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Insegnamenti e non solo

Prepararsi alla morte


Posted in cura morienti on 02/19/2011 08:17 pm by admin

Relazione del Ven i Ghesce Ciampa Ghiatso Convegno: Ciclo di Vita dicembre 1998 .Non vi nulla di pi certo che la nostra morte. Tutti noi sicuramente moriremo ma non sappiamo quando. Il momento della nostra morte del tutto imprevedibile. La morte non potr, comunque, essere evitata. Non importa dove saremo, la morte ci raggiunger e a quel punto non potremo fare molto per allungare la nostra vita. IN QUEL MOMENTO SARA TROPPO TARDI PER PENSARE AI PREPARATIVI PER LA MORTE. Sar troppo tardi per iniziare ad applicarsi in una pratica spirituale che ci aiuti nel momento della morte. Abbiamo forse pensato tante volte oggi sono stanco e praticher domani cos facendo la morte arriva. Dobbiamo ora generare una forte determinazione a iniziare a prepararci per la morte applicandoci nel sentiero spirituale, praticando le pratiche spirituali che sviluppano le qualit interiori. Nel momento della morte solo la pratica spirituale ci sar di vero aiuto. Non importa quanti parenti avremo o amici perch nessuno di loro potr venire con noi. Cos per le nostre ricchezze materiali accumulate durante la vita, dovremo lasciare tutto. Abbiamo avuto un enorme cura del nostro corpo e anche questo andr lasciato. Lunica cosa che ci porteremo dietro, che ci accompagner nel morire sono le qualit interiori che avremo sviluppato nella nostra mente. Per queste ragioni necessario prepararsi per tempo alla morte. LE CINQUE FORZE Gli insegnamenti buddhisti per trasformare la propria mente parlano di cinque forze che dobbiamo applicare durante la nostra vita e di cinque forze che devono essere applicate al momento della morte. Durante la vita 1. Il potere della determinazione. una forte determinazione a non permettere che nessun pensiero, emozione o afflizione mentale possa dominare le nostre azioni fisiche e verbali neppure per un istante. Cominciamo determinandoci in questo per un giorno, quindi per una settimana, poi per un mese, per un anno fino a pensare non permetter che questo accada finch non otterr lilluminazione. Possiamo parallelamente pensare: Mi impegner a sviluppare compassione, amore e saggezza cos da ottenere lilluminazione per poter essere di beneficio a tutti gli esseri senzienti. Non mi separer mai da questa intenzione durante tutto il giorno, questo mese, questo anno, fino allilluminazione. 2. Il potere del seme bianco. limpegnarsi nelle perfezioni quali la generosit, la moralit, la pazienza, la concentrazione, lo sforzo entusiastico e la saggezza che ci fanno generare, mantenere ed accrescere la nostra attitudine altruistica allilluminazione portandoci alla responsabilit universale.

3. Il potere del rincrescimento. Capiti gli svantaggi dellegoismo e dellegocentrismo sviluppiamo il rincrescimento per il nostro atteggiamento passato e ci impegniamo ad abbandonare legoismo. Tale pensiero distorto nasce da una concezione erronea di come i fenomeni esistono. Sarebbe meglio che io fossi bruciato, che mi tagliassero la testa, che fossi ucciso, piuttosto che mi inchini ai miei nemici intendendo per nemici le distorsioni mentali. 4. Il potere della preghiera. Pregare che le nostre azioni positive, passate, presenti e future, di corpo parola e mente possano, possano condurci alla responsabilit universale e allilluminazione per il beneficio di tutti gli esseri. Shantideva dice: Gli esseri infantili lavorano per i loro scopi personali, i buddha operano per il beneficio degli altri. 5. Il potere della famigliarit. Dobbiamo renderci famigliari con lattitudine di beneficiare gli altri, farla sorgere dentro di noi come una forte volont, un vero desiderio. La nostra mente piena di imperfezioni ha una grande qualit: pu fare qualunque cosa le venga insegnata. Questi cinque poteri, coltivati e praticati durante la vita, fanno s che le nostre qualit interiori si sviluppino e al momento della morte avremo una mente colorata da unattitudine fiduciosa e gioiosa, perch sentiremo di aver vissuto una vita ricca di significato. Al momento della morte 1. Il potere del seme bianco. Confessare, riconoscere e purificare qualunque azione negativa compiuta nel passato causa di sofferenza futura. Dobbiamo liberarci dalle nostre paure e pensare: Va bene sto morendo, ma tutto O.K. Dobbiamo lasciare lattaccamento per i nostri possedimenti, donarli agli esseri realizzati, ai santi, ai poveri. Dobbiamo eliminare lattaccamento per il nostro corpo che nasce dalla visione errata del s. Questa distorsione mentale la radice di tutte le emozioni distruttive. A causa dellattaccamento per il nostro corpo ci siamo coinvolti in molte attivit negative per ottenere cibo, abiti, possedimenti di vario genere. Ci siamo impegnati nel realizzare i nostri obiettivi egoistici e cos facendo continuiamo ad essere sopraffatti da uninfinit di sofferenze e a rinascere nel samsara, nel dolore delle rinascite inferiori. Shantideva diceva: Chiunque attaccato a questo corpo spaventato anche per le minuzie. Chi non disprezzerebbe tale nemico, il corpo, che permette il sorgere di tanta paura? Volendo trovare sollievo per la fame, la sete e le malattie, abbiamo ucciso uccelli, pesci, cervi, abbiamo aspettato gli altri al margine delle strade per derubarli. Se addirittura per lagio di questo corpo si arriva ad uccidere nostra madre e a rubare le offerte dei Tre Gioielli rinascendo negli inferni, quale uomo saggio darebbe protezione a questo corpo? Non lo disdegnerebbe e lo considererebbe, invece, un nemico? 2. Il potere dellintenzione. il determinarsi nello sviluppare la propria mente altruistica verso lilluminazione anche durante lo stadio intermedio verso la nuova rinascita. 3. Il potere del rincrescimento. Al momento della morte questo potere riferito allessere consapevoli degli svantaggi dei difetti mentali o delle emozioni

perturbatrici. Dobbiamo essere pronti a difenderci dal comparire di tali menti distorte. 4. Il potere della preghiera. Preghiamo in modo intenso e sincero di non essere mai separati dalla mente altruistica che vuole ottenere lilluminazione, di non essere sopraffatti dallignoranza del s e, dalle emozioni distruttive. 5. Il potere della famigliarit. Assumiamo, al momento della morte, la posizione del leone: sdraiati sul fianco destro, la guancia destra si appoggia sulla mano destra, e il polpastrello dellanulare della mano destra chiude la narice destra, mentre la mano sinistra posata sulla gamba sinistra. Respiriamo solo attraverso la narice sinistra. In questa posizione dobbiamo compiere la nostra pratica di meditazione per trasferire la coscienza o powa, in una dimensione superiore. I cinque poteri al momento della morte (riassunto) 1. Il potere del seme bianco: Ghesce Ciampa Ghiatso: confessare e purificare qualunque azione negativa compiuta; liberarci dalla paura lasciare lattaccamento per le cose materiali donando i nostri possedimenti lasciare lattaccamento per il nostro corpo che ci ha fatto compiere innumerevoli azioni negative Serkong Rinpoce: donare tutti i possedimenti, se lo facciamo di persona i meriti accumulati sono maggiori pensare al proprio corpo in aspetto trascendente e puro e lo si offre. 2. Il potere dellintenzione: Gheshe Ciampa Ghiatso Il potere che deriva dal determinarsi a sviluppare la propria mente altruistica per raggiungere lilluminazione anche durante lo stadio intermedio verso la nuova rinascita: Serkong Rinpoce laspirazione di rinascere in un posto dove si pu fare il bene degli altri; 3. Il potere del rincrescimento/purificazione Ghesche Campa Ghiatso Il potere che deriva dallessere consapevoli dei difetti mentali quali odio, attaccamento ed ignoranza; essere pronti a difenderci dallinsorgere dei difetti mentali; Serkong Rinpoce Consiste nel liberare la coscienza da ogni illusione e da ogni impressione negativa al momento della morte. 4. Il potere della preghiera Gheshe Campa Ghiatso Preghiamo intensamente di non essere mai separati dalla mente altruistica che vuole ottenere lilluminazione e di non essere sopraffatti dallignoranza della concezione del s e dei difetti mentali;

Serkong Rinpoce Al momento della morte non bisogna pregare di rinascere in una terra pura o altro luogo fortunato, ma il miglior pensiero sar quello che i nostri meriti maturino per gli altri e le loro sofferenze vengano su di noi; Pregare di poter fare sempre il bene degli altri e affidarsi ai tre Gioielli affinch ci aiutino a realizzare il nostro scopo. 5. Il potere della familiarit Ghesce Campa Ghiatso Al momento della morte assumiamo la posizione del leone, sdraiati sul fianco destro, la guancia destra appoggia sulla mano destra e il polpastrello dellanulare della mano destra chiude la narice destra, mentre la mano sinistra posata sulla gamba sinistra. Respiriamo solo con la narice sinistra. In questa posizione compiamo la nostra pratica di meditazione per trasferire la coscienza o powa. Serkong Rinpoce La mente deve essere concentrata su bodhicitta con cui ci siamo familiarizzati; A livello intermedio si pensa ai tre addestramenti in particolare alla moralit che impedisce di rompere i voti A livello inferiore si prende continuamente Rifugio. La morte negata, la morte rubata Lincapacit di portare ai moribondi laiuto e lattenzione di cui hanno particolarmente bisogno nel momento del decesso dovuto alla nostra paura e ci avviene proprio perch nella morte daltri scopriamo unavvisaglia della nostra. La vista di un moribondo intacca la difesa attivata dallimmaginazione dimmortalit che edifichiamo come un muro. La nostra capacit personale di affrontare una malattia senza speranza laspetto pi importante. Se questo un grosso problema nella nostra vita e la morte vista come un argomento spaventoso, orribile, tab, non potremo mai affrontarlo con calma e con utilit con un malato. La nostra idea fondamentale inconscia che la morte non mai possibile per noi stessi. La fine sempre attribuita ad un intervento maligno esterno, per opera di qualcun altro. Perci la morte in se stessa collegata con un atto cattivo, un avvenimento spaventoso, qualcosa che in s reclama vendetta e punizione. La nostra capacit personale di affrontare una malattia senza speranza laspetto pi importante. Se questo un grosso problema nella nostra vita e la morte vista come un argomento spaventoso, orribile, tab, non potremo mai affrontarlo con calma e con utilit con un malato. I medici che hanno necessit di negare la loro morte, troveranno un rifiuto anche da parte dei loro malati. Il bisogno di rifiuto da parte del paziente direttamente proporzionale al bisogno di rifiuto del medico. Solitudine e sconforto dei curanti16: . Langoscia che percepisce (chi vicino al morente) nei loro sguardi inevitabile negli esseri umani di fronte alla fine cos vicina, allignoto della morte. Ed tentata di sopprimerla non tanto perch non sa come

alleviarla, quanto perch risveglia in modo insopportabile le sue angosce personali! Cos si entra nel circolo vizioso. Il morente percepisce subito lansia dellinfermiera, e non riesce a condividere i suoi tormenti. Si ripiega su se stesso, rifiuta ogni contatto, a volte diventa aggressivo, brutale e sprofonda nellabisso della solitudine. A questo punto difficilissimo per linfermiera raggiungere una persona tanto chiusa in se stessa. Cos tempesta il povero malato di domande: Sente male? Ha paura? Ma le domande ottengono il solo risultato di terrorizzarlo ancora di pi. Il malato si chiude ulteriormente oppure manda linfermiera a farsi friggere. Lultima spiaggia? Aumentare la dose di calmanti. Il risultato non si fa attendere: il malato sprofonda nellincoscienza. Dorme e non d pi fastidio a nessuno. Avere il coraggio di infrangere la solitudine del morente, di bussare alla sua porta, non facile. Bisogna saper dimostrare di non aver paura di entrare in contatto con quel tipo di angoscia. Ed proprio la capacit di andare verso il morente che manca alla maggior parte del personale ospedaliero. Il confronto con le domande senza risposta, il rapporto con i sensi di colpa e di impotenza perch non si sa pi che dire o che fare, sono insopportabili. Senza sostegno, senza formazione, senza maturit personale, come si pu sedere al capezzale di un agonizzante, assorbire leccesso di angoscia, permettergli di parlare, trasformando con lascolto una paura incontrollata in qualcosa di sensato? In genere i morenti non chiedono altro: esprimere il loro tormento, sentire che qualcuno li ascolta. Quando diventa impossibile rimanere presenti malgrado limpotenza, tenere una mano irrequieta, reggere uno sguardo implorante, asciugare lacrime su una guancia Sono qui, parli puremi racconti., si cede alla tentazione di far sprofondare nellincoscienza il morente, perch finalmente taccia, per chiudere per sempre quegli occhi troppo penosi. Definizione O.M.S di Cure Palliative Le cure palliative hanno come obiettivo il miglioramento della qualit di vita dei malati terminali e delle loro famiglie attraverso la prevenzione e il sollievo dalla sofferenza, grazie allidentificazione e al trattamento del dolore e di altri problemi fisici, psicologici e spirituali. Cura attiva, totale, di malati la cui malattia di base non risponde pi a trattamenti specifici. Fondamentale il controllo del dolore e degli altri sintomi, e in generale dei problemi psicologici, sociali e spirituali. Lobiettivo delle cure palliative il raggiungimento della migliore qualit di vita possibile per i malati e le loro famiglie. Molti aspetti dellapproccio palliativo sono applicabili anche pi precocemente nel corso della malattia. Recente definizione OMS delle Cure palliative Le cure palliative sono la risposta appropriata ai bisogni dei malati in fase avanzata e terminale di malattia e dei loro cari. Secondo la pi recente definizione dellOrganizzazione

Mondiale per la Sanit, le cure palliative sono un approccio che migliora la qualit della vita dei malati e delle loro famiglie che si trovano ad affrontare le problematiche associate a malattie inguaribili, attraverso la prevenzione e il sollievo della sofferenza per mezzo di una identificazione precoce e di un ottimale trattamento del dolore e delle altre problematiche di natura fisica, psicosociale e spirituale. Le cure palliative forniscono il sollievo dal dolore e da altri gravi sintomi, sono garanti della vita e considerano la morte un processo naturale che non intendono affrettare n ritardare. Le cure palliative integrano gli aspetti psicologici e spirituali della cura dei pazienti e offrono un sistema di supporto per aiutare i malati a vivere nel modo pi attivo possibile fino alla morte. Offrono anche un sistema di sostegno per aiutare le famiglie ad affrontare la malattia del proprio caro e, in seguito, il lutto. Utilizzando un approccio multidisciplinare in equipe, le cure palliative rispondono ai bisogni dei malati e delle famiglie, offrendo, qualora necessario, un intervento di supporto nella fase di elaborazione del lutto. Migliorano la qualit della vita e possono influire positivamente sul decorso della malattia. Possono essere iniziate precocemente nel corso della malattia, in associazione ad altre terapie mirate al prolungamento della vita, quali la chemioterapia e la radioterapia e comprendono le indagini diagnostiche necessarie per meglio riconoscere e gestire le gravi criticit cliniche, fonte di angoscia. Le cure palliative dovrebbero essere proposte con gradualit, ma prima che le problematiche cliniche diventino ingestibili. Le cure palliative non devono essere prerogativa solo di team specializzati, attivi a livello domiciliare, negli hospice e in ospedale, essendo attivate solo quando tutti gli altri interventi terapeutici sono stati interrotti. I principi della medicina palliativa devono diventare parte integrante in tutto il percorso di cura e devono essere garantiti in ogni ambiente assistenziale. Dolore totale Il dolore totale che si abbatte sulla persona in fase avanzata di malattia e dei suoi cari ha anche una componente spirituale citata nei manuali di cure palliative, ma nella prassi o la si ignora o la si traduce, riducendola, a credo religioso.

In genere, in Italia, la componente spirituale e i bisogni spirituali, per la gran parte non sono n conosciuti n riconosciuti o, nella migliore dellipotesi sono ritenuti di totale competenza del ministro di culto chiamato nel momento ultimo. Amore e gentilezza non sono un lusso, ma una sorgente di felicit e salute per gli altri e per noi stessi17. I BISOGNI SPIRITUALI DEI BUDDISTI NEL MOMENTO DEL MORIRE Il buddhsimo Il buddhsimo la tradizione spirituale che nasce dagli insegnamenti di Buddha Shakyamuni in India circa 2500 anni fa. Molte sono le scuole Buddhiste che si sono sviluppate dal Suo insegnamento e i bisogni spirituali possono variare in accordo alle differenti tradizioni. Le principali scuole buddhiste sono: La scuola Teravada della Birmania, Laos, Shri Lanka e Tailandia; la scuola Mahayana della Cina, Giappone, Vietnam e Tibet. Rami della tradizione Mahayana sono il buddhismo Zen e la tradizione della Terra Pura. 18 I Buddhisti delle differenti tradizioni praticano ciascuno al loro proprio livello qualcuno pratica divenendo monaco o monaca, qualcuno uno studente e qualcuno enfatizza la meditazione. Qualcuno ha una piccola comprensione filosofica del buddhismo ma ha una fede molto forte in Buddha. Qualcuno vede il Buddhismo come una religione. Qualcuno pratica il Buddhismo perch non una religione. I buddhisti non hanno con certezza gli stessi bisogni al momento della morte. Cosa significa Buddha Il buddhismo non crede in un Dio creatore. Seguendo il sentiero del Buddha tutti gli esseri possono raggiungere lilluminazione. Molti sono gli esseri che hanno gi raggiunto lilluminazione cos possiamo dire che molti sono i buddha. Quando un buddhista parla del Buddha si riferisce generalmente al Buddha storico dal quale originano gli attuali insegnamenti. Le differenti tradizioni buddhiste parlano anche di differenti Buddha. Per esempio, molti Buddhsiti Asiatici pregano Buddha Amitabha per poter rinascere nel suo puro reame o paradiso. Alcuni pregano Shakyamuni il buddha presente, altri Maitreya il buddha del futuro. Qualcuno prega Cenresig il buddha della compassione. Sono molte le manifestazioni delle diverse qualit e attivit dellenergia illuminata. I buddhisti credono che la vita sia la cosa pi preziosa che posseggono e la cosa pi difficile da perdere. Tutti i buddhisti abbandonano il prendere la vita propria o degli altri. Alcuni potrebbero non essere daccordo sul donare i propri organi. Altri potrebbero essere daccordo perch questo una pratica della generosit. Generalmente un Buddhista non desidera praticare leutanasia.

I buddhisti credono che la persona ha un corpo e una mente. La mente un continuum senza inizio o fine. La morte la separazione della mente dal corpo. Il corpo non ha significato una volta avvenuta la morte. La mente prosegue e prende rinascita in un nuovo corpo. Lo stato della mente negli ultimi istanti di vita pu influenzare la futura rinascita. Che cosa importante per un Buddhista al tempo della morte 1) Prima di morire: Tenere la mente in uno stato positivo - ricordare avvenimenti positivi, in che modo siamo stati daiuto per gli altri nella nostra vita. Se il morente sente dolore aiutarlo a vedere la sofferenza come qualche cosa di utile (dargli un senso) - ci permette di provare compassione per gli altri, dovuta al karma che si sta esaurendo, permette di dare ad altri una opportunit. Aiutare il morente a pregare, a meditare, a leggere insegnamenti buddhisti. Mettere a fuoco la prossima rinascita. Avere un ambiente pacifico e armonioso. Qualcuno potrebbe non volere i parenti. Qualcuno potrebbe voler vedere membri del Sangha (monaci o monache) o un maestro. Il morente ricorder il suo passato. Permettergli di esprimere rincrescimento per gli errori passati. Evitare di far sorgere nel morente rabbia o attaccamento. Molti vorranno tenere la mente pi vigile possibile. 2) Dopo morto: Lasciare il corpo indisturbato per pi tempo possibile. Quando il momento di muovere il corpo toccare la parte alta del capo per prima. Il corpo potr essere cremato sepolto secondo i desideri individuali. Compilato da Yeshe Khadro The Karuna Hospice Service PO BOX 2020, Windsor Qld 4030 Australia Kublerr-Ross (La morte e il morire, Cittadella dAssisi) 1a fase: IL RIFIUTO E LISOLAMENTO (non accettazione della diagnosi e della realt, negazione); 2a fase: LA COLLERA (perch io?- perch adesso? Nei famigliari:perch proprio a me); 3a fase: VENIRE A PATTI (con Dio o con il medico); 4a fase: LA DEPRESSIONE (non pi possibile negare la malattia e la realt della morte prossima); 5a fase: LACCETTAZIONE Vediamo come la Kubler-Ross abbia osservato che nelle fasi del morire compare la fase della negazione (che si vince con la consapevolezza del morire) e la rabbia che si vince con la pratica della pazienza. Lopposto della rabbia lamore, infatti non possiamo nello stesso istante amare e odiare qualcuno.

Lantidoto alla rabbia la pazienza. Ma capiamo prima che cosa la rabbia. LA RABBIA Definizione di rabbia Lodio (o rabbia) unimpazienza e un intento nocivo che insorge quando appare alla mente un essere senziente nocivo, la propria sofferenza o le origini della sofferenza. Lavorare con la rabbia significa capire che cosa lodio e la rabbia e perch compare. Nel morente la rabbia dovuta anche al sentire di essere stati ingannati, si prova rimpianto per non avere vissuto totalmente, si ha la sensazione di avere sprecato un opportunit; che cosa il rimpianto: senso di perdita, di non aver fatto tutto ci che potevamo, sentire che potevamo fare di pi, che si aveva un enorme opportunit che ora persa. La differenza tra odio e rabbia lintensit. Lavorare sulla rabbia, Thubten Chodron, Ubaldini Quando la nostra mente gioiosa e libera da rabbia o risentimento, cooperiamo con gli altri con il vantaggio di tutti, mentre quando siamo infelici e arrabbiati, sabotiamo il lavoro degli altri e insieme anche il nostro. La cultura occidentale e il buddhismo attribuiscono significati differenti alle espressioni emozione positiva ed emozione negativa. Per gli occidentali, le emozioni negative creano malessere e quelle positive benessere. La tristezza, ad esempio, un 21 emozione negativa perch ci fa sentire avviliti, mentre lattaccamento a una casa bellissima un emozione positiva perch ci fa sentire felici. Secondo la prospettiva buddhista, invece, la distinzione tra emozioni positive e negative dipende dal fatto che conducano allesistenza ciclica o alla liberazione. Lesistenza ciclica il costante ricorrere dei problemi che affrontiamo da una vita a quella successiva come risultato della nostra ignoranza di base. Le emozioni sono quindi positive se ci fanno abbandonare il ciclo di sofferenza di nascita e morte. Capire i vantaggi e gli svantaggi della rabbia. La rabbia benefica? (vi sono vantaggi nellarrabbiarsi? Essere aggressivi verso noi stessi o verso gli altri a cosa porta?: quando siamo in collera possiamo percepire un senso di potere, ma si tratta di un falso potere giacch la rabbia, alimentata dallodio e dalla riprovazione, ha bisogno di un nemico per esistere. Vedere coma la pazienza sia alternativa alla rabbia . Quando sorge in noi la rabbia dobbiamo riconoscerla e capirne le cause. Dobbiamo riconoscere di essere arrabbiati

Labitudine della rabbia ci porta a comportarci in modo costantemente aggressivo o a scattare per cose di nessun conto, proprio per abitudine mentale. Lintenzione inappropriata lingigantire, sotto linflusso della rabbia, quanto ci sta capitando. Il rapporto fra attaccamento e rabbia: lattaccamento genera anche amarezza e paura, che spesso a loro volta, sono alla base della rabbia. Conversazione fra lAmore e la Collera Collera, tu fai perdere la felicit e la gioia a tutti gli esseri migratori, ti insinui nella mente di tutti gli esseri viventi separando gli amici e allontanando ulteriormente chi gi in disarmonia. Se non ti contieni, io, Amore, ti getter nella bocca della Pazienza!. Io, Collera, sono una potente guerriera! Le virt accumulate in molti eoni Le anniento in un solo istante, e metto in subbuglio corpo e mente. Nella mente di tutti coloro che han vita, tu sei impotente, cosiddetto Amore, io sono certa di sconfiggerti. Tu, chiamata Collera, impudente e dissennata, nella mente di chiunque in cui dimori, divampando come il fuoco bruci le radici delle virt e crei infelicit. Chi ti pacifica il rorido amore. Io, Amore, sono colui che concede la felicit e la gioia. 22 Io, Collera, sono unardimentosa eroina; soggiogando nella mente di tutti coloro che han vita, permetto loro di sconfiggere i nemici e difendere parenti e amici. Tu, Amore, sei vile come un ladro. Io e te dovremmo confrontarci in una gara di forza! Tutti i saggi adottano me, lAmore; pu darsi che ci sia qualche scervellato che ti sostenga. Quando noi due rivaleggiamo, certo che proprio tu soccomba. Dunque, comprendendo la fallacia della Collera, abbandonatela, riconoscendo lautenticit dellAmore, adottatelo! Il fattore mentale dellodio ha la funzione di arrecar danno, benefica la funzione di aspirare a portare la felicit dellAmore, quindi, impegnatevi costantemente nel coltivarlo. Amici, riconoscete la Collera come un veleno! Abbiate pazienza, ho espresso ci che mi veniva in mente. Composto da un vagabondo chiamato Amore (Ciampa). Composta dal Venerabile Ghesce Ciampa Ghiatso18 LA PAZIENZA dal Lam Rim medio insegnamenti di Ghesche Campa Ghiatso sul Lam Rim medio: 1. Lentit della pazienza una mente che si trova a proprio agio senza essere sopraffatta dal danno ricevuto o dallesperienza della sofferenza, e che rimane focalizzata nellaspirazione per il Dharma. Odio, scoraggiamento, mancanza di apprezzamento e mancanza di desiderio sono la sua classe discordante.19 2. Il completamento della perfezione della pazienza consiste nella sola completa

abitudine della mente nel porre fine alla propria bellicosit e cos via, e non consiste nel liberare gli altri esseri senzienti dalla loro turbolenza. C la pazienza del non prestare attenzione al male procurato da altri, dellaccettazione quando la sofferenza si manifesta nel proprio continuum, e la pazienza della certezza della propria disposizione mentale. Quando sorge la sofferenza nel nostro continuum, dovremmo spontaneamente accettarla senza tristezza e senza essere disturbati. COME SVILUPPARLA: Meditare sui vantaggi della pazienza sugli svantaggi dellimpazienza 23 I vantaggi della pazienza: in futuro si avranno pochi nemici, si avranno buone relazioni con coloro che ci sono cari e non saremo separati da loro, sperimenteremo molta felicit fisica e mentale, moriremo senza rimorso per via di essere sicuri di avere agito bene durante la nostra vita, e, dopo aver lasciato il corpo di questa vita, rinasceremo tra i deva. Quindi, sono molti i vantaggi nellessere pazienti. La pazienza lornamento sublime di chi potente. Per gli asceti la forza migliore per sopportare le difficolt. Essa un torrente dacqua che estingue il fuoco della mente nociva. Grazie alla pazienza il corpo diventa molto bello, come se adornato con i segni e le esemplificazioni. Svantaggi: Non si sperimenter la pace della mente e cos via. Ci sono svantaggi visibili della rabbia: non sperimentiamo felicit mentale e certezze, la nostra felicit e gioia decresce ora dopo ora, difficolt ad addormentarsi, la nostra mente agitata. Gli amici e i parenti divengono irritati ed infelici con noi e si allontanano. Anche se diamo loro dei regali, non resteranno con noi. COME SVILUPPARE LA PAZIENZA DELLACCETTAZIONE DELLA SOFFERENZA20 Lam Rim Medio dice: 2B4B-2B3B-3C1C-3A1A-3C2B Come si sviluppa la pazienza dellaccettazione della soffer enza Come si sviluppa la pazienza dellaccettare la sofferenza: 1 Neutralizzar e labituale avversione per la sofferenza che sorge Quando la sofferenza che si manifestata facilmente curabile, lavversione non ha senso. Anche se non alleviabile, lavversione

inopportuna perch non di alcun beneficio, anzi dannosa; difatti, lipersensibilit rende difficilmente tollerabile anche il dolore pi insignificante, mentre persino la sofferenza pi intensa sopportabile con una pazienza maggiore. Quando sorge la sofferenza, non dovremmo opporci con una mente che pensa, non mi piace. Se la sofferenza che sorge facile da alleviare, non c bisogno di provare avversione mentale. Perfino se non possiamo alleviarla, non c nessun beneficio nellavversione la quale porta solo degli svantaggi a noi stessi. Se siamo ipersensibili o abbiamo poca tolleranza, sar molto difficile sopportare anche la minima sofferenza come, per esempio, se qualcuno ci dice hai proprio un naso grosso! Se fossimo meno sensibili e pi tolleranti, saremmo in grado di sostenere anche grandi sofferenze e non sarebbe neppure un problema se qualcuno ci dice che abbiamo un naso grosso, occhi piccoli e cos via. Cos, quelle persone che possiedono pi pazienza sono in grado si sopportare anche sofferenze molto intense. 24 Lam Rim Medio dice: 2 Considerar e gli aspetti [positivi] della sofferenza Continuate ad esercitare la mente nellaccettazione della sofferenza prendendo in considerazione i suoi lati vantaggiosi. Essa ha la qualit di spronare la mente verso la liberazione, perch se non ci fosse sofferenza non sorgerebbe il desiderio di giungere alla liberazione dallesistenza ciclica. Ha la qualit di eliminare larroganza, poich vanit e amor proprio sono annientati in una persona colpita dalla sofferenza. Essa ha la qualit di agire da deterrente per le azioni non virtuose, perch una persona che ha subito molte sofferenze e non vuole questi effetti generati dalla non virt, ne contraster le cause. Essere tormentati dalla sofferenza fa sorgere il desiderio di esperienze pi felici e, se volete provarle, dovete agire in modo virtuoso. Essa ha quindi la qualit di suscitare in voi la gioia per le azioni virtuose e, in modo commisurato alla vostra stessa esperienza, vi indica come far sorgere la compassione per gli esseri migratori, vale a dire, vi fa comprendere che anche gli altri sperimentano la sofferenza. Dovremmo pensare alle buone qualit della sofferenza. Per esempio, a causa della sofferenza genereremo la mente della rinuncia che desidera divenire libera dalla sofferenza ed emergere definitivamente dallesistenza ciclica. Daltra parte, se non sperimentiamo sofferenza, il desiderio di emergere dallesistenza ciclica non sorger. La sofferenza, tuttavia, agisce come stimolo per la nostra mente nellottenere la liberazione, come se qualcuno ci dicesse Devi ottenere la liberazione dalla sofferenza! Con lo sperimentare sofferenza, lorgoglio che pensa alla nostra superiorit eliminato. A causa dellesperienza della sofferenza, ci sforzeremo

nellevitare di creare le sue cause le azioni non virtuose. Se siamo tormentati dalla sofferenza, abbiamo il desiderio di sperimentare felicit e ci sforzeremo nel creare le cause della felicit le azioni virtuose. A causa della sofferenza, genereremo il desiderio dal profondo del cuore per aiutare gli altri ad eliminare la loro sofferenza. Perci, la sofferenza ha delle buone qualit in quanto ci pu aiutare a sviluppare le nostre realizzazioni interiori. Per questa ragione, non dovremmo essere tristi quando soffriamo invece utilizzarla come un incentivo alla pratica del Dharma. Lam-Rim Medio dice: 3 Non difficile se vi familiarizzate con ci poco alla volta Qui [si afferma]: Non vi nulla che non si possa ottenere pi facilmente acquisendo familiarit con ci, quindi, {227} addestrandovi con i mali minori, riuscirete anche a superare le sofferenze pi gravi. Cos, usando il pensiero di accettare la sofferenza come una corazza e integrandolo con le sofferenze minori a piccoli passi, si accrescer la forza di accettare la sofferenza. Grazie alla familiarit con qualcosa, questa diventa facile. Quindi, se prima ci familiarizziamo rispetto ad un male minore, pensando Non importa, in seguito quando qualcuno ci procura un danno grande, saremo capaci di sopportarlo con pazienza. Questa la pazienza di essere in grado di accettare spontaneamente la sofferenza. In breve, inizialmente dovremmo sforzarci di accettare piccole sofferenze, in modo che in futuro la nostra forza di accettare la sofferenza si accrescer. Daltro canto, se continuiamo a pensare Povero me! Questo non posso sopportarlo!, la nostra forza decrescer solamente e non saremo capaci di sopportare neppure piccole sofferenze. Pazienza di: non dare importanza al danno ricevuto da altri accettare la sofferenza che sorge nel proprio continuum una mente sicura rispetto al Dharma Quali sono gli svantaggi invisibili e visibili della pazienza? Gli svantaggi invisibili: La virt accumulata dalla generosit di donare cose materiali per un migliaio di eoni e quella di porgere offerte ai Sugata, di prostrarsi a loro, e cos via, viene distrutta da un istante di rabbia. Gli svantaggi visibili: 6. Non sperimenterete la pace mentale e le certezze; 7. La gioia e la felicit che esistevano in precedenza andranno in rovina e non verranno pi ottenute; 8. Sarete incapaci di prender sonno e la mente non trover pace

9. Se lodio forte, anche coloro che in precedenza vi hanno curato pieni di gentilezza, possono uccidervi; 10. Amici e parenti vi abbandoneranno pieni di irritazione; Anche coloro che riunirete intorno a voi con dei regali, non resteranno, e cos via. SCAMBIARE SE STESSO CON GLI ALTRI (di Ghesce Ciampa Ghiatso) Non pensare agli altri come lui me e i suoi occhi sono i miei ma si riferisce al generare una disposizione mentale che scambia il modo di considerare questi due: (1)legoismo, ossia [labitudine a] mettere gli altri sullo sfondo, e il considerare gli altri cari quanto se stessi, ponendo se stessi sullo sfondo laddove sarebbero [abitualmente messi] gli altri. Anche per questo insegnato che la propria felicit andrebbe scambiata con la sofferenza degli altri, guardando allegoismo come fosse un nemico, cessando di considerare pi importante la propria felicit; (2) lo sforzarsi principalmente per la propria felicit [va scambiato con] il considerare invece una qualit il prendersi cura degli altri, levitare di far cessare la sofferenza degli altri [va scambiato con] il cercare invece di rimuoverla. In breve, andrebbe considerata Quando sorgono gli ostacoli allo scambiare noi stessi con gli altri, questi devono essere rimossi. Per far questo, prima di tutto abbiamo bisogno di identificare la mente di scambiare se con gli altri. Non comunque che noi diventiamo gli altri e gli altri diventano noi e neppure che il corpo degli altri diventa il mio corpo, la testa degli altri la mia testa, gli occhi degli altri i miei occhi, le mani degli altri le mie mani, e cos via. Non questo tipo di mente nella quale dobbiamo addestrarci. Ci in cui ci dobbiamo addestrare di eliminare la mente che si cura di noi stessi e sviluppare la mente che si prende cura degli altri. Per cui, dobbiamo 26 cambiare la nostra attitudine, non il nostro corpo. Proprio come ora siamo interessati a noi stessi, occorre riuscire a curarci degli altri. Proprio come ora trascuriamo gli altri, dobbiamo arrivare a trascurare noi stessi. Abbiamo bisogno di sviluppare lattitudine che gli altri esseri senzienti sono pi importanti di noi e generare il desiderio di interessarci e prenderci cura di loro pensando che noi, non siamo importanti. Fra s e gli altri, gli altri sono pi importanti perch sono innumerevoli mentre noi siamo soltanto uno. Pensando in questo modo, necessario cambiare la nostra attitudine e

rinunciare alla mente che si prende cura di noi stessi e sviluppare la mente che si prende cura degli altri. Dobbiamo rinunciare alla nostra felicit per gli altri e prendere la loro sofferenza su di noi. Questo il significato di scambiare. Guardando alla nostra mente auto gratificante-egoista come il nostro vero nemico, dovremmo interrompere il pensiero che considera la nostra felicit pi importante e sviluppare il pensiero che molto importante per altri esseri senzienti essere felici. Ora quando guardiamo agli altri esseri senzienti, non li prendiamo in considerazione e non pensiamo alla loro sofferenza. Questo il tipo di attitudine che abbiamo bisogno di eliminare. Cosa dobbiamo fare? Invece di cercare la nostra felicit, dovremmo guardare agli altri che stanno soffrendo e sviluppare desiderio di eliminare la loro sofferenza e quindi, su questa base, fare la meditazione del prendere-e-dare. In questo modo saremo in grado di cambiare la nostra mente e diventeremo veramente felici se riusciremo a interessarci e ad aiutare gli altri esseri senzienti rimuovendo la loro sofferenza, anche noi diventeremo felici e contenti. Per esempio, un uomo fa qualsiasi cosa nelle sue possibilit per prendersi cura di sua moglie e dei suoi figli anche se pu essere difficile, come per esempio lavorare per guadagnare e quindi essere in grado di sostenerli in tutte le loro necessit. Dovremmo pensare a tutti gli esseri senzienti come se fossero la nostra famiglia ed eliminare lattitudine che li trascura e sviluppare la mente che desidera prendersi cura di loro. Se ci sforziamo continuativamente a sviluppare questa attitudine, un giorno la realizzeremo fino al punto che sorger spontaneamente senza sforzo. E necessario cercare di sviluppare questa attitudine senza considerare la nostra felicit a breve termine invece guardare e meditare sulla sofferenza degli altri. Separando il fondamento della propria felicit e sofferenza da quello degli altri, come fossero entit diverse come il blu e il giallo, li considerate solidi e giungete a pensare alla felicit e alla sofferenza di quella base nel modo espresso da questi versi: Poich questo mio, dovrebbe essere, a seconda del caso, ottenuto o rimosso. Essendo di qualcun altro,

questo pu essere trascurato. Come antidoto a ci, [dovreste considerare]: io e gli altri non siamo separati come individui diversi per natura, perch nella nostra reciproca relazione, anche negli altri sorge la percezione di altro nei miei confronti, e sorge la percezione di io in modo analogo a questa montagna e quella montagna l. Per esempio, sebbene da questo punto di vista la percezione di quella montagna l sorga rispetto alla montagna dal lato opposto, quando la si attraversa sorge la percezione di questa montagna qui. Pertanto, non un caso simile al colore blu che fa sorgere la percezione del [177] blu invece di altri colori in ognuno, senza distinzioni. Ci sono due ostacoli nelladdestramento mentale di scambiare se stessi con gli altri. Uno di considerare noi stessi e gli altri come entit distinte e separate. Questo pensiero deve essere eliminato. Nella nostra mente pu sorgere il pensiero che la base per la nostra felicit e la base per la nostra sofferenza, il nostro corpo, sia completamente separato dagli altri, come il blu e il giallo. A causa di questo, vediamo il nostro corpo e il corpo degli altri come stabiliti dalla loro parte. Poi quando sperimentiamo felicit in relazione a noi stessi vogliamo aumentarla e quando sperimentiamo sofferenza in relazione a noi stessi vogliamo eliminarla. 27 Dallaltro lato, pensiamo agli altri come separati da noi stessi e a causa di questo li trascuriamo. In altre parole, poich i loro corpi sono separati dai nostri, pensiamo che vada bene trascurarli. Lantidoto a questo di pensare che noi e gli altri non esistono in questo modo, cio, loro non sono separati per natura o intrinsecamente. Perch? Perch il s e gli altri esistono in relazione reciproca, cio, esistono in dipendenza luno dallaltro. Proprio come noi pensiamo a noi stessi come io, allo stesso modo gli altri pensano a loro stessi come io. Quindi, io esiste in dipendenza ad altro. Per esempio, chiamiamo una montagna che lontana quella montagna l, e chiamiamo una montagna vicino a noi questa montagna qui, per quando noi andiamo su quella montagna l diventer questa montagna qui. Allo stesso modo, ununica persona pu

essere sia padre, sia figlio perch in relazione a suo figlio lui padre e relazione a suo padre lui figlio. Analogamente, alto e basso esistono in relazione reciproca, per esempio, una persona pu essere alta e relazione a qualcuno che pi basso o basso in relazione a qualcuno pi alto. Altrettanto grasso e magro esistono in relazione reciproca, dove una persona singola grassa e relazione a qualcuno che pi magro ed magro e relazione qualcuno che ancora pi grasso. Tutti i fenomeni sono interdipendenti. Cos, grande e piccolo, alto e basso, lungo e corto e cos via esistono in dipendenza vicendevole. Abbiamo bisogno di cercare di sviluppare una comprensione delle relazioni di interdipendenza che ogni cosa dipende da qualcosaltro. Daltra parte, vedere il colore blu non dipende dal vedere il rosso, giallo, bianco, verde, marrone e cos via. Non pensiamo a blu in relazione a rosso, o blu in relazione a bianco, o blu in relazione ad arancione, o blu in relazione a giallo. Vediamo solo blu. Cos, questo non la stessa cosa di grande e piccolo, alto e basso, lungo e corto, questa montagna e quella montagna, che esistono in dipendenza luna dallaltra. Blu solo blu. Per esempio, qualche volta il cielo blu. In breve, dobbiamo riconoscere che tutti gli esseri senzienti sono gentili, che noi dipendiamo da loro, che loro ci procurano felicit e che noi sopravviviamo dipendendo da loro. A Rimuovere gli ostacoli del considerare se stesso e gli altri come individui separati [Rimuovere lostacolo del pensare Poich la sofferenza degli altri non mi danneggia, non ho bisogno di sforzarmi per rimuoverla] In altre parole, gli ostacoli alla buddhit sono i due: la concezione di un s (afferrarsi al s) e il prendersi cura di un s (attitudine autogratificante; ostacolo principale) B Confutazione per mezzo della riflessione sulle diverse parti del corpo e sui diversi tempi Essi affermano che ci analogo a una mano che non pu rimuovere il dolore del piede, poich sarebbe di qualcosaltro. Si tratta solo di unillustrazione e potrebbe altres essere applicata al mattino e alla sera. Quando abbiamo male alla gamba, cerchiamo di alleviarlo con le mani applicando medicine e oli, massaggiandola e cos via. Ugualmente anche questo non sarebbe corretto dal momento che la sofferenza della gamba non la sofferenza della mano. Questo un altro modo per rifiutare il pensiero Poich la sofferenza degli altri, non ci danneggia non

abbiamo bisogno di eliminarla. Infatti, dobbiamo rimuovere la sofferenza degli altri proprio come la mano elimina la sofferenza della gamba. Similmente, la sofferenza del mattino e la sofferenza del pomeriggio non sono la stessa cosa. Per evitare la sofferenza del pomeriggio, cerchiamo di fare qualcosa al mattino, 28 persino se la sofferenza del pomeriggio diversa da quella del mattino. In altre parole, ci prendiamo cura di noi stessi al mattino per evitare di sperimentare problemi alla sera e ci prendiamo cura di noi stessi la sera con lo scopo di evitare di sperimentare problemi, come malattie, la mattina successiva. Sebbene i tempi siano diversi, comunque cerchiamo di eliminare la sofferenza di altri momenti. Pensando in questo modo, dovremmo alleviare anche la sofferenza degli altri. Questa unillustrazione che dovremmo usare per capire perch necessario alleviare la sofferenza degli altri. Per esempio, quando un figlio soffre per una gamba rotta, i suoi genitori sono infelici, la ragione che soffrono mentalmente e cercano di alleviare la sua sofferenza tentando di fare tutto quello che nelle loro possibilit per prendersi cura di lui, anche se la sofferenza della gamba rotta non danneggia loro fisicamente. Sebbene i genitori potrebbero pensare che non necessario eliminare la sofferenza del figlio perch non danneggia loro, questo sarebbe inappropriato. C Abbandonare il dubbio che le [precedenti] analogie non si applicano a s e altri in quanto riguardano il medesimo continuum o raccolta Se pensaste, [Ebbene,] non la stessa cosa, perch la vecchiaia e la giovinezza [di una persona] appartengono allo stesso continuum mentre la mano e il piede appartengono alla medesima raccolta. Continuum e raccolta sono, rispettivamente, una designazione su molti istanti e una combinazione di molte parti, e non hanno una natura autonoma. Poich [entrambi,] il proprio s e quello degli altri vanno attribuiti, rispettivamente, a tale continuum o alla raccolta, non viene stabilito da una [sorta] di auto-natura che sia diversa dalla mera designazione dipendente e relativa di io e altri. Pu sorgere il pensiero che la persona giovane e la persona anziana sono lo stesso continuum, e che la mano e il piede sono parti della stessa raccolta, mentre il proprio s e quello degli altri non sono allo stesso modo, che essi sono differenti rispetto a queste due

analogie. Il fatto che la persona giovane e la persona anziana siano un continuum, e che il nostro corpo sia una raccolta di molte parti solamente imputato dal pensiero, essi non esistono per potere proprio. Essi sono tutti dipendenti. Allo stesso modo, anche il proprio s e quello degli altri sono imputati dal pensiero come Io e Gli altri. Quindi essi sono simili nel dipendere lun laltro. Per esempio, se due persone stanno parlando, ognuna dice io e altro rispetto allaltra persona. Comunque, questo io non esiste indipendentemente e neanche altro esiste indipendentemente. Essi sono relazioni dipendenti. Perci, senza dubbio, io e altro dipendono lun laltro. Essi esistono per imputazione e non esistono per natura propria o dalla loro parte. Tutti i fenomeni non esistono dal proprio lato, non sono veramente esistenti e non sono intrinsecamente esistenti. Questo tipo di esistenza loggetto della negazione. Quindi, io e altro esistono in dipendenza. Per questo, possiamo cambiare la nostra attitudine di pensare che noi stessi siamo importanti abbandonandola e sviluppando il pensiero che gli altri sono pi importanti e desiderare di prenderci cura di loro. Gli altri esseri senzienti sono infiniti, noi siamo solo uno. Perci, gli altri sono pi importanti di noi. Lam-Rim Medio dice: D Essendo cos in virt della abitudine, si pu sviluppare anche lapprezzamento per [la mente che si prende a cuore gli altri] [178] Tuttavia, giacch ci siamo sempre preoccupati, da un tempo senza inizio, di quanto sia intollerabile la nostra sofferenza, possiamo sviluppare la consapevolezza di quanto sia intollerabile anche laltrui sofferenza acquisendo familiarit con il prendersi cura degli altri. Se proviamo a sviluppare il pensiero di prenderci cura degli altri, possiamo generare tale pensiero familiarizzando con esso. Da tempo senza inizio finora abbiamo acquisito familiarit con il pensiero egocentrico, pensando a quanto sono insopportabili i propri problemi e sofferenze. Se familiarizziamo con il pensiero che la sofferenza degli altri insopportabile, quando vediamo altri esseri che stanno soffrendo sorger una mente incapace di sopportare che essi soffrano. Questo pu essere sviluppato con lacquisire familiarit. Cos come facile generare la mente egocentrica per via della familiarit con essa da tempo senza inizio, cos pure

possiamo arrivare a trovare insopportabile che gli altri soffrano. Bisogna sviluppare il pensiero che dobbiamo eliminare le sofferenze degli altri e che dobbiamo impegnarci per questo in modo da realizzare la loro felicit. Questo avviene grazie alla familiarit Bisogna vedere lattitudine egocentrica come nostro vero nemico. Pensando in questo modo, dobbiamo impegnarci a mettervi fine. Essa il nostro nemico principale. Il potente e supremo nemico la mente egocentrica, ricordando questo dobbiamo affidarci alla consapevolezza e allintrospezione e sforzarci di porle fine. Se non abbiamo generato questa attitudine sforziamoci di non generarla e se labbiamo generata cerchiamo di fermarla. Dovremmo avere il pensiero stabile di familiarizzare col pensiero che la mente egocentrica la nostra vera nemica ed ci che bisogna che vada eliminato. Familiarizzando pi e pi volte con questo un giorno saremo capaci abbandonare la mente egocentrica. Se non riconosciamo la mente egocentrica come il nemico, non tenteremo di distruggerlo. Dobbiamo, perci, riconoscerla come nostro nemico. SULLATTACCAMENTO Definizione di attaccamento Percepisce un fenomeno contaminato interno ed esterno come piacevole, in termini della sua propria entit e, a causa di ci lo ricerca. Ha la funzione di generare sofferenza. Attaccamento: entrare in affanno per; lattaccamento pu essere paragonato alla macchia dolio per la sua apparente indivisibilit; allo stato attuale di esseri ordinari le sensazioni di piacere fanno aumentare lattaccamento Lattaccamento negli ultimi giorni: attaccamento per i corpo che si deteriora attaccamento per i famigliari per gli oggetti per ci da cui non vorremmo mai separarci senso di vergogna (attaccamento allio) per la propria posizione per il potere per il ruolo sociale. Che cosa significa che un oggetto provoca attaccamento nella nostra mente: desiderio di non separarsene 30 ansia di perderlo sofferenza perch non si rincontra sofferenza perch si perde sofferenza perch non risponde alle nostre aspettative a causa della

supervalutazione dovuta proprio alla mente di attaccamento eccitamento mentale siamo portati a compiere azioni che non sono di beneficio ma costretti dallattaccamento Differenza tra attaccamento e desiderio strettamente correlati: il desiderio ci spinge a cercare loggetto e lattaccamento una mente che non vuole separarsi da tale oggetto; comunque anche lattaccamento ci spinge a ritrovare loggetto quindi in sostanza non pare esserci troppa differenza. Meditazione sul processo del morire Prendiamoci alcuni minuti per decidere i seguenti punti: Il luogo dove si vuole morire (ospedale, casa, istituto, altro) Con chi si vuole morire (chiediamoci se vogliamo la presenza dei famigliari, degli amici, cerchiamo di individuare quali sono le persone che desideriamo siano presenti alla nostra morte, e riflettiamo sulla possibilit di morire invece da soli; la presenza del nostro maestro sar possibile?) Abbiamo scelto un medico o del personale sanitario che riteniamo in grado di seguirci in tale momento? Lo abbiamo precedentemente istruito sul tipo di assistenza da noi desiderata? Abbiamo compilato le nostre direttive anticipate e scelto un persona che abbia diritto di delega? Vorremmo sapere o meno la verit sulla nostra malattia? Immaginiamo ora come vorremmo morire (nel sonno oppure consapevoli, sdraiati e su quale fianco, seduti, in caso di dolore siamo daccordo alluso della morfina?) Ora riflettiamo su quali sono le persone (anche animali) che ci creano maggiore attaccamento e dalle quali abbiamo maggiore difficolt a separarci. Ci siamo precedentemente da loro accomiatati? Abbiamo delle cose in sospeso? Ci sentiamo tranquilli di aver sistemato gli aspetti pratici della nostra dipartita? (Testamento, sistemazione dei famigliari e altro). Abbiamo messo ordine? Domandiamoci quindi quali sono gli oggetti che ci creano attaccamento? Abbiamo disposto come dovranno essere utilizzati? (si raccomanda in tale scelte di considerare gli aspetti pratici delle scelte fatte abbandonando quellaspetto romantico che spesso si associa al nostro modo di pensare alla morte) 31 Coerenti con quanto abbiamo deciso (nelle prossime meditazioni potremo cambiare quanto deciso) cominciamo il processo della morte: Immaginiamoci ora molto vicini alla nostra morte. Il nostro corpo stato provato da una lunga malattia. Ci sentiamo stanchi, respiriamo con fatica e il colore della nostra pelle pallido. Verifichiamo brevemente le conseguenze delle scelte fatte in precedenza, ad esempio se abbiamo scelto la presenza dei nostri famigliari il loro pianto, mentre se

siamo soli un possibile senso di abbandono e il desiderio di vedere ancora una volta i nostri famigliari. Ci rendiamo ora conto che presto lasceremo il corpo. Avremo il rapido procedere degli assorbimenti che avvengono contemporaneamente e che solo per praticit descriveremo uno alla volta. Ci sentiamo sfiniti, il nostro corpo privo di forze e possiamo muovere le gambe e le braccia solo con un tremendo sforzo. Il nostro corpo si assottigliato ulteriormente, il viso affilato. La percezione delle cose si offusca, non siamo pi in grado di vedere chiaramente gli oggetti che ci circondano (cos i nostri cari). Il nostro corpo sempre pi rigido, incapace di muoversi, privo di forza e senza vigore. Proviamo la sensazione di cadere verso il basso, di sprofondare. Questo sensazione di cadere ci potrebbe portare a cercare di alzare le braccia per cercare un appiglio o a gridare Tenetemi! Ora non siamo pi in grado di aprire o chiudere gli occhi. Se sono chiusi rimangono chiusi e se sono aperti rimangono aperti. Il nostro bulbo oculare non pi in grado di muoversi. Il nostro corpo perde la sua luce, il colorito; comincia a diventare livido oppure esangue. Sperimentiamo lesperienza INTERNA che il percepire un miraggio simile al riflesso tremolante che si forma in lontananza quando il calore molto forte sopra lasfalto o su un terreno senza erba, e sembra esservi acqua che si muove. Si sono cos dissolti laggregato della forma, la saggezza simile allo specchio, lelemento terra, la facolt sensoriale della vista, le forme visive incluse nel proprio continuum. Ora in noi non sorgono pi le sensazioni dei cinque sensi, che siano piacevoli, spiacevoli o neutre. Se il medico cercasse di provocarci una sensazione dolorosa per constatare il coma, non sentiremmo nulla. Se ci viene posto dello zucchero sulla lingua non percepiamo alcuna esperienza. Si dissolve la saggezza di base delluguaglianza che ha proprio la funzione di riconoscere le sensazioni. La nostra bocca ora asciutta, si asciugano la saliva, il sudore, lurina, il sangue e il liquido seminale. 32 Non possiamo pi percepire i suoni esterni. Si dissolvono anche i suoni inclusi nel nostro continuum e con essi il lieve ronzio che sempre presente tappando lorecchio esternamente. Lesperienza INTERIORE la sensazione di trovarsi in una stanza piena di fumo. Si sono cos dissolti laggregato della sensazione, la saggezza di base delluguaglianza (consapevolezza delluguaglianze), lelemento acqua, la facolt

sensoriale deludito, i suoni inclusi nel proprio continuum. Ora si dissolve laggregato della discriminazione, il segno esterno il non riconoscere pi le persone a noi vicine, i propri genitori e gli amici, anche nella fase in cui laggregato della forma non si ancora del tutto dissolto e possiamo ancora vedere i nostri parenti a causa dellassorbirsi dellaggregato discriminazione non riusciamo pi a riconoscerli. Non riusciamo pi a ricordare il nome degli altri, nemmeno di nostro padre o nostra madre. In nostro corpo comincia a raffreddarsi, non siamo pi in grado di digerire cibo o bevande. Ora abbiamo un lungo espiro mentre linspirazione diventa breve. Possiamo produrre un rantolo. Non percepiamo pi alcun odore. Il segno INTERNO la percezione di scintille, come quelle prodotte dalla lavorazione del ferro. Si sono cos dissolti laggregato delle discriminazioni, la saggezza di base dellinvestigazione individuale (consapevolezza delle individualit), lelemento fuoco, la facolt sensoriale dellolfatto, gli odori inclusi nel proprio continuum. Ora diventato per noi impossibile compiere anche il pi piccolo movimento, il nostro corpo immobile. Perdiamo la consapevolezza di ci che facciamo, perdiamo la saggezza di base che compie le attivit che la saggezza che ci permette di essere consapevole di ci che facciamo abitualmente. Per esempio quando dobbiamo svolgere un certo compito che possa beneficiare noi o gli altri lo possiamo svolgere solo grazie alla saggezza che compie le attivit. Dissolvendosi tale saggezza siamo incapaci di ricordare ci che dobbiamo fare e non siamo pi consapevoli di alcuna attivit. Ora il nostro respiro cessa, si dissolto lelemento aria. La nostra lingua diventa bluastra, si ispessisce, si accorcia e si gonfia. Perdiamo il senso del gusto. I sapori inclusi nel nostro continuum si dissolvono e non siamo pi in grado di percepire i sei diversi sapori. Perdiamo anche il senso del tatto, non percepiamo il ruvido o il liscio, il caldo o il freddo. Il segno INTERNO una visione simile al bagliore provocato da una candela quando sta per spegnersi. Si sono cos dissolti laggregato dei fattori di composizione, la saggezza di base che compie le attivit (consapevolezza realizzatrice), lelemento aria, la facolt sensoriale del gusto, i sapori del proprio continuum mentale. 33 Ora resta da dissolversi laggregato della coscienza che presenta livelli gros solani e sottili.

Con la coscienza grossolana si dissolvono ottanta concetti. Ora le persone che percepiscono il nostro corpo lo penseranno come un cadavere; grideranno che siamo morti. Dora in poi i segni saranno esclusivamente interni e percepiti solo da noi. Abbiamo ora la dissoluzione delle prime trentatr concetti con unesperienza interna chiamata apparenza bianca: la mente percepisce, come segno interiore, un biancore simile alla luce della luna che pervade un cielo terso autunnale. Questa apparenza si assorbe nellincremento rosso, con la dissoluzione di altre quaranta concetti, con una visione paragonata a un cielo autunnale privo di nubi al tramonto. Ora di dissolvono le ultime sette concetti e ci assorbiamo nel quasi ottenimento nero; abbiamo lesperienza di essere nel buio pi completo come allinternodi un tunnel. Ora la mente sottile si dissolve anchessa e dal buio proviamo lesperienza della chiara luce della morte. una luce descritta come la luce dellalba in un cielo autunnale senza nuvole , quando non c la luna e non ancora sorto il sole. La nostra mente prova uno stato di grande beatitudine. Le doti della Chiara Luce (mente primordiale) Risplende per natura di tutte le qualit illuminanti. Queste includono lattenzione e la ricettivit. naturalmente interessata a prendersi cura di qualcuno. I difetti mentali possono non farla lavorare al suo massimo livello. Le cinque menti: 1.consapevolezza simile allo specchio 2.consapevolezza delle uguaglianze 3.consapevolezza delle individualit 4.consapevolezza realizzatrice 5.consapevolezza della realt La morte nel buddhismo Coloro che attivano le virt (o compiono le virt) hanno esperienze simili al passare da una densa oscurit verso la luce. Al momento della morte [a loro] appaiono similmente a (le esperienze de) i sogni varie forme gradevoli, muoiono di buon umore [in tranquillit, lett.: felicemente] e anche l[effettiva] 34 interruzione dei punti (o delle funzioni) vitali1 di minore gravit (lagonia finale della parte culminante della morte minima). 2B4B-2B2B-1B2B-3B2B [mente non virtuosa] 1 I [f enomeni] eff ettivi A coloro che attivano o agiscono non virtuosamente pare di passare dalla luce a una densa oscurit. Al momento della morte appaiono (loro), come in sogno, molteplici forme sgradevoli, ed essi provano violente sensazioni dolorose e linterruzione dei punti (o funzioni) vitali per loro una grande agonia. 2 Dissipare I dubbi a proposito dellinterruzione della vita Linterruzione dei punti (o delle funzioni) vitali (gNad bCiod) si

verifica per tutti gli esseri che abbiano avuto nascita, ad eccezione degli dei e degli esseri infernali. 2B4B-2B2B-1B2B-3B2C [mente neutra] 1 I [f enomeni] eff ettivi In coloro che hanno uno stato neutro della mente le due [esperienze] esposte sopra, felice o dolorosa, non sorgono. 2 Quale mente si manifesta mentre si muore Al momento della morte ci che si manifesta (al seguito) della mente virtuosa o non virtuosa con cui si ha maggiore familiarit. Se vi equivalente (forza di) familiarit con entrambe, si manifesteranno (gli stati mentali) ricordati (o portati alla consapevolezza, richiamati, attivati) per primi e le altre (menti non attivate) non verranno rese operative. 3 Tutte le menti sottili al momento della morte sono neutrali (non predette) Quando la mente si orienta verso le sue parti (o meglio, dimensioni o stati) sottili, si distoglie dagli stati mentali virtuosi e non virtuosi (o meglio, essi sono disattivati, resi non funzionanti) ed essa diventa neutrale (non predetta). 2B4B-2B2B-1B2B-3B3 In tutti i tre stati della mente durante la morte la brama che connette [alla rinascita] Quando uno di questi [tre] muore, finch non stato raggiunto [lo stato della] discriminazione non chiara, sorge lattaccamento al s con cui si stati a lungo familiari {144}. In seguito, sotto linfluenza dellattaccamento al s e del pensiero Io cesso di esistere sorge il diletto (o il piacere) in (o forse meglio dire per) un corpo. Ci causa dello stabilirsi (nello) stato intermedio. Nonostante lattaccamento al s sorga anche negli entrati nella corrente e in coloro che tornano una sola volta, essi lo esaminano con saggezza (o discernimento) e rinunciano ad esso piuttosto che aderirvi come, per esempio, qualcuno che forte che colpisca/percuota qualcuno che debole. In coloro che non ritornano non sorge lattaccamento al s. 2B4B-2B2B-1B2B-3C Da dove si ritrae il calore Terzo: In coloro che si sono applicati in attivit non virtuose, il calore si ritira iniziando dalla parte superiore del corpo morente e lo lascia dalla zona del cuore (oppure si raduna dallalto, discende ed esce dal cuore). In coloro che si sono applicati in attivit virtuose, il calore inizia a ritirarsi dalle estremit inferiori del corpo e lo lascia dalla zona del cuore. La coscienza trasmigra (cio, si trasferisce uscendo) dal cuore. La coscienza che prima era entrata nel seme (spermatozoo) e nel sangue (ovulo, mescolati, cio nellovulo fecondato) si trasforma nel cuore e il punto da dove esce alla fine lo stesso da dove (la coscienza) era entrata. 1 gNad bCiod 35 2B4B-2B2B-1B2B-3D Come si entra nello stato intermedio dopo la morte 1 Da dove si perviene allo stato del bardo Quarto. Dal luogo dove la coscienza esce, come spiegato in precedenza, si stabiliscono (si potrebbe dire qui, si definiscono) la morte e il bardo, senza interruzione cos come, per esempio, lago della bilancia scende o si innalza (in base al peso).

2 La costituzione fisica dello stato intermedio, ecc. L(essere dell)o stato intermedio (il bardopa) possiede facolt sensoriali complete quali la vista, ecc. e ha la forma del corpo come quella dellessere che diventer nella (immediatamente successiva) rinascita. Finch egli non rinasce, la sua visione priva di ostruzioni, come locchio divino2, e anche il corpo non conosce ostacoli, possedendo i poteri miracolosi. E percepito dai suoi simili nello stato intermedio e dal perfetto (lett.: senza difetti) occhio divino che sorge dalla meditazione. Mentre nella Tesoreria (Abhidharma) affermato che una volta che si sia manifestato uno stato intermedio in un essere, non muta in unaltra nascita, il Compendium di Tutto [lAbhidharma, in tib.: Kun Las bTus] spiega lopposto. 3 Come si manifestano le apparenze nellesistenza intermedia da coloro che hanno attivato le virt o le non virt. Lesistenza intermedia (Bar Srid) per coloro che hanno attivato la non virt appare come una coltre (Phyar Ba) nera o come una notte buia e lesistenza intermedia di chi si dedicato ad attivit benefiche appare come un manto [lett.: sNam Bu, coperta di lana] bianco {145} o una notte di chiaro di luna. 4 Come si vedono le cose Si vede il proprio stato intermedio e quello dei propri simili (lett.: di tipo simile) cos come il proprio e altrui luogo di rinascita. 5 I colori Nel [sutra] Ingresso nel Ventre3 detto che (il colore del) lo stato intermedio degli esseri infernali come (quello di) un ceppo bruciato, (il colore del) lo stato intermedio degli animali come (quello del) fumo, (il colore del) lo stato intermedio degli spiriti famelici come (quello dell) acqua e (il colore del) lo stato intermedio degli dei del desiderio e degli umani come (quello del) loro. E detto che (il colore del) lo stato intermedio degli dei del reame della forma bianco4. 6 Distinzione circa laver e o meno uno stato intermedio Se si proviene dal reame senza-forma e si rinasce in [uno dei] due (reami) sottostanti, allora c uno stato intermedio. Se (invece si proviene) da questi due e si rinasce nel (regno) senza-forma, gli aggregati senza forma sorgono (lett.: si stabiliscono) dovunque si muoia, ma senza stato intermedio. 7 Come ci si muove E detto che nello stato intermedio (coloro che stanno per rinascere nel regno) degli dei ascendono, vanno verso lalto, (coloro che stanno per rinascere nel regno) degli umani vanno dritti (in avanti) e coloro che hanno attivato karma scellerati si muovono con le loro teste [rivolte] verso il basso (sPyu 2 Labilit speciale di vedere attraverso la materia e per lunghe distanze senza ostruzioni. 3 Garbhavakranti-sutra 4 I colori si riferiscono al colorito degli esseri in un determinato stato intermedio (tratto da testo di Ghesce Thubten Ngawang, Systematic Study of Buddhism, semester XII, lesson 8/9, e anche dalle spiegazioni orali di Geshe Sopa). 36

Tshugs Su) e i loro occhi allingi (lo sguardo basso), e (questa ultima descrizione) si intende per (il modo di procedere verso) tutte e tre le cattive migrazioni. 8 La durata della vita Se non si incontrano le [giuste] condizioni [secondarie] per rinascere, si resta cos fino a sette giorni. Se si incontrano, non definito [quanto si rimanga]. Se (ancora, allo scadere della settimana) non si sono incontrate (le condizioni), si cambia corpo e si resta fino a sette volte sette giorni, ma non oltre, e sicuramente si trovano le condizioni (adeguate entro le sette settimane). 9 Il modo di cambiare in un altro stato intermedio Dopo sette giorni nello stato intermedio degli dei, per esempio, si muore e (potrebbe accadere di) trasmigrare verso uno stato intermedio di un dio o di un umano, ecc. (nel caso si rinasca in questi diversi stati), (ci possibile) perch tramite linflusso del dispiegarsi di altri karma, viene mutato il seme dello stato intermedio. Ci vale anche per gli altri [stati intermedi]. 2B4B-2B2B-1B2B-3E Come si prende rinascita in una (nuova) esis tenza (sKye Srid Du) 1 Come si transita in/da una esistenza intermedia tramite attaccamento e simili Nel Sa Mangboba (Molteplici Livelli) detto che, se si rinascer in un utero, sorge una visione distorta del seme e del sangue del padre e della madre [futuri]: in quel momento si vedono i propri genitori Noi tutti dovremo morire. Al momento della morte vi sar per tutti noi, lesperienza della Chiara luce della morte. Questa parte degli insegnamenti si riferisce al modo corretto di trasformare questa esperienza nel Dharmakaya. La meditazione consiste nel rivivere i differenti stadi della morte, quindi fondamentale conoscere

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