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THE ELMER BELT LIBRARY OF VINCIANA

A gift

California, to the Library of the University of

Los Angeles, from Elmer Beh, M.D., 1961

li3ia::y

1786

? vikciai\

FITTOHA / DI / LLOVASU a VIBOI / dato in luoe / ooa la Vita dII'l0tao autore / aorltta / da Bmtmtllm ]>tt Fraaa. / SI sono aMluati 1 tm libri dalla pittura, ad il Trattato / della Statua di UOK ALBERTI / eoa la TlU dei BMdeaiao / la Bolo#ia / lell* Inatltuto delle 8lasa. 1786. Con approvaci one. 37ai.jpp.xxiii-202; ili. Yera #11 Lieb #7

TBaXTAXO /

oummmU

JXLU

WmatA

Tma edltlon la apoo that of Parla 16^1. The flgurea an dlffenently groupedt 8 ricnraa aa oaa piate.
Thla 00 MT ooataioa 19 platea.

>

TRATTATO

DELLA PITTURA
D
I

LIONARDO DA VINCI
Nuovamente dato
in luce

CON LA VITA

DELL' ISTESSO

AUTORE

SCRITTA

DA RAFAELLE DU ERESNE.
Si fono aggiunti
delia
i

tre Libri della

Statua
con
la

di

Pittura, ed il Trattato Leon Battista Alberti

Vita del medefinK)*

r.. 1-a.flf

piAU-".-

N
Neir

BOLOGNA
)(

Inftituto delle Scienze.

178^.

)(

^^^ a^^ro^aMone

v^

, , , . , .

Ili

A'

r EDITORE CORTESI LEGGITORI


della Pittura dell' infigne

I, .L Trattato

Lionardo da Vinci fatto

imprimere in Parigi l'anno 1651. da Rafaello Trichet du Fregne con le Figure dilegnate dalle mani valenti di Pouflln , e d' rrard non oitante k molte edizioni dopo quella fatte , e le traduzioni pur anche ih varie lingue , eilndo diventato rariillmo e da molti perci richiedo , mi fono determinato di riprodurlo ^ e nella ileil torma della Architettura, Pittura, e Statua di Leon Battifta Alberti pochi anni (bno , da me rimandata alla luce , prolguendo cos la incominciata riftampa de' Libri pi rari, e pi vantaggoii che trattano delle tre nobiliflime Arti Architettura , Pittura , e Scultura Della utilit di queft' Opera non occorre far qui parola , efiendo conofciuta abbaftanza Che che ne dica il Bofl nel fuo Trattato di Profpettiva , il Libro e tutto Iparfb di moniti , e d' infegnamenti non pur giovevoli , ma necelTarj agli Studiofi dell' Arte della Pittura , Si conofce , vero , il dotto Autore non avere del Dilegno
, ,
.
.

lo in tutto perfezionato, eflndovi alcune cof ripetute, altre non dichiarate abbaftanza , come ne avverte anche

ed
il

fua Lettera al Bourdelot Medico di Svezia , alla quale dedic il Libro che qui vedrete ftampata ; ma non pertanto anche tal quale il Libro utili (lmo , e degno parto di s grande Maeltro In quefta riftampa ho (eguita in tutto la mentovata edizion di Parigi del kSj i. come la pi perfetta, e pi accreditata, e fpero non abbia a riufcir meno accetta della fuddetta di Leon Battifta Alberti . Gradite il buon animo che ho di giovarvi

du Frefne medefimo della Regina Criftina

nella

ed afpettatevi pure appreflb di veder profeguita la cominciata mia imprefa , poich altr' Opera ho pronta di grave Autore che non vi far meno cara di quefte che ho gi fatte pubbliche
.

a %

ALLA

ALLA SERENISSIMA E POTENTISSIMA

FRINCIFESSA CRISTINA
TER GRATIA DI DIO REGINA DE' SVEDESI, GOTI, E
Gran Duchejpi
di Finlandia
,

VANDALI

Duchejfa
Ingria

d"*

Eflonia, e Care Ha ^

Signora

d"*

c.

SERENISSIMA REGINA.

Edejl per lunga memoria FEdeft

delle

pi chiare
,

hiflorie
t't

ejfere

Jlata
cH'

fempre tenuta
kjfandro
,

in pregio

arte della pittura

ognun sa

A'

che per
y

grandeT^

d' anitno

di fotti

fu

il

Gujavo

hebbe in honore il grande Ape Ile , Nulla dir di Fabio , eh"* in quella citt dove i Re Ji tennero honorati del titolo di cittadino, per >' ejercitio di si nobile arte fo chiamato il Pittore , e ne lafVt il nome alla Jua Famiglia Ne per indurre la Maej Vqjra a foar Jima di queja virt credo che Jta necejfario di foirla ricordare cK Antonino Imperatore con quelle fnani che davano le leggi al mondo , con quelle ijlejf Jt dilettava di manegh"* giare alle volte i pennelli, tutti noto P amore e ella porta alle Lettere , ed a tutte le belle Arti, e P ammira il mondo come protettrice e pojpditrice ancora delle pi recondite Jcienz^ , e Jlupifce vedendo a tanti habiti virtuoji imito s folicemente V Imperio . Sperando dunque che queja Opera , la quale da me vien conJecrata c^Juoi meriti, e porta in Jr onte V augujo nome di V. M,
del foo Jecolo
.

VI
flit

per

effere

da

lei

gradita

ho Jupplicato
natione
,

il

Signor Bourdelot

dclitie de* letterati della nojira

e che

ha un particolar gu-

Jfo delle cojl: d^lla Pittura , di volerla prejentare alla Aiaej FoJlra , acciocch per la gentile:;;^ del donatore il dono acquji pi gratia apprejp) di lei , L* autore , che JcriJJe nel principio del J^ecolo patito , J'it favorito da Prencipi grandi , ft // Re Francefco

primo

che cotrH ella Jli

il

Kume

tutelare

de"*

Virtuoj

lo

volje

bench carico d^ anni , havere nella Jua Corte ^ e Ji sa ch^ egli gli mor in braccio . Avventurof Vecchio , ejpndo hoggid Jia fortuna di rivivere nelle mani d* una Ti ama ^ che per /' imperio di tancome te fiere e bellicof nationi fi pu chiamar la pi potente ,

per quello della virt la pi compita e gloriqfa FrencipeJJa dell'* Univetf , e che da quelli che parlano la lingua degli Dei Ji deve per non penetrare ad una voce chiamar Regina di Varnafo . pi oltre nelP ampio campo delle fue lodi y non ejfendo materia proportionata alla tenuit del mio file , vengo a fipplicar humil"

Ma

mie fatiche , havendo pep la riputatione di Lionardo da Vinci ^ e per P utilit pubblica, refituito ur^ Opera molto importante ^ la quale accompagnata dal fio chiaro nome , vincendo le tenebre delP obblto , ha da pafarc defno alla pi lontana poflerit , & io a refar felice , / ella gna di riceverla con benigna fonte , come io la dono e dedico con vivo affetto di cuore , efndo non m^no riverente delle fue grande:^ , che ammiratore delle fue glorie ,
m.ente la di gradire
le

Aia fa Vqjlra

DI VOSTRA

MAEST

Humlif/itfto

e de<V9tifj[mo Ser'vttote

Rafaelle Trichet du Fresne.

'

VII

Al Molte

Illujlye

ed Eccellevt't^mo Signore

IL

SIGNOR PIETRO BOURDELOT,

Primo Medico
tlltijre

della SerenifTima

Regina
^

di Svetia

Molto

tccellenttjftmo Jtgnore

padrone

mio
/

ojf."^.

opera merito di Lionardo da Vinci il che n' l'autore, come ancora la bellezza e curift con la quale { ftampato il libro, non fi potevano fregiare d'un nome pi gloriofo di quello della Tua gran Regina. Ho creduto ancora che f V. S. ecc."" mi preftafTe in quefta occafione le mani, pi gradita farebbe la mia oblatione. E mi fono facilmente perfUafb che pregandoprecetti in quefta
,

HO

creduto che

la

nobilt

dell' arte

della

quale

/piegano

&

la,
la

come
il

io faccio, ella
,

non mi negherebbe quefto


quanto per l'amore
lei

ufficio,

tanto per
cio

lunga noftra amicitia

eh* ella porta alla pit-

tura:

qual gufto nato in

&

in

me

in

un medefmo tempo,

quando andavamo con tanta accuratezza efaminando le bellezze dell* una e dell'altra Rma, crefcendo con la continua applicatione, diventato, principalmente in lei, femprc pi fino efquifito. Mi fotrattato di vari) manofcritti Pi no valuto nel far flampar quefto nobile per un buon numero di figure, che vi fono fchizzate dalla
.

&

dotta
telou,
nel
fe
,

mano
il

del fignor Poufti'n,

e ftato quello del figncr di Cian-

quale
eh' egli
la

i'

tempo
f

hebbe andato

dal
in

virtuofnimo
alla

cavaliere

del

Pozzo,
c-

Italia

conquifta
il

delle be'lc

per

gloria del

regno non

moriva

noftro

gran CaralTai

dinale, haverebbe portato


corretto,

Roma

a Parigi.
dalla

L'altro, eh' e

pi

mi

ftato

communicato

cortefia

del fignor

Tevc-

not, gentilhuomo d' ogni forte xli belle lettere e cognitioni adorno. Ma per 1' ignoranza o neglignza di ehi copia libri, o per qualfi-

pochi fi fono trovati i capitoli , ne' quali non vi fia ftato qualche intoppo, e principalmente in quelli dove entrava un poco di geometria, che per 1' aiTurdit delle figure reftavano quafi intelligibili. Spero di harer reftituito il tutto alla fua prima purit. Vi rcftano per molte cofe che paiono defiderare la
voglia
altra

occafionc

fono molte repliche inutili, molti ragionamenti troncati, e bench vi fia qualche orla dicitura in pi luoghi frcgolata, dine ne' capitoli , non per tale quale ( richiede in un' opedonde fi conchiude facilmente che Lionardo da Vinra perfetta
lima:
vi
:

ci

non

gli

diede mai
di

1'

ultima

mano

rabile, e di maravigliofa utilit, e


ecc.""

Nientedimeno ella confidevale fempre pi, come sa V. S.


.

un abbozzo

Michelagnolo che quattro ftatue

finite di

qual-

fivogha altro fcultorc mediocre. Havcndola dunque purgata quanto


fi

vili

fi

poteva, per maggiormente

illuftrarla

fi
.

fono

fatte

intagliare le

fi-

gure con quella diligentia eh' ella vede Il fignor Errard valentifTimo pittore, che per la profonda fcienza del difegno non fi pu paragonare / non con i pi eccellenti huomini de gli ultimi fecoli, e del quale potrebbe dire qualche filofofo che per quel vero gufto
ha delle cofe antiche, fulTe pafTat in lui 1' anima di qualeh' uno di quei primi maeftri, quello al quale fi devono il compimento e gli ornamenti dell' opera, havendovi aggiunto parecchi
eh' egli

figure,

fra le altre quelle che.

fi

vedono verfo

il

fine del libro,


le

dove
refto
fi

fi

ragiona del

modo

di

panneggiare e di veftir

figure
,

nel

fi

fervito di quelle idee e fchizzi del fignor PoufTin

che

fono trovati nel manofcritto del fignor di Ciantelou.

hiftoria di quefto trattato.

Ho

caro di efferne informata.


aggiunti
i

creduto che V. S. ecc."*' Per la conformit^ della materia


pittura
il

Tale Y haverebbe a
fi

fono

tre

libri

della

di

trattato della* ftatua dell' iftelfo,

Leon Battifta Alberti, & il quale non fi trovava pi, non


fola.
Il

clTendo mai flato ftampato fenon una volta


gi le vite dell'

Vafari

fcri(Te

perche egli ha tralafciato molte cofe degne di elTere oHervate, mi fono meflfo a farle di nuovo , aggiungendovi quello che la lettura de' libri , e qualche
e dell' altro autore
,

uno

ma

cognitione ch'io
gerito.

Ho

*cqiiWlato delle cofe d'Italia m'hanno (ugfcritto in lingua Italiana, perche iapendonc quanto ba,

mi ^no

Itava per edere intefo

mi pareva che

cofi lo richiedeflfc

l'

accomdi par-

pagnamento dell'opera. Se un'altra volta haver occafione


lar

Latino o Francefe, forf mi riufcir meglio, e potr pi felicemente fpiegarc i mici concetti. Intanto fupplico V. S. ecc.*"* di
elTere

volermi

protettore, e di porgere a miei

firritti

quell'aiuto che

non potrebbono peraventura dall' autore loro fperare , manifcftando la fovrabondanza del fiio amore nella moltitudine de miei dififetti. E le bacio mille volte le mani.

Vi

V.

S.

eccellerit'ijjma.

Sewltou

denjotij^mo

cordtalijjmo

Rafaellc Trichet

du Frefne.

)X

DI

VITA LIONARDO DA VINCI


Ti

E S C

\ITT A

DA RAFAELLE DU FRESNE-

SE

la nobilt del

fangue

eh'

una cofa immaginaria ,

fa

una

tal

diitintione fra gli

altri, chi

huomini, che gli uni innalza fopra gli colui che non ftimi che quella dell' animo, che

confifte in virt effettiva, e rifiede nella parte

che tragge Tua origine dal cielo , non fia per portar gli huomini dal pi infimo {tato fin' a i confini della divinit. Di quefta vera e pi rifplendente noonori pareggiare bilt ornato Lionardo da Vinci, pot in gloria

&

pi grand' huomini del (no fecolo


fua
s

fezza della

nafcita

vivere

innalzandofi fopra la bafpraticare , morire con i re e


,
,

&

immortaVal lit al fuo nome. Nacque egli nel cartello di Vinci, porto nel d'Arno di fotto, non rroppo lontano da Fiorenza e fu Tuo padre
prencipi grandi
e quel eh' a pochi conceOTo
lafciar
1'
,

Piero da Vinci.

Cortui accorgendofi del genio del figliuolo, che fra gli altri iuoi rtudii Tempre attendeva a difegnare, i rifolfe di aiutar quella fua naturale inclinatione e menatolo a Fiorenza deliber di porlo con Andrea Verrocchio pittore in quel tempo di qualche riputatione. Quello ammirando 1* ingegno del giovane, ne
,

le'

quel giuditio che poi

il

tempo dimortr verilhmo


|j

&

accettato-

lo per fuo difccpolo, tanto pi promife a fer Piero di

ammaertrarlo, quan-

a,,

VITA
fra
,

quanto che pafTava una eretta amicltia do per le Tue belle maniere , e coftumi
cure.
Egli
nella fcuola

di loro

che Lionardelle Tue

gli

parfe
folo

degno

d'Andrea, che

non

s'applicava alla

ancora fu fcultore , architetto, intagliatore, &i orefice, impar non folo 1' arte del dipingere , ma di pi tutte quelle altre dove il difegno interveniva. E fu tale il progrefTo eh' egli vi fece Del quaeh' in poco tempo fi lafci addietro il proprio maellro
pittura,
.

ma

le

fi

legge che dipingendo in

una tavola,
,

per
1'

frati

di

ValumbroGiovane
gli

{a. ,

che fono in

S.

Salvi

fuor di Fiorenza
,

hiftoria di S.

ni

che nelle mani teneva alcune vefti. Efegu egli con tanta maeftria quanto da Andrea gli fu commeflo, che di gran lunga trapafs il reftantc dell'opera, e giudic chiaramente ogn' uno che le altre parti del quadro erano molto in belangelo inferiori. Arrofs il Verrocchio , e vedendofi fuperato da un giovanetto Tuo allievo, fdegnato contra i fuoi pennelli , mai pi volfe adoprar colori , e difle per femore addio alla
lezza
all'

quando battezza Chrillo diede a colorire un angelo,

volfe

che

Lionardo T

aiutaffe,

pittura

Ufcito dalla fcuola Lionardo, governare f fteffo, fece in Fiorenza


,

&

cOfendo
quelle

gi

in

et

da poter

opere

che dal Vafari

vengono accennate cio per il r di Portogallo il cartone di Adamo e d* Eva quando peccarono nel paradifo terreftre , nel quale oltre le due figure vi dipinfe di chiaro ofcuro con incredibile patienza e diligenza gli alberi e le herbettc de* prati Fece ancora ad iftanza di Piero fuo padre per un fuo contadino da Vinci , fopra una rotella di fico, una tal c-mpofitionc di diverfi e ftrani anima,
.

lucci,
ti

come

ferpi

lacertole,

ramarri,

grilli

e locufte

che di tut-

bombile, eh' guiia, della tefta di Medufa rerideva immobile da flupore chiunque lo riguardava Ma giudicando il padre che quefta non era opera da mettere in mani di villano , vendutala a certi mercadanti fu poi comprata per 300. ducati dal duca di Milano. Fece in un quadro una Madonna rarilTima, e fra le altre cofe vi contrafece una caraffa piena d' acqua con alcuni fiori dentro , fopra la quale con admirabile artificio haveva imitato la rugiada dell' acqua il qua! quadro hebbe poi Papa Clemente fettimo. Fa ancora rnentione il Vafri d' un difegno fatto fopra un foglio per Antonio Segni fuo amiciffimo , nel quale con rara inventione, e con la fua ordinaria accuratezza figur un Netunno in mezzo al mare turbato col fuo carro tirato da eavalli marini & accompagnato di orche tritoni
infiepie
.
:

fene formava uno, tartto fpaventevole

&

altre cofe fantaftiche che gli parfero a propofito per

un

tal

{oggetto.

In quefto luogo offervaremo che bench il Vinci fapelle a tal fcgno in che cofa confiftelTe quella divina proportione eh* madre
della

DI
re

LIONARDO DA
piene
di

VINCI.
gratie

xi

della bellezza, che le Tue figure

infpiravano
nel

amo-

rifguardanti,

pigli

nondimeno

tanto

gufto

dipingere

che s'egli s* imbatteva in qualche villano alquanto fuor dell' ordinario dalTe un poche con vifo Itrano co nel ridicolo invaghito dalla bizzara dell' obbietto 1' haverebbe
cofe bizzarre
alterate,

&

&

feguitato

un giorno

intiero,

fin'

tanto eh' havendone una perfet-

ta idea ritornato a cafa

lo difegnava

come

lo

avefle

avuto

pre-

Et oflerva Paolo Lomazzo nel fefto della pittura cap. 32. che nel Tuo tempo Aurelio Lovino ne haveva cinquanta in un libro difegnati di fua mano. In qucfto genere dipinto quel quadro che fi vede qui a Parigi fra molti altri che fi confervano in
fentc.

una ftanza del palazzo reale delle Tuelleric fotto la guardia del fignorc le Maire pittore, come ogn' un sa, di non ordinario valore, nel quale fono dipinti due cavalieri in atto di togliere per forza a due altri una bandiera: il qual groppo faceva parte d* una opera
maggiore, cio del cartone ch'egli fece per
Fiorenza
dipinto
,

la

fiala

del

palazzo

di
lui

come

di fiotto

fi

dir

ma

per la

fiua

bellezza fu
incredibile

da
.

in

picciolo

volume con gufto

& &

amore

Qui

de cavalli, e la bizzarria de vcftimenti , fi vedono le infuriate , con aria tantefte de combattenti grinzute , infocate to ftraordinaria e ftravagante, e per dir cofi caricata, e da maficarone, eh' in un medefimo tempy deftano e paura e rifio nell' anioltre la furia

mo
gio

de' rifguardanti

..

Tornando
Vafari
di

alle

eh' egli

prime opere di Lionardo da Vinci, dice Giorcominci in un quadro a oglio una tefta di
inventione
,

Meduf
nella

ftravagante
principio

la

quale

rimafe
f

imperfetta.
de'

Diede ancora

a una

tavola
tefte

dell' adoratione
s

magi,
finita,

quale erano
egli

alcune bellilTime

ma non

mai

come
vendo
vace
,

foleva per lo pi intervenire a tutte le cofe fiue. un* infinit di belle cognitioni,

Perche havi-

&

efiendo di natura

ingegno , non fi tofto haveva cominciato una opera, che gli veniva in penfiero di metterne in efecutionc un' altra. Et oltre la profeflfione della pittura, che per quella tanto diligente maniera da lui abbracciata, poteva occuparlo tutto, attendeva alla fcultura, e modellava divinamente bene. Era intelligcntilTimo della geometria, e nella mecanica non cefiva mai
e

di fertiliflimo

di penfare

a nuovi

ordegni

fu

inventore di
pari di

diverfe

machine

Era buoniifimo architetto,

e fapeva al
.

nififun

altro la fcien-

Studi ancora le propriet delle za de' fpecchi , e la profpettiva herbe , e penetrando con 1' ingegno, fino nel cielo s' applic alli
ftudij

e fece molte oflervazioni circa il moto aftronomia delle ftellc. Nella mufica riufc admirabile , e fi tanto leggiadro nel cj^ntarc, e nel fonare, che fuper tutti i mufici del Tuo temp: b 2
dell'
,

.,

Xll

VITA
&
acciocch non
gli

mancafte virt alcuna, quell' iftefib furore infpiratogli da Apolline che lo fece pittore e mufco , lo fece ancora poeta. Ma eflendof perfe tutte le Tue compofitioni folo pervenuto fin a noi quello Tonetto morale

p:

Chi

non

pu

quel

che

'vuoi

quel

che

pu

'Doglia

Che quel che non fi pu folle Adunque faggio /' huomo da Che da quel che non pu fuo
Ter
eh' ogni

colere.

tenere.
<voler

toglta

diletto

nofro
,

doglia
'voler

Sta

in

fi

no

faper
pu

potere

Adunque

quel fol

che

(O

do'vere

Ne

fua fogUa fempre da 'voler quel che V huom puote Speffo par dolce quel che torna amaro.
trae
la

Ne

ragion

fuor

di

T tanfi
Adunque
tu,

gi

quel

eh' io

'volfi

poi

eh' id

hehhi

lettor,
'vuoi

di
effer

quefie

note.
,

Sa
Voglt

te

buono
quel

agi
tu

altri

caro

fempre

poter

che

debbi

Era etiandio
tre

diftratto in
,

pi diletti,
dcftrczza
di fu
gli
,

perche

gli

piacevano ol,

modo
meno

cavalli
agile

con

non

robufto

membri

maneggiava che di bella

&

effendo

prefenza

&
tore
gli

avvenente
infgne
.

amici,

&

penfieri

mi

con di chiunque

ogni fua attione , fchermidore armeggiaMa Ibpra tutto fi dilettava di converfarc fpeffo con era tanto manierofo nel trattare, e fpiegava i fuoi urbanit , che tirava a f gli anitanta gratia
in

&

&

1'

afcoltava

Tante
fparfero
il

rare

qualit,
di

&

un acquifto
tutta

fi

grande
Italia,

di

fcienze,

nome

Lionardo per

&

induiTero
,

e fu Lodovico Sforza, detto il Moro, che favoriva i virtuofi quafi con tutti liberale, a chiamarlo a Milano, aifegnandogli oLa prima cofa che fagni anno cinquencento feudi di fiipendio architetcefie quel prencipe fu di formare un' accademia per tura, nella quale egli introdufle Lionardo, il quale (cacciando le maniere Gotiche della prima fcuola , gi labilit nell' illelTa cit.

1'

cento anni avanti fotto Michelino, apr


alla

la

via di ridurre quell'

arte

fua

prima

&

antica

purit
1'

Fu

poi

impiegato dal me-

acque dell' Adda fino a Milano, e formar quel canale navigabile, volgarmente detto il navilio di Mortefana , con 1' aggiunta di pi di ducento miglia di fiume navigabile fin' alle valli di Chiavenna e Valtelina. JL' imprefa era diffcile importante, e degna del bell'ingegno di Lionardo
defirao

prencipe per condurre

&

per

DI
per
la
fi

LIONARDO DA
fi

VINCI.

xiii

ma
la

nobile concorrenza col navilio grande che ducento anni prifatto ne' tempi della repuhlica Milanefe dall' altra parte del,

Tefino per navigatione e per 1' irrigatione della campagna fino a Milala no. Ma iuper egli tutte le difficolt che s' incontrarono, e con moltiplicate cataratte o vogliam dire folkgni, fece con molcitt

col quale

derivano

le

acque

del

fiume

ta

facilit

fcurezza caminar le navi per


il

Non

contento

ingegner illuifralTe il con qualche opera fcgnalata


nel
refettorio de' padri

monti e valli. prencipe che Lionardo come architetto Tuo flato, volfe ancora eh' egli T ornarfe

&

di

pittura

Gli

ordin
delle

dunque
gratie

che

gere la Cena di fu con tanta maeflria cfeguito,

Lionardo che quella opera fu poi da tutti E veramente vi furono Ifimata per il miracolo della pittura con tanta pompa fpiegate tutte le finezze dell' arte, che tutti fcrivono, & comune voce, che ne in difegno , ne in efprefche da
.

Dominicani di S. Maria Chrifto con gli Apoftoli: il

dipin-

ne in diligenza, ne in colorito, fi mai vifto cofa fuperiore a quefla. Non fu ordinaria la gratia e la maeft eh' egli diede alle tefte de gli apofloli, e fpecialmente a quelle de due non Giacomi , fi che quando venne a finire quella di Chrifto
(ione,
,

potendo arrivare
la

un grado pi eminente
il

di bellezza,

difperato

lafci

pareva al priore del convento che troppo duraffe Y opera , Tpcffo con importunit Tene lament con Lionardo anzi port le fue querimonie lino alle orecchie del duca il quale ragionandone una volta con Lionar-

imperfetta ^ perche nel lavorar

quadro

refkva altro da fare che le due tefte di Chrifto E che non potendo immaginar Y inmanco fapeva come la pofinita bellezza del figliuolo di Dio, .tefTc efprimere con i pennelli Ma che quanto alla bruttezza di Giuda figliuolo dell* inferno, che lo teneva in penflero, non gli mancherebbe il ceffo che con una intodell* ingrato frate, modo ad amlerabile &C infoiente feccaggine s' era refo oltre

do

feppe

da

lui

che non e di Giuda.

biduc
re

importuno.
Riufciglr

maraviglia
eh' era

come

fcrive

il

Vafari

di

efprime-

quel

fopetto
il

entrato
.

chi tradiva

E maeftro per haverne fatto una copia grande in S. Barnaba di Milano haveva quell'opera fortemente impreffa nell'animo) ch'in cialcheduno fi vedeva 1' ammiratione , lo fpavento, la doglia, il fof1' in che tutti all' bopetto affetti amore e fimili pafTioni ra fi trovavano , e finalmente in Giuda il tradimento concetto
loro
, ,

ne gli apoftoli , di voler fapere racconta il Lomazzo , (il quale

&

acir

animo

con

un fembiante appunto

limile

ad

un

fcelerato

^.

Si

xiv
Si

VITA
i

che ben dimoftr Linardo quanto perfettamente intendeffe moti che 1' animo Tuoi cagionare ne corpi , eh' la parte la pi Era delicata, e per la fua difficolt meno praticata dell'arte. una tal' opera degna dell' immortalit , ma effendo dipinta a hogoglio fopra un muro humido , ftata d poca durata ,

&

gid

del
fi il

tutto

lano
grofia

che

arrichirne
,

Volfe Francefco primo quando fu a Miogni maniera per portarla in Francia, &C tentaffe Tuo regno , ma eHendo dipinta fopra una parete
guafta
.

alta

larga

da
egli
e'

trenta

piedi

riufc

vano

il
,

penfiero
e

E'
la
S.

per verifimile eh' ne far forf una

ne

facelTe
fi

far

qualche copie
nella

queld

hoggi
al

vede
a

parrochia

reale
fi

Germano,
in

inchiodata
chiefa

muro,
porta

man manca quando

en-

tra

detta

per

la

medefimo
ancora fua moglie
f

refettorio
di
,

ove
il

che rifguarda il mezzod. Nel Linardo dipinfe quel cenacolo , ritraf

naturale
tutti

duca
in

Lodovico
,

la

ducheffa Beatrice
figli

due

ginocchioni

con

avanti
il

&
me-

un Chrifto
defimo

in

croce
in

dall' altra

mano. Dipinfe ancora per

una tavola d' altare la nativit di Chrifto, la quale fu mandata all' imperatore. Fra le altre occupationj di Linardo, nel 'fuo foggiorno a Milano , fu importanti|Timo il fudio eh' egli fece intorno all' anatomia de gli liuomini , nel quale, efiendo aiutato da Marco Antonio della Torre, eh' in quel tempo leggeva e fcriveva di
duca
quefta
materia
in

Pavia,
di

egli

divenne
roffa, e

perfettifTimo

e
di

ne

fece

un

libro

difegnato

mattita

tratteggiato

penna,

rcf in mano "di Francefco Melzi fuo difcepolo. Difeche gn ancora per Gentile Borri , che profetava 1' arte dell' armi , della quale egli fteflo fi dilettava molto, un libro intiero di huomini combattenti a piedi ^ cavallo, nel quale fi vedevano di efpreffe le regole quella fcienza. E per la gloria accrefcimento dell'accademia fua Milanefe, e per 1' inftruttione de fcriffe gli accademici , molte cofe , e compofe pi opere in diverfe materie , che reftarono un gran tempo neglette , e quafi jncogrjite apprelTo de' Signori Melzi nella loro villa del Vavero, e poi fi funo diffipate e difperfe in qua 6c in l , com* la foriuna ordinaria de' libri Perche vi fu un tal Lelio Gavardi d' A fola prepoflo di Zeno di Pavia, ftretto Parente di AlS. do Manucci, eh' effendo {tato macftro d' humanit de' Signori Melzi , andando fpeffo in detta villa , ne cav tredici volumi, e gli port poi a Fiorenza, fperandone gran prezzo dal gran duca Ma mor intanto quel principe , e venne il Gavardi a Piia e trovandovi Gio. Ambrofio Mazzenta gentiluomo Milanefe

poi

&

&

&

eh' era

in

quel

tempo

allo

fudio,

gli

fece

fcrupolo

del

mal

acqui-

, ,

DI
acquiflato
tuill'e
i
,

LIONARDO DA
e
.

VINCI.

xv
refti-

fi

compunfe,
Signori

pregollo che tornando a Milano

libri
il

a'

maravigli
puntualit

ma nel rendergli fi Melzi Il che egli fece: fgnor Orario Melzi capo di quella famiglia della
uno
e
dell' altro
,

dell'
,

fece

dono

di detti
.

libri

al

fig.

I quali fache poi recarono in cafa de Mazzenti Gio: Ambrofo cendone troppo pompofa moftra, Pompeo Leoni, flatuaro del r di Spagna, fece conofcere al Melzi di quanto prezzo foller quei f ricuperandogli ftne faceofficii , libri, e gli promife honori ,

&

va un prcfente
al
S-

al

r Filippo.
fratello

Moffo da
di

tal

fperanza
Si.

il

Melzi vo'

Guido Mazzenta

Gio: Ambrofo
.

inginocchiato

pregollo di ridonarli quelle opere del Vinci


del collega, glie ne reftitu fette,
e
al
fei

Moffo

dalle preghiere

zenta,
fua

uno

u' quali

fu

donato
,

ne reflarono in cafa MazCardinale Borromeo per la

biblioteca

Ambrofana

OC

un

altro

ad Ambrofo
.

Figgini

Un terzo morenco lo lafci al fuo erede Ercole Bianchi e morendo il Signor ne hebbe Carlo Emanuele duca di Savoia Guido reftanti pervennero nelle mani del fopranominato Pomil quale peo Leoni che gli lafci a Cleodoro Calchi fuo erede Soleva Liogli vendette per 300. feudi al Signor Galeazzo Lonato applicare con forte attentione nardo quando voleva flofofare ,
che
,
, i

&

allo

Ifudio,

rtirarfi

in

detta

villa

del

Vavero

fi

sa

ch'egli vi
fotto
fi

dimor molti anni con Francefco Melzi fuo


metter
prigione
1'

difcepolo.

Di

indice de' fuoi


la

ferirti.

Dopo
in

caduta
,

del
e

Moro, che
nella
affai
1'

fu

l'anno
Loces
,

Francia
diffip

mor

torre di

1500. condotto per le guerre


belle

che fucccdettero,
arti
,

s'intepid

in

fi

poco a poco
eccellenti

Milano lo fludio delle accademia gi cominciata


,

nella

quale

erano

riufciti

nella

pittura

Frar-cefco

Cefare Sefto, Bernardo Lovino , Andrea Antonio Boltraffio, Paolo Lomazzo


,

Salaino,
altri

Melzi Marco Uggioni,

&

Milanef, tutti imita-

tori del Vinci,

opere loro vennero e vengono h ggid credute, ftimate, e vendute per fattura di Lionardo, e principalmente quelle del Serto e del Lovino, che pi fi accoa tal fegno che
fpc(To le

fopra tutti fi farebbe innalftarono alla maniera del maeffro zato il Lomazzo, f non rimaneva privo de gli occhi ne* pi verdi
.

Ma

anni dell' et fua

come

gli

era flato

predetto

da Girolamo Car-

dano: e non potendo con la mano, fi diede a trattar la pittura con r ingegno e cieco ne compofe quei libri che da i pi occhiuti fono ftimati eccellenti, ne' quali egli propone continuamente il Vinci per idea del vero e perfetto pittore. Nel tempo che Lodovico XII. r di Francia venne a Milano, che fu un anno avanti la prefa del Moro, effendo pregato il Vinci
,

da' principali della citt

d'

inventare qualche machina capricciofa e

ma-

XVI

VITA
con
fece
la

magnifica
prencipe
,

quale
lione
in
,

fi

potefle
tale fala
,

regalare
,

dilettare

quel gran
carnir

un

di

artificio
fi

che

dopo haver
al
,

nato

buon pezzo
il

una

Per erche tal ror di chi fcrilTe fotto Lomazzo lib. 2. cap. i. fi legge cofa fi fatta per Francefco I. il che non pu ciTere vero, perche Lionardo egli entr l'anno 15 15. in Milano, nel qual tempo era in Roma, come di fotto fi vedr. Le torbolenze di Lombardia , e gV infortuni) de gli Sforzi padroni di Lionardo , 1' obbligarono ad abbandonar Milano , e
aprendofi

petto,

fu vifto

efiere

ferm innanzi tutto pieno di

poi

gigli.

tornare
fu

Fiorenza

fua patria

La prima cofa

eh' egli

vi

fece

famofo cartone della Vergine col Chrifto e fanta Anna , con S. Giovanni , e haveva a fervire per 1' aitar maggire il quale fu vifitato in frotta da tutto il popodell' Aonuntiata, lo di Fiorenza. Quefto cartone fu poi da Lionardo iftelTo porquel
tato
in

Francia
poi
Lifa
di
fi

dove
fua

il

defiderava eh' egli


del

lo

colorifie

Fece

per

Francefco

Giocondo

il

ritratto

tanto

no-

minato
il

qual

vede

volgarmente chiamato la Gioconda, a Fontanable in compagnia di molti altri quamoglie,


Chriftianiffimo
l.
,

dri pretiofi del r

e fu gi

comprato per quattro


quattro anni a lalafci imperfetto, ha-

milla feudi da Francefco

Si dice eh' egli flette

vorar

quel
il

ritratto,

che

nondimeno

lo

guflo tanto delicato, e 1' ingegno s acuto e fottile, che per arrivar alla verit della natura, cercava Tempre eccellenza fopra eccellenza , e perfettione fopra perfettionc , e non appagandofi del

vendo

fatto
fi

ben poteva
c

che
fare
.

bello

andava con anfiet dietro a quel pi che Mentre egli dipinfe foleva havere attorno della
,

fignora

Lifa

gente

che

cantaiTe,

fonalTe

rideffe,

per tenerla

al-

legra,

per

lo

non cafcar nell'ordinario inconveniente de' ritratti, che E veramente in quefto fi pi danno nel malinconico
.

vede
fa

un gigno
divina
del

tanto piacevole

che ,
vedere
.

come

dice

il

Vafari
bello
,

coaltro

pi

che

humana

ancora

un
e
fi

medefimo Lionardo eh' a Fontanable BelliiTimo fu quello eifer d' una Marchefe di Mantova nevra di Amerigo Benci , fanciulla di famofa bellezza
ritratto
.

dice

della Giin

quei
vain

tempi. ghezza,
l^angi,

Ne
e

fi

deve
aria

tralafciar

la

Flora
divina:

dipinta
la

con
fi

mirabile

con

veramente
f

quale

conferva

&: in

mano
circa

di perfona privata.

Havendofi
renza
d' arte
jftoria

anno 1503.
fu
egli
,

ornare nel
tal

palazzo

di Fio-

la

fala

del

configio,

per

decreto
quale
colorito

pubblico

eletto

Lio-

nardo per
e

dipingerla.
di

Fece
e

per
nel

effetto

belle
:

confiderationi
gi
n'

un cartone pien era efprelTa una hila

del Piccinino

haveva

pi

gran parte a

DI
a ogilo,

LIONARDO DA
accortof

VINCI.

xvii

quando
ogni

che

per
,

diftaccvafi

cofa

dal

muro

&

imprimitura troppo groHa che le Tue fatiche erano va1'

abbandon l'opera. In quel tempo, che fu nel pontificato di Pio il terzo, come fi legge nel Vafari non del fecondo Rafaelle da Urbino, eh' era a pena giunto all' et di venti anni, e che di frefne,
,
,

co
quel

ufciva

dalla

fcuola
,

di

Pietro

Perugino
dalla

defidcrofo

di

veder

famofo
,

cartone

&
il

invaghito

Vinci

il

qual

paflava

fc{Tantc{mo

fama di Lionardo da anno della fua et ven,

che da tutti lo fece riverire per dio della pittura, dipartendoli da quel tempo in poi dalla maniera fecca e dura del Perugino , per padare alle morbidezze e tenerezze del Vinci Fu ancora fpcctatore il giovane Rafaelle, non fenza profitto, delle contefe che poi caufarono tanta inimicitia fra Lionardo e Michelagnolo Buonaroti che non pafava 29. anni, e con' ordine pubblico haveva fatto per un' altra facciata dell* iliefTa fala del configlio quel tandell' arte,
.

prima volta a Fiorenza. Stup alla vila e non hebbe mai pi potente stimolo che lo con prellezza arrivare a quella alta perfettionc
ne
la

delle
facclfe

fue

opere,
e

correre

guerra di Pifa, ripieno di varii nuVinci. Sino all'anno 1513. Liodi fatti in concorrenza co nardo flette fempre a Fiorenza , e vi dipinfe molte cofe Franlibro da lui fcritto delle bellezze di Fionel cefco Bocchi renza fa mentione d* un quadretto che nel Tuo tempo fi vedeto

nominato

cartone

della

'1

Matteo e Giovan Battifla Botti nel quale era con madonna fommo artificio e diligenza dipinta una co '1 Chrifto bambino bello a maraviglia, che con gratia fingolare alzava Dal Borghini per cola rara vicn mentovata una tefla la faccia in mano di San Giovanni Battifta eh* era di Camillo de gli
va
in

cafa

di

Albizi

Ma
mor
corfe

edendo
pittura

afTunto
e

al

pontificato
le

Leone X.
arti
fi

nel

quale
e
,

V a-

della

di

tutte

belle

cofa

ereditaria,

Lionardo
,

Roma

per

riverire

quel

prencipe

Mecenate
racconta

de' virtuofi
il

il

quale

havendogli

ordinata

una tavola

che fubito cominciafle con apparato grande a flillare oglii , e preparar la vernice , e che Leone informato di ci di* celTe, che non fi doveva fperar nulla da chi penfava al fine, innanzi di bavere esaminato il principio dell' opera. Narra ancora certe altre cofctte indegne della grandezza del genio del Vinci , le quali fi debbono tenere per fofpette , effendo fcritte da perfona partialifTima di Michelagnolo, il quale, come dicemVafari

mo,

profeflava

aperta
fi

inimicitia
di

con
Q

Lionardo,
la

&

con

finte

favolofe

burle

dilettava

fcemarne

riputatione.

Quell' odio

im-

XVlll

VITA
fommamcnte a Lionardo,
e vcdcndofi chiadal
r

implacabile difpiacquc

mato

che nel fuo foggiorno a Milano s era innamorato delle Tue opere, fi rifolfe, bench vecchio di pi d' abbracciare un partito cos honorato e gloriofo fettanta anni
Franccfco,
,

di

far

il

viaggio

di
il

Francia
gufto eh* ebbe
lui
il

Non
d'

Ri ordinario

vedendoci

pofTcflrore

un virtuofo tanto da
veduto
flato
,

{limato e bramato.
fu

bench
,

per

la

Tua

vecchiezza a pena potefTe pi lavorare,

ben
egli

&
e

accarezzato

dal

Ed

nondimeno Tempre eh' elTendo ogn' un sa


il

molti

mef

ammalato
egli
,

in

Fontanable,
riverenza

lo

venne
'1

a
to

vifitare
,

che
r

volcndofi
il

per
gli

drizzare
:

fu

let-

raccontare
cofa
il

fio

male
la

venne

un' accidente

per

la

qual

conofciuto
,

que anni eh' un bel morir tutta la vita honora. PaflFu belliffimo di corpo , come fi detto di fopra ta la giovent con una negligenza filofofica lafci crefcere i capelli e la barba , fi che pareva un Hermetc o un Druido antico. Non volfc mai o s" egli n ebbe alcuna, pigliar moglie, * come diceva un altro pittore , non fu altra che 1' arte , fgiivioli le opere fue. Ne fi deve credere che fi fieno accennate tutte, perche molte altre ne ha il gran Duca di Fiorenza, Neil' e mi ricordo di haverne vedute parecchie in Inghilterra idea del tempio della pittura di Paolo Lomazzo cap. 33. fi fa mentione d' una coneettione della Vergine dipinta per la chief Nella libreria Ambrofiana dell' iftcfdi S. Francefco di Milano
.

per aiutarlo , e foftenerlo , egli il favore gli fpir in braccio nell' et di fettantacinpi gloriofo di neffun' altro pittore , fc vro e affai
prefagli
tefta

&

fa citt

fi

confervano
a
Parigi

molti difegni e pitture di

quefto

autore

Palazzo Cardinale fi vede una Madonna di fua mano , la quale fiede in grembo a S. Anna , e tiene con le fue mani un Chrifto bambino che fcherza con una pecorella Vi un paefe bellilTimo ma la tefta della vergine

Qui

nel

rcftata

imperfetta
di
efquifita

Il

Cardinale
Il

di
S.

Richelieu
nel

havcva una Hedeferto,


figura

rodiade
intiera
,

bellezza.

Giovanni

Fontanable , un altro quadro di una Madonna, col Chrifto S. Giovanni un angelo di mirabil bellezza, pofti in un paeie, fono cofe da eflTcre offervate. Nel ftudio del Signor Marchefe di Sourdis a Parigi vi un' altra Maeh'

&

&

donna
Il

di

riputationc
fcgretario del
,

Signor di Ciarmois
di
1'

Marefcial

di

Schomberg,
infieme
di
la

gentilhuomo
curiofita
e

rare

qualit

il

quale
nel

accoppiando

intelligenza

fa

una

confiderabile

raccolta

bei

quadri,

ne

ha

uno

del Vinci,

quale con

due

mezze

figure
fi

. ,

DI
fi

LIONARDO DA
giovine e
bel
:

VINCI.
.

xix

Giufeppc che fuggendo volta le fpalle alla bella ma dishonefta moglie d Putifar Il tutto di1* pinto con amore e diligenza grande efprefTione mirabile pudor dell' uno e la lafcivia dell' altra paiono ne' due viil pi prefto cofe vere che finte. Appreffo il medefmo fgnofi un Chrifto bambino al re una madonna con Tanta Anna , quale fan Michele porge una bilancia, e fan Giovanni che fcher un quadro di eftrema bellezza Ma za con una pecorella retroppo farebbe il voler regiftrare tutte le pitture del Vinci fa che dopo le opere del pennello, fi ragioni di quelle della penna Soleva il Vinci fcriverc alla mancina, fecondo 1' ufo de gli Ebrei, nella qual maniera erano fcritti quei tredici volumi de* quali habbiamo gi fatto mcntione , eflendo il carattere buono , fi leggeva aflai facilmente mediante uno fpecchio grande
il

rapprcfenta

&

&

&

E'

probabile
cofi

eh* egli
i

facefie

quefto,
di
,

accioche

tutti

non

Icggefle-

To

facilmente
del

fuoi

fcritti

L* imprefa
fcrivcre

navilio

Mortefana
pefo
di

gli

diede
delle
e

occafione

di

un
gran

libro

della

natura
diiegni
dell'

moto

no

di

numero
il

di

varie rote

acque , - piemachine per mo-

acque, e levarle in alto. del corpo humano , come fi gi Scrifle dell' anatomia detto, la quale opera era ornata di varii difegni fatti con itudio e diligenza grande, e ne fa egli ftcflb mentione nel capilini,

regolar

corfo

tolo 22. di
Il

quefto
dell'

trattato

della

pittura.

libro

anatomia

de' cavalli

mentovato
flato
egli

dal

Vafiiri,

dal

Borghini,
,

dal

Lomazzo.
,

Efl*endo

eccellente nel
il

plafticargli

nel

dipingergli

come ne

fa

fede
,

quattro

cavalieri

combattenti
fufle

fopra

accennato

quadro de' non vi e dubbio

che

r opera

non

di

ftraordinaria

bellezza

&

utilit

Nel capitolo 8i. & ilo. di quefto trattato vien citato da Forf divifa in pi libri. lui una fua opera della profpettiva, che in quella era infegnato il modo di tirare le figure maggiori

del

naturale,

lodato

dal

Lomazzo

nell'

idea,

cap.

4-

Nel capitolo 112. & 123. promette di fare un libro de* movimenti del corpo , e delle fuc parti foggetto anatomico , e che non mai ftato toccato da alcuno Promette ancora nel capitolo 26%. un trattato della pon:

deratione

corpo 11 libro dell' ombre e de' lumi fi ritrova oggi nella libreria Ambrofiana di Milano, in folio, coperto di velluto rodo, 6c quello che, come fi detto di fopra, fu dato dal fignor Guido Mazzenta al Cardinale Borromeo Tratta egli quella madel
.

overo libratione

ceria

XX
tcrla

VITA
da
in

DI

LIONARDO DA
da
Fi

VINCI.
,

filofofo

da matematico e
trattato

pittore

e
in

ne

fa

menpar-

tionc
te
la

quefto
,

cap.

278.
Tue

miracolofo
fagacit
gli

quella

della pittura

luce

imitando col colore , che

con
le

tanta

effetti

opere
che
del

havevan
contiene

pi

che fa del natuprecetti

rale

che del fnto Refta il trattato


arte,
il

della

pittura
i

varii

di

quella

&C

infeme
d'

modi

difegno
e
gli

del

colorire.

Racconta
renza
faria
,

Vafari
fece

un certo
quella
fubito

pittore

Milanefe
,

paflTando
dille

Fio-

gli

vedere

opera
la

arrivato

Roma
,

fu

da

colui efeguito

e quello
fi

eh'

quando farebbe ftampare: ma ci non a Roma non fi fatto , hora


che
in

dopo un
col
reltituita

fecolo
di

intiero
varij

mette
,

efccutionc
corrotti

a
e

Parigi
guaiti

,
,

dove
fi

confronto

manofcritti

tutti

da

me

un' opera

per
bre
e

merito dell' autore derla ancora pi familiare


il

che per V eccellenza de' precetti , e degna dell' immortalit. E per renalla

noftra natione,
di

il

fignor di
del

Ciam-

gentilhuomo
(

intelligentiffimo

tutte

le
)

parti

difegno

che

come dicemmo
alla
n'

del
fi

gran

Leone X.
di

per
forte

inftinto

come di

munJcato
fludio
,

Tua
fatto

famiglia

diletta

ogni

di
,

virt

ha

una
,

verfone

in

lingua

Francefc
efquifita

che
felice

vale
di-

un ccmmcntario
1

intiero
il

efTendovi con

una

genza cfpreiTo

fenfo dell' autore*

PER

XXI

PER
della

NON LASCIAR QUESTE CARTE VOTE ED


,

inutili

fi

fatto
e

il

fcguente indice de

gli

altri

libri

che trattano

pittura
le

del

difegno

come ancora
le

di

quelli

dove fono

delcritte

vite de' pittori

opere loro.

T~

/ Alberto
corpi

"Durer pittore
Ithrt

geometra chtartjjmo

della Jmmetria

de

-^^
nella

biwjani,

quattro^

)uo<vamente tradotti

dalla

Iwgua Latina
del quine Jcultort

Italiana
,

da

M.

Gio. Taolo Gallucct

Salodiano

\^ accrefcmti
t

to libro

nel

quale fi tratta

con

quat modi pojfano

pittori

mo-

jlrare la dfverjttk della natura de gli


Joni che fentono per
piati.
ti
It

huomini
li

donne,
,

e con

quali le paf-

din)erji accidenti che


I

occorrono

bora di no<vo Jlani'


ita-

In Venetia

5$>4. fol.

quattro

libri di

Alberto Durer fono


,

pi volte flampati in lingua Latina, Tedefca


lufli

Francefe
,

&
,

Italiana.

Ammani

Tigurini enchtndion artn ptngendt

jingendt

t^

fcul'

pendi. Franco/urti

1578.
libri

4.

Trattato dell' arte della pittura di Gi.


tore fica
,

Taolo Lomaz.x.o Mtlanefe pite

dinjifo

in fette

ne quali fi contiene tutta la theortca


1 5

la prat-

di

ejfa

pittura

In Milano

8 4.

4.

Idea del tempio della pittura di Gio. Taolo Lomaz.-z,o


quale egli dtfcorre
trattato
dell' arte
dell' origine

pittore,

nella

fondamento
In Milano
gli

delle

cofe

contenute

nel fuo

della pittura.
delle

1590. 4.
antichi
autori Greci e Latini,

Della forma
tore

Mufe cacata da
,

opera utiltffma a pittori e fcultori


.

dt

Gio.

Taolo Loma'ZjZ.i Mtlanefe pit-

In Milano
//

1 5

4,

ripofo
,

dt

Raffaello 'Borghini
e

in

cui
,

della pittura
e

della

fcultura
opere
loro
.

fi favella
fi

de pi illufn pittori
e
le

fcultori

delle pi

famofe
s

fa mentione ,
1

cofe 8.

principali

appartenenti a dette arti

mfegnano

In Ftorenz.a

584.
dt

Difcorfo di Aleffandro

Lamo

intorno alla fcoltura e

pittura do<ve ra-

giona della

<vita
.

M.
.

'Bernardino

Campo
di
i

pittore

Cremonefe.

In

Cremona

i54-

4-

De'

njeri

precetti

della

pittura

M.

Gio. Battigia

Armenim da Faene

za
re

libri

tre

ne' quali

fi dimofrano
4.

modi del difegnare ,

del

dipinge-

{S'.

In

%a'venna
dialogi
di

1587.

Due
de
tigiani
y

M.
de
le
i

Gio<vanni Andrea Gilio

da Fabriano a

nel

primo
cor-

quali fi ragiona
e

partt morali e ct^nli appartenenti

letterati

utile

che

prencipt canjano
circa
,

da
,

letterati

nel fecondo fi ragio-

na de
pra
to
il

gli

errori

de' pittori

V
(^

htflorie

con molte annotationi fatte fo,

giuditio

di

Michelangelo
,

altre figure

tanto della (vecchia quanle

della
.

nonja capella

tS

in

che modo 'vogliono ejfer dipinte

facre tma-

gtni

In Camerino
//

I5<^4-

4-

Pigino,

o'vero

delfine della pittura,

dialogo

del

rever.

Tadre D'
Gre-

,,

xxu
Gregorio ConiMmHt cMHontco regolare Luteruyienfe
y

ove

qu'tJ'tdiiAndnJt

ne della pittura Jia


nel Chrijianejmo
diletti^
il
,

'

utile

o<vero

il

diletto

Jt

tratta

dell

ufo
,

di
e

Jquella

el

e Jt o<vero

mojlra
il

qual jia

imitator pi perfetto

che pi

pittore

poeta.

In Mantorva
,

Trattato della nobilt della pittura


nerabil

159^compojo ad
Sepolcro
,

4*
ujlantia
pittori

della
di
1 5

we-

compagnia di

S.

Luca
citta

nohtV accademia
"Borgo
tS"

delli
.

']\oma

da %omano Alberti
caro

della
,

del
,

S.

In T^oma

8 5

4.

L' idea de pittori


,

fcultori

architetti

del canjalier Federico

Zuc-

dfvifa in due libri.


Origine
e

In Torino
'

1607.

fol.
de' pittori
,

progreffo
,

dell

academia del difegno ,


molti

fcultori
e

CJ'

architettori

di

l^ma

donje fi contengono
alle

utiltj^mt

difcorji

Jlofojict

raggtonnmenti

appartenenti

fuddette
^

profefpont,
,

tn particolare

ad

alcune no've definitiom del difegno


(S'
te

della pittura

fcultura tS" architettura


1

al
il

modo d' incaminar


reggimento

gionjaniy e perfettionar
Ca^valiere

prouetti

recitati fote

dell' eccellente Jtg.

Federigo

Zuccari,

raccolti

da 'Romano Alberti

fecretario

dell'

academia.
Varchi
,

In Ta^via
nella
;
,

160^. 4.
delle

"Due lei.ioni di chiara un fonetto di

M. M.

"Benedetto

prima

quali fi di-

Mtchelagnolo "Buonaroti
la pittura

nella feconda fi difputa

quale Jia pi nobile arte la fcultura

con
,

una

lettera

'

ejfo

Mtchelagnolo
fopr adetta.

pi altri eccellentifs, fittori e fcultori

fopra

la

qutjlione

In

Ftoren^ct

1549. 4.
de fculptura
,

Tomponii Gnurtci NeapoUtani


montiojli
libri

liber.

Ite*

Ludo<vici
tS'

Ve-

de ^veterum fculptura
.

colatura

gemmarum

fculptura
.

pi&ura

duo

Item Abrakami

Gorlai

Antuerpiani

daHyliotheca

Amjlerodami

160^. 4

Francifci
1^374-

lunii

F,

F.

de

piSura

'veterum

libri

tres

AmJleUdami
qui
eji

Antonii

Toffe'vini Societatis lefu

liber

de

poe/t

tS'
f'^^-

pi^ura,

decimus feptimus

bibliotheca felef^.

Venetiis
'

1603.

Trattati della pittura fondato nell autorit di molti eccellenti tn que-

jia

profefJonCy

fatto

a comune

beneficio

de' mirtuofi

da fra D.

Francefc

%fagwo

cavaliere di

Malta. In
partito
de' colori

Venetia

1(^42.

8:
,

'Difegno del

Doni
y

in
^

pi ragionamenti
^

ne quali fi tratta delcon molte


cofe

la fc altura e pittura

de' getti

de'

modegli,
8.
del

ap-

partenenti a quej' arti,

KS'c

In Venetia
e

1549.
di

Della nobilffma pittura ,

della
,

fua arte ,
opera

modo

della

dottri,

na di

confegutrla

age<volmente e prejo

Michel

Angelo Biondo

tfc. In Vwegia

1549.
di Tietro

8.

Difcorfo intorno al difegno


petti'va pratica

Hampato

con

lo

inganno de g
fol.

occhi

pi'of-

Accolti^

In Firenze

\6iy

&

Scntimcns Tur la diftin<fl:ion des manieres de peinturc , defTcin graveure des originaux copies , par A. Bolle Graveur cn
,

&

&

tailie

douce.

Paris

16^^.

12.

Le

XXIU

Le
le

nj'ite

de pi eccellenti
^3"

pittori
,

fcultori

^
,

architetti

di

Giorgi

Vafart pittore
tre

architetto
,

Aretino

con una tntroduttione nel principio al,

arti
4.

del
3.

di/egno
njol.

cio

architettura

pittura
4.
3.

/coltura

In Ftorenz.a

15<58.

in

"Bologna

l^"].
,

Le
del

<vite

de" pittori

^
di

W.
di

architetti

dal

pontijjcato

Gregorio

XIII.

1572.

in^no attempi

papa Urbano
4.
<vite

ottano

nel

1^4 2.

fcrttte

da

Gio.

'taglione

Romano.
00^

In

%oma 16 ^2.
^

Le maraviglie deW
e
dello
^

arte

ouero
le

le

de

gV
i

illujlri

pittori
,

Veneti

flato

fono raccolte
delle

opere tnjtgni ,
^

cojiumt
e

Z5'

ritratti

loro

con

la

narratione

hijorie

delle

favole,

delle

moralit da

quelli te

dipinte^ defcritte dal cavalier Carlo l^dolf.


,

In Venetia

1^48. parde
la

prima

parte feconda

Vita di Michelagnolo Buonarroti raccolta


T^lpa

per Afcanio Condivi

Tranfone

In

%oma
ton

5 5 3

4.

"Breve compendio della vita del famofo


fvalliere
e

Titiano Vecellio di Cadore ca^

pittore

arbore

della

fua

vera

confanguinit

In Venetia

1622.
Il

4.

Junerale d' Agojin Caraccio fatto in Bologna fua patria da g


.

In-

caminatt accademici del difegno

In "Bologna

itfoj.

4.
,

Le
fritte da

bellei.'z.e
^

di

Fiorenoca
i

dove a pieno di pittura


artifi'z^it

di fcultura

dt

facri tempii

di palaz,%i,

pi aobili
.

e pi prex,iofi fi contengono,
1 5

M.

Francefco Bocchi

In Fiorenz,a

Eccellem,a della fiatua del fan Giorgio di "Donatello fcultore Fiorentino^


co

poja atlla faccia di fuori d'

Orfan Michele, fritta da M.


,

Francefdi

"Bocchi,

dove fi tratta del


,

fiume , della vivacttk


8.

della hellez.%.a

detta

fatua

In Fioreni^a

1584.

architetto Aretino fo'Xagionament't del fig. Giorgio Vafari pittore pra le tnventtont da lut dipinte tn Ftrent,e nel palax.ijo dt loro alte'Zj'z.e fereniffime
,

con

lo

illufrijf

tS^

eccellentijf.

Jtgnor don Francefco

Medici

allo-

ra prencipe di

Firen'z.e,
.

tnfieme

con la inventione della pittura

da

lui

co-

minciata nella cupola

I4 Firenz.e

1588.

4.
i

Libro della pittura, nel quale fi fpiegano quell arte , infeme on le vite de pittori Italiani
'

fondamenti

e la pratica di
e

Fiamenghi , fritto
.

Ram1

pato in lingua Fiamenga da Carlo Vanmander

pittore

In Amflerdam

6"

lata

Henrico Teacham nella fua opera fritta in lingua Inglefe, (^ Il perfetto gentilhuomo , impiega la met del libro a ragionare
.

intito-

della

pittura

In Londra

(!^

4.

4.

La

maniera di preparar

ogni forte di colori


.

libro

frtto
8.

lingua

Todefca da Valentino Bolgen da 'Kufach


Tietro

In Francofort
nel

1)62.

Maria
,

Canepario

da

Crema

fuo

libro

Latino intitolato
.

"De atramentis

dichiara le maniere di far ogni forte di colori

In Venetia

161^.

4.

, ,

DELLA PITTURA
V
I

TRATTATO

LIONARDO DA
!^ello che de^e prima imparare
il

VINCI.
.

gionjae

C A P.

I.

giovane deve prima imparare profpettiva , per le mifurc d' ogni cofa poi di mano in mano imparare da buon maeftro per aHuefarf a buone membra: poi dal naturale, per confermarfi la ragione delle cofe imparate poi vedere un tempo 1' opere

IL

di
i

mano
operare

di
le

diverfi

maeftri

per

far

habito

di

mettere in pratica

cofe imparate

^ale Budio

deue

ejfere

ne giovani

GAP.

IL
nelle
cfferc
fino

Lo
circa
il

ftudio de' giovani


di

li

quali

defderano di far proftto


,

fcienze imitatrici

tutte

le

figure dell' opere di natura


dall'
.

deve

difegno accompagnato
figure fono collocate

ombre

lumi

convenienti al

dove

tali

final regola fi deve dare

a putti pittori.

GAP. IIL
.

Noi conofciamo chiaramente che la vifta delle veloci operationi che fiano & in un punto vede infinite forme nientedimeno non comprende f non una cofi per volta. Poniamo caio: Tu let,

tore guardi in

occhiata tutta quelfa carta

fcritta

fubito

giudicherai

quella efier piena di

vane

lettere

ma non
:

conofcerai in quel

tempo

che
rola

lettere

fiano
,

parola
f

ne che vogliano dire onde ti bifbgna fare paverfo per verfo voler haver notitia d' effe lettere
,

Ancora
a

vorrai

montare

all'

altezza

d'

un

edificio

converratti falirc

grado grado, altrimenti fia impolibile pervenire alla fiia altezza. E coli dico te che la natura ti volge a quelt' arte Se vuoi haver vera notitia delle forme delle cofe comincierai dalle particole di quelle e non andare alla f prima non hai bene nella feconda
.

memoria e via il tempo


,

nella pratica la
,

prima

farai

altrimenti
.

getterai

o veramente allungherai affai lo ffudio che impari prima la diligenza che la preflezza

ti

ricordo
Nott-

TRATTATO DELLA PITTUP.A


Noti'z.ia

del
gli

giocane difpo^o alla pittura

C A P.
&C

V.
al
li
=

Molti fono

huomini
,

eh'

hanno
fia

defderio

amore
,

dife-

gno

ma non

difpofitione
,

quello

conofciuto ne' putti


le

quali

Tono fenza diligenza

ne mai finifcono con ombre

lor cofe

Trecetto al, pittore

C A Pnon fa
,

V-

Non
fola
,

laudabile
un'

il

pittore che
,

bene
,

Te

non una cola


,

ignudo , tefta particolari , imperoche non cofa , e quella Tempre melTa


I>t

come

panni
fi

in

o animali o (mili o paef grolTo ingegno , che voltatofi ad una opera , non la faccia bene

che

modo

denje

il

gioqja^e procedere nel fuo Jludto

GAP. V L

deve del continuo trafmutarc in tanti difcorfi quante fono le figure de g' obbietti notabili che dinanzi g* apparifcono, quelle fermare il pafib, e notarle, e far fopra elTc regole , confiderando il luogo , le circollanze , i lumi <3>C ombre
del
pittore
C\

La mente

&

J)el

modo

di Judiare

GAP. VIL
feguita la

Studia prima
{cienza.
Il

la fcienza

e poi

pratica naca

da
le

cffa

pittore
alla
,

non

fi

metta
g'

deve ftudiare con regola , e non memoria , e vedere che differenza


e le loro giunture

lafciar cofa

che

fra

mem-

bra de

animali

^'vnjertimento al pittore.

GAP. VI IL
e fblitario
,

Il

pittore

deve
e

efTere

univerfiile
,

e confiderare

ci

eleggendo le parti pi eccellenti facendo fimilitudine delle fpecie di qualunque cofa che egli vede dello fpecchio , il quale (\ trafmuta in tanti colori quanti fon quelli delle cofe che f gli pongono dinanzi e facendo cofi lui , parr ^flere feconda natura,

che

elfo

vede

parlar con feco

Trecetto del pittore uni^erfale

C A P.
f

X.

Quello non fia univerfal che cofe che fi contengono nella pittura
paefi
,

non ama

come
,

egualmente tutte ad uno piacciono


,

\t
li
il

cffo ftima di
,

effere tale

di

femplice

inveftigazione

come
(blo

diiTe

noftro Botticello

che

ftudio era vano

perche
,

col

gettare

una fpunga piena

di diverfi colori

un muro

elTa

lafciava in

detto

muro

DI
muro una macchia
,

LIONARDO DA
dove
fi
,

VINCI.
.

Egli ben vero che vedeva un pacfc 1' huomo vuol cercare in quelvarie inventioni di ci che il vedono diverfi animali , battaglie , fcogli , mari d' huomini la , cio telle nuvoli, boichi, e fmil col, e t come il fuono delle campane, il che te pare Coli , ancoquale fi pub intendere che dica quello ra che elTe macchie ti diano inventionc , elTc non t' infegnano finir
,
.

alcun particolare

e quefto tal pittore fece triftifiimi paefi

Come

il

pittore

dc'v ejfere

un'verfale

C A P.
,

X.

Tu,
giudizi)
,

pittore,
farai

il

quale vuoi efTcre univerfalc

e piacere a divcrfi
di
le

un medefimo componimento che vi fiano cofe grand' ofcurit , e di gran dolcezza d' ombre , facendo per note caufc di tal ombre e dolcezza
in
Precetto al pittore.

CAP. XL
,

poco acquifia quando l' opera fupcra il giuditio dell'operatore, cfio operante poco acquifta, e quan^ do il giuditio fiipera l'opera, c(Ta opera mai non finifcc di migliorare , f r avaritia non l' impedifce

Quel

pittore che

non dubita

Trecettq com^ fopra

CAP.
la

XIIcol
ritrar

Il

pittore
,

deve prima affuefar


e
fatta detta aluefarfi

mano
,

difegnl

buoni maeftri deve cettore


,

alTuefattione
col
ritrar
fi

col giuditio del fuo predi


rilievo

poi

cof

buone

con

quelle regole che del ritrar rihevo

dir

Precetto dello fcbii.'z.ar hiforie e figure

CAP. XIII.
il

L'

abbozzar
finito
.

troppo
quali

pronto Sta con attentione folamente


dell'

hifloric

fia

&

membrificar non
d' elfe

fia

fiti
.

membra ,

le

poi a

beli'

agio

piacendoti

potrai finire

Del

corregger

gt

errori,

che tu fcuopri

CAP. XIV.
,

Ricordo
trui

avvifo

che quando per tuo giuditio fcuopri alcun errore nell'opere tue, che tu
te
,

pittore

o per

al-

le

ricorreg-

ga, accioche nel publicar tal' opere tu non publichi inficmc con quelle la materia tua. Et non ti fcufare da te medefimo, perfuadentoti di reftaurare la tua infamia nella fucccdente tua opera, perche la pittura non muore mediante la fua cieatione;, come fa )a,
,

Hiufi-

, ,

TRATTATO DELLA PITTURA


, ,

mufca , ma lungo tempo dura & il tempo dar tc(Hmonianza dell' ignoranza tua. E f tu ti fcuferai d'havere a combattere con la necefFit e di non haver tempo a fudiare , farti vero pittore , non
perche fblo lo fludio della virt Quanti fono li flofbf che fono nati pafto dell' e del corpo ricchi , e perche non l' impediflero le ricchezze , le hanno lafciate
incolpare
f

non anima

te

medefmo
,

Pel giudto.

GAP. XV,
eh
il

Nuna cofa

che

pi

e'

inganni

noftro

giuditio

in

lentenza alle noftre operationi , e pi ti varranno i biafmi de' ci , che de g' amici le fentenze , perche g' amici fono una medeflma cofa con teco , e coli ti polTono col tuo giuditio ingannare
..

dar ni mi-

Modo

dt

dejar

Y uigegno a

<varie

tt'ventwnt

GAP. XVL

Non
li

refter
,

di

fpeculatione

la

mettere in quefte precetti una nuova invcntionc quale , bench paia piccola , e quaf degna di rilb
deftar
l'

ingegno varie inventioni e quefto Se riguarderai in alcuni muri imbrattati , o pietre di vapotrai qviivi vedere l' inventione e fmilitudine di diverl rij mifchi
di

nondimeno
,

grand' utilit

paef

diverfe
,

battaglie

atti

pronti di figure
j

forane

arie
1'

di volti

&
i

habiti

e infinite altre cofe

perche nelle cofe confufe

ingegno

defta a

nuove inventioni
iy}Jm

'Dello Jndiare
t

quando tu
allo fcuro
.

ti

dej't

prma

che tu

addomi em'i

GAP. XVH.
utilit
,

Ancora ho provato
allo fcuro nel letto
fuperfciali
,

efTere

di

non poca

quando

ti

trovi

andar con l' imaginativa ripetendo li lineamenti delle forme per l' addietro Ifudiate , o altre cofe notabili
fpeculatione
:

di

fottile

&c

queflo

modo

fi

confermano

le

cofe

compref nella m.emoria.


Che
Jt denje

prima imparar la ddigeni^a che la prefa pratica

GAP. XVIIL
Quando
re di
fare

vorrai far

buono

&

utile ftudio

ufa

nel tuo difegna-

adagio , e giudicare infra i lumi , quali e quanti tengono il primo grado di chiarezza i e coli infra 1' ombre quali fiano quelle che fono pi fcure che l' altre , in che modo fi mefcolano in* {ieme , e la qualit , e paragonare 1' una con 1' altra , &: i lineamenti a che parte s' indrizzano , e nelle linee quanta parte deve ef,

&

fere

DI
ibe
dente
per
,

LIONARDO DA
per
1'

VINCI.
,

1'

uno

altro
,

verfo
Ck
in

dove

cofi

larga

iettile

lumi lano uniti fenza tratti o fegni , rai fatto r ufo e la mano a quella diligenza tica preilo che tu non tea' avvederai
,

ultimo a ulb di fumo


,

o pi o meno eviche le tue ombre e


:

quando bala

ti

verr fatta

pra-

Come

il

pittore

(ie^i/ ejjer

<vngo d' udtr

il

giudttto

d' og;i

uno

GAP. XIX,
mentre eh' ei difegna o dipinge il giuditio di ciaituno perche noi conofciamo che haur notitia delle forme dell' huor huomo , bench non fa pittore r^9 egli e gobbo Te ha gamba grolTa o gran mano s' egli zoppo , o ha altri mancamenti E le noi conofciamo g' huomini poter giudicare 1' opere della natura , quanto maggiormente potranno
ricufare
il

Certamente non deve


,

pittore

5.'

giudicare

noflri

errori

Che t huomo non Jt

derue fida?

tanto

di f

che non 'vegga dal

naturale

GAP. XX.

Quello che fi d ad intendere di poter rifcrbare in f tutti g* effetti della natura, s'inganna, perche la memoria noftra non di tanta capacit per ogni cofa vedrai dal naturale
:

Velie 'variet delle figure


pittore
f

CAP, XXI.
univerfale
,

Il

deve
fa

cercare

d' effere

perche

gli

manca

una cofa bene, e l'altra male: come molti che Iblo fludiano nell' ignudo mifurato , e proportionato , e non ricercano la fua variet , perche pu elTere un huomo proportionato Ck effer grolTo , e corto e longo e fottile e chi di quee mediocre lla variet non tien conto fa fcmpre le flie figure in {lampa , il
aflai

dignit,

che merita gran riprenfione


DeUeJfere
Faci! coHi e
ti
all'

uninjerfale

CAP. XXIL
farfl

huomo

che

sa

univerfale

impe roche
,

tut-

gl'animali
,

terreihi
,

Jiervi

&
,

olTi

hanno fmilitudine di membra, cio mufcoli, f non m lunghezza overo in nulla fi variano
,

groflczza

come

far

dimoftrato

nell'
,

anatomia

De

gli
il

animali
pittore

d' ac-

qua

che fono di

molta variet

non perfuadcr

che vi

faccia regola.

TRATTATO DELLA PITTURA


T)t Quelli che
tifarlo

la pratica fenica la diligen'z.a

onjero Jctenz.a

GAP. XXIIL
innamorano della pratica fenza la diligenza overo fono corne i nocchieri eh' entrano in mare per dir meglio fcienza fopra nave fenza timone o buffola , che mai non ha,nno certezza doSempre la pratica deve eflere edificata fopra la buona ve fi vadino
Quelli che
,

teorica

della quale la profpettiva

guida

porta

e fenza quella

niente

fi

fa bene
7)el non

cofi

di pittura

come

in

ogn

altra profefTionc

imitare f un

altrQ pittore

C A P. XXIV,
,

pernon deve rnai imitare la maniera d' un altro perche eflendo le che far detto nipote e non figlio della natura cofe naturali m tanto larga abbondanza , pi torto fi deve ricorrere ad efla natura , che alh maeftri , che da quella hanno imparato
pittore
5,

Un

!Pel r tirar

dal naturalt

GAP. XXV,
,

Quando

hai ritrarre

dal

naturale

lontano

tre

volte

la

grandezza della cofa che tu ritrai, e farai, che quando tu ritrai, o che tu guardi per tutto il che tu muovi alcun principio di linea corpo che tu ritrai , qualunque co/a fi fcontra per la dnttura della
,

principale

linea

A'wert'tmento al pittore

GAP. XXVI.
infra
i]
1'

Nota bene
infenfibili
d'

nel tuo ritrarre


,

come

ombre

fono

ombre
,

ofcurit e di figura

e quefto

prova per

la terza

che

dice

che
,

le

fuperfitie globulente
le

rezza

quante fono
.

fono di tante varie ofcurit e chia^ variet dell' ofcurit e chiarezze che gli ftannQ

per obbietto
Cor/ie

de^ce

ejfere

alto

il

lume

da

rttrar

dal

naturale

GAP. XXVII.
Il

lume da
il

ritrarre
:

di naturale vuol* enfere


,

tramontana
finellre

accio

non
nate
tione

faccia
,

mutatione
fole

e f lo fai mez,zo d

tieni

accioche
.

illuminando tutto

il

giorno

non

faccia
,

impanmutala

L' altezza
faccia

del

lume deve

effere

in

modo
terra
,

fituato

che ogni
fua

corpo
altezza

tanto

lunga

f ombra,

fua

per

quanto

$ua^

, .

DI
Slualt

LIONARDO DA
GAP. XXVIII.

VINCI.
le

7
de corpi

lumi Jt denjono ele^^eve fer ritrar

figure

Le

figure di

qualunque corpo
fon cinte
>

fi

conftnngono
:

pigliar quel lufingi


,

me
in

nel quale tu fingi eflere efie figure

cio f tu
di

tali

figure
vi
eC-

campagna
il

elle

di
il

^ran
fole

fbmmlt

lume
,

non
fuc

fendo
di

fole

fcoperto
,

&

Ce

vede dette figure,


e

fiiranno

molto ofcure
efpediti
,

rifpetto alle parti alluminate


le

ombre faranno ombre


le
,

termini

cofi

primitive
de'

come
,

le

derivative
tal

tali

ombre faranno poco compagne


r azzurro
affai
fi

lumi

perche da

Iato
s

dell' aria

tinge di f quella parte eh' ella vede

allumina e quefto

manifefa nelle
,

cofe

bianche: e quella parte eh' alluminata


del
il

dal fole
drai

fi

dimoflra partecipare

colore
fole
fi

del

fole

molto
il

fpeditamente
,

quando
efl^i
,

cala

all'

quello veoccidente , infra i


,

roffori

de' nuvoli

fi

che

nuvoli
loro

tingono

del

colore

che
,

allu-

mina
vede

qual roffore de' nuvoli

infieme col roffore del fole


:

fa rof-

feggare ci che piglia


elfo

lume da
:

e la parte de' corpi


>

che non

vede tai corpi giudica che fieno di due colori e da queflo tu non puoi fuggire che moflrato la caufa di tali ombre e lumi, tu non le facci participanti delle predette caufe , f non 1' operation tua vana e falfa E f la tua figura in cafa ofcura e tu la vegga di fuora quef:a ombre sfumate flando tu per la linea del lume , tal figura havr e quella tal figura havr gratia , e far honore al fuo imitatore , per gran rilievo , e 1' ombre dolci e sfumofe , e maflTime in efler lei di quella parte dove manco vedi f ofcurit deU' habitatione , imperoche quivi fono 1' ombre quafi infenfibili , e la cagione far detta al fuo
roffore
,

refta

del color dell* aria

chi

1'

luogo
J)elle qualit del

lume per ritrar

rilienji

naturali ,

finti

GAP. XXIX.
Il

lume
,

tagliato

dall'

ombre con troppa evidenza fbmmamentale

te

biafimato

onde per fuggir


,

incoveniente

farai

li
,

corpi in

campagna aperta
alcuna
infra
1'

farai le

figure
,

non alluminate

dal
,

fole

ma

fingi

quantit

di

obbietto

&

il

non faranno

efpediti

o nuvoli tranfparenti efiTere interpofiti fole, onde non effendo la figura dal fole efpedita, termini dell'ombre con quelle de lumi.
nebbia
i
.

Del ntrar gt ignudi

GAP. XXX.
che fempre
,

Quando
e poi
finifci

ritrarrai

g'

ignudi

fa

li

ritragghi interi

quel

membro

che

ti

par migliore

e quello

con

1'

altre

membra

metti in pratica,

altrimenti fareft ufo di appiccar

mai bene
le

,,

8
le

TRATATTO DELLA PITTURA


infieme
fa
il
:

membra
,

non

ufar

mai
la

far

la
;

tefta volta e
f la

dove
l

il

petalla

to

ne

il

braccio andare
,

come
infuori
,

gamba
fa

tefta

volta

fpalla deflra

le

Tue parti pi balte del

lato

fniftro
la le

che

dell' al-

tro

&
,

fai

lniftro

le

che voltandofi parti del lato deftro fieno pi alte che


petto
di
rilievo fnto
o

tefta

fu

'1

lato

finiftre

Del

ritrarre

del

naturale

GAP. X X
in

L
tale

Colui che ritrac di che r occhio della figura

rilievo

fi

deve acconciare
al

modo

ritratta

fia

pari di colui che ritrae

Modo

di

ritrarre

un

/ito

corretto.

GAP. XXXIL
foglio di
,

Habbl un vetro grande come un mezzo


e quello ferma
,

carta reale

cio tra gV occhi e bene dinanzi g' occhi tuoi quella cola che tu vuoi ritrarre e poi ti poni lontano con l' occhio e ferma la tefta con un inftrual detto vetro due terzi di braccio , Di poi ferra e mento in modo che non la polTi muovere punto cuopriti un occhio, e col pennello, o con il lapis, fegna su'l vetro quello che di l appare, e poi lucida con la carta tal vetro, e fpolverizzandola fopra una carta buona , dipingela , f ti piace , ufando
,
.

bene di poi

la

profpettiva aerea

Come
Li pacfi
alluminati
,

Jt

denjono ritrar

li

paej.

GAP. XXXIIL
che
g'

fi

debbon

ritrarre
:

in

modo

alberi

fiano
il

mezzi
fole

ma meglio mezzi ombrati mezzo occupato da nuvoli , che all' hora g'
e

farli

quando
s'

alberi

alluminano dal
della
elle

lume

univerfle

del

cielo

dall'

ombra
parti
,

univerlle

terra

quefti fon tanto pi ofcuri

nelle

lor

quanto

parti

fono

pi vicine

alla

terra.

Del

ritrarre al

lume dt candela

GAP. XXXIV.
il

qucfto

lume

di

notte

fia

interpofto

telaro

o carta lucida,

o fenza lucidarla,
e vedrai le tue

ma

folo

un

interfoglio di carta fottile cancellarefca

ombre non terminate


jt

In

che

modo

dehha
,

ritrarr
.

un

'volto

<

dargli gratta

ombra

lumi

GAP. XXXV.
e di

GrandilTima grtia
quelli

d'

ombre

lumi

s'

ag^iugne

alli

vifi

di

che feggono nella parte di quelle habitazioni che fono ofcure, che

DI
che
g*

LIONARDO DA
la

VINCI.
tal
,

^
vifo cC-

occhi del riguardante vedono


dall'

parte ombrofa di

ombre della predetta habitatione e vedono alla parte illuminata del medelmo vifo aggiunto la chiarezza che vi d lo fplendorc dell'aria: per la quale aumentatione d' ombre e di luombre quafi mi il vifo ha gran rilievo e nella parte alluminata infenfibili; e di quefta rapprefentatione e aumentatione d' ombre e
fere ofcurata
,

1'

di lumi

il

vifo acquifta aliai

di

bellezza.

J)d lume

(ioi'f

fi ritrae

V mcarnaone dell'i GAP. XXXVI.

'vol

Ignudi.

Qucfta habitationc vuol' efTerc fcopcrta all' aria , con le pareti di colore mcarnato e li ritratti fi faccino di ftate , quando li nuvoli cuoprono il fole: o veramente farai le pareti meridionali tant*
,

alte

che

li li

raggi del
fiioi

acciocch

raggi

non percuotine le pareti riflefT non guaftino X ombre


fole

fettcntrionali

Del

rttrar figure per

hifiorle

GAP. XXXVI L

nella parete , la quale ha vuole collocare le Tue figure da hirtoriare altezza del fito dove e flar tanto con e ci che lui ritrae di naturale a detto propofito r occhio pi baffo che la cofa che egli ritrae , quanto detta cofa fia mciTa in opera pi alta che l' occhio del riguardante , altnmentc
il

Sempre

pittore

deve

confiderarc

1*

r opera

fiaa

far reprobabile

Ter rhrar un ignudo dal naturale ,

altro

GAP. XXXVIII.
pendente,
per

Ufa
vedere
li

di tenere in

mano un
cofe

filo

con un piombo

fcontri

delle

Mtfiire

comparttmentt della fiatua

GAP. XXXIX.
ciafcun grado dividi in
i.
i

Dividi
punti
1
,

la

tcfta

in

dodici
in
I2.

gradi,

I2.

punto minimi in femiminimi.


e ciafcun

minuti,

minuti

in

minimi, i

Co3e

il

pittore

fi de<ve

acconciar

al

lume

col

fiio

riltenja

GAP.
,

XL

A. B. {Fig. I.) fia la fineftra M. fia il punto del lume, dico che in qualunque parte il pittore fi flia, che egli ftar bene, pur che r occhio Itia infra la parte ombrofii e la luminofa del corpq che B

IP

TRATTATO DELLA PITTURA


ritrac:
il

che
la

fi

qual luogo troverai ponendoti


il

intra

il

punto M. e

divisone che fa l'ombra dal lume fopra


T)ella qualit del lume.

corpo

ritratto.

GAP. XLL
far

Il

lume grande
le

e alto, e

render

particole de'

non troppo potente, corpi molto grate


fi
rcenje

quello che

T>ell*

inganno

che

nel

gtuditto

delle

memhrt^,

GAP.
Quel
rc,
e
cof

XLIL
{mili nelle Tue
Te
il

pittore che havr goffe


g'

interverr in
.

mani , le far qualunque membro,


pittore
,

opq-

lungo

ftudio

non

glielo vieta

Per ogni
flia

ha pi brutta nella
riparo

perfona

guardare quella parte che e a quella con ogni ftudio far buoq

deve

Che fi

de<ve fi^per

intrinfeca

forma

dell'

huomo.

GAR

XLIIL
muf-

Quel
coli,

pittore che havr cognitione della natura de' nervi,

e lacerti, fapr bene, nel


,

muover un membro, quanti


mufcolo fgonfando

e quali

nervi ne lano cagione


fcortare elfo nervo
,

e qual

cagione di far

corde convertite in fottililTime cartilagini ravolgono, e circondano detto mufcolo: e non far come molti, che in diverfi atti Tempre fanno dimoftrare quelle medefme cofe in brac-^
e quali

eia, fchiene, petti,

&

altri

mufcoh

l)el difetto

del pittore.

GAP. XLIV,

GrandifTimo dififetto del pittore ritrarre overo replicare li medefimi moti, e medefme pieghe di panni in una medefma hil;oria, e far fomigliar tutte le teff e 1' una con 1' altra
'Precetto

perche

il

pittore

non

inganni nelV elettione della figura

in

che

fk
la

hahito.

GAP. XLV.
fopra
la

Deve
naturale
di
,

il

pittore

far

fua figura

regola d'

un corpo
i

il

quale

queflo

far

comunemente fa di proportione laudabile miflu"are f medefmo & vedere in che parte


,

oltre
la

fua

perfona varia

e fatta da quella antedetta laudabile quella notitia deve riparare con tutto il fuo ftudio , di non incorrere , ne medefmi mancamenti nelle figure da lui operate , che nella perfona fua ritrova: e con queffo vitio ti bifogna fommamente pui
affai
,
:

o poco

gna.

DI
gnarc
ditio
:

LIONARDO DA

VINCI.
nato

n
infeme col giu-

conciofiach' egli

mancamento,

eh'

maeftra del tuo corpo e quello del tuo proprio giuditio, e che volentieri ella fi diletta nell' opere fimili quele di qui nafce , che le , che elTa oper nel comporre il tuo corpo non fi brutta figura di femmina, che non trovi qualche amante, f
perche
1'

anima

gi

non

fulTe

monilruof

in

tutto

quello

habbi

avvertimento

gran di (Timo.
Dtjfetto de pittori che ritraggono

poi la mettono in

una cofa di rilienjo in cafa a un lume XLVI. campagna a un altro lume.

GAP.

Grand' errore di quei


rilievo

pittori

li

quali ritraggono
,

un lume
ritratto

particolare

nelle

loro cafe

pera
tal'

tal

un lume

univerfle
le

dell'aria
parti
delle

una cofa di poi mettono in oin campagna, dove


vedute a un meeflere
,

aria abbraccia

&

allumina tutte
coftui
vi
,

defimo modoi

e cofi

fa

ombre ofcurc, dove non pu


di tanta chiarezza
eh' ella

ombra

&

cettibile:

pure ella e eofi fanno li


f

imper-

riflefli,

dove

impoiTibilc quelli elTer veduti.

Velia pittura^

[u

di'vijone.

GAP. XLVII.
,

Dividefi la pittura in due part principali


figura
ticole
i ,

delle quali la

prima

cio la

linea
,

la

feconda

che diftinguc la figura de" corpi , e loro par il colore contenuto da efli termini

Figura

fua
fi

diijijlone

C AP, X LV III.
,

La

figura de* corpi

divide in due altre parti


,

cio proportio-

nalit delle parti infra di

loro

le

quah

fiano corrifpondenti al tutto

&
fi

movimento appropriato move.


il

all'

accidente mentale della cofa viva che

Trop9rttone

di

membra

GAP. X L I X.
divide
in

La proportione
cqualit, e

delle

membra

fi

due

altre parti

cio

moto. Equalit s'intende, oltre alle mifiire corrifpondenti al tutto , che non mefcoli le membra de giovani con quelle de' vecchi ne quelle de' graffi con quelle de magri, ne le membra leggiadre con le inette e pigre: & oltre di quefto che non facci alli mafchi membra femminili in modo che attitudini overo movimenti de' vecchi non fiano fatti con quella mcdcfima vivacit che quelli de' giovani, ne quelli d'una femmina come quelli d'un mafchio: facendo che li movimenti e membri d' un gagliardo fiano tali , che in
,

1'

effe

membra

dimoftrino effa valetudine.

Vell't

12
T^elli

TRATTATO DELLA PITTURA


monjimen
j

delle

operaom

<varie

CAP.

L.

de g* huomini habbino atto proprio alla loro opcratione in modo che vedendoli tu intenda quello che per loro fi penli quali faran bene imparati da chi imiter li moti de fa dice mutoli, li quali parlano con i movimenti delle mani, de gl'occhi,

Le

figure

delle ciglia, e di tutta la perfona,


dell'

nel
,

volere efprimere

il

concetto

perche io ti ponga un precettore lenza lingua , il quale ti habbia ad infe^nar quell' arte che che tutti g' coli non sa fare j perche meglio t' infegner con tatti

animo loro

Ne

ti

ridere di

me

con parole. Dunque tu, pittore, dell'una e dell'altra fetta, tendi, fecondo che accade, alla quaht di quelh che parlano, la natura della cofa che fi parla.
altri

atal-

&

Che

fi de'von ftiggtre

term'wt fpeditl

CAP. L L
non

Non
prio
fili

fare

li

termuii delle tue figure d' altro colore che del procio che
facci pro-

campo, con che effe figure terminano, ofcuri mfra il campo e la tua figura.
Che
nelle
co

psciole non fi <vedo

gV

errori ,

come

nelle

grandi,

CAP. LIL

Nelle cofe di picciola forma non fi pu comprendere la qualit che f quefta codel tuo errore come dalle grandi i e la ragione o d' altro animale , le fa picciola fia fatta a fimilitudine d' un huomo fue parti per l' immenfa diminutione non ponno eflcr ricercate con onde non efquel debito fine del f.io operatore che fi converrebbe
,

fendo finita, non puoi comprendere li fuoi errori. Riguarderai per cfempio da lontano un huomo per fpatio di 300. braccia, e con diligenza giudicherai f quello bello, o brutto, s' egli monftruoTedrai che con fommo tuo sforzo non fo, o di commune qualit ti potrai perfuadere a dar tal giuditio i e la ragione , che per la fopra detta diflanza queft' huomo diminuifce tanto , che non fi pu
i

comprendere
nutione
dell'

la qualit

delle parti

huomo
alza

fopra

detto

vuoi veder ben detta dimiponti un dito preffo all' occhio un


f

palmo,

e tanto

&

mit termini fotto la incredibile diminutione

abbafia detto dito, che la fua fiiperiore eftrcfigura che tu riguardi , e vedrai apparire un*
e

per quelfo

fpelTe

volte

fi

dubita la for-

ma

dell'

amico da lontano

Cerche

DI
Tercbe Li pittura

LIONARDO DA
}on

VINCI.
,

13
cofe
}iatnrali

pu

})jai

parere fpicccita

come

le

GAP.
Li
pittori

LUI.
in

ipcfle volte

cadono

difperatione del

loro

imitare

il

naturale, vedendo
cit,

le lor pitture

non

liaver quel rilievo,

e quella viva-

che hanno le cofe vedute nello fpecchio , (^/frf.iif'?. 3 si.) allegando loro haver colon che di gran lunpa per chiarezza e per ofcunt avanza^ no la qualit de' lumi &; ombre della cofa veduta nello fpecchio i accu-

lando

in

quello cafo
.

la

loro

ignoranza,

non

la

ragione,

perche

conoicono Impoflibile che la cofa dipinta appanlca di tal rilievo, che il adornigli alle cofe dello fpecchio, bench 1' una e Y
la

non

altra iia

in

fua fuperHcie, (alvo

fia

veduta {blo con un occhio

due occhi che vedono una cola, dopo l'altra, come A. B. {Fig. 2.) che vedono N. la M. non pu occupare interamente N. perche la bafe delle linee vifuali s larga che vede il corpo fecondo dopo il primo. Ma f chiudi un occhio, come S. il corpo F. occuper R. perche la linea vifuale nafce da un fol punto, e fa bafe nel primo corpo, onde il fecondo di pari grandezza non fia mai veduto.
la ragione
:

queRa

Ter che

capitoli delle

figure

una fapra

GAP.
Qucfto
le

V LIV.

altra

cofa

da fuggire.

univerfal' ufo

il

quale

fi

fa per

li

pittori nelle faccic del-

ragionevolmente biafimato , imperochc cdiHtij , poi alzano fanno l un' iftoria in un piano col fuo paefe un altro grado, e fanno un hiftoria , e variano il punto dal primo, in modo che una facciata fi vede fiuta la quarta e poi la terza
capelle
,

molto da

effere

&

&

con quattro punti la quale fomma ftoltitia di fimili maeftri Noi (appiamo che il punto porto all' occhio del riguardatore dell' hiftocome ho da fare la vita d' un fanto comria e f tu volelTi dire partita in molte hil^orie in una medefima faccia.? A quefto ti rifpondo, che tu debba porre il primo piano col punto all' altezza dell*
,
. : :

occhio de' riguardanti d' effa hil^oria, e nel detto piano figura la prima hiiloria grande e poi di mano in mano diminuendo le figure farai tutto il fornimento e cafmcnti in su diverfi colli e pianure
,
,

d' effa

hiftoria

Il

refto

della

faccia

nella

fua

altezza

farai

alberi

grandi a comparatione delle figure,

dcir hifforia
ten'

o angeli, f fullero a propofito ovcro uccelli, o nuvoli, o limili cofe: altrimenti non
,

impacciare

che ogni tua opera far

fiilfa.

^a

14

TRATTATO DELLA PITTURA


^lual pittura jt de^e libare in far parer
le

co f

pi fpiccate

GAP.
Le
no pi
figure alluminate dal
rilievo
,

LV.
particolare fono quelle che moftra-

lume

perche il gure dalli figura che

che quelle che fono alluminate dal lume univerfale lume particolare, fa i lumi riflenfi, li quali fpiccano le filoro campi , le quali rifleffioni nafcono dalli lumi di una
rifalta

ncU'

ombra
figura

di

quella che

gli

ft

d' avanti

l'

allu-

mina
f

in

parte.
e

Ma

la

polia

dinanzi

al

lume

particolare

in

luogo grande

non

la

ofcuro non riceve rifleffo, e di quefta non fi vede e quefta fblo da effere uHita nell' imiparte alluminata
:

tationi della

notte

con picciol lume particolare


,
.

fimi

'

pi di dtfcorfo C5* uttUtci

/;

il

lume

C5*

ombre de corpi

loro

Uyieamenti

GAP. LV L

ingegno che L termini delli corpi (no di maggior difcorfo i lumi , per caufa che li lineamenti de i membri , che r ombre non fono piegabili , fono immutabili , e Tempre fono quei medcfimi

&

&

ma

li

fiti j

qualit

e quantit dell'

ombre fono

infiniti

Memoria

che Jt

fa dalV
li

autore.

GAP. LVIL
quali le corde
,

che mediante diverfi movimenti di ciafcun membro fi fcuoprono , o fi nafcondono , o non fanno ne l' uno ne \ altro e ricordati che quefta tale che fanno proattionc importantiftima apprefto de' pittori e fcultori
Deferivi quali fiano

mufcoli

feifione de" mufcoli.

Il

fimile farai

d'un
per

fanciullo, dalla fua nativit


tutti
li

infino al

tempo

della

fiia

decrepit,

gradi
e

dell' et
,

fija,

&

in tutti

defcriverai le mutationi delle

membra

giunture

quali

ingraftano

o dimagrano.
Trecetti di pittura.

GAP.

LVIII.
g' atti

Sempre
fatti

il

pittore deve cercar la prontitudine ne


all'

naturali

da

g'
,

huomini
e
di

improvifo
far

nati

da potente effe^tione de*


,

loro
fiioi

affetti

quelli

brevi ricordi ne' fuoi libretti

e poi a

propofiti adoperarli, col fare ftare

un huomo

in quel

medefimo
in tal

atto, per veder la qualit


fi

&

afpetti delle

membra che

atto

adoprano.

Come

. ,

DI
Come
la pittura

LIONARDO DA
ejfer

VINCI.
.

ij

de-je

n)!ja

da una fola fiueflra

GAP. L I X.
,

La

pittura deve efler

vifta
fatti
.

da una

(bla fineftra

come appare
una

per cagione de' corpi coli


palla rotonda,
ti

tu vuoi fare in un' altezza

biiogna farla lunga imilitudine d'un uovo, e ftar tanto in dietro eh' ella fcorciando apparifca tonda

Veir ombre.
L'

GAP. LX.
diffcult
,

ombre

le

quali

tu difcerni con

&

loro termini

non puoi conofcere, anzi con confufb giuditio le pigli > e trasferirci nella tua opera, non le farai finite, o veramente terminate, fi che
la

tua opera

fia

d'

ingegnofa rifblutionc
putti

Coftje fi dehhono figurare

GAP. L X
con
atti

I.

Li

putti

piccioli

{{

debhon
dar
ritti
,

figurare

pronti

e
.

ftorti

quando feggono ,
Come

e nello

con
secchi

atti

timidi e paurofi

dehhono fgurar

GAP. L X 1
lenti

1.

Li vecchi devono

elTer

fatti

con pigri e
declinati
diftefe

movimenti,
i
,

le

gambe

piegate con
1'

le

ginocchia, quando ftanno fermi,


,

piedi pari,
tefta

e diftanti

un

dall' altro

fiano

in

baffo

la

inanzi

chinata, e

le

braccia

non troppo

Come

fi dehhono fgurar

le

secchie

GAP. L X I II.
e pronte
,

Le vecchie

fi

devon

figurar ardite

con rabbiofi mo-

vimenti, a guifa di furie infernali, pronti nelle braccia e tefta che nelle
,

&

movimenti devono parer pi

gambe
.

Come

fi dehhono

fgurar

le

donne

GAP. L X I V.
vergognofi, le
tefte

Le donne
fieme
rifirette,

fi

devono

figurar

con

atti

gambe

in-

le

braccia raccolte

infieme,

bafle

piegate in

traverfo

Come

fi de've fgurar una notte

GAP. L X V,

Quella cofa che priva interamente di luce, e tutta tenebre:

euendo

la

notte in fimile

conditione

tu

vi

vogli

figurar' un' hi-

che effendovi un gran fuoco, quella cofa che propinqua a detto fuoco pili {] tinga nel filo colore, perche quella co(a che
Iforia, farai,

i(S

TRATTATO DELLA PITTURA


,

che pi vicina all'obbietto, pi partecipa della Tua natura: e fafarai tutte le co(e illuminate cendo il fuoco pendere in color roifo da quello ancora rofeggiare , e quelle che fon pi lontane a pi fano tinte del color nero della notte Le figure detto fuoco che fon fatte innanzi al fuoco appanfcono fcure nella chiarezza d' ef^ fo fuoco, perche quella parte d' e(Ta co(a che vedi tinta dall' ofcu-^ e quelle che i] rit della notte , e non dalla chiarezza del fuoco trovano da i lati , fano mezze ofcure e mezze rofleggianti e quelle che fi poiTono vedere dopo i termini della fiamma, faranno tutte allumate di roffeggiante lume in campo nero. In quanto agl'atti, farf feudo con le mani che fono apprelTo e con i farai quelli
,
.

mantelli riparo dal foverchio calore,

voltati
,

col
farai

vifo in contraria

parte

mollando
con
le

fuggire

quelli
g'

pi lontani occhi
olTefi

^ran parte di loi

ro

farfi

mani riparo a
fi eue figurar

dal foverchio fplendorc

Come
.

una fortuna

GAP. L X V

Se tu vuoi figurar bene una fortuna, confider e pondera bene i Tuoi effetti, quando il vento foffiando fopra la fiiperficie del mare, o della terra, rimove, e porta feco quelle cofe che non foE per figurar quella fortuna fano ferme con la mafia univerfle rai prima le nuvole fpezzate e rotte, drizzate per lo corfo del venaccompagnate dall' arenofe polveri levate da i lidi marini e to rami e foghe , levate per la potenza del vento fparfe per 1' aria in herbe piegate a compagnia di molte altre cofe leggiere pF alberi quafi moftrar di voler feguir il corfo de' venti , con i rami terra
.

&

forti

fuor del naturale corfo


e
,

con

le

fcompigliate
,

rovefciatc

foli

glie

g'

huomini

che

vi

fi

trovano

parte caduti e rivolti per


,

che reflano ritti, fieno dopo qualche albero abbracciati a quello, perche il ven^ altri con le mani a g' occhi per la polvere chito non li flrafcini Il panni i capelli dritti al corfo del vento i nati a terra ,

panni

per la polvere quafi fiano fconofciuti

e quelli

&

&

mare turbato e tempeftofo fia pieno & il vento faccia levare infra onde
,

di ritrofa
la

fpuma

infra

1'

elevate

combattuta

aria

della

fpubrani
al-

ma

pi

fiottile,

a guifa di fpefia

&

avviluppata

nebbia.
,

Li navilij

che dentro
d' elTa

fono alcuni fenc faccia con vela rotta ventilando fra 1' aria in compagnia d'alcuna corda
vi

&

rotta:
infra

cun con
.

alberi rotti
,

caduti col navilio attraverfato

rotto

le

tempeftofe onde

huomini gridando abbracciare il rimanente del battute nell' Farai le nuvole cacciate da impetuofi venti navilio a fimilifar a quelli avviluppati ritorti alte cime delle montagne l'aria fpaventofa per 1* ofcure tudinc dell' onde percoffe nelli fc ogl
,

&

tenebre,

fatte

dalla polvere

nebbia e nuvoli

folti,

Qoyne

DI
Coiie fi

LIONARDO DA
.

VINCI.
GAP. L X V 1
infra
de' cavalli
1.

17

deue Jgttrare ima hatt.^gUa


il

Farai prima

fumo

dell'artiglieria mifchiato

l'aria

infie,

yne con la polvere molla dal


la

qual miftione ufcrai co(

movimento L polvere

de' combattitori

perche cofa

terreRre

e bench per la Tua fttilit facilmente fi levi e mcfcoli infra l'aria, nientedimeno volentieri ritorna a baffo, & il Tuo fommo montare fatto dalla parte pi fottile Adunque il meno fa veduta e parr quali del color dell' aria Il fumo che fi mifchia

ponderofa,

quando poi s'alza a certa altezza, parer ofcure nuvole fumo e vedranTi nella fommit pi efpeditamente il che la polvere &: il fumo pender in colore alquanto azzurro , e la polvere terr il fuo colore Dalla parte che viene il lume parr qucfla miif ione d' aria fumo e polvere molto pi lucida che dalla
infra
l'aria

polveratn
,

oppolita parte
lenza, tanto

Li combattenti quanto pi
(\

fiano

infra

detta

turboi

m^no

vederanno,

meno
i

diiTerenza
vifi,

far

da
,

loro

lumi
ria,
e

alle
gli

loro

ombre.
fi

Farai rofleggiarc

t le

perfone

e l'a-

archibugieri infieme con quelli che vi fono vicini. Et det-

perda, e le effendo lontane parranno ofcufigure che fono infra te il lume re in campo chiaro , e le lor gambe quanto pi s' apprefferanno alla terra meno fiano vedute perche la polvere vi pi groOa e Ipeffa. E ( farai cavalli correnti fuori della turba, fa gli nuvolctt
to roffore quanto pi

parte della Tua cagione,


,

pi
,

fi

&

di

polvere
fatti

diflanti

1'

uno
,

dall' altro

de' falti

dal cavallo
{\

intervallo quanto pu elTer quel nuvolo che pi lontano dal detto


1'

cavallo,
il

meno

veda, anzi
e

fia

alto, fparfo, e raro, &:

il

pi preffo

fia

pi evidente,
in
:

minore,
:

pi denfo.
,

L' aria fia piena di fettu-

me

diverfe ragioni
e
le

chi

monti
gli
,

chi

fcenda
fiano

qual

fia

per

linea
d'

piana

pallottole de
di

fcoppetieri
e
le

accompagnate
farai
.

al-

quanto fumo dietro


ne' capelli
,

lor corfi

prime figure

polverofc
Farai
i

ciglia

e altri
i

luoghi
e

atti

a foftener la polvere

vincitori correnti

con

capelli

altre

cofe leggiere fiDarfe al vento,

con le ciglia bafTe, e caccino contrari) membri inanzi , cio f manderanno manzi il pie deftro, che il bracchio ftanco ancor eOo venfarai il fegno fdrucciolare su per ga inanzi e f farai alcun caduto & intorno alla mediocre lila polvere condotto in fanguinofo fango quidezza della terra farai vedere {lampare le pedate de gf huomini
,

e de' cavalli che fono paffati


il

Farai

alcuni

cavalli

ftrafcinar

morto
il

fuo fignore

di

dietro a quello lafcla per la polvere e fango

fegno dello ftraicinato corpo. Farai li vinti e battuti pallidi, con le ciglia alte, e la loro conjuntione, e carne che refla fopra di loro, fia abbondante di dolenti crefpe Le fauci del nafo fiano con al.

quante grinze partite in arco dalle narici,

terminate nel principio


dell'

i8

TRATTATO DELLA PITTURA


Le
narici aire, cagione
.

dell'occhio.

di

dette pieghe, e

1'

arcate lab-

1 denti fpartiti in modo di gridare bra fcuoprino i denti di fopra con lamento. Una delle mani faccia feudo alli paurof occhi, voltando il di dentro verfo il nimico, 1' altra ftia a terra a follenere il Altri farai gridanti con la bocca sbarrata , e fuggenti i ferito bufto
.

farai

molte
,

forte
,

d'
,

armi

infra
altre

piedi de' combattitori

come

feudi
,

rotti

lance

fpade

&

limili

cofc

Farai
tutti
.

huomini morti
,

all

cuni ricoperti mezzi dalla polvere , <;^ mefcola con 1' ufcito {angue convertirli

altri

La polvere che
e

in

rofo fango

vedere

il

fangue del fao colore correre con torto corlb dal corpo Altri morendo llrignere i denti , travolgere g' occhi re
.

alla
,

polve-^

flrigner le
di-

pugna
f

alla

perfona
e

le

gambe

ftorte.
,

Potrebbel vedere alcuno


Potrial

larmato
e

&
,

abbattuto dal nemico


far

volgerf a dtto
.

nemico con mor-

vedere alcun cavallo voto e leggiero correre con i crini fparfi al vento fra i nemie vederli alcuno ftroppiato cadeci , con i piedi far molto danno
graffi

crudele

&

afpra vendetta

re in terra

balTo far

coperchio col fuo feudo Potrebbonli forza di dargli morte


,

farli

&

il

nemico piegato a
molt'

vedere

huommi
con
lacri-

caduti in
ri

un gruppo
il

fotto
,

un

cavallo morto.

Vedranli alcuni vincito,

lafciar

combattere
occhi
,

&

ufcire dalla moltitudine


di
.

nettandoli
fatto
le

le

mani

g' g'

&

le

guancie coperte
della

fango

dal

mar de

occhi per

caufa

polvere
e

Vedranli
,

foccorfo Bar piene di Iperanza e di fofpetto

con

le

fquadrc del ciglia aguzze,

facendo a quelle ombra con

le

mani

riguardare infra la folta

&
Et

olcura caligine, e Ilare attente al commandamento del Capitano. Si in verpu far ancora il capitano col baftone levato, corrente,

&

fo

il

fuo corlb moftrare a quelli

la

parte dov' di loro bifogno

alcun fiume, dentrovi cavalli correnti, riempiendo la circolfante acqua di turbolenza d' onde, di Ipuma, e d' acqua confufa (aitante
inverfo
l'aria,
e
tra
le

gambe
le

corpi de' cavallidi

E non
fangue

far niffun

luogo piano dove non liano


T>el

pedate ripiene

modo di condurre

vi pittura le cofe lontane

GAP. LXVIII.
che
1'

Chiaro confina con


tile

li

vede
terra
.

efTere un' aria grolla

pii
li
,

altra

la

quale

la

piana,
cofe

quanto pi

leva in alto, pi fot-

trasparente

Le

elevate e grandi
,

che fiano da

te lonta-

ne , la lor baffezza poco fia veduta perche la vedi per una linea 1' che paffa fra aria pi grofla continuata La fommit di detta albench dal tezza li prova eflere veduta per una linea la quale
.

canto

dell'

occhio

tuo

li

cauli

nell' aria

groiTa,

nondimeno

termi-

nando nella fomma altezza della cola viRa, viene a terminare in aria molto pi fottile che non fa la fua baffezza per quella ragione quefta
;

li-

DI
linea

LIONARDO DA
allontana da te di

VINCI.
in

i^
,

quanto pia

s'

punto
colle
le

punto
tu,

lempre muta

qualit di lottile
fai

in

pi

ibttile

aria.
colle

Adunque
in
farai

pittore,

quando
leno
l'

le

montagne,
che
fa
le

t
le

che

di
:

Tempre
pi
i

T altezze

pili

chiare

ballezze

quanto
e
e

lontane

una

dall'altra,

altezze pi

chiare,

quanto pi
colore,

lever in alto,

pi moltrcr

la

variet della

forma

Cowf l'aria

denje fare pi

chiara

(jitanto

pi la fai

Jitr

bajja,

GAP. LXIX.
Perche queft' aria grofTa prefTo
va
,

alla

terra, e

quanto pi
riguarderai
,

fi

le-

perche i raggi trovano pi reff-lcnza E f il cielo alla viila tua terminer con la bafTa pianura, quella parte ultima del cielo fa veduta per quell'aria pi grolfa e pi bianca la quale corromper la verit del colore che i vedr per Tuo mezzo , e parr il cielo pi bianco che fopra
,
.

quando il fole e per levante , fo ponente partecipante di mezzod e tramontana aria grolla ricevere pi lume dal fole che la fottile
pi
s'

allbttiglia

ver-

vedrai quel!'

te

perche
grofT

la

linea vifualc pafTa per


.

meno

quantit
,

d' aria
1'

corrotta
ti
i

da

humori Et fc riguarderai invcrfo levante pi ofcura, quanto pi s' abballa, perche in dett' aria
luminof

aria

parr
raggi

balta

meno

palTano

A far
Le

che le fgtire fpirchli

dal lor

Campo

GAP. L X X.

qualunque corpo pi parranno rilevar e fpiccare dalli loro campi, delle quali elTi campi fieno di color chiari olcuri, con
figure di

pi
fia

variet che

fa

polTibile

nelli

confini delle predette figure,


fia

come

dimofkato

al

Tuo luogo, e che in detti colori


ne' bianchi,
e

offervato la dicolori olguri

minutione di chiarezza
"Del figurar
le

di

ofcurit

nelli

gra>clez.-z,e

delle

cofe

dipinte.

GAP. LXXI,

Nella figuratione delle grandezze che hanno naturalmente le cofife antcpoffe all' occhio , fi dcbbcmo figurare tanto finite le prime gure eflendo picciole come 1' opere de* miniatori, come le grandi de' pittori ma le picciole de' miniatori debbono, elfer vedute d' apprclTo e quelle del pittore da lontano h coli facendo elTe figure deb,
:

bono
fce
fi

cornfpondcrc all'occhio con egual grolfqzzai e quello naperche elle vengono con egual grandezza d' angolo , il che 1' prova cofi fia obbietto B.C. { Fig. 3.) e l'occhio fia A. e
,
:

D. E. fia una tavola di vetro per la quale penetrino le fpecie del della pittura B. G. Dico che ftando fermo occhio A. la grandezza ^
1'

tatta

20
fatta

TRATTATO DELLA PITTURA


per
l'

imitatione di effo B. C. deve eflere di tanto minor

figu-

quanto il vetro D, E. , far pi vicino all' occhio A. e deve effere egualmente finita E f tu finirai efTa figura B. C. nel vetro D. E. la tua figura deve efere meno finita che la figura B. C. e
ra
,
.

pi finita che la figura


figura fulTe finita

M. N.
la

fatta fu

'1

vetro F, G. perche

fc P.

O.
P.

come

naturale B. C. la profpettiva d' effo

O.

perche quanto alla diminutione della figura effa darebbe bene , effendo B. C. diminuito in P. O. ma il finito non li accorderebbe con la dif^anza , perche nel ricercare la perfetione del finito del naturale B. C. allora B. C. parrebbe nella vicinit O. P. ma f tu vorrai ricercare la diminutione del O. P. eflo O. P. par effere nella diftanza B. C, e nel diminuire del finito al vetro F. G.
farebbe falfa
,

Velie cofe finite , e delle confufe

GAP. L X X L
far
d'

Le
fe,

cofe finite e fpedite

fi fi

debbono

appre(To

e le

confu-

cio di termini confuii,

fingono in parti remote,


non

"Delle

figure

che

fon

feparate

acc'ioche

paiano

congiunte

GAP. LXXIIL
Li colori di che tu
vefti
le

figure fieno

tali

che

diano gratia
fa

l'uno
tale

air altro:

e,

quando un

colore

fi

fa

campo
,

dell'altro,

che

fero di
le,

non paiano congiunti &: appiccati infeme medefima natura di colore , ma fieno varij
1'

ancor che
chiarezza
della

fuf-

di

ta-

quale richiede
,

interpofitione
s'

della
,

diftanza,
la

groffezza

dell' aria

che

fra

loro

inframette
cio

la notitia

de' loro termini,

medefima regola vadi pi o meno efpediti o confuii, fee

con

condo che
Se
il

richiede la loro propinquit o remotione

lume dei/

ejjer

tolto

tn faccia

da parte ,

quale da pi gratta

GAP. LXXIV,
11

lume
,

tolto in faccia
fia
il

alli

volti
volti
e

pofti a

pareti

laterali,
,

le

quali

fano ofcure

caufa che

tali
:

me
parti
aria,

havendo
dinanzi

lume da
tal

alto

haranno gran rilievo quefto rilievo accade ,


parte

maHile

perche

di

volto fono

alluminate dal lume univerfale


tal

dell'

a quello antcpofta,
e

infnfibili,

dopo

effe

alluminata ha ombre quaf parti dinanzi del volto fe^uitano le parti la-

onde

terali,

ofcurate

dalle
il

predette
volto,

pareti

laterali

delle flanzc,

le

quali
le

tanto pi ofcurano
fue parti
:

quanto

effo

volto entra fra loro con


il

&.

oltre di

quefto feguita che

lume che fcende da


feudo
dalli
rilievi

alto

priva di

tutte quelle parti alle quali

fatto

del

volto,

DI
volto
,

LIONARDO DA
che
fottrag^ono
il

VINCI.
lume
all'

21
g'

come
il
,

le

ciglia

incaCfatura de

occhi, &i

nafo che lo toglie a gran parte della bocca,


e

&

il

men-

to alla gola

fimi li altri

rilievi

Velia rherheratiofie

GAP. LXXV.
i

Le

riveiI)erationi

fon caulate da
,

corpi

di

chiara qualit,
,

di
fi-

piana e femidenf fuperficie

li

quali percofFi dal

militudine del balzo della palla ripercuote nel


Vo've non pu

lume quello primo obbietto.

ejfcr

rt-verberatione

lumimfa.

GAP. LXXVL

Tutti
di

corpi dcnfi

lumi

&
,

ombre.
e
1'

originale

altro
di

vertono le loro fuperficie d varie qualit lumi fono di due nature, 1' uno l domanda L' originale dico eflcre quello che derivativo
fi
.

deriva
tione,

da

vampa
fa
il

fuoco

o dal
,

lume

del

fole
alla

derivativo

lume

reflelTo

Ma

per tornare
fa

o aria promelfa
di

Lume
defni-

dico che riverberatione luminofa non


fa

da quella
ofcuri
li

parte del
tetti

corpo che

volta a corpi
d'

ombrof

come
o

luoghi
,

di
la

vane

altezze,

herbe

bofchi verdi
volta al

fecchi

quali,

bench

parte di ciafcun

ramo

lume

originale

fi

verta

della qualit
rail
i

d'elio lume, nientedimeno fono tante l'ombre

fatte

mo

un
vi

fi

l'altro,

che in
:

fomma ne

relulta

tale

da ciafcun ofcurit , che


dare

lume

onde non corpi oppofti alcun lume riHerto


per niente

poiTono

fimili

obbietti

Vi
Li
fi

rifiejj;.

GAP. L XXVII.
tanto pi o

riflelFi
,

fiano partecipanti

meno

della

generano che della cofa che li genera , quanto la generano di pi pulita fuperficie di quella che li genera.

dove cofa dove fi


cofa

Ve
Li

r'ijejj

de lumi che circondano

ombre

GAP- LXXVIII.
nelle

riflerti

delle

parti

illuminate

che

rifaltano
la

contrapofte
ofcurit
di
,

ombre alluminando o
condo che
rezza
altri
,

alleviando

pi

o meno
,

loro

fe-

elle

fono pi o
tal

meno
e

vicine

quefta

confideratione

con pi o meno mclTa in opera da molti


tali
fi

chia-

molti
altro.

fono che
tu
e

la

fuggono,
le

quefti

ridono

1*

un

dell'

Ma

per fuggir
r altro

calunnie dell'uno e dell'altro,


,

metti

in

opera

ma fa che le loro caufe fieno dove fon necclTarij .note cio che C\ veda maniferta caufa de i riflerti e lor colon , e cofi manifefta la caufa delle cofc che non riflettono; e facendo cof non
r uno
,

22

TRATTATO DELLA PITTURA


f

non
ti

f^rai

quali,

interamente biafimato , ne lodato dalli varij giuditij, li non faranno d'intera ignoranza, iq, neceffario che in tutto
fi
l'

laudino

una come

l'altra ietta.

!DoT/f

rij!f/j

de lumi

fo>!0

di

Maggior

nimor

chtarc'z,'z.a

GAP. LXXIX.
lumi fono di tanto minore o maggiore chiarezza evidenza, quanto efT fieno veduti in campi di maggiore o miperche f il campo pii ofcuro nore ofcurit e quefto accade che il riflelTo, allora eOo riflclo lr forte evidente per la differenza grande che hanno effi colori infra loro ma f il riflenfo far veduto in campo pi chiaro di lui allora tal rif^eflo Ci demoriflefT

Li

de'

&

rtrer

e(fere

ofcuro rifpetto
far

alla

bianchezza con

la

quale confina

cofi

tal

rifielfo

infenfibik

^al

part( del

rifieffo

far pi chiara

GAP. L X X X.
dal rifleffo, che
ricc-

Quella parte

far

pi chiara o alluminata
.

ve
fia

il

lume

intra angoli pi eguali

Sia
,

il

lurninofc)

N.
tal

{Tig. 4.) e lo

A.

B.

la

parte del corpo illuminata


la

la

quale

rifatta

per tutta
far

la

conriflet-

cavit oppofita,
te

quale ombrofa.
infra

fia
.

che
E.

lume, che

in
d'

F,

fia

percofTo

angoli
fi

eguali

non

nflcllo

da

moler T angolo E. A. B, che pi ottufo che r angolo E. B. A. ma f anaolo A. F. B. ancor che fia infra gf angoli di minor qualit che 1' angolo E. egli ha bafe B. A. che tra gf angoli pi eguali che cfo angolo E. e per fia pi chiaro m F. che in E. & ancora far pi chiaro, perche far pi vicino alla cofa che 1' allumina Quella parper la fella che dice te del corpo ombrofo far pi alluminata che far pi vicina al fuo luminofo
bafe
angoli eguali,
,
:

come

Ve'

colori

rijejfi

della

cardie.

GAP.

LXXXL
altra carne

Li
roffi
,

riflelTi

della

carne che
e quefto

hanno lume da
accade per
la

fono pi
di car-

di pi
fia

eccellente incarnatione che nilfun' altra parte

2 libro, che dice: La fuperficie d' ogni corpo opaco partecipa del colore del fuo obbietto i E tanco pi quanto tale obbietto gli pi vicino , e tanto meno quanto gli pi remoto, e quanto il corpo opaco e maggiore perche effendo grande elfo impedifce le fpetie de g' obbietti quali corromli circofUnti, le quali fpelfe volte fono di color vari; pono le prime fpecie pi vicine, quando li corpi fono piccioli: ma

ne che

neir

huomo:

3.'

del

non

, ,

DI

LIONARDO DA
,

VINCI.
,

23

non manca che non tinga pi un riflelTo un picciolo colore vicino, che un color grande remoto per la 6.* di profpcttiva che dice Le cole grandi potranno eflere in tanta diilanza, eh' elle parranno
:

minori

ailai

che

le

picciole

d'

apprello

Vo^f

li

y'tfleff

fono

p
pi

faifibilt.

CA?. LXXXII.
evidenza,
il

Quel
in

rifleflo

far

di

fpedita

quale

veduto

campo di maggior ofcurit, e quel fa meno fenfibile, che fi vedr in campo pai chiaro e quefto nafce che le cofe di varie ofcurit porte in contrailo la meno ofcura fa parere tenebrofa quel:

la

rto

che pi ofcura , e le cofe di varie bianchezze porte in contra, la pi bianca fa parere 1' altra meno bianca che non .

Ve
Li

rtflefi duplicati

triplicati.

GAP. LXXXIIL

maggior potenza che li riflefT femplici e r ombre che s* interpongono inha '1 lume incidente & erti rit jlelli fono di poca ofcurit. Per efempio fia A. (Fig.y) il luminofo AN. AS. i diretti, S. N. lan le parti d' efT corpi alluminate, O. E. fian & il reflerto A- N. E. le parti d'erti corpi alluminati da i reflerti il ririerto femplice, A. N. O. AS. O. il riflert" duphcato Il rifleffo femplice detto quello che folo da uno alluminato veduto & il duplicato vifto da due corpi alluminati, & il femplice. E. fatto dall' alluminato B. D. il duplicato O. fi compone dall' alluminato B. D. &: dall' alluminato D. R. e 1' ombra fua di poca ofcurit lume s' interpone infra '1 lume incidente N. il la quale
riflefl'i

duplicati fono

di

&

nflerto

NO. SO.
>ijfio

Come

colore

riflejjo

femplice

wa

mijlo

con

le

fpetie

de

gV

altri

colon.

GAP. LXXXIV.
nella
fuperficie
d'

corpo tinge erta i'uperficie del fuo proprio colore-, ma far mirto con li concorfi de gl'altri colori riflerti che nfaltano nel medefimo luogo: come far il color giallo A. {Fig.6.) .che rifletta nella parte dello sferico G. O. E. e nel medefimo luogo reflette il colore azzurro B. Dico per qucrta liflcrtione mirtc'^ di giallo e di azzurro , che la percuf lione del fuo concorfb tinger lo sferico i e che s* era in f bianco lo far di color verde , perche provato eh' il giallo e 1' azzurro mirti infieme fanno un bellirtimo verde
Nlrtun
colore

che

rifletta

un

altro

Qotne

24
Come
rar'tjTime

TRATTATO DELLA PITTURA


njolte
li

r'tfleff

f(j)i\ del

colore

del

co/p

d^nje Jt

co>gtu}]gono

GAP. LXXXV,
Rariffime
volte avviene

che

li fi

riflefri

fiano

del

medefmo colo-

congiungono: per cfennpio fa lo sferico D. F. G. E. {F'^.'j.) giallo, e 1' obbietto che gli riHette addo(To dico che la parte dello sfeil Tuo colore fia B. C. il quale azzurro rico , eh* e percofla da tal rifleffione, fi tinger, in color verde, effendo B. C. alluminato dall' aria o dal fole
re del corpo, o del proprio

dove

Vo'-ve

pi

fi njedra

il

rtflejfo

GAP-

LXXXVL

Infra
la

'1

rifleflb

di

medefima

figura, grandezza, e potenza, quel>

dimoftra pi o po pi o meno ofcuro


parte
l

meno

potente

la

quale terminer in camdi

Le
bietti
li

fuperficie

de' corpi

partecipano pi del colore


lui
la

quelli ob-

quali

riflettono

in

Tua fmilitudine infra angoli pi

eguali

De' colori de g' obbietti che riflettono le fue fmilitudini nelle quel far pi pofuperficie de g' antcpofli corpi infra angoli eguali
,

tente

il

quale avr
li

il

ilio

raggio

rifleflb

di pi breve lunghezza

de g' obbietti , che fi riflettono infra angoli cguali e con qualche dilbnza nella fi.iperficie di contrapoili corpi, quel far pi potente, che far di pi chiaro colore. Queir obbietto riflette pi indenfamente il fuo colore ncU' antcpofto corpo il quale non ha intorno a f altri colon che della fua Ma quel rifleffo far di pi confufo colore , che da varij fpecie
Infra
,

colori

colori d' obbietti

generato
far

Quel colore che


eflb
rifleflb
,

pi vicino al rifleflb,

pi

tinger

di

f?

cofi

conyerfo
,

adoprare ne' riflefll dell' effgie delle figure , il colore delle parti de' veilimenti che fono preflo alle parti delle carni che le fono pi vicine: ma non feparare con troppa loro pronuntiatione f non' bifogna
tu
,

Adunque

pittore

fa

Ve
Tutti
retto
,

colori

deriflefi.:

GAP, LXXXVIL
di

colori

riflefl

fbno

manco

luminofit

che

il

lume

proportione ha il lume incidente col lume rifleffo quale quella che hanno infra loro le luminofit delle loro caufe,
e

tale

Ve

DI
Ve
Il

LIONARDO DA
y'tflefi

VINCI.

2$

termini de

nel fuo

campo

GAP. LXXXVIII.
pi chiaro
d' elTo

termine del

riflelTo

in

campo
:

rifledo

Hir

ma f tale ririello terminer caufa che tale riHelTo far inlenfbile in campo pi ofcuro di lui, allora efib riflelTo far fenfbile, e tanto pi fi far evidente, quanto tal campo fa pi ofcuro, e cofi
convcrfo
T>d
collocar
le

figure

GAP. LXXXIX.

dell'ignudo D. A. {Vig.t.) diminuifce per pofare , tanto 1* oppoita parte crefce cio tanto quanto la parte D. A. diminuifce di fua mifura, 1' oppofta parte fopra crefce albellico mai efce di fua altezza , overo il memil la fua mifura , perche la figura che pof bro virile i e qucfto abbaffamento nafce eflenquel piede fi fa centro del foprapoilo pefo fopra un piede do cofi, il mezzo delle fpalle vi fi drizza di fopra, ufcendo fuori della fua linea perpendicolare, la qual linea paiTa per i mezzi fuper-

Tanto quanto

la

parte

&

ficiali

del corpo

quefta linea pi
il

fi

viene a torcere nella fua fupe-

riore eftremit,
ti

fopra
C\

a eguali angoli

piede che pofai i lineamenti traverfi coftretfanno co' loro eftremi pi baffi in quella parB.

te

che pofa, come appare in A.

C.
injeme
le

Del modo d' imparar bene comporre

figure nelle hijlorte

GAP. XG.
tutte

Quando tu le membra
,

barai imparato bene profpettiva,

&

barai

mente

&
che

corpi delle cofe

fij

andar a fpallo vedere e confiderarc i re , o nel contendere, o nel ridere, o

fiti

vago fpelTe volte nel tuo de g' huomini nel parlache


,

azzuffarfi infieme,
,

atti fia-

no
il

in loro

e e

atti

faccino

circoftanti

fpartitori

veditori

d' elle

cofe

quelle notare con brevi fegni in

un tuo

picciol libretto,

quale tu debbi fempre portar teco: e fia di carte tinte, acci non r abbi fcancellare , ma mutare di vecchio in nuovo i che quefte non fon cofe da cflere fcancellate , anzi con grandilfima diligenza atti delle cofe, che la ferbate, perche fono tante l'infinite forme

&

memoria non
aiutori
e

capace a ritenerle; onde quelk riferberai come tuoi

maeftri

"Del por

prima una figura


figura

nell

'

hifiorta

GAP. X G

I.

La prima
le
,

nell' hiftoria

farai

tanto minore che

il

natura-

quante braccia tu la figuri lontana dalla prima linea, e poi pi, r altre a comparatione di quella, con la regola di fopra.

Modo

, ,

2(5

TRATTATO DELLA PITTURA


Modo
del comporre le hijiore.

GAP, XCII,

Delle figure che compongono 1' hiftorie, quella ( dimoftrer di rnaggior rilievo la quale far finta efler pi vicina all' occhio: quefo accade per la 2.* del 3." che dice: Quel colore fi dimoftra di maggior perfettione, il quale ha meno quantit d' aria interpofta fra e per quefto Y ombre le quah mof e r occhio che lo giudica ftrano li corpi efiere rilevati , fi dimoftrano ancora pi ofcure d* appreflo che da lontano, dove fono corrotte dall' aria interpofla fira ombre la qual cof non accade nell' ombre vicine c(\'c r occhio air occhio , dove ede moilrano li corpi di tanto maggior rilievo
:

&

quanto

effe

fono di maggiore ofcurit

Del comporre
Ricordati
fcorci
fti

hifiorie

GAP. XGIIL
una
fola

pittore
fi

quando

fai

figura

di

fuggire

gli

di

quella,

delle parti,
1'

come

del

tutto, perche

tu havere-

ignoranza de g' indotti in tal arte , ma nell' hiftorie fanne in tutti i modi che ti accade , e maffime nelle battaglie , dove per necefTit accadono infiniti fcorciamenti e piegamenti
combattere con
delli

componitori di

tal

difcordia,

o vuoi
.

dire pazzia

bcftialilfima

^r

Variet ' huom'int

neW

hijlor'ie

GAP. XCIVcomplefTioni

Neil' hifiorie

vi

devono

effer

, grofT, fottili j dature, carnagioni, attitudini, grandi, piccioh , graffi, magri, fieri, civili, vecchi, giovani, forti e mufcolofi deboli e con pochi mufcoli , allegri , malinconici , e con capelli ricci e diftefi, corti e lunghi, movimenti pronti e languidi, e
,

huomini di varie grafTezze magrezze,

cofi varij abiti,

e colori, e

qualunque cofa
dell'

in effa hifloria

fi

richiede.

T^eir imparar

II

mo'vhncnn

huomo

GAP. XGV.
imparati dopo la coli

Li movimenti
gnitione delle
e

dell'

huomo

vogliono

effere

membra,
nelli

&

del tutto,

in tutti

moti delle
eh* efT
s*

membra
1'

giunture

poi con breve notatione di pochi fegni vedere


loro accidenti
,

attitu-

dine de

g'

huomini
:

fenza

avvegghino

che tu li confideri perche avvedendofene haveranno la mente occupata a te , la quale bavera abbandonato la ferocit del fuo atto al quale prima era tutta intenta, come quando due irati contendono li quali con gran feroinfieme , eh* a ciafcuno pare haver ragione
,

cit

muovono

le

ciglia,

le

braccia,
,

e g' altri
alle

membri, con
parole
i

atti

appropriati

alla

loro

intentione

&

loro

il

che

far

non

DI
non
potrcfti,
rifo,
fi

LIONARDO DA
gli

VINCI.
tal

27

Ce

tu

volcHi far lngcrc

ira,
e

o altro accidente,
fmili:

come
quello
lo

pianto, dolore, ammiratione, paura,


di

icche per
,

vago

portar teco

un

libretto
tali

di carte

ingenate
e

ccn

ftile

d' arc^ento

nota con brevit


,

movimenti,
,

iimilmcnte not'

ta

g' atti

de' circoilanti
1*

loro compartigione

quello

infe^neru

a comporre
,

hiflorie

quando
,

barai pieno

da parte e ferbalo al tuo proposito ; &z il fervare due cofe principali cio 1' huomo & il mente, che Terbi in te, il che importantifl'imo
,

tuo libretto, mettilo buon pittore ha da ofil

concetto fuo della

Del comporre V

h'iflore

GAP. XCVI.
deve
efferc

Lo
le

ftudio

de'

componimenti
,

dell' hiflorie

di porre fare
3

figure difgronatamentc
tutti
li

cio abbozzate,
e

prima faperle ben

per
di

verfi

piegamenti,

diftendimcnti delle loro

membra
,

poi

fa
,

prefb la defcrittione
e

infieme

quefta tale
di poi fia

varij afpetti:

paurofo
fiano

e quefte tali

che arditamente inventione fia efaminata in varij feguito il combattere dell' ardito attioni e molti altri accidenti
di
,
,

due

combattlno
atti

&
vile

in

col
dell'

animo

con grande efiiminationc


Della
rvar'teth

ftudio fpeculate

mV
ne'

btfovie.

GAP. XGVII.
dell' hiftori

Dilcttifi

il

pittore
il

componimenti

della

copia e
fia
,

variet

e
la

fugga
novit
.

replicare alcuna

parte che in elTa fatta


1'

ac-

abbondanza attragga a fi: & diletti occhio del riguardante Dico dunque che nell' hiftoria fi richiede , fecondo luoghi, mifii g' huomini di diverfe effigie, con diverfc et oc habiti infieme mcfcolati con donne, fanciulli, cani, cavalli, 6c edifici],
cioche
,

&

campagne

e colli
,

fia

ofTervata

la

dignit &: decoro al principe

&
per

al

favio

con
e

la

fepartione

dal

volgo
,

ne

meno
che
i

meicolerai
la

li

malenconici

piangenti con pT allegri


g'

ridenti:

natura d

che gl'allegri ftiano con


il

allegri,

li

ridenti

con

ridenti, e coi

contrario.

Del

d'i^erjjcctre

'

urte

de njoh

neli

'

hjor'ie

GAP. XGVII
1'

I,

Gomun
gire
tale

difetto

ne' pittori Italiani

il

riconofccrfi

aria

e figu-

ra dell'Imperatore,

errore
le

mediante le non fiano fatte


figure
,

moke
,

figure dipinte:
,

onde per fug,

ne replicate mai
eh'

parte
.

medefime

ne
in

un volto
hifioria,

fi

ne in tutto veda nelf altra


il

ne
hivi-

ftoria

quanto oiTerverai pi

una
2

eh'

brutto
forte,

fia

cino

al

bello,

&

il

vecchio

al

giovane,

&

il

debole

al

tanto
pili

, .

2%

TRATTATO DELLA PITTURA


e
l'

pi vaga far la tua hiftoria,


in bellezza.

una per V

altra

figura

accrefcer

perche rpeffo avviene che i pittori, diiegnando quallvoglia cofa , voghono , eh' ogni minimo fegno di carbone fa valido in quefto s ingannano perche molte fono le volte , che 1' animale
,

&

non ha li moti delle membra appropriati avendo egli fatta bella e grata membrificatione parer cofa ingiuriofa a mutare effe membra
figurato
T)ell

al
,

moto mentale
ben
finita
,

gli

accompag)mre

li

colori

tm con

altro

che

V um

disi

gratta

all'altro.

GAP. XCIX.
un colore dia
fi

Se vuoi fare che

la

vicinit d'

grafia
alli

all'

altro

che

con
le

lui

confina

ufa quella regola che


dell'

vede
li

fare

raggi del fofi

nella compofitione

arco celefte,
tal

quali

colon
fi

generano
al

nel

moto

della pioggia, perche ciafcuna gocciola

trafinuta nel fuo


s'

difcenfo in ciafcuno dei colori di

arco,

come

dimoflrato
ofcurit,

fuo luogo

Hora
farai

attendi, che f tu vuoi fare


la

un

eccellente

dagli

per paragone un eccellente bianchezza, e

cofi

l'eccellente bianchezza

maffima ofcurit & il pallido far parere il roflo di pi focofa roffezza che non parrebbe per f in paragone del pavonazzo Ecci un altra regola la quale non attende a fare li colori in f di pi fuprema bellezza eh' ell'i naturalmente fiano, ma che la compagnia loro dia gratia 1' un all' altro , come fa il verde al roffo e cofi 1' oppofito come il verde con 1' azzurro Et ecci una feconda regola generativa di difgrata compagnia come 1' azzurro col giallo che biancheggia, o col bianco, e limili, fi quali fi diranno al fuo luogo.

con

T>cl

far

<vi^i

belli

colori

nelle

fue

fu-perjicie

C A P.

Sempre a
rarai

quelli

colori, che vuoi che habbino bellezza, prepa-

prima

il

campo
,
1'

no trafparenti campo chiaro e efcmpio di queflo li quali quando fono interpofli infra
,

candidiffimo, e queflo dico de' colori che foperche a quelli che non fono trafparenti , non giova
e'
1'

infegnano
1'

li

colori de' vetri

occhio e
far

aria

luminofa,

fi

mollrano
dietro a

d' eccellente f
1'

bellezza,

il

che

non pofTono,

havendo

aria

tenebrofa o altra ofcurit.


dell*

2)<f'

colori

ombre di qualunque colore.

GAP. GL

qualunque colore ferapre partecipa del colore del fuo obbietto e tanto pi o meno quanto egli pi vicino o remoto da effa ombra, e quanto elfo pi o meno luminofo.
Il

colore

dell'

ombra
,

di

Velia

DI
T)ella
'vartet

LIONARDO DA
che

VINCI.
remote
e p*pt)]qus

j^

fanno

li

colori

delle

cofe

GAP. CIL
Delle cofe pi ofcure che X aria, quella fi dimoftreri di minor la quale fia pi remota: e delle cofe pi chiare che Tana, ofcurit quella fi dimoftrer di minor bianchezza , che far pi remota dall' perche delle cole pi chiare e pi olcure che Y aria , in occhio lunga dilLmza fcambiando colore, la chiara acquifta ofcurit, e 1'
,
:

ofcura acquifta chiarezza


(juanta
c{tBaiiz,a

/;;

Jt

perdono

coUri

delle cofe

tategrameut e

GAP. GUI.
Li
colori
,

delle

cofe

fi

perdono interamente
occhi
,

in

maggior o mi-

nor diftanza
tanto pi o
dalla terra
vicini
alla
.

fecondo che

g'

la

cofa veduta faranno in

mag-

gior o minor altezza. Provafi per

la 7.* di

quefto
far
cofa.

che
lui

dice; L' aria

meno grofTa Adunque f


terra
,

quanto pi
X occhio
la

ella

pi vicina

la

da

o remota, veduta faranno


fra
l'

allora

grolTezza

dell" aria

interpola

oc-

impedir affai il colore della cofa veduta da eflo occhio Ma fc tal' occhio infieme con la cofa da lui veduta faranno remoti dalla terra , allora tal aria occuper poco il colore del predetto obbietto e tante fono le variet delle diftanzc , nelle quali fi perdono i color degl' obbietti , quante fono le variet del giorno e quante fono le variet delle groffezze o fottilit dell* aria, per le quali p-netrano all'occhio le fpecic de' colori delli predetti obbietti,
chio
e
la

cofa

Colore dell ' ombra del bianco

GAP. G | V.
ha
le

L'

ombra
all'

del bianco veduta dal fole e dall' aria

fue
f

bre

traenti

azzurro

quello nafce perche

il

bianco per

om non

colore,

che dice
obbietto
tecipi
i

qualunque colore, e per la 4.' di quello, La fuperficie d' ogni corpo partecipa del colore del fuo egli necelTario che quella parte della fuperfcie bianca par

ma

ricetto di

del colore

dell' aria

fuo obbietto
pi nera

flual colore

far

omb^^ft

GAP. G V.
in pi

Queir ombra parteciper pi del nero , che fi generer bianca fuperfcie e quefta bavera maggior propenflone alla
,

variet

che

nilTun' altra

fupcrficici
li

e
,

quefto nafce,

connumerato
perfcie

infra

colori

&

perche il bianco non e ricettivo d' ogni colore , e la fude'

fua partecipa pi intenfamentc

colon

delli

fuoi obbietti

so

TRATTATO DELLA PITTURA


niffun' altra

che
retto

fuperficie

che il bianco ' pi remoto per natura, e per quefto pare, &C ferenza dalle Tue ombre principali alli lumi principali
contrario,
'Del
colore

qualunque colore e malTime del fuo nero, (o altri colon ofcuri ) dal quale il
di
e

gran de-

che non

mojlva ^jariet tn njarie groJfez.'Le

d ana.

GAP.
Pofibile
,

CVL

che un mededmo colore non faccia mutatione in vae quefto accadere q,uando la proportione delle groflezrie dirtanze ie dell' arie, e le proportioni delle diftanze che haveranno i colori dall'occhio, la una mcdelima, ma converla Provaf cofi: A. {Ft^- 9-) iia l'occhio, H. ia un colore qual tu vuoi, pollo in un grado di diana di quattro gradi di groiezza, ma fanza remoto dall' occhio, perche il 2 grado di fopra A. M. N. L. ha la met pi fottile, l'a.

portando in efia il medehmo colore neceflario che tal colore ia il doppio pi remoto dall'occhio che non era di prima: adunque gli porremo li due gradi A. F. & F. G. difcolio dall' occhio e ftr il colore G. , il quale poi alzando nel grado di doppia fottilita alla 2.* in A. M. N. L. che far il grado O. M. P. N., egli neria
, ,

ceflario
la

che

fia

pollo nell'altezza E.

e far diftante daU' occhio tutta

A. E., la quale fi prova valere in groflezza d'aria quanto la Se A. G. dif:anza interpola da una mediftanza A. G. e provaf cof 1' '1 defma aria infra occhio e colore occupa due gradi &; A. E. due gradi & mezzo, quefta diftanza fufficiente a fare che il colore G. alzato in E. non l varij di fua potenza, perche il grado A.C. &', il grado A. F. elfendo una medefma groflezza d'aria fon limili & eguali, & grado C. D. bench la eguale in lunghezza al grado F. G. non il fini'e in groflezza d' aria, perche egh mezzo nell' aria di doppia grolfezza all' aria di fopra, della quale un mezzo grado di diftanquanto l faccia un grado intiero dell' aza occupa tanto il colore che il doppio pi fottile che V ana che gh confina ria di fopra di fotto Adunque calcolando prima la grolfezza dell' aria, e poi le diftanze tu vedrai che non havranno mucolori variati di fto tato di bellezza E diremo cof per la calcolatione della groflezza dell'aria: il colore H- pofto in quattro gradi di grolfezza d'aria: G. colore, pofto in aria di due gradi di groflezza: E. colore fi trova in aria d' un grado di grolfezza ora vediamo f le diftanze folinea
,
.

no
te

in proportione eguale
dall'

ma

converfi

Il

colore E.
.

fi

trova diftangradi

occhio a due gradi e mezzo di diftanza r H. un grado quefta diftanza non fcontra con
:

Il

G. due

la

proportione dele
queft' e di

la

groffezza,
ti

ma

neceffario
11

fare

una

terza calcolatione,

che

bifogna dire.

grado A. C. come fu detto

fopra,

fi-

mik

DI

LIONARDO DA
&
al

VINCI.

31

il mile &: eguale al grado A. F. mezzo grado C. B. fmile ma non eguale al grado A. F. , perche folo un mezzo grado di lunghezza , il quale vale un grado intiero dell' aria di fopra Adunque
.

la

calcolationc

trovata

fatisf

propofto

gradi di grolfezza dell' aria di fopra,


le

&

il

perche A. C. vai due mezzo grado C. B. ne va,

un

intiero

d'

eOa aria
di

di

fopra,

fi

che habbiamo
ven*

tre

gradi in vaB. E.

ef fo quarto. Seguita A. H. ha quattro gradi di groffezza d'aria: A. G. ne ha ancora quattro, cio A. F. ne ha due, &: F. G. due altri, che fa quattro. A. E. ne ha ancora quattro, perche A. C. ne tiene due , & uno C. D. che la met dell' A. C. e di quella medehma aria, & uno intero ne di fopra nell'aria fottile che fa quattro. Adunque f la dilanza A. E. non doppia della diftanza A. G. ne quadrupla dalla diftanza A. H. ella relUurata dal C. D. mezzo grado d' aria grofla che vale un grado intero dell' aria pi fottile che E cofi e conclufo il noftro propofito , cio che il fopra fl: di li colore H. G. E. non fi varia per varie diftanze
:

luta d' effa groficzza

fopra,

&

uno

dentro, cio

Velia profpettha de

colori.

GAP. CVII.
diflanze

D* un medefimo colore porto


tal fia la

in varie

&

eguale altezza

proportione del fuo rifchiaramento , qual far quella delle di' ftanze che ciafcuno d'elfi colori ha dall'occhio che li vede. Provafi, fia che E. B. C. D. (Fig. io.) fia un medefimo colore: il i.* E. fia porto il 2." eh' B. fia difcorto quatdue gradi di diftanza dall' occhio

tro gradi:
di:

il

terzo eh' C.
le

fia

fei

gradi:

il

4**.

eh'
fi

D.

fia

otto grala
li-

grado d* aria pi grolla: feguir eh* il primo colore E. paHer all' occhio per un grado d' aria grolTa 6c il colore B. manE. S. , e per un grado d' aria men groffa S. A. der la fua fimilitudine all' occhio A. per due gradi d' aria groffa, il C. la mander per tre gradi dele per due della men groffa , il la groffa , e per tre della men grofa colore D. per quattro
P. E.

come moftrano nea, come fi vede do d'aria fottile S.

dcfnitioni

de' circoli

che

tagliano fu
S. P. fia

fopra la linea A- R. di poi A. R.

un gra-

T.

fia

un

&

&

della grofla

per quattro della

men

grofia

e cofi

habbiamo pro-

proportione della diminutione de' colori , o vuoi dire perdimenti , quale quello delle loro diftanze dalf occhio che li vede: e qucrto folo accade ne* colori che fono di eguale altezza, perche in quelli che fono d' altezza ineguale , non fi offerva la medefima regola , per efer loro in arie di varie groi'ezze > che fanno
vato qui
tal

effere la

varie occupationi a

effi

colon

Xfel

32
X)el
colore

TRATTATO DELLA PITTURA


che >ion fi
fi

muta

tn

'vane gyojfeijie d' aria.

GAP. CVIII.
;

muter il colore porto in diverfe groffezze d'aria, quanaltro quanto l do far tanto pi remoto dall' occhio 1' uno che altro Provafi cofi. Se la prima trover in pi fottil' aria l'uno che & il colore fa dillante un aria balta ha quattro gradi di grolTezza grado dall' occhio , & la feconda aria pi alta habbia tre gradi di grolTezza, che ha perfo un grado, fa che il colore acquifli un grado di diltanza j e quando 1' aria pi alta ha perfb due gradi di groffezza, & il colore ha acquiflato due gradi di diflanza, allora tale il terzo e per abbreviare f il colore s' inil primo colore quale
1' 1'
j ,
;

Non

nalza tanto
,

eh' entri

nell' aria

che habbia perfo

tre
,

gradi di grolTez-

il colore acquiftato tre gradi di diftanza allora tu ti puoi za render certo, che tal perdita di colore ha fatto il colore alto e remoto quanto il colore baflb e vicino , perche f Y aria alta ha per,

&

duto

tr

quarti
li

della grolTezza dell' aria bafTa

il

color

nell' alzarli
fi

ha
tro-

acquiftato

tre

quarti di

tutta la diftanza per la quale egli


cofi
fi

va remoto
Se
li

ciall'

occhio
^ojfono

prova
ci'

l'

intento noftro

colori

n}artj

ejfere

parere
.

una uniforme

ofcurita

mediante

una medejma ombra


PolTibile

GAP. C I X,

che tutte le variet de' colori da una medefma omr bra paiano tramutate nel color d' efTe ombre Quefto fi manifefta nelle tenebre d'una notte nubilola, nella quale nilTuna figura p color e perche tenebre altro non che privatiodi corpo l comprende ne di luce incidente e riflelTo, mediante la quale tutte le figure e colon de' corpi fi comprendono, egli neceffario che tolto integra.
;

mente
lori

la

caufa della luce, che manchi T effetto


de' predetti

cognitione de' co-

figure

corpi

Della caufa de

perdimenti
che paiono

de' colori
e

figure de corpi
.

mediante

le tenebra

non fono

GAP. G X.
e

Molti fono
tenebrofi
delle
,

fiti

in f

alluminati,

chiari

che
di

fi

dimoftrano
e

&

al

tutto privi di
fi

qualunque variet

colon

figure

cofe che in efle

ritrovano: quefto avviene per caufa della lu-

alluminata che infra le cofe vedute e 1' occhio s' interpone, come fi vede dentro alle fineftre che fono remote dall'occhio, nelle quali folo ii comprende una uniforme ofcurit affai tenebrofa:
ce
dell' aria

tu entrerai poi dentro

elTa

cafa

tu

vedrai

quelle

in

effer

forte
-

alluminate

potrai fpeditamente

comprendere ogni minima


che trovar
fi

parte di qualunque cofa dentro a tal fineftra,

potelTe

DI
E
quella
tal

LIONARDO DA
nafce

VINCI,
dell'occhio,
la
il

33
quale

dimortratione

per difetto

grandezza della Tua pupilla, e per quello manca alTai della- flia potenza: e nelli luo2;hi pili ofcuri la pupilla fi allarga, e tanto crefce di potenza, quant' Provato nel 2." della mia pr (petti va ella acquilla di grandezza
vinto dalla foverchia luce dell'aria, rellringe aliai
, -

Coiue

mlftiU'.

co fa

mojra

il

jho color
colore
.

njeyo

ella

wi

ha lum? da un ahr^

fnnl

GAP. CXI,
il

NclTuna cofa dimoflrcr mai


,

Tuo proprio colore,

il

lume

che r illumina non in tutto d' elTo colore , e quello fi manitella de' quali le pieghe illuminate, che riflettono o nelli colori de' panni danno lume alle contrapofle pieghe li fanno dimoftrare il lor vero colore. Il medefimo l la foglia dell' oro nel dar lume 1' una all'alil contrario fa da pigliar lume da un' altro colore tra ,
,

&

J)e

color

che jl tmojlrano cariare dal loro ejjere

mediante
1.

U paragoni

de

lor

campi

C A P. C X 1
fi

NelTun termine
Te

di

colore uniforme

dimoflrer

elTere

eguale,

non termina in campo di colore limile a lui. Quello fi vede maniche ciaicun colore pare pi feflo quando il nero termina col bianco nobile nelli confini del fi.10 contrario che non parer nel fi.10 mezzo
,

T)ella

miuatione de

colori

trafparenti dati
.

meij [opra

dfverjt
1.

colon

con la lor dt<verfa relattone

C A P. C X 1 1
fopra
un' altro

Quando un colore trafparente (\ compone un color mirto da lui


,
.

colore variato

diverfo da cialcun de' femplici

che lo compongono Quello fi vede nel lumo che cfce dal cammiil quale quando rincontro al nero d' eflo cammino fi l azno zurro, e quando s' innalza al rifcontro dell' azzurro dell'aria, pare berettino , o rolTeggiante E cofi il pavonazzo dato fopra 1' azzurro color di viola: e quando l'azzurro fiir dato lopra il gialfi fa di
,
.

lo

egli

fi

fa verde
l'

&
fi

il

chiaro fopra
ro

ofcurit

il croco fopra il bianco fi fa giallo fa azzurro, tanto piti bello, quanto il chia:

&

e r ofcuro

faranno pi eccellenti

Qlucil

parte d' un mede fimo colore J mojlrera pi hella tn pittura.

GAP. CXIV.
Qui
bello in

da notare qual parte pittura, o quella che ha

d'
il

un medefimo colore {\ moflra pi luftro, o quella che ha il lume;, o

..

34
o quella
rentia
.

TRATTATO DELLA PITTURA


dell'

ombre mezzane, o
colori
ci

quella dell' ofcure,

Qui bifogna
diverfi

intendere che colore

quello

overo in trafpache l dimanda


:

perche

hanno
dimollra
1'

le
il

loro bellezze in diveria parte di f

me-

defimi: e quello

nero, che ha

la

fua bellezza nell'omnell'

bre , il bianco nel lume , azzurro , verde , e tan , zane, il giallo e rollo ne' lumi, l'oro ne' rirtelfi , e
bre mezzane

ombre mez-

la

lacca nell'om-

Come

ogni colore che }ion ha lujlro

pi

bello

bielle

fue parti luminofe che

nelV ombrof.

GAP. C XV.

Ogni
bro(a
,

colore e pi bello nella Tua parte alluminata che nell' ome quefto nafce , che il lume vivifica e d vera notitia della
,

qualit de' colori

e
la

1'

ombra ammorza ombre


,

za , nero

&

impedifce
pi bello

notitia

ofcura la medefima bellezd'elfo colore. E Te per il contrario il

&

nell'

che ne' lumi

fi

rilponde che

il

nero

non

colore

Veli

'

e'videtma de

colori

GAP. G X V L
e
la

Quella cofa che


pi ofcura fa
il

pi

chiara pi apparifce da lontano,

contrario.

^Iml parte

del colore ragioueijolmente

deve

ejfer

pi bella.

GAP. Gxvn.
Se A.
elfo
{Ttg. II.)
fia
il

lume,

e B.
effo

fia

f alluminato

per linea da
la

lume:
fi

E. che

non pu vedere
alla

lume, vede
fia

folo

parete
il

alluminata: la qual parete diciamo

che

roffa

Effendo coli,

lume che

genera

parete fomiglier alla fua cagione, e tinger


fia

in roffo la faccia E., e f E.

ancora

egli

rollo, vedrai eilere

mol-

to pi bello che B.

&

E. fulfe giallo, vedrai crearfi

un color can-

giante fra giallo e roifo.

Come
Se
il

il

bello

del

colore

debb' eJfer

ni lumi

G A Pr G X V
effer

1 1 1.

noi

vediamo

la

qualit

de' colori

conofciuta mediante

lume,

da giudicare che dove

pi
e

la

vera qualit del


tingerfi nel

colore alluminato,

lume quivi {\ vegga pi dove pi tenebre il cotu pittore, ricor.

lore

colore d' effe tenebre.

Adunque,

dati di moftrare la verit de' colori in tal

parte alluminate

Del

DI LIONAPvDO
T)el
Il

DA
di

VINCI.
rame.

5^

color

<vnc{e

fatto

dalla

rugginf

GAP. CXIX.
fa

verde fatto dal rame, ancor che

tal

color

inelTo a oglio,
:

Tene va in

fumo

la

Tua bellezza

s'

egli
s'

non
egli

fubito invernicato

non folamente

Tene vh in

lumo

ma

far

lavato con una fpo-

gna bagnata di femplice acqua comune, fi lever dalla Tua tavola, dove e dipinto e malTimamente s' il tempo far umido e quello il qual Tale con nafce perche tal verderame facto per forza di file facilit l rilolve ne' tempi piovofi , e malTimamente clfendo bagnato e lavato con la predetta fpogna,
,
:

Aumentat'ioue di hellcz.z.a nel (verderame.

GAP. CXX.

Se far miflo col verde-rame l'aloe cavallino, effo verde-rame acquifera gran bellezza, e pi acquiftarebbe il zaffaranno, f non fen' andade in fumo. E di quefto aloe cavallino fi conofce la bont

quando
rifolve
,

elfo

fi

rifolve

nell'acquavite,
clTa
,

eflendo

calda;

che meglio lo

che

quando

fredda

tu avefii finito un' opera

poi fottilmente la veladi con effo aloe rifoluto in acqua , allora eOfa opera il farebbe di bellifiimo colore ancora iriancora elfo aloe fi pu macinare a oglio per f , fieme col verde-rame, e con ogn altro colore che ti piacefle

con

eflo

verde femplice

&

&

Velia m'ijmie

de colori

'

un con

'

altro

GAP. C X X I.
con
1'

Ancora che
verfo r infinito
,
.

la

miftionc de

colori

l'

un

altro

fi

ftenda

non refter per quello che io non ne facci un poco di difcorfo Ponendo prima alquanti colori femplici con ciafcun e poi a due a di quelli mefcoler ciafcuno degl' altri a uno a uno per fino all' intero numero due & a tre a tre e cofi feguitando di tutti li colori poi ricomincier a mefcolare li colon a due con due, & a tre con tre, e poi a quattro, cofi feguitando fino al fine, fopra elfi due colon femplici fenc metter tre, e con elfi tre e poi icguiter tal miifione in accompagner altri tre, e poi fei tutte le proportioni Golori femplici domando quelli che non fono comporti, ne fi poiTono comporre per via di milbone d' altri colori, nero, bianco: bench quelli non fono mefli ha colori, perche altro uno privatione e r uno tenebre cio X altro e luce generativo: ma io non li voglio per quefto lafciare in dietro, perconcioiache la pittura fia compolla che in pittura fono li principali Dopo il nero e il d' ombre cio di chiaro e ofcuro e di lumi
, ,

1"

1'

bianco feguita
n,

1'

azzurro

giallo

poi

il

verde e lionato
cio

cio

tail

o vuoi

dire

ocriai

di

poi

il

morello,
2

pavonazzo,

&
rof-

,,

^6
roffo
io
:

TRATTATO DELLA PITTURA


e quefli fono otto colori
,

pi

non

in natura

de* .quali

comincio la miftione. E fa primo nero e bianco, di poi nero giallo, e nero e rolTo, di poi giallo e nero, e giallo e ro(To: e perche qui mi manca carta, dice l' autore ^ lafcier a far tal diftintione nella mia opera con lungo procedo, il quale far di grand' utilit
,

anzi neceflarufTimo
e la pratica

e quefta tal defcrittione

s'

intrametter infra

la teorica

Della

fuperjic'te

d* ogni corpo omhrofo

CAP. CXXIL

corpo ombroCj partecipa del col ^rc del fuo obbietto. Quello lo dimoftrano li corpi ombrof con certezza, conciofache nifluno de' predetti corpi moftra la Tua figura , o colore, s" il mezzo interpolo fra il corpo & il luminofb non allumiDiremo dunque che le il corpo opaco fa giallo , nato il luminofo fa azzurro , che la parte alluminata fa verde , il qual verde fi
Tuperficie d* ogni
.

La

&

Compone
^ale
Il

di. giallo

e azzurro.

la

fuperjicie

ricettinja

di

pi

colori,

CAP. CXXIII,
niflun
.

bianco
di

pi ricettivo di qualunque colore che

altra

Provaf qualunque corpo che non fpecchiato dicendo che ogni corpo vacuo capace di ricevere quello che non pofTono ricevere li corpi che non fono vacui, diremo per queflo che il bianco vacuo , o vuoi dir privo di qualunque colore & efTendo egli alluminato del colore di qualunque luminofa, partecipa pi d* eflo luminofo che non farebbe , il nero , il quale fmile ad un vafo rotto , che privo d' ogni capacit a qualunque cofa
fuperfcie
,

2lual

corpo J tinger, pi

del

color

del

fuo

obbietto

CAP. C X X I V.
co-

La
lor di

fuperfcie

d'

ogni corpo parteciper pi interamente del


il

queir obbietto
1'

quale

gli

far

pi

vicino

Quefto avviene
la
ri-

perche
le

obbietto vicino occupa pi moltitudine di variet di fpetie,

quali

venendo

effa

fupeificie

de' corpi

corromperebbero pi
efTo colore,
f

fupeificie

di tal obbietto,

che non

farebbe

fuffe

moto:
te la

&

occupando
in

tali

fpetie, efTo colore

dimoflra pi integramen-

Tua natura

eOo corpo opaco


di pi
bel

^al
La
re
,

corpo fi' dimojlrer

colore.

CAP. CXXV.
di

fuperfcie

di

quell'

opaco

fi

moftrer

pi

perfetto

colo-

la

quale haver per vicino obbietto

un

colore fmile al fuo

VclV

DI
Dell
'

LIONARDO DA
.

VINCI.

37

v2carmtio>;e de ^olti

GAP- C X X V L
lunga
diftanza

Quel

de' corpi
.

pi

fi

conferva in
ci
1'

che fr^ di

moftra eh' il vifo fi faccia ombra la maggior parte eh' habbia ofcuro nelle diftanze perche lumi fon minimi: e per mancano in breve diftanza i il volto, & 1 minimiflimi fono i loro luftri e quefta la caufa che reflando la parte pi ofcura , il vilo fi faccia e fi moftri ofcuro Et tanto pi parr trarre in nero, quanto tal vifo havcr in doifo o in

maggior quantit

Quefta propofitione
,

&

tefta

cofa pi bianca.

Modo

di ritrarre

il

rilievo^ e di preparar

le

carte per quejlo..

GAP. GXXVIL
I

pittori

per ritrarre
carte
di
i

le

cofe

di rilievo
,

debbono
poi dare

tingere la
1'

fu*

pcrficie delle

mezzana

ofcurit
in

ombre
li

pi
fon

ofcure
quelli

&

in

ultimo

lumi principali
li

picciol luogo
(\

quali
all'

che in picciola diilanza fon


d' un

primi che

perdono

occhio.

Tella ryariet

medefimo colore in varie dijani^e dalV occhio,

GAP. GXXVIIl
Infra
li fi
1'

colori

della
dall'

medefima
occhio
far
.

che

meno
infra

rimove

natura, quello manco Provafi perche 1' aria che


,

fi
s'

varia
inter-

pone
fa
:

occhio t

la

cofa veduta
di gran

occupa alquanto

la

detta co-

veduta fi tinge forte del colore di tal aria , e f l aria far di fottile quantit, allora 1' obbietto far poco impedito.
e f r aria interpofta
,

fomma

allora la cofa

'Della verdura veduta

in

campagna

GAP- C X X I X.

Della verdura veduta in campagna di pari qualit , quella parr effere pi ofcura che far nelle piante degl' alberi , e pi chiara fi dimoflrer quella de' prati

^al

verdura parr

pii

d* azzurro

GAP. CXXX.
pi
fi

Quelle verdure
quali faranno
difianza
di

fi

dimoftreranno partecipare
,

d'

azzurro

le

pi ofcura ombrofit
fi

che dice , che V azzurro

compone

prova per la 7.' di chiaro e d' ofcuro in lunga


e qucfto

fiii^i'^

i%
^lual'

TRATTATO DELLA PITTURA


quella fif^erjicte che
nieno

che

altre

dtmojlra

il

fuo

<vero

colore.

CAR
:

CXXXI.
,

Quella fuperficic moftrcr meno il fuo vero colore Quefto vediamo nell' erbe de' prati far pi terfa e pulita
foglie degl' alberi
,

la
,

quale
e nelle
,

le

quali
fi

efendo di pulita e luftra fupcrficie


fpecchia
il

pi-

gliano
e cofi

il

luftro nel qual

fole,

1'

aria

che l'allumina,

in

quella parte del luftro fono private del naturai colore

ilual corpo

mofirera pi

ti

fuo wero colore

GAP.

CXXXI L
la fupcrfi,

.Quel corpo pi dimoftrera


cie far

il

fuo vero colore, del quale


fi

mcn

pulita e piana

Quefto

vede
,

ne'

panni

lini

nelle

nelle quali alcun luftro che fono pelofi onde per necefl'it non potendo fpccchiarc g' non fi pu generare obbietti , folo rendono alf occhio il fuo vero colore e naturale > non eflendo quello corrotto da alcun corpo che 1' allumini con un colore oppofito, come quello del roffor del fole, quando tramonta, e

foglie

deir herbe

&

alberi

tinge

li

nuvoli del fuo proprio colore


T>ella
charez,'La

de

paejt

GAP. CXXXIII.
de' paefi
f

Mai

li

colori

vivacit

chiarezza

dipinti
efii

haranno

conformit con paefi naturali alluminati dal fole, ti non faranno alluminati da elfo fole.
Trofpett'fva

paefi dipin-

comune della dminutone de

colori

in

lunga

dijanx>a,

GAP.
L' aria far tanto
effa

GXXXIV.

pi vicina

all'

partecipante del colore azzurro, quanto orizzonte , tanto pi ofcura , quanto ella a

meno

eflb

orizzonte pi remota.
far

Quefto

{\

prova per

la

3.'
,

del 9.' che


il

manco alluminato dal fi^le di qualit pi rare Adunque il fuoco elemento che manco per eler lui pi raro e pi fottile che aria
moftra che quel corpo
.

quale
1'

fia

vefte
ci

aria
le

l'

occupa

tenebre che fon fopra di lui che non fa effa aria, e per confeguenza , r aria corpo men raro che il fuoco pi s' allumina dalli raggi flari che la penetrano, alluminando l'infinit degl' atomi, che per

&

effa

s'

infondono

per

effa effa

che
del

onde penetrando rende chiara alli noftri occhi aria la fpetie delle fopraddctte tenebre, necelTariamente fa bianchezza d' aria ci pare azzurra, come provato nella 3.*
,

fi

IO.*

tanto

ci

parr di azzurro pi chiaro,


s'

quanto

fra

efle

te-

nebre e gl'occhi noftri

interporr maggior groffezza d'aria.

Come
f

, ,

DI
f

LIONARDO DA
confider
fLiffe

VINCI.
,

^c,

r occhio di chi lo
f la
l'

P. [Fig.

12.) e guardaffe fopra


T occhio
,

di

grolTezza dell' aria P. R. poi declinando alquanto


aria per la linea
P. S.
la

vedeiTc
c(Ter

quale
la

gli

parr
P.
,

pi chiara

per
linea

maggior grofTezza
e i tal

d' aria

per
all'

linea

S.

che per
1'

la

P.

R.

occhio

s'

inchina

tutto privata d' azzurro

vedere penetra molto P. D. che per 1' obliquo

ana quali in vedr feguita , perche la linea del la qual cofa maggior fomma d' aria per la rettitudine
orizzonte
,

P. S.

e coli

fi

perluafo

il

noftro intento.

t)dle cofe fpecchiate nelV acqua de

pae/t

prima

dell"

ana

GAP.
Queir
perficie
aria
fola
,

CXXXV.
che dar
di
f

far
la

quella

fimulacro
dell'

nella

fii-

dell'

acqua

quale

rifletta

dalla fupcrficie

acqua
fia

all'

occhio infra angoli eguali, cio che l'angolo guale all' angolo della rifleffione.
T>imiymt'ione de color

dell'incidenza

e-

per mex.'z.o

uiterpojlo

tnfra loro

'

occhio

GAP.

GXXXVL
vlfibile
1'

Tanto meno dimoflrer la cofa quanto il mezzo interpofio fra lui e


fezza

del Tuo
di

naturai

colore
grof-

occhio far
'

maggior

De" campi che J con'vengono

ali

ombra

tS'

a lumi

GAP.
alluminati
1'

GXXXVII.
1'

Li campi che convengono a


ni

ombre

&
,

a'

lumi
,

&C

alli

termi-

&

adombrati di
,

qualunque

colore

faranno pi fepa-

un colore ofma molto vano curo non deve terminare in altro colore ofcuro e partecipante di bianco , in quanto puoi ofcuro, o cio bianco
ratione
dall' altro
f

un

faranno pi varij

cio eh'
,

traente

all'

ofcuro
quando
hiaucn
bianco J terrnhia in
e

Come

J dc'Ve riparare
in

ti

ofcuro

ofcuro.

GAP. GXXXVIII.
s'

Quando campo bianco,


il

colore d'
allora
i

un corpo bianco
bianchi

abbatte a terminare

in
fa-

faranno

eguah

o n:

e f

ranno eguali , allora quello che ti pi vicino fi far alquanto ofcuro nel termine che egli fa con elTo bianco: e f tal campo far men bianco che il colore che in lui campeggia, allora il campeggiante
fpiccher per f

medefimo dal fuo

differente fenz' altro aiuto di

ter-

mine ofcuro.
Vclht

, .

49
'Della

TRATTATO DELLA PITTURA


/icitiiYci

de colon de

camp

[opra

li

quali

campeggia

ti

bianco

GAP. CXXXIX.
La
ofcuro
,

cofa bianca
e
fi

dimoftier pi bianca che far in campo diniortrer pi olcura che fia in campo pi bianco
fi il

pili
:

qucfto
la

ci

ha infegnato

fioccar della neve


,

la

quale
e
la
fi

veggiamo nel campo dell' aria ci pare ofcura , veggiamo in campo di alcuna fineftra aperta per
,

quando noi quando noi la


,

quale

^\

vede

1'

ofcurita dell'
i

ombra
neve
pare
ci
d'

d' efla

calii
ci

allora elTa

neve
e

chilTima
e
la

la
ci

apprefo

pare veloce,
,

moftrer bian^ da lontano tarda,


di

vicina
la

de, Q

remota

continua quantit pare difcontinua


di
,

guifa

bianche

cor^

"De

campi

delle

figure

C A P. C X L,
quella
di
fi

Delle
chiarezza
,

cofe
la

d'

egual

chiarezza

dimoftrer

di

minor
i

quale far veduta in


,

campo

maggior bianchezza
:

e
1'

quella parr pi bianca


te, efiendo veduta in

che campegger in fpatio pi ofcuro

incarnata parr pallida in


giudicati quello che

campo rollo, e la pallida parr rolTeggiancampo giallo: e fimilmente li colori faranno


li

non fono mediante


delle

campi che

li

circondano

"De

campi

coje

dipnte

GAP. G X L
de'

I,

Di

grandiffima dignit

il

difcorfo

campi

ne' quali

cam-

peggiano li corpi opachi veftiti d' ombre e di lumi , perche a quelne* campi ofcuri , e le parti li fi conviene aver le parti alluminate
ofcure
ne'

campi

chiari

fi

come per

la

figura

vicn

dimoliraco

Di

quelli

che Jngono

in

campagna

la

cofa pi

remota far/i pi ofcura.

GAP. GXLIL
Molti fono che in campagna aperta fanno le ofcure quanto effe fono pi remote dall' occhio ,
contrario
,

figure
la

tanto

pi

qual cofa in
aca-

gi la cofa imitata
fi

non

folle

bianca

perche allora

derebbe quello che di fotte

propone.
'

De

colori

delle

cofe

remote dall

occhio

GAP, CXLIII.
Adunque havendo
due miglia
,

L' aria tinge pi

g'

obbietti, eh' ella fepara dall' occhio, del fuo col'aria diIo

lore, quanto ella far di maggior grolTezza.


vifo un' obbietto ofcuro

con grolTezza

di

<;lla

tinge

pi

, ,

DI
pi
,

LIONARDO DA

VINCI.
.

41

Rifpondc qui l' avche quella che ha groffczza d' un miglio vcrfario , e dice che li paefi hanno gY alberi d' una medefma Ipctic pi ofcuri da lontano che d' apprelFo , la qual cof non vera e divife da eguali fpatij ma far ben Ce le piante faranno eguali
,
:

e vedrafT la chiarezza delli praprimi alberi faranno rari ti che li dividono, e g' ultimi faranno fped'ii come accade nelle riche allora non fi vede fpatio di chiare prave e vicinit de' fiumi terie , ma tutti inficme congiunti, facendo ombra T un fopra l'altro, Ancora accade che molto maggiore la parte ombrof delle pianche la luminofa e per le fpetie che manda di f effa pianta te &: il colore ofcuro che fi air occhio, fi moftrano in lunga diftanza trova in maggior quantit pi mantiene le fue fpetie che la parte men' ofcura e cofi ciTo mifto porta con feco la parte pi potente in pi lunga diflanza,

vera

li

Gmdi

di pitture.

GAP. CXLIV.

Non
pittori

femprc buono quel che

bello, e qucfto dico per quei


,

che amano tanto la bellezza de' colori che non fenza gran confcienza danno lor dcbolilTime, e quafi infenfibil' ombre , non Rimando il lor rilievo. Et in qucfto errore fono i ben parlatori Tenia alcuna fentenza
7)ello

fpccchtamento

colore

dell'

acqua del mare ^veduto da

di^verf afpeiti.

GAP. GXLV.
Il

rnarc ondeggiante

non ha colore univerfale


colore ofcuro
e
,

da
to

terra
e

ferma

il

vede

di

vede tanto pi ofcuro quan,

ma

chi lo

over luitri che fi muovono con tardit ad ufo di pecore bianche negl' armenti e chi vede il mare ftando in alto mare lo vede azzurro; &c quefto nafce perche da terra il mare pare ofcuro, perche vi vedi in lui
r onde

pi vicino

l'orizzonte,

vedcfi

alcun chiarore,

che fpecchiano no azzurre , perche tu


fpecchiata
,

1'

ofcurit

della terra, e

da alto mare paioazzura


di
tal'

f'

vedi

nell'

onde

1'

ari^

onde

Della

uatura

de

paragom

GAP. G X LV
le

I.

pi
veili

fanno bianche che non fono , e


veftimenti
neri
,

Li

parer
li

carni

de' fimulacri

humani
parere
,

veflimcnti bianchi
le

fanno

le

carni ofcurc

&

veflimcnti

gialli

fanno

parere

colorite

rofTe le

dimofrano

pallide.

Vel

42

TRATTATO DELLA PITTURA


T>el color

delV ombra di quahtnque corpo.


dell'

CAP. CXLVIL

qualunque corpo far vera, ne propria f T obbietto che 1' adombra non del colore del cor, po da lui adombrato Diremo per efempio eh' io habbia una habitationc nella quale le pareti fiano verdi, dico che f in tal luogo far veduto azzurro, il quale fia luminato dalla chiarezza dell'azzurro, che allora tal parte luminata far di bellilTimo azzurro, e l'ombra far brutta, e non vera ombra di tal bellezza d'azzurro, perche fi corrompe per il verde che in lui riverbera e peggio farebbe f tal parete fuffe tan,
color
di
.

Mai il ombra

ombra

1'

T>ella p'ofpeiti'va de

colori

ne luoghi

ofcur'i

C A P. C X LV 1
infino
fa

L
tenebre
.

Ne' luoghi luminofi uniformemente deformi quel colore far pi ofcuro , che da elfo occhio
Trofpettinja de
colori.

alle

pi remoto

CAP. CXLIX,

debbono elTer femplici, & i gradi della loro dimlnutione infieme con li gradi delle diftanze fi debbono convenire,
I primi

colori

cio che le grandezze delle cofe parteciperanno pi della natura

del

punto quanto
partecipare
del

elfi

gli

faran pi vicini,
del

&
,

colori

colore

fuo

orizzonte

quanto

han tanto pi a elfi a quello fon

pi propinqui

De
II

colori,

CAP. CL.

colore che
fia

fi

trova infra la parte om.brofi e f alluminata de'

corpi cmbrofi,

di
la

alluminato:

dunque

minor bellezza che quello, che fia interamente prima bellezza de' colori fa ne' principali lumi,
'

X>a che tmfce


L' azzurro
,

a'Zj-z.urro

nell

'

aria

CAP. C L I,
dell' aria

dell' aria

nafcc dalla grolTezza del corpo


:

al-

L' aria per luminata interpola fra le tenebre fuperiori e la terra f non ha qualit d' odori, o di fapori , o di colori, ma in f piglia le fimilitudini delle cofe che dopo lei fono collocate, e tanto l.r di pi beli' azzurro quanto dietro ad elTa faran maggior tenebre non cHTendo lei di troppo fpatio, ne di troppa groHezza d'humiditi e vedefi ne' monti, che hanno pi ombre, effer pi bell'azzurro nelle lunghe diftanze , e cofi dove pi alluminato, moftrar pi il color del rnonte che
1'

dell'
.

azzurrq appiccatoli

dell' aria

che infra

lui

occhio

s'

interpone

Ve

DI LIONAPvDO
Tfe
colori.

DA

VINCI,

43

GAP. CLIL

che non fono azzurri, quello in lunga diltanza quale far pi vicino al nero il parteciper pi d' azzurro e cofi converfo ii manterr per lunga diilanza nel Tuo proprio colore cii
Infra
i

colori

il

quale far
fi

pi

difTimile

al

detto

nero.
,

Adunque

il il

verde delle
giallo

campagne
bianco
,

tralmuter pi

nell'
il

azzurro
giallo e

cof

per
il

il

contrario

che non fa bianco manco

il

fi

trafmutara

che

il

verde

&

roffo,

'Bicolori.

GAP. GLIII.
tanto

colori

porti

neir
,

ombre parteciperanno
quanto
efii

pi o

meno

del-

la

loro

naturai bellezza

faranno in maggiore o minore


effi

ofcurit.
il

Ma

colori faranno ftuati in fpatio luminofo, allora

quanto il luminofo fa di maggior fplendore. L' avverfario dir: Tante fono le variet de* colori dell' ombre quante fono le variet de' colori che hanno le cofe adombrate. E io dico che li colori pofti nell'ombre moflreranno infra loro tanta minor variet , quanto l' ombre che vi fono ftuate fano pi ofcure, e di queflo ne fon testimoni quelli che dalle piazze guardano dentro le porte de' tempij ombrofi , dove le pitture ve,

moflreranno di tanta maggior bellezza

nite di varij colori apparifcono tutte vel^ite di

tenebre

De camp
Il

delle

figure

de corpi

dipnti

GAP. G L I V,
de-

campo che circonda


pi ofcuro che
la

le

figure di

qualunque cofa dipinta


d' effe

ve

cffcre

la

parte

alluminata

figure,

e pi

chiaro che

parte

ombrofa
il

Terche

bict)Jco

non

colore

G A P. G L V.
una potenza
,
:

Il

bianco non colore

ma
la

in

ricettiva

d'

ogni

colore

Quando
i

effo

in

campagna
4.*

alta

tutte le fue

ombre fono
d'

azzurre

queflo

nafce per
del

che dice
del

La fuperHcie
.

ogni
tal

corpo

opaco

partecipa

color

fuo

obbictto

Adunque

bianco cITendo privato del lume del fole per interpofitione di qualche obbietto trafmelTo fra il fole elio bianco, refta tutto il bianco , che vede il fole e 1' aria partecipante del color del fole e dell'

&

non villa dal fole refta ombrofa, e partecipante del color dell' aria e f tal bianco non vedeffe la verdura della campagna infine all' orizzonte , ne ancora vedeife la bian:

aria, e quella parte che

chezza

44
chezza di
tale

TRATTATO DELLA PITTURA


orizzonte
,
,

fenza
fi

di femplice

colore

del quale

dubbio moira

eflo
elTere

bianco
Y aria

parrebbe

eficre

Ve
11

colon.

GAP. CLVL
ogni
cofa
in
giallo
y

lume

del fuoco tinge

ma

quello

non

apparer elTcr vero , f non al paragone delle cofe alluminate dall' aria j e quello paragone fi potr vedere vicino al fine della giornata 1' aurora, ancora dove in una ftanza ofcura dia e ficuramente dopo

&

fopra
di

1'

obbietto un fpiracolo d'aria,

&

ancora un fpiracolo

di

lurne

luogo certamente faran vedute chiare e fpedite le loro differenze. Ma fenza tal paragone mai far conofciuta la lor differenza, fiilvo ne' colon che han pii fimilitudine, ma fian conofciuti come bianco dal giallo, chiaro verde dall'azzurro, perche come mefcolare ingialleggiando il lume che allumina 1' azzurro lieme azzurro e gial'o, quali compongono un bel verde j e f
candela,
in
tal
, , i

&

niefcoli poi

giallo

co.i

verde,

fi

t aliai

pii

bello.

J)e

colori

de

lumi

incidemi

^
in

nflejfi

GAP. GLVII.
a
s
il

Quando due lumi mettono


non poffono
potenza, o
f fiiranno
variarfi
effi

non

ir

mezzo due modi


in

corpo ombrofo
faranno
d'

cio

o
de'

egual
loro:

faranno ineguali, cio parlando


,

lumi
,

infra

eguali

fi

potranno variare
1'

due

altri

modi

cio fecon-

do
le
:

il

loro fptendore fopra

obbietto, che
in eguale
fi

fir

o eguale, o difuguadifuguali,
altri

eguale far

quando faranno
.

dillanza^

nelle

difusuali
di
,

diftanze

In epuali dillanze

varieranno in due
infra

mo-

due lumi eguali in colore & in fplendore, pu effer alluminato da eili lumi eguali in colore & in fplendore pu effere alluminato da e(i lumi in due modi, cio o egualmente da ogni parte, o difugualmente: egualmente far da elfi lumi alluminato, quando lo fpatio che reffa inditorno a' due lumi far d' egual colore e ofcurit e chiarezza fi.iguali faranno, quando effi l'patij intorno a due lumi faranno varij
cio r obbietto fituato

con egual difianza

in

ole uri t

Di

colori

dell'ombra.

GAP. GLVIIL
de' corpi

Speffe volte accade

1'

ombra

ombrofi non
,

effcr

corq-i

pagna

i lumi colon de' lumi , e faran verdeggianti 1' ombre rolleggianti, ancora che il corpo fia di colore eguale. Quello accade che il lume verr d'oriente fopra 1' obbietto alluminer 1' ob-

de'

&

&

bietto

del colore del fuo fplendore

&

dall'

occidente far un' altro

ob-

DI LIONAPvDO
obbietto dal
,
1

DA
,

VINCI.

45

mcdefmo lume alluminato il quale far d' altro colore onde con llioi lumi ririedi rilalta verfo leeli il primo obbietto vante, e percuote con i Tuoi raggi nelle parti del primo obbietto Tuoi raggi-) e rimangono fermi infeme lai volto, & 2I1 fi tagliano con loro colori, e fplcndori. Io ho pelle volte veduto un' obiet1 i
f

to bianco,
nelle

lumi
di

rofli

montagne

l'ombre azzurreggianti neve quando il fole tramonta


,

e
all'

quefto

accade
fi

orizzonte, e

moflra infocato
Delle
co

(f/^.

14.)

poje

campo chiaro

perche tal ufo

utile

tn pittura

GAP. CLIX.
Quando
p alluminato
,

il

corpo ombrofo terminer


per neceH'it
i

in

campo
e

di

color chiaro
elio

allora

parr
corpi

fpiccato
di

remoto da
fono
ta'i

campo;
celfit
fi

quefto accade perche

curva

fuperfcie per

neper-

cofT

fanno ombrof nella parte oppoflta d' onde non privato di da' raggi luminof, per elTer tal luogo
qual cofa molto
fi

raggi:

campo e la parte d' e(To corpo alluminato non terminer mai in efto campo alluminato con la fua prima chiarezza, anzi fra il campo & il primo lume del corpo s'ino del terpone un termine del corpo che pi ofcuro del campo
per
la

varia dal

lume

del corpo rifpettive [Fig.

15.)

Ve Cam fi

C A P. C L X.
cio la chiara nell' ofcuro
,

De
nel

campi
1'

delle figure

1'

ofcura

campo

chiaro,

del
1'

bianco col nero,


altro
,

nero col bianco,


1'

pare
altro

pi potente
l

uno per

coli

li

contrarij

urlo

per

1'

moftrano femprc pi potenti

De

color

che ri Cult ano

dalla

mijliouc
.

cV altri colon

li
I.

quali J

dimandonQ

fpecie feconde

GAP. G L X
e
il

De' fcmplici colori


accettano ne
il

il

primo
il

bianco

bench

filofofi

non
1'

bianco ne
,

no caufa de' colori pu far fenza quelli noi


,

nero nel numero de' colori l'altro privatione. Ma perche


li

perche
pittore
,

u-

il

non
e

metteremo
il
il

nel
il

numero
il

degl' altri
1

diil
il

remo
giallo

il

bianco in quefto

ordine elTere
terzo,

primo, ne

femplici,
il

il

fecondo;
il

il

verde

X azzurro

quarto,

rollo

quinto,

nero

il

fefto:

&

quale nilTun colore veder fi , per l'acqua, l'azzurro per l'aria,


ro per
le

bianco metteremo per la luce fenza la verde il il giallo per la terra pu

& &

tenebre che Itan fopra

1'

fuoco, & il neelemento del fuoco , perche non \ V e


il

roffo

per

il

>

46
v'

TRATTATO DELLA PITTURA


i

materia o grofTezza dove


la

raggi del fole habbiano

penetrare

e percuotere, e per confeguenza alluminare. Se vuoi con brevit ve-

dere
quelli

variet di tutti
tutti
i

li

colori compoft, togli vetri


della

coloriti, e per

guarda
cofi

colori
li

campagna
delle

gono, e veggono qua! fia


il

vedrai tutti
tutte mii:e
,

colori col
tal

che dopo quello fi vegcofe che dopo tal vetro {{


predetto vetro
,

eflere
il

colore

del
s*

e
:

vedrai
f

colore

che con

milione
cofi

acconci

o gualii

far

predetto vetro di color giallo, dico che


elio e

la fpecie

degl' obbietti

per
re
:

paiano all'occhio,

poHono
in
tal

peggiorare
di

come

che meglioraall'

quei1:o

peggioramento

colore

vetro

accader
coli

az-

zurro, e nero, e bianco fopra tutti gl'altri, cader nel giallo e verde fopra tutti g' altri
,

&
,

il

meglioramento ac^
anderai fcor^

rendo con l'occhio


a quello

modo

comporti,

&

il

colon le quali fono infinite: & farai elettione di nove inventioni di colon mift medefimo fi far con due vetri di varij calori antele

miftioni

de'

&

poili all'occhio,

e cofi per te potrai feguitare.

Decolori.
L' azzurro 6i

GAP, CLXIL

il

verde non

per

femplice,

Il

perche
dell' aria,

1'

azzurro
cio ne-

comporto

di luce e
,

di tenebre,

come

quello

verde comporto d' un femplice e d'un comporto, cio fi compone d'azzurro e di giallo. Sempre la cofa fpecchiata partecipa del color del corpo che la
ro pertettilfimo
e

bianco candidifTimo.

fpecchia,
to
,

&

il

fpecchio
tanto

fi

tinge in parte del color


1'

partecipa

pi

uno

dell'altro,

da quanto

lui
la

fpecchiafi

cofi che

fpecchia pi o m^no potente che il colore dello ipecchio, g quella cofa parer di potente colore nello fpecchio, che pi partecipa
del color
d' elfo

fpecchio.
de' corpi

Delli colori

quello

far

veduto

in
fi

mac^gior dirtanza,

che

fia

di

pi

fplendida

bianchezza.

Adunque

vedr

in

minor
quel:

longinquit, quel che far di maggior ofcurit


Intra
lo
fi

li

corpi di egual bianchezza e dirtanza

dall'

occhio,

e dimortrer pi candido eh' circondato da maggior ofcurit per contrario quell' ofcurit fi dimortrer pi tenebrofa , che fia ve-

candida bianchezza. Delli colon di egual perfettione quello fi dimortrer di maggior eccellenza che fia veduto in compagnia del color retto contra&C il pallido col rorto, il nero col bianco, bench ne l'uno ne rio l'altro fia colore: azzurro e giallo, verde e roffo, perche ogni colore fi conofce meglio nel fuo contrario che nel fuo limile , copie r ofcuro nel chiaro, il chiaro nell'ofcuro. Quella cola che fia veduta in aria ofcura e torbida, effendo
in pi
,

duta

bian-

DI

LIONARDO DA

VINCI.

47

bianca parr di maggior forma che non . Quello accade, perche, come detto 'di {pra, la coia chiara crefce nel campo ofcuro , per
le

ragioni dianzi aflegnate.


11

mezzo che

tra
l'aria

fuo colore,

come
,

occhio e la cofa vifta tramuta effa cofa in azzurra far che le montagne lontane faran1'

che ci che vede l' occhio dopo lui pare rodo il lume che finno le llelle intorno a elle, occupato per la tenebroft della notte che fi trova infra 1' occhio e la luminatione d' effe ftclle
il

no azzurre

vetro roffo

fa

&

Il

vero colore di qualunque corpo

fi

dimoftrer in quella

par-

che non fa occupata da alcuna qualit d'ombra, ne da luflro, f far corpo pulito Dico che il bianco che termina con 1' ofcuro , fa che in cfT termini, 1' ofcuro pare pi nero, il bianco pare pi candido.
te
.

&

Del

colore

delle

montagne.

GAP. CLXIII.

Quella montagna all' occhio fi dimoflrer di pi beli' azzurro che far da f pi ofcura e quella far pi cfcura che far pi alta e pi bofcareccia , perche tali bofchi coprono affai arbufti dalla parte di fotto fi che non gli vede il cielo; ancora le piante falvatiche de* bofchi fono in f pi ofcure delle domeniche Molto pi ciprlTi pini ofcure fono le quercie , faggi abeti che non fono gli alberi domeftici , e ulivi Quella lucidit che s' interpone infra l'occhio e '1 nero, che far pi fottile nella gran fua cima fae. r nero di pi beli' azzurro, e cof di converfo quella pianta manco pare di dividerli dal fuo campo, che termina con campo di
,
,

&

colore pi fmile al fuo, e cof di converfo: e quella parte del bianco parr pi candida , che far pi preflo al confino del nero , e

bianche quelle che pi faranno remote da effo fcuro e quella parte del nero parr pi ofcura, che far pi vicina al bianco, e coli parr manco ofcura quella che far pi remota da
cof

parranno
:

meno

elfo

bianco.

Come

ti

pittore

denje

mettere in pratica la

profpettt<va

de

colori

GAP. CLXIV.

voler mettere

quefla

profpettiva del variare,


,

o perdere, o

vero diminuire la propria edenza de' colori piglierai di cento in cento braccia cofe poftc infra la campagna , come fono alberi , cafe , huomini , e fti inquanto al primo albero , haverai un vetro fermo bene e coli fa fermo 1' occhio tuo in detto vetro difcgna un albero fopra la forma di quello, dipoi fcoftalo tanto per tra,

&

&

verfo

4
vcrfo
,

TRATTATO DELLA PITTURA


,

cht r albero naturale confini qiiafi col tuo difegno poi co lorifci il tuo difgno, in modo che per colore e forma fia a paragone r un dell'altro, o che tutti due, chiudendo un occhio, paiano
dipinti, e
fa

detto vetro d'una

medefima

diftanza

quefta regola

medefima
cia,
di
,

fa

degl'alberi fecondi, e de terzi di

cento

cento brac-

vano in vano, & quefti ti fervino come tuoi adiutori, e Tempre operandoli nelle tue opere, dove fi appartengono, naeftri Ma io trovo per la regola che il e faranno bene sfuggir 1' opera fecondo diminuilcc j del primo, quando fuiTe lontano venti bracci* dal primo,
.

J)clla profpettha aerea

C A P. C L X V,
quale
fi

Evvi
per
la

un* altra prospettiva,


dell' aria
fi

la

dice aerea,
le

imperochc
diftanze
di (
V
,

variet

poffono
l

conofcerc

diverfe
fola

varij edificij

terminati

ne' loro nafcimenti


cdificij di

da una

linea

come

da un muro , fi che tutti appa* eftr?mit di detto muro d' una medefima grandezza , e rifcano fopra che tu volefT in pittura far parer pi lontano 1' uno che 1' altro E* da figurarfi un' aria un poco grolla Tu (ai che in fimil aria 1' ultime cofe vedute in quella, come fon le montagne, per la gran quantit paiono dell' aria che fi trova infra l' occhio tuo e dette montagne
farebbe
il

veder molti
1'

azzurre

quafi del color dell' aria


farai

dunque
il

fopra

il

quando detto muro il primo


,

il

fole

per levante
del
e

A'

edificio

fuo colore
e

pi lontano fallo

meno
l
fia

profilato,

pi azzurro,

quello che tu

vuoi che fia pi in quello che vuoi che


pi azzurro,
e

altrettanto,

fallo

altrettanto pi azzurro,

quefta
d'

una

linea

parranno

cinque volte pi lontano, fallo cinque volte regola far che gli edifici; che fono fopra una medefima grandezza , e chiaramente

fi

conofcer quale e pi dinante, e qual maggior dell'altro {Fig.iy)

Ve

<vaytj

accidenti

mo'vimem

dell'

huomo

froporttone

de memori

GAP.
Varianfi
le

CLXVL
in

mifure

del]'

huomo

ciafcun

membro,
o

pli^gando

quello pi o

meno,

&

diverfi

afpetti,

diminuendo

creicendo

tanto

pi

meno da una

parte,

quant* elle

crefcono, o diminuii^

cono

dal lato oppufito.

Velie mutationi delle mifure

dell'
.

huomo dal fuo nafcimeyito al fuo

ultimi

crefcmento

GAP. GLXVIL
infantia ha la larghezza
delle fpallc

L'

huomo

nella

fua prima

eguale alla lunghezza del vifo,

&

allo

fpatio che

dalla giuntura
d' elle

DI
'

LIONARDO DA

VINCI.

49

fimile cOe fpalle alle gomita, clTcndo piegato il braccio, allo fpatio che dal dito grolo della mano al detto gomito, fimile allo fpatio che dal nafcimento della verga al mezzo del e fmils allo fpatio che e da effa giuntura del ginocginocchio, chio alla giuntura del piede. Ma quando 1' huomo pervenuto all'

&

&

ultirna fua altezza,

ogni predetto fpatio raddoppia la lunghezza fua, leccetto la lunghezza del vifo , la quale infeme con la grandezza di tutto il capo Fa poca variec: e per quefto 1' huomo , che ha finito
fua
,

la

grandezza,
e
la

il

quale

ila

bene prpportionato
d' effi
d' elfi

dicci
e

de' fuoi

volti
altre

larghezza delle fpalle due

volti

cofi tutte Y

lunghezze fopraddette fon due neir uniyerfal mifura dell' huomo

volti:

&

il

refto

fi

dir

Come

tt

tutttnt

hanno

le

giuntuve

coutrcirte

agV huomim

nelle

loro

gi'of-

fe'z.x.e.

GAP. CLXVIII.
le
:

Li putti piccioli hanno tutti


fi

giunture

fottili,

e gli

fpatlj

po-

fra

r
le

una

e l'altra

fono

grolTi

e quefto

fopra

giunture e fola fenz' altra polpa, che cinge e lega infeme l'offa, e la carnofit humorofa
:

perche la pelle eh' di natura di nervo,

accade

fi

trova fra

ma perche 1 r una e X altra giuntura inclufa fra la pelle e 1' oflo offa fono pi grolTe nelle giunture che fra le giunture, la carne nel crcfcere dell' huomo viene a lafciare qiiella fuperfluit che ftava fra
la

pelle

1'

offo

onde
:

la

pelle

s'

accorta pi a

1'

olTo
vi

viene ad
altro

affottigliar le

membra

ma
:

fopra

le

giunture

non

eifendo

che la cartilaginofi e nervofa pelle , non pu difeccare , e non difeccando non diminuifce onde per quefte ragioni li puttini fono fottili nelle giunture, e groffi fra elTe, come fi vede le giunture
delle dita,

braccia, fpalle fottili, e concave


in

1'

huomo

per

il

con-

trario effer grolTo

tutte

le
,

giunture delle braccia, e


loro haver di rilievo

gambe:

do-i^

ve

li

puttini

hanno

in fuori

Velia

d'tjfereni.a

della

mifura.

che

fra

li

putti

t^

gli huomini

GAP. GLXIX.
Fra gV huomini,
za
dall'

&
,

puttinl
,

una

all'

altra

giuntura
e

trovo gran dilTerenza di lunghezimperoche ]' huomo ha dalla giuntura

delle

fpalle

al

gomito

dal

g mito
all'

alla

punta
teftc

del dito groilo

e dall' un

homero
,

della

fpalla
la

altro

due

putto ne ha una

perche

natura

compone

il per mezzo , prima la grandezza del-

&

)a cafi dell' intelletto,

che quella degli

fpiriti

vitali.

T>elU

jo

TRATTATO DELLA PITTURA


Delle giunture delle dtta
.

C A P C L X X.
loro

Le

dita della

mano

ingrolTano

le

giunture per tutti

li

lo-

ro afpetti quando fi piegano , e tanto pi s' ingrolTano quanto pi fi piegano, e cofi diminuifcono quanto pi fi drizzano, il firnile accade delle dita de' piedi, e tanto pi fi varieranno quanto elle fa-

ranno pi carnofe
Delle
giunture
delle

fpalle

fuot

crefctmentt

GAP.
Le giunture
ranno
al
filo

CLXXL
e
dell' altre

delle fpalle,

membra

piegabili,

fi

dile

caufe de'

luogo nel trattato delia notomia, dove li moftrano moti di tutte le parti di che fi compone l'huomo.
Delle fpalle.

GAP. GLXXIL
principali
il

Sono

li

moti
o
in

{empiici
cio

del

piegamento
a
fi

fatto

dalla
f

giuntura delle fpalle,

quando
f
fi

braccio

quella appiccato

move
moti

in alto,
efTere
,

bailo, o in dietro,

bench

potrebbe dire
a

tali

infiniti,

perche
fi^no in
,

volter la

fipalla

una parete
,

di
fat-

muro
to

e
i

fi

fegner col fuo braccio una figura circolare

fi

far

tutti

moti che
in

effa e
tal

fpalla,

nua
dal

divifibile

infinito
,

perche ogni quantit conticerchio quantit continua fatta


contid' ef-

moto
,

del

nua

Te

eiTa

moto non produce quantit Adunque il moto continuazione non la conduce


braccio
il

qual

fo braccio flato per tutte le parti del cerchio , 6c edendo chio divifibile in infinito, infinite fono le variet delle fpalle.
Delle mifure um^erfali de corpi

il

cer-

GAP. GLXXIH.
de' corpi
fi

Dico che
dabili

le

mifure
cofe

univerfali
e

debbono

olTervare

nelle lunghezze delle figure,


e maravigliofe

non

nelle grollezze,
nell'

che
tu

apparifcono
fpetie

perche delle lauopere della natura


precifione
C\

una

che
all'

mai

in

qualunque

un

particolare con
di
tal

fomiglia
attendi

altro.
variet
,

Adunque

imitatore
.

natura, guarda

&
le

alla

de' lineamenti

cofe
ti,

come di gambe mofiruofe piglia dunque e braccia lunghe s


nelle

Piacemi bene lunghe bufti


,

che
corti
,

tu

fugga

petti

foret-

le

mifiire

delle
,

giunture,

le

grolTezze

quali

forte

varia

effa

natura

vanerai

ancor

tu.

Delh

DI
T)elle

LIONARDO DA
dA
corpo
bitmaio
,

VINCI.
membra

51

rnifure

piegamenti di

GAP. CLXXIV.
La
nitori
,

nccelTit

coftnnge

il

pittore

ad haver

notitia dell' offa

fofte-

armatura della carne che fopra efTe fi pol , e delle giunper la ture che accrefcono e diminuifcono nelli loro piegamenti qual cofa la mifura del braccio diftefb non conf con la mifura del Crefce il braccio e diminuifce mfra la variet dell' ultima piegato fua eftenfione e piegamento l'ottava parte della Tua lunghezza. L'accrefcimento e X accortamento del braccio viene dall' ofTo che avane
,
.

za fuori della giuntura del braccio,

il

quale,
al

come

vedi nella figura


efiendo

A.
lo

B. [Ftg.
d' cfTo

17.)

fa lungo dalle fpalle

gomito,

l'ango-

gomito
:

minor che

retto,

tanto pi crefce, quanto tal

angolo diminuifce, e tanto pi diminuifce quanto il predetto angolo tanto pi crefce lo fpatio dalla fpalla al gomifi fa maggiore to, quanto l'angolo della piegatura d' effo gomito fi fa minore che retco , e tanto pi diminuifce quanto eflo maggior che retto

&

Della proporonalitk

delle

membra

GAP. G L X X V-

qualunque animale fiano corrifpondenti al fuo cio che quel che e corto e groflo deve havere ogni memtutto e quello che lungo e fottile habbia le bro in f corto e groffo inembra lunghe e fottili , & il mediocre habbia le membra della

Tutte
,

le

parti

di

medefima mediocrit, & il medefimo intendo haver detto delle piante, le quali non fiano ftroppjate dall' huomo o da venti, perch
quefte rimettono giovent fopra vecchiezza, e cefi dellrutta la fua
naturale proportionalit

Velia giimtura

delle

mani

col

braccio.

GAP. GLXXVI.
mano
diminuifce nello
,

La giuntura
gner
,

del

braccio con la
la

fija

firi-

&C ingroffa
il

quando
il

mano
e

fi

viene ad aprire
la

&
li

il

contra-

rio fa

braccio infra
nafce che
,

gemito
aprir la

mano
li

per

tutti

fuoi verfi:
fi

e quefto

nell*

mano

mufcoli domeftici

di-

fendono & affottigliano il braccio infra il gomito e la mano, e quando la mano fi (tringe li mufcoli domeftici e filveflri fi ritirano & ingroHano ma li filveflri folo fi difcoftano dall' olio , per ef, ,

fer

tirati

dal piegar della

mano

Velie

52

TRATTATO DELLA PITTURA


Delle giunture de* piedi
,

loro

hi ^rojf amenti

diminutioue

GAP. CLXXVII.
Solo la dimlnutlone
fatta neir afpetto della

&

accrefcimento
parte

della

giuntura

del

piede

Tua

f.veftre

D. E,

F. {Fig.

i8.), la

quale crefce quando l'angolo di tal giuntura fi fa pi acuto, e tanto diminuifce quanto egli falli pi ottufo, cio dalle giunture dinanzi A. C. B. fi parla.
!Delle

membra

che dtminuifcono

difendono.
Infra le

GAP. GLXXVIH.

quando f piegano

crefcom quand jt

che hanno giunture piegabili fblo il ginocchio quello che nel piegarfi diminuifce di fua grolTezza, e nel diitsa^
derfi

membra

ingrofla.

^elle membra che tngrojjano nella

loro

GAP. GLXXIX.
Tutte
le loro
le

giuntura quando J piegano

membra

dell'

huomo

ingroffano nelli piegamenti

del-

giunture, eccetto la giuntura della gamba.


X>elle

membra degV huomini

ignudi.

GAP. GLXXX.
li

Le membra degV huomini ignudi


verfe attioni,
lato
altri

quali
i

s*

affaticano

in di-

fole

fiano quelle che fcoprano


il

lor mufcoli

da quel
,

dove

lor

mufcoli

membri
pi o

fiano pi

membro delle muovono o meno pronuntiati ne' loro

operationi

li

mufcoli,

fecon-

do che
'Delli

meno

s'

affaticano.

moti potenti delle membra

dell'

huomo
e

GAP.

GLXXX L
,

Quel braccio
dofi moffo
altri

far di pi

potente

lungo moto

il

quale fen-

dal

fuo naturale
19.) che

fito,
fito

membri

a ritirarlo nel
{Ftg.

bavera pi potente aderenza degl* dove lui defidera muoverfi Gomc


.

huomo A.

muove

il

braccio col tratto E. e portalo


la

in contrario fito col moverfi

con tutta

perfona in B.

Del mnjimento delV huomo.

GAP. GLXXXII.
l'

La fomma

principal parte dell' arte e

inveftigatione de'

ponimenti di qualunque cofa, & la feconda parte de' che habbino attentione alle loro operationi i le quali fiano

com movimenti
,

fatte

con

pron-

DI
prontltudine
,

LIONARDO DA
li
:

VINCI.
cofi

55
in

fecondo

gradi delli
e

loro

operatori,
di

pigricia,
la

come in follecitudine fomma qualit che fi


do uno debba
gittar

che

la

prontitudine

ferocit

de
la

la

richiede all'operatore di

quella.

Come
che
,

quanfi-

dardi, o

falTi

altre in

(rnili

c/e,
6c in

gura dimoftri Tua f.rnma difpoltione qui ne fono due figure in modi varij
&c
il

ta'e

attione

della quale

in

attione,

pot za:

A. {Fig. 20.) la feconda il movimento B., ma 1' A. rimover pi da f la cofa gettata, che non 1' uno e 1* altro moftri di voler tuare il far la B. perche ancora che pefo ad un medefimo afpetto, T A. havendo volto li piedi ad

primo

in

valetudine

la

figura

fuo

eflb afpetto

trario
eflo

fito,

quando fi torce o piega, dove elfo apparecchia

e
la

fi

rimove da quello
del a

in

con-

difpcfiticne

potenza,

con velocit e comodit al fito dove eiTo lafcia ufcir Ma in quello medefimo cafo la figura B. il pefo delle fue mani. havendo le punte de' piedi volte in contrario fito al luog d ve ef grand' incoCo vuol tirare il fuo pefo, fi ftorce ad elfo luogo c^n
ritorna
>

modit,

per confeguenza

1'

effetto

deb^-le

&

il

to

partecipa

apparecchio della forza in ciafcun movimento vuol elTerc con iftorcimenti e piegamenti di gran violenza, &C operatione ha buon efritorno fia con agio e comodit , e coli il perche il baleftro che non ha dilpofiti -ne violente, il moto fetto non del mobile da lui rimolfo far breve, o nulla: perche dove violenza, ella disfattione di violenza non moto, e dove n .n 1' arco che non ha violenza non pu efier diftrutta , e per queito non pu far moto f non acquiita efia violenza , e nell' acquilhrdella fua caufa,

perche

1'

1'

o pieghi non ha har tratto il fuo dardo, acquilkto potenza. dove elfo ha elio fi trover elTere ilorto e debole per quel verfo fol vale a tortratto il mobile, &: acquiftato una potenza, la quale
la varier

da

f.

Cofi

huomo che non Adunque quando A.


1'

fi

ftorca

nare in contrario
Delle attttud'im

moto
mo^meitt
,

lor

membri

GAP. CLXXXIII.

medefimi movimenti in una medefima figura nelle fue membra, o mani, o dita: ne anco la fi replichi le hiiloria fufie grandiflE f medefime attitudini in una hilloria ma, come una battaglia, o una occifionc di foldati do\c no'i e un fennel dare f non tre modi, cio una punta, un rovefcio, & fendenti liadente in quello cafo tu ti hai ad ingegnare che tutti alne fatti in varie vedute, c( me dire a cuno fia v^ Ito indietro, cuno per lato, & alcuno dinanzi, e c-.fi tutti gl'altri afi etti delle

Non

fano replicati

1'

li

medefime

tre

attitudini

per queflo

dimanderem

>

tutti

g'

altri

partecipanti

d'

uno

di

quelli.

Ma

li

muiii c^mpoili (ono nelle bat-

54

TRATTATO DELLA PITTURA


e
di

taglie di grand' artificio,


detti
fi

gran vivacit,

comporti quelli , che una fola figura ti e parte per vedr con le gambe dinanzi di quefti fi dir in altro luo^o.
,

movimento come dimofira


e
i ,

e
s'

ion
ella

il

profilo

della

(palla

T>elle giunture

delle

membra

CAR CLXXXIV,
e variet delle

Nelle giunture delle

membra,
crefcere
s'

loro piegature,
,

da confiderare come
car
nell'altro,
e

nel

carne

da un lato

viene

man-

ha da ricercare nel collo, degl' animali , perche li loro moti Tono di tre nature , delle quali due ne un comporto che partecipa dell' uno , e dell' altro fono femplici femplice, delli quali moti femplici, l'uno quando fi piega all'una o quando elTo alza o abafia la tefta che lopra gli e r altra fpalla pof fecondo quando effo collo fi torce a dertra o finiftra Il anzi rerta dritto haver il volto voltato fenza incurvamento verfo una delle fpalle, Il terzo moto, che detto comporto, quando nel piegamento fuo fi aggiunge il fuo torcimento , come quando l'orecchia s' inchina inverfb una delle fpalle, & il volto fi volta inverfo la medefima parte, o la fpalla oppofita , col vifo volto al
quefto
,

&

&

cielo

Velia memhr'tfcaone dell huomo


'

GAP- CLXXXV.
,

e fc proportlone della tua membrificatione e forte ti guarderai di la trovi in alcuna parte difcordante, notala, non r ufare nelle figure che per te fi compongono , perche quefto
in tela
la

Mi fura

comune

vitio

de' pittori

di

dilettarfi

di

far cofe fimili

f.

Ve
Tutti
nati
,

moti de' membri dell buomo


'

GAP. CLXXXVJ.
al

li

membri

efercitino

quell' ohicio,

quale

furono
fia
il

defti-

cio che ne' morti e dormienti niifun


,
,

o defto cofi il piede che riceve to, e non con dita fcherzanti, f

il

pefo

membro dell' huomo

apparifca vivo
,

fchiaccia-

gi

non

pofarte fopra

calcagno.

Ve

moti delle parti del

<njolto

GAP. GLXXXVIL

Li moti delle parti del volto, mediante g* accidenti mentali, fono molti j de' quali i principali fono ridere, piangere, gridare, cantare in diverfe voci acute e gravi,

ammiratione,

ira, lentia,

malin-

conia, paura, doglia, e fimili, delle quali (\ far mentione, e prima del rifo, e del pianto, che fono molto fimili nella bocca, e
nelle guancie, e ferramento d' occhi,

ma

folo

fi

variano nelle cigfia,


e

,"

DI
.e

LIONARDO DA
e
il

VINCI.
,

55

loro intervallo

quefto
volto
,

tutto
le

variet che piglia

cio delle diremo al Tuo luogo mani e tutta la perfona per ciafcun
, ,

de^r accidenti, de' quali a te, pittore, necelTaria la cognitione f Et non la tua arte dimoftrer veramente i corpi due volte morti e ancora ti ricordo che li movimenti non fiano tanto sbaleftrati tanto mofl'i, che la pace paia battaglia o morefca d'imbriachi: e fopra il tutto che li circolanti al cafo per il quale fatta 1' hiiloria fano intenti con atti che moftrino ammiratione , riverenza, dolore, paura, o gaudio, fecondo che richiede il cafo per il quafofpetto o vero concorfo delle tue figure e fa che le fatto il congiunto
.

le

tue

hiflorie

non

fieno
,

1'

una fopra
ella

1'

altra

con
le

diverf

orizzonti

fi

che

paia una

una medefma parte bottega di mereiaio con


in

fue cafTette fatte a quadretti.

Ve membri

defcr'tt'ione

ci'

effigie

GAP. CLXXXVIII.

Le parti che mettono in mezzo il globo del nafo fi variano in o egualmente concacio o elle fono egualmente dritte otto modi o egualmente convelTe i.* Overo fon difegualmente rette, conve 2."* Overo e di fono nelle parti fuperiori rette cave t convefle fotto concave, 3.* Overo di fopra rette, e di fotto convelle, 4." Ove, , ,
:

di fopra concave 5." ro di fopra concave e di fotto rette fotto conveffe, 6." di fopra convefTe , e di fotto rette, 7.*
,

di di

O
,

fopra convefle
eh' ella

di

ftto

concave
col
ciglio
.

L' applicatura
,

del

nafo

di

due ragioni , cio


,

concava o eh' ella dritta La fronte ha tre variet , o eh' ella piana o La piana fi divide in due cava , o eh' ella colma
.

eh' ella

con-

parti

cio

ch'ella convelTa nella parte di fopra,

nella parte di fotto, ove-

ro di

fopra e di fotto, overo piana di fopra e di fotto.


di tener

Modo

mente
d'

del fare
<volta
.

uri effgie

humanci in

profilo

folo

col

guardo

una fol
ti

GAP. CLXXXIX.
alla

In

quefto
e
,

cafo

bifogna
in

mandare
de' nafi,
dritti

memoria

la

variet

de' quattro

membri

diverf

profilo,

come
li

farebbe
quali

nafo,

bocca,

mento,
ti
,

fronte.

E prima diremo
.

concavo , e coveflo tro variet, cio lungo, curto ,


dritto

De'
alto

con

fono di tre fornon ven' altro che quatla punta, e baffo. I naf

concavi fono di
la
re.

tre
,

forti,

delle quali alcuni

hanno

la

concavit nelparte inferio-

parte

fuperiore

alcuni nel
fi

mezzo

&
in

alcuni nella
tre

Li nafi

conveffi, ancora
nella parte
di

variano
alcuni

in

gobbo

fopra,

nel

modi, alcuni hanno mezzo, alcuni di fotto:


li

5<5
li

TRATTATO DELLA PITTURA


^

fporti

modi

che mettono in mezzo il gobbo del naio fi variano in cio o fono dritti, o fono concavi, o fono convefli
di

tre

Modo

tener

a mente

la

forma d* un molto.
tener a

CAP. CXC.
aria d'

bocche, pcchi nafi, menti, go^c col!i, Li nafi fono di dieci ragioni dritto, gobe fpalle: e poniamo cafo bo , cavo col rilievo pi sii o pi gi che il mezzo acquilino , fiquefti fono buoni in quanto al profilo acuto In mo tofido , faccia fono di undici ragioni: eguali, groffi in mezzo, {bttili in mezla punta grolla e fottile nell' appiccatura , fottile nella punta e zo
tcfte,
,

Se tu vuol con para prima di molte

facilit

mente un'
,

un volto
,
;

im^

&

grolTo nell'appiccatura, di larghe narici, di ilrette


fe
,

di

alte,
:

di

baftro-

di

buchi fcoperti

di

buchi occupati dalla punta


:

e cofi

verai divcrfit

neir altre particole

le

quali cofe tu devi ritrarre dal

naturale, e metterle a mente. Overo quando tu devi fare un volto a mente , porta teco un picciol libretto , dove fiano notate fimili fat*

tioni

e
,

quando
fagli

hai dato un' occhiata al volto della pcrfona che vuoi

ritrarre

guarderai poi in difparte

qual

nafo o bocca

g'

aflomie

glia,

un

picciolo

fegno

per riconofccrlo poi a cafa,

met-

terlo infieme,

T)elle

bellezze

di

evolti.

CAR CXCL
diffinitionl,

Non
fnifchino

fi

faccia mufcoli

con afpre

ma

H dolci lumi

infenfibilmente

nelle

piacevoli

&

dilettevoli

ombre

e di

quello nafce gratia e formofit

DelV

attitudine

CAP. CXCIL
il

La

fontanella della gola cade fopra


,

piede
,

e gittando

un brac^
getta in

ci innanzi
<liecro, la

la

fontanella efce di

elfi

piedi
fi

e f la

gamba

fontanella va inanzi, ^ cofi

rimuta in ogni attitudine.

2)/ movimenti

delle

membra quando
frofrij.

fi

CAR CXCIIL
&

figura

huomo che Jano

atti

Quella figura , della quale il movimento non compagno dell' accidente che finto elTer nella mente della figura, moftra le memdell' il giuditio bra non efier obbedienti al giuditio d' effa figura, operatore valer poco j per deve moftrare tal figura grand' affettionc e fervore , e moftrar che tali moti , altra cofa di quello per cui fia-

no

fatti

non poflino

fignificare.

Velie

DI
Velie

LIONARDO DA

VINCI.

57

me-mhrtjcatiom degV ignudi.

GAP. CXCIV.
effere

Le membra
nel

degl' ignudi

debbono

pi

difcoprimento de' mufcoli fecondo la maggior detti membri, e mollrar Iblo quelli membri che pi

o meno evidenti o minor fatica di


s'

moto o

attione

&
s

pi

fi

manifclli
reft

quello

eh'

pi

adoprano nel adoperato, e

quello che nulla


moto

adopera
dell
'

lento e molle.

"Del

cor Co

hnomo

altri

animali

GAP. G X G V.
tardit
,
,

Quando
che r
altra

huomo

fi

quella parte che fopra

la

muove con velocit o gamba foftiene il corpo

fempr
bafla

far

pi

binando maggior

dijfereni^a

d^ altet.i.a di fpalle

mlV

attioni dell'

huomo

GAP. GXGVI.
Quelle fpalle o
infra loro
far di
dell'
il

lati

dell'

huomo, o
nell'
il

d' altri
,

animali,
quali
il

haranno
fuo tutto

maggior differenza

altezza

delle
,

pi tardo

moto

feguita

contrario

cio

che queUe parti

animale haranno minor differenza nelle loro altezze, delle quali E quello fi prova per la 9.^ Cuo tutto far di pi veloce moto
.

del

moto

locale, dove dice:


il

Ogni grave
tutto

pefa

per

la

linea
la

del fuo

moto:

adunque movendofi
feguita
f

verfo

alcun luogo,
del

parte a

quella unita,

la

linea

breviffima
laterali

moto
tutto

del

fuo tutto,

fenza dar di

pefo nelle parti


tifpojla contra.

d' elfo

GAP. GXGVII.

quanto alla prima parte di fopra , non efTer neceffario che huomo che fl fermo , o che camma con tardo moto ufi di continuo la predetta ponderatione delle membra fopra il centro della gravit che foftiene il pefo del tutto perche molte volte 1' huomo non ufa ne oiferva tal regola, anzi fa tutto
,

Dice r avverfrio
1'
,

in

il

contrario,
fopra

conciofiache

alcune
,

volte

effo

{\

piega

lateralmente,
ilio

lando
fopra la
c{\

un

fol

piede

alcuna volta fcarica parte del


retta
,

pefo

gamba che non nocchio, come fi moler


che quel che non
,

cio

quella

che

fi

piega nel gi21.)

nelle
fatto

due

figure

B. G.

{Fig.

Riiponfatto

dalle

fpalle

nella

figura

G.

nel fianco

come

fi

dimoflrato a fuo

luo^o

Coma

58

TRATTATO DELLA PITTURA


ti

Come

braccio

raccolto
ejfo

muta
s

tutto

huomo
.

dalla jlia

^nma

fonder atwne

(Quando

braccio

ejende

GAP. CXCVIII.
muove
tutta
la

L' eftenfione del braccio raccolto


dell'

pondeiatione

huomo
in

fopra

il

fuo piede fblentacolo del tutto,

come
la

il

mo-

fra

quello che

con

le

braccia

aperte

va lopra

corda fcnza

altro baftone

3)ell'

huomo

altn avimalt che nel muo-oerfi con tardit non hanno


gratuit troppo remoto dal centro
delli fojlentacoli

il

centro

(iella

GAP. GXGIX.
Queir animale har
to
di
pili
pili
il

centro delle
cofi di

gambe

fuo fofentacolo
,

tan-

vicino al perpendicolo del centro


tardi

della gravit

il

quale far
il

movimenti, e de' foftentacoli pi remoto


t

convergo,

quello

har

centro

dal perpendicolo

del centro della gravi-

Tua

il

quale

fia

di

pi veloce

moto
le

T)eir huomo

che

porta un pefo fopra

fue fpalle

GAP. ce.
Sempre
che per
fo
la
la

la

fpalla dell'

fpalla fenza pefo,

che foftiene il pefo pi alta e quefto l moftra nella figura, {tig. 22.)
centrale
di

huomo

quale
egual

paffa

la

linea
:

tutto

il

pefo
f

dell'

huomo,
divi-

e del pefo da lui portato

il

qual pefo comporto

non

fufle
,

foma fopra il centro della gamba che pofa farebbe neceffit che tutto il comporto rovinaile ma la necertit provede che tanta parte del pelo naturale dell' huomo ( getta da un de' lacon
;

quanto posto lato


ti,
s'

la quantit del pefo accidentale


:

che

aggiunge
l

dall'

op-

e querto far

non

li

pu
:

le

l'

huomo non
far
s'

piega e non

abballa dal lato luo

pi lieve con tanto piegamento che partecipi


e

del pefo accidentale da lui portato


fpalla del

quello
lieve

non

pu
.

la

pefo non

l
1'

alza,

e la fpalla

non

abbafla

que-

llo

il

mezzo che
"Della

artiltiola

nccelfit

ha trovato
li

m
piedi

tale attiene

ponderatione dell huomo fopra


'

fuoi

GAP.
Sempre
divif
forti ene
il

GGL
che pola fopra una
fopra
il

pefo

dell'

huomo
oppolta

ll

gamba

far

con

egual

parte

centro

della

gravit che

(f/^- 23.)

DelV

Poe/, /f.

DI
"Dell
'

LIONARDO DA
huomo
che
fi

VINCI.

59

morje

C A P. C C II.
centro
della Tua gravit fopra
{Ftg. 24.)

L*
il

huomo

che

fi

move

har
in

il

centro della

gamba che pofa


del

terra

Velia

biltcat'toie

pefo di quahmcjiie

ammale immobile fopra

le

fue gambe.

GAP. ceni.
La
privatione del
,

moto

di

qualunque animale,
dell'

il

quale pofa

li

Tuoi piedi

nafce dalla privatione


fi

inegualit che
i

hanno

infra lo-

ro oppofitj pefi che


\D e piegamenti

foftengono fopra

lor pefi (F/^. 25.)

'voltamenti dell' huomo.

CAP. CCIV.
dell'
,

Tanto diminuifce
lati

1'

huomo
parte

nel

piegamento
fi

uno
tal

de' Cuoi

quanto
all'

egli

crefcc nell' altro Tuo lato oppofito


alla

piegatura
(i

far

ultimo fubdupla

che

eftende

Et

di quefto

far particolar trattato.

Ve' piegamenti.

CAP. CCV.
membri
,

Tanto quanto uno


go, tanto
itrinfeca
la

de' lati

de'

piegabili

fi

far pi

lun-

fua parte oppofita far diminuita.

de' lati

che non

fi

piegano

La linea centrale emai di* ne membri piegabih


,

minuifce o crefce di fua lunghezza.


Velia equiponderantia

CAP. C

I.

che foftiene pefo fuor di f e della linea cendebbe gettar tanto pefo naturale o accitrale della fua quantit che faccia equiponderanza de' pefi indentale dall' oppofita parte torno alla linea centrale che fi parte dal centro dalla parte del pie che fi pofa , e paffa per tutta la foma del pefo fopra cffa parte de* piedi in terra pofata Vedefi naturalmente uno che piglia un pc(b e f quedall' uno de' bracci , gittar fuori di f il braccio oppofito llo non baila a far equiponderanza vi porge tanto pi pefo di (e
la figura
, ,
.

Sempre

1'

medefimo piegandofi
pefo
fuoi
.

che
in

fi

fa

fufficiente
fia

a refiftere braccio

all'

applicato
l'

Si
lati

vede ancora
laterali
,

uno che

per cadere rovefcio


fuori
il

uno

de*

che femprc getta

in

dell'

oppofita

parte

Pi

6o

TRATTATO DELLA PITTURA


Del
noto

humano
1'

C A P. C C V IL
d*

Quando
che
li

tu vuoi fare

huomo motore

alcun pefo

confider

moti debbono eOfer fatti per diverfc linee, cio o di baffo in alto con femplice moto, come fa quello che chinando fi piglia il pefo che rizzandofi vuole alzare, o quando vuole ftrafcinarfi alcuna cofa dietro, overo fpingere innanzi, o vuoi tirar in balio con corda che palTa per carruccola Qui fi ricorda che il pefo delf huomo tira tanto quanto il centro della gravit fua fuori del centro
.

del fuo foitentacolo

A
alzi

quello

s'

aggiunge

la

forza

che

fanno

le

gambe o Mai
il

fchiena piegate nel fuo rizzarfi


fi

fcende o fale, n mai

fi

cammina per

niffuna linea,

che

pie di dietro

non

il

calcagno.
del
bilico.

Del moto
Il

creato

dalla

dejrutttone

GAP. CCVIIL
cio
dall'

lit:

creato dalla dcftruttione del bilico, imperoche niffuna cofa per f fi move che
e quella
fi

moto

inegua-

bihco,
bilico

fa

pi veloce, che pi
delle figure

fi

non rimovc
I

efchi dal

fuo fuo

dal

detto

Vel

bilico

C A P. C C

X.

Se la figura pof fbpra uno de* fuoi piedi , la fpalla di Iato che pcfa fia fempre pi balTa che 1' altra, e la fontanella gola far fopra il mezzo della gamba che pof. Il medefimo der per qualunque linea noi vedremo effa figura elTendo fcnza
cia f^ortanti

quel
della

accabrac,

non molto
in

fuori della

figura

o fqnza pefo

adolTo

in

mano, o

fpalla,

o fportamento
26.)

della

gamba che non pofa

innanzi o indietro. {Fig.


Della grafia

delle

membra.

GAP. CCX.

corpo debbono effcre accommodatc con gratia al propofto dell' effetto che tu vuoi che faccia la figura: e f tu vuoi fare la figura che mofiri in f leggiadria debbi far membri
nel
,

Le membra

gentili, e

difefi,

fenza dimoftratione

di

troppi

mufcoli

e quei

po-

proposto farai dimoflrare, farli dolci, cio di poca evidenza, con ombre non tinte, e le membra, e maffiniamente le brac eia difnodate , cio che niffun membro non ftia in linea dritta col

chi che al

membro
va,
farai

che s'aggiunge feco. E f il fianco polo dell' huomo fi troper lo pofare fatto, che il dcfiro fia pi alto che il finifiro, la giuntura della fpalla fuperior piovere per linea peroendicoil

lare

fopra

pi eminente oggetto del fianco, e

fia

ella fpalla

deftra

pi

DI
pi
baflfa

LIONARDO DA
la

VINCI.
Tempre fuperiorc
al

6\

della finiflra, e

fontenella

fia

mezzo

della giuntura

del

pie

di

fopra che pofa la

gamba

e la

gamba che

non pofa habbia il Tuo ginocchio pi balio che l'altro, e prefTo ali' altra gamba. Le hutitudini della tefta e braccia fono infinite, per non m' eftender
in

darne

alcuna regola

Dir pure che

elle

fiano facili e grate

con

varij

torcimenti, acci non paiano pezzi di legno.

Delle comodit delle membra.

GAP. CCXI,
membri
,

In

quanto

alla

comodit

d* efT

harai

confdcrare

che quando tu vuoi figurare uno che per qualche accidente fi habbia a voltare in dietro, o per canto, che tu non facci muovere l piedi e tutte le membra in quella parte dove volta la tefta, anzi farai operare col partire efio fvolglmento in quattro giunture, cio
quella del piede, del
rai

fu la

gamba
il

ginocchio, del fianco, e del collo: e f pofedeftra , farai il ginocchio della finiftra piegare in
fia

dentro,
nilka

&

Tuo piede

elevato alquanto di fuori, e la fpalla


,

fi-

e la nucca fi fcontri nel alquanto pi bafia che la deftra medefimo luogo dove volta la noce di Riori del pie finiflro , e la fpalla finiflra far fopra la punta del pie dcflro per perpendicolar linea: e fcmprc ufa, che dove le figure voltano la tefta , non vi fi volga il petto, che U natura per noRra comodit ci ha fatto il colche con facilit pu fervire a divcrfc bande , volendo 1* occhio lo voltarfi in varij fiti a quefto medefimo fono in parte obbedienti
fia
,
:

&

r altre giunture: e veflcro in qualche

f fai

1'

huomo
ad
la

modo

a federe, e che le fue braccia s' aadoprare in qualche cofa traverfa, fa

fhe

il

petto

fi

volga fopra

giuntura del fianco.

2)'

una figura fola fuor


replicar le

dell

'

hiforia

GAP. C C

II.

Ancora non

membra ad un medefimo moto


cio
tutte

nella

figura la quale tu fngi efTer fola,

che

la

figura moftra di

correr fola, che tu

innanzi, e l'altra
il

mani innanzi, ma una indietro, perche altrimentc non pu correrci e fc


non
gli

facci

due

le

pie

deftro innanzi

eh'
tal

il

braccio deflro

fia
fi

indietro

&
,

il

fini-

ftro innanzi,
f
gli

perche fcnza

difpofitione
feguiti,

far

fatto

uno che
,

lo

pu correr bene. che habbia una gamba che


non
ritorni

E
fi
il

getti

alquanto
dir

innanzi

fa che f altra
il

fotto

la

tefta

&

braccio fuperiore fcambij


{lo
fi

moto,

vada innanzi: e

cefi

di

que

pieno

nel

libro

de' tpovimcnti.

6t

TRATTATO DELLA PITTURA


Sluah fono
le principali

import ant'ie che appartengono alla figura.

GAP. CCXIII.
Fra
tioni
le

principali cofe importanti che


, i

fi

richiedono nelle
fopra
le

figurail

degl' animali
i

fituar

bene

la

fella
i

(palle

bullo

fopra

fianchi, e

fianchi e fpalle fopra

piedi.

Del

bilicar

ti

pefo

intorno

al

centro

della

gravita de

corpi

GAP. ccxiy.
La
(di

figura che fenza


pefi

moto moto

fopra
al

li

fiioi

piedi
fiio
li

fi

rofiicnc,
.

dar

eguali
f

oppofiti

intorno
inanzi
al

centro del

fi-ilcntacolo

co che

la

figura fenza

far

pofata fopra

fuoi piedi

Diche
acci-

s'ella getta

un braccio
naturale
j

fuo

petto,
getta

eh* ella

debba gettar

tanto pefo

indietro

quanto ne
folito.

del

naturale

&

dentale inanzi

quel

medefimo dico

di ciafcuna

parte che fporta

fuori del fuo tutto

oltre al

Delle fgure

cio

hanno a maneggiare

e portar pefi,

GAP. CCXV.
,

Mai
f

fi

lever

o
a

porter
quella

pefo

dall'

huomo
il

che non jnandi di


e
lo

pi

di

altrettanto pefo che quello che vuole levare,

fporti

in oppofita parte

dove

eiTo leva

detto pefo.

Delle attitudini degV huomini.

GAP. GGXVI.
le

Siano

le attitudini

degl'

huomini con
fi

loro

membra

in tal

mo-

do

difpofti, che

con quelle

dimoflri

1'

intentione del loro

animo.

Variet d' attitudini.

GAP. GCXVIL
le

Pronuntlanfi
t, e
fi

g* atti

negl*
le

huomini fecondo
,

loro et e digni-

variano fecondo

fpetie

cio de' mafchi

&

delle

femmine.

Delle attitudini delle figure

GAP. G G X V 1

deve notar le attitudini e li moti degl' huomini nati di qualunque accidente immediate , e fiano notati o meffi nella mente , e non afpettar che 1' atto del piangere fia fatto fare a uno in prova fenza gran caufa di pianto, e poi ritrarlo , perche tal atto non nafcendo dal vero cafo, non far ne pronto ne naturale: ma e ben buono haverlo prima notato dal cafo naturale, e poi fare ftar
il

Dico che

pittore

uno

in

quell'atto per yederc alcuna parte al propofito, e poi ritrarlo.


Delle

DI
Delle atttoi de

LIONARDO DA
c'irco^Iaiti

VINCI.
.

6^

a un cefo notnv.do

GAP. C C X I X,
degno
d' eflere

Tutti
ftanno

li

circolanti
atti

eh

qualunque caio
a
li

notato
,

con
la

divedi
^iuftitia
li

ammirativi
g'

confdcrare
:

eflo

atto
di

come
de-

quando
vota,
e

punifcc

malfattori
1'

il

cafb e
(acriHcio

cofa.

tutti

circoftanti drizzano

occhi
oilia

con
nel
,

divcrf

atti
,

di

devofmili
:

tionc a
s'

elio

cafo, cerne

il

mollrare
,

egli

cafo

degno
li
,

di

rifo

o di
parte

pianto
g'

in

quello

non
, ,

ne-

cedario che tutti


diverfi

circolanti voltino
e

occhi a elio calo


quelli
,

ma

movimenti

che
il

gran

di

fi

rallegrino

con o l

dolghino infieme: Te li che fuggono faccino

&

calo paurofb

li

vifi

fpaventati di quel-

gran
fi

dimoftratione

di

timore, &. di fuga,

con

varij

movimenti

come

dir nel libro de'

moti

%uahtci degV ignudi

GAP. G G X X.

mai una figura che babbi del fottilc con mulcoli \ troppo rilievo imperoche g' huomini fottili non hanno mai troppa carne fopra 1' ofTa ma fono fottili per la fcarfit di carne e dove poca carne , non pu effer grolTezza di mufcoli
far
i
,

Non

Come
I

li

mufcolt fon corti e grojf,

GAP. G C X X
huomini
carnofit

I,

mufcolofi hanno grolTe

I*

offa,

e fono
le
,

grofl

cor-

ti,

&
(i

hanno
fuole

careltia di
fi

graffo,

imperoche
luogo
,

de* mufcoli

per loro accrefcimento


loro

riilringono infieme

&
i

il

graflo che
in
tai

interporre

non

ha

&

mufcoh

inha magri

efiendo in tutto colhetti infra loro , e non potendofi dilatare , crefcono in groifezza , e pi crefcono in quella parte che pi remota da loro cltremi, cio inverfo il mezzo della loro larghezza e lon-

ghezza

Come

li gycfjf

mn

hanno

grofj mufcoli

GAP, GGXXII,
come
g'

Ancora che
ti

li

graffi

fiano in f corti e groffi,


fiottili

antidec-

mufcoli, ma la loro pelle velie molta groflezza fpognoia e vana, cio piena d' aria per efii gralh {\ foftengono pi lopra 1' acqua che non fanno li mufcolofi , che hanmufcolofi,
elfi

hanno

no

nella

pelle

rinchiufa

meno

quantit

d'aria.

^Imlt fono

li

mufcolt che fparifcono

ne'

mo'vtmen

di'verft

dell

'

kuomo

GAP. GGXXllI.
Neir alzare

&

abballare

delle

braccia

le

poppe fparifcono, o
elle

64
elle
fi

TRATTATO DELLA PITTURA


fanno di
fuori
li

pi

rilievo

il

ornile

fanno

li

rilievi
le

de' fianchi

nel

piegarfi in

in dentro
,

nelli
,

variet

&

fianchi

&

il

collo

fanno pi che nilun' altra giuntura perche


loro tanchii e
fpalle
,

hanno

li

moti pi

variabili:

e di quello

iar

un

libro particolare.

Vemufcoli.
Li

GAP.

ce XXIV.
nella

membri non debbono haver


,

giovent
,

pronuntiationc

e ne' giovanetti perche . fegno di fortezza attempata non tempo, ne matura fortezza: ma fiano i fentimenti delle membra pronuntiate pi o meno evidenti, fecondo che pi o meno faranno affaticati: e Tempre li rnufcoli che fono affaticati fono pi alti

de' mufcoli

che quelli che ftanno in ripofo , e mai le linee centrali intrinfeche de' merpbri che fi piegano ftanno nella loro naturai lungheze
groffi

za.

Che

r ignudo

Jgurato con grand* enjide;rx>a de mufcolt Ja

fenica

moto

GAP. G G X X V.
tutti
f
i

L* ignudo figurato
fa

fenza

moto
fi

con grand' evidenza di perche non fi pu muovere

fi.ioi

mufcoli
de'

una parte
tirano:
e

coli
fi

quando gli oppofiti mufcoli allentano mancano della loro dimoflratione ,


non
allenta,

mufquelli che

quelli

che tirano

fi

fcuoprono

forte

fannofi

evidenti

Che

le figure

ignude non debbono ha^ver

loro

mujcol ricercati

ci^^tto

GAR GGXXVI.
ignude non debbono haver i loro mufcoli ricercati Per quell' afpetto perche riefcono difficili e difgratiati
.

Le
che
il
li

figure
,

interamente

membro
fuoi

fi

volta alla fua operatione,


.

per quel medefimo

fia-

mufcoli pi fpeffo pronuntiati Il mufcolo in f pronuntia fpeffo Te fue particole mediante 1' operatione, in modo che fenza tale operatione in effo prima non fi dimoffravano.

no

^elV allargamento

racortamento

de

mufcolt

GAR GGXXVIL
Il

mufcolo

della cofcia di dietro

fa

eftenfione
11

&

attratione

che niffun altro

maggior variet nella fua mufcolo che fia nell'huomo.


.

fecondo
.

quello che

compone

la

natica

Il

terzo

quello delle

fchiene
le
.

Il

Il
,

fef'lo

quarto quello della gola. Il quinto quello delle fpale quello dello ftomaco , che nafce fotto il pomo granail

to

e termina fotto

pettignone

come

fi

dir

di

tutti.

Do've

DI
Tio've
ft

LIONARDO DA
corda
ne
fl^

VINCI.
fenica

6^
,

trama

hmm'un

mufcolt

GAP. CCXXVIII.
braccio termina con la palma della

Dove
tro dita,
l

il

la trova una corda la maggior che Ila bracnafce nel mezzo dell uno de fucili del le fenza mufcolo, e ha figura quadrata, dell'altro fucile, e termina nel mezzo cio mezzo dito, e quefta ferve folo larga crea tre dita, e grolla due detti fucili del braccio, accio non li a tenere infieme {fretti li

mano prelTo neU' huomo

a quat-

qua-

&

dilatino

Df?/' ^

otto

pex.z,i

che

mfcono
buomo.

nel

wez.i.o

delle

corde in marie giunture

dell'

GAP. GGXXIX.
dell'

li

alcune giunture, de piedi, fpalle , come le rotelle delle ginocchia, e quelle delle una per rpalla,& una pei giche le quali fono in tutto otto, la prima giuntura delh deti nocchio, e due per ciafcun piede fotto fanno duriflimi verfo la vecchiczroffi verfo il calcagno, e queffi fi

Nafcono

nelle

giunture

huomo
corde

alcuni pezzi d'ofTo,

li

qua-

fono

ifabili

nel

mezzo

delle

che

legano

&

za

dell'

huomo
che

Vel mufcolo

infra

'l

pomo granato,

^
tre

il

fcttignone.

GAP. CGXXX.
il
il

Nafce un mufcolo infra (dico termina nel pettignone )


riore,

pomo
quale

granato,

di

&

il

pettignonc,

potenze,

perche

corde, cio divifo nella fua lunghezza di tre come e poi feguita una corda larga
ouita
il

prima il mufcolo fupeelio mufcolo, poi le,

al quale fi congiungc fecondo mufcolo pu ballo di quefto mufcolo con la terza coral fine feguita il terzo fa (econda corda e queite tre del pettignone da la qual corda congiunta all' olTo il corde fono fatte dalla natura per riprefe di tre mufco'i con tre limi1' huomo nel fuo piegarfi e diftenderd con gran moto che ha quale f fufie d' un pezzo ^^^|^ ^^ /^P.^ .[['^f;^ il le mufcolo: f e d.ifenderfi dell huopiegarfi
,
:

nel

fuo
e

dilatarfi

reftringerfi

nel

mo,

mufcolo fi ha da difenil mufcolo nelle lue attioni , imperoche f per r.tirarfi, non tocca tre dita dere nove dita, & altrettante poi variet nejla loro figura, ciafcun mufcolo, le quali fanno poca poco diformano la bellezza del corpo.

fa maggior

bellezza nell'

huomo

haver^ poca

variet

di

tal

Veli'

66

TRATTATO DELLA PITTURA


pvoUamento che ^u far

J)f//* ultimo

huomo nel

<vedeyjt

fl

dietro,

GAP.
L* ultimo
le

CCXXXL
pu
in
far
1'

fvoltapiento che

huomo
e

far

pel dimollrarf
fi

calcagna indietro,
diffcult
,

&
fi

il

vifo

faccia:

quefto non

far (en-

za

&

Te

non

piega la

gamba

&

abbalTafi la fpalla

che

guarda la nucca: e la caufa di tale fvoltamsnto fia dimoftrata nell' ultimi fi muovmo {Fig. ij.) quali mufcoli primi anatomia,

&

&

^^fo

Jt

pu a'wictuar

l'

un braccio

con

altro

dt

dietro,

GAP, CGXXXIL
gomita non Ci faranno mai pi vicine che le pi lunghe dita pafTino le gomita dell' pppofitc mani , cio che 1' ultima vicinit che haver poffino le gojpita dietro alle reni , far quanto lo fpatio eh' dal lup gomito air eftremo del maggior dito della mano, le quali braccia fanno un quadrato perfetto. E quanto fi poflino traverfar le braccia e che le gomita venghino nel mezzo del petto fupra il petto e quefte gomita con le fpalle e braccia fanno un triangolo equilaDelle braccia che
fi

mandano

di dietro,

le

tero

(%.

28.)

^elV

apparecchio della forz.a dell

huomo ehf wuol generare gran

^ercujjone

>

GAP. CCXXXIH.
Quando
fjrza
,

1*

huomo
piega
e

fi
fi

difponc
trce

alla

creationc

effo

fi

quanto pu nel

moto con moto contrario


del

la

quello dove vuol generare la percufTione , e quivi i apparecchia nella forza che a lui pofTibilc, la quale conduce e lafcia fopra della

cofa

da

lui

percoffa

col

moto
huomo
,

del

compofto

(F/^. 2^.)

'Della forila compoja

dall

GAP. GGXXXIV.
L mufcoli che
flenfione
e

-prima J dir

delle

braccia

muovono
del
1*

il

maggior
,

fucile

del
il

braccio

nell' edell* oC-

retrattione
,

braccio
dietro

nafcono circa
altro
\

mezzo

fo

detto adiutorio
il

uno
e

all'

di

dietro e nato quello

che eftende

braccio,

dinanzi quello che lo piega.


,

proSe r huomo pi potente nel tirare che nello fpingere vafi per la 9." de ponderibus , dove dice: Infra li pefi di egual potenza, quello fi dimoftrer pi potente che far pi remoto dal polo della loro bilancia. Seguita che eflendo N. B. {Fig. 30.) mufcolo, N. G. mufcolo di potenza in tra loro eguali, il mufcolo dinan-

zi

Pa.y. 6S.

Pa^. 66.
t'--^

mmm'^^..

DI
ZI

LIONARDO DA

VINCI.

N. C. pi potente che il mufcolo di detto N. B., perche elTo fermo nel braccio in C. fto pi remoto dal polo del gomito A. che non B. il quale dil da elTo polo , e cofi conclufo l' intento Ma quefta e forza femplice, e non comporta, come fi propone di voler trattare , e dovemo metter pi innanzi ; & la forza comporta quella quando faccndofi un operatione con le braccia, vi s'aggiunge una feconda potenza del pelo della periona e delle gambe, come nel tirare, e nello fpingere, che oltre alla potenza delle braccia vi s' aggiugne il pefo della perfbna e la forza della fchiena, e delle gambe, la quale nel voler dirtenderfi, come farebbe di due ad una colonna, che uno la fpingelTe, e l'altro la tiralTe.
.

^lual maggior

poteti'z.a

dell

'

huomo , quella del tirare

o quella

del-

lo

ffwgere.

GAP.
1'

CC XXXV.
nel
tirare

che nello fpingere , perche nel tirare vi s' aggiunge la potenza de' mulcoli delle braccia che fono creati folo al tirare, e non allo fpingere, perche quando il braccio dritto, li mufcoli che muovono il gomito non poffono bavere alcuna attione nello fpingere pi che fi aveffe 1' huomo appoggiando la fpalla alla cofa che lui vuole rimuovere dal Tuo iito , nella quale folo s'adoprano li nervi che drizzano la fchiena incurvata,
e

Molto maggior potenza ha

huomo

quelli

che drizzano
delle

la

cofcia, e nella polpa dietro alla

gamba gamba,
,

piegata,
e
la

rtanno

fotto la
al

cofi

conclufo

tirare

aggiungerfi

la

potenza

braccia

potente ert:enfione delle

gambe,

deUa fchiena, infieme col petto


la

dell'

huomo,

nella
il

qualit

che richiede

fua obliquit

&

allo

fpingere concorre
,

medeiimo,

perche tanto a fpingere mancandogli la potenza delle braccia ccme bavere interpolto un con un braccio dritto fenza moto pezzo di legno fra la fpalla e la cofa che fi fpinge {Ftg. 31.)
,

Delle membra che pegano

che

officio

fa

la

carne che la

njejle

in

effo

piegamento.

CaP. CCXXXVI.
dell' offa,

La
vicine
,

carne che verte le giunture

l'altre

parti

all'
il

orto pie-

crefcono e diminuifcono nelle gamento o eftenfione delle predette


parte di dentro
,

loro groflezze fecondo

membra

cio

crefcono

dalla

angolo che fi genera nelli piegamenti de' membri alTottigliano &C fi ertendono dalla parte di fuori dell* ans' golo erteriore: il mezzo che s'interpone fra l'angolo convelTo il concavo partecipa di tale accrcfcimcnto o diminutione , ma tanto
dell'

&

&

&

pi o
delle

meno quanto

le

parti

fono
I

pi

vicine

remote

dagl' angoli

dette giunture piegate.


2

Ve

6S

TRATTATO DELLA PITTURA


X>el ^voltar la

gamba

fenz.a la

cofc'ia

C A P. C C X X X V

ImpofTibilc voltar la
la cofcia

con altrettanto oflo del ginocchio ha il contatto deli' olTo della cofcia internato e commeiTo con X odo della gamba , e fblo fi pu muovere tal giuntura innanzi o indietro, nel modo che richiede il caminare , inginocchiarfi i ma non fi pu mai muovere lateralmente , perche li contatti che compongono la giuntura del ginocchio non lo comportano imperoche f tal giuntura fufle piegabile e voltabile , come
:

gamba dal ginocchio in gi fenza voltar moto e quefto nafce che la giuntura dell'

&

1'

r offo
della

dell'

adiutorio che

cofcia
cofi

che
le

fi

commette nella fpalla, e come quello commette nelf anche, 1' huomo harebbc fempre
(\

piegabili
alla

gambe per

gli

loro

lati

come

dalla

parte dinanzi
&: anco,

ra
tro

parte di dietro, e fempre tali tal giuntura non pu preterire


e

gambe farebbono
la

torte:

rettitudine della

gamba

&

folo piegabile innanzi,


,

non

indietro,

perche

{\

piegaiTe indie-

potrebbe levare in piedi quando fuile inginocchiato , perche nel levarfi di ginocchioni, delle due ginocchia, prima {\ d il carico del bufto fopra Y uno de' ginocchi, e fcaricafi il peib dell'altro, in quel tempo l'altra gamba non fente altro pe{o che di f medefima, onde con facilit leva il ginocchio da terra, e mette la pianta del piede tutta pofata alla terra, di poi rende
r
fi

huomo non

&

tutto
{io

pefo fopra elfo piede po/ato, appoggiando ginocchio , in un tempo diftendc il braccio
il

la
il

mano

fopra

il
il

&

quale porta
1'

petto

e la tefta in alto
e
faflTi

cofi

diftende e drizza la cofcia col pet-

to
tra

dritto fopra effo piede pofato infino

che ha levato

al-

gamba.
Velia piegatura della
cardie
.

GAP. CCXXXVIII.
grinza
dall'

Sempre
r
tirata.

la

carne

piegata

oppofita parte da che

Del moto fewplice


Il

dell'

huomo.

GAP. GGXXXIX.
che
fa
nel
piegarfi

moto

femplice

detto

quello

fempli-

ccmente, o innanzi, o indietro.

Moto
Il

compojlo,

GAP. GCXL.

moto comporto
piegarfi
il

ne

fi

richiede

cofi

deve avvertire

quando per alcuna operatioin gi in traverfo in un medefimo tempo pitture a fare i movimenti comporti, i quali
detto quello
:

fia-

sJj^

DI
compollo
,

LIONARDO DA
:

VINCI.
cio f
,

6^

fiano integralmente alle loro compofitioni

uno

fa

un

atto

mediante
attione.

le

necefTit

di

tale

attione
,

in contrario

col fargli fare

un

atto

femplice

il

che tu non X imiti quale far pi re-

moto da cHa
Dellt moti

appropriati

agV

effetti

degV buomini

GAP. CCXLI.

tit

Li moti delle tue figure debbono elTere dimoftrativi della quandella forza quale conviene a quelle ufare a diverle attieni , cio

che tu non facci dimoftrare le medefime forze a quel che lever una bacchetta , la quale fia conveniente all' alzare d' una trave Adunque fa diverfe le dimoftrationi delle forze fecondo la qualit de' pc.

da loro maneggiati

De

moti delle figure .

C A P. C X L II.
fopra
le

Non
traverfo,
,

guardino in sii o in gi o dritto , perche gli necelTario fare i lor moti che moftrino vivacit defta, e non addormentata. E non fare li mezzi di tutta che moflrino le loro rettitudini fola pcrfona dinanzi o di dietro e f pure tu lo pra o (tto agi' altri mezzi fuperiori o inferiori
,

mai le tefte a deftra o a fniftra


farai

dritte

fpalle

ma

voltate

in

ancorch

elle

vuoi ufare,
cia, o delle

fallo

non replicare li movimenti delle bracgambe, non che in una medefima figura, ma ne anche
ne' vecchi:
e e

nelle circolanti

vicine,

gi

la

neccifit

del cafo,

che

li

fnge

non

ti

coftringeffe.

Vegl
Negl*
atti

'

atti

dimoflrati^t

GAP. GGXLIII.
,

propinque per tempo o per fto s' hanno a moftrare con la mano non troppo remoe f le predette cofe faranno remote, reta da effi dimoftratori mota debba elTere ancor la mano del dimoftratore, e la faccia del
affettionati

dimoftrativi

le

cofe

vifo volta a che

fi

dimoftra.

Della variet
Sia variata \ aria

de

'vifi .

GAP. GGXLIV.
g'

de' vif

fecondo

accidenti

dell'

huomo
1'

in

fatica, in ripofo, in pianto, in rifo, in gridare, in timore,


fimili

e cof
atti-

ancora le membra della perfona infieme con tutta tudine deve rifpondere all' effgie alterata.
,

&

X>

70

TRATTATO DELLA PITTURA


X>e moti appropriati alla mente del mobile
.

C A P. C C X LV.
del corpo,
il

Sono
col

alcuni moti mentali fenza


del

il

moto
fenza

&

alcuni

moto

corpo

Li moti mentali

moto

del corpo la-

mani, oc ogn' altra parte che moftra vita: ma li moti mentali con il moto del corpo tengono il corpo con le e di quefie membra col moto appropriato al moto della mente cvvi un terzo moto eh' parflo tal difcorfo fi dir molte cofe uno, tecipante dell'uno e dell' altro: & un quarto che non n
fciano

cadere

braccia,

1'

e n r altro i e quefti ultimi fono infenfati , ovvero difenfato mette nel capitolo della pazzia o de buffoni nelle loro morefche
:

fi

Come gV

attt

mentali
e

muoijano
.

la

perfona

ni

primo
l.

grado

di

facilit

commoditk

GAP. C
il
il

X LV
atti

Il

moto mentale muove


,

corpo con

femplici

e
,

facili

non in qua & le non muove i

in

perche

fuo obbietto nella mente

la

qua-

fenfi

quando

in f

medefima
'

occupata

Del moto nato dalla mente mediante

obbietta

GAP. G G X LV I L

Quando
tale
fi

il

moto

dell'

huomo

caufato
f

obbietto nafce immediate, o n:


torce prima
li

mediante 1' obbietto, o nafce immediate, quel che


e

muove

all'

obbietto

il

fenfo pi neceflario, eh' l'ocfbio

chio,
fcie

lafciando ftar
i

piedi al

primo luogo,
fi

muove

le
fi

covol-

infieme con

fianchi

e ginocchi verfo

quella parte dove


difcorfo.

ta l'occhio, e cofi in tali accidenti

far gran

De
Tanto fon

moti comuni

G A P. G G X L V
degl'

IL

fono le variet e ciafcuno accidegl' accidenti che difcorrono per le loro menti fecondo che faranno dente in f muove pi o meno effl huomini 1' di maggior potenza, e fecondo eti perche altro moto far fopra
varij
li
:

moti

huomini quante
,

un medefimo

cafo

un giovane

che un vecchio

Del moto degl' animali.

GAP. GGXLIX.

due piedi abbaffa nel fuo moto pi quella parche quella che ^ fopra il piede te che Ila fopra il piede che alza che pofa in terra: e la fua parte fuprema fa il contrario: e quello fi vede nelli fianchi e fpalle dell' huomo quando camina, e negl'uccelli il medefimo con la tella fua, e con la groppa.

Ogn' animale

di

eh' ogn:

DI
Cj

LIONARDO DA
il

VINCI.

71

ogm membro

Ja proportfQ>jato a tutto

fuo corpo .

C A P. C C L.

Fa eh' una parte d'un tutto fa proportionata al flio tutto: come fc un huomo di figura grolla e corta, fa che il mcdefmo fia in f ogni fuo membro cio braccia corte e groffc le mani larghe e le dita corte, con le fue giunture nel modo fopra decie grode
,
,

to.

cofi

il

rimanente,
T>elV offer^awLa del decoro.

GAP. CCLI,

decoro, cio la convenienza dell'atto, vefll, (Ito, e circoftanti della dignit o vilt delle cofe che tu vuoi figurare cio che il Re (a di barba, aria, i hahito grave, il fito ornato, i circoftanti ftiano con riverenza, ammu'atione, habiti degni e
OlTerva
il
:

&

&

&

convenienti
bietti
,

alla

gravit d*

una corte

reale

li

vili

difbrnati
vili

&

ab-

&

li

loro circoftanti habbino fimilitudine con atti


le

e prc-

componimento. Che gli atti d' un vecchio non fiano fimili a quelli d' un giovane e quelli d'una femmina a quelli d'un mafchio, ne quelli d' un hug^ mo a quelli d' un fanciullo
funtuofi, e tutte

membra

corrifpondino a

tal

l^elV etk

delle

fgare. GAP. GG LII.

mefcolare una quantit di fanciulli con altrettanti vecchi, n giovani con infanti , n donne con huomini , f gi il caio ^he VUOI figurare non li legaffe infieme
^Imltt
d' hiiom'mi

Non

componmentt dell'

hijlorie.

GAP. GGLIII.
dell' hiftorie

Per r ordinano
fare rari vecchi
,

ne'

componimenti comuni
da' giovani
,

u(a

di

perche li vecchi fono rari e li lor coflumi non fi confanno con i coftumi de* giovani j e dove non p conformit di cofttimi non fi fa amicitia, e dove non amiE dove fi fa componimenti d' hiftorie appacitia fi fa feparatione renti di gravit e configli, facci pochi giovani, perche li giovani
e feparati
.

volentieri

fuggono

li

configli:

&

altre

cofe fimili.

T>el figurare uno

che parli con pii

perfom

GAP. GCLIV,

Uferai di far quello che tu vuoi


in atto di confiderar la materia eh'

che parli fra molte perfon? egli ha da trattare, e di accomla

modare

in lui

g' atti

appartenenti a efia materia, cio f


atti

materia
di

p pcrfuafiva, che

g'

fiano al propofito fimili, e f la materia

72

TRATTATO DELLA PITTURA


di

di dichiaratione

diverfe

ragioni

fa

che

quello

che parla pigli

due diti della man deltra un dito della finilra , havendone con la e col vifb pronto verfb il popolo ferrato li due minori bocca alquanto aperta, che paia che parli. E f egli fede, che E Te lo paia che fi follevi alquanto ritto , e con la tella innanzi

con

fai

in.

piedi
il

fallo

alquanto chinarf col petto

la

tefta

inverfo

il

popolo,
tore
in

quale figurerai tacito,

&
:

tutto attento a riguardare l'orae

yifo

con

atti

ammirativi

fa

la

bocca

d'

alcun

vecchio

per maraviglia dell' udite fentenze chiufa, e nelli eftremi bafli tirarfi e con le ciglia alte nella giunindietro molte pieghe delle guancie alcuni a federe tura , le quali creino molte pieghe per la fronte con le dita delle mani inteffute, tenendovi dentro il ginocchio fianco: altri con un ginocchio fopra 1' altro, fu '1 quale tenga la ma,
:

no, che dentro a le riceva il gomito, la mano foflenere il mento barbuto d'alcun vecchio.
Come
de<ve farjt

del

quale

vr^da

una

figv.rct

irata

C A P. C C LV,
li

Alla figura irata


a terra , levare il
balfe
e

farai

tenere

uno per
'1

capelli
,

col capo florto

con

uno
in

de' ginocchi fu

coftato
li

col

braccio deftio
,

pugno
ftrette,
,

alto
i

quefto habbia
fretti
il

capelli

elevati

le

ciglia

&

denti

da canto

pollo

gr Ilo

dinanzi

per

chinarfi

bocca arcata, il all'inimico pieno di grinzedella


I,

Come

fi Jgura un

dlfpeyato

GAP. C C LV

Al
{tracciato
la
ferita
,
,

difperato
i

farai
,

darfi
e
i

veftimenti
farailo

con

un coltello , e con le mani haverfi fia una a flracciar d' elle mani in opera piedi ffanti e le gambe alquanto piegad'
,

te

la

perfona fimilmente verfo terra, con capelli tracciati,


rdere del piangere
e

Del

differeri'z.a

loro

C A P. C C LV I L
fi

Da

quel che ride a quel che piange non

varia ne occhi, ne

bocca, n guancie, ma fblo la rigidit delle ciglia che s'aggiungono quello che piange s' aggiua chi piange e levanfi a chi ride gne ancora le mani tracciar le vefti e variafi nelle vane caufe del pianto, perche alcun piange con ira, alcuno con paura, alcuno per
,
.

A
:

alcuno per doglia e tormento, alcuno per piet e dolore de' parenti o amici perfi delli alcuno alcuno mediocre quali piangenti alcuno {{ moftra difperato lagrima, alcuno grida, alcuno fi con il vilb al cielo, e con le
tenerezza
allegrezza
,

&

alcuno per fbfpetto

&

mani

in

bafo

havcndo

le

dita

di

quelle

inficme

teffute

altri
ti-

DI
timorofi con
le
le

LIONARDO DA
Quel che
ftringe

VINCI.
le

7^
ciglia

fpalle
.

innalzate all'orecchie, e cofi feguono fecondo

predette

caufe
le

verfa
,

il

pianto alza

nelle lo-

ro giunture, e
rivolta
li

infeme

compone
e

grinze

di
gli

fopra,

5c

canti

della

bocca in
.

bailo,

colui

che ride

ha alti,.

e le ciglia aperte

e fpatiofe

X>el pofare

di

putti.

GAP. CCLVIII.
effer' atti

Ne' putti e
diante
le

ne* vecchi

non debbon*

pronti

fatti

me-

loro

gambe.
delle

Del pojar
Nelle

femmuie
e

de'

gto'vam

GAP. G C L I X.
elTer' atti

femmine

giovanetti

non debbon'

di

gambe
al

troppo aperte, perche dimollrano audacia, o privatione di vergogna, e le ftrettc dimoltrano vergogna.
sbandate, o

tutto

quelli

che Jaltano

GAP. C G L X.
alcun
difcorfo
le

La
che
le,
le

natura opera

&
,

infegna fenza
egli

del

faltatorc;
le

quando vuol

faltare

alza
fi

con impeto

braccia e

fpal-

quali feguitando l'impeto,

muovono

infieme con gran par-

te del

corpo , & levanfi in alto , fin a tanto^ che il lor impeto in f fi conlumi il qual' impeto accompagnato dalla fubita cftenione del corpo incurvato nella fchiena, e nella giuntura delle coqual' eftendone fatta per fcie , delle ginocchia , e de' piedi , la obliquo, cioc innanzi, all' ins, e cofi il moto dedicato all'andail moto d' andare re innanzi porta innanzi il corpo che falta,
:

&

air ins alza

il

corpo ,

falli

fare grand' arco

& &

aumenta

il

falto

Deir huomo

che <vuol tirar una cofa fuor di f con grand' tmpeto.

GAP. GGLXI.
tirar

L'
fa
,

huomo
o
del

il

quale

vuol
,

un dardo, o
figurato
1'

pietra,

altra

coalla

con impctuofo moto


,

pu

eflere

in

due modi
fi

princi-

pali

cio

potr

effer
,

figurato

creatione

moto

veramente
la

quando quando
del

huomo
,

prepara

il
,

il

Ma
la

tu lo fingerai

per
fopra
,

creatione
la

moto moto
del
il

d* elio

finito

allora

lato

di

dentro
fotto

del piede
contraria
dell'

far

con
il

medefima
cio

linea
f

petto

ma

har
far
d' cf-

fpalla
il

piede,

piede

defiro

pefo

huomo

la

fpalla finiitra far fopra la

punta

fo piede deliro, (f/a.

32.)

Terche

74

TRATTATO DELLA PITTURA


,

Terche quello che njuol tirar

o ficcar
.

tirando

II

ferro

in

terra

al'z.a

la

gamba

oppojta

incur<vata

GAP,
,

CCLX
il

L
in

Quel che
alza la

col tirare vuol ficcare o trarre

cannone

terra,

gamba
,

oppofta

al

braccio che trae


il

quella piega

nel
,

gi-

nocchio
za
il

quefto fa belicari fopra

piede che pofa in terra

fen-

qual piegamento o torcimento di


f
tal

gambe

far

non

fi

potrebbe

n potrebbe trarre,
Tonderattone de

gamba non
,

fi

dillendelTe

corpi

che

non fi muoiono.
bilichi

GAP. GGLXILL
fi

Le ponderatloni overo
parti,

degl'

huomini

compofto. Semplice dall' huomo fopra li fuoi piedi immobili, fopra li quali aprendo le braccia con diverfe dillanze del fi.io mezzo,
cio

femplice

dividono in due quello che fatto


eflfo

huomo

e chinandofi

ftando fopra uno de' fuoi piedi feiTjpre il centro della fua gravit pofa: ft per linea perpendicolare fopra il centro d' elfo piede che e f pofa fopra li due piedi egualmente, allora il petto dell' huomo
,

har

il

fuo centro
bilico

perpendicolare nel
li
s'

mezzo
elfi

della

linea

che mifiara

lo (patio
Il

interpolto infra

centri d'

piedi.

comporto
di
f

intende

cffer

quello

che
ra
d'

fofien

un pefa per il Hercole che fcoppia Anteo


fopra
e
,

diverfi

quale
li

che fa un huomo moti: come nella figufofpendendolo da terra


fua
figura
il

infra

il

petto
alla

le

braccia

che

tu

facci tanto la

di

dietro
<iclla

de fuoi piedi , quanto Anteo ha fua gravit dinanzi alli medefimi piedi. {Fig. 33.)
linea

centrale

centro

Dell

huomo che pofa fopra


che

li

due piedi

che

da

di

alV

altro.

GAP. GGLXIV.
l'

f pia psfo ali

'

uno

Quando
ba dove pofa
quefto
fantia,
tal

per lungo ftare in piedi


,

huomo ha
1'

fiancata la
altra
,

gam:

eflo

manda

parte del pefo fopra ufto


,

gamba
o

ma
iii-

pofare ha da

effere

nelf et decrepita

nell'

veramente in uno ftanco perche moftra franchezza, o poca valetudine di membri e per fempre {\ vede un giovane, che fia fano e gagliardo pofrfi fopra 1' una delle gambe e f d alC[uanto di pefo fopra effo altra gamba , ufi quando vuol dar principio necelfario al fuo movimento fenza il quale fi nega ogni moto perche il moto fi genera dall' inequalit
:

1'

l'

Del pofar

delle

fgure.

GAR GGLXV.
le

Sempre

le

figure che

pofano debbono variare

membra,

cio

che

DI
che
f
:

LIONARDO DA
innanzi
,

VINCI.
lia
,

75

fermo o vada indietro e f la figura pofa fopra una gamba, che la fpalla eh' fopra effa gamba fia piti balta che 1' altra , e quello fi oiFerva dagU li quali attendono Tempre per natura bilihuom.ini di buon fenfi

un braccio va

che

l'

altro

care r
piedi
:

huomo
perche
elio
,

fopra

li

fuoi piedi,

pofando fopra
necelTit

acciocch non rovini dalli fuoi un piede , Y oppolita gamba non fola

iene

huomo,
fua

flando piegata,
fa che
il

morta
il

onde

pefo
la

centro della

gravit

fopra

come f fuflc che dalle gambe ins mandi giuntura della gamba che lo
quale
in f

foftiene

"Delle

jiouderat'iom

dell

'

huomo

nel

fermar/i fopra

de'

fuoi

piedi

GAP. CCLXVI.
fopra li fuoi piedi , o fi caricher ugualmente fopra elfi piedi, o li caricher con pefi ineguali. Se fi caricher ugualmente fopra effi piedi , egli fi caricher con pefo naturale mirto con pefo accidentale, o fi caricher con femplice pefo
L'

huomo

che

fi

ferma

naturale
tale
,

Se

fi

caricher con pelo naturale mirto con pefo


oppofiti
de'

accidendi-

allora gf eftremi
dalli

membri non fono egualmente

fanti

poli

delle giunture
,

de* piedi:

ma
:

fi

caricher
oppofiti

con

pe-

fo naturale femplice

allora tali

eftremi di

membri
e cofi

faranno

egualmente
ratione
fi

diftanti

dalle

giunture de' piedi

di quefta ponde-

far

un

libro

particolare.

"Del

moto locale pi

meno

njeloce

GAP. G C L X V II.
o da alcun altro animale quanto il centro della loro cntro del piede dove fi fo-

Il

moto
far

locale

fatto

dall'

huomo

far di

tanto maggior o minor velocit

gravit

pi remoto o propinquo

al

rtengono

Degl

'

ammali

di

(juattro

piedi

tS"

come J

muonjono

GAP. GGLXVIII.
La fomma
negl' animali

altezza

degl' animali
,

di

quattro

piedi

f\

varia
:

pi

to

o grandezza cano terra


:

pi

caminano meno quanto


che
,

e
,

querto
eh'
la

e tanche in quelli che rtanno faldi elfi animali fon di maggiore o minor caufato dall' obliquit delle gambe che tocla

innalzano
f/^.

figura

d' erto
fi

animale

quando

tali

gambe
lari

disfanno
la

loro obliquit, e
(

quando

pongono perpendico-

fopra

terra.

34.)

VelU

16

TRATTATO DELLA PITTURA


grojJe'z.i>a

Della comfpo}deu'z.a che ha la met della


con
l
'

dell

huomo

altra

meta

GAP. CCLXIX.
dell'

Mai
li

r una met della groffezza e larghezza


,

huomo

far e-

guale air altra


e
fmili

le

membra

a quella congiunte

non faranno egua-

moti.
}7el

Come

faltar dell' huomo in

alt

<vf

GAP. CCLXX.
Quando
eh*
il
1'

J tronjano

tre

moti,

huomo

-i^lta
,

in

alto

la

tefta

tre volte

pi veloce
fi

calcagno del piede


,

innanzi che la punta del piede


:

fpicchi

due volte pi veloce che li fianchi e quefto accade perche ii disfanno in un medeCmo tempo tre angoli , delli quali il lliperiore quello dove il bufto (\ congiunge con le cofcie dinanzi, il fecondo quello dove le cofcie di dietro fi congiungono con le gambe di dietro, il terzo dove la gamba dinanzi i congiungc con r olio del piede.
terra
e

da

Che

impo^tle che una memoria


delle

membra

gV affetti GAP. G C L X X I.
J'erhl

tutti

mutationi

ImpofTibile che alcuna

memoria

pofla riferbare tutti

gli
.

afpetti

alcun membro di qualunque animale fi fia Quefto cafo efemolificheremo con la dimoftratione d' una mano. E perche ogni quantit continua divifibile in infinito, il moto dell' occhio
mutationi
d*

che rilguarda la mano, e fi move dall' A. al B. {Fig- 35.) fi muove per uno fpatio A. B. il quale ancor lui quantit continua, e in ogni parte di moto vaper confequente divifibile in infinito,

&

ria r afpetto e

figura della
il

mano

nel

fuo

vedere,

cofi

far
s

mo-

vendofi in tutto
nel fuo

cerchio:

&
con

il

fimile far la

mano che

innalza

moto

cio paller per fpatio che quantit

Della pratica

cercata

gran

follecittidine

dal

pittore.

Gap. gclxxil
E
re
li
,

tu
fc

pittore

che defideri grandiffima pratica


la fai

hai da cofe

intende-

che
farai

tu

non

fopra buon fondamento

delle

naturae
f

opere con

affai

poco honore,

e e

men guadagno:
buone, con

la

farai

buona, l'opere tue faranno molte honore &. utilit.

tuo grande

Del

DI
Del
g'uid'tcare

LIONARDO DA
il

VINCI.
e

77
d'
altrui
.

pittore

le

fue

opere

quelle

GAP. CCLXXIII.
fegno in tal giuditio: e quando l'opera fupera tal giuditio, quello pellimo, come accade a chi fi maraviglia d' haver fi bene operato: e quando E f il giovane giuditio fiapera 1* opera , quefto perfetto fegno il

Quando

1'

opera

ft

pari col giuditio,

quello

trifto

^gJI-f^'F^

in tal difpofitione

fenza dubbio quefto


,

fia

eccellente
di

operatore
qualit

componitore di poche opere ma faranno fermeranno g' huomini con ammiratiune a contemplarli

ma

fia

che

Del giudicare

ti

pittore

la

fua pittura
fi

GAP. GGLXXIV.
nell' altrui

Noi fappiamo che


che nelle fue
,

gli

errori

conofcono pi
,

per fa che fij primo buon pr fpettivo , e fij buono architettore bi intera notitia delle mifure dell' huomo
cio in quanto appartiene alla
e
ritrarle dove tu non hai pratica, debbi tenere uno fpecchio piano quando dipingi, e rai dentro opere tue la quale vi fia veduta per
1'

opere di poi bab, ,

forma degl' non ricufare

edifitij

dell' altre

cofe
i

di

naturale

ma
,

fpelfo riguardelo

contrario

meglio gl'errori tuoi. Et ancora far buono levarfi fpefio, e pigliarfi qualche folazzo, perche col ritornare tu migliori il giuditio i che lo far faldo nell' opera ti fa forte ingannare
parr di
d'altro maeftro
,

mano

giudicherai

Come

lo

fpecchio maejlro

de

pittori

GAP, CGLXXV.

Quando

tu vuoi vedere

la

tua pittura tutta infieme ha con-

formit con le cofe ritratte del naturale, babbi uno fpecchio, e favVI dentro fpecchiare la cofa viva , e paragona la cofa fpecchiata con la tua pittura , e confider bene il tuo obbietto nell' uno e nell' altro Tu vedi uno fpecchio piano dimoilrar cofe che paiono rileva.

te

e la pittura
il

fa
il

&:

fpecchio
di

litudine delle cofe


aliai
l

La pittura ha una fola fuperficie, medcfimo mcdefimo. Lo fpecchio e la pittura mofira la fimiuna e l'altra pare circondata da ombra e lume, e
il
.

1'

dalla fua fuperficie.

tu conofci che lo fpecchio


,

per

mezzo vendo
li

ombre ti fa parere le cofe fpiccate OC halumi pi potenti che queltu fra li tuoi colori ombre & dello fpecchio, certo f tu li faprai ben comporre infieme, la tua
de' lineamenti
1'
i

&

pittura
Il

parr ancor
e

lei

una cofa naturale


il

vifta
1'

veltro maelfro vi mofira


,

chiaro

un gran fpecchio. ofcuro di qualunque obin

ne hanno uno eh' pi chiaro che le parti alluminate del firaulacfo di tale obbietto, e fimilmcnte in efl^i colon
bietto
li

voftri

colori

'
.

, ,

1^
f

TRATTATO DELLA PITTURA

ne trova alcuno che e pi fcuro che alcuna ofcurit di elfo obbietto: onde nafce che tu, pittore, forai le pitture tue flmili a quelle di tale fpecchio quando veduto da un folo occhio , perche li , due occhi circondano 1' obbietto minore dell' occhio

^al

pttura

pi laudabile.

GAP.

CCLXXVL
conformit
quelli

Quella pittura
la cofa

pi laudabile la quale ha pi
di
di
la

con
li

imitata. Quefto paragone a confusone

pittori

vog lono racconciare le cofe imitano un -figliolino d' un anno,


quali
Vellfoyra^'^^^^
Cd^. 157.

natura
tella

come
quale

fon quelli che


entra cinque

del

fanno entrare otto: e la larghezza delle fpalle fmile alla tcfta riducendo e quefti la fanno dupla, con un picciol fanciullo d' un anno nella proportione d* un huomo
la
,

"^^'^

^^^ altezza, t loro

di

trent'

anni

tante
in

volte

hanno
,

ufato vifto ufare

taf errore

che r hanno converfo


che
la

vifanza

la
,

quale ufanza

tanto penetrata
lor

e ftabilita nel lor corrotto

giuditio
la

che

fan

credere

medeimi

natura, o chi imita fare come efl'i fanno.

natura, facci grandiffimi errori a

non

^ale

il

primo obbietto

i}itentione

del pittore.

GAP.

CGLXXVIL

che una femplice fuperfcle piana fi dimoftri un corpo rilevato e fpiccato da elfo piano: e quello che in tale arte eccede pi g' altri , quello merita maggior lode, e quefta tale inveftigationc, anzi corona di tale fcienza nafce dall' ombre , e lumi o vuoi dire chiaro e ofcuro Adunque
intentionc
del

La prima

pittore fare

f tu fuggi

r
1'

ombre

tu

fuggi la
1'

gloria

dell' arte

apprefTo
il

li

nobili

ingegni, e

acquifti apprefio
di

ignorante volgo,
,

quale nulla pi
rilievo

dcfidera che bellezza

colori

non conofccndo
,

il

binale pia

tnpor tante

nella pittura

'

ombra

fuoi lineamenti

GAP. GGLXXVIH.
Di molta maggiore
nella

inveftigatione

e
la

fpeculatione fono

1'

ombre

pittura che
li

li

fuoi

lineamenti:
lucidare

prova

di

quefto s'infegna,

che
pofli

lineamenti
infra
1'

fi

poffano

occhio e la cofa che non fono comprefe da tal regola , per 1' infenfbilit de' loro terli quali il pi delle volte fono confuf > come fi dimoffra mini nel libro dell' ombre e lumi
,

con veli , o vetri piani interfi deve lucidare, ma 1' ombre

Come

DI
Cofije fi denje

LIONARDO DA
il

VINCI.
GAP. CCLXXIX.
il
,

75,

dare

lume

alle figure

Il

lume deve
eflfer

efTere

ufto
;

fecondo che darebbe


cio
f

naturale
fa
1'

fto

dove
ofcure

fingi
,

la

tua figura

la

fingi

al

fole

ombre

gran piazze de' lumi, e ftampinfi


in

coftanti

corpi

terra.
all'

E
,

la

differenza da' lumi

ombre,
ca(a
f

ombre di tutti li cirfigura in trillo tempo, fa poca fenza farli alcun' ombra alli piedi.
\
da'

la

figura far in
terra.

fa

gran differenza

lumi all'ombre,

&

ombra per

tu vi figuri fineftra impannata,

&

habita
al-

tione bianca, fa poca

diff^erenza fra
i

lumi &c ombre:

ella

luminata dal fuoco, t cure e lo sbattimento


,

minati: e
pia.

lumi roffeggianti e potenti, e l'ombre ofdell' ombre per li muri o per terra fiano terquanto pi s' allontana dal corpo, tanto pi fi faccia amdetta
figura
fofle

alluminata

parte

dail' aria,

parte dal

fuoco, fa che il lume caufato dall' aria, fia pi potente, e quello del fuoco fia quafi rolTo, a fimilitudine del fuoco. E fopra tutto fa che le tue figure dipinte habbino il lume grande, e da alto, cio quel vivo che tu ritrarrai, imperoche le perfone che tu vedi nelle
ftrade
,

tutte

hanno

il

lume

di

(opra
il

fppi
,

che non
tu

cofi

tuo
fa-^

gran conofcente,
tica

che dandogli

lume

di fotto

non

duraffi

a riconofcerlo.

Vo^e

cienje

Jlar quello che rifguarda la pittura

GAP. CGLXXX.
e

fia

Poniamo che A. B. {Ftg. lume: Dico che f tu il


la

36.)
ti

fia

la

pittura veduta,

che D.

porrai infra G.
fatta

male
ta
,

pittura,

e maff'ime f fia

a olio,

comprenderai o veramente vernicaE.


di

&

perche har luifro, e fia quafi di quefte cagioni, quanto pi t' accofterai perche quivi rifaltano
pittura
vifta
,
.

natura
al

fpecchio

per

punto G. meno vedrai,

lum^ mandato dalla fineftra alla, E f ti porrai inha E. e D. quivi fia bene operata la tua maffime quanto pi t' apprefierai al punto D. perche quel
i

raggi

del

luogo

meno
Come

partecipante di detta percuiTione de' raggi riHeffi.

ji deve porre alto

il

punto

GAP. GGLXXXI.

Il

mune
fatto

punto deve edere all' altezza dell' occhio d* un huomo coe r ultimo della pianura che confina col cielo deve effer
d' cflo

all'altezza
le

termine della
libere

terra

piana

col

cielo, falvo

che

montagne fono

Che

. .

8o
Che
le

TRATTATO DELLA PITTURA


figure
tcc'iole

mn

debbono

per

ragione

ejfer

ftmte

GAP. CCLXXXIL
Dico che
effere
le

cofe

che pareranno
dall'

di

minuta forma nafccr


la

dall'

dette

cofe lontane
la

occhio:

eiTendo cofi, conviene che

in-

fra

r occhio e
corpi

cofa

fa

molt' aria, e

molt' aria impedifce l'ele


.

videnza delle forme d'elfo obbietto, onde


fi

minute particole

d' ef,

fiano indifcernibili
picciolc

non conofciute

Adunque

tu

pittore
fc
.

accennate, e non finite, trimenti farai , far contra g' effetti della natura tua maeftra cofa riman picciola per la diftanza grande che fra 1' occhio
farai le

figure folamente

&

al-

La
e
la

la

cofa

la

diftanza

molt' aria fa in f chio le minute particole

grande rinchiude dentro a f grolTo corpo , il quale impedifce


dcgl' obbietti.

molt' aria
e toglie

all'

oc-

Qhe

campo

de<ve

ufare

il

pittore

nelle

fue figure

CAR CCLXXXllL
^Ca^^Vi

vede che tutti i corpi fono circondati da ombre e lumi, voglio che tu, pittore, accomodi quella parte che alluminata, fi che termini in cofa ofcura, e cofi la parte del corpo ombrata termini in cofe chiare E quefta regola dar grand'
^^'
^ efperienza
fi
.

^^

ajuto a rilevare

le

tue figure
i pittura.

'Precetto

CAR CCLXXXIV.
col

habbi rifpetto dove ella e dove ella pi o meno sfumof inverfo pi chiara che ofcura E fopra tutto ti ricordo che ne' giovani tu non facci 1' omil lume bre terminate come fa la pietra, perche la carne tiene un poco del trafparente , come fi vede a guardare in una mano che fia pofta traffole , perche ella fi vede roffeggiare , infra 1' occhio il parere luminof: e f tu vuoi vedere qual' ombra fi richiede alla tua carne, farai ivi tu un' ombra col tuo dito, e fecondo che tu
r
,
,
.

Dove

ombra confina

lume

&

&

ia vuoi

pi chiara o fcura,
,

tieni

il
.

dito

pi

preffo o pi lontano

dalla tua pittura

e quella contraf

Tfel fingere

un

fito

fehaggio

CAR CCLXXXV.
ramificati
di
fottili

Gli alberi e

1'

erbe che fono pi


fottilit

vono haver minor


haranno maggior

d'ombre,

quegl' alberi

rami dequell'erbe che

foglie

fiano cagione di maggior'

ombre
Come

DI
Come

LIONARDO DA
far parere

VINCI.

?i

denje

maturale un ayimal finto

CAP.
Tu
lue
ch'
fili

CCLXXXVI.
alcun' animale
f
il

non
e

potcrfi

fare

quale

non habbi
la

le

membra,
uno de

che ciafcuno per


animali
.

a lmilitudine
f

non

con qual-

g' altri

Adunque

vuoi far parer naturale

un

animai finto, dato, diciamo, che la un frpente , piglia per la tegl'occhi di gatto, e {la una di un mainino, o bracco, e ponegli l'orecchie d' iRrice e '1 nafo di veltro, e le ciglia di leone, e le tempie di gallo vecchio, di tellugg ne d'acqua. il collo

&

"De

nj'tf

che fi debbono fare

che habbino rilie^jo

con gratta

CAP.

CCLXXXVIL

Nelle ftrade volte a ponente, flante il fole a mezzod, le pareti {ano in modo alte , che quella che e volta al fole non abbia a riverberare ne' corpi ombroli e buona farebbe 1' aria fenza fplendoall' bora che fian veduti li lati de' volti partecipare dell' ofcuirit re
:

delle pareti a quelle oppofte

e cos
,

li

lati

del nafo, e tutta la fac-

cia volta alla bocca della

fi:

rada

f^ya.

alluminata,
di
tale

per

la

qual

cof.

r occhio che far nel

mezzo

della

bocca

ftrada vedr tal vi-

fo con tutte le faccie lui volte effere alluminate, e quelli lati che

fono volti alle pareti de' muri eflerc ombrof quello s' aggiunger la gratia d' ombre con grato perdimenprivate integralmente da og^ni termine fpedito to e quefto nafcer per caufa della lunghezza del lume che paffa infra i tetti delle ca-

fe

e
,

penetra
e

infra

le

pareti

e termina

fopra
dei

frada
quejli

rifalta

per

moto
.

reflefo
la

ne' luoghi

pavimento della ombrofi de' volti , e


il

alquanto

rifchiara
i

lunghezza

gi

detto
,

lume

del

cielo

Rampato da
la

termini

bocca della ftrada , e cofi di mano to dell' ombre che fanno fotto I' oggetto del volto in mano fi va mutando in chiarezza, inhno che termina fopra del mento con ofcurit infenfbile per qualunque verfb Come f tal lume fufTe A. E. [Fi^. 37.) vedi la linea F. E. del lume che allumina fino f( tto il nafo e la linea C. F. lolo allumina infin fotto il labro, e la linea A. H. fi eilende fino fotto il mento, e qui il nafo rimane forte luminofo, perche veduto da tutto il lume A. B.
pra
:
.

de tetti con la fua fronte allumina quafi infine vicino

che ft foal nafcimen-

D.

E.

Del dividere

fpiccare

le

figure da

loro

campi.

CAP. CCLXXXVIII.
Tu
hai mettere
la

tua figura in
^r

campo

chiaro, f far ofcu- Vclfoy^


car. 141.

C
.

%2
ra
i

TRATTATO DELLA PITTURA


nel

e f far chiara, mettila in

ra

metti la parte ofcura

campo campo

ofcuroi e
chiaro,

chiara e few-

e la parte

chiara in

campo

ofcuro.
Della
de

dijferen'z.ct

lumi

-poj

hi

dtnjerj

CAP.
Il

CCLXXXIX.
e terminate
i

lume
I

picciolo fa grandi

ombre fopra
picciolo e
nell' aria

corpi

om,

brofi

lumi grandi
termini.

fanno

fopra
far
,

corpi ombroli picciol'


il

di confufi

Quando
potente
in

inclufo

ombre e potente lume


,

nel

grande e

meno

meno
minati

potente refter
.

come il luogo d' ombra

fole

all'

hora

il

fopra de' corpi da elfo

illu-

T>el fuggire

mproportonaht delle rcojlan'z^e

>

CAP. CCXC.
pittori
,

Grandiffimo
fare
le
le
1'

vitio
g'

fi

dimoflra

prefio

di molti

cio d

habitatione de

huomini

6c altre circoftanze in tal

modo

che

porte non diano fano pi vicine

alle
all'

ginocchia de' loro habitatori , ancor che elocchio del riguardante che non 1' huomo

che in quella moftra volere entrare. Habbiamo veduto li portici cauna delle colonne di quelli foftenitri'ci elTer nel richi d' huomini , pugno a un huomo che a quella fi appoggia ad ufo di fottil baione j e fmil cofe che fono da eflerc con ogni {ludio fchifate

&

2)e termini

de' corpi

detti

lineamenti

o^njero

contorni

CAP. C
occhio

XC

I.

Sono

termini de' corpi di tanta


s'

minima evidenza, ch'in ogni


1'
,

picciolo intervallo fhe

interpone infra la cofa e

eiTo oc-

chio non comprende 1' effigie dell' amico , o parente , e non lo conofce , f non per 1' habito , e per il tutto riceve notitia del tutto
infieme con la parte
7)e

gt

accidenti fuferjiciali che prima fi per don t


corpi

nel

difcoflayft

de

omhrofl

CAP. C

XCIL

perdono nel difcoftarfi de' corpi ombrofi Secondariamente in pi diftanza fi perdono le fono i termini loro ombre che dividono le parti de' corpi che {\ toccano Terzo la grofe cofi fuecefilvamente fi perdono le e de piedi fezza delle gambe parti pi minute, di modo che a lunga diftanza folo rimane una
cofe che
.

Le prime

fi

mafia di confufa figura.

V9

^^^^1
Cxtrm/rr/?//)

(f<nt.> A. t^/t/ifO

(^.y"i''J'tfU'

'n>^ -n

2ag. 85

Slrolamo Qntcli 2' Smola

dir.

IO

DI
'De g
'

LIONARDO DA
fi^erfica't

VINCI.
j'er

Sj
le

accidenti

che

prtma jl ^evdono

chjan%,e

GAP.

CCXCIII.
.

La prima cofa che de' colori fi perde nelle diftanzc il luftro loro parte minima, e lume de.' lumi Secondaria il lume, perche minore dell' ombra Terz.a fono ombre principali , e rimane nell*
1'
.

ultimo una mediocre ofcuriu contufa.


'Dilla

natura de termini

de" cor fi

fopra

g' altri

corpi

GAP.
Quando
corpi
di
li

GCXGIV.
fuperficic

corpi di
,

convena

terminano

fopra

altri

termine del conveflo parr pi ofcuro che quello che col convelTo termine terminer Il termine dell' haftc cquigiacenti parr in campo bianco di grand' ofcurit, campo ofcuro parr pi che altra fua parte chiaro , ancorch il lume che
egual colore
il
.

& m

fopra r halle fcende

fia

fopra elle haftc di egual chiarezza, {tig. ^%.)

Della figura che nja cantra 7 njento

GAP. C C X G V,
,

linea

Sempre la figura che fi muove centra '1 vento per qualunque non olTerva il centro della fua gravit con debit^, difpofitione
,

fopra

il

centro del

fuo foftentacolo. {Fig. 3^.)


.

Della finejra do<ve Jl ritrae la figura


Sia la fineftra
delle

GAP. GGXCVI.
fatta d'

flanze

de' pittori

impannate

fcnza

occupata di grado in grado inverfo li fuoi termini di gradi coloriti di nero, in modo che il termine de' lumi non fia congiunto col termine della finellra.
tramezzi,
Terche misurando un
njijo
e

&

poi

dipingendolo in
.

ta/l

grander.^a

egli jl df~

mofrer maggior del naturale

GAP.

GGXGVII.
nella
elfa

B.

la larghezza
(

del fito,
le

&

porta
,

diftanza

della

harebbe a ftare in dietro tutto A. G. &: all' hora le tempie farebbono portate nella diftanza O. R. delle linee A. F. B. F. fi che ci la differenza G. O. & R, D. e fi conclude che la linea G. F, e la linea D. F. per c(Tere pi corta ha andare a trovare -la carta dove . difegnata X alF. B. dove la verit, e fi fa tezza tutta, cio le linee F. A. la differenza, come ho detto, di G. O. e di R. D.
carta G. F.
Ftg.

40.

dove fon

guancie

&

&

Li

Se

TRATTATO DELLA PITTURA


d
ogni corpo

Se la fuferjcle

opaco partecipa del color del fuo

ohhietto

GAP. CCXCVIIL
Tu
due
verai
tal
,

hai da intendere
,

fc
(a

far

meiTo un obbletto
,

bianco
,

infra

pareti

delle quali

una

bianca

1'

altra

obbietto

proportione infra la parte ombrofa e la qual fu quella delle predette pareti: e


far
il

che tu troluminofa del detto


nera
f

T obbietto far

di colore azzurro,

Togli il /mile al nero ovvero ombra della parete che tu fngi che habbia a riverberare nel tuo obbietto, e volendo fare con certa e vera fcicnza, uferai fare in quefto modo. Quando tu fai le tue pareti di qual colore fi voglia. , piglia un picciolo cucchiaro , poco maggior che quello che s' adopra per nettar l'orecchie, maggiore o minore fecondo le grandi o picciol opere in che tale operatione s' ha da
fcguita
.
>

come

onde havendo da dipingere farai nero per ombrare 1' obbietto azzuro che la
fmile
:

cffercitare,

e quefto cucchiaro
i

habbia
gradi

li

Tuoi eftrcmi di egual altezde'

za,

con quefto mifurerai

delle quantit

colon che tu

adopri nelle tue milioni: come farebbe quando nelle dette pareti che tu haveffi fatto le prime ombre di tre gradi d' ofcurit , e d' un grado di chiarezza , cio tre cucchiari rafi come fi fa le mifurc del grano , e quef^i tre cucchiari fuffero di femplice nero , un cucchiaro di biacca , tu harefti fatto una compoftione di qualit
,

&

hora tu hai fatto una parete bianca &: una ofcura, L hai a mettere un obbietto azzurro infra loro, il qual obbietto f vuoi che habbia la vera ombra e lume che a tal azzurro fi conviene, poni da una parte quelT azzurro, che tu vuoi che reft fenz' ombra, e poni da canto il nero, poi togli tre cucchiari di nero , e componeli , con un cucchiaro d' azzurro luminofo , e metcerta fenza

alcun

dubbio

ti

con

effo

la

pi ofcura

ombra

Fatto quefto vedi

1'

obbietto

sferico,
tira le

colonnare, o quadrato, o come fi fa, e s'egli sferico, linee da g' eftremi delle pareti ofcure al centro d' effo obsferico,

bietto

dove

elTe

linee

fi

tagliano
le

nella

fuperficie

di

tal

obbietto,

maggior ombre, infra cguali angoli poi comincia a rifchiarare come farebbe in N. O. ( Ftg. 41.) che lafcia tanto dell' ofcuro quanto elTo partecipa della parete fiperiorc A. D. il qual colore mifchicrai con la prima ombra di A. B. con le mcdefime diftintioni.
quivi infra
,

tanto

terminano

Tkl moto de gC ammali Quella


figura
fi

GAP. GCXCIX.
flia

dimol^rcr di maggior corfb la quale

pi

per rovinare innanzi

DI
Il

LIONARDO DA
f
fi

VINCI.

S5

corpo che per

muove

far

tanto pi veloce,

quanto

il

^'^''/or*

centro della fua gravit pi diftante dal centro del Tuo follentacolo
.

Quello

detto per

il

moto de

g'

uccelli

li

quali fenza batti,

mento d' ale o favor di vento da f li muovono e quefto accade quando il centro della fua gravit fuori del centro del fuo follentacolo cio fuori del mezzo della fua rclidcnza fra le due ales perche f il mezzo dell' ale fa pi indietro che mezzo ovvero centro della detta gravit di tutto all' hora elio uccello fi moveuccello
:

il

1'

innanzi &:
il

ballo

ma

tanto pi o

meno
fa

fo, quanto

centro della detta gravit


fuc ale,
fa
il

che in baf. pi remoto o propinquo


innanzi,
e
fc

al mezzo delle mezzo dell'ale

cio che

il

centro della gravit remoto dal


effo

difcenfo dell'uccello molto obliquo,

centro far vicino


di

al

mezzo

dell' ale,

il

difcenfo di tale uccello far

poca obliquit.
una Jigura che
20. e babbia

A fan

d'imojn

ejfer

alta braccia
,

40. in fratto dt braccia


dritta

membra

corrifpondenti

[ha

piedi

GAP.
In quefto

ecc.

&

in ogn' altro cafo

me

fi

i^ia

il

muro dove
tal
1'

che riguarda colo perche


:

pittura a

non dee dar noia al pittore coe(To dipinge, e malTime havendo l'occhio vaderla da una fneflra, o da altro fpiraalla planitie
l
,

vit

d' elfc

occhio non ha da attendere parti, ma folo alle cofe che di

ovvero curs

datai parete
.

hanno

dimoftrare per diverfi luoghi della fnta campagna farebbe tal figura nella curvit F. R. G, {Fig. 42.)

meglio ii perche cfTa

Ma

non fono

angoli.

A fare

una figura nel muro

dt

2.

braccia

che apparifca
I.

altex^'z.a

dt

24.

GAP.

GGG

Se vuoi far figura o altra cofa cho apparifca d' altezza di 24figura prima la parete M. N. {Fig. 43.) con la braccia, farai cofi met dell' huomo che vuoi fare, di poi l'altra met farai nella vol'1 piano d' una fala la parete della forma ta M. R. Ma fa prima fi-i
.

che

ft

il

muro con
ti fi

la

volta

dove tu
le

hai a fare la tua figura

di

poi farai

dietro a effa

parete la figura
tira

difegnata in profilo
F.

di

che

grandezza

piace

tutte

tue linee al punto

nel
'1

tagliano fu la parete N. ro che ha fimili^tudine con la parete ,

do

eh* elle

R. cofi

la

figurerai
1'

fii

momu-

&

barai tutte

altezze e fpor-

ti

della figura

muro dritto del muro la

ovvero grolTezze che fi ritrovano nsl perche nel fuggir M. N. farai la fua propria forma La figura che va figura diminuifcc per f medefima
,

le

larghezze

nella

8^
nella volta
le
ti

TRATTATO DELLA PITTURA


bilogna diminuirla
,

come

ella

fuffe

dritta
,

la

quafar

diminutione ti bifogna fare in fu una fala la figura, che leverai dalla parete N. R. con
e ridiminuivle in

ben piana
le

li

Tue vere groflezze..

una parete

di rilievo, e fa

buon modo,

A'wermef'ito rea

ompr^

<?

lumi.

GAP. CCCII.ombre
fi

Avvertirci che Tempre ne" confini

dell'

mifchia lume dc

l'ombra derivativa fi mifchia col lume, quanto Ma il colore non fi vedr ella pi dinante dal corpo ombrofo mai femplice; quefto fi prova per la nona, che dice: La fuperiicie d' ogni corpo partecipa del colore del Tuo obbietto ancora che ella come aria acqua e limili perfia lupcrticie di corpo trarparente

ombra:

e tanto pi

che l'aria piglia


To Iole.
il

la

luce dal fole,


fi

le

tenebre dalla privatione

d' ef-

Adunque
ella
s'

tinge in tanti varij colon quanti fon quelli fra

miramette infra l'occhio e loro, perche l'aria in f non ha colore pi che s' habbia l'acqua, ma 1' humido che fi mifchia con efla dalla mezza regione in gi quello che 1' ingrofTa, 6c raggi folan che vi percuotono, l'alluminano, e l'ai ingroffando
quali
,

mezza regione in su refla tenebrosa: e perche luce e azzurro in che fi tinge tenebre compone colore azzurro, quello aria e mifia con tanta maggior o minor ofcurit quanto r aria con massior o minor humidit
ria

eh'

dalla

1'

l'

Ttttitra

lume umnjerfale

GAP. GGCIII.

fempre nella moltitudine d' huomini e d' animali le parti delle loro figure , ovvero corpi , tanto pi ofcure quanto elTe fono pi bade, e quanto elle fono pi vicine al mezzo della loro moltitudine, ancorch efi fiano in f d'uniforme colore: e queflo e neceffario, perche meno quantit di cielo, alluminatorc de' corpi vede ne' baffi fpatij interpoli infra li detti animali che nelle parfupreme delli medefimi fpatij. Provali per la figura qui polta ti poflo per l'arco del ciclo unidove A. B. G. D. {^ig- 44-) verfale alluminatore de' corpi a lui inferiori N. M. fono li corpi che terminano lo fpatio S. T. R. H. infra loro mterpoflo nel qual fpatio fi vede manifeftamente eh' il fito F. ( effcndo folo alluminato dalla parte del cielo G. D. ) alluminato da minor parte del cielo, di quello che fia illuminato il fito E. il qual veduto dalla parte del cielo A. B. eh' maggiore che il ciclo D. G. adunque

Ufa

di

far

^*

'

ia

pi alluminato in E. che in F.

11

DI
"De

LIONARDO DA
a
d'

VINCI.
,

%i
frimci delle fu.

camp

froportloiat't verjcie

corpi

che in

efj
.

campeggiano

piane

un tforme

colore

GAP. C C C I

Li campi di qualunque fuperficie plana di colore e lume uniformi , non parranno fcparan da ella fuperficie, effendo del medef-

mo

colore e lume.

Adunque

per

la

converfa

parranno feparati.

Te

faranno di colore e lume diveri.


T'tttura

d'i

figura

corpo

GAP. G G
,

V.

T una de' quali vcllito fono di due forti di fuperfcie curva, ovale, o sierica, Y altro circondato di fuperficie laterate regolare o irregolare. Li corpi sierici, ovvero ovali, pajono femprc ieparatv dalli loro campi, ancorch eflo corpo (a del color del fuo campo, (mile accader de' corpi laterati: e queil fto accade per eflere difpo Ili alla gencratione dell' ombre da qualch*

Li corpi

regolari

&

uno

de' loro

lati,

il

che non pu accadere


prima di
notitia
.

nella fuperfcie

piana.

Nella pittura

mancher
di

la

parte

dt

quel
I.

corpo che far

minor quantit

GAP. G G G V
fi

Delle parti di quei corpi che

mancher
ieguc che
notitia.
le cofe

prima
la

di

notitia

che far

rimuovono di minor
fia
li

dall'

occhio

quella.

parte di maggior quantit


tu, pittore,

Adunque

non
,

finire

Dal che ne V ultima a mancar di (u piccioli membri di quelfigura.

che fono molto remote ma feguita la regola data nel fello Quanti fono quelli che nel figurar le citt , 6c altre cofe remo* dall' occhio, te fanno li termini notiffimi de gl'edifici), non altrimenti che le fufiero in vicinilTime propinquit: e quefto impofTibilc
in

natura

perche
termini

nifluna

potentifTima
li

vifta

quella

eh' in

lontaniffima difianza
tia
,

poffa vedere
d' eOTi

predetti

termini

con vera noti-

perche
e
li

cie

no parte

che di f cuna coia

fono termini delle loro fupcrfitermini delle fuperficic fono linee le quali linee non foalcuna della quantit d' efia fuperficie, ne etiam dell' aria, velie tale fuperficie. Adunque quello che non parte d' alli

corpi

invifibile
eflfi

com'

provato

in

geometria

Adunque

tu

pittore, f farai

termini fpediti e noti,

com'

in

ufanza, non far

che per tal diffetto non fi dimoflri vicinilhma. Ancora gli angoli de g* edifici) fono quelli che nelle difianti citt non fi debbono figurare, perche da lontano e impoflibile vederli, conciofiache elfi angoli fcno il concorfo di due li' ncc m un punto , 6i il punto non ha parte , adunque invifibile
te

da

figurata

fi

rimota difianza,

Ter-

S
Terehe

TRATTATO DELLA PITTURA


um
medejma

campagna J dtmojlra alcuna


.

l'olta
1

maggiore

mi-

nore che non

C A P. C C C V
volta

elle
lio

o minori che non fono, per l' interpofitione dell' aria pi grolla o fotnle del ordinario, la quale s'inframmette infra l'orizzonte e l'occhio che
Moftranfi
le

campagne alcuna

maggiori,

lo

vede
Infra
1'

orizzonti

di egual diftanza
,

dall'

occhio,

quello

fi

dimo-

frer
fa
,

effcr

pi
l

e quello

veduto infra 1' aria pai grofdimoflrer pi propinquo, che fi vedr in aria pi
il

remoto

quale

fa

fottile
Vadifopra
*

g
guali
far
,

^ofe vcdutc ineguali


la
,

in dlflanze eguali

fi
1'

dimoftreranno
la

c-

groffezza
cio
1'

dell' aria interpofta

inh-a

occhio &C

elle cofe
:

ineguale
fi

aria

grolla

interpola

infra

cofa minore

mediante la profpettiva de' colori , che fa che una gran montagna parendo picciola alla miflira, pare maggiore che una picciola vicino all' occhio , come fi vede che un dito vicino ali* occhio copre una gran montagna difcofla dall' occhio
queflo

prova

OJfer'vatonl

dherfe.

GAP. CCCVIIL
,

magnitudine, figura, e diflanza dall'occhio, quella fi dimoflrer minore, che fa veduta in campo di maggior fplendore o bianchezza Quefto infegna il fole veduto dietro alle piante fenza foglie, che tutte le loro ramificationi che fi trovano all' incontro del corpo fblare fono tanto diminuite, eh* elle
Fra
le

cofe

di

egual ofcurit

reftano

invifibili

Il

fimile far

un

hafta interpofta tra

1'

occhio e

'1

corpo folare Li corpi paralleli pofti per lo dritto , effendo veduti infra la nebbia, s' hanno a dimoflrar pi graffi da capo che da piedi. Provali per la nona, che dice: La nebbia, o l'aria grolfa, penetrata da' raggi folari, fi moftrera tanto pi bianca, quanto ella pi

bada

Le
fce,

cof vedute

da lontano fono fproportionate

e quefto

na-

occhio il fuo fimulacro con fa la parte pi ofcura. Et io viddi una donna vellita di nero con panno bianco in tefta, che fi moftrava due tanti maggiore che la groiezza delle fue fpalle , le quali erano veftite dt nero che la parte pi chiara pi vigorofo raggio che non

manda

all'

T^elle

citt

altre

cofe

<vedute all' aria grojfa

GAP. G G

X.
delle

Cr

cdifcij

delle

citt

veduti

fotto

all'

occhio ne tempi

neh-

DI
nebbie
tri
,

LIONARDO DA
ingroffate

VINCI.
de'
,

gp
fuochi
,

e
,

dell* arie

da

fumi
noti

loro

al-

vapori

Tempre faranno tanto

meno

quanto fono
e

altezza, e per la converfa fiano tanto pi fpediti

noti,

minor quanto fi
in
,

vedranno
dice:

in

maggior altezza.
eier

Provaf

per

la

quarta di queito

che
tanto

L'aria
,

tanto

pi grolla,

quanto
fi

pi

balfa,

pi
ta
dall'

fottile

quanto
nell'
,

pi alta.

E
,

quello

dimollra per
(

effa

quar-

pofta baffo:

diremo
aria

la

torre
la

A.

F.
fi

f/^. 45.)

elTer

veduta

occhio N.

groffa

quale

divide in quattro gradi,

tanto pi groffi
cofa veduta,
d'
efTa

quanto fon pi
quantit

baffi
s'

Quanto minor
tanto
aria.
1'

d' aria

interpone
cofa

fra

1'

occhio e

la

meno
e la

il

color

d' efTa

parteciper del color


fa

Seguita

che quanto maggi';r quantit


cofa veduta,

d' aria

inter-

poffa infra
del

occhio

tanto pi effa cof partecipa

occhio N. al quale concorrono le cinque fpetie delle cinque parti della torre A. F. cio A. B. C. D. E. Dico che f l'aria fulTe d' uniforme groffezza, che tal proportione harebbe la partecipatione del color dell' aria che acquiffa il pie della torre F. con la partecipatione del color dell* aria , che acquifla la parte della torre B. quaf la proportione che ha la longhezza della linea M. F. con la linea B. S. Ma per la paf^ fata , che prova 1' aria non efTere uniforme nella flia groffezza , ma egli neceffario che tanto pi grolla quanto ella pi balTa la 1' di proportione delli colon in che f le parti della torre aria tinge F. fano di maggior proportione che la proportione fopra detB. ta, conciofache la linea M. F. oltre l* efTer pi longa che la linea S. B. palTa per 1' aria, che ha grolTezza uniformemente d forme
colore delf aria interpola.

Dimoflraf.

Effendo

1'

&

Di

i'^ggi

folar't

che

penetrano

li

fpiracoli

de'

nwvoll

CAR CCCX.
I

raggi folari
e
,

penetratori
de* nuvoli

delli
,

fpiracoli

interpoftl
tutti
li

infra

le

varie
fi

denft

globofit

alluminano
,

fti

dove

ta-

gliano

alluminano ctiam le tenebre e tingono di f tutti li luoghi ofcuri, che fono dopo loro, le quali ofcurit fi dimoftrano infra gf intervalli d' efli raggi folari.
"Delle
co f

&

che

'

occhi

<vede [otto

cAp. CCCXl.
Quanto
pi
groffa.
{\
1*

m'tje

infra,

nehhta 5* aria groffa

aria

fia

pi vicina alf acqua o alla terra


19.*
f

tanto

{\

fa

Provaf per la

meno

leva che har in


s'

fecondo, che dice: maggior gravezza, feguita


del

Quella cofa che la pi

lieve pi

innalza che la grave

De

90

TRATTATO DELLA PITTURA


Ve
g
'

ed'tjtij

^veduti nel

aria gyojfa

GAP. CCCXII.
evidente
1'

Quella, parte dell' edifitio far


aria di

manco
e

maggior grolTezza
vedr
in
(

cofi
,

converfo far

che fi vedr in pi nota quella

che

fi

aria

pi fottile
)

torre A.

D.

Fig.

^6

elTo

manco nota
ta

pi chiara,

&

occhio N. vedendo la ne vedr in ogni grado di baiTezza parte in ogni grado d' altezza parte pi no-

Adunque

meno
Della

chiara

cofa

che

fi

moBra

da

lontayio

GAP. GCGXIIL

Quella cofa ofcura fi dimoftrer pi chiara, la quale far pi remota dall' occhio Seguita per la converfa che la cofa ofcura fi dimoftrer di maggior ofcurit, la quale fi ritrover pi vicino ali* Adunque le parti inferiori di qualunque cofa pofta nell' aria occhio grolla parranno pi remote da' piedi che le loro fommit , e per quefto la radice baffa del monte parr pi lontana che la cima del medefimo monte , la quale in f pi remota
. .

Della 'veduta
L' occhio

d* una citt in aria grojfa

GAP. GGGXIV.
in

che fotto di
g'

vede
ofcuri
in

la

citt

aria

groflfa

vede

fommit de mento, e vede


le

edifitij

pi

pi noti

le

dette
:

fommit
e

campo

che il loro nafcichiaro, perche le vede

neir aria baffa

grolfa

quello avviene per la palfata


cofe

De
Li

termini

inferiori

delle

remote.

GAP. GGGXV.
faranno
affai

termini
delle

inferiori

delle
:

cofe
e

remote
faccino

meno
alle

fcnfibili

che
e
tre

li

loro termini
,

fuperiori

quefto accade
fi
,

montagne
li

colli

quali le

loro

cime
loro

campi
fi il

delli lati dell' al-

montagne che fono dopo


fopra pi
,

&
,

quefte

di

fpediti

che

le

loro
e

bafi

perche

vede termine
,

termini
fopra
ft

di

pi fcuro ne* luoghi

per effer
baffi
:

meno occupato
quefto
quello

dall' aria

groffa

la

quale

che confonde li detti termini delle bafi de' colli: medelmo accade ne g' alberi edifitij, il altre cofe che s' innalzano infra 1' aria i e di qui nafce che fpeffo 1' alte torri vedute in lunga difLinza paian grolle da capo, e fotperche la parte di fopra moftra 1' angolo de i lati tili da' piedi che terminano con la fronte, perche 1' aria fottile non teli cela,
e

&

&

&

come
che

la

groifa:

quefto

r aria

groffa,

che

s'

accade per la interpone infra

7.* del
1'

primo,
e
'1

che

dice

occhio

fole,

pi

lucente in balfo ch'in altoi e dove l'aria e pi bianca, effa occupa


all'

DI
air
(

LIONARDQ DA
,

VINCI.
aria
fuiTe

^i
azzurra,

occhio pi le cofe ofcure Li vede in lunga dillanza


:

che
merli

tal

come
fpatij

delle
e

fortezze

hanno
affai

li

loro
lo

eguali alla
il
il

larghezza de' merli,

tuttavia

pare

fpatio che

e copre tutto
e fenza

merlo merlo,

&

in

dilfanza pi remota lo

maggiore fpatio occupa

e tal fortezza fuol

moRrare

il

muro

dritto,

merlo.
Velie
cofe

<vedute

da

lontano

GAP. CCCXVI.
manco
noti
,

Li
veduti

termini
in

di

quell* obbietto

faranno

che fiano

maggior
Veli
'

dilfanza

(tZ'Z.urro

che

fi

mofra

e (fere

ne paeft

lontani

GAP. CGCXVII.
Delle
voglia
,

cofe
li

remote

dall'

occhio

le

quali fano di che color


,

f\

quella

dimollrer di color pi azzurro

la

quale
quella
1'

fia

di

Fnaggior ofcurit,

naturale, o accidentale. Naturale


quella
eh'
altri

eh'

ofcura da fes

accidentale

ofcura mediante

ombra

che

gli

fatta

da

obbietti

^^ali fon

alleile

parti de corpi delle anali

per difan-Zia

manca

la

notttia.

GAP. GCCXVIII.
Quelle parti de' corpi che faranno di minor quantit fano le prime delle quali per longa diflanza fi perde la notitia. Queflo accade, perche le fpetie delle cofe minori in pari diilanza vengoe le cognino all' occhio con minor angolo che le maggiori tioni delle cofe remote fono di tanta minor notitia quanto elle fono di minor quantit. Seguita dunque, che quando la quantit maggiore in lunga dilanza viene all' occhi per angolo minimo , e
,

Vedifojra
(j>

jd"*

quali

perde di fua cognitionc


l
.

notitia,

la

quantit

minore

al

tutto

manca

della

Terche

le

cofe

quanto pi fi rimuonjono dalV occhio manco fi conofcono.

GAP. CCGXIX.
Quella cofa far manco nota, la quale far pi remota dall' occhio. Quello accade, perche quelle parti prima l perdono che fono pi minute e le feconde meno minute fono ancora perfe nella maggior diilanza, e coli fuccellivamente feguitando a poco a poco conili mandol le parti confuma la notitia della cofa remota,' fi
, ,

in

modo

che

alla

fine

perdono

tutte
2

le

parti

inlcme col tutto:

e,

man-

92
interpone
Ter che

TRATTATO DELLA PITTURA


il

manca ancora
s

colore

per
e

la la

caufa della
cofa

groflezza

dell' aria

che

infra

T occhio

veduta.

<vohi di lonta>O paiono

ofcuri

GAP. C C C X X.
delle cofe

Noi vediamo
ti

chiaro che tutte


,

le

(mllitudini

evidenal

che
la

ci

fono

per obbietto

cofi

grandi
.

come
s

picciole, entrano
picciola entrata
,

fenfo per la picciola luce dell' occhio


fa

Se per

paP
il

fmilitudine della grandezza del cielo e della terra


dell'

efTendo
luce

volto
la

huomo

fra
la

grandi fmilitudini di cofe quafi niente, per

lontananza che

diminuifce

rimane incomprenfibile:
impreffiva per

&

occupa havendo da
,

poca

d'

eila

che
alT

palTare

dalla

fuperHcie

curo , , la ofcunt della via, e giunta all' imprelfiva pare ofcura Altra cagione non fi pu in nillun modo infegnare fu quel punto, e nervo che \{\ nella luce e perche egli e pieno d' un humore trafparcnte a guifa d' aria, fa 1' ofttio che farebbe un bucco fatto in u aff , che a riguardarlo par nero e le cofe vedute per 1' aria chia. :

un mezzo ofcuro, cio il nervo voto, che pare offi quella fpecie non efTendo di color potente tinge in quel-

ra

fcura

fi

confondono neU'

ofcuric

binali

Jon

parti che prima corpi J perdono di mtia ne dall' occhio^ e quali pi / conferivano.
le

GAP.

CCGXXL
minor
e
fi

che J rimuovono

Quella

parte

del

corpo

che

fi
,

rimuove
la

dall'

occhio quella
figura
nelle

che meno conferva la fua evidenza e Quefto accade ne' luftri de' corpi sferici
bra
pi
fottili
all'

quale di

o. colonnari,

meme

de' corpi}
le

come
il

il

cervo, che
elTer

prima
delle

rimane di

mandar

occhio

Ipetie
,

ovvero fmilitudine
quale per
la

fue
,

gambe
pi
in
ii

corna che del fuo buffo


ferva nelle fue fpetie.

pi grolTo

con-

fono

li

prima cofa che li perde lineamenti che terminano la fuperfcie e figura


Della profpetti^ja lineale.

Ma

diflanza

GAP.

GGCXXIL
delle
linee
vifuali

La
a

profpettiva

lineale

s'

eflende

nell' ofifitio

mifura quanto la cofa feconda minore che la prima, e la terza che la feconda, e cofi di grado in grado infno f la cofa feal fine delle cofe vedute. Trovo per efperienza, che conda far tanto diflante dalla prima quanto la prima diftante dalf occhio tuo, che bench infra loro fiano di pari grandezza, la feconda fa la met minore che la prima: e f la terza cofa
provare
per
far

di

pan

diflanza

dalla

feconda

innanzi

elTa

fa

minore due

DI
due
terzi
,

LIONARDO DA
di

VINCI.

^^

grado per pari diftanza faranno Tempre diminutione proportionata purch 1' intervallo non paffi il numero di 20. braccia & mfra dette 20. braccia la figura fimile a te perder - di fua grandezza, i. infra 40. perder i e poi | in
e cofi

grado

in

60. braccia,

cof

di

mano

in

mano

far

fua

diminutione,

facenil

do la parete lontan da te due volte la tua grandezza, che una fola fa gran differenza dalle prime braccia alle feconde
Ve' corpi ceduti nella nebbia
.

farla

GAP. CCCXXIIl.

Quelle cofe le quali fian vedute nella nebbia fi dimoftreranna maggiori alfai che la loro vera grandezza e queflo nafce , perche la profpettiva del mezzo interpofto infra Y occhio e tal' obbietto non accorda il color fuo con la magnitudine di effo obbietto , perche tal nebbia fimile alla confuta aria interpofta infra l'occhio, e il r orizzonte in tempo fercno, corpo vicino all' occhio veduto dopo la vicinit della nebbia i moflra efTere alla diftanza dell' orizzonte nel quale una grandilTima torre fi dimollrcrebbe minore che
:

&

il

predetto
'

huomo
de g
'

ftando vicino
edijtij

Dell

altei.'La

ceduti nella nebbia

GAP. GGGXXIV*

Quella parte del vicino edifitio {{ moflra pi confufii , la quale pi remota da terra; e queio nafce, perche pi nebbia inche non dall' occhio alla fua fra r occhio e la cima dell' edifitio bafe. E la torre parallela veduta in lunga diftanza infra la nebbia fi dimoftrer .tanto pi fottilc , quanto ella fia pi vicina alla fua bafe. Quello nafce per la pallata, che dice: La nebbia fi dimolber tanto pi bianca, e pi fpeflTa , quanto ella pi vicina alla terLa cofa ofcura parr ra e per la feconda di quello , che dice di tanto minor figura quanto ella fia veduta in campo di pi potente bianchezza. Adunque eflendo pi bianca la nebbia da piedi che da capo, necelario che 1' ofcurit di tal torre fi dimoftri pi llretta da piedi che da capo
, ,
: .

jr^j^yj^^^

gp-3i3-

Velie citta

(5*

altri

edijtij

nfeduti

la fera

la

mattina nella nebbia

GAP.
Ne
parti
parti
fi

CCGXXV.
longa
diftanza

g'

cdifitij

veduti
groffa
fole
,

in
,

da
la

(era

o da mattina
,

nella nebbia,

aria

folo

fi

dimoftra

chiarezza delle loro


1'

alluminate
delli

dal

che

fi

trovano inverfo

orizzonte

e le

che non fono vedute dal fole, reftano quadel colore di mediocre ofcurit di nebbia.
detti
edifitij,

Terchc

) ,

94
Ter che
le

TRATTATO DELLA PITTURA


co

pi alte pofle nella


la

dijlayi-z^a

fono pia ofcwe che


tn
grojfez-'z.a
.

le

hctjfe

ancorch

nebbia

fa

uruforme

GAP.

CCCXXVL
,

groHa , o in vapoche far pii fia tanto pi nota, alta: e delle cofe di eguale altezza quella pare pi ofcura che campeggia in pi ofcura nebbia, come accade all' occhio H. (f/^. 47, vede C. che vedendo A. B. C. torri di eguale altezza intra loro
Delle cole porte nella nebbia re, o fumo, o in diftanza, quella

altra

aria

fommit della prima torre in R. balTezza di due gradi di profonditV nella nebbia, e vede la fommit delia torre di mezzo B. in un fol grado di nebbia , adunque C. Ibmmit fi dimoika pi ofcura che la fommit della torre B.
Delle macchie dell
'

ombre che apparifono ne corpi da lontano

GAP.
Sempre
effo fporto.
la

GGGXXVIL

gola o altra perpendicolare drittura


far

habbia alcun fporto

pi ofcura che

Seguita,

che

quel corpo

fi

che fbpra di f la faccia perpendicolare di dimoftrer pi alluminato


.

che di maggior fomma di un medeiimo lume far veduto Vedi in A. che non vi allumina parte alcuna del cielo F. K. (f/^. 48.) in C. il cielo G. K. in D. in B. vi allumina il cielo H. K.

&

&

&

K. integralmente. Adunque il petto far di pari chiarezza della fronte, nafo, e mento. Ma quello eh' io t' ho a ricordare de' volti, che tu confideri in quelli come in diverfe diitanze fi
il

cielo F.

perde diverfe qualit

d'

ombre

e folo reRa quelle


&i altre fimili
,

prime macchie
e

cio delle incaifature dell' occhio,

nel
,

fine

il

vifb

rimane ofcuro

confumano i lumi quali foli no picciola cofa a comparatione dell' ombre mezzane: per la qua! cofa a lungo andare fi confuma la qualit e quantit de' lumt dc ombre principali , e fi confonde ogni qualit iti ombra mezzana E
,

perche in quello

fi

quella

la

caufa che

g'

alberi,

&

ogni corpo,

certa diftanza

fi

dim^ftrano farfi in f pi ofcuri che elTendo quelli medefimi vicino all' occhio Ma poi 1' aria che s' interpone infra 1' occhio e la cofa fa che efla cofa f\ riichiara, e pende in azzurro: ma pi tofto azzurreggia neir ombre, che nelle parti luminofe, dove fi moftra pi
.

la verit

de' colori

Terche fu

7 far

della fera
ax.'z.urre.

ombre de corpi generate in bianco parete fono

GAP. GGGXXVIIL
generate dal roffor del fole vicino
all'

L'

ombre

de' corpi

oriz-

zonte

DI

LIONARDO DA
:

VINCI.

^5

zonte fempie fian azzurre e quello nafce per 1* undecima , dove fi dice: La fupertcie d* ogni corpo opaco partecipa del colore del Tuo obbiecto. Adunque cflendo la bianchezza della parete privata al tutto
d'

ogni

colore

fi

tinge
fole,
fi

del
e
'I

colore de' fuoi obbietti


cielo.

li

quali fo-

no

in

quefto cafo
il

il

perche

il

fole

roffeggia ver-

fola fera, ed
iole,

per

1'

vidde mai
dal cielo
la
:

1'

moflra azzurro, dove l'ombra non vede il ottava dell' ombra, che dice: Nifluno luminofb non ombre del corpo da lui illuminato quivi far veduto
cielo
,

adunque per
veduta

la

detta

undecima
fole

1'

ombra
,

derivativa

har
d'

percuflione nella bianca parete di color azzurro

&

il

campo

cfla

ombra

dal rofloic

del

parteciper del color roffo.

(%49-)
Vo^e
Il

pi chiaro

il

fumo
fole

GAP. CCCXXIX.
e
1'

fumo veduto
la

infra

'1

occhio
nafce
.

far
Il

chiaro

e lucido
fa
la

pi che in alcuna parte del paefe


polvere, e
ro,
ti

dove

medefimo
il

nebbia, le quali, parranno ofcure.


T>ella piovere

ie

tu farai ancora infra

fole

e lo-

GAP. G G C X X X.
il

alcun animale, quanto pi fi leva, pi chiara, e cofi pi ofcura, quanto meno s'innalza , ftante effa infra '1 fole e 1' occhio
{i

La

polvere che

leva per

corfb

d'

Del fumo.
Il

GAP.

CGGXXXL
g'

fumo
fumo

pi trafparente
li

globulcnze che inverfo


Il
fi

fiioi

ofcuro inverfo mezzi.


tanto

&

eftremi delle fuc

muove con

maggior obbliquit

quanto

il

vento fuo motore pi potente. Sono li fumi di tanti varij colori , quante fono le variet delle cofe che lo generano Li fumi non faranno ombre terminate e li fuoi confini fono tanto meno noti, quanto elfi fono pi diftanti dalle loro caufc: e
:

le

cofe

polle

dopo
al ci

loro

fon tanto
,

meno
azzurri

evidenti

pi

del

fumo fono
vicini

pi denfi
principio,

tanto

fon pi
verfo

quanto li gropbianchi , quanto fo,

no pi
11

pi pi

il

fine.

fuoco
s'

parr
infra

tanto
1'

fumo

interpone
il

ofcuro quanto maggior occhio elio fuoco.

fbmma
meno

di

&

Dove
cupate.

fumo

pi remoto,

le

cofe

fono

da
,

lui

oc-

Fa

il

paefe confufo a guifa di fpcffa nebbia

nella

quale

fi

ve-

da

9^
da fumi
natrici

TRATTATO DELLA PITTURA


in
diverf

luoghi con
le

le

lor

fiamme

ne' principi)

allumi-

delle pi

denfe

globulcnze

pi lano evidenti che


Vari]
precetti

fumi , e li monti pi alti loro radici, come fi vede fare nelle nebbie.
d' X\

di pittura

GAP.

CCCXXXIL
&

corpo opaco partecipa del colore del meze tanto elfa fuperficie i ^o trafparente interpolo infra X occhio pi , quanto efl'o mezzo pi denfo , e con maggior ipatio s interpone infra 1' occhio e la detta fuperficie Li termini de' corpi e pachi fiano meno noti quanto faranno pi diftanti dall' occhio che li vede. Quella patte del corpo onaco far pi ombrata o alluminata che fia pi vicina all' ombrofo che 1' ofcura , o al luminofo che

La

fuperficie d* ogni

r allumina.

La
obbietto,
fo

fuperficie

d'

ogni corpo opaco partecipa del colore del fuo

con tanta o maggior, o minor impreifione quanto ef^ obbietto fia pi vicino o remoto, o di maggior o di minor po,

ma

tenza

Le
maggior

cofe vedute
rilievo

infra

il

lume

1'

che quelle che fon nel nell' ombre Quando tu farai nelle lunghe dillanze le cofe cognite , e fpedite , effe cofe non diftanti ma propinque Xi dimoftreranno Adunque nelle tue imitationi fa che le cofe habbino quella parte della cogni.

ombre lume o

fi

dimoflreranno di

tione
bietto

che
far

moftrano
di

le

diflanze
e

la
,

cofa

termini confufi
diftante
,

dubbiofi

che ti ft ancora tu farai


fi

per
il

ob-

fimile

nel

tuo fimulacro

La

cofa

per due diverfe


delle
e
fi

caufe
eh' ella

moflra
viene

di

confufi

dubbiofi termini
ciolo angolo
delle cofe
all'

1'

una

quali

per

tanto
1'

pic-

occhio,

diminuifce tanto,

eh' ella fa

officio

minime, che, ancorch elle fiano vicine all'occhio, effo occhio non pu comprendere di che figura fi fia tal corpo, come fb^o r unghie delle dita, le formiche, o fimih cofe. La feconda , che
infra
fi

1'

occhio e
fua

le
,

cofe
e

dillanti
la

s'

interpone

tanto

d'
1'

aria

eh* ella
,

fa

fpela

e groffa

per

fua
le

bianchezza tinge
d'

ombre
il

le

vela
tra

della

bianchezza,
,

fa

ofcure in un colore

quale

nero e bianco

quale azzurro
diftanze
fi

perda la cognitione dell' ef^ fer di molte cofe nondimeno quelle che faranno alluminate dal fole fi renderanno di pi certa dimolfratione, e 1' altre nelle confufe ombre parranno involte. E perche in ogni grado di baiezza l'aria acquilla parte di groffezza , le cofe che faranno pi baffe Xi dimole
,

Bench per

lunghe

ftreranno pi confufe, e

cofi

per

il

contrario.

Quan-

;;SiMiiri'imiiii;'iiiiiiiriiiiiiiHniiiiiiiiiiniiniiniiiiiw<un>niininniinimiiiiHiiiinniiiimiwmi^^

, ,

DI
Quando
per
re
:

LIONARDO DA
fa

VINCI.

97

il

fole
fi

rolTe^e'ar
d'

li

nuvoli dell'orizzonte,
r

la

dillanza
C\

vertivano

azzurro fiano
1'

le cofe che 'l'I n* partecipanti di tal rollo'1

onde
la

der

azzurro una miilionc fra campagna molto allegra e gioconda


far
tal

e
:

roHb

la

quale ren-

tutte le cole

che

fia-

no alluminate da
denti,
e

rollo re e

che
per

fiano
eler
fi

denfc,

rolVecrgeranno:

l'aria
,

faranno molto evitrafparentc har in f per

tutto infufo tal rolTeggiameuto


de' gigli

onde
infra

dimolfrer del color del fior


fole

Sempre
leva o pone
,

quell'aria
fia

che

'1

pi occupatrice
d'aria:

delle

cofe

quando fi che fono dopo lei che


e la

terra,

nifTun altra parte

quello nafce

per elfere ella pi biancheg-

giante

Non

fian fatti altro


,

termini ne profili

d'

un corpo che campeggi uf


fi

no fopra un'

ma

folo effo

corpo per

fpiccher

Se il termine della cofa bianca fi fcontrer fopra altre cofe bianche, f eflo far curvo, creer termine ofcuro per fua natura, e far la pi ofcura parte che habbi la parte luminofa: e f campeggier in luogo ofcuro^ eflo termine parr la pi chiara parte che

babbi

la

parte luminofa

Quella cofa parr pi remota e fpiccata dall' altra che campeggier in campo pi vario da f. Nelle difianze fi perdono prima i termini de' corpi che hanno colori fimili e che il termine dell'uno fia fopra dell'altro, come il termine d'una quercia fopra un'altra quercia fimile. Secondo in maggior diflanza fi perderanno i termini de' corpi di colori mezzani
,

terminati
glie
,

1'

un fopra

1'

altro

come

alberi
falfi
.

terreno lavorato
fi
1'

murai

altre

rovine di monti o di
terminati
di
il

Ultimo
,

perderanno

ter-

mini

de' corpi

chiaro

nell'

ofcuro

e
1'

ofcuro nel chiaro.

Infra le cofe

egual

altezza che fopra

occhio fiano fituate

quella che

pi remota dall' occhio far pi baffa: e f far firuata fotta l'occhio, la pi vicina elfo occhio parr pi baffa, e le
fia

laterali

parallele

concorreranno

in

un punto

fono evidenti ne' fiti lontani k cofe che fono d' intorno fiumi che quelle che da tali fiumi e paludi fono remote Infra le cofe di egual fpefiitudine quelle che faranno pi vici-

Manco

ne air occhio parrann o pi rare e le pi remote pi fpeffe L' occhio che far di maggior pupilla vedr 1' obbietto di maggior figura Quefto fi dimoftra nel guardare un corpo celelle per un picciolo fpiracolo fatto con 1' ago nella carta , che per non poter operare di elta luce f non una picciola parte , elfo corpo pare diminuire tanto della fua grandezza, quanto la parte della luce che lo vede mancata dal fuo tutto
,
.
.

1/ aria eh' e ingrollata

s'

interpone infra

1'

occhio e

la
ci

cofa
ren-

9
ci

TRATTATO DELLA PITTURA


e(Ta

rende

cofa d' incerti e confufi termini


.

fa

e(To

obbietto pa-

maggior figura che non Quefto nafce perche la profpettiva lineale non diminuifce V angolo che porta le Tue fpetie all' occhio, e la profpettiva de' colori la fpinge e rimuove in maggior difi che 1' una rimovc dall' occhio , e l'altra conftanza eh' ella non ferva la fua magnitudine.
rere di
,

Quando
no
l'aria,
,

il

fole

in occidente le nebbie che ricafcano ingroffa-

le

cofe che

non fono vedute

dal fole

reftano ofcure e

confufe

quelle che dal fole fiano alluminate rolTeggiano e gialleg-

fecondo ch'il fole fi dimoftra all'orizzonte. Ancora le coic che da quello fono alluminate fono forte evidenti, e malfime g' edifitij e cafe della citt e ville , perche le loro ombre fono ofcure incerti e pare che tale loro certa dimoAratione nafca di confufi fondamenti , perche ogni cofa d' un colore , f non veduta da
giano,

&

elfo fole.

La

cofa alluminata

dal

fole
,

ancora

alluminata

dall' aria

in

che fi crean due ombre delle quali quella far pi ofcura che har la fua linea centrale dritta al centro del fole. Sempre la linea centrale del lume primitivo e derivativo fia con la linea centrale
dell'

modo

ombre
g' alti

primitive o derivative
il

Bello

fpettacolo fa
edifitij

fole

quando
e

in

ponente
il

il

quale allualberi

leRo da quiv in rimane di poco rilievo, perche elTendo folamente alluminato gii dall' aria hanno poca differenza le ombre dalli lumi, e per quello non fpiccano troppo , e le cofe che fra quefte pi s innalzano fono tocche da raggi folari, e come fi detto, i tingono nel lor colore onde tu hai a torre del colore di che tu fai il fole e quivi ne hai a mettere in qualunque color chiaro con il quale tu allumie
li

mina tutti campagne,

delle citt,

casella,
e

e l'alti

delle

tinge del

fuo

colore,

tutto

ri

elfi

corpi. {Ftg.

Ancora accade che un nuvolo parr ofcuro fenza haver' ombra da altro nuvolo da lui feparato , e quefto accade fecondo il fito dell'occhio, perche dell'uno vicino fi vede folo la parte ombrofa, e degl'altri fi vede cmbrofa e la luminof
1'

50.) fpelle volte

Infra le cofe di

egual
.

altezza quella che far pi diftante dall'

occhio parr pi baffa Vedi che il nuvolo primo ancor che fia pi baffo che il fecondo, pare pi alto di lui, come ci dimoilra nella parete il tagliamento della piramide del primo nuvolo ballo in M. A. ( Fig. 51.) del fecondo pi alto in N. M. Quefi:o nafce quando ti par vedere un nuvolo ofcuro pi alto che un nuvolo chiaro per
li

raggi del fole in oriente o in occidente

Tenhe

DI
Ter che la
cofa

LIONARDO DA
,

VINCI.
non pare

^^

dipinta

ancorch

ella

ijen^ht

alt occhio per quella mede/ima

grojJez,%a d'angolo

che quella

eh pi
della

remota da
remotione

lei

tanto

remota quanto

quella

naturale

CAR CCCXXXIII.
Diciamo: Io dipingo (u, la parte B. C. ( f/^, 52.) una cadi che habbi a parere diltante un miglio, e di poi io gliene metto allato una che ha la vera diftanza d'un miglio, le quali cole fono in modo ordinate che la parete A. C. taglia la piramide con egual grandezza; nientedimeno mai con due occhi parranno di egual grandezza, ne di egual dilianza.

Ve Campi.
Principaliffima

GAP. CCCXXXIV.
fono
li

parte della pittura

campi

delle cofe di-

campi li termini delle cofe naturali e' hanno in loro curvit convefTa Tempre fi conofcono, e le figure di tali corpi in efli campi, ancorch li colori de' corpi fieno del medefimo colore
pinte,
nelli

quali

campo. E quello nafce che li terrriini convelli de' corpi non fono alluminati nel medefimo modo che dal medefimo lume alluminato il campo perche tal termine molte volte far pi chiaro o pi Icuro che elTo campo. Ma f tal termine e del color di tal campo , (enza dubbio tal parte di pittura prohibir la nodel predetto
,

titia

delle

figure
elTerc

di

tal

termine,

quella
de'

tale

elettione
pittori
,

di

pit-

tura

da

fchitata dagl' ingegni

buon

conciofiaia
pit-

chc r intentione del pittore di far parere li fijoi corpi di qua campi: e nel fopradetto cafo accade il contrario, non folo m
tura,

ma

nelle

cofe di rilievo.

Del

gtudicio che

ha da fare fopra

/'

cpera

d un

pittore

GAP.
Prima
richiede al
quelle
che
iito:

GGGXXXV.
le
1'

tu
e
'1

confidcri

lume che

medefime
folo lato.

negl' eftremi

dell'

hanno il rilievo che (\ allurnina che l'ombre non I13.no hiiloria che nel mezzo , perche alfigure,
s'
,

tra cofa

r efier circondato

dall'

oribra

&

altra

bavere

1'

ombra
vcr-

da un
fo
il

Quelle fono circondate


,

dall'

ombra,

che

fi3no

mezzo
fra

dell' hilloria

perche

fi^no

adombrate

dalle

figure inter-

lume: e quelle fono adornbrate da un (o\ lato, dove nori le quali fono interpolfe infra '1 lume e 1' hiftoria, perche d' elfq, ofi:urit vede il lume, vede 1' hiltoria, e vi fi rapprefnta hiftoria, e dove non vede hiftoria, vede lo fplendor del lume, e
loro
il
l' l'

pone

&

VI

fi

rapprefenta la

fiia

chiarezza.

SecoH'

loo
Secondo

TRATTATO DELLA PITTURA

che il feminamento, ovvero compartitione delle figure , fia fecondo il cafo del quale tu vuoi che (a eflTa hilloria Terzo che le figure iano con prontezza intente al loro particolare.

Del

rilievo

delle figure

remote dall' occhio.

CAP.
di

CCCXXXVL
rilievo
il

Quel corpo opaco


le

fi

dimoftrer

effere

minor

qua-

pi diftante dall'occhio, e quefto accade perche l'aria intcrpofa. fra 1' occhio 6c elfo corpo opaco, per e(Ter ella cofi chiara
far

pi che l'ombra di
e
gli

tal

corpo, corrompe

elTa
la

ombra,
qual

la

rifchiara,

toglie

la
il

potenza

della fua ofcurit,

cofa caufa di

fargli

perdere
T)e'

fuo rilievo
membri alluminati
quel

termim

de'

CAP. CCCXXXVII.

alluminato parr pi ofcuro che far veduto in campo pi chiaro , e coG para pi chiaro che fia veduto in campo pi ofcuro. E f tal termine fia piano, e veduto

termine

di

membro

in

campo

chiaro fimile alla fua chiarezza,

il

termine

fia infenfibile.

determini,
Li termini delle cofe

CAP.
feconde

CCCXXXVIIL

primi.
te
d'

Adunque
,

tu, pittore,
le

non faranno mai cogniti come i non terminare immediate le cofe quarle

con le quinte come una co(a in un' altra


perche
il

prime con
di

feconde

perche
,

il

termine

natura di Imea

termine d'un colore e e non ha da eflere per detta linea, perche niiuna cof. s' intramette infi-a '1 termine d* un colore che fia antepofto ad un altro colore, f non il termine, il quale cofa infenfibile d' apprelo, alineai

ma non matematica prmcipio d'un altro colore,

dunque

tu, pittore,

non
e

la

pronuntiare nelle cofe diftanti

Della wcarnat'ione

cofe

remote dall' occhio

CAP, C C C X X X
,

X.

Debbonfi dal Pittore porre nelle figure chio (olamente le macchie non terminate,
,

cofe remote dall' ocdi

ma

confufi

termini,

quando e nuvolo, o in su la fera, e fopra tutto guardifi , come ho detto, da i lumi &i ombre terminate, perche pajono poi tinte quando fi vedono da lontano, e
e
fia

fatta

1'

elettione

di

tali

figure

riefcono poi opere


r

ombre
il

perdere

che mai fiano di qualit , che per la loro ofcurit tu habbi a colore ove fi caufano , fc gi il luogo dove li corpi fono
difficili

fenza gratia.

ti

hai a ricordare,

ftuati

Paa. loo

DI
{tuatl

LIONARDO DA
:

VINCI.
non
disfilar

loi
capelli,

non

fuflc

tenebrofo

non

far

profili,

non dar lumi bianchi, f non habbino a dimoRrare la prima


Fartj precetti

nelle cofc

bianche,

che
fi

bellezza del colore

dove

lumi pofano
cHTi

di pittura

GAP. C C C X L.
parte de' corpi

Li termini e figura di qualunque

ombrofi male
interpone

conofcono infra lumi


{\
i

nell'ombre e
e
1*

ne'
effi

ombre

di

lumi loro, corpi fono


eftende

ma
in

nelle parti

primo

grado di notiC\

tia

La
parti
le

profpcttiva la quale
,

(x

nella pittura

divide in tre

principali

delle quali la

prima

della
.

quantit de' corpi in diverfe

dillanze

diminutione che fanno La ieconda parte quella


.

che tratta della diminutione de' colori di tali corpi La terza queldiminuifce la notitia delle figure, e de' termini che hanno la che
eiri

corpi in varie

diftanze

L'azzurro
la

dell'aria di color
(;:aura

compofto

di

luce e di tenebre,
particole
dell'

humidit infra efia aria infufa. Per tenebre dico l'aria pura, la quale nella quale habnon divifa in atomi cio particole d' humidit bino a percuotere i ra^gi folari E di quefto fi vede 1' efempio nell' aria che s' interpone infra 1' occhio e le montagne ombrofe per 1' omluce dico

per

dell* aria

illuminata nelle

bre della gran

copia de
parte

g'

alberi

che fopra

fa

elfa

^\

trovano
raggi

ovvero
la

ombrofa
qual aria
la,
e

in
fi

quella
fa

che
e

non
{{

percofia

dalli

folari,

azzurra,

non

azzurra nella parte fua luminodi


e

molto meno nella parte coperta Fra le cofe egualmente ofcure,


eOer
cofa

neve.
egual diffanza
in pi bianco
,

di

quella

fi

dimoltrer
coli

pi ofcura
.

che

terminer

campo,

per

il

contrario

che 6a pi dipinta di bianco e nero apparir d miglior rilievo che alcun' altra Per ricordati, pittore, che velfi le tue figure di color pi chiaro che tu puoi; che f le fiirai di color ofcuro, fiano di poco rilievo e di poca evidenza da lontano, e

Quella

queito perche l'ombre


vefie ofcura,
ri

di

tutte
fia

le

cofe fono

ofcure,
e

e f farai

una

poco divario

dal

lume all'ombrai

ne' colori chia-

VI

fia

differenza.

Terche

le

cofe

ritratte

perfettamente
effo

dal

naturale

mn

pa'pm

del

mede/imo

rtlte<vo

qual pare

naturale,

GAP. GGGXLI.
fomma
perfetione
di Ve'ifoyn
'^''^*

ImpofTibile che la pittura

imitata con

lineamenti, ombre, lume, e colore, poffa parere del medefimo rilicvo qual pare elfo naturale , f gi tal naturale in lunga diltanza

'^

non

I02

TRATTATO DELLA PITTURA

veduto da un fol occhio. Provafi: Siano gl'occhi A. B. (Fig^ 53.) li quali vegghino 1' obbietto C. col concorfo delle linee centrali degli occhi A. C. e B. C. dico che le linee laterali di effa centrale vedono dietro a tal obbietto lo fpatio G. D. e 1' occhio A. occhio B. vede tutto lo fpatio G. E. vede tutto lo fpatio F. D. e Adunque li due occhi vedono di dietro all' obbietto C. tutto lo fpatio F. E. per la qual cofa tal obbietto C. rel1:a crafparente, fe-

non

1'

condo
fconde:

la
il

definitione

della trafparenza

dietro la quale niente

na-

che intervenir non pu a quello che vede con un fol occhio un obbietto maggior di eflb occhio E per quello che fi detto potiamo concludere il noftro quefito perche una cofa dipinta occupa tutto lo fpatio che ha dietro a f , e per niffuna via poffibile veder parte alcuna del campo che la linea fua circonferentiale ha dietro a f.
. ,

Di far

che

eofe

pawo

fp'tccate

da

lo;'

ceimj>i

cio

dalla parete doi;e

fono dipmte.

GAP. CCGXLII.
le

Molto pi

rilievo

moflrcranno
.

cofe nel

campo

chiaro e

al-

luminato che neir ofcuro La ragione , che f tu vuoi dar rilievo alla tua figura, tu fai che quella parte del corpo che pi remota dal lume manco partecipi di elTo lume , onde viene a rimanere pi olcura , e terminando poi in campo fcuro, viene a cadere in confufi termini: per la qua! cofa, f non vi accade refleflfo, l'opera refta fenza gratia, e da lontano non apparifcono f non le parti luminofe , onde conviene che 1' ofcure paino eiTer del campo medefimo, e cos le cofe paiono tagliate, e rilevate tanto meno del dovere , quanto il campo ofcuro
Precetto.

GAP. GGCXLIU.

Le

figure

hanno pi

gratia porte ne' lumi univerfali che ne* parti-

colari e piccioli

perche li gran lumi e potenti abbracciano li rilievi de' corpi , e r opere fatte in tali lumi apparifcono da lontano con gratia , e quelle che fono ritratte a lumi piccioli pigliano gran fomma d' ombra , e fimili opere fatte con tali ombre mai apparifcono da'
,

luoghi lontani altro che tinte

Vel figurar

le

farti del mondo

GAP. GGGXLIV.
verno
figurato ne

Sarai avvertito, che ne' luoghi maritimi, o vicini a quelli, volti

alle

parti meridionali,

non

facci

il

g*

alberi

prati,

DI
prati,

LIONARDO DA
parti
,

VINCI.
.

103
farcfli,

come

nelle

eccetto negl' alberi

li

remote da cfl'i mari e fettentiionali quali ogn' anno gettano foglie


de tempi
cielf arvo

Del Jigurar

le

quattro parti

pertecipantt

dt

quelli

GAP.

CCCXLV.

Nell'autunno farai le cofe fecondo l'et di tal tempo, cio nel principio cominciano ad impallidir le foglie de g' alberi ne' pi vecchi rami , pii o meno fecondo che la pianta in luogo Iterile o fertile: e non far come molti, che fanno tutte le forti de gl'alberi, ancorch da f fiano egualmente dittanti , di una medefma qualit di verde. Cos il colore de' prati, faflfi, e pedali delle predette piante varia Tempre, perche la natura e variabile in infinito.
Del
njento

dipmo.
,

GAP.
il

CCCXLV
,

I.

Nella figuratione del vento


delle foglie

oltre

piegar de' rami

&

arrovefclar
il

deve figurar avvenimento del vento fi nugolamento della fotti polvere milfa con l' intorbidata aria
inverfo
1*

ran-

"Del

principio d'

una pioggia

CAP. CCCXLVII.

cade infra l'aria, quella ofcurando con lucida tintura, pigliando dall'uno de' lati il lume del fole, e l'ombra dalla parte oppofita, come fi vede fare alle nebbie, 6c ofcurafi la terra, che da tal pioggia l' tolto lo fplendor del fole: e le cofe vedute di l da eOa fono di confufi e non intelligibili termini , e le cofe e pi note faranche faranno pii vicine all' occhio fiano pi note che quelle della pioggia no le cofe vedute nella pioggia ombrofa alluminata E quefto accade perche le cofe vedute nell' ombrofe pioggie , folo perdono l lumi principali , ma le cofe che fi veggono nelle luminofe perdono il lume e 1' ombra , perche le parti luminofe fi
pioggia
:

La

mifchiano con la luminofit dell' alluminata aria , e fe fono rfchiarate dalla jncdefima chiarezza della minata.
J^dl" ombre fatte

le

parti

ombro-

detta aria allu-

da ponti fopra

le

loro

acque

CAP. CCCXLVII

I.

L'

ombre
prima

de' ponti
1'

que
ficic

non faranno mai vedute fopra le loro acofftio dello fpecchiare per conto acqua non perde
1'

di torbidezza.

quello
e

fi

prova,
il

luftra e pulita,

fpecchia
1'

perche l'acqua chiara di fuperponte in tutti li luoghi interpoli


il

infra eguali angoli

mfra

occhio &L

ponte

e fpecchia

1'

aria lttg
il

, ,

T04
il

TRATTATO DELLA PITTURA


farebbe una ftrada polvero(a.
Trecet di pittura.

ponte , dove deve efTere Y ombra di tal ponte , il che non pu far r acqua torbida , perche non fpecchia , ma ben riceve X ombra

come

GAP. CCCXLIX.

La profpettiya La grandezza
ftanza
eli'

briglia e timone della pittura.


della
.

figura dipinta dovrebbe mofrarc a che di-

veduta

Se tu vedi una
ftrer efler prefio all'

figura

grande

al

naturale.

Tappi che

fi

dimo-

occhio

Tmettf,

GAP.
linea

CGGL.
del

Sempre
belico in
sii ,

il

bilico nella

centrale

petto
dell'

eh'

d
,

elTo

e cos tien conto del pefo accidentale naturale


.

huomo

co-

dimoftra nel ftcnder il braccio, che il pugno porto nel Tuo eftremo fa 1' offitio che far fi vede pofto nell' eftremo della ftadera > onde per neceffit fi al contrapefo getta tanto pefo di l dall' ombellico , quanto il peib accidentale
del filo pefiD
fi

me

Quefto

del

pugno

oc

il

calcagno conviene che


Della Jiatua,

s'

innalzi

GAP.

GCGLI.

Se vuoi fare una figura di marmo , fanne prima una di terra la quale poi che far finita e fecca, mectila in una cafia che fia ancora capace, dopo la figura tratta d' elTo luogo, ricever il marmo che vuoi fcolpirvi d' entro a iimilitudme di quella terra Poi meffa la figura di terra dentro ad ella caiTa, habbi bacchette, che entrino appunto per gli fuoi buchi, e fpingile dentro tanto per ciafcun buco, che ciafcuna bacchetta bianca tocchi la figura in diverfi luoghi , e la parte d' elfe bacchette che refta fuori della calfa tingi
.

di nero

e fa

il

contra fegno alla bacchetta


fi

&

al

fuo buco

in

moter-

do che
tutte le

tua pofta
il

fcontri

trarrai

della cafia la figura di

ra, e mettivi

tuo pezzo di
fi

marmo,

e tanto
fino
al

leva dal

marmo

tue

bacchette
far

nafcondmo

loro

fegno in detti

che bu-

chi

levare

mo

&

meglio quefto , fa che tutta la caffa fi polfa fondo d' efla cafla relH fempre fotco al marin alto il a quefto modo ne potrai levar con i ferri con gran facilit
per poter
,

&

Del far una


Dipingi

-pittura

cC eterna

<vernice

GAP, C C C L 1

1.

la tua

pittura fopra della carta tirata in telaro ben delicata

DI
licata

LIONARDO DA
:

VINCI.

105

da una buona e groffa imprimitura di pece e dapoi da l' imprimitura di biacca e giallolino , mattone ben peilo &C appiccalo poi colorifci e vernica d'olio vecchio chiaro e fodo Ma meglio far un quadro di terra ben veal vetro ben piano
e

piana,

e poi

tnato, e l'imprimitura di biacca e giallolino, e poi colorifci, e vcrnica , poi appicca il vetro criftallino con la vernice ben chiara a ef-

prima ben feccare in flufa ofcura poi vcrnicalo con l' olio di noce & ambra , ovvero
io vetro:

ma

fa

elTo

colorito,

olio di

noce

raf-

Ibdato

al

fle.

Modo
Metti
care,
frefca
farai
,

di

colorir

in

tela

GAP.
e

CCCLIII.
e lafcia ^cc-

la

tua tela in telaro,


e
l'

dagli colla debole,

e difegna,
1'

da incarnatione con pennelli di fetole, e cos ombra sfumata a tuo modo L' incarnatione far biac.

ca
di

lacca

giallolino

l'

ombra
e
,

far

nero

majorica

un poco
poi
l'

lacca, o vuoi lapis duro.

Sfumato che tu hai,

lafcia feccare,

ritocca a fecco

gommata

con lacca infcme liquida


fare

gomma

fiata aliai
,

tempo con
fa
l'

acqua
luo

che migliore

perche

offtio

fenza luflrare.

Ancora per
pradetta
verte
,

\
,

&

inchioftro

togli lacca gommata Coombre pi ofcure e con quella ombra puoi ombrare molti
,
:

colori, perche trafparente

poi ombrare l'azzurro,

lacca, e di-

ombre,

dico

gommata

fopra la

lumi ombrerai di lacca femplice lacca fenza tempera, ovvero fopra il cinabro temperche diverfi

perato e fecco

Trecetto della profpetti^a i pittura

GAP. CCCLIV.
di chiarezza

Quando
infra
1'

tu
all'

non conofcerai
hora
ti

variet
dell"

o di

ofcurit

aria
,

la

profpettiva

ombre
,

fia

fcacciata dalla tua

imitacionc
de' corpi
,

folo
della

hai a valere della profpettiva della diminutionc


de' colori e del
e

diminutionc

diminuire della cola

gnitione

delle

cofe all'occhio

contrapofte:

quefta

parere

una

medefma cofa pi remota, cio la perdita della cognitione della figura di qualunque obbietto fenza fuo L' occhio non avr mai per la profpettiva lineale moto, cognitione della diianza eh' fra obbietto 6c un'altra cofa, f non mediante la profpettiva de' colon.
.

1'

Ve

g' obbietti.

GAP. CGGLV.
fia

Quella parte dell' obbietto far pi alluminata che pinqua al luminofo che l'allumina.

pi pro-

La

w6
di potenza
,

TRATTATO DELLA PITTURA


delle

J.a imllitudine

cofe in ogni grado


far

di diftanza

cio quanto la cofa

pi remora
la

perde gradi dall' occhio , far?


i

tantQ ipeno penetrabile infra l'aria con


Velia
d'tmtnut'ione

fua fmilitudine.

de colori e corpi

GAP.

CCCLVL

Sia ofTervata la dinr^inutonc delle qualit de' colori infieme con


la

dimjnutione de' corpi ove


J)ell' interfoJtiQne

fi

applicano
/'

de corpi trafparentt infra

occht

obbietta

GAP. GCGLVn.
Quanto maggior
1'

fia

T interpoftione
il

trafparente infra

1'

occhio

obbietto tanto pi

fi

trafinuta

colore dell' obbietto nel colore del

trafparente interptfto.

Quando
lnea centrale

1'

obbietto
fi

interpone
infra
'1

fra

1'

occhio e

che

eftende

centro

air hora tal pbbietto fia totalmente privato di

lume del lume e lume


*1

per

l'

occhio

T> e panni che 'vejlo^o

\e

figure

ter

pieghe,

GAP, GCCLVIIL
le

Li panni che veftono

le

figure

debbono havere

lor pieghe ac-

comodate a cingere le membra da loro veftite, in modo che nelle e nelle part parti alluminate non {\ ponga pieghe d' ombra ofcura ombrofe non fi faccia pieghe di troppa chiarezza e che i lineamen,
,

ti

pieghe vadino in qualche parte circondando le membra da loro coperte, e non con lineamenti che taglino le membra, ne con ombre che sfondino pi dentro che non la fperficie del corpo
d' effe

veftito,

&
,

in

effetto

il

panno

fia

in

modo

adattato
di

che

non paia

panno fpogliato quali s'innamorano tanli dall' huomo , come fi vede fare a molti, che n' empiono tutta una to de* vari j aggruppamenti di varie pieghe cio per figura dimenticandofi l' effetto perche tal panno e fatto veftire e circondare le membra con gratia, dove effi {\ pofano q non l'empire tutte di venti, o vefiche gonfiate fopra li rilevi alluminati de' membri Non nego gi che non fi debba fare alcuna bella falda ma fia fatta in parte della figura dove le membra mfra E fbpra tutto vaeffe & il corpo raccoglino e ragunino tal panno ria li panni nell* hiftorie, come nel fare ad alcuni le pieghe cori
difabitato

cio che

non paia un aggruppamento


,

rotture a facciate,

e quefto
,

ne'

panni denfi,

&

alcuni panni hab^


,

bino

li

piegamenti molli

e le lor volte

non

laterate

&

altri torti

Della

DI
Velia intura

LIONARDO DA
delle
le

VINCI.

107

pieghe de' fcinm

GAP. CCCLIX.
li

Molti

amano

piegature delle falde de' panni con


,

angoli aaltri

cuti, crudi, e fpediti

altri

con

angoli quafi mfenfibili,


^

fenza

alcuni angoli,

ma
de^'Ofi

in

luogo di quelli certe curvit


le

Come fi

fare

pieghe de' panni

GAP. G G G L X.
co-

Quella parte delle pieghe che


foretti

fi

ritrova pi lontana da' fuoi

ellremi

fi

ridurr pi in Tua prima

natura
Il

gni cofa
to

deldera

mantenere
,

in
si

Tuo elfere.
nel Tuo

Naturalmente opanno, perche e di


.

eguale denft e TpelTitudine


,

rovefcio
egli

come

nel Tuo drit-

delidcra di itar piano

onde quando
planitie
,

da qualche piega o
della forza
e quella

falda

colhetto a lafciare

ella

oflerva la natura
,

in quella

parte di f dove egli pi coftrecto

parte eh'

pi lontana a effi confiringimenti troverai ridurf pi alla prima fua natura, cio dello ftar diffefo e ampio. Efempio fa A. B. C. (f/^.
54.) la

piega del panno detto di fopra


.

panno e piegato e corretto Io ti no eh' era pi lontano alli coftretti eftreml fi ridurebbe pi nella fua prima natura: adunque G. trovandofi pi lontano, la piega
C.
fa

A. B. fa il luogo dove efo propoli che quella parte del pan.

pi larga ch'in nifiun altro Tuo luogo.

Come

fi detono far

le

pieghe

a'

panni

GAP. CCGLX.I.
,

un panno non fi deve dare confufone di molte pieghe, anzi farne folamcnte dove con le mani o braccia fono ritenute, & il reflo lafciar cadere femplicemente, e fi debbono ritrarre di naturale, cio, f vorrai fare panno lana, ufa le pieghe fecondo quelli, e fc far fera, o panno fino, o da villano, va diverfficando a ciafcuno fopra i mole iiie pieghe come molti fanno e non fare habito delli coperti di carta, o corame fottile, che t' ingannereft forte.
,
, ,

Delle pieghe

de'

panni

in fcorcio

GAP. GGGLXII.

Dove

la

figura fcorcia

fagli
le

che dove la non fcorcia , e ghe fpeffe e giranti intorno


chio.
tani

vedere maggior numero di pieghe fue membra fieno circondate da pieelTe


il

ad
.

M. N.
dall'

55.) occhio de loro


P.

{Fig.

manda
fini

membra. E fia dove mezzo di ciafcuni circoli


li

ft

l'oc-

pi lonfi

N. O.

moftra

dritti

perche

tro-

va a rincontro.

Q.

li

manda

per contrario.

Dell'

io8
TfeW

TRATTATO DELLA PITTURA


occhio

che 'vede

le

pieghe panni che

circondam

/'

huomo

CAR
L'
corpi

CCCLXIII.
de'
,

ombre interpone infra le pieghe humani , faranno tanto pi ofcure


all'occhio con le concavit
,

panni

circondatnci
elle

de'
rin-

quanto
tal

fono pi
la

contro

dove
1'

ombre fon

generate:

quefto intendo haver detto

quando

occhio fituato inha

parte

ombrofa

e la luminofa della

predetta figura

Velie pieghe de panni

CAR CCCLXIV.
1'
,

Sempre le pieghe de' panni ftuati in qualunque atto delle figure debbono con in luoi lineamenti inoftrare atto di tal figura modo che non diano ambiguit o confufione della vera attitudine chi la confider ombra tolga alcun meme che niluna piega con
i

1'

bro

cio che paia pi a dentro


del
,

la

profondit
f

della

piega

che

la

fuperficie

membro

veftito.

E che
1'

tu figuri

figure

veftite

di

ultima velie rinchiuda dentro a f le femplici offa di tal figure, ma la carne infieme con quelle, e li panni veftimento della carne , con tanta grofiezza qual fi richiede
alla

pi veftimenti

che non paia che

moltiplicatione de' fuoi gradi.

Le pieghe

de*

panni che circondano


g'

le

membra debbono

dimi-

nuire della loro groffezza inverfo

ellremi della cofa circondata

che fono pi flrette alle membra debbono aggrinzarfi da quel lato che il membro per le Tue piegature diminuifce, e tirarfi dall' oppofita parte della fua piegatura [Ftg. 56.)
delle

La longhezza

pieghe

Velt

ort'Zj-z.onte

fpecchtato nelt onde

CAR CCCLXV.
di

SpccchieralTi

1'

orizzonte
,

per

la
fi

fefta

quefto nel lato veduto


1'

dall'orizzonte e dall' occhio

come

dimoftra

orizzonte

{Fig.

57.)

veduto

dal lato B. C.

il

qual lato ancor veduto dall'occhio.


hai a figurare
l'

A-

dunque

tu,

pittore,

che

innondationi

dell'acque,

da te non far veduto il colore dell' acqua eiTer altramente chiaro o ofcuro che fi ila la chiarezza o ofcurit del fito dove tu fei , infieme mifio col colore dell' altre cofe che fono dopo
ricordati che
te.

IL

FINE
IN-

Pacf.zo8

(/.

/~oiri<'ii

t/:

y.

,^._,

J5

Tag. io8

INDICE
DE*

1091

CAPITOLI

DI

QUESTO TRATTATO

L/APITOLO L

..

..

no
e poi

la

pagna a un
Qhv,
xLvii.

mettono in camaltro lume


.

chino dal lor carripo

Gap. lxxi.
Gap. lxxii.

Del figurar

le

grandezze
e

Ve Ila

pittura
e

fua

di-

delle cofe dipinte.

'vijone

Delle cofe finite


confufe

delle

Cat. Gap. CAr.

xlviii.

figura

fua

dinijtone

xlix.
t.

Troportione di

membra
,
.

Gap. lxxui.

Dell' moiiimenti
operattoni "varie

e dell*

Delle figure che fon fcparate , accioche non paiano congiunte


.

Cai*, li.

Che fi

dehhon

fuggire

Gat. lxxiv.

Se
te

il

lume
e

de-v' effer
y

tol-

termini fpediti

to in faccia

o da par-

Gap.

lii,

Che
fi

nelle cofe picciole

non
co-

quale d pi gra-

nedon g' errori


nelle

me
Gap.
lui,

grandi

Terche la pittura non

pud
co

Gap. I.XXV'. Gap. lxxvi.

ti a . Della riqjerberatione

Do've non pu

effer ri'ver.

mai parere fpncata

ber at ione luminofa

me
Cai* liv.

le
i

cofe naturali

Perche

gure

'

Capitoli delle fiuna fopra l ' aU

Gap,

lv.

Cap-

tvi.

tra cofa da fuggire . Q^(il pittura fi de^ve ufare in far parer le cofe pi fpiccate Qu^iil' pi di difcorfo cb*
utilit
,

Gap. lxxvii. De' refleff Gap. Lxxviii. Di.' refleff de' lumi che circondano l'ombre, de* lumi Cap^^lxxix. Do-ve i refleff fono di maggior a minor
chiarezza

Gap. lxxx.

Qual
De'
ne

parte del
.

refleffo

fa-

r pi chiara

il

lume
y

e
li

omloro

Gap. lxxxi.
Gap. Lxxxii.

colori refleff della car.

bre

de' corpi

lineamenti

Do've

li
.

refleff

fono pi

Gap.
Gap. Gap.

tvii.

Memoria
autore
.

che fi

fa

dall'

fenfihili

Gap.
df've ef-

lxx;xiii.

De

refleff

duplicati e tri-

tviii.

Precetti di pittura

plicati

Lix.

Come
fer

la pittura

Gap. ixxxiv. Come niffun

colore

refleffo

<vifta
.

da una fola fi'


.

femplice
le
.

ma

miflo
'

neflra

con

fpetie

degl

altri

Gap. Gap.
Gap.
Gap.

i.x.

Dell' ombre
putti

colori

Lxi.

Come fi debbono figurare


i
.

Gap. ixxxv.

Co^ne
corpo

rariffme

fvolte

li

refleffi fono del colore del

lxii.

Come fi debbono
vecchi

figurar'

do've fi congiungoil re-

no

Lxiii,

Come fi debbono figurar


le

Gap. lxxxvi. Do've pi fi -vedr

'vecchie

flfo.
Gap. l\\x\i\. De' colori de' refleff Gap. Lxxxvui. De' termini de' refleff nel fuo campo Gap. I.XXX1X. Del collocar le figure Gai', xc. Del modo d' imparar be.
.

Gap.

i.xiv.

Come fi debbono figurar


le

donne

Gap. txv.

Come fi deve figurar una


notte
.

Gap.
Gap.

lxvi.

Come fi
fortuna

de-ve figurar*
.

una una

ne a comporre tnfieme
figure nelle
hiflorie
.

le

LXvii.

Come fi

denje figurar
.

battaglia

Gap.
in
.

xci.

Del por prima una figura


neh
'

Gap.

Lxviir.

Del modo
pittura
le

di condurre
cofe lontane

hifloria

Gap.

xcir.

^Iodo

del comporre le
.

hi-

Gap. txix.

Come

fare fi pi chiara quanto pi la


de^ve
.

l' aria

florie

fai finir baffa

Gap. xciii. Gap. xciv.

Del comporre
Variet
hifiorie
.

/' hiflorie

d' huomini

nell*

Gap. lxx.

far

che

le

figure [pic-

Gap. xcv.

..

Gap. xcv.

Gap. Gap.
Gap.

xcvi.

xcvii.

J3eir imparar li Movimenti dell huo>770 Del comporre l'hljiorie. Della "varie fa nell hijlo' '

Gap. cxiv.

Q^(tl parte d' un

me defi-

colore fi moftrer pi bella in pittura .

mo

Gap. cxv.

Come
le

07nt colore che

non
ch/t

xcviii.

ne Del

dinierjficare

V
li
'

arie
.

ha luflro fue parti luminofe


'
.

pit bello nel-

de' evolti

nell

'

hijlorie

Gap. xcix.

Dell accompagnare
'

co,

lori

'

un

con

alfra

Gap. cxvi. Gap. cxvii.

ombro f Dell' evidenza


nell

de' colori

Qu^al parte del colore


gione'volmente de've

raeffer

che
'

uno dia grafia


.

ali

altro

pi bella
e belli colo-

Gap.

Del far
ri

ninji

Gap.

cxviii.

Come

il

bello

del
.

colore

nelle fue Superficie


'

Gap.

ci.

Gap. cu,

Gap. chi.

Gap.

civ.

De' colori dell ombre di qualunque colore. Della 'variet che fanno li colori delle cofe remO" te e pr optnque In quanta dijlanza fi perdono li colori delle cofe. integramente del Colore dell' ombra
.

Gap. cxix.

Gap. cxx.
Gai", cxxi.

debb' effer ne' lumi Del color 'verde fatto dal* la ruggine di rame . Atimentatione di bellezza nel 'verderame . Della miftione de' colori
l
'

un con

'

altro

Gap. cxxh.

Della
Qu^ale

fuperficie
.

d' ogm

corpo ombrofo

Gap.

cxxiit.

la

fuperficie ri-

bianco

Gap. cv.

Qunl
Del

colore
.

far

ombra

Gap. cxxiv.

cettila di pi colori. Qi^al corpo fi tinger pi


del color
ta
.

pi nera

del fuo obbiet-

G.AP

evi.

colore che

variet fezze d' aria

non mofira in 'vane groj.

Gap. cxxv.

Q^al

corpo fi dimofireri
'voi'

Gap. Gap.

cvii.

Della
lori

profpetfi'va

de' co

Gap. cxxvi.
Gap.
cxxvir.

di pi bel colore . Dell' ificarnattone de'


ti
o

cviii.

Del
ta

colore che

non fi mu'
grojfezze

Modo
fvo
,

di ritrarre
e

il

rilie-

in

'varie
.

di preparar le car.

d
Gap.
cix.

'

aria

te per quefio

Se

li

colori 'varj poffono effe-

re o parere

ofcurit

d'una uniforme mediante una


de'

Gap. cxxviii. Della 'variet defimo colore


difianze dall
'

d'un metu
'varie
.

occhio

medefima ombra
Gap. ex,
Della caufa
pi

Gap. cxxix.
Gap. cxxx.

Della 'verdura 'veduta

in

perdimenti
le

campagna
'

de' colori e figure de' cor-

Qu^al 'verdura
.

parr

pi

mediante
nijfitna

tenebre

che paion e non fono

Gap. cxxxi.

d azzurro Q^al' quella


che

fuperficie
di-

Gap.

CXI.

Come
il

cofa mofira

meno
il

che

l' altre

fuo color 'Vero s' ella non ha lume da un altro fimil colore

}nofira

fuo

'vero

colo-

re

Gap.

cxxxii.

Q^al

corpo

moftrer

pi

Gap.

CXII.

Gap.

CXIII.

De' colori che fi dimoflrano 'variare dal loro effere , mediante li paragoni de' lor campi Della mutatione de' colori
.

Gap. cxxxiii. Gap. cxxxiv.

il fuo 'vero colore . Della chiarezza de' paefi

Profpetfi'va

comune

della

diminutione de' colori

tn

lunga difianza

trafparenti

dati

meffi

Gap. cxxxv.

fopra dfverfi colon , con la lor diuerfa relatione

Delle cofe fpecchiate nell' acqua de paefi y e prima


dell' aria
.

Gap.

112
Cap. cxxxvi.

Cap. cxxxvii.

Gap. cxxxviii.

Gap.

. .

Cap. CLXxxvi. De' moti

de'

membri
parti

dell*

huomo
volto
.

Cap. clxxxvii. De' mori

i/elle

del

Cap.clxxxvim. De' membri

defcritione

Cap. CLxxxix.

d effigie Modo di
'

tener

a mente
effigie
,

e del

fare un
'

hit-

mana
Cap. cxc.

tn profilo

y/o col

guardo d una fol nolta Modo di tener a mente la forma d un -volto


'

Cap. Cap.

cxcr.
cxcii.

Delle bellezze de' 'volti


'

Cai*, cxciu.

Dell attitudine De' mo'vimenti delle mem' bra quando fi figura l

huowo
pri t
.

che fiano atti pro-

Cap. cxciv.
Cap. cxcv.

Delle memhrificationi

degV
huo.

t^nndi

Del moto

e co>'fo

dell'

Cap. cxcvi.

animali Odiando maggior diffierenza d' altezza di (palaltri


le

mo

&

nell

'

ationi

dell

'

huo'

mo
Cap Cap
Rifpofia cantra cxcviii. Come il braccio
cxcvir. raccolto dal-

muta

tutto

huomo

la fua prima ponderatioquando ejfo braccio ne


s'

ejlende
'

.AP.

cxcix.

Dell huomo

(b*

altri ani-

mali

che

nel

muo'verfi

con tardit non hanno il


centro della gravit troppo remoto dal centro delli

fnftent acoli

Cap.

Dell' huomo che porta un


pefo f(pra

Della
di.

le fue fpalle ponderatione dell


.

'

huomo /opra
'

li

fuoi pie-

Dell huomo che fi moue . Della bilicatione del pefo di qualunque animale immobile fopra
be
.

le

fue

gam-

i piegamenti e 'voltamenti dell ' huomo De' piegamenti Della equiponderantia


.
.

De

Del moto humano

114
Cap. ccxxxir.

Gap.

ccxxxiii.

Cai',

ccxxxiv.

Gap. ccxxxv.

Gap. 'ccxxxvi.

Gap.

*i5
CaT. CCLXXVIf.
CUf^nle

il

primo

obbiet-

ta

cb*
.

intenttone del pit-

tore

piti importante pittura^ l' ombra , fuoi lineamenti . Cat. ccLxxrx. Come Jt den^e dare lume

Cat. ccLxxviir. Quale

e poi dipingendolo in tal grandezza , egli fi dtmoflrer maggior del naturale


.

nella

Cap. ccxcviu, Se

la fuperficie

d' ogni

corpo

opaco

partecipa

alle figure

del color del fno abbietto .

Cap. cclxxx.

Do've
ra

denje

Jlar

quello

che rifguarda la pittu.

Cap. ccxcix. Cap. ecc.

Del moto

degl' animali

A
fi
di

fare

una figura che


ejfer

dimofiri

alta
(patio

Cat. cclxxxi. Come fi dete porre alto


punto Cat. cclxxxh. Che le figure picciole non
il
.

braccia

40.

in
io.

braccia

e abbia
,

membra
e fila

corri fpon denti

debbono por ragione


fer finite
.

ef-

dritta
di

m
d
'

piedi

Cap. cgci.
de-ve nfare il
.

A
di

fare

tina figura

nel

Cap. cclxxxiii. Che campo

muro
24.

12.

braccia
altez^za
*

pittore alle fne figure

che apparifca

Cap. cclxxxiv. Vrecetto di pittura Cap. cclxxxv. Del fingere un fito


.

fel-

Cap. Cap.

cccii.

A'Wertimento
ombre
e
,
.

circa

'Vacrgio

Cap. cclxxxvi. Come


to
.

far parere naturale un animai fin-

deije

cecili.

Tittura
fate

lumi lume uni'verproportionati


ejfi

Cap. ccciv.
che habbino rilievo
.

De
a

'

campi

Cap. ccLxxxvn. De' njifi che fi debbono fare


,

corpi che in
,

camdel-

peggiano
7iifor>ne

prima
.

con grati a

le fuperficie e

piane d' u-

Cap.cclxxxviii. Del
le

dividere

fpiccare

colore

figure da' loro


de'

camlumi
.

Cap. cccv.

Ti t tur a di figura e cor-

pi.

Cap. cclxxxix. Della differenza


J)ofii

Cap, cccvi.

in dinjerfi fiti
l
'

po Nella pittura mancher prima di notitia la par.

Cap. ccxc.

Del fuga^ir
ze
.

impropor-

te di quel corpo che fa-

tionalit delle circojlan-

r di minor quantit

Cap. cccvii.

Cap. ccxcr.

De' termini de' corpi detti lineamenti , OD-vero


contorni
.

Terche una medefima campagna fi dimoftra alcu-

na
Cap. cccvi/r. Cap. cccix.

'volta

maginore

mi-

nore che non

Cap.

ccxcii.

Degl accidenti fuperficiali che prima fi perdono


'

Offer'vationi di'verfe

Delle citt " altre cofe


'vedute
all' aria

nel

dijcojtiirfi

de' corpi

graf-

otnbrofi

fa-

Cap.

ccxciii.

Degl' accidenti
ciali che

prima
le

f'perfifi per.

Cap. cccx.

De'

rag{[i folari
li
.

che pede'

dono per

difanze
'

netrano nwvali

fpiracoli

Cap. ccxciv.

Della natura de' termini


de' corpi fopra

Cap. cccxi.

Delle

cofe

che
f
cb*

'

occhio

altri

'vede fotta

mifie in-

corpi

fra nebbia

aria graf-

Cap. ccxcv. Cap. ccxcvi.


Cap. ccxcvii.

Della /irura che -va contra

^.
Cap. cccxii.

. .

'vento

Deal'

edifit) 'veduti nell*

Della fine/Ira donje fi ritrae la figura . Terche mifurando un 'vifoy

Cap.

cccxiii.

aria grnffa . Della e afa che fi mojlra da lontano.

Cap.

..

..

11^
Cap. cccxir.
Della 'Veduta d'una
ta
ili

cit'

Cap. cccxxxin. Perche

la

cofa ella

dipnta

aria graffa

ancorch

^venchi

Cap. cccxv.
Cap. cccxvi.

De' termini
le

inferiori del"
.

cofe

remote

Delle

cofe "vedute

da lon-

Cap.

cccxvii.

tana Dell ' azzurro che J mofira effere ne' jaeji lontani .

all' occhio per quella medejma graffe zza d' angolo che quella eh' piti ai le i ^ non varemota di re tanto remota quani

to

quella

de Ila
.

remo-

tione naturale

Cap. cccxviii. Quali fon


difanza
titi a
.

farti de' corpi delle quali per

quelle

Cap. cccxxxrv. De' campi Cap. cccxxxv. Del giudicio


.

che
l
. '

s'

ha da

manca
cofe

la

nopiit
'

fare fapra

opera

'

Cap. cccxix.

Perche

le

quanto
dull

un pittore Cap. cccxxxvi, Del rilie'vo

delle

figure
.

J rimuovono chio manco J no

oc-

conofco-

Cap. cccxx.

Perche
Qu^ali

"volti
.

di lontano

paiono ofcuri

Cap. cccxxi.

fon

le

parti che
di nO'

prima J perdono
titia

remote dall ' occhio Cap. cccxxxvii, De' termini de' membri alluminati . De' termini Cap.cccxxxviii, Cap. cccxxxix Della incarnatione , e cofe remote dall occhio . Varj precetti di pittuCap. cccxl.
,

'

ne' corpi che J ri'

ra

muo'vono
e quali

dall ' occhio


piit

Cap. cccxli.

Perche

le

cofe

ritratte

confer-

njano

Cap. cccxxn.

Della profpettin^a
le

linea-

perfettamente dal naturale non paiono del medejmo rilieuo qual pare effo nattirale
.

Cap.

cccxxiii.

De' corpi
nebbia
.

"veduti

nella

Cap.

cccxLir.

Di far

che le

cofe

paio-

Cap. cccxxiv. D- II' altezza degl'


Jit]

edi-

no fpiccate da' lor campi , cio dalla parete

"veduti
.

nella

neb-

bia

Cap. cccxxv.

Delle citt

&
cofe

altri edi-

Cap. cccxLiir. Cap. cccxliv.

do've fono dipinte. Precetto .

Jitj ^veduti la fera o la

mattina nella nebbia

Cap. cccxlv.

Del figurar mondo Del Jgtirar


.

le

parti

del

le

quattro
'

Cap. cccxx VI. Perche


no
f
,

le

piit

alte

parti de' tempi dell

andi

pojle nella dijlanza


piti

foofcure che le baf-

no

,
.

partecipanti

quelli

ancorch la nebbia

Ja uniforme in gruffez-

za . Cap. cccxxvii. Delle


bre

macchie

dell

'

om-

Cap. cccxLvr. Del "vento dipinto Cap. CCCxlvii, Del principio d' una pioggia Cap. cccxi.vir I. Dell ' ombre fatte da'
.

che apparifcono ne'


.

corpi da lontano Cap. cccxxvrii. Perche fu ' l far


'

della

fera l ombre de' corpi generate in bianco parete fono

azzurre

Cap. cccxiix Cap. cccl. Gap. cccii. Cap. ccclii.

ponti fnpra le loro acque Precetti di pittura.


.

Precetti

Della flatua

Del far una pittura d*


eterna "vernice
.

Cap. cccxxix. Do've

piti

chiaro il fu-

mo

Cap. ccCLin.
Cap. cccljv.
.

Modo
la

di

colorir

in

te-

Cap. cccxxx. Della pohere . Cap. cccxxxr. Del fumo . Cap. cccxxxu. Varj precetti di pittura

Precetto della
^va tn pittura

pmfpetti.

Cap.

117
Cap. cCClv. Cap. CCClvi.

De^r
lori
e

obbietti

Cap. ccclxi.
(le

De//a diminutiotie
corpi
.

co*

Co2e J devono fare pieghe a' panni


fcorcio
'

le

Cap.
de'

CCC1.XI1.

De/le pieghe de' panni in


.

Cap. ccCLvn.

Dell'
corpi
l
'

interpojtiorte

trafparenti
e
l
'

ivfra
.

occhio

obbietta
'vejlono

Cap.

CCClviii.

De' panni che

le

Cap. ccclix.

figure , e lor pieghe Della natura delle pieghe


de panni
.

Cap. ccCLxni. Dell occhio che 'vede le pieghe de' panni che circondano l huomo Cap. ccclxiv. Delle pieghe de' pan'

ni

Cap. cccixv.
le

Dell' orizzonte fpccchiato fieli


'

Cap. CCClx.

Cor^e J de^vono far pieghe de panni .

onde

FINE

b-A a4i=^ f.^

LEON

LEON BATTISTA ALBERTI


DELLA

PITTURA
E

DELLA STATUA.

121

CARLO ERRARD
PITTORE DEL RE CRISTIANISSIMO.

AL MOLTO ILLUSTRE SIGNORE MIO OSSERVANTISSIMO IL SIGNORE

MOLTO ILLUSTRE SIGNORE.

convengono principalmente a quelli che prqfef^ Jano le mede/ime arti e Jcienz^ che ne'' libri j' tne

dedicattoni Jone

Jmprc bene impiegate^

Jegnano
pr e/ente
alle

perch Je Jimano

la

propria virt

e ri-

putatione

Jvr^a che Ji fa a
^

e'

abbino anche
:

in pregio il

loro

ejjndo di fir^ ba-

Janti per

rejijere alle calunnie de

gV invidio)i
i

cavillat ioni degl'ignoranti^

con

Joli caratdct

teri del loro

nome prejervano
e

le

opere dedicate
.

ogni jy inante

venenata lingua

Spinto da que

Ji^

t22

Je corifideraton ma molto pi dal dejderio che hojmpre havuto di pale/are con qualche atto puhblico il grand^ affitto della mia Jrvit verjo di
^

V, S, le offeri/co queji due trattati da

me
la

rive-

duti y

quaj

rijiijcitati ^

col

aggiungervi

vita

da lei tenuto degno J' accompagnare Lionardo da VinciJiio paefano Jno al trono reale della virtuqjifflma Regina diSvetia, Deve affai V uno eV altroJcrittore
alle cure
e

del loro autore Leon Batifta Alberti ,

Jatiche di V,

S,

che per jfargli cotn-

pompqjt innan^ a s gran Principeffa ^ ha voluto con quel numero di rari ornamenti che Ji vedono ricamargli da capo a piedi Ajpettiamo da lei in altre occafoni coffe pi ff)de e di mag' gior momento^ perche e per la profonda St univer/ale e ognit io ne di tutte le parti del difgno ^ e per V abbondanza e ricche^^ delle inventioni ^ e per quella ffia muta eloquenza con la quale ella e/prime si perfettamente i moti interni dell'* animo , Jappiamo eh' alla ffia mano non vi ceffi Intanto le bacio mille volte le mani. impojffbile
parire pi
,

Di

V. S. molto ilhifre

AffetonattJfty9 fefvitore

Rafaelle Trtchet

Du

Frefne.

133

VITA
DI

LEON BATTISTA ALBERTI


DESCRITTA

DA RAFAELLE DU FRESNE.
IJanto fulTe antica,
berti in Fiorenza,
,

nobile

potente la famiglia de
le

gli

Al-

ne fanno fede
certi
rifpetti

hiftorie:
il

Scipione
de*

AmCon-

mirato
metterli
in

che per

volfe rilevar

nome

non trov pi bella e fpedita inventione, che di compagnia con gli Alberti , affegnando una ifteiTa oricini,

gine all'una, &: a l'altra famiglia.

noi baltcr dire che nel


e

1304.
la
fat-

erano gi
renza
Alberti

di

grande autorit
,

in

Fiorenza,

tionc de* Bianchi

anno 1384. nelle fefte per r acquifto d Arezzo, gli apparati,


e
1'

che favorivano che fi fecero


e
le

in

Fiogli

pompe de

magnificenza, che parvero pi convenienti a qualunque gran prencipe eh' a perfne private. Ne' falli della republica fi trova che gli Alberti hanno havuto nove volte il gontalonera-

furono

di

tal

potenza al quale poteffero afpirare Fiorentini. Ma nelle frequenti borafche, e moti delle cofe publiche non ebbero fempre la fortuna favorevole L' anno 1387. Cipriano e Benedetto de gli Alberti furono fcacciati dalla
to
,

eh* era

il

fupremo grado
i

in

honore

&

in

patria, e poi

Tanno

141

1.
il

banditi infino

a*

fanciulli

di

quella caia.

Ma

dato ordine eh' ogn* uno potef^ f venire , e {fare liberamente a Fiorenza 11 fopra nominato Cipriano fu padre di Alberto, di Lorenzo, e di Giovanni. Alberto Al2
nel

1428. fu levato

bando,

124

VITA
Eugenio papa, che con
nella
il

Alberti fu prima canonico, e poi l'anno

no:
fetto

&L

1437. vcfcovo di Cameritanta pompa e dimoftratione d'afaccolto


,

fu da' Fiorentini

loro citt
,

havendo
virt
,

nel

tempo
pre-

eh' egli vi celebr

concilio

fatto

prova delle
la

di

quel

lato

per fegno di gratitudine


a'

verfo
del

Tua natione
.

per premio
fratello

dovuto
rare

fuoi

meriti

1'
,

honor

cardinalato

Lorenzo

d'Alberto

lafci pi figlioli,

Bernardo, Carlo,

&

Leon

Battirta, le cui

porgeranno ampia materia di lodi a quello breve dilcorfo. Con quanta cura, e con che difciplina quelli fratelli fuflero nella giovent dal padre allevati , fi legge nel trattato che 1' ilfelTo Leon Battilfa fcriffe delle commodit , ik. incommodit delle lettere: dove egli racconta che tutte le bore del d erano in tal maniera a ElTendo giunti varii loro ftudii diftribuite, che mai rellavano otiofi ad et pi matura, oltre lo ftudio delle lettere, Carlo abbracci la cura de' negotii domeftici, ma Leon Battiff a non tenendo conto di alqua'it

tro che di libri, tutto

fi
,

to

profitto nelle fcienze

diede alla coltura dell'ingegno, e fece tanche fi lafci addietro quanti con fama va-

lent'

huomlni vivevano al Tuo tempo 11 primo fiiggio eh' egli diede della vivacit , OC acutezza del filo genio fu neir ingannare & ingegnofa burla con una dotta il giudicio de* e con pi fucceflo che non fece poi il Sigonio letterati del Tuo tempo: perche trovandofi in et di venti anni allo ftudio di Bologna, compofe di nafcolfo una favola chiamata Thilodoxm fotto nome di Lepido comico la quale poi quafi capitatagli di nuovo, e cavata da vecchio manofcritto, ci public per antica. E veramente Alberti imit in quella con tanta fe'icit la prif^ ca dicitura de' comici Latini, eh' effendo pervenuta nelle mani di Aldo Manucci, il quale fu da tutti tenuto per paragone della vera e pi pura Latinit, egli la fece llampare in Lucca l'anno 1588. dedicandola ad Afcanio Perfio, personaggio ancora egli di profonda
, , , , ,

cruditione
pidt
qu(
,

come
comici
,

folte

Itata

opera di

fcrittore

antico
,

Lepidam Lerattoyiem
,

a>2ticjui
Clini

quifquis

die Jt ^fabidam
^

ad

te

mitto
tS'

eruditi fjme Terfiy

ad manus meas
ejje

pernjoierit
in

perire mlui:

antiquitatii
,

habendam
l5'c.

duxt

Multa funt
lidagatori
,

ca obfer^atione digna
dtfplicebunt
,

qu

tibi

totius

evetujatis follerttfjoo

noi

mihi certe cum placuernit ,


nel

Ma

che

\ Alberti

habbia
fleffo

comporto quella favola


quod
.

vigefimo

anno

della

fua
,

et,

egli

l'ha voluto fgnificare nel


,

prologo:

Non
apud
meos

qutdem cupio
ditate
,

non peto in laudem trabt

hac

<vi^e/fna

anmrum
tncurc

weorum

hanc ineptius fcripferim fabulam


,

Verum
,

exfpe^o inde haberi


exundique
et

<vos

hoc perfuajonis

non

njacuum me fcdicet

non

obi--viJfe

annos

tato le

fue forze,

Havendo dunque Alberti in quella non vi fu fcienza eh* egli con lo

fperimen-

acquiftaUe, non lafciando palTare

non Ci alcun giorno fenza leggere o comfludio

porre

DI

LEON BATTISTA ALBERTI.


&

125

hebbe l'Ingegno cos porre qualche cofa, come egli ftelTo afferma: ne ( facile , che parve ugualmente nato ad ogni forte di difcipline fa f fuie meglio oratore o poeta, f pi eccellente fcrittorc Latino
:

o Tofcano ie con pi
dria

fc

pi

valeffe

nelle

fcienze

pratiche

gravit ragionaffe

delle
,

cofe rilevate,

o fpeculativc , e o con pi leggia-

&
Si

urbanit delle ordinane

e baffc

legge eh' una volta Lorenzo de' Medici , vero Mecenate del fuo fecolo, per paflar con manco faftidio i pi gran caldi dell' eftate , fece nella felva di Camaldoli una ragunata di pcrfonaggi illufori

in

ogni
,

forte

di

letteratura

fra

quali

Marllio

Ficino
,

Donato

Acciaioli

Leon Battilk Alberti Alamanno Rinuccino e Criftoforo Landino erano principali Qual fuHe la converfatione di s dotte pcrfone ogn' uno f lo pu immaginare. Ma pi di niiTun' altro fi fece ammirare l'Alberti, il quale con difcorfi rilevati, e pieni di fublime
, i
.

dottrina fece vedere a pieno che nell'Eneide fotto la fcorza di vapi alti fegreti della filoi rie , e vaghe fintioni , fi nafcondevano

che Virgilio era un vero, e reale filofofo , ma veftito fantafticamente e da poeta Cos fodi ragionamenti fecero tal impreffione nell'animo de gli afcoltanti , che Criftoforo Landino (ch'in quella occafione volfe eflere il fegretario dell' afemblea) g'i regiftr tutti
fofia,
e
.

in

un
il

libro

ne
fcrive

form poi

lingua Latina fotto


fo
fine

nome
il

di

opera che fi vede ftampata Queftioni Camaldolenfi: nelle quali verquell'

m
M

cos
,

Landino: H^c ftwt qu^ de plunmis longeque exAlhertwc memortter


, ,

cellotiortbus

qu Leo

'Baptijla

diluctde ,
.

ac copto/e

tantoriim

njirorum

C6}2feffu

difputaniit

mem'tnijfe <voluf

in Tofcamolte belle compofitioni in Latino no, delle quali fi vedr qui di fotto un copiofo indice. Fra le opere Latine digna d' eterna lode , e (\ pu paragonare con tutta la quale per la fua ecquella eh' intitolata il Momo r antichit

Lafci l'Alberti

&

cellenza

due volte in Roma. E veramente in quella con ftraordinaria vaghezza, e non penlato arfcherzando, ridendo, burlando, d fpiegano in quattro libri tifitio e fevere fcriOero della che gli altri con maniere gravi quelle cofe
,

nel

medefimo anno 1520.

fu ftampata

filofofia

morale, elfendofi per egli principalmente propofto di tocottimo principe s* afpettacare quelle che a formare un perfetto, no e cognofcere i coftumi di quelli che gli vanno attorno. Bella ancora 1' operetta chiamata Trivia , ovvero delle caufe attenenti a* fenatori e quella eh' egli intitol De iure, cio dell' amminiftrar la giultitia, delle qua'i non so per qual cagione Cohmo Bartoli , che traslat in lingua Italiana e fece ftampare in un volume molti opu-

&

{coli di

Leon Battila Alberti,

n'

abbia fatto

il

quinto e ferto

libro

del

Momo,
fi

quali

ovvero del Principe. Scrillc un libretto di favole, nelle dice che nella bizzarria de' concetti habbia fuperato Efopo.

Com-

126

VITA
,

Compofe ancora un trattato della vita e coftumi del fo cane, & un altro fopra la mofca, potendo con artifitiofa maniera fcherzar delabbiette Nella bade alcune cofe lingua Italiana ha lafciato tre libri dell'Economia, amorofc in prof in verf , e fu il primo ( come fcrive Giorgio Vafri nella Tua vita) che tentalTe di ridurre i verfi volgari alla mile

cofe rilevate

e gravi

e filofofar delle

&

&

&

fura de' Latini

come
te

fi

vede

in

quella Tua epiftola

^lite^a -pur ejlremct mijerabde ptflola

mando

A
Ma

che fpregi miferamerne

fjot

^c

nel ragionar del fingolare genio dell' Alberti in ogni genere


,

luogo eh' egli tiene fra gli huomini letterati armi Tento tirato da gente d'altra profefTione , cio da pittori, chitetti, che come Tuo lo pretendono, e moftrandomi quanto egli ha architettura, mi chiamano indietro, e quafi che operato in pittura
di polite lettere
e del

&
di

&

io habbia a fcrivere le virt d'

un

altro Alberti
alle arti

mi sforzano
e

far

paffaggio daHe

fcienze fpeculative

pratiche,

mecanichc.

veramente fu tanta la capacit e vaftit dell* ingegno del nortro Alberti , che pot non /blamente con generali notitie tutte le difcipline abbracciare, ma difcendere ancora al particolare di ciascuna, far credere a gli huomini, che i. applicandofi a qualfivoglia cola, mai ad altro non haveffe il Tuo nobilifTimo intelletto impiegato, pareggiando anzi avanzando quelli eh' in tale profelTione fi Itimavano i migliori. Erano nel Tuo tempo affatto fpcnti gli itudii dell'architettura , o f pur qualche cognitioni Te ne havevano , furono tanto
corrotte,
e lontane dalla politezza e nobilt
dell'
.

antico fecolo

RoAl-

mano
rit
,

che neir operare producevano effetti rozzi berti fu il primo che tentalTe di ridurre quell'arte
,

Leon
alla

Battiila

Tua prima pu-

e fcacciando la barbarie de' fecoli Gtichi introduceffe in quele la

la l'ordine,

proportione
lui
nell'

fi

che da

tutti fu

univerfalmente chia*
induffe Nicol V.

mato

il

Vitruvio Fiorentino.

La fama

del Tuo

nome

Pontefice a valerfi di

ordinare molte fabriche in


,

Roma

&C

quanto che da Biondo Fora confidarfi tanto pi ne' fuoi configli livefe perfonaggio di alto merito, e fuj familiare fu particolarmente informato delle fue rare qualit Fece per Sigifinondo Pandolfo Malatefta fignore di Rimino il difegno della Chiefii di S. Francclco , la quale fi principi 1' anno

1447
dotta
in

e riufc

una

delle pi fuperbe,
fi

e fontu

jfe

d'Italia.

Fu conVaiari,

al

termine ch'oggi

vede, l'anno 1550

perche

il

minor momento affai proliffo, nella defcrittione di quefto tempio s moitrato molto fcarlo di parole bench per il foggiorno ch'egli fece in Rimino, dove dipinfe il S. Francefco che fi
occafioni di
,

vede neir

aitar

maggiore

di

detta

fabrica

habbia potuto offervarne


genza

minutamente

tutte le parti, noi per fupplire in parte alla lua negli,

DI LEON BATTISTA ALBERTI.


genza
,

127
,

per onorare tanto pi

la

memoria
ci
,

dell*

architetto

fcrivc-

remo

quello che nel ceniiderarla pi volte


.

parlo degno di elTeli

re olTervato

E
la

cominciando dalla
fabrica
&C

facciata

diremo che
,

vede un

belliirimo baflamento, tutto di

marmo
,

d' Iftria

il

qual corre d'in-

torno a tutta

ha per corniciamento un bel ornamento di fogliami &c arme Pandolfefchi intralciate infieme cori vaga inventione. Sopra di effo falgono quattro colonne cannellate d' ordine
,

compolto

e di

mezzo

rilievo.

tre

interftitii

nicchie, delle quali quella di

mezzo

fa

la

fono occupati da porta maggiore, the

tre

va

dentro alquanto con un bellilfim ) fogliamo: fegue poi l'architrave, portavi il freggio, ck il cornicione, fopra del quale, di rimpetto alla 1' andavano con iflelTo ordine due pilallri con una nicchia in mezzo, la quale f fulTe ftata fatta, havrebbe fervito per dar lume alla navata di mezzo, per collocarvi la fatua del Signore. Nel fianco del tempio di fuori con fuperba e nobile inventione fi vedono fette archi grandi, e fotto di elfi altretanti fepolcri , fatti a polla per

&

La parte intcriore deluomini illuftri Riminefi la fabrica non cede punto all' efteriore ne in grandezza di difegno, ne in delicatezza d' ornamenti , i quali bench habbino un non fo che di Gotico, f fi confider la rozzezza di quel fecolo , non fono
fervire di

depofiti

d'

tuttavia fenza l^de


fuori
,

marmi

di

diverfe forti
,

cofi

dentro

come

di

e fi legge nella vita di Sicon profufione adoprati gifmondo eh' egli palTando con le fue genti vicino a Ravenna , ne Ipogli con quella occafione le chiefe antichiffime di S. Severo e di Cldlli, levandone le incrortature e conduccndo a Rimino tutto quello che pi gli pareva a propofito per compire la fua opera , a tal punto che da Pio fecondo fu meritamente biafimato e chiamato faflati
, , ,
,

fono

crilego. In
affai

una
e

delle capelle
di

belle
(

ricche
fcrive
il

che Sigifmondo
,

fono
,

fei

fi

vedono
,

le
,

fepolturc
e fopra

di Ifotta fua
di

moglie

una

come

Vafari

il

ritratto

cfTo fignore

&C

in altra

parte

dell' ifiefla

L'anno
le

opera quello di Leon Battifta. 155 1. Lodovico Gonzaga marchefe


affettionato

di

Mantova,

il

qua-

all'Annunciata di Fiorenza, per un per cagione d' un parto felice , fece voto fattole dalla fua conforte col difegno di Leon Battila, il coro, o vero tribuna, che fabricare di prefente fi vede in quella chiefa , con 1' armi intorno della famiglia Gonzaga: la quale fi. come fa fede della magnificenza di quel
era divotamente
,
,

fi'gnore,

cofi

moflra

il

valore

molto diffcile tondo con nove capelle d' intorno E perche vi fono certe cofe che non rifpondono all' occhio con tutta quella gratia che fi richiede, parendo per il giro della fabrica che gli archi delle capelle, quando fi guardano per profilo, cafchino in dietro, rimandiamo il lettore a,
pricciofa, e
.

con maniera caordin quell'edificio a guifa d'un tempio


dell'architetto, che

quanto ne fcrive

il

Vafari.

L' illef-

128

VITA
1'

L' iftenb marchefe volendo nella propria citt riedificare dalle fondamenta la chiefa di S. Andrea, venerabile per il fanguc di CriA berti, e fiche vi fi conferva, 1' anno 1472. chiam a f rto gnificatogU il penfero eh' egli haveva d' illuRrarc Mantova con un nobililTmo, e ruperbiffimo tempio, gli fece fare il modello del novo tempio ch'oggi ( vede: il quale tutto di terra cotta in forma di Croce, con una volta fola che forma la parte inferiore di quella, fovrapofla al corpo maggiore della chiefa, lungo braccia 104., e
,

largo braccia 40. fenza catena alcuna di ferro, o legno che lo foftenti,

te,

& tutto d'opera comporta, & altrettante picciole Nelle


.

con
all'

tre capelle

grandi per ogni par-

braccia della croce vi fono


altra
.

due ca-

pelle

per ciafcuno oppofte


fi

1'

una

Il

mezzo poi

del quadra-

to, dove

deve fabricar la cupola, largo braccia [Melfo a quaranta. Oltre il quadrato della cupola vi il coro di forma ovale, lungo braccia 52., e largo quanto il corpo della chiefa, il quale con il predetto quadro fu l'anno del Salvatore 1600. fornito fino lli ultimi corniciamenti, conforme al modello antico dell'Alberti. La facciata compartita in tre porte la maggior delle quali eh' nel mezzo, ornata di marmi bianchi, con fogliami bellilhmi diligentemente intagliati e le portelle da i Iati fono di marmi bigi lavorati anch' Chi volefTe vedere ogni cofa pi particolarmente defcritta legga cffi
,

Donefmondi nel libro fefl:o dell' iftoria ecclefaftica di Mantova dal quale habbiamo cavato quanto fi accennato di fopra Mario Equicola nella ifforia Mantovana e' infegna eh' il medefimo Alberti nell* iftefla citt diede principio alla chiefa di S. Sebaltiano. Hebbe per aiutante, e fedele efecutore de' fuoi difegni a Mantova un Luca Fioren-,
.

tino,

il

quale haveva gi lavorato per

lui a

Fiorenza nella fabrica del


induftria

coro
di

dell'

Annunciata
f

Roma, Rimino, Leon Battiffa, non meno


egli affai

Ma

Mantova debbono molto

all'

fi

fente obligata la fua patria alla fua virt,

havendo

contribuito a'ia fua bellezza.


la facciata

Fu ordinata

in Fioren-

za col fuo difegno

della chiefa di
neri
,

S.

Maria novella,
artificionimente

con

vago mcfcolamento
ta,
e

di

marmi
il

bianchi
tutto
del
e
il

ornatare

corrifpondentc alla grandezza

di

corpo
di

dell'

edificio.
fece

A
fi

Colimo Rucellai diede


fi

difegno
,

palazzo eh' egli


chiefa
S.

nella ftrada che

chiama La vigna

nella

Brancacio

vede una capella di fua inventionc. Fece egli molte altre cofe che per brevit Ci tra'afciano. Lafci pochiffime opere di pittura Paolo Giovio che compofe fuo elogio e gli diede loco fra gli il.

lulri

letterati

loda

il

ritratto

eh' egli

fece di f

medefimo

il

qua-

tempo che Vafari fcrilTe, fi ritrovava con altre Pitture del medefimo A' berti Si vede dunque da quanto habbiama
le nel

in cafa di Palla Rucellai,

fcritto

di

fopra

che per
lo

, .

DI
10

LEONBATISTA ALBERTI.
lettere,
e

129

rtudio

de

le
i

per

la

cognitione

del

difegno, Leonba*
gli

tilla

Alberti

pu con ottima ragione


altra profelione.
i

regiftrar fra

huomini

fa-

Anzi per maritarle pi ereteh' difcorl dell* una fervillero ad illuftrar le operationi dell' altra, facendo parlar quelle arti che per lo paflato erano rellate quaf mutole, lafciandone precetti con belliffimo lille
mof dell' una, e dell' tamente infeme volfe
,
1

fcritti

in lingua Latina.

La

fcultura

fi

la

prima

della quale egli in-

traprendeffe di trattare, fcrivendone in lingua Latina un libretto intitolato

della Statua

ScrifTe

de

la Pittura,

da
e

tutti

medelma lingua tre libri gl'intendenti ft-mmamente lodati, f\ per la dipofcia


nella
,

citura

nobile,
fi

fchietta
i

come anche per l'importanza


pnncipii
dell'

de' precetti.

Nel primo

da la geometria 11 fecondo contiene le vere regole, da le quali non deve mai diparquanto nel difegno, e cotirli il pittore, tanto nella compcftione lorito, che fono le tre cofe alle quali fi riducono tutte le conlidefpiegano
arte
,

tratti

rationi

che far

fi

poflono nella
e

Pittura
fine

Nel

terzo libro

fi

ragiona

deir

officio
.

del pittore,

del

ch'egli deve proponerfi nel di-

pingere

L' ultima opera di Leonbatilla


te
,

Alberti
e

la

pi degna di tut
il

eflendo Hata con

pi

Ikidio,

diligentia lavorata,

libro
e
fa-

ch'egli fcrilTe dell'architettura,


cilit

nel quale con efquifto


1

ordine,
public
f

grande,
ofcuri
la

li

fcuoprono
di

tutti

fcreti

di

quell'arte, che
:

prima

negli

fcritti

Vitruvio erano rinchiuf


,

ne
la
1'

Ci

non

dopo
zo

de'

morte da Bernardo fuo fratello Medici, come haveva desinato di


iua
in

che

dedic a Lorenautore.

fare

ifeflo

Fu

da Colmo Bartoli gentilhuomo Fiorentino, che la prefent a Cofimo de' Medici fanno 1550. Il medelimo Bartoli tradulTe ancora i libri de la Pittura, e Scoltura', e gli fece ftampare fanno 151^8. con gli altri opufcoli delf Alberti Si trovava gi un' altra verfione del trattato de la Pittura , fatta dal Domenichi, e flampata fanno 1547. Dopo aver per 1' accompagnamento di quello volume con lingua a noi foreftiera ragionato de le virt di leonbatifta, &c ammirato frutti del fuo fertililfuno ingegno, altro non ci rcfla a dire , f non che defideriamo per il merito di fi grand' hu( mo ancora pi per f utile publico, e per la gloria de le lettere, che li raccolghino un di tutte le fue opere inhcme e per qucflo ne porremo qui di fotte la lifta. Mor Alberti in Fiorenza fua pavoltata

lingua Italiana,

&

illullrata

di difegni

&

tria

e fu fcpQlto nella

chiefa di fanta

Croce

IN-

. .

..

ijo

VITA

INDICE
PELLE OPERE DI LEON BATTISTA ALBERTI.
T E R E

RIAMIATE.
Momus
. .

L
chii

Eon'ts

'Bctpt'iJ

Alberti Tlorentm

%om ex

adthu! Jacob't Afax^o-

1520.
Leonis

4.

&
Itb.
.

in folio l'irteffo

Ja de Alberti f Florenti^ms de
'Baptfldi

anno con quefto titolo: Leo Xapt' Trtnctpe %om cipud Stephanum Guderetum
Trinaia
tS'
,

Alberti Florottrit
2.

Jt^e de caufis

feriatorits
,

tm

Cicerons locum

de

ojjcits

brenjts

accurata interpretaw

ad

Law

remium Medicem
in

'Bajle

1538.
tS'

4.

cum

Petri Ioannis Olivarii

fcholiis

fcmnium Ciceronis De pi&ura prejlantiffima


Leonis

mwquam
.

fatts laudata arte libri

tres

ab-

folut'tffmi

'BabtiJ de Albertis

'Bafilcdi

1540.
equo

8.

&

ultimamente
ad Leonellum
ac Judto
tft'

r anno

1649. in Leida col Vitruvio


"Baptijdi

Leonis

Alberti
libellus

n}iri
^

doBtJJnii de

animante

Terrarienfem prtncipem
ntentus
^

Michaelis Martini
.

Stelle cura

mine

demum
i

tn

lucem editus

'Bajtle

i)^6

8.

Leonis 'Baptijl^ Alberti Fiorentini


ria
.

^virt

elariffmi

libri

de

re

edificato-'

Tartjts

2.

K^

in

altri

luoghi
,

Lepidi comici

<veteris

Tbilodoxios fabula

ex antiquitate eruta ab Aldft amore


4.

Manucio

Luc 1588.
de

8,

'Baptifl.i

Albertis

poeta

laureati

de

liber

optimus

Incipit

Parmi
feltciter

uthcio

di piet, e

di humanit.

1471.

'Baptifce

de Albertis poeta laureati opus

preclarum
.

in

amorit

remedi

incipit.

Legitime amanti

kS'

riconofcendo

1471.
,

4.

"Dialogo di Meffer Leonbatija Alberti Fiorentino

de
io

republtca

de

'vi-

ta

ci<vili

de njita rufiicana
,

de fortuna.
dell'

Incipit.

Vedo

Microtiro mio,
1543.
8.

forro per abbraciarlo

o parte
'

anima mia.

In Vinegia

Opere dell Alberti non mai Jlampate


T>e iure traHatus.
Incipit.
il

Etfi

veftris

iureconfultorum
aminiflrare
la

icriptis.

Tradwtto Dal Battoli con

titolo.

Dell'

ragione.
.

De

comodis

mcomodfs
Si

litterarum

ad Carolum fratrem
nella

Incipit

Laurentius Albertus parens. ro, che quello trattato (a

legge

per

biblioteca di Gefnc-

iUto

ikmpato

Italia,

ma quando

dove, non

lo dichiara.

Vita SanEi Totiti martyris


Tratatus Cifera infcriptus
Trafiatus M.tthemattca appellatus
Libellus
.

Statua diffus

Ve

DI
De Mufca.

LEON BATTISTA ALBERTI.


cnve fuo
.

131

Oratto fioiebrts pr
Lihellus

hiap'tt

Erat
fa

in

more apud
dal

Apologorum. Tutti
urbis

tradotti,

e ftampati

Bartoli

mentionc Pocciantio nel catalogo de' fcrittori Fiorentini come anche del fegucnte Liber Nanjis vifcriptui L' accenna il Gefnero
Chorographia

%o)n antiqua.
,

Ne

Tre Libri delV ecemmia.

Scrive Filippo Valoni che

confervavano

manofcritti

in

caia

Tua.

Il

Pocciantio ne fa

mentione.
lingua
Italiana.

Vane

opere

dt

Leon

Tjattijlct

Alberti tradotte tn

L
Cofmo
Firenz.e

architettura di
Xartoli

Leon

"Battijla

Alberti tradotta in lingua Fiorentina


,

da
In

gentiluomo
/';;

(S'

accademico
i')6^.

con

la

aggiunta
lilelTo

de dijegni
nel

1550-/0/. (^
.

Venetia

4.,

1'

anno

monte

Regale

fol.

con

la

pittura

del

medelmo Alberti

tradotta

per

M.

Ludovico Domenichi

La
chi
.

pittura di

Leon Xattisa Alberti tradotta per

M.

Ludo'vico Domeni-

In Vtnegia

1547. 8. Opufcoli Morali di Leon


corretti

Xattjla Alberti geitilhuomo Fiorentino

tradotti

parte

da

M.

Cojmo

Xartolt

In

Venetia

1)6%.

4.

Segue la

lijia

dt

detti

opufcoli

Momo o^njero De difcorfi da


"Dello

del

principe.
,

Senatori

altrimenti

Trinjta

amminijlrare la ragione.
,

Delle comodit

delle

incomodit delle lettere

a Carlo fuo fratello

La La
Le
derei
e
l'

njita

dt
.

S.

Totito.

Cifra

piace^-volez,'x,e
,

Matematiche
della 'vita
fia
cingile

Della republica

rujlicana

della fortuna

Cre,

che quello trattato


Della Statua

ftato

Tofcanamente

fcritto

dall'Alberti

habbiamo notato difopra.


.

Della Tittura.
Della Mofca.

Del Cane.
Cento Apolngi

Hecatompbtla
Deiphtra
.

ma

Quelle due ultime opere non fono (late tradotte dal Bartoli le mcdelme che quelle di fopra l fono accennate fotto titoli:
i

de amore,
berti
.

&

de remedio amoris,

fcritte

in lingua

Tofcana dall'Al-

DELLA

DELLA

PITTURA
D
I

LEONBATISTA ALBERTI
LIBRI
III.

DELLA PITTURA
LEONBATISTA ALBERTI
LIBRO PRIMO.

primieramente da i Matematici que'le cofe che mi parranno a ci a proposto. Le quali intefe che l faranno, dichiarer (per quanto mi fervir lo ingegno) da effi principii de la natura, che cofa fia la Pittura. Ma in tutto il mio ragionamento voglio che fi avertifca, che io parler di qucfte cofe non come Matematico, ma come Pittore Conciofa che i Matematici con lo ingegno folo confdcrano le fpezie feparate da qual fi vole forme de le cofe glia materia Ma perche io voglio che la cofa ci venga pofta inan.

H
a

Avendo

io a

fcrivere

de
il

la

Pittura

in
(a

qucfti

breviffimi

com~

mentarii,

accioche

parlar

mio

pi

chiaro,

pigli ero

&

zi

gli

occhi,

mi
,

fervir

fcrivendo,

come

fi

ufa

dire,

di

una

pi gralTa minerva:

veramente mi parr haver fatto a baftanza, f Pittori nel leggere intenderanno in qualche modo quefta materia i veramente difficile, & de la quale per quanto io habbia veduto, non flato alcuno che per ancora ne habbia fcritto Chieggio adunnon come que di grazia che quefti miei fcritti fieno interpretati da puro Matematico , ma da Pittore Pertanto bifogna primieramente fapere che il punto un fegno ( per modo di dire ) che non fi pu dividere in parti. Punto Segno chiamo io in quefto luogo,
.

&

talmente in una fuperficie, che cfTi fi pofPer che quelle cofe che non fono fa comprendere da lo occhio comprefe da lo occhio, non alcuno che non confefT che elle non
qual
fi

voglia cofa che

fia

hanno niente che

fare col Pittore

Conciofia che

il

Pittore

fi fi

affati-

ca di imitar folamente quelle cofe, che mediante la luce vedere. Quefti punti f continovamente per l'ordine fi
r

poffino

porranno
la

uno appreiTo
di

de

lo

altro

diftenderanno
,

una linea

Et

linea

appreffo

lunghezza del quale fi potr dividere in parti, ma fiir talmente futtilillma che giamai non li poeccone lo efempio. --- De le linee alcuna e diritta, tr fendere: alcuna e torta: la linea diritta un fegno tirato a dirittura per
noi
far
la

un fegno

&

lo

lungo da

non a Molte linee,


rata

la un punto ad un altro dirittura da un punto ad un


>

torta

quella

altro,
fi

ma

che far facendo arco

ti-

*^

TOc,

come fili in faranno una (uperficie

tcla^
.

fc

adattate

congiugneranno

infic-

Conciofia che

la fuperficie e

quella eflrc-

ma

1^6

DELLA PITTURA
fi

ma
fono

parte del corpo che


,

confider
alla
le

non inquanto a profondit

al-

cuna
infte

ma

folamente inquanto

larghezza

&

alla

le

proprie qualit Tue.

De

qualit ne fono

lunghezza , che alcune talmente

che f ella non viene del tutto alterata, non Et alfi poflono in modo alcuno ne muovere ne feparare da elTa cune altre qualit fon cofi fatte , che mantenendofi la medefma faccia de la fuperfcie , cafcano talmente fbtto la veduta , che la fuLe qualit perperfcie pare a coloro che la rifguardano , alterata petue de le fuperfcie fon due. Una certamente quella che ci viene in cognitione mediante quello eftremo circuito dal quale chiunella fuperfcie,
.

Noi, chiamano Orizcnte f ci lecito, per via di una certa fimilitudine lo chiameremo con vocabolo latino ora, o f pi ci piacer, il d'intorno. Et far quefo d' intorno terminato o da una fola, o da pi linee. Da una fola j come la circulare da piuj come da una torta &c da una diritta, o vero ancora da pi linee diritte, o da pi torte. La linea circulare quella che abbraccia, & contiene in f tutto lo fpazzo del cerchio. Et il cerchio una forma de la fuperfcie, che e circundata da una linea a guifa di corona. In mezzo de la quale raggi che per lunghezza fi partiranno f vi far un punto , tutti i da quefto punto, & andranno alla corona o circonferentia a dirittura, faranno ira loro uguali Tan;. i. Fig. i. Et quefto medefmo punto fi chiama il centro del cerchio. La linea diritta che taglier due volte la circunferentia, & paller per il centro, fi chiama apMatematici il diametro del cerchio. Noi chiameremo queprefTo Aa medefma centrica. Et faci in quefto luogo perluafo quel che dicono Matematici, che neduna linea che tagli la circunferentia, f non pu , in efla circunferentia fare angoli uguali non quella Ma torniamo alle fuperHcie Imperoche da che tocca il centro pu intendere facilmente, quelle cofe che io ho dette di fopra fi come mutato il tirare dell'ultime linee, ovvero del d'intorno di una fuperfcie, e(Ta fuperfcie perda c(To fatto il nome & la faccia fua primiera, & che quella che forf fi chiamava triangolare, fi
fa la fuperfcie:
il

quale

circuito

alcuni

o forf di pi angoli Chiamcrafli mutato il d' intorno ogni volta che la linea , o gli angoli fi faranno non folamente pi ma pi ottufi o pi lunghi , o pi acuti o pi brevi Quelfo luogo ne avvertifce che fi dica qualche cofa de gli angoli. E* veramente lo angolo quel che fi fa da due linee che

chiami hora quadrangolare

inrerfeghino infieme
le

fopra

la

eftremit di
fotto

una

fuperfcie.
,

Tre

fo-

no
dra

forte
2.

de

li

angoli,

a fquadra,

fquadra

&

fopra (qua-

Fig.

Lo angolo
,

a fquadra,
l

quei quattro angoli

che

fa

o vogliamo dir retto, uno di da due linee diritte che fcambicvolfia

mente

fi

interfeghino inleme talmente che egli

uguale a qualun-

que

LIBRO PRIMO.
:

137

Et da qiiefto avviene che ci quc fi ini de gli altri tre che reftano dicono, che tutti gli angoli retti fono fra loro uguali. Angolo fopra fquadra quello, che maggior de lo a inquadra. Acuto, o ltto (quadra quello, che minore de lo a (quadra. Torniamo Noi dicemmo in che modo, mediante un di nuovo alla fuperfcie d' intorno fi imprimeva nella fuperfcie una qualit Relaci a parlare dell'altra qualit de le fuperHcie, la quale (perdirco() quali come una pelle diftefa lopra tutta la faccia de la fuperfcie. Et quella fi divide in tre Imperoche alcune fono piane uniforme altre fono sferiche &i gonfiate, altre fono incavate & concave. Aggiunghinf a quelle per il quarto quelle fuperfcie che de le dette fi compongono. Di quelle tratteremo di poi: parliamo bora de le prime La fuperfcie piana quella , fopra la quale portovi un re.

&

golo

tocchi ugualmente per tutto ciafcuna parte di elfe.


la

Molto

f-

mile a quefla far

fuperfcie di

ma. La

fliperfcie sferica

imita

il

una purillima acqua che flia d'intorno di una sfera. La

fer-

sfera

dicono che un corpo tondo, volubile per ogni verfo , nel mezzo del quale un punto, dal quale tutte le ultime parti di e(To corpo fono ugualmente lontane La fuperfcie concava quella che dal lato di dentro ha la fua eflremit, che fotto, per dir coli, alla cotenna de la sfera, come fono le intime fuperfcie di dentro ne gufci de gli vuovi Ma la fuperfcie comporta quella che ha 1' una parte di (e fleffa piana, altra o concava, o tonda, come fono le fuperfcie di dentro de le canne, o le fuperfcie di fuori de le colonne, o de le piramidi {Tav.lFig.2.). Per tanto, le qualit che l truovano effere o nel circuito, o nelle faccie de le fuperfcie, hanno importo diverll nomi, come fi dille, alle fuperfcie. Ma le qualit,
.
.

&

le

quali fenza altcrarf la fuperfcie, variano

loro afpetti, fono

me-

Imperoche mutato il luogo o i lumi, appanfcono variate a coloro che le guardano. Diremo del luogo prima, &C poi de lumi. Et bifogna certamente prima confderare in qual modo, mutato il luogo, eOe qualitadi che fon nella fuperfcie, paiano che fieno mutate. Quelle cofe veramente fi afpettano alla forza 6c virt de gli occhi. Imperoche egli di necellit che d' intorni o per dilcoltarf o mutarli di fto ci paiano o minori, o maggiori, o dillimili al tutto di quel che prima ci parevano medefmamente che le fuperfcie ci paiano o accrefciute o defraudate di colore. Le quali cofe tutte fon quelle che noi miliiriamo o difcorriamo con lo fquadro & come quello fquadro o veduta fi faccia, andiamo hora invertigando Et cominciamo da la fcntentia de Filofofi che dicono che le fuperfcie fi efuiiinano mediante certi raggi minilln de la veduta che perci gli chiamano vifvi cio che per clh fi impnmino (mulacn de le cofe nel fenfo. Imperoche quelli medefimi S
defmamcnte due.
i
,
.

13?
fimi

DELLA PITTURA
fra
,

raggi

lo occhio

&

la

fuperficie

veduta

intenti per lor pro-

pria natura

&

per una

certa

mn-abile fottigliezza loro concorrono


la

IplendidifTimamente
diafani
,

trino
luocro
gii

in

penetrando & havendo per guida qualche corpo denib ,


piccola

aria

&
{ino

altri

fmili

corpi

rari

la

luce

tanto

che
i

fi

rifcon-

&
fi

non

del

tutto

ofcuro

nel

qul

ferendo di punta, fuhito


difputa
,

fermano.
raggi

Ma

non

fu

apreffo
gli

de

a'-.tichi

quefti

ufcivano

da
fiaci

occhi

o da
to
a

la fuperficie.

La qual
la

difputa in

vero molto

difficile,

noi

non

necelTaria,

lafceremo da parte. Et

maginare che quelfi raggi fieno quafi che fottilifiime fila un capo dirittiflime , come fattone un fafcio , & che elle fieno ricevute per entro lo occhio l dove fi forma o crea la veduta j &C & dal qual quivi fiieno non altrimenti che un troncone di raggi luogo ufcendo a di lungo gli affaticati raggi, come dirittiffime vermene, fcorriro alla fuperficie che loro a rincontro: Ma infra queraggi alcuna differentia , la quale bene che fi fappia , impelli Conciofia che alroche ei fono differenti & di forze 6c di officio
: :

quanlecito imlegate da

&

comprendono d' intorni de le fuperficie toccando tutte le quantit de la fiaperficie. Et quefti , perche ei vanno volando & a pena toccando le eftreme parti de le fuperficie , gli chiameremo ra^gi eftremi o ultimi Avertifcafi che quefta fuperficie fi mofra in faccia perche l poffino vedere i quattro raggi ultimi che vanno a punti, da quali ella terminata. (Tav.l Fig- 3.) Altri raggi o ricevuti o ufciti da tutta la faccia de la fuperficie, fanno ancor effi lo ufficio loro, entro a quella piramide, de la quale a fuo luogo Imperoche ei fi riempiono de medefimi parleremo poco di fiotto Et per chiamiacolori & lumi ; de quali rifplende cffa fuperficie mo quelli, raggi di mezzo, o mezzani. {Ta^.I.Fig. ^.) Tutto il quadro
cuni di
loro
i ,
.
.

una
,

fola

fiiperficiej
i

ma

havendovifi a dipigner dentro uno ottangofi


,

lo

fi

moftrano

raogi che

occhio a punti de lo cora f ne truova uno cofi fatto che a fimihtudine di quella linea centrica che noi dicemmo , fi pu chiamare raggio centrico o del centro, perci che egli ft di maniera nella fuperficie che caufa da ogni banda intorno a f angoli uguali. {Tan).lFig. 5.) Si che noi habbia.

chiamano mezzani che vanno dall' fcompartimento de lo ottangolo De raggi an-

centrici: mezzani, andiamo hora invefiigando quel che, qual fi fia 1' una di quelle forEt la prima cofa parliamo de te di raggi , conferifca alla veduta ultimamente de centrigli ultimi di poi parleremo de mezzani ,
trovati
i

mo

raggi effere di tre forte, gli ultimi,

&

&

ci

Con
,

gli

ultimi raggi

fi

comprendono

le

quantit

&

la

quantit

veramente quello fpatio che infra duoi punti difgiunti del d* intorno che paffa per la fuperficie , il quale fpatio e comprefo da lo occhio con quelli ultimi raggi , quafi come per modo di dire con
le

LIBRO PRIMO.
le

135,

fefte:

&

fono

tante

quantit

in
l

una

fuperficie,
1'

quanti

fono

Imperoche noi con la veduta nofra riconofciamo la longhezza medianla larghezza mediante il da delira, o te la Tua altezza o baffezza la groffezza mediante il da prelTo o da lontano: o vero da finillra tutte le altre mifure ancora, qualunque elle fi fiano, comprendiamo La onde fi fiaol dire che la veduta fi folo con quelli raggi ultimi quale la quantit veduta, fa mediante un triangolo, la bafa del punti lati del quale fi:)no quei medefimi raggi che efcc^no da i de la quantit & vengono fino all' occhio Et quella col certilfima che non fi vede quantit alcuna, f non mediante quefto trianrifguardano
1'

punti feparati in un d'intorno che

un

altro.

&

golo.
goli
la

lati

adunque

del triangolo

vifivo fi^no manifelli.

Ma

gli

an-

in

quello ftello triangolo Ibn dua,

cio

amendue

quei

capi

da

quantit.
la

Ma
ba(a

il
Ci

terzo,

&

principale angolo,
.'

quello che a rin-

contro de

neMo occhio {Tanj.I. Ftg. 6) Ne in quello luogo fi ha a difputare f effa villa d quieta, come ei dicono, in eflfa giuntura del nervo interiore, o f pure fi figurino le imagini in elTa fufa

perficvc
fi

de

lo

occhio quafi

come

in

uno fpecchio animato.

Ma

non

devon in queflo luogo raccontare tutti gli officii de gli occhi quanto al vedere Conciofia che fiir a ballanza mettere in quelli commentarii brevemente quelle cofe che ci parranno necellarie Conlillendo adunque il principale angolo vifivo nello occhio ei f ne cavata quefta regola, cio che quanto lo angolo lar nello occhio, pi acuto, tanto ci parr minore la quantit veduta. La onde fi vede manifello perche cagione avenga che da un lun.

go intervallo, pare che la quantit veduta fi allottigli, quafi che ella venga ad un punto. Ma ancor che le cole fieno in quella maniera, avviene nondimeno in alcune fuperficie, che quanto pi fi avvicina loro lo occhio di chi le riguarda , tanto gli paiono minori Et quanto pi lo occhio fi difcolla da elle, tanto pi li par maggiore quella parte de la fuperficie: il che fi vede manifello nelle fuperficie sieriche Le quantit adunque mediante lo intervallo paiono alcuna volta o maggiori o minori a chi le riguarda De la qual cofa chi fapr bene la ragione non dubiter punto che i raggi mezzani alcuna volta diventano gli ultimi, gli ultimi, mutato lo intervallo, diventano mezzani Et perci har da lpere che quando raggi mezzani faranno diventati ultimi, fubito le quantit gli parranno minori: Et per il centrano quando raggi ultimi fi raccorranno entro al d' intorno quanto pi ei faranno lontani dal d' intorno, tanto apparir ella quantit maggiore Qui adunque foglio 10 a miei amici dcmcllici dare una regola che quanti pi raggi noi occupiamo con la veduta, tanto doviamo penfare che fia maggiore la quantit veduta, &: quanti ne occupiamo manco, tanto minore. Ultimamente quelli S 2
:
.

&
i

I40

DELLA PITTURA
tutta eHa fuperficie.

quefti raggi ultimi abbracciando a parte a parte univerfalmentc tutto il d* intorno di una fuperficie, girano a torno a torno quafi co-

dicono che la veduBifogna adunque dire che ta fi fa mediante una piramide di raggi cofa fia la piramide. La piramide una figura di corpo lunga, da in fu terminano la bafa de la quale tutte le linee diritte tirate allo in una punta. La bafa de la piramide la fuperficie veduta, i lati

me

una foHa,

La onde
.

ei

quali noi chiamiamo gli ultipiramide fono efT raggi vifivi mi La punta de la piramide fi ferma quivi entro allo occhio , dove gli angoli de la quantit fi congiungono infieme. Et quello baraggi ultimi, de quali fi fa la piramide, mediante la quale fli de che egli importa grandemente quali fi vede per ogni ragione, la fuperficie. ivcfiaci a tratchenti intervalli fiano fra lo occhio Sono i raggi mezzani quella moltitudine di tare de raggi mezzani

de

la

&

&

quale accerchiata da raggi ultimi fi truova elTer dentro alla piramide. Et quefti raggi fanno quel, che fi dice che fa il Cafimili fiere sbigottite per paura, che fogliono pigliare maleonte, pi vicine a loro , per non efier ritrovate da i colori de le cofe
raggi
,

la

&

Imperoch Quefto quel che fanno i raggi mezzani dal toccamento loro de la fuperficie fino alla punta de la piramide , trovata per tutto quello tratto la variet de colori & de lumi f ne macchiano talmente, che in qualunque luogo che tu gli tafporgerebbon di loro in quel medefimo luogo quel lume gliafli llefib, &C quel medefimo colore, di che fi fono inzuppati. Et queper il fatto lleffo primieramente i e veduto che fti raggi mezzani
Cacciatori
. .

caufano la vifia pi debole ultiper lungo intervallo mancano, mamente poi fi trovata la ragione perche quefto avvenga Concio.

&

gratutti gli altri raggi vilvi , elTendo ripieni che quefti fteffi , di colori , trapaifando per la aria , &C la aria eflendo anvi di lumi cor efia ripiena di qualche groflezza , avviene che per la molta parte del pefo , mentre che efl^ fcorrono per la aria , fieno tirati come Et per dicono bene , che quanto la diftanzia fracchi allo in gi pi offufcata maggiore , tanto la fuperficie pare pi fcura
fia

&

&

&

&

Noi chiamiamo raggio cenReftaci a trattare del raggio centrico trico quello , che folo ferifce la quantit di maniera , che gli angoli
.

uguali da

amendue

le

parti

rifpondino a

gli

angoli

che

fon

loro a

canto
trico
,

&

di tutti

veramente per quanto fi appartiene a quefto raggio cencofa verifilma che quefto di tutti i raggi il pi fiero , vivacifi'imo. Ne fi pu negare che nefluna quantit apparir

&

mai
ella
.

alla

vifta

maggiore
.

non quando
pi
cofe

il

raggio

centrico

far

in

Potrebbonfi
raggio

raccontare

de

la

polTanza
fi

&

dell' officio
,

del raggio centrico

Ma

quefta fola

cofa
tutti

non
gli

lafci

indietro

che
lo

quefto

folo e

fomentato da

altri

raggi

che

han-

, ,

LIBRO PRIMO.
hanno mc(To
capo parrebbon pi
il

141

in

mezzo

quaf
,

congregatione per favorirlo


de
il

che habbino fatta una certa unita talmente che fi pu a ragione chiamare
.

principe de raggi

Lafcinfi in dietro

le

altre

cofe che
,

torto appartenerfi alla olientatione de

lo

convenienti a quelle cofe che noi abbiamo ordinato di

ingegno che dire: molte cofe


.

ancora fi diranno de raggi pi comodamente a luoghi loro I raggi mezzani de lo ottangolo i] poifon chiamare una piramide di otto tacce dentro ad una piramide di quattro facce ( Tau.I. Fig. 7. ) Et balii in quello luogo haver racconto quelle cofe per quanto comporta la brevit de commentari! , per le quali non alcuno che dubiti che
.

la

cof
,

ft

in

quefto

modo;
di

il

che io
,

credo

ii

fia

moftro a baftanla
fia

za

cio

che

mutatofi

intervallo
la

&

mutalafi
i\

pofitura
alterata.

del

raggio centrico, fubito appare che

Tuperficie

Im-

peroche ella apparir o minore , o maggiore , o mutata fecondo lo ordine che havranno infra di loro le linee, o gli angoli. Adunque
la

pofitura del raggio centrico


alla

&i la dillantia

conferifcono

grande-

Ecci ancora una ahra certa terza cofa mediante la quale le fuperficie apparifcono a chi le riA guarda disformi Et quelto il ricevimento de lumi varie Imperoche ei fi pu veder nella fuperficie sferica nella concava che f ei vi far un lume folo , la fuperficie da una parte
la
.

mente

vera certezza de

veduta

&

&

apparir
dal

alquanto
raggio

ofcura

&

da

la
,

altra

parte

pii

chiara
la

Et
pofi-

medefimo
del

intervallo

primiero

OC
,

ftando

ferma

pur che ella fuperficie venga fottopoiia ad un lume diverfo dal primo tu vedrai che quelle parti de la fuperficie che al primo lume apparivano chiare hora mutatofi il lume appariranno fcure , le ofcure appariranno chiare Et oltre a quelfo fc vi faranno pi lumi attorno appariranno in cofi fatte fuperficie diverfe ofcurit , & diverfe chiarezze varieranno fecondo la quantit le forze de lumi Quella IL Fig. i. e 2. ) Ma quello cofa fi pruova con la efperienza ( Ta'v. luogo ne avvertifce , che fi debbino dire alcune cofe de lumi de colori Che i colori fi variino , mediante lumi col manifefta i conciofia che qual fi voglia colore non apparilce nell' ombra
centrico
,

tura

primiera

&

&

&

&

allo afpetto

noftro
.

tale

quale
1*

egli

apparifce

quando
,

egli

e pollo a
,

raggi de lumi
il

Imperoche

lume

lo fa

chiaro 6c

vedere cofa alcuna , f per una gran parentela


ta
i

ombra moftra il colore otTufcato 6c Filofofi aperto. Dicono che non ii pu ella non vcllita di lume OC di colore 6c
i
,

infra

colori

&

lumi

a far la vedu-

la

quale quanto
elfi

lume,
ancor

elfi,

grande fi vede da quello , che mancando il colori ancora diventando a poco a poco ofcuri mancano ritornando la luce o il lume, ritornano ancora infiefia

&

me con

quella

colori

alla

veduta noilra mediante

le

virt

de

lu.

mi

. ..

142

DELLA PITTURA
cof elTendo cofi
,

mi

La qual

far

bene

la

prima cofa

trattare

de
(

colori,

&

dipoi

andremo
i

invejftigando in

che

modo
i

detti

colori

Lafciamo da parte quella difputa Filofonafcimenti & le mediante la quale l vanno inveftigando fca Impcroche che importa al Dipintore lo prime origini de colori in che modo il colore fi generi dal mefcolamento haver faputo o da del raro & del denfo &: del lecco o da quel del caldo quello del freddo & del humido ? Ne difprezzo io per coloro che flofofando difputano de colori in tal modo che elfi affermano che
variino mediante
,

lumi

le
i

fpetic

de colori fono
,

fette

cio

che

il

bianco &:
nel
,

il

nero

fono
infra

duoi eftremi

infra

quali ve n
,

uno

ciafcuno di quefti duoi eftremi

&

quel

del

mezzo & che da ogni mezzo


,

parte

perche l' uno di queft duoi l accofta pili allo ftremo che l'altro, gli collocano in modo che pare che e' dubitino del luogo dove porli. Al Dipintore a baftanza il fper quah fieno colon in che modo e' s abbino a fervir d' effi neli la Pittura Io non vorrei effer riprefo da quei che pi fanno quali mentre feguitano Filofofi dicono che nella natura de le cofe non l truova f non duoi veri colon cio il bianco il ne-

ve

ne

fono

duoi

altri

&

&

&

nafchono dal mefcolamento di quefti Io veramente come Dipintore la intendo in quefto modo quanto a colon che per melcolamenti de colon nafchino altri colori , quafi infiniti Ma appreiTo a Pittori quattro fono veri generi de colon , come fon quattro ancora gli elementi da i quali fi cavano m^lte & mo^te fpecie. Perci che egli quello che par di fuoco, per dir cof , cio il roffo e poi quel da la aria che fi chiama azzurro quel ad la acqua il verde quel da la terra ha il cenerognolo T utti gli altri colon noi vergiamo che fon fatti di mcfcolamenti non altrimenti che ci pare che fa il Diafpro & il Porfido. Sono adunque generi de colori quattro da quali mediante il mefcolamento del bianco del nero fi generano innumerabili fpecie Conciofa che noi vcggiamo le frondi verdi perdere tanto de la loro verdezza di poco in poco fino a che elle diventano bianche 11 medelmo veggiamo ancora nella aria ftefla talvolta la quale prefa la qualit di qualche vapore bianco verfo lo orizzonte ritorna a pigliare a poco a poco il fuo proprio colore. Oltra di queflo veggiamo ancor quefto medefmo nelle rofe , alcune de le quali tal volta fon tante accefe di colore, che imitano il chermif , altre paiono del color de le guance de le fanciulle altre paiono biancome avorio che Il color de la terra ancora mediante il mefcuglio del bianco & del nero ha le fue fpecie Non adunque il mefcolamento del bianco muta ma genera generi de colori crea eOe fpecie Et la medefma forza fmilmente ha ancora il color negro Imro,

&

che

tutti

gli

altri

&

&

&

<!k:

. .. ,

LIBRO PRIMO.
i

143

Imperochc per il mefcolamento del nero fi generano molte fpezic che ia. molto bene perci che eflo colore mediante la ombra ( Il altera dove prima ( vedea manifello percioche crefcendo T om,
:

bra

bianchezza del colore manca lume diventa pi chiara <!^ pi candida. Et per
,

la

chiarezza

&:

&

crefcendo

il

fi

pu

a baldanza

perfuadere

al

Pittore che
,

il

bianco
cofi
,

&

il

nero non
,

fono veri colori

de colori Conciofia che il Pittore non ha trovata cofa alcuna pi che il bianco mediante il quale egli pofla efprimere quello ultimo candore del lume ne cofa alcuna con la quale ei pofla rapprefentare la ofcurit de le tenebre pi che con il nero Aggiugni a quefte cofe , che tu non troverai mai in alcun luogo il bianco il nero , che egli ftelTo non cafchi lotto alcuno genere de colori Trattiamo hora de la forza de lumi I lumi fono o di conftellationi , cio o del Sole o de la Ludi fuona , de la Stella di Venere , o vero di lumi materiali co infra quelli una gran difterentia Imperoche i lumi del Cielo rendono le ombre quali che uguali a corpi ; ma il kioco le rende maggiori che non fono corpi , da lo la ombra fi caufa cfler intercetti i raggi de lumi I raggi incercetti o ei fono piegati in altra parte coPieganfi o ei fi raddoppiano in loro ftelTi me quando i raggi del Sole percuotono nella fuperficie de la acqua , quindi poi fiilgono ne palchi ogni piegamento de raggi fi fa come dicono 1 Matematici con angoli tra loro uguali Ma quefte cofe fi appartengono ad una altra parte di Pittura 1 raggi che fi piegano fi inzuppano in qualche parte di quel colore che ei trovano in quella fuperficie da la quale ei fono piegati o riverberati Et quelto veggiamo noi che aviene , quando le faccic di coloro che caminano per prati , ci ( apprelentano verdi ho Io ho trattato adunque de le fuperficie ho trattato de raggi trattato in che modo nel vedere fi facci de triangoli la piramide Io ho provato quanto grandemente importi che lo intervallo , la pofitura del raggio centrico , &: il ricevimento de lumi fia determinato & certo Ma poi che con un folo Iguardo noi veggiamo non poi pur una fuperficie fola ma pi fuperficie ad un tratto che fi trattato non mediocremente di ciafcuna fuperficie da per f hora ci reit ad invcfiigare , in che modo pi fuperficie congiunte infieme ci fi apprefentino alli occhi Ciafcuna fuperficie certamente gode particularmente ripiena de fuo lumi &c de fuoi colon, fi cume fi detto, de la la propria piramide. Et cllendo corpi coperti da le fiiperficie , tutte le quantit de corpi che noi 1 pregna veggiamo creano una piramide fola tutte le fuperficie (per modo di dire) di tante piramidi minori, quante lno le lugli

ma

alteratoti

per

dirfi

& &

&

&

&

&

&

&

&

pcrficie

che

mediante

quella

veduta

fon

co0iprefe

da

razzi

di

detta

.,

i44
detta veduta
.

DELLA PITTURA
Et cfTendo
le

cofe

cofi

fatte

dir forf

qualchuno

che ha bifogno il Pittore di tanta confiderazione ? o che utilit li dar al dipingere ? Quello certamente fi fa acci che ei fppia che egli per dover diventare uno ottimo maertro , ogni volta che egli conolcer ottimamente le differentie de le fi.iperHcie , che flato conofciuto da pochifil avertir le loro proportioni Imperoche f ei faranno domandati , qual fia quella cola (imi

&

che
fon

ei

cerchino che
ei

riefca loro nel tignere

quella
,

fiapeificie

pofla

rifponder

molto meglio
fi

ad ogni

altra cofa

che
il

faper

dir

prego Imperoche lo impache gli ftudiofi Pittori mi ftieno ad udire da qualunchc rare quelle cofe che giovano , non fu mai male , Et imparino veramente mentre che ei circonfia voglia maeflro fcrivono con le linee una fuperficie , mentre che ei cuoprono
ragione di quel che
affatichino
di
fare
.

Per

che

io

&

di

colori

difegnati

&

terminati luoghi

che

nelTuna

cofa

fi

cer-

quanto che in quella una fola fiaperficie ci fi rapprefenfuperficie Non altrimenti che f quella iutino pi forme di fulTi quafi che di vetro o di perficie che ei cuoprono di colori tal che per effa pafTade tutta la altra cofa fimile trafparente , veri corpi , con intervallo determinato piramide vifiva a vedere &c fjrmo , con ferma poficura del raggio centrico & de lumi polli in aria lontani a lor luoghi &c che quello fia cofi , lo dimoflrano i Pittori , quando ei i ritirano in dietro da la cofa che ei dipingono a confiderarla da lontano , che guidati da la natura vanno cercando in quefto modo de la punta di e(Ta fleffa che da quel luogo conliderano La onde fi accorgono piramide Ma elTendo quefta una fola giudicano meglio tutte le cofe fuperficie o di tavola , o di muro , nella quale il Pittore l affaca
pi
.

&

&

tica

voler

dipignere

pi

&
fola
,

diverfe
far
di

fuperficie
neceffit
,

&C

piramidi
in
in

comde

prefe
fuoi

da una piramide
luoghi
fi

tagli

quefla piramide vifiva

che accioche

alcuno
pofTa

quello luoefpri-

go il mere

Dipintore
i

che gli dar il taglio La qual cofa ef veggono fendo cofi coloro che rifguardano la fuperficie dipinta un certo taglio de la piramide Sar adunque la pittura il taglio de la piramide vifiva fecondo un determinato fpatio o intervallo,
dintorni
,

& &

con
i

le

linee

&

con

il

dipignere
.

colori

con nee

con i determinati lumi , rapprefentata con li-, Hora da che habcolon fopra una propoflaci fuperficie biamo detto che la Pittura un taglio de la piramide , noi adunmediante que habbiamo ad andare invefligando tutte quelle cole
il

fuo centro

&

&

le

quali

ti

diventino
di

notilfime

tutte

le

parti

di

cofi

fatto
,

taglio
le

Habbiamo adunque
li
il

nuovo
le

parlare

mo(lro che vengono

de le fuperficie piramidi che fi hanno a

da

qua-

tagliare

con
la

LIBRO PRIMO.
la

145

Pittura.
1

De

le

fuperficie alcune ne fono a diacere In terra,


gli

come
fono,

fono

pavimenti,

fpazzi

che fon ugualmente lontane gli fpazzi. Alcune fuperficie fon ritte, come fono le mura k le altre fuperficie che hanno le medefme forte di linee che le mura: dicefi quelle fuperficie l:are ugual-

de da

li

edificii:

&

alcune altre ne

mente lontane

fra

loro,

ugualmente da per tutto


,

medefme forte di linee come fono le fuperficie de le coda una continovata linea diritta lonne quadre, che fi mettono a filo in una loggia. Quef:e fon quelle cofe che fi hanno ad aggiugnere a le cofe che difopra fi difono
,

quando la diftantia che fra di loro, e la medefma Le fuperficie che hanno le fon quelle che da ogni parte fono tocche
.

de de
che

le

fuperficie

Ma

a quelle cofe che noi


di quei
di

dicemmo de
, ,

raggi

cofi

gli ultimi
fi

come

dentro
la

&

del centrico

&
,

alle

cofe

piramide vifiva bifogna aggiugnere quella fententia de Matematici , con la quale fi pruova , che f una linea diritta taglier i duoi lati di alcuno triangolo far quefla linea tagliante , tale che facci ultimamente uno altro triangolo , &C ugualmente lontana da la altra linea che bafa del primo far allora certamente quello triangolo maggiore proportriangolo

fon raconte di fopra de

&

Matematici Ma noi accioche il parlar noftro fia pi aperto a Pittori, efplicheremo pi chiaramente la cofa. Ei bifogna che noi fappiamo qual fia quella cofa che noi in queflo luogo vogliam chiamare propurtionale: noi diciamo che quegli fono triangoli proportionali, i lati gli angoli de quali hanno infia di loro la medefma convenientia: Che f uno de lati del triangolo fia pi lungo de la bafa per due volte mezcofi fatti triangoli fieno elfi o magtutti zo o un altro per tre pur che eglin habbino la medefma corgiori o minori di quefto rifpondentia de lati alla bafa, per dir cofi, faranno fra loro proporImpcroche quel rispetto che ha la parte alla parte iua nel tionali triangolo maggiore, l'avr ancora la parte alla parte nel minore. triangoli adunque che faranno cefi fatti appreffo di noi fi Tutti chiameranno proportionali &: perche quefto fia intefo pi apertationale di lati a queflo

minore

Quello dicono

&

&

mente

ne

portionale

daremo una fimilitudine. Sar uno huomo piccolo proad un grandiffimo mediante il cubito: purch fi fervi la
del
,

medefima proportione
parti

palmo,
per

e del piede, per


di dire, cio in

mifurare

le
,

altre

del
in

corpo
colui

in

coftui
in

modo
,

Euandro
dille

onfervc)

cio

Ercole
di

del
gli

quale
altri
,

Gellio

che fi che era


ancora

di

flatura grandifiimo

pi di

tutti

huomini.
fi

Ne

fu

altra proportione

ne

membri
al

Ercole
cofi
,

che

fuffe

quella del cor-

po
in

di

Anteo Gigante. Imperoche

come
il

la

mano
in

corrifpondeva

ciafcuno in proportione

cubito

&

cubito

proportione
di loro,
il

al

capo

&

a gU

altri

membri con uguale mifura

infra

me-

defimo

, , . , .

i4<J

DELLA PITTURA
i ,
.

defimo interverr ne noftri triangoli , che ei far qualche Torta di triangoli , mediante la quale i minori corrifponderanmifura infra no a maggiori in le altre cofe eccetto che nella grandezza Et f qucfte cofe fi intendono tanto che baftino, deliberiamo, mediante propofito che la fententia de Matematici tanto quanto fa a noftro ogni taglio di qualunque triangolo parimente lontano da la bafa genera 6: fa un triangolo fimile fi come ef'i dicono a quel loro E percome lo diciamo noi proportionale triangolo maggiore , che tutte quelle cofe che fono fra loro proportionali , le parti an,

&

in quelle cofe, nelle quali le cor loro fon in e([c corrifpondenti, non corri/pondenti , non fono proportionali i parti fono diverfe le parti del triangolo vifivo fono oltre alle linee , ancora efl raggi ,

&

&

quali faranno certamente nel

rifguardarc

le

quantit

proportionali

de la Pittuta , uguali quanto al numero alle vere , & in quelle che Imperoche una di non faranno proportionali , non faranno uguali occuper o pi raggi o manco quefe quantit non proportionali Tu hai conofciuto adunque in che modo un qual fi voglia minore ti ricordi che la triangolo , fi chiami proportionale al maggiore
.

&

piramide vifiva fi fa di triangoli. Adunque riferifcafi tutto il noflro ragionamento che abbiamo havuto de triangoli , alla piramide Et perfuadiamoci , che neffune de le quantit vedute de la fuperficie ,
.

che parimente fien lontane dal taglio , faccino nella Pittura alteraImperoche effe fono veramente quantit ugualmente tione alcuna lontane , proportionali in ogni ugualmente lontano taglio da le locofa ellendo cofi , ne lguita quefto la qual ro corrifpondenti che non ne fuccede nella Pittura alteratione alcuna de dintorni , che non fono alterate le quantit , da le quali il campo o lo da le quali fono mifurati o comprefi dintorni fpatio fi empie Et manifeito che ogni taglio de la piramide vifiva che fia ugualmente diflante da la veduta fuperficie , fimilmente proportionale ad effa veduta fuperficie Habbiamo parlato de le fuperficie pro. :

&

&

portionali al taglio

cio

de

le

ugualmente

lontane

alla

fuperficie

perche noi haremo a dipignere pi diverfe fuperficie che non faranno ugualmente dilfanti , dobbiamo di quefte far pi diligente inveftigatione , accioche fi efplichi qual fi voglia ragione
dipinta
.

Ma

molto difficile & ofcuEt perche farebbe cofa lunga rilfima in quelli tagli de triangoli & de la piramide narrare ogni cofa fecondo le regole de Matematici 5 per parlando fecondo il coRacontiamo brevifiimafiume noftro come Pittori , procederemo mente alcune cofe de le quantit che non fono ugualmente lontane, fputc le quali ci far facile intendere ogni confideratione de le fuperficie non ugualmente lontane. De le quantit adunque non ugualdel
taglio
.

&
.

mente lontane ne fono alcune

di linee

fimili

in

tutto a raggi vifivi

, ,

LIBRO PRIMO.
&
alcune,

147

da alcuni rag^i vifvi: le quantit fimili in tutto a raggi vifivi perche elle non fanno triangolo, & non occupano il numero de raggi, non i guadagnano perci luogo alcuno nel taglio. Ma nelle quantit ugualmente diflanti quanto quel angolo maggior eh' alla baf del da raggi vifivi
diilanti
, ,

che

fono ugualmente

triangolo

far

pi

ottufo

tanto
di

manco
fpatio

di
il

raggi
taglio.
&C

ricever

quella

quantit,

&
la

per har
fuperficie
,

manco
fi

per

Noi
,

habbiam

detto che
tcie

cuopre
vi

fpello accade

che

far

gualmcnte lontana dal taglio, perficie non faranno ugualmente diftanti per quefto avviene che quelle fole quantit che fono ugualmente diilanti nella fuperficie
i

&

perche nelle fupcruna qualche quantit che far u1' altre qualit de la medefma fudi

quantit,

non patifcono nella Pittura alteratione a'cuna. Ma quelle quantit che non faranno ugualmente lontane, quanto haranno lo angolo pi
maggiore nel triangolo alla bafa , tanto pi riceveranno di alteratione Finalmente a tutte quefte cofe bifogna aggiugncmediante la quale efli affermano re quella opinion de Filofofi che f '1 cielo, le ftelle, mari, i monti, & effi animali, dipoi tutti i corpi , diventafTino per volont di Dio , la met minori eh' ei non fono, ci averebbe che tutte quefte cofe non ci parrebbono in parte alcuna diminuite da quel eh' elle hoia fono , peil
.

ottufo che far

&

roche
la

la

grandezza,

la

piccolezza, la lunghezza, la cortezza, l'altezza,

baffezza, la Grettezza, e la larghezza, la ofcurit, la chiarezza,


fi

&

tutte l'altre cofi fatte cofe che

polTon ritrovare,

&

non

ritrovare nelle

chiamaron accidenti: & fono di tal forte che la intera cognition di effe fi la mediante la comparatione. Difle Virgilio che Ma f fi Enea avanzava di tutte le fpalle tutti gli altri huomini faceffe comparation di coRui a Polifemo, ci parrebbe un Pigmeo. Dicono che Eurialo fu belliifimo il qual f l comparalTe a Ganimede rapito da Giove, parrebbe brutto. In Spagna alcune fanciulle firebbon tenute per fon tenute per candide le quali in Germania
cofe,
i

Pilofofi le

ulivigne

&

nere
f

L' avorio
far

1'

argento
i

fon
cigni
,

bianchi

di
i

colore

nondimeno
ni lini,

paragone con parranno alquanto pi pallidi.


fene

o con

bianchi panci
,

Per quello nipetto

appa-

rifcono
in
elfe

le fuperficie nella
fi

Pittura bellidime &C rifplendcntifiime

quando

vede quella proportione dal bianco al nero , eh' e nelle cofe ftefle da i lumi all' ombre. Si che tutte quelle cofe fi imparano, mediante il farne comparatione. Conciolia che nel fare paragone de le cofe, una certa lorza, per la qua^e fi conolce quel che vi fia di pi, o di meno, o d' uguale. Per il che noi chiamiamo grande quella cofa eh' maggiore d' una minore grandilTima quelluminofi quella eh' pi chiara la eh' maggiore de la grande che l'ofcuraj luminofilTima quella che fia pi chiara de la luminofa.
h j

Et

, .

DELLA PITTURA
Et
ci
fi

fa

veramente

la

comparatione de

le

cofe

alle

cofe che prima


1'

fieno manifeflifTime.
al

Ma
,

elTendo
forf

1'

huomo

pi di tutte

altre

co-

Protagora che 1' huomo era il intendeva per quefto che la mifura di tutte le cofe, modello farbene conofcere , gli accidenti di tutte le cofe fi potevano
fe

huomo

notilTimo

diffe

&

& &

&

ne comparationi con gli accidenti del huomo Quelle cofe ci amaeftrano a quefto , che noi intendiamo che qualunque forte di corpi noi dipigneremo in Pittura , ci parranno grandi & piccoli fecondo la mifura de gli huomini che quivi faran dipinti. Et quefta forza de la ccmparationc mi par veder che molto eccellentemente pia che alcuno altro de gli antichi la intendeffe Timante , il qual Dipintore, dipingendo fopra una piccola tavoletta il Ciclope che dormi.

ve li dipinfe apprelTo i Satiri , eh' abbracciavan il dito groffo del dormiente , acci mediante la mifura de Satiri , colui che dorHabbiamo infin qui dette miva appariffe infinitamente maggiore quafi tutte quelle cofe che fi afpettano alla forza del vedere, Ma perche giova al cafo nollro il fapere &c a conofcer il taglio non folo quel che fia , &: di che cole il taglio, ma come ancor egli fi faccia, ci refta a dire di quefto taglio, con qual' arte nel

va

dipignere
,

egli

fi

efprima

Di quefto adunque,
,

lafciate

l'altre

cofe

mentre eh' io dipingo racconter io quel che faccia da parte La prima cofa nel dipignere una fiiperficie, io vi difegno un quagrande quanto a me piace , il quale mi ferve per un' aperta fineftra da la quale fi habbia a veder la hiftoria , c quivi determino le grandezze de gli huomini eh' io vi voglio fare in pittura, e divido la lunghezza di queft' huomo in tre parti , le quali a me fono proportionali , con quella mifura che il vulgo chiama il braccio. Imperoche ella di tre braccia, come fi vede chiaro da la proportione de membri dell' huomo , perche tale Con quefta la commune lunghezza per lo pi del corpo humano mifura adunque divido la linea da baflo che ft a diacere del difegnato quadrangolo, veggo quante di cofi fatte parti entrino in effa & quefta fieffa linea adiaccre del quadrangolo a me proportionale alla pi vicina a traverfo ugualmente lontana veduta quantit nello fpazzo. Dopo queflo io pongo un punto folo dove babbi a correre la veduta dentro al quadrangolo , il qual punto preoccupi quel luogo al quale babbi ad arrivare il raggio centrico , e per lo chiamo il punto del centro: porraffi quefto punto convenientemente, ron pi alto da le linee che diace , che per quanto 1' altezza del huomo che vi fi ha a dipignere peroche in quefto modo coloro che riguardano, & le cole dipinte pare che fieno ad un piano uguale Pof^o il punto del centro , tiro lince diritte da cffo punto a ciafcuna de le divifioni de la linea diritta che diace: Le quali linee
drangolo di
angoli retti
.

&

&

ve-

LIBRO PRIMO.
veramente mi dimolrano
,

14C;

in

che

modo havendo

10 a

procedere
le

li-

veduta mia. {Tanj. II.Fi^. ^.) Qui arieno alcuni che tirerebbono entro al quadrangolo una linea ugualmente didividerebbon in tre parti lo fpatio nante da la gi divifa linea, Di poi con quclLi regola tireche farebbe fra le dette due linee rebbono un'altra linea parimente lontana da quefta iecunda linea, parimente lontana, talmente che Io fpatio che infra la prima compartita linea, & quefta feconda linea a lei paralella, o parimente lontana, divifo in tre parti, ecceda di una parte di f iciXo quello fpatio che fra la feconda &c la terza linea di poi aggiugne1' rebbono altre linee talmente che fempre quello fpatio che feguitafli manzi infra le linee, fufle per la met pu , per parlare come i Matematici. Si che in quefta maniera procederebbono coftoro, i quali f ben dicono di feguire una ottima via nel dipignere, 10 nondimeno penfo che efli errino non poco. Perche havendo pofto a calo la prima linea paralella alla principale, f ben 1' altre paralelle fon porte con regola con ordine non hanno per cofa per la quale effi habbino certo OC determinato luogo de la punta de la piramide da poter bene vedere la cofa i dal che ne fuccedono facilmente nella Pittura non piccoli errori. Aggiugni a quello, che la regola di coftoro faria molto falla, la dove il punto del centro fulfe pofto o pi alto, o pi ballo de la ftatua del huomo dipinto: conciofia che tutti quei che fanno , diranno che nefluna de le cofc dipinte conforme alle vere , f ella non far pofta con certa regola diftante dall'occhio, non fi potr fguardare, n difcernere. De la qual cofa efporremo la ragione, f mai noi fcriveremo di quelle dimoflrationi de la Pittura, le quali gi fatte da noi, gH amici noftri mentre le guardavano con maraviglia, le chiamarono i miracoli de la Pittura. Imperoche tutte quefte cofe che io ho dette prinritorniamo adunque a procipalmente fi afpettano a quella parte
traverfo
ali*

no da

all'

infinit

&C

ultima

lontananza,

&

fi

riftringhino

quantit

afpctto

&

&

&

&

pofito

ElTendo quefte cofe

cofi

fatte,

io io

perci

ottimo
linea,

modo.

In

tutte

le

altre

cofe

vo

ho trovato quello dietro alla medefima


de
la

diace
la

& &
.

al
al

punto
tirare
.

linea

che diace
Io

che dal punto le linee a ciafcuna de le divifioni de Ma nelle quantit da traverfo io tengo quefto
del

centro,

&
,

alla

divifione

linea

ordine
ritta
:

ho uno
.

fpatio piccolo

nel

quale

io

tiro

una

linea di-

quefta divido in quelle parti che divifa la linea,

che diace

un punto fopra quefta linea tanto alto , quanto la altezza del punto del centro nel quadrangolo da la linea diacentq divifato, &: tiro da quefto punto a ciafcuna divifione di effa linea le loro linee. Di poi determino quanta diftantia io voglio che fia, infra lo occhio di chi ridel quadrangolo

Di

poi

pongo

fu

alto

guar-

I50
guarda
truova

DELLA PITTURA
&
.

lii

Pittura,

&

quivi ordinato
il

il

linea ritta a

piombo , fo Linea a picmbo


da ogni
le

tagliarnento

luogo del taglio, con una di tutte le linee che ella


altra

quella che

cadendo fopra un
.

linea

diritta, caufer

banda

gli

angoli a fquadra
le

[Ta<v. ll.Fig.

Quefta
tutti
i

linea

piombo mi

dar con

fue interfecationi
eflerc

^) adunque
linee

termini de

diltantie che

haranno ad
nel qual

infra le

traverfo paralelle del

pavimento,
i

modo

io

har

difegnate

nel
a

pavimento
far
:

tutte le paralelle

de
f

le

quali quanto elle fieno tirate


linea

ragione,
inleme

ce ne dar

inditio,

una medefma continovata


il

diritta
ti

nel dipinto pavimento, diametro de quadrangoli congiun-

diametro di un quadrangolo , quella linea diritta che partendofi da uno de li angoli va ali* altro a lui oppoflo , la quale divide il quadrangolo in due parti, Dato aduntalmente che facci di detto quadrangolo duoi triangoli

Et

apprello

a Matematici

que diligentemente

fine

a quefte cofe, io tiro di

nuovo

di

fopra

un

ugualmente lontana da le altre di fotto, la qua& paffi per le interfeghi i duoi lati ritti del quadrangolo grande, il punto del centro. Et quella linea mi ferve per termine, & coVifne , mediante il quale nelTuna quantit eccede la altezza dell' occhio Et perche ella pafTa il punto del centro , perci del rifguardante chiamaf centrica. Dal che avviene che quelli huomini che faranno medefimi dipinti infra le due pi oltre linee paralelle, faranno molto minori che quegli che faranno fra le anteriori linee paralelle: ne per qucflo che ei fieno minori de gli altri, ma perche fono pili lontani apparifcono minori , la qual cofa in vero ci dimoPercioche noi veggiama flra mani fedamente la natura che cofi fia per le Chiefe i capi de gli huomini che fpaffeggiano, quafi andare fempre ad una medefma altezza uguali , ma i piedi di coloro che ci pare che corrifpondino alle ginocchia di cofono affai lontani Tutta quefla regola del dividere il paviloro che ci fon dinanzi
altra linea a traverfo,
.

mento principalmente fi afpetta a quella parte de la Pittura, la qual noi al fuo luogo chiameremo componimento. Et e tale, che io dubito che per effer cofa nuova , & per brevit di quefli miei comimperochc mentarii ella habbi ad effer poco intefa da chi legge mediante le opere antiche, che elfi come facilmente conofciamo, la appreffo de noflri maggiori per elere ofcura & difficile non fu
,

conofciuta
fatica

Conciofia che appreflo

de
fa

gli

antichi durerai

una gran
dipinta,

a trovare hifioria alcuna che

ben comporta,

ben

o bene fcolpita. Per la qual cofa io ho dette quefte cofe con brevit, come io penfo, non anco ofcuramente. Ma io conofco chente , quali elle fono, che ne per loro potr acquiftarmi alcuna lode di eloquentia, coloro che non le intenderanno alla prima vifU, dureranno grandiffima fatica a poterle giammai com-

ben

formata,

& &

&

prea-

LIBRO PRIMO.
prendere. Sono quefte cofc facililTime
fmi
(?c

151

helliffime a gli ingegni fottilif-

&

inclinati

alla

Pittura, in qualunque

modo

elle

fi

dichino,

ma

da natura a quelle nohiliffime arti, ancorch di cXq fi parlaffe eloquentiirimamente, (nricno poco grate, & forf che quefte medefime cofe recitate da noi breviffimamente fenza alcuna eloquentia, faranno lette non fenza fartidio. Ma 10 vorrei che mi iuffe perdonato f mentre che principalmente 10 ho voluto edere intefo 10 ho attefo a fare che il mio fcriver fia chiaro, pi tofio che comporto ed ornato, quelle cofe che feguiarrecheranno per quanto io fpero ranno manco tedio a quei che Noi habbiamo adunque trattato de triangoli della piraleggeranno mide , del taglio, di quelle cofe che ci parevano da dire. De le quali cofe nientedimeno 10 ero folito ragionare con gli amici miei molto pi lungamente con una certa regola di geometria , mollrar loro le cagioni perche cofi avenifle , il che io ho penfato di lanciare indietro per brevit in quefti miei commentarii Perche io in quefto luogo ho racconto folamente i primi pnncipii de la Pitli ho voluti chiamare 1 primi principii, percioche ei fono tura, i primi fondamenti dell' arte per i Pittori che non lnno Ma ei fon tali, che coloro che gli intenderanno bene, conofceranno che gli gioveranno non poco, quanto allo ingegno, quanto a conofcere la diffinitione de la Pittura, quanto ancora a quelle cofe che noi doviamo dire Et non fia alcuno che dubiti , che colui non diventer giammai buon Pittore, che non intenda eccellentea
gli

huomini

rozzi

&

poco

atti

inclinati

&

&

&

&

&

&

mente quel che nel dipignere ei cercher di fare. Imperoche in vano fi tira lo arco f prima non hai deffignato il luogo dove tu VUOI indirizzare la freccia. Et vorrei certamente che noi ci perfuadedimo colui fblo effere per diventare ottimo Pittore, il quale bo,
,

ha imparato a collocare ottimamente tutti i d* intorni , & tutte le qualit de le fuperHcie. Et per il contrario io affermo che non riufcir mai buon Pittore colui, che non fpr efattamente, & di'igentiffmamentc le cofe che habbiamo dette. Et per flato neceffario tutto quello che fi detto de le fuperficie del taglio. Rella bora che fi ammaeftri il Pittore , del modo che egli har a tenere nello immitar con la mano, le cofe che egli fi far immaginato prima nella mente
ra
,

&

DELLA

DELLA PITTURA
D
I

LEONBATISTA ALBERTI
LIBRO SECONDO.
mi par da moftrar in quefto luogo quanto la Pittura fia non indegna da potervi mettere ogni noftro ftudio Se ogni nollra diligcntia. Conciona che ella ha in f una certa forza divina tal che non folo ella fa quel
troppo
faticofo

MA

perche

quefto
a

Audio

de
,

lo

imparare

potr forf parere

giovani

perci

che dicono, che fa la amicitia , che ci rapprefenta in effere le perfone che fono lontane ma ella ci mette innanzi a gli occhi ancora coloro , che gi molti molti anni fono fon morti , talch fi veggono con grandiffima maraviglia del Pittore dilettatione di chi riguarda Racconta Plutarco che Caffandro uno de Capitani di li Alellandro, nel vedere la effigie del gi morto Aleiandro, conofcendo in elTa quella maeft regale cominci con tutto il corpo a Dicono ancora che Agefilao Lacedemoniefe fapendo di eftremare fere bruttifTimo, non volle che la fua effigie Riie veduta da defcendenti , perci non li piacque mal efler ne dipinto , ne fcolpito da nefluno Si che i volti de morti vivono in un certo modo una lunga vita, mediante la Pittura. Et che la Pittura ci habbi efpreflo gli Dii, che fono reveriti da le genti, da penfare che ci fia llato un grandilTimo dono concedo a mortali Conciofia che la Pittura ha giovato troppo grandemente alla religione mediante la quale noi iamo principalmente congiunti a gli Dii, al perfeverare gli animi con una certa intera religione. Dicono che Fidia fece in Elide un Giove , la bellezza del quale aggiunfe affai alla gi conceputa religione Ma quanto la Pittura giovi alli honoratifj'imi piaceri de lo animo , quanto ornamento ella arrechi alle cole pu i d' altronde da quello principalmente vedere , che tu non troverai quafi per lo pi cola alcuna bench preciofa, che per la accompagnatura de la Pittura non diventi molto pi cara , & molto pi
,

&

&

&
.

&

&

&

pregiata

Lo

avorio

le

mediante la Pittore, pi preciofc Lo fteffo ancora adornato da la Pittura , filmato molto pi lo oro. Anzi non che altro il piombo pi di tutti gli altri talli viliffjmo, f Fidia o Praffitele ne aveller con le lor ni fatto una ftatua, (ria per avventura tenuta pi in pregio,
.

diventano,

gemme mano del


,

&

le

cofi

fatte

cofc

pregiate

oro che

memache

non

. , .

LIBRO SECONDO.
non farebbe
re

153
Zeuf
Pitto-

altrettanto argento rozzo &C

non

lavorato.

donare le Tue cofe , perche come ei diceva , elle non fi potevano pagare con qual fi voglia preznon f potelTe trovar giudicava che zo Conciofa che egli o prezzo alcuno che potelTe fatisfare a colui che nel dipignere

haveva

incominciato

icolpirc gli

animali

fufTe

quaf che
la

uno

altro

Dio

infra

mortali

che coloro che ne fono maeftri non folamcnte fi maravigliano de le opere loro, ma f accorgono effcre fmililfimi asli Dii Che dir io che la Pittura o la maeftra di tutte le arti o almanco il principale ornamento ? Imperoche lo ha prefo dal Pittor folo le ciArchitettore f io non mi inganno ma f capitelli, le bafe le colonne, le cornici , t?^ tutte le altre cofi fatte lodi degli ediHzii Imperoche il Pittore mediante la regola &C a gli fcarpellini la arte fua ha infegnato , &C dato modo a gli di tutti (Ik; fcultori a tutte le botteghe de fabbri , de legnaiuoli , coloro che lavorano di fabriche manuali , talch non fi ritrover finalmente arte alcuna bench abiettiffima che non babbi riguardo alla Pittura onde io ardir di dire che tutto quel che di ornaqudc: Iodi

Ha

adunque

Pittura

...

&

mento da gli
flati

nelle cofe,

fa

cavato
la

da

la Pittura.

Ma

antichi honorata
la

Pittura

di

qucfto

principalmente fu honore , che effcndo


,

chiamati quafi
latini
,

preffo de

il

maggior parte de gli altri artefici Fabbri apFabbri Pittor folo non fu annoverato infra
i

Le

quali

cofe

cffendo

cofi

io

fon

foliro

di

dire

infra gli

amici

miei che lo inventore de la Pittura fu , fecondo la fententia de' PoePercioche ellendo la Pitquel Narcifo che fi convert in fiore ti , tura il fiore di tutte le arti , ben parr che tutta la favola di Narche altra Imperoche cifo fia bcnillimo accomodata ad ella cola
. .

cofa

il

dipingere, che abbracciare


?

&

pigliare
i

con

la

arte

quella

Pittori antichi fuffePenfava Quintiliano che ro foliti a difegnare le ombre, fecondo che il Sole le porgeva, ^ che poi l'arte fia di mano in mano con aggiugnimenti accrcfciuta 6c un Sono alcuni che raccontano che un certo Filocle Egittio fuffino i primi inventori di quefta arte Cleante ne fo io quale

fupcrficie del fonte

Ci

affermano che appreffo di loro era fiata in ufo la Pittura i in Grecia &(. nofei milla anni prima che ella fufTe tranfportata ftri dicono che ella venne di Grecia in Italia dopo che Marcello prihebbe le vittorie di Sicilia. Ma non importa molto il fapere mi Pittori o gli inventori de la Pittura Conciofa che noi non vogliamo raccontare la hifloria de la Pittura come Plinio , ma nuoEgittii
,

vamente trattare de la arte De la quale fino a quefta et non ce ne e memoria alcuna lafciataci che io babbi villa da gli fcrittori antichi Ancor che ei dicono che Eufranore Hifchimio fenile non fb che de le mifure &C de colori Et che Antigono &: Xenocratc
. :

fcrif-

154
fcriflono alcune cofe
la

DELLA PITTURA
de
le

Pitture
,

&:
le

che Apelie ancora

meffe

Pittura alcune

cofe

infieme

&c

mand

Perfeo

de Racconta

che Demetrio Filofufo ancora fcrife alcuni comOltra di quefto io Aimo ancora che efTendo menti de la Pittura che la da noftri paffati ftate melTe in fcritto tutte le buone arti
Laertio Diogene
.

Pittura ancora
.

non fulTe ftata lafciata in dietro da noflri fcrittori valoroImperoche furono in Italia antichifTimi gli Etrufci Italiani Crede TrimeffTimi pi di tutti gli altri ne la arte de la Pittura
,
.

gifto antichilTimo

fcrittore

che

la

Pittura
egli

&

la

Scoltura
Tua

nafceOero

mfieme con la religione, imperoche humanit ricordevole de la natura

difie

coli

ad Afclepio:
,

La
gli

&
.

dell' origine

figur

Et chi fia quello che nieghi , Dii da la fimilitudine del volto Tuo cofi che la Pittura non fi fia attribuita a f flelTa in tutte le cofe come religiofe , tutte le pi publiche , come private , cofi fecolari honorate parti ? talch non trover artificio alcuno apprelTo de morRaccontonfi pregi tali che da ciafcuno ne fia fatto conto maggiore Ariltide Thebano vend una quafi incredibili de le tvole dipinte cio , feflanta mila fiorini Raccontano Pittura fi^la , cento talenti che la tavola di Protogene fu cagione che Rodi non fulTe abbrucciato dal Re Demetrio , perche non voleva che detta tavola arde(^ che Rodi fu rifcattato da li iniPofTiamo adunque affermare f
, ,
.
.

mici

per

una

fola

Pittura

Sonfi

meffe

infieme

oltre

quefte

molte altre cofe fimili , per le quali potrai comodamente intendere , che i buoni Pittori fono Itati fempre grandemente lodati, & havuti preftantiffimi Cittain pregio da ciafcuno, talch i nobiliifimi , Re fi fon dilettati non folo de le cofe dii Filofofi dini , i pinte ma del dipignere ancora Lucio Manilio Cittadino Romano Turpilio CaFabio in Roma huomo nobilifi'imo fumo Pittori

&

&

&

&
fi

valiere

Romano dipinfe acquift nome con


Ennio Poeta
,

in

Verona
la

Sitedio

Pretore
nella

il

dipignere

Pacuvio
,

Pioconfule Poeta Tragico , nipote


,

&

di
le
.

nato de
,

figliuola
,

dipinfe

piazza
,

Herco-

Socrate

lenti nella

peratori

Metrodoro & Pirro Filofofi furono eccelPittura. Nerone, Valcntiniano , & Aleflandro Severo ImSana coia lunga racfurono fludiofifiimi del dipignere
,

Platone

contare quanti Principi


nobilifiima
tutta
ftata
la

&

quanti

Re

fono

ftati

inclinati
ftare

quella

arte

Et

non

ancora

ragionevole
la

raccontare

infinita
,

grande

fi

moltitudine de Pittori antichi , pu vedere da quello i che in


finite
,

quale

quanto
di

fia

manco
i

quattroparte

cento giorni furono del tutto


fopra
to
vi
il

Demetrio Valerio
fopra
f
.

figliuolo di

Fanoftrate, trecento feiTanta ftatue

parte

lor cavalli,

carri

parte fopra
li

gran numero de

fuflino Pittori infiniti

Et Scultori , flaremo ? Sono veramente


i

cocchi

in

quella Citt fu tanin

noi
la

dubbio

che non
Scoltura
arti

Pittura

&

la

, .

LIBRO SECONDO.
arti

155

congiunte
.

ingegno

Ma
fi
.

quello che

parentado i nutrite da un medefmo 10 anteporr Tempre lo ingegno del Pittore come Ma torniamo a apatica in cofa molto pi difficile
infieme
di
,
,
.

propofito

Infinita
,

fu

la

moltitudine

de
,

Pittori

&

de
,

li
i

Scultori
,

in quei tempi
gli

conciofia

che

Principi

OC

plebei

dotti

&
le

ignoranti

fi

dilettavano de la Pittura

Et coftumandofi

infra

prede che efli conducevano de le provincie , a metter in publico nel Teatro le tavole &C le ftatue , la cofa and tanto innanzi , che Paulo Emilio &C alcuni altri non pochi Cittadini Robeatamente vivemani feciono infegnare a i figliuoli per bene ottimo coftume re infieme con le buone arti, la Pittura. Il quale

prime

&
,

appreffo
nobili

de

Greci

fi

oiTervava
allevati
,

grandifiimamente
arte

che

giovanetti
lettere
.

&

liberi
,

bene
la

imparavano infieme con


l'

le

la

Anzi la ancora del dipigneie E celefacult del dipignere fu ancora cofa honorata alle donne perche ella feppe brata da gli Scrittori Martia figliuola di Varrone dipignere degna di tanta loEt fu certamente in tanto pregio , de la Pittura apprefio de Greci , che ei vietarono per publica deligeometria

&

mufica

&

&

che non fufie lecito a fervi imparare la Pittura s ne quefto veramente fenza ragione imperoche la arte del dipignere venobilifiimi &: quanto a ramente degniifima de gli animi liberali eccellente ingegno me paruto fcmpre uno inditio di ottimo
bcratione
,
,

&

&

quello di colui che io ho faputo


Pittura.

che

fi

diletti

grandemente

che parimente diletta mente a dotti a gli ignoranti , la qual cofa non occorre mai in alcuna altra arte che quella cofa che diletta a quei che fanno , commuova ancora gli ignoranti Et non troverai nelluno che facilmente non defiderafie grandemente di haver fatto profitto nella Pittura Et manifefto che efia natura fi diletta nel dipignere Conciofia che noi veggiamo che la natura figura ne marmi i centauri , &C i volti de Re con le barbe Anzi dicono che in una gioia di Pirro vi fur dipinte da la natura ftelfa le nove Mufe con le loro infegne Aggiugni a quefte cofe che ei non quafi arte nefiuna nella quale gli huomini che fanno &: quei che non fanno nello efercitarla fi affatichino con nello impararla tanto diletto tutto il tempo de la vita loro , pii che in qucfia f mai accade che Siami lecito di dire quel che interviene a me

Et

quefta arte fola quella

de la grande-

&

&

&

per mio piacere per mio diletto io mi metta a dipignere , il che io fo molto fpefib , quando mi avanza tempo da le altre faccende , io ito fifio con tanto mio piacere a far quella opera che a

&

gran pena poflo credere che io vi fia ftato tanto che fieno gi pafche quefta arte apporta feco diletto fatc tre o quattro hore fi fama perpetua ricchezze, mentre che tu la honorerai , 6c lodi
:

&

&

men-

, .

155
mentre che
cof
le
,

DELLA PITTURA
tu la
la

farai

eccellentilTimamente

La

qual

cofa

cflendo

poi che
,

Pittura

un ottimo
,

&

antichifTimo

ornamento de

a gli indotti , grata a dotti degna di huomini liberi conforto quanto maggiormente pollo gli ftudiofi giovani , che per Dipoi quanto ei portino , diano grandemente opera alla Pittura che vadino avertifco coloro che fono ftudiofiO'imi de la Pittura , dietro ad imparare cda perfetta arte del dipignere , non perdonando
cofe
.

&

ne a
efier

fatica

ne a diligcntia
nella Pittura
,

alcuna
la

Siavi a cura

eccellenti

prima

cofa
.

il

che cercate confderare che no,

voi

Et vi giover di ricorche fama fi acquiiiarono gli antichi alla virt darvi che fempre la avaritia ftata inimica alla lode Conciofia che lo animo intento al guadagno, rare volte acquifera lo ho veduti alcuni quafi in fu '1 bello de la pofterit il frutto perci non de lo imparare , fubito enTerfi dati al guadagno , quali f hahanno poi acquiftatofi ne ricchezze ne fama alcuna , farebbon facilmente diveffino con lo ftudio avezzato lo ingegno diletto ventati famofi , la onde ne harebbon cavato ricchezze Hor torniamo per tanto fia di loro infino a qui detto a baftanza a propofito Noi dividiamo la Pittura in tre parti , la qual divifioImperoche ingegnandofi la Pitne habbiamo cavata da effa natura

mi

&

&

&
i

&

tura di raprefentarci

le

cofe vedute
.

confideriamo in che

modo

effe

cofe venghino alla veduta noftra

quando noi fquadriamo qualche coia , noi veggiamo quella cofa effer un certo che che occupa luogo. Et il Pittore circonfcriver lo fpazio di quefto
Principalmente

luogo

conveniente chiamer circonfcrittione Dopo quefto nel guardare noi confideriamo in che modo fi congiunghino infieme le diverfe fuperfidifegnando il Pittore qucfti cie, del veduto corpo, infra di loro, congiugnimenti de le fuperficie a lor luoghi bene chiapotr marlo il componimento. Ultimamente nel guardare noi difcerniamo colori de le fuperficie , pili diftintamente perche il raprefentai

&

quefto

modo

del tirare
.

d' intorni

con vocabolo

&

&

&

mento

di

quefta

cofa
i

nella

Pittura

riceve

quafi

fempre

tutte

le

fue differentie da

&

lumi , commodamente noi potremo ci chiamare il ricevimento de lumi 1 d' intorni adunque , il componimento , il ricevimento de lumi fanno perfetta la Pittura. Reftaci adunque a trattare di quelle cofe brevilfimamente , prima de d' intorni vero de la circonfcrittione la quale quel tirare che fi fa con le linee a torno a torno de d' intorni , da moderrri detto difegno In quefto dicono che Parrafio Pittore , quello che Senofonte introduce a parlare con Socrate Percioche ei fu eccellentiffimo dicono eh' egli confider fottilifiimamente le linee Et in quefto difegno penfo che principalmente fi abbia a procurare , eh' egli fi faccia con linee fottililTime che al tutto non fi difcernino da
,

&

&

r oc-

..

LIBRO SECONDO.
1'

157
nello
elcr-

occhio
,

li

come dicon che


combattere a chi

folcva

fare

Apelle Pittore
faceva
,

con Protogene Imperoche il difegno non altro , che il tirare de d' intorni il linee che apparifchino far con troppo non parranno che f fi margini de le fuperticie in effa Pittura , ma parranno alcune felTuDipoi io deldererei che nel difegno non fi andaffe dietro ad rc altro che al circuito de d'intorni. Nel qual difegno io affermo che Conciola che neiuno comci bifogni efercitarvili vehementemente ponimento nelTuno ricevimento di lumi mai far lodato f non vi far difegno. Anzi il difegno folo , il pi de le volte, gratiffimo. Diafi adunque opera al difegno, ad imparar beniflimo quefto non credo che fi pofla trovar cofa alcuna pi accomodata che quel velo che io infra gli amici miei foglio chiamare il taglio il modo del ufare il quale fono ftato io il primo che lo babbi trovato, & cofi fatto. Io tolgo un velo di fila fottiliffime telTuco di poi con 10 fia di qual fi voglia colore, quello divido rado, fila alquanto pi grolTe , facendone quadri quanti mi piace fopra un telaio tutti uguali , lo metto in fra lo occhio &: la cofa da vederfi , accio che la piramide vifiva penetrando palli per le rarit del velo Ha veramente quefto taglio del velo in f non poche comodit la prima cofa egli ti raprefenta fempre le medefime fuperHcie immobili conciofia che pollivi una volta 1 termini^ trovecon la quale tu incorai fubito la primiera punta de la piramide minciarti i il che fenza quefto taglio del velo cofa veramente difnel dipignere mutarfi retficiliffima. Et fai quanto fia impoffibile tamente alcuna cofa perche non mantiene perpetuamente a chi di&c da quello aviene che pi pigne il medefimo afpetto &C veduta facilmente fi alfomigliano quelle cofe che fi ritraggono da le cofe Sai ancora dipinte, che quelle che fi ritraggono da le fculture oltra di quefto, quanto effa cofa veduta, paia alterata, mediante il Per tanto mutamento de lo intervallo de la pofitura del centro velo o la rete ti arrecher quefta non piccola utilit che la col, il
citar(

&C

pi

fottili

le

&

&

&

fempre ti fi aprefenter alla villa la medefima. L'altra utilit, in che tu potrai collocare facilmente nel dipignere la tua tavola 1 fiti de dintorni, & i termini de le fuperficie luoghi certi iTimi & in Imperoche vedendo tu in quella maglia de la rete la fronte
, , ,

quella che
in

li

canto,
il

il
,

nafo

&

nella
altre

pi vicina

poi
,

le

gote,

quella difotto
:

a loro luoghi
tavola o
.

mento &: tutte le potrai medefimamente


fcompartiti

cofe cofi fatte

dilpolle

collocarle

beniflimo fu la tua

&

ancor elfi con una rete uguale a quella Ultimamente quefta rete o velo porge grandilTima comodit percioche tu vedrai efta ajuto a dar perfettione alla Pittura dipinta in quella pianura de cofa rilevata &c gonfiata difegnata,
nel
i

muro

&

la

15S
la

DELLA PITTURA
.

per il gipoffiamo facilmente ditio 6c per la efperientia conofcere, quanta utilit ne prefti c(Ta perfettamente dipignere. Ne mi piacciono coloro rete, a bene che dicono che ei non bene che i Pittori fi alTuefacclno a queftc le quali f bene arecano grandifTimo cofe aiuto al dipignere , fono
rete
le

Mediante

quali cofe

&

&
,

che fenza elle un Pittore a gran pena potr mai Conciofia che noi non ricerchiamo che far da f ftelTo cofa alcuna Pittore , f io non mi inganno , habbi a durare una fatica infiniil

nondimeno

tali

lodiamo quella Pittura che ha gran rilievo , & che ci paia molto fimile a corpi che ella ha a raprefentare La qual cofa certamente non fo io vedere in che modo pofla riufcire ad alcuno pur mediocremente fenza lo aiuto de la rete. Servinfi adunque di
ta
3

ma

quefto taglio
profitto
.

cio
f

di

quefta

rete

coloro

che

fi

affaticano

di

far

pure faranno alcuni che fenza rete l dilettin di efperimentare lo ingegno , procaccinfi con la vifta quefta fteffa regola de le maglie , tal che fempre quivi Ci immaginino effer tagliata una linea a traverfo da una altra fatta a piombo , la dove effi ftatuiranno il termine guardato nella Pittura Ma perche il pi de le
,
.

Che

volte a Pittori

non

pratichi

appari fcon

dubij

&

incerti

d' intorni

ne quali non difcernono tal volta in qual luogo principalmente fieno terminate le tempie da la fronte , perci bifogna infegnar loro , in che modo e' poflino imLa natura veramente ce lo infegna parare a conofcere quefta cofa benuTimo Percioche fi come noi veggiamo nelle fuperficie piane , che fon belle quando elle hanno loro propri lumi &C le loro proprie ombre , cofi nelle fuperficie sferiche concave ci pare che elle ftieno bene quando che elle quafi divife in pi fuperficie hanno diverfe macchie di ombre &c di lumi Tutte le parti adunque ciafi:una da per f che hanno differenti lumi differenti ombre , (

de

le

fuperficie,

come

interviene ne volti,

&

&

hanno a confiderare come altrettante fuperficie che f una veduta fiaperficie continover da la fua ombra mancando a poco a poco fi debbe alhora fegnare con una linea fino al fuo maggior lume 1' il mezzo che uno fpatio & 1' altro accio che fi habbi infra manco dubbio de la regola che tu barai a tenere nel colorire lo
, , ,

fpatio
fi

Reftaci a trattare

ben fapere che cola fia il componimento nella Pittura Et veramente il componimento quel modo o regola nel dipignere , mediante la quale tutte le parti fi compongono infieme nell' opera de la Pittura Grandiffima opera del Pittore la hiftoria le parti de la hiftoria fono corpi fono le membra le parle parti del corpo ti de le membra , fono le fuperficie Et effendi il difegno , quella regola o modo del dip'gncre , mediante il quale difegnano i
afpetta
,
:

non

ancora qualche co(a del poco veramente al componimento


.

dife^nq

il

che

per e

d' in-

., .

LIBRO SECONDO.
d' intorni

ijp
fuperficie

a ciafcuna de le fuperficie
,

&:

de
,

le

eiTendone
grandifTime

alcune piccole

come

quelle de

gli

animali

&

alcune

de gli edifici] i del di.'cgnare le fuperficie piccole , baftino quegli ammaellramenti che fi fon detti fino a qui Conciofia che ei fi dimoftro come elle ii difegnano bene con la
quelle de colofT
rete.

come

&

Ma

nel difegnare le fuperficie maggiori

ci

bifogna

trovare

al-

Per il che ci bifogna ridurre alla memoria tutte quelle de la cofe che fi Ibno infegnate di fopra de le fuperficie , de razzi piramide, del taglio. Finalmente tu ti ricordi di quel che io difi'i de le linee parallele, de lo fpazo o pavimento, del punto cende la linea Sopra del pavimento adunque difegnato con trico
tra regola.
,

&

&

le linee parallele,

fi

hanno
,

rizzare le alie

de muri,

&

qual altre
.

che noi chiamiamo fuperficie ritte Dir adunque brevemente quel che io fo nel rizzare quefi:e cofe La prima cola io mi incomincio da elfi fondamenti 6c difegno nel pavila lunghezza de le mura mento la larghezza nel difegnare la qual cofa io ho imparato da la natura che da una veduta fola non fi pu vedere pi che due fuperficie congiunte infieme ritte dal piano di qual fi voglia corpo quadrato fatto ad angoli a fquacofe
fimili
il

vogliano

&

fondamenti de le mura , io ofiervo quefto di tirare folamente quelle faccie o lati , che mi f\ aprefentano alla veduta Et la prima cofa io comincio da le fuperficie da quelle mafi'imo che fono parimente che mi fono pi vicine , lontane dal taglio. Per tanto io difegno quelle inanzi alle altre, delibero mediante effe linee parallele difgnate nel pavimento quanto io voglio che effe mura fieno lunghe & larghe Imperoche io piglio tante parallele quanto io voglio che elle fiano braccia piglio il mezo de le parallele da la fcambievole interfegatione di ciascun diametro di efie parallele Si che per quefiia mifura de le parallele , io difegno benifl^imo la larghezza la lunghezza di elTe mura che fi rilevano di fui piano Dipoi confeguiico da quefio non difficilmente ancora la altezza de le fuperficie. Imperoche quella mifura che infra la linea centrica & quel luogo del pavimento donde incomincia a rilevarfi la quantit de lo edificio , tutta quella quantit offerver la medefima mifura Et f tu vorrai che cotefa quantit che dal pavimento alla cima , fia per quattro tante quanto la lunghezza del huomo dipinto, & la linea centrica far porta alla altezza de 1' huomo , faranno veramente allhora da la pi bafia parte de la quantit infino alla linea centrica tre braccia IVIa tu che vuoi che quefta quantit crefca fino alle dodici bracdra
.

Nel difegnare adunque


.

&

&

&

&

cia

tira
bafi'j

allo

in
alla

fu

per

tre

volte
.

quella

quantit

da

fino

linea

centrica
,

Pon"iamo

adunque
tutte

che dal mediante le


le

regole

addotte

del

dipignere

difegnare

bene

fuperficie

ango-

, .

i6o
anoolari {Ta<-j. IL
d"

DELLA PITTURA
T'ig.

y). Reftaci
circulari
.

a trattare del difegnare con

loro
vera-

intorni
fi

le

luperficie

Le

fuperficie

in

cerchio

da le angolari , il che io fo in quefto modo & di anIo difegno dentro ad un quadrangolo di lati uguali , goli a Iquadra un cerchio , & divido i lati di quefto quadrangolo m altretante parti in quante fu divifa la linea di fotto del quadraroolo in la Pittura , & tirando le linee de le divifioni da a lui oppofto , riempio quello all' altro ciafcuno punto di effe

mente

cavano

fpatio

di
io

piccoli
lo

quadrangoli

&

fopra

vi

difegno

un
cerchio

cerchio

quanto
paralelle

grande , di maniera che elio fcambievomente fi interfeghino infieme ,


voglio
1

&
i

le

&

noto
luoghi

luo-

ghi

di

tutti

punti

de

le

interfegationi

quai

fegno
,

ancora

in
.

efTe

paralelle

del

Profpettiva
fpefTilTime
,

Ma

perche
quafi

o pavimento difegnato in Pittura farebbe una fatica ellrema interfegare con


paralelle

&
con

infinite

tutto
di
io

il

cerchio
^\

tanto

che
il

un

numerofo
del

rebbe
to
,

d'

intorno

fegnamento cerchio Et per


:

punti

a continove,

fino

noto

folo
,

con

ot-

tiro
alli

o con quante pi mi mediante lo ingegno la


gi

piaceranno
farebbe

interfegationi

&
,

dipoi

circunferentia

ambito del
pi

cerchio
dife-

fegnati

termini

Forf

frada

breve
il
,

gnar
porto

quefto
al

d'intorno
l'

all'ombra di
ricevefie
il

lucerna-,

pur che
noi

corpo,

che cauflTe

ombra
luogo
gli
,
.

lume con
6.
)

regola certa

&

luffe

fuo

Ta^. IL

Flg.

Si

che
fi

habbiam detto
le

come mediante
maggiori
gni
forte

aiuti

de

le
.

paralelle

difegnino
trattare

fuperficie

angolari
di
il

&
,

circolari
ci

Finito

di

difegno

rerta

trattare

del

veramente
te
la
.

quale

componimento quella regola del parti fi compongono infiemc le

adunque di ocomponimento E dipignere median.

nel
,

lavoro

de

la

La maggior opera che taccia il Pittore non una {taConcioha che tua grande quanto un colofio i ma e una hiRoria che in un truova maggior Lde d'ingegno in una hiftoria fi corpi le parti de corpi Le parti de la hiftoria fono Colofo
Pittura
.

fono le membra , &: le parti de le membra fono le fuperficie corpi, perche di queRe fi fanno le membra, de le membra de corpi la hiitoria , de la quale fi fa quella ultima , veramenDal componimento perfettamente finita opera del Pittore te quella gratia , che de le fuperficie , ne nafce quella leggiadria che quel vifo che har alcoftoro chiamano bellezza. Conciofia alcune piccole , che in un luogo efchicune fuperficie grandi nafcondin troppo adentro cono troppo infuori nell' altro d
i

&

&

&

&

me
cie

fi

vede ne
di

vifi
.

de

le

vecchie
quella

far
,

quefio
nella
,

vederfi
le

certafuperfi-

mente cofa
faranno

brutta

Ma

in

faccia

quale
i

maniera

congiunte

inficme

che

dolci

lumi con-

, , ,

LIBRO SECONDO.
convertmo a poco
alcune
cia

1,^1

poco
,

afprezze
,

di

angoli

ombre foavi quefta chiameremo


in
,
.

&C

non
a

noi

faranno ragione facvi

bella
le

&

che

ha

venufth
in

Adunque

in

quefto

componimento

de
&:
io

fuperficie

bifogna

la

bellezza.

Ma

non

ho
ftelTa
,

trovata

via

andar invcftigando grandemente la gratia che modo noi poflamo ottener quefto che andar a conllderare la pi certa
,

natura
ghiiTimo
le

&
,

per
in

guardiamo

diligentiflimamente

&
i

per

lun-

tempo
,

che

modo
le

la

natura

maravigliofa artefice
bellifTime
tutti

de
&C

cofe
lo

habbi
la
,

compofte
quale
&;

fuperficie

nelle

membra.
penfieri

Ne
la

imitare
nollre

bifogna

efercitarl

con
,

diligentie
rete
.

dilettarli

grandemente

come
,

dicemmo

de

Et quando
,

noi

lilTimi
-

corpi
la

&

le

haremo poi cavate le fuperficie da belharemo a mettere in opera delibereremo


termini
,

Tempre
re
le

prima cofa

mediante
.

quali

noi polliamo
a

tira-

linee a luoghi

loro deftinati

Bafti haver detto inlno

qui

componimento de le fuperficie. ( Ta^. IL Fig. 7. ) Refta che noi Nel componimento de diciamo del componimento de membri membri la prima cola bifogna procurare che tutte le membra
del
.

che elle fono bene proporquanto alla grandezza tionate , quando cie corrifpondono quanto alla fpecie , quanto a colori quanto allo officio cofe fimili alcune pi ce ne fono , alla bellezalle altre f alla maieft Che f in alcuna figura far un capo granza
fra

loro

fieno

proportionate

Dicefi

&

&

&

&

&

&

dilTimo
enfiato
,

uno petto un corpo


riguardarlo
certa
.

piccolo
gonfiato

una
,

mano
,

molto

grande

un

pie

brutto

componimento in vero far quanto alla grandezza Bifogna adunque


quello
nel

molto nel andar la prima cofa efaminando con lo dipigncre gh animali 1' quali fieno ingegno oda che efT hanno , imperoche quefte occupano fempre una fede & luoperche elle non fi piegano Dipoi bifogna porre a luoghi proprii &: i go certo nervi mufcoli loro: &C ultimamente veftire di carne, & di pelle le
regola
:

tenere una

mifurare

la

quale

giova

offa

&
che
.

mufcoli

Ma

in
,

quefto

luogo

ci

faranno

forf
,

di

perche io ho detto di fopra mi riprenderanno che non fi afpetta alcuna di quelle cofe che non ii vegal Pittore gono Diranno veramente colloro bene ma come nel veftire
quelli
, ;

bifogna

difcgnar
a

prima
torno

fotto

lo

ignudo
,

il

qual

poi

noi
loro

voglia-

mo
do
,

involger

di

veftimenti

cofi

nel

dipignere
luoghi
a
fi

uno ignule

bifogna
I

prima
,

difporre
tu

&

collocare

ofla

&
ne

mufcoli
di
in

quali

&
effa

pelle

habbi talmente , che


fieno
elplicate
tutte

poi

per

ordine

coprire

di

car-

non

difficilmente

habbi

fcere

qual

luogo

fituati

effi

mufcoli

Ma

perche

conohaven-

do

natura

quefte

mifure

&

poltccele

manzi
a
gli

. ,

i62
a
gli

DELLA PITTURA
occhi
,

Io

ftudiofo

Pittore

trover
la

non
Tua
,

piccola

utilit

in

riconofcere

quelle

medefme

con

fatica

da

elTa

natura

accioche tutto quel Et per gli ftudioi piglino quefta fatica che di ftudio & di opera elTi haranno pofto in riconofcere la proportione de le membra , ei conofchino havergli giovato a tenere ferme nella memoria quelle cofc che cfT haranno imparate. Avertifcoli nondimeno la prima cofa di quefto , che nel mifurare lo animale ei fi pigli qualcuno de' membri di cnfo ftelTo animaVitruvio Arper il quale fi mifurino tutte le altre membra le
.

chitettore

mifura

la

lunghezza

del

rapportepenfo che fia cofa pi degna, f ranno alla quantit del capo. Ancor che io ho confiderato che per lo pi quafi comune ne gli huomini , che tanta la miSi che piede , quanto dal mento a tutta la tefla fiira del
:

huomo con piedi le altre membra fi


i

Ma

io

prefo

uno

di

quelli
>

membri

tutte

le

altre

fi

hanno ad accomo-

talmente che non fia membro alcuno in tutto dare a quefto che per lunghezza , o larghezza non corrifponda a lo animale , Oltra di quefto fi ha ad haver cura , che tutte le gli altri
.

membra
piedi
,

faccino

li

officii

loro

per
gittar

quel
le

che

elle

conveniente

ad un che
Filofofo

corre

mani

una oratione , ogni fuo membro fulTe pi modefto , che un giuocatore di bracDemon Pittore efpreffe Hoplicite in un combattimento talcia
che
facci
.

ma un

E* non meno che i vorrei io che in


fon
fatte
.

mente

che

tu

direfti

che

egli

fudafte

&

uno

altro

che

pofava

talmente le armi, che tu direfti, ei ripiglia a pena il fiato. Fu ancora chi dipinfe UlilTe di maniera , che tu riconofcerefti in lui Lodafi , apprelTo fimulata pazzia non la vera , ma la finta , de Romani , la hiftoria nella quale Meleagro portato via morcon coloro che lo portano , paiono che fi dolghmo to ,

&

&

&

tutte
vi

le

membra fi affatichino & in membro alcuno, che non appaia


,

cofa

cafca
.

le

mani,

le

dola
la

Finalmente tutte le morte del corpo i il che

che morto , non pi che morto, cio ogni dita, il capo, ogni cofa languida cioncofe convengono infieme ad efprimerc
colui

la

pi

diffcile

di

tutte

le

cofe.
in

Imperoche il raffimigliare le membra ociofe maeftro cofa di eccellentiffimo corpo


, ,

in
fi
.

ogni

parte

un
che ogni

tutte

le
fi

membra
debbe

vive

faccino

qualche
,

cofa

come il Adunque

far

in

qualunque fi fieno memche bra faccino di maniera lo officio per il che effe fon fatte fuo neffuna arteria , ben che minima , manchi de lo officio talmente che le membra de morti paino a capello tutte morte, AUhora i\ dice che un corpo viquelle de vivi tutte vive Et morto ve , quando da fua pofta ei faccia qualche moto
Pittura
offervare

quefto

che

&

di-

LIBRO SECONDO.
dicono
officii

16^
^\[

che
la

quando
vita,

le
il

ma moti che in quelle tutti i membri mettino in atto i loro gratta. alla bellezza c in ogni moto bifogna andar dietro alla quei moti de corpi, gratiiTimi Et fono grandemente vivaci Oltra di quefto dicemmo che che alzandofi vanno verfo 1' aria bifognava haver riguardo alla fpecie nel comporre le membra mani di Elena f le faria cofa molto difconveniente ,
,

de magini de

cio

membra non poHbn pi cfercitare moto & il fenfo Adunque quelle


.

im^-

corpi

che

il

Pittore

vorr

che apparifchino

vive-,

far

&

Imperoche o di Ifigenia apparifTino


a

mani
petto

di

vecchie

o
o
a

di

contadine

O
o

Neftore
f

tacefTe

un
fi

da

giovane,
fronte

una
di

tefta

dilicata
,

O
pi
di

Ganimede
tutti
gli

facefle

una
i

piena
fmilzi

crefpe

le

gambe da un
di

giucatore
altri
fi

di

braccia,

Milone

robufifTimo
fottili
.

facelTero

fianchi

&
f

Oltra

quefto

ancora

in

quella
far

immagine che har


cofa brutta
far

il

volto
li

pieno &C

graflotto

come

fi

dice,

che
la

braccia
concrario
la

&
le

le

mani

ftrutte

&
non
fra
i

confumate da
in

farne.

chi

dipingere
Virgilio

Achemenide
dice
efler

quel
trovato

modo
da
a

&

vegga le Et per il con quelnella


Ifo-

faccia
f

che
certo
fi

ftato

Enea
quella

la,

altre
tal

membra
Pittore

corrifpondeflfcro
&C

magrezza,

farebbe
rei

ridicolo

pazzo
ancor
a

Oltra
di di
i

di quefto vor.

che

corrifpondelfero

loro
volti

colore
rofe
petti

Imperoche
,

quelle

immagini
fcure

che

hanno
.

guifa

belliflimi

&
bri

rugiadofi,

non

conveniente
a

che
quel

habbino
nel

6c

le

altre

membra

&

horribili

Adunque

componimento de memfi

deve offervare quana colon. Concmfpecie, to alla grandezza, allo officio, alla bifogna che ogni cofa corrifponda, fecondo la venta ei fia che una Miuna Venere, de la cofa. Et non e conveniente fare Giove, o un Marte veftinerva veftita di Pitocchoi ne fare un Pittori antichi una vefte da donna, fana conveniente. I di ti avvertivano che oltre a che e nel dipignere Caftore & Polluce ad un corpo, in uno nondimeno fi fcorgeUe una

habbiamo detto

baftanza

che

&

pareffero

nati

natura

pi

robufta

nell'altro
fotto
elfi
,

volevano

che
lo
lo

Vulcano
ftudio
la

Tanto
fecondo
la

era

che
nel

Oltra di quefto zoppicante fue veft appariOe le ponevano nello efprimere le cofe

una

piti

agile.

officio,

fpezie

&

la

dignit
tutto

loro.
lo

Seguita

il

comtutta

ponimento de
lode
del

corpi
Pittore
al
i

quale

confifte

ingegno

&

cofe

attenenti

componimento fi fon dette alcune Imperoche ci bifocomponimento de membri


del

qual

gna

che

quanto

allo

officio

&c
.

cordino infieme nella hiftona -un convito i centauri che tumultuaffino

grandezza Conciofia che


alla

tutti
f
,

corpi

fi

acin

tu

dip-gneffi

infieme

farebbe cofa da paz-

, .

,5^
fazzi,
in

DELLA PITTURA
tanto
sfrenato
,

&

beftiale

tumulto
.

mediante il vino diacelTe che adormentato rebbe ancora difetto f gii huomini in uguale diftantia appariffero maggiori quefti che quelli , come che f in pittura fi faccfEt non farebbe ancor poco fero i cani grandi quanto i cavagli da vituperare , che io vegho il pi de le volte dipinti in uno huomini come che rinchiufi in un forziere nel quaedificio gli pena a federe , o riftretti in un cerchio le cappiono a gran Tutti i corpi adunque debbon confarfi , mediante la grandezza
.

che vi fufic alcuno Oltra di quefto fa-

&
Ma
con
fi

mediante
la

lo

officio

quella

cofa
fia

per

la

quale

fon

fatti

hiftoria
,

che

maraviglia
gli

ragionevolmente bifbgna che fia tale


tanta
di

da lodare &C guardare che con alcuni allettamenti


,

dimoftri

elTer

dilettevole

&
,

ornata

che
di

intrattenga lun-

gamente
fanno
,

occhi

coloro

che

fanno

&
fi

quei
.

che

non
prief

con piacere , ma cofa che ne la variet de copia la mufica fempre la

&
le

con
cofe
.

dilettatione

hiftoria

arreca

&

La de lo animo porge piacere , ti

&

Imperoche
inufitata

come ne

cibi
fi

&

ne

nuova

&

le

altre

cofe

fi

ancora

diletta

caufa che diverfii , &C Cofi in ogni variet te


:

non differente da
di
.

abbondantia , fenza maraviglia


le

forf per

per

quella

cofe

antiche

&

confuc-

cofe

&
.

in

mo

compiace de de corpi ,
fi

&

diletta

&

color

Et perci gioconda Io dir


lor
,

ogni abbondantia lo anine la Pittura la variet

che

quella

hiftoria

copiofifTima

nella
,

quale
,

luoghi

faranno
,

mefcolati
,

inficme
,

vecchi

huomini
domeftici
,

giovani

putti
,

matrone
,

fanciulle
,

bambini
,

ani,

mali

cagnoletti

uccelletti
fi

cavalli

pecore

edificii

&
fi

Provincie > confaccia alla


egli
ivi

&

loder
cofa

qual

voglia

che

mon

acquifta

che quivi fi aviene che riguardando, nel confiderar le cofe, confuabbondantia la ricchezza del Pittore pi tempo , Ma io vorrei che quefta abbondantia fuffe adorgratia
.

abbondantia, pur che ella vuol raprefentare Conciofia

&

&
,

preftaffe di na , mediante la dignit


i

&

f
,

una
la
,

certa

variet
,

grave

&

moderata
Pittori

&

reverentia
&C
di

Io

non lodo quei

quali

per
vi

parere

copiofi

perche

fe

voto , componimento alcuno , ma feminano ogni cofa fcioccamente confufament , per il che non par che la hiftoria raprefenti quel che ella vuol fare , ma che tumultui , 6c forf quel che la priloro

rimanga

punto

non voglion che ne le coperci non vanno dietro a

&

ma
fi

cofa

defiderer
in

ne

la
il

come

un Principe
i

fi

intendino
hiftoria

fenfi

de

le

Imperoche pur che parlar poco arreca maieft comandamenti , cofi in & parole
fua
hiftoria
,

la

dignit

una

variet

un ragionevol numero di corpi arreca gratia. Io ho in odio ne la

arreca
hiftoria

degnit
la

&
nien-

la

folitudinc,

, , ,

LIBRO SECONDO.
.

1^5

nientedimeno non lodo anco la abbondanti! che difconvcnga alla dignit Anzi nella hiftoria fole grandemente quel che io ve^ho cfler ftato oflervato ei da Poeti tragici da Comici raprefentino con manco numero di perfone la favola loro: Et veramente fecondo il giudicio mio non bifogner riempire una hillo-

&

ria

di

tanta

variet
di

di

cofe

che

ella

non
.

polTa

degnamente
io giudico

ef-

fer

comporta
quello
fi

nove

dieci

huomini
,

Si

come

fchifare

ve
la
le

Ma

appartenga quel detto di Varrone , nel convitare il tumulto non invitava effendo in qualunque hiftoria , gioconda

che il quale volendo mai pi che nola

variet
le
.

quel-

Pittura

nondimeno
de da
le

grata
fra

tutti

nella

quale

politure &C

attitudini

corpi
elTere

fono

loro
tutti
,

molto
in

differenti
,

Stieno adunle

que
te
,

alcuni
6c

fguardati
rifplendenti

faccia

con

mani
li

al-

con

dita
la

pofati
,

fopra

uno
le

de
per
ci

piedi

altri

ftieno

con

faccia

in

profilo

&

con
a

braccia
f

a
i

baflo
fuoi

&

con

piedi

del
le

pari

&
:

ciafcuno
.

habbia
flieno

da
f

piegamenti
chioni
niente
arte
,

&

fue

attitudini

Altri

federe

ingino-

quafi

adiacere

fieno

alcuni

ignudi
dell'
,

conve-

alcuni
fiano

altri

per
alla

il

mefcolamento
&:

una
che

&
le

dell' altra

vi

parte

ignudi

parte
.

vefliti

ma

habbifi

fempre
ver-

cura

alla

honefl
,

&

reverentia

Conciofia

parti

gognofe del corpo d^ le altre fimili che hanno poco del gratiofo cuoprinfi o con panni o con frondi , o con le mani Apellc dipigneva folamente quella parte de la faccia di Antigono , da la quale non appariva il difetto de lo occhio Et Homero quando defta UlifTe nel naufragio dal fonno , per non fare che egli andaffe ignudo per la felva dietro alla voce de le donne , fi legge , che diede a quel huomo una de le fronde de gli arbori , a ci che fi copriOe le vergogne . Raccontano che Pericle havcva un capo lungo brutto , per da Pittori , c da gli Scultori non fu fatto mai a capo fcoperto , com.e gli altri ma fempre con la celata in tefta. Oltra di quefto Plutarco racconta che i Pittori antichi ufavano nel dipignere i Re , f egli havevano difetto alcuno quanto alla forma loro , non volevano che ei parclTe che eflTi Io havedino lafciato in dietro , ma falvata la fomiglianza lo emendavano quanto pi potevano Quefla modcftia quella reverentia , defidero io che in tutta la hioria fi offervi , a ci che le cofe ofcene o fi lalTino da parte o fi emendino Finalmente come io diffi penfo che fia da aftaticarfi che in neffuna immagine fi vegga il medefimo gerto , o la mcdefima attitudine Far oltra di qucflo la hifforia ftare gli fpettatori con gli animi attenti quando quegli huomini che vi faranno quieti , rapprcfenteranno grandiffimamcnte i moti degli
, ,
.
.

&

&

&

ani-

i66
.

DELLA PITTURA
,

Imperochc ei avviene da la natura animi loro truova cofa alcuna che fia pi rapace , ne i de le cofe (niili , che noi piangiamo con chi

de Ir quale non che ci tiri pi ridiamo piange ,


.

Ma con chi ride , & ci condogliamo con chi fi rammarica moti de lo animo fi conofcono , mediante i moti del quefti Imperochc noi veggiamo , come i melanconici , perche ei corpo fono afflitti da i penfieri & ftracchi da la infermit, come ci
.

forze lofono per modo di dire agranchiati di tutti i fenfi come ei fi ftanno lenti lenti con le membra pallide 6c ro, Imperochc coloro che f\ rammaricano che quafi cafcano loro tutte le hanno veramente l fronte baffa , il capo languido , abbandonate gli caftracche , altre membra finalmente come Ma gli ftizzofi perche gli animi f gli accendono per la fi:ano gli diventano gli occhi gli gonfiano, faccia la (lizza,

&

&

&

&

rofii

,
,

& &

&

&

moti

di

tutti

membri
.

mediante

il

furore

de

la

ftizza

fono
,

velocifTimi

&
i

fieri

Ma
che
la

quando

allegri

allhora

habbiamo
di

attitudini.

E^ lodato
il

moti Eufranore ,
,

fciolti

fiamo lieti grati mediante alcune in Aleflandro egli dipinfe


noi

&

&
,

talmente
di

volto

Paride

&

faccia

nella

quale
,

tu

facil-

mente potevi
Elena ancora
,

riconofcerlo

&

Giudice
di
,

de

le

Dee
.

&
fue

innamorato
lode
tavole
,

&

infiemc
di
eflervi

ammazzatore
lo

Achille

Maravigliofa
lo

quella

Daemone
cforabile
,

Pittore
,

che

nelle
,

po-

tevi

riconofcere

iracondo

lo

iniufto

incoftante

infiemc
il

ancora

lo

&
il

il

clemente
.

&

il

mifericordiofo
gli
altri

& &

gloriofo

&

r humile

&
:

feroce

Ma

infra

raccon-

che Ariftide Thebano pari ad Apelle , efprefl[c grandemente quali cofa certa che i noi ancora quefti moti de lo animo potremo molto ben fare quando noi porremo in quefta cofa, quello ftudio quella diligentia che ci fi conviene. Bifogna adunmoti i que che il Pittor fappia eccellentemente le attitudini del corpo , i quali io giudico che fi habbino a cavare dal naImperochc la cofa difficiliffima turale con infinita diligentia mediante gli infiniti moti de lo animo , per i quali fi variano ancora i moti dal corpo Oltre di quefto chi crcderia , fc non chi ne ha che egli dif^Rciliffimo quando fatto la efpericntia , tu vorrai dipignere uno vifo che rida , fchifar quello per il quatano

&

&

le

che ridere? Oltra di quefto chi far quello che pofTa fenza grandiffimo ftudio c diligentia efprimere volti , ne gli occhi la bocca , &C il mento , quali &C le guance &c la fronte unifcole ciglia , fi confrontano
egli

parr

pi

tofto

piangere

&

&

no infiemc
cofe pi

&

al

pianto

fimamente andarle
pronte.

Et perci bifogna diligentif^ ritrovando dal naturale & immitar fempre le Et principalmente fi debboa dipignere quelle
rifo
?
,

& & al

&

cofc

LIBRO SECONDO.
cofe
le

i<?7

animi pi da penfare , che quelle che veghon da gli occhi Ma raccontiamo noi alcune cofe che fi noi habbiamo tabricace con il noftro ingegno quanto alle attituLa prima cofa dini , i parte ancora imparate da effa natura io credo che ei .bifogni che tutti i corpi intra di loro fi muovino , con una certa gratia convenienza , verfo quella cofa de
quali
lafcino
agli
.

&

la
fia

quale

fi

tratta.

Oltre

di

queflo

mi

piace

con la che avvertifca gli fpcttatori mano a vedere quelle cofe che quivi fi fanno overo come che ci voglia che quel negotio fia fegreto , minacci con volto crudele con occhi fpaventofi che tu non ti accorti l , o ti dimoquivi effere qualche gran pericolo ftri o qualche cofa maraviglio/a che con i fuoi geli ti inviti o a ridere feco o forqualcuno
,

che nella chiamandogli

hiftoria

&
a

Finalmente cofe che elfi fanno infra di guardano, concorrino a fare


f

piangere.

Cipro in loteico , perche havendo melanconico Uliffe & perche nel dipignere Menelao addoloratiffimo egli vi haveva pofto tutto lo ingegno &: confumata tutta non trovando havendo confumati tutti gli affetti la arte Tua modo da poter dipignere il vifo de lo adoloratiffimo padre , involfe il capo di quello in un panno per lafciare in lui pi di del dolore che haveva quel f li poteffe difcerncre nel vifo Lodafi la nave in Roma nella ne lo animo quale Giotto noefprelTe talmente gli undici fpaventati &C ftro Pittore Tofcano mediante il compagno che caminava Topra le fupefatti difcepoli onde del mare che ciafcuno da per f dava particulare inditio del turbato animo fuo, & con le attitudini del corpo ancora tali che Ma ciafcuno rapprefenta variamente lo fpavento che efT hanno brevemente tutto queflo luogo de conveniente trapafTar via quamoti ne fono alcuni de lo animo Imperoche de moti
to
di
:

Thimante

che tutte quelle loro , con coloro ancora che le a dimoArare la hifloria. E* lodaquella tavola , nella quale ei vinfe Colfatto Calcante melanconico , fece pi
egli

di

necelTit

&

&

li

da

dotti

fon

chiamati
il

palTioni

come
fmili
:

la

ira

il

dolore

ne fono ancora de gli Imperoche ei fi dice che i corpi fi muovono in molti modi cio quando ei crcfcono , o quando egli fi:emano, o vero quando elTendo fani cafcano in infermit, o quando da quando anco fi mutano di luogo , le infermit ritornano alla fiinit Ma noi Pit&C per fimili altri cafi fi dice che fi muovono i corpi
r allegrezza , il timore , altri che fono de corpi
,

defiderio

&

tori

che mediante

moti de
tutte
,

membri vogliamo efprimere


le

gli

affetti

degli

animi
di

lafciate

altre

difpute

da
fi fi

parte

tratteremo

fo\o
far

quel
il

moto

che

noi

diremo
le

che

fia

fatto

quando
di

fi

mutato

luogo.

Tutte

cofe

che

muovono

luogo, han-

, .

i6%

DELLA PITTURA
fette
,

imperoche o elle fi muovono muoverfi o vcifo la deftra , o verfo la fimo allo in gi allo in fu il fcttimo viaggio difcoftandofi o avicinandof a noi ftra , o Tutti quefti moti quando elle fi muovono girando a torno adunque defdero io che fieno nella Pittura. Sianvi alcuni corpi che

hanno

viaggi

da

&
.

venghino

in verfo noi, alcuni


la

altri

ne

difcollino
.

alcuni

vadi-

no verfo
ftrinfi

deftra
parti

&
di

altri
efl
,

verfo
corpi

la

finiftra

alcune

a
fi

rincontro
alzino
allo

Oltra di quefto modi chi le riguarda,


in

alcune
balTino
.

tornino

indietro

alcune

fu

alcune

fi

ab-

perche nel difegnare quefti moti fi palfa alcuna vollo ordine , mi piace in quefto luogo raccontare ta la regola de moti de membri , che io ho cavate alcune cofe del fito accioche fi vegha manifefto con che modeftia ci dal naturale ,

Ma

&

&

veduto nel huomo , che in ogni fua attitudine egli fottopone tutto il corpo Olura di al capo , membro pi di tutti gli altri graviffimo quefto f uno fi regger con tutto il corpo fopra di un piede folo, fempre e(To piede come f fufle bafa de la colonna , viene a piombo fotto al capo , 6c quafi fempre il volche fta fopra un pie , guarda in quella parte colui to di Ma i movimenti del capo verfo la quale a diritto il piede. ho io avvertito che mai fono a gran pena tali verfo una de habbia fempre fotto di f alcune parti le parti , che egli non overo da le quali fia retto il gran pefo del refto del corpo , che ci non diftenda verfo 1' altra parte qualche altro membro a Imperoche guifa di una parte de la bilancia che lo contrapefi noi veggiamo il medefimo quando qualcuno difteia la mano foche con 1' altro piede come fi fia fermo il fiene qualche pefo ferma allo incontro con tutta la altra fufo de la bilancia , fi Io ho avertito che il parte del corpo per contrapelar il pefo

habbiamo

fervire

di

efii

moti

Io

certamente

ho

capo
che
fi
il

di

uno

che

fta

ritto

in

piede

non
il

fi

volta

mai pi
del
cielo
,

fu

quanto ci volge anco mai


per

vega con gli in alcun degli


fopra
le

occhi
lati

pi

ne che tanto quanto che


fpalle
;

mezzo

mento
del

gli

batter

offa

de

le

&

in

quella

parte

corpo che noi ci cinghiamo , a gran pena ci volgiamo mai tanto che la fpalla venga per diritta linea fopra il bellico I moti de le gambe de le braccia fono alquanto pi liberi , purch non impedifchino le altre honefte parti del corpo , &: in queftc ho confiderato nella natura che le mani per lo pi non alzano (opra il capo, ne il gomito fopra le fpalle, ne fi alza fi il ne il piede fi allontana mai dal piede fopra il ginocchio , piede , f non per lo fpatio di un piede Ho veduto oltra di

&

quefto

che

noi

alzeremo

in

alto

alcuna

de

le

mani

tutte
le

, .

LIBRO SECONDO.
le

169
feguitando
fi

altre
,

parti
tal
,

di

quel
al
il

lato

infno
di

al

piede
quel
braccio.

van

quel
pacofe

moto
fimili

che

fino

calcagno

piede

rilieva

dal

vimento
a
quelle

mediante
quelle
,

moto

di

eflo
il

Sono

infinite
,

le

quali

avertir

diligente
,

fono che 10 ho racconte infino a qui che poffono parere fuperflue Ma non le ho lafno ad hora indietro perche io ho vift molti errare in quefla cofa fciate Le attitudini moti troppo sforzati efprimono grandemente i le reni moilrano in una medefima immagine , che il petto veggano in una fola veduta , il che effendo impofi*ibilc a farfi Ma perche quefti tali ancora inconvenientifi'imo a vederfi fi , fenton che quelle immagini paiono maggiormente pi vive , quanto pi fanno sforzate attitudini di membra , per fprezzata ogni dignit de la Pittura , vanno imitando in ci quei moti de giuLa onde non folo le opere loro fono ignudc , fenza colatori o leggiadria alcuna , ma efprimono ancora il troppo arjjratia
,
.
.

&C forf maeftro incofi manifefte

&

&

&

&

havcr moti foavi &C convenienti a quel che ella vuole rapprefentare grati , fanciulle la moto habitudine venerabile , Apparifca nelle il femplice condecente alla et , la pofir ornamento leggiadro che de lo tura fua babbi pi tofto del dolce , c del quieto ,
dente

ingegno

del

Pittore

Dcbbe

la

Pittura

&

&

&

atto

alla

agitatione
,

Ancor

che

ad

Homero

dietro

al

quale

an-

ancora nelle femine una bellezza gagliardifllpi gioma Apparifchino ne giovanetti i moti pi leggieri di forze che dien fegno di animo Apparicondi valorofe. fchino ne gli huomini i moti pi fermi , attitudini belle , Ne vecchi apparifchino tutatte ad uno veloce menar di braccia

Zeufi

piacque

&

&

&

che non piedi , ma f\ appoggino a qualfolo fi reghino fopra amenduoi finalmente riferifchinfi fecondo la diche cofa con le mani: gnit di ciafcuno tutti i moti del corpo a quegli affetti de gli Dipoi finalmente egli di che tu vorrai rapprefentare animi necefiit che le fignificationi de le grandifi'ime pafioni de gli anifi efprimino grandifilmamente in cfi*i corpi Et mi apparifchino molto commune de le attitudini quefta regola de* moti , Conciofia che non fla bene in qual fi voglia forte di animali
ti
i

moti

tardi

&

fiano

effe

attitudini

ftracche

tal

&

&

&

che che
to

un bue
il

che

ferve

ad
di

arare

faccia
,

le

medefime
.

attitudini

generofo
forf

cavallo
di

Alcfiandro
,

Bucefalo

Ma
in

quella

tan,

celebrata

figliuola

Inaco
alzati

che
,

fu

convertita
ella

Vacca
.

dila

pigneremo
telta
alta
,

noi
i

comodamente
,

come che

corra

con

con
penfo

vere

fcorfe

quefl;e
,

perche

io

con la coda torta Bafii baMa cofe brevemente de moti de gli animafi che tutti quefti moti , de quah habbiamo parpiedi
.

&

lato

, .

J7
Iato
,

DELLA PITTURA
fieno

ancora necefTarii quanto alle cofe inanimate , nella Pittura, io penfo che fia bene trattare in che modo effe fi muode le chiome de capegli , vono Imperoche i moti de le vefti efprefri nella Pittura de le frondi , de rami , certamente defidero , che efli capegli lo ancora effi dilettano
.

&

&

&

&

&

rapprefentino

tutti

a
in

fette

quei

moti

che

io
,

ho

racconti

Impein

roche
pelli

avvolghinf
le
fi
i

giro
,

facendo

un

nodo

fparghinfi
fbtto

aria

immitando
,

fiamme

vadino
in

hora rami

ferpeggiando

altri

ca:

con arco parte ritornino in dentro , parte fi avvolghino a verfo lo alto Et quello medefmo ac/caggia nelle pieghe de guifa di fune che fi come da un troncone di uno albero nafcono in panni diverfe parti molti rami , cof da una piega nafchino molte pie&C in quefle medefmamente fi ghe , come dal troncone i rami veghino tutti i moti , tal che non vi fia alcuna piega di panMa no nella quale non fi ritruovino quali tutti i detti moti dolche io avertifco fpeffo , moderati il tutti moti fieno moftrino pi tofto di loro gratia che maraviglia de la ci , Ma poi che noi vogliamo che i panni fieno atti a mofatica & che continovapanni di lor natura gravi effendo ti , perci sfuggono ogni piemente cafcando piombano a terra ,
Sieno

hora ancora

rilievino

verfo

queffa

&
i

quella

altra

parte

piegamenti

de

&

lor

concavi

&

&
.

&

&

bene perci gamento che foffi o di auflro


b ,

fi

porr
i

nella

Pittura

la

taccia

di

zefiro

infra
i

ria

da
lati
fi

la

quale

tutti

ria

parte:

quei

da la qual che de corpi


,

ad una punta de la hiftopanni venghino fpinti verfo la contrache cofa ne verr ancor quella gratia
nugoli

faranno
il

battuti

dal

vento

perche

vento a corpi , elfi corpi appariranno quafi ignudi fotto il velamento del panno: &C da le altre panni agitati dal vento faranno pieghe , inondando nelf aparti Ma in quello battimento del vento bifogna gUcTria, belliiTime alcun panno venga contro al vento darfi , che neffun moto di ne troppo rotte che le pieghe non fieno troppo taglienti Quelle cofe adunque che fi fon dette de moti de gli animali panni
accolleranno
per
i
.

&

&

de
,

le

cofe

inanimate
tutte

, 1'

fi

debbono
cofe

grandemente
ancora

olfervar

Pittori

&
,

metterfi

altre

diligentemente

da ad

che fi fon dette di fopra del componimento de le Si fuperficie de membri Se de corpi che noi habbiam detercomponimento. minate due parti de la Pittura, il difegno, il Reftaci a trattare de ricevimenti de lumi Ne primi principii fi
cfecutione
,
.

&

codimoftr a baffanza che forza habbino i lumi in variare Percioche flando fermi i generi de colori lori noi infegnammo in che modo effi parevano hora pi chiari , hora pi
i
.

&

fcu-

,.

LIBRO SECONDO.
fcuri
,
i

171

fecondo lo applicamento de lumi, o de le ombre, che bianco (5: il nero erano quei colori , mediante il quali noi lumi nella Pittura efprimiamo le ombre & che gli altri colori fono da efere ftimati per la materia con quali fi aggiunghino le altcrtioni de lumi, *?>: de l'ombre. Adunque lai

&

&

Iciate

le
fi

altre

cole

dietro
del

doviamo
bianco
,

dichiarare

in
.

che

modo

il

Pittore
ronfi
di
i

ha

da

fervile

&
fi

del

nero
fi

MaravigHafervilfmo folo

Pittori

antichi
,

che

Polignoto

&

Thimante
dilettaffe
ei

quattro
,

colori

&
in

che

Aglaofone

di

un

folo

coi

lore

come
,

che

tanto

numero che

colori

fufle
in

pochi
Io
lori

poco che quegli ottimi Pittori ufo dove giudicano che ad un copiofo maeftro
,

penfava efiere de ne havefl'mo meffi


fi

fi

ap-

partenga

metter in opera veramente affermo, che


arreca

qual
la

Ci

voglia
&C

moltitudine
la

di

variet

abbondantia
alla
f]

colon de co.

molta
i

gratia

&

molta

leggiadria

Pittura

Ma

io

vorrei

che
&C

induftria
il

nero

debbe porre ogni ogni arte nel difporrc & collocar bene il bianco che in collocar quelli bene & ben accomodargli
valenti
Pittori

giudicafiero

che

&

fi

deve
.

por tutto lo

ingegno

&

qual

fi

voglia

eilrema

diligen-

Impcroche fi come lo avvenimento de lumi & dell' ombre fi vede in qual luogo le fuperficie fi rilievino ei fa che & in quali elle sfondino & quanto ciafcuna de le parti declini o fi pieghi cofi lo accomodar bene del bianco & del nero fa queltia
,

lo

che
la

era

atribuito

lode

Nitia
il

Pittore

che
ture

prima cofa ha da
di

defiderare
rilievo
.

Atheniefe macflro che le


,

&
fue

quel
Pit-

Dicono che Zeufi nobililfimo & antichiflimo Pittore fu quafi il primo che feppe tener quefta regola de lumi & de le ombre. Ma a gli altri non attribuita qucfta lode. Io certamente non pcnfer che nefsuno fia non che altro Pittore mediocre che non fippia molto bene che forza habbi ciafcuna ombra & ciafcun lume in tutte le fuperficie Io lodecon buona gratia de dotti & de gli ignoranr quei volti dipinti
apparifchino

gran
,

ti

quali
,

come che
per
il

di

rilievo

paia

che
quegli

efchino

fuori

di
i]

elle

tavole

&

contrario
di

biafimer
f

ne
.

quali

non

ve-

dr
il

forf

punto

arte
fule

non

ne

d' intorni

Io

vorrei

che
.

componimento Adunque perche


di
eflcr
1

ben

difegnato

&
,

ottimamente

colorito

ei

lodati

la
le

mente
la

lumi

&

non fieno vituperati & perche ei meritino prima cofa debbono fegnare diligentifllmaombre, &: debbono coniiderare che in quelquale
fi

fuj'ci-fcie
fia

fopra
pi
a
il

la

fcrifcono

razzi

de
,

lumi

eflo

codi

lore

quanto

quello
a

mancando
a

pu chiaro poco a poco


colore

&
l

luminofo
forza

&

che

oltra

de
.

poco

poco

alquanto

pi

fcuro

lumi vi fi metta finalmente bifo-

gna

172
gna
avcrtlrc
in

DELLA PITTURA
che

modo
non
,

corrifpondino
far

le

ombre

nclli

parte

mai fuperficie di alcun corpo che nel medefmo corpo tu non riche fa chiara &L truovi la Tupcrficic a quella contraria che non fa coperta lumi ombre. Ma per quanto appartiene immitare carica di con il bianco, & le ombre con il nero, io ti avvertifco che tu ponga il principale fudio in conofcerc quelle fuperficie che Quello imparerai tu fon tocche o dal lume o da la ombra Et quando finalmente bene da la natura & da le cofe ftefle
contraria

lumi , per lumi


a

che

tu
fuoi

conofccrai
d* intorni

benilTimo
al

quefte

cofe

altererai

il

colore

entro

luogo quanto pi parcamente potrai con pochifTimo bianco , nel luogo Tuo contrario aggiugnerai parimente in quello inftante un poco di nero Imperoche con qucdel nero , il rifto bilanciamento , per dir cofi , del bianco Dipoi continova con gli accrefcimenti lievo apparifce maggiore con la medefima parfimonia fino a tanto che tu ti conofca haTuo

&

&

ver guadagnato tanto che bafti lo quefo uno ottimo giudice


,

Et

ti

far
.

fpecchio
'

veramente a conofcer Et non Co io in che


gratia

modo
pur
nello

le

cofe
elle
,

dipinte

che

ravigliofa

non quanto ogni

habbino una certa habbino difetto Oltra


.

nello
e

fpecchio
cofa

di

queflo
apparifca
ritratte

ma-

difetto

nella

Pittura
le

pi

brutto

Emendinfi adunque mediante il giuditio de lo fpecchio tratte tare alcune cofe che io ho
fpecchio.

cofe

dal

naturale,

Ma
da

fami
la

qui
.

lecito

raccon-

mente confederato

come

le

fuperficie

ho verapiane mantcnghino in ogni


natura
lo

le luogo di loi;o fteffe uniforme il loro colore ; Ma le tonde concave variano i colori s percioche da V una parte fon chiare , da la altra fcure , & in uno altro luogo mantengono un coloEt quefla alteratione del colore nelle fuperficie non re mezzano piane, arreca difficult a Pittori infingardi: ma f il Dipintore fegner bene , come dicemmo , i dintorni de le fuperficie la feparer le fedie de lumi , gli far facile allhora il modo Imperoche egli da prima andr alterando o regola del colorire con il bianco o con il nero quella fuperficie fecondo che bifbquaf come che fparg gner , infno alla linea de la divifone Dipoi fparger per dir cofi una altra rugiada oluna rugiada

&

&

&

&

tre

alla

linea

&

dopo

quefta

quella

aggiugnendovene
del

fopra

un una

altra
altra
,

oltre
gli

quefla

&
&

dopo
che
il

verr

tatto

luogo
il

lume far illuminato di pi chiaro colore , medefimo colore quafi come fumo sfiimer nelle
,

dipoi

parti

che
fi

gli

fono

contigue

Ma

bifogna

ricordarfi

che

nefluna
far

fuperficie
la

debbe far mai tanto bianca , che tu non poffa Nello efprimcre ancora effe vefti pi candida
.

medefma
bifogna
riti-

bianche

, ,

LIBRO SECONDO.
ritirarli

17:;
il
il

molto da
gli

ha cofa alcuna
fa

ultima eccetto che


la

candidezza
il

Imperochc
,

Pittore
ei

non
pof-

color

bianco

con

quale

imitare

ultimi
il

trovato
le

folamente ultime tenebre


le
,

&
,

re

vefti

bianche
fa

de le pulitifTime fuperficie , &: ho negro , con il quale egli polla rapprefentarc ofcurit de la notte. Et per nel dipignebifogna pigliare uno de quattro generi de
fplendori

colori

che

aperto
dipignerc

&
un

chiaro

Et

per
,

il

contrario

far

quel
eitre-

medefimo

nei

panno nero

fervirfi

de lo altro
,

mo
ta

perche

non

pigliafTmo

del

come Te noi molto lontano da la ombra Finalmente ha tanprofondo & ncgreggiante mare
.

forza

quefto
arte
di
&C

componimento
con
,

del

bianco
in

&
.

del
le

nero

che

fat-

to

con

regola
&C
di

dimoftra
vetro

Pittura

fupsrficie

di

oro
cffcr

&

argento

fplendidiffime

Sono adunque da
.

grandemente vituperati quei Pittori che fi fervono del bianEt per co intemperatamente , del nero fenza alcuna diligentia quefto vorrei io che da i Pittori fuffe comperato il color bianSarebbe veramente beco pi caro che le preziofifTime gemme ne che il bianco OC il nero fi facelTe di quelle perle di Cleopatra , che ella inteneriva cor^ lo aceto , acciocch effi ne diventaffero pi avari Imperoche le opere (arebbono pi leggiadre quanpi vicine alla verit ne fi pu cofi facilmente dire

&

&
ta

bifogna

che
il

fia

la

parfimon'a

&

il

modo

nel

diftribuire

il

nero nella Pittura. Per quello foleva Zeufi riprendere i Pittori , perche ci non (pevano che cofa fuife il tropChe f ci fi debbc perdonare alli errori , fon manco da po eder riprefi coloro che troppo profu(amente fi fervon del nero Noi che quegli che troppo intemperatamente ufano il bianco habbiamo imparato mediante lo ufo del dipignere che efla natu-

bianco,

&

ra

ha
,

in

rido

&

mo

la

lo horodio 1' un di pi che lo altro la ofcurit tanto pi rendiacontinovamente quanto pi fappiamo Cofi natualla leggiadria mano inchinata alla gratia
,

&

&

talmente
bifogna

tutti

amiamo
la
.

le

cofe

chiare

6c

aperte

Adunque

ci

da quella banda donde la via del pecQuefte cofe baftino che infino a qui Ci care ci pi aperta Ma quanto a gefon dette del fervirfi del bianco , & del nero Seguita neri de colori bifogna ancora havervi una certa regola adunque che fi raccontino alcune cofe de generi de colori Non come diceva Vitruvio Architettore, racconteremo dove fi trovi il
riferrar

ftrada

buon cinabro o
tilTimi
,

colori

lodatiiTimi
colori
.

Ma

in

che

modo

gli

fcel-

&

b<n

macinati
Pittura

le

meftiche
noi

nella

habbino a mefcolare Dicono che Eufranore Pittore


fi
:

&

farne

antico

fcrilfe

alcune

cofe

de

color

ma
alla

quefti

fcritti

non
arte

ci

fono
tura

Ma

che

habbiamo rcnduta

luce

qucfta

della

Pit,

174
tura,

DELLA PITTURA

o come defcritta gi da altri, richiamatala dagli dii inmai defcritta da neffuno , condottala con fernali , o come non tiriamo dietro fecondo dal Cielo , infin qui lo ingegno noifro
lo

ordine
i

noftro
,

fi

come
fpezie

habbiamo

fatto

fin

qui

Io

vorrei
fi

che
nella

generi
fare
,

&
fi

le

poteffe

vede(Tino
vi

de colori , per infino con una certa gratia ,


far
la

a
&:
i

quanto
colon

leggiadria
fa-

Pittura
prelfo
f

Allhora
a tu
colori

gratia

quando
un
pi
altra

ranno
cofa

porti

come che
panni
fi ,
,

dipignelTi
veitir
la
1'
,

conveniente

con Diana Ninfa


di

una
che che

certa

eilrema

diligentiaj
,

guidaffc
le

ballo

faria

fulfe
1'
,

aprelo,

di
rol-

o
di

drappi
di
cofi

verdi
gialli

altra

bianchi

poi

di

&
i

r altra

Et

oltra

quefio

verfit

fatti
fi

colori

elle

fieno

che mediante la diche femveftite talmente ,


,

congiunghino con alcuni colori ofcuri di diImperoche congiungono fi con cui da quello genere verfo fi procaccia mediante la variet quel congiugnimento de colori mediante la comparatione maggior bellezmaggior vaghezza Et veramente in fra i colori vma certa amicitia , che za
pre
colori chiari
.

&

congiunti
lezza
.

1'

un

Se
,

fi

con mette
all'

1'

altro

accrefcono
roffo
allo
in

la

vaghezza

<?<:

la

bel-

il

color
,

verde
:

fveglia
il
,

uno
,

6c

altro

mezzo allo azzurro & al un certo fcambievole deporto


a
tutti al
i

coro rognolo
za
.

color

candido
giallo

non

folamente
arreca
fenza

lato

al

cene-

&

al

ma

quafi

colori
fra
i

allegrez-

colori

ofcuri
i

ftanno

non

degnit

in

eh

ari >
.

bene infra gli ofcuri chiari fi collocano medefimamente Difporr adunque il Pittore per la hirtoria quella variet di coMa ci fono alcuni che fi ferhabbiam detta noi che lori perche ei penfano che von dello oro fenza alcuna modertia lo oro arrechi una certa maiert alla hirtoria: io veramente non Anzi f io vorr dipignere quella Didone di VergigU lodo lio, che haveva la faretra di oro, & le chiome legate in oro,
. :

&

che legami , &: con le cinte di oro con che tutte le cofe da cavalli con freni d' oro , portata era mi ingegner di imitare io non dimeno di oro: rif lendevano con i colori pi torto che con lo oro quella grande abbonche percuota da ogni banda gli ocdanzia de raggi di oro eQendo maggior la lode , Imperoche de riguardanti chi maggior la maraviglia del maeftro ne colon , fi pu ancora vedere che mclTo lo oro in una tavola piana, come la magde le fuperficie che ci bifognava rapprefentarle chiaparte gior
la

&

verte

&

&

&

re

&
altre

f|.)lendenti

apparifcano

a
effer

riguardanti

ofcure
,

&
Ci fi

alcu-

ne

ftrano

che forf doveriano Gli altri pi luminofe


.

adombrate ornamenti de maeltri


pi

ci

moag-

che

piun-

LIBRO SECONDO.
giungano
cornici
fc
elle

175
,

alla
f

Pittura
li

come

fono
di

le

colonne
,

le

bafe

&

le

che

fanno
altro

atorno faranno
.

Scoltura

non
o
di
,

biafmer

io

Imperoche una perfetta & ben congli adornamenti de le gemdotta hiftoria degniffima pe far me Indno a qui habbiamo brevifTimamente dato fine alle tre parti de la Pittura Noi habbiam trattato del difegno de le minori fuperficie & maggiori Habbiam detto del componimento de membri & de corpi & de colon ancora quel tanto ElTi adunche habbiamo giudicato appartener!] ali* ufo del Pittore que dichiarata tutta la Pittura , la quale habbiam detto di fopra che conlfte in quefte tre cofe , nel dilegno , nel componimento , & nel ricevimento de lumi

non che almanco molto


,
.

di

argento

oro

malTiccio

pulito

Pio Pa.v/lJ Inulti! 1. e

ine.

DELLA

DELLA PITTURA
V
I

LEONBATISTA ALBERTI
tlBRO TERZO,

MA
fo
le

per

ordinare

un
a

perfetto

Pittore

fa

acquiftarf

tutte

quelle
dire
in

lodi

che
cofe
,

talmente che ei poffono racconte , ci fi


le

reftano

ancora

alcune
quefti

quali

io

non
in
officio

pen:

che

fi

debbino
pi
,

lafciare

miei
far

commentari!
pofTibile
gli
.

dietro

racconter

in

brevemente

che mi
linee,
,

Lo

del

Pittore

difcgnare

&

colorire

qualunque

fi

corpi
del

una fijperficie con mediante un certo intervallo


razo
del
,

&
che

colori

di

proponghino maniera, che


pofitura
,

&
,

una

certa
fi

determinata
propofteci
,

centrico
di

tutte
,

le

cofe

vedranno
lode

dipinte

ap.

parifchino
fine

rilievo

&C

fomigliantiffime
di

alle

cofe

La

Pittore

cercar

acquiftarfi

gratia

&
.

bene-

volentia

mediante le opere fiie , pi tofo che ricchezze Et otterr quefto mentre la Tua pittura intratterr , & commover gli gli animi de riguardanti Le quali cofe come fi polfiocchi

&

no fare , ponimento
Pittore,

&
,

per
&C
del

qual
ei
,

via

fi

diffe

quando
lumi
.

fi

difput
io

del

comche
ei
il

ricevimento
fappia

de
le

Ma
arti
.

defidero
queft

accioche
6c

&

intenda
la

bene

tutte

cofe,

fia

huomo

alcuno

& dotto de buono che non fappia quanto


di

buone
bont

Imperoche
affai

non
la
la

poffa arte,

pi

che

maraviglia

qual

fi

voglia

induftria

ad

acquiftarfi

Oltra quefto de cittadini non alcuno che duche la benevolentia giova ad un maeftro grandi ffimamente ad biti 6c a procacciarfi ricchezze Percioche da quefta acquifUrfi laude ricchi , fono mofT a dar guabenevolentia aviene , che tal volta buono lafciando da dagno principalmente a quefto modefto , parte uno altro che ne fa pi, ma che forf manco modefto. Le quali cofe cffendo cofi , il maeftro dovr haver gran diligenalla creanza , e maffimamente all' humanit za a coftumi
benevolentia
,
.

&

&

&

mediante le quali cofe ei pofTa procacciarfi & la benevolentia fermo prefidio contra alla povert , &c guadagno otDefidero vetimo aiuto a poter condur le opere a perfettione ramente che il Pittore fia quanto ei pi pu dotto , in tutte le
alla

benignit

arti

liberali

ma
che

principalmente
diceva
Panfilo

defidero

che
,

ei

fappia

geometria
Piti

Piacemi quel

antichiffimo

&

nobililfimo
tore

, . ,

LIBRO TERZO.
tore
)

177

dal

quale

giovanetti

nobili

imperoche egli buon Pittore che non da mi ammaeftramenti


Pitturai
,

diceva,
fapeffe

primieramente impararono la che ne(rano poteva mai elTere


.

fetta

Ma
da de
a
to
,

Veramente i noftri prigeometria per1 quali fi cava tutta la alToluta dal Geometra. intefi fono facilmente arte de la Pittura, chi non ha notitia di eifa , non poffo io credere che intennoftri ammaeftramenti , ne a baftanza ancora alcune regole
,

&

la

Pittura
beffe

Adunque
la

io
.

affermo

che

Pittori

non
di
.

fi

hanno
propof-

far
f

de
ci

geometria

Di poi

non

far

fuor

Imperoche de Poeti , 6c de Retorici Pittori Ne vecoftoro hanno molti ornamenti a comune con ramente gli gioveranno poco per ordinare eccellentemente il componimento de la hiftoria , quei copiof letterati che haranno notitia di molte la cofe qual lode conffte tutta principalmente Conciona che ella ha quefta forza , che clTa nella inventione LodaG mentre che fi diletta. fola inventione fenza la Pittura, legge , quella defcrittione de la Calunnia , che Luciano racconta il elere ftata dipinta da Apelle, raccontarla non credo che proposto , per avertire 1 Pittori , che ci bifogna che ia fuor di
noi

diletteremo

&

vcghino , in trovare metter infiemc cof itte inventioni Eravi veramente uno huomo che haveva duo grandifTimi orecintorno al quale ftavano due donne, la Jgnorantia, &c la chi Sjfpitione i da la altra parte arrivando effa Calunnia, che haveva forma di una donetta bella , ma che in volto pareva pur aftuta , teneva nella man fniftra una face troppo malitiofa , con l' altra mano tirava per i capelli un giovanetto accela , alzava le mani al Cielo La guida di coiUii era un quale il
ei
,

&

&

&

certo
il

huomo
tu
haveffe

pallido

&

magro

brutto

&
a

di

afpetto

crudele
la

quale

affomigliarefti

ragionevolmente

coloro

che

lunga

confumati in un fatto d' arme , meritamente lo Eranvi ancora due altre donne compagne chiamarono il Livore de la Calunnia , le quali accomodavano gli ornamenti alla padroDopo quefta vi era li Penitenla Fraude na i la Infdia , di una vefte ofcura & fordidiffima , che fi ftracciava, tia veftita & vergognofa graffiava f ftefTa , feguendole aprefo la pudica Verit La quale hiftoria ancor che intrattenga g'i animi mentre che ella fi racconta i quanto penfi tu che ella defie di f diletgrada a vederla in efta pittura fatta da eccellente maeto
fatica
.

&

&

&

&

ftro

Che direm

noi
,

di

quelle

tre

fanciullette

forelle

alle

quali

chiamandole Aglaia , Eufrofina , Talia Efiodo pofe i nomi ornate che furon dipinte prefefi per le man , & che ridevano fciolta vefte per le quali vollono che fi di una tranfparente intendefte la Liberalit, percioche una de le forelle d, l'altra
,

&

&

pi-

1-^%
piglia,

DELLA PITTURA
&
al la

terza rende

il

benefitio

le

quali

conditioni

veramente
lode

hanno da
arrecano

ritrovarfi in

ogni perfetta liberalit. Vedi quanta gran


fatte

Et per coniglio io lo ftua Retori, a diofo Pittore che fi doni quanto pi pu a Poeti facci loro famigliare benivolo fi gli altri dotti nelle lettere , ottimi ornamenImper.;che da cofi fatti intelligenti ingegni ne caver le quali far da loro aiutato veramente in quefte inventioni ti, nella Pittura non hanno poca lode. Fidia Pittore eccelientc, confelTava bavere imparato da Homero il modo come haveife principalmente Io penfo che i noftri Pittori fi farana dipignerc Giove con maefl maeftro
cofi

inventioni

&

&

&

&

&

&

no ancora
le

pii

copiofi

i pi valenti nel
,

leggere

Poeti,
.

pur che
il

ei

fieno pi ftudiofi de lo imparare


volte
i

che del guadagno

Ma

pi de

non meno ftudiofi che defiderot di imparare, i\ ftraccano, pi perche ei non fanno la via n il modo de lo imparare la co(a, che ei non fanno per la fatica de lo imparare Et perci cominciamo a dire , in che modo noi polliamo in quefta arte diventar buoni maetutti gradi de lo imparare doviamo fri. Sia il principio quefto:
.

noi cavare da ella natura,


ftifi

&
lo

la

regala del far l'arte perfetta acqui-

con

la

diligentia,

con

ftudio,

&

con

la

afhduit

Io

vera-

mente
re
i

vorrei che coloro che incominciano a voler imparare a dipigne-

faceffero quel

che io veggo che olervano

maeftri de lo fcrivere.
i

caImperoche coftoro infegnano la prima cofa fare feparatamente tutti ratteri de le lettere, di poi infegnano far le fillabc, &: dopo quello infegnano a mettere inficme le parole Tenghino adunque nolhi nel dipid'intorni de le fuperficie, gnere quefta regola: infegnino la primi cofa congiugniquafi che ei fieno la a b e de la Pittura. Di poi infegnino membri dilbntamenti de le fuperficie Dopo queflo le forme di tutti mente & feparatamente, & imparino a mcnre tutte le dilTerentie che poffon elTere ne membri. Imperoche elle fono & molte, & notabili. Sarannovi di quegli che haranno il nafo gobbo, altri che lo haranno ftiacciato,
.

torto, largo,
altri

fporgono la bocca inanzi, come che ella gli calchi, paiono ornati mediante lo haver le labbra fottili &; finalmente tutaltri
,

te le

membra hanno un
,

certo che di loro propriet,

il

che

vi

fi

ri-

trover

o un poco pi o un
tutto quel

poco
Anz.i
ci

meno,

varier
oltra
,

allhora

grandifii-

mamentc
le

membro.
putti
i

veggiamo

di quelto

come
di dici

medefime membra ne
fatte a

paiono tonde
crciciute poi

&
cofe

per

modo
la

re

tornio

&

pulite

&

mediante

et

paf

iono pi afpre
diofo
feffo la

&
il

pi terminate.

Tutte
,

quefte

adunque
gli

lo ftu-

Pittore caver

da

elTa

natura
fia
,

&:

efaminer an"iduamente da

come
che

ciafcuna di effe

oc

conuinover
in

con

occhi

&
.

con

mente tutto
egli

tempo de
il

la

vita fua

quefta inveltigatione

ciofia

confiderer

grembo
in

di coloro

che feggono &:

le

CongamConfi-

be quanto dolcemente piegandofi

un certo

modo

cafchino.

derer

LIBRO TERZO.
derer
far
la

179
.

faccia

&

tutta

la

attitudine di

quel che ftar ritto


ei

Ne
lo

finalmente parte alcuna

de
ella,

la

quale

non
tutte

lappi
le

quale

fa

officio
la

&

la

proportione di
,

&

ami

di

parti

lmiglianza
Pittore

ma

principalmente elTa bellezza de


pi
curiofo
nello
il

le

cofe.

non (blo Demetrio


la

quel

antico fu niolto
ei

efprimere
hello.

fomil

glianza de le cole, che

dchbe andare fciegliendo


fcere,

non fu da corpi
il

nel conofcere
bellillimi
le

Dunque
parti
.

piti

lodate
cofa

Per
fa

tanto bifogna porre ogni iludio

&

induitria principalmente in cono-

imparare,
lodi

&

efprimere

bello.

La qual
non
l

ancor che

pi di tutte l'altre difficiliHima


folo tutte le

,
,

perche

trovino in un luogo

de la bellezza eilendo elle rare difperfe fi debbe nondimeno efporrc qual fi voglia fatica in mveftigarla in impararla, imperoche chi bara imparato le cofe pi importanti fapr efercitar, ,

&

& &
,

{]

in efle

potr poi coffui molto pi facilmente trattar a fuo piacere

minor importantia. Ne ii trova finalmenre cofa alcuna tanto diffcile, che non fi polla & con lo ftudio, & con la affiduit metter ad effetto. Ma acci che il tuo fludio non fa difutile, ne
le

cofe di

in
ti
(
,

damo,

bifogna guardarti da quella confuetudinc o ufanza di mol-

che da loro fleffi con lo ingegno loro vanno dietro ad acquiflarlode nella Pittura, fenza volere ne con gli occhi, ne con la menritrarre

te

cofa alcuna dal naturale.


,

Imperoche coltoro non impara.

no a dipignere bene ma fi afluefanno a gli errori Conciola che quella idea de la bellezza non fi lafcia conofcere da gli ignoranti la quale a pena fi lafcia difcernere da quei che fanno Zeuli Pitto.

re

eccellentiffimo

&

pi di

tutti

gli

altri

dotti ifimo

&

valentiffimo

quando hebbe a fare la tavola che fi haveva pubblicamente a mettere nel tempio di Diana in Crotone non fi fidando de lo ingegno fuo, come fanno quafi in quefti tempi tutti Pittori, non fi melfe
, i

pens che per ritrovare tutto quel che ei cercava per farla quanto pi fi poteva bella, non poterlo ritrovar con lo ingegno proprio, ma ritraendole ancora dal natuei

pazzamente a dipignerla,

ma

perche

rale

non poter
di

ci trovare in

un corpo
poi

lolo: Perci
,

fcelfe

cinque fandi

ciulle
altre,

tutta la

giovent di quella
poteiTe metter

citta

le

pi

belle

tutte

le

accioche

egli

in

Pittura
.

quel,

che

pi di

Et fece veramente da da loro favio Imperoche a' Pittori quando non ( mettono innanzi le cofe che ei vogliono ritrarre o imitare ma cercano fbl con lo ingegno loro trovando il bello acquiftarfi lode accade fpeffo che non folo non s' acquifiano con quella fatica quella lode che ei cercano ma fi affuefanno ad una cattiva maniera di dipingere, la qual poi non poffon laiciare f non con gran fatica, ben che lo defidenno. Ma chi ubellezza muliebre egli haveffe cavato
.

fcr

ntrar ogni cofa dal naturale


al

coflui
fi

far

la

mano

tanto efer-

citata

bene, che tutto quel hee

egli

sforzer di fare,

parr natu-

i8o
turale.

DELLA PITTURA
La
qual cofa veggiamo quanto neMa Pittura
f
fia

da

cffer

dc-

fiderata.

Impcroche
,

cuno homo

che

una hiftoria vi far ritratta la tefta di alnoi conofciamo ancor che vi fieno alcune altre
in
,

cof di pi eccellentia di maeftro , nondimeno tira a f gli occhi di tutti to di qualch' uno
,

il
i

riconofciuto afpet-

ngu

irdanti

Tanta

&

la

gratia

&

la

forza che ha in f per efTer ntrcicto dal natura-

Tutte quelle cofe adunque che noi haremo a dip^gnere, rkraghiamole dal naturale, & di quefte fciegliamo quelle che fon le pi ma bifogna guardare da quel che fanbelle , & le pi degne no alcuni, cio che noi non dipinghiamo in tavo'e troppo piccole.
le.
,

Io vorrei che tu ti afuefaceffi alle imagini grandi , le quali per fi accollino per grandezza il pi che ii pu a quel che tu vuoi fare
ditetti maggiori maggiormente fi Imperoche nelle figure piccole ralcondono, ma nelle figure grandi, gli errori ancor che piccoli, veggono grandemente. Senile Galeno haver vifto fcolpito in uno fi piedi &c anello Fetone tirato da quattro cavalli freni & tutti PittoConcedino tutti petti de quali fi vedevano diftintamente ri quefla lode a gli intagliatori de le gioie, & eTercitinfi elfi in maggior campi di lode. Imperoche coloro che fapranno dipignere, o far di fcultura le figure grandi, porranno facilmente & con un folo tratMa coloro che haranno afiueEtro la to far ottimamente le piccole
i
,

mano
le
tri

ingegno a quefte cofe piccole, facilmente erreranno nelmiggiori. Sono alcuni che copiano & ritraggon le cofe de gli alcercano acquiftarfi in quella cofa lode. 11 che dicono Pittori,
lo

&

&

che fece Camalide Scultore, il quale fece due tazze di fcultura, imitando talmente Zenodoro, che non i\ difcerneva in elle opere diiPittori fono in grandifhmo errore, f ei non ferentia akuna. Ma ccnofc* no , che coloro che fon flati veri Pittori, d fono sforzati quale noi la veggiamo dipinta da la rapprefentare quella figura tale ratura in e(Ta rete , o velo Et f ei ci giover ritrarre le opere de gli altri , come quelle che moftrino di f fteife pi ferma patientia io vorrei che noi ci mettefTimo inanzi una cofa medioche le vive cremente fcolpita , pi prefto che una eccellentemente dipinta Imperoche a ritrarre alcuna cofa da le Pitture noi ailuefaaamo la mano a rapprefentare una qualche fcmiglianza. Ma dalle cofe di Scultura noi la fimilitudine, ik nel metter inlicme i impariamo veri lumii quai lumi, giova molto, nftrignerc con peli de le palpebre l'acutezza della vifta, accioche allora paiono i lumi alquanto pi fcuri , quafi velati Et forf ci giover ^pi efercitarci nel far di Scultura che nel adoperare il pennello. Conciolia che la Scultura pi cerca, & pi facile che la Pittura. Ne mai averr che alcuno pofla dipigner bene rilievi, Si alcuna cofa che non (ppia di efla bene tutti rilievi pi facilmente fi truovano nella Scultura che nella Pittura. Imperoche
i

&

&

fac-

LIBRO TERZO.
facci

i8i
ei
fi

quefto non poco


Pittori

noftro proposto
fi

che

pu vedere
,

come
ri
,

quaf in qualunque et
quafi

fono trovati alcuni

mediocri Sculto-

&

neniino che non fieno da riderfene

&

ignoranti.

Finalmente attcndafi o alla Pittura, o alla Scultura, Tempre ci doviamo metter inanzi alcuno eccellente fingolare efempio da riguardarlo nel ritrarlo credo che talmente bisogni da imitarlo congiugnere la diligentia con la preftezza , che il Pittore non levi

&

&

&

mai o non fi
con
la

il

pennello
fia

il

difegnatoio dal lavoro fino a tanto che egli


,

prima
,

rifoluto

&
.

non habbi ottimamente determinato


fia

che modo egli lo polTa condurre a buon fine Conciofia che cofa pi ficura emendare con la mente, che fcancellar poi dal lavoro fatto, gli errori. Oltra di quefto quando noi ci faremo alTuefatti a ritrarre ogni cofa

mente

quel

che

egli

per fare

dc

in

che noi diventeremo molto migliori maedi Afclepiodf ro , che dicono, che fu il pi velocilfimo di tutti ftri macfri nel dipignere. Impcroche in quella co(a in che noi ci fa1 remo efercitati pi volte, lo ingegno fi fa pi pronto, pi atto,
dal naturale,
ci

averr

&
gri
,

pi

veloce,
la

&

quella

mano
altro,

far
.

velociflTima, la quale far gui-

data da
in
te
fi

certa regola de lo ingegno


fc

Et

alcuni maeftri fi^no pi-

non che ei fono tardi, & lenti tentare quella cofa de la quale elfi non hanno prima chiaramenimpadronitafi mediante lo ftudio entro la mente. Et mentre che efcrcitano in quelle tenebre de gli errori vanno tentando & rinon aviene loro da
, ,

cercando come timorofi , meri ciechi la ftrada con il pennello, ciechi le vie , o le ufcite che effi non fanno con i locome fanno ro baftoncelli. Non metta alcuno dunque mai mano al lavoro fc faccia che ei fia molto efcrcitanon con la fcorta de lo ingegno, amaefrato. Ma effendo la principale opera del Pittore la hito nella quale fi deve ritrovare qual fi voglia abbondantia , ftoria cccellentia de le cofe , bifogna avertire che noi fapiamo dipignere eccellentemente per quanto pu fare lo ingegno, non folamente lo huomo ma il cavallo ancora, et il cane, oc gli altri animali, &C
i

&

&

&

&

tutte le altre cofe digniffime


ftra hiftoria

da

cffer

vedute
la

accio
&C

che
la

nella no-

non

fi

habbia a defiderare
le

variet,

abbondantia
lo cffere

de
te

le

cofe, fenza

quali nelTun lavoro Itimato. E' cofa veramen-

grande,

&

a pena conceffa ad alcuno

de

gli

Antichi,

non vo dire eccellente in tutte le cofe , ma ne anco mediocre nondimeno io giudico che fia bene sforzandofi porre ogni macftro quel che fludio che per noflra ncgligentia non ci habbi a mancare & grandilTimo biafimo ancora fc ci pu arrecare grandiffima lode , Nicia Pittore Atheniefe dipinf le donne noi ce ne faceffimo beffe diligentiffimamente Ma Zeufi nel dipignere il corpo de le donne
flato
i ,
.

dicono che avanz

tutti

gli

altri.

Eraclide fu eccellente nel dipignere


le

, ,

i82
le

DELLA PITTURA

navi. Serapione non fapeva dipignere gli huomini , &: nondimeno dipjgneva tutte le altre cofe molto bene. Dionilio non fapeva dipignere altro che gli huomini. AlelTandro quel che dipinfe la loggia
di

Pompeo

faceva eccellentemente tutte


i

le

beftie

di

quattro

gaminna-

be

cani. Aurelio come quello che era maflime morato, godeva follmente di dipignere le Dee, ed
fuoi
ritratti
gli
gli

&

fempre

efprim.ere

ne
la

amati
Dii
,

volti.

Fidia

affaticava

pi
.

in

dimollrar

majeft de

che
di

la

bellezza degli

huomini
cofi

Eufranore bavetutti

ra talmente
la

fantafia

raprcfentar la degnit degli Eroi, che in quel.

cofa fu pi

eccellente de gli altri


,

Et

non feppon

far

conciofa che la natura fcompart a ciafcuno inbene tutte le cofe quali cofe noi non doalle gegno la propriet de le fue doti
:

viamo

acquietarci tanto

che noi habbiamo a pretermetter


in

di

lafciar

cofa alcuna non tentata

dietro.

Ma
con

le

doti

dateci

dalla
lo

natura
ftudio

doviamo

noi reverire
.

&

acrefcerle

la

indurrla,

con

Oltra di quefto non doviamo parere di pretercon lo efercizio mettere per negligentia, cofa alcuna che appartenga alla lode. Ultimamente quando noi habbiamo a dipignere una hilloria andremo la o con quai mocon che ordine prima cofa lungamente penfando
, ,
,

&

facendopolliamo fare il componimento che fia belliflimo, andremo efaminando tutta modelli fu per le carte ne fchizzi in ci chiederemo conflio a ciafcuna parte di effa, la hiftoria,
di noi

&

& &

&

&

tutti
fe

noftri

amici

finalmente noi

ci

affaticheremo che tutte

le

co-

da noi penfate & efaminate di maniera, che nel noftro lache noi non fappiamo voro non habbia ad effer cofa alcuna Et molto bene in qual parte de la opera ella fi babbi a collocare giover fopra modelli ci accioche noi fappiamo quello pi certo accioche poi nel metter in opera le cole venghin tirare una rete tutte a luoghi loro propofle , come cavate da gli efempi privati Et nel condurre a fine il lavoro , vi porremo quella diligentia prii che non sbigottifca per il congiunta con quella celerit del fare ne il defiderio di finirla troppo preffo tedio altrui dal finirla ,
fieno
,
.

de la opene fi deve far quel che fanno molti recreare lo animo ra , la prinincomincian quella che fi metton a fare pi opere Ma quelle opere che tu barai incomincipiata lafciano imperfetta Rifpofe Apelle ad uno le debbi finire interamente del tutto ciate

non

ci

precipiti

Bifogna

talvolta
,

intralafciare

la

fatica

&
,

&

&

che

moflrava una fua pittura bora bora fenza che tu lo dicefl'i , raviglio che tu non babbi dipinte
gli
:

*3i
fi

diceva

io

la
,

dipinfi

preilo

vedeva chiaro

infinite

mi maIo ho a queflo modo


anzi
.

veduti
cuni

alcuni Pittori

&

Scultori

&

Oratori,
et

&
che

Poeti ancora, f alfi

per

fi

trovano
,

in

quella

noftra

poffino

Oratori o Poeti

cllerfi

melfi con

ardentiffim'j

lludio a far

chiamar qualche
ope-

, . .

LIBRO TERZO.
opera
/tare
,

183
lo
,

quali

mancato poi quello ardore

de

ingegno

lafciano

la

incominciata &c rozza opera imperfetta


,

&
.

fpinti

da

nuo-

vo defiderio

nuova
coloro
pofleri

mettono a voler di nuovo fare qualche altra cofa pi quali huomini io certamente biafmo Imperoche tutti
fi

che
,

defderano

che

le

opere

loro

fieno

grate
a

&
.

care

a
,

bifogna

che

pcnfno

prima molto

bene

detta

opera

&

la

ciofa

conduchino con grandiiima diligentia a perfettione Conche in molte cofe non manco grata la diligentia che
fi

qual
gliono

voglia

ingegno

Ma

bifogna

fuggire
coli,
1

quella

lupertua

fu-

perftitione di coloro,
i

per

chiamarla

quali

mentre

che
,

vo-

che lavori non habbino pur alcun minimo difetto &: cercano che ei fieno pur troppo puliti fanno talmente che le opere loro paino confumatc da la vecchiezza avanti che finite
,

Pittori antichi
le

folevano
di

cavar
cofe

mani
egli
fia

Imperoche
,

di

che non fapeva mai fopra una tavola Et ragionevolmente certo necelTit sforzarf di por tanta diligentia nelle
biafmare Protogene
.

quanta
il

baldanza

fecondo
di

il

valore

de

lo
,

Ma
gente

volere
,

in

ogni cofa

pi

quel

che

tu

pofa

convenga
.

da uno ingegno pi tofto oflinato Bifogna adunque por nelle cofe una diligentia moderata

eofa

ingegno o che fi che dili-

chiederne

parere a

gli

amici

anzi nel metter in atto detto lavoro

ad afcoltare , & chiamare a vederlo di tempo in temEt in quello modo il lavoro del Pittore per po quaf ciafcuno Il giudicio adunque &C la dovere elTcre grato alla moltitudine cenfura de la moltitudine non far allhora fprezata , quando anDicono che Apelle cora tu potrai fatisfare alle diverfe opinioni
bene
ftare
.

fi

foleva

nafcondere

dietro

alla

tavola

accioche
,

coloro

guardavano poteffero pi liberamente parlare & egli difetti de Tuoi lavori, che elfi raccontatare pi honeltamente vano, lo vorrei adunque chei noflri Pittori fteflmo fcoperti ad udire fpefTo , &C a ricercare ogniuno che li diceffe liberamente conciofia che quello giova ad intender la quel che le ne pare variet de le cofe, & ad acquiflarfi molto una certa gratia. Conciofia che non nefluno che non fi attribuifca a cofi honorata , lo
i >

che la rifare ad afcol-

bavere a drre

il

parer

fiio

circa le fatiche
,

d' altri

Oltra
coloro

di

quefto
biaf-

non

fi

punto de le lodi del Pittore Stia adunque il Pittore ad afcoltare ogniuno , & prima efamini feco ftelTo la cofa 6c la emendi Di poi quando har Queffe udito ogniuno che pi fanno facci a modo di quei fon le cofe che a me parfo haver da dire de la Pittura in quefli miei commentarii Et f quefte cofe fon tali che elle arrechino a Pittori comodit , o utilit alcuna , io afpetto per prinpoffa

mano

ha punto da dubitare invidiofi , OC che fono


.

che

il

giudizio

di

che

detrarre

cipal

, .

15^4

DELLA PITTURA.
premio
loro;

cipal
ftorie

de

le

mie
ei

accioche

che efT mi ritraghino nelle hidimoftrino per quefta via a quei che
faticlie
,

digrati del beneficio verranno , di effer llati ricordevoli , moftrino che io fa ftato fludiofo di efla arte. Et Ce io non ho fatisfatto a quanto elTi afpettavano da me , almanco non mi biafimino che io habbia iiavuto ardire di mettermi a tanta imprefa quel Imperoche Te lo ingegno mio non ha potuto condurre a fine che nelle cofe grandi (Time che lodevole di tentare, ricordinfi fuole attribuirfi a lode , lo haver voluto metterfi a quel che difficilifTimo Seguiteranno forf alcuni che foppliranno a quel eh' io hadegnifche potranno in quefta eccellentifl'ima, vciri mancato,
, , ,
.

&

&

&

&

{ima arte , giovare molto pai a Pittori luccederanno , io li prego , quanto pi pronto animo quefta litica con lieto
,

quali

f
,

per

aventura
piglino

fo
,

&

pofTo

che
clTi

&

nella

quale

&

eferal

citino

g'

ingegni

loro

&C
.

conduchino

quefta

nobilifi'ima

arte

colmo de la il primo ad
,

nondimeno har piacere di efiere i\a.to havermi acquiftata la palma in effermi affaticato di fcrivere fopra quefra ingegnofilTima arte. La quale veramente difficile faputo condurre a quella perfettione de la imprefa f io non ho
eccellentia

Io

cfpettatione che ne

havevano coloro che leggono

fi

debbe

darne

la

colpa alla natura pi tofto che a me , la qual par che habbi importa quella legge alle cofe, che ei non arte nelTuna che non habbi

da cofe difettofe Imperoche fi dice, che nefEt coloro che verranno dopo a me. Te funa cofa nata perfetta alcuni ne verranno, che fieno di ftudio , d'ingegno pi valenti di me, doveranno forf condur quefta arte de la Pittura alla fomma
prefi
1

fuoi principii

&

perfettione

DELLA

Piitiuuia.

y p-

i>M-

/^V

rixzu.rz ^.^^

DELLA

STATUA
D
I

LEONBATISTA ALBERTI.

, ,

DELLA
D

S
I

T
che

AT U A
meffono a volere
efpri-

LEONBATISTA ALBERTI.
opere loro le effigie , c le fomiglianze de corpi procreati da la natura , haveflino origine da quefo Che efli per aventura fcorgenfino alcuna volta o ne tronconi , o nella terra , o in molti altri corpi cofi fiitti , alcuni lineamenti mediante i quali tranfmutando in loro qualche lmilitudine , cfli gli Cominciarono potefmo rendere limili a volti fatti da la natura adunque a conlderare con la mente , ad efaminare ponendovi ogni diligentia , &C a tentare a sforzarli di vedere quel che egli,

IOmere
:

penfo

che

le

arti

di
le

coloro

fi

&

ritrarre

con

&

&
,

no

vi

poteiTmo o aggiugnere

per far fi , in tal modo alcuna da far apparir quafi vra , propria quella tale effigie , finirla perfettamente Adunque per quanto la lleda cofa gli avverhoia le futiva , emendando in fimili apparenze liora le linee , ripulendole , ottennero il defderio loro perficie , nettandole , Ne maraviglia che quello veramente non fenza loro diletto in fare quefte fi fatte cofe fieno creiciuti l' un d pi che 1' altro gli ftudii de gli huomini fino a tanto , che fenza veder pia nelle primiere materie alcuni aiuti d' incominciate fimilitudini , efprimino

&

o levare, o quel che vi fi arpettalTe, che ei non pareffe che vi mancafle cofa

&

&

&

&

&

&

in elle qual
altro
:

fi

voglia effigie

ma

altri

in

un modo

non impararono tutti a far defima via o regola Imperoche alcuni incominciarono a dar per& con il porre &: con il levare fettione a loro principiati lavori
conciofia che
.

uno quello per una me,

&

altri

fono o terra Alcuni altri incominciarono a da noftri chiamati maftri di ftucco far quefto folo con il levar via , come che togliendo via quel che
coloro

come fanno

che lavorando

di
.

cera

fucco

in

detta materia di
,

fuperfluo
figura di
.

fcolpifcono

6c

fanno
vi

apparir

nel

marmo una forma


fcof
,

huomo

la

quale

era
i i

&

in

potentia

quali fono forf coloro

Qucfti chiamiamo noi Scultori che vanno fcolpendo ne figlili


.

prima nafratelli de
lineamenti

de volti che vi erano afcofi La terza fpecie quella di coloro che fanno alcuni lavori folo con lo aggiugnervi , come fono gli argentieri , quali battendo con i martelli lo argento , & difendendolo o allargandolo a quella grandezza di forma che elfi vogliono , vi aggiungono fempre qualche cofa , fino a tanto che ei faccino quella
i

eff-

, . , .

i88
effigie

DELLA STATUA.
che
e'

Saranno forf alcuni che pcnfcranno , che nel numero di cofloro fi habbino a mettere ancora Pittori come quegli che nelle opere loro fi fervono ancora effi de lo aggiungervi i Ma f tu ne gli dimandarai , ti rifponderanno che non colori tanto fi sforzano di imitare quelle linee , & quei lumi de corpi che mediante lo aggiugnere il levare alefli veggono con lo occhio , cuna cufa a loro lavori quanto che mediante uno altro loro artificio proprio & peculiare. Ma del Pittore ne tratteremo altra volta. Coftoro veramente che io ho racconti , vanno , ancor che per divogliono
.

verfe vie
lavori
,

nondimeno
i

tutti
fi

dietro a quefto
,

di
,

fare

che

tutti
ci

lor

a far a chi

quali

fon meffi

apparifchino
naturali

per

quanto

poffatti

fono

gli
.

riguarda
fare
la

molto
qual

&
,

fimili

a veri corpi

da
la
,

la

natura

Nel

cofa

ricercando
to

&
:

pigliando
loro
fc
i

quella
,

diritta

&

certamente , f edi andranno regoconofciuta ragione

&

che noi defcrivercmo

erreranno in vero
riu/ciranno

erreranno
ogni

dico

mol-

manco

&
?

lavori

per

Che
il

penfi tu

legnaiuoli

non haveflino
,

conto migliori havuto la fquadra


fare
gli
il

piombo,
i
,

la

linea, T archipenzolo
,

le

fefte

da

cerchio,

me-

diante
re
fuffe

quali inftrumenti
,

effi
i

poffono ordinare
,

angoli,

fpiana-

dirizzare

&

terminare
il

loro lavori
fare
fare

credi

tu

che

finalmente
?

riufcito loro

poterli

comodifTimamentc
tante
eccellenti

Et che
opere
certa
,

lo

Statuario

potelTe
,

a caio pi toflo
cavata
,

che mediante una ferma


la

& fenz errori & maravavigliofc regola & guida


,

che di qual
principii
,

fi

da voglia arte , o
tratta
,

&
,

ragione
,

?
fi

Io

mi

rifolvo
la

quef^o

difciplina

cavino da
, ,

natura certi
verr

&

perfettioni

&

regole

>

le
,

quali f noi

ponendovi cuci

ra

&

diligentia

vorremo efaminare

&
,

fervircene

indu-

bitatamente fatto

benifTimo tutto quello

Imperoche fi come noi havemmo da effa come fi deto di altra materia cone , o di un pezzo di terra mediante alcuni liniamenti che fi trovano in noi conofceffimo to erte materie , che potevamo fare alcune cofe fimili alle fue i Cofi ancora la medefima natura ci ha dimoif ri certi aiuti , & certi mezquali noi potremo con via certa , & ficura regola , zi , mediante A quali quando noi avvertiremo & ci operare quel che vorremo vorremo di effi fervire potremo facilifiimamente & con grandiffima Hora quali fiecomodit arrivare al fupremo grado di queifa arte no quegli aiuti che fon dati da la natura a gli Statuarii, dobbiamo Poi che gli Statuarii vanno dietro ad immitare le fnoi dichiarare miglianze o vero le fimilitudini i fi debbe incominciare da efla fo,

che noi ci metteremo natura, che di un tron,

miglianza
ze
la
,

Io potrei qui difco/rere fopra la ragione de le fomiglian-

cio perche avvenga quel che


ella

noi
fi^rte

veggiamo

avvenire

mediante
perpetua-

natura, che

in

qualunque

di animali folita

men-

,,

DELLA STATUA.
mente
offervare
i
.

189

che ciafcuno cio nel Tuo genere fa In qual fi voglia cofa molto fimile all' altro Et da altra parte non fi truova i come fi dice , alcuno infra tutto il numero de gli huomini che habbia la voce totalmente fimile alla voce dell' altro , o il nafo al nafo , o altre parti, o coCc fimili Aggiungafi a quefto che volti
,
.

di

quelli che

noi habbiam veduti


,

bambmi
,

conofciuti

putti

&
li

dipoi

veduti

giovani
di

& che noi poi habbiam & hora veggiamo gi


mutata
,

vecchi

noi non
d

riconofi:iamo pi

elTendofi ne volti loro


linee

mediante le et , di che noi polliamo rifolverci , che in effe forme de corpi fi ritruovino alcune cofe momento de tempi fi vadino le quali con fpatio & variando 6c che in dette forme vi fi truovi ancora in eflfo un certo che di naturale & proprio che continovamente fi mantiene ftabile &C fermo, quanto a prefeverare la fbmiglianza del Tuo genere. Noi adunque lafciando da parte le a^tre cofe , tratteremo brevilfimadi di in

tanta

&

fatta

diverfit

che faranno a propofito quel che habbiamo incominciato a trattare


di

mente

quelle

noilro
Il

per

dichiarare
la

modo
a
gli

&

ragione
,

o regola
fc

di

pigliare

le
,

fi)miglianze

appreffo

Statuarii

fi

fa,

mediante due rilolutioni i la una de le quala qual li , che quella fomiglianza , o immagine , noi finalmente haremo fatta de lo animale , come per modo di dire faria quella del huomo , ella fia per quanto pi fi pu fimilc al detto huomo
io la intendo
.

bene

Ne

ci

importi

che
,

ella

rapprefenti

pi

la

effigie

di Socrate
.

o d' altro huomo da noi conofciuto che aliai ci parr haver fatto , f haremo confeguito che uri tale lavoro fi aflomigli ad uno huomo , ancor che da noi non conoLa altra rifolutione quella di coloro che vogliono rapprefciuto lentare non tanto la fi:)miglianza di uno huomo in generale , quanto quella di uno particolare, come farebbe a dire quella di Cefre, o di Catone , ftando egli in quefto modo con quefto habito , fedendo nel tribunale , o concionando al popolo ; affaticandofi quefli o attitudine tali di imitare 6c d efprimere tutta quella habitudine , di quel corpo , o la cofi fatta di alcuno altro perfonaggio da loro conofciuto quefte due rifolutioni o deliberationi , per trattar la corrifpondono due cofe , la cofa fvi brevemente che fia poffibile Di quefle cofe adunque habbiail por de termini mifura cio , per cona che ci poffino fervire mo a trattare quali elle fieno dur r opera a perfettione f prima per io dir che utilit fi cavino da loro Percioche elle veramente hanno una certa forza ma& quafi incredibile Perche colui che far inflrutto di rav'gliofa notare con avvertire , potr talmente fcgnare queffe cofe
quella di Platone
.
.

che Conciofia
,

&
,

&

&

alcuni

fermiffimi
parti

contrafegni
fi

liniamenti

fiti

& &

le

pofiture
,

de

le

di

qual

voglia

corpo

che

non dico poftdomani

ma

, . ,

icjo

DELLA STATUA.
qui a mille
anni
,

ma
glia
la

di
,

pur

che

quel

corpo

fi
,

ritruov

in

quel

luogo

lo

potr ftabilire

&
fia

collocare precifam.ente

&
al

apunto a vofi

fua in quella
:

mcdelma

poftura

&
far

fito

nella

quale
fiao

trovava

prima volta

In maniera che

non

alcuna

ben minima parte


primiero

di detto corpo
fito

che non
dell' aria
,

rimerfa

&
ella

ricollocata
fi

&

punto
f

nel

quale
il

ritrovava
volefT

Come
flrare

per avventura diftefo


ftella

dito

tu

primieramente accennando dimofiirgefle

la

di

Mercurio
fi

la

nuova Luna che


angolo

fuora
ginoc-

qual
,

punto

dell' aria

ritrovafe quivi lo

del
:

tuo

Potrai cero dito , o gomito , o qualch' altra fimile cofa tamente con quefti noftri aiuti o mezzi farlo in maniera , che non & farai certo che non bench minimo ne feguir errore alcuno Oltre barai dubbio alcuno , che la cofa non ftia in quel modo a quefto, f per avventura avvenilTe che io haveiTi ricoperta di cera,

chio

o di terra
aiuti
,

meflavi fiDpra

fo lavoro fulle
e

una ftatua di Fidia diventato una grofia colonna


,
:

fino a tanto

eh' cC-

con quefte regole , forandola con un fuchiello , pupilla de lo occhio , dove in quello altro fia

&

&

con quefti affermar querto certo , di fapere , dove tu fia per trovare in quello luogo la toccarla fenza farli alcuno nocumento , il bellico, &C dove in altro fia finalpotrai
altre

Tu

mente il dito groflo, & tutte le onde da quefto ti avverr che barai
tutti
gli
,

cofe

fimili

quefle.

La

fatto
,

angoli

&

di tutte le linee

una certilTima notitia di quanto elle fieno infra di loro


,

lontane
fo

&

dove

elle

concorrino infieme
lo
in

&
le

potrai per

ciafcun ver,

cavando dal vivo o da


,

efemplare
fcritto
,

non tanto
i

ritrarre

o dipi,

gnere
tu
f

ma

mettere

ancora
,

tiramenti
parti
,

de
in

le

linee
,

le

circunferentie de cerchi

le

pofiture

de

maniera

che

non

dubiterai,

che

mediante quelli tuoi mezzi,


,

&

ne polla fare un altra fomigliantillima a quella , o una di cento braccia re , o una finalmente di tanta grandezza ancora , o tale finalmente che io ardir di dire , che non dubiterai che con quelli tuoi aiuti non f ne pofTa fare una grande quanto monte Caucafo j purch a quefte grandi (Lme imprefe non ti il far , Et quel che forf tu pi ti maraviglicrai manchino i mezzi che fi potr fare la met di quefta tua ftatua nella Itola di Paro finire ne montornandoti bene , & 1' altra met potrai cavare Talmente che i congiugnimcnti , 6: le commetti di Carrara faccia de la immacon tutto il corpo , titure di tutte le parti gine , fi uniranno , & corrifponderanno al vivo , o al-^Qodello , feil modo, del condo il quale ella far ftata fatta Et la regola ,
:

non o una minofavori,

<5<:

&

&

fare

cofi
,

gran cofa
in

barai tu

tanto

facile

6c

tanto

chiara

&

efpe-

dita
re
,

che

credo che a gran pena potranno erranon coloro che a pofta fatta , o in prova non haranno volu-

quanto a

me

DELLA STATUA.
to

ipi

quanto ( detto Non dico gi per quefto che io ti infegni lo artificio , mediante il quale tu pofT totalmente fare tutte le vinivcrfali fimilitudini de corpi , o che per quefto fi impari a faper faConre , 6c a ritrarre qualunque fi fiano div^rfit , o fimilitudini
obbidirc
a
.

ciofia

via
le
,

che io confeOfo di non fare profefTione di infegnarti per quefta la faccia di Ercotu habbi a fare il volto , il modo come

&

mentre che combatte con Anteo , fi che egli rapprefenti quanto la fierezza Tua a ci conveniente , o pi fia pofTibile la bravura giocondo vero come tu lo habbi a fare di afpetto benigno ridente quando egli fa carezze alla fua Deianira , molto in vero d\Cfimile dell' altro afpetto , f ben rapprefenta il medefimo volto di Ma occorrendo in tutti quanti i corpi diverfe &C varie figuErcole attitudini , mediante gli fvolgimenti o piegamenti de le memre bra & le pofiture loro , percioche in altro modo fi veggono termii nati i lineamenti d' intorni di uno che ft in piede , in altro

&

&

&

&

&

modo
6c
in

quelli di chi

fiede
di

&
i

in

altro
fi

quegli

di
,

chi

fa

adiacere
,

altro

quelli
1'

coloro
parte

che

(voltano

fi

abbaffano

in
al-

verfo r una o
tre

altra
le

&

fimilmente

ancor

quelli

de
fi

le
,

attitudini

De

quali cofe noftra intentione di trattare

cio

che

modo, con

qual

regola

ferma,
.

certa,

&

vera,
,

pofl^ino

immitare
dilfi

&

ritrarre
,

dette

attitudini

mifiira cio , & il due la , Tratteremo adunque primieramente de la mifura , la quale certamente non fermo & certo avvertimento & nocamen altro che uno ftabile to per il quale fi conofce & mette in numeri & mifure , la habi-

fon

quah regole porre de Termini

Le

come

io

&

tudine
tutte

proportione
parti

&
.

corrifpondentia
I*
1*

che
,

hanno

infra

di

loro

cofi per altezza come una con altra per grolTezza & quella che efle hanno ancora con tutta la longhezza di effo corpo o conolcimento (i Et quefto avvertimento fa mediante due cofe cio con uno regolo grande , & con due
le

del

corpo

fquadre mobili
le

con
le

il

detto regolo
,

lunghezze
le

de
dette
,

metri de

membra & membra Per


.

mifu riamo noi , con le fquadre tutti

&
gli

pigliamo
altri
fi

diatira

lo

lungo
la

di

quefto
del

regolo
del

una linea diritta lunga quanto noi vorremo mifurare cio da


,

far
la

lunghezza

corpo
fino

che
alla

fommit

capo

Laonde bifogna avvertire, che per mifurare uno huomo di piccola ftatura fi debbe pigliare un regolo minore & per uno huomo di grande ftatura f ne debbe pigliare uno maggiore cio pi lungo Ma fia nondimeno qual fi voglia la lunghezpianta del

piede.

za

di

tal

regolo

noi la
piedi
del
,

divideremo

in

fei

parti

uguali

&

dette

chiameremo regolo il modine


parti

&

dal
.

nome de
,

piedi

piede

Ridivideremo poi
uguali
le

chiameremo quefto di nuovo ciafcuno


piccole

di queft piedi in dieci parti

quali

parti

noi
chia-

le

.,, ,

i5>2

DELLA STATUA.
.

chiameremo once. Sar adunque tutta la lunghezza di qucfto medine Di nuovo ridivideremo ciafcuna di quefe once felTanta di quefte once in altre dieci parti uguali, le quali parti minori, io chiamo minuti. Da quefte divifioni ci averr che tutto il modine far di fei piedi

&

quefti piedi faranno


.

600. minuti,

&
,

ciafcun

piede folo far


.

100.

Di quefto modine ci ferviremo noi in quefto modo Se per sventura noi vorremo mifurare un corpo umano, noi gli accofteremo
minuti

noteremo con eflo ciafcuno termine de membri cio quanto egli fia alto da la pianta in fu del & quanto 1' uno membro fia lontano da lo altro membro Tuo piede come per efempio, quanto fia dal ginocchio al bellico, o alla fontanella de la gola, o fimili, cio quante once & quanti minuti. De la qual cofa non fi debbono far beffe ne gli Scultori, ne i Pittori, concio,

appreflo quefto modine


,

&

avvertiremo

&

fia

che

ella

le

utililTima

&

al

tutto

neceffaria

Percioche

faputo

il

numero de

once,
la

&

de minuti

di tutte le

membra, haremo pronta,

determinatione di effe membra , talch non fi potr fare errore alcuno. Ne ti curerai tu di ftare a udire quello arrogante, che per avventura diceffe: quefto membro troppo lungo, o queefpeditiffima
fto altro
il

&

tmppo

corto. Conciofia che

il

tuo modine far quello, con


al

quale tu harai termmato,

&

dato regola

tutto,

che

ti

dir pi

il

vero,

che qual

fi

voglia altra cofa.


,

nate bene

quefte cofe
ti

che quefto modine


fia

fia

Et non dubito punto che efamitu non ti fia da per te fteffo per accorgere per arrecare infinite altre comoditati Concio.

che tu verrai per eflo in cognitione del modo che potrai tenere per ftabiliie terminare le tue lunghezze in una Statua minore, fimilmente ancora in una maggiore Imperoche f tu havefti a fare per avventura una ftatua di io. braccia, farai di havere il tuo regolo

&

&

o modine
fi

di

io. braccia,

&

divifolo in
fi

fei

parti uguali,

che

fra loro

corrifpondono fra loro quelle del modine minore, fatto il fimile delle once, de minuti, vedrai che lo ufo, modo, regola de lo adoperarlo far il medefimo che quello dello altro modine Conciofia che la met de numeri del maggiore, ha la medefima proportione a tutto il fuo intero, che ha la met de numeri del minore, a tutto lo intero del minore. Et
,

corrifpondino

infieme

come

&

&

&

tuo modine Hora vegniamo a1' trattare de le fquadre: Noi ne facciamo due, una delle quali far fatta in quefto modo cio di duoi regoli chiamiamo B il regolo ritto B C chiamiamo 1' altro regolo , che ferve per bafa La grandezza di quefti regoh , bifogna che fia tale che ciafcuna de

per

tale

ti

bifogner aver

fatto

il

ABC,

&

almanco non meno che 15. enee del fuo genere. Del fuo genere intendo io di quella medelima forte di once che tu hai fatte nel tuo modine fecondo quel corpo che tu vuci mifurare le quali come ti dilfi di fopra, in un modine grande faranno grandi, &
le fue bafe
fia
, ,

pie-

DELLA STATUA.
piccole in

193

Quefte once adunque , venghino efle come fi minuti incomincievoglino , fegnate dal modine con 1 loro punti rai tu ad annoverare nella hafa dal punto de lo angolo B andando verfo il C uguali come fi dille alle once & a minuti del modine Quella fquadra legnata in quefto modo , come per efcmpio la B C Fig. I. noi la fopraponghiamo ad un altra fquadra

un

piccolo

&

limile,
diritta
il

detta

G
ad

in

maniera che tutta


.

la

F
io

ferva per linea


vogli

&
di

per

bafa

amendue

Et

dicafi

che

mifurar

Diametro de la groffezza de la tefla A que difcofter, o accoller a detta tefta i


1)

K D. Movendo
regoli
diritti
elfi

adun-

&
la

amendue
de
la

k
,

fquadre

fino

tanto

che

tocchino

fcambievolmente ad una determinata & medefima dirittura le linee de le bafe di dette (quadre. de li toccamenti che faIn quefto modo , mediante i punti ranno dette fquadre o per dir meglio i regoli ritti de le fquadre Et con quello vedr io quanto far il diametro di detta tefta mcdefmo ordine o regola potr efattiUimamente pigliare tutte le groflezze larghezze di qualunque fi voglia membro Io potrei raccontare molte comodit molti fervitii che H potranno cavare da da quefte fquadre, f io non penfafT che ei quefto modine, fufle pili comodo lo ftarmene cheto: Et malTime eifendo fimili cofe tali, che qual fi voglia mediocre ingegno, potr da f fteffo confiderare avvertire in che modo egli potr mifurar quanto fia il diametro d'alcuno membro > come farebbe per modo d' efempio , f egli volefle fapere quanto il diametro, eh' fra l'uno orecchio, r altro , cio dal deftro al finiftro 3 in che luogo egli mterfeghi r altro diametro , che andr da la tefta alla nuca , o fimih Ultigrodezza
tefta

applicando

A D

&

&

&

&

&

&

mamente

mi creder fi fervir di quefto modine, &C di quefte fquadre, come di fedelilTime & fermiOime, & ve6c configlieri re guide non tanto quando ii metter a lare il laquefto artefice
s

egli

voro
vi

o facendolo
,

qucfti inftrumenti

preparer molto prima con gli aiuti di a metterli al lavoro , talmente che non fi ritruofi
,

ma

parte alcuna de la ftatua


,

ancor

che

minima

eh* egli har


<?:

da
eh'

fare

eh' elfo

non

liarillima.
ardiffe
di

Come
far

habbia confiderata , efaminata , per efempio gli fia quefto: Chi


1'

fattafela

fami-

faria
,

quello,
f

profclfione di

fapeife

&

quali fono le
dall'

maeftro di parti di una nave ,


effer
:

far navi

egli

non

&

in

quel che una na,

ve fia differente lunque forte di

che a quanavilj fi afpettino ? Et chi far quello de noftri Scultori, fia pur quanto vuole confiderato accorto, che le ei far dimandato per qual ragione hai tu fatto quefto membro in quefto modo , o che proportione ha egli con quefto o con quello
altra

Se quali

fieno quelle parti

&

&

altro

membro

o quale

la proportione

di

quefte

membra

a tutta
la

i ,

ip4
la

DELLA STATUA.
& &

habitudine del corpo ? chi far dico quello che fa flato tanto diavvertito il tutto tanligente &c accurato, che habbia confiderato come fi afpetta a chi vuol to che bafti, o quanto ragionevole,
faper far bene la Tua arte
,

de
,

la

quale

egli

fa

profelTione
la

Impa-

alcuno che fia quale ella fi voglia, f egli non har faccia bene alcuna arte, prima imparate le parti di efia arte. Noi habbiamo trattato de la con con il modine rnifura, in che modo altri la pigli bene,
fi

indubitatamente ftrada che regola ,


ranfi

le

arti

principalmente
farle
.

&

ha del

Ne

mediante far giamai

ragione

&

&

&

le

fquadre

Hora

ci

refta

trattare

del

porre

termini

Il

porre

de termini quel determinamento o ftabilimento che ( ta del tirare tutte le lince, OC de lo fvolgerle , del fermare gli angoli, gli sfondi, certa regola a luoghi lorilievi, collocandogli tutti con vera, i ro. Et il determinare cofi fitto, far allhora ecceilente ^ quando da un piombo di un certo centro pofto nel mezzo , fi noteranno &C

&

regneranno tutte

le

lontananze

&
:

tutte

le

eftremit di tutte le

li-

corpo. Infra la mifura adunci quella diffequello porre de termini que detta di fopra , pi ci d & pigha, certe cofe che la mifura va dietro rentia univerfali , le quali fono pi fermamente 6c con pi comuni {labilit infite da la natura ne corpi i come fono le lunghezze, le por de termini ci il le larghezze de le membra groflezze , d le momentanee variet de le membra caulate da le nuove attitucollocace le infegna porre movimenti de le parti, dini, re. Per fapere adunque far quefla cola bene, habbiamo bifogno di uno inftrumento, il quale inflrumento di tre parti, o membra cio che egli fatto di uno Orizonte, di una linda, & di un piomFtg. 2. Lo Orizonte un piano difegnatovi fopra un cerchio bo La lindivifo in parti uguali , & contrafegnatele con i loro numeri da un regolo diritto , che con una delle fue tefte Ila fermo nel
nee
,

fino ahi ultimi termini del detto

&

&

&

&

&

&

&

&

centro del detto

cerchio,
fi

&
filo

l'altra

fi

gira intorno a voglia tua, tal-

mente che
cerchio
.

ella

pu

transferire a

ciafcuna de le divifioni fatte nel


linea diritta

Il

piombo

un

o una

che cade a fqua,

fodra da la cima de la linda fino in terra , o fu il pavimento o vero figura , nella quale ii hanno pra il quale pofa la ftatua de le linee a porre i termini de le membra, a determinare, gi dette Et quello inllrumento fi fa in quello modo Pigliafi u,

&

&

na tavola piana ben


chio
a
ti
,

piallata

&
fia

pulita,
tre

&
,

in

quella
&c
la

fi

tira

un

cerdi

il

diametro

del quale

piedi

circunferentia

detto
io

cerchio, nella fua eflremit, fi divida in parti quelle, che gli Aflrologi difegnano ne gli Afrolabj

uguali, fimili
;

le

quali pardi

chiamo gradi
altre

E
io

ciafcuno
voglio,

di

queft

gradi ridivido
fia

nuovo
ciafcu-

in

quante

parti

come per efempio

che

no

DELLA STATUA.
no
tutti
tri
1

195

fi
i

ridivida

in

6.

parti minori
1

le

quali 10 cio
i.

chiamo minuti
2.
i

&
gii

a
al-

gradi aggiungo
,

loro numeri,

:.

&:

4.

&

per ordine

fino a tanto clV io har- porti

loro

Quefto cerchio cofi fatto, 6c ordinato, fi Et a querto cerchio accomodo, la linda mobile, la quale l ta in que{\o modo: lo piglio un regoletto fottile & diritto, lungo tre piedi del fuo genere & con una de le fue tcfte lo fermo con un perno talmente che egli vi ih falal centro del fuo Orizonte o cerchio doi in modo pure che egli l p.ofla girare, &C con l'altra tefta arrigradi.
, ,

numeri a tutti chiama Orizonte.

talmente che liberamente fi polTa transferire &. trafportare allo intorno. In quella linda difegno io con i punti quelle once che vi cappiono, limili a quelle del modine, che di fopra fi diffono. Et quelle once ancora ridivido di nuovo in parti miver fuori del cerchio
,

pur uguali, come l fece nel modine OC, incominciandomi dal centro aggiungo alle once i loro numeri, i. 2. 3. &: 4. A quefta Et tutto quefto linda attacco io un filo fottile con un piombinetto del piombo, io inllrumento fatto de lo Orizonte, de la linda, Di quelo chiamo il dithnitore j tale quale io 1' ho defcritto Dicafi che il vivo ^ o il fto diffinitore mi fervo io in queflo modo
nori
:

&

&

modello,
finiftra

dal quale io vorr pigliare le determinationi,


raffreni

fia

una
la

fta-

tua di Fidia, la quale a canto di una carretta

con
il

man

un cavallo. Io pongo il la detta llatua, in maniera che Tuo centro, pollo in cima de
perno:

diffinitore in
egli
ftia

cima, fopra
io lo

capo de

per ogni verlb a piano del

la

ftatua

dove

fermo con un

punto, fopra del quale Ik in tella lo legno mettendodi detta ftatua, fermo il centro del cerchio, vi uno ago, o un perno. Dipoi dal determinato luogo nell' Orizonte, ftatuifco 6c pongo, con il voltare de lo inftrumento, il gi primo difegnato grado, tal che io fo verfo dove egli fia volto. Il che li fa in quefto modo Io conduco quefto regolo mobile , cio la linda, alla quale appiccato il filo, o piombo, l dove egli arrivi al primo giado de lo Orizonte, quivi fermatolo, lo volto, o giro con tutto il cerchio dell' Orizonte, attorno, fino a che il filo del piomnoto,
avvertifco
il

&

&

&

&

o tocchi qualche principale parte di qucfta 'ftatua, come farebbe a dire un membro pi noto di tutti gli altri , cio il dito de la mano delira di qui potr io , 5c come , & verfo dove mi

bo

arrivi,

piacer

movere ogni volta


egli

di

nuovo quefto
,

diffinitore

&

riducer-

prima fopra detta ftatua, cio, che il perno da la cima de la tefta de la ftatua, penetrando per il centro del diffinitore & il piombo che dal primo grado cadeva de lo Orizonte torni pendendo a toccare quello ftefdiPofte & ordinate quefte cofe l dito grolTo de la man deftra cafi che 10 vogli fegnare, o notare lo angolo del gomito finiftro,
lo
,

ancora che

torni giufto

come

egli

ftava

&

b 2

ina-

1^6

DELLA STATUA.
&
&
&

feri ve rio ancora: io fo in quefto modo: Io impararlo a mente, inftrumento con il fuo centro, pofto in fermo quefto diflnitore, luogo detto, talcima de la tefta de la ftatua, in quefto ftato , mente che la tavola nella quale difegnato lo Orizontc , fia del giro a torno la linda, fino a tanto che il immobile tutto falda filo del piombo tocchi quel gomito finiftro di detta ftatua che noi vo-

&

&

levamo notare. Dal

fare quefto in quefto


.

modo,

ci

occorreranno tre

cofe, che faranno a nollro proposto to la linda nello Orizonte


,

La prima

cofa avvertiremo quan-

da quel luogo donde la haremo prima mofta avvertendo a qual grado de lo Orizonte batte detta linda, o al ventefimo , o al trentlimo, o ad alcuno altro cofi minuti fegnati nella fatto. Secondariamente avvertirai nelle oncie, linda, quanto effo gomito fi difcofti dal centro di mezo del cerchio: Dltimamente per terzo, avvertirai pofto il modine fu '1 piano del quanti minuti, il detto pavimento di detta ftatua, quante once, Et fcriverai quefte mifure gomito i] rilevi di fu il detto pavimento in fu '1 tuo foglio, o libretto in quefto modo, cio. Lo angolo
iia

lontana

&

&

minuti 5. nelOrizonte viene a gradi io. , minuti 3., dal pavimento nel modila linda a gradi 7., minuti 4. Et cofi con quefta medelima regone a gradi 40. , la potrai notare tutte le altre parti pi notabih de la detta ftadove elle fi truovino , come per modo come tua , o modello
del

gomito

finiftro

nell'

&

&

&

&

&

di
gli

efempio
altri

fono

gli

angoli
fimili
.

de

le

ginocchia,
f

rilievi,

cofe
gli
fi

Ma

tu
ei

de le fpalle , &C vorrai notare, o avvertire


tanto
afcofi
,

&

le

concavit,

o
vi

sfondi,
polfa
,

quando
il

faranno
del
fpalle

o ninter-

pofti, che

non

accoftare

filo

piombo,
nelle

come
,

viene

nilla

concavit
in
,

che

infra

le

reni

noterale
altro
fi-

comodamente lo a piombo
to
fi

quefto

modo,

aggiugnerai

alla

linda

uno

voglia

venga lontano quanche cafchi a detta concavit , dal primo filo, che non importa: percioche mediante
de piombi
,

&

quefte due

fila

ti

avverr che per

le

loro diritture

codi

me

che
,

elle

fieno
,

appiccate

ad uno

ftile

de

la

fuperficie piana

o interfeghi amendue quefte linee de le fila , potrai dico vadia penetrando fin dentro al centro de la ftatua quanto la feconda linea , o ritrovare mediante il loro operare del fecondo piombo fia pi vicino del primo, al centro del filo dilfinitore il qual fi chiama il piombo del mezzo Se quefte cofe fi quello fipranno a baftanza , tu potrai facilmente bavere imparato
fopra

che

tagli

&

di che

ti

avvertimmo

di

fopra:

cio

che

per aventura
,

la

detta

ftatua fulfe ftata ricoperta fino a certa groflezza


,

o di terpotrai dico forandola con via efpedita, certa & comodifima, ra andare a trovare fubito qual f] voglia punto o termine notato nella ftatua. Conciofia che egli manifefto , che con il girare di quedi cera
, ,

fta

,,

DELLA STATUA.
fta

197

un piombo tale, che fi difegna una linea curva a guifa de la fuperficie di un cilindro dal qual cilindro quefta fktua viene compresa & accerchiata Se qucfto cofi in quel modo che
linda,
li

fa

tu
tire

potefH con quella


il

felTa

redola penetrando

la

aria

notare

&

aver-

T. K. mentre che la tua llatua non era preoccupata da alcuna cera o terra, che per via di dire diciamo che kde il rilievo del mento, tu potrai con la medefima regola far il medefimo penetrando la cera, o la terra, come quando penetrarti la aria, facendo conto che la aria fi fia convertita in cera, o m terra. Mepunto
.

diante queife cofe che

fi

fono racconte

ci

avverr
fi

che
dille

ei
,

li

porr

comodilTimamente

mezza

la

che poco di fopra l'altra mezza tua flatua a Carrara,


fare

quel

cio fare

&

finire
,

nella Ifola di

o modello di Fidia in due parti, & fia quefto fegamento, o tag'io di una fi.iperficie piana la per modo di dire dove noi ci cinghiamo Senza dubbio confidatomi io ne gli ajuti di quefio noftro difhnitore, o
Paro. Imperoche
feghifi

per

il

mezzo

la

detta latua

inrtrumento
punti
,

&
io

da

efl"i

ajutato

potr
di

notare

quanti
nel

fi

vogliono
del
dif-

che

mi

far

profi.ippofl:o

notare

cerchio

Se tu mi concedi che quefe cofe fi pofimo fare, tu potrai indubitatifilmamente notare, legnare ancora in tutto il modello , qual fi vogha parte che tu Conciofia che tu tirerai nel modello una harai prefa a voglia tua linea roffa piccola, che in quel luogo ti fervir in cambio dell' fc interfegamento dell' Orizonte dove terminerebbe quel fi;gamento la ftatua fuffe fegatas &C punti notati in qucfto luogo, ti darieno
finitore

attenenti alla fi;gata

fuperficie.

&

occafionc di poter finire

il

lavoro.

Le

altre

cofe

ti

verran fatte co-

me

Finalmente mediante tutte quelle cofe che infino a qui fi fon dette, fi vede afiai manifefto) che fi poflono pigliare le i mifure , determinamenti da un modello , o dal vivo comoche fia mediante diffimamente per fare un lavoro o una opera Io defidero che quefto modo di lala ragione &C la arte perfetta
ti
fi

difie.

&

vorare

fia

famigliare a miei Pittori


.

&

Scultori

quali f

mi crederan-

Et perche la cofa fia mediante gli efemne rallegreranno che le fatiche mie habbino maggiormente a pj pili manifella, di dcfcrivere cio le mifure pringiovare , ho prefa quefta fatica cipali che fono nel huomo Et non le particulari folo di quefto voo di quel altro huomo ; ma per quanto mi itato poflibile concefTa in dono dalla natura glio porre quella efatta bellezza ,

no

&

Ec

quafi

con
a

certe

determinate
in
la

portioni
j

donata a molti
colui che
i

corpi

&

voglio
fare

metterla

ancora

fcritto

Immitando
de
1'

aprelTo

Crotoniati
,

ftatua
tutte

la

Dea
belle

havendo a and fccgliendo da


le

diverfe

Vergini
rare
,

&
pi

pi

di

altre

pi
egli

eccellenti
in

&

pi

&c

honorate parti

di

bellezze

che

quelle

ip8
le

DELLA STATUA.
,

giovane vedelTe

&
io

le

menfe poi nella fu {latua


molti
corpi
,

In quefto

me-

da coloro che pi ianno , belhfTimi , da tutti ho cavate le loro mifurc & proportioni i de le quali havendo poi infeme fatto comparatione lafciati da parte gli eccefT de gli edremi , f alcuni ve ne fuflino che (uperafTino , o fufTmo fiiperati da gli altri ho prefe da diverfi corpi modelli quelle mediocrit , che mi fon parfe le Mifuratc adunque le lunghezze , pi lodate le le larghezze groflezze principali &C pi notabili , le ho trovate che fono cefi fatte Conciofa che le lunghezze de le membra fono quelle
fcelti

defimo

modo ho

tenuti

&

&

&

&

&

Altezze dal pavimento

PIEDI
al

GRADI MINUTI
3

La maggior

altezza
,

fino

collo del piede

tal-

La
La

altezza di

fuori del

lone
altezza di dentro del tal-

lone

La
La

altezza fino al ritiramen-

to fotto la polpa' altezza fino al ritiramenil

to fotto
fo
,

rilievo

dell' of^
il

che

fotto

ginoc-

chio dal lato di dentro

La

altezza

fino

al

mufcolo
i

eh'

nel ginocchio dal la-

to di fuori

La La

altezza fino a granelli


alle

&
2

natiche
all'

altezza fino
il

offo fot-

to
la

quale

fta

appiccata

natura

La La La La
La La

altezza fino alla appicca-

tura de la cofcia
altezza fino al bellico

3 3

altezza fino alla


altezza
forcella

cintura

fino

alle

pope

&
la

de lo

ftomaco

altezza fino alla fontanel-

de

la

gola
fino al

altezza

nodo
mento

del

collo

La

altezza fino al

DELLA STATUA.
PIEDI
La La
La
altezza fino
altezza
all'

199

GRADI MINUTI.
5

orecchio
principio

lino al
in

de capegli
altezza

fronte
al

fino
la

dito

di

mezzo de
zoloni

mano

fpen-

La

altezza fino alla congiun-

tura di

detta

mano

pen-

dente

La La

altezza fino alla congiun-

tura del gomito


altezza
fino
la

pendente allo angolo


{palla

pi alto de

Le larghezze che

fi

mifurano da

la

deftra alla

finift ra.

La maggior
de

larghezza del pie-

4
larghezza nel cal-

La maggior

cagno La maggior larghezza in fra gli fporti de talloni Il ntiramento, o riftrignimento fopra
Il
i

2
2

talloni

ritiramento del
la

mezzo de
il

mufcolo La maggior grofTezza al muffotto

gamba

colo de
Il

la

gamba
fotto
la

ritiramento
fezza
dell*

grof-

offo

al

ginoc3

chio

La maggior larghezza odo del ginocchio


Il

deli'

4
co(cia
3

ritiramento

de

la

fopra

il

ginocchio
al

La maggior larghezza
zo de
la

mez5
fra
i

colcia

La maggior larghezza
mufcoli
dell'

appiccatura
fra a-

de la cofcia La maggior larghezza

mendui

fianchi fopra l'ap-

pie-

200

DELLA STATUA.
PIEDI

GRADI MINUTI.

piccatura de la cofcia

La

maggior DO

larghezza

nel

petto fra V appiccatura de


le braccia

La

maggior larghezza
fpalle

fra le

La La La

larghezza

del

collo
le

larghezza fra
la

larghezza de la

guance palma de

150 04
i

mano
del braccio
diverfe
i
,

Le larghezze

&

le

groiTezze fono mediante

loro m.oti

pur comunemente
nell*

fon

quefte

La La

larghezza del braccio

appiccatura

de

la

mano

larghezza del braccio dal

mulcolo

&C

gomito

La

larghezza del braccio dal

02 03
l

mufcolo
fpalla

di fopra fotco la

040
dietro.

Le

groffezze che fono

da

le

parti dinanzi a quelle di

La lunghezza che
groRo
al

dal dito

calcagno

La

groiTezza che dal collo


del piede allo

angolo
il

del

calcagno
Il

o
fotto

ritiramento
del piede

collo

o
fotto
il

Il

ritiramento

muf-

colo

a,

mezzo de

la

gamo

ba

Dove
ba

il

mufcolo della gam-

efce pi in fuori

o
la

Dove
La

efce

pi

in

fuori

padella del ginocchio

o
nella

maggior
cofcia
la

groflezza

p o

Da
le

natura allo fporto del-

mele

DELLA STATUA.
PIEDI
Dal
bellico alle

2<^

GRADI MINUTI
6
o ^

rem

Dove

noi

Da
le

le

cinghiamo poppe a gU fporti de


ci

^ o

rem
al

Dal gorgozule
collo

nodo
di
^

del

4
al

Da Da
La

la

fronte

dietro

del capo la fronte

al

buco

orecchio
appiccatura de

grofezza del braccio alla


la

n
,

dell

mano
al

La
La

grofezza

del

braccio
il

mufcolo fotro
grofezza al

gomito mufcolo fotdel bracla


^
^

to r appiccatura
cio

La maggior grofezza de mano La grofezza de le fpallc


Mediante quefte cofe (i prop rtioni che habbmo

^
iJ ^emle con-

pot facilmente
l"

IZ
,n

venientie

? propor ^'"^^J" *Me del corpo tutta la lunghe.xa che elle habbmo mfra
1
i

una per

-f.f^jt if*.
'

r
fi

che e j kkdebba
,

fa

var,no <-i nerci che Alacre lapere, perc.o


elle

o fieno d'ff^^^""
tale fcientia

'7

"ff V"^^/,<,

giudico che

potriano

raccontare

^utan.lo

&

fo quefta , la d.ligentia,
,,

le quali molte cofe j^j^fi ^erP'^-,^, o ftando egli ^ f^d^J^; varando ^^f, ,,. ;^^ parte^ Ma o la^ o q o vetfo quella altra O.ove d, ^h' opera

j' moitu 1,^.. Et fi ui lata ''^^^l ^^^^ jj ^^^^^o m

&

alla

accuratezza

lapere

.1

n-ero

de

cr;uaf re

de corp>

med,ante le '/^^ '^J"" ^ mezzo un cfmdro Pc^ cunftgalTeg.u a -^^^^ come f per avventura ^^ ^^^,.^ ^ =' 'J <^"= 1' quella Pae eh: , ritto, talmente ^i^ (l, a pane che ^da^^^^_^_^ qu^ da fp,ccata d,v,fa,
fulfe

X n^reparlemo ^"'^
&
le

n/lpe, if^^^^^Ji:^^,^,acJe d,.fion.


le

-^f^rent.e

le

&

^^^_

^^ ^

r;ua,r?r"afa"d'elto';' fr^he
^!n. de lo altro

-n

tutto

.per

tto

fim.le

alla

': cotprefo da'

ellendo 11 tut harebbe una forma medefima , cerch, . che fono q^tro. medefime Imee .

&

202
Simile
a

DELLA STATUA
quefto

il notamento o avvertimento, o feparamento de corpi che fi fono detti conciofia che il difegno di quella linea da la qual viene terminata la figura & con la

adunque ha da
,

e(Tere

quale
chio
,

fi

ha

da

a feparare quella fuperficie che ti fi apprefenta allo ocquella altra che allo occhio nafcofa , fi debba fare nel

fopradetto
r
in

modo

Il

quale
quel

difegno

invero

di

linee

fi

difegne-

, che fi ricerca al muro , rapprefenluogo una figura molto fimile ad una ombra che fuffe sbattuta in eHo da un lume che per avventura vi fufie interpofto , che la illuminale da quel medefimo punto della aria,

un muro
quel

in

modo
,

ter

in

&

nel
forte
in

quale
di

fi

ritrovava
,

divifione

quefto

modo

le

prima lo occhio del riguardante. Ma quefta o feparamento , & quella regola de lo avvertire cofe da difegnarfi, fi afpetta pi tofto al Pic-

che allo Scultore: <& di effe tratter altra volta. Oltra di quefto fi appartiene a chi vuol fare profertlone di quefta arte fapere principalmente , quanto ciafcun rilievo , o sfondo di qual voglia membro, fi fia lontano da una certa determinata poficura
tore,
di

linee

J?,o

^rfii^ BS.' f.

Vidh

Vai-^or7

Statua.

Vtdu V. Tlnltppus

Mana

Tofelli

Clertcus T{e.ulans

Tauli

t^
<r

'

r<

^fmea

Lardinalt

Joametto

Ovtltmt

To^.^f7-

T>'te

15.

Mali 1785.

IMT\IMATU\.
Fr.

Aloyfiu.

Maria

Ceruti Vuar^u. General. S.

Officli

XomnU

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