli dipinfe foleva havere attorno della
,
fignora
Lifa
gente
che
cantaiTe,
fonalTe
rideffe,
per tenerla
al-
legra,
per
lo
non cafcar nell'ordinario inconveniente de' ritratti, che E veramente in quefto fi pi danno nel malinconico
.
vede
fa
un gigno
divina
del
tanto piacevole
che ,
vedere
.
come
dice
il
Vafari
bello
,
coaltro
pi
che
humana
ancora
un
e
fi
medefimo Lionardo eh' a Fontanable BelliiTimo fu quello eifer d' una Marchefe di Mantova nevra di Amerigo Benci , fanciulla di famofa bellezza
ritratto
.
dice
della Giin
quei
vain
tempi. ghezza,
l^angi,
Ne
e
fi
deve
aria
tralafciar
la
Flora
divina:
dipinta
la
con
fi
mirabile
con
veramente
f
quale
conferva
&: in
mano
circa
di perfona privata.
Havendofi
renza
d' arte
jftoria
anno 1503.
fu
egli
,
ornare nel
tal
palazzo
di Fio-
la
fala
del
configio,
per
decreto
quale
colorito
pubblico
eletto
Lio-
nardo per
e
dipingerla.
di
Fece
e
per
nel
effetto
belle
:
confiderationi
gi
n'
del Piccinino
haveva
pi
gran parte a
DI
a ogilo,
LIONARDO DA
accortof
VINCI.
xvii
quando
ogni
che
per
,
diftaccvafi
cofa
dal
muro
&
abbandon l'opera. In quel tempo, che fu nel pontificato di Pio il terzo, come fi legge nel Vafari non del fecondo Rafaelle da Urbino, eh' era a pena giunto all' et di venti anni, e che di frefne,
,
,
co
quel
ufciva
dalla
fcuola
,
di
Pietro
Perugino
dalla
defidcrofo
di
veder
famofo
,
cartone
&
il
invaghito
Vinci
il
qual
paflava
fc{Tantc{mo
che da tutti lo fece riverire per dio della pittura, dipartendoli da quel tempo in poi dalla maniera fecca e dura del Perugino , per padare alle morbidezze e tenerezze del Vinci Fu ancora fpcctatore il giovane Rafaelle, non fenza profitto, delle contefe che poi caufarono tanta inimicitia fra Lionardo e Michelagnolo Buonaroti che non pafava 29. anni, e con' ordine pubblico haveva fatto per un' altra facciata dell* iliefTa fala del configlio quel tandell' arte,
.
prima volta a Fiorenza. Stup alla vila e non hebbe mai pi potente stimolo che lo con prellezza arrivare a quella alta perfettionc
ne
la
delle
facclfe
fue
opere,
e
correre
guerra di Pifa, ripieno di varii nuVinci. Sino all'anno 1513. Liodi fatti in concorrenza co nardo flette fempre a Fiorenza , e vi dipinfe molte cofe Franlibro da lui fcritto delle bellezze di Fionel cefco Bocchi renza fa mentione d* un quadretto che nel Tuo tempo fi vedeto
nominato
cartone
della
'1
Matteo e Giovan Battifla Botti nel quale era con madonna fommo artificio e diligenza dipinta una co '1 Chrifto bambino bello a maraviglia, che con gratia fingolare alzava Dal Borghini per cola rara vicn mentovata una tefla la faccia in mano di San Giovanni Battifta eh* era di Camillo de gli
va
in
cafa
di
Albizi
Ma
mor
corfe
edendo
pittura
afTunto
e
al
pontificato
le
Leone X.
arti
fi
nel
quale
e
,
V a-
della
di
tutte
belle
cofa
ereditaria,
Lionardo
,
Roma
per
riverire
quel
prencipe
Mecenate
racconta
de' virtuofi
il
il
quale
havendogli
ordinata
una tavola
che fubito cominciafle con apparato grande a flillare oglii , e preparar la vernice , e che Leone informato di ci di* celTe, che non fi doveva fperar nulla da chi penfava al fine, innanzi di bavere esaminato il principio dell' opera. Narra ancora certe altre cofctte indegne della grandezza del genio del Vinci , le quali fi debbono tenere per fofpette , effendo fcritte da perfona partialifTima di Michelagnolo, il quale, come dicemVafari
mo,
profeflava
aperta
fi
inimicitia
di
con
Q
Lionardo,
la
&
con
finte
favolofe
burle
dilettava
fcemarne
riputatione.
Quell' odio
im-
XVlll
VITA
fommamcnte a Lionardo,
e vcdcndofi chiadal
r
implacabile difpiacquc
mato
che nel fuo foggiorno a Milano s era innamorato delle Tue opere, fi rifolfe, bench vecchio di pi d' abbracciare un partito cos honorato e gloriofo fettanta anni
Franccfco,
,
di
far
il
viaggio
di
il
Francia
gufto eh* ebbe
lui
il
Non
d'
Ri ordinario
vedendoci
pofTcflrore
un virtuofo tanto da
veduto
flato
,
{limato e bramato.
fu
bench
,
per
la
Tua
ben
egli
&
e
accarezzato
dal
Ed
molti
mef
ammalato
egli
,
in
Fontanable,
riverenza
lo
venne
'1
a
to
vifitare
,
che
r
volcndofi
il
per
gli
drizzare
:
fu
let-
raccontare
cofa
il
fio
male
la
venne
un' accidente
per
la
qual
conofciuto
,
que anni eh' un bel morir tutta la vita honora. PaflFu belliffimo di corpo , come fi detto di fopra ta la giovent con una negligenza filofofica lafci crefcere i capelli e la barba , fi che pareva un Hermetc o un Druido antico. Non volfc mai o s" egli n ebbe alcuna, pigliar moglie, * come diceva un altro pittore , non fu altra che 1' arte , fgiivioli le opere fue. Ne fi deve credere che fi fieno accennate tutte, perche molte altre ne ha il gran Duca di Fiorenza, Neil' e mi ricordo di haverne vedute parecchie in Inghilterra idea del tempio della pittura di Paolo Lomazzo cap. 33. fi fa mentione d' una coneettione della Vergine dipinta per la chief Nella libreria Ambrofiana dell' iftcfdi S. Francefco di Milano
.
per aiutarlo , e foftenerlo , egli il favore gli fpir in braccio nell' et di fettantacinpi gloriofo di neffun' altro pittore , fc vro e affai
prefagli
tefta
&
fa citt
fi
confervano
a
Parigi
quefto
autore
Palazzo Cardinale fi vede una Madonna di fua mano , la quale fiede in grembo a S. Anna , e tiene con le fue mani un Chrifto bambino che fcherza con una pecorella Vi un paefe bellilTimo ma la tefta della vergine
Qui
nel
rcftata
imperfetta
di
efquifita
Il
Cardinale
Il
di
S.
Richelieu
nel
rodiade
intiera
,
bellezza.
Giovanni
Fontanable , un altro quadro di una Madonna, col Chrifto S. Giovanni un angelo di mirabil bellezza, pofti in un paeie, fono cofe da eflTcre offervate. Nel ftudio del Signor Marchefe di Sourdis a Parigi vi un' altra Maeh'
&
&
donna
Il
di
riputationc
fcgretario del
,
Signor di Ciarmois
di
1'
Marefcial
di
Schomberg,
infieme
di
la
gentilhuomo
curiofita
e
rare
qualit
il
quale
nel
accoppiando
intelligenza
fa
una
confiderabile
raccolta
bei
quadri,
ne
ha
uno
del Vinci,
quale con
due
mezze
figure
fi
. ,
DI
fi
LIONARDO DA
giovine e
bel
:
VINCI.
.
xix
Giufeppc che fuggendo volta le fpalle alla bella ma dishonefta moglie d Putifar Il tutto di1* pinto con amore e diligenza grande efprefTione mirabile pudor dell' uno e la lafcivia dell' altra paiono ne' due viil pi prefto cofe vere che finte. Appreffo il medefmo fgnofi un Chrifto bambino al re una madonna con Tanta Anna , quale fan Michele porge una bilancia, e fan Giovanni che fcher un quadro di eftrema bellezza Ma za con una pecorella retroppo farebbe il voler regiftrare tutte le pitture del Vinci fa che dopo le opere del pennello, fi ragioni di quelle della penna Soleva il Vinci fcriverc alla mancina, fecondo 1' ufo de gli Ebrei, nella qual maniera erano fcritti quei tredici volumi de* quali habbiamo gi fatto mcntione , eflendo il carattere buono , fi leggeva aflai facilmente mediante uno fpecchio grande
il
rapprcfenta
&
&
&
E'
probabile
cofi
eh* egli
i
facefie
quefto,
di
,
accioche
tutti
non
Icggefle-
To
facilmente
del
fuoi
fcritti
L* imprefa
fcrivcre
navilio
Mortefana
pefo
di
gli
diede
delle
e
occafione
di
un
gran
libro
della
natura
diiegni
dell'
moto
no
di
numero
il
di
varie rote
acque, e levarle in alto. del corpo humano , come fi gi Scrifle dell' anatomia detto, la quale opera era ornata di varii difegni fatti con itudio e diligenza grande, e ne fa egli ftcflb mentione nel capilini,
regolar
corfo
tolo 22. di
Il
quefto
dell'
trattato
della
pittura.
libro
anatomia
de' cavalli
mentovato
flato
egli
dal
Vafiiri,
dal
Borghini,
,
dal
Lomazzo.
,
Efl*endo
eccellente nel
il
plafticargli
nel
dipingergli
come ne
fa
fede
,
quattro
cavalieri
combattenti
fufle
fopra
accennato
che
r opera
non
di
ftraordinaria
bellezza
&
utilit
Nel capitolo 8i. & ilo. di quefto trattato vien citato da Forf divifa in pi libri. lui una fua opera della profpettiva, che in quella era infegnato il modo di tirare le figure maggiori
del
naturale,
lodato
dal
Lomazzo
nell'
idea,
cap.
4-
Nel capitolo 112. & 123. promette di fare un libro de* movimenti del corpo , e delle fuc parti foggetto anatomico , e che non mai ftato toccato da alcuno Promette ancora nel capitolo 26%. un trattato della pon:
deratione
corpo 11 libro dell' ombre e de' lumi fi ritrova oggi nella libreria Ambrofiana di Milano, in folio, coperto di velluto rodo, 6c quello che, come fi detto di fopra, fu dato dal fignor Guido Mazzenta al Cardinale Borromeo Tratta egli quella madel
.
overo libratione
ceria
XX
tcrla
VITA
da
in
DI
LIONARDO DA
da
Fi
VINCI.
,
filofofo
da matematico e
trattato
pittore
e
in
ne
fa
menpar-
tionc
te
la
quefto
,
cap.
278.
Tue
miracolofo
fagacit
gli
quella
della pittura
luce
con
le
tanta
effetti
opere
che
del
havevan
contiene
pi
rale
della
pittura
i
varii
di
quella
&C
infeme
d'
modi
difegno
e
gli
del
colorire.
Racconta
renza
faria
,
Vafari
fece
un certo
quella
fubito
pittore
Milanefe
,
paflTando
dille
Fio-
gli
vedere
opera
la
arrivato
Roma
,
fu
da
colui efeguito
e quello
fi
eh'
dopo un
col
reltituita
fecolo
di
intiero
varij
mette
,
efccutionc
corrotti
a
e
Parigi
guaiti
,
,
dove
fi
confronto
manofcritti
tutti
da
me
un' opera
per
bre
e
che per V eccellenza de' precetti , e degna dell' immortalit. E per renalla
noftra natione,
di
il
fignor di
del
Ciam-
gentilhuomo
(
intelligentiffimo
tutte
le
)
parti
difegno
che
come dicemmo
alla
n'
del
fi
gran
Leone X.
di
per
forte
inftinto
come di
munJcato
fludio
,
Tua
fatto
famiglia
diletta
ogni
di
,
virt
ha
una
,
verfone
in
lingua
Francefc
efquifita
che
felice
vale
di-
un ccmmcntario
1
intiero
il
efTendovi con
una
genza cfpreiTo
PER
XXI
PER
della
inutili
fi
fatto
e
il
fcguente indice de
gli
altri
libri
che trattano
pittura
le
del
difegno
come ancora
le
di
quelli
dove fono
delcritte
opere loro.
T~
/ Alberto
corpi
"Durer pittore
Ithrt
geometra chtartjjmo
della Jmmetria
de
-^^
nella
biwjani,
quattro^
)uo<vamente tradotti
dalla
Iwgua Latina
del quine Jcultort
Italiana
,
da
M.
Salodiano
\^ accrefcmti
t
to libro
nel
quale fi tratta
con
pittori
mo-
huomini
li
donne,
,
e con
quali le paf-
occorrono
In Venetia
5$>4. fol.
quattro
libri di
Francefe
,
&
,
Italiana.
Ammani
jingendt
t^
fcul'
pendi. Franco/urti
1578.
libri
4.
dinjifo
in fette
la prat-
di
ejfa
pittura
In Milano
8 4.
4.
pittore,
nella
fondamento
In Milano
gli
delle
cofe
contenute
nel fuo
della pittura.
delle
1590. 4.
antichi
autori Greci e Latini,
Della forma
tore
Mufe cacata da
,
dt
Gio.
In Milano
//
1 5
4,
ripofo
,
dt
Raffaello 'Borghini
e
in
cui
,
della pittura
e
della
fcultura
opere
loro
.
fi favella
fi
de pi illufn pittori
e
le
fcultori
delle pi
famofe
s
fa mentione ,
1
cofe 8.
principali
mfegnano
In Ftorenz.a
584.
dt
Difcorfo di Aleffandro
Lamo
giona della
<vita
.
M.
.
'Bernardino
Campo
di
i
pittore
Cremonefe.
In
Cremona
i54-
4-
De'
njeri
precetti
della
pittura
M.
Gio. Battigia
Armenim da Faene
za
re
libri
tre
ne' quali
fi dimofrano
4.
del
dipinge-
{S'.
In
%a'venna
dialogi
di
1587.
Due
de
tigiani
y
M.
de
le
i
da Fabriano a
nel
primo
cor-
quali fi ragiona
e
letterati
utile
che
prencipt canjano
circa
,
da
,
letterati
na de
pra
to
il
gli
errori
de' pittori
V
(^
htflorie
giuditio
di
Michelangelo
,
altre figure
della
.
nonja capella
tS
in
facre tma-
gtni
In Camerino
//
I5<^4-
4-
Pigino,
o'vero
dialogo
del
rever.
Tadre D'
Gre-
,,
xxu
Gregorio ConiMmHt cMHontco regolare Luteruyienfe
y
ove
qu'tJ'tdiiAndnJt
'
utile
o<vero
il
diletto
Jt
tratta
dell
ufo
,
di
e
Jquella
el
e Jt o<vero
mojlra
il
qual jia
imitator pi perfetto
che pi
pittore
poeta.
In Mantorva
,
159^compojo ad
Sepolcro
,
4*
ujlantia
pittori
della
di
1 5
we-
compagnia di
S.
Luca
citta
nohtV accademia
"Borgo
tS"
delli
.
']\oma
da %omano Alberti
caro
della
,
del
,
S.
In T^oma
8 5
4.
fcultori
architetti
Zuc-
In Torino
'
1607.
fol.
de' pittori
,
progreffo
,
dell
fcultori
e
CJ'
architettori
di
l^ma
donje fi contengono
alle
utiltj^mt
difcorji
Jlofojict
raggtonnmenti
appartenenti
fuddette
^
profefpont,
,
tn particolare
ad
della pittura
al
il
gionjaniy e perfettionar
Ca^valiere
prouetti
recitati fote
Federigo
Zuccari,
raccolti
da 'Romano Alberti
fecretario
dell'
academia.
Varchi
,
In Ta^via
nella
;
,
160^. 4.
delle
M. M.
"Benedetto
prima
quali fi di-
Mtchelagnolo "Buonaroti
la pittura
con
,
una
lettera
'
ejfo
Mtchelagnolo
fopr adetta.
fopra
la
qutjlione
In
Ftoren^ct
1549. 4.
de fculptura
,
liber.
Ite*
Ludo<vici
tS'
Ve-
de ^veterum fculptura
.
colatura
gemmarum
fculptura
.
pi&ura
duo
Item Abrakami
Gorlai
Antuerpiani
daHyliotheca
Amjlerodami
160^. 4
Francifci
1^374-
lunii
F,
F.
de
piSura
'veterum
libri
tres
AmJleUdami
qui
eji
Antonii
liber
de
poe/t
tS'
f'^^-
pi^ura,
decimus feptimus
bibliotheca felef^.
Venetiis
'
1603.
jia
profefJonCy
fatto
a comune
beneficio
de' mirtuofi
da fra D.
Francefc
%fagwo
cavaliere di
Malta. In
partito
de' colori
Venetia
1(^42.
8:
,
'Difegno del
Doni
y
in
^
pi ragionamenti
^
la fc altura e pittura
de' getti
de'
modegli,
8.
del
ap-
KS'c
In Venetia
e
1549.
di
della
,
fua arte ,
opera
modo
della
dottri,
na di
confegutrla
age<volmente e prejo
Michel
Angelo Biondo
tfc. In Vwegia
1549.
di Tietro
8.
Hampato
con
lo
inganno de g
fol.
occhi
pi'of-
Accolti^
In Firenze
\6iy
&
Scntimcns Tur la diftin<fl:ion des manieres de peinturc , defTcin graveure des originaux copies , par A. Bolle Graveur cn
,
&
&
tailie
douce.
Paris
16^^.
12.
Le
XXIU
Le
le
nj'ite
de pi eccellenti
^3"
pittori
,
fcultori
^
,
architetti
di
Giorgi
Vafart pittore
tre
architetto
,
Aretino
arti
4.
del
3.
di/egno
njol.
cio
architettura
pittura
4.
3.
/coltura
In Ftorenz.a
15<58.
in
"Bologna
l^"].
,
Le
del
<vite
de" pittori
^
di
W.
di
architetti
dal
pontijjcato
Gregorio
XIII.
1572.
in^no attempi
papa Urbano
4.
<vite
ottano
nel
1^4 2.
fcrttte
da
Gio.
'taglione
Romano.
00^
In
%oma 16 ^2.
^
Le maraviglie deW
e
dello
^
arte
ouero
le
le
de
gV
i
illujlri
pittori
,
Veneti
flato
fono raccolte
delle
opere tnjtgni ,
^
cojiumt
e
Z5'
ritratti
loro
con
la
narratione
hijorie
delle
favole,
delle
moralit da
quelli te
In Venetia
1^48. parde
la
prima
parte feconda
Tranfone
In
%oma
ton
5 5 3
4.
pittore
arbore
della
fua
vera
confanguinit
In Venetia
1622.
Il
4.
In-
In "Bologna
itfoj.
4.
,
Le
fritte da
bellei.'z.e
^
di
Fiorenoca
i
di fcultura
dt
facri tempii
di palaz,%i,
pi aobili
.
e pi prex,iofi fi contengono,
1 5
M.
Francefco Bocchi
In Fiorenz,a
Francefdi
"Bocchi,
della hellez.%.a
detta
fatua
In Fioreni^a
1584.
architetto Aretino fo'Xagionament't del fig. Giorgio Vafari pittore pra le tnventtont da lut dipinte tn Ftrent,e nel palax.ijo dt loro alte'Zj'z.e fereniffime
,
con
lo
illufrijf
tS^
eccellentijf.
Medici
allo-
ra prencipe di
Firen'z.e,
.
tnfieme
da
lui
co-
I4 Firenz.e
1588.
4.
i
Libro della pittura, nel quale fi fpiegano quell arte , infeme on le vite de pittori Italiani
'
fondamenti
e la pratica di
e
Fiamenghi , fritto
.
Ram1
pittore
In Amflerdam
6"
lata
Henrico Teacham nella fua opera fritta in lingua Inglefe, (^ Il perfetto gentilhuomo , impiega la met del libro a ragionare
.
intito-
della
pittura
In Londra
(!^
4.
4.
La
maniera di preparar
libro
frtto
8.
lingua
In Francofort
nel
1)62.
Maria
,
Canepario
da
Crema
fuo
libro
Latino intitolato
.
"De atramentis
In Venetia
161^.
4.
, ,
DELLA PITTURA
V
I
TRATTATO
LIONARDO DA
!^ello che de^e prima imparare
il
VINCI.
.
gionjae
C A P.
I.
giovane deve prima imparare profpettiva , per le mifurc d' ogni cofa poi di mano in mano imparare da buon maeftro per aHuefarf a buone membra: poi dal naturale, per confermarfi la ragione delle cofe imparate poi vedere un tempo 1' opere
IL
di
i
mano
operare
di
le
diverfi
maeftri
per
far
habito
di
mettere in pratica
cofe imparate
^ale Budio
deue
ejfere
ne giovani
GAP.
IL
nelle
cfferc
fino
Lo
circa
il
li
quali
fcienze imitatrici
tutte
le
deve
difegno accompagnato
figure fono collocate
ombre
lumi
convenienti al
dove
tali
a putti pittori.
GAP. IIL
.
Noi conofciamo chiaramente che la vifta delle veloci operationi che fiano & in un punto vede infinite forme nientedimeno non comprende f non una cofi per volta. Poniamo caio: Tu let,
tore guardi in
fcritta
fubito
giudicherai
vane
lettere
ma non
:
conofcerai in quel
tempo
che
rola
lettere
fiano
,
parola
f
ne che vogliano dire onde ti bifbgna fare paverfo per verfo voler haver notitia d' effe lettere
,
Ancora
a
vorrai
montare
all'
altezza
d'
un
edificio
converratti falirc
grado grado, altrimenti fia impolibile pervenire alla fiia altezza. E coli dico te che la natura ti volge a quelt' arte Se vuoi haver vera notitia delle forme delle cofe comincierai dalle particole di quelle e non andare alla f prima non hai bene nella feconda
.
nella pratica la
,
prima
farai
altrimenti
.
getterai
o veramente allungherai affai lo ffudio che impari prima la diligenza che la preflezza
ti
ricordo
Nott-
del
gli
C A P.
&C
V.
al
li
=
Molti fono
huomini
,
eh'
hanno
fia
defderio
amore
,
dife-
gno
ma non
difpofitione
,
quello
quali
lor cofe
C A Pnon fa
,
V-
Non
fola
,
laudabile
un'
il
pittore che
,
bene
,
Te
come
panni
fi
in
o animali o (mili o paef grolTo ingegno , che voltatofi ad una opera , non la faccia bene
che
modo
denje
il
GAP. V L
deve del continuo trafmutarc in tanti difcorfi quante fono le figure de g' obbietti notabili che dinanzi g* apparifcono, quelle fermare il pafib, e notarle, e far fopra elTc regole , confiderando il luogo , le circollanze , i lumi <3>C ombre
del
pittore
C\
La mente
&
J)el
modo
di Judiare
GAP. VIL
feguita la
Studia prima
{cienza.
Il
la fcienza
e poi
pratica naca
da
le
cffa
pittore
alla
,
non
fi
metta
g'
lafciar cofa
che
fra
mem-
bra de
animali
^'vnjertimento al pittore.
GAP. VI IL
e fblitario
,
Il
pittore
deve
e
efTere
univerfiile
,
e confiderare
ci
eleggendo le parti pi eccellenti facendo fimilitudine delle fpecie di qualunque cofa che egli vede dello fpecchio , il quale (\ trafmuta in tanti colori quanti fon quelli delle cofe che f gli pongono dinanzi e facendo cofi lui , parr ^flere feconda natura,
che
elfo
vede
C A P.
f
X.
Quello non fia univerfal che cofe che fi contengono nella pittura
paefi
,
non ama
come
,
\t
li
il
cffo ftima di
,
effere tale
di
femplice
inveftigazione
come
(blo
diiTe
noftro Botticello
che
perche
,
col
gettare
di diverfi colori
un muro
elTa
lafciava in
detto
muro
DI
muro una macchia
,
LIONARDO DA
dove
fi
,
VINCI.
.
Egli ben vero che vedeva un pacfc 1' huomo vuol cercare in quelvarie inventioni di ci che il vedono diverfi animali , battaglie , fcogli , mari d' huomini la , cio telle nuvoli, boichi, e fmil col, e t come il fuono delle campane, il che te pare Coli , ancoquale fi pub intendere che dica quello ra che elTe macchie ti diano inventionc , elTc non t' infegnano finir
,
.
alcun particolare
Come
il
pittore
dc'v ejfere
un'verfale
C A P.
,
X.
Tu,
giudizi)
,
pittore,
farai
il
e piacere a divcrfi
di
le
un medefimo componimento che vi fiano cofe grand' ofcurit , e di gran dolcezza d' ombre , facendo per note caufc di tal ombre e dolcezza
in
Precetto al pittore.
CAP. XL
,
poco acquifia quando l' opera fupcra il giuditio dell'operatore, cfio operante poco acquifta, e quan^ do il giuditio fiipera l'opera, c(Ta opera mai non finifcc di migliorare , f r avaritia non l' impedifce
Quel
pittore che
non dubita
CAP.
la
XIIcol
ritrar
Il
pittore
,
mano
,
difegnl
alTuefattione
col
ritrar
fi
poi
cof
buone
con
dir
CAP. XIII.
il
L'
abbozzar
finito
.
troppo
quali
hifloric
fia
&
membrificar non
d' elfe
fia
fiti
.
membra ,
le
poi a
beli'
agio
piacendoti
potrai finire
Del
corregger
gt
errori,
che tu fcuopri
CAP. XIV.
,
Ricordo
trui
avvifo
che quando per tuo giuditio fcuopri alcun errore nell'opere tue, che tu
te
,
pittore
o per
al-
le
ricorreg-
ga, accioche nel publicar tal' opere tu non publichi inficmc con quelle la materia tua. Et non ti fcufare da te medefimo, perfuadentoti di reftaurare la tua infamia nella fucccdente tua opera, perche la pittura non muore mediante la fua cieatione;, come fa )a,
,
Hiufi-
, ,
mufca , ma lungo tempo dura & il tempo dar tc(Hmonianza dell' ignoranza tua. E f tu ti fcuferai d'havere a combattere con la necefFit e di non haver tempo a fudiare , farti vero pittore , non
perche fblo lo fludio della virt Quanti fono li flofbf che fono nati pafto dell' e del corpo ricchi , e perche non l' impediflero le ricchezze , le hanno lafciate
incolpare
f
non anima
te
medefmo
,
Pel giudto.
GAP. XV,
eh
il
Nuna cofa
che
pi
e'
inganni
noftro
giuditio
in
lentenza alle noftre operationi , e pi ti varranno i biafmi de' ci , che de g' amici le fentenze , perche g' amici fono una medeflma cofa con teco , e coli ti polTono col tuo giuditio ingannare
..
dar ni mi-
Modo
dt
dejar
Y uigegno a
<varie
tt'ventwnt
GAP. XVL
Non
li
refter
,
di
fpeculatione
la
mettere in quefte precetti una nuova invcntionc quale , bench paia piccola , e quaf degna di rilb
deftar
l'
ingegno varie inventioni e quefto Se riguarderai in alcuni muri imbrattati , o pietre di vapotrai qviivi vedere l' inventione e fmilitudine di diverl rij mifchi
di
nondimeno
,
grand' utilit
paef
diverfe
,
battaglie
atti
pronti di figure
j
forane
arie
1'
di volti
&
i
habiti
ingegno
defta a
nuove inventioni
iy}Jm
'Dello Jndiare
t
quando tu
allo fcuro
.
ti
dej't
prma
che tu
addomi em'i
GAP. XVH.
utilit
,
Ancora ho provato
allo fcuro nel letto
fuperfciali
,
efTere
di
non poca
quando
ti
trovi
andar con l' imaginativa ripetendo li lineamenti delle forme per l' addietro Ifudiate , o altre cofe notabili
fpeculatione
:
di
fottile
&c
queflo
modo
fi
confermano
le
cofe
GAP. XVIIL
Quando
re di
fare
vorrai far
buono
&
utile ftudio
ufa
adagio , e giudicare infra i lumi , quali e quanti tengono il primo grado di chiarezza i e coli infra 1' ombre quali fiano quelle che fono pi fcure che l' altre , in che modo fi mefcolano in* {ieme , e la qualit , e paragonare 1' una con 1' altra , &: i lineamenti a che parte s' indrizzano , e nelle linee quanta parte deve ef,
&
fere
DI
ibe
dente
per
,
LIONARDO DA
per
1'
VINCI.
,
1'
uno
altro
,
verfo
Ck
in
dove
cofi
larga
iettile
lumi lano uniti fenza tratti o fegni , rai fatto r ufo e la mano a quella diligenza tica preilo che tu non tea' avvederai
,
quando bala
ti
verr fatta
pra-
Come
il
pittore
(ie^i/ ejjer
il
giudttto
d' og;i
uno
GAP. XIX,
mentre eh' ei difegna o dipinge il giuditio di ciaituno perche noi conofciamo che haur notitia delle forme dell' huor huomo , bench non fa pittore r^9 egli e gobbo Te ha gamba grolTa o gran mano s' egli zoppo , o ha altri mancamenti E le noi conofciamo g' huomini poter giudicare 1' opere della natura , quanto maggiormente potranno
ricufare
il
pittore
5.'
giudicare
noflri
errori
derue fida?
tanto
di f
naturale
GAP. XX.
Quello che fi d ad intendere di poter rifcrbare in f tutti g* effetti della natura, s'inganna, perche la memoria noftra non di tanta capacit per ogni cofa vedrai dal naturale
:
CAP, XXI.
univerfale
,
Il
deve
fa
cercare
d' effere
perche
gli
manca
una cofa bene, e l'altra male: come molti che Iblo fludiano nell' ignudo mifurato , e proportionato , e non ricercano la fua variet , perche pu elTere un huomo proportionato Ck effer grolTo , e corto e longo e fottile e chi di quee mediocre lla variet non tien conto fa fcmpre le flie figure in {lampa , il
aflai
dignit,
uninjerfale
CAP. XXIL
farfl
huomo
che
sa
univerfale
impe roche
,
tut-
gl'animali
,
terreihi
,
Jiervi
&
,
olTi
hanno fmilitudine di membra, cio mufcoli, f non m lunghezza overo in nulla fi variano
,
groflczza
come
far
dimoftrato
nell'
,
anatomia
De
gli
il
animali
pittore
d' ac-
qua
che fono di
molta variet
non perfuadcr
che vi
faccia regola.
onjero Jctenz.a
GAP. XXIIL
innamorano della pratica fenza la diligenza overo fono corne i nocchieri eh' entrano in mare per dir meglio fcienza fopra nave fenza timone o buffola , che mai non ha,nno certezza doSempre la pratica deve eflere edificata fopra la buona ve fi vadino
Quelli che
,
teorica
guida
porta
e fenza quella
niente
fi
fa bene
7)el non
cofi
di pittura
come
in
ogn
altra profefTionc
imitare f un
altrQ pittore
C A P. XXIV,
,
pernon deve rnai imitare la maniera d' un altro perche eflendo le che far detto nipote e non figlio della natura cofe naturali m tanto larga abbondanza , pi torto fi deve ricorrere ad efla natura , che alh maeftri , che da quella hanno imparato
pittore
5,
Un
!Pel r tirar
dal naturalt
GAP. XXV,
,
Quando
hai ritrarre
dal
naturale
lontano
tre
volte
la
grandezza della cofa che tu ritrai, e farai, che quando tu ritrai, o che tu guardi per tutto il che tu muovi alcun principio di linea corpo che tu ritrai , qualunque co/a fi fcontra per la dnttura della
,
principale
linea
A'wert'tmento al pittore
GAP. XXVI.
infra
i]
1'
Nota bene
infenfibili
d'
come
ombre
fono
ombre
,
ofcurit e di figura
e quefto
prova per
la terza
che
dice
che
,
le
fuperfitie globulente
le
rezza
quante fono
.
fono di tante varie ofcurit e chia^ variet dell' ofcurit e chiarezze che gli ftannQ
per obbietto
Cor/ie
de^ce
ejfere
alto
il
lume
da
rttrar
dal
naturale
GAP. XXVII.
Il
lume da
il
ritrarre
:
tramontana
finellre
accio
non
nate
tione
faccia
,
mutatione
fole
e f lo fai mez,zo d
tieni
accioche
.
illuminando tutto
il
giorno
non
faccia
,
impanmutala
L' altezza
faccia
del
lume deve
effere
in
modo
terra
,
fituato
che ogni
fua
corpo
altezza
tanto
lunga
f ombra,
fua
per
quanto
$ua^
, .
DI
Slualt
LIONARDO DA
GAP. XXVIII.
VINCI.
le
7
de corpi
figure
Le
figure di
qualunque corpo
fon cinte
>
fi
conftnngono
:
me
in
cio f tu
di
tali
figure
vi
eC-
campagna
il
elle
di
il
^ran
fole
fbmmlt
lume
,
non
fuc
fendo
di
fole
fcoperto
,
&
Ce
fiiranno
molto ofcure
efpediti
,
termini
cofi
primitive
de'
come
,
le
derivative
tal
tali
lumi
perche da
Iato
s
dell' aria
allumina e quefto
manifefa nelle
,
cofe
dal fole
drai
fi
dimoflra partecipare
colore
fole
fi
del
fole
molto
il
fpeditamente
,
quando
efl^i
,
cala
all'
roffori
de' nuvoli
fi
che
nuvoli
loro
tingono
del
colore
che
,
allu-
mina
vede
fa rof-
lume da
:
che non
vede tai corpi giudica che fieno di due colori e da queflo tu non puoi fuggire che moflrato la caufa di tali ombre e lumi, tu non le facci participanti delle predette caufe , f non 1' operation tua vana e falfa E f la tua figura in cafa ofcura e tu la vegga di fuora quef:a ombre sfumate flando tu per la linea del lume , tal figura havr e quella tal figura havr gratia , e far honore al fuo imitatore , per gran rilievo , e 1' ombre dolci e sfumofe , e maflTime in efler lei di quella parte dove manco vedi f ofcurit deU' habitatione , imperoche quivi fono 1' ombre quafi infenfibili , e la cagione far detta al fuo
roffore
,
refta
chi
1'
luogo
J)elle qualit del
rilienji
naturali ,
finti
GAP. XXIX.
Il
lume
,
tagliato
dall'
te
biafimato
incoveniente
farai
li
,
corpi in
campagna aperta
alcuna
infra
1'
farai le
figure
,
non alluminate
dal
,
fole
ma
fingi
quantit
di
obbietto
&
il
non faranno
efpediti
o nuvoli tranfparenti efiTere interpofiti fole, onde non effendo la figura dal fole efpedita, termini dell'ombre con quelle de lumi.
nebbia
i
.
GAP. XXX.
che fempre
,
Quando
e poi
finifci
ritrarrai
g'
ignudi
fa
li
ritragghi interi
quel
membro
che
ti
par migliore
e quello
con
1'
altre
membra
metti in pratica,
mai bene
le
,,
8
le
membra
,
non
ufar
mai
la
far
la
;
tefta volta e
f la
dove
l
il
petalla
to
ne
il
braccio andare
,
come
infuori
,
gamba
fa
tefta
volta
fpalla deflra
le
lato
fniftro
la le
che
dell' al-
tro
&
,
fai
lniftro
le
tefta
fu
'1
lato
finiftre
Del
ritrarre
del
naturale
GAP. X X
in
L
tale
rilievo
fi
deve acconciare
al
modo
ritratta
fia
Modo
di
ritrarre
un
/ito
corretto.
GAP. XXXIL
foglio di
,
carta reale
cio tra gV occhi e bene dinanzi g' occhi tuoi quella cola che tu vuoi ritrarre e poi ti poni lontano con l' occhio e ferma la tefta con un inftrual detto vetro due terzi di braccio , Di poi ferra e mento in modo che non la polTi muovere punto cuopriti un occhio, e col pennello, o con il lapis, fegna su'l vetro quello che di l appare, e poi lucida con la carta tal vetro, e fpolverizzandola fopra una carta buona , dipingela , f ti piace , ufando
,
.
bene di poi
la
profpettiva aerea
Come
Li pacfi
alluminati
,
Jt
denjono ritrar
li
paej.
GAP. XXXIIL
che
g'
fi
debbon
ritrarre
:
in
modo
alberi
fiano
il
mezzi
fole
ma meglio mezzi ombrati mezzo occupato da nuvoli , che all' hora g'
e
farli
quando
s'
alberi
alluminano dal
della
elle
lume
univerfle
del
cielo
dall'
ombra
parti
,
univerlle
terra
nelle
lor
quanto
parti
fono
pi vicine
alla
terra.
Del
ritrarre al
lume dt candela
GAP. XXXIV.
il
qucfto
lume
di
notte
fia
interpofto
telaro
o carta lucida,
o fenza lucidarla,
e vedrai le tue
ma
folo
un
In
che
modo
dehha
,
ritrarr
.
un
'volto
<
dargli gratta
ombra
lumi
GAP. XXXV.
e di
GrandilTima grtia
quelli
d'
ombre
lumi
s'
ag^iugne
alli
vifi
di
che feggono nella parte di quelle habitazioni che fono ofcure, che
DI
che
g*
LIONARDO DA
la
VINCI.
tal
,
^
vifo cC-
parte ombrofa di
ombre della predetta habitatione e vedono alla parte illuminata del medelmo vifo aggiunto la chiarezza che vi d lo fplendorc dell'aria: per la quale aumentatione d' ombre e di luombre quafi mi il vifo ha gran rilievo e nella parte alluminata infenfibili; e di quefta rapprefentatione e aumentatione d' ombre e
fere ofcurata
,
1'
di lumi
il
di
bellezza.
J)d lume
(ioi'f
fi ritrae
'vol
Ignudi.
Qucfta habitationc vuol' efTerc fcopcrta all' aria , con le pareti di colore mcarnato e li ritratti fi faccino di ftate , quando li nuvoli cuoprono il fole: o veramente farai le pareti meridionali tant*
,
alte
che
li li
raggi del
fiioi
acciocch
raggi
fettcntrionali
Del
hifiorle
GAP. XXXVI L
nella parete , la quale ha vuole collocare le Tue figure da hirtoriare altezza del fito dove e flar tanto con e ci che lui ritrae di naturale a detto propofito r occhio pi baffo che la cofa che egli ritrae , quanto detta cofa fia mciTa in opera pi alta che l' occhio del riguardante , altnmentc
il
Sempre
pittore
deve
confiderarc
1*
r opera
fiaa
far reprobabile
altro
GAP. XXXVIII.
pendente,
per
Ufa
vedere
li
di tenere in
mano un
cofe
filo
con un piombo
fcontri
delle
Mtfiire
GAP. XXXIX.
ciafcun grado dividi in
i.
i
Dividi
punti
1
,
la
tcfta
in
dodici
in
I2.
gradi,
I2.
minuti,
minuti
in
minimi, i
Co3e
il
pittore
fi de<ve
acconciar
al
lume
col
fiio
riltenja
GAP.
,
XL
A. B. {Fig. I.) fia la fineftra M. fia il punto del lume, dico che in qualunque parte il pittore fi flia, che egli ftar bene, pur che r occhio Itia infra la parte ombrofii e la luminofa del corpq che B
IP
che
la
fi
intra
il
punto M. e
corpo
ritratto.
GAP. XLL
far
Il
lume grande
le
e alto, e
render
particole de'
quello che
T>ell*
inganno
che
nel
gtuditto
delle
memhrt^,
GAP.
Quel
rc,
e
cof
XLIL
{mili nelle Tue
Te
il
interverr in
.
opq-
lungo
ftudio
non
glielo vieta
Per ogni
flia
ha pi brutta nella
riparo
perfona
guardare quella parte che e a quella con ogni ftudio far buoq
deve
Che fi
de<ve fi^per
intrinfeca
forma
dell'
huomo.
GAR
XLIIL
muf-
Quel
coli,
e quali
e qual
cagione di far
corde convertite in fottililTime cartilagini ravolgono, e circondano detto mufcolo: e non far come molti, che in diverfi atti Tempre fanno dimoftrare quelle medefme cofe in brac-^
e quali
&
altri
mufcoh
l)el difetto
del pittore.
GAP. XLIV,
GrandifTimo dififetto del pittore ritrarre overo replicare li medefimi moti, e medefme pieghe di panni in una medefma hil;oria, e far fomigliar tutte le teff e 1' una con 1' altra
'Precetto
perche
il
pittore
non
in
che
fk
la
hahito.
GAP. XLV.
fopra
la
Deve
naturale
di
,
il
pittore
far
fua figura
regola d'
un corpo
i
il
quale
queflo
far
oltre
la
fua
perfona varia
e fatta da quella antedetta laudabile quella notitia deve riparare con tutto il fuo ftudio , di non incorrere , ne medefmi mancamenti nelle figure da lui operate , che nella perfona fua ritrova: e con queffo vitio ti bifogna fommamente pui
affai
,
:
o poco
gna.
DI
gnarc
ditio
:
LIONARDO DA
VINCI.
nato
n
infeme col giu-
conciofiach' egli
mancamento,
eh'
maeftra del tuo corpo e quello del tuo proprio giuditio, e che volentieri ella fi diletta nell' opere fimili quele di qui nafce , che le , che elTa oper nel comporre il tuo corpo non fi brutta figura di femmina, che non trovi qualche amante, f
perche
1'
anima
gi
non
fulTe
monilruof
in
tutto
quello
habbi
avvertimento
gran di (Timo.
Dtjfetto de pittori che ritraggono
poi la mettono in
GAP.
pittori
li
quali ritraggono
,
un lume
ritratto
particolare
nelle
loro cafe
pera
tal'
tal
un lume
univerfle
le
dell'aria
parti
delle
aria abbraccia
&
allumina tutte
coftui
vi
,
defimo modoi
e cofi
fa
ombra
&
cettibile:
imper-
riflefli,
dove
Velia pittura^
[u
di'vijone.
GAP. XLVII.
,
delle quali la
prima
cio la
linea
,
la
feconda
che diftinguc la figura de" corpi , e loro par il colore contenuto da efli termini
Figura
fua
fi
diijijlone
C AP, X LV III.
,
La
cio proportio-
loro
le
quah
&
fi
all'
Trop9rttone
di
membra
GAP. X L I X.
divide
in
La proportione
cqualit, e
delle
membra
fi
due
altre parti
cio
moto. Equalit s'intende, oltre alle mifiire corrifpondenti al tutto , che non mefcoli le membra de giovani con quelle de' vecchi ne quelle de' graffi con quelle de magri, ne le membra leggiadre con le inette e pigre: & oltre di quefto che non facci alli mafchi membra femminili in modo che attitudini overo movimenti de' vecchi non fiano fatti con quella mcdcfima vivacit che quelli de' giovani, ne quelli d'una femmina come quelli d'un mafchio: facendo che li movimenti e membri d' un gagliardo fiano tali , che in
,
1'
effe
membra
Vell't
12
T^elli
delle
operaom
<varie
CAP.
L.
de g* huomini habbino atto proprio alla loro opcratione in modo che vedendoli tu intenda quello che per loro fi penli quali faran bene imparati da chi imiter li moti de fa dice mutoli, li quali parlano con i movimenti delle mani, de gl'occhi,
Le
figure
nel
,
volere efprimere
il
concetto
perche io ti ponga un precettore lenza lingua , il quale ti habbia ad infe^nar quell' arte che che tutti g' coli non sa fare j perche meglio t' infegner con tatti
animo loro
Ne
ti
ridere di
me
con parole. Dunque tu, pittore, dell'una e dell'altra fetta, tendi, fecondo che accade, alla quaht di quelh che parlano, la natura della cofa che fi parla.
altri
atal-
&
Che
fi de'von ftiggtre
term'wt fpeditl
CAP. L L
non
Non
prio
fili
fare
li
termuii delle tue figure d' altro colore che del procio che
facci pro-
campo, con che effe figure terminano, ofcuri mfra il campo e la tua figura.
Che
nelle
co
gV
errori ,
come
nelle
grandi,
CAP. LIL
Nelle cofe di picciola forma non fi pu comprendere la qualit che f quefta codel tuo errore come dalle grandi i e la ragione o d' altro animale , le fa picciola fia fatta a fimilitudine d' un huomo fue parti per l' immenfa diminutione non ponno eflcr ricercate con onde non efquel debito fine del f.io operatore che fi converrebbe
,
fendo finita, non puoi comprendere li fuoi errori. Riguarderai per cfempio da lontano un huomo per fpatio di 300. braccia, e con diligenza giudicherai f quello bello, o brutto, s' egli monftruoTedrai che con fommo tuo sforzo non fo, o di commune qualit ti potrai perfuadere a dar tal giuditio i e la ragione , che per la fopra detta diflanza queft' huomo diminuifce tanto , che non fi pu
i
comprendere
nutione
dell'
la qualit
delle parti
huomo
alza
fopra
detto
palmo,
e tanto
&
abbafia detto dito, che la fua fiiperiore eftrcfigura che tu riguardi , e vedrai apparire un*
e
per quelfo
fpelTe
volte
fi
dubita la for-
ma
dell'
amico da lontano
Cerche
DI
Tercbe Li pittura
LIONARDO DA
}on
VINCI.
,
13
cofe
}iatnrali
pu
})jai
parere fpicccita
come
le
GAP.
Li
pittori
LUI.
in
ipcfle volte
cadono
difperatione del
loro
imitare
il
naturale, vedendo
cit,
le lor pitture
non
e quella viva-
che hanno le cofe vedute nello fpecchio , (^/frf.iif'?. 3 si.) allegando loro haver colon che di gran lunpa per chiarezza e per ofcunt avanza^ no la qualit de' lumi &; ombre della cofa veduta nello fpecchio i accu-
lando
in
quello cafo
.
la
loro
ignoranza,
non
la
ragione,
perche
conoicono Impoflibile che la cofa dipinta appanlca di tal rilievo, che il adornigli alle cofe dello fpecchio, bench 1' una e Y
la
non
altra iia
in
fia
due occhi che vedono una cola, dopo l'altra, come A. B. {Fig. 2.) che vedono N. la M. non pu occupare interamente N. perche la bafe delle linee vifuali s larga che vede il corpo fecondo dopo il primo. Ma f chiudi un occhio, come S. il corpo F. occuper R. perche la linea vifuale nafce da un fol punto, e fa bafe nel primo corpo, onde il fecondo di pari grandezza non fia mai veduto.
la ragione
:
queRa
Ter che
capitoli delle
figure
una fapra
GAP.
Qucfto
le
V LIV.
altra
cofa
da fuggire.
univerfal' ufo
il
quale
fi
fa per
li
ragionevolmente biafimato , imperochc cdiHtij , poi alzano fanno l un' iftoria in un piano col fuo paefe un altro grado, e fanno un hiftoria , e variano il punto dal primo, in modo che una facciata fi vede fiuta la quarta e poi la terza
capelle
,
molto da
effere
&
&
con quattro punti la quale fomma ftoltitia di fimili maeftri Noi (appiamo che il punto porto all' occhio del riguardatore dell' hiftocome ho da fare la vita d' un fanto comria e f tu volelTi dire partita in molte hil^orie in una medefima faccia.? A quefto ti rifpondo, che tu debba porre il primo piano col punto all' altezza dell*
,
. : :
occhio de' riguardanti d' effa hil^oria, e nel detto piano figura la prima hiiloria grande e poi di mano in mano diminuendo le figure farai tutto il fornimento e cafmcnti in su diverfi colli e pianure
,
,
d' effa
hiftoria
Il
refto
della
faccia
nella
fua
altezza
farai
alberi
dcir hifforia
ten'
o angeli, f fullero a propofito ovcro uccelli, o nuvoli, o limili cofe: altrimenti non
,
impacciare
fiilfa.
^a
14
co f
pi fpiccate
GAP.
Le
no pi
figure alluminate dal
rilievo
,
LV.
particolare fono quelle che moftra-
lume
che quelle che fono alluminate dal lume univerfale lume particolare, fa i lumi riflenfi, li quali fpiccano le filoro campi , le quali rifleffioni nafcono dalli lumi di una
rifalta
ncU'
ombra
figura
di
quella che
gli
ft
d' avanti
l'
allu-
mina
f
in
parte.
e
Ma
la
polia
dinanzi
al
lume
particolare
in
luogo grande
non
la
ofcuro non riceve rifleffo, e di quefta non fi vede e quefta fblo da effere uHita nell' imiparte alluminata
:
tationi della
notte
fimi
'
/;
il
lume
C5*
ombre de corpi
loro
Uyieamenti
GAP. LV L
ingegno che L termini delli corpi (no di maggior difcorfo i lumi , per caufa che li lineamenti de i membri , che r ombre non fono piegabili , fono immutabili , e Tempre fono quei medcfimi
&
&
ma
li
fiti j
qualit
e quantit dell'
ombre fono
infiniti
Memoria
che Jt
fa dalV
li
autore.
GAP. LVIL
quali le corde
,
che mediante diverfi movimenti di ciafcun membro fi fcuoprono , o fi nafcondono , o non fanno ne l' uno ne \ altro e ricordati che quefta tale che fanno proattionc importantiftima apprefto de' pittori e fcultori
Deferivi quali fiano
mufcoli
Il
fimile farai
d'un
per
infino al
tempo
della
fiia
decrepit,
gradi
e
dell' et
,
fija,
&
in tutti
membra
giunture
quali
ingraftano
o dimagrano.
Trecetti di pittura.
GAP.
LVIII.
g' atti
Sempre
fatti
il
naturali
da
g'
,
huomini
e
di
improvifo
far
nati
loro
fiioi
affetti
quelli
e poi a
un huomo
in quel
medefimo
in tal
&
afpetti delle
membra che
atto
adoprano.
Come
. ,
DI
Come
la pittura
LIONARDO DA
ejfer
VINCI.
.
ij
de-je
n)!ja
GAP. L I X.
,
La
vifta
fatti
.
da una
(bla fineftra
come appare
una
biiogna farla lunga imilitudine d'un uovo, e ftar tanto in dietro eh' ella fcorciando apparifca tonda
Veir ombre.
L'
GAP. LX.
diffcult
,
ombre
le
quali
tu difcerni con
&
loro termini
non puoi conofcere, anzi con confufb giuditio le pigli > e trasferirci nella tua opera, non le farai finite, o veramente terminate, fi che
la
tua opera
fia
d'
ingegnofa rifblutionc
putti
GAP. L X
con
atti
I.
Li
putti
piccioli
{{
debhon
dar
ritti
,
figurare
pronti
e
.
ftorti
quando feggono ,
Come
e nello
con
secchi
atti
timidi e paurofi
dehhono fgurar
GAP. L X 1
lenti
1.
Li vecchi devono
elTer
fatti
con pigri e
declinati
diftefe
movimenti,
i
,
le
gambe
piegate con
1'
le
piedi pari,
tefta
e diftanti
un
dall' altro
fiano
in
baffo
la
inanzi
chinata, e
le
braccia
non troppo
Come
fi dehhono fgurar
le
secchie
GAP. L X I II.
e pronte
,
Le vecchie
fi
devon
figurar ardite
vimenti, a guifa di furie infernali, pronti nelle braccia e tefta che nelle
,
&
gambe
.
Come
fi dehhono
fgurar
le
donne
GAP. L X I V.
vergognofi, le
tefte
Le donne
fieme
rifirette,
fi
devono
figurar
con
atti
gambe
in-
le
braccia raccolte
infieme,
bafle
piegate in
traverfo
Come
GAP. L X V,
euendo
la
notte in fimile
conditione
tu
vi
vogli
che effendovi un gran fuoco, quella cofa che propinqua a detto fuoco pili {] tinga nel filo colore, perche quella co(a che
Iforia, farai,
i(S
che pi vicina all'obbietto, pi partecipa della Tua natura: e fafarai tutte le co(e illuminate cendo il fuoco pendere in color roifo da quello ancora rofeggiare , e quelle che fon pi lontane a pi fano tinte del color nero della notte Le figure detto fuoco che fon fatte innanzi al fuoco appanfcono fcure nella chiarezza d' ef^ fo fuoco, perche quella parte d' e(Ta co(a che vedi tinta dall' ofcu-^ e quelle che i] rit della notte , e non dalla chiarezza del fuoco trovano da i lati , fano mezze ofcure e mezze rofleggianti e quelle che fi poiTono vedere dopo i termini della fiamma, faranno tutte allumate di roffeggiante lume in campo nero. In quanto agl'atti, farf feudo con le mani che fono apprelTo e con i farai quelli
,
.
voltati
,
col
farai
vifo in contraria
parte
mollando
con
le
fuggire
quelli
g'
pi lontani occhi
olTefi
ro
farfi
mani riparo a
fi eue figurar
Come
.
una fortuna
GAP. L X V
Se tu vuoi figurar bene una fortuna, confider e pondera bene i Tuoi effetti, quando il vento foffiando fopra la fiiperficie del mare, o della terra, rimove, e porta feco quelle cofe che non foE per figurar quella fortuna fano ferme con la mafia univerfle rai prima le nuvole fpezzate e rotte, drizzate per lo corfo del venaccompagnate dall' arenofe polveri levate da i lidi marini e to rami e foghe , levate per la potenza del vento fparfe per 1' aria in herbe piegate a compagnia di molte altre cofe leggiere pF alberi quafi moftrar di voler feguir il corfo de' venti , con i rami terra
.
&
forti
con
le
fcompigliate
,
rovefciatc
foli
glie
g'
huomini
che
vi
fi
trovano
che reflano ritti, fieno dopo qualche albero abbracciati a quello, perche il ven^ altri con le mani a g' occhi per la polvere chito non li flrafcini Il panni i capelli dritti al corfo del vento i nati a terra ,
panni
e quelli
&
&
mare turbato e tempeftofo fia pieno & il vento faccia levare infra onde
,
di ritrofa
la
fpuma
infra
1'
elevate
combattuta
aria
della
fpubrani
al-
ma
pi
fiottile,
a guifa di fpefia
&
avviluppata
nebbia.
,
Li navilij
che dentro
d' elTa
fono alcuni fenc faccia con vela rotta ventilando fra 1' aria in compagnia d'alcuna corda
vi
&
rotta:
infra
cun con
.
alberi rotti
,
rotto
le
tempeftofe onde
huomini gridando abbracciare il rimanente del battute nell' Farai le nuvole cacciate da impetuofi venti navilio a fimilifar a quelli avviluppati ritorti alte cime delle montagne l'aria fpaventofa per 1* ofcure tudinc dell' onde percoffe nelli fc ogl
,
&
tenebre,
fatte
dalla polvere
nebbia e nuvoli
folti,
Qoyne
DI
Coiie fi
LIONARDO DA
.
VINCI.
GAP. L X V 1
infra
de' cavalli
1.
17
Farai prima
fumo
dell'artiglieria mifchiato
l'aria
infie,
movimento L polvere
de' combattitori
perche cofa
terreRre
e bench per la Tua fttilit facilmente fi levi e mcfcoli infra l'aria, nientedimeno volentieri ritorna a baffo, & il Tuo fommo montare fatto dalla parte pi fottile Adunque il meno fa veduta e parr quali del color dell' aria Il fumo che fi mifchia
ponderofa,
quando poi s'alza a certa altezza, parer ofcure nuvole fumo e vedranTi nella fommit pi efpeditamente il che la polvere &: il fumo pender in colore alquanto azzurro , e la polvere terr il fuo colore Dalla parte che viene il lume parr qucfla miif ione d' aria fumo e polvere molto pi lucida che dalla
infra
l'aria
polveratn
,
oppolita parte
lenza, tanto
Li combattenti quanto pi
(\
fiano
infra
detta
turboi
m^no
vederanno,
meno
i
diiTerenza
vifi,
far
da
,
loro
lumi
ria,
e
alle
gli
loro
ombre.
fi
Farai rofleggiarc
t le
perfone
e l'a-
perda, e le effendo lontane parranno ofcufigure che fono infra te il lume re in campo chiaro , e le lor gambe quanto pi s' apprefferanno alla terra meno fiano vedute perche la polvere vi pi groOa e Ipeffa. E ( farai cavalli correnti fuori della turba, fa gli nuvolctt
to roffore quanto pi
pi
,
fi
&
di
polvere
fatti
diflanti
1'
uno
,
dall' altro
de' falti
dal cavallo
{\
cavallo,
il
meno
veda, anzi
e
fia
il
pi preffo
fia
pi evidente,
in
:
minore,
:
pi denfo.
,
me
diverfe ragioni
e
le
chi
monti
gli
,
chi
fcenda
fiano
qual
fia
per
linea
d'
piana
pallottole de
di
fcoppetieri
e
le
accompagnate
farai
.
al-
lor corfi
prime figure
polverofc
Farai
i
ciglia
e altri
i
luoghi
e
atti
a foftener la polvere
vincitori correnti
con
capelli
altre
con le ciglia bafTe, e caccino contrari) membri inanzi , cio f manderanno manzi il pie deftro, che il bracchio ftanco ancor eOo venfarai il fegno fdrucciolare su per ga inanzi e f farai alcun caduto & intorno alla mediocre lila polvere condotto in fanguinofo fango quidezza della terra farai vedere {lampare le pedate de gf huomini
,
Farai
alcuni
cavalli
ftrafcinar
morto
il
fuo fignore
di
fegno dello ftraicinato corpo. Farai li vinti e battuti pallidi, con le ciglia alte, e la loro conjuntione, e carne che refla fopra di loro, fia abbondante di dolenti crefpe Le fauci del nafo fiano con al.
i8
dell'occhio.
di
dette pieghe, e
1'
arcate lab-
1 denti fpartiti in modo di gridare bra fcuoprino i denti di fopra con lamento. Una delle mani faccia feudo alli paurof occhi, voltando il di dentro verfo il nimico, 1' altra ftia a terra a follenere il Altri farai gridanti con la bocca sbarrata , e fuggenti i ferito bufto
.
farai
molte
,
forte
,
d'
,
armi
infra
altre
come
feudi
,
rotti
lance
fpade
&
limili
cofc
Farai
tutti
.
huomini morti
,
all
cuni ricoperti mezzi dalla polvere , <;^ mefcola con 1' ufcito {angue convertirli
altri
La polvere che
e
in
rofo fango
vedere
il
fangue del fao colore correre con torto corlb dal corpo Altri morendo llrignere i denti , travolgere g' occhi re
.
alla
,
polve-^
flrigner le
di-
pugna
f
alla
perfona
e
le
gambe
ftorte.
,
larmato
e
&
,
volgerf a dtto
.
vedere alcun cavallo voto e leggiero correre con i crini fparfi al vento fra i nemie vederli alcuno ftroppiato cadeci , con i piedi far molto danno
graffi
crudele
&
afpra vendetta
re in terra
balTo far
farli
&
il
nemico piegato a
molt'
vedere
huommi
con
lacri-
caduti in
ri
un gruppo
il
fotto
,
un
cavallo morto.
lafciar
combattere
occhi
,
&
nettandoli
fatto
le
le
mani
g' g'
&
le
guancie coperte
della
fango
dal
mar de
occhi per
caufa
polvere
e
Vedranli
,
con
le
le
mani
&
Et
olcura caligine, e Ilare attente al commandamento del Capitano. Si in verpu far ancora il capitano col baftone levato, corrente,
&
fo
il
la
alcun fiume, dentrovi cavalli correnti, riempiendo la circolfante acqua di turbolenza d' onde, di Ipuma, e d' acqua confufa (aitante
inverfo
l'aria,
e
tra
le
gambe
le
E non
fangue
far niffun
pedate ripiene
modo di condurre
GAP. LXVIII.
che
1'
li
vede
terra
.
pii
li
,
altra
la
quale
la
piana,
cofe
quanto pi
trasparente
Le
elevate e grandi
,
che fiano da
te lonta-
ne , la lor baffezza poco fia veduta perche la vedi per una linea 1' che paffa fra aria pi grofla continuata La fommit di detta albench dal tezza li prova eflere veduta per una linea la quale
.
canto
dell'
occhio
tuo
li
cauli
nell' aria
groiTa,
nondimeno
termi-
nando nella fomma altezza della cola viRa, viene a terminare in aria molto pi fottile che non fa la fua baffezza per quella ragione quefta
;
li-
DI
linea
LIONARDO DA
allontana da te di
VINCI.
in
i^
,
quanto pia
s'
punto
colle
le
punto
tu,
lempre muta
qualit di lottile
fai
in
pi
ibttile
aria.
colle
Adunque
in
farai
pittore,
quando
leno
l'
le
montagne,
che
fa
le
t
le
che
di
:
Tempre
pi
i
T altezze
pili
chiare
ballezze
quanto
e
e
lontane
una
dall'altra,
altezze pi
chiare,
quanto pi
colore,
lever in alto,
pi moltrcr
la
variet della
forma
Cowf l'aria
denje fare pi
chiara
(jitanto
pi la fai
Jitr
bajja,
GAP. LXIX.
Perche queft' aria grofTa prefTo
va
,
alla
terra, e
quanto pi
riguarderai
,
fi
le-
perche i raggi trovano pi reff-lcnza E f il cielo alla viila tua terminer con la bafTa pianura, quella parte ultima del cielo fa veduta per quell'aria pi grolfa e pi bianca la quale corromper la verit del colore che i vedr per Tuo mezzo , e parr il cielo pi bianco che fopra
,
.
quando il fole e per levante , fo ponente partecipante di mezzod e tramontana aria grolla ricevere pi lume dal fole che la fottile
pi
s'
allbttiglia
ver-
vedrai quel!'
te
perche
grofT
la
meno
quantit
,
d' aria
1'
corrotta
ti
i
da
humori Et fc riguarderai invcrfo levante pi ofcura, quanto pi s' abballa, perche in dett' aria
luminof
aria
parr
raggi
balta
meno
palTano
A far
Le
dal lor
Campo
GAP. L X X.
qualunque corpo pi parranno rilevar e fpiccare dalli loro campi, delle quali elTi campi fieno di color chiari olcuri, con
figure di
pi
fia
variet che
fa
polTibile
nelli
come
dimofkato
al
minutione di chiarezza
"Del figurar
le
di
ofcurit
nelli
gra>clez.-z,e
delle
cofe
dipinte.
GAP. LXXI,
Nella figuratione delle grandezze che hanno naturalmente le cofife antcpoffe all' occhio , fi dcbbcmo figurare tanto finite le prime gure eflendo picciole come 1' opere de* miniatori, come le grandi de' pittori ma le picciole de' miniatori debbono, elfer vedute d' apprclTo e quelle del pittore da lontano h coli facendo elTe figure deb,
:
bono
fce
fi
cornfpondcrc all'occhio con egual grolfqzzai e quello naperche elle vengono con egual grandezza d' angolo , il che 1' prova cofi fia obbietto B.C. { Fig. 3.) e l'occhio fia A. e
,
:
D. E. fia una tavola di vetro per la quale penetrino le fpecie del della pittura B. G. Dico che ftando fermo occhio A. la grandezza ^
1'
tatta
20
fatta
figu-
quanto il vetro D, E. , far pi vicino all' occhio A. e deve effere egualmente finita E f tu finirai efTa figura B. C. nel vetro D. E. la tua figura deve efere meno finita che la figura B. C. e
ra
,
.
M. N.
la
fatta fu
'1
vetro F, G. perche
fc P.
O.
P.
come
O.
perche quanto alla diminutione della figura effa darebbe bene , effendo B. C. diminuito in P. O. ma il finito non li accorderebbe con la dif^anza , perche nel ricercare la perfetione del finito del naturale B. C. allora B. C. parrebbe nella vicinit O. P. ma f tu vorrai ricercare la diminutione del O. P. eflo O. P. par effere nella diftanza B. C, e nel diminuire del finito al vetro F. G.
farebbe falfa
,
GAP. L X X L
far
d'
Le
fe,
fi fi
debbono
appre(To
e le
confu-
"Delle
figure
che
fon
feparate
acc'ioche
paiano
congiunte
GAP. LXXIIL
Li colori di che tu
vefti
le
figure fieno
tali
che
diano gratia
fa
l'uno
tale
air altro:
e,
quando un
colore
fi
fa
campo
,
dell'altro,
che
fero di
le,
non paiano congiunti &: appiccati infeme medefima natura di colore , ma fieno varij
1'
ancor che
chiarezza
della
fuf-
di
ta-
quale richiede
,
interpofitione
s'
della
,
diftanza,
la
groffezza
dell' aria
che
fra
loro
inframette
cio
la notitia
con
condo che
Se
il
lume dei/
ejjer
tolto
tn faccia
da parte ,
quale da pi gratta
GAP. LXXIV,
11
lume
,
tolto in faccia
fia
il
alli
volti
volti
e
pofti a
pareti
laterali,
,
le
quali
fano ofcure
caufa che
tali
:
me
parti
aria,
havendo
dinanzi
lume da
tal
alto
maHile
perche
di
volto fono
dell'
a quello antcpofta,
e
infnfibili,
dopo
effe
alluminata ha ombre quaf parti dinanzi del volto fe^uitano le parti la-
onde
terali,
ofcurate
dalle
il
predette
volto,
pareti
laterali
delle flanzc,
le
quali
le
tanto pi ofcurano
fue parti
:
quanto
effo
&.
oltre di
alto
priva di
fatto
del
volto,
DI
volto
,
LIONARDO DA
che
fottrag^ono
il
VINCI.
lume
all'
21
g'
come
il
,
le
ciglia
incaCfatura de
occhi, &i
&
il
men-
to alla gola
fimi li altri
rilievi
Velia rherheratiofie
GAP. LXXV.
i
Le
riveiI)erationi
fon caulate da
,
corpi
di
chiara qualit,
,
di
fi-
li
ejfcr
rt-verberatione
lumimfa.
GAP. LXXVL
Tutti
di
corpi dcnfi
lumi
&
,
ombre.
e
1'
originale
altro
di
vertono le loro fuperficie d varie qualit lumi fono di due nature, 1' uno l domanda L' originale dico eflcre quello che derivativo
fi
.
deriva
tione,
da
vampa
fa
il
fuoco
o dal
,
lume
del
fole
alla
derivativo
lume
reflelTo
Ma
per tornare
fa
o aria promelfa
di
Lume
defni-
da quella
ofcuri
li
parte del
tetti
corpo che
volta a corpi
d'
ombrof
come
o
luoghi
,
di
la
vane
altezze,
herbe
bofchi verdi
volta al
fecchi
quali,
bench
parte di ciafcun
ramo
lume
originale
fi
verta
della qualit
rail
i
fatte
mo
un
vi
fi
l'altro,
che in
:
fomma ne
relulta
tale
lume
poiTono
fimili
obbietti
Vi
Li
fi
rifiejj;.
GAP. L XXVII.
tanto pi o
riflelFi
,
fiano partecipanti
meno
della
generano che della cofa che li genera , quanto la generano di pi pulita fuperficie di quella che li genera.
Ve
Li
r'ijejj
ombre
GAP- LXXVIII.
nelle
riflerti
delle
parti
illuminate
che
rifaltano
la
contrapofte
ofcurit
di
,
ombre alluminando o
condo che
rezza
altri
,
alleviando
pi
o meno
,
loro
fe-
elle
fono pi o
tal
meno
e
vicine
quefta
confideratione
chia-
molti
altro.
fono che
tu
e
la
fuggono,
le
quefti
ridono
1*
un
dell'
Ma
per fuggir
r altro
metti
in
opera
ma fa che le loro caufe fieno dove fon necclTarij .note cio che C\ veda maniferta caufa de i riflerti e lor colon , e cofi manifefta la caufa delle cofc che non riflettono; e facendo cof non
r uno
,
22
non
ti
f^rai
quali,
interamente biafimato , ne lodato dalli varij giuditij, li non faranno d'intera ignoranza, iq, neceffario che in tutto
fi
l'
laudino
una come
l'altra ietta.
!DoT/f
rij!f/j
de lumi
fo>!0
di
Maggior
nimor
chtarc'z,'z.a
GAP. LXXIX.
lumi fono di tanto minore o maggiore chiarezza evidenza, quanto efT fieno veduti in campi di maggiore o miperche f il campo pii ofcuro nore ofcurit e quefto accade che il riflelTo, allora eOo riflclo lr forte evidente per la differenza grande che hanno effi colori infra loro ma f il riflenfo far veduto in campo pi chiaro di lui allora tal rif^eflo Ci demoriflefT
Li
de'
&
rtrer
e(fere
ofcuro rifpetto
far
alla
bianchezza con
la
quale confina
cofi
tal
rifielfo
infenfibik
^al
part( del
rifieffo
far pi chiara
GAP. L X X X.
dal rifleffo, che
ricc-
Quella parte
far
pi chiara o alluminata
.
ve
fia
il
lume
Sia
,
il
lurninofc)
N.
tal
{Tig. 4.) e lo
A.
B.
la
la
quale
rifatta
per tutta
far
la
conriflet-
cavit oppofita,
te
quale ombrofa.
infra
fia
.
che
E.
lume, che
in
d'
F,
fia
percofTo
angoli
fi
eguali
non
nflcllo
da
moler T angolo E. A. B, che pi ottufo che r angolo E. B. A. ma f anaolo A. F. B. ancor che fia infra gf angoli di minor qualit che 1' angolo E. egli ha bafe B. A. che tra gf angoli pi eguali che cfo angolo E. e per fia pi chiaro m F. che in E. & ancora far pi chiaro, perche far pi vicino alla cofa che 1' allumina Quella parper la fella che dice te del corpo ombrofo far pi alluminata che far pi vicina al fuo luminofo
bafe
angoli eguali,
,
:
come
Ve'
colori
rijejfi
della
cardie.
GAP.
LXXXL
altra carne
Li
roffi
,
riflelTi
della
carne che
e quefto
hanno lume da
accade per
la
fono pi
di car-
di pi
fia
2 libro, che dice: La fuperficie d' ogni corpo opaco partecipa del colore del fuo obbietto i E tanco pi quanto tale obbietto gli pi vicino , e tanto meno quanto gli pi remoto, e quanto il corpo opaco e maggiore perche effendo grande elfo impedifce le fpetie de g' obbietti quali corromli circofUnti, le quali fpelfe volte fono di color vari; pono le prime fpecie pi vicine, quando li corpi fono piccioli: ma
ne che
neir
huomo:
3.'
del
non
, ,
DI
LIONARDO DA
,
VINCI.
,
23
non manca che non tinga pi un riflelTo un picciolo colore vicino, che un color grande remoto per la 6.* di profpcttiva che dice Le cole grandi potranno eflere in tanta diilanza, eh' elle parranno
:
minori
ailai
che
le
picciole
d'
apprello
Vo^f
li
y'tfleff
fono
p
pi
faifibilt.
CA?. LXXXII.
evidenza,
il
Quel
in
rifleflo
far
di
fpedita
quale
veduto
campo di maggior ofcurit, e quel fa meno fenfibile, che fi vedr in campo pai chiaro e quefto nafce che le cofe di varie ofcurit porte in contrailo la meno ofcura fa parere tenebrofa quel:
la
rto
che pi ofcura , e le cofe di varie bianchezze porte in contra, la pi bianca fa parere 1' altra meno bianca che non .
Ve
Li
rtflefi duplicati
triplicati.
GAP. LXXXIIL
maggior potenza che li riflefT femplici e r ombre che s* interpongono inha '1 lume incidente & erti rit jlelli fono di poca ofcurit. Per efempio fia A. (Fig.y) il luminofo AN. AS. i diretti, S. N. lan le parti d' efT corpi alluminate, O. E. fian & il reflerto A- N. E. le parti d'erti corpi alluminati da i reflerti il ririerto femplice, A. N. O. AS. O. il riflert" duphcato Il rifleffo femplice detto quello che folo da uno alluminato veduto & il duplicato vifto da due corpi alluminati, & il femplice. E. fatto dall' alluminato B. D. il duplicato O. fi compone dall' alluminato B. D. &: dall' alluminato D. R. e 1' ombra fua di poca ofcurit lume s' interpone infra '1 lume incidente N. il la quale
riflefl'i
duplicati fono
di
&
nflerto
NO. SO.
>ijfio
Come
colore
riflejjo
femplice
wa
mijlo
con
le
fpetie
de
gV
altri
colon.
GAP. LXXXIV.
nella
fuperficie
d'
corpo tinge erta i'uperficie del fuo proprio colore-, ma far mirto con li concorfi de gl'altri colori riflerti che nfaltano nel medefimo luogo: come far il color giallo A. {Fig.6.) .che rifletta nella parte dello sferico G. O. E. e nel medefimo luogo reflette il colore azzurro B. Dico per qucrta liflcrtione mirtc'^ di giallo e di azzurro , che la percuf lione del fuo concorfb tinger lo sferico i e che s* era in f bianco lo far di color verde , perche provato eh' il giallo e 1' azzurro mirti infieme fanno un bellirtimo verde
Nlrtun
colore
che
rifletta
un
altro
Qotne
24
Come
rar'tjTime
r'tfleff
f(j)i\ del
colore
del
co/p
d^nje Jt
co>gtu}]gono
GAP. LXXXV,
Rariffime
volte avviene
che
li fi
riflefri
fiano
del
medefmo colo-
congiungono: per cfennpio fa lo sferico D. F. G. E. {F'^.'j.) giallo, e 1' obbietto che gli riHette addo(To dico che la parte dello sfeil Tuo colore fia B. C. il quale azzurro rico , eh* e percofla da tal rifleffione, fi tinger, in color verde, effendo B. C. alluminato dall' aria o dal fole
re del corpo, o del proprio
dove
Vo'-ve
pi
fi njedra
il
rtflejfo
GAP-
LXXXVL
Infra
la
'1
rifleflb
di
medefima
meno
potente
la
Le
bietti
li
fuperficie
de' corpi
quelli ob-
quali
riflettono
in
eguali
De' colori de g' obbietti che riflettono le fue fmilitudini nelle quel far pi pofuperficie de g' antcpofli corpi infra angoli eguali
,
tente
il
quale avr
li
il
ilio
raggio
rifleflb
di pi breve lunghezza
de g' obbietti , che fi riflettono infra angoli cguali e con qualche dilbnza nella fi.iperficie di contrapoili corpi, quel far pi potente, che far di pi chiaro colore. Queir obbietto riflette pi indenfamente il fuo colore ncU' antcpofto corpo il quale non ha intorno a f altri colon che della fua Ma quel rifleffo far di pi confufo colore , che da varij fpecie
Infra
,
colori
generato
far
pi vicino al rifleflb,
pi
tinger
di
f?
cofi
conyerfo
,
adoprare ne' riflefll dell' effgie delle figure , il colore delle parti de' veilimenti che fono preflo alle parti delle carni che le fono pi vicine: ma non feparare con troppa loro pronuntiatione f non' bifogna
tu
,
Adunque
pittore
fa
Ve
Tutti
retto
,
colori
deriflefi.:
GAP, LXXXVIL
di
colori
riflefl
fbno
manco
luminofit
che
il
lume
proportione ha il lume incidente col lume rifleffo quale quella che hanno infra loro le luminofit delle loro caufe,
e
tale
Ve
DI
Ve
Il
LIONARDO DA
y'tflefi
VINCI.
2$
termini de
nel fuo
campo
GAP. LXXXVIII.
pi chiaro
d' elTo
termine del
riflelTo
in
campo
:
rifledo
Hir
ma f tale ririello terminer caufa che tale riHelTo far inlenfbile in campo pi ofcuro di lui, allora efib riflelTo far fenfbile, e tanto pi fi far evidente, quanto tal campo fa pi ofcuro, e cofi
convcrfo
T>d
collocar
le
figure
GAP. LXXXIX.
dell'ignudo D. A. {Vig.t.) diminuifce per pofare , tanto 1* oppoita parte crefce cio tanto quanto la parte D. A. diminuifce di fua mifura, 1' oppofta parte fopra crefce albellico mai efce di fua altezza , overo il memil la fua mifura , perche la figura che pof bro virile i e qucfto abbaffamento nafce eflenquel piede fi fa centro del foprapoilo pefo fopra un piede do cofi, il mezzo delle fpalle vi fi drizza di fopra, ufcendo fuori della fua linea perpendicolare, la qual linea paiTa per i mezzi fuper-
Tanto quanto
la
parte
&
ficiali
del corpo
quefta linea pi
il
fi
riore eftremit,
ti
fopra
C\
a eguali angoli
piede che pofai i lineamenti traverfi coftretfanno co' loro eftremi pi baffi in quella parB.
te
C.
injeme
le
GAP. XG.
tutte
Quando tu le membra
,
&
barai
mente
&
che
fij
fiti
azzuffarfi infieme,
,
atti fia-
no
il
in loro
e e
atti
faccino
circoftanti
fpartitori
veditori
d' elle
cofe
un tuo
picciol libretto,
quale tu debbi fempre portar teco: e fia di carte tinte, acci non r abbi fcancellare , ma mutare di vecchio in nuovo i che quefte non fon cofe da cflere fcancellate , anzi con grandilfima diligenza atti delle cofe, che la ferbate, perche fono tante l'infinite forme
&
memoria non
aiutori
e
maeftri
"Del por
nell
'
hifiorta
GAP. X G
I.
La prima
le
,
nell' hiftoria
farai
il
natura-
quante braccia tu la figuri lontana dalla prima linea, e poi pi, r altre a comparatione di quella, con la regola di fopra.
Modo
, ,
2(5
GAP, XCII,
Delle figure che compongono 1' hiftorie, quella ( dimoftrer di rnaggior rilievo la quale far finta efler pi vicina all' occhio: quefo accade per la 2.* del 3." che dice: Quel colore fi dimoftra di maggior perfettione, il quale ha meno quantit d' aria interpofta fra e per quefto Y ombre le quah mof e r occhio che lo giudica ftrano li corpi efiere rilevati , fi dimoftrano ancora pi ofcure d* appreflo che da lontano, dove fono corrotte dall' aria interpofla fira ombre la qual cof non accade nell' ombre vicine c(\'c r occhio air occhio , dove ede moilrano li corpi di tanto maggior rilievo
:
&
quanto
effe
Del comporre
Ricordati
fcorci
fti
hifiorie
GAP. XGIIL
una
fola
pittore
fi
quando
fai
figura
di
fuggire
gli
di
quella,
delle parti,
1'
come
del
tutto, perche
tu havere-
ignoranza de g' indotti in tal arte , ma nell' hiftorie fanne in tutti i modi che ti accade , e maffime nelle battaglie , dove per necefTit accadono infiniti fcorciamenti e piegamenti
combattere con
delli
componitori di
tal
difcordia,
o vuoi
.
dire pazzia
bcftialilfima
^r
neW
hijlor'ie
GAP. XCIVcomplefTioni
Neil' hifiorie
vi
devono
effer
, grofT, fottili j dature, carnagioni, attitudini, grandi, piccioh , graffi, magri, fieri, civili, vecchi, giovani, forti e mufcolofi deboli e con pochi mufcoli , allegri , malinconici , e con capelli ricci e diftefi, corti e lunghi, movimenti pronti e languidi, e
,
e colori, e
qualunque cofa
dell'
in effa hifloria
fi
richiede.
T^eir imparar
II
mo'vhncnn
huomo
GAP. XGV.
imparati dopo la coli
Li movimenti
gnitione delle
e
dell'
huomo
vogliono
effere
membra,
nelli
&
del tutto,
in tutti
moti delle
eh* efT
s*
membra
1'
giunture
attitu-
dine de
g'
huomini
:
fenza
avvegghino
che tu li confideri perche avvedendofene haveranno la mente occupata a te , la quale bavera abbandonato la ferocit del fuo atto al quale prima era tutta intenta, come quando due irati contendono li quali con gran feroinfieme , eh* a ciafcuno pare haver ragione
,
cit
muovono
le
ciglia,
le
braccia,
,
e g' altri
alle
membri, con
parole
i
atti
appropriati
alla
loro
intentione
&
loro
il
che
far
non
DI
non
potrcfti,
rifo,
fi
LIONARDO DA
gli
VINCI.
tal
27
Ce
tu
ira,
e
o altro accidente,
fmili:
come
quello
lo
icche per
,
vago
portar teco
un
libretto
tali
di carte
ingenate
e
ccn
ftile
d' arc^ento
movimenti,
,
iimilmcnte not'
ta
g' atti
de' circoilanti
1*
loro compartigione
quello
infe^neru
a comporre
,
hiflorie
quando
,
barai pieno
da parte e ferbalo al tuo proposito ; &z il fervare due cofe principali cio 1' huomo & il mente, che Terbi in te, il che importantifl'imo
,
Del comporre V
h'iflore
GAP. XCVI.
deve
efferc
Lo
le
ftudio
de'
componimenti
,
dell' hiflorie
di porre fare
3
figure difgronatamentc
tutti
li
cio abbozzate,
e
per
di
verfi
piegamenti,
membra
,
poi
fa
,
prefb la defcrittione
e
infieme
quefta tale
di poi fia
varij afpetti:
paurofo
fiano
e quefte tali
che arditamente inventione fia efaminata in varij feguito il combattere dell' ardito attioni e molti altri accidenti
di
,
,
due
combattlno
atti
&
vile
in
col
dell'
animo
ftudio fpeculate
mV
ne'
btfovie.
GAP. XGVII.
dell' hiftori
Dilcttifi
il
pittore
il
componimenti
della
copia e
fia
,
variet
e
la
fugga
novit
.
replicare alcuna
ac-
abbondanza attragga a fi: & diletti occhio del riguardante Dico dunque che nell' hiftoria fi richiede , fecondo luoghi, mifii g' huomini di diverfe effigie, con diverfc et oc habiti infieme mcfcolati con donne, fanciulli, cani, cavalli, 6c edifici],
cioche
,
&
campagne
e colli
,
fia
ofTervata
la
&
per
al
favio
con
e
la
fepartione
dal
volgo
,
ne
meno
che
i
meicolerai
la
li
malenconici
ridenti:
natura d
allegri,
li
ridenti
con
ridenti, e coi
contrario.
Del
d'i^erjjcctre
'
urte
de njoh
neli
'
hjor'ie
GAP. XGVII
1'
I,
Gomun
gire
tale
difetto
il
riconofccrfi
aria
e figu-
ra dell'Imperatore,
errore
le
moke
,
figure dipinte:
,
ne replicate mai
eh'
parte
.
medefime
ne
in
un volto
hifioria,
fi
ne
hivi-
ftoria
quanto oiTerverai pi
una
2
eh'
brutto
forte,
fia
cino
al
bello,
&
il
vecchio
al
giovane,
&
il
debole
al
tanto
pili
, .
2%
una per V
altra
figura
accrefcer
perche rpeffo avviene che i pittori, diiegnando quallvoglia cofa , voghono , eh' ogni minimo fegno di carbone fa valido in quefto s ingannano perche molte fono le volte , che 1' animale
,
&
non ha li moti delle membra appropriati avendo egli fatta bella e grata membrificatione parer cofa ingiuriofa a mutare effe membra
figurato
T)ell
al
,
moto mentale
ben
finita
,
gli
accompag)mre
li
colori
tm con
altro
che
V um
disi
gratta
all'altro.
GAP. XCIX.
un colore dia
fi
la
vicinit d'
grafia
alli
all'
altro
che
con
le
lui
confina
vede
li
fare
nella compofitione
arco celefte,
tal
quali
colon
fi
generano
al
nel
moto
arco,
come
dimoflrato
ofcurit,
fuo luogo
Hora
farai
un
eccellente
dagli
cofi
l'eccellente bianchezza
maffima ofcurit & il pallido far parere il roflo di pi focofa roffezza che non parrebbe per f in paragone del pavonazzo Ecci un altra regola la quale non attende a fare li colori in f di pi fuprema bellezza eh' ell'i naturalmente fiano, ma che la compagnia loro dia gratia 1' un all' altro , come fa il verde al roffo e cofi 1' oppofito come il verde con 1' azzurro Et ecci una feconda regola generativa di difgrata compagnia come 1' azzurro col giallo che biancheggia, o col bianco, e limili, fi quali fi diranno al fuo luogo.
con
T>cl
far
<vi^i
belli
colori
nelle
fue
fu-perjicie
C A P.
Sempre a
rarai
quelli
prima
il
campo
,
1'
no trafparenti campo chiaro e efcmpio di queflo li quali quando fono interpofli infra
,
candidiffimo, e queflo dico de' colori che foperche a quelli che non fono trafparenti , non giova
e'
1'
infegnano
1'
li
occhio e
far
aria
luminofa,
fi
mollrano
dietro a
d' eccellente f
1'
bellezza,
il
che
non pofTono,
havendo
aria
2)<f'
colori
GAP. GL
qualunque colore ferapre partecipa del colore del fuo obbietto e tanto pi o meno quanto egli pi vicino o remoto da effa ombra, e quanto elfo pi o meno luminofo.
Il
colore
dell'
ombra
,
di
Velia
DI
T)ella
'vartet
LIONARDO DA
che
VINCI.
remote
e p*pt)]qus
j^
fanno
li
colori
delle
cofe
GAP. CIL
Delle cofe pi ofcure che X aria, quella fi dimoftreri di minor la quale fia pi remota: e delle cofe pi chiare che Tana, ofcurit quella fi dimoftrer di minor bianchezza , che far pi remota dall' perche delle cole pi chiare e pi olcure che Y aria , in occhio lunga dilLmza fcambiando colore, la chiara acquifta ofcurit, e 1'
,
:
/;;
Jt
perdono
coUri
delle cofe
tategrameut e
GAP. GUI.
Li
colori
,
delle
cofe
fi
perdono interamente
occhi
,
in
maggior o mi-
nor diftanza
tanto pi o
dalla terra
vicini
alla
.
fecondo che
g'
la
mag-
la 7.* di
quefto
far
cofa.
che
lui
quanto pi
X occhio
la
ella
pi vicina
la
da
allora
grolTezza
dell" aria
interpola
oc-
impedir affai il colore della cofa veduta da eflo occhio Ma fc tal' occhio infieme con la cofa da lui veduta faranno remoti dalla terra , allora tal aria occuper poco il colore del predetto obbietto e tante fono le variet delle diftanzc , nelle quali fi perdono i color degl' obbietti , quante fono le variet del giorno e quante fono le variet delle groffezze o fottilit dell* aria, per le quali p-netrano all'occhio le fpecic de' colori delli predetti obbietti,
chio
e
la
cofa
GAP. G | V.
ha
le
L'
ombra
all'
fue
f
bre
traenti
azzurro
il
bianco per
om non
colore,
che dice
obbietto
tecipi
i
qualunque colore, e per la 4.' di quello, La fuperficie d' ogni corpo partecipa del colore del fuo egli necelTario che quella parte della fuperfcie bianca par
ma
ricetto di
del colore
dell' aria
fuo obbietto
pi nera
flual colore
far
omb^^ft
GAP. G V.
in pi
Queir ombra parteciper pi del nero , che fi generer bianca fuperfcie e quefta bavera maggior propenflone alla
,
variet
che
nilTun' altra
fupcrficici
li
e
,
quefto nafce,
connumerato
perfcie
infra
colori
&
colon
delli
fuoi obbietti
so
che
retto
fuperficie
che il bianco ' pi remoto per natura, e per quefto pare, &C ferenza dalle Tue ombre principali alli lumi principali
contrario,
'Del
colore
qualunque colore e malTime del fuo nero, (o altri colon ofcuri ) dal quale il
di
e
gran de-
che non
d ana.
GAP.
Pofibile
,
CVL
che un mededmo colore non faccia mutatione in vae quefto accadere q,uando la proportione delle groflezrie dirtanze ie dell' arie, e le proportioni delle diftanze che haveranno i colori dall'occhio, la una mcdelima, ma converla Provaf cofi: A. {Ft^- 9-) iia l'occhio, H. ia un colore qual tu vuoi, pollo in un grado di diana di quattro gradi di groiezza, ma fanza remoto dall' occhio, perche il 2 grado di fopra A. M. N. L. ha la met pi fottile, l'a.
portando in efia il medehmo colore neceflario che tal colore ia il doppio pi remoto dall'occhio che non era di prima: adunque gli porremo li due gradi A. F. & F. G. difcolio dall' occhio e ftr il colore G. , il quale poi alzando nel grado di doppia fottilita alla 2.* in A. M. N. L. che far il grado O. M. P. N., egli neria
, ,
ceflario
la
che
fia
pollo nell'altezza E.
A. E., la quale fi prova valere in groflezza d'aria quanto la Se A. G. dif:anza interpola da una mediftanza A. G. e provaf cof 1' '1 defma aria infra occhio e colore occupa due gradi &; A. E. due gradi & mezzo, quefta diftanza fufficiente a fare che il colore G. alzato in E. non l varij di fua potenza, perche il grado A.C. &', il grado A. F. elfendo una medefma groflezza d'aria fon limili & eguali, & grado C. D. bench la eguale in lunghezza al grado F. G. non il fini'e in groflezza d' aria, perche egh mezzo nell' aria di doppia grolfezza all' aria di fopra, della quale un mezzo grado di diftanquanto l faccia un grado intiero dell' aza occupa tanto il colore che il doppio pi fottile che V ana che gh confina ria di fopra di fotto Adunque calcolando prima la grolfezza dell' aria, e poi le diftanze tu vedrai che non havranno mucolori variati di fto tato di bellezza E diremo cof per la calcolatione della groflezza dell'aria: il colore H- pofto in quattro gradi di grolfezza d'aria: G. colore, pofto in aria di due gradi di groflezza: E. colore fi trova in aria d' un grado di grolfezza ora vediamo f le diftanze folinea
,
.
no
te
in proportione eguale
dall'
ma
converfi
Il
colore E.
.
fi
trova diftangradi
occhio a due gradi e mezzo di diftanza r H. un grado quefta diftanza non fcontra con
:
Il
G. due
la
proportione dele
queft' e di
la
groffezza,
ti
ma
neceffario
11
fare
una
terza calcolatione,
che
bifogna dire.
fopra,
fi-
mik
DI
LIONARDO DA
&
al
VINCI.
31
il mile &: eguale al grado A. F. mezzo grado C. B. fmile ma non eguale al grado A. F. , perche folo un mezzo grado di lunghezza , il quale vale un grado intiero dell' aria di fopra Adunque
.
la
calcolationc
trovata
fatisf
propofto
&
il
un
intiero
d'
eOa aria
di
di
fopra,
fi
che habbiamo
ven*
tre
gradi in vaB. E.
ef fo quarto. Seguita A. H. ha quattro gradi di groffezza d'aria: A. G. ne ha ancora quattro, cio A. F. ne ha due, &: F. G. due altri, che fa quattro. A. E. ne ha ancora quattro, perche A. C. ne tiene due , & uno C. D. che la met dell' A. C. e di quella medehma aria, & uno intero ne di fopra nell'aria fottile che fa quattro. Adunque f la dilanza A. E. non doppia della diftanza A. G. ne quadrupla dalla diftanza A. H. ella relUurata dal C. D. mezzo grado d' aria grofla che vale un grado intero dell' aria pi fottile che E cofi e conclufo il noftro propofito , cio che il fopra fl: di li colore H. G. E. non fi varia per varie diftanze
:
fopra,
&
uno
dentro, cio
Velia profpettha de
colori.
GAP. CVII.
diflanze
in varie
&
eguale altezza
proportione del fuo rifchiaramento , qual far quella delle di' ftanze che ciafcuno d'elfi colori ha dall'occhio che li vede. Provafi, fia che E. B. C. D. (Fig. io.) fia un medefimo colore: il i.* E. fia porto il 2." eh' B. fia difcorto quatdue gradi di diftanza dall' occhio
tro gradi:
di:
il
terzo eh' C.
le
fia
fei
gradi:
il
4**.
eh'
fi
D.
fia
otto grala
li-
grado d* aria pi grolla: feguir eh* il primo colore E. paHer all' occhio per un grado d' aria grolTa 6c il colore B. manE. S. , e per un grado d' aria men groffa S. A. der la fua fimilitudine all' occhio A. per due gradi d' aria groffa, il C. la mander per tre gradi dele per due della men groffa , il la groffa , e per tre della men grofa colore D. per quattro
P. E.
dcfnitioni
de' circoli
che
tagliano fu
S. P. fia
un gra-
T.
fia
un
&
&
della grofla
men
grofia
e cofi
habbiamo pro-
proportione della diminutione de' colori , o vuoi dire perdimenti , quale quello delle loro diftanze dalf occhio che li vede: e qucrto folo accade ne* colori che fono di eguale altezza, perche in quelli che fono d' altezza ineguale , non fi offerva la medefima regola , per efer loro in arie di varie groi'ezze > che fanno
vato qui
tal
effere la
varie occupationi a
effi
colon
Xfel
32
X)el
colore
muta
tn
GAP. CVIII.
;
muter il colore porto in diverfe groffezze d'aria, quanaltro quanto l do far tanto pi remoto dall' occhio 1' uno che altro Provafi cofi. Se la prima trover in pi fottil' aria l'uno che & il colore fa dillante un aria balta ha quattro gradi di grolTezza grado dall' occhio , & la feconda aria pi alta habbia tre gradi di grolTezza, che ha perfo un grado, fa che il colore acquifli un grado di diltanza j e quando 1' aria pi alta ha perfb due gradi di groffezza, & il colore ha acquiflato due gradi di diflanza, allora tale il terzo e per abbreviare f il colore s' inil primo colore quale
1' 1'
j ,
;
Non
nalza tanto
,
eh' entri
nell' aria
tre
,
gradi di grolTez-
il colore acquiftato tre gradi di diftanza allora tu ti puoi za render certo, che tal perdita di colore ha fatto il colore alto e remoto quanto il colore baflb e vicino , perche f Y aria alta ha per,
&
duto
tr
quarti
li
il
color
nell' alzarli
fi
ha
tro-
acquiftato
tre
quarti di
va remoto
Se
li
ciall'
occhio
^ojfono
prova
ci'
l'
intento noftro
colori
n}artj
ejfere
parere
.
una uniforme
ofcurita
mediante
GAP. C I X,
che tutte le variet de' colori da una medefma omr bra paiano tramutate nel color d' efTe ombre Quefto fi manifefta nelle tenebre d'una notte nubilola, nella quale nilTuna figura p color e perche tenebre altro non che privatiodi corpo l comprende ne di luce incidente e riflelTo, mediante la quale tutte le figure e colon de' corpi fi comprendono, egli neceffario che tolto integra.
;
mente
lori
la
figure
corpi
Della caufa de
perdimenti
che paiono
de' colori
e
figure de corpi
.
mediante
le tenebra
non fono
GAP. G X.
e
Molti fono
tenebrofi
delle
,
fiti
in f
alluminati,
chiari
che
di
fi
dimoftrano
e
&
al
tutto privi di
fi
qualunque variet
colon
figure
alluminata che infra le cofe vedute e 1' occhio s' interpone, come fi vede dentro alle fineftre che fono remote dall'occhio, nelle quali folo ii comprende una uniforme ofcurit affai tenebrofa:
ce
dell' aria
elTa
cafa
tu
vedrai
quelle
in
effer
forte
-
alluminate
potrai fpeditamente
potelTe
DI
E
quella
tal
LIONARDO DA
nafce
VINCI,
dell'occhio,
la
il
33
quale
dimortratione
per difetto
grandezza della Tua pupilla, e per quello manca alTai della- flia potenza: e nelli luo2;hi pili ofcuri la pupilla fi allarga, e tanto crefce di potenza, quant' Provato nel 2." della mia pr (petti va ella acquilla di grandezza
vinto dalla foverchia luce dell'aria, rellringe aliai
, -
Coiue
mlftiU'.
co fa
mojra
il
jho color
colore
.
njeyo
ella
wi
ha lum? da un ahr^
fnnl
GAP. CXI,
il
il
lume
che r illumina non in tutto d' elTo colore , e quello fi manitella de' quali le pieghe illuminate, che riflettono o nelli colori de' panni danno lume alle contrapofle pieghe li fanno dimoftrare il lor vero colore. Il medefimo l la foglia dell' oro nel dar lume 1' una all'alil contrario fa da pigliar lume da un' altro colore tra ,
,
&
J)e
color
mediante
1.
U paragoni
de
lor
campi
C A P. C X 1
fi
NelTun termine
Te
di
colore uniforme
dimoflrer
elTere
eguale,
non termina in campo di colore limile a lui. Quello fi vede maniche ciaicun colore pare pi feflo quando il nero termina col bianco nobile nelli confini del fi.10 contrario che non parer nel fi.10 mezzo
,
T)ella
miuatione de
colori
trafparenti dati
.
meij [opra
dfverjt
1.
colon
C A P. C X 1 1
fopra
un' altro
colore variato
che lo compongono Quello fi vede nel lumo che cfce dal cammiil quale quando rincontro al nero d' eflo cammino fi l azno zurro, e quando s' innalza al rifcontro dell' azzurro dell'aria, pare berettino , o rolTeggiante E cofi il pavonazzo dato fopra 1' azzurro color di viola: e quando l'azzurro fiir dato lopra il gialfi fa di
,
.
lo
egli
fi
fa verde
l'
&
fi
il
chiaro fopra
ro
ofcurit
il croco fopra il bianco fi fa giallo fa azzurro, tanto piti bello, quanto il chia:
&
e r ofcuro
faranno pi eccellenti
Qlucil
GAP. CXIV.
Qui
bello in
d'
il
..
34
o quella
rentia
.
ombre mezzane, o
colori
ci
Qui bifogna
diverfi
quello
perche
hanno
dimollra
1'
le
il
me-
defimi: e quello
nero, che ha
la
bre , il bianco nel lume , azzurro , verde , e tan , zane, il giallo e rollo ne' lumi, l'oro ne' rirtelfi , e
bre mezzane
ombre mez-
la
lacca nell'om-
Come
pi
bello
bielle
nelV ombrof.
GAP. C XV.
Ogni
bro(a
,
colore e pi bello nella Tua parte alluminata che nell' ome quefto nafce , che il lume vivifica e d vera notitia della
,
e
la
1'
za , nero
&
impedifce
pi bello
notitia
&
nell'
fi
rilponde che
il
nero
non
colore
Veli
'
e'videtma de
colori
GAP. G X V L
e
la
pi
contrario.
^Iml parte
deve
ejfer
pi bella.
GAP. Gxvn.
Se A.
elfo
{Ttg. II.)
fia
il
lume,
e B.
effo
fia
f alluminato
per linea da
la
lume:
fi
E. che
non pu vedere
alla
lume, vede
fia
folo
parete
il
che
roffa
Effendo coli,
lume che
genera
ancora
egli
mol-
to pi bello che B.
&
un color can-
Come
Se
il
il
bello
del
colore
debb' eJfer
ni lumi
G A Pr G X V
effer
1 1 1.
noi
vediamo
la
qualit
de' colori
conofciuta mediante
lume,
pi
e
la
colore alluminato,
lore
Adunque,
parte alluminate
Del
DI LIONAPvDO
T)el
Il
DA
di
VINCI.
rame.
5^
color
<vnc{e
fatto
dalla
rugginf
GAP. CXIX.
fa
tal
color
inelTo a oglio,
:
Tene va in
fumo
la
Tua bellezza
s'
egli
s'
non
egli
fubito invernicato
non folamente
Tene vh in
lumo
ma
far
gna bagnata di femplice acqua comune, fi lever dalla Tua tavola, dove e dipinto e malTimamente s' il tempo far umido e quello il qual Tale con nafce perche tal verderame facto per forza di file facilit l rilolve ne' tempi piovofi , e malTimamente clfendo bagnato e lavato con la predetta fpogna,
,
:
GAP. CXX.
Se far miflo col verde-rame l'aloe cavallino, effo verde-rame acquifera gran bellezza, e pi acquiftarebbe il zaffaranno, f non fen' andade in fumo. E di quefto aloe cavallino fi conofce la bont
quando
rifolve
,
elfo
fi
rifolve
nell'acquavite,
clTa
,
eflendo
calda;
che meglio lo
che
quando
fredda
poi fottilmente la veladi con effo aloe rifoluto in acqua , allora eOfa opera il farebbe di bellifiimo colore ancora iriancora elfo aloe fi pu macinare a oglio per f , fieme col verde-rame, e con ogn altro colore che ti piacefle
con
eflo
verde femplice
&
&
Velia m'ijmie
de colori
'
un con
'
altro
GAP. C X X I.
con
1'
Ancora che
verfo r infinito
,
.
la
miftionc de
colori
l'
un
altro
fi
ftenda
non refter per quello che io non ne facci un poco di difcorfo Ponendo prima alquanti colori femplici con ciafcun e poi a due a di quelli mefcoler ciafcuno degl' altri a uno a uno per fino all' intero numero due & a tre a tre e cofi feguitando di tutti li colori poi ricomincier a mefcolare li colon a due con due, & a tre con tre, e poi a quattro, cofi feguitando fino al fine, fopra elfi due colon femplici fenc metter tre, e con elfi tre e poi icguiter tal miifione in accompagner altri tre, e poi fei tutte le proportioni Golori femplici domando quelli che non fono comporti, ne fi poiTono comporre per via di milbone d' altri colori, nero, bianco: bench quelli non fono mefli ha colori, perche altro uno privatione e r uno tenebre cio X altro e luce generativo: ma io non li voglio per quefto lafciare in dietro, perconcioiache la pittura fia compolla che in pittura fono li principali Dopo il nero e il d' ombre cio di chiaro e ofcuro e di lumi
, ,
1"
1'
bianco feguita
n,
1'
azzurro
giallo
poi
il
verde e lionato
cio
cio
tail
o vuoi
dire
ocriai
di
poi
il
morello,
2
pavonazzo,
&
rof-
,,
^6
roffo
io
:
pi
non
in natura
de* .quali
comincio la miftione. E fa primo nero e bianco, di poi nero giallo, e nero e rolTo, di poi giallo e nero, e giallo e ro(To: e perche qui mi manca carta, dice l' autore ^ lafcier a far tal diftintione nella mia opera con lungo procedo, il quale far di grand' utilit
,
anzi neceflarufTimo
e la pratica
s'
intrametter infra
la teorica
Della
fuperjic'te
CAP. CXXIL
corpo ombroCj partecipa del col ^rc del fuo obbietto. Quello lo dimoftrano li corpi ombrof con certezza, conciofache nifluno de' predetti corpi moftra la Tua figura , o colore, s" il mezzo interpolo fra il corpo & il luminofb non allumiDiremo dunque che le il corpo opaco fa giallo , nato il luminofo fa azzurro , che la parte alluminata fa verde , il qual verde fi
Tuperficie d* ogni
.
La
&
Compone
^ale
Il
di. giallo
e azzurro.
la
fuperjicie
ricettinja
di
pi
colori,
CAP. CXXIII,
niflun
.
bianco
di
altra
Provaf qualunque corpo che non fpecchiato dicendo che ogni corpo vacuo capace di ricevere quello che non pofTono ricevere li corpi che non fono vacui, diremo per queflo che il bianco vacuo , o vuoi dir privo di qualunque colore & efTendo egli alluminato del colore di qualunque luminofa, partecipa pi d* eflo luminofo che non farebbe , il nero , il quale fmile ad un vafo rotto , che privo d' ogni capacit a qualunque cofa
fuperfcie
,
2lual
corpo J tinger, pi
del
color
del
fuo
obbietto
CAP. C X X I V.
co-
La
lor di
fuperfcie
d'
queir obbietto
1'
quale
gli
far
pi
vicino
Quefto avviene
la
ri-
perche
le
quali
venendo
effa
fupeificie
de' corpi
corromperebbero pi
efTo colore,
f
fupeificie
di tal obbietto,
che non
farebbe
fuffe
moto:
te la
&
occupando
in
tali
dimoflra pi integramen-
Tua natura
^al
La
re
,
colore.
CAP. CXXV.
di
fuperfcie
di
quell'
opaco
fi
moftrer
pi
perfetto
colo-
la
un
VclV
DI
Dell
'
LIONARDO DA
.
VINCI.
37
v2carmtio>;e de ^olti
GAP- C X X V L
lunga
diftanza
Quel
de' corpi
.
pi
fi
conferva in
ci
1'
che fr^ di
moftra eh' il vifo fi faccia ombra la maggior parte eh' habbia ofcuro nelle diftanze perche lumi fon minimi: e per mancano in breve diftanza i il volto, & 1 minimiflimi fono i loro luftri e quefta la caufa che reflando la parte pi ofcura , il vilo fi faccia e fi moftri ofcuro Et tanto pi parr trarre in nero, quanto tal vifo havcr in doifo o in
maggior quantit
Quefta propofitione
,
&
tefta
cofa pi bianca.
Modo
di ritrarre
il
rilievo^ e di preparar
le
GAP. GXXVIL
I
pittori
per ritrarre
carte
di
i
le
cofe
di rilievo
,
debbono
poi dare
tingere la
1'
fu*
pcrficie delle
mezzana
ofcurit
in
ombre
li
pi
fon
ofcure
quelli
&
in
ultimo
lumi principali
li
picciol luogo
(\
quali
all'
primi che
perdono
occhio.
Tella ryariet
GAP. GXXVIIl
Infra
li fi
1'
colori
della
dall'
medefima
occhio
far
.
che
meno
infra
rimove
fi
s'
varia
inter-
pone
fa
:
occhio t
la
cofa veduta
di gran
occupa alquanto
la
detta co-
veduta fi tinge forte del colore di tal aria , e f l aria far di fottile quantit, allora 1' obbietto far poco impedito.
e f r aria interpofta
,
fomma
allora la cofa
in
campagna
GAP- C X X I X.
Della verdura veduta in campagna di pari qualit , quella parr effere pi ofcura che far nelle piante degl' alberi , e pi chiara fi dimoflrer quella de' prati
^al
verdura parr
pii
d* azzurro
GAP. CXXX.
pi
fi
Quelle verdure
quali faranno
difianza
di
fi
dimoftreranno partecipare
,
d'
azzurro
le
pi ofcura ombrofit
fi
compone
fiii^i'^
i%
^lual'
che
altre
dtmojlra
il
fuo
<vero
colore.
CAR
:
CXXXI.
,
Quella fuperficic moftrcr meno il fuo vero colore Quefto vediamo nell' erbe de' prati far pi terfa e pulita
foglie degl' alberi
,
la
,
quale
e nelle
,
le
quali
fi
pi-
gliano
e cofi
il
fole,
1'
aria
che l'allumina,
in
ilual corpo
mofirera pi
ti
GAP.
CXXXI L
la fupcrfi,
il
mcn
pulita e piana
Quefto
vede
,
ne'
panni
lini
nelle
nelle quali alcun luftro che fono pelofi onde per necefl'it non potendo fpccchiarc g' non fi pu generare obbietti , folo rendono alf occhio il fuo vero colore e naturale > non eflendo quello corrotto da alcun corpo che 1' allumini con un colore oppofito, come quello del roffor del fole, quando tramonta, e
foglie
deir herbe
&
alberi
tinge
li
de
paejt
GAP. CXXXIII.
de' paefi
f
Mai
li
colori
vivacit
chiarezza
dipinti
efii
haranno
conformit con paefi naturali alluminati dal fole, ti non faranno alluminati da elfo fole.
Trofpett'fva
paefi dipin-
colori
in
lunga
dijanx>a,
GAP.
L' aria far tanto
effa
GXXXIV.
pi vicina
all'
partecipante del colore azzurro, quanto orizzonte , tanto pi ofcura , quanto ella a
meno
eflb
orizzonte pi remota.
far
Quefto
{\
prova per
la
3.'
,
manco alluminato dal fi^le di qualit pi rare Adunque il fuoco elemento che manco per eler lui pi raro e pi fottile che aria
moftra che quel corpo
.
quale
1'
fia
vefte
ci
aria
le
l'
occupa
tenebre che fon fopra di lui che non fa effa aria, e per confeguenza , r aria corpo men raro che il fuoco pi s' allumina dalli raggi flari che la penetrano, alluminando l'infinit degl' atomi, che per
&
effa
s'
infondono
per
effa effa
che
del
onde penetrando rende chiara alli noftri occhi aria la fpetie delle fopraddctte tenebre, necelTariamente fa bianchezza d' aria ci pare azzurra, come provato nella 3.*
,
fi
IO.*
tanto
ci
quanto
fra
efle
te-
Come
f
, ,
DI
f
LIONARDO DA
confider
fLiffe
VINCI.
,
^c,
r occhio di chi lo
f la
l'
P. [Fig.
di
vedeiTc
c(Ter
quale
la
gli
parr
P.
,
pi chiara
per
linea
maggior grofTezza
e i tal
d' aria
per
all'
linea
S.
che per
1'
la
P.
R.
occhio
s'
inchina
ana quali in vedr feguita , perche la linea del la qual cofa maggior fomma d' aria per la rettitudine
orizzonte
,
P. S.
e coli
fi
perluafo
il
noftro intento.
pae/t
prima
dell"
ana
GAP.
Queir
perficie
aria
fola
,
CXXXV.
che dar
di
f
far
la
quella
fimulacro
dell'
nella
fii-
dell'
acqua
quale
rifletta
dalla fupcrficie
acqua
fia
all'
occhio infra angoli eguali, cio che l'angolo guale all' angolo della rifleffione.
T>imiymt'ione de color
dell'incidenza
e-
per mex.'z.o
uiterpojlo
tnfra loro
'
occhio
GAP.
GXXXVL
vlfibile
1'
del Tuo
di
naturai
colore
grof-
occhio far
'
maggior
ali
ombra
tS'
a lumi
GAP.
alluminati
1'
GXXXVII.
1'
ombre
&
,
a'
lumi
,
&C
alli
termi-
&
adombrati di
,
qualunque
colore
faranno pi fepa-
un colore ofma molto vano curo non deve terminare in altro colore ofcuro e partecipante di bianco , in quanto puoi ofcuro, o cio bianco
ratione
dall' altro
f
un
faranno pi varij
cio eh'
,
traente
all'
ofcuro
quando
hiaucn
bianco J terrnhia in
e
Come
J dc'Ve riparare
in
ti
ofcuro
ofcuro.
GAP. GXXXVIII.
s'
colore d'
allora
i
un corpo bianco
bianchi
abbatte a terminare
in
fa-
faranno
eguah
o n:
e f
ranno eguali , allora quello che ti pi vicino fi far alquanto ofcuro nel termine che egli fa con elTo bianco: e f tal campo far men bianco che il colore che in lui campeggia, allora il campeggiante
fpiccher per f
ter-
mine ofcuro.
Vclht
, .
49
'Della
de colon de
camp
[opra
li
quali
campeggia
ti
bianco
GAP. CXXXIX.
La
ofcuro
,
cofa bianca
e
fi
dimoftier pi bianca che far in campo diniortrer pi olcura che fia in campo pi bianco
fi il
pili
:
qucfto
la
ci
ha infegnato
la
quale
e
la
fi
veggiamo nel campo dell' aria ci pare ofcura , veggiamo in campo di alcuna fineftra aperta per
,
quale
^\
vede
1'
ofcurita dell'
i
ombra
neve
pare
ci
d'
d' efla
calii
ci
allora elTa
neve
e
chilTima
e
la
la
ci
apprefo
pare veloce,
,
vicina
la
de, Q
remota
guifa
bianche
cor^
"De
campi
delle
figure
C A P. C X L,
quella
di
fi
Delle
chiarezza
,
cofe
la
d'
egual
chiarezza
dimoftrer
di
minor
i
campo
maggior bianchezza
:
e
1'
campi che
li
circondano
"De
campi
coje
dipnte
GAP. G X L
de'
I,
Di
grandiffima dignit
il
difcorfo
campi
ne' quali
cam-
peggiano li corpi opachi veftiti d' ombre e di lumi , perche a quelne* campi ofcuri , e le parti li fi conviene aver le parti alluminate
ofcure
ne'
campi
chiari
fi
come per
la
figura
vicn
dimoliraco
Di
quelli
che Jngono
in
campagna
la
cofa pi
GAP. GXLIL
Molti fono che in campagna aperta fanno le ofcure quanto effe fono pi remote dall' occhio ,
contrario
,
figure
la
tanto
pi
qual cofa in
aca-
gi la cofa imitata
fi
non
folle
bianca
perche allora
propone.
'
De
colori
delle
cofe
remote dall
occhio
GAP, CXLIII.
Adunque havendo
due miglia
,
g'
obbietti, eh' ella fepara dall' occhio, del fuo col'aria diIo
con grolTezza
di
<;lla
tinge
pi
, ,
DI
pi
,
LIONARDO DA
VINCI.
.
41
Rifpondc qui l' avche quella che ha groffczza d' un miglio vcrfario , e dice che li paefi hanno gY alberi d' una medefma Ipctic pi ofcuri da lontano che d' apprelFo , la qual cof non vera e divife da eguali fpatij ma far ben Ce le piante faranno eguali
,
:
e vedrafT la chiarezza delli praprimi alberi faranno rari ti che li dividono, e g' ultimi faranno fped'ii come accade nelle riche allora non fi vede fpatio di chiare prave e vicinit de' fiumi terie , ma tutti inficme congiunti, facendo ombra T un fopra l'altro, Ancora accade che molto maggiore la parte ombrof delle pianche la luminofa e per le fpetie che manda di f effa pianta te &: il colore ofcuro che fi air occhio, fi moftrano in lunga diftanza trova in maggior quantit pi mantiene le fue fpetie che la parte men' ofcura e cofi ciTo mifto porta con feco la parte pi potente in pi lunga diflanza,
vera
li
Gmdi
di pitture.
GAP. CXLIV.
Non
pittori
che amano tanto la bellezza de' colori che non fenza gran confcienza danno lor dcbolilTime, e quafi infenfibil' ombre , non Rimando il lor rilievo. Et in qucfto errore fono i ben parlatori Tenia alcuna fentenza
7)ello
fpccchtamento
colore
dell'
di^verf afpeiti.
GAP. GXLV.
Il
rnarc ondeggiante
da
to
terra
e
ferma
il
vede
di
ma
chi lo
over luitri che fi muovono con tardit ad ufo di pecore bianche negl' armenti e chi vede il mare ftando in alto mare lo vede azzurro; &c quefto nafce perche da terra il mare pare ofcuro, perche vi vedi in lui
r onde
pi vicino
l'orizzonte,
vedcfi
alcun chiarore,
1'
ofcurit
della terra, e
f'
vedi
nell'
onde
1'
ari^
onde
Della
uatura
de
paragom
GAP. G X LV
le
I.
pi
veili
Li
parer
li
carni
de' fimulacri
humani
parere
,
veflimcnti bianchi
le
fanno
le
carni ofcurc
&
veflimcnti
gialli
fanno
parere
colorite
rofTe le
dimofrano
pallide.
Vel
42
CAP. CXLVIL
qualunque corpo far vera, ne propria f T obbietto che 1' adombra non del colore del cor, po da lui adombrato Diremo per efempio eh' io habbia una habitationc nella quale le pareti fiano verdi, dico che f in tal luogo far veduto azzurro, il quale fia luminato dalla chiarezza dell'azzurro, che allora tal parte luminata far di bellilTimo azzurro, e l'ombra far brutta, e non vera ombra di tal bellezza d'azzurro, perche fi corrompe per il verde che in lui riverbera e peggio farebbe f tal parete fuffe tan,
color
di
.
Mai il ombra
ombra
1'
T>ella p'ofpeiti'va de
colori
ne luoghi
ofcur'i
C A P. C X LV 1
infino
fa
L
tenebre
.
Ne' luoghi luminofi uniformemente deformi quel colore far pi ofcuro , che da elfo occhio
Trofpettinja de
colori.
alle
pi remoto
CAP. CXLIX,
debbono elTer femplici, & i gradi della loro dimlnutione infieme con li gradi delle diftanze fi debbono convenire,
I primi
colori
del
punto quanto
partecipare
del
elfi
gli
faran pi vicini,
del
&
,
colori
colore
fuo
orizzonte
quanto
pi propinqui
De
II
colori,
CAP. CL.
colore che
fia
fi
corpi cmbrofi,
di
la
alluminato:
dunque
minor bellezza che quello, che fia interamente prima bellezza de' colori fa ne' principali lumi,
'
a'Zj-z.urro
nell
'
aria
CAP. C L I,
dell' aria
dell' aria
al-
L' aria per luminata interpola fra le tenebre fuperiori e la terra f non ha qualit d' odori, o di fapori , o di colori, ma in f piglia le fimilitudini delle cofe che dopo lei fono collocate, e tanto l.r di pi beli' azzurro quanto dietro ad elTa faran maggior tenebre non cHTendo lei di troppo fpatio, ne di troppa groHezza d'humiditi e vedefi ne' monti, che hanno pi ombre, effer pi bell'azzurro nelle lunghe diftanze , e cofi dove pi alluminato, moftrar pi il color del rnonte che
1'
dell'
.
azzurrq appiccatoli
dell' aria
che infra
lui
occhio
s'
interpone
Ve
DI LIONAPvDO
Tfe
colori.
DA
VINCI,
43
GAP. CLIL
che non fono azzurri, quello in lunga diltanza quale far pi vicino al nero il parteciper pi d' azzurro e cofi converfo ii manterr per lunga diilanza nel Tuo proprio colore cii
Infra
i
colori
il
quale far
fi
pi
difTimile
al
detto
nero.
,
Adunque
il il
verde delle
giallo
campagne
bianco
,
tralmuter pi
nell'
il
azzurro
giallo e
cof
per
il
il
contrario
il
fi
trafmutara
che
il
verde
&
roffo,
'Bicolori.
GAP. GLIII.
tanto
colori
porti
neir
,
ombre parteciperanno
quanto
efii
pi o
meno
del-
la
loro
naturai bellezza
ofcurit.
il
Ma
quanto il luminofo fa di maggior fplendore. L' avverfario dir: Tante fono le variet de* colori dell' ombre quante fono le variet de' colori che hanno le cofe adombrate. E io dico che li colori pofti nell'ombre moflreranno infra loro tanta minor variet , quanto l' ombre che vi fono ftuate fano pi ofcure, e di queflo ne fon testimoni quelli che dalle piazze guardano dentro le porte de' tempij ombrofi , dove le pitture ve,
tenebre
De camp
Il
delle
figure
de corpi
dipnti
GAP. G L I V,
de-
le
figure di
ve
cffcre
la
parte
alluminata
figure,
e pi
chiaro che
parte
ombrofa
il
Terche
bict)Jco
non
colore
G A P. G L V.
una potenza
,
:
Il
ma
la
in
ricettiva
d'
ogni
colore
Quando
i
effo
in
campagna
4.*
alta
tutte le fue
ombre fono
d'
azzurre
queflo
nafce per
del
che dice
del
La fuperHcie
.
ogni
tal
corpo
opaco
partecipa
color
fuo
obbictto
Adunque
bianco cITendo privato del lume del fole per interpofitione di qualche obbietto trafmelTo fra il fole elio bianco, refta tutto il bianco , che vede il fole e 1' aria partecipante del color del fole e dell'
&
non villa dal fole refta ombrofa, e partecipante del color dell' aria e f tal bianco non vedeffe la verdura della campagna infine all' orizzonte , ne ancora vedeife la bian:
chezza
44
chezza di
tale
fenza
fi
di femplice
colore
del quale
dubbio moira
eflo
elTere
bianco
Y aria
parrebbe
eficre
Ve
11
colon.
GAP. CLVL
ogni
cofa
in
giallo
y
lume
ma
quello
non
apparer elTcr vero , f non al paragone delle cofe alluminate dall' aria j e quello paragone fi potr vedere vicino al fine della giornata 1' aurora, ancora dove in una ftanza ofcura dia e ficuramente dopo
&
fopra
di
1'
&
ancora un fpiracolo
di
lurne
luogo certamente faran vedute chiare e fpedite le loro differenze. Ma fenza tal paragone mai far conofciuta la lor differenza, fiilvo ne' colon che han pii fimilitudine, ma fian conofciuti come bianco dal giallo, chiaro verde dall'azzurro, perche come mefcolare ingialleggiando il lume che allumina 1' azzurro lieme azzurro e gial'o, quali compongono un bel verde j e f
candela,
in
tal
, , i
&
niefcoli poi
giallo
co.i
verde,
fi
t aliai
pii
bello.
J)e
colori
de
lumi
incidemi
^
in
nflejfi
GAP. GLVII.
a
s
il
non
ir
corpo ombrofo
faranno
d'
cio
o
de'
egual
loro:
lumi
,
infra
eguali
fi
potranno variare
1'
due
altri
modi
cio fecon-
do
le
:
il
obbietto, che
in eguale
fi
fir
o eguale, o difuguadifuguali,
altri
eguale far
quando faranno
.
dillanza^
nelle
difusuali
di
,
diftanze
In epuali dillanze
varieranno in due
infra
mo-
due lumi eguali in colore & in fplendore, pu effer alluminato da eili lumi eguali in colore & in fplendore pu effere alluminato da e(i lumi in due modi, cio o egualmente da ogni parte, o difugualmente: egualmente far da elfi lumi alluminato, quando lo fpatio che reffa inditorno a' due lumi far d' egual colore e ofcurit e chiarezza fi.iguali faranno, quando effi l'patij intorno a due lumi faranno varij
cio r obbietto fituato
in
ole uri t
Di
colori
dell'ombra.
GAP. GLVIIL
de' corpi
1'
ombra
ombrofi non
,
effcr
corq-i
pagna
i lumi colon de' lumi , e faran verdeggianti 1' ombre rolleggianti, ancora che il corpo fia di colore eguale. Quello accade che il lume verr d'oriente fopra 1' obbietto alluminer 1' ob-
de'
&
&
bietto
&
dall'
ob-
DI LIONAPvDO
obbietto dal
,
1
DA
,
VINCI.
45
mcdefmo lume alluminato il quale far d' altro colore onde con llioi lumi ririedi rilalta verfo leeli il primo obbietto vante, e percuote con i Tuoi raggi nelle parti del primo obbietto Tuoi raggi-) e rimangono fermi infeme lai volto, & 2I1 fi tagliano con loro colori, e fplcndori. Io ho pelle volte veduto un' obiet1 i
f
to bianco,
nelle
lumi
di
rofli
montagne
e
all'
quefto
accade
fi
orizzonte, e
moflra infocato
Delle
co
(f/^.
14.)
poje
campo chiaro
utile
tn pittura
GAP. CLIX.
Quando
p alluminato
,
il
in
campo
e
di
color chiaro
elio
allora
parr
corpi
fpiccato
di
remoto da
fono
ta'i
campo;
celfit
fi
curva
fuperfcie per
neper-
cofT
fanno ombrof nella parte oppoflta d' onde non privato di da' raggi luminof, per elTer tal luogo
qual cofa molto
fi
raggi:
campo e la parte d' e(To corpo alluminato non terminer mai in efto campo alluminato con la fua prima chiarezza, anzi fra il campo & il primo lume del corpo s'ino del terpone un termine del corpo che pi ofcuro del campo
per
la
varia dal
lume
15.)
Ve Cam fi
C A P. C L X.
cio la chiara nell' ofcuro
,
De
nel
campi
1'
delle figure
1'
ofcura
campo
chiaro,
del
1'
pare
altro
pi potente
l
uno per
coli
li
contrarij
urlo
per
1'
De
color
dalla
mijliouc
.
cV altri colon
li
I.
quali J
dimandonQ
fpecie feconde
GAP. G L X
e
il
il
primo
il
bianco
bench
filofofi
non
1'
bianco ne
,
perche
pittore
,
u-
il
non
e
metteremo
il
il
nel
il
numero
il
degl' altri
1
diil
il
remo
giallo
il
bianco in quefto
ordine elTere
terzo,
primo, ne
femplici,
il
il
fecondo;
il
il
verde
X azzurro
quarto,
rollo
quinto,
nero
il
fefto:
&
& &
1'
roffo
per
il
>
46
v'
penetrare
dere
quelli
variet di tutti
tutti
i
li
coloriti, e per
guarda
cofi
colori
li
campagna
delle
vedrai tutti
tutte mii:e
,
colori col
tal
eflere
il
colore
del
s*
e
:
vedrai
f
colore
che con
milione
cofi
acconci
o gualii
far
la fpecie
degl' obbietti
per
re
:
paiano all'occhio,
poHono
in
tal
peggiorare
di
come
che meglioraall'
quei1:o
peggioramento
colore
vetro
accader
coli
az-
zurro, e nero, e bianco fopra tutti gl'altri, cader nel giallo e verde fopra tutti g' altri
,
&
,
il
meglioramento ac^
anderai fcor^
modo
comporti,
&
il
colon le quali fono infinite: & farai elettione di nove inventioni di colon mift medefimo fi far con due vetri di varij calori antele
miftioni
de'
&
poili all'occhio,
Decolori.
L' azzurro 6i
GAP, CLXIL
il
verde non
per
femplice,
Il
perche
dell' aria,
1'
azzurro
cio ne-
comporto
di luce e
,
di tenebre,
come
quello
verde comporto d' un femplice e d'un comporto, cio fi compone d'azzurro e di giallo. Sempre la cofa fpecchiata partecipa del color del corpo che la
ro pertettilfimo
e
bianco candidifTimo.
fpecchia,
to
,
&
il
fpecchio
tanto
fi
partecipa
pi
uno
dell'altro,
da quanto
lui
la
fpecchiafi
cofi che
fpecchia pi o m^no potente che il colore dello ipecchio, g quella cofa parer di potente colore nello fpecchio, che pi partecipa
del color
d' elfo
fpecchio.
de' corpi
Delli colori
quello
far
veduto
in
fi
mac^gior dirtanza,
che
fia
di
pi
fplendida
bianchezza.
Adunque
vedr
in
minor
quel:
li
dall'
occhio,
e dimortrer pi candido eh' circondato da maggior ofcurit per contrario quell' ofcurit fi dimortrer pi tenebrofa , che fia ve-
candida bianchezza. Delli colon di egual perfettione quello fi dimortrer di maggior eccellenza che fia veduto in compagnia del color retto contra&C il pallido col rorto, il nero col bianco, bench ne l'uno ne rio l'altro fia colore: azzurro e giallo, verde e roffo, perche ogni colore fi conofce meglio nel fuo contrario che nel fuo limile , copie r ofcuro nel chiaro, il chiaro nell'ofcuro. Quella cola che fia veduta in aria ofcura e torbida, effendo
in pi
,
duta
bian-
DI
LIONARDO DA
VINCI.
47
bianca parr di maggior forma che non . Quello accade, perche, come detto 'di {pra, la coia chiara crefce nel campo ofcuro , per
le
mezzo che
tra
l'aria
fuo colore,
come
,
occhio e la cofa vifta tramuta effa cofa in azzurra far che le montagne lontane faran1'
che ci che vede l' occhio dopo lui pare rodo il lume che finno le llelle intorno a elle, occupato per la tenebroft della notte che fi trova infra 1' occhio e la luminatione d' effe ftclle
il
no azzurre
vetro roffo
fa
&
Il
fi
dimoftrer in quella
par-
che non fa occupata da alcuna qualit d'ombra, ne da luflro, f far corpo pulito Dico che il bianco che termina con 1' ofcuro , fa che in cfT termini, 1' ofcuro pare pi nero, il bianco pare pi candido.
te
.
&
Del
colore
delle
montagne.
GAP. CLXIII.
Quella montagna all' occhio fi dimoflrer di pi beli' azzurro che far da f pi ofcura e quella far pi cfcura che far pi alta e pi bofcareccia , perche tali bofchi coprono affai arbufti dalla parte di fotto fi che non gli vede il cielo; ancora le piante falvatiche de* bofchi fono in f pi ofcure delle domeniche Molto pi ciprlTi pini ofcure fono le quercie , faggi abeti che non fono gli alberi domeftici , e ulivi Quella lucidit che s' interpone infra l'occhio e '1 nero, che far pi fottile nella gran fua cima fae. r nero di pi beli' azzurro, e cof di converfo quella pianta manco pare di dividerli dal fuo campo, che termina con campo di
,
,
&
colore pi fmile al fuo, e cof di converfo: e quella parte del bianco parr pi candida , che far pi preflo al confino del nero , e
bianche quelle che pi faranno remote da effo fcuro e quella parte del nero parr pi ofcura, che far pi vicina al bianco, e coli parr manco ofcura quella che far pi remota da
cof
parranno
:
meno
elfo
bianco.
Come
ti
pittore
denje
mettere in pratica la
profpettt<va
de
colori
GAP. CLXIV.
voler mettere
quefla
o perdere, o
vero diminuire la propria edenza de' colori piglierai di cento in cento braccia cofe poftc infra la campagna , come fono alberi , cafe , huomini , e fti inquanto al primo albero , haverai un vetro fermo bene e coli fa fermo 1' occhio tuo in detto vetro difcgna un albero fopra la forma di quello, dipoi fcoftalo tanto per tra,
&
&
verfo
4
vcrfo
,
cht r albero naturale confini qiiafi col tuo difegno poi co lorifci il tuo difgno, in modo che per colore e forma fia a paragone r un dell'altro, o che tutti due, chiudendo un occhio, paiano
dipinti, e
fa
medefima
diftanza
quefta regola
medefima
cia,
di
,
fa
cento
cento brac-
vano in vano, & quefti ti fervino come tuoi adiutori, e Tempre operandoli nelle tue opere, dove fi appartengono, naeftri Ma io trovo per la regola che il e faranno bene sfuggir 1' opera fecondo diminuilcc j del primo, quando fuiTe lontano venti bracci* dal primo,
.
C A P. C L X V,
quale
fi
Evvi
per
la
la
dice aerea,
le
imperochc
diftanze
di (
V
,
variet
poffono
l
conofcerc
diverfe
fola
varij edificij
terminati
da una
linea
come
da un muro , fi che tutti appa* eftr?mit di detto muro d' una medefima grandezza , e rifcano fopra che tu volefT in pittura far parer pi lontano 1' uno che 1' altro E* da figurarfi un' aria un poco grolla Tu (ai che in fimil aria 1' ultime cofe vedute in quella, come fon le montagne, per la gran quantit paiono dell' aria che fi trova infra l' occhio tuo e dette montagne
farebbe
il
veder molti
1'
azzurre
dunque
il
fopra
il
il
fole
per levante
del
e
A'
edificio
fuo colore
e
pi lontano fallo
meno
l
fia
profilato,
pi azzurro,
quello che tu
altrettanto,
fallo
altrettanto pi azzurro,
quefta
d'
una
linea
parranno
cinque volte pi lontano, fallo cinque volte regola far che gli edifici; che fono fopra una medefima grandezza , e chiaramente
fi
Ve
<vaytj
accidenti
mo'vimem
dell'
huomo
froporttone
de memori
GAP.
Varianfi
le
CLXVL
in
mifure
del]'
huomo
ciafcun
membro,
o
pli^gando
quello pi o
meno,
&
diverfi
afpetti,
diminuendo
creicendo
tanto
pi
meno da una
parte,
quant* elle
crefcono, o diminuii^
cono
dell'
.
ultimi
crefcmento
GAP. GLXVIL
infantia ha la larghezza
delle fpallc
L'
huomo
nella
fua prima
&
allo
fpatio che
dalla giuntura
d' elle
DI
'
LIONARDO DA
VINCI.
49
fimile cOe fpalle alle gomita, clTcndo piegato il braccio, allo fpatio che dal dito grolo della mano al detto gomito, fimile allo fpatio che dal nafcimento della verga al mezzo del e fmils allo fpatio che e da effa giuntura del ginocginocchio, chio alla giuntura del piede. Ma quando 1' huomo pervenuto all'
&
&
ogni predetto fpatio raddoppia la lunghezza fua, leccetto la lunghezza del vifo , la quale infeme con la grandezza di tutto il capo Fa poca variec: e per quefto 1' huomo , che ha finito
fua
,
la
grandezza,
e
la
il
quale
ila
bene prpportionato
d' effi
d' elfi
dicci
e
de' fuoi
volti
altre
volti
cofi tutte Y
volti:
&
il
refto
fi
dir
Come
tt
tutttnt
hanno
le
giuntuve
coutrcirte
agV huomim
nelle
loro
gi'of-
fe'z.x.e.
GAP. CLXVIII.
le
:
giunture
fottili,
e gli
fpatlj
po-
fra
r
le
una
e l'altra
fono
grolTi
e quefto
fopra
giunture e fola fenz' altra polpa, che cinge e lega infeme l'offa, e la carnofit humorofa
:
accade
fi
trova fra
ma perche 1 r una e X altra giuntura inclufa fra la pelle e 1' oflo offa fono pi grolTe nelle giunture che fra le giunture, la carne nel crcfcere dell' huomo viene a lafciare qiiella fuperfluit che ftava fra
la
pelle
1'
offo
onde
:
la
pelle
s'
accorta pi a
1'
olTo
vi
viene ad
altro
affottigliar le
membra
ma
:
fopra
le
giunture
non
eifendo
che la cartilaginofi e nervofa pelle , non pu difeccare , e non difeccando non diminuifce onde per quefte ragioni li puttini fono fottili nelle giunture, e groffi fra elTe, come fi vede le giunture
delle dita,
1'
huomo
per
il
con-
tutte
le
,
gambe:
do-i^
ve
li
puttini
hanno
in fuori
Velia
d'tjfereni.a
della
mifura.
che
fra
li
putti
t^
gli huomini
GAP. GLXIX.
Fra gV huomini,
za
dall'
&
,
puttinl
,
una
all'
altra
giuntura
e
delle
fpalle
al
gomito
dal
g mito
all'
alla
punta
teftc
e dall' un
homero
,
della
fpalla
la
altro
due
putto ne ha una
perche
natura
compone
&
fpiriti
vitali.
T>elU
jo
C A P C L X X.
loro
Le
dita della
mano
ingrolTano
le
li
lo-
ro afpetti quando fi piegano , e tanto pi s' ingrolTano quanto pi fi piegano, e cofi diminuifcono quanto pi fi drizzano, il firnile accade delle dita de' piedi, e tanto pi fi varieranno quanto elle fa-
ranno pi carnofe
Delle
giunture
delle
fpalle
fuot
crefctmentt
GAP.
Le giunture
ranno
al
filo
CLXXL
e
dell' altre
delle fpalle,
membra
piegabili,
fi
dile
caufe de'
luogo nel trattato delia notomia, dove li moftrano moti di tutte le parti di che fi compone l'huomo.
Delle fpalle.
GAP. GLXXIL
principali
il
Sono
li
moti
o
in
{empiici
cio
del
piegamento
a
fi
fatto
dalla
f
quando
f
fi
braccio
quella appiccato
move
moti
in alto,
efTere
,
bailo, o in dietro,
bench
potrebbe dire
a
tali
infiniti,
perche
fi^no in
,
volter la
fipalla
una parete
,
di
fat-
muro
to
e
i
fi
fi
far
tutti
moti che
in
effa e
tal
fpalla,
nua
dal
divifibile
infinito
,
moto
,
del
nua
Te
eiTa
qual
fo braccio flato per tutte le parti del cerchio , 6c edendo chio divifibile in infinito, infinite fono le variet delle fpalle.
Delle mifure um^erfali de corpi
il
cer-
GAP. GLXXIH.
de' corpi
fi
Dico che
dabili
le
mifure
cofe
univerfali
e
debbono
olTervare
non
nelle grollezze,
nell'
che
tu
apparifcono
fpetie
una
che
all'
mai
in
qualunque
un
particolare con
di
tal
fomiglia
attendi
altro.
variet
,
Adunque
imitatore
.
natura, guarda
&
le
alla
de' lineamenti
cofe
ti,
che
corti
,
tu
fugga
petti
foret-
le
mifiire
delle
,
giunture,
le
grolTezze
quali
forte
varia
effa
natura
vanerai
ancor
tu.
Delh
DI
T)elle
LIONARDO DA
dA
corpo
bitmaio
,
VINCI.
membra
51
rnifure
piegamenti di
GAP. CLXXIV.
La
nitori
,
nccelTit
coftnnge
il
pittore
ad haver
fofte-
armatura della carne che fopra efTe fi pol , e delle giunper la ture che accrefcono e diminuifcono nelli loro piegamenti qual cofa la mifura del braccio diftefb non conf con la mifura del Crefce il braccio e diminuifce mfra la variet dell' ultima piegato fua eftenfione e piegamento l'ottava parte della Tua lunghezza. L'accrefcimento e X accortamento del braccio viene dall' ofTo che avane
,
.
il
quale,
al
come
A.
lo
B. [Ftg.
d' cfTo
17.)
gomito,
l'ango-
gomito
:
minor che
retto,
angolo diminuifce, e tanto pi diminuifce quanto il predetto angolo tanto pi crefce lo fpatio dalla fpalla al gomifi fa maggiore to, quanto l'angolo della piegatura d' effo gomito fi fa minore che retco , e tanto pi diminuifce quanto eflo maggior che retto
&
Della proporonalitk
delle
membra
GAP. G L X X V-
qualunque animale fiano corrifpondenti al fuo cio che quel che e corto e groflo deve havere ogni memtutto e quello che lungo e fottile habbia le bro in f corto e groffo inembra lunghe e fottili , & il mediocre habbia le membra della
Tutte
,
le
parti
di
medefima mediocrit, & il medefimo intendo haver detto delle piante, le quali non fiano ftroppjate dall' huomo o da venti, perch
quefte rimettono giovent fopra vecchiezza, e cefi dellrutta la fua
naturale proportionalit
Velia giimtura
delle
mani
col
braccio.
GAP. GLXXVI.
mano
diminuifce nello
,
La giuntura
gner
,
del
braccio con la
la
fija
firi-
&C ingroffa
il
quando
il
mano
e
fi
viene ad aprire
la
&
li
il
contra-
rio fa
braccio infra
nafce che
,
gemito
aprir la
mano
li
per
tutti
fuoi verfi:
fi
e quefto
nell*
mano
mufcoli domeftici
di-
fendono & affottigliano il braccio infra il gomito e la mano, e quando la mano fi (tringe li mufcoli domeftici e filveflri fi ritirano & ingroHano ma li filveflri folo fi difcoftano dall' olio , per ef, ,
fer
tirati
mano
Velie
52
loro
hi ^rojf amenti
diminutioue
GAP. CLXXVII.
Solo la dimlnutlone
fatta neir afpetto della
&
accrefcimento
parte
della
giuntura
del
piede
Tua
f.veftre
D. E,
F. {Fig.
i8.), la
quale crefce quando l'angolo di tal giuntura fi fa pi acuto, e tanto diminuifce quanto egli falli pi ottufo, cio dalle giunture dinanzi A. C. B. fi parla.
!Delle
membra
che dtminuifcono
difendono.
Infra le
GAP. GLXXVIH.
quando f piegano
crefcom quand jt
che hanno giunture piegabili fblo il ginocchio quello che nel piegarfi diminuifce di fua grolTezza, e nel diitsa^
derfi
membra
ingrofla.
loro
GAP. GLXXIX.
Tutte
le loro
le
membra
dell'
huomo
del-
ignudi.
GAP. GLXXX.
li
quali
i
s*
affaticano
in di-
fole
lor mufcoli
da quel
,
dove
lor
mufcoli
membri
pi o
fiano pi
operationi
li
mufcoli,
fecon-
do che
'Delli
meno
s'
affaticano.
dell'
huomo
e
GAP.
GLXXX L
,
Quel braccio
dofi moffo
altri
far di pi
potente
lungo moto
il
quale fen-
dal
fuo naturale
19.) che
fito,
fito
membri
a ritirarlo nel
{Ftg.
huomo A.
muove
il
con tutta
perfona in B.
GAP. GLXXXII.
l'
La fomma
inveftigatione de'
ponimenti di qualunque cofa, & la feconda parte de' che habbino attentione alle loro operationi i le quali fiano
com movimenti
,
fatte
con
pron-
DI
prontltudine
,
LIONARDO DA
li
:
VINCI.
cofi
55
in
fecondo
gradi delli
e
loro
operatori,
di
pigricia,
la
che
la
prontitudine
ferocit
de
la
la
richiede all'operatore di
quella.
Come
che
,
quanfi-
dardi, o
falTi
altre in
(rnili
c/e,
6c in
gura dimoftri Tua f.rnma difpoltione qui ne fono due figure in modi varij
&c
il
ta'e
attione
della quale
in
attione,
pot za:
A. {Fig. 20.) la feconda il movimento B., ma 1' A. rimover pi da f la cofa gettata, che non 1' uno e 1* altro moftri di voler tuare il far la B. perche ancora che pefo ad un medefimo afpetto, T A. havendo volto li piedi ad
primo
in
valetudine
la
figura
fuo
eflb afpetto
trario
eflo
fito,
e
la
fi
rimove da quello
del a
in
con-
difpcfiticne
potenza,
con velocit e comodit al fito dove eiTo lafcia ufcir Ma in quello medefimo cafo la figura B. il pefo delle fue mani. havendo le punte de' piedi volte in contrario fito al luog d ve ef grand' incoCo vuol tirare il fuo pefo, fi ftorce ad elfo luogo c^n
ritorna
>
modit,
per confeguenza
1'
effetto
deb^-le
&
il
to
partecipa
apparecchio della forza in ciafcun movimento vuol elTerc con iftorcimenti e piegamenti di gran violenza, &C operatione ha buon efritorno fia con agio e comodit , e coli il perche il baleftro che non ha dilpofiti -ne violente, il moto fetto non del mobile da lui rimolfo far breve, o nulla: perche dove violenza, ella disfattione di violenza non moto, e dove n .n 1' arco che non ha violenza non pu efier diftrutta , e per queito non pu far moto f non acquiita efia violenza , e nell' acquilhrdella fua caufa,
perche
1'
1'
o pieghi non ha har tratto il fuo dardo, acquilkto potenza. dove elfo ha elio fi trover elTere ilorto e debole per quel verfo fol vale a tortratto il mobile, &: acquiftato una potenza, la quale
la varier
da
f.
Cofi
fi
ftorca
nare in contrario
Delle attttud'im
moto
mo^meitt
,
lor
membri
GAP. CLXXXIII.
medefimi movimenti in una medefima figura nelle fue membra, o mani, o dita: ne anco la fi replichi le hiiloria fufie grandiflE f medefime attitudini in una hilloria ma, come una battaglia, o una occifionc di foldati do\c no'i e un fennel dare f non tre modi, cio una punta, un rovefcio, & fendenti liadente in quello cafo tu ti hai ad ingegnare che tutti alne fatti in varie vedute, c( me dire a cuno fia v^ Ito indietro, cuno per lato, & alcuno dinanzi, e c-.fi tutti gl'altri afi etti delle
Non
fano replicati
1'
li
medefime
tre
attitudini
per queflo
dimanderem
>
tutti
g'
altri
partecipanti
d'
uno
di
quelli.
Ma
li
54
gran vivacit,
comporti quelli , che una fola figura ti e parte per vedr con le gambe dinanzi di quefti fi dir in altro luo^o.
,
e
s'
ion
ella
il
profilo
della
(palla
T>elle giunture
delle
membra
CAR CLXXXIV,
e variet delle
membra,
crefcere
s'
loro piegature,
,
da confiderare come
car
nell'altro,
e
nel
carne
da un lato
viene
man-
ha da ricercare nel collo, degl' animali , perche li loro moti Tono di tre nature , delle quali due ne un comporto che partecipa dell' uno , e dell' altro fono femplici femplice, delli quali moti femplici, l'uno quando fi piega all'una o quando elTo alza o abafia la tefta che lopra gli e r altra fpalla pof fecondo quando effo collo fi torce a dertra o finiftra Il anzi rerta dritto haver il volto voltato fenza incurvamento verfo una delle fpalle, Il terzo moto, che detto comporto, quando nel piegamento fuo fi aggiunge il fuo torcimento , come quando l'orecchia s' inchina inverfb una delle fpalle, & il volto fi volta inverfo la medefima parte, o la fpalla oppofita , col vifo volto al
quefto
,
&
&
cielo
GAP- CLXXXV.
,
e fc proportlone della tua membrificatione e forte ti guarderai di la trovi in alcuna parte difcordante, notala, non r ufare nelle figure che per te fi compongono , perche quefto
in tela
la
Mi fura
comune
vitio
de' pittori
di
dilettarfi
di
f.
Ve
Tutti
nati
,
GAP. CLXXXVJ.
al
li
membri
efercitino
quell' ohicio,
quale
furono
fia
il
defti-
o defto cofi il piede che riceve to, e non con dita fcherzanti, f
il
pefo
apparifca vivo
,
fchiaccia-
gi
non
pofarte fopra
calcagno.
Ve
<njolto
GAP. GLXXXVIL
Li moti delle parti del volto, mediante g* accidenti mentali, fono molti j de' quali i principali fono ridere, piangere, gridare, cantare in diverfe voci acute e gravi,
ammiratione,
ira, lentia,
malin-
conia, paura, doglia, e fimili, delle quali (\ far mentione, e prima del rifo, e del pianto, che fono molto fimili nella bocca, e
nelle guancie, e ferramento d' occhi,
ma
folo
fi
,"
DI
.e
LIONARDO DA
e
il
VINCI.
,
55
loro intervallo
quefto
volto
,
tutto
le
cio delle diremo al Tuo luogo mani e tutta la perfona per ciafcun
, ,
de^r accidenti, de' quali a te, pittore, necelTaria la cognitione f Et non la tua arte dimoftrer veramente i corpi due volte morti e ancora ti ricordo che li movimenti non fiano tanto sbaleftrati tanto mofl'i, che la pace paia battaglia o morefca d'imbriachi: e fopra il tutto che li circolanti al cafo per il quale fatta 1' hiiloria fano intenti con atti che moftrino ammiratione , riverenza, dolore, paura, o gaudio, fecondo che richiede il cafo per il quafofpetto o vero concorfo delle tue figure e fa che le fatto il congiunto
.
le
tue
hiflorie
non
fieno
,
1'
una fopra
ella
1'
altra
con
le
diverf
orizzonti
fi
che
paia una
Ve membri
defcr'tt'ione
ci'
effigie
GAP. CLXXXVIII.
Le parti che mettono in mezzo il globo del nafo fi variano in o egualmente concacio o elle fono egualmente dritte otto modi o egualmente convelTe i.* Overo fon difegualmente rette, conve 2."* Overo e di fono nelle parti fuperiori rette cave t convefle fotto concave, 3.* Overo di fopra rette, e di fotto convelle, 4." Ove, , ,
:
di fopra concave 5." ro di fopra concave e di fotto rette fotto conveffe, 6." di fopra convefTe , e di fotto rette, 7.*
,
di di
O
,
fopra convefle
eh' ella
di
ftto
concave
col
ciglio
.
L' applicatura
,
del
nafo
di
concava o eh' ella dritta La fronte ha tre variet , o eh' ella piana o La piana fi divide in due cava , o eh' ella colma
.
eh' ella
con-
parti
cio
ro di
Modo
mente
d'
del fare
<volta
.
uri effgie
humanci in
profilo
folo
col
guardo
una fol
ti
GAP. CLXXXIX.
alla
In
quefto
e
,
cafo
bifogna
in
mandare
de' nafi,
dritti
memoria
la
variet
de' quattro
membri
diverf
profilo,
come
li
farebbe
quali
nafo,
bocca,
mento,
ti
,
fronte.
E prima diremo
.
De'
alto
con
fono di tre fornon ven' altro che quatla punta, e baffo. I naf
concavi fono di
la
re.
tre
,
forti,
hanno
la
parte
fuperiore
alcuni nel
fi
mezzo
&
in
alcuni nella
tre
Li nafi
conveffi, ancora
nella parte
di
variano
alcuni
in
gobbo
fopra,
nel
5<5
li
fporti
modi
che mettono in mezzo il gobbo del naio fi variano in cio o fono dritti, o fono concavi, o fono convefli
di
tre
Modo
tener
a mente
la
forma d* un molto.
tener a
CAP. CXC.
aria d'
bocche, pcchi nafi, menti, go^c col!i, Li nafi fono di dieci ragioni dritto, gobe fpalle: e poniamo cafo bo , cavo col rilievo pi sii o pi gi che il mezzo acquilino , fiquefti fono buoni in quanto al profilo acuto In mo tofido , faccia fono di undici ragioni: eguali, groffi in mezzo, {bttili in mezla punta grolla e fottile nell' appiccatura , fottile nella punta e zo
tcfte,
,
facilit
mente un'
,
un volto
,
;
im^
&
di
alte,
:
di
baftro-
di
buchi fcoperti
di
e cofi
verai divcrfit
le
naturale, e metterle a mente. Overo quando tu devi fare un volto a mente , porta teco un picciol libretto , dove fiano notate fimili fat*
tioni
e
,
quando
fagli
ritrarre
qual
nafo o bocca
g'
aflomie
glia,
un
picciolo
fegno
met-
terlo infieme,
T)elle
bellezze
di
evolti.
CAR CXCL
diffinitionl,
Non
fnifchino
fi
faccia mufcoli
con afpre
ma
H dolci lumi
infenfibilmente
nelle
piacevoli
&
dilettevoli
ombre
e di
DelV
attitudine
CAP. CXCIL
il
La
piede
,
e gittando
un brac^
getta in
ci innanzi
<liecro, la
la
fontanella efce di
elfi
piedi
fi
e f la
gamba
2)/ movimenti
delle
membra quando
frofrij.
fi
CAR CXCIIL
&
figura
atti
Quella figura , della quale il movimento non compagno dell' accidente che finto elTer nella mente della figura, moftra le memdell' il giuditio bra non efier obbedienti al giuditio d' effa figura, operatore valer poco j per deve moftrare tal figura grand' affettionc e fervore , e moftrar che tali moti , altra cofa di quello per cui fia-
no
fatti
non poflino
fignificare.
Velie
DI
Velie
LIONARDO DA
VINCI.
57
GAP. CXCIV.
effere
Le membra
nel
degl' ignudi
debbono
pi
difcoprimento de' mufcoli fecondo la maggior detti membri, e mollrar Iblo quelli membri che pi
moto o
attione
&
s
pi
fi
manifclli
reft
quello
eh'
pi
adopera
dell
'
lento e molle.
"Del
cor Co
hnomo
altri
animali
GAP. G X G V.
tardit
,
,
Quando
che r
altra
huomo
fi
la
fempr
bafla
far
pi
binando maggior
dijfereni^a
d^ altet.i.a di fpalle
mlV
attioni dell'
huomo
GAP. GXGVI.
Quelle fpalle o
infra loro
far di
dell'
il
lati
dell'
huomo, o
nell'
il
d' altri
,
animali,
quali
il
haranno
fuo tutto
maggior differenza
altezza
delle
,
pi tardo
moto
feguita
contrario
cio
animale haranno minor differenza nelle loro altezze, delle quali E quello fi prova per la 9.^ Cuo tutto far di pi veloce moto
.
del
moto
Ogni grave
tutto
pefa
per
la
linea
la
del fuo
moto:
adunque movendofi
feguita
f
verfo
alcun luogo,
del
parte a
quella unita,
la
linea
breviffima
laterali
moto
tutto
del
fuo tutto,
fenza dar di
d' elfo
GAP. GXGVII.
quanto alla prima parte di fopra , non efTer neceffario che huomo che fl fermo , o che camma con tardo moto ufi di continuo la predetta ponderatione delle membra fopra il centro della gravit che foftiene il pefo del tutto perche molte volte 1' huomo non ufa ne oiferva tal regola, anzi fa tutto
,
Dice r avverfrio
1'
,
in
il
contrario,
fopra
conciofiache
alcune
,
volte
effo
{\
piega
lateralmente,
ilio
lando
fopra la
c{\
un
fol
piede
pefo
cio
quella
che
fi
nelle
fatto
due
figure
B. G.
{Fig.
Riiponfatto
dalle
fpalle
nella
figura
G.
nel fianco
come
fi
dimoflrato a fuo
luo^o
Coma
58
Come
braccio
raccolto
ejfo
muta
s
tutto
huomo
.
dalla jlia
^nma
fonder atwne
(Quando
braccio
ejende
GAP. CXCVIII.
muove
tutta
la
pondeiatione
huomo
in
fopra
il
come
la
il
mo-
fra
quello che
con
le
braccia
aperte
va lopra
corda fcnza
altro baftone
3)ell'
huomo
il
centro
(iella
GAP. GXGIX.
Queir animale har
to
di
pili
pili
il
centro delle
cofi di
gambe
fuo fofentacolo
,
tan-
della gravit
il
quale far
il
convergo,
quello
har
centro
dal perpendicolo
Tua
il
quale
fia
di
pi veloce
moto
le
T)eir huomo
che
fue fpalle
GAP. ce.
Sempre
che per
fo
la
la
la
fpalla dell'
che foftiene il pefo pi alta e quefto l moftra nella figura, {tig. 22.)
centrale
di
huomo
quale
egual
paffa
la
linea
:
tutto
il
pefo
f
dell'
huomo,
divi-
il
non
fufle
,
foma fopra il centro della gamba che pofa farebbe neceffit che tutto il comporto rovinaile ma la necertit provede che tanta parte del pelo naturale dell' huomo ( getta da un de' lacon
;
che
aggiunge
l
dall'
op-
e querto far
non
li
pu
:
le
l'
huomo non
far
s'
piega e non
quello
lieve
non
pu
.
la
pefo non
l
1'
alza,
e la fpalla
non
abbafla
que-
llo
il
mezzo che
"Della
artiltiola
nccelfit
ha trovato
li
m
piedi
tale attiene
fuoi
GAP.
Sempre
divif
forti ene
il
GGL
che pola fopra una
fopra
il
pefo
dell'
huomo
oppolta
ll
gamba
far
con
egual
parte
centro
della
gravit che
(f/^- 23.)
DelV
Poe/, /f.
DI
"Dell
'
LIONARDO DA
huomo
che
fi
VINCI.
59
morje
C A P. C C II.
centro
della Tua gravit fopra
{Ftg. 24.)
L*
il
huomo
che
fi
move
har
in
il
centro della
terra
Velia
biltcat'toie
pefo di quahmcjiie
le
fue gambe.
GAP. ceni.
La
privatione del
,
moto
di
qualunque animale,
dell'
il
quale pofa
li
Tuoi piedi
inegualit che
i
hanno
infra lo-
foftengono fopra
CAP. CCIV.
dell'
,
Tanto diminuifce
lati
1'
huomo
parte
nel
piegamento
fi
uno
tal
de' Cuoi
quanto
all'
egli
piegatura
(i
far
ultimo fubdupla
che
eftende
Et
di quefto
Ve' piegamenti.
CAP. CCV.
membri
,
de' lati
de'
piegabili
fi
far pi
lun-
de' lati
che non
fi
piegano
CAP. C
I.
che foftiene pefo fuor di f e della linea cendebbe gettar tanto pefo naturale o accitrale della fua quantit che faccia equiponderanza de' pefi indentale dall' oppofita parte torno alla linea centrale che fi parte dal centro dalla parte del pie che fi pofa , e paffa per tutta la foma del pefo fopra cffa parte de* piedi in terra pofata Vedefi naturalmente uno che piglia un pc(b e f quedall' uno de' bracci , gittar fuori di f il braccio oppofito llo non baila a far equiponderanza vi porge tanto pi pefo di (e
la figura
, ,
.
Sempre
1'
medefimo piegandofi
pefo
fuoi
.
che
in
fi
fa
fufficiente
fia
a refiftere braccio
all'
applicato
l'
Si
lati
vede ancora
laterali
,
uno che
uno
de*
in
dell'
oppofita
parte
Pi
6o
humano
1'
C A P. C C V IL
d*
Quando
che
li
tu vuoi fare
huomo motore
alcun pefo
confider
moti debbono eOfer fatti per diverfc linee, cio o di baffo in alto con femplice moto, come fa quello che chinando fi piglia il pefo che rizzandofi vuole alzare, o quando vuole ftrafcinarfi alcuna cofa dietro, overo fpingere innanzi, o vuoi tirar in balio con corda che palTa per carruccola Qui fi ricorda che il pefo delf huomo tira tanto quanto il centro della gravit fua fuori del centro
.
A
alzi
quello
s'
aggiunge
la
forza
che
fanno
le
gambe o Mai
il
fi
cammina per
niffuna linea,
che
pie di dietro
non
il
calcagno.
del
bilico.
Del moto
Il
creato
dalla
dejrutttone
GAP. CCVIIL
cio
dall'
lit:
creato dalla dcftruttione del bilico, imperoche niffuna cofa per f fi move che
e quella
fi
moto
inegua-
bihco,
bilico
fa
pi veloce, che pi
delle figure
fi
non rimovc
I
efchi dal
fuo fuo
dal
detto
Vel
bilico
C A P. C C
X.
Se la figura pof fbpra uno de* fuoi piedi , la fpalla di Iato che pcfa fia fempre pi balTa che 1' altra, e la fontanella gola far fopra il mezzo della gamba che pof. Il medefimo der per qualunque linea noi vedremo effa figura elTendo fcnza
cia f^ortanti
quel
della
accabrac,
non molto
in
fuori della
figura
o fqnza pefo
adolTo
in
mano, o
fpalla,
o fportamento
26.)
della
delle
membra.
GAP. CCX.
corpo debbono effcre accommodatc con gratia al propofto dell' effetto che tu vuoi che faccia la figura: e f tu vuoi fare la figura che mofiri in f leggiadria debbi far membri
nel
,
Le membra
gentili, e
difefi,
fenza dimoftratione
di
troppi
mufcoli
e quei
po-
proposto farai dimoflrare, farli dolci, cio di poca evidenza, con ombre non tinte, e le membra, e maffiniamente le brac eia difnodate , cio che niffun membro non ftia in linea dritta col
chi che al
membro
va,
farai
che s'aggiunge feco. E f il fianco polo dell' huomo fi troper lo pofare fatto, che il dcfiro fia pi alto che il finifiro, la giuntura della fpalla fuperior piovere per linea peroendicoil
lare
fopra
fia
ella fpalla
deftra
pi
DI
pi
baflfa
LIONARDO DA
la
VINCI.
Tempre fuperiorc
al
6\
della finiflra, e
fontenella
fia
mezzo
della giuntura
del
pie
di
gamba
e la
gamba che
non pofa habbia il Tuo ginocchio pi balio che l'altro, e prefTo ali' altra gamba. Le hutitudini della tefta e braccia fono infinite, per non m' eftender
in
darne
alcuna regola
elle
con
varij
GAP. CCXI,
membri
,
In
quanto
alla
comodit
d* efT
harai
confdcrare
che quando tu vuoi figurare uno che per qualche accidente fi habbia a voltare in dietro, o per canto, che tu non facci muovere l piedi e tutte le membra in quella parte dove volta la tefta, anzi farai operare col partire efio fvolglmento in quattro giunture, cio
quella del piede, del
rai
fu la
gamba
il
ginocchio, del fianco, e del collo: e f pofedeftra , farai il ginocchio della finiftra piegare in
fia
dentro,
nilka
&
Tuo piede
fi-
e la nucca fi fcontri nel alquanto pi bafia che la deftra medefimo luogo dove volta la noce di Riori del pie finiflro , e la fpalla finiflra far fopra la punta del pie dcflro per perpendicolar linea: e fcmprc ufa, che dove le figure voltano la tefta , non vi fi volga il petto, che U natura per noRra comodit ci ha fatto il colche con facilit pu fervire a divcrfc bande , volendo 1* occhio lo voltarfi in varij fiti a quefto medefimo fono in parte obbedienti
fia
,
:
&
f fai
1'
huomo
ad
la
modo
fhe
il
petto
fi
volga fopra
2)'
dell
'
hiforia
GAP. C C
II.
Ancora non
nella
che
la
figura moftra di
innanzi, e l'altra
il
facci
due
le
pie
deftro innanzi
eh'
tal
il
braccio deflro
fia
fi
indietro
&
,
il
fini-
ftro innanzi,
f
gli
perche fcnza
difpofitione
feguiti,
far
fatto
uno che
,
lo
E
fi
il
getti
alquanto
dir
innanzi
fa che f altra
il
fotto
la
tefta
&
moto,
vada innanzi: e
cefi
di
que
pieno
nel
libro
de' tpovimcnti.
6t
GAP. CCXIII.
Fra
tioni
le
fi
richiedono nelle
fopra
le
figurail
degl' animali
i
fituar
bene
la
fella
i
(palle
bullo
fopra
fianchi, e
piedi.
Del
bilicar
ti
pefo
intorno
al
centro
della
gravita de
corpi
GAP. ccxiy.
La
(di
moto moto
fopra
al
li
fiioi
piedi
fiio
li
fi
rofiicnc,
.
dar
eguali
f
oppofiti
intorno
inanzi
al
centro del
fi-ilcntacolo
co che
la
figura fenza
far
pofata fopra
fuoi piedi
Diche
acci-
s'ella getta
un braccio
naturale
j
fuo
petto,
getta
eh* ella
debba gettar
tanto pefo
indietro
quanto ne
folito.
del
naturale
&
dentale inanzi
quel
medefimo dico
di ciafcuna
oltre al
Delle fgure
cio
hanno a maneggiare
e portar pefi,
GAP. CCXV.
,
Mai
f
fi
lever
o
a
porter
quella
pefo
dall'
huomo
il
pi
di
fporti
in oppofita parte
dove
eiTo leva
detto pefo.
GAP. GGXVI.
le
Siano
le attitudini
degl'
huomini con
fi
loro
membra
in tal
mo-
do
difpofti, che
con quelle
dimoflri
1'
animo.
GAP. GCXVIL
le
Pronuntlanfi
t, e
fi
g* atti
negl*
le
huomini fecondo
,
loro et e digni-
variano fecondo
fpetie
&
delle
femmine.
GAP. G G X V 1
deve notar le attitudini e li moti degl' huomini nati di qualunque accidente immediate , e fiano notati o meffi nella mente , e non afpettar che 1' atto del piangere fia fatto fare a uno in prova fenza gran caufa di pianto, e poi ritrarlo , perche tal atto non nafcendo dal vero cafo, non far ne pronto ne naturale: ma e ben buono haverlo prima notato dal cafo naturale, e poi fare ftar
il
Dico che
pittore
uno
in
DI
Delle atttoi de
LIONARDO DA
c'irco^Iaiti
VINCI.
.
6^
a un cefo notnv.do
GAP. C C X I X,
degno
d' eflere
Tutti
ftanno
li
circolanti
atti
eh
qualunque caio
a
li
notato
,
con
la
divedi
^iuftitia
li
ammirativi
g'
confdcrare
:
eflo
atto
di
come
de-
quando
vota,
e
punifcc
malfattori
1'
il
cafb e
(acriHcio
cofa.
tutti
circoftanti drizzano
occhi
oilia
con
nel
,
divcrf
atti
,
di
devofmili
:
tionc a
s'
elio
cafo, cerne
il
mollrare
,
egli
cafo
degno
li
,
di
rifo
o di
parte
pianto
g'
in
quello
non
, ,
ne-
circolanti voltino
e
ma
movimenti
che
il
gran
di
fi
rallegrino
con o l
&
calo paurofb
li
vifi
fpaventati di quel-
gran
fi
dimoftratione
di
con
varij
movimenti
come
moti
GAP. G G X X.
mai una figura che babbi del fottilc con mulcoli \ troppo rilievo imperoche g' huomini fottili non hanno mai troppa carne fopra 1' ofTa ma fono fottili per la fcarfit di carne e dove poca carne , non pu effer grolTezza di mufcoli
far
i
,
Non
Come
I
li
GAP. G C X X
huomini
carnofit
I,
I*
offa,
e fono
le
,
grofl
cor-
ti,
&
(i
hanno
fuole
careltia di
fi
graffo,
imperoche
luogo
,
de* mufcoli
riilringono infieme
&
i
il
graflo che
in
tai
interporre
non
ha
&
mufcoh
inha magri
efiendo in tutto colhetti infra loro , e non potendofi dilatare , crefcono in groifezza , e pi crefcono in quella parte che pi remota da loro cltremi, cio inverfo il mezzo della loro larghezza e lon-
ghezza
Come
li gycfjf
mn
hanno
grofj mufcoli
GAP, GGXXII,
come
g'
Ancora che
ti
li
graffi
antidec-
mufcoli, ma la loro pelle velie molta groflezza fpognoia e vana, cio piena d' aria per efii gralh {\ foftengono pi lopra 1' acqua che non fanno li mufcolofi , che hanmufcolofi,
elfi
hanno
no
nella
pelle
rinchiufa
meno
quantit
d'aria.
^Imlt fono
li
ne'
mo'vtmen
di'verft
dell
'
kuomo
GAP. GGXXllI.
Neir alzare
&
abballare
delle
braccia
le
poppe fparifcono, o
elle
64
elle
fi
pi
rilievo
il
ornile
fanno
li
rilievi
le
de' fianchi
nel
piegarfi in
in dentro
,
nelli
,
variet
&
fianchi
&
il
collo
hanno
li
moti pi
variabili:
e di quello
iar
un
libro particolare.
Vemufcoli.
Li
GAP.
ce XXIV.
nella
giovent
,
pronuntiationc
e ne' giovanetti perche . fegno di fortezza attempata non tempo, ne matura fortezza: ma fiano i fentimenti delle membra pronuntiate pi o meno evidenti, fecondo che pi o meno faranno affaticati: e Tempre li rnufcoli che fono affaticati fono pi alti
de' mufcoli
che quelli che ftanno in ripofo , e mai le linee centrali intrinfeche de' merpbri che fi piegano ftanno nella loro naturai lungheze
groffi
za.
Che
r ignudo
fenica
moto
GAP. G G X X V.
tutti
f
i
L* ignudo figurato
fa
fenza
moto
fi
fi.ioi
mufcoli
de'
una parte
tirano:
e
coli
fi
mufquelli che
quelli
che tirano
fi
fcuoprono
forte
fannofi
evidenti
Che
le figure
loro
mujcol ricercati
ci^^tto
GAR GGXXVI.
ignude non debbono haver i loro mufcoli ricercati Per quell' afpetto perche riefcono difficili e difgratiati
.
Le
che
il
li
figure
,
interamente
membro
fuoi
fi
fia-
mufcoli pi fpeffo pronuntiati Il mufcolo in f pronuntia fpeffo Te fue particole mediante 1' operatione, in modo che fenza tale operatione in effo prima non fi dimoffravano.
no
^elV allargamento
racortamento
de
mufcolt
GAR GGXXVIL
Il
mufcolo
fa
eftenfione
11
&
attratione
fecondo
.
quello che
compone
la
natica
Il
terzo
quello delle
fchiene
le
.
Il
Il
,
fef'lo
quarto quello della gola. Il quinto quello delle fpale quello dello ftomaco , che nafce fotto il pomo granail
to
e termina fotto
pettignone
come
fi
dir
di
tutti.
Do've
DI
Tio've
ft
LIONARDO DA
corda
ne
fl^
VINCI.
fenica
6^
,
trama
hmm'un
mufcolt
GAP. CCXXVIII.
braccio termina con la palma della
Dove
tro dita,
l
il
la trova una corda la maggior che Ila bracnafce nel mezzo dell uno de fucili del le fenza mufcolo, e ha figura quadrata, dell'altro fucile, e termina nel mezzo cio mezzo dito, e quefta ferve folo larga crea tre dita, e grolla due detti fucili del braccio, accio non li a tenere infieme {fretti li
a quat-
qua-
&
dilatino
Df?/' ^
otto
pex.z,i
che
mfcono
buomo.
nel
wez.i.o
delle
dell'
GAP. GGXXIX.
dell'
li
alcune giunture, de piedi, fpalle , come le rotelle delle ginocchia, e quelle delle una per rpalla,& una pei giche le quali fono in tutto otto, la prima giuntura delh deti nocchio, e due per ciafcun piede fotto fanno duriflimi verfo la vecchiczroffi verfo il calcagno, e queffi fi
Nafcono
nelle
giunture
huomo
corde
li
qua-
fono
ifabili
nel
mezzo
delle
che
legano
&
za
dell'
huomo
che
Vel mufcolo
infra
'l
pomo granato,
^
tre
il
fcttignone.
GAP. CGXXX.
il
il
pomo
quale
granato,
di
&
il
pettignonc,
potenze,
perche
corde, cio divifo nella fua lunghezza di tre come e poi feguita una corda larga
ouita
il
al quale fi congiungc fecondo mufcolo pu ballo di quefto mufcolo con la terza coral fine feguita il terzo fa (econda corda e queite tre del pettignone da la qual corda congiunta all' olTo il corde fono fatte dalla natura per riprefe di tre mufco'i con tre limi1' huomo nel fuo piegarfi e diftenderd con gran moto che ha quale f fufie d' un pezzo ^^^|^ ^^ /^P.^ .[['^f;^ il le mufcolo: f e d.ifenderfi dell huopiegarfi
,
:
nel
fuo
e
dilatarfi
reftringerfi
nel
mo,
mufcolo fi ha da difenil mufcolo nelle lue attioni , imperoche f per r.tirarfi, non tocca tre dita dere nove dita, & altrettante poi variet nejla loro figura, ciafcun mufcolo, le quali fanno poca poco diformano la bellezza del corpo.
fa maggior
bellezza nell'
huomo
haver^ poca
variet
di
tal
Veli'
66
J)f//* ultimo
huomo nel
<vedeyjt
fl
dietro,
GAP.
L* ultimo
le
CCXXXL
pu
in
far
1'
fvoltapiento che
huomo
e
far
pel dimollrarf
fi
calcagna indietro,
diffcult
,
&
fi
il
vifo
faccia:
quefto non
far (en-
za
&
Te
non
piega la
gamba
&
abbalTafi la fpalla
che
guarda la nucca: e la caufa di tale fvoltamsnto fia dimoftrata nell' ultimi fi muovmo {Fig. ij.) quali mufcoli primi anatomia,
&
&
^^fo
Jt
pu a'wictuar
l'
un braccio
con
altro
dt
dietro,
GAP, CGXXXIL
gomita non Ci faranno mai pi vicine che le pi lunghe dita pafTino le gomita dell' pppofitc mani , cio che 1' ultima vicinit che haver poffino le gojpita dietro alle reni , far quanto lo fpatio eh' dal lup gomito air eftremo del maggior dito della mano, le quali braccia fanno un quadrato perfetto. E quanto fi poflino traverfar le braccia e che le gomita venghino nel mezzo del petto fupra il petto e quefte gomita con le fpalle e braccia fanno un triangolo equilaDelle braccia che
fi
mandano
di dietro,
le
tero
(%.
28.)
^elV
^ercujjone
>
GAP. CCXXXIH.
Quando
fjrza
,
1*
huomo
piega
e
fi
fi
difponc
trce
alla
creationc
effo
fi
quanto pu nel
la
quello dove vuol generare la percufTione , e quivi i apparecchia nella forza che a lui pofTibilc, la quale conduce e lafcia fopra della
cofa
da
lui
percoffa
col
moto
huomo
,
del
compofto
(F/^. 2^.)
dall
GAP. GGXXXIV.
L mufcoli che
flenfione
e
-prima J dir
delle
braccia
muovono
del
1*
il
maggior
,
fucile
del
il
braccio
retrattione
,
braccio
dietro
nafcono circa
altro
\
mezzo
fo
detto adiutorio
il
uno
e
all'
di
che eftende
braccio,
proSe r huomo pi potente nel tirare che nello fpingere vafi per la 9." de ponderibus , dove dice: Infra li pefi di egual potenza, quello fi dimoftrer pi potente che far pi remoto dal polo della loro bilancia. Seguita che eflendo N. B. {Fig. 30.) mufcolo, N. G. mufcolo di potenza in tra loro eguali, il mufcolo dinan-
zi
Pa.y. 6S.
Pa^. 66.
t'--^
mmm'^^..
DI
ZI
LIONARDO DA
VINCI.
N. C. pi potente che il mufcolo di detto N. B., perche elTo fermo nel braccio in C. fto pi remoto dal polo del gomito A. che non B. il quale dil da elTo polo , e cofi conclufo l' intento Ma quefta e forza femplice, e non comporta, come fi propone di voler trattare , e dovemo metter pi innanzi ; & la forza comporta quella quando faccndofi un operatione con le braccia, vi s'aggiunge una feconda potenza del pelo della periona e delle gambe, come nel tirare, e nello fpingere, che oltre alla potenza delle braccia vi s' aggiugne il pefo della perfbna e la forza della fchiena, e delle gambe, la quale nel voler dirtenderfi, come farebbe di due ad una colonna, che uno la fpingelTe, e l'altro la tiralTe.
.
^lual maggior
poteti'z.a
dell
'
o quella
del-
lo
ffwgere.
GAP.
1'
CC XXXV.
nel
tirare
che nello fpingere , perche nel tirare vi s' aggiunge la potenza de' mulcoli delle braccia che fono creati folo al tirare, e non allo fpingere, perche quando il braccio dritto, li mufcoli che muovono il gomito non poffono bavere alcuna attione nello fpingere pi che fi aveffe 1' huomo appoggiando la fpalla alla cofa che lui vuole rimuovere dal Tuo iito , nella quale folo s'adoprano li nervi che drizzano la fchiena incurvata,
e
huomo
quelli
che drizzano
delle
la
gamba gamba,
,
piegata,
e
la
rtanno
fotto la
al
cofi
conclufo
tirare
aggiungerfi
la
potenza
braccia
gambe,
dell'
huomo,
nella
il
qualit
che richiede
fua obliquit
&
allo
fpingere concorre
,
medeiimo,
perche tanto a fpingere mancandogli la potenza delle braccia ccme bavere interpolto un con un braccio dritto fenza moto pezzo di legno fra la fpalla e la cofa che fi fpinge {Ftg. 31.)
,
che
officio
fa
la
carne che la
njejle
in
effo
piegamento.
CaP. CCXXXVI.
dell' offa,
La
vicine
,
l'altre
parti
all'
il
orto pie-
membra
cio
crefcono
dalla
angolo che fi genera nelli piegamenti de' membri alTottigliano &C fi ertendono dalla parte di fuori dell* ans' golo erteriore: il mezzo che s'interpone fra l'angolo convelTo il concavo partecipa di tale accrcfcimcnto o diminutione , ma tanto
dell'
&
&
&
pi o
delle
meno quanto
le
parti
fono
I
pi
vicine
remote
dagl' angoli
Ve
6S
gamba
fenz.a la
cofc'ia
C A P. C C X X X V
ImpofTibilc voltar la
la cofcia
con altrettanto oflo del ginocchio ha il contatto deli' olTo della cofcia internato e commeiTo con X odo della gamba , e fblo fi pu muovere tal giuntura innanzi o indietro, nel modo che richiede il caminare , inginocchiarfi i ma non fi pu mai muovere lateralmente , perche li contatti che compongono la giuntura del ginocchio non lo comportano imperoche f tal giuntura fufle piegabile e voltabile , come
:
gamba dal ginocchio in gi fenza voltar moto e quefto nafce che la giuntura dell'
&
1'
r offo
della
dell'
adiutorio che
cofcia
cofi
che
le
fi
commette nella fpalla, e come quello commette nelf anche, 1' huomo harebbc fempre
(\
piegabili
alla
gambe per
gli
loro
lati
come
dalla
parte dinanzi
&: anco,
ra
tro
gambe farebbono
la
torte:
rettitudine della
gamba
&
non
indietro,
perche
{\
piegaiTe indie-
potrebbe levare in piedi quando fuile inginocchiato , perche nel levarfi di ginocchioni, delle due ginocchia, prima {\ d il carico del bufto fopra Y uno de' ginocchi, e fcaricafi il peib dell'altro, in quel tempo l'altra gamba non fente altro pe{o che di f medefima, onde con facilit leva il ginocchio da terra, e mette la pianta del piede tutta pofata alla terra, di poi rende
r
fi
huomo non
&
tutto
{io
pefo fopra elfo piede po/ato, appoggiando ginocchio , in un tempo diftendc il braccio
il
la
il
mano
fopra
il
il
&
quale porta
1'
petto
e la tefta in alto
e
faflTi
cofi
to
tra
che ha levato
al-
gamba.
Velia piegatura della
cardie
.
GAP. CCXXXVIII.
grinza
dall'
Sempre
r
tirata.
la
carne
piegata
dell'
huomo.
GAP. GGXXXIX.
che
fa
nel
piegarfi
moto
femplice
detto
quello
fempli-
Moto
Il
compojlo,
GAP. GCXL.
moto comporto
piegarfi
il
ne
fi
richiede
cofi
deve avvertire
quando per alcuna operatioin gi in traverfo in un medefimo tempo pitture a fare i movimenti comporti, i quali
detto quello
:
fia-
sJj^
DI
compollo
,
LIONARDO DA
:
VINCI.
cio f
,
6^
uno
fa
un
atto
mediante
attione.
le
necefTit
di
tale
attione
,
in contrario
un
atto
femplice
il
moto da cHa
Dellt moti
appropriati
agV
effetti
degV buomini
GAP. CCXLI.
tit
Li moti delle tue figure debbono elTere dimoftrativi della quandella forza quale conviene a quelle ufare a diverle attieni , cio
che tu non facci dimoftrare le medefime forze a quel che lever una bacchetta , la quale fia conveniente all' alzare d' una trave Adunque fa diverfe le dimoftrationi delle forze fecondo la qualit de' pc.
da loro maneggiati
De
C A P. C X L II.
fopra
le
Non
traverfo,
,
guardino in sii o in gi o dritto , perche gli necelTario fare i lor moti che moftrino vivacit defta, e non addormentata. E non fare li mezzi di tutta che moflrino le loro rettitudini fola pcrfona dinanzi o di dietro e f pure tu lo pra o (tto agi' altri mezzi fuperiori o inferiori
,
dritte
fpalle
ma
voltate
in
ancorch
elle
vuoi ufare,
cia, o delle
fallo
non replicare li movimenti delle bracgambe, non che in una medefima figura, ma ne anche
ne' vecchi:
e e
nelle circolanti
vicine,
gi
la
neccifit
del cafo,
che
li
fnge
non
ti
coftringeffe.
Vegl
Negl*
atti
'
atti
dimoflrati^t
GAP. GGXLIII.
,
propinque per tempo o per fto s' hanno a moftrare con la mano non troppo remoe f le predette cofe faranno remote, reta da effi dimoftratori mota debba elTere ancor la mano del dimoftratore, e la faccia del
affettionati
dimoftrativi
le
cofe
fi
dimoftra.
Della variet
Sia variata \ aria
de
'vifi .
GAP. GGXLIV.
g'
de' vif
fecondo
accidenti
dell'
huomo
1'
in
e cof
atti-
ancora le membra della perfona infieme con tutta tudine deve rifpondere all' effgie alterata.
,
&
X>
70
C A P. C C X LV.
del corpo,
il
Sono
col
il
moto
fenza
&
alcuni
moto
corpo
Li moti mentali
moto
mani, oc ogn' altra parte che moftra vita: ma li moti mentali con il moto del corpo tengono il corpo con le e di quefie membra col moto appropriato al moto della mente cvvi un terzo moto eh' parflo tal difcorfo fi dir molte cofe uno, tecipante dell'uno e dell' altro: & un quarto che non n
fciano
cadere
braccia,
1'
e n r altro i e quefti ultimi fono infenfati , ovvero difenfato mette nel capitolo della pazzia o de buffoni nelle loro morefche
:
fi
Come gV
attt
mentali
e
muoijano
.
la
perfona
ni
primo
l.
grado
di
facilit
commoditk
GAP. C
il
il
X LV
atti
Il
corpo con
femplici
e
,
facili
in
perche
la
qua-
fenfi
quando
in f
medefima
'
occupata
obbietta
GAP. G G X LV I L
Quando
tale
fi
il
moto
dell'
huomo
caufato
f
muove
all'
obbietto
il
chio,
fcie
lafciando ftar
i
piedi al
primo luogo,
fi
muove
le
fi
covol-
infieme con
fianchi
e ginocchi verfo
far gran
De
Tanto fon
moti comuni
G A P. G G X L V
degl'
IL
fono le variet e ciafcuno accidegl' accidenti che difcorrono per le loro menti fecondo che faranno dente in f muove pi o meno effl huomini 1' di maggior potenza, e fecondo eti perche altro moto far fopra
varij
li
:
moti
huomini quante
,
un medefimo
cafo
un giovane
che un vecchio
GAP. GGXLIX.
due piedi abbaffa nel fuo moto pi quella parche quella che ^ fopra il piede te che Ila fopra il piede che alza che pofa in terra: e la fua parte fuprema fa il contrario: e quello fi vede nelli fianchi e fpalle dell' huomo quando camina, e negl'uccelli il medefimo con la tella fua, e con la groppa.
Ogn' animale
di
eh' ogn:
DI
Cj
LIONARDO DA
il
VINCI.
71
ogm membro
Ja proportfQ>jato a tutto
fuo corpo .
C A P. C C L.
Fa eh' una parte d'un tutto fa proportionata al flio tutto: come fc un huomo di figura grolla e corta, fa che il mcdefmo fia in f ogni fuo membro cio braccia corte e groffc le mani larghe e le dita corte, con le fue giunture nel modo fopra decie grode
,
,
to.
cofi
il
rimanente,
T>elV offer^awLa del decoro.
GAP. CCLI,
decoro, cio la convenienza dell'atto, vefll, (Ito, e circoftanti della dignit o vilt delle cofe che tu vuoi figurare cio che il Re (a di barba, aria, i hahito grave, il fito ornato, i circoftanti ftiano con riverenza, ammu'atione, habiti degni e
OlTerva
il
:
&
&
&
convenienti
bietti
,
alla
gravit d*
una corte
reale
li
vili
difbrnati
vili
&
ab-
&
li
e prc-
componimento. Che gli atti d' un vecchio non fiano fimili a quelli d' un giovane e quelli d'una femmina a quelli d'un mafchio, ne quelli d' un hug^ mo a quelli d' un fanciullo
funtuofi, e tutte
membra
corrifpondino a
tal
l^elV etk
delle
mefcolare una quantit di fanciulli con altrettanti vecchi, n giovani con infanti , n donne con huomini , f gi il caio ^he VUOI figurare non li legaffe infieme
^Imltt
d' hiiom'mi
Non
componmentt dell'
hijlorie.
GAP. GGLIII.
dell' hiftorie
Per r ordinano
fare rari vecchi
,
ne'
componimenti comuni
da' giovani
,
u(a
di
perche li vecchi fono rari e li lor coflumi non fi confanno con i coftumi de* giovani j e dove non p conformit di cofttimi non fi fa amicitia, e dove non amiE dove fi fa componimenti d' hiftorie appacitia fi fa feparatione renti di gravit e configli, facci pochi giovani, perche li giovani
e feparati
.
volentieri
fuggono
li
configli:
&
altre
cofe fimili.
perfom
GAP. GCLIV,
modare
in lui
g' atti
materia
di
p pcrfuafiva, che
g'
72
di dichiaratione
diverfe
ragioni
fa
che
quello
due diti della man deltra un dito della finilra , havendone con la e col vifb pronto verfb il popolo ferrato li due minori bocca alquanto aperta, che paia che parli. E f egli fede, che E Te lo paia che fi follevi alquanto ritto , e con la tella innanzi
con
fai
in.
piedi
il
fallo
la
tefta
inverfo
il
popolo,
tore
in
&
:
yifo
con
atti
ammirativi
fa
la
bocca
d'
alcun
vecchio
per maraviglia dell' udite fentenze chiufa, e nelli eftremi bafli tirarfi e con le ciglia alte nella giunindietro molte pieghe delle guancie alcuni a federe tura , le quali creino molte pieghe per la fronte con le dita delle mani inteffute, tenendovi dentro il ginocchio fianco: altri con un ginocchio fopra 1' altro, fu '1 quale tenga la ma,
:
no, che dentro a le riceva il gomito, la mano foflenere il mento barbuto d'alcun vecchio.
Come
de<ve farjt
del
quale
vr^da
una
figv.rct
irata
C A P. C C LV,
li
farai
tenere
uno per
'1
capelli
,
con
uno
in
de' ginocchi fu
coftato
li
col
braccio deftio
,
pugno
ftrette,
,
alto
i
quefto habbia
fretti
il
capelli
elevati
le
ciglia
&
denti
da canto
pollo
gr Ilo
dinanzi
per
chinarfi
Come
fi Jgura un
dlfpeyato
GAP. C C LV
Al
{tracciato
la
ferita
,
,
difperato
i
farai
,
darfi
e
i
veftimenti
farailo
con
un coltello , e con le mani haverfi fia una a flracciar d' elle mani in opera piedi ffanti e le gambe alquanto piegad'
,
te
la
Del
differeri'z.a
loro
C A P. C C LV I L
fi
Da
varia ne occhi, ne
bocca, n guancie, ma fblo la rigidit delle ciglia che s'aggiungono quello che piange s' aggiua chi piange e levanfi a chi ride gne ancora le mani tracciar le vefti e variafi nelle vane caufe del pianto, perche alcun piange con ira, alcuno con paura, alcuno per
,
.
A
:
alcuno per doglia e tormento, alcuno per piet e dolore de' parenti o amici perfi delli alcuno alcuno mediocre quali piangenti alcuno {{ moftra difperato lagrima, alcuno grida, alcuno fi con il vilb al cielo, e con le
tenerezza
allegrezza
,
&
&
mani
in
bafo
havcndo
le
dita
di
quelle
inficme
teffute
altri
ti-
DI
timorofi con
le
le
LIONARDO DA
Quel che
ftringe
VINCI.
le
7^
ciglia
fpalle
.
predette
caufe
le
verfa
,
il
pianto alza
nelle lo-
ro giunture, e
rivolta
li
infeme
compone
e
grinze
di
gli
fopra,
5c
canti
della
bocca in
.
bailo,
colui
che ride
ha alti,.
e le ciglia aperte
e fpatiofe
X>el pofare
di
putti.
GAP. CCLVIII.
effer' atti
Ne' putti e
diante
le
ne* vecchi
non debbon*
pronti
fatti
me-
loro
gambe.
delle
Del pojar
Nelle
femmuie
e
de'
gto'vam
GAP. G C L I X.
elTer' atti
femmine
giovanetti
non debbon'
di
gambe
al
troppo aperte, perche dimollrano audacia, o privatione di vergogna, e le ftrettc dimoltrano vergogna.
sbandate, o
tutto
quelli
che Jaltano
GAP. C G L X.
alcun
difcorfo
le
La
che
le,
le
natura opera
&
,
infegna fenza
egli
del
faltatorc;
le
quando vuol
faltare
alza
fi
con impeto
braccia e
fpal-
muovono
te del
corpo , & levanfi in alto , fin a tanto^ che il lor impeto in f fi conlumi il qual' impeto accompagnato dalla fubita cftenione del corpo incurvato nella fchiena, e nella giuntura delle coqual' eftendone fatta per fcie , delle ginocchia , e de' piedi , la obliquo, cioc innanzi, all' ins, e cofi il moto dedicato all'andail moto d' andare re innanzi porta innanzi il corpo che falta,
:
&
il
corpo ,
falli
& &
aumenta
il
falto
Deir huomo
GAP. GGLXI.
tirar
L'
fa
,
huomo
o
del
il
quale
vuol
,
un dardo, o
figurato
1'
pietra,
altra
coalla
pu
eflere
in
due modi
fi
princi-
pali
cio
potr
effer
,
figurato
creatione
moto
veramente
la
quando quando
del
huomo
,
prepara
il
,
il
Ma
la
tu lo fingerai
per
fopra
,
creatione
la
moto moto
del
il
d* elio
finito
allora
lato
di
dentro
fotto
del piede
contraria
dell'
far
con
il
medefima
cio
linea
f
petto
ma
har
far
d' cf-
fpalla
il
piede,
piede
defiro
pefo
huomo
la
punta
32.)
Terche
74
o ficcar
.
tirando
II
ferro
in
terra
al'z.a
la
gamba
oppojta
incur<vata
GAP,
,
CCLX
il
L
in
Quel che
alza la
cannone
terra,
gamba
,
oppofta
al
quella piega
nel
,
gi-
nocchio
za
il
fen-
gambe
far
non
fi
potrebbe
n potrebbe trarre,
Tonderattone de
gamba non
,
fi
dillendelTe
corpi
che
non fi muoiono.
bilichi
GAP. GGLXILL
fi
Le ponderatloni overo
parti,
degl'
huomini
compofto. Semplice dall' huomo fopra li fuoi piedi immobili, fopra li quali aprendo le braccia con diverfe dillanze del fi.io mezzo,
cio
femplice
huomo
e chinandofi
ftando fopra uno de' fuoi piedi feiTjpre il centro della fua gravit pofa: ft per linea perpendicolare fopra il centro d' elfo piede che e f pofa fopra li due piedi egualmente, allora il petto dell' huomo
,
har
il
fuo centro
bilico
perpendicolare nel
li
s'
mezzo
elfi
della
linea
che mifiara
lo (patio
Il
interpolto infra
centri d'
piedi.
comporto
di
f
intende
cffer
quello
che
ra
d'
fofien
diverfi
quale
li
infra
il
petto
alla
le
braccia
che
tu
facci tanto la
di
dietro
<iclla
de fuoi piedi , quanto Anteo ha fua gravit dinanzi alli medefimi piedi. {Fig. 33.)
linea
centrale
centro
Dell
li
due piedi
che
da
di
alV
altro.
GAP. GGLXIV.
l'
'
uno
Quando
ba dove pofa
quefto
fantia,
tal
huomo ha
1'
fiancata la
altra
,
gam:
eflo
manda
gamba
o
ma
iii-
pofare ha da
effere
nelf et decrepita
nell'
veramente in uno ftanco perche moftra franchezza, o poca valetudine di membri e per fempre {\ vede un giovane, che fia fano e gagliardo pofrfi fopra 1' una delle gambe e f d alC[uanto di pefo fopra effo altra gamba , ufi quando vuol dar principio necelfario al fuo movimento fenza il quale fi nega ogni moto perche il moto fi genera dall' inequalit
:
1'
l'
Del pofar
delle
fgure.
GAR GGLXV.
le
Sempre
le
figure che
membra,
cio
che
DI
che
f
:
LIONARDO DA
innanzi
,
VINCI.
lia
,
75
fermo o vada indietro e f la figura pofa fopra una gamba, che la fpalla eh' fopra effa gamba fia piti balta che 1' altra , e quello fi oiFerva dagU li quali attendono Tempre per natura bilihuom.ini di buon fenfi
un braccio va
che
l'
altro
care r
piedi
:
huomo
perche
elio
,
fopra
li
fuoi piedi,
pofando fopra
necelTit
acciocch non rovini dalli fuoi un piede , Y oppolita gamba non fola
iene
huomo,
fua
flando piegata,
fa che
il
morta
il
onde
pefo
la
centro della
gravit
fopra
come f fuflc che dalle gambe ins mandi giuntura della gamba che lo
quale
in f
foftiene
"Delle
jiouderat'iom
dell
'
huomo
nel
fermar/i fopra
de'
fuoi
piedi
GAP. CCLXVI.
fopra li fuoi piedi , o fi caricher ugualmente fopra elfi piedi, o li caricher con pefi ineguali. Se fi caricher ugualmente fopra effi piedi , egli fi caricher con pefo naturale mirto con pefo accidentale, o fi caricher con femplice pefo
L'
huomo
che
fi
ferma
naturale
tale
,
Se
fi
accidendi-
allora gf eftremi
dalli
fanti
poli
delle giunture
,
de* piedi:
ma
:
fi
caricher
oppofiti
con
pe-
fo naturale femplice
allora tali
eftremi di
membri
e cofi
faranno
egualmente
ratione
fi
diftanti
dalle
di quefta ponde-
far
un
libro
particolare.
"Del
moto locale pi
meno
njeloce
GAP. G C L X V II.
o da alcun altro animale quanto il centro della loro cntro del piede dove fi fo-
Il
moto
far
locale
fatto
dall'
huomo
far di
gravit
pi remoto o propinquo
al
rtengono
Degl
'
ammali
di
(juattro
piedi
tS"
come J
muonjono
GAP. GGLXVIII.
La fomma
negl' animali
altezza
degl' animali
,
di
quattro
piedi
f\
varia
:
pi
to
pi
e
,
querto
eh'
la
e tanche in quelli che rtanno faldi elfi animali fon di maggiore o minor caufato dall' obliquit delle gambe che tocla
innalzano
f/^.
figura
d' erto
fi
animale
quando
tali
gambe
lari
disfanno
la
loro obliquit, e
(
quando
pongono perpendico-
fopra
terra.
34.)
VelU
16
dell
huomo
altra
meta
GAP. CCLXIX.
dell'
Mai
li
huomo
far e-
le
membra
a quella congiunte
moti.
}7el
Come
alt
<vf
GAP. CCLXX.
Quando
eh*
il
1'
J tronjano
tre
moti,
huomo
-i^lta
,
in
alto
la
tefta
tre volte
pi veloce
fi
fpicchi
due volte pi veloce che li fianchi e quefto accade perche ii disfanno in un medeCmo tempo tre angoli , delli quali il lliperiore quello dove il bufto (\ congiunge con le cofcie dinanzi, il fecondo quello dove le cofcie di dietro fi congiungono con le gambe di dietro, il terzo dove la gamba dinanzi i congiungc con r olio del piede.
terra
e
da
Che
membra
gV affetti GAP. G C L X X I.
J'erhl
tutti
mutationi
memoria
gli
.
afpetti
alcun membro di qualunque animale fi fia Quefto cafo efemolificheremo con la dimoftratione d' una mano. E perche ogni quantit continua divifibile in infinito, il moto dell' occhio
mutationi
d*
che rilguarda la mano, e fi move dall' A. al B. {Fig- 35.) fi muove per uno fpatio A. B. il quale ancor lui quantit continua, e in ogni parte di moto vaper confequente divifibile in infinito,
&
ria r afpetto e
figura della
il
mano
nel
fuo
vedere,
cofi
far
s
mo-
vendofi in tutto
nel fuo
cerchio:
&
con
il
fimile far la
mano che
innalza
moto
Della pratica
cercata
gran
follecittidine
dal
pittore.
Gap. gclxxil
E
re
li
,
tu
fc
pittore
hai da cofe
intende-
che
farai
tu
non
delle
naturae
f
opere con
affai
poco honore,
e e
men guadagno:
buone, con
la
farai
tuo grande
Del
DI
Del
g'uid'tcare
LIONARDO DA
il
VINCI.
e
77
d'
altrui
.
pittore
le
fue
opere
quelle
GAP. CCLXXIII.
fegno in tal giuditio: e quando l'opera fupera tal giuditio, quello pellimo, come accade a chi fi maraviglia d' haver fi bene operato: e quando E f il giovane giuditio fiapera 1* opera , quefto perfetto fegno il
Quando
1'
opera
ft
quello
trifto
^gJI-f^'F^
in tal difpofitione
fia
eccellente
di
operatore
qualit
componitore di poche opere ma faranno fermeranno g' huomini con ammiratiune a contemplarli
ma
fia
che
Del giudicare
ti
pittore
la
fua pittura
fi
GAP. GGLXXIV.
nell' altrui
gli
errori
conofcono pi
,
per fa che fij primo buon pr fpettivo , e fij buono architettore bi intera notitia delle mifure dell' huomo
cio in quanto appartiene alla
e
ritrarle dove tu non hai pratica, debbi tenere uno fpecchio piano quando dipingi, e rai dentro opere tue la quale vi fia veduta per
1'
edifitij
dell' altre
cofe
i
di
naturale
ma
,
fpelfo riguardelo
contrario
meglio gl'errori tuoi. Et ancora far buono levarfi fpefio, e pigliarfi qualche folazzo, perche col ritornare tu migliori il giuditio i che lo far faldo nell' opera ti fa forte ingannare
parr di
d'altro maeftro
,
mano
giudicherai
Come
lo
fpecchio maejlro
de
pittori
GAP, CGLXXV.
Quando
tu vuoi vedere
la
formit con le cofe ritratte del naturale, babbi uno fpecchio, e favVI dentro fpecchiare la cofa viva , e paragona la cofa fpecchiata con la tua pittura , e confider bene il tuo obbietto nell' uno e nell' altro Tu vedi uno fpecchio piano dimoilrar cofe che paiono rileva.
te
e la pittura
il
fa
il
&:
fpecchio
di
La pittura ha una fola fuperficie, medcfimo mcdefimo. Lo fpecchio e la pittura mofira la fimiuna e l'altra pare circondata da ombra e lume, e
il
.
1'
per
mezzo vendo
li
ombre ti fa parere le cofe fpiccate OC halumi pi potenti che queltu fra li tuoi colori ombre & dello fpecchio, certo f tu li faprai ben comporre infieme, la tua
de' lineamenti
1'
i
&
pittura
Il
parr ancor
e
lei
vifta
1'
chiaro
ne hanno uno eh' pi chiaro che le parti alluminate del firaulacfo di tale obbietto, e fimilmcnte in efl^i colon
bietto
li
voftri
colori
'
.
, ,
1^
f
ne trova alcuno che e pi fcuro che alcuna ofcurit di elfo obbietto: onde nafce che tu, pittore, forai le pitture tue flmili a quelle di tale fpecchio quando veduto da un folo occhio , perche li , due occhi circondano 1' obbietto minore dell' occhio
^al
pttura
pi laudabile.
GAP.
CCLXXVL
conformit
quelli
Quella pittura
la cofa
pi laudabile la quale ha pi
di
di
la
con
li
pittori
natura
tella
come
quale
del
fanno entrare otto: e la larghezza delle fpalle fmile alla tcfta riducendo e quefti la fanno dupla, con un picciol fanciullo d' un anno nella proportione d* un huomo
la
,
"^^'^
di
trent'
anni
tante
in
volte
hanno
,
taf errore
vifanza
la
,
quale ufanza
tanto penetrata
lor
giuditio
la
che
fan
credere
medeimi
non
^ale
il
primo obbietto
i}itentione
del pittore.
GAP.
CGLXXVIL
che una femplice fuperfcle piana fi dimoftri un corpo rilevato e fpiccato da elfo piano: e quello che in tale arte eccede pi g' altri , quello merita maggior lode, e quefta tale inveftigationc, anzi corona di tale fcienza nafce dall' ombre , e lumi o vuoi dire chiaro e ofcuro Adunque
intentionc
del
La prima
pittore fare
f tu fuggi
r
1'
ombre
tu
fuggi la
1'
gloria
dell' arte
apprefTo
il
li
nobili
ingegni, e
acquifti apprefio
di
ignorante volgo,
,
quale nulla pi
rilievo
colori
non conofccndo
,
il
binale pia
tnpor tante
nella pittura
'
ombra
fuoi lineamenti
GAP. GGLXXVIH.
Di molta maggiore
nella
inveftigatione
e
la
fpeculatione fono
1'
ombre
pittura che
li
li
fuoi
lineamenti:
lucidare
prova
di
quefto s'infegna,
che
pofli
lineamenti
infra
1'
fi
poffano
occhio e la cofa che non fono comprefe da tal regola , per 1' infenfbilit de' loro terli quali il pi delle volte fono confuf > come fi dimoffra mini nel libro dell' ombre e lumi
,
Come
DI
Cofije fi denje
LIONARDO DA
il
VINCI.
GAP. CCLXXIX.
il
,
75,
dare
lume
alle figure
Il
lume deve
eflfer
efTere
ufto
;
naturale
fa
1'
fto
dove
ofcure
fingi
,
la
tua figura
la
fingi
al
fole
ombre
coftanti
corpi
terra.
all'
E
,
la
ombre,
ca(a
f
ombre di tutti li cirfigura in trillo tempo, fa poca fenza farli alcun' ombra alli piedi.
\
da'
la
figura far in
terra.
fa
gran differenza
lumi all'ombre,
&
ombra per
&
habita
al-
diff^erenza fra
i
ella
minati: e
pia.
lumi roffeggianti e potenti, e l'ombre ofdell' ombre per li muri o per terra fiano terquanto pi s' allontana dal corpo, tanto pi fi faccia amdetta
figura
fofle
alluminata
parte
dail' aria,
parte dal
fuoco, fa che il lume caufato dall' aria, fia pi potente, e quello del fuoco fia quafi rolTo, a fimilitudine del fuoco. E fopra tutto fa che le tue figure dipinte habbino il lume grande, e da alto, cio quel vivo che tu ritrarrai, imperoche le perfone che tu vedi nelle
ftrade
,
tutte
hanno
il
lume
di
(opra
il
fppi
,
che non
tu
cofi
tuo
fa-^
gran conofcente,
tica
che dandogli
lume
di fotto
non
duraffi
a riconofcerlo.
Vo^e
cienje
GAP. CGLXXX.
e
fia
36.)
ti
fia
la
pittura veduta,
che D.
porrai infra G.
fatta
male
ta
,
pittura,
e maff'ime f fia
a olio,
&
perche har luifro, e fia quafi di quefte cagioni, quanto pi t' accofterai perche quivi rifaltano
pittura
vifta
,
.
natura
al
fpecchio
per
lum^ mandato dalla fineftra alla, E f ti porrai inha E. e D. quivi fia bene operata la tua maffime quanto pi t' apprefierai al punto D. perche quel
i
raggi
del
luogo
meno
Come
il
punto
GAP. GGLXXXI.
Il
mune
fatto
punto deve edere all' altezza dell' occhio d* un huomo coe r ultimo della pianura che confina col cielo deve effer
d' cflo
all'altezza
le
termine della
libere
terra
piana
col
cielo, falvo
che
montagne fono
Che
. .
8o
Che
le
mn
debbono
per
ragione
ejfer
ftmte
GAP. CCLXXXIL
Dico che
effere
le
cofe
che pareranno
dall'
di
dall'
dette
cofe lontane
la
occhio:
in-
fra
r occhio e
corpi
cofa
fa
molt' aria, e
minute particole
d' ef,
fiano indifcernibili
picciolc
non conofciute
Adunque
tu
pittore
fc
.
accennate, e non finite, trimenti farai , far contra g' effetti della natura tua maeftra cofa riman picciola per la diftanza grande che fra 1' occhio
farai le
figure folamente
&
al-
La
e
la
la
cofa
la
diftanza
molt' aria
e toglie
all'
oc-
Qhe
campo
de<ve
ufare
il
pittore
nelle
fue figure
CAR CCLXXXllL
^Ca^^Vi
vede che tutti i corpi fono circondati da ombre e lumi, voglio che tu, pittore, accomodi quella parte che alluminata, fi che termini in cofa ofcura, e cofi la parte del corpo ombrata termini in cofe chiare E quefta regola dar grand'
^^'
^ efperienza
fi
.
^^
ajuto a rilevare
le
tue figure
i pittura.
'Precetto
CAR CCLXXXIV.
col
habbi rifpetto dove ella e dove ella pi o meno sfumof inverfo pi chiara che ofcura E fopra tutto ti ricordo che ne' giovani tu non facci 1' omil lume bre terminate come fa la pietra, perche la carne tiene un poco del trafparente , come fi vede a guardare in una mano che fia pofta traffole , perche ella fi vede roffeggiare , infra 1' occhio il parere luminof: e f tu vuoi vedere qual' ombra fi richiede alla tua carne, farai ivi tu un' ombra col tuo dito, e fecondo che tu
r
,
,
.
Dove
ombra confina
lume
&
&
ia vuoi
pi chiara o fcura,
,
tieni
il
.
dito
pi
preffo o pi lontano
e quella contraf
Tfel fingere
un
fito
fehaggio
CAR CCLXXXV.
ramificati
di
fottili
Gli alberi e
1'
d'ombre,
quegl' alberi
foglie
ombre
Come
DI
Come
LIONARDO DA
far parere
VINCI.
?i
denje
CAP.
Tu
lue
ch'
fili
CCLXXXVI.
alcun' animale
f
il
non
e
potcrfi
fare
quale
non habbi
la
le
membra,
uno de
a lmilitudine
f
non
con qual-
g' altri
Adunque
un
animai finto, dato, diciamo, che la un frpente , piglia per la tegl'occhi di gatto, e {la una di un mainino, o bracco, e ponegli l'orecchie d' iRrice e '1 nafo di veltro, e le ciglia di leone, e le tempie di gallo vecchio, di tellugg ne d'acqua. il collo
&
"De
nj'tf
con gratta
CAP.
CCLXXXVIL
Nelle ftrade volte a ponente, flante il fole a mezzod, le pareti {ano in modo alte , che quella che e volta al fole non abbia a riverberare ne' corpi ombroli e buona farebbe 1' aria fenza fplendoall' bora che fian veduti li lati de' volti partecipare dell' ofcuirit re
:
e cos
,
li
lati
fi:
rada
f^ya.
alluminata,
di
tale
per
la
qual
cof.
mezzo
della
bocca
fo con tutte le faccie lui volte effere alluminate, e quelli lati che
fono volti alle pareti de' muri eflerc ombrof quello s' aggiunger la gratia d' ombre con grato perdimenprivate integralmente da og^ni termine fpedito to e quefto nafcer per caufa della lunghezza del lume che paffa infra i tetti delle ca-
fe
e
,
penetra
e
infra
le
pareti
e termina
fopra
dei
frada
quejli
rifalta
per
moto
.
reflefo
la
ne' luoghi
alquanto
rifchiara
i
lunghezza
gi
detto
,
lume
del
cielo
Rampato da
la
termini
bocca della ftrada , e cofi di mano to dell' ombre che fanno fotto I' oggetto del volto in mano fi va mutando in chiarezza, inhno che termina fopra del mento con ofcurit infenfbile per qualunque verfb Come f tal lume fufTe A. E. [Fi^. 37.) vedi la linea F. E. del lume che allumina fino f( tto il nafo e la linea C. F. lolo allumina infin fotto il labro, e la linea A. H. fi eilende fino fotto il mento, e qui il nafo rimane forte luminofo, perche veduto da tutto il lume A. B.
pra
:
.
D.
E.
Del dividere
fpiccare
le
figure da
loro
campi.
CAP. CCLXXXVIII.
Tu
hai mettere
la
tua figura in
^r
campo
C
.
%2
ra
i
ra
campo campo
ofcuroi e
chiaro,
chiara e few-
e la parte
chiara in
campo
ofcuro.
Della
de
dijferen'z.ct
lumi
-poj
hi
dtnjerj
CAP.
Il
CCLXXXIX.
e terminate
i
lume
I
picciolo fa grandi
ombre fopra
picciolo e
nell' aria
corpi
om,
brofi
lumi grandi
termini.
fanno
fopra
far
,
di confufi
Quando
potente
in
inclufo
nel
grande e
meno
meno
minati
potente refter
.
fole
all'
hora
il
illu-
T>el fuggire
>
CAP. CCXC.
pittori
,
Grandiffimo
fare
le
le
1'
vitio
g'
fi
dimoflra
prefio
di molti
cio d
habitatione de
huomini
modo
che
alle
all'
ginocchia de' loro habitatori , ancor che elocchio del riguardante che non 1' huomo
che in quella moftra volere entrare. Habbiamo veduto li portici cauna delle colonne di quelli foftenitri'ci elTer nel richi d' huomini , pugno a un huomo che a quella fi appoggia ad ufo di fottil baione j e fmil cofe che fono da eflerc con ogni {ludio fchifate
&
2)e termini
de' corpi
detti
lineamenti
o^njero
contorni
CAP. C
occhio
XC
I.
Sono
eiTo oc-
chio non comprende 1' effigie dell' amico , o parente , e non lo conofce , f non per 1' habito , e per il tutto riceve notitia del tutto
infieme con la parte
7)e
gt
nel
difcoflayft
de
omhrofl
CAP. C
XCIL
perdono nel difcoftarfi de' corpi ombrofi Secondariamente in pi diftanza fi perdono le fono i termini loro ombre che dividono le parti de' corpi che {\ toccano Terzo la grofe cofi fuecefilvamente fi perdono le e de piedi fezza delle gambe parti pi minute, di modo che a lunga diftanza folo rimane una
cofe che
.
Le prime
fi
V9
^^^^1
Cxtrm/rr/?//)
(f<nt.> A. t^/t/ifO
(^.y"i''J'tfU'
'n>^ -n
2ag. 85
dir.
IO
DI
'De g
'
LIONARDO DA
fi^erfica't
VINCI.
j'er
Sj
le
accidenti
che
prtma jl ^evdono
chjan%,e
GAP.
CCXCIII.
.
La prima cofa che de' colori fi perde nelle diftanzc il luftro loro parte minima, e lume de.' lumi Secondaria il lume, perche minore dell' ombra Terz.a fono ombre principali , e rimane nell*
1'
.
natura de termini
de" cor fi
fopra
g' altri
corpi
GAP.
Quando
corpi
di
li
GCXGIV.
fuperficic
corpi di
,
convena
terminano
fopra
altri
termine del conveflo parr pi ofcuro che quello che col convelTo termine terminer Il termine dell' haftc cquigiacenti parr in campo bianco di grand' ofcurit, campo ofcuro parr pi che altra fua parte chiaro , ancorch il lume che
egual colore
il
.
& m
fia
GAP. C C X G V,
,
linea
Sempre la figura che fi muove centra '1 vento per qualunque non olTerva il centro della fua gravit con debit^, difpofitione
,
fopra
il
centro del
GAP. GGXCVI.
fatta d'
flanze
de' pittori
impannate
fcnza
occupata di grado in grado inverfo li fuoi termini di gradi coloriti di nero, in modo che il termine de' lumi non fia congiunto col termine della finellra.
tramezzi,
Terche misurando un
njijo
e
&
poi
dipingendolo in
.
ta/l
grander.^a
egli jl df~
GAP.
GGXGVII.
nella
elfa
B.
la larghezza
(
del fito,
le
&
porta
,
diftanza
della
harebbe a ftare in dietro tutto A. G. &: all' hora le tempie farebbono portate nella diftanza O. R. delle linee A. F. B. F. fi che ci la differenza G. O. & R, D. e fi conclude che la linea G. F, e la linea D. F. per c(Tere pi corta ha andare a trovare -la carta dove . difegnata X alF. B. dove la verit, e fi fa tezza tutta, cio le linee F. A. la differenza, come ho detto, di G. O. e di R. D.
carta G. F.
Ftg.
40.
dove fon
guancie
&
&
Li
Se
Se la fuferjcle
ohhietto
GAP. CCXCVIIL
Tu
due
verai
tal
,
hai da intendere
,
fc
(a
far
meiTo un obbletto
,
bianco
,
infra
pareti
delle quali
una
bianca
1'
altra
obbietto
T obbietto far
di colore azzurro,
Togli il /mile al nero ovvero ombra della parete che tu fngi che habbia a riverberare nel tuo obbietto, e volendo fare con certa e vera fcicnza, uferai fare in quefto modo. Quando tu fai le tue pareti di qual colore fi voglia. , piglia un picciolo cucchiaro , poco maggior che quello che s' adopra per nettar l'orecchie, maggiore o minore fecondo le grandi o picciol opere in che tale operatione s' ha da
fcguita
.
>
come
onde havendo da dipingere farai nero per ombrare 1' obbietto azzuro che la
fmile
:
cffercitare,
e quefto cucchiaro
i
habbia
gradi
li
za,
delle quantit
colon che tu
adopri nelle tue milioni: come farebbe quando nelle dette pareti che tu haveffi fatto le prime ombre di tre gradi d' ofcurit , e d' un grado di chiarezza , cio tre cucchiari rafi come fi fa le mifurc del grano , e quef^i tre cucchiari fuffero di femplice nero , un cucchiaro di biacca , tu harefti fatto una compoftione di qualit
,
&
hora tu hai fatto una parete bianca &: una ofcura, L hai a mettere un obbietto azzurro infra loro, il qual obbietto f vuoi che habbia la vera ombra e lume che a tal azzurro fi conviene, poni da una parte quelT azzurro, che tu vuoi che reft fenz' ombra, e poni da canto il nero, poi togli tre cucchiari di nero , e componeli , con un cucchiaro d' azzurro luminofo , e metcerta fenza
alcun
dubbio
ti
con
effo
la
pi ofcura
ombra
1'
obbietto
sferico,
tira le
colonnare, o quadrato, o come fi fa, e s'egli sferico, linee da g' eftremi delle pareti ofcure al centro d' effo obsferico,
bietto
dove
elTe
linee
fi
tagliano
le
nella
fuperficie
di
tal
obbietto,
maggior ombre, infra cguali angoli poi comincia a rifchiarare come farebbe in N. O. ( Ftg. 41.) che lafcia tanto dell' ofcuro quanto elTo partecipa della parete fiperiorc A. D. il qual colore mifchicrai con la prima ombra di A. B. con le mcdefime diftintioni.
quivi infra
,
tanto
terminano
GAP. GCXCIX.
flia
pi
DI
Il
LIONARDO DA
f
fi
VINCI.
S5
muove
far
tanto pi veloce,
quanto
il
^'^''/or*
centro della fua gravit pi diftante dal centro del Tuo follentacolo
.
Quello
detto per
il
moto de
g'
uccelli
li
mento d' ale o favor di vento da f li muovono e quefto accade quando il centro della fua gravit fuori del centro del fuo follentacolo cio fuori del mezzo della fua rclidcnza fra le due ales perche f il mezzo dell' ale fa pi indietro che mezzo ovvero centro della detta gravit di tutto all' hora elio uccello fi moveuccello
:
il
1'
innanzi &:
il
ballo
ma
tanto pi o
meno
fa
fo, quanto
cio che
il
al
mezzo
dell' ale,
il
poca obliquit.
una Jigura che
20. e babbia
A fan
d'imojn
ejfer
alta braccia
,
membra
corrifpondenti
[ha
piedi
GAP.
In quefto
ecc.
&
me
fi
i^ia
il
muro dove
tal
1'
pittura a
non dee dar noia al pittore coe(To dipinge, e malTime havendo l'occhio vaderla da una fneflra, o da altro fpiraalla planitie
l
,
vit
d' elfc
ovvero curs
datai parete
.
hanno
dimoftrare per diverfi luoghi della fnta campagna farebbe tal figura nella curvit F. R. G, {Fig. 42.)
Ma
non fono
angoli.
A fare
dt
2.
braccia
che apparifca
I.
altex^'z.a
dt
24.
GAP.
GGG
Se vuoi far figura o altra cofa cho apparifca d' altezza di 24figura prima la parete M. N. {Fig. 43.) con la braccia, farai cofi met dell' huomo che vuoi fare, di poi l'altra met farai nella vol'1 piano d' una fala la parete della forma ta M. R. Ma fa prima fi-i
.
che
ft
il
muro con
ti fi
la
volta
dove tu
le
di
poi farai
dietro a effa
parete la figura
tira
difegnata in profilo
F.
di
che
grandezza
piace
tutte
nel
'1
do
eh* elle
R. cofi
la
figurerai
1'
fii
momu-
&
barai tutte
altezze e fpor-
ti
della figura
ovvero grolTezze che fi ritrovano nsl perche nel fuggir M. N. farai la fua propria forma La figura che va figura diminuifcc per f medefima
,
le
larghezze
nella
8^
nella volta
le
ti
come
ella
fuffe
dritta
,
la
quafar
diminutione ti bifogna fare in fu una fala la figura, che leverai dalla parete N. R. con
e ridiminuivle in
ben piana
le
li
una parete
di rilievo, e fa
buon modo,
A'wermef'ito rea
ompr^
<?
lumi.
GAP. CCCII.ombre
fi
dell'
mifchia lume dc
l'ombra derivativa fi mifchia col lume, quanto Ma il colore non fi vedr ella pi dinante dal corpo ombrofo mai femplice; quefto fi prova per la nona, che dice: La fuperiicie d' ogni corpo partecipa del colore del Tuo obbietto ancora che ella come aria acqua e limili perfia lupcrticie di corpo trarparente
ombra:
e tanto pi
la
le
d' ef-
Adunque
ella
s'
miramette infra l'occhio e loro, perche l'aria in f non ha colore pi che s' habbia l'acqua, ma 1' humido che fi mifchia con efla dalla mezza regione in gi quello che 1' ingrofTa, 6c raggi folan che vi percuotono, l'alluminano, e l'ai ingroffando
quali
,
mezza regione in su refla tenebrosa: e perche luce e azzurro in che fi tinge tenebre compone colore azzurro, quello aria e mifia con tanta maggior o minor ofcurit quanto r aria con massior o minor humidit
ria
eh'
dalla
1'
l'
Ttttitra
lume umnjerfale
GAP. GGCIII.
fempre nella moltitudine d' huomini e d' animali le parti delle loro figure , ovvero corpi , tanto pi ofcure quanto elTe fono pi bade, e quanto elle fono pi vicine al mezzo della loro moltitudine, ancorch efi fiano in f d'uniforme colore: e queflo e neceffario, perche meno quantit di cielo, alluminatorc de' corpi vede ne' baffi fpatij interpoli infra li detti animali che nelle parfupreme delli medefimi fpatij. Provali per la figura qui polta ti poflo per l'arco del ciclo unidove A. B. G. D. {^ig- 44-) verfale alluminatore de' corpi a lui inferiori N. M. fono li corpi che terminano lo fpatio S. T. R. H. infra loro mterpoflo nel qual fpatio fi vede manifeftamente eh' il fito F. ( effcndo folo alluminato dalla parte del cielo G. D. ) alluminato da minor parte del cielo, di quello che fia illuminato il fito E. il qual veduto dalla parte del cielo A. B. eh' maggiore che il ciclo D. G. adunque
Ufa
di
far
^*
'
ia
pi alluminato in E. che in F.
11
DI
"De
LIONARDO DA
a
d'
VINCI.
,
%i
frimci delle fu.
camp
froportloiat't verjcie
corpi
che in
efj
.
campeggiano
piane
un tforme
colore
GAP. C C C I
Li campi di qualunque fuperficie plana di colore e lume uniformi , non parranno fcparan da ella fuperficie, effendo del medef-
mo
colore e lume.
Adunque
per
la
converfa
parranno feparati.
Te
d'i
figura
corpo
GAP. G G
,
V.
T una de' quali vcllito fono di due forti di fuperfcie curva, ovale, o sierica, Y altro circondato di fuperficie laterate regolare o irregolare. Li corpi sierici, ovvero ovali, pajono femprc ieparatv dalli loro campi, ancorch eflo corpo (a del color del fuo campo, (mile accader de' corpi laterati: e queil fto accade per eflere difpo Ili alla gencratione dell' ombre da qualch*
Li corpi
regolari
&
uno
de' loro
lati,
il
nella fuperfcie
piana.
Nella pittura
mancher
di
la
parte
dt
quel
I.
minor quantit
GAP. G G G V
fi
mancher
ieguc che
notitia.
le cofe
prima
la
di
notitia
che far
rimuovono di minor
fia
li
dall'
occhio
quella.
Adunque
non
,
finire
che fono molto remote ma feguita la regola data nel fello Quanti fono quelli che nel figurar le citt , 6c altre cofe remo* dall' occhio, te fanno li termini notiffimi de gl'edifici), non altrimenti che le fufiero in vicinilTime propinquit: e quefto impofTibilc
in
natura
perche
termini
nifluna
potentifTima
li
vifta
quella
eh' in
lontaniffima difianza
tia
,
poffa vedere
d' eOTi
predetti
termini
perche
e
li
cie
no parte
fono termini delle loro fupcrfitermini delle fuperficic fono linee le quali linee non foalcuna della quantit d' efia fuperficie, ne etiam dell' aria, velie tale fuperficie. Adunque quello che non parte d' alli
corpi
invifibile
eflfi
com'
provato
in
geometria
Adunque
tu
pittore, f farai
com'
in
che per tal diffetto non fi dimoflri vicinilhma. Ancora gli angoli de g* edifici) fono quelli che nelle difianti citt non fi debbono figurare, perche da lontano e impoflibile vederli, conciofiache elfi angoli fcno il concorfo di due li' ncc m un punto , 6i il punto non ha parte , adunque invifibile
te
da
figurata
fi
rimota difianza,
Ter-
S
Terehe
l'olta
1
maggiore
mi-
C A P. C C C V
volta
elle
lio
o minori che non fono, per l' interpofitione dell' aria pi grolla o fotnle del ordinario, la quale s'inframmette infra l'orizzonte e l'occhio che
Moftranfi
le
campagne alcuna
maggiori,
lo
vede
Infra
1'
orizzonti
di egual diftanza
,
dall'
occhio,
quello
fi
dimo-
frer
fa
,
effcr
pi
l
e quello
veduto infra 1' aria pai grofdimoflrer pi propinquo, che fi vedr in aria pi
il
remoto
quale
fa
fottile
Vadifopra
*
g
guali
far
,
in dlflanze eguali
fi
1'
dimoftreranno
la
c-
groffezza
cio
1'
inh-a
occhio &C
elle cofe
:
ineguale
fi
aria
grolla
interpola
infra
cofa minore
mediante la profpettiva de' colori , che fa che una gran montagna parendo picciola alla miflira, pare maggiore che una picciola vicino all' occhio , come fi vede che un dito vicino ali* occhio copre una gran montagna difcofla dall' occhio
queflo
prova
OJfer'vatonl
dherfe.
GAP. CCCVIIL
,
magnitudine, figura, e diflanza dall'occhio, quella fi dimoflrer minore, che fa veduta in campo di maggior fplendore o bianchezza Quefto infegna il fole veduto dietro alle piante fenza foglie, che tutte le loro ramificationi che fi trovano all' incontro del corpo fblare fono tanto diminuite, eh* elle
Fra
le
cofe
di
egual ofcurit
reftano
invifibili
Il
fimile far
un
1'
occhio e
'1
corpo folare Li corpi paralleli pofti per lo dritto , effendo veduti infra la nebbia, s' hanno a dimoflrar pi graffi da capo che da piedi. Provali per la nona, che dice: La nebbia, o l'aria grolfa, penetrata da' raggi folari, fi moftrera tanto pi bianca, quanto ella pi
bada
Le
fce,
cof vedute
e quefto
na-
occhio il fuo fimulacro con fa la parte pi ofcura. Et io viddi una donna vellita di nero con panno bianco in tefta, che fi moftrava due tanti maggiore che la groiezza delle fue fpalle , le quali erano veftite dt nero che la parte pi chiara pi vigorofo raggio che non
manda
all'
T^elle
citt
altre
cofe
GAP. G G
X.
delle
Cr
cdifcij
delle
citt
veduti
fotto
all'
occhio ne tempi
neh-
DI
nebbie
tri
,
LIONARDO DA
ingroffate
VINCI.
de'
,
gp
fuochi
,
e
,
dell* arie
da
fumi
noti
loro
al-
vapori
meno
quanto fono
e
noti,
minor quanto fi
in
,
vedranno
dice:
in
maggior altezza.
eier
Provaf
per
la
quarta di queito
che
tanto
L'aria
,
tanto
pi grolla,
quanto
fi
pi
balfa,
pi
ta
dall'
fottile
quanto
nell'
,
pi alta.
E
,
quello
dimollra per
(
effa
quar-
pofta baffo:
diremo
aria
la
torre
la
A.
F.
fi
f/^. 45.)
elTer
veduta
occhio N.
groffa
quale
tanto pi groffi
cofa veduta,
d'
efTa
quanto fon pi
quantit
baffi
s'
Quanto minor
tanto
aria.
1'
d' aria
interpone
cofa
fra
1'
occhio e
la
meno
e la
il
color
d' efTa
Seguita
d' aria
inter-
poffa infra
del
occhio
occhio N. al quale concorrono le cinque fpetie delle cinque parti della torre A. F. cio A. B. C. D. E. Dico che f l'aria fulTe d' uniforme groffezza, che tal proportione harebbe la partecipatione del color dell' aria che acquiffa il pie della torre F. con la partecipatione del color dell* aria , che acquifla la parte della torre B. quaf la proportione che ha la longhezza della linea M. F. con la linea B. S. Ma per la paf^ fata , che prova 1' aria non efTere uniforme nella flia groffezza , ma egli neceffario che tanto pi grolla quanto ella pi balTa la 1' di proportione delli colon in che f le parti della torre aria tinge F. fano di maggior proportione che la proportione fopra detB. ta, conciofache la linea M. F. oltre l* efTer pi longa che la linea S. B. palTa per 1' aria, che ha grolTezza uniformemente d forme
colore delf aria interpola.
Dimoflraf.
Effendo
1'
&
Di
i'^ggi
folar't
che
penetrano
li
fpiracoli
de'
nwvoll
CAR CCCX.
I
raggi folari
e
,
penetratori
de* nuvoli
delli
,
fpiracoli
interpoftl
tutti
li
infra
le
varie
fi
denft
globofit
alluminano
,
fti
dove
ta-
gliano
alluminano ctiam le tenebre e tingono di f tutti li luoghi ofcuri, che fono dopo loro, le quali ofcurit fi dimoftrano infra gf intervalli d' efli raggi folari.
"Delle
co f
&
che
'
occhi
<vede [otto
cAp. CCCXl.
Quanto
pi
groffa.
{\
1*
m'tje
infra,
aria
fia
tanto
{\
fa
Provaf per la
meno
lieve pi
De
90
ed'tjtij
^veduti nel
aria gyojfa
GAP. CCCXII.
evidente
1'
manco
e
maggior grolTezza
vedr
in
(
cofi
,
converfo far
che
fi
aria
pi fottile
)
torre A.
D.
Fig.
^6
elTo
manco nota
ta
pi chiara,
&
occhio N. vedendo la ne vedr in ogni grado di baiTezza parte in ogni grado d' altezza parte pi no-
Adunque
meno
Della
chiara
cofa
che
fi
moBra
da
lontayio
GAP. GCGXIIL
Quella cofa ofcura fi dimoftrer pi chiara, la quale far pi remota dall' occhio Seguita per la converfa che la cofa ofcura fi dimoftrer di maggior ofcurit, la quale fi ritrover pi vicino ali* Adunque le parti inferiori di qualunque cofa pofta nell' aria occhio grolla parranno pi remote da' piedi che le loro fommit , e per quefto la radice baffa del monte parr pi lontana che la cima del medefimo monte , la quale in f pi remota
. .
Della 'veduta
L' occhio
GAP. GGGXIV.
in
che fotto di
g'
vede
ofcuri
in
la
citt
aria
groflfa
vede
edifitij
pi
pi noti
le
dette
:
fommit
e
campo
grolfa
De
Li
termini
inferiori
delle
remote.
GAP. GGGXV.
faranno
affai
termini
delle
inferiori
delle
:
cofe
e
remote
faccino
meno
alle
fcnfibili
che
e
tre
li
loro termini
,
fuperiori
quefto accade
fi
,
montagne
li
colli
quali le
loro
cime
loro
campi
fi il
&
,
quefte
di
fpediti
che
le
loro
e
bafi
perche
vede termine
,
termini
fopra
ft
di
per effer
baffi
:
meno occupato
quefto
quello
dall' aria
groffa
la
quale
che confonde li detti termini delle bafi de' colli: medelmo accade ne g' alberi edifitij, il altre cofe che s' innalzano infra 1' aria i e di qui nafce che fpeffo 1' alte torri vedute in lunga difLinza paian grolle da capo, e fotperche la parte di fopra moftra 1' angolo de i lati tili da' piedi che terminano con la fronte, perche 1' aria fottile non teli cela,
e
&
&
&
come
che
la
groifa:
quefto
r aria
groffa,
che
s'
7.* del
1'
primo,
e
'1
che
dice
occhio
fole,
pi
DI
air
(
LIONARDQ DA
,
VINCI.
aria
fuiTe
^i
azzurra,
che
merli
tal
come
fpatij
delle
e
fortezze
hanno
affai
li
loro
lo
eguali alla
il
il
tuttavia
pare
fpatio che
e copre tutto
e fenza
merlo merlo,
&
in
dilfanza pi remota lo
moRrare
il
muro
dritto,
merlo.
Velie
cofe
<vedute
da
lontano
GAP. CCCXVI.
manco
noti
,
Li
veduti
termini
in
di
quell* obbietto
faranno
che fiano
maggior
Veli
'
dilfanza
(tZ'Z.urro
che
fi
mofra
e (fere
ne paeft
lontani
GAP. CGCXVII.
Delle
voglia
,
cofe
li
remote
dall'
occhio
le
f\
quella
la
quale
quella
1'
fia
di
Fnaggior ofcurit,
eh'
ofcura da fes
accidentale
ofcura mediante
ombra
che
gli
fatta
da
obbietti
^^ali fon
alleile
per difan-Zia
manca
la
notttia.
GAP. GCCXVIII.
Quelle parti de' corpi che faranno di minor quantit fano le prime delle quali per longa diflanza fi perde la notitia. Queflo accade, perche le fpetie delle cofe minori in pari diilanza vengoe le cognino all' occhio con minor angolo che le maggiori tioni delle cofe remote fono di tanta minor notitia quanto elle fono di minor quantit. Seguita dunque, che quando la quantit maggiore in lunga dilanza viene all' occhi per angolo minimo , e
,
Vedifojra
(j>
jd"*
quali
notitia,
la
quantit
minore
al
tutto
manca
della
Terche
le
cofe
GAP. CCGXIX.
Quella cofa far manco nota, la quale far pi remota dall' occhio. Quello accade, perche quelle parti prima l perdono che fono pi minute e le feconde meno minute fono ancora perfe nella maggior diilanza, e coli fuccellivamente feguitando a poco a poco conili mandol le parti confuma la notitia della cofa remota,' fi
, ,
in
modo
che
alla
fine
perdono
tutte
2
le
parti
e,
man-
92
interpone
Ter che
manca ancora
s
colore
per
e
la la
caufa della
cofa
groflezza
dell' aria
che
infra
T occhio
veduta.
ofcuri
GAP. C C C X X.
delle cofe
Noi vediamo
ti
le
(mllitudini
evidenal
che
la
ci
fono
per obbietto
cofi
grandi
.
come
s
picciole, entrano
picciola entrata
,
Se per
paP
il
efTendo
luce
volto
la
huomo
fra
la
lontananza che
diminuifce
rimane incomprenfibile:
impreffiva per
&
occupa havendo da
,
poca
d'
eila
che
alT
palTare
dalla
fuperHcie
curo , , la ofcunt della via, e giunta all' imprelfiva pare ofcura Altra cagione non fi pu in nillun modo infegnare fu quel punto, e nervo che \{\ nella luce e perche egli e pieno d' un humore trafparcnte a guifa d' aria, fa 1' ofttio che farebbe un bucco fatto in u aff , che a riguardarlo par nero e le cofe vedute per 1' aria chia. :
un mezzo ofcuro, cio il nervo voto, che pare offi quella fpecie non efTendo di color potente tinge in quel-
ra
fcura
fi
confondono neU'
ofcuric
binali
Jon
parti che prima corpi J perdono di mtia ne dall' occhio^ e quali pi / conferivano.
le
GAP.
CCGXXL
minor
e
fi
che J rimuovono
Quella
parte
del
corpo
che
fi
,
rimuove
la
dall'
occhio quella
figura
nelle
che meno conferva la fua evidenza e Quefto accade ne' luftri de' corpi sferici
bra
pi
fottili
all'
quale di
o. colonnari,
meme
de' corpi}
le
come
il
il
cervo, che
elTer
prima
delle
rimane di
mandar
occhio
Ipetie
,
ovvero fmilitudine
quale per
la
fue
,
gambe
pi
in
ii
pi grolTo
con-
fono
li
Ma
diflanza
GAP.
GGCXXIL
delle
linee
vifuali
La
a
profpettiva
lineale
s'
eflende
nell' ofifitio
mifura quanto la cofa feconda minore che la prima, e la terza che la feconda, e cofi di grado in grado infno f la cofa feal fine delle cofe vedute. Trovo per efperienza, che conda far tanto diflante dalla prima quanto la prima diftante dalf occhio tuo, che bench infra loro fiano di pari grandezza, la feconda fa la met minore che la prima: e f la terza cofa
provare
per
far
di
pan
diflanza
dalla
feconda
innanzi
elTa
fa
minore due
DI
due
terzi
,
LIONARDO DA
di
VINCI.
^^
grado per pari diftanza faranno Tempre diminutione proportionata purch 1' intervallo non paffi il numero di 20. braccia & mfra dette 20. braccia la figura fimile a te perder - di fua grandezza, i. infra 40. perder i e poi | in
e cofi
grado
in
60. braccia,
cof
di
mano
in
mano
far
fua
diminutione,
facenil
do la parete lontan da te due volte la tua grandezza, che una fola fa gran differenza dalle prime braccia alle feconde
Ve' corpi ceduti nella nebbia
.
farla
GAP. CCCXXIIl.
Quelle cofe le quali fian vedute nella nebbia fi dimoftreranna maggiori alfai che la loro vera grandezza e queflo nafce , perche la profpettiva del mezzo interpofto infra Y occhio e tal' obbietto non accorda il color fuo con la magnitudine di effo obbietto , perche tal nebbia fimile alla confuta aria interpofta infra l'occhio, e il r orizzonte in tempo fercno, corpo vicino all' occhio veduto dopo la vicinit della nebbia i moflra efTere alla diftanza dell' orizzonte nel quale una grandilTima torre fi dimollrcrebbe minore che
:
&
il
predetto
'
huomo
de g
'
ftando vicino
edijtij
Dell
altei.'La
GAP. GGGXXIV*
Quella parte del vicino edifitio {{ moflra pi confufii , la quale pi remota da terra; e queio nafce, perche pi nebbia inche non dall' occhio alla fua fra r occhio e la cima dell' edifitio bafe. E la torre parallela veduta in lunga diftanza infra la nebbia fi dimoftrer .tanto pi fottilc , quanto ella fia pi vicina alla fua bafe. Quello nafce per la pallata, che dice: La nebbia fi dimolber tanto pi bianca, e pi fpeflTa , quanto ella pi vicina alla terLa cofa ofcura parr ra e per la feconda di quello , che dice di tanto minor figura quanto ella fia veduta in campo di pi potente bianchezza. Adunque eflendo pi bianca la nebbia da piedi che da capo, necelario che 1' ofcurit di tal torre fi dimoftri pi llretta da piedi che da capo
, ,
: .
jr^j^yj^^^
gp-3i3-
Velie citta
(5*
altri
edijtij
nfeduti
la fera
la
GAP.
Ne
parti
parti
fi
CCGXXV.
longa
diftanza
g'
cdifitij
veduti
groffa
fole
,
in
,
da
la
(era
o da mattina
,
nella nebbia,
aria
folo
fi
dimoftra
alluminate
delli
dal
che
fi
trovano inverfo
orizzonte
e le
che non fono vedute dal fole, reftano quadel colore di mediocre ofcurit di nebbia.
detti
edifitij,
Terchc
) ,
94
Ter che
le
dijlayi-z^a
le
hctjfe
ancorch
nebbia
fa
uruforme
GAP.
CCCXXVL
,
groHa , o in vapoche far pii fia tanto pi nota, alta: e delle cofe di eguale altezza quella pare pi ofcura che campeggia in pi ofcura nebbia, come accade all' occhio H. (f/^. 47, vede C. che vedendo A. B. C. torri di eguale altezza intra loro
Delle cole porte nella nebbia re, o fumo, o in diftanza, quella
altra
aria
fommit della prima torre in R. balTezza di due gradi di profonditV nella nebbia, e vede la fommit delia torre di mezzo B. in un fol grado di nebbia , adunque C. Ibmmit fi dimoika pi ofcura che la fommit della torre B.
Delle macchie dell
'
GAP.
Sempre
effo fporto.
la
GGGXXVIL
pi ofcura che
Seguita,
che
quel corpo
fi
che di maggior fomma di un medeiimo lume far veduto Vedi in A. che non vi allumina parte alcuna del cielo F. K. (f/^. 48.) in C. il cielo G. K. in D. in B. vi allumina il cielo H. K.
&
&
&
K. integralmente. Adunque il petto far di pari chiarezza della fronte, nafo, e mento. Ma quello eh' io t' ho a ricordare de' volti, che tu confideri in quelli come in diverfe diitanze fi
il
cielo F.
d'
ombre
prime macchie
e
nel
,
fine
il
vifb
rimane ofcuro
confumano i lumi quali foli no picciola cofa a comparatione dell' ombre mezzane: per la qua! cofa a lungo andare fi confuma la qualit e quantit de' lumt dc ombre principali , e fi confonde ogni qualit iti ombra mezzana E
,
perche in quello
fi
quella
la
caufa che
g'
alberi,
&
ogni corpo,
certa diftanza
fi
dim^ftrano farfi in f pi ofcuri che elTendo quelli medefimi vicino all' occhio Ma poi 1' aria che s' interpone infra 1' occhio e la cofa fa che efla cofa f\ riichiara, e pende in azzurro: ma pi tofto azzurreggia neir ombre, che nelle parti luminofe, dove fi moftra pi
.
la verit
de' colori
Terche fu
7 far
della fera
ax.'z.urre.
GAP. GGGXXVIIL
generate dal roffor del fole vicino
all'
L'
ombre
de' corpi
oriz-
zonte
DI
LIONARDO DA
:
VINCI.
^5
zonte fempie fian azzurre e quello nafce per 1* undecima , dove fi dice: La fupertcie d* ogni corpo opaco partecipa del colore del Tuo obbiecto. Adunque cflendo la bianchezza della parete privata al tutto
d'
ogni
colore
fi
tinge
fole,
fi
del
e
'I
li
quali fo-
no
in
quefto cafo
il
il
perche
il
fole
roffeggia ver-
fola fera, ed
iole,
per
1'
vidde mai
dal cielo
la
:
1'
moflra azzurro, dove l'ombra non vede il ottava dell' ombra, che dice: Nifluno luminofb non ombre del corpo da lui illuminato quivi far veduto
cielo
,
adunque per
veduta
la
detta
undecima
fole
1'
ombra
,
derivativa
har
d'
&
il
campo
cfla
ombra
dal rofloic
del
(%49-)
Vo^e
Il
pi chiaro
il
fumo
fole
GAP. CCCXXIX.
e
1'
fumo veduto
la
infra
'1
occhio
nafce
.
far
Il
chiaro
e lucido
fa
la
dove
medefimo
il
ie
fole
e lo-
GAP. G G C X X X.
il
alcun animale, quanto pi fi leva, pi chiara, e cofi pi ofcura, quanto meno s'innalza , ftante effa infra '1 fole e 1' occhio
{i
La
polvere che
leva per
corfb
d'
Del fumo.
Il
GAP.
CGGXXXL
g'
fumo
fumo
pi trafparente
li
fiioi
&
muove con
maggior obbliquit
quanto
il
vento fuo motore pi potente. Sono li fumi di tanti varij colori , quante fono le variet delle cofe che lo generano Li fumi non faranno ombre terminate e li fuoi confini fono tanto meno noti, quanto elfi fono pi diftanti dalle loro caufc: e
:
le
cofe
polle
dopo
al ci
loro
fon tanto
,
meno
azzurri
evidenti
pi
del
fumo fono
vicini
pi denfi
principio,
tanto
fon pi
verfo
no pi
11
pi pi
il
fine.
fuoco
s'
parr
infra
tanto
1'
fumo
interpone
il
fbmma
meno
di
&
Dove
cupate.
fumo
pi remoto,
le
cofe
fono
da
,
lui
oc-
Fa
il
nella
quale
fi
ve-
da
9^
da fumi
natrici
luoghi con
le
le
lor
fiamme
ne' principi)
allumi-
delle pi
denfe
globulcnze
fumi , e li monti pi alti loro radici, come fi vede fare nelle nebbie.
d' X\
di pittura
GAP.
CCCXXXIL
&
corpo opaco partecipa del colore del meze tanto elfa fuperficie i ^o trafparente interpolo infra X occhio pi , quanto efl'o mezzo pi denfo , e con maggior ipatio s interpone infra 1' occhio e la detta fuperficie Li termini de' corpi e pachi fiano meno noti quanto faranno pi diftanti dall' occhio che li vede. Quella patte del corpo onaco far pi ombrata o alluminata che fia pi vicina all' ombrofo che 1' ofcura , o al luminofo che
La
fuperficie d* ogni
r allumina.
La
obbietto,
fo
fuperficie
d'
con tanta o maggior, o minor impreifione quanto ef^ obbietto fia pi vicino o remoto, o di maggior o di minor po,
ma
tenza
Le
maggior
cofe vedute
rilievo
infra
il
lume
1'
che quelle che fon nel nell' ombre Quando tu farai nelle lunghe dillanze le cofe cognite , e fpedite , effe cofe non diftanti ma propinque Xi dimoftreranno Adunque nelle tue imitationi fa che le cofe habbino quella parte della cogni.
ombre lume o
fi
dimoflreranno di
tione
bietto
che
far
moftrano
di
le
diflanze
e
la
,
cofa
termini confufi
diftante
,
dubbiofi
per
il
ob-
fimile
nel
tuo fimulacro
La
cofa
caufe
eh' ella
moflra
viene
di
confufi
dubbiofi termini
ciolo angolo
delle cofe
all'
1'
una
quali
per
tanto
1'
pic-
occhio,
diminuifce tanto,
eh' ella fa
officio
minime, che, ancorch elle fiano vicine all'occhio, effo occhio non pu comprendere di che figura fi fia tal corpo, come fb^o r unghie delle dita, le formiche, o fimih cofe. La feconda , che
infra
fi
1'
occhio e
fua
le
,
cofe
e
dillanti
la
s'
interpone
tanto
d'
1'
aria
eh* ella
,
fa
fpela
e groffa
per
fua
le
bianchezza tinge
d'
ombre
il
le
vela
tra
della
bianchezza,
,
fa
ofcure in un colore
quale
nero e bianco
quale azzurro
diftanze
fi
perda la cognitione dell' ef^ fer di molte cofe nondimeno quelle che faranno alluminate dal fole fi renderanno di pi certa dimolfratione, e 1' altre nelle confufe ombre parranno involte. E perche in ogni grado di baiezza l'aria acquilla parte di groffezza , le cofe che faranno pi baffe Xi dimole
,
Bench per
lunghe
ftreranno pi confufe, e
cofi
per
il
contrario.
Quan-
;;SiMiiri'imiiii;'iiiiiiiriiiiiiiHniiiiiiiiiiniiniiniiiiiw<un>niininniinimiiiiHiiiinniiiimiwmi^^
, ,
DI
Quando
per
re
:
LIONARDO DA
fa
VINCI.
97
il
fole
fi
rolTe^e'ar
d'
li
nuvoli dell'orizzonte,
r
la
dillanza
C\
vertivano
azzurro fiano
1'
onde
la
der
e
:
roHb
la
quale ren-
tutte le cole
che
fia-
no alluminate da
denti,
e
rollo re e
che
per
fiano
eler
fi
denfc,
rolVecrgeranno:
l'aria
,
onde
infra
Sempre
leva o pone
,
quell'aria
fia
che
'1
pi occupatrice
d'aria:
delle
cofe
terra,
quello nafce
giante
Non
termini ne profili
d'
no fopra un'
ma
folo effo
corpo per
fpiccher
Se il termine della cofa bianca fi fcontrer fopra altre cofe bianche, f eflo far curvo, creer termine ofcuro per fua natura, e far la pi ofcura parte che habbi la parte luminofa: e f campeggier in luogo ofcuro^ eflo termine parr la pi chiara parte che
babbi
la
parte luminofa
Quella cofa parr pi remota e fpiccata dall' altra che campeggier in campo pi vario da f. Nelle difianze fi perdono prima i termini de' corpi che hanno colori fimili e che il termine dell'uno fia fopra dell'altro, come il termine d'una quercia fopra un'altra quercia fimile. Secondo in maggior diflanza fi perderanno i termini de' corpi di colori mezzani
,
terminati
glie
,
1'
un fopra
1'
altro
come
alberi
falfi
.
terreno lavorato
fi
1'
murai
altre
rovine di monti o di
terminati
di
il
Ultimo
,
perderanno
ter-
mini
de' corpi
chiaro
nell'
ofcuro
e
1'
Infra le cofe
egual
quella che
pi remota dall' occhio far pi baffa: e f far firuata fotta l'occhio, la pi vicina elfo occhio parr pi baffa, e le
fia
laterali
parallele
concorreranno
in
un punto
fono evidenti ne' fiti lontani k cofe che fono d' intorno fiumi che quelle che da tali fiumi e paludi fono remote Infra le cofe di egual fpefiitudine quelle che faranno pi vici-
Manco
ne air occhio parrann o pi rare e le pi remote pi fpeffe L' occhio che far di maggior pupilla vedr 1' obbietto di maggior figura Quefto fi dimoftra nel guardare un corpo celelle per un picciolo fpiracolo fatto con 1' ago nella carta , che per non poter operare di elta luce f non una picciola parte , elfo corpo pare diminuire tanto della fua grandezza, quanto la parte della luce che lo vede mancata dal fuo tutto
,
.
.
s'
interpone infra
1'
occhio e
la
ci
cofa
ren-
9
ci
rende
fa
e(To
obbietto pa-
maggior figura che non Quefto nafce perche la profpettiva lineale non diminuifce V angolo che porta le Tue fpetie all' occhio, e la profpettiva de' colori la fpinge e rimuove in maggior difi che 1' una rimovc dall' occhio , e l'altra conftanza eh' ella non ferva la fua magnitudine.
rere di
,
Quando
no
l'aria,
,
il
fole
le
cofe che
dal fole
reftano ofcure e
confufe
fecondo ch'il fole fi dimoftra all'orizzonte. Ancora le coic che da quello fono alluminate fono forte evidenti, e malfime g' edifitij e cafe della citt e ville , perche le loro ombre fono ofcure incerti e pare che tale loro certa dimoAratione nafca di confufi fondamenti , perche ogni cofa d' un colore , f non veduta da
giano,
&
elfo fole.
La
cofa alluminata
dal
fole
,
ancora
alluminata
dall' aria
in
che fi crean due ombre delle quali quella far pi ofcura che har la fua linea centrale dritta al centro del fole. Sempre la linea centrale del lume primitivo e derivativo fia con la linea centrale
dell'
modo
ombre
g' alti
primitive o derivative
il
Bello
fpettacolo fa
edifitij
fole
quando
e
in
ponente
il
il
quale allualberi
leRo da quiv in rimane di poco rilievo, perche elTendo folamente alluminato gii dall' aria hanno poca differenza le ombre dalli lumi, e per quello non fpiccano troppo , e le cofe che fra quefte pi s innalzano fono tocche da raggi folari, e come fi detto, i tingono nel lor colore onde tu hai a torre del colore di che tu fai il fole e quivi ne hai a mettere in qualunque color chiaro con il quale tu allumie
li
delle citt,
casella,
e
e l'alti
delle
tinge del
fuo
colore,
tutto
ri
elfi
corpi. {Ftg.
Ancora accade che un nuvolo parr ofcuro fenza haver' ombra da altro nuvolo da lui feparato , e quefto accade fecondo il fito dell'occhio, perche dell'uno vicino fi vede folo la parte ombrofa, e degl'altri fi vede cmbrofa e la luminof
1'
Infra le cofe di
egual
.
occhio parr pi baffa Vedi che il nuvolo primo ancor che fia pi baffo che il fecondo, pare pi alto di lui, come ci dimoilra nella parete il tagliamento della piramide del primo nuvolo ballo in M. A. ( Fig. 51.) del fecondo pi alto in N. M. Quefi:o nafce quando ti par vedere un nuvolo ofcuro pi alto che un nuvolo chiaro per
li
Tenhe
DI
Ter che la
cofa
LIONARDO DA
,
VINCI.
non pare
^^
dipinta
ancorch
ella
ijen^ht
grojJez,%a d'angolo
che quella
eh pi
della
remota da
remotione
lei
tanto
remota quanto
quella
naturale
CAR CCCXXXIII.
Diciamo: Io dipingo (u, la parte B. C. ( f/^, 52.) una cadi che habbi a parere diltante un miglio, e di poi io gliene metto allato una che ha la vera diftanza d'un miglio, le quali cole fono in modo ordinate che la parete A. C. taglia la piramide con egual grandezza; nientedimeno mai con due occhi parranno di egual grandezza, ne di egual dilianza.
Ve Campi.
Principaliffima
GAP. CCCXXXIV.
fono
li
campi
campi li termini delle cofe naturali e' hanno in loro curvit convefTa Tempre fi conofcono, e le figure di tali corpi in efli campi, ancorch li colori de' corpi fieno del medefimo colore
pinte,
nelli
quali
campo. E quello nafce che li terrriini convelli de' corpi non fono alluminati nel medefimo modo che dal medefimo lume alluminato il campo perche tal termine molte volte far pi chiaro o pi Icuro che elTo campo. Ma f tal termine e del color di tal campo , (enza dubbio tal parte di pittura prohibir la nodel predetto
,
titia
delle
figure
elTerc
di
tal
termine,
quella
de'
tale
elettione
pittori
,
di
pit-
tura
da
buon
conciofiaia
pit-
chc r intentione del pittore di far parere li fijoi corpi di qua campi: e nel fopradetto cafo accade il contrario, non folo m
tura,
ma
nelle
cofe di rilievo.
Del
gtudicio che
ha da fare fopra
/'
cpera
d un
pittore
GAP.
Prima
richiede al
quelle
che
iito:
GGGXXXV.
le
1'
tu
e
'1
confidcri
lume che
medefime
folo lato.
negl' eftremi
dell'
hanno il rilievo che (\ allurnina che l'ombre non I13.no hiiloria che nel mezzo , perche alfigure,
s'
,
tra cofa
r efier circondato
dall'
oribra
&
altra
bavere
1'
ombra
vcr-
da un
fo
il
dall'
ombra,
che
fi3no
mezzo
fra
dell' hilloria
perche
fi^no
adombrate
dalle
figure inter-
lume: e quelle fono adornbrate da un (o\ lato, dove nori le quali fono interpolfe infra '1 lume e 1' hiftoria, perche d' elfq, ofi:urit vede il lume, vede 1' hiltoria, e vi fi rapprefnta hiftoria, e dove non vede hiftoria, vede lo fplendor del lume, e
loro
il
l' l'
pone
&
VI
fi
rapprefenta la
fiia
chiarezza.
SecoH'
loo
Secondo
che il feminamento, ovvero compartitione delle figure , fia fecondo il cafo del quale tu vuoi che (a eflTa hilloria Terzo che le figure iano con prontezza intente al loro particolare.
Del
rilievo
delle figure
CAP.
di
CCCXXXVL
rilievo
il
fi
dimoftrer
effere
minor
qua-
pi diftante dall'occhio, e quefto accade perche l'aria intcrpofa. fra 1' occhio 6c elfo corpo opaco, per e(Ter ella cofi chiara
far
pi che l'ombra di
e
gli
tal
corpo, corrompe
elTa
la
ombra,
qual
la
rifchiara,
toglie
la
il
potenza
cofa caufa di
fargli
perdere
T)e'
fuo rilievo
membri alluminati
quel
termim
de'
CAP. CCCXXXVII.
alluminato parr pi ofcuro che far veduto in campo pi chiaro , e coG para pi chiaro che fia veduto in campo pi ofcuro. E f tal termine fia piano, e veduto
termine
di
membro
in
campo
il
termine
fia infenfibile.
determini,
Li termini delle cofe
CAP.
feconde
CCCXXXVIIL
primi.
te
d'
Adunque
,
tu, pittore,
le
non faranno mai cogniti come i non terminare immediate le cofe quarle
prime con
di
feconde
perche
,
il
termine
natura di Imea
termine d'un colore e e non ha da eflere per detta linea, perche niiuna cof. s' intramette infi-a '1 termine d* un colore che fia antepofto ad un altro colore, f non il termine, il quale cofa infenfibile d' apprelo, alineai
dunque
tu, pittore,
non
e
la
Della wcarnat'ione
cofe
CAP, C C C X X X
,
X.
Debbonfi dal Pittore porre nelle figure chio (olamente le macchie non terminate,
,
ma
confufi
termini,
quando e nuvolo, o in su la fera, e fopra tutto guardifi , come ho detto, da i lumi &i ombre terminate, perche pajono poi tinte quando fi vedono da lontano, e
e
fia
fatta
1'
elettione
di
tali
figure
ombre
il
perdere
che mai fiano di qualit , che per la loro ofcurit tu habbi a colore ove fi caufano , fc gi il luogo dove li corpi fono
difficili
fenza gratia.
ti
hai a ricordare,
ftuati
Paa. loo
DI
{tuatl
LIONARDO DA
:
VINCI.
non
disfilar
loi
capelli,
non
fuflc
tenebrofo
non
far
profili,
nelle cofc
bianche,
che
fi
dove
lumi pofano
cHTi
di pittura
GAP. C C C X L.
parte de' corpi
ombrofi male
interpone
nell'ombre e
e
1*
ne'
effi
ombre
di
ma
in
nelle parti
primo
grado di notiC\
tia
La
parti
le
profpcttiva la quale
,
(x
nella pittura
divide in tre
principali
delle quali la
prima
della
.
dillanze
che tratta della diminutione de' colori di tali corpi La terza queldiminuifce la notitia delle figure, e de' termini che hanno la che
eiri
corpi in varie
diftanze
L'azzurro
la
dell'aria di color
(;:aura
compofto
di
luce e di tenebre,
particole
dell'
humidit infra efia aria infufa. Per tenebre dico l'aria pura, la quale nella quale habnon divifa in atomi cio particole d' humidit bino a percuotere i ra^gi folari E di quefto fi vede 1' efempio nell' aria che s' interpone infra 1' occhio e le montagne ombrofe per 1' omluce dico
per
dell* aria
illuminata nelle
copia de
parte
g'
alberi
che fopra
fa
elfa
^\
trovano
raggi
ovvero
la
ombrofa
qual aria
la,
e
in
fi
quella
fa
che
e
non
{{
percofia
dalli
folari,
azzurra,
non
neve.
egual diffanza
in pi bianco
,
di
quella
fi
dimoltrer
coli
pi ofcura
.
che
terminer
campo,
per
il
contrario
che 6a pi dipinta di bianco e nero apparir d miglior rilievo che alcun' altra Per ricordati, pittore, che velfi le tue figure di color pi chiaro che tu puoi; che f le fiirai di color ofcuro, fiano di poco rilievo e di poca evidenza da lontano, e
Quella
di
tutte
fia
le
cofe fono
ofcure,
e
e f farai
una
poco divario
dal
lume all'ombrai
VI
fia
differenza.
Terche
le
cofe
ritratte
perfettamente
effo
dal
naturale
mn
pa'pm
del
mede/imo
rtlte<vo
qual pare
naturale,
GAP. GGGXLI.
fomma
perfetione
di Ve'ifoyn
'^''^*
imitata con
lineamenti, ombre, lume, e colore, poffa parere del medefimo rilicvo qual pare elfo naturale , f gi tal naturale in lunga diltanza
'^
non
I02
veduto da un fol occhio. Provafi: Siano gl'occhi A. B. (Fig^ 53.) li quali vegghino 1' obbietto C. col concorfo delle linee centrali degli occhi A. C. e B. C. dico che le linee laterali di effa centrale vedono dietro a tal obbietto lo fpatio G. D. e 1' occhio A. occhio B. vede tutto lo fpatio G. E. vede tutto lo fpatio F. D. e Adunque li due occhi vedono di dietro all' obbietto C. tutto lo fpatio F. E. per la qual cofa tal obbietto C. rel1:a crafparente, fe-
non
1'
condo
fconde:
la
il
definitione
della trafparenza
na-
che intervenir non pu a quello che vede con un fol occhio un obbietto maggior di eflb occhio E per quello che fi detto potiamo concludere il noftro quefito perche una cofa dipinta occupa tutto lo fpatio che ha dietro a f , e per niffuna via poffibile veder parte alcuna del campo che la linea fua circonferentiale ha dietro a f.
. ,
Di far
che
eofe
pawo
fp'tccate
da
lo;'
ceimj>i
cio
fono dipmte.
GAP. CCGXLII.
le
Molto pi
rilievo
moflrcranno
.
cofe nel
campo
chiaro e
al-
luminato che neir ofcuro La ragione , che f tu vuoi dar rilievo alla tua figura, tu fai che quella parte del corpo che pi remota dal lume manco partecipi di elTo lume , onde viene a rimanere pi olcura , e terminando poi in campo fcuro, viene a cadere in confufi termini: per la qua! cofa, f non vi accade refleflfo, l'opera refta fenza gratia, e da lontano non apparifcono f non le parti luminofe , onde conviene che 1' ofcure paino eiTer del campo medefimo, e cos le cofe paiono tagliate, e rilevate tanto meno del dovere , quanto il campo ofcuro
Precetto.
GAP. GGCXLIU.
Le
figure
hanno pi
colari e piccioli
perche li gran lumi e potenti abbracciano li rilievi de' corpi , e r opere fatte in tali lumi apparifcono da lontano con gratia , e quelle che fono ritratte a lumi piccioli pigliano gran fomma d' ombra , e fimili opere fatte con tali ombre mai apparifcono da'
,
Vel figurar
le
GAP. GGGXLIV.
verno
figurato ne
alle
parti meridionali,
non
facci
il
g*
alberi
prati,
DI
prati,
LIONARDO DA
parti
,
VINCI.
.
103
farcfli,
come
nelle
li
Del Jigurar
le
quattro parti
pertecipantt
dt
quelli
GAP.
CCCXLV.
Nell'autunno farai le cofe fecondo l'et di tal tempo, cio nel principio cominciano ad impallidir le foglie de g' alberi ne' pi vecchi rami , pii o meno fecondo che la pianta in luogo Iterile o fertile: e non far come molti, che fanno tutte le forti de gl'alberi, ancorch da f fiano egualmente dittanti , di una medefma qualit di verde. Cos il colore de' prati, faflfi, e pedali delle predette piante varia Tempre, perche la natura e variabile in infinito.
Del
njento
dipmo.
,
GAP.
il
CCCXLV
,
I.
oltre
&
arrovefclar
il
deve figurar avvenimento del vento fi nugolamento della fotti polvere milfa con l' intorbidata aria
inverfo
1*
ran-
"Del
principio d'
una pioggia
CAP. CCCXLVII.
cade infra l'aria, quella ofcurando con lucida tintura, pigliando dall'uno de' lati il lume del fole, e l'ombra dalla parte oppofita, come fi vede fare alle nebbie, 6c ofcurafi la terra, che da tal pioggia l' tolto lo fplendor del fole: e le cofe vedute di l da eOa fono di confufi e non intelligibili termini , e le cofe e pi note faranche faranno pii vicine all' occhio fiano pi note che quelle della pioggia no le cofe vedute nella pioggia ombrofa alluminata E quefto accade perche le cofe vedute nell' ombrofe pioggie , folo perdono l lumi principali , ma le cofe che fi veggono nelle luminofe perdono il lume e 1' ombra , perche le parti luminofe fi
pioggia
:
La
mifchiano con la luminofit dell' alluminata aria , e fe fono rfchiarate dalla jncdefima chiarezza della minata.
J^dl" ombre fatte
le
parti
ombro-
da ponti fopra
le
loro
acque
CAP. CCCXLVII
I.
L'
ombre
prima
de' ponti
1'
que
ficic
non faranno mai vedute fopra le loro acofftio dello fpecchiare per conto acqua non perde
1'
di torbidezza.
quello
e
fi
prova,
il
luftra e pulita,
fpecchia
1'
mfra
occhio &L
ponte
e fpecchia
1'
aria lttg
il
, ,
T04
il
ponte , dove deve efTere Y ombra di tal ponte , il che non pu far r acqua torbida , perche non fpecchia , ma ben riceve X ombra
come
GAP. CCCXLIX.
La profpettiya La grandezza
ftanza
eli'
veduta
Se tu vedi una
ftrer efler prefio all'
figura
grande
al
naturale.
Tappi che
fi
dimo-
occhio
Tmettf,
GAP.
linea
CGGL.
del
Sempre
belico in
sii ,
il
bilico nella
centrale
petto
dell'
eh'
d
,
elTo
huomo
co-
dimoftra nel ftcnder il braccio, che il pugno porto nel Tuo eftremo fa 1' offitio che far fi vede pofto nell' eftremo della ftadera > onde per neceffit fi al contrapefo getta tanto pefo di l dall' ombellico , quanto il peib accidentale
del filo pefiD
fi
me
Quefto
del
pugno
oc
il
s'
innalzi
GAP.
GCGLI.
Se vuoi fare una figura di marmo , fanne prima una di terra la quale poi che far finita e fecca, mectila in una cafia che fia ancora capace, dopo la figura tratta d' elTo luogo, ricever il marmo che vuoi fcolpirvi d' entro a iimilitudme di quella terra Poi meffa la figura di terra dentro ad ella caiTa, habbi bacchette, che entrino appunto per gli fuoi buchi, e fpingile dentro tanto per ciafcun buco, che ciafcuna bacchetta bianca tocchi la figura in diverfi luoghi , e la parte d' elfe bacchette che refta fuori della calfa tingi
.
di nero
e fa
il
&
al
fuo buco
in
moter-
do che
tutte le
tua pofta
il
fcontri
trarrai
ra, e mettivi
tuo pezzo di
fi
marmo,
e tanto
fino
al
leva dal
marmo
tue
bacchette
far
nafcondmo
loro
fegno in detti
che bu-
chi
levare
mo
&
meglio quefto , fa che tutta la caffa fi polfa fondo d' efla cafla relH fempre fotco al marin alto il a quefto modo ne potrai levar con i ferri con gran facilit
per poter
,
&
-pittura
cC eterna
<vernice
GAP, C C C L 1
1.
la tua
DI
licata
LIONARDO DA
:
VINCI.
105
da una buona e groffa imprimitura di pece e dapoi da l' imprimitura di biacca e giallolino , mattone ben peilo &C appiccalo poi colorifci e vernica d'olio vecchio chiaro e fodo Ma meglio far un quadro di terra ben veal vetro ben piano
e
piana,
e poi
tnato, e l'imprimitura di biacca e giallolino, e poi colorifci, e vcrnica , poi appicca il vetro criftallino con la vernice ben chiara a ef-
prima ben feccare in flufa ofcura poi vcrnicalo con l' olio di noce & ambra , ovvero
io vetro:
ma
fa
elTo
colorito,
olio di
noce
raf-
Ibdato
al
fle.
Modo
Metti
care,
frefca
farai
,
di
colorir
in
tela
GAP.
e
CCCLIII.
e lafcia ^cc-
la
e difegna,
1'
da incarnatione con pennelli di fetole, e cos ombra sfumata a tuo modo L' incarnatione far biac.
ca
di
lacca
giallolino
l'
ombra
e
,
far
nero
majorica
un poco
poi
l'
lafcia feccare,
ritocca a fecco
gommata
gomma
fiata aliai
,
tempo con
fa
l'
acqua
luo
che migliore
perche
offtio
fenza luflrare.
Ancora per
pradetta
verte
,
\
,
&
inchioftro
togli lacca gommata Coombre pi ofcure e con quella ombra puoi ombrare molti
,
:
lacca, e di-
ombre,
dico
gommata
fopra la
lumi ombrerai di lacca femplice lacca fenza tempera, ovvero fopra il cinabro temperche diverfi
perato e fecco
GAP. CCCLIV.
di chiarezza
Quando
infra
1'
tu
all'
non conofcerai
hora
ti
variet
dell"
o di
ofcurit
aria
,
la
profpettiva
ombre
,
fia
imitacionc
de' corpi
,
folo
della
diminutionc
gnitione
delle
cofe all'occhio
contrapofte:
quefta
parere
una
medefma cofa pi remota, cio la perdita della cognitione della figura di qualunque obbietto fenza fuo L' occhio non avr mai per la profpettiva lineale moto, cognitione della diianza eh' fra obbietto 6c un'altra cofa, f non mediante la profpettiva de' colon.
.
1'
Ve
g' obbietti.
GAP. CGGLV.
fia
Quella parte dell' obbietto far pi alluminata che pinqua al luminofo che l'allumina.
pi pro-
La
w6
di potenza
,
J.a imllitudine
di diftanza
pi remora
la
fua fmilitudine.
de colori e corpi
GAP.
CCCLVL
fi
applicano
/'
occht
obbietta
GAP. GCGLVn.
Quanto maggior
1'
fia
T interpoftione
il
trafparente infra
1'
occhio
obbietto tanto pi
fi
trafinuta
trafparente interptfto.
Quando
lnea centrale
1'
obbietto
fi
interpone
infra
'1
fra
1'
occhio e
che
eftende
centro
per
l'
occhio
\e
figure
ter
pieghe,
GAP, GCCLVIIL
le
le
figure
debbono havere
comodate a cingere le membra da loro veftite, in modo che nelle e nelle part parti alluminate non {\ ponga pieghe d' ombra ofcura ombrofe non fi faccia pieghe di troppa chiarezza e che i lineamen,
,
ti
pieghe vadino in qualche parte circondando le membra da loro coperte, e non con lineamenti che taglino le membra, ne con ombre che sfondino pi dentro che non la fperficie del corpo
d' effe
veftito,
&
,
in
effetto
il
panno
fia
in
modo
adattato
di
che
non paia
panno fpogliato quali s'innamorano tanli dall' huomo , come fi vede fare a molti, che n' empiono tutta una to de* vari j aggruppamenti di varie pieghe cio per figura dimenticandofi l' effetto perche tal panno e fatto veftire e circondare le membra con gratia, dove effi {\ pofano q non l'empire tutte di venti, o vefiche gonfiate fopra li rilevi alluminati de' membri Non nego gi che non fi debba fare alcuna bella falda ma fia fatta in parte della figura dove le membra mfra E fbpra tutto vaeffe & il corpo raccoglino e ragunino tal panno ria li panni nell* hiftorie, come nel fare ad alcuni le pieghe cori
difabitato
cio che
rotture a facciate,
e quefto
,
ne'
panni denfi,
&
bino
li
piegamenti molli
e le lor volte
non
laterate
&
altri torti
Della
DI
Velia intura
LIONARDO DA
delle
le
VINCI.
107
GAP. CCCLIX.
li
Molti
amano
angoli aaltri
altri
con
fenza
alcuni angoli,
ma
de^'Ofi
in
Come fi
fare
GAP. G G G L X.
co-
fi
ellremi
fi
natura
Il
gni cofa
to
deldera
mantenere
,
in
si
Tuo elfere.
nel Tuo
rovefcio
egli
come
onde quando
planitie
,
da qualche piega o
della forza
e quella
falda
colhetto a lafciare
ella
oflerva la natura
,
in quella
parte eh'
pi lontana a effi confiringimenti troverai ridurf pi alla prima fua natura, cio dello ftar diffefo e ampio. Efempio fa A. B. C. (f/^.
54.) la
panno e piegato e corretto Io ti no eh' era pi lontano alli coftretti eftreml fi ridurebbe pi nella fua prima natura: adunque G. trovandofi pi lontano, la piega
C.
fa
Come
fi detono far
le
pieghe
a'
panni
GAP. CCGLX.I.
,
un panno non fi deve dare confufone di molte pieghe, anzi farne folamcnte dove con le mani o braccia fono ritenute, & il reflo lafciar cadere femplicemente, e fi debbono ritrarre di naturale, cio, f vorrai fare panno lana, ufa le pieghe fecondo quelli, e fc far fera, o panno fino, o da villano, va diverfficando a ciafcuno fopra i mole iiie pieghe come molti fanno e non fare habito delli coperti di carta, o corame fottile, che t' ingannereft forte.
,
, ,
Delle pieghe
de'
panni
in fcorcio
GAP. GGGLXII.
Dove
la
figura fcorcia
fagli
le
ad
.
M. N.
dall'
{Fig.
manda
fini
ft
l'oc-
pi lonfi
N. O.
moftra
dritti
perche
tro-
va a rincontro.
Q.
li
manda
per contrario.
Dell'
io8
TfeW
che 'vede
le
circondam
/'
huomo
CAR
L'
corpi
CCCLXIII.
de'
,
panni
circondatnci
elle
de'
rin-
quanto
tal
fono pi
la
contro
dove
1'
ombre fon
generate:
quando
parte
ombrofa
e la luminofa della
predetta figura
CAR CCCLXIV.
1'
,
Sempre le pieghe de' panni ftuati in qualunque atto delle figure debbono con in luoi lineamenti inoftrare atto di tal figura modo che non diano ambiguit o confufione della vera attitudine chi la confider ombra tolga alcun meme che niluna piega con
i
1'
bro
la
profondit
f
della
piega
che
la
fuperficie
membro
veftito.
E che
1'
tu figuri
figure
veftite
di
ultima velie rinchiuda dentro a f le femplici offa di tal figure, ma la carne infieme con quelle, e li panni veftimento della carne , con tanta grofiezza qual fi richiede
alla
pi veftimenti
Le pieghe
de*
le
membra debbono
dimi-
che fono pi flrette alle membra debbono aggrinzarfi da quel lato che il membro per le Tue piegature diminuifce, e tirarfi dall' oppofita parte della fua piegatura [Ftg. 56.)
delle
La longhezza
pieghe
Velt
ort'Zj-z.onte
CAR CCCLXV.
di
SpccchieralTi
1'
orizzonte
,
per
la
fi
fefta
come
dimoftra
orizzonte
{Fig.
57.)
veduto
dal lato B. C.
il
A-
dunque
tu,
pittore,
che
innondationi
dell'acque,
da te non far veduto il colore dell' acqua eiTer altramente chiaro o ofcuro che fi ila la chiarezza o ofcurit del fito dove tu fei , infieme mifio col colore dell' altre cofe che fono dopo
ricordati che
te.
IL
FINE
IN-
Pacf.zo8
(/.
/~oiri<'ii
t/:
y.
,^._,
J5
Tag. io8
INDICE
DE*
1091
CAPITOLI
DI
QUESTO TRATTATO
L/APITOLO L
..
..
no
e poi
la
pagna a un
Qhv,
xLvii.
Gap. lxxi.
Gap. lxxii.
Del figurar
le
grandezze
e
Ve Ila
pittura
e
fua
di-
'vijone
delle
xlviii.
figura
fua
dinijtone
xlix.
t.
Troportione di
membra
,
.
Gap. lxxui.
Dell' moiiimenti
operattoni "varie
e dell*
Cai*, li.
Che fi
dehhon
fuggire
Gat. lxxiv.
Se
te
il
lume
e
de-v' effer
y
tol-
termini fpediti
to in faccia
o da par-
Gap.
lii,
Che
fi
non
co-
quale d pi gra-
me
Gap.
lui,
grandi
pud
co
ti a . Della riqjerberatione
Do've non pu
effer ri'ver.
me
Cai* liv.
le
i
cofe naturali
Perche
gure
'
Gap,
lv.
Cap-
tvi.
tra cofa da fuggire . Q^(il pittura fi de^ve ufare in far parer le cofe pi fpiccate Qu^iil' pi di difcorfo cb*
utilit
,
Gap. lxxvii. De' refleff Gap. Lxxviii. Di.' refleff de' lumi che circondano l'ombre, de* lumi Cap^^lxxix. Do-ve i refleff fono di maggior a minor
chiarezza
Gap. lxxx.
Qual
De'
ne
parte del
.
refleffo
fa-
r pi chiara
il
lume
y
e
li
omloro
Gap. lxxxi.
Gap. Lxxxii.
bre
de' corpi
lineamenti
Do've
li
.
refleff
fono pi
Gap.
Gap. Gap.
tvii.
Memoria
autore
.
che fi
fa
dall'
fenfihili
Gap.
df've ef-
lxx;xiii.
De
refleff
duplicati e tri-
tviii.
Precetti di pittura
plicati
Lix.
Come
fer
la pittura
colore
refleffo
<vifta
.
femplice
le
.
ma
miflo
'
neflra
con
fpetie
degl
altri
Gap. Gap.
Gap.
Gap.
i.x.
Dell' ombre
putti
colori
Lxi.
Gap. ixxxv.
Co^ne
corpo
rariffme
fvolte
li
lxii.
Come fi debbono
vecchi
figurar'
no
Lxiii,
'vecchie
flfo.
Gap. l\\x\i\. De' colori de' refleff Gap. Lxxxvui. De' termini de' refleff nel fuo campo Gap. I.XXX1X. Del collocar le figure Gai', xc. Del modo d' imparar be.
.
Gap.
i.xiv.
donne
Gap. txv.
Gap.
Gap.
lxvi.
Come fi
fortuna
de-ve figurar*
.
una una
ne a comporre tnfieme
figure nelle
hiflorie
.
le
LXvii.
Come fi
denje figurar
.
battaglia
Gap.
in
.
xci.
Gap.
Lxviir.
Del modo
pittura
le
di condurre
cofe lontane
hifloria
Gap.
xcir.
^Iodo
del comporre le
.
hi-
Gap. txix.
Come
l' aria
florie
Del comporre
Variet
hifiorie
.
/' hiflorie
d' huomini
nell*
Gap. lxx.
far
che
le
figure [pic-
Gap. xcv.
..
Gap. xcv.
Gap. Gap.
Gap.
xcvi.
xcvii.
J3eir imparar li Movimenti dell huo>770 Del comporre l'hljiorie. Della "varie fa nell hijlo' '
Gap. cxiv.
me defi-
mo
Gap. cxv.
Come
le
non
ch/t
xcviii.
ne Del
dinierjficare
V
li
'
arie
.
de' evolti
nell
'
hijlorie
Gap. xcix.
Dell accompagnare
'
co,
lori
'
un
con
alfra
de' colori
raeffer
che
'
ali
altro
pi bella
e belli colo-
Gap.
Del far
ri
ninji
Gap.
cxviii.
Come
il
bello
del
.
colore
Gap.
ci.
Gap. cu,
Gap. chi.
Gap.
civ.
De' colori dell ombre di qualunque colore. Della 'variet che fanno li colori delle cofe remO" te e pr optnque In quanta dijlanza fi perdono li colori delle cofe. integramente del Colore dell' ombra
.
Gap. cxix.
Gap. cxx.
Gai", cxxi.
debb' effer ne' lumi Del color 'verde fatto dal* la ruggine di rame . Atimentatione di bellezza nel 'verderame . Della miftione de' colori
l
'
un con
'
altro
Gap. cxxh.
Della
Qu^ale
fuperficie
.
d' ogm
corpo ombrofo
Gap.
cxxiit.
la
fuperficie ri-
bianco
Gap. cv.
Qunl
Del
colore
.
far
ombra
Gap. cxxiv.
pi nera
G.AP
evi.
colore che
Gap. cxxv.
Q^al
corpo fi dimofireri
'voi'
Gap. Gap.
cvii.
Della
lori
profpetfi'va
de' co
Gap. cxxvi.
Gap.
cxxvir.
cviii.
Del
ta
colore che
non fi mu'
grojfezze
Modo
fvo
,
di ritrarre
e
il
rilie-
in
'varie
.
di preparar le car.
d
Gap.
cix.
'
aria
te per quefio
Se
li
re o parere
ofcurit
d'un metu
'varie
.
occhio
medefima ombra
Gap. ex,
Della caufa
pi
Gap. cxxix.
Gap. cxxx.
in
perdimenti
le
campagna
'
Qu^al 'verdura
.
parr
pi
mediante
nijfitna
tenebre
Gap. cxxxi.
fuperficie
di-
Gap.
CXI.
Come
il
cofa mofira
meno
il
che
l' altre
fuo color 'Vero s' ella non ha lume da un altro fimil colore
}nofira
fuo
'vero
colo-
re
Gap.
cxxxii.
Q^al
corpo
moftrer
pi
Gap.
CXII.
Gap.
CXIII.
De' colori che fi dimoflrano 'variare dal loro effere , mediante li paragoni de' lor campi Della mutatione de' colori
.
Profpetfi'va
comune
della
tn
lunga difianza
trafparenti
dati
meffi
Gap. cxxxv.
Gap.
112
Cap. cxxxvi.
Cap. cxxxvii.
Gap. cxxxviii.
Gap.
. .
de'
membri
parti
dell*
huomo
volto
.
i/elle
del
defcritione
Cap. CLxxxix.
d effigie Modo di
'
tener
a mente
effigie
,
e del
fare un
'
hit-
mana
Cap. cxc.
tn profilo
y/o col
Cap. Cap.
cxcr.
cxcii.
Cai*, cxciu.
huowo
pri t
.
Cap. cxciv.
Cap. cxcv.
Delle memhrificationi
degV
huo.
t^nndi
Del moto
e co>'fo
dell'
Cap. cxcvi.
mo
&
nell
'
ationi
dell
'
huo'
mo
Cap Cap
Rifpofia cantra cxcviii. Come il braccio
cxcvir. raccolto dal-
muta
tutto
huomo
ejlende
'
.AP.
cxcix.
Dell huomo
(b*
altri ani-
mali
che
nel
muo'verfi
fnftent acoli
Cap.
Della
di.
'
huomo /opra
'
li
fuoi pie-
Dell huomo che fi moue . Della bilicatione del pefo di qualunque animale immobile fopra
be
.
le
fue
gam-
De
114
Cap. ccxxxir.
Gap.
ccxxxiii.
Cai',
ccxxxiv.
Gap. ccxxxv.
Gap. 'ccxxxvi.
Gap.
*i5
CaT. CCLXXVIf.
CUf^nle
il
primo
obbiet-
ta
cb*
.
tore
piti importante pittura^ l' ombra , fuoi lineamenti . Cat. ccLxxrx. Come Jt den^e dare lume
nella
Cap. ccxcviu, Se
la fuperficie
d' ogni
corpo
opaco
partecipa
alle figure
Cap. cclxxx.
Do've
ra
denje
Jlar
quello
Del moto
degl' animali
A
fi
di
fare
dimofiri
alta
(patio
braccia
40.
in
io.
braccia
e abbia
,
membra
e fila
ef-
dritta
di
m
d
'
piedi
Cap. cgci.
de-ve nfare il
.
A
di
fare
tina figura
nel
muro
24.
12.
braccia
altez^za
*
che apparifca
fel-
Cap. Cap.
cccii.
A'Wertimento
ombre
e
,
.
circa
'Vacrgio
deije
cecili.
Tittura
fate
Cap. ccciv.
che habbino rilievo
.
De
a
'
campi
corpi che in
,
camdel-
peggiano
7iifor>ne
prima
.
con grati a
le fuperficie e
piane d' u-
Cap.cclxxxviii. Del
le
dividere
fpiccare
colore
camlumi
.
Cap. cccv.
pi.
Cap, cccvi.
in dinjerfi fiti
l
'
Cap. ccxc.
Del fuga^ir
ze
.
impropor-
r di minor quantit
Cap. cccvii.
Cap. ccxcr.
na
Cap. cccvi/r. Cap. cccix.
'volta
maginore
mi-
Cap.
ccxcii.
Offer'vationi di'verfe
nel
dijcojtiirfi
de' corpi
graf-
otnbrofi
fa-
Cap.
ccxciii.
Degl' accidenti
ciali che
prima
le
f'perfifi per.
Cap. cccx.
De'
rag{[i folari
li
.
che pede'
dono per
difanze
'
netrano nwvali
fpiracoli
Cap. ccxciv.
Cap. cccxi.
Delle
cofe
che
f
cb*
'
occhio
altri
'vede fotta
mifie in-
corpi
fra nebbia
aria graf-
^.
Cap. cccxii.
. .
'vento
Deal'
Cap.
cccxiii.
Cap.
..
..
11^
Cap. cccxir.
Della 'Veduta d'una
ta
ili
cit'
la
cofa ella
dipnta
aria graffa
ancorch
^venchi
Cap. cccxv.
Cap. cccxvi.
De' termini
le
inferiori del"
.
cofe
remote
Delle
cofe "vedute
da lon-
Cap.
cccxvii.
tana Dell ' azzurro che J mofira effere ne' jaeji lontani .
all' occhio per quella medejma graffe zza d' angolo che quella eh' piti ai le i ^ non varemota di re tanto remota quani
to
quella
de Ila
.
remo-
tione naturale
quelle
che
l
. '
s'
ha da
manca
cofe
la
nopiit
'
fare fapra
opera
'
Cap. cccxix.
Perche
le
quanto
dull
delle
figure
.
oc-
conofco-
Cap. cccxx.
Perche
Qu^ali
"volti
.
di lontano
paiono ofcuri
Cap. cccxxi.
fon
le
parti che
di nO'
prima J perdono
titia
remote dall ' occhio Cap. cccxxxvii, De' termini de' membri alluminati . De' termini Cap.cccxxxviii, Cap. cccxxxix Della incarnatione , e cofe remote dall occhio . Varj precetti di pittuCap. cccxl.
,
'
ra
muo'vono
e quali
Cap. cccxli.
Perche
le
cofe
ritratte
confer-
njano
Cap. cccxxn.
Della profpettin^a
le
linea-
perfettamente dal naturale non paiono del medejmo rilieuo qual pare effo nattirale
.
Cap.
cccxxiii.
De' corpi
nebbia
.
"veduti
nella
Cap.
cccxLir.
Di far
che le
cofe
paio-
edi-
"veduti
.
nella
neb-
bia
Cap. cccxxv.
Delle citt
&
cofe
altri edi-
Cap. cccxlv.
le
parti
del
le
quattro
'
le
piit
alte
andi
no
,
.
partecipanti
quelli
ancorch la nebbia
Ja uniforme in gruffez-
macchie
dell
'
om-
Cap. cccxLvr. Del "vento dipinto Cap. CCCxlvii, Del principio d' una pioggia Cap. cccxi.vir I. Dell ' ombre fatte da'
.
della
azzurre
Precetti
Della flatua
piti
chiaro il fu-
mo
Cap. ccCLin.
Cap. cccljv.
.
Modo
la
di
colorir
in
te-
Cap. cccxxx. Della pohere . Cap. cccxxxr. Del fumo . Cap. cccxxxu. Varj precetti di pittura
Precetto della
^va tn pittura
pmfpetti.
Cap.
117
Cap. cCClv. Cap. CCClvi.
De^r
lori
e
obbietti
Cap. ccclxi.
(le
De//a diminutiotie
corpi
.
co*
le
Cap.
de'
CCC1.XI1.
Cap. ccCLvn.
Dell'
corpi
l
'
interpojtiorte
trafparenti
e
l
'
ivfra
.
occhio
obbietta
'vejlono
Cap.
CCClviii.
le
Cap. ccclix.
Cap. ccCLxni. Dell occhio che 'vede le pieghe de' panni che circondano l huomo Cap. ccclxiv. Delle pieghe de' pan'
ni
Cap. cccixv.
le
Cap. CCClx.
onde
FINE
LEON
PITTURA
E
DELLA STATUA.
121
CARLO ERRARD
PITTORE DEL RE CRISTIANISSIMO.
convengono principalmente a quelli che prqfef^ Jano le mede/ime arti e Jcienz^ che ne'' libri j' tne
dedicattoni Jone
Jegnano
pr e/ente
alle
perch Je Jimano
la
propria virt
e ri-
putatione
Jvr^a che Ji fa a
^
e'
abbino anche
:
in pregio il
loro
Janti per
gV invidio)i
i
con
Joli caratdct
nome prejervano
e
le
opere dedicate
.
ogni jy inante
venenata lingua
Spinto da que
Ji^
t22
Je corifideraton ma molto pi dal dejderio che hojmpre havuto di pale/are con qualche atto puhblico il grand^ affitto della mia Jrvit verjo di
^
me
la
rive-
duti y
quaj
rijiijcitati ^
col
aggiungervi
vita
da lei tenuto degno J' accompagnare Lionardo da VinciJiio paefano Jno al trono reale della virtuqjifflma Regina diSvetia, Deve affai V uno eV altroJcrittore
alle cure
e
Jatiche di V,
S,
pompqjt innan^ a s gran Principeffa ^ ha voluto con quel numero di rari ornamenti che Ji vedono ricamargli da capo a piedi Ajpettiamo da lei in altre occafoni coffe pi ff)de e di mag' gior momento^ perche e per la profonda St univer/ale e ognit io ne di tutte le parti del difgno ^ e per V abbondanza e ricche^^ delle inventioni ^ e per quella ffia muta eloquenza con la quale ella e/prime si perfettamente i moti interni dell'* animo , Jappiamo eh' alla ffia mano non vi ceffi Intanto le bacio mille volte le mani. impojffbile
parire pi
,
Di
V. S. molto ilhifre
AffetonattJfty9 fefvitore
Rafaelle Trtchet
Du
Frefne.
133
VITA
DI
DA RAFAELLE DU FRESNE.
IJanto fulTe antica,
berti in Fiorenza,
,
nobile
potente la famiglia de
le
gli
Al-
ne fanno fede
certi
rifpetti
hiftorie:
il
Scipione
de*
AmCon-
mirato
metterli
in
che per
volfe rilevar
nome
non trov pi bella e fpedita inventione, che di compagnia con gli Alberti , affegnando una ifteiTa oricini,
1304.
la
fat-
erano gi
renza
Alberti
di
grande autorit
,
in
Fiorenza,
in
Fiogli
pompe de
magnificenza, che parvero pi convenienti a qualunque gran prencipe eh' a perfne private. Ne' falli della republica fi trova che gli Alberti hanno havuto nove volte il gontalonera-
furono
di
tal
potenza al quale poteffero afpirare Fiorentini. Ma nelle frequenti borafche, e moti delle cofe publiche non ebbero fempre la fortuna favorevole L' anno 1387. Cipriano e Benedetto de gli Alberti furono fcacciati dalla
to
,
eh* era
il
fupremo grado
i
in
honore
&
in
patria, e poi
Tanno
141
1.
il
banditi infino
a*
fanciulli
di
quella caia.
Ma
dato ordine eh' ogn* uno potef^ f venire , e {fare liberamente a Fiorenza 11 fopra nominato Cipriano fu padre di Alberto, di Lorenzo, e di Giovanni. Alberto Al2
nel
1428. fu levato
bando,
124
VITA
Eugenio papa, che con
nella
il
no:
fetto
&L
fu da' Fiorentini
loro citt
,
havendo
virt
,
nel
tempo
pre-
concilio
fatto
prova delle
la
di
quel
lato
verfo
del
Tua natione
.
per premio
fratello
dovuto
rare
fuoi
meriti
1'
,
honor
cardinalato
Lorenzo
d'Alberto
lafci pi figlioli,
Bernardo, Carlo,
&
Leon
Battirta, le cui
porgeranno ampia materia di lodi a quello breve dilcorfo. Con quanta cura, e con che difciplina quelli fratelli fuflero nella giovent dal padre allevati , fi legge nel trattato che 1' ilfelTo Leon Battilfa fcriffe delle commodit , ik. incommodit delle lettere: dove egli racconta che tutte le bore del d erano in tal maniera a ElTendo giunti varii loro ftudii diftribuite, che mai rellavano otiofi ad et pi matura, oltre lo ftudio delle lettere, Carlo abbracci la cura de' negotii domeftici, ma Leon Battiff a non tenendo conto di alqua'it
fi
,
to
diede alla coltura dell'ingegno, e fece tanche fi lafci addietro quanti con fama va-
lent'
huomlni vivevano al Tuo tempo 11 primo fiiggio eh' egli diede della vivacit , OC acutezza del filo genio fu neir ingannare & ingegnofa burla con una dotta il giudicio de* e con pi fucceflo che non fece poi il Sigonio letterati del Tuo tempo: perche trovandofi in et di venti anni allo ftudio di Bologna, compofe di nafcolfo una favola chiamata Thilodoxm fotto nome di Lepido comico la quale poi quafi capitatagli di nuovo, e cavata da vecchio manofcritto, ci public per antica. E veramente Alberti imit in quella con tanta fe'icit la prif^ ca dicitura de' comici Latini, eh' effendo pervenuta nelle mani di Aldo Manucci, il quale fu da tutti tenuto per paragone della vera e pi pura Latinit, egli la fece llampare in Lucca l'anno 1588. dedicandola ad Afcanio Perfio, personaggio ancora egli di profonda
, , , , ,
cruditione
pidt
qu(
,
come
comici
,
folte
Itata
opera di
fcrittore
antico
,
Lepidam Lerattoyiem
,
a>2ticjui
Clini
quifquis
die Jt ^fabidam
^
ad
te
mitto
tS'
ad manus meas
ejje
pernjoierit
in
perire mlui:
antiquitatii
,
habendam
l5'c.
duxt
Multa funt
lidagatori
,
ca obfer^atione digna
dtfplicebunt
,
qu
tibi
totius
evetujatis follerttfjoo
noi
Ma
che
\ Alberti
habbia
fleffo
vigefimo
anno
della
fua
,
et,
egli
prologo:
Non
apud
meos
qutdem cupio
ditate
,
hac
<vi^e/fna
anmrum
tncurc
weorum
Verum
,
<vos
hoc perfuajonis
non
njacuum me fcdicet
non
obi--viJfe
annos
tato le
fue forze,
fperimen-
porre
DI
125
hebbe l'Ingegno cos porre qualche cofa, come egli ftelTo afferma: ne ( facile , che parve ugualmente nato ad ogni forte di difcipline fa f fuie meglio oratore o poeta, f pi eccellente fcrittorc Latino
:
o Tofcano ie con pi
dria
fc
pi
valeffe
nelle
fcienze
pratiche
gravit ragionaffe
delle
,
cofe rilevate,
&
Si
e baffc
legge eh' una volta Lorenzo de' Medici , vero Mecenate del fuo fecolo, per paflar con manco faftidio i pi gran caldi dell' eftate , fece nella felva di Camaldoli una ragunata di pcrfonaggi illufori
in
ogni
,
forte
di
letteratura
fra
quali
Marllio
Ficino
,
Donato
Acciaioli
Leon Battilk Alberti Alamanno Rinuccino e Criftoforo Landino erano principali Qual fuHe la converfatione di s dotte pcrfone ogn' uno f lo pu immaginare. Ma pi di niiTun' altro fi fece ammirare l'Alberti, il quale con difcorfi rilevati, e pieni di fublime
, i
.
dottrina fece vedere a pieno che nell'Eneide fotto la fcorza di vapi alti fegreti della filoi rie , e vaghe fintioni , fi nafcondevano
che Virgilio era un vero, e reale filofofo , ma veftito fantafticamente e da poeta Cos fodi ragionamenti fecero tal impreffione nell'animo de gli afcoltanti , che Criftoforo Landino (ch'in quella occafione volfe eflere il fegretario dell' afemblea) g'i regiftr tutti
fofia,
e
.
in
un
il
libro
ne
fcrive
form poi
nome
il
di
m
M
cos
,
cellotiortbus
qu Leo
'Baptijla
diluctde ,
.
ac copto/e
tantoriim
njirorum
C6}2feffu
difputaniit
mem'tnijfe <voluf
in Tofcamolte belle compofitioni in Latino no, delle quali fi vedr qui di fotto un copiofo indice. Fra le opere Latine digna d' eterna lode , e (\ pu paragonare con tutta la quale per la fua ecquella eh' intitolata il Momo r antichit
Lafci l'Alberti
&
cellenza
due volte in Roma. E veramente in quella con ftraordinaria vaghezza, e non penlato arfcherzando, ridendo, burlando, d fpiegano in quattro libri tifitio e fevere fcriOero della che gli altri con maniere gravi quelle cofe
,
nel
fu ftampata
filofofia
morale, elfendofi per egli principalmente propofto di tocottimo principe s* afpettacare quelle che a formare un perfetto, no e cognofcere i coftumi di quelli che gli vanno attorno. Bella ancora 1' operetta chiamata Trivia , ovvero delle caufe attenenti a* fenatori e quella eh' egli intitol De iure, cio dell' amminiftrar la giultitia, delle qua'i non so per qual cagione Cohmo Bartoli , che traslat in lingua Italiana e fece ftampare in un volume molti opu-
&
{coli di
n'
abbia fatto
il
quinto e ferto
libro
del
Momo,
fi
quali
ovvero del Principe. Scrillc un libretto di favole, nelle dice che nella bizzarria de' concetti habbia fuperato Efopo.
Com-
126
VITA
,
Compofe ancora un trattato della vita e coftumi del fo cane, & un altro fopra la mofca, potendo con artifitiofa maniera fcherzar delabbiette Nella bade alcune cofe lingua Italiana ha lafciato tre libri dell'Economia, amorofc in prof in verf , e fu il primo ( come fcrive Giorgio Vafri nella Tua vita) che tentalTe di ridurre i verfi volgari alla mile
cofe rilevate
e gravi
e filofofar delle
&
&
&
come
te
fi
vede
in
mando
A
Ma
fjot
^c
luogo eh' egli tiene fra gli huomini letterati armi Tento tirato da gente d'altra profefTione , cio da pittori, chitetti, che come Tuo lo pretendono, e moftrandomi quanto egli ha architettura, mi chiamano indietro, e quafi che operato in pittura
di polite lettere
e del
&
di
&
un
altro Alberti
alle arti
mi sforzano
e
far
paffaggio daHe
fcienze fpeculative
pratiche,
mecanichc.
veramente fu tanta la capacit e vaftit dell* ingegno del nortro Alberti , che pot non /blamente con generali notitie tutte le difcipline abbracciare, ma difcendere ancora al particolare di ciascuna, far credere a gli huomini, che i. applicandofi a qualfivoglia cola, mai ad altro non haveffe il Tuo nobilifTimo intelletto impiegato, pareggiando anzi avanzando quelli eh' in tale profelTione fi Itimavano i migliori. Erano nel Tuo tempo affatto fpcnti gli itudii dell'architettura , o f pur qualche cognitioni Te ne havevano , furono tanto
corrotte,
e lontane dalla politezza e nobilt
dell'
.
antico fecolo
RoAl-
mano
rit
,
che neir operare producevano effetti rozzi berti fu il primo che tentalTe di ridurre quell'arte
,
Leon
alla
Battiila
la l'ordine,
proportione
lui
nell'
fi
che da
tutti fu
univerfalmente chia*
induffe Nicol V.
mato
il
Vitruvio Fiorentino.
La fama
del Tuo
nome
Pontefice a valerfi di
Roma
&C
quanto che da Biondo Fora confidarfi tanto pi ne' fuoi configli livefe perfonaggio di alto merito, e fuj familiare fu particolarmente informato delle fue rare qualit Fece per Sigifinondo Pandolfo Malatefta fignore di Rimino il difegno della Chiefii di S. Francclco , la quale fi principi 1' anno
1447
dotta
in
e riufc
una
delle pi fuperbe,
fi
e fontu
jfe
d'Italia.
Fu conVaiari,
al
termine ch'oggi
perche
il
minor momento affai proliffo, nella defcrittione di quefto tempio s moitrato molto fcarlo di parole bench per il foggiorno ch'egli fece in Rimino, dove dipinfe il S. Francefco che fi
occafioni di
,
vede neir
aitar
maggiore
di
detta
fabrica
minutamente
127
,
la
memoria
ci
,
dell*
architetto
fcrivc-
remo
re olTervato
E
la
cominciando dalla
fabrica
&C
facciata
diremo che
,
vede un
marmo
,
d' Iftria
il
torno a tutta
ha per corniciamento un bel ornamento di fogliami &c arme Pandolfefchi intralciate infieme cori vaga inventione. Sopra di effo falgono quattro colonne cannellate d' ordine
,
compolto
e di
mezzo
rilievo.
tre
interftitii
mezzo
fa
la
tre
va
dentro alquanto con un bellilfim ) fogliamo: fegue poi l'architrave, portavi il freggio, ck il cornicione, fopra del quale, di rimpetto alla 1' andavano con iflelTo ordine due pilallri con una nicchia in mezzo, la quale f fulTe ftata fatta, havrebbe fervito per dar lume alla navata di mezzo, per collocarvi la fatua del Signore. Nel fianco del tempio di fuori con fuperba e nobile inventione fi vedono fette archi grandi, e fotto di elfi altretanti fepolcri , fatti a polla per
&
La parte intcriore deluomini illuftri Riminefi la fabrica non cede punto all' efteriore ne in grandezza di difegno, ne in delicatezza d' ornamenti , i quali bench habbino un non fo che di Gotico, f fi confider la rozzezza di quel fecolo , non fono
fervire di
depofiti
d'
marmi
di
diverfe forti
,
cofi
dentro
come
di
e fi legge nella vita di Sicon profufione adoprati gifmondo eh' egli palTando con le fue genti vicino a Ravenna , ne Ipogli con quella occafione le chiefe antichiffime di S. Severo e di Cldlli, levandone le incrortature e conduccndo a Rimino tutto quello che pi gli pareva a propofito per compire la fua opera , a tal punto che da Pio fecondo fu meritamente biafimato e chiamato faflati
, , ,
,
fono
crilego. In
affai
una
e
delle capelle
di
belle
(
ricche
fcrive
il
che Sigifmondo
,
fono
,
fei
fi
vedono
,
le
,
fepolturc
e fopra
di Ifotta fua
di
moglie
una
come
Vafari
il
ritratto
cfTo fignore
&C
in altra
parte
dell' ifiefla
L'anno
le
di
Mantova,
il
qua-
all'Annunciata di Fiorenza, per un per cagione d' un parto felice , fece voto fattole dalla fua conforte col difegno di Leon Battila, il coro, o vero tribuna, che fabricare di prefente fi vede in quella chiefa , con 1' armi intorno della famiglia Gonzaga: la quale fi. come fa fede della magnificenza di quel
era divotamente
,
,
fi'gnore,
cofi
moflra
il
valore
molto diffcile tondo con nove capelle d' intorno E perche vi fono certe cofe che non rifpondono all' occhio con tutta quella gratia che fi richiede, parendo per il giro della fabrica che gli archi delle capelle, quando fi guardano per profilo, cafchino in dietro, rimandiamo il lettore a,
pricciofa, e
.
quanto ne fcrive
il
Vafari.
L' illef-
128
VITA
1'
L' iftenb marchefe volendo nella propria citt riedificare dalle fondamenta la chiefa di S. Andrea, venerabile per il fanguc di CriA berti, e fiche vi fi conferva, 1' anno 1472. chiam a f rto gnificatogU il penfero eh' egli haveva d' illuRrarc Mantova con un nobililTmo, e ruperbiffimo tempio, gli fece fare il modello del novo tempio ch'oggi ( vede: il quale tutto di terra cotta in forma di Croce, con una volta fola che forma la parte inferiore di quella, fovrapofla al corpo maggiore della chiefa, lungo braccia 104., e
,
largo braccia 40. fenza catena alcuna di ferro, o legno che lo foftenti,
te,
con
all'
tre capelle
due ca-
pelle
1'
una
Il
mezzo poi
del quadra-
to, dove
deve fabricar la cupola, largo braccia [Melfo a quaranta. Oltre il quadrato della cupola vi il coro di forma ovale, lungo braccia 52., e largo quanto il corpo della chiefa, il quale con il predetto quadro fu l'anno del Salvatore 1600. fornito fino lli ultimi corniciamenti, conforme al modello antico dell'Alberti. La facciata compartita in tre porte la maggior delle quali eh' nel mezzo, ornata di marmi bianchi, con fogliami bellilhmi diligentemente intagliati e le portelle da i Iati fono di marmi bigi lavorati anch' Chi volefTe vedere ogni cofa pi particolarmente defcritta legga cffi
,
Donefmondi nel libro fefl:o dell' iftoria ecclefaftica di Mantova dal quale habbiamo cavato quanto fi accennato di fopra Mario Equicola nella ifforia Mantovana e' infegna eh' il medefimo Alberti nell* iftefla citt diede principio alla chiefa di S. Sebaltiano. Hebbe per aiutante, e fedele efecutore de' fuoi difegni a Mantova un Luca Fioren-,
.
tino,
il
lui a
coro
di
dell'
Annunciata
f
Ma
all'
fi
havendo
Fu ordinata
in Fioren-
della chiefa di
neri
,
S.
Maria novella,
artificionimente
con
vago mcfcolamento
ta,
e
di
marmi
il
bianchi
tutto
del
e
il
ornatare
di
corpo
di
dell'
edificio.
fece
A
fi
difegno
,
chiama La vigna
nella
Brancacio
vede una capella di fua inventionc. Fece egli molte altre cofe che per brevit Ci tra'afciano. Lafci pochiffime opere di pittura Paolo Giovio che compofe fuo elogio e gli diede loco fra gli il.
lulri
letterati
loda
il
ritratto
eh' egli
fece di f
medefimo
il
qua-
tempo che Vafari fcrilTe, fi ritrovava con altre Pitture del medefimo A' berti Si vede dunque da quanto habbiama
le nel
fcritto
di
fopra
che per
lo
, .
DI
10
LEONBATISTA ALBERTI.
lettere,
e
129
rtudio
de
le
i
per
la
cognitione
del
difegno, Leonba*
gli
tilla
Alberti
regiftrar fra
huomini
fa-
Anzi per maritarle pi ereteh' difcorl dell* una fervillero ad illuftrar le operationi dell' altra, facendo parlar quelle arti che per lo paflato erano rellate quaf mutole, lafciandone precetti con belliffimo lille
mof dell' una, e dell' tamente infeme volfe
,
1
fcritti
in lingua Latina.
La
fcultura
fi
la
prima
della Statua
ScrifTe
de
la Pittura,
da
e
tutti
citura
nobile,
fi
fchietta
i
de' precetti.
Nel primo
da la geometria 11 fecondo contiene le vere regole, da le quali non deve mai diparquanto nel difegno, e cotirli il pittore, tanto nella compcftione lorito, che fono le tre cofe alle quali fi riducono tutte le conlidefpiegano
arte
,
tratti
rationi
che far
fi
poflono nella
e
Pittura
fine
Nel
terzo libro
fi
ragiona
deir
officio
.
del pittore,
del
pingere
Alberti
e
la
pi degna di tut
il
pi
Ikidio,
diligentia lavorata,
libro
e
fa-
ordine,
public
f
grande,
ofcuri
la
li
fcuoprono
di
tutti
fcreti
di
quell'arte, che
:
prima
negli
fcritti
ne
la
1'
Ci
non
dopo
zo
de'
che
dedic a Lorenautore.
fare
ifeflo
Fu
da Colmo Bartoli gentilhuomo Fiorentino, che la prefent a Cofimo de' Medici fanno 1550. Il medelimo Bartoli tradulTe ancora i libri de la Pittura, e Scoltura', e gli fece ftampare fanno 151^8. con gli altri opufcoli delf Alberti Si trovava gi un' altra verfione del trattato de la Pittura , fatta dal Domenichi, e flampata fanno 1547. Dopo aver per 1' accompagnamento di quello volume con lingua a noi foreftiera ragionato de le virt di leonbatifta, &c ammirato frutti del fuo fertililfuno ingegno, altro non ci rcfla a dire , f non che defideriamo per il merito di fi grand' hu( mo ancora pi per f utile publico, e per la gloria de le lettere, che li raccolghino un di tutte le fue opere inhcme e per qucflo ne porremo qui di fotte la lifta. Mor Alberti in Fiorenza fua pavoltata
lingua Italiana,
&
illullrata
di difegni
&
tria
e fu fcpQlto nella
chiefa di fanta
Croce
IN-
. .
..
ijo
VITA
INDICE
PELLE OPERE DI LEON BATTISTA ALBERTI.
T E R E
RIAMIATE.
Momus
. .
L
chii
Eon'ts
'Bctpt'iJ
Alberti Tlorentm
%om ex
1520.
Leonis
4.
&
Itb.
.
in folio l'irteffo
Ja de Alberti f Florenti^ms de
'Baptfldi
anno con quefto titolo: Leo Xapt' Trtnctpe %om cipud Stephanum Guderetum
Trinaia
tS'
,
Alberti Florottrit
2.
Jt^e de caufis
feriatorits
,
tm
Cicerons locum
de
ojjcits
brenjts
accurata interpretaw
ad
Law
remium Medicem
in
'Bajle
1538.
tS'
4.
cum
fcholiis
mwquam
.
tres
ab-
folut'tffmi
'BabtiJ de Albertis
'Bafilcdi
1540.
equo
8.
&
ultimamente
ad Leonellum
ac Judto
tft'
r anno
Leonis
Alberti
libellus
n}iri
^
doBtJJnii de
animante
Terrarienfem prtncipem
ntentus
^
Michaelis Martini
.
Stelle cura
mine
demum
i
tn
lucem editus
'Bajtle
i)^6
8.
^virt
elariffmi
libri
de
re
edificato-'
Tartjts
2.
K^
in
altri
luoghi
,
Lepidi comici
<veteris
Tbilodoxios fabula
Manucio
Luc 1588.
de
8,
'Baptifl.i
Albertis
poeta
laureati
de
liber
optimus
Incipit
Parmi
feltciter
uthcio
di piet, e
di humanit.
1471.
'Baptifce
preclarum
.
in
amorit
remedi
incipit.
Legitime amanti
kS'
riconofcendo
1471.
,
4.
de
io
republtca
de
'vi-
ta
ci<vili
de njita rufiicana
,
de fortuna.
dell'
Incipit.
Vedo
Microtiro mio,
1543.
8.
o parte
'
anima mia.
In Vinegia
Etfi
veftris
iureconfultorum
aminiflrare
la
icriptis.
titolo.
Dell'
ragione.
.
De
comodis
mcomodfs
Si
litterarum
ad Carolum fratrem
nella
Incipit
legge
per
biblioteca di Gefnc-
iUto
ikmpato
Italia,
ma quando
dove, non
lo dichiara.
Statua diffus
Ve
DI
De Mufca.
131
Oratto fioiebrts pr
Lihellus
hiap'tt
Erat
fa
in
more apud
dal
Apologorum. Tutti
urbis
tradotti,
e ftampati
Bartoli
mentionc Pocciantio nel catalogo de' fcrittori Fiorentini come anche del fegucnte Liber Nanjis vifcriptui L' accenna il Gefnero
Chorographia
%o)n antiqua.
,
Ne
confervavano
manofcritti
in
caia
Tua.
Il
Pocciantio ne fa
mentione.
lingua
Italiana.
Vane
opere
dt
Leon
Tjattijlct
Alberti tradotte tn
L
Cofmo
Firenz.e
architettura di
Xartoli
Leon
"Battijla
da
In
gentiluomo
/';;
(S'
accademico
i')6^.
con
la
aggiunta
lilelTo
de dijegni
nel
1550-/0/. (^
.
Venetia
4.,
1'
anno
monte
Regale
fol.
con
la
pittura
del
medelmo Alberti
tradotta
per
M.
Ludovico Domenichi
La
chi
.
pittura di
M.
Ludo'vico Domeni-
In Vtnegia
tradotti
parte
da
M.
Cojmo
Xartolt
In
Venetia
1)6%.
4.
Segue la
lijia
dt
detti
opufcoli
del
principe.
,
Senatori
altrimenti
Trinjta
amminijlrare la ragione.
,
Delle comodit
delle
La La
Le
derei
e
l'
njita
dt
.
S.
Totito.
Cifra
piace^-volez,'x,e
,
Matematiche
della 'vita
fia
cingile
Della republica
rujlicana
della fortuna
Cre,
ftato
Tofcanamente
fcritto
dall'Alberti
Della Tittura.
Della Mofca.
Del Cane.
Cento Apolngi
Hecatompbtla
Deiphtra
.
ma
Quelle due ultime opere non fono (late tradotte dal Bartoli le mcdelme che quelle di fopra l fono accennate fotto titoli:
i
de amore,
berti
.
&
de remedio amoris,
fcritte
in lingua
Tofcana dall'Al-
DELLA
DELLA
PITTURA
D
I
LEONBATISTA ALBERTI
LIBRI
III.
DELLA PITTURA
LEONBATISTA ALBERTI
LIBRO PRIMO.
primieramente da i Matematici que'le cofe che mi parranno a ci a proposto. Le quali intefe che l faranno, dichiarer (per quanto mi fervir lo ingegno) da effi principii de la natura, che cofa fia la Pittura. Ma in tutto il mio ragionamento voglio che fi avertifca, che io parler di qucfte cofe non come Matematico, ma come Pittore Conciofa che i Matematici con lo ingegno folo confdcrano le fpezie feparate da qual fi vole forme de le cofe glia materia Ma perche io voglio che la cofa ci venga pofta inan.
H
a
Avendo
io a
fcrivere
de
il
la
Pittura
in
(a
qucfti
breviffimi
com~
mentarii,
accioche
parlar
mio
pi
chiaro,
pigli ero
&
zi
gli
occhi,
mi
,
fervir
fcrivendo,
come
fi
ufa
dire,
di
una
pi gralTa minerva:
veramente mi parr haver fatto a baftanza, f Pittori nel leggere intenderanno in qualche modo quefta materia i veramente difficile, & de la quale per quanto io habbia veduto, non flato alcuno che per ancora ne habbia fcritto Chieggio adunnon come que di grazia che quefti miei fcritti fieno interpretati da puro Matematico , ma da Pittore Pertanto bifogna primieramente fapere che il punto un fegno ( per modo di dire ) che non fi pu dividere in parti. Punto Segno chiamo io in quefto luogo,
.
&
talmente in una fuperficie, che cfTi fi pofPer che quelle cofe che non fono fa comprendere da lo occhio comprefe da lo occhio, non alcuno che non confefT che elle non
qual
fi
fia
Conciofia che
il
Pittore
fi fi
affati-
ca di imitar folamente quelle cofe, che mediante la luce vedere. Quefti punti f continovamente per l'ordine fi
r
poffino
porranno
la
uno appreiTo
di
de
lo
altro
diftenderanno
,
una linea
Et
linea
appreffo
lunghezza del quale fi potr dividere in parti, ma fiir talmente futtilillma che giamai non li poeccone lo efempio. --- De le linee alcuna e diritta, tr fendere: alcuna e torta: la linea diritta un fegno tirato a dirittura per
noi
far
la
un fegno
&
lo
lungo da
torta
quella
altro,
fi
ma
ti-
*^
TOc,
tcla^
.
fc
adattate
congiugneranno
infic-
Conciofia che
la fuperficie e
quella eflrc-
ma
1^6
DELLA PITTURA
fi
ma
fono
confider
alla
le
al-
cuna
infte
ma
folamente inquanto
larghezza
&
alla
le
De
qualit ne fono
che f ella non viene del tutto alterata, non Et alfi poflono in modo alcuno ne muovere ne feparare da elTa cune altre qualit fon cofi fatte , che mantenendofi la medefma faccia de la fuperfcie , cafcano talmente fbtto la veduta , che la fuLe qualit perperfcie pare a coloro che la rifguardano , alterata petue de le fuperfcie fon due. Una certamente quella che ci viene in cognitione mediante quello eftremo circuito dal quale chiunella fuperfcie,
.
Noi, chiamano Orizcnte f ci lecito, per via di una certa fimilitudine lo chiameremo con vocabolo latino ora, o f pi ci piacer, il d'intorno. Et far quefo d' intorno terminato o da una fola, o da pi linee. Da una fola j come la circulare da piuj come da una torta &c da una diritta, o vero ancora da pi linee diritte, o da pi torte. La linea circulare quella che abbraccia, & contiene in f tutto lo fpazzo del cerchio. Et il cerchio una forma de la fuperfcie, che e circundata da una linea a guifa di corona. In mezzo de la quale raggi che per lunghezza fi partiranno f vi far un punto , tutti i da quefto punto, & andranno alla corona o circonferentia a dirittura, faranno ira loro uguali Tan;. i. Fig. i. Et quefto medefmo punto fi chiama il centro del cerchio. La linea diritta che taglier due volte la circunferentia, & paller per il centro, fi chiama apMatematici il diametro del cerchio. Noi chiameremo queprefTo Aa medefma centrica. Et faci in quefto luogo perluafo quel che dicono Matematici, che neduna linea che tagli la circunferentia, f non pu , in efla circunferentia fare angoli uguali non quella Ma torniamo alle fuperHcie Imperoche da che tocca il centro pu intendere facilmente, quelle cofe che io ho dette di fopra fi come mutato il tirare dell'ultime linee, ovvero del d'intorno di una fuperfcie, e(Ta fuperfcie perda c(To fatto il nome & la faccia fua primiera, & che quella che forf fi chiamava triangolare, fi
fa la fuperfcie:
il
quale
circuito
alcuni
o forf di pi angoli Chiamcrafli mutato il d' intorno ogni volta che la linea , o gli angoli fi faranno non folamente pi ma pi ottufi o pi lunghi , o pi acuti o pi brevi Quelfo luogo ne avvertifce che fi dica qualche cofa de gli angoli. E* veramente lo angolo quel che fi fa da due linee che
inrerfeghino infieme
le
fopra
la
eftremit di
fotto
una
fuperfcie.
,
Tre
fo-
no
dra
forte
2.
de
li
angoli,
a fquadra,
fquadra
&
fopra (qua-
Fig.
Lo angolo
,
a fquadra,
l
che
fa
mente
fi
uguale a qualun-
que
LIBRO PRIMO.
:
137
Et da qiiefto avviene che ci quc fi ini de gli altri tre che reftano dicono, che tutti gli angoli retti fono fra loro uguali. Angolo fopra fquadra quello, che maggior de lo a inquadra. Acuto, o ltto (quadra quello, che minore de lo a (quadra. Torniamo Noi dicemmo in che modo, mediante un di nuovo alla fuperfcie d' intorno fi imprimeva nella fuperfcie una qualit Relaci a parlare dell'altra qualit de le fuperHcie, la quale (perdirco() quali come una pelle diftefa lopra tutta la faccia de la fuperfcie. Et quella fi divide in tre Imperoche alcune fono piane uniforme altre fono sferiche &i gonfiate, altre fono incavate & concave. Aggiunghinf a quelle per il quarto quelle fuperfcie che de le dette fi compongono. Di quelle tratteremo di poi: parliamo bora de le prime La fuperfcie piana quella , fopra la quale portovi un re.
&
golo
Molto
f-
fuperfcie di
ma. La
fliperfcie sferica
imita
il
fer-
sfera
dicono che un corpo tondo, volubile per ogni verfo , nel mezzo del quale un punto, dal quale tutte le ultime parti di e(To corpo fono ugualmente lontane La fuperfcie concava quella che dal lato di dentro ha la fua eflremit, che fotto, per dir coli, alla cotenna de la sfera, come fono le intime fuperfcie di dentro ne gufci de gli vuovi Ma la fuperfcie comporta quella che ha 1' una parte di (e fleffa piana, altra o concava, o tonda, come fono le fuperfcie di dentro de le canne, o le fuperfcie di fuori de le colonne, o de le piramidi {Tav.lFig.2.). Per tanto, le qualit che l truovano effere o nel circuito, o nelle faccie de le fuperfcie, hanno importo diverll nomi, come fi dille, alle fuperfcie. Ma le qualit,
.
.
&
le
me-
Imperoche mutato il luogo o i lumi, appanfcono variate a coloro che le guardano. Diremo del luogo prima, &C poi de lumi. Et bifogna certamente prima confderare in qual modo, mutato il luogo, eOe qualitadi che fon nella fuperfcie, paiano che fieno mutate. Quelle cofe veramente fi afpettano alla forza 6c virt de gli occhi. Imperoche egli di necellit che d' intorni o per dilcoltarf o mutarli di fto ci paiano o minori, o maggiori, o dillimili al tutto di quel che prima ci parevano medefmamente che le fuperfcie ci paiano o accrefciute o defraudate di colore. Le quali cofe tutte fon quelle che noi miliiriamo o difcorriamo con lo fquadro & come quello fquadro o veduta fi faccia, andiamo hora invertigando Et cominciamo da la fcntentia de Filofofi che dicono che le fuperfcie fi efuiiinano mediante certi raggi minilln de la veduta che perci gli chiamano vifvi cio che per clh fi impnmino (mulacn de le cofe nel fenfo. Imperoche quelli medefimi S
defmamcnte due.
i
,
.
13?
fimi
DELLA PITTURA
fra
,
raggi
lo occhio
&
la
fuperficie
veduta
pria natura
&
per una
certa
IplendidifTimamente
diafani
,
trino
luocro
gii
in
aria
&
{ino
altri
fmili
corpi
rari
la
luce
tanto
che
i
fi
rifcon-
&
fi
non
del
tutto
ofcuro
nel
qul
fermano.
raggi
Ma
non
fu
apreffo
gli
de
a'-.tichi
quefti
ufcivano
da
fiaci
occhi
o da
to
a
la fuperficie.
La qual
la
difputa in
vero molto
difficile,
noi
non
necelTaria,
lafceremo da parte. Et
maginare che quelfi raggi fieno quafi che fottilifiime fila un capo dirittiflime , come fattone un fafcio , & che elle fieno ricevute per entro lo occhio l dove fi forma o crea la veduta j &C & dal qual quivi fiieno non altrimenti che un troncone di raggi luogo ufcendo a di lungo gli affaticati raggi, come dirittiffime vermene, fcorriro alla fuperficie che loro a rincontro: Ma infra queraggi alcuna differentia , la quale bene che fi fappia , impelli Conciofia che alroche ei fono differenti & di forze 6c di officio
: :
quanlecito imlegate da
&
comprendono d' intorni de le fuperficie toccando tutte le quantit de la fiaperficie. Et quefti , perche ei vanno volando & a pena toccando le eftreme parti de le fuperficie , gli chiameremo ra^gi eftremi o ultimi Avertifcafi che quefta fuperficie fi mofra in faccia perche l poffino vedere i quattro raggi ultimi che vanno a punti, da quali ella terminata. (Tav.l Fig- 3.) Altri raggi o ricevuti o ufciti da tutta la faccia de la fuperficie, fanno ancor effi lo ufficio loro, entro a quella piramide, de la quale a fuo luogo Imperoche ei fi riempiono de medefimi parleremo poco di fiotto Et per chiamiacolori & lumi ; de quali rifplende cffa fuperficie mo quelli, raggi di mezzo, o mezzani. {Ta^.I.Fig. ^.) Tutto il quadro
cuni di
loro
i ,
.
.
una
,
fola
fiiperficiej
i
ma
lo
fi
moftrano
raogi che
occhio a punti de lo cora f ne truova uno cofi fatto che a fimihtudine di quella linea centrica che noi dicemmo , fi pu chiamare raggio centrico o del centro, perci che egli ft di maniera nella fuperficie che caufa da ogni banda intorno a f angoli uguali. {Tan).lFig. 5.) Si che noi habbia.
centrici: mezzani, andiamo hora invefiigando quel che, qual fi fia 1' una di quelle forEt la prima cofa parliamo de te di raggi , conferifca alla veduta ultimamente de centrigli ultimi di poi parleremo de mezzani ,
trovati
i
mo
&
&
ci
Con
,
gli
ultimi raggi
fi
comprendono
le
quantit
&
la
quantit
veramente quello fpatio che infra duoi punti difgiunti del d* intorno che paffa per la fuperficie , il quale fpatio e comprefo da lo occhio con quelli ultimi raggi , quafi come per modo di dire con
le
LIBRO PRIMO.
le
135,
fefte:
&
fono
tante
quantit
in
l
una
fuperficie,
1'
quanti
fono
Imperoche noi con la veduta nofra riconofciamo la longhezza medianla larghezza mediante il da delira, o te la Tua altezza o baffezza la groffezza mediante il da prelTo o da lontano: o vero da finillra tutte le altre mifure ancora, qualunque elle fi fiano, comprendiamo La onde fi fiaol dire che la veduta fi folo con quelli raggi ultimi quale la quantit veduta, fa mediante un triangolo, la bafa del punti lati del quale fi:)no quei medefimi raggi che efcc^no da i de la quantit & vengono fino all' occhio Et quella col certilfima che non fi vede quantit alcuna, f non mediante quefto trianrifguardano
1'
un
altro.
&
golo.
goli
la
lati
adunque
del triangolo
Ma
gli
an-
in
cio
amendue
quei
capi
da
quantit.
la
Ma
ba(a
il
Ci
terzo,
&
principale angolo,
.'
contro de
neMo occhio {Tanj.I. Ftg. 6) Ne in quello luogo fi ha a difputare f effa villa d quieta, come ei dicono, in eflfa giuntura del nervo interiore, o f pure fi figurino le imagini in elTa fufa
perficvc
fi
de
lo
occhio quafi
come
in
Ma
non
devon in queflo luogo raccontare tutti gli officii de gli occhi quanto al vedere Conciofia che fiir a ballanza mettere in quelli commentarii brevemente quelle cofe che ci parranno necellarie Conlillendo adunque il principale angolo vifivo nello occhio ei f ne cavata quefta regola, cio che quanto lo angolo lar nello occhio, pi acuto, tanto ci parr minore la quantit veduta. La onde fi vede manifello perche cagione avenga che da un lun.
go intervallo, pare che la quantit veduta fi allottigli, quafi che ella venga ad un punto. Ma ancor che le cole fieno in quella maniera, avviene nondimeno in alcune fuperficie, che quanto pi fi avvicina loro lo occhio di chi le riguarda , tanto gli paiono minori Et quanto pi lo occhio fi difcolla da elle, tanto pi li par maggiore quella parte de la fuperficie: il che fi vede manifello nelle fuperficie sieriche Le quantit adunque mediante lo intervallo paiono alcuna volta o maggiori o minori a chi le riguarda De la qual cofa chi fapr bene la ragione non dubiter punto che i raggi mezzani alcuna volta diventano gli ultimi, gli ultimi, mutato lo intervallo, diventano mezzani Et perci har da lpere che quando raggi mezzani faranno diventati ultimi, fubito le quantit gli parranno minori: Et per il centrano quando raggi ultimi fi raccorranno entro al d' intorno quanto pi ei faranno lontani dal d' intorno, tanto apparir ella quantit maggiore Qui adunque foglio 10 a miei amici dcmcllici dare una regola che quanti pi raggi noi occupiamo con la veduta, tanto doviamo penfare che fia maggiore la quantit veduta, &: quanti ne occupiamo manco, tanto minore. Ultimamente quelli S 2
:
.
&
i
I40
DELLA PITTURA
tutta eHa fuperficie.
quefti raggi ultimi abbracciando a parte a parte univerfalmentc tutto il d* intorno di una fuperficie, girano a torno a torno quafi co-
dicono che la veduBifogna adunque dire che ta fi fa mediante una piramide di raggi cofa fia la piramide. La piramide una figura di corpo lunga, da in fu terminano la bafa de la quale tutte le linee diritte tirate allo in una punta. La bafa de la piramide la fuperficie veduta, i lati
me
una foHa,
La onde
.
ei
quali noi chiamiamo gli ultipiramide fono efT raggi vifivi mi La punta de la piramide fi ferma quivi entro allo occhio , dove gli angoli de la quantit fi congiungono infieme. Et quello baraggi ultimi, de quali fi fa la piramide, mediante la quale fli de che egli importa grandemente quali fi vede per ogni ragione, la fuperficie. ivcfiaci a tratchenti intervalli fiano fra lo occhio Sono i raggi mezzani quella moltitudine di tare de raggi mezzani
de
la
&
&
quale accerchiata da raggi ultimi fi truova elTer dentro alla piramide. Et quefti raggi fanno quel, che fi dice che fa il Cafimili fiere sbigottite per paura, che fogliono pigliare maleonte, pi vicine a loro , per non efier ritrovate da i colori de le cofe
raggi
,
la
&
Imperoch Quefto quel che fanno i raggi mezzani dal toccamento loro de la fuperficie fino alla punta de la piramide , trovata per tutto quello tratto la variet de colori & de lumi f ne macchiano talmente, che in qualunque luogo che tu gli tafporgerebbon di loro in quel medefimo luogo quel lume gliafli llefib, &C quel medefimo colore, di che fi fono inzuppati. Et queper il fatto lleffo primieramente i e veduto che fti raggi mezzani
Cacciatori
. .
caufano la vifia pi debole ultiper lungo intervallo mancano, mamente poi fi trovata la ragione perche quefto avvenga Concio.
&
gratutti gli altri raggi vilvi , elTendo ripieni che quefti fteffi , di colori , trapaifando per la aria , &C la aria eflendo anvi di lumi cor efia ripiena di qualche groflezza , avviene che per la molta parte del pefo , mentre che efl^ fcorrono per la aria , fieno tirati come Et per dicono bene , che quanto la diftanzia fracchi allo in gi pi offufcata maggiore , tanto la fuperficie pare pi fcura
fia
&
&
&
&
Noi chiamiamo raggio cenReftaci a trattare del raggio centrico trico quello , che folo ferifce la quantit di maniera , che gli angoli
.
uguali da
amendue
le
parti
rifpondino a
gli
angoli
che
fon
loro a
canto
trico
,
&
di tutti
veramente per quanto fi appartiene a quefto raggio cencofa verifilma che quefto di tutti i raggi il pi fiero , vivacifi'imo. Ne fi pu negare che nefluna quantit apparir
&
mai
ella
.
alla
vifta
maggiore
.
non quando
pi
cofe
il
raggio
centrico
far
in
Potrebbonfi
raggio
raccontare
de
la
polTanza
fi
&
dell' officio
,
Ma
quefta fola
cofa
tutti
non
gli
lafci
indietro
che
lo
quefto
folo e
fomentato da
altri
raggi
che
han-
, ,
LIBRO PRIMO.
hanno mc(To
capo parrebbon pi
il
141
in
mezzo
quaf
,
che habbino fatta una certa unita talmente che fi pu a ragione chiamare
.
principe de raggi
Lafcinfi in dietro
le
altre
cofe che
,
lo
ancora fi diranno de raggi pi comodamente a luoghi loro I raggi mezzani de lo ottangolo i] poifon chiamare una piramide di otto tacce dentro ad una piramide di quattro facce ( Tau.I. Fig. 7. ) Et balii in quello luogo haver racconto quelle cofe per quanto comporta la brevit de commentari! , per le quali non alcuno che dubiti che
.
la
cof
,
ft
in
quefto
modo;
di
il
che io
,
credo
ii
fia
moftro a baftanla
fia
za
cio
che
mutatofi
intervallo
la
&
mutalafi
i\
pofitura
alterata.
del
Tuperficie
Im-
peroche ella apparir o minore , o maggiore , o mutata fecondo lo ordine che havranno infra di loro le linee, o gli angoli. Adunque
la
&i la dillantia
conferifcono
grande-
Ecci ancora una ahra certa terza cofa mediante la quale le fuperficie apparifcono a chi le riA guarda disformi Et quelto il ricevimento de lumi varie Imperoche ei fi pu veder nella fuperficie sferica nella concava che f ei vi far un lume folo , la fuperficie da una parte
la
.
mente
vera certezza de
veduta
&
&
apparir
dal
alquanto
raggio
ofcura
&
da
la
,
altra
parte
pii
chiara
la
Et
pofi-
medefimo
del
intervallo
primiero
OC
,
ftando
ferma
pur che ella fuperficie venga fottopoiia ad un lume diverfo dal primo tu vedrai che quelle parti de la fuperficie che al primo lume apparivano chiare hora mutatofi il lume appariranno fcure , le ofcure appariranno chiare Et oltre a quelfo fc vi faranno pi lumi attorno appariranno in cofi fatte fuperficie diverfe ofcurit , & diverfe chiarezze varieranno fecondo la quantit le forze de lumi Quella IL Fig. i. e 2. ) Ma quello cofa fi pruova con la efperienza ( Ta'v. luogo ne avvertifce , che fi debbino dire alcune cofe de lumi de colori Che i colori fi variino , mediante lumi col manifefta i conciofia che qual fi voglia colore non apparilce nell' ombra
centrico
,
tura
primiera
&
&
&
&
allo afpetto
noftro
.
tale
quale
1*
egli
apparifce
quando
,
egli
e pollo a
,
raggi de lumi
il
Imperoche
lume
lo fa
chiaro 6c
ombra moftra il colore otTufcato 6c Filofofi aperto. Dicono che non ii pu ella non vcllita di lume OC di colore 6c
i
,
infra
colori
&
lumi
a far la vedu-
la
quale quanto
elfi
lume,
ancor
elfi,
grande fi vede da quello , che mancando il colori ancora diventando a poco a poco ofcuri mancano ritornando la luce o il lume, ritornano ancora infiefia
&
me con
quella
colori
alla
le
virt
de
lu.
mi
. ..
142
DELLA PITTURA
cof elTendo cofi
,
mi
La qual
far
bene
la
prima cofa
trattare
de
(
colori,
&
dipoi
andremo
i
invejftigando in
che
modo
i
detti
colori
Lafciamo da parte quella difputa Filofonafcimenti & le mediante la quale l vanno inveftigando fca Impcroche che importa al Dipintore lo prime origini de colori in che modo il colore fi generi dal mefcolamento haver faputo o da del raro & del denfo &: del lecco o da quel del caldo quello del freddo & del humido ? Ne difprezzo io per coloro che flofofando difputano de colori in tal modo che elfi affermano che
variino mediante
,
lumi
le
i
fpetic
de colori fono
,
fette
cio
che
il
bianco &:
nel
,
il
nero
fono
infra
duoi eftremi
infra
quali ve n
,
uno
&
quel
del
parte
perche l' uno di queft duoi l accofta pili allo ftremo che l'altro, gli collocano in modo che pare che e' dubitino del luogo dove porli. Al Dipintore a baftanza il fper quah fieno colon in che modo e' s abbino a fervir d' effi neli la Pittura Io non vorrei effer riprefo da quei che pi fanno quali mentre feguitano Filofofi dicono che nella natura de le cofe non l truova f non duoi veri colon cio il bianco il ne-
ve
ne
fono
duoi
altri
&
&
&
nafchono dal mefcolamento di quefti Io veramente come Dipintore la intendo in quefto modo quanto a colon che per melcolamenti de colon nafchino altri colori , quafi infiniti Ma appreiTo a Pittori quattro fono veri generi de colon , come fon quattro ancora gli elementi da i quali fi cavano m^lte & mo^te fpecie. Perci che egli quello che par di fuoco, per dir cof , cio il roffo e poi quel da la aria che fi chiama azzurro quel ad la acqua il verde quel da la terra ha il cenerognolo T utti gli altri colon noi vergiamo che fon fatti di mcfcolamenti non altrimenti che ci pare che fa il Diafpro & il Porfido. Sono adunque generi de colori quattro da quali mediante il mefcolamento del bianco del nero fi generano innumerabili fpecie Conciofa che noi vcggiamo le frondi verdi perdere tanto de la loro verdezza di poco in poco fino a che elle diventano bianche 11 medelmo veggiamo ancora nella aria ftefla talvolta la quale prefa la qualit di qualche vapore bianco verfo lo orizzonte ritorna a pigliare a poco a poco il fuo proprio colore. Oltra di queflo veggiamo ancor quefto medefmo nelle rofe , alcune de le quali tal volta fon tante accefe di colore, che imitano il chermif , altre paiono del color de le guance de le fanciulle altre paiono biancome avorio che Il color de la terra ancora mediante il mefcuglio del bianco & del nero ha le fue fpecie Non adunque il mefcolamento del bianco muta ma genera generi de colori crea eOe fpecie Et la medefma forza fmilmente ha ancora il color negro Imro,
&
che
tutti
gli
altri
&
&
&
<!k:
. .. ,
LIBRO PRIMO.
i
143
Imperochc per il mefcolamento del nero fi generano molte fpezic che ia. molto bene perci che eflo colore mediante la ombra ( Il altera dove prima ( vedea manifello percioche crefcendo T om,
:
bra
bianchezza del colore manca lume diventa pi chiara <!^ pi candida. Et per
,
la
chiarezza
&:
&
crefcendo
il
fi
pu
a baldanza
perfuadere
al
Pittore che
,
il
bianco
cofi
,
&
il
nero non
,
de colori Conciofia che il Pittore non ha trovata cofa alcuna pi che il bianco mediante il quale egli pofla efprimere quello ultimo candore del lume ne cofa alcuna con la quale ei pofla rapprefentare la ofcurit de le tenebre pi che con il nero Aggiugni a quefte cofe , che tu non troverai mai in alcun luogo il bianco il nero , che egli ftelTo non cafchi lotto alcuno genere de colori Trattiamo hora de la forza de lumi I lumi fono o di conftellationi , cio o del Sole o de la Ludi fuona , de la Stella di Venere , o vero di lumi materiali co infra quelli una gran difterentia Imperoche i lumi del Cielo rendono le ombre quali che uguali a corpi ; ma il kioco le rende maggiori che non fono corpi , da lo la ombra fi caufa cfler intercetti i raggi de lumi I raggi incercetti o ei fono piegati in altra parte coPieganfi o ei fi raddoppiano in loro ftelTi me quando i raggi del Sole percuotono nella fuperficie de la acqua , quindi poi fiilgono ne palchi ogni piegamento de raggi fi fa come dicono 1 Matematici con angoli tra loro uguali Ma quefte cofe fi appartengono ad una altra parte di Pittura 1 raggi che fi piegano fi inzuppano in qualche parte di quel colore che ei trovano in quella fuperficie da la quale ei fono piegati o riverberati Et quelto veggiamo noi che aviene , quando le faccic di coloro che caminano per prati , ci ( apprelentano verdi ho Io ho trattato adunque de le fuperficie ho trattato de raggi trattato in che modo nel vedere fi facci de triangoli la piramide Io ho provato quanto grandemente importi che lo intervallo , la pofitura del raggio centrico , &: il ricevimento de lumi fia determinato & certo Ma poi che con un folo Iguardo noi veggiamo non poi pur una fuperficie fola ma pi fuperficie ad un tratto che fi trattato non mediocremente di ciafcuna fuperficie da per f hora ci reit ad invcfiigare , in che modo pi fuperficie congiunte infieme ci fi apprefentino alli occhi Ciafcuna fuperficie certamente gode particularmente ripiena de fuo lumi &c de fuoi colon, fi cume fi detto, de la la propria piramide. Et cllendo corpi coperti da le fiiperficie , tutte le quantit de corpi che noi 1 pregna veggiamo creano una piramide fola tutte le fuperficie (per modo di dire) di tante piramidi minori, quante lno le lugli
ma
alteratoti
per
dirfi
& &
&
&
&
&
&
&
&
pcrficie
che
mediante
quella
veduta
fon
co0iprefe
da
razzi
di
detta
.,
i44
detta veduta
.
DELLA PITTURA
Et cfTendo
le
cofe
cofi
fatte
dir forf
qualchuno
che ha bifogno il Pittore di tanta confiderazione ? o che utilit li dar al dipingere ? Quello certamente fi fa acci che ei fppia che egli per dover diventare uno ottimo maertro , ogni volta che egli conolcer ottimamente le differentie de le fi.iperHcie , che flato conofciuto da pochifil avertir le loro proportioni Imperoche f ei faranno domandati , qual fia quella cola (imi
&
che
fon
ei
cerchino che
ei
quella
,
fiapeificie
pofla
rifponder
molto meglio
fi
ad ogni
altra cofa
che
il
faper
dir
prego Imperoche lo impache gli ftudiofi Pittori mi ftieno ad udire da qualunchc rare quelle cofe che giovano , non fu mai male , Et imparino veramente mentre che ei circonfia voglia maeflro fcrivono con le linee una fuperficie , mentre che ei cuoprono
ragione di quel che
affatichino
di
fare
.
Per
che
io
&
di
colori
difegnati
&
terminati luoghi
che
nelTuna
cofa
fi
cer-
quanto che in quella una fola fiaperficie ci fi rapprefenfuperficie Non altrimenti che f quella iutino pi forme di fulTi quafi che di vetro o di perficie che ei cuoprono di colori tal che per effa pafTade tutta la altra cofa fimile trafparente , veri corpi , con intervallo determinato piramide vifiva a vedere &c fjrmo , con ferma poficura del raggio centrico & de lumi polli in aria lontani a lor luoghi &c che quello fia cofi , lo dimoflrano i Pittori , quando ei i ritirano in dietro da la cofa che ei dipingono a confiderarla da lontano , che guidati da la natura vanno cercando in quefto modo de la punta di e(Ta fleffa che da quel luogo conliderano La onde fi accorgono piramide Ma elTendo quefta una fola giudicano meglio tutte le cofe fuperficie o di tavola , o di muro , nella quale il Pittore l affaca
pi
.
&
&
tica
voler
dipignere
pi
&
fola
,
diverfe
far
di
fuperficie
neceffit
,
&C
piramidi
in
in
comde
prefe
fuoi
da una piramide
luoghi
fi
tagli
che accioche
alcuno
pofTa
quello luoefpri-
go il mere
Dipintore
i
che gli dar il taglio La qual cofa ef veggono fendo cofi coloro che rifguardano la fuperficie dipinta un certo taglio de la piramide Sar adunque la pittura il taglio de la piramide vifiva fecondo un determinato fpatio o intervallo,
dintorni
,
& &
con
i
le
linee
&
con
il
dipignere
.
colori
con nee
con i determinati lumi , rapprefentata con li-, Hora da che habcolon fopra una propoflaci fuperficie biamo detto che la Pittura un taglio de la piramide , noi adunmediante que habbiamo ad andare invefligando tutte quelle cole
il
fuo centro
&
&
le
quali
ti
diventino
di
notilfime
tutte
le
parti
di
cofi
fatto
,
taglio
le
Habbiamo adunque
li
il
nuovo
le
parlare
da
qua-
tagliare
con
la
LIBRO PRIMO.
la
145
Pittura.
1
De
le
come
fono,
fono
pavimenti,
fpazzi
che fon ugualmente lontane gli fpazzi. Alcune fuperficie fon ritte, come fono le mura k le altre fuperficie che hanno le medefme forte di linee che le mura: dicefi quelle fuperficie l:are ugual-
de da
li
edificii:
&
alcune altre ne
mente lontane
fra
loro,
medefme forte di linee come fono le fuperficie de le coda una continovata linea diritta lonne quadre, che fi mettono a filo in una loggia. Quef:e fon quelle cofe che fi hanno ad aggiugnere a le cofe che difopra fi difono
,
quando la diftantia che fra di loro, e la medefma Le fuperficie che hanno le fon quelle che da ogni parte fono tocche
.
de de
che
le
fuperficie
Ma
dicemmo de
, ,
raggi
cofi
gli ultimi
fi
come
dentro
la
&
del centrico
&
,
alle
cofe
piramide vifiva bifogna aggiugnere quella fententia de Matematici , con la quale fi pruova , che f una linea diritta taglier i duoi lati di alcuno triangolo far quefla linea tagliante , tale che facci ultimamente uno altro triangolo , &C ugualmente lontana da la altra linea che bafa del primo far allora certamente quello triangolo maggiore proportriangolo
&
Matematici Ma noi accioche il parlar noftro fia pi aperto a Pittori, efplicheremo pi chiaramente la cofa. Ei bifogna che noi fappiamo qual fia quella cofa che noi in queflo luogo vogliam chiamare propurtionale: noi diciamo che quegli fono triangoli proportionali, i lati gli angoli de quali hanno infia di loro la medefma convenientia: Che f uno de lati del triangolo fia pi lungo de la bafa per due volte mezcofi fatti triangoli fieno elfi o magtutti zo o un altro per tre pur che eglin habbino la medefma corgiori o minori di quefto rifpondentia de lati alla bafa, per dir cofi, faranno fra loro proporImpcroche quel rispetto che ha la parte alla parte iua nel tionali triangolo maggiore, l'avr ancora la parte alla parte nel minore. triangoli adunque che faranno cefi fatti appreffo di noi fi Tutti chiameranno proportionali &: perche quefto fia intefo pi apertationale di lati a queflo
minore
Quello dicono
&
&
mente
ne
portionale
daremo una fimilitudine. Sar uno huomo piccolo proad un grandiffimo mediante il cubito: purch fi fervi la
del
,
medefima proportione
parti
palmo,
per
mifurare
le
,
altre
del
in
corpo
colui
in
coftui
in
modo
,
Euandro
dille
onfervc)
cio
Ercole
di
del
gli
quale
altri
,
Gellio
di
flatura grandifiimo
pi di
tutti
huomini.
fi
Ne
fu
altra proportione
ne
membri
al
Ercole
cofi
,
che
fuffe
po
in
di
come
il
la
mano
in
corrifpondeva
ciafcuno in proportione
cubito
&
cubito
proportione
di loro,
il
al
capo
&
a gU
altri
infra
me-
defimo
, , . , .
i4<J
DELLA PITTURA
i ,
.
defimo interverr ne noftri triangoli , che ei far qualche Torta di triangoli , mediante la quale i minori corrifponderanmifura infra no a maggiori in le altre cofe eccetto che nella grandezza Et f qucfte cofe fi intendono tanto che baftino, deliberiamo, mediante propofito che la fententia de Matematici tanto quanto fa a noftro ogni taglio di qualunque triangolo parimente lontano da la bafa genera 6: fa un triangolo fimile fi come ef'i dicono a quel loro E percome lo diciamo noi proportionale triangolo maggiore , che tutte quelle cofe che fono fra loro proportionali , le parti an,
&
in quelle cofe, nelle quali le cor loro fon in e([c corrifpondenti, non corri/pondenti , non fono proportionali i parti fono diverfe le parti del triangolo vifivo fono oltre alle linee , ancora efl raggi ,
&
&
rifguardarc
le
quantit
proportionali
de la Pittuta , uguali quanto al numero alle vere , & in quelle che Imperoche una di non faranno proportionali , non faranno uguali occuper o pi raggi o manco quefe quantit non proportionali Tu hai conofciuto adunque in che modo un qual fi voglia minore ti ricordi che la triangolo , fi chiami proportionale al maggiore
.
&
piramide vifiva fi fa di triangoli. Adunque riferifcafi tutto il noflro ragionamento che abbiamo havuto de triangoli , alla piramide Et perfuadiamoci , che neffune de le quantit vedute de la fuperficie ,
.
che parimente fien lontane dal taglio , faccino nella Pittura alteraImperoche effe fono veramente quantit ugualmente tione alcuna lontane , proportionali in ogni ugualmente lontano taglio da le locofa ellendo cofi , ne lguita quefto la qual ro corrifpondenti che non ne fuccede nella Pittura alteratione alcuna de dintorni , che non fono alterate le quantit , da le quali il campo o lo da le quali fono mifurati o comprefi dintorni fpatio fi empie Et manifeito che ogni taglio de la piramide vifiva che fia ugualmente diflante da la veduta fuperficie , fimilmente proportionale ad effa veduta fuperficie Habbiamo parlato de le fuperficie pro. :
&
&
portionali al taglio
cio
de
le
ugualmente
lontane
alla
fuperficie
perche noi haremo a dipignere pi diverfe fuperficie che non faranno ugualmente dilfanti , dobbiamo di quefte far pi diligente inveftigatione , accioche fi efplichi qual fi voglia ragione
dipinta
.
Ma
molto difficile & ofcuEt perche farebbe cofa lunga rilfima in quelli tagli de triangoli & de la piramide narrare ogni cofa fecondo le regole de Matematici 5 per parlando fecondo il coRacontiamo brevifiimafiume noftro come Pittori , procederemo mente alcune cofe de le quantit che non fono ugualmente lontane, fputc le quali ci far facile intendere ogni confideratione de le fuperficie non ugualmente lontane. De le quantit adunque non ugualdel
taglio
.
&
.
di linee
fimili
in
, ,
LIBRO PRIMO.
&
alcune,
147
da alcuni rag^i vifvi: le quantit fimili in tutto a raggi vifivi perche elle non fanno triangolo, & non occupano il numero de raggi, non i guadagnano perci luogo alcuno nel taglio. Ma nelle quantit ugualmente diflanti quanto quel angolo maggior eh' alla baf del da raggi vifivi
diilanti
, ,
che
fono ugualmente
triangolo
far
pi
ottufo
tanto
di
manco
fpatio
di
il
raggi
taglio.
&C
ricever
quella
quantit,
&
la
per har
fuperficie
,
manco
fi
per
Noi
,
habbiam
detto che
tcie
cuopre
vi
fpello accade
che
far
gualmcnte lontana dal taglio, perficie non faranno ugualmente diftanti per quefto avviene che quelle fole quantit che fono ugualmente diilanti nella fuperficie
i
&
perche nelle fupcruna qualche quantit che far u1' altre qualit de la medefma fudi
quantit,
non patifcono nella Pittura alteratione a'cuna. Ma quelle quantit che non faranno ugualmente lontane, quanto haranno lo angolo pi
maggiore nel triangolo alla bafa , tanto pi riceveranno di alteratione Finalmente a tutte quefte cofe bifogna aggiugncmediante la quale efli affermano re quella opinion de Filofofi che f '1 cielo, le ftelle, mari, i monti, & effi animali, dipoi tutti i corpi , diventafTino per volont di Dio , la met minori eh' ei non fono, ci averebbe che tutte quefte cofe non ci parrebbono in parte alcuna diminuite da quel eh' elle hoia fono , peil
.
&
roche
la
la
grandezza,
la
&
polTon ritrovare,
&
non
ritrovare nelle
chiamaron accidenti: & fono di tal forte che la intera cognition di effe fi la mediante la comparatione. Difle Virgilio che Ma f fi Enea avanzava di tutte le fpalle tutti gli altri huomini faceffe comparation di coRui a Polifemo, ci parrebbe un Pigmeo. Dicono che Eurialo fu belliifimo il qual f l comparalTe a Ganimede rapito da Giove, parrebbe brutto. In Spagna alcune fanciulle firebbon tenute per fon tenute per candide le quali in Germania
cofe,
i
Pilofofi le
ulivigne
&
nere
f
L' avorio
far
1'
argento
i
fon
cigni
,
bianchi
di
i
colore
nondimeno
ni lini,
o con
bianchi panci
,
appa-
rifcono
in
elfe
le fuperficie nella
fi
quando
vede quella proportione dal bianco al nero , eh' e nelle cofe ftefle da i lumi all' ombre. Si che tutte quelle cofe fi imparano, mediante il farne comparatione. Conciolia che nel fare paragone de le cofe, una certa lorza, per la qua^e fi conolce quel che vi fia di pi, o di meno, o d' uguale. Per il che noi chiamiamo grande quella cofa eh' maggiore d' una minore grandilTima quelluminofi quella eh' pi chiara la eh' maggiore de la grande che l'ofcuraj luminofilTima quella che fia pi chiara de la luminofa.
h j
Et
, .
DELLA PITTURA
Et
ci
fi
fa
veramente
la
comparatione de
le
cofe
alle
fieno manifeflifTime.
al
Ma
,
elTendo
forf
1'
huomo
pi di tutte
altre
co-
Protagora che 1' huomo era il intendeva per quefto che la mifura di tutte le cofe, modello farbene conofcere , gli accidenti di tutte le cofe fi potevano
fe
huomo
notilTimo
diffe
&
& &
&
ne comparationi con gli accidenti del huomo Quelle cofe ci amaeftrano a quefto , che noi intendiamo che qualunque forte di corpi noi dipigneremo in Pittura , ci parranno grandi & piccoli fecondo la mifura de gli huomini che quivi faran dipinti. Et quefta forza de la ccmparationc mi par veder che molto eccellentemente pia che alcuno altro de gli antichi la intendeffe Timante , il qual Dipintore, dipingendo fopra una piccola tavoletta il Ciclope che dormi.
ve li dipinfe apprelTo i Satiri , eh' abbracciavan il dito groffo del dormiente , acci mediante la mifura de Satiri , colui che dorHabbiamo infin qui dette miva appariffe infinitamente maggiore quafi tutte quelle cofe che fi afpettano alla forza del vedere, Ma perche giova al cafo nollro il fapere &c a conofcer il taglio non folo quel che fia , &: di che cole il taglio, ma come ancor egli fi faccia, ci refta a dire di quefto taglio, con qual' arte nel
va
dipignere
,
egli
fi
efprima
Di quefto adunque,
,
lafciate
l'altre
cofe
mentre eh' io dipingo racconter io quel che faccia da parte La prima cofa nel dipignere una fiiperficie, io vi difegno un quagrande quanto a me piace , il quale mi ferve per un' aperta fineftra da la quale fi habbia a veder la hiftoria , c quivi determino le grandezze de gli huomini eh' io vi voglio fare in pittura, e divido la lunghezza di queft' huomo in tre parti , le quali a me fono proportionali , con quella mifura che il vulgo chiama il braccio. Imperoche ella di tre braccia, come fi vede chiaro da la proportione de membri dell' huomo , perche tale Con quefta la commune lunghezza per lo pi del corpo humano mifura adunque divido la linea da baflo che ft a diacere del difegnato quadrangolo, veggo quante di cofi fatte parti entrino in effa & quefta fieffa linea adiaccre del quadrangolo a me proportionale alla pi vicina a traverfo ugualmente lontana veduta quantit nello fpazzo. Dopo queflo io pongo un punto folo dove babbi a correre la veduta dentro al quadrangolo , il qual punto preoccupi quel luogo al quale babbi ad arrivare il raggio centrico , e per lo chiamo il punto del centro: porraffi quefto punto convenientemente, ron pi alto da le linee che diace , che per quanto 1' altezza del huomo che vi fi ha a dipignere peroche in quefto modo coloro che riguardano, & le cole dipinte pare che fieno ad un piano uguale Pof^o il punto del centro , tiro lince diritte da cffo punto a ciafcuna de le divifioni de la linea diritta che diace: Le quali linee
drangolo di
angoli retti
.
&
&
ve-
LIBRO PRIMO.
veramente mi dimolrano
,
14C;
in
che
modo havendo
10 a
procedere
le
li-
veduta mia. {Tanj. II.Fi^. ^.) Qui arieno alcuni che tirerebbono entro al quadrangolo una linea ugualmente didividerebbon in tre parti lo fpatio nante da la gi divifa linea, Di poi con quclLi regola tireche farebbe fra le dette due linee rebbono un'altra linea parimente lontana da quefta iecunda linea, parimente lontana, talmente che Io fpatio che infra la prima compartita linea, & quefta feconda linea a lei paralella, o parimente lontana, divifo in tre parti, ecceda di una parte di f iciXo quello fpatio che fra la feconda &c la terza linea di poi aggiugne1' rebbono altre linee talmente che fempre quello fpatio che feguitafli manzi infra le linee, fufle per la met pu , per parlare come i Matematici. Si che in quefta maniera procederebbono coftoro, i quali f ben dicono di feguire una ottima via nel dipignere, 10 nondimeno penfo che efli errino non poco. Perche havendo pofto a calo la prima linea paralella alla principale, f ben 1' altre paralelle fon porte con regola con ordine non hanno per cofa per la quale effi habbino certo OC determinato luogo de la punta de la piramide da poter bene vedere la cofa i dal che ne fuccedono facilmente nella Pittura non piccoli errori. Aggiugni a quello, che la regola di coftoro faria molto falla, la dove il punto del centro fulfe pofto o pi alto, o pi ballo de la ftatua del huomo dipinto: conciofia che tutti quei che fanno , diranno che nefluna de le cofc dipinte conforme alle vere , f ella non far pofta con certa regola diftante dall'occhio, non fi potr fguardare, n difcernere. De la qual cofa efporremo la ragione, f mai noi fcriveremo di quelle dimoflrationi de la Pittura, le quali gi fatte da noi, gH amici noftri mentre le guardavano con maraviglia, le chiamarono i miracoli de la Pittura. Imperoche tutte quefte cofe che io ho dette prinritorniamo adunque a procipalmente fi afpettano a quella parte
traverfo
ali*
no da
all'
infinit
&C
ultima
lontananza,
&
fi
riftringhino
quantit
afpctto
&
&
&
&
pofito
cofi
fatte,
io io
perci
ottimo
linea,
modo.
In
tutte
le
altre
cofe
vo
diace
la
& &
.
al
al
punto
tirare
.
linea
che diace
Io
che dal punto le linee a ciafcuna de le divifioni de Ma nelle quantit da traverfo io tengo quefto
del
centro,
&
,
alla
divifione
linea
ordine
ritta
:
ho uno
.
fpatio piccolo
nel
quale
io
tiro
una
linea di-
che diace
un punto fopra quefta linea tanto alto , quanto la altezza del punto del centro nel quadrangolo da la linea diacentq divifato, &: tiro da quefto punto a ciafcuna divifione di effa linea le loro linee. Di poi determino quanta diftantia io voglio che fia, infra lo occhio di chi ridel quadrangolo
Di
poi
pongo
fu
alto
guar-
I50
guarda
truova
DELLA PITTURA
&
.
lii
Pittura,
&
quivi ordinato
il
il
linea ritta a
tagliarnento
quella che
cadendo fopra un
.
linea
diritta, caufer
banda
gli
angoli a fquadra
le
[Ta<v. ll.Fig.
Quefta
tutti
i
linea
piombo mi
dar con
fue interfecationi
eflerc
^) adunque
linee
termini de
diltantie che
haranno ad
nel qual
infra le
pavimento,
i
modo
io
har
difegnate
nel
a
pavimento
far
:
tutte le paralelle
de
f
le
ragione,
inleme
ce ne dar
inditio,
diritta
ti
diametro di un quadrangolo , quella linea diritta che partendofi da uno de li angoli va ali* altro a lui oppoflo , la quale divide il quadrangolo in due parti, Dato aduntalmente che facci di detto quadrangolo duoi triangoli
Et
apprello
a Matematici
que diligentemente
fine
nuovo
di
fopra
un
ugualmente lontana da le altre di fotto, la qua& paffi per le interfeghi i duoi lati ritti del quadrangolo grande, il punto del centro. Et quella linea mi ferve per termine, & coVifne , mediante il quale nelTuna quantit eccede la altezza dell' occhio Et perche ella pafTa il punto del centro , perci del rifguardante chiamaf centrica. Dal che avviene che quelli huomini che faranno medefimi dipinti infra le due pi oltre linee paralelle, faranno molto minori che quegli che faranno fra le anteriori linee paralelle: ne per qucflo che ei fieno minori de gli altri, ma perche fono pili lontani apparifcono minori , la qual cofa in vero ci dimoPercioche noi veggiama flra mani fedamente la natura che cofi fia per le Chiefe i capi de gli huomini che fpaffeggiano, quafi andare fempre ad una medefma altezza uguali , ma i piedi di coloro che ci pare che corrifpondino alle ginocchia di cofono affai lontani Tutta quefla regola del dividere il paviloro che ci fon dinanzi
altra linea a traverfo,
.
mento principalmente fi afpetta a quella parte de la Pittura, la qual noi al fuo luogo chiameremo componimento. Et e tale, che io dubito che per effer cofa nuova , & per brevit di quefli miei comimperochc mentarii ella habbi ad effer poco intefa da chi legge mediante le opere antiche, che elfi come facilmente conofciamo, la appreffo de noflri maggiori per elere ofcura & difficile non fu
,
conofciuta
fatica
de
fa
gli
antichi durerai
una gran
dipinta,
ben comporta,
ben
o bene fcolpita. Per la qual cofa io ho dette quefte cofe con brevit, come io penfo, non anco ofcuramente. Ma io conofco chente , quali elle fono, che ne per loro potr acquiftarmi alcuna lode di eloquentia, coloro che non le intenderanno alla prima vifU, dureranno grandiffima fatica a poterle giammai com-
ben
formata,
& &
&
prea-
LIBRO PRIMO.
prendere. Sono quefte cofc facililTime
fmi
(?c
151
&
inclinati
alla
Pittura, in qualunque
modo
elle
fi
dichino,
ma
da natura a quelle nohiliffime arti, ancorch di cXq fi parlaffe eloquentiirimamente, (nricno poco grate, & forf che quefte medefime cofe recitate da noi breviffimamente fenza alcuna eloquentia, faranno lette non fenza fartidio. Ma 10 vorrei che mi iuffe perdonato f mentre che principalmente 10 ho voluto edere intefo 10 ho attefo a fare che il mio fcriver fia chiaro, pi tofio che comporto ed ornato, quelle cofe che feguiarrecheranno per quanto io fpero ranno manco tedio a quei che Noi habbiamo adunque trattato de triangoli della piraleggeranno mide , del taglio, di quelle cofe che ci parevano da dire. De le quali cofe nientedimeno 10 ero folito ragionare con gli amici miei molto pi lungamente con una certa regola di geometria , mollrar loro le cagioni perche cofi avenifle , il che io ho penfato di lanciare indietro per brevit in quefti miei commentarii Perche io in quefto luogo ho racconto folamente i primi pnncipii de la Pitli ho voluti chiamare 1 primi principii, percioche ei fono tura, i primi fondamenti dell' arte per i Pittori che non lnno Ma ei fon tali, che coloro che gli intenderanno bene, conofceranno che gli gioveranno non poco, quanto allo ingegno, quanto a conofcere la diffinitione de la Pittura, quanto ancora a quelle cofe che noi doviamo dire Et non fia alcuno che dubiti , che colui non diventer giammai buon Pittore, che non intenda eccellentea
gli
huomini
rozzi
&
poco
atti
inclinati
&
&
&
&
&
&
mente quel che nel dipignere ei cercher di fare. Imperoche in vano fi tira lo arco f prima non hai deffignato il luogo dove tu VUOI indirizzare la freccia. Et vorrei certamente che noi ci perfuadedimo colui fblo effere per diventare ottimo Pittore, il quale bo,
,
ha imparato a collocare ottimamente tutti i d* intorni , & tutte le qualit de le fuperHcie. Et per il contrario io affermo che non riufcir mai buon Pittore colui, che non fpr efattamente, & di'igentiffmamentc le cofe che habbiamo dette. Et per flato neceffario tutto quello che fi detto de le fuperficie del taglio. Rella bora che fi ammaeftri il Pittore , del modo che egli har a tenere nello immitar con la mano, le cofe che egli fi far immaginato prima nella mente
ra
,
&
DELLA
DELLA PITTURA
D
I
LEONBATISTA ALBERTI
LIBRO SECONDO.
mi par da moftrar in quefto luogo quanto la Pittura fia non indegna da potervi mettere ogni noftro ftudio Se ogni nollra diligcntia. Conciona che ella ha in f una certa forza divina tal che non folo ella fa quel
troppo
faticofo
MA
perche
quefto
a
Audio
de
,
lo
imparare
giovani
perci
che dicono, che fa la amicitia , che ci rapprefenta in effere le perfone che fono lontane ma ella ci mette innanzi a gli occhi ancora coloro , che gi molti molti anni fono fon morti , talch fi veggono con grandiffima maraviglia del Pittore dilettatione di chi riguarda Racconta Plutarco che Caffandro uno de Capitani di li Alellandro, nel vedere la effigie del gi morto Aleiandro, conofcendo in elTa quella maeft regale cominci con tutto il corpo a Dicono ancora che Agefilao Lacedemoniefe fapendo di eftremare fere bruttifTimo, non volle che la fua effigie Riie veduta da defcendenti , perci non li piacque mal efler ne dipinto , ne fcolpito da nefluno Si che i volti de morti vivono in un certo modo una lunga vita, mediante la Pittura. Et che la Pittura ci habbi efpreflo gli Dii, che fono reveriti da le genti, da penfare che ci fia llato un grandilTimo dono concedo a mortali Conciofia che la Pittura ha giovato troppo grandemente alla religione mediante la quale noi iamo principalmente congiunti a gli Dii, al perfeverare gli animi con una certa intera religione. Dicono che Fidia fece in Elide un Giove , la bellezza del quale aggiunfe affai alla gi conceputa religione Ma quanto la Pittura giovi alli honoratifj'imi piaceri de lo animo , quanto ornamento ella arrechi alle cole pu i d' altronde da quello principalmente vedere , che tu non troverai quafi per lo pi cola alcuna bench preciofa, che per la accompagnatura de la Pittura non diventi molto pi cara , & molto pi
,
&
&
&
.
&
&
&
pregiata
Lo
avorio
le
mediante la Pittore, pi preciofc Lo fteffo ancora adornato da la Pittura , filmato molto pi lo oro. Anzi non che altro il piombo pi di tutti gli altri talli viliffjmo, f Fidia o Praffitele ne aveller con le lor ni fatto una ftatua, (ria per avventura tenuta pi in pregio,
.
diventano,
&
le
cofi
fatte
cofc
pregiate
oro che
memache
non
. , .
LIBRO SECONDO.
non farebbe
re
153
Zeuf
Pitto-
non
lavorato.
donare le Tue cofe , perche come ei diceva , elle non fi potevano pagare con qual fi voglia preznon f potelTe trovar giudicava che zo Conciofa che egli o prezzo alcuno che potelTe fatisfare a colui che nel dipignere
haveva
incominciato
icolpirc gli
animali
fufTe
quaf che
la
uno
altro
Dio
infra
mortali
che coloro che ne fono maeftri non folamcnte fi maravigliano de le opere loro, ma f accorgono effcre fmililfimi asli Dii Che dir io che la Pittura o la maeftra di tutte le arti o almanco il principale ornamento ? Imperoche lo ha prefo dal Pittor folo le ciArchitettore f io non mi inganno ma f capitelli, le bafe le colonne, le cornici , t?^ tutte le altre cofi fatte lodi degli ediHzii Imperoche il Pittore mediante la regola &C a gli fcarpellini la arte fua ha infegnato , &C dato modo a gli di tutti (Ik; fcultori a tutte le botteghe de fabbri , de legnaiuoli , coloro che lavorano di fabriche manuali , talch non fi ritrover finalmente arte alcuna bench abiettiffima che non babbi riguardo alla Pittura onde io ardir di dire che tutto quel che di ornaqudc: Iodi
Ha
adunque
Pittura
...
&
mento da gli
flati
nelle cofe,
fa
cavato
la
da
la Pittura.
Ma
antichi honorata
la
Pittura
di
qucfto
chiamati quafi
latini
,
preffo de
il
maggior parte de gli altri artefici Fabbri apFabbri Pittor folo non fu annoverato infra
i
Le
quali
cofe
cffendo
cofi
io
fon
foliro
di
dire
infra gli
amici
miei che lo inventore de la Pittura fu , fecondo la fententia de' PoePercioche ellendo la Pitquel Narcifo che fi convert in fiore ti , tura il fiore di tutte le arti , ben parr che tutta la favola di Narche altra Imperoche cifo fia bcnillimo accomodata ad ella cola
. .
cofa
il
&
pigliare
i
con
la
arte
quella
Pittori antichi fuffePenfava Quintiliano che ro foliti a difegnare le ombre, fecondo che il Sole le porgeva, ^ che poi l'arte fia di mano in mano con aggiugnimenti accrcfciuta 6c un Sono alcuni che raccontano che un certo Filocle Egittio fuffino i primi inventori di quefta arte Cleante ne fo io quale
Ci
affermano che appreffo di loro era fiata in ufo la Pittura i in Grecia &(. nofei milla anni prima che ella fufTe tranfportata ftri dicono che ella venne di Grecia in Italia dopo che Marcello prihebbe le vittorie di Sicilia. Ma non importa molto il fapere mi Pittori o gli inventori de la Pittura Conciofa che noi non vogliamo raccontare la hifloria de la Pittura come Plinio , ma nuoEgittii
,
vamente trattare de la arte De la quale fino a quefta et non ce ne e memoria alcuna lafciataci che io babbi villa da gli fcrittori antichi Ancor che ei dicono che Eufranore Hifchimio fenile non fb che de le mifure &C de colori Et che Antigono &: Xenocratc
. :
fcrif-
154
fcriflono alcune cofe
la
DELLA PITTURA
de
le
Pitture
,
&:
le
meffe
Pittura alcune
cofe
infieme
&c
mand
Perfeo
de Racconta
che Demetrio Filofufo ancora fcrife alcuni comOltra di quefto io Aimo ancora che efTendo menti de la Pittura che la da noftri paffati ftate melTe in fcritto tutte le buone arti
Laertio Diogene
.
Pittura ancora
.
non fulTe ftata lafciata in dietro da noflri fcrittori valoroImperoche furono in Italia antichifTimi gli Etrufci Italiani Crede TrimeffTimi pi di tutti gli altri ne la arte de la Pittura
,
.
gifto antichilTimo
fcrittore
che
la
Pittura
egli
&
la
Scoltura
Tua
nafceOero
difie
coli
ad Afclepio:
,
La
gli
&
.
dell' origine
figur
Et chi fia quello che nieghi , Dii da la fimilitudine del volto Tuo cofi che la Pittura non fi fia attribuita a f flelTa in tutte le cofe come religiofe , tutte le pi publiche , come private , cofi fecolari honorate parti ? talch non trover artificio alcuno apprelTo de morRaccontonfi pregi tali che da ciafcuno ne fia fatto conto maggiore Ariltide Thebano vend una quafi incredibili de le tvole dipinte cio , feflanta mila fiorini Raccontano Pittura fi^la , cento talenti che la tavola di Protogene fu cagione che Rodi non fulTe abbrucciato dal Re Demetrio , perche non voleva che detta tavola arde(^ che Rodi fu rifcattato da li iniPofTiamo adunque affermare f
, ,
.
.
mici
per
una
fola
Pittura
Sonfi
meffe
infieme
oltre
quefte
molte altre cofe fimili , per le quali potrai comodamente intendere , che i buoni Pittori fono Itati fempre grandemente lodati, & havuti preftantiffimi Cittain pregio da ciafcuno, talch i nobiliifimi , Re fi fon dilettati non folo de le cofe dii Filofofi dini , i pinte ma del dipignere ancora Lucio Manilio Cittadino Romano Turpilio CaFabio in Roma huomo nobilifi'imo fumo Pittori
&
&
&
&
fi
valiere
in
Verona
la
Sitedio
Pretore
nella
il
dipignere
Pacuvio
,
&
di
le
.
nato de
,
figliuola
,
dipinfe
piazza
,
Herco-
Socrate
lenti nella
peratori
Metrodoro & Pirro Filofofi furono eccelPittura. Nerone, Valcntiniano , & Aleflandro Severo ImSana coia lunga racfurono fludiofifiimi del dipignere
,
Platone
&
quanti
Re
fono
ftati
inclinati
ftare
quella
arte
Et
non
ancora
ragionevole
la
raccontare
infinita
,
grande
fi
quale
quanto
di
fia
manco
i
quattroparte
Demetrio Valerio
fopra
f
.
figliuolo di
parte
lor cavalli,
carri
parte fopra
li
gran numero de
cocchi
in
noi
la
dubbio
che non
Scoltura
arti
Pittura
&
la
, .
LIBRO SECONDO.
arti
155
congiunte
.
ingegno
Ma
fi
.
quello che
parentado i nutrite da un medefmo 10 anteporr Tempre lo ingegno del Pittore come Ma torniamo a apatica in cofa molto pi difficile
infieme
di
,
,
.
propofito
Infinita
,
fu
la
moltitudine
de
,
Pittori
&
de
,
li
i
Scultori
,
in quei tempi
gli
conciofia
che
Principi
OC
plebei
dotti
&
le
ignoranti
fi
dilettavano de la Pittura
Et coftumandofi
infra
prede che efli conducevano de le provincie , a metter in publico nel Teatro le tavole &C le ftatue , la cofa and tanto innanzi , che Paulo Emilio &C alcuni altri non pochi Cittadini Robeatamente vivemani feciono infegnare a i figliuoli per bene ottimo coftume re infieme con le buone arti, la Pittura. Il quale
prime
&
,
appreffo
nobili
de
Greci
fi
oiTervava
allevati
,
grandifiimamente
arte
che
giovanetti
lettere
.
&
liberi
,
bene
la
le
la
Anzi la ancora del dipigneie E celefacult del dipignere fu ancora cofa honorata alle donne perche ella feppe brata da gli Scrittori Martia figliuola di Varrone dipignere degna di tanta loEt fu certamente in tanto pregio , de la Pittura apprefio de Greci , che ei vietarono per publica deligeometria
&
mufica
&
&
che non fufie lecito a fervi imparare la Pittura s ne quefto veramente fenza ragione imperoche la arte del dipignere venobilifiimi &: quanto a ramente degniifima de gli animi liberali eccellente ingegno me paruto fcmpre uno inditio di ottimo
bcratione
,
,
&
&
che
fi
diletti
grandemente
che parimente diletta mente a dotti a gli ignoranti , la qual cofa non occorre mai in alcuna altra arte che quella cofa che diletta a quei che fanno , commuova ancora gli ignoranti Et non troverai nelluno che facilmente non defiderafie grandemente di haver fatto profitto nella Pittura Et manifefto che efia natura fi diletta nel dipignere Conciofia che noi veggiamo che la natura figura ne marmi i centauri , &C i volti de Re con le barbe Anzi dicono che in una gioia di Pirro vi fur dipinte da la natura ftelfa le nove Mufe con le loro infegne Aggiugni a quefte cofe che ei non quafi arte nefiuna nella quale gli huomini che fanno &: quei che non fanno nello efercitarla fi affatichino con nello impararla tanto diletto tutto il tempo de la vita loro , pii che in qucfia f mai accade che Siami lecito di dire quel che interviene a me
Et
de la grande-
&
&
&
per mio piacere per mio diletto io mi metta a dipignere , il che io fo molto fpefib , quando mi avanza tempo da le altre faccende , io ito fifio con tanto mio piacere a far quella opera che a
&
gran pena poflo credere che io vi fia ftato tanto che fieno gi pafche quefta arte apporta feco diletto fatc tre o quattro hore fi fama perpetua ricchezze, mentre che tu la honorerai , 6c lodi
:
&
&
men-
, .
155
mentre che
cof
le
,
DELLA PITTURA
tu la
la
farai
eccellentilTimamente
La
qual
cofa
cflendo
poi che
,
Pittura
un ottimo
,
&
antichifTimo
ornamento de
a gli indotti , grata a dotti degna di huomini liberi conforto quanto maggiormente pollo gli ftudiofi giovani , che per Dipoi quanto ei portino , diano grandemente opera alla Pittura che vadino avertifco coloro che fono ftudiofiO'imi de la Pittura , dietro ad imparare cda perfetta arte del dipignere , non perdonando
cofe
.
&
ne a
efier
fatica
ne a diligcntia
nella Pittura
,
alcuna
la
Siavi a cura
eccellenti
prima
cofa
.
il
voi
Et vi giover di ricorche fama fi acquiiiarono gli antichi alla virt darvi che fempre la avaritia ftata inimica alla lode Conciofia che lo animo intento al guadagno, rare volte acquifera lo ho veduti alcuni quafi in fu '1 bello de la pofterit il frutto perci non de lo imparare , fubito enTerfi dati al guadagno , quali f hahanno poi acquiftatofi ne ricchezze ne fama alcuna , farebbon facilmente diveffino con lo ftudio avezzato lo ingegno diletto ventati famofi , la onde ne harebbon cavato ricchezze Hor torniamo per tanto fia di loro infino a qui detto a baftanza a propofito Noi dividiamo la Pittura in tre parti , la qual divifioImperoche ingegnandofi la Pitne habbiamo cavata da effa natura
mi
&
&
&
i
&
tura di raprefentarci
le
cofe vedute
.
confideriamo in che
modo
effe
quando noi fquadriamo qualche coia , noi veggiamo quella cofa effer un certo che che occupa luogo. Et il Pittore circonfcriver lo fpazio di quefto
Principalmente
luogo
conveniente chiamer circonfcrittione Dopo quefto nel guardare noi confideriamo in che modo fi congiunghino infieme le diverfe fuperfidifegnando il Pittore qucfti cie, del veduto corpo, infra di loro, congiugnimenti de le fuperficie a lor luoghi bene chiapotr marlo il componimento. Ultimamente nel guardare noi difcerniamo colori de le fuperficie , pili diftintamente perche il raprefentai
&
quefto
modo
del tirare
.
d' intorni
con vocabolo
&
&
&
mento
di
quefta
cofa
i
nella
Pittura
riceve
quafi
fempre
tutte
le
fue differentie da
&
lumi , commodamente noi potremo ci chiamare il ricevimento de lumi 1 d' intorni adunque , il componimento , il ricevimento de lumi fanno perfetta la Pittura. Reftaci adunque a trattare di quelle cofe brevilfimamente , prima de d' intorni vero de la circonfcrittione la quale quel tirare che fi fa con le linee a torno a torno de d' intorni , da moderrri detto difegno In quefto dicono che Parrafio Pittore , quello che Senofonte introduce a parlare con Socrate Percioche ei fu eccellentiffimo dicono eh' egli confider fottilifiimamente le linee Et in quefto difegno penfo che principalmente fi abbia a procurare , eh' egli fi faccia con linee fottililTime che al tutto non fi difcernino da
,
&
&
r oc-
..
LIBRO SECONDO.
1'
157
nello
elcr-
occhio
,
li
folcva
fare
Apelle Pittore
faceva
,
con Protogene Imperoche il difegno non altro , che il tirare de d' intorni il linee che apparifchino far con troppo non parranno che f fi margini de le fuperticie in effa Pittura , ma parranno alcune felTuDipoi io deldererei che nel difegno non fi andaffe dietro ad rc altro che al circuito de d'intorni. Nel qual difegno io affermo che Conciola che neiuno comci bifogni efercitarvili vehementemente ponimento nelTuno ricevimento di lumi mai far lodato f non vi far difegno. Anzi il difegno folo , il pi de le volte, gratiffimo. Diafi adunque opera al difegno, ad imparar beniflimo quefto non credo che fi pofla trovar cofa alcuna pi accomodata che quel velo che io infra gli amici miei foglio chiamare il taglio il modo del ufare il quale fono ftato io il primo che lo babbi trovato, & cofi fatto. Io tolgo un velo di fila fottiliffime telTuco di poi con 10 fia di qual fi voglia colore, quello divido rado, fila alquanto pi grolTe , facendone quadri quanti mi piace fopra un telaio tutti uguali , lo metto in fra lo occhio &: la cofa da vederfi , accio che la piramide vifiva penetrando palli per le rarit del velo Ha veramente quefto taglio del velo in f non poche comodit la prima cofa egli ti raprefenta fempre le medefime fuperHcie immobili conciofia che pollivi una volta 1 termini^ trovecon la quale tu incorai fubito la primiera punta de la piramide minciarti i il che fenza quefto taglio del velo cofa veramente difnel dipignere mutarfi retficiliffima. Et fai quanto fia impoffibile tamente alcuna cofa perche non mantiene perpetuamente a chi di&c da quello aviene che pi pigne il medefimo afpetto &C veduta facilmente fi alfomigliano quelle cofe che fi ritraggono da le cofe Sai ancora dipinte, che quelle che fi ritraggono da le fculture oltra di quefto, quanto effa cofa veduta, paia alterata, mediante il Per tanto mutamento de lo intervallo de la pofitura del centro velo o la rete ti arrecher quefta non piccola utilit che la col, il
citar(
&C
pi
fottili
le
&
&
&
fempre ti fi aprefenter alla villa la medefima. L'altra utilit, in che tu potrai collocare facilmente nel dipignere la tua tavola 1 fiti de dintorni, & i termini de le fuperficie luoghi certi iTimi & in Imperoche vedendo tu in quella maglia de la rete la fronte
, , ,
quella che
in
li
canto,
il
il
,
nafo
&
nella
altre
pi vicina
poi
,
le
gote,
quella difotto
:
a loro luoghi
tavola o
.
dilpolle
collocarle
beniflimo fu la tua
&
ancor elfi con una rete uguale a quella Ultimamente quefta rete o velo porge grandilTima comodit percioche tu vedrai efta ajuto a dar perfettione alla Pittura dipinta in quella pianura de cofa rilevata &c gonfiata difegnata,
nel
i
muro
&
la
15S
la
DELLA PITTURA
.
per il gipoffiamo facilmente ditio 6c per la efperientia conofcere, quanta utilit ne prefti c(Ta perfettamente dipignere. Ne mi piacciono coloro rete, a bene che dicono che ei non bene che i Pittori fi alTuefacclno a queftc le quali f bene arecano grandifTimo cofe aiuto al dipignere , fono
rete
le
Mediante
quali cofe
&
&
,
che fenza elle un Pittore a gran pena potr mai Conciofia che noi non ricerchiamo che far da f ftelTo cofa alcuna Pittore , f io non mi inganno , habbi a durare una fatica infiniil
nondimeno
tali
lodiamo quella Pittura che ha gran rilievo , & che ci paia molto fimile a corpi che ella ha a raprefentare La qual cofa certamente non fo io vedere in che modo pofla riufcire ad alcuno pur mediocremente fenza lo aiuto de la rete. Servinfi adunque di
ta
3
ma
quefto taglio
profitto
.
cio
f
di
quefta
rete
coloro
che
fi
affaticano
di
far
pure faranno alcuni che fenza rete l dilettin di efperimentare lo ingegno , procaccinfi con la vifta quefta fteffa regola de le maglie , tal che fempre quivi Ci immaginino effer tagliata una linea a traverfo da una altra fatta a piombo , la dove effi ftatuiranno il termine guardato nella Pittura Ma perche il pi de le
,
.
Che
volte a Pittori
non
pratichi
appari fcon
dubij
&
incerti
d' intorni
ne quali non difcernono tal volta in qual luogo principalmente fieno terminate le tempie da la fronte , perci bifogna infegnar loro , in che modo e' poflino imLa natura veramente ce lo infegna parare a conofcere quefta cofa benuTimo Percioche fi come noi veggiamo nelle fuperficie piane , che fon belle quando elle hanno loro propri lumi &C le loro proprie ombre , cofi nelle fuperficie sferiche concave ci pare che elle ftieno bene quando che elle quafi divife in pi fuperficie hanno diverfe macchie di ombre &c di lumi Tutte le parti adunque ciafi:una da per f che hanno differenti lumi differenti ombre , (
de
le
fuperficie,
come
interviene ne volti,
&
&
hanno a confiderare come altrettante fuperficie che f una veduta fiaperficie continover da la fua ombra mancando a poco a poco fi debbe alhora fegnare con una linea fino al fuo maggior lume 1' il mezzo che uno fpatio & 1' altro accio che fi habbi infra manco dubbio de la regola che tu barai a tenere nel colorire lo
, , ,
fpatio
fi
Reftaci a trattare
ben fapere che cola fia il componimento nella Pittura Et veramente il componimento quel modo o regola nel dipignere , mediante la quale tutte le parti fi compongono infieme nell' opera de la Pittura Grandiffima opera del Pittore la hiftoria le parti de la hiftoria fono corpi fono le membra le parle parti del corpo ti de le membra , fono le fuperficie Et effendi il difegno , quella regola o modo del dip'gncre , mediante il quale difegnano i
afpetta
,
:
non
dife^nq
il
che
per e
d' in-
., .
LIBRO SECONDO.
d' intorni
ijp
fuperficie
a ciafcuna de le fuperficie
,
&:
de
,
le
eiTendone
grandifTime
alcune piccole
come
quelle de
gli
animali
&
alcune
de gli edifici] i del di.'cgnare le fuperficie piccole , baftino quegli ammaellramenti che fi fon detti fino a qui Conciofia che ei fi dimoftro come elle ii difegnano bene con la
quelle de colofT
rete.
come
&
Ma
ci
bifogna
trovare
al-
Per il che ci bifogna ridurre alla memoria tutte quelle de la cofe che fi Ibno infegnate di fopra de le fuperficie , de razzi piramide, del taglio. Finalmente tu ti ricordi di quel che io difi'i de le linee parallele, de lo fpazo o pavimento, del punto cende la linea Sopra del pavimento adunque difegnato con trico
tra regola.
,
&
&
le linee parallele,
fi
hanno
,
rizzare le alie
de muri,
&
qual altre
.
che noi chiamiamo fuperficie ritte Dir adunque brevemente quel che io fo nel rizzare quefi:e cofe La prima cola io mi incomincio da elfi fondamenti 6c difegno nel pavila lunghezza de le mura mento la larghezza nel difegnare la qual cofa io ho imparato da la natura che da una veduta fola non fi pu vedere pi che due fuperficie congiunte infieme ritte dal piano di qual fi voglia corpo quadrato fatto ad angoli a fquacofe
fimili
il
vogliano
&
fondamenti de le mura , io ofiervo quefto di tirare folamente quelle faccie o lati , che mi f\ aprefentano alla veduta Et la prima cofa io comincio da le fuperficie da quelle mafi'imo che fono parimente che mi fono pi vicine , lontane dal taglio. Per tanto io difegno quelle inanzi alle altre, delibero mediante effe linee parallele difgnate nel pavimento quanto io voglio che effe mura fieno lunghe & larghe Imperoche io piglio tante parallele quanto io voglio che elle fiano braccia piglio il mezo de le parallele da la fcambievole interfegatione di ciascun diametro di efie parallele Si che per quefiia mifura de le parallele , io difegno benifl^imo la larghezza la lunghezza di elTe mura che fi rilevano di fui piano Dipoi confeguiico da quefio non difficilmente ancora la altezza de le fuperficie. Imperoche quella mifura che infra la linea centrica & quel luogo del pavimento donde incomincia a rilevarfi la quantit de lo edificio , tutta quella quantit offerver la medefima mifura Et f tu vorrai che cotefa quantit che dal pavimento alla cima , fia per quattro tante quanto la lunghezza del huomo dipinto, & la linea centrica far porta alla altezza de 1' huomo , faranno veramente allhora da la pi bafia parte de la quantit infino alla linea centrica tre braccia IVIa tu che vuoi che quefta quantit crefca fino alle dodici bracdra
.
&
&
&
&
cia
tira
bafi'j
allo
in
alla
fu
per
tre
volte
.
quella
quantit
da
fino
linea
centrica
,
Pon"iamo
adunque
tutte
regole
addotte
del
dipignere
difegnare
bene
fuperficie
ango-
, .
i6o
anoolari {Ta<-j. IL
d"
DELLA PITTURA
T'ig.
y). Reftaci
circulari
.
loro
vera-
intorni
fi
le
luperficie
Le
fuperficie
in
cerchio
da le angolari , il che io fo in quefto modo & di anIo difegno dentro ad un quadrangolo di lati uguali , goli a Iquadra un cerchio , & divido i lati di quefto quadrangolo m altretante parti in quante fu divifa la linea di fotto del quadraroolo in la Pittura , & tirando le linee de le divifioni da a lui oppofto , riempio quello all' altro ciafcuno punto di effe
mente
cavano
fpatio
di
io
piccoli
lo
quadrangoli
&
fopra
vi
difegno
un
cerchio
cerchio
quanto
paralelle
&
i
le
&
noto
luoghi
luo-
ghi
di
tutti
punti
de
le
interfegationi
quai
fegno
,
ancora
in
.
efTe
paralelle
del
Profpettiva
fpefTilTime
,
Ma
perche
quafi
&
con
infinite
tutto
di
io
il
cerchio
^\
tanto
che
il
un
numerofo
del
rebbe
to
,
d'
intorno
punti
a continove,
fino
noto
folo
,
con
ot-
tiro
alli
piaceranno
farebbe
interfegationi
&
,
dipoi
circunferentia
ambito del
pi
cerchio
dife-
fegnati
termini
Forf
frada
breve
il
,
gnar
porto
quefto
al
d'intorno
l'
all'ombra di
ricevefie
il
lucerna-,
pur che
noi
corpo,
che cauflTe
ombra
luogo
gli
,
.
lume con
6.
)
regola certa
&
luffe
fuo
Ta^. IL
Flg.
Si
che
fi
habbiam detto
le
come mediante
maggiori
gni
forte
aiuti
de
le
.
paralelle
difegnino
trattare
fuperficie
angolari
di
il
&
,
circolari
ci
Finito
di
difegno
rerta
trattare
del
veramente
te
la
.
quale
nel
,
lavoro
de
la
La maggior opera che taccia il Pittore non una {taConcioha che tua grande quanto un colofio i ma e una hiRoria che in un truova maggior Lde d'ingegno in una hiftoria fi corpi le parti de corpi Le parti de la hiftoria fono Colofo
Pittura
.
fono le membra , &: le parti de le membra fono le fuperficie corpi, perche di queRe fi fanno le membra, de le membra de corpi la hiitoria , de la quale fi fa quella ultima , veramenDal componimento perfettamente finita opera del Pittore te quella gratia , che de le fuperficie , ne nafce quella leggiadria che quel vifo che har alcoftoro chiamano bellezza. Conciofia alcune piccole , che in un luogo efchicune fuperficie grandi nafcondin troppo adentro cono troppo infuori nell' altro d
i
&
&
&
&
me
cie
fi
vede ne
di
vifi
.
de
le
vecchie
quella
far
,
quefio
nella
,
vederfi
le
certafuperfi-
mente cofa
faranno
brutta
Ma
in
faccia
quale
i
maniera
congiunte
inficme
che
dolci
lumi con-
, , ,
LIBRO SECONDO.
convertmo a poco
alcune
cia
1,^1
poco
,
afprezze
,
di
angoli
&C
non
a
noi
bella
le
&
che
ha
venufth
in
Adunque
in
quefto
componimento
de
&:
io
fuperficie
bifogna
la
bellezza.
Ma
non
ho
ftelTa
,
trovata
via
andar invcftigando grandemente la gratia che modo noi poflamo ottener quefto che andar a conllderare la pi certa
,
natura
ghiiTimo
le
&
,
per
in
guardiamo
diligentiflimamente
&
i
per
lun-
tempo
,
che
modo
le
la
natura
maravigliofa artefice
bellifTime
tutti
de
&C
cofe
lo
habbi
la
,
compofte
quale
&;
fuperficie
nelle
membra.
penfieri
Ne
la
imitare
nollre
bifogna
efercitarl
con
,
diligentie
rete
.
dilettarli
grandemente
come
,
dicemmo
de
Et quando
,
noi
lilTimi
-
corpi
la
&
le
Tempre
re
le
prima cofa
mediante
.
quali
noi polliamo
a
tira-
linee a luoghi
loro deftinati
qui
componimento de le fuperficie. ( Ta^. IL Fig. 7. ) Refta che noi Nel componimento de diciamo del componimento de membri membri la prima cola bifogna procurare che tutte le membra
del
.
che elle fono bene proporquanto alla grandezza tionate , quando cie corrifpondono quanto alla fpecie , quanto a colori quanto allo officio cofe fimili alcune pi ce ne fono , alla bellezalle altre f alla maieft Che f in alcuna figura far un capo granza
fra
loro
fieno
proportionate
Dicefi
&
&
&
&
&
&
dilTimo
enfiato
,
piccolo
gonfiato
una
,
mano
,
molto
grande
un
pie
brutto
molto nel andar la prima cofa efaminando con lo dipigncre gh animali 1' quali fieno ingegno oda che efT hanno , imperoche quefte occupano fempre una fede & luoperche elle non fi piegano Dipoi bifogna porre a luoghi proprii &: i go certo nervi mufcoli loro: &C ultimamente veftire di carne, & di pelle le
regola
:
tenere una
mifurare
la
quale
giova
offa
&
che
.
mufcoli
Ma
in
,
quefto
luogo
ci
faranno
forf
,
di
perche io ho detto di fopra mi riprenderanno che non fi afpetta alcuna di quelle cofe che non ii vegal Pittore gono Diranno veramente colloro bene ma come nel veftire
quelli
, ;
bifogna
difcgnar
a
prima
torno
fotto
lo
ignudo
,
il
qual
poi
noi
loro
voglia-
mo
do
,
involger
di
veftimenti
cofi
nel
dipignere
luoghi
a
fi
uno ignule
bifogna
I
prima
,
difporre
tu
&
collocare
ofla
&
ne
mufcoli
di
in
quali
&
effa
pelle
poi
per
ordine
coprire
di
car-
non
difficilmente
habbi
fcere
qual
luogo
fituati
effi
mufcoli
Ma
perche
conohaven-
do
natura
quefte
mifure
&
poltccele
manzi
a
gli
. ,
i62
a
gli
DELLA PITTURA
occhi
,
Io
ftudiofo
Pittore
trover
la
non
Tua
,
piccola
utilit
in
riconofcere
quelle
medefme
con
fatica
da
elTa
natura
accioche tutto quel Et per gli ftudioi piglino quefta fatica che di ftudio & di opera elTi haranno pofto in riconofcere la proportione de le membra , ei conofchino havergli giovato a tenere ferme nella memoria quelle cofc che cfT haranno imparate. Avertifcoli nondimeno la prima cofa di quefto , che nel mifurare lo animale ei fi pigli qualcuno de' membri di cnfo ftelTo animaVitruvio Arper il quale fi mifurino tutte le altre membra le
.
chitettore
mifura
la
lunghezza
del
rapportepenfo che fia cofa pi degna, f ranno alla quantit del capo. Ancor che io ho confiderato che per lo pi quafi comune ne gli huomini , che tanta la miSi che piede , quanto dal mento a tutta la tefla fiira del
:
Ma
io
prefo
uno
di
quelli
>
membri
tutte
le
altre
fi
hanno ad accomo-
talmente che non fia membro alcuno in tutto dare a quefto che per lunghezza , o larghezza non corrifponda a lo animale , Oltra di quefto fi ha ad haver cura , che tutte le gli altri
.
membra
piedi
,
faccino
li
officii
loro
per
gittar
quel
le
che
elle
conveniente
ad un che
Filofofo
corre
mani
una oratione , ogni fuo membro fulTe pi modefto , che un giuocatore di bracDemon Pittore efpreffe Hoplicite in un combattimento talcia
che
facci
.
ma un
mente
che
tu
direfti
che
egli
fudafte
&
uno
altro
che
pofava
talmente le armi, che tu direfti, ei ripiglia a pena il fiato. Fu ancora chi dipinfe UlilTe di maniera , che tu riconofcerefti in lui Lodafi , apprelTo fimulata pazzia non la vera , ma la finta , de Romani , la hiftoria nella quale Meleagro portato via morcon coloro che lo portano , paiono che fi dolghmo to ,
&
&
&
tutte
vi
le
cofa
cafca
.
le
mani,
le
dola
la
che morto , non pi che morto, cio ogni dita, il capo, ogni cofa languida cioncofe convengono infieme ad efprimerc
colui
la
pi
diffcile
di
tutte
le
cofe.
in
in
fi
.
ogni
parte
un
che ogni
tutte
le
fi
membra
debbe
vive
faccino
qualche
,
cofa
come il Adunque
far
in
qualunque fi fieno memche bra faccino di maniera lo officio per il che effe fon fatte fuo neffuna arteria , ben che minima , manchi de lo officio talmente che le membra de morti paino a capello tutte morte, AUhora i\ dice che un corpo viquelle de vivi tutte vive Et morto ve , quando da fua pofta ei faccia qualche moto
Pittura
offervare
quefto
che
&
di-
LIBRO SECONDO.
dicono
officii
16^
^\[
che
la
quando
vita,
le
il
ma moti che in quelle tutti i membri mettino in atto i loro gratta. alla bellezza c in ogni moto bifogna andar dietro alla quei moti de corpi, gratiiTimi Et fono grandemente vivaci Oltra di quefto dicemmo che che alzandofi vanno verfo 1' aria bifognava haver riguardo alla fpecie nel comporre le membra mani di Elena f le faria cofa molto difconveniente ,
,
de magini de
cio
im^-
corpi
che
il
Pittore
vorr
che apparifchino
vive-,
far
&
mani
petto
di
vecchie
o
o
a
di
contadine
O
o
Neftore
f
tacefTe
un
fi
da
giovane,
fronte
una
di
tefta
dilicata
,
O
pi
di
Ganimede
tutti
gli
facefle
una
i
piena
fmilzi
crefpe
le
gambe da un
di
giucatore
altri
fi
di
braccia,
Milone
robufifTimo
fottili
.
facelTero
fianchi
&
f
Oltra
quefto
ancora
in
quella
far
il
volto
li
pieno &C
graflotto
come
fi
dice,
che
la
braccia
concrario
la
&
le
le
mani
ftrutte
&
non
fra
i
confumate da
in
farne.
chi
dipingere
Virgilio
Achemenide
dice
efler
quel
trovato
modo
da
a
&
faccia
f
che
certo
fi
ftato
Enea
quella
la,
altre
tal
membra
Pittore
corrifpondeflfcro
&C
magrezza,
farebbe
rei
ridicolo
pazzo
ancor
a
Oltra
di di
i
di quefto vor.
che
corrifpondelfero
loro
volti
colore
rofe
petti
Imperoche
,
quelle
immagini
fcure
che
hanno
.
guifa
belliflimi
&
bri
rugiadofi,
non
conveniente
a
che
quel
habbino
nel
6c
le
altre
membra
&
horribili
Adunque
componimento de memfi
deve offervare quana colon. Concmfpecie, to alla grandezza, allo officio, alla bifogna che ogni cofa corrifponda, fecondo la venta ei fia che una Miuna Venere, de la cofa. Et non e conveniente fare Giove, o un Marte veftinerva veftita di Pitocchoi ne fare un Pittori antichi una vefte da donna, fana conveniente. I di ti avvertivano che oltre a che e nel dipignere Caftore & Polluce ad un corpo, in uno nondimeno fi fcorgeUe una
habbiamo detto
baftanza
che
&
pareffero
nati
natura
pi
robufta
nell'altro
fotto
elfi
,
volevano
che
lo
lo
Vulcano
ftudio
la
Tanto
fecondo
la
era
che
nel
Oltra di quefto zoppicante fue veft appariOe le ponevano nello efprimere le cofe
una
piti
agile.
officio,
fpezie
&
la
dignit
tutto
loro.
lo
Seguita
il
comtutta
ponimento de
lode
del
corpi
Pittore
al
i
quale
confifte
ingegno
&
cofe
attenenti
qual
gna
che
quanto
allo
officio
&c
.
tutti
f
,
corpi
fi
acin
tu
dip-gneffi
infieme
, .
,5^
fazzi,
in
DELLA PITTURA
tanto
sfrenato
,
&
beftiale
tumulto
.
mediante il vino diacelTe che adormentato rebbe ancora difetto f gii huomini in uguale diftantia appariffero maggiori quefti che quelli , come che f in pittura fi faccfEt non farebbe ancor poco fero i cani grandi quanto i cavagli da vituperare , che io vegho il pi de le volte dipinti in uno huomini come che rinchiufi in un forziere nel quaedificio gli pena a federe , o riftretti in un cerchio le cappiono a gran Tutti i corpi adunque debbon confarfi , mediante la grandezza
.
&
Ma
con
fi
mediante
la
lo
officio
quella
cofa
fia
per
la
quale
fon
fatti
hiftoria
,
che
maraviglia
gli
dimoftri
elTer
dilettevole
&
,
ornata
che
di
intrattenga lun-
gamente
fanno
,
occhi
coloro
che
fanno
&
fi
quei
.
che
non
prief
&
le
con
cofe
.
dilettatione
hiftoria
arreca
&
&
Imperoche
inufitata
come ne
cibi
fi
&
ne
nuova
&
le
altre
cofe
fi
ancora
diletta
non differente da
di
.
forf per
per
quella
cofe
antiche
&
confuc-
cofe
&
.
in
mo
compiace de de corpi ,
fi
&
diletta
&
color
che
quella
hiftoria
copiofifTima
nella
,
quale
,
luoghi
faranno
,
mefcolati
,
inficme
,
vecchi
huomini
domeftici
,
giovani
putti
,
matrone
,
fanciulle
,
bambini
,
ani,
mali
cagnoletti
uccelletti
fi
cavalli
pecore
edificii
&
fi
&
loder
cofa
qual
voglia
che
mon
acquifta
che quivi fi aviene che riguardando, nel confiderar le cofe, confuabbondantia la ricchezza del Pittore pi tempo , Ma io vorrei che quefta abbondantia fuffe adorgratia
.
&
&
,
&
f
,
una
la
,
certa
variet
,
grave
&
moderata
Pittori
&
reverentia
&C
di
Io
quali
per
vi
parere
copiofi
perche
fe
voto , componimento alcuno , ma feminano ogni cofa fcioccamente confufament , per il che non par che la hiftoria raprefenti quel che ella vuol fare , ma che tumultui , 6c forf quel che la priloro
rimanga
punto
&
ma
fi
cofa
defiderer
in
ne
la
il
come
un Principe
i
fi
intendino
hiftoria
fenfi
de
le
Imperoche pur che parlar poco arreca maieft comandamenti , cofi in & parole
fua
hiftoria
,
la
dignit
una
variet
arreca
hiftoria
degnit
la
&
nien-
la
folitudinc,
, , ,
LIBRO SECONDO.
.
1^5
nientedimeno non lodo anco la abbondanti! che difconvcnga alla dignit Anzi nella hiftoria fole grandemente quel che io ve^ho cfler ftato oflervato ei da Poeti tragici da Comici raprefentino con manco numero di perfone la favola loro: Et veramente fecondo il giudicio mio non bifogner riempire una hillo-
&
ria
di
tanta
variet
di
di
cofe
che
ella
non
.
polTa
degnamente
io giudico
ef-
fer
comporta
quello
fi
nove
dieci
huomini
,
Si
come
fchifare
ve
la
le
Ma
appartenga quel detto di Varrone , nel convitare il tumulto non invitava effendo in qualunque hiftoria , gioconda
variet
le
.
quel-
Pittura
nondimeno
de da
le
grata
fra
tutti
nella
quale
politure &C
attitudini
corpi
elTere
fono
loro
tutti
,
molto
in
differenti
,
Stieno adunle
que
te
,
alcuni
6c
fguardati
rifplendenti
faccia
con
mani
li
al-
con
dita
la
pofati
,
fopra
uno
le
de
per
ci
piedi
altri
ftieno
con
faccia
in
profilo
&
con
a
braccia
f
a
i
baflo
fuoi
&
con
piedi
del
le
pari
&
:
ciafcuno
.
habbia
flieno
da
f
piegamenti
chioni
niente
arte
,
&
fue
attitudini
Altri
federe
ingino-
quafi
adiacere
fieno
alcuni
ignudi
dell'
,
conve-
alcuni
fiano
altri
per
alla
il
mefcolamento
&:
una
che
&
le
dell' altra
vi
parte
ignudi
parte
.
vefliti
ma
habbifi
fempre
ver-
cura
alla
honefl
,
&
reverentia
Conciofia
parti
gognofe del corpo d^ le altre fimili che hanno poco del gratiofo cuoprinfi o con panni o con frondi , o con le mani Apellc dipigneva folamente quella parte de la faccia di Antigono , da la quale non appariva il difetto de lo occhio Et Homero quando defta UlifTe nel naufragio dal fonno , per non fare che egli andaffe ignudo per la felva dietro alla voce de le donne , fi legge , che diede a quel huomo una de le fronde de gli arbori , a ci che fi copriOe le vergogne . Raccontano che Pericle havcva un capo lungo brutto , per da Pittori , c da gli Scultori non fu fatto mai a capo fcoperto , com.e gli altri ma fempre con la celata in tefta. Oltra di quefto Plutarco racconta che i Pittori antichi ufavano nel dipignere i Re , f egli havevano difetto alcuno quanto alla forma loro , non volevano che ei parclTe che eflTi Io havedino lafciato in dietro , ma falvata la fomiglianza lo emendavano quanto pi potevano Quefla modcftia quella reverentia , defidero io che in tutta la hioria fi offervi , a ci che le cofe ofcene o fi lalTino da parte o fi emendino Finalmente come io diffi penfo che fia da aftaticarfi che in neffuna immagine fi vegga il medefimo gerto , o la mcdefima attitudine Far oltra di qucflo la hifforia ftare gli fpettatori con gli animi attenti quando quegli huomini che vi faranno quieti , rapprcfenteranno grandiffimamcnte i moti degli
, ,
.
.
&
&
&
ani-
i66
.
DELLA PITTURA
,
Imperochc ei avviene da la natura animi loro truova cofa alcuna che fia pi rapace , ne i de le cofe (niili , che noi piangiamo con chi
Ma con chi ride , & ci condogliamo con chi fi rammarica moti de lo animo fi conofcono , mediante i moti del quefti Imperochc noi veggiamo , come i melanconici , perche ei corpo fono afflitti da i penfieri & ftracchi da la infermit, come ci
.
forze lofono per modo di dire agranchiati di tutti i fenfi come ei fi ftanno lenti lenti con le membra pallide 6c ro, Imperochc coloro che f\ rammaricano che quafi cafcano loro tutte le hanno veramente l fronte baffa , il capo languido , abbandonate gli caftracche , altre membra finalmente come Ma gli ftizzofi perche gli animi f gli accendono per la fi:ano gli diventano gli occhi gli gonfiano, faccia la (lizza,
&
&
&
&
rofii
,
,
& &
&
&
moti
di
tutti
membri
.
mediante
il
furore
de
la
ftizza
fono
,
velocifTimi
&
i
fieri
Ma
che
la
quando
allegri
allhora
habbiamo
di
attitudini.
E^ lodato
il
moti Eufranore ,
,
fciolti
&
&
,
talmente
di
volto
Paride
&
faccia
nella
quale
,
tu
facil-
mente potevi
Elena ancora
,
riconofcerlo
&
Giudice
di
,
de
le
Dee
.
&
fue
innamorato
lode
tavole
,
&
infiemc
di
eflervi
ammazzatore
lo
Achille
Maravigliofa
lo
quella
Daemone
cforabile
,
Pittore
,
che
nelle
,
po-
tevi
riconofcere
iracondo
lo
iniufto
incoftante
infiemc
il
ancora
lo
&
il
il
clemente
.
&
il
mifericordiofo
gli
altri
& &
gloriofo
&
r humile
&
:
feroce
Ma
infra
raccon-
che Ariftide Thebano pari ad Apelle , efprefl[c grandemente quali cofa certa che i noi ancora quefti moti de lo animo potremo molto ben fare quando noi porremo in quefta cofa, quello ftudio quella diligentia che ci fi conviene. Bifogna adunmoti i que che il Pittor fappia eccellentemente le attitudini del corpo , i quali io giudico che fi habbino a cavare dal naImperochc la cofa difficiliffima turale con infinita diligentia mediante gli infiniti moti de lo animo , per i quali fi variano ancora i moti dal corpo Oltre di quefto chi crcderia , fc non chi ne ha che egli dif^Rciliffimo quando fatto la efpericntia , tu vorrai dipignere uno vifo che rida , fchifar quello per il quatano
&
&
le
che ridere? Oltra di quefto chi far quello che pofTa fenza grandiffimo ftudio c diligentia efprimere volti , ne gli occhi la bocca , &C il mento , quali &C le guance &c la fronte unifcole ciglia , fi confrontano
egli
parr
pi
tofto
piangere
&
&
no infiemc
cofe pi
&
al
pianto
fimamente andarle
pronte.
Et perci bifogna diligentif^ ritrovando dal naturale & immitar fempre le Et principalmente fi debboa dipignere quelle
rifo
?
,
& & al
&
cofc
LIBRO SECONDO.
cofe
le
i<?7
animi pi da penfare , che quelle che veghon da gli occhi Ma raccontiamo noi alcune cofe che fi noi habbiamo tabricace con il noftro ingegno quanto alle attituLa prima cofa dini , i parte ancora imparate da effa natura io credo che ei .bifogni che tutti i corpi intra di loro fi muovino , con una certa gratia convenienza , verfo quella cofa de
quali
lafcino
agli
.
&
la
fia
quale
fi
tratta.
Oltre
di
queflo
mi
piace
con la che avvertifca gli fpcttatori mano a vedere quelle cofe che quivi fi fanno overo come che ci voglia che quel negotio fia fegreto , minacci con volto crudele con occhi fpaventofi che tu non ti accorti l , o ti dimoquivi effere qualche gran pericolo ftri o qualche cofa maraviglio/a che con i fuoi geli ti inviti o a ridere feco o forqualcuno
,
hiftoria
&
a
piangere.
Cipro in loteico , perche havendo melanconico Uliffe & perche nel dipignere Menelao addoloratiffimo egli vi haveva pofto tutto lo ingegno &: confumata tutta non trovando havendo confumati tutti gli affetti la arte Tua modo da poter dipignere il vifo de lo adoloratiffimo padre , involfe il capo di quello in un panno per lafciare in lui pi di del dolore che haveva quel f li poteffe difcerncre nel vifo Lodafi la nave in Roma nella ne lo animo quale Giotto noefprelTe talmente gli undici fpaventati &C ftro Pittore Tofcano mediante il compagno che caminava Topra le fupefatti difcepoli onde del mare che ciafcuno da per f dava particulare inditio del turbato animo fuo, & con le attitudini del corpo ancora tali che Ma ciafcuno rapprefenta variamente lo fpavento che efT hanno brevemente tutto queflo luogo de conveniente trapafTar via quamoti ne fono alcuni de lo animo Imperoche de moti
to
di
:
Thimante
che tutte quelle loro , con coloro ancora che le a dimoArare la hifloria. E* lodaquella tavola , nella quale ei vinfe Colfatto Calcante melanconico , fece pi
egli
di
necelTit
&
&
li
da
dotti
fon
chiamati
il
palTioni
come
fmili
:
la
ira
il
dolore
ne fono ancora de gli Imperoche ei fi dice che i corpi fi muovono in molti modi cio quando ei crcfcono , o quando egli fi:emano, o vero quando elTendo fani cafcano in infermit, o quando da quando anco fi mutano di luogo , le infermit ritornano alla fiinit Ma noi Pit&C per fimili altri cafi fi dice che fi muovono i corpi
r allegrezza , il timore , altri che fono de corpi
,
defiderio
&
tori
che mediante
moti de
tutte
,
gli
affetti
degli
animi
di
lafciate
altre
difpute
da
fi fi
parte
tratteremo
fo\o
far
quel
il
moto
che
noi
diremo
le
che
fia
fatto
quando
di
fi
mutato
luogo.
Tutte
cofe
che
muovono
luogo, han-
, .
i6%
DELLA PITTURA
fette
,
imperoche o elle fi muovono muoverfi o vcifo la deftra , o verfo la fimo allo in gi allo in fu il fcttimo viaggio difcoftandofi o avicinandof a noi ftra , o Tutti quefti moti quando elle fi muovono girando a torno adunque defdero io che fieno nella Pittura. Sianvi alcuni corpi che
hanno
viaggi
da
&
.
venghino
altri
ne
difcollino
.
alcuni
vadi-
no verfo
ftrinfi
deftra
parti
&
di
altri
efl
,
verfo
corpi
la
finiftra
alcune
a
fi
rincontro
alzino
allo
alcune
balTino
.
tornino
indietro
alcune
fu
alcune
fi
ab-
perche nel difegnare quefti moti fi palfa alcuna vollo ordine , mi piace in quefto luogo raccontare ta la regola de moti de membri , che io ho cavate alcune cofe del fito accioche fi vegha manifefto con che modeftia ci dal naturale ,
Ma
&
&
veduto nel huomo , che in ogni fua attitudine egli fottopone tutto il corpo Olura di al capo , membro pi di tutti gli altri graviffimo quefto f uno fi regger con tutto il corpo fopra di un piede folo, fempre e(To piede come f fufle bafa de la colonna , viene a piombo fotto al capo , 6c quafi fempre il volche fta fopra un pie , guarda in quella parte colui to di Ma i movimenti del capo verfo la quale a diritto il piede. ho io avvertito che mai fono a gran pena tali verfo una de habbia fempre fotto di f alcune parti le parti , che egli non overo da le quali fia retto il gran pefo del refto del corpo , che ci non diftenda verfo 1' altra parte qualche altro membro a Imperoche guifa di una parte de la bilancia che lo contrapefi noi veggiamo il medefimo quando qualcuno difteia la mano foche con 1' altro piede come fi fia fermo il fiene qualche pefo ferma allo incontro con tutta la altra fufo de la bilancia , fi Io ho avertito che il parte del corpo per contrapelar il pefo
habbiamo
fervire
di
efii
moti
Io
certamente
ho
capo
che
fi
il
di
uno
che
fta
ritto
in
piede
non
il
fi
volta
mai pi
del
cielo
,
fu
occhi
lati
pi
mezzo
mento
del
gli
batter
offa
de
le
&
in
quella
parte
corpo che noi ci cinghiamo , a gran pena ci volgiamo mai tanto che la fpalla venga per diritta linea fopra il bellico I moti de le gambe de le braccia fono alquanto pi liberi , purch non impedifchino le altre honefte parti del corpo , &: in queftc ho confiderato nella natura che le mani per lo pi non alzano (opra il capo, ne il gomito fopra le fpalle, ne fi alza fi il ne il piede fi allontana mai dal piede fopra il ginocchio , piede , f non per lo fpatio di un piede Ho veduto oltra di
&
quefto
che
noi
alzeremo
in
alto
alcuna
de
le
mani
tutte
le
, .
LIBRO SECONDO.
le
169
feguitando
fi
altre
,
parti
tal
,
di
quel
al
il
lato
infno
di
al
piede
quel
braccio.
van
quel
pacofe
moto
fimili
che
fino
calcagno
piede
rilieva
dal
vimento
a
quelle
mediante
quelle
,
moto
di
eflo
il
Sono
infinite
,
le
quali
avertir
diligente
,
fono che 10 ho racconte infino a qui che poffono parere fuperflue Ma non le ho lafno ad hora indietro perche io ho vift molti errare in quefla cofa fciate Le attitudini moti troppo sforzati efprimono grandemente i le reni moilrano in una medefima immagine , che il petto veggano in una fola veduta , il che effendo impofi*ibilc a farfi Ma perche quefti tali ancora inconvenientifi'imo a vederfi fi , fenton che quelle immagini paiono maggiormente pi vive , quanto pi fanno sforzate attitudini di membra , per fprezzata ogni dignit de la Pittura , vanno imitando in ci quei moti de giuLa onde non folo le opere loro fono ignudc , fenza colatori o leggiadria alcuna , ma efprimono ancora il troppo arjjratia
,
.
.
&
&
&
&
havcr moti foavi &C convenienti a quel che ella vuole rapprefentare grati , fanciulle la moto habitudine venerabile , Apparifca nelle il femplice condecente alla et , la pofir ornamento leggiadro che de lo tura fua babbi pi tofto del dolce , c del quieto ,
dente
ingegno
del
Pittore
Dcbbe
la
Pittura
&
&
&
atto
alla
agitatione
,
Ancor
che
ad
Homero
dietro
al
quale
an-
ancora nelle femine una bellezza gagliardifllpi gioma Apparifchino ne giovanetti i moti pi leggieri di forze che dien fegno di animo Apparicondi valorofe. fchino ne gli huomini i moti pi fermi , attitudini belle , Ne vecchi apparifchino tutatte ad uno veloce menar di braccia
Zeufi
piacque
&
&
&
che non piedi , ma f\ appoggino a qualfolo fi reghino fopra amenduoi finalmente riferifchinfi fecondo la diche cofa con le mani: gnit di ciafcuno tutti i moti del corpo a quegli affetti de gli Dipoi finalmente egli di che tu vorrai rapprefentare animi necefiit che le fignificationi de le grandifi'ime pafioni de gli anifi efprimino grandifilmamente in cfi*i corpi Et mi apparifchino molto commune de le attitudini quefta regola de* moti , Conciofia che non fla bene in qual fi voglia forte di animali
ti
i
moti
tardi
&
fiano
effe
attitudini
ftracche
tal
&
&
&
che che
to
un bue
il
che
ferve
ad
di
arare
faccia
,
le
medefime
.
attitudini
generofo
forf
cavallo
di
Alcfiandro
,
Bucefalo
Ma
in
quella
tan,
celebrata
figliuola
Inaco
alzati
che
,
fu
convertita
ella
Vacca
.
dila
pigneremo
telta
alta
,
noi
i
comodamente
,
come che
corra
con
con
penfo
vere
fcorfe
quefl;e
,
perche
io
con la coda torta Bafii baMa cofe brevemente de moti de gli animafi che tutti quefti moti , de quah habbiamo parpiedi
.
&
lato
, .
J7
Iato
,
DELLA PITTURA
fieno
ancora necefTarii quanto alle cofe inanimate , nella Pittura, io penfo che fia bene trattare in che modo effe fi muode le chiome de capegli , vono Imperoche i moti de le vefti efprefri nella Pittura de le frondi , de rami , certamente defidero , che efli capegli lo ancora effi dilettano
.
&
&
&
&
&
rapprefentino
tutti
a
in
fette
quei
moti
che
io
,
ho
racconti
Impein
roche
pelli
avvolghinf
le
fi
i
giro
,
facendo
un
nodo
fparghinfi
fbtto
aria
immitando
,
fiamme
vadino
in
hora rami
ferpeggiando
altri
ca:
con arco parte ritornino in dentro , parte fi avvolghino a verfo lo alto Et quello medefmo ac/caggia nelle pieghe de guifa di fune che fi come da un troncone di uno albero nafcono in panni diverfe parti molti rami , cof da una piega nafchino molte pie&C in quefle medefmamente fi ghe , come dal troncone i rami veghino tutti i moti , tal che non vi fia alcuna piega di panMa no nella quale non fi ritruovino quali tutti i detti moti dolche io avertifco fpeffo , moderati il tutti moti fieno moftrino pi tofto di loro gratia che maraviglia de la ci , Ma poi che noi vogliamo che i panni fieno atti a mofatica & che continovapanni di lor natura gravi effendo ti , perci sfuggono ogni piemente cafcando piombano a terra ,
Sieno
hora ancora
rilievino
verfo
queffa
&
i
quella
altra
parte
piegamenti
de
&
lor
concavi
&
&
.
&
&
fi
porr
i
nella
Pittura
la
taccia
di
zefiro
infra
i
ria
da
lati
fi
la
quale
tutti
ria
parte:
quei
ad una punta de la hiftopanni venghino fpinti verfo la contrache cofa ne verr ancor quella gratia
nugoli
faranno
il
battuti
dal
vento
perche
vento a corpi , elfi corpi appariranno quafi ignudi fotto il velamento del panno: &C da le altre panni agitati dal vento faranno pieghe , inondando nelf aparti Ma in quello battimento del vento bifogna gUcTria, belliiTime alcun panno venga contro al vento darfi , che neffun moto di ne troppo rotte che le pieghe non fieno troppo taglienti Quelle cofe adunque che fi fon dette de moti de gli animali panni
accolleranno
per
i
.
&
&
de
,
le
cofe
inanimate
tutte
, 1'
fi
debbono
cofe
grandemente
ancora
olfervar
Pittori
&
,
metterfi
altre
diligentemente
da ad
che fi fon dette di fopra del componimento de le Si fuperficie de membri Se de corpi che noi habbiam detercomponimento. minate due parti de la Pittura, il difegno, il Reftaci a trattare de ricevimenti de lumi Ne primi principii fi
cfecutione
,
.
&
codimoftr a baffanza che forza habbino i lumi in variare Percioche flando fermi i generi de colori lori noi infegnammo in che modo effi parevano hora pi chiari , hora pi
i
.
&
fcu-
,.
LIBRO SECONDO.
fcuri
,
i
171
fecondo lo applicamento de lumi, o de le ombre, che bianco (5: il nero erano quei colori , mediante il quali noi lumi nella Pittura efprimiamo le ombre & che gli altri colori fono da efere ftimati per la materia con quali fi aggiunghino le altcrtioni de lumi, *?>: de l'ombre. Adunque lai
&
&
Iciate
le
fi
altre
cole
dietro
del
doviamo
bianco
,
dichiarare
in
.
che
modo
il
Pittore
ronfi
di
i
ha
da
fervile
&
fi
del
nero
fi
MaravigHafervilfmo folo
Pittori
antichi
,
che
Polignoto
&
Thimante
dilettaffe
ei
quattro
,
colori
&
in
che
Aglaofone
di
un
folo
coi
lore
come
,
che
tanto
numero che
colori
fufle
in
pochi
Io
lori
poco che quegli ottimi Pittori ufo dove giudicano che ad un copiofo maeftro
,
fi
ap-
partenga
qual
la
Ci
voglia
&C
moltitudine
la
di
variet
abbondantia
alla
f]
colon de co.
molta
i
gratia
&
molta
leggiadria
Pittura
Ma
io
vorrei
che
&C
induftria
il
nero
debbe porre ogni ogni arte nel difporrc & collocar bene il bianco che in collocar quelli bene & ben accomodargli
valenti
Pittori
giudicafiero
che
&
fi
deve
.
por tutto lo
ingegno
&
qual
fi
voglia
eilrema
diligen-
Impcroche fi come lo avvenimento de lumi & dell' ombre fi vede in qual luogo le fuperficie fi rilievino ei fa che & in quali elle sfondino & quanto ciafcuna de le parti declini o fi pieghi cofi lo accomodar bene del bianco & del nero fa queltia
,
lo
che
la
era
atribuito
lode
Nitia
il
Pittore
che
ture
prima cofa ha da
di
defiderare
rilievo
.
&
fue
quel
Pit-
Dicono che Zeufi nobililfimo & antichiflimo Pittore fu quafi il primo che feppe tener quefta regola de lumi & de le ombre. Ma a gli altri non attribuita qucfta lode. Io certamente non pcnfer che nefsuno fia non che altro Pittore mediocre che non fippia molto bene che forza habbi ciafcuna ombra & ciafcun lume in tutte le fuperficie Io lodecon buona gratia de dotti & de gli ignoranr quei volti dipinti
apparifchino
gran
,
ti
quali
,
come che
per
il
di
rilievo
paia
che
quegli
efchino
fuori
di
i]
elle
tavole
&
contrario
di
biafimer
f
ne
.
quali
non
ve-
dr
il
forf
punto
arte
fule
non
ne
d' intorni
Io
vorrei
che
.
ben
difegnato
&
,
ottimamente
colorito
ei
lodati
la
le
mente
la
lumi
&
non fieno vituperati & perche ei meritino prima cofa debbono fegnare diligentifllmaombre, &: debbono coniiderare che in quelquale
fi
fuj'ci-fcie
fia
fopra
pi
a
il
la
fcrifcono
razzi
de
,
lumi
eflo
codi
lore
quanto
quello
a
mancando
a
&
l
luminofo
forza
&
che
oltra
de
.
poco
poco
alquanto
pi
fcuro
gna
172
gna
avcrtlrc
in
DELLA PITTURA
che
modo
non
,
corrifpondino
far
le
ombre
nclli
parte
mai fuperficie di alcun corpo che nel medefmo corpo tu non riche fa chiara &L truovi la Tupcrficic a quella contraria che non fa coperta lumi ombre. Ma per quanto appartiene immitare carica di con il bianco, & le ombre con il nero, io ti avvertifco che tu ponga il principale fudio in conofcerc quelle fuperficie che Quello imparerai tu fon tocche o dal lume o da la ombra Et quando finalmente bene da la natura & da le cofe ftefle
contraria
che
tu
fuoi
conofccrai
d* intorni
benilTimo
al
quefte
cofe
altererai
il
colore
entro
luogo quanto pi parcamente potrai con pochifTimo bianco , nel luogo Tuo contrario aggiugnerai parimente in quello inftante un poco di nero Imperoche con qucdel nero , il rifto bilanciamento , per dir cofi , del bianco Dipoi continova con gli accrefcimenti lievo apparifce maggiore con la medefima parfimonia fino a tanto che tu ti conofca haTuo
&
&
Et
ti
far
.
fpecchio
'
modo
pur
nello
le
cofe
elle
,
dipinte
che
ravigliofa
nello
e
fpecchio
cofa
di
queflo
apparifca
ritratte
ma-
difetto
nella
Pittura
le
pi
brutto
Emendinfi adunque mediante il giuditio de lo fpecchio tratte tare alcune cofe che io ho
fpecchio.
cofe
dal
naturale,
Ma
da
fami
la
qui
.
lecito
raccon-
mente confederato
come
le
fuperficie
le luogo di loi;o fteffe uniforme il loro colore ; Ma le tonde concave variano i colori s percioche da V una parte fon chiare , da la altra fcure , & in uno altro luogo mantengono un coloEt quefla alteratione del colore nelle fuperficie non re mezzano piane, arreca difficult a Pittori infingardi: ma f il Dipintore fegner bene , come dicemmo , i dintorni de le fuperficie la feparer le fedie de lumi , gli far facile allhora il modo Imperoche egli da prima andr alterando o regola del colorire con il bianco o con il nero quella fuperficie fecondo che bifbquaf come che fparg gner , infno alla linea de la divifone Dipoi fparger per dir cofi una altra rugiada oluna rugiada
&
&
&
&
tre
alla
linea
&
dopo
quefta
quella
aggiugnendovene
del
fopra
un una
altra
altra
,
oltre
gli
quefla
&
&
dopo
che
il
verr
tatto
luogo
il
lume far illuminato di pi chiaro colore , medefimo colore quafi come fumo sfiimer nelle
,
dipoi
parti
che
fi
gli
fono
contigue
Ma
bifogna
ricordarfi
che
nefluna
far
fuperficie
la
debbe far mai tanto bianca , che tu non poffa Nello efprimcre ancora effe vefti pi candida
.
medefma
bifogna
riti-
bianche
, ,
LIBRO SECONDO.
ritirarli
17:;
il
il
molto da
gli
ha cofa alcuna
fa
candidezza
il
Imperochc
,
Pittore
ei
non
pof-
color
bianco
con
quale
imitare
ultimi
il
trovato
le
&
,
re
vefti
bianche
fa
de le pulitifTime fuperficie , &: ho negro , con il quale egli polla rapprefentarc ofcurit de la notte. Et per nel dipignebifogna pigliare uno de quattro generi de
fplendori
colori
che
aperto
dipignerc
&
un
chiaro
Et
per
,
il
contrario
far
quel
eitre-
medefimo
nei
panno nero
fervirfi
de lo altro
,
mo
ta
perche
non
pigliafTmo
del
come Te noi molto lontano da la ombra Finalmente ha tanprofondo & ncgreggiante mare
.
forza
quefto
arte
di
&C
componimento
con
,
del
bianco
in
&
.
del
le
nero
che
fat-
to
con
regola
&C
di
dimoftra
vetro
Pittura
fupsrficie
di
oro
cffcr
&
argento
fplendidiffime
Sono adunque da
.
grandemente vituperati quei Pittori che fi fervono del bianEt per co intemperatamente , del nero fenza alcuna diligentia quefto vorrei io che da i Pittori fuffe comperato il color bianSarebbe veramente beco pi caro che le preziofifTime gemme ne che il bianco OC il nero fi facelTe di quelle perle di Cleopatra , che ella inteneriva cor^ lo aceto , acciocch effi ne diventaffero pi avari Imperoche le opere (arebbono pi leggiadre quanpi vicine alla verit ne fi pu cofi facilmente dire
&
&
ta
bifogna
che
il
fia
la
parfimon'a
&
il
modo
nel
diftribuire
il
nero nella Pittura. Per quello foleva Zeufi riprendere i Pittori , perche ci non (pevano che cofa fuife il tropChe f ci fi debbc perdonare alli errori , fon manco da po eder riprefi coloro che troppo profu(amente fi fervon del nero Noi che quegli che troppo intemperatamente ufano il bianco habbiamo imparato mediante lo ufo del dipignere che efla natu-
bianco,
&
ra
ha
,
in
rido
&
mo
la
lo horodio 1' un di pi che lo altro la ofcurit tanto pi rendiacontinovamente quanto pi fappiamo Cofi natualla leggiadria mano inchinata alla gratia
,
&
&
talmente
bifogna
tutti
amiamo
la
.
le
cofe
chiare
6c
aperte
Adunque
ci
da quella banda donde la via del pecQuefte cofe baftino che infino a qui Ci care ci pi aperta Ma quanto a gefon dette del fervirfi del bianco , & del nero Seguita neri de colori bifogna ancora havervi una certa regola adunque che fi raccontino alcune cofe de generi de colori Non come diceva Vitruvio Architettore, racconteremo dove fi trovi il
riferrar
ftrada
buon cinabro o
tilTimi
,
colori
lodatiiTimi
colori
.
Ma
in
che
modo
gli
fcel-
&
b<n
macinati
Pittura
le
meftiche
noi
nella
&
farne
antico
fcrilfe
alcune
cofe
de
color
ma
alla
quefti
fcritti
non
arte
ci
fono
tura
Ma
che
habbiamo rcnduta
luce
qucfta
della
Pit,
174
tura,
DELLA PITTURA
o come defcritta gi da altri, richiamatala dagli dii inmai defcritta da neffuno , condottala con fernali , o come non tiriamo dietro fecondo dal Cielo , infin qui lo ingegno noifro
lo
ordine
i
noftro
,
fi
come
fpezie
habbiamo
fatto
fin
qui
Io
vorrei
fi
che
nella
generi
fare
,
&
fi
le
poteffe
vede(Tino
vi
a
&:
i
quanto
colon
leggiadria
fa-
Pittura
prelfo
f
Allhora
a tu
colori
gratia
quando
un
pi
altra
ranno
cofa
porti
come che
panni
fi ,
,
dipignelTi
veitir
la
1'
,
conveniente
una
che che
certa
eilrema
diligentiaj
,
guidaffc
le
ballo
faria
fulfe
1'
,
aprelo,
di
rol-
o
di
drappi
di
cofi
verdi
gialli
altra
bianchi
poi
di
&
i
r altra
Et
oltra
quefio
verfit
fatti
fi
colori
elle
fieno
congiunghino con alcuni colori ofcuri di diImperoche congiungono fi con cui da quello genere verfo fi procaccia mediante la variet quel congiugnimento de colori mediante la comparatione maggior bellezmaggior vaghezza Et veramente in fra i colori vma certa amicitia , che za
pre
colori chiari
.
&
congiunti
lezza
.
1'
un
Se
,
fi
con mette
all'
1'
altro
accrefcono
roffo
allo
in
la
vaghezza
<?<:
la
bel-
il
color
,
verde
:
fveglia
il
,
uno
,
6c
altro
coro rognolo
za
.
color
candido
giallo
non
folamente
arreca
fenza
lato
al
cene-
&
al
ma
quafi
colori
fra
i
allegrez-
colori
ofcuri
i
ftanno
non
degnit
in
eh
ari >
.
bene infra gli ofcuri chiari fi collocano medefimamente Difporr adunque il Pittore per la hirtoria quella variet di coMa ci fono alcuni che fi ferhabbiam detta noi che lori perche ei penfano che von dello oro fenza alcuna modertia lo oro arrechi una certa maiert alla hirtoria: io veramente non Anzi f io vorr dipignere quella Didone di VergigU lodo lio, che haveva la faretra di oro, & le chiome legate in oro,
. :
&
che legami , &: con le cinte di oro con che tutte le cofe da cavalli con freni d' oro , portata era mi ingegner di imitare io non dimeno di oro: rif lendevano con i colori pi torto che con lo oro quella grande abbonche percuota da ogni banda gli ocdanzia de raggi di oro eQendo maggior la lode , Imperoche de riguardanti chi maggior la maraviglia del maeftro ne colon , fi pu ancora vedere che mclTo lo oro in una tavola piana, come la magde le fuperficie che ci bifognava rapprefentarle chiaparte gior
la
&
verte
&
&
&
re
&
altre
f|.)lendenti
apparifcano
a
effer
riguardanti
ofcure
,
&
Ci fi
alcu-
ne
ftrano
ci
moag-
che
piun-
LIBRO SECONDO.
giungano
cornici
fc
elle
175
,
alla
f
Pittura
li
come
fono
di
le
colonne
,
le
bafe
&
le
che
fanno
altro
atorno faranno
.
Scoltura
non
o
di
,
biafmer
io
Imperoche una perfetta & ben congli adornamenti de le gemdotta hiftoria degniffima pe far me Indno a qui habbiamo brevifTimamente dato fine alle tre parti de la Pittura Noi habbiam trattato del difegno de le minori fuperficie & maggiori Habbiam detto del componimento de membri & de corpi & de colon ancora quel tanto ElTi adunche habbiamo giudicato appartener!] ali* ufo del Pittore que dichiarata tutta la Pittura , la quale habbiam detto di fopra che conlfte in quefte tre cofe , nel dilegno , nel componimento , & nel ricevimento de lumi
di
argento
oro
malTiccio
pulito
ine.
DELLA
DELLA PITTURA
V
I
LEONBATISTA ALBERTI
tlBRO TERZO,
MA
fo
le
per
ordinare
un
a
perfetto
Pittore
fa
acquiftarf
tutte
quelle
dire
in
lodi
che
cofe
,
reftano
ancora
alcune
quefti
quali
io
non
in
officio
pen:
che
fi
debbino
pi
,
lafciare
miei
far
commentari!
pofTibile
gli
.
dietro
racconter
in
brevemente
che mi
linee,
,
Lo
del
Pittore
difcgnare
&
colorire
qualunque
fi
corpi
del
&
che
colori
di
&
,
una
certa
fi
determinata
propofteci
,
centrico
di
tutte
,
le
cofe
vedranno
lode
dipinte
ap.
parifchino
fine
rilievo
&C
fomigliantiffime
di
alle
cofe
La
Pittore
cercar
acquiftarfi
gratia
&
.
bene-
volentia
mediante le opere fiie , pi tofo che ricchezze Et otterr quefto mentre la Tua pittura intratterr , & commover gli gli animi de riguardanti Le quali cofe come fi polfiocchi
&
no fare , ponimento
Pittore,
&
,
per
&C
del
qual
ei
,
via
fi
diffe
quando
lumi
.
fi
difput
io
del
comche
ei
il
ricevimento
fappia
de
le
Ma
arti
.
defidero
queft
accioche
6c
&
intenda
la
bene
tutte
cofe,
fia
huomo
alcuno
buone
bont
Imperoche
affai
non
la
la
poffa arte,
pi
che
maraviglia
qual
fi
voglia
induftria
ad
acquiftarfi
Oltra quefto de cittadini non alcuno che duche la benevolentia giova ad un maeftro grandi ffimamente ad biti 6c a procacciarfi ricchezze Percioche da quefta acquifUrfi laude ricchi , fono mofT a dar guabenevolentia aviene , che tal volta buono lafciando da dagno principalmente a quefto modefto , parte uno altro che ne fa pi, ma che forf manco modefto. Le quali cofe cffendo cofi , il maeftro dovr haver gran diligenalla creanza , e maffimamente all' humanit za a coftumi
benevolentia
,
.
&
&
&
mediante le quali cofe ei pofTa procacciarfi & la benevolentia fermo prefidio contra alla povert , &c guadagno otDefidero vetimo aiuto a poter condur le opere a perfettione ramente che il Pittore fia quanto ei pi pu dotto , in tutte le
alla
benignit
arti
liberali
ma
che
principalmente
diceva
Panfilo
defidero
che
,
ei
fappia
geometria
Piti
Piacemi quel
antichiffimo
&
nobililfimo
tore
, . ,
LIBRO TERZO.
tore
)
177
dal
quale
giovanetti
nobili
diceva,
fapeffe
fetta
Ma
da de
a
to
,
Veramente i noftri prigeometria per1 quali fi cava tutta la alToluta dal Geometra. intefi fono facilmente arte de la Pittura, chi non ha notitia di eifa , non poffo io credere che intennoftri ammaeftramenti , ne a baftanza ancora alcune regole
,
&
la
Pittura
beffe
Adunque
la
io
.
affermo
che
Pittori
non
di
.
fi
hanno
propof-
far
f
de
ci
geometria
Di poi
non
far
fuor
Imperoche de Poeti , 6c de Retorici Pittori Ne vecoftoro hanno molti ornamenti a comune con ramente gli gioveranno poco per ordinare eccellentemente il componimento de la hiftoria , quei copiof letterati che haranno notitia di molte la cofe qual lode conffte tutta principalmente Conciona che ella ha quefta forza , che clTa nella inventione LodaG mentre che fi diletta. fola inventione fenza la Pittura, legge , quella defcrittione de la Calunnia , che Luciano racconta il elere ftata dipinta da Apelle, raccontarla non credo che proposto , per avertire 1 Pittori , che ci bifogna che ia fuor di
noi
diletteremo
&
vcghino , in trovare metter infiemc cof itte inventioni Eravi veramente uno huomo che haveva duo grandifTimi orecintorno al quale ftavano due donne, la Jgnorantia, &c la chi Sjfpitione i da la altra parte arrivando effa Calunnia, che haveva forma di una donetta bella , ma che in volto pareva pur aftuta , teneva nella man fniftra una face troppo malitiofa , con l' altra mano tirava per i capelli un giovanetto accela , alzava le mani al Cielo La guida di coiUii era un quale il
ei
,
&
&
&
certo
il
huomo
tu
haveffe
pallido
&
magro
brutto
&
a
di
afpetto
crudele
la
quale
affomigliarefti
ragionevolmente
coloro
che
lunga
confumati in un fatto d' arme , meritamente lo Eranvi ancora due altre donne compagne chiamarono il Livore de la Calunnia , le quali accomodavano gli ornamenti alla padroDopo quefta vi era li Penitenla Fraude na i la Infdia , di una vefte ofcura & fordidiffima , che fi ftracciava, tia veftita & vergognofa graffiava f ftefTa , feguendole aprefo la pudica Verit La quale hiftoria ancor che intrattenga g'i animi mentre che ella fi racconta i quanto penfi tu che ella defie di f diletgrada a vederla in efta pittura fatta da eccellente maeto
fatica
.
&
&
&
&
ftro
Che direm
noi
,
di
quelle
tre
fanciullette
forelle
alle
quali
chiamandole Aglaia , Eufrofina , Talia Efiodo pofe i nomi ornate che furon dipinte prefefi per le man , & che ridevano fciolta vefte per le quali vollono che fi di una tranfparente intendefte la Liberalit, percioche una de le forelle d, l'altra
,
&
&
pi-
1-^%
piglia,
DELLA PITTURA
&
al la
terza rende
il
benefitio
le
quali
conditioni
veramente
lode
hanno da
arrecano
ritrovarfi in
Et per coniglio io lo ftua Retori, a diofo Pittore che fi doni quanto pi pu a Poeti facci loro famigliare benivolo fi gli altri dotti nelle lettere , ottimi ornamenImper.;che da cofi fatti intelligenti ingegni ne caver le quali far da loro aiutato veramente in quefte inventioni ti, nella Pittura non hanno poca lode. Fidia Pittore eccelientc, confelTava bavere imparato da Homero il modo come haveife principalmente Io penfo che i noftri Pittori fi farana dipignerc Giove con maefl maeftro
cofi
inventioni
&
&
&
&
&
&
no ancora
le
pii
copiofi
i pi valenti nel
,
leggere
Poeti,
.
pur che
il
ei
Ma
pi de
non meno ftudiofi che defiderot di imparare, i\ ftraccano, pi perche ei non fanno la via n il modo de lo imparare la co(a, che ei non fanno per la fatica de lo imparare Et perci cominciamo a dire , in che modo noi polliamo in quefta arte diventar buoni maetutti gradi de lo imparare doviamo fri. Sia il principio quefto:
.
&
lo
la
con
la
diligentia,
con
ftudio,
&
con
la
afhduit
Io
vera-
mente
re
i
faceffero quel
maeftri de lo fcrivere.
i
caImperoche coftoro infegnano la prima cofa fare feparatamente tutti ratteri de le lettere, di poi infegnano far le fillabc, &: dopo quello infegnano a mettere inficme le parole Tenghino adunque nolhi nel dipid'intorni de le fuperficie, gnere quefta regola: infegnino la primi cofa congiugniquafi che ei fieno la a b e de la Pittura. Di poi infegnino membri dilbntamenti de le fuperficie Dopo queflo le forme di tutti mente & feparatamente, & imparino a mcnre tutte le dilTerentie che poffon elTere ne membri. Imperoche elle fono & molte, & notabili. Sarannovi di quegli che haranno il nafo gobbo, altri che lo haranno ftiacciato,
.
torto, largo,
altri
fporgono la bocca inanzi, come che ella gli calchi, paiono ornati mediante lo haver le labbra fottili &; finalmente tutaltri
,
te le
membra hanno un
,
il
che
vi
fi
ri-
trover
o un poco pi o un
tutto quel
poco
Anz.i
ci
meno,
varier
oltra
,
allhora
grandifii-
mamentc
le
membro.
putti
i
veggiamo
di quelto
come
di dici
medefime membra ne
fatte a
paiono tonde
crciciute poi
&
cofe
per
modo
la
re
tornio
&
pulite
&
mediante
et
paf
iono pi afpre
diofo
feffo la
&
il
pi terminate.
Tutte
,
quefte
adunque
gli
lo ftu-
Pittore caver
da
elTa
natura
fia
,
&:
efaminer an"iduamente da
come
che
ciafcuna di effe
oc
conuinover
in
con
occhi
&
.
con
mente tutto
egli
tempo de
il
la
vita fua
quefta inveltigatione
ciofia
confiderer
grembo
in
di coloro
le
CongamConfi-
un certo
modo
cafchino.
derer
LIBRO TERZO.
derer
far
la
179
.
faccia
&
tutta
la
attitudine di
Ne
lo
de
ella,
la
quale
non
tutte
lappi
le
quale
fa
officio
la
&
la
proportione di
,
&
ami
di
parti
lmiglianza
Pittore
ma
le
cofe.
quel
antico fu niolto
ei
efprimere
hello.
fomil
non fu da corpi
il
nel conofcere
bellillimi
le
Dunque
parti
.
piti
lodate
cofa
Per
fa
&
imparare,
lodi
&
efprimere
bello.
La qual
non
l
ancor che
,
,
perche
trovino in un luogo
de la bellezza eilendo elle rare difperfe fi debbe nondimeno efporrc qual fi voglia fatica in mveftigarla in impararla, imperoche chi bara imparato le cofe pi importanti fapr efercitar, ,
&
& &
,
{]
in efle
minor importantia. Ne ii trova finalmenre cofa alcuna tanto diffcile, che non fi polla & con lo ftudio, & con la affiduit metter ad effetto. Ma acci che il tuo fludio non fa difutile, ne
le
cofe di
in
ti
(
,
damo,
che da loro fleffi con lo ingegno loro vanno dietro ad acquiflarlode nella Pittura, fenza volere ne con gli occhi, ne con la menritrarre
te
no a dipignere bene ma fi afluefanno a gli errori Conciola che quella idea de la bellezza non fi lafcia conofcere da gli ignoranti la quale a pena fi lafcia difcernere da quei che fanno Zeuli Pitto.
re
eccellentiffimo
&
pi di
tutti
gli
altri
dotti ifimo
&
valentiffimo
quando hebbe a fare la tavola che fi haveva pubblicamente a mettere nel tempio di Diana in Crotone non fi fidando de lo ingegno fuo, come fanno quafi in quefti tempi tutti Pittori, non fi melfe
, i
pens che per ritrovare tutto quel che ei cercava per farla quanto pi fi poteva bella, non poterlo ritrovar con lo ingegno proprio, ma ritraendole ancora dal natuei
pazzamente a dipignerla,
ma
perche
rale
non poter
di
ci trovare in
un corpo
poi
lolo: Perci
,
fcelfe
cinque fandi
ciulle
altre,
tutta la
giovent di quella
poteiTe metter
citta
le
pi
belle
tutte
le
accioche
egli
in
Pittura
.
quel,
che
pi di
Et fece veramente da da loro favio Imperoche a' Pittori quando non ( mettono innanzi le cofe che ei vogliono ritrarre o imitare ma cercano fbl con lo ingegno loro trovando il bello acquiftarfi lode accade fpeffo che non folo non s' acquifiano con quella fatica quella lode che ei cercano ma fi affuefanno ad una cattiva maniera di dipingere, la qual poi non poffon laiciare f non con gran fatica, ben che lo defidenno. Ma chi ubellezza muliebre egli haveffe cavato
.
fcr
coflui
fi
far
la
mano
tanto efer-
citata
egli
sforzer di fare,
parr natu-
i8o
turale.
DELLA PITTURA
La
qual cofa veggiamo quanto neMa Pittura
f
fia
da
cffer
dc-
fiderata.
Impcroche
,
cuno homo
che
una hiftoria vi far ritratta la tefta di alnoi conofciamo ancor che vi fieno alcune altre
in
,
cof di pi eccellentia di maeftro , nondimeno tira a f gli occhi di tutti to di qualch' uno
,
il
i
riconofciuto afpet-
ngu
irdanti
Tanta
&
la
gratia
&
la
Tutte quelle cofe adunque che noi haremo a dip^gnere, rkraghiamole dal naturale, & di quefte fciegliamo quelle che fon le pi ma bifogna guardare da quel che fanbelle , & le pi degne no alcuni, cio che noi non dipinghiamo in tavo'e troppo piccole.
le.
,
Io vorrei che tu ti afuefaceffi alle imagini grandi , le quali per fi accollino per grandezza il pi che ii pu a quel che tu vuoi fare
ditetti maggiori maggiormente fi Imperoche nelle figure piccole ralcondono, ma nelle figure grandi, gli errori ancor che piccoli, veggono grandemente. Senile Galeno haver vifto fcolpito in uno fi piedi &c anello Fetone tirato da quattro cavalli freni & tutti PittoConcedino tutti petti de quali fi vedevano diftintamente ri quefla lode a gli intagliatori de le gioie, & eTercitinfi elfi in maggior campi di lode. Imperoche coloro che fapranno dipignere, o far di fcultura le figure grandi, porranno facilmente & con un folo tratMa coloro che haranno afiueEtro la to far ottimamente le piccole
i
,
mano
le
tri
ingegno a quefte cofe piccole, facilmente erreranno nelmiggiori. Sono alcuni che copiano & ritraggon le cofe de gli alcercano acquiftarfi in quella cofa lode. 11 che dicono Pittori,
lo
&
&
che fece Camalide Scultore, il quale fece due tazze di fcultura, imitando talmente Zenodoro, che non i\ difcerneva in elle opere diiPittori fono in grandifhmo errore, f ei non ferentia akuna. Ma ccnofc* no , che coloro che fon flati veri Pittori, d fono sforzati quale noi la veggiamo dipinta da la rapprefentare quella figura tale ratura in e(Ta rete , o velo Et f ei ci giover ritrarre le opere de gli altri , come quelle che moftrino di f fteife pi ferma patientia io vorrei che noi ci mettefTimo inanzi una cofa medioche le vive cremente fcolpita , pi prefto che una eccellentemente dipinta Imperoche a ritrarre alcuna cofa da le Pitture noi ailuefaaamo la mano a rapprefentare una qualche fcmiglianza. Ma dalle cofe di Scultura noi la fimilitudine, ik nel metter inlicme i impariamo veri lumii quai lumi, giova molto, nftrignerc con peli de le palpebre l'acutezza della vifta, accioche allora paiono i lumi alquanto pi fcuri , quafi velati Et forf ci giover ^pi efercitarci nel far di Scultura che nel adoperare il pennello. Conciolia che la Scultura pi cerca, & pi facile che la Pittura. Ne mai averr che alcuno pofla dipigner bene rilievi, Si alcuna cofa che non (ppia di efla bene tutti rilievi pi facilmente fi truovano nella Scultura che nella Pittura. Imperoche
i
&
&
fac-
LIBRO TERZO.
facci
i8i
ei
fi
noftro proposto
fi
che
pu vedere
,
come
ri
,
quaf in qualunque et
quafi
mediocri Sculto-
&
&
ignoranti.
Finalmente attcndafi o alla Pittura, o alla Scultura, Tempre ci doviamo metter inanzi alcuno eccellente fingolare efempio da riguardarlo nel ritrarlo credo che talmente bisogni da imitarlo congiugnere la diligentia con la preftezza , che il Pittore non levi
&
&
&
mai o non fi
con
la
il
pennello
fia
il
prima
,
rifoluto
&
.
che modo egli lo polTa condurre a buon fine Conciofia che cofa pi ficura emendare con la mente, che fcancellar poi dal lavoro fatto, gli errori. Oltra di quefto quando noi ci faremo alTuefatti a ritrarre ogni cofa
mente
quel
che
egli
per fare
dc
in
che noi diventeremo molto migliori maedi Afclepiodf ro , che dicono, che fu il pi velocilfimo di tutti ftri macfri nel dipignere. Impcroche in quella co(a in che noi ci fa1 remo efercitati pi volte, lo ingegno fi fa pi pronto, pi atto,
dal naturale,
ci
averr
&
gri
,
pi
veloce,
la
&
quella
mano
altro,
far
.
data da
in
te
fi
Et
non che ei fono tardi, & lenti tentare quella cofa de la quale elfi non hanno prima chiaramenimpadronitafi mediante lo ftudio entro la mente. Et mentre che efcrcitano in quelle tenebre de gli errori vanno tentando & rinon aviene loro da
, ,
cercando come timorofi , meri ciechi la ftrada con il pennello, ciechi le vie , o le ufcite che effi non fanno con i locome fanno ro baftoncelli. Non metta alcuno dunque mai mano al lavoro fc faccia che ei fia molto efcrcitanon con la fcorta de lo ingegno, amaefrato. Ma effendo la principale opera del Pittore la hito nella quale fi deve ritrovare qual fi voglia abbondantia , ftoria cccellentia de le cofe , bifogna avertire che noi fapiamo dipignere eccellentemente per quanto pu fare lo ingegno, non folamente lo huomo ma il cavallo ancora, et il cane, oc gli altri animali, &C
i
&
&
&
&
da
cffer
vedute
la
accio
&C
che
la
nella no-
non
fi
habbia a defiderare
le
variet,
abbondantia
lo cffere
de
te
le
cofe, fenza
grande,
&
de
gli
Antichi,
non vo dire eccellente in tutte le cofe , ma ne anco mediocre nondimeno io giudico che fia bene sforzandofi porre ogni macftro quel che fludio che per noflra ncgligentia non ci habbi a mancare & grandilTimo biafimo ancora fc ci pu arrecare grandiffima lode , Nicia Pittore Atheniefe dipinf le donne noi ce ne faceffimo beffe diligentiffimamente Ma Zeufi nel dipignere il corpo de le donne
flato
i ,
.
tutti
gli
altri.
, ,
i82
le
DELLA PITTURA
navi. Serapione non fapeva dipignere gli huomini , &: nondimeno dipjgneva tutte le altre cofe molto bene. Dionilio non fapeva dipignere altro che gli huomini. AlelTandro quel che dipinfe la loggia
di
Pompeo
le
beftie
di
quattro
gaminna-
be
cani. Aurelio come quello che era maflime morato, godeva follmente di dipignere le Dee, ed
fuoi
ritratti
gli
gli
&
fempre
efprim.ere
ne
la
amati
Dii
,
volti.
Fidia
affaticava
pi
.
in
dimollrar
majeft de
che
di
la
bellezza degli
huomini
cofi
Eufranore bavetutti
ra talmente
la
fantafia
cofa fu pi
Et
non feppon
far
conciofa che la natura fcompart a ciafcuno inbene tutte le cofe quali cofe noi non doalle gegno la propriet de le fue doti
:
viamo
acquietarci tanto
di
lafciar
dietro.
Ma
con
le
doti
dateci
dalla
lo
natura
ftudio
doviamo
noi reverire
.
&
acrefcerle
la
indurrla,
con
Oltra di quefto non doviamo parere di pretercon lo efercizio mettere per negligentia, cofa alcuna che appartenga alla lode. Ultimamente quando noi habbiamo a dipignere una hilloria andremo la o con quai mocon che ordine prima cofa lungamente penfando
, ,
,
&
facendopolliamo fare il componimento che fia belliflimo, andremo efaminando tutta modelli fu per le carte ne fchizzi in ci chiederemo conflio a ciafcuna parte di effa, la hiftoria,
di noi
&
& &
&
&
tutti
fe
noftri
amici
finalmente noi
ci
le
co-
da noi penfate & efaminate di maniera, che nel noftro lache noi non fappiamo voro non habbia ad effer cofa alcuna Et molto bene in qual parte de la opera ella fi babbi a collocare giover fopra modelli ci accioche noi fappiamo quello pi certo accioche poi nel metter in opera le cole venghin tirare una rete tutte a luoghi loro propofle , come cavate da gli efempi privati Et nel condurre a fine il lavoro , vi porremo quella diligentia prii che non sbigottifca per il congiunta con quella celerit del fare ne il defiderio di finirla troppo preffo tedio altrui dal finirla ,
fieno
,
.
de la opene fi deve far quel che fanno molti recreare lo animo ra , la prinincomincian quella che fi metton a fare pi opere Ma quelle opere che tu barai incomincipiata lafciano imperfetta Rifpofe Apelle ad uno le debbi finire interamente del tutto ciate
non
ci
precipiti
Bifogna
talvolta
,
intralafciare
la
fatica
&
,
&
&
che
moflrava una fua pittura bora bora fenza che tu lo dicefl'i , raviglio che tu non babbi dipinte
gli
:
*3i
fi
diceva
io
la
,
dipinfi
preilo
vedeva chiaro
infinite
veduti
cuni
alcuni Pittori
&
Scultori
&
Oratori,
et
&
che
per
fi
trovano
,
in
quella
noftra
poffino
Oratori o Poeti
cllerfi
melfi con
ardentiffim'j
lludio a far
chiamar qualche
ope-
, . .
LIBRO TERZO.
opera
/tare
,
183
lo
,
quali
de
ingegno
lafciano
la
&
.
fpinti
da
nuo-
vo defiderio
nuova
coloro
pofleri
mettono a voler di nuovo fare qualche altra cofa pi quali huomini io certamente biafmo Imperoche tutti
fi
che
,
defderano
che
le
opere
loro
fieno
grate
a
&
.
care
a
,
bifogna
che
pcnfno
prima molto
bene
detta
opera
&
la
ciofa
conduchino con grandiiima diligentia a perfettione Conche in molte cofe non manco grata la diligentia che
fi
qual
gliono
voglia
ingegno
Ma
bifogna
fuggire
coli,
1
quella
lupertua
fu-
perftitione di coloro,
i
per
chiamarla
quali
mentre
che
,
vo-
che lavori non habbino pur alcun minimo difetto &: cercano che ei fieno pur troppo puliti fanno talmente che le opere loro paino confumatc da la vecchiezza avanti che finite
,
Pittori antichi
le
folevano
di
cavar
cofe
mani
egli
fia
Imperoche
,
di
che non fapeva mai fopra una tavola Et ragionevolmente certo necelTit sforzarf di por tanta diligentia nelle
biafmare Protogene
.
quanta
il
baldanza
fecondo
di
il
valore
de
lo
,
Ma
gente
volere
,
in
ogni cofa
pi
quel
che
tu
pofa
convenga
.
da uno ingegno pi tofto oflinato Bifogna adunque por nelle cofe una diligentia moderata
eofa
chiederne
parere a
gli
amici
ad afcoltare , & chiamare a vederlo di tempo in temEt in quello modo il lavoro del Pittore per po quaf ciafcuno Il giudicio adunque &C la dovere elTcre grato alla moltitudine cenfura de la moltitudine non far allhora fprezata , quando anDicono che Apelle cora tu potrai fatisfare alle diverfe opinioni
bene
ftare
.
fi
foleva
nafcondere
dietro
alla
tavola
accioche
,
coloro
guardavano poteffero pi liberamente parlare & egli difetti de Tuoi lavori, che elfi raccontatare pi honeltamente vano, lo vorrei adunque chei noflri Pittori fteflmo fcoperti ad udire fpefTo , &C a ricercare ogniuno che li diceffe liberamente conciofia che quello giova ad intender la quel che le ne pare variet de le cofe, & ad acquiflarfi molto una certa gratia. Conciofia che non nefluno che non fi attribuifca a cofi honorata , lo
i >
bavere a drre
il
parer
fiio
circa le fatiche
,
d' altri
Oltra
coloro
di
quefto
biaf-
non
fi
punto de le lodi del Pittore Stia adunque il Pittore ad afcoltare ogniuno , & prima efamini feco ftelTo la cofa 6c la emendi Di poi quando har Queffe udito ogniuno che pi fanno facci a modo di quei fon le cofe che a me parfo haver da dire de la Pittura in quefli miei commentarii Et f quefte cofe fon tali che elle arrechino a Pittori comodit , o utilit alcuna , io afpetto per prinpoffa
mano
che
il
giudizio
di
che
detrarre
cipal
, .
15^4
DELLA PITTURA.
premio
loro;
cipal
ftorie
de
le
mie
ei
accioche
che efT mi ritraghino nelle hidimoftrino per quefta via a quei che
faticlie
,
digrati del beneficio verranno , di effer llati ricordevoli , moftrino che io fa ftato fludiofo di efla arte. Et Ce io non ho fatisfatto a quanto elTi afpettavano da me , almanco non mi biafimino che io habbia iiavuto ardire di mettermi a tanta imprefa quel Imperoche Te lo ingegno mio non ha potuto condurre a fine che nelle cofe grandi (Time che lodevole di tentare, ricordinfi fuole attribuirfi a lode , lo haver voluto metterfi a quel che difficilifTimo Seguiteranno forf alcuni che foppliranno a quel eh' io hadegnifche potranno in quefta eccellentifl'ima, vciri mancato,
, , ,
.
&
&
&
&
{ima arte , giovare molto pai a Pittori luccederanno , io li prego , quanto pi pronto animo quefta litica con lieto
,
quali
f
,
per
aventura
piglino
fo
,
&
pofTo
che
clTi
&
nella
quale
&
eferal
citino
g'
ingegni
loro
&C
.
conduchino
quefta
nobilifi'ima
arte
colmo de la il primo ad
,
nondimeno har piacere di efiere i\a.to havermi acquiftata la palma in effermi affaticato di fcrivere fopra quefra ingegnofilTima arte. La quale veramente difficile faputo condurre a quella perfettione de la imprefa f io non ho
eccellentia
Io
cfpettatione che ne
fi
debbe
darne
la
colpa alla natura pi tofto che a me , la qual par che habbi importa quella legge alle cofe, che ei non arte nelTuna che non habbi
da cofe difettofe Imperoche fi dice, che nefEt coloro che verranno dopo a me. Te funa cofa nata perfetta alcuni ne verranno, che fieno di ftudio , d'ingegno pi valenti di me, doveranno forf condur quefta arte de la Pittura alla fomma
prefi
1
fuoi principii
&
perfettione
DELLA
Piitiuuia.
y p-
i>M-
/^V
rixzu.rz ^.^^
DELLA
STATUA
D
I
LEONBATISTA ALBERTI.
, ,
DELLA
D
S
I
T
che
AT U A
meffono a volere
efpri-
LEONBATISTA ALBERTI.
opere loro le effigie , c le fomiglianze de corpi procreati da la natura , haveflino origine da quefo Che efli per aventura fcorgenfino alcuna volta o ne tronconi , o nella terra , o in molti altri corpi cofi fiitti , alcuni lineamenti mediante i quali tranfmutando in loro qualche lmilitudine , cfli gli Cominciarono potefmo rendere limili a volti fatti da la natura adunque a conlderare con la mente , ad efaminare ponendovi ogni diligentia , &C a tentare a sforzarli di vedere quel che egli,
IOmere
:
penfo
che
le
arti
di
le
coloro
fi
&
ritrarre
con
&
&
,
no
vi
poteiTmo o aggiugnere
per far fi , in tal modo alcuna da far apparir quafi vra , propria quella tale effigie , finirla perfettamente Adunque per quanto la lleda cofa gli avverhoia le futiva , emendando in fimili apparenze liora le linee , ripulendole , ottennero il defderio loro perficie , nettandole , Ne maraviglia che quello veramente non fenza loro diletto in fare quefte fi fatte cofe fieno creiciuti l' un d pi che 1' altro gli ftudii de gli huomini fino a tanto , che fenza veder pia nelle primiere materie alcuni aiuti d' incominciate fimilitudini , efprimino
&
o levare, o quel che vi fi arpettalTe, che ei non pareffe che vi mancafle cofa
&
&
&
&
&
&
in elle qual
altro
:
fi
voglia effigie
ma
altri
in
un modo
non impararono tutti a far defima via o regola Imperoche alcuni incominciarono a dar per& con il porre &: con il levare fettione a loro principiati lavori
conciofia che
.
&
altri
fono o terra Alcuni altri incominciarono a da noftri chiamati maftri di ftucco far quefto folo con il levar via , come che togliendo via quel che
coloro
come fanno
che lavorando
di
.
cera
fucco
in
detta materia di
,
fuperfluo
figura di
.
fcolpifcono
6c
fanno
vi
apparir
nel
huomo
la
quale
era
i i
&
in
potentia
prima nafratelli de
lineamenti
de volti che vi erano afcofi La terza fpecie quella di coloro che fanno alcuni lavori folo con lo aggiugnervi , come fono gli argentieri , quali battendo con i martelli lo argento , & difendendolo o allargandolo a quella grandezza di forma che elfi vogliono , vi aggiungono fempre qualche cofa , fino a tanto che ei faccino quella
i
eff-
, . , .
i88
effigie
DELLA STATUA.
che
e'
Saranno forf alcuni che pcnfcranno , che nel numero di cofloro fi habbino a mettere ancora Pittori come quegli che nelle opere loro fi fervono ancora effi de lo aggiungervi i Ma f tu ne gli dimandarai , ti rifponderanno che non colori tanto fi sforzano di imitare quelle linee , & quei lumi de corpi che mediante lo aggiugnere il levare alefli veggono con lo occhio , cuna cufa a loro lavori quanto che mediante uno altro loro artificio proprio & peculiare. Ma del Pittore ne tratteremo altra volta. Coftoro veramente che io ho racconti , vanno , ancor che per divogliono
.
verfe vie
lavori
,
nondimeno
i
tutti
fi
dietro a quefto
,
di
,
fare
che
tutti
ci
lor
a far a chi
quali
fon meffi
apparifchino
naturali
per
quanto
poffatti
fono
gli
.
riguarda
fare
la
molto
qual
&
,
fimili
a veri corpi
da
la
,
la
natura
Nel
cofa
ricercando
to
&
:
pigliando
loro
fc
i
quella
,
diritta
&
&
erreranno in vero
riu/ciranno
erreranno
ogni
dico
mol-
manco
&
?
lavori
per
Che
il
penfi tu
legnaiuoli
non haveflino
,
piombo,
i
,
la
linea, T archipenzolo
,
le
fefte
da
cerchio,
me-
diante
re
fuffe
quali inftrumenti
,
effi
i
poffono ordinare
,
angoli,
fpiana-
dirizzare
&
terminare
il
loro lavori
fare
fare
credi
tu
che
finalmente
?
riufcito loro
poterli
comodifTimamentc
tante
eccellenti
Et che
opere
certa
,
lo
Statuario
potelTe
,
a caio pi toflo
cavata
,
che di qual
principii
,
fi
da voglia arte , o
tratta
,
&
,
ragione
,
?
fi
Io
mi
rifolvo
la
quef^o
difciplina
cavino da
, ,
natura certi
verr
&
perfettioni
&
regole
>
le
,
quali f noi
ponendovi cuci
ra
&
diligentia
vorremo efaminare
&
,
fervircene
indu-
bitatamente fatto
Imperoche fi come noi havemmo da effa come fi deto di altra materia cone , o di un pezzo di terra mediante alcuni liniamenti che fi trovano in noi conofceffimo to erte materie , che potevamo fare alcune cofe fimili alle fue i Cofi ancora la medefima natura ci ha dimoif ri certi aiuti , & certi mezquali noi potremo con via certa , & ficura regola , zi , mediante A quali quando noi avvertiremo & ci operare quel che vorremo vorremo di effi fervire potremo facilifiimamente & con grandiffima Hora quali fiecomodit arrivare al fupremo grado di queifa arte no quegli aiuti che fon dati da la natura a gli Statuarii, dobbiamo Poi che gli Statuarii vanno dietro ad immitare le fnoi dichiarare miglianze o vero le fimilitudini i fi debbe incominciare da efla fo,
miglianza
ze
la
,
noi
fi^rte
veggiamo
avvenire
mediante
perpetua-
natura, che
in
qualunque
di animali folita
men-
,,
DELLA STATUA.
mente
offervare
i
.
189
che ciafcuno cio nel Tuo genere fa In qual fi voglia cofa molto fimile all' altro Et da altra parte non fi truova i come fi dice , alcuno infra tutto il numero de gli huomini che habbia la voce totalmente fimile alla voce dell' altro , o il nafo al nafo , o altre parti, o coCc fimili Aggiungafi a quefto che volti
,
.
di
quelli che
bambmi
,
conofciuti
putti
&
li
dipoi
veduti
giovani
di
vecchi
noi non
d
riconofi:iamo pi
mediante le et , di che noi polliamo rifolverci , che in effe forme de corpi fi ritruovino alcune cofe momento de tempi fi vadino le quali con fpatio & variando 6c che in dette forme vi fi truovi ancora in eflfo un certo che di naturale & proprio che continovamente fi mantiene ftabile &C fermo, quanto a prefeverare la fbmiglianza del Tuo genere. Noi adunque lafciando da parte le a^tre cofe , tratteremo brevilfimadi di in
tanta
&
fatta
diverfit
mente
quelle
noilro
Il
per
dichiarare
la
modo
a
gli
&
ragione
,
o regola
fc
di
pigliare
le
,
fi)miglianze
appreffo
Statuarii
fi
fa,
mediante due rilolutioni i la una de le quala qual li , che quella fomiglianza , o immagine , noi finalmente haremo fatta de lo animale , come per modo di dire faria quella del huomo , ella fia per quanto pi fi pu fimilc al detto huomo
io la intendo
.
bene
Ne
ci
importi
che
,
ella
rapprefenti
pi
la
effigie
di Socrate
.
o d' altro huomo da noi conofciuto che aliai ci parr haver fatto , f haremo confeguito che uri tale lavoro fi aflomigli ad uno huomo , ancor che da noi non conoLa altra rifolutione quella di coloro che vogliono rapprefciuto lentare non tanto la fi:)miglianza di uno huomo in generale , quanto quella di uno particolare, come farebbe a dire quella di Cefre, o di Catone , ftando egli in quefto modo con quefto habito , fedendo nel tribunale , o concionando al popolo ; affaticandofi quefli o attitudine tali di imitare 6c d efprimere tutta quella habitudine , di quel corpo , o la cofi fatta di alcuno altro perfonaggio da loro conofciuto quefte due rifolutioni o deliberationi , per trattar la corrifpondono due cofe , la cofa fvi brevemente che fia poffibile Di quefle cofe adunque habbiail por de termini mifura cio , per cona che ci poffino fervire mo a trattare quali elle fieno dur r opera a perfettione f prima per io dir che utilit fi cavino da loro Percioche elle veramente hanno una certa forza ma& quafi incredibile Perche colui che far inflrutto di rav'gliofa notare con avvertire , potr talmente fcgnare queffe cofe
quella di Platone
.
.
che Conciofia
,
&
,
&
&
alcuni
fermiffimi
parti
contrafegni
fi
liniamenti
fiti
& &
le
pofiture
,
de
le
di
qual
voglia
corpo
che
ma
, . ,
icjo
DELLA STATUA.
qui a mille
anni
,
ma
glia
la
di
,
pur
che
quel
corpo
fi
,
ritruov
in
quel
luogo
lo
potr ftabilire
&
fia
collocare precifam.ente
&
al
apunto a vofi
fua in quella
:
mcdelma
poftura
&
far
fito
nella
quale
fiao
trovava
prima volta
In maniera che
non
alcuna
di detto corpo
fito
che non
dell' aria
,
rimerfa
&
ella
ricollocata
fi
&
punto
f
nel
quale
il
ritrovava
volefT
Come
flrare
dito
tu
la
di
Mercurio
fi
la
fuora
ginoc-
qual
,
punto
dell' aria
ritrovafe quivi lo
del
:
tuo
Potrai cero dito , o gomito , o qualch' altra fimile cofa tamente con quefti noftri aiuti o mezzi farlo in maniera , che non & farai certo che non bench minimo ne feguir errore alcuno Oltre barai dubbio alcuno , che la cofa non ftia in quel modo a quefto, f per avventura avvenilTe che io haveiTi ricoperta di cera,
chio
o di terra
aiuti
,
meflavi fiDpra
fo lavoro fulle
e
fino a tanto
eh' cC-
con quefte regole , forandola con un fuchiello , pupilla de lo occhio , dove in quello altro fia
&
&
con quefti affermar querto certo , di fapere , dove tu fia per trovare in quello luogo la toccarla fenza farli alcuno nocumento , il bellico, &C dove in altro fia finalpotrai
altre
Tu
mente il dito groflo, & tutte le onde da quefto ti avverr che barai
tutti
gli
,
cofe
fimili
quefle.
La
fatto
,
angoli
&
di tutte le linee
lontane
fo
&
dove
elle
concorrino infieme
lo
in
&
le
potrai per
ciafcun ver,
efemplare
fcritto
,
non tanto
i
ritrarre
o dipi,
gnere
tu
f
ma
mettere
ancora
,
tiramenti
parti
,
de
in
le
linee
,
le
circunferentie de cerchi
le
pofiture
de
maniera
che
non
dubiterai,
che
&
ne polla fare un altra fomigliantillima a quella , o una di cento braccia re , o una finalmente di tanta grandezza ancora , o tale finalmente che io ardir di dire , che non dubiterai che con quelli tuoi aiuti non f ne pofTa fare una grande quanto monte Caucafo j purch a quefte grandi (Lme imprefe non ti il far , Et quel che forf tu pi ti maraviglicrai manchino i mezzi che fi potr fare la met di quefta tua ftatua nella Itola di Paro finire ne montornandoti bene , & 1' altra met potrai cavare Talmente che i congiugnimcnti , 6: le commetti di Carrara faccia de la immacon tutto il corpo , titure di tutte le parti gine , fi uniranno , & corrifponderanno al vivo , o al-^Qodello , feil modo, del condo il quale ella far ftata fatta Et la regola ,
:
<5<:
&
&
fare
cofi
,
gran cofa
in
barai tu
tanto
facile
6c
tanto
chiara
&
efpe-
dita
re
,
che
credo che a gran pena potranno erranon coloro che a pofta fatta , o in prova non haranno volu-
quanto a
me
DELLA STATUA.
to
ipi
quanto ( detto Non dico gi per quefto che io ti infegni lo artificio , mediante il quale tu pofT totalmente fare tutte le vinivcrfali fimilitudini de corpi , o che per quefto fi impari a faper faConre , 6c a ritrarre qualunque fi fiano div^rfit , o fimilitudini
obbidirc
a
.
ciofia
via
le
,
che io confeOfo di non fare profefTione di infegnarti per quefta la faccia di Ercotu habbi a fare il volto , il modo come
&
mentre che combatte con Anteo , fi che egli rapprefenti quanto la fierezza Tua a ci conveniente , o pi fia pofTibile la bravura giocondo vero come tu lo habbi a fare di afpetto benigno ridente quando egli fa carezze alla fua Deianira , molto in vero d\Cfimile dell' altro afpetto , f ben rapprefenta il medefimo volto di Ma occorrendo in tutti quanti i corpi diverfe &C varie figuErcole attitudini , mediante gli fvolgimenti o piegamenti de le memre bra & le pofiture loro , percioche in altro modo fi veggono termii nati i lineamenti d' intorni di uno che ft in piede , in altro
&
&
&
&
&
modo
6c
in
quelli di chi
fiede
di
&
i
in
altro
fi
quegli
di
,
chi
fa
adiacere
,
altro
quelli
1'
coloro
parte
che
(voltano
fi
abbaffano
in
al-
verfo r una o
tre
altra
le
&
fimilmente
ancor
quelli
de
fi
le
,
attitudini
De
cio
che
modo, con
qual
regola
ferma,
.
certa,
&
vera,
,
pofl^ino
immitare
dilfi
&
ritrarre
,
dette
attitudini
mifiira cio , & il due la , Tratteremo adunque primieramente de la mifura , la quale certamente non fermo & certo avvertimento & nocamen altro che uno ftabile to per il quale fi conofce & mette in numeri & mifure , la habi-
fon
Le
come
io
&
tudine
tutte
proportione
parti
&
.
corrifpondentia
I*
1*
che
,
hanno
infra
di
loro
cofi per altezza come una con altra per grolTezza & quella che efle hanno ancora con tutta la longhezza di effo corpo o conolcimento (i Et quefto avvertimento fa mediante due cofe cio con uno regolo grande , & con due
le
del
corpo
fquadre mobili
le
con
le
il
detto regolo
,
lunghezze
le
de
dette
,
metri de
&
gli
pigliamo
altri
fi
diatira
lo
lungo
la
di
quefto
del
regolo
del
far
la
lunghezza
corpo
fino
che
alla
fommit
capo
Laonde bifogna avvertire, che per mifurare uno huomo di piccola ftatura fi debbe pigliare un regolo minore & per uno huomo di grande ftatura f ne debbe pigliare uno maggiore cio pi lungo Ma fia nondimeno qual fi voglia la lunghezpianta del
piede.
za
di
tal
regolo
noi la
piedi
del
,
divideremo
in
fei
parti
uguali
&
dette
&
dal
.
nome de
,
piedi
piede
Ridivideremo poi
uguali
le
quali
parti
noi
chia-
le
.,, ,
i5>2
DELLA STATUA.
.
chiameremo once. Sar adunque tutta la lunghezza di qucfto medine Di nuovo ridivideremo ciafcuna di quefe once felTanta di quefte once in altre dieci parti uguali, le quali parti minori, io chiamo minuti. Da quefte divifioni ci averr che tutto il modine far di fei piedi
&
600. minuti,
&
,
ciafcun
100.
Di quefto modine ci ferviremo noi in quefto modo Se per sventura noi vorremo mifurare un corpo umano, noi gli accofteremo
minuti
noteremo con eflo ciafcuno termine de membri cio quanto egli fia alto da la pianta in fu del & quanto 1' uno membro fia lontano da lo altro membro Tuo piede come per efempio, quanto fia dal ginocchio al bellico, o alla fontanella de la gola, o fimili, cio quante once & quanti minuti. De la qual cofa non fi debbono far beffe ne gli Scultori, ne i Pittori, concio,
&
avvertiremo
&
fia
che
ella
le
utililTima
&
al
tutto
neceffaria
Percioche
faputo
il
numero de
once,
la
&
de minuti
di tutte le
determinatione di effe membra , talch non fi potr fare errore alcuno. Ne ti curerai tu di ftare a udire quello arrogante, che per avventura diceffe: quefto membro troppo lungo, o queefpeditiffima
fto altro
il
&
tmppo
il
&
dato regola
tutto,
che
ti
dir pi
il
vero,
che qual
fi
nate bene
quefte cofe
ti
fia
Et non dubito punto che efamitu non ti fia da per te fteffo per accorgere per arrecare infinite altre comoditati Concio.
che tu verrai per eflo in cognitione del modo che potrai tenere per ftabiliie terminare le tue lunghezze in una Statua minore, fimilmente ancora in una maggiore Imperoche f tu havefti a fare per avventura una ftatua di io. braccia, farai di havere il tuo regolo
&
&
o modine
fi
di
io. braccia,
&
divifolo in
fi
fei
parti uguali,
che
fra loro
corrifpondono fra loro quelle del modine minore, fatto il fimile delle once, de minuti, vedrai che lo ufo, modo, regola de lo adoperarlo far il medefimo che quello dello altro modine Conciofia che la met de numeri del maggiore, ha la medefima proportione a tutto il fuo intero, che ha la met de numeri del minore, a tutto lo intero del minore. Et
,
corrifpondino
infieme
come
&
&
&
tuo modine Hora vegniamo a1' trattare de le fquadre: Noi ne facciamo due, una delle quali far fatta in quefto modo cio di duoi regoli chiamiamo B il regolo ritto B C chiamiamo 1' altro regolo , che ferve per bafa La grandezza di quefti regoh , bifogna che fia tale che ciafcuna de
per
tale
ti
bifogner aver
fatto
il
ABC,
&
almanco non meno che 15. enee del fuo genere. Del fuo genere intendo io di quella medelima forte di once che tu hai fatte nel tuo modine fecondo quel corpo che tu vuci mifurare le quali come ti dilfi di fopra, in un modine grande faranno grandi, &
le fue bafe
fia
, ,
pie-
DELLA STATUA.
piccole in
193
Quefte once adunque , venghino efle come fi minuti incomincievoglino , fegnate dal modine con 1 loro punti rai tu ad annoverare nella hafa dal punto de lo angolo B andando verfo il C uguali come fi dille alle once & a minuti del modine Quella fquadra legnata in quefto modo , come per efcmpio la B C Fig. I. noi la fopraponghiamo ad un altra fquadra
un
piccolo
&
limile,
diritta
il
detta
G
ad
in
la
F
io
&
di
per
bafa
amendue
Et
dicafi
che
mifurar
K D. Movendo
regoli
diritti
elfi
adun-
&
la
amendue
de
la
k
,
fquadre
fino
tanto
che
tocchino
fcambievolmente ad una determinata & medefima dirittura le linee de le bafe di dette (quadre. de li toccamenti che faIn quefto modo , mediante i punti ranno dette fquadre o per dir meglio i regoli ritti de le fquadre Et con quello vedr io quanto far il diametro di detta tefta mcdefmo ordine o regola potr efattiUimamente pigliare tutte le groflezze larghezze di qualunque fi voglia membro Io potrei raccontare molte comodit molti fervitii che H potranno cavare da da quefte fquadre, f io non penfafT che ei quefto modine, fufle pili comodo lo ftarmene cheto: Et malTime eifendo fimili cofe tali, che qual fi voglia mediocre ingegno, potr da f fteffo confiderare avvertire in che modo egli potr mifurar quanto fia il diametro d'alcuno membro > come farebbe per modo d' efempio , f egli volefle fapere quanto il diametro, eh' fra l'uno orecchio, r altro , cio dal deftro al finiftro 3 in che luogo egli mterfeghi r altro diametro , che andr da la tefta alla nuca , o fimih Ultigrodezza
tefta
applicando
A D
&
&
&
&
&
&
mamente
mi creder fi fervir di quefto modine, &C di quefte fquadre, come di fedelilTime & fermiOime, & ve6c configlieri re guide non tanto quando ii metter a lare il laquefto artefice
s
egli
voro
vi
o facendolo
,
qucfti inftrumenti
preparer molto prima con gli aiuti di a metterli al lavoro , talmente che non fi ritruofi
,
ma
ancor
che
minima
da
eh'
fare
eh' elfo
non
liarillima.
ardiffe
di
Come
far
fattafela
fami-
faria
,
quello,
f
profclfione di
fapeife
&
quali fono le
dall'
far navi
egli
non
&
in
che a quanavilj fi afpettino ? Et chi far quello de noftri Scultori, fia pur quanto vuole confiderato accorto, che le ei far dimandato per qual ragione hai tu fatto quefto membro in quefto modo , o che proportione ha egli con quefto o con quello
altra
Se quali
&
&
altro
membro
o quale
la proportione
di
quefte
membra
a tutta
la
i ,
ip4
la
DELLA STATUA.
& &
habitudine del corpo ? chi far dico quello che fa flato tanto diavvertito il tutto tanligente &c accurato, che habbia confiderato come fi afpetta a chi vuol to che bafti, o quanto ragionevole,
faper far bene la Tua arte
,
de
,
la
quale
egli
fa
profelTione
la
Impa-
alcuno che fia quale ella fi voglia, f egli non har faccia bene alcuna arte, prima imparate le parti di efia arte. Noi habbiamo trattato de la con con il modine rnifura, in che modo altri la pigli bene,
fi
le
arti
principalmente
farle
.
&
ha del
Ne
ragione
&
&
&
le
fquadre
Hora
ci
refta
trattare
del
porre
termini
Il
porre
de termini quel determinamento o ftabilimento che ( ta del tirare tutte le lince, OC de lo fvolgerle , del fermare gli angoli, gli sfondi, certa regola a luoghi lorilievi, collocandogli tutti con vera, i ro. Et il determinare cofi fitto, far allhora ecceilente ^ quando da un piombo di un certo centro pofto nel mezzo , fi noteranno &C
&
regneranno tutte
le
lontananze
&
:
tutte
le
eftremit di tutte le
li-
corpo. Infra la mifura adunci quella diffequello porre de termini que detta di fopra , pi ci d & pigha, certe cofe che la mifura va dietro rentia univerfali , le quali fono pi fermamente 6c con pi comuni {labilit infite da la natura ne corpi i come fono le lunghezze, le por de termini ci il le larghezze de le membra groflezze , d le momentanee variet de le membra caulate da le nuove attitucollocace le infegna porre movimenti de le parti, dini, re. Per fapere adunque far quefla cola bene, habbiamo bifogno di uno inftrumento, il quale inflrumento di tre parti, o membra cio che egli fatto di uno Orizonte, di una linda, & di un piomFtg. 2. Lo Orizonte un piano difegnatovi fopra un cerchio bo La lindivifo in parti uguali , & contrafegnatele con i loro numeri da un regolo diritto , che con una delle fue tefte Ila fermo nel
nee
,
&
&
&
&
&
&
&
&
cerchio,
fi
&
filo
l'altra
fi
mente che
cerchio
.
ella
pu
transferire a
Il
piombo
un
o una
fodra da la cima de la linda fino in terra , o fu il pavimento o vero figura , nella quale ii hanno pra il quale pofa la ftatua de le linee a porre i termini de le membra, a determinare, gi dette Et quello inllrumento fi fa in quello modo Pigliafi u,
&
&
piallata
&
fia
pulita,
tre
&
,
in
quella
&c
la
fi
tira
un
cerdi
il
diametro
del quale
piedi
circunferentia
detto
io
cerchio, nella fua eflremit, fi divida in parti quelle, che gli Aflrologi difegnano ne gli Afrolabj
uguali, fimili
;
le
quali pardi
chiamo gradi
altre
E
io
ciafcuno
voglio,
di
queft
gradi ridivido
fia
nuovo
ciafcu-
in
quante
parti
che
no
DELLA STATUA.
no
tutti
tri
1
195
fi
i
ridivida
in
6.
parti minori
1
le
quali 10 cio
i.
chiamo minuti
2.
i
&
gii
a
al-
gradi aggiungo
,
loro numeri,
:.
&:
4.
&
per ordine
loro
Quefto cerchio cofi fatto, 6c ordinato, fi Et a querto cerchio accomodo, la linda mobile, la quale l ta in que{\o modo: lo piglio un regoletto fottile & diritto, lungo tre piedi del fuo genere & con una de le fue tcfte lo fermo con un perno talmente che egli vi ih falal centro del fuo Orizonte o cerchio doi in modo pure che egli l p.ofla girare, &C con l'altra tefta arrigradi.
, ,
talmente che liberamente fi polTa transferire &. trafportare allo intorno. In quella linda difegno io con i punti quelle once che vi cappiono, limili a quelle del modine, che di fopra fi diffono. Et quelle once ancora ridivido di nuovo in parti miver fuori del cerchio
,
pur uguali, come l fece nel modine OC, incominciandomi dal centro aggiungo alle once i loro numeri, i. 2. 3. &: 4. A quefta Et tutto quefto linda attacco io un filo fottile con un piombinetto del piombo, io inllrumento fatto de lo Orizonte, de la linda, Di quelo chiamo il dithnitore j tale quale io 1' ho defcritto Dicafi che il vivo ^ o il fto diffinitore mi fervo io in queflo modo
nori
:
&
&
modello,
finiftra
fia
una
la
fta-
con
il
man
un cavallo. Io pongo il la detta llatua, in maniera che Tuo centro, pollo in cima de
perno:
diffinitore in
egli
ftia
cima, fopra
io lo
capo de
la
ftatua
dove
fermo con un
punto, fopra del quale Ik in tella lo legno mettendodi detta ftatua, fermo il centro del cerchio, vi uno ago, o un perno. Dipoi dal determinato luogo nell' Orizonte, ftatuifco 6c pongo, con il voltare de lo inftrumento, il gi primo difegnato grado, tal che io fo verfo dove egli fia volto. Il che li fa in quefto modo Io conduco quefto regolo mobile , cio la linda, alla quale appiccato il filo, o piombo, l dove egli arrivi al primo giado de lo Orizonte, quivi fermatolo, lo volto, o giro con tutto il cerchio dell' Orizonte, attorno, fino a che il filo del piomnoto,
avvertifco
il
&
&
&
&
o tocchi qualche principale parte di qucfta 'ftatua, come farebbe a dire un membro pi noto di tutti gli altri , cio il dito de la mano delira di qui potr io , 5c come , & verfo dove mi
bo
arrivi,
piacer
di
nuovo quefto
,
diffinitore
&
riducer-
prima fopra detta ftatua, cio, che il perno da la cima de la tefta de la ftatua, penetrando per il centro del diffinitore & il piombo che dal primo grado cadeva de lo Orizonte torni pendendo a toccare quello ftefdiPofte & ordinate quefte cofe l dito grolTo de la man deftra cafi che 10 vogli fegnare, o notare lo angolo del gomito finiftro,
lo
,
ancora che
torni giufto
come
egli
ftava
&
b 2
ina-
1^6
DELLA STATUA.
&
&
&
feri ve rio ancora: io fo in quefto modo: Io impararlo a mente, inftrumento con il fuo centro, pofto in fermo quefto diflnitore, luogo detto, talcima de la tefta de la ftatua, in quefto ftato , mente che la tavola nella quale difegnato lo Orizontc , fia del giro a torno la linda, fino a tanto che il immobile tutto falda filo del piombo tocchi quel gomito finiftro di detta ftatua che noi vo-
&
&
modo,
ci
occorreranno tre
La prima
da quel luogo donde la haremo prima mofta avvertendo a qual grado de lo Orizonte batte detta linda, o al ventefimo , o al trentlimo, o ad alcuno altro cofi minuti fegnati nella fatto. Secondariamente avvertirai nelle oncie, linda, quanto effo gomito fi difcofti dal centro di mezo del cerchio: Dltimamente per terzo, avvertirai pofto il modine fu '1 piano del quanti minuti, il detto pavimento di detta ftatua, quante once, Et fcriverai quefte mifure gomito i] rilevi di fu il detto pavimento in fu '1 tuo foglio, o libretto in quefto modo, cio. Lo angolo
iia
lontana
&
&
minuti 5. nelOrizonte viene a gradi io. , minuti 3., dal pavimento nel modila linda a gradi 7., minuti 4. Et cofi con quefta medelima regone a gradi 40. , la potrai notare tutte le altre parti pi notabih de la detta ftadove elle fi truovino , come per modo come tua , o modello
del
gomito
finiftro
nell'
&
&
&
&
&
di
gli
efempio
altri
fono
gli
angoli
fimili
.
de
le
ginocchia,
f
rilievi,
cofe
gli
fi
Ma
tu
ei
&
le
concavit,
o
vi
sfondi,
polfa
,
quando
il
faranno
del
fpalle
o ninter-
pofti, che
non
accoftare
filo
piombo,
nelle
come
,
viene
nilla
concavit
in
,
che
infra
le
reni
noterale
altro
fi-
comodamente lo a piombo
to
fi
quefto
modo,
aggiugnerai
alla
linda
uno
voglia
venga lontano quanche cafchi a detta concavit , dal primo filo, che non importa: percioche mediante
de piombi
,
&
quefte due
fila
ti
le
loro diritture
codi
me
che
,
elle
fieno
,
appiccate
ad uno
ftile
de
la
fuperficie piana
o interfeghi amendue quefte linee de le fila , potrai dico vadia penetrando fin dentro al centro de la ftatua quanto la feconda linea , o ritrovare mediante il loro operare del fecondo piombo fia pi vicino del primo, al centro del filo dilfinitore il qual fi chiama il piombo del mezzo Se quefte cofe fi quello fipranno a baftanza , tu potrai facilmente bavere imparato
fopra
che
tagli
&
di che
ti
avvertimmo
di
fopra:
cio
che
per aventura
,
la
detta
o di terpotrai dico forandola con via efpedita, certa & comodifima, ra andare a trovare fubito qual f] voglia punto o termine notato nella ftatua. Conciofia che egli manifefto , che con il girare di quedi cera
, ,
fta
,,
DELLA STATUA.
fta
197
un piombo tale, che fi difegna una linea curva a guifa de la fuperficie di un cilindro dal qual cilindro quefta fktua viene compresa & accerchiata Se qucfto cofi in quel modo che
linda,
li
fa
tu
tire
felTa
redola penetrando
la
aria
notare
&
aver-
T. K. mentre che la tua llatua non era preoccupata da alcuna cera o terra, che per via di dire diciamo che kde il rilievo del mento, tu potrai con la medefima regola far il medefimo penetrando la cera, o la terra, come quando penetrarti la aria, facendo conto che la aria fi fia convertita in cera, o m terra. Mepunto
.
fi
fono racconte
ci
avverr
fi
che
dille
ei
,
li
porr
comodilTimamente
mezza
la
quel
cio fare
&
finire
,
nella Ifola di
o modello di Fidia in due parti, & fia quefto fegamento, o tag'io di una fi.iperficie piana la per modo di dire dove noi ci cinghiamo Senza dubbio confidatomi io ne gli ajuti di quefio noftro difhnitore, o
Paro. Imperoche
feghifi
per
il
mezzo
la
detta latua
inrtrumento
punti
,
&
io
da
efl"i
ajutato
potr
di
notare
quanti
nel
fi
vogliono
del
dif-
che
mi
far
profi.ippofl:o
notare
cerchio
Se tu mi concedi che quefe cofe fi pofimo fare, tu potrai indubitatifilmamente notare, legnare ancora in tutto il modello , qual fi vogha parte che tu Conciofia che tu tirerai nel modello una harai prefa a voglia tua linea roffa piccola, che in quel luogo ti fervir in cambio dell' fc interfegamento dell' Orizonte dove terminerebbe quel fi;gamento la ftatua fuffe fegatas &C punti notati in qucfto luogo, ti darieno
finitore
fuperficie.
&
il
lavoro.
Le
altre
cofe
ti
me
Finalmente mediante tutte quelle cofe che infino a qui fi fon dette, fi vede afiai manifefto) che fi poflono pigliare le i mifure , determinamenti da un modello , o dal vivo comoche fia mediante diffimamente per fare un lavoro o una opera Io defidero che quefto modo di lala ragione &C la arte perfetta
ti
fi
difie.
&
vorare
fia
&
Scultori
quali f
mi crederan-
Et perche la cofa fia mediante gli efemne rallegreranno che le fatiche mie habbino maggiormente a pj pili manifella, di dcfcrivere cio le mifure pringiovare , ho prefa quefta fatica cipali che fono nel huomo Et non le particulari folo di quefto voo di quel altro huomo ; ma per quanto mi itato poflibile concefTa in dono dalla natura glio porre quella efatta bellezza ,
no
&
Ec
quafi
con
a
certe
determinate
in
la
portioni
j
donata a molti
colui che
i
corpi
&
voglio
fare
metterla
ancora
fcritto
Immitando
de
1'
aprelTo
Crotoniati
,
ftatua
tutte
la
Dea
belle
diverfe
Vergini
rare
,
&
pi
pi
di
altre
pi
egli
eccellenti
in
&
pi
&c
honorate parti
di
bellezze
che
quelle
ip8
le
DELLA STATUA.
,
giovane vedelTe
&
io
le
In quefto
me-
da coloro che pi ianno , belhfTimi , da tutti ho cavate le loro mifurc & proportioni i de le quali havendo poi infeme fatto comparatione lafciati da parte gli eccefT de gli edremi , f alcuni ve ne fuflino che (uperafTino , o fufTmo fiiperati da gli altri ho prefe da diverfi corpi modelli quelle mediocrit , che mi fon parfe le Mifuratc adunque le lunghezze , pi lodate le le larghezze groflezze principali &C pi notabili , le ho trovate che fono cefi fatte Conciofa che le lunghezze de le membra fono quelle
fcelti
defimo
modo ho
tenuti
&
&
&
&
&
PIEDI
al
GRADI MINUTI
3
La maggior
altezza
,
fino
tal-
La
La
altezza di
fuori del
lone
altezza di dentro del tal-
lone
La
La
to fotto
fo
,
rilievo
dell' of^
il
che
fotto
ginoc-
La
altezza
fino
al
mufcolo
i
eh'
to di fuori
La La
&
2
natiche
all'
altezza fino
il
offo fot-
to
la
quale
fta
appiccata
natura
La La La La
La La
tura de la cofcia
altezza fino al bellico
3 3
cintura
fino
alle
pope
&
la
de lo
ftomaco
de
la
gola
fino al
altezza
nodo
mento
del
collo
La
altezza fino al
DELLA STATUA.
PIEDI
La La
La
altezza fino
altezza
all'
199
GRADI MINUTI.
5
orecchio
principio
lino al
in
de capegli
altezza
fronte
al
fino
la
dito
di
mezzo de
zoloni
mano
fpen-
La
tura di
detta
mano
pen-
dente
La La
pi alto de
Le larghezze che
fi
mifurano da
la
deftra alla
finift ra.
La maggior
de
4
larghezza nel cal-
La maggior
cagno La maggior larghezza in fra gli fporti de talloni Il ntiramento, o riftrignimento fopra
Il
i
2
2
talloni
ritiramento del
la
mezzo de
il
gamba
colo de
Il
la
gamba
fotto
la
ritiramento
fezza
dell*
grof-
offo
al
ginoc3
chio
deli'
4
co(cia
3
ritiramento
de
la
fopra
il
ginocchio
al
La maggior larghezza
zo de
la
mez5
fra
i
colcia
La maggior larghezza
mufcoli
dell'
appiccatura
fra a-
mendui
pie-
200
DELLA STATUA.
PIEDI
GRADI MINUTI.
piccatura de la cofcia
La
maggior DO
larghezza
nel
La
maggior larghezza
fpalle
fra le
La La La
larghezza
del
collo
le
larghezza fra
la
larghezza de la
guance palma de
150 04
i
mano
del braccio
diverfe
i
,
Le larghezze
&
le
loro m.oti
pur comunemente
nell*
fon
quefte
La La
appiccatura
de
la
mano
mulcolo
&C
gomito
La
02 03
l
mufcolo
fpalla
di fopra fotco la
040
dietro.
Le
da
le
La lunghezza che
groRo
al
dal dito
calcagno
La
angolo
il
del
calcagno
Il
o
fotto
ritiramento
del piede
collo
o
fotto
il
Il
ritiramento
muf-
colo
a,
mezzo de
la
gamo
ba
Dove
ba
il
efce pi in fuori
o
la
Dove
La
efce
pi
in
fuori
o
nella
maggior
cofcia
la
groflezza
p o
Da
le
mele
DELLA STATUA.
PIEDI
Dal
bellico alle
2<^
GRADI MINUTI
6
o ^
rem
Dove
noi
Da
le
le
^ o
rem
al
Dal gorgozule
collo
nodo
di
^
del
4
al
Da Da
La
la
fronte
dietro
al
buco
orecchio
appiccatura de
n
,
dell
mano
al
La
La
grofezza
del
braccio
il
mufcolo fotro
grofezza al
to r appiccatura
cio
^
iJ ^emle con-
pot facilmente
l"
IZ
,n
venientie
? propor ^'"^^J" *Me del corpo tutta la lunghe.xa che elle habbmo mfra
1
i
una per
-f.f^jt if*.
'
r
fi
che e j kkdebba
,
fa
o fieno d'ff^^^""
tale fcientia
'7
"ff V"^^/,<,
giudico che
potriano
raccontare
^utan.lo
&
fo quefta , la d.ligentia,
,,
le quali molte cofe j^j^fi ^erP'^-,^, o ftando egli ^ f^d^J^; varando ^^f, ,,. ;^^ parte^ Ma o la^ o q o vetfo quella altra O.ove d, ^h' opera
&
alla
accuratezza
lapere
.1
n-ero
de
cr;uaf re
de corp>
med,ante le '/^^ '^J"" ^ mezzo un cfmdro Pc^ cunftgalTeg.u a -^^^^ come f per avventura ^^ ^^^,.^ ^ =' 'J <^"= 1' quella Pae eh: , ritto, talmente ^i^ (l, a pane che ^da^^^^_^_^ qu^ da fp,ccata d,v,fa,
fulfe
X n^reparlemo ^"'^
&
le
-^f^rent.e
le
&
^^^_
^^ ^
r;ua,r?r"afa"d'elto';' fr^he
^!n. de lo altro
-n
tutto
.per
tto
fim.le
alla
ellendo 11 tut harebbe una forma medefima , cerch, . che fono q^tro. medefime Imee .
&
202
Simile
a
DELLA STATUA
quefto
il notamento o avvertimento, o feparamento de corpi che fi fono detti conciofia che il difegno di quella linea da la qual viene terminata la figura & con la
adunque ha da
,
e(Tere
quale
chio
,
fi
ha
da
a feparare quella fuperficie che ti fi apprefenta allo ocquella altra che allo occhio nafcofa , fi debba fare nel
fopradetto
r
in
modo
Il
quale
quel
difegno
invero
di
linee
fi
difegne-
, che fi ricerca al muro , rapprefenluogo una figura molto fimile ad una ombra che fuffe sbattuta in eHo da un lume che per avventura vi fufie interpofto , che la illuminale da quel medefimo punto della aria,
un muro
quel
in
modo
,
ter
in
&
nel
forte
in
quale
di
fi
ritrovava
,
divifione
quefto
modo
le
prima lo occhio del riguardante. Ma quefta o feparamento , & quella regola de lo avvertire cofe da difegnarfi, fi afpetta pi tofto al Pic-
che allo Scultore: <& di effe tratter altra volta. Oltra di quefto fi appartiene a chi vuol fare profertlone di quefta arte fapere principalmente , quanto ciafcun rilievo , o sfondo di qual voglia membro, fi fia lontano da una certa determinata poficura
tore,
di
linee
J?,o
^rfii^ BS.' f.
Vidh
Vai-^or7
Statua.
Vtdu V. Tlnltppus
Mana
Tofelli
Clertcus T{e.ulans
Tauli
t^
<r
'
r<
^fmea
Lardinalt
Joametto
Ovtltmt
To^.^f7-
T>'te
15.
Mali 1785.
IMT\IMATU\.
Fr.
Aloyfiu.
Maria
Officli
XomnU
'::--Gair~ cr
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