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STORIA ECONOMICA
Dispensa di storia economica
SOMMARIO
1
1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 1.6 1.7 1.8
8.4.2 8.4.3
- 22 - 22 -
La domanda
La popolazione Bisogni e desideri Domanda effettiva Tipi di domanda Domanda privata Domanda pubblica Domanda della Chiesa Domanda estera
-1-1-1-1-2-2-3-4-4-
9
9.1 9.2 9.3 9.4 9.5 9.6
- 23 - 23 - 25 - 27 - 27 - 28 - 28 - 29 - 29 - 29 - 30 - 31 -
9.7 Il ribaltamento degli equilibri economici allinterno dellEuropa: 1500-1700 9.8 9.9 9.10 9.11 Il declino economico della Spagna Il declino economico dellItalia Il miracolo olandese Lo sviluppo dellInghilterra
2
2.1 2.2 2.3
I fattori produttivi
Fattori di produzione (introduzione) Lavoro Capitale 2.3.1 2.3.2 2.4 2.5 2.5.1 2.5.2 Capitale fisso Capitale circolante Risorse naturali Organizzazione produttiva Settore agricolo Settore manifatturiero
-5-5-5-7-7-8-8-9-9-
10
- 34 - 34 - 34 -
11 12
- 35 - 37 - 37 - 37 -
-912.2
3
3.1 3.2 3.3
Produttivit e produzione
Produttivit Produzione positiva Produzione negativa
- 11 - 11 -
13
- 39 - 39 - 40 -
- 11 13.2 - 11 -
4
4.1
La rivoluzione urbana
Origini e caratteri delle citt dellEuropa medievale
- 12 - 12 -
14
- 42 - 43 - 44 - 45 -
5
5.1 5.2 5.3
La popolazione
Popolazione totale Nuzialit e fertilit Mortalit
- 14 - 14 - 14 -
14.3
15
- 46 - 46 - 46 -
- 14 15.2
6
6.1 6.2
- 15 - 15 -
16
- 47 - 47 - 47 -
- 16 16.2
7
7.1 7.2
- 17 - 17 -
17
- 48 - 48 - 48 - 48 -
- 17 17.2
8
8.1 8.2
La politica economica
Introduzione Promozione di uneconomia equilibrata 8.2.1 8.2.2 8.2.3 8.3 8.3.1 8.3.2 8.4 8.4.1
- 20 - 20 - 20 -
17.3
18
- 49 - 49 - 49 - 49 -
Approvvigionamento dei beni di prima necessit - 20 18.2 Stabilizzazione dei prezzi Controllo dellofferta dei metalli preziosi Incremento della produzione Agricoltura Manifattura e commercio - 20 18.3 - 21 - 21 - 21 - 21 -
19
Impatto globale
19.1 Impatto economico in Europa
- 50 - 50 -
20 21 22
- 51 - 52 - 53 - 53 -
23
Punto di vista economico Punto di vista tecnologico Perch in Inghilterra Stabilit politica Agricoltura Crescita demografica
- 53 - 53 - 54 - 54 - 54 - 55 -
- 67 - 69 - 70 -
29
- 71 - 71 - 71 -
24
Rivoluzione tecnica
24.1 24.1.1 24.1.2 24.2 Settore tessile Tessitura Filatura Settore metallurgico ed estrattivo
- 56 - 56 - 56 - 56 - 56 -
30
Economia internazionale ed affermazione del Gold Standard - 72 30.1 30.2 30.3 Mobilit dei beni e fattori Gold Standard Effetti del colonialismo sui paesi dorigine - 72 - 72 - 73 -
25
- 58 - 58 - 58 - 58 - 58 -
- 74 - 74 - 74 -
32
- 76 - 76 -
26
Rivoluzione finanziaria
26.1.1 26.1.2 26.1.3 Stabilit monetaria Creazione del debito pubblico Sistema bancario inglese
- 59 - 59 - 59 - 59 -
Gran Bretagna: primato della sterlina a qualunque costo - 76 Francia: stabilizzazione monetaria realistica Italia: dalla democrazia alla dittatura - 76 - 76 -
27
Rivoluzione sociale
27.1 27.1.1 27.1.2 27.2 27.2.1 27.2.2 27.2.3 27.2.4 27.3 27.3.1 27.3.2 Tenore di vita Alimenti e nutrizione Abitazioni Condizioni di lavoro Struttura sociale e condizioni di lavoro Industrie ed urbanizzazione Lavoro minorile Organizzazioni dei lavoratori Mutamento delle citt Struttura delle citt industriali La nascita dell'Urbanistica
- 60 - 60 - 60 - 60 - 61 - 61 - 61 - 61 - 61 - 62 - 62 - 62 -
33
- 78 - 78 - 78 - 79 -
34
La grande crisi
34.1 34.2 34.3 Fatti ed interpretazioni Le ripercussioni finanziarie Assenza di cooperazione internazionale
- 80 - 80 - 80 - 80 -
35
- 81 - 81 - 81 - 81 - 81 -
28
- 63 - 63 - 63 - 63 -
Seconda guerra mondiale: conseguenze sociali ed economiche e ricostruzione - 82 35.5 Principali vicende economiche degli anni di guerra La presenza americana in Europa e il Piano Marshall Il Piano Marshall e lintegrazione europea Creazione di organismi economici internazionali Ricostruzione nei quattro principali paesi europei - 82 - 82 - 83 - 83 - 83 -
36 Let delloro dello sviluppo e il processo di integrazione europea - 85 36.1 Miracoli economici: fatti ed interpretazioni - 85 - 85 -
TESTI DI RIFERIMENTO
Carlo M. Cipolla Storia economica dellet pre-industriale (Il Mulino, 2002) Vera Zamagni Dalla rivoluzione industriale allintegrazione europea (Il Mulino, 1999) Alberto Grohmann Fiere e mercati nellEuropa occidentale (Mondadori, 2011)
1 LA DOMANDA
1.1 LA POPOLAZIONE
La crescita della popolazione lenta, con alcuni periodi in diminuzione: esso dovuto a periodi ciclici di crescita e recessione dell'economia che si possono riassumere in questo schema: a) il sistema economico garantiva la mera sussistenza e in anni particolari di buon raccolto si assisteva ad una moderata crescita della popolazione ((+) cibo (+) possibilit di sopravvivenza) - il cosiddetto ciclo positivo; b) la crescita della popolazione portava ad un aumento della domanda di beni primari (cibo, abbigliamento, casa) che l'economia non riusciva a sostenere: a questo punto si assisteva ad una recessione perch il sistema non era in grado di tollerare un aumento cos brusco e repentino della domanda (che a sua volta aumentava i prezzi) adeguando la sua offerta - il ciclo negativo; c) dopo qualche anno di crisi si ripresentavano delle stagioni di buon raccolto che facevano crescere ancora la popolazione e cos via: ad ogni crescita corrisponde un punto di decrescita Era un'economia caratterizzata da un alto tasso di mortalit e un alto tasso di natalit: il primo per le frequenti carestie, epidemie e guerre; il secondo per compensare il tasso di mortalit e connesso al sistema produttivo che era basato sul lavoro manuale (e quindi al binomio tanti figli=tante braccia).
Beni voluttuari: tutto ci che non si vorrebbe che gli altri consumassero. Bisogno: mancanza di qualcosa. Si distinguono bisogni-desideri e bisogni-necessit. I bisogni sono illimitati mentre le risorse sono limitate bisogna ordinarli in base alla priorit secondo elementi politici, religiosi, etici, sociali, di costume.
d) fornendo capitali o risorse naturali. La massa di redditi distinta in: a) salari, b) profitti e interessi, c) rendite I bisogni della popolazione attiva serve a tradurre in domanda effettiva i bisogni della popolazione totale. Il reddito della massa della popolazione era rappresentato da un salario molto basso dovuto alla scarsa produttivit. Il 10% della popolazione controllava pi del 50% della ricchezza. I poveri non godevano di alcun reddito e vivevano grazie alle opere di generosit altrui. I trasferimenti che hanno consentito la redistribuzione del reddito si dividono in: a) volontari: 1. carit (Chiesa, privati, principi, amministrazioni pubbliche). Grazie alla carit furono istituiti ospedali, brefotrofi, orfanotrofi e ospedali per mendicanti, 2. donazione: per ingraziarsi un personaggio o per ostentazione, 3. gioco, 4. dote di matrimonio. b) coatti: 1. imposizione fiscale, 2. saccheggio, 3. bottino di guerra, 4. riscatto, 5. latrocinio
La parte restante del reddito serviva per pagare laffitto e il riscaldamento. Nelle famiglie delle campagne laddensamento era molto alto. Per i ricchi il reddito era di molto superiore al necessario. Spendevano molto in vestiti, oltre alle spese per il riscaldamento, le candele, il mobilio, la servit, labitazione. La percentuale del reddito spesa non superava il 65-75%. A causa del basso reddito la massa della popolazione poteva soddisfare essenzialmente bisogni: a) di vitto, b) di alloggio, c) di vestiario. Per quanto riguarda i servizi le spese erano dovute: a) b) c) d) e) servizi legali e notarili, istruzione per i figli, servizi religiosi, manutenzione e abbellimento dellabitazione, servizi medici.
Il risparmio funzione: a) di elementi psicologici e socio-culturali, b) livello del reddito, c) distribuzione del reddito. Bisognerebbe garantire che il risparmio si tramuti in investimento. I risparmi raramente si tramutavano in investimenti poich mancavano istituzioni adeguate tesoreggiamento (perdita o fuga di capitali). Saccheggi e latrocini servivano a costituire nuovi tesori o rimetterli in circolazione. A livello della produzione: a) il capitale fattore indispensabile della produzione, b) ci che si consuma non disponibile per linvestimento. Il buon funzionamento delleconomia richiede: a) sufficiente formazione di risparmio, b) che il risparmio non rimanga tesoreggiato ma sia tradotto in beni capitali.
c) dallo sfruttamento del patrimonio statale (nelle monarchie coincideva con il patrimonio del re), d) dal signoraggio (prelievo sulla monetazione). La Chiesa e la nobilt avevano immunit fiscale. Lintroduzione del debito pubblico fu necessario dal XVI secolo, ovvero da quando lo stato divenne pi complesso e i costi della burocrazia elevati. I bisogni pubblici erano determinati da: a) b) c) d) guerra e difesa (esercito), amministrazione civile, vita di corte, festivit (scopi pratici e di valore simbolico).
Alcuni comuni istituirono servizi gratuiti di assistenza medica e di istruzione. Linsegnamento privato rimase soprattutto per i figli dei nobili. Nonostante i maestri fossero pagati male, la spesa pubblica per listruzione rappresentava un investimento in capitale umano. La spesa pubblica non riguardava solo beni di consumo ma anche in domanda di beni capitali, ovvero investimenti di carattere militare (mura, fortezze, castelli, cannoni, navi da guerra) o civile (palazzi comunali, reggia). Il pubblico si adoperava per il rifornimento annonario per ragioni umanitarie e per garantire una stabilit politica oltre alla buona amministrazione. Alcune amministrazioni pubbliche avanzate fecero investimenti a scopo produttivo (canali, bonifica, acquisto di macchinari ceduti ad artigiani emigranti).
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2 I FATTORI PRODUTTIVI
2.1 FATTORI DI PRODUZIONE (INTRODUZIONE)
I fattori produttivi sono divisi in tre categorie: a) terra proprietari fondiari rendita, b) capitale capitalisti interesse e profitto, c) lavoro massa lavoratrice salario. Si pu distinguere il lavoro specializzato da quello non specializzato. La categoria lavoro comprende lattivit imprenditoriale, ovvero di coloro che si assumono il compito di organizzare i fattori produttivi e il rischio dellimpresa. Vi era la bottega, il mercante con la funzione di commerciante ma a volte anche di imprenditore manifatturiero/banchiere e si occupava di tessuti, di spezie, di granaglie.
2.2 LAVORO
La popolazione importante per determinare: a) la popolazione attiva (producono e consumano), b) la popolazione dipendente (consumano), c) il rapporto di dipendenza tra le due La popolazione pre-industriale pu essere raffigurata come una piramide a base stretta e appuntita: a) b) c) d) alta natalit, alta mortalit, alta fertilit, alta mortalit infantile.
La popolazione attiva lavorava per molte ore al giorno, in presenza di luce naturale, nonostante vi fossero parecchie feste. Anche i fanciulli e le donne furono largamente impiegati nel lavoro, questultime nei servizi domestici ma anche nei campi. Successivamente anche nelle manifatture di filatura e tessitura. Con lo sviluppo delle realt urbane (X, XI secolo) le produzioni manifatturiere si sciolgono dal vincolo con lagricoltura, diventano mestieri, si diversificano e specializzano. A volte gli artigiani erano collegati, con il commercio a media e lunga distanza, ai beni di lusso (tessitori, orafi, ceramisti, lanai, speziali, pellicciai non di rado sulla base del lavoro a domicilio: il mercante imprenditore affidava il materiale grezzo e raccoglieva il prodotto per la vendita o per altri stadi di lavorazione. Bottega artigiana come luogo del produrre e dell'apprendere (per imitazione e correzione). Bisogna tenere conto poi anche delle nutrici e delle balie. La nutrice vendeva al tempo stesso un bene (latte materno) e un servizio (cura del neonato). La popolazione attiva pu essere analizzata per settore lavorativo: a) primario: attivit agricole, pesca, estrazione, b) secondario: attivit manifatturiere,
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c) terziario: trasporti, banca, assicurazioni, commercio, distribuzione, insegnamento, professioni. Nella sola agricoltura la popolazione impiegata era tra il 65 e il 90% a causa della bassa produttivit. I paesi situati in posizioni strategiche favorevoli potevano rifornirsi di granaglie dallestero facendo diminuire i valori percentuali, ma comunque difficilmente sotto il 50%. Per lunghi periodi dellanno i contadini non lavoravano, mentre non valeva la stessa cosa per gli artigiani. I contadini e le loro mogli si riversavano nel lavoro a domicilio, in attivit di tessitura o a servizi come domestiche e nutrici. Struttura della domanda struttura dei prezzi struttura della produzione. I ricchi contribuivano alla domanda di servizio, tanto che il personale di servizio domestico rappresentava anche il 10% della popolazione totale. Le figlie furono indirizzate alla monacazione, mentre i figli agli ordini religiosi e militari. Gli ecclesiastici, poich forniscono un servizio, erano da considerarsi popolazione attiva. Vi erano poi i professionisti (notai, giuristi, medici) che alimentavano la domanda di vestiario, belle case, terre, libri, servizi scolastici. Ossia: il mestiere definisce chi acquisisce competenze attraverso lapprendistato presso persone gi abili nella mansione; le professioni erano appannaggio di coloro che avevano conseguito un titolo di studio ed esercitavano appunto una professione (avvocati, notai, medici). Attivit molto diffusa era, allora come oggi, quella delle prostitute. Governi e principi si diedero da fare per attirare artigiani e tecnici e per impedirne lemigrazione offrendo vantaggi: a) b) c) d) uso gratuito di strutture pubbliche, mutui senza interessi, esenzione fiscale per 15 anni, concessione della cittadinanza.
Il caso di Bologna quello pi interessante: a) per lepoca (1230), b) per lentit (150 artigiani), c) per la documentazione rimasta. Il numero di persone in un attivit produttiva e la qualit del lavoro dipendeva: a) b) c) d) dal numero di giorni effettivamente lavorati dal numero di ore lavorate per giornata condizioni fisiche e psicologiche dei lavoratori grado di istruzione e preparazione tecnica
Le festivit erano molte. Le fluttuazioni dovute alle condizioni meteo influivano sulloccupazione agricola. Sulle condizioni fisico-psicologiche influivano la malnutrizione e la sporcizia, facilitando lo sviluppo di epidemie e malattie. Vi erano poi anche le malattie professionali dovute alle scarse condizioni igieniche in cui operavano ad esempio i chirurghi.
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Con la rivoluzione dei comuni (XI-XIII sec.) furono istituite scuole pubbliche poich un artigiano doveva saper scrivere, leggere e far di conto. A fine 600 gli analfabeti erano meno del 50% nelle maggiori citt. Le universit si diffusero nel XIII-XV secolo. Listruzione era un investimento in capitale umano. Si sosteneva: a) un costo diretto: libri, insegnanti, edificio, b) un costo alternativo: una persona che studia non produce, ma un reddito mancato. Tali costi avrebbero avuto un vantaggio in vista di redditi futuri. La preparazione professionale avveniva mediante lapprendistato. Nelle botteghe vi erano i garzoni. Prima del XIII secolo la gente cercava protezione e difesa dei propri interessi nel feudalesimo, che era un rapporto di subordinazione con i potenti. Dalla fine del XII secolo si cominci a cercare unassociazione tra pari, (corporazioni), aventi diversi compiti: a) b) c) d) regolamentare e ridurre la concorrenza tra i propri membri, controllo sulla qualit della produzione, controllo sulla formazione di nuovi addetti, assistere e provvedere allistruzione dei figli dei propri membri.
Le corporazioni (specialmente quelle mercantili) ebbero un ruolo importante per leconomia poich determinando i prezzi delle merci, incidevano sulla domanda e sullofferta.
2.3 CAPITALE
Attualmente il termine capitale finanziario significa potere dacquisto in forma liquida. Un tempo per capitale fisico sintendevano beni reali (impianti, macchinari, miniere ecc) che luomo usa nelle attivit economiche. Si parla di capitale riproducibile quando si tratta di beni prodotti e producibili dalluomo. Il capitale riproducibile si pu dividere in: a) capitale fisso: beni utilizzati ripetutamente dalluomo in cicli produttivi, b) capitale circolante: beni utilizzati e consumati in una sola volta. 2.3.1 Capitale fisso Prima del X secolo il capitale fisso era trascurabile ed era distribuito in modo ineguale. DallXI secolo aument di importanza e vi facevano parte: a) b) c) d) e) f) mulini ad acqua e vento, cascinali, edifici di maggiore dimensione, attrezzi migliorati, canali dirrigazione, bestiame usato per lavorare la terra (ovini per lindustria laniera, equini e bovini per i trasporti)
Suini e pollame erano capitale circolante Dal poco bestiame, si aveva poco concime che conseguiva uninadeguata produzione di alimenti. Il bestiame poi:
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a) comporta una riduzione delle risorse alimentari disponibili per lalimentazione umana, b) implica costi di mantenimento, c) vulnerabile alle epidemie. Nel settore dei trasporti vi era: a) la barca, il battello o la nave, b) carri e carrozze, c) impianti per il pompaggio dellacqua nelle miniere, per il sollevamento e il trasporto del minerale Per i settori produttivi vi erano: a) mulini, b) attrezzi e macchinari da lavoro, c) edifici. Ponti e strade erano pochi e inadeguati. Si preferiva impiegare risorse per spese militari. Riassumendo il capitale fisso segue la gerarchia: a) costruzioni (edifici civili, pubblici, magazzini, chiese, ospedali ecc...), b) bestiame, c) impianti e macchinari. 2.3.2 Capitale circolante E essenzialmente costituito da scorte di materie prime, semilavorati e prodotti finiti. Le scorte fanno da cuscinetto tra la produzione e la domanda. Ne faceva parte anche il bestiame se lo considera come elemento di consumo e quindi materia prima. Let pre-industriale fu sempre caratterizzata da: a) violente fluttuazioni dei raccolti, b) insicurezza dei trasporti, c) alto costo dei trasporti Per quanto riguarda la struttura delle scorte, la gente tendeva ad accumularle appena poteva, soprattutto quelle alimentari (investimento della paura). Vi era poi anche la formazione di scorte da parte dei poteri pubblici. Gli uomini di affari costituivano ampie scorte di materie prime e prodotti finiti. Le scorte per comportano costi di stoccaggio e di deterioramento perci si minimizzavano.
Dove la domanda di legname fu molto elevata, la fine del bosco fu segnata e questo fenomeno contribu alla diffusione di epidemie di malaria.
2.5 ORGANIZZAZIONE
PRODUTTIVA 2.5.1 Settore agricolo Per attuare la produzione occorre combinare capitali, lavoro e risorse naturali. Nel settore agricolo la forma prevalente di organizzazione era il sistema curtense. Le curtes erano vaste propriet terriere suddivise in varie unit. Lunit centrale era la pars dominica ed era la parte migliore e la pi vasta, controllata direttamente dal dominus (signore della terra e proprietario della curtes). Prevaleva una coltura estensiva (bosco e pascolo), ovvero la produzione poteva essere bassa ma il profitto assicurato dalla vastit dei terreni messi a coltura. Le unit periferiche (mansi) erano ridotte e affidate ai servi. La coltura era di tipo intensivo e bisognava fornire tributi periodici in natura e prestazioni lavorative (corves). Vi erano poi le terre comuni adibite a pascolo. La curtes rappresentava un microcosmo delleconomia a direzione centralizzata, largamente autosufficiente tanto che gli scambi con lesterno erano ridotti al minimo. Sul piano economico la curtes ci che sul piano politico-militare il feudalesimo. Dalla met del XII secolo leconomia curtense cominci a dare segni di cedimento con il venire meno delle corves, convertite in quote di raccolto o canoni monetari. Ci implico la progressiva scomparsa della servit. Il riattivarsi dei commerci fece venir meno lesigenza di sussistenza che era la caratteristica fondamentale del sistema curtense. Al posto della curtes si sostituirono la mezzadria e grosse affittanze (forme proto capitaliste di gestione dellagricoltura poich occorrevano, infatti, grandi capitali per poter affittare i terreni e per assumere centinaia di persone). 2.5.2 Settore manifatturiero Lorganizzazione della produzione sincentrava su: a) bottega dellartigiano con le seguenti caratteristiche: a. concentrazione di capitale e di lavoro minima; b. orario di lavoro maggiore e pi flessibile in relazione ad un operaio moderno; c. lavoro quasi esclusivamente su commessa (no magazzino poich rischioso economicamente); b) fondachi dei mercanti: a. fornivano la commessa; b. fornitura di materie prime e capitale alle botteghe artigiane;
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c. stoccaggio di prodotti finiti nei fondachi e magazzini; d. controllo tecnico sulle lavorazioni; e. collocamento dei prodotti sul mercato. Lartigiano divenne quasi un lavorante a domicilio e qualora vi fossero difficolt nel piazzare i prodotti, le ripercussioni cadevano sugli artigiani. Altri settori di notevole importanza sono il settore minerario e quello delle costruzioni navali, sia per concentrazione di lavoro che di capitali.
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3 PRODUTTIVIT E PRODUZIONE
3.1 PRODUTTIVIT
Il progresso economico un problema di scelte da parte dei consumatori e dei produttori. Leconomia la scienza delle scelte e la produzione il risultato di tutte le scelte individuali e pubbliche. I fattori di produzione sono lavoro, capitale e risorse naturali. Dalla loro combinazione si ottiene la produzione (output). La produttivit invece il rapporto che determina la quantit e qualit del prodotto data la quantit e qualit degli input. La formazione di nuovo capitale indispensabile per lapplicazione di nuove tecnologie. La produttivit dei seguenti fattori fu influenzata negativamente da: a) Lavoro: a. deficiente disponibilit qualitativa e quantitativa di capitale, b. bassi livelli di istruzione della massa lavoratrice. b) Capitale: a. bassi livelli tecnologici, b. limitata disponibilit delle fonti di energia (animale e vegetale). c) Risorse naturali: a. limitazione al fattore terra che aveva una redditivit molto bassa a causa di deficienza di concimazione, conoscenze e attrezzature.
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4 LA RIVOLUZIONE URBANA
4.1 ORIGINI E CARATTERI DELLE CITT DELLEUROPA MEDIEVALE
Il risorgere delle citt europee si riconduce ai secoli XI-XIII. La decadenza dellimpero romani segn la decadenza delle citt e le invasioni barbariche ne determinarono la fine. Ai tempi di Roma si distingueva tra: a) il mondo mediterraneo b) il mondo nordico NellAlto Medioevo il mondo mediterraneo si divise tra: a) la parte occidentale che si lega con lEuropa settentrionale, b) la parte orientale, culturalmente pi avanzate, che mantiene molte caratteristiche dellimpero romano, quindi fu pi prospera dal punto di vista economico. Cause del decadimento delle citt nellAlto Medioevo: a) mancanza di manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici, b) mancanza di approvvigionamento di beni di consumo primario dalle campagne, c) ricerca di protezione presso i feudatari di campagna microcosmo economico autosufficiente (curtes) come conseguenza della decadenza del commercio. Considerazioni sulla sopravvivenza o meno delle citt nellEuropa dellAlto Medioevo: a) nellarea meridionale (Italia, Provenza e Catalogna) le citt continuarono ad esistere seppure ridimensionate; b) nellarea centrale (Svizzera, Germania meridionale, Austria) e settentrionale (Inghilterra, Paesi Bassi e Francia settentrionale) scomparvero. Nel IX secolo vi fu una seconda ondata di invasioni da parte di: a) Saraceni da sud, b) Vichinghi da nord, c) Ungari da est, Dal X secolo, complice la fine delle suddette invasioni, si assistette: a) alla rinascita delle citt sopravvissute come centri religiosi, b) alla nascita di citt completamente nuove (Germania settentrionale, Scandinavia) Contemporaneamente ci fu: a) uno sviluppo dellagricoltura (+) produzione, passaggio dalle corves (sessioni di lavoro gratuito dovute al feudatario) a pagamenti in natura per i contadini, b) una ripresa degli scambi commerciali fine del sistema curtense a favore dei liberi mercati sviluppo delle realt urbane Alla base del fenomeno cittadino vi fu un massiccio fenomeno migratorio dalle campagne dovuto a ragioni: a) demografiche: eccedenza di popolazione che non poteva essere completamente assorbita dal settore agricolo, b) politico-sociale: chi si recava in citt, automaticamente perdeva lo stato di servo e in seguito poteva diventare cittadino.
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Le nuove citt erano in contrasto con il mondo circostante e le mura: a) segnavano il confine tra le due, b) segnavano lesistenza di due territori giuridicamente diversi. Esistono diversit da area ad area: Area Caratteristiche Tedesca Resistenza della nobilt nelle aree rurali Francese Legame fra citt e potere centrale regio Inglese Minore contrapposizione tra citt e campagna (citt senza mura) Europa orientale Sottomissione delle citt alla nobilt rurale (Drang nach Osten) Italiana Sottomissione della nobilt rurale alla citt (controllo del contado) Lamministrazione cittadina solitamente era nelle mani del vescovo, in seguito i borghesi acquisirono ricchezze tali da poter mettere fuori gioco i nobili e impadronirsi dellamministrazione. Nelle citt fin per trionfare: a) unorganizzazione sociale di tipo orizzontale a differenza del sistema feudale e delle campagne in cui lorganizzazione era di tipo verticale, b) la corporazione, c) la confraternita, d) luniversit. Al di sopra di tutte queste vi era il Comune.
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5 LA POPOLAZIONE
5.1 POPOLAZIONE TOTALE
Intorno allXI secolo la popolazione europea era di 30-35 milioni di persone. Nei secoli seguenti alcuni stati triplicarono la propria popolazione, altri la raddoppiarono. Prima dello scoppio della peste del 1348 la popolazione era di 80 milioni e in seguito a questa si ridusse di 25 milioni. Nel 1600 si arriv a 105 milioni e nel 1700 a 115 milioni. La popolazione europea era giovane e avvert la necessit di unirsi per cooperare. Era caratterizzata da: a) alta fertilit, b) alta mortalit.
5.3 MORTALIT
Mortalit ordinaria: mortalit infantile (entro il primo anno) e da quella degli adolescenti (entro i dieci anni): indici di povert della popolazione e di dure condizioni di vita. Mortalit catastrofica: guerre epidemie e carestie riduzione capitale fisso. Elemento pi rilevante della mortalit catastrofica fu lepidemia di peste del 1348 che uccise 25 milioni di persone sul totale di 80 milioni. Essendo la popolazione scarsa e sparsa per le campagne, gli scambi rimasero ridotti e cos anche le possibilit di contagio. In aggiunta, lacqua dei pozzi non era sempre potabile e gli impianti igienico-sanitari erano pressoch inesistenti. La gente si lavava poco e con i viaggiatori, i mercanti e le merci viaggiavano anche i microbi. La peste una malattia tipica dei roditori, trasmessa alluomo dalla pulce. Durante unepidemia non solo aumentavano le morti, ma diminuivano anche le nascite. Le epidemie colpivano pi le citt che le campagne a causa anche delladdensamento eccessivo. Per sopravvivere, le citt pre-industriali avevano bisogno di un continuo apporto di popolazione dallesterno. Riassumendo la popolazione incontr due categorie di fattori negativi: a) alta mortalit ordinaria e frequente mortalit catastrofica (epidemie, carestie, guerre), b) limitata fertilit (celibato, alta et di matrimonio, astinenza, primitive forme contraccettive).
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Comparvero poi: ruota per filare, occhiali, primi orologi, armi da fuoco, chiuse per canali. Nel XV secolo fu sviluppato il galeone: a) la vela latina triangolare: aveva il vantaggio di far muovere la nave anche quando il vento non fosse favorevole, ad esempio procedendo a zig-zag maggiore maneggevolezza,
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b) la vela nordica rettangolare o quadrata: essendo molto grande, imprimeva una grande forza e permetteva di andare a velocit maggiori, c) progettato per compiere i lunghi viaggi oceanici, d) scafo allungato (+) stabilit in acqua (-) resistenza al vento, e) grande vano di carico, a) economicit di costruzione Conseguenze immediate furono: a) lincremento della portata, b) maggior rapidit dei trasporti, c) diminuzione dei costi relativi. Altra invenzione importantissima fu la stampa a caratteri mobili (Johann Gutenberg, 1455) che port nuove opportunit nel campo dellistruzione e della cultura. Il progresso tecnologico del medioevo e del rinascimento fu fatto di continui, umili miglioramenti e successivi perfezionamenti. Da questi ci fu un aumento di produttivit (ferro e libri). Alla base delle innovazioni vi era la necessit di sfruttare in modo sempre pi efficiente le scarse risorse disponibilit di energia.
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I risparmi tesoreggiati avevano effetti depressivi, ma dal mondo comunale, nuove tecniche daffari resero possibile la raccolta e lattivazione del risparmio a scopi produttivi: a) prestito marittimo, b) contratto di commenda (della durata di un singolo viaggio) Esempio di commenda: A presta una certa somma a B che impiega nel commercio doltremare. Tornato dal viaggio, se vi profitto i spettano ad A oltre a restituire la somma iniziale. 1. I mercanti che si preparavano ai viaggi avevano bisogno di mezzi liquidi per acquistare le merci da rivendere in altri mercati. Coinvolgendo pi individui: a. il rischio era ripartito in pi parti, b. il capitale iniziale era maggiore. 2. Il notaio (in Italia) con il contratto di commenda inseriva gli individui che finanziavano il mercante / uomo daffari. Il contratto di commenda aveva anche un aspetto etico: onest e comunit integrata. Dalla fine del XIII secolo al posto il contratto di commenda fu sostituito dalla compagnia che fu una forma primitiva di societ per azioni non pi della durata di un singolo viaggio. Inizialmente la compagnia era costituita dai membri di una famiglia in cui prevalse la responsabilit sociale e illimitata dei soci. I primi problemi furono dovuti alle eredit e con lampliarsi degli affari, risolti introducendo prima i parenti meno stretti, poi gli estranei e infine anche lafflusso di capitali di partecipazione (carati) e di deposito. La compagnia familiare operava essenzialmente nei commerci e in un secondo momento assunse una fisionomia mista bancaria, commerciale e industriale. In seguito si formarono compagnie costituite da pochi grandi uomini daffari. NellEuropa settentrionale durante il Medioevo, larea commercialmente pi dinamica fu quella della Hansa germanica, inferiore tuttavia allItalia per tecniche commerciali, finanziarie e contabili. La lettera di cambio era uno strumento per trasferire denaro aumentando la liquidit internazionale. Dal XVI secolo la leadership delle innovazioni tecniche daffari fu conquistata dai paesi del Mare del Nord (Inghilterra e Paesi Bassi settentrionali) arrivando ad avere il monopolio del commercio oceanico.
7.2 LA MONETA
LEuropa medievale e rinascimentale conobbe solamente la moneta metallica i cui parametri erano:
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a) il peso: determinato in relazione al numero di pezzi battuti da un dato peso di metallo, b) la lega (in carati): numero di parti di metallo puro sul totale. Il fino il valore intrinseco della moneta, mentre il valore estrinseco il valore nominale, ovvero il valore di scambio. (Fino = peso x lega). Fino e valore nominale non coincidevano e la differenza era data: a) dai costi di produzione, b) dal sixccgnoraggio: imposta sulla coniazione. Riforma monetaria di Carlo Magno (fine VIII secolo): monometallismo argenteo (denaro dargento puro a 950/1000 carati. Da una libbra di argento si ricavavano 240 denari, quindi ogni pezzo pesava 1,76 grammi). Un sistema monetario senza multipli e sottomultipli primitivo. La sempre crescente domanda di moneta fece sorgere nuove zecche in tutta Europa. In Inghilterra il peso e la lega era stabilito dal re e questo fece in modo che la moltiplicazione delle zecche non comport un frazionamento della monetazione. In Italia e Germania circolavano invece monete di diversi moduli. Le zecche dovevano rispettare i moduli dettati dalle autorit, ma il volume era determinato dal mercato, ovvero dalla quantit di metallo che i privati portavano alla zecca per ottenere monete: M = P + (C+S) M: ammontare di moneta coniata col metallo portato in zecca, P: prezzo di mercato della moneta, C: costi di produzione, S: costi di signoraggio. Con il passare del tempo la moneta si svalutava per due motivi: a) fiscale: per incrementare le entrate dello Stato, b) monetario: incrementare il volume della circolazione monetaria interna, adeguamento rapporto di mercato oro-argento ecc Inoltre vi era una svalutazione involontaria dovuta allusura e lopera di tosatura. Qualche caso nazionale: a) Inghilterra: stabilit monetaria poich le zecche erano sotto lo stretto controllo della corona. b) Francia: dal 1290 al 1438 la moneta fu caratterizzata da svalutazioni e rivalutazioni violentissime, anche a causa della Guerra dei CentAnni. c) Italia: la moneta fu svilita come se non pi di quella francese, ma in maniera pi omogenea. Avendo pi monete sul mercato, esse avevano meno valore. Per far fronte alla svalutazione la pratica era quella di adeguare le nuove emissioni al circolante usurato emettendo una moneta contenente una minor quantit di fino (moneta svalutata). Fu per merito dei crociati (dotati di grandi quantit di denaro per poter pagare il passaggio sulle navi genovesi e veneziane) che si batterono multipli di monete dargento (grossi) e quando Firenze e Genova nel 1252 emisero una moneta doro pesante, il monometallismo argenteo fu sostituito da un sistema bimetallico. Prima di quella data solo in Sicilia e nella Penisola Iberica vi erano circolazioni auree per merito degli Arabi (dinars). Verso la met del 400 i navigatori portoghesi scoprono oro in Guinea e Costa dOro mentre esplorano la costa occidentale dellAfrica in cerca di un passaggio alternativo per le indie.
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Dopo mezzo secolo dalla scoperta dellAmerica, gli spagnoli fecero arrivare in Europa grandi quantitativi di oro e argento dalle Americhe. A differenza della Cina non si conobbe la moneta cartacea, ma quella metallica venne integrata con la moneta bancaria: i depositi. La moneta definita con il termine di deposito si basa solo su una frazione della moneta effettiva depositata in banca. Il grosso dei depositi moneta immateriale che esiste solo in quanto appare nei libri contabili.
Operazione 1. Tizio deposita 100 fiorini presso la Banca Medici 2. La Banca Medici presta il 25% del deposito di Tizio a Caio 3. Caio paga il fornitore Sempronio 4. Sempronio versa i 25 fiorini presso la Banca Capponi Tizio Banca Medici Caio Sempronio Banca Capponi
-100
100
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25 -25 25
-25
25
Situazione iniziale: 100 fiorini. Situazione finale: 125 fiorini (100 depositati presso la banca Medici di propriet di Tizio e 25 depositati presso la banca Capponi di propriet di Sempronio). Moneta bancaria creata: 125 - 100 = 25 fiorini (25%). Con i termini banca e banchiere dal XII-XIII secolo ci si riferiva ai cambiavalute e agli intermediari tra il pubblico e le zecche. Essi cominciarono a raccogliere depositi e a compiere pagamenti per conto dei depositanti. Loperazione della girata era condotta in presenza delle parti. Esempio: A dichiarava a B la somma da accreditargli e il banchiere annotava la transazione, senza che vi sia uno scambio di denaro fisico. La banca doveva sempre disporre di una certa massa di contante (riserva) per far fronte alla restituzione del contante a chi lo richiedesse. I banchieri aumentarono la liquidit del mercato favorendo la trasformazione del risparmio in investimenti. La creazione di moneta bancaria comportava anche inconvenienti: i rischi erano elevati e se i mercanti non portavano a termine i loro affari, gli effetti si riflettevano sui banchieri che avevano prestato loro dei capitali. Da situazioni di panico, tutti si rivolgevano a chiedere la restituzione dei risparmi, cosa non possibile e per questo molte banche fallirono (Peruzzi e bardi su tutti).
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8 LA POLITICA ECONOMICA
8.1 INTRODUZIONE
Obiettivi principali della politica economica: 1. promozione di uneconomia equilibrata: a. approvvigionamento dei beni di prima necessit [8.2.1] b. stabilizzazione dei prezzi [8.2.2] c. controllo dellofferta di metalli preziosi [8.2.3] 2. incremento della produzione: a. agricoltura [8.3.1] b. manifattura e commercio [8.3.2] 3. miglioramento dei meccanismi di regolazione del mercato: a. controllo del consumo [8.4.1] b. controllo qualitativo della produzione [8.4.2] c. politica antimonopolistica [8.4.3] Dopo il X secolo le politiche economiche furono dettate dalle amministrazioni cittadine e dalle corporazioni. Dal XV secolo dalle amministrazioni centrali.
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8.2.3 Controllo dellofferta dei metalli preziosi Anche per i metalli preziosi si limit lesportazione e sincoraggi limportazione. Le societ medievali rimasero comunque esposte alla minaccia di scarsit di moneta.
b) insufficienza del risparmio, c) alti tassi di interesse. 8.4.2 Controllo qualitativo della produzione Statuti urbani e rurali regolamentavano minuziosamente le varie lavorazioni al fine di garantire la buona qualit dei prodotti. Per garantire losservanza di tali precetti e per proteggere dalle truffe esistevano ordinanze e disposizioni sulla vendita dei prodotti. 8.4.3 Politica antimonopolistica I primi esempi di lotta ai monopoli risalgono tra lXI e il XIII secolo nellItalia centro settentrionale. Le corporazioni organizzavano la produzione cercando di limitare la concorrenza, controllo della qualit dei prodotti finiti, di facilitare gli accordi tra i membri di una stessa associazione, di valorizzare e inquadrare i giovani apprendisti, assistenza e mutualit. In questo circolo chiuso si arriva anche a casi di endogamia. Le pi comuni misure antimonopolistiche possono essere raggruppate nel modo seguente: 1) proibizioni generiche di monopoli e pratiche restrittive, 2) proibizioni a imprenditori e lavoratori di determinati settori di associarsi in corporazioni, 3) principio di libert del lavoro: a. libera ammissione alle corporazioni, b. libero esercizio del mestiere anche non appartenendo ad alcuna corporazione, 4) proibizione ai membri delle corporazioni di fissare i prezzi e di controllare lofferta, 5) singole misure contro specifici monopoli o cartelli. Si tendeva a prevenire azioni collettive da parte di lavoratori in tema di salari e di impedire a imprenditori di sottrarre manodopera ad un altro con la promessa di salari pi alti.
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Lo sviluppo per fu direttamente proporzionale alla disponibilit di terra da coltivare (+) espansione territoriale, con relativa densit di popolamento, fino alla met del XIII secolo. Le nuove terre erano qualitativamente dello stesso tipo se non migliori di quelle gi abitate (precedentemente la scelta non era stata circa la qualit dei terreni, quanto la difendibilit degli stessi). Leffetto dellespansione della frontiera fu duplice: a) a occidente si svilupp la Reconquista (XI XII secolo) della penisola iberica a danno dei musulmani; verso sud i Normanni posero fine alla dominazione araba in Sicilia (1061 - 1091); con le Crociate furono conquistati alcuni territori del Medio Oriente, b) a oriente si svilupp lespansione tedesca nei territori slavi (Drang nach Osten) fino alla sconfitta nella battaglia di Tannenberg (1410). In particolare la penetrazione teutonica nellEuropa nordorientale, con le sue tecnologie proprie (aratro e ascia pesante) posero le basi per: i. formazione di un surplus agricolo, ii. sviluppo economico del Baltico, iii. sviluppo della Lega anseatica, iv. sviluppo di attivit minerarie e metallurgiche nellEuropa orientale. La tendenza espansiva vide aumentare i profitti, i salari e la rendita. Fino alla rivoluzione industriale lagricoltura rimase il settore di base di tutta leconomia europea ma tra il 1000 e il 1300 furono le citt a spingere la grande ripresa. Nuove citt sorsero in ogni angolo dEuropa e le citt esistenti dovettero espandersi allargando le cinte murarie. I settori guida dello sviluppo dopo il XI secolo furono: a) b) c) d) commerciale (in particolare il commercio internazionale di prodotti alimentari, tessili e spezie), manifatturiero (tessile), edile finanziario.
Le regioni allavanguardia dello sviluppo medievale furono lItalia centro-settentrionale (per la tradizione classica di vita cittadina e la vicinanza con gli imperi bizantino e arabo, fino al XII secolo pi sviluppati dellEuropa) e i Paesi Bassi meridionali (che capitalizzarono sullo sviluppo economico che la regione aveva sperimentato durante la rinascita carolingia). Entrambi sfruttarono favorevolmente le proprie posizioni geografiche: a) lItalia come ponte tra lEuropa, il Nord Africa e lOriente, b) i Paesi Bassi meridionali come punto di passaggio delle rotte tra il Mare del Nord e le coste della Francia e della Spagna.
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Nelle Fiandre (Gand, Bruges, Ypres, ecc) si svilupp la manifattura dei pannilana grazie alla vicinanza con lInghilterra. In Italia lo sviluppo fu equilibratamente distribuito tra attivit commerciali, manifatturiere e finanziarie. Punti di forza furono allinizio le repubbliche marinare (Venezia, Genova e Pisa) e talune citt situate su snodi stradali importanti (Asti, Piacenza, Verona e Siena). Il luogo principe dincontro e di scambio per i mercanti furono le fiere di Champagne (Troyes, Bar, Provins e Lagny) che funzionavano come centri di raccolta, di scambi e da stanza di compensazione soprattutto nel XIII secolo. Lasse Paesi Bassi meridionali Italia settentrionale convogliava il maggior complesso di flussi commerciali nei secoli XII e XIII. Il mulino ad acqua nella follatura del panno e ladozione della filatura a ruota caratterizzarono lindustria tessile europea tra il XII e il XIII secolo diffusione di tessuti di lana pi grossolani (meno costosi) dei panni fiamminghi, questi ultimi diffusi in tutta Europa allepoca. I fiorentini iniziarono a importare pannilana grezzi sviluppando tecniche di tintura e affinamento strappando ai Fiamminghi parte del valore aggiunto del prodotto finito (Arte di Calimala: corporazione che raggruppava i commercianti di panni fiamminghi e quelli che si occupavano anche dellaffinamento). I mercanti fiorentini divennero anche importanti banchieri in Inghilterra, riscuotevano anche lobolo di San Pietro che consent alla Santa Sede di disporre di sedi ingentissime e in cambio ricevevano interessi e licenze di esportazione della materia prima. Sorsero nuovi commerci e produzioni di seta e cotone e lItalia fu allavanguardia. Lindustria cotoniera italiana differiva da quella islamica per il fatto di essere fondata sullimpresa privata e non su un sistema statale. La seta fu inizialmente oggetto soprattutto di commercio (Genova e Lucca). Grazie alla migrazione di artigiani esperti da Lucca in altre citt, ci fu la diffusione dellindustria serica in Italia. In Catalogna si svilupparono commercio marittimo (grano, spezie) e attivit bancaria ma non attivit manifatturiere, a causa della concorrenza della vicina Francia. Nel XIII secolo si formarono associazioni chiamate Hanse e lunione di queste (70) diedero vita alla Lega anseatica. La tecnologia marittima non permetteva ancora la circumnavigazione della penisola danese per cui gli scambi tra il Baltico e il Mare del Nord avvenivano via terra. Le merci dal Mare del Nord erano scaricate ad Amburgo, trasportate via terra a Lubecca e imbarcate di nuovo su navi per arrivare al Baltico orientale. In Inghilterra nel XIII secolo la follatura dei pannilana fu progressivamente meccanizzata grazie al mulino che sostitu lenergia umana.
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e) Fiandre: rivolta guidata da van Artevelde (1382). Disastri e sconquassi si esaurirono verso la met del XV secolo. Il Portogallo riusc a superare il Capo di Buona Speranza (1497) arrivando alle Indie orientali per via mare. In Germania meridionale le enormi disponibilit di argento e rame (Tirolo e Boemia/Sassonia) permisero unattivit bancaria oltre a quelle eccellenti del commercio e dellindustria. I tedeschi che svilupparono molto lattivit bancaria (Fugger) operavano sui maggiori mercati europei: a) Anversa: prodotti inglesi (lana, pannilana, stagno) + pepe, oro e spezie portati dai mercanti portoghesi, b) Milano: tessuti di lana, seta, armi, armature, c) Venezia: cotone, spezie e altri prodotti orientali. In cambio offrivano rame, argento, cannoni di bronzo, orologi, speciali tessuti (fustagni) e giocattoli.
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Lafflusso di metalli preziosi e di prodotti esotici hanno avuto conseguenze: a) tecnologiche: la navigazione oceanica richiedeva nuovi strumenti e nuove tecniche: a) cartografia nautica sviluppata, b) artiglieria navale, c) luso della vela, d) sestante di origine araba per calcolare la latitudine, e) cronometro marittimo di origine europea per calcolare la longitudine. b) economiche: a) tecniche di affari (grosse compagnie come la East India Company o Vereenigde Oostendische Compagnie), b) assicurazioni marittime (Lloyds), c) accumulazione di ricchezza: il commercio transoceanico comport grandi rischi e grosse perdite, ma soprattutto grossi profitti. c) demografiche: formazione di un prezioso e robusto capitale umano (mentalit di spirito e capacit imprenditoriali). Queste ultime sono meno rilevanti delle precedenti, in quanto lespansione europea fu essenzialmente unavventura commerciale.
Dal XII secolo nellarea mediterranea il legname inizi a scarseggiare e nel campo edile lo si sostitu con il mattone, la pietra o il marmo. Nel XVI secolo laumento della popolazione, le costruzioni navali, sviluppo della metallurgia (consumo di carbone di legna) fecero accelerare il consumo di legname: scomparvero boschi e foreste. Nel XVII secolo lItalia entr in un periodo di declino economico e la domanda di legname ristagn, ma non nel nord Europa. (+) costi di trasporto + (-) presenza di foreste lInghilterra decise di comprare cannoni dalla Svezia bench li ritenessero qualitativamente peggiori dei propri. La crisi serv a spingere pi avanti lEuropa nord-occidentale verso la Rivoluzione industriale.
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I manufatti e i servizi inglesi, olandesi e francesi erano offerti a prezzi pi bassi i prodotti italiani furono eliminati sia sui mercati stranieri che nella penisola stessa crollo della produzione + disinvestimento nel settore manifatturiero e dei servizi.
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I prodotti italiani erano di migliore qualit e di conseguenza pi costosi poich lo erano anche i costi di produzione per diversi fattori: a) eccessiva interferenza delle corporazioni resistenza alle innovazioni tecnologiche e organizzative, b) pressione fiscale troppo alta, c) costo del lavoro troppo elevato rispetto ai livelli salariali dei paesi concorrenti. Le conseguenze di queste circostanze furono: a) declino delle esportazioni, b) disinvestimento nei settori manifatturieri, armatoriali e bancari, c) spostamento manifattura dai grossi centri urbani ai piccoli centri rurali per diversi motivi: a) costo del lavoro pi basso nei centri minori, b) possibilit di sfuggire ai controlli degli organi fiscali, ma soprattutto dalle corporazioni. Questi tentativi per fallirono, cos come i tentativi di chi cerc di introdurre innovazioni. Nel Regno di Napoli il declino fu essenzialmente fiscale. Nel 1630 lItalia centro-settentrionale fu devastata dalla peste ed ebbe leffetto di alzare i salari e la ripresa fu abbastanza rapida. Alla fine del XVII secolo lItalia importava manufatti da Inghilterra, Francia e Olanda esportando solo materie prime o semilavorate come olio, grano, vino, lana, seta.
Il danno maggiore causato dagli spagnoli fu lemigrazione di capitale umano prima ancora delle distruzioni di ricchezza e capitale fisico i valloni dalle province del sud importarono capacit artigianali, conoscenze commerciali e spirito imprenditoriale alle province del nord: introduzione mulini per la follatura dei pannilana a Leida (1585) e Rotterdam (1591) Dal 1609 Paesi Bassi settentrionali Province Unite. Tra la fine del XVI e la prima met del XVII secolo si ha il miracolo olandese in quanto fu un trionfo politico, militare ed economico (Compagnia delle Indie Orientali, 1602 e Compagnia delle Indie Occidentali, 1621). Ad Amsterdam si trovavano merci di ogni angolo del mondo tanto che le quotazioni delle merci vennero adottate anche sui mercati stranieri. Nacque la Borsa. Gli olandesi furono grandi nellindustria, nella navigazione, nel commercio, nella pittura (Rubens, Rembrabdt, Vermeer), nella filosofia (Spinoza), nellosservazione scientifica. Spesso importavano materie prime che riesportavano sotto forma di prodotti finiti. Importavano canna da zucchero dalle Americhe e lo esportavano in tutta Europa. Con il rame giapponese (quando il Giappone si chiuse allOccidente fece eccezione solo per gli olandesi) si producevano cannoni di bronzo venduti in buona parte allestero. Per far fronte alla grande richiesta di energia, in mancanza di legname rivolsero lattenzione a due fonti di energia inanimata: la torba e il vento. Sui mari sfruttarono lenergia eolica attraverso le vele. Lenergia dei mulini a vento consentiva di lavorare il ferro, di macinare il grano, di preparare la pasta per la carta o il malto nella lavorazione della birra, il cuoio e il tabacco. Basso costo del denaro + tecniche avanzate costi di produzione bassi / riduzione della qualit prezzi competitivi diffusione globale dei commerci Nel settore laniero produssero panni di qualit inferiore ma dai colori vivaci che piacquero molto al mercato, nei trasporti marittimi risparmiarono sullo spazio destinato allalloggio dei marinai.
Importanti furono i successivi Atti di Navigazione (diretti contro il commercio marittimo olandese). Con il primo (1651) si ordinava che il trasporto di tutte le merci da e per lInghilterra dovesse essere effettuato soltanto su navi inglesi 1 guerra navale con lOlanda. Con il secondo (1660) si limitava luso di navi costruite fuori dallInghilterra e di navi di propriet di stranieri. Il settore delle costruzioni navali raggiunse il quarto posto dopo lagricoltura, la fabbricazione dei pannilana e lattivit edile. c) lapporto di immigranti: le persecuzioni francesi e le devastazioni nei Paesi Bassi meridionali spinsero molti a trovar pace in Inghilterra sviluppo della new drapery (produzione e tessitura di lana di medio-bassa qualit) fu opera degli immigrati valloni, industria del vetro, orologi e della seta grazie agli immigrati francesi. I tratti della societ inglese che colpiscono sono: a) capacit di ricezione culturale, b) capacit di reagire con decisione alle difficolt del momento (spunti sviluppi vantaggi). Le esportazioni laniere incontrarono la concorrenza di altri stati, cos si lanciarono alla conquista dei mercati del Nord Africa e del Medio Oriente. Lartiglieria era prevalentemente di bronzo e lInghilterra non mancava di rame. Si adottarono nuove tecniche per la fusione del ferro impiegata nella creazione di cannoni che erano molto meno costosi anche se di qualit inferiore di quelli svedesi. I cannoni di ferro permisero larmamento delle navi in abbondanza, perch pi leggeri di quelli di bronzo. Il patrimonio boschivo si ridusse rapidamente per diversi motivi: a) espansione dellattivit edilizia riscaldamento, b) incremento delle costruzioni navali, c) produzione del carbone da legna utilizzato nella fusione del ferro. La crisi del legname colp anche lInghilterra che reag in due modi: a) potenziando la navigazione e il commercio con la Scandinavia, b) ricorrendo alluso del carbone che esisteva in abbondanza. Dal XVII secolo, il carbone fu usato non solo per il riscaldamento, ma anche per la produzione della birra, del vetro, per la raffinazione dello zucchero, per lessicazione di tegole e mattoni, per fondere il ferro. Tutto ci avvio lInghilterra verso la rivoluzione industriale. Un altro aspetto fu laumento delle dimensioni delle imprese e la concentrazione di manodopera e di capitale in prototipi delle fabbriche industriali (protofabbriche). Le risorse interne che consentirono di sviluppare i commerci furono: a) b) c) d) e) il capitale umano (marinai) e una classe mercantile capace e disposta al rischio, il capitale fisso sotto forma di navi, cannoni, attrezzature portuali, il capitale circolante, un capitale organizzativo (creditizio, commerciale, assicurativo), un governo sensibile e favorevole alle aspirazioni della classe mercantile.
Lo sviluppo del commercio internazionale: a) contribu alla crescita della domanda di prodotti della manifattura inglese, b) consent di accedere alle materie prime che ampliarono la gamma facendone diminuire i prezzi,
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c) consent ai paesi sottosviluppati di accumulare il potere dacquisto necessario per comprare merci inglesi, d) permise una cumulazione di capitale che and anche a favore dello sviluppo dellagricoltura e del settore manifatturiero, e) comport stimoli per lo sviluppo di attivit assicurative e di trasporto, f) favor lo sviluppo delle grandi citt.
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Questi i tratti di pensiero e idee: a) indirizzo utilitaristico e meccanicistico, b) inclinazione verso la misurazione e la sperimentazione. Nel corso del XVIII secolo le Province Unite andarono incontro al loro declino in quanto sprovviste di carbone. Dal 1820 la macchina a vapore di Watt fu largamente impiegata nel trasporto ferroviario e marittimo oltre che in molti processi produttivi indipendenza dai giacimenti di carbone Il precoce sviluppo del Belgio legato alla presenza di notevoli giacimenti di carbone. La rivoluzione industriale fu anche un fatto socio-culturale, perch la sola disponibilit di carbone non preclude nulla; in questi paesi il tasso di analfabeti era molto basso e le culture erano simili. Durante la prima met del XIX secolo la rivoluzione era penetrata in Belgio, Francia, Germania, Svizzera e Stati Uniti, dal XX secolo anche in Svezia, Italia, Russia, Giappone e Argentina. (+) produzione agricola, (+) comunicazioni internazionali, (+) popolazione (non per aumento della natalit, ma per diminuzione di mortalit) fu inferiore allaumento della produzione (+) reddito pro capite.
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(Ri)nascita e sviluppo dei porti (desinenze di molte citt: port in Inghilterra e poort nei Paesi Bassi). Champagne (Troyes, Provins, Bar-sur-Aube, Lagny) dal XII secolo e Fiandre (Lille, Messines, Ypres, Thournout e Bruges) sono punti di arrivo di materie e prodotti settentrionali (lana, pellicce, cuoio, lino) che vengono poi scambiate con materie prime orientali (spezie, zucchero, tessuti, vino). Fiere strutturate in tre momenti: esposizione, contrattazione, pagamento. Luoghi fortunati non per posizione geografica ma per volont dei poteri forti che supportano la presenza di fiere. Inizio XIV secolo le fiere vanno in crisi per maggiore importanza del commercio marittimo, sviluppo industria tessile (Toscana e Lombardia a scapito di quella fiamminga), viene meno la franchigia, guerra tra Fiandre e Francia (1296 1320), apertura valichi alpini del Gottardo e Brennero che spostano il percorso tra Italia e Fiandre pi a est e non si passa pi per la Champagne, crisi totale con la Guerra dei Cento Anni.
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Nel 1498, una spedizione portoghese comandata da Vasco Da Gama raggiunse l'India circumnavigando l'Africa, aprendo la via del commercio diretto con l'Asia, e risolvendo il problema del blocco ai commerci dellImpero Ottomano. Ben presto, i portoghesi si spinsero pi a est, per le preziose isole delle spezie (isole Molucche, in Indonesia), poi lo sbarco in Cina. Oriente ed Occidente si congiunsero poi nel 1522, quando il navigatore portoghese Ferdinando Magellano, viaggiando verso ovest, comp la prima circumnavigazione del globo, mentre i conquistadores spagnoli esploravano lentroterra delle Americhe, e successivamente alcune isole del Pacifico meridionale pi tardi, alcune delle isole del Sud Pacifico. Dal 1495, francesi ed inglesi e, molto pi tardi, gli olandesi, si inserirono nella corsa alle esplorazioni dopo aver appreso delle eccezionali scoperte di quei tempi, sfidando il monopolio iberico sul commercio marittimo cercando nuove rotte, prima a nord e attraverso lOceano Pacifico in America meridionale, ma alla fine, seguendo lesempio portoghese, nellOceano Indiano passando attorno allAfrica; furono scoperte lAustralia (1606), Nuova Zelanda (1642), le Hawaii (1778). Nel frattempo, dal 1580 al 1640 circa, i russi esplorarono e conquistarono quasi tutta la regione siberiana.
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13.2 IL GALEONE
Il galeone un poderoso veliero da guerra progettato per affrontare la navigazione oceanica, molto diffuso nel XVI e XVII secolo. Nacque nel corso del XVI secolo come evoluzione della galea, allo scopo di unire la grande maneggevolezza di quest'ultima a doti di robustezza necessarie alla navigazione oceanica. Rispetto alla caracca (veliero con tre o quattro alberi che venne sviluppato nel Mediterraneo durante il XV secolo probabilmente dai Genovesi, una delle tali fu la Santa Maria di Cristoforo Colombo), il galeone aveva dimensioni maggiori, lunghezza tripla rispetto alla larghezza, la quale era doppia rispetto all'altezza. Il galeone era specificatamente progettato per compiere i lunghi viaggi oceanici. Le modifiche principali erano costituite da un castello di prua pi basso, un castello di poppa di forma squadrata e uno scafo allungato. Questa ultima innovazione apportava una maggiore stabilit in acqua allo scafo e ne diminuiva la resistenza al vento. Ne risult un vascello pi veloce e manovrabile dei tipi precedenti. Il rostro di prua, detto bompresso, perdeva la funzione offensiva che aveva acquisito con la galea, diventando il supporto dell'albero di bompresso, l'albero diagonale rispetto alla linea dello scafo ed ospitante solitamente una sola vela, detta civada, oppure una seconda vela sistemata su un prolungamento verticale dell'albero, detta controcivada. L'arma principale del galeone era la colubrina, perfezionata negli anni. La prima batteria era formata da una ventina di pezzi da 18libbre (calibro 133 mm, lunghezza 3,50 m). Sul ponte di coperta una seconda batteria ospitava semicolubrine da 10 o 9 libbre. Il cassero ed il castello potevano avere pezzi minori, eventualmente brandeggiabili. L'equipaggio era composto da trecento uomini che mangiavano e dormivano sui ponti di batteria, mentre gli ufficiali alloggiavano a poppa. Il galeone era una nave adottata sia dalla marina militare sia dalla marina mercantile e come tale altrettanto armato. Verso la met del XVII secolo, per far fronte alle nuove esigenze della guerra sul mare evolse nel vascello di linea. Il galeone nacque in effetti per l'esigenza di creare una unit pi grande della caracca, ma pi agile e veloce. Fu anche ridotto il numero dei fanti di marina a bordo, riducendo di conseguenza le sovrastrutture adatte ad ospitarli. Tali strutture, massicce e pesanti, costituivano un ostacolo alla propulsione eolica. Tra gli altri vantaggi del galeone va evidenziata la sua maggiore economicit di costruzione rispetto agli altri tipi di navi. Con il costo della realizzazione di 3 caracche si potevano realizzare 5 galeoni, fattore questo che li rendeva un buon investimento per le flotte militari dell'epoca.
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Un altro miglioramento che fu necessario introdurre fu la realizzazione di un sistema di manovre che permettesse di governare la nave anche con un equipaggio ridotto. Infatti a causa dei lunghi periodi passati in mare e delle scarse condizioni igieniche e di sicurezza nelle quali si trovavano ad operare, molti membri dell'equipaggio perivano durante la navigazione. All'inizio l'Inghilterra non fu all'avanguardia, per qualit tecniche e nautiche, preceduta dalla perizia degli olandesi prima e dei francesi poi. I galeoni rimasero il tipo di nave principale fino alla met del XVIII secolo quando vennero sostituiti dal vascello e nel campo commerciale, nel XIX secolo dal clipper.
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Come popolo pi occidentale d'Europa, i portoghesi furono i principali esploratori durante il Medioevo. Le coste molto sviluppate sull'Oceano Atlantico ed i porti situati sulle coste e lungo i fiumi che si riversavano in esso fecero s che il paese si trov ad avere una grande marineria. Poich lo sviluppo dei commerci via terra era molto difficile per l'interposizione dei regni di Castiglia e Aragona, spesso ostili, venne naturale cercare di sviluppare i commerci per le vie del mare. Iniziarono quindi a commerciare con l'Inghilterra, le Fiandre e le citt della Lega Anseatica. Fu il genio del principe Enrico il Navigatore, che coordin ed utilizz tutte queste risorse verso l'espansione. Egli pose a disposizione dei suoi capitani grandi risorse finanziarie ed il suo fine fu quello di controllare la navigazione del golfo di Guinea, da dove partiva la rotta Trans-Sahariana di commercio di oro e schiavi, sino al Mediterraneo. Un altro ambizioso obiettivo fu quello di raggiungere direttamente le Indie via mare, la sorgente del lucrativo commercio delle spezie, senza dover passare per intermediari. Bartolomeu Dias doppi il Capo di Buona Speranza nel 1488, dando cos prova che l'Oceano Indiano era raggiungibile via mare. Dopo il 1492 la scoperta delle Indie Occidentali da parte di Cristoforo Colombo rese necessaria una suddivisione delle sfere di influenza di Spagna e Portogallo. Questa si raggiunse attraverso il Trattato di Tordesillas, firmato il 7 giugno 1495. Il trattato fu molto importante per i portoghesi come riconoscimento del prestigio da loro acquisito. Questo prestigio venne ingigantito quando fra il 1497 ed 1499 Vasco da Gama complet il viaggio in India.
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I vicini rivali del Portogallo, il Regno di Castiglia, inizi a stabilire il proprio controllo sulle isole Canarie, ad occidente della costa africana, nel 1402, ma subito dopo fu distratta dalle vicende interne di politica iberica e dalla Reconquista contro gli arabi per praticamente tutto il XV secolo. Solo alla fine del secolo, con la nascita del Regno di Spagna dallunione di quello di Castiglia e di Aragona e dal completamento della Reconquista, il nuovo regno si preoccup di cercare nuove rotte commerciali. Nel 1492 i nuovi governanti incamerarono le ricchezze dellassimilato Regno saraceno di Granada, quindi poterono permettersi di finanziare la spedizione di Cristoforo Colombo nella speranza di bypassare il monopolio portoghese nelle rotte africane occidentali, per raggiungere le indie (Asia meridionale e orientale) navigando verso occidente. Gi due volte Colombo aveva proposto il suo progetto al re del Portogallo, ma con esiti negativi. Il 12 Ottobre 1492 Colombo chiam San Salvador la terra su cui sbarc (le Bahamas) pensando di aver avuto successo ed essere giunto nelle Indie Occidentali. Colombo procedette anche allesplorazione della costa nord-orientale di Cuba e Hispaniola, Haiti. Colombo ed altri esploratori spagnoli furono inizialmente delusi dalle loro scoperte, al contrario di Africa o Asia, le isole caraibiche non avevano molte materie da commerciare con la Spagna; solo quando si cominci ad esplorare lentroterra del continente ci si rese conto della loro ricchezza.
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Subito dopo che Colombo arriv nelle Indie Occidentali, si rese necessaria una divisione di sfere di influenza tra Spagna e Portogallo. Nel 1493 I monarchi cattolici ricevettero una bolla papale da Alessandro VI (la bolla Inter Caetera) nella quale si dichiarava che alla Spagna sarebbero state garantite tutte le terre ad ovest di un determinato meridiano (passante a 100 leghe ad ovest delle isole di Capo Verde e Azzorre), al Portogallo quelle ad est. Ci furono ulteriori accordi fra i regnanti di Spagna e Portogallo per una revisione di tale trattato e laccordo fu raggiunto nel 1494, con il Trattato di Tordesillas che divise il mondo in due potenze. Ora il Portogallo ricevette tutto ci fuori dallEuropa ad est di un meridiano passante a 370 leghe ad ovest di Capo Verde, oltre al controllo di Africa, Asia e lAmerica del sud (Brasile). Gli spagnoli ricevettero tutto ci che si fosse trovato ad occidente di tale meridiano, territori ancora inesplorati, quindi quasi tutto il nuovo continente e le isole dellOceano Pacifico.
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19 IMPATTO GLOBALE
Lespansione europea oltremare port al contatto tra Vecchio e Nuovo mondo producendo il cosiddetto scambio colombiano, chiamato cos in onore di Cristoforo Colombo. Rappresent il trasferimento di merci uniche da un emisfero allaltro. Gli Europei portarono bestiame, cavalli e pecore nel Nuovo mondo in cambio di tabacco, patate e mais. Altri fattori importanti nello scambio globale furono la canna da zucchero e il cotone dalle Americhe non solo in Europa ma in tutto il Vecchio mondo. I nuovo collegamenti transoceanici ed il loro controllo da parte delle potenze europee port allEt dellImperialismo, dove le potenze coloniali europee arrivarono a controllare la maggior parte del pianeta. L'appetito europeo per il commercio, le materie prime, impero e schiavi influenz fortemente molte altre aree del mondo. La Spagna si preoccup di distruggere gli imperi ostili in America, solamente per sostituirvisi e importarvi a forza il Cristianesimo. Il modello di aggressione territoriale fu poi ripreso da altre potenze europee, in particolare dagli olandesi, russi, francesi e inglesi. Il Cristianesimo sostitu i riti pagani locali, cos come le nuove lingue europee, idee e costume, ed in qualche zona, come in Nord America, Australia, Nuova Zelanda e Argentina, la popolazione indigena fu scacciata dai propri territori, venendo ridotta a piccola minoranze. Similarmente, nellAfrica costiera, gli stati locali alimentarono la fame europea nel commercio degli schiavi. Popolazioni indigeni vivevano nellAmerica del Nord allora come oggi. Ci furono diversi conflitti fra europei e nativi. Gli Europei ebbero sempre molti vantaggi sui nativi. Le malattie portate dagli europei, alle quali non erano biologicamente preparati, falcidiarono dal 50 all80% della popolazione indigena.
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20 LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
La rivoluzione industriale, un processo di evoluzione economica o industrializzazione della societ che da sistema agricolo-artigianale-commerciale conduce ad un sistema industriale moderno caratterizzato dall'uso generalizzato di macchine azionate da energia meccanica e dall'utilizzo di nuove fonti energetiche inanimate (come ad esempio i combustibili fossili), il tutto favorito da una forte componente di innovazione tecnologica e accompagnato da fenomeni di crescita, sviluppo economico e profonde modificazioni socioculturali. Spesso si distingue fra prima e seconda rivoluzione industriale: la prima riguarda prevalentemente il settore tessile-metallurgico con l'introduzione della spoletta volante e della macchina a vapore nell'arco cronologico solitamente compreso tra il 1780 e il 1830; la seconda rivoluzione industriale viene fatta convenzionalmente partire dal 1870 con l'introduzione dell'elettricit, dei prodotti chimici e del petrolio; talvolta ci si riferisce agli effetti dell'introduzione massiccia dell'elettronica, delle telecomunicazioni e dell'informatica nell'industria come alla terza rivoluzione industriale, che viene fatta partire dal 1970.
La rivoluzione industriale comporta una profonda ed irreversibile trasformazione che parte dal sistema produttivo fino a coinvolgere il sistema economico nel suo insieme e l'intero sistema sociale. L'apparizione della fabbrica e della macchina modifica i rapporti fra gli attori produttivi. Nasce cos la classe operaia che riceve, in cambio del proprio lavoro e del tempo messo a disposizione per il lavoro in fabbrica, un salario. Sorge anche il capitalista industriale, imprenditore proprietario della fabbrica e dei mezzi di produzione, che mira a incrementare il profitto della propria attivit.
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In Inghilterra questo processo ha avuto luogo nella sua prima fase fra il 1760 (anno d'inizio del regno di Giorgio III) e il 1830 (anno d'inizio del regno di Guglielmo IV). Questa prima rivoluzione industriale prende avvio nel settore tessile (cotone), metallurgico (ferro) ed estrattivo (carbon fossile). Il periodo vittoriano (1831-1901), nel quale avviene la seconda rivoluzione industriale (1850 circa), sar per l'Inghilterra quello dello sviluppo e dell'apogeo della propria economia, archetipo del sistema capitalistaindustrializzato. La rivoluzione industriale si poi estesa ad altri Stati, in particolare: Francia, Belgio, Stati Uniti e Giappone fino a coinvolgere l'intero Occidente e, nel XX secolo, parte di altre regioni del mondo, prime fra tutte l'Asia. Ogni paese ha seguito un suo percorso verso la propria rivoluzione industriale e la stessa si realizzata in modo differenziato. Cos se in Inghilterra il processo prese avvio nel settore tessile, in altri paesi la rivoluzione industriale fu letteralmente trainata dall'introduzione della locomotiva a vapore (Thompson). Anche il ruolo dello Stato varia da paese a paese: se in Inghilterra la rivoluzione industriale sorta spontaneamente ed stata alimentata dall'iniziativa privata (pur sostenuta e favorita da atti legislativi emanati dal Parlamento, come quelli relativi alle recinzioni e alle strade), in altri paesi lo Stato ha dato contributi maggiori e spesso determinanti. A livello filosofico alcuni considerano le rivoluzioni industriali come effetto di un cambiamento culturale innescato a partire dalla rivoluzione scientifica e dalla fiducia ottimistica nella scienza con ricadute sulla tecnica gi con l'empirismo prima e col positivismo poi.
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22 FATTORI DETERMINANTI
Per dichiarare che un paese stia compiendo un processo di industrializzazione deve esserci: 1. crescita del PIL pi rapido dellincremento demografico (deve essere positivo, ma non eccessivo); 2. crescita della popolazione industriale deve essere maggiore rispetto a quella degli altri settori (agricoltura e servizi); 3. rapporto tra il numero di lavoratori e la quantit di prodotto in crescita (aumento della produttivit); 4. sviluppo del commercio con lo scopo di accumulare capitali per lapertura di nuove industrie; 5. rivoluzione agricola, ovvero la trasformazione della propriet agraria consentendo lespulsione della forza-lavoro dalla campagna con trasferimento in citt (a lavorare nelle industrie). Lincremento demografico un altro fattore utile per laumento della manodopera industriale (mantenuto sempre sotto la soglia del PIL). Questi ultimi due fattori, aumentando la forza-lavoro permettono un abbassamento dei prezzi, favorendo l'offerta.
23 STORIA E ORIGINI
Come accade in molti processi storici, per la rivoluzione industriale non esiste una data di inizio certa, anche se l'invenzione cardine quella del motore a vapore. Ogni mutamento profondo dell'economia per influenzato dalle trasformazioni precedenti e cos la Rivoluzione industriale viene considerata da alcuni studiosi come l'ultimo momento di una serie di cambiamenti che hanno trasformato l'Europa da terra povera, sottosviluppata e poco popolata all'inizio del Medioevo, nella zona pi ricca e sviluppata del mondo nel corso dell'Ottocento. L'accumulo di capitale incamerato in seguito ai commerci e la disponibilit di ingenti quantit di acciaio e carbone nei paesi del Nord, facilmente trasportabili attraverso una fitta rete di canali navigabili, resero possibili gli investimenti necessari alla creazione delle prime fabbriche. 23.1.1 Punto di vista economico L'elemento che caratterizza la Rivoluzione industriale il salto di qualit nella capacit di produrre beni, cui si assiste in Gran Bretagna, a partire dalla seconda met del Settecento. Pi precisamente la crescita dell'economia inglese nel periodo 1760 - 1830 la pi alta registrata fino a quel momento. In altri paesi il processo di industrializzazione analogamente origine, in epoche successive, di elevati tassi di crescita dell'economia. Sostanzialmente, la Rivoluzione industriale ha costituito l'approdo a cui ha portato l'aumento di conoscenze scientifiche sul mondo naturale, e sulle sue caratteristiche, derivante dalla Rivoluzione scientifica. Fu infatti il nuovo metodo scientifico iniziato dall'italiano Galileo Galilei a portare ad un sensibile (e senza precedenti) aumento delle conoscenze che gli Europei avevano sulla natura, ed in particolar modo sui materiali e le loro propriet. Condizioni particolarmente favorevoli nell'Inghilterra dell'epoca consentirono poi a tali conoscenze scientifiche di tramutarsi in conoscenze tecniche e tecnologiche, finch esse cominciarono ad essere applicate nelle prime fabbriche tessili e nell'industria siderurgica per una produzione di ferro e acciaio che non ebbe paragoni nella precedente storia dell'umanit. 23.1.2 Punto di vista tecnologico La Rivoluzione industriale si caratterizza per l'introduzione della macchina a vapore. Nella storia dell'umanit il maggior vincolo alla crescita della produzione di beni infatti quello energetico. Per molti secoli l'umanit si trova a disporre soltanto dell'energia meccanica muscolare offerta dal lavoro di uomini e animali, e questo oltre a tutti i problemi che ne derivavano non dava la possibilit di incrementare la
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produzione essendo legati al lavoro manuale. La progressiva introduzione, a partire dal Medioevo, del mulino ad acqua e del mulino a vento rappresenta la prima innovazione di rilievo. L'energia abbondantemente offerta dalla macchina a vapore viene applicata alle lavorazioni tessili, rendendo possibile una pi efficiente organizzazione della produzione grazie alla divisione del lavoro e allo spostamento delle lavorazioni all'interno di fabbriche appositamente costruite, nonch alle estrazioni minerarie e ai trasporti. Le attivit minerarie beneficiano della forza della macchina a vapore nella fase di estrazione dell'acqua dalle miniere, permettendo di scavare a maggiore profondit, come anche nel trasporto del minerale estratto (i primi vagoni su rotaia servono a portar fuori dalle miniere il minerale, poi a portarlo a destinazione). Solo in un secondo tempo il trasporto su rotaia si converte nel trasporto di passeggeri.) La rivoluzione industriale ha prodotto effetti non solo in campo economico e tecnologico, ma anche un aumento dei consumi e della quota del reddito, dei rapporti di classe, della cultura, della politica, delle condizioni generali di vita, con effetti espansivi sul livello demografico.
1. 2. 3. 4. 5.
l'abbandono progressivo del maggese e l'introduzione di una rotazione continua delle terre; l'introduzione e l'estensione di nuove colture; il miglioramento degli utensili tradizionali e l'introduzione di nuovi; la selezione delle sementi e dei riproduttori animali; l'estensione e il miglioramento delle terre arabili (drenaggio del suolo e spargimento di concime animale); 6. l'estensione dell'uso dei cavalli nei lavori agricoli. 23.2.3 Crescita demografica Come conseguenza del punto precedente, la popolazione inglese inizi attorno al 1750 a crescere sempre pi rapidamente, effetto spiegato dall'effetto forbice: riduzione del tasso di mortalit e aumento del tasso di natalit determinati da fattori economici (miglioramento alimentare apportato dalla rivoluzione agricola). L'aumento del tasso di fecondit va per anche ascritto ai matrimoni pi precoci e alle nascite illegittime che accompagnarono lo sviluppo urbano e la vita di fabbrica. Lo sviluppo demografico non per un fattore sufficiente per dare avvio all'industrializzazione. Al contrario, potrebbe essere causa di povert se la produzione economica non riesce a progredire con lo stesso ritmo. Determinante allora l'apporto delle innovazioni tecniche che permettono di incrementare sostanzialmente la capacit produttiva dell'Inghilterra.
Prodotti agricoli a bassso costo, manodopera
AGRICOLTURA
INDUSTRIA
Meccanizzazione, chimica
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24 RIVOLUZIONE TECNICA
La Rivoluzione industriale inglese si mosse essenzialmente lungo due settori principali:
Abraham Darby trova fra il 1709 e il 1710 il modo di utilizzare il carbon fossile sotto forma di carbone coke per produrre la ghisa. Per quello che riguarda la metallurgia, il ferro prodotto in Inghilterra fino alla prima met del XVIII secolo non era di alta qualit poich conteneva elevati quantitativi di carbonio (oltre il 2%) ed altri elementi indesiderati, in pratica si trattava di ghisa. Successivamente il problema fu risolto con la tecnica della puddellazione (puddling) che consisteva nel caricare i getti di ghisa in speciali contenitori posti in forni a riverbero, usando carbone come combustibile. In questo modo si arriv a produrre acciaio allo stato pastoso, semi-fuso, che poteva essere separato dalle impurit e solidificato. La domanda di carbone aumentava sotto la pressione dello sviluppo della metallurgia mentre il macchinismo permetteva di migliorare i metodi e le condizioni di lavoro nelle miniere. La macchina a vapore, quale nuova fonte di energia, permise la costruzione di macchine in ferro sempre pi grandi creando un effetto di traino sull'industria metallurgica. L'industria metallurgica durante la rivoluzione industriale inglese si concentr in varie zone, ma principalmente attorno a Birmingham, Sheffield, Cardiff, Newcastle e Whitehaven, tutte citt in prossimit di importanti giacimenti di carbon fossile. La macchina a vapore si svilupp con le costruzioni di Savery e di Thomas Newcomen per la costruzione di pompe a vapore utilizzate per evacuare l'acqua dalle miniere di carbone e di rame. Matthew Boulton possedeva una officina meccanica a Birmingham. Insieme, lui e James Watt, uno scienziato scozzese autodidatta, cominciarono a produrre motori a vapore pi efficienti sino ad arrivare al primo vero modello di macchina a vapore (1765). Boulton & Watt divenne la pi importante societ di ingegneria meccanica del paese, incontrando una notevole domanda. Inizialmente questa domanda provenne in larga parte dai proprietari di miniere della Cornovaglia, ma poi fu estesa alla produzione di carta, farina, cotone e mulini in ferro, cos come distillerie, canali e acquedotti. La macchina a vapore di Watt divenne il simbolo della rivoluzione industriale, migliorando quella di Newcomen. Nel 1785, una prima macchina a vapore venne installata per la filatura. La macchina a vapore pot cos sostituire altre forze energetiche, prime fra tutte l'acqua, per azionare i macchinari tessili (principalmente per la filatura) dando un contributo importante all'aumento della produttivit nel settore permettendo allo stesso tempo la diffusione di fabbriche tessili in luoghi abbondanti di carbon fossile. La macchina a vapore venne poi applicata anche alla tessitura. L'applicazione della macchina a vapore ai mezzi di trasporto su rotaia ebbe un ruolo importante per lo sviluppo della ferrovia in Inghilterra come in altri Stati.
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TRASPORTI
INDUSTRIA
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26 RIVOLUZIONE FINANZIARIA
Tre elementi compongono la rivoluzione finanziaria che caratterizz l'Inghilterra durante il XVIII e il XIX secolo. 26.1.1 Stabilit monetaria La lira sterlina, nel periodo 1560-1914, attravers e super due crisi importanti senza che questo abbia intaccato la sua parit: 1. la prima nel 1694: provocata da cattivi raccolti e dai pagamenti della guerra contro la Francia; 2. la seconda (1797-1815) determinata essenzialmente dalle difficolt finanziarie provocate dall'uscita di oro e di argento utilizzati per pagare i costi della guerra contro la Francia di Napoleone. Negli anni 1809-1810 si assistette allo sviluppo dell'inflazione: la moneta perse quindi potere d'acquisto. Questa crisi venne risolta, su consigli di David Ricardo, con una politica di rivalutazione, le cui conseguenze in termini di aumento dei prezzi dei beni d'esportazione furono bene sopportate da un'industria e un commercio molto solidi. Il periodo critico si concluse nel 1816 con la reintroduzione della parit aurea. 26.1.2 Creazione del debito pubblico L'Inghilterra adott una politica coerente delle finanze pubbliche basata, da una parte, sul prelevamento diretto delle imposte attraverso le Regie sbarazzandosi cos degli intermediari fiscali e, dall'altra parte, realizzando una politica d'indebitamento sul lungo termine con tassi d'interesse elevati ma garantiti dalle imposte. Gli interessi vennero pagati con le entrate fiscali, mentre alla scadenza del prestito il capitale venne rinnovato con l'emissione di nuovi titoli di debito. Infine, venne creato un mercato finanziario sul quale si poterono scambiare i titoli del debito pubblico assicurandone la loro liquidit. L'indebitamento pubblico aument senza per questo provocare, contrariamente a quanto sostenuto da molti in quel periodo, difficolt economiche particolari. 26.1.3 Sistema bancario inglese La Banca d'Inghilterra, fondata nel 1694, assunse un ruolo centrale per l'intero sistema bancario inglese. La moneta della Banca d'Inghilterra venne utilizzata per i pagamenti interbancari, mentre a partire dal 1770 la moneta cartacea sostitu la moneta metallica. Anche la borsa di Londra si svilupp, restando per seconda al mercato finanziario di Parigi. Il mercato finanziario londinese sarebbe diventata la capitale finanziaria, sorpassando quindi la borsa di Parigi, solo nel 1870.
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27 RIVOLUZIONE SOCIALE
La rivoluzione industriale comport un generale stravolgimento delle strutture sociali dell'epoca, attraverso una impressionante accelerazione di mutamenti che port nel giro di pochi decenni alla trasformazione radicale delle abitudini di vita, dei rapporti fra le classi sociali, e anche dell'aspetto delle citt, soprattutto le pi grandi.
causate dalle condizioni di vita soffocanti: tubercolosi (da promiscuit), malattie respiratorie dalle miniere, colera dalle acqua contaminate e tifo erano molto comuni.
Cerano molte differenze tra centro e periferia; se nei quartieri residenziali comincia a nascere un'architettura, lurbanistica, che cerca di dare una pianta precisa alla citt e un aspetto esteticamente gradevole, nella periferia le case sorgono tutte ammassate, di solito case a schiera, piccole e troppo vicino alle fabbriche: il principio di costruzione non era la funzionalit, ma piuttosto leconomia degli spazi e del denaro, e non ci si occupava di dare dei servizi obbligatori come le fognature e l'acqua corrente. 27.3.2 La nascita dell'Urbanistica Con la nascita dell'Urbanistica, specie nel periodo della seconda rivoluzione industriale si iniziano anche delle operazioni di riammodernamento dei centri urbani. Negli ultimi decenni del XIX secolo le amministrazioni delle grandi citt iniziarono infatti a pianificare interventi di ristrutturazione urbanistica su larga scala, come ad esempio la grande trasformazione operata a Parigi durante il Secondo Impero, che prevedevano talvolta anche l'abbattimento di interi quartieri fra i pi vecchi e fatiscenti, per far posto a zone ricostruite secondo schemi urbanistici pi razionali, rispondenti a canoni pi moderni e funzionali. Fu proprio per la necessit di mettere ordine e poter controllare queste enormi caotiche aree urbane che si inizi in tutti i paesi industrializzati ad introdurre sistematicamente i numeri civici nelle abitazioni e a regolamentare in modo pi rigoroso lo sviluppo delle reti stradali, fognarie e dei servizi pubblici in generale.
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il miglioramento dei diritti di propriet organizzazione di fabbrica nuova tecnologia e specializzazione del lavoro. Secondo P. David la spiegazione di molte configurazioni tecnologiche ed istituzionali rinvenibile solo in un determinato percorso storico (path dependance) e non in leggi economiche razionali di validit universale. 28.1.5 Ruolo dello Stato in campo economico A riguardo della quantit e qualit della presenza dello Stato si identificano tre tipologie: 1. Lo stato minimale. Fornisce regole di mercato, amministrazione della giustizia, beni pubblici (moneta e posta). 2. Lo stato ad economia mista. Come sopra, ma vengono forniti anche istruzione, welfare, infrastrutture e assume ruolo attivo tramite le imprese pubbliche in settori strategici (a volte con monopoli). 3. Lo stato massimale. Lo stato assume tutte le responsabilit produttive. Nega le radici del capitalismo, elimina sia il mercato che la libert dimpresa.
Fu creata nel 1822 la Socit Gnrale de Belgique, una banca di investimento industriale che possedeva azioni di svariate aziende e contribu a crearne di nuove. Dopo lindipendenza il nuovo governo finanzi la costruzione della rete ferroviaria e nel 1840 il Belgio era lo Stato pi industrializzato del continente. 28.2.2 Francia La Francia aveva diversi prerequisiti simili a quelli inglesi che avrebbero potuto permetterle una industrializzazione pi o meno nello stesso periodo di quello dellInghilterra: 1. popolazione maggiore di quella inglese; 2. mercato interno florido ed unificato; 3. agricoltura prospera. Tuttavia vi furono anche fattori istituzionali meno favorevoli di quelli inglesi, quali:
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1. livelli di diffusione dellistruzione pi bassi; 2. distribuzione del reddito pi polarizzata; 3. aristocrazia meno orientata agli affari e monarchia pi assolutistica. Sebbene non rispondente agli stadi di sviluppo di Rostow n di Gerschenkron, la Francia ebbe una sua particolare industrializzazione nei seguenti settori: 1. 2. 3. 4. 5. seta (Lione); abbigliamento/moda (Parigi); cotone; siderurgia (Le Creusot); successivamente vennero introdotte: illuminazione a gas, elettricit, industrie automobilistiche (Peugeot, Renault).
Industria pi diversificata, pi dispersa nelle campagne, di dimensioni pi ridotte, risorsa energetica principale: energia idroelettrica. Tra il 1852 ed il 1870 furono creati diversi istituti finanziari, il pi famoso la Socit gnrale de crdit mobilier, pensato come uno dei grandi istituti belgi, ma fall nel 1867; successivamente fu fondata la PARIBAS nel 1872. Stato meno interventista rispetto al periodo rivoluzionario: a) b) c) d) infrastrutture (ferrovie in particolare), protezionismo, scuole superiori tecnico-professionali: la pi famosa Ecole polytrchnique (1794), colonialismo meno significativo di quello inglese.
28.2.3 Germania Dopo la Restaurazione (1815) la Germania si ritrov frammentata in 39 piccoli stati e quindi non pot industrializzarsi subito, sebbene vi fossero importanti bacini carboniferi (Ruhr). Zollverein (1833): unit doganale fra gli stati tedeschi iniziata ad opera della Prussia tramite abbassamento e semplificazione dei dazi doganali gi dal 1818. Costruzione di ferrovie (1840): tronconi collegavano le principali citt; ogni stato tedesco fu responsabile per le linee all'interno dei suoi confini. Dopo lunificazione (1871), il nuovo Stato si impegn a sostenere la massiccia industrializzazione di cui il Paese aveva bisogno (a differenza della Francia) in questi settori: 1. 2. 3. 4. acciaio (Krupp e Thyssen); elettricit (Siemens e AEG); chimica (Basf, Bayer, Hoechst per coloranti chimici, farmaceutici ed esplosivi); meccanica.
Questi quattro settori furono poi facilmente convertiti ad usi militari. Appoggio delle banche miste: banche commerciali (credito a breve termine) e industriali (credito a lungo termine) allo stesso tempo fattore sostitutivo delle merchants banks inglesi o finanza familiare. La Germania fu la prima nazione europea ad introdurre un sistema di previdenza sociale gestita dallo stato e generalizzata a tutti i lavoratori (infortuni sul lavoro, invalidit, vecchiaia) basata per non sulla cittadinanza ma sul rapporto di lavoro.
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Scuole tecniche superiori efficienti, meno teoriche e pi pratiche rispetto a quelle francesi, per formare ingegneri. 28.2.4 Italia Dal 600 e per tutto il 700 lItalia visse un periodo di enorme crisi economico-politico-sociale per: 1. frammentazione politica e conflittualit endemica; 2. insistenza su manifatture di lusso ad alto prezzo; 3. spostamento dellasse dei traffici dal Mediterraneo allAtlantico. Con il Congresso di Vienna (1815), lItalia risult divisa in sette stati, dei quali solo il Regno di Sardegna si dimostr attivo ed intraprendente, e sotto la sua spinta avvenne lunificazione del paese (1861). Il nuovo governo (la Destra Storica di stampo cavouriano) introdusse: 1. legislazione commerciale liberista (politica economica di complementariet con le potenze europee, non di competizione produzione di seta e generi alimentari); 2. fisco allineato ai pi avanzati sistemi europei; 3. legge sullistruzione (Casati); 4. moneta unica legata al gold standard. Tuttavia dopo il 1876, quando sal al potere la Sinistra Storica, sotto la spinta di un nazionalismo che voleva fare dellItalia una potenza imperialistica e moderna, part un programma di industrializzazione pesante vero e proprio (dopo il 1895) in particolare nei seguenti settori: 1. idroelettricit (per affrancare lItalia dallutilizzo del carbone); 2. meccanica (FIAT 1899); 3. gomma (Pirelli); che alla vigilia della Grande Guerra port lItalia al 50% del PIL della Gran Bretagna. Probabilmente le cause di questo risultato scadente furono: 1. il non aver sfruttato appieno i vantaggi dellarretratezza; 2. avere al proprio interno una situazione troppo frammentata (a parte il triangolo industriale formato da Milano, Torino e Genova e qualche sporadico caso nel centro-nord, tutto il sud rimane pressoch immobile economicamente parlando). 28.2.5 Spagna Passato ricco e glorioso, ma scelte politiche e socio-economiche fallimentari portarono ad un declino gi dal XVIII secolo e nel 1824 a perdere tutte le sue colonie. a) Agricoltura arretrata, a parte esportazioni si sherry dallAndalusia; b) istruzione gravemente carente. Paesi baschi: industrie siderurgiche grazie alle miniere di ferro della zona, Catalogna (industria cotoniera gi dal 700), poi meccanica, trasporti, elettrica e servizi pubblici. Situazione economica peggiore di quella italiana, perfino meno dinamica. Cause (probabili): protezionismo troppo elevato (aumento dazi nel 1906) e/o non aver aderito al gold standard. Alti e ribassi (crisi degli anni 20, guerra civile 1936 1939 e primi due decenni di dittatura franchista). 28.2.6 Impero dAustria NellOttocento lImpero Asburgico presentava le seguenti caratteristiche strutturali: 1. territorio non favorevole allagricoltura (2/3 del territorio montuoso/collinare);
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2. un solo sbocco sul mare Adriatico (Trieste); 3. dotazioni di carbone poco abbondanti e sparpagliate. Oltre a ci, presentava le seguenti anomalie politiche: 1. 2. 3. 4. tarda abolizione della servit della gleba (dopo il 1848); tarda abolizione dei dazi interni; politica protezionistica; accentramento amministrativo.
Lo sviluppo industriale che si realizz privilegi i seguenti settori: 1. 2. 3. 4. 5. alimentare (in Ungheria); tessile (lana e cotone); metalmeccanico; elettrico; trasporti.
I risultati alla vigilia della Prima guerra mondiale furono comunque mediocri per lincapacit (volont?) politica di far fare alle aree pi arretrate il necessario salto di qualit. 28.2.7 Russia Alla vigilia della Grande guerra la Russia molto arretrata per: 1. politica assolutistica di stampo orientale: solo con Pietro il Grande (1696 1725) si apr alle tecnologie occidentali; 2. tarda abolizione della servit della gleba (1861) a seguito della disfatta della Guerra di Crimea (1855), ma le terre furono privatizzate solo nel 1907. Industrializzazione massiccia (Mosca, San Pietroburgo, Ucraina) alla fine del XIX secolo tramite: 1. 2. 3. 4. 5. 6. ferrovie; riorganizzazione delle banche; industria pesante (carbone, acciaio, macchine); armamenti; industria tessile; industria alimentare.
La crescita si interruppe allinizio del XX secolo con la guerra (persa) col Giappone (1905) e la conseguente rivoluzione (1906) riforma agraria (1907). Il fattore sostitutivo dei canali privati di investimento inglesi fu lo Stato (ferrovie, gold standard, dazi, ordin armamenti, sussidi agli imprenditori stranieri alla vigilia della Grande guerra il capitale straniero finanzi met del debito pubblico il 40% del capitale di tutte le societ per azioni. 28.2.8 Declino della Gran Bretagna Declino economico, non politico-militare catching up da parte degli Stati Uniti prima della Grande Guerra e, dopo la seconda guerra mondiale, da parte di tutti i paesi europei pi avanzati, compresa Italia e Giappone. Cause: 1. inizio precoce (early start): vantaggi nel momento in cui si i soli a competere, quando vi concorrenza con altri paesi diventa un fattore negativo per i vantaggi dellarretratezza dei paesi late comers;
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2. rigidit istituzionali: non seppe cogliere ispirazione dalle innovazioni istituzionali che si realizzavano nellOttocento nei paesi competitori, con particolare riferimento a: a. finanza: la Borsa (no trasparenza verso il pubblico) e le banche industriali (merchant banks troppo legate al finanziamento di attivit internazionali per interessarsi di quello nazionale) rimasero inefficienti. Non vennero mai prese in considerazioni le banche daffari alla francese e quelle miste alla tedesca industrie senza supporto finanziario; b. istruzione: introduzione tardiva del sistema pubblico di istruzione non privilegiando comunque listruzione tecnica scarsi risultati nella seconda rivoluzione industriale che richiedeva unistruzione tecnica media e superiore diffusa; c. la grande impresa: le fabbriche erano gestite alla maniera maestro/apprendista, piuttosto che secondo principi tayloristici e con una precisa gerarchia funzionale produttivit non competitiva con quella americana e tedesca; d. lo Stato: non si assunse maggiori responsabilit nei confronti dello sviluppo del paese, impegnando le risorse nel colonialismo. 3. il peso della leadership: impone dei pesi: a. le colonie: costi amministrativi e militari, eccessivo impegno in mercati poco sofisticati (overcommitment); b. il sostegno del gold standard: la banca centrale amministrava le sue politiche monetarie pi pensando allequilibrio internazionale che alla congiuntura interna; c. predominio della City: interessi della City (finanza) pi importanti di quelli dellindustria (produzione) investitori e merchant banks investirono allestero pi che allinterno; d. poliziotto del mondo: si venne coinvolti in molte guerre allo scopo di mantenere il bilanciamento dei poteri in Europa eccessivi investimenti militari e perdite.
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Centralit dellimpresa in quanto espressione diretta del popolo sovrano, managerializzata: per garantirle stabilit e continuit. Caratteristiche che aiutarono lo sviluppo e la diffusione delle imprese americane: 1. legislazione antitrust: per proteggersi da conseguenze perverse di cartelli fusioni (merger movement) (1895 1905): piccole imprese con poca quota di mercato si fusero con aziende simili per formare istituzioni grandi e potenti con posizione predominante sullo specifico mercato (fusioni orizzontali) fusioni verticali (acquisizioni anche di aziende produttrici di materie prime e distribuzione dei prodotti realizzati) per orientarsi meglio su economie di scala (1916 1929). 2. banche mantenute piccole a livello statale (a differenza con lEuropa) per evitare che diventando grandi rivaleggiassero con esse; 3. rafforzamento della Borsa, al servizio delle imprese; 4. richiesto protezionismo allo Stato dopo il 1895.
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28.4 GIAPPONE
Storia lunga e complessa, di influenza culturale cinese. Sistema politico incentrato sulla figura dellimperatore (simbolica) e su una suddivisione territoriale simile al sistema feudale europeo (shogun e daimyo). Si distinguono due periodi importanti della storia economica giapponese: a) periodo Tokugawa (1603 1867): crescita economica, ordine sociale rigoroso, politica di isolazionismo, sviluppo di arte e cultura. Il riso era la base delleconomia. Durante questo periodo i giapponesi studiarono progressivamente le scienze e tecniche occidentali (rangaku) grazie alle informazioni e libri ricevuti tramite i mercanti olandesi a Dejima. Nel 1854, dopo che lammiraglio Matthew Perry forz la firma del Trattato di Kanagawa (trattato ineguale assai penalizzante per il paese) il Giappone cominci a realizzare che avrebbe dovuto modernizzare il suo apparato militare per prevenire ulteriori intimidazioni da parte delle potenze occidentali. b) periodo Meiji (1868 1912): dopo il 1854, lo shogunato dei Tokugawa fu rovesciato e fu fondato il governo Meiji ed il Giappone si apr alloccidentalizzazione completamente dal 1868, con i seguenti effetti: i. sviluppo del settore serico tramite manifatture casalinghe nelle aree rurali: verso il 1890, i prodotti tessili giapponesi dominarono i mercati ed entrarono in competizione con i prodotti inglesi in Cina e India; ii. fine del sistema feudale, abolizione delle caste e sviluppo di amministrazione centralizzata (su stile francese) sviluppo dellistruzione (vennero mandati in occidente i giovani preparati per studiare le istituzioni)sviluppo dellindustrializzazione e della finanza (su modelli americano e tedesco) sviluppo dei settori militari (esercito su stile prussiano, flotta su stile inglese) iii. lo Stato si impegn largamente nella costruzione di infrastrutture (strade e ferrovie) fabbriche e cantieri navali che vennero poi rivenduti ai privati; iv. nascita di imprese che agiscono in sinergia (zaibatsu) con legami di tipo familiare (Mitsubishi, Mitsui, Sumitomo).
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b) rapporti esterni: sistema di tassi di cambio praticamente fissi, in quanto le oscillazioni di essi erano contenute tra i cosiddetti punti delloro o punti metallici Dopo la Prima guerra mondiale, molti paesi, a causa delleccessiva emissione di denaro per le spese belliche e della scarsit delloro, si trovarono in difficolt nel garantire la diretta corrispondenza tra quantit doro detenuta e banconote in circolazione. Questo sistema fu di conseguenza abbandonato a favore del gold bullion standard o del gold exchange standard.
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Gli effetti economici furono: 1) 2) 3) 4) 5) inflazione a causa dellaumento della carta moneta per far fronte alle spese militari; uscita di alcuni paesi con successivo rientro nel gold standard; reinserimento dei militari non deceduti in attivit talora assunte dalle donne; conversione delle industrie dalle produzioni di guerra a quelle di pace; riparazione dei danni materiali.
I problemi cui i nuovo stati dovettero affrontare furono: 1) riforma agraria: i latifondi presenti ancora in queste aree andavano ridimensionati, con politiche economiche adeguate; 2) ridimensionamento del commercio: riorganizzazione dei commerci sia interni che esteri; 3) ricompattamento e ridimensionamento delle infrastrutture: la Yugoslavia e Polonia avevano al loro interno ferrovie con tre standard differenti; 4) promozione dellindustria: a parte la Cecoslovacchia e Austria le altre nazioni non erano industrializzate.
Nel 1929 arriv un ulteriore piano di pagamenti (piano Young) che abbass la rata annuale e previse il pagamento in 37 anni. Gli Stati Uniti si dimostrarono inflessibili nel pretendere il pagamento dei crediti concessi agli alleati, i quali fecero rivalsa sulla Germania
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Mussolini prese il potere nel 1922, nomin ministro delle finanze De Stefani che arriv al pareggio di bilancio; a De Stefani successe Volpi che riusc a farsi condonare quasi per intero i debiti di guerra con Gran Bretagna e Stati Uniti. Nel 1926 si decise di non svalutare la lira. In generale gli anni 20 per leconomia italiana furono positivi, in particolare nel settore chimico (Montecatini e Snia Viscosa).
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Tutto questo provoc un crollo della produzione industriale, mentre il commercio scomparve.
33.2 LA NEP
Nel 1921 Lenin var la NEP (Nuova Politica Economica) che: 1) pose fine al razionamento e alle requisizioni; 2) reintrodusse la moneta; 3) commercio e industria vennero liberalizzati (per imprese piccole con meno di 20 dipendenti): le imprese industriali venivano lasciate libere perfino di formare gruppi (trust), pagando allo stato imposte sul reddito e sul patrimonio. 4) ;liberalizz lagricoltura. La NEP fu un esperimento di economia mista: stato come programmatore e gestore delle imprese nazionalizzate, il mercato di uneconomia monetizzata svolgeva tutto il resto ripresa delleconomia. Fattori negativi della NEP: 1) crisi delle forbici: prezzi alti dei prodotti manifatturieri disincentivo alla commercializzazione dei prodotti agricoli rialzi dei prezzi agricoli; 2) no controllo macroeconomico inflazione e disoccupazione; 3) inimicizia verso agricoltori e commercianti, nemici del popolo; 4) lentezza del sistema di mercato nel raggiungere le mete prefissate. Queste contraddizioni scoppiarono dopo la morte di Lenin (1922), facendo emergere tre visioni alternative: 1) ala sinistra: grande balzo nellindustria pesante a scapito dellagricoltura; 2) destra estrema: ritorno alle tradizioni agrarie della Russia accrescimento dei risparmi e costi bassi dei prodotti alimentari crescita dellindustria senza inflazione; 3) ala destra: continuazione di una crescita bilanciata sul tipo della NEP. Il successore di Lenin, Stalin (dal 1922 al 1953) in un primo tempo si alline con le posizioni dellala destra del partito, ma poi per problemi interni di disponibilit di cereali si decise di adottare la strategia dellala sinistra, massiccia industrializzazione pesante a scapito dellagricoltura.
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34 LA GRANDE CRISI
Alla fine degli anni 20 il sistema capitalistico sub una crisi senza precedenti, sebbene si sostenga che il sistema stesso abbia un andamento ciclico, vi sono tre scuole di pensiero circa landamento dei cicli stessi: 1. scuola dellinstabilit (Malthus, Marx e Keynes): il sistema capitalistico intrinsecamente instabile, per contraddizioni interne al sistema dovute allanarchia del mercato (Marx) e al sottoconsumo cronico (Malthus). Servono interventi stabilizzatori da parte dello stato per contrastare cadute di domanda effettiva; 2. scuola della stabilit (economisti di matrice neoclassica): il mercato si autoregolamenta, in grado di digerire gli shock cui sottoposto , riportando il sistema in equilibrio; 3. scuola dei cicli (Schumpeter): il ciclo al centro della teorizzazione.
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Governo Blum (1936 1938): aumento dei salari e diminuzione dellorario di lavoro esportazione di capitali svalutazione del franco. Governo Daladier (1938 1940): incentivi agli investimenti, orario di lavoro normale, promozione della ricerca, raccolta di statistiche, riarmo miglioramento della produzione industriale, ma troppo tardi per poter sopportare linvasione tedesca nel 1940. Governo Ptain (1940 1944): miglioramento dei metodi di produzione industriale, ammodernamento degli impianti, migliore raccolta di dati statistici aumento della produttivit.
La Gran Bretagna si rivolse agli Stati Uniti per gli aiuti di guerra, nel 1941 Keynes sottoscrisse la Carta atlantica (principio del multilateralismo, assetto mondiale cooperativo per espandere produzione, occupazione e scambi, riducendo le barriere al libero commercio) Mutual Aid Agreement (1942) fondi e armi alla Gran Bretagna. Gli Stati Uniti entrarono in guerra nel 1942 e contribuirono enormemente alle sorti della stessa.
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Per quello che riguarda la Francia: 1. istituzione di un commissariato per la programmazione attorno alla produzione di acciaio, carbone, elettricit, cemento, macchine agricole e ferrovie) con la formulazione di un primo piano quinquennale. Per quello che riguarda lItalia: 1. scelte produttivistiche ed europeiste da parte del partito di governo di centro (Democrazia Cristiana) che amministr il Piano Marshall in maniera sapiente; 2. recepimento da parte dellimprenditoria italiana dei metodi di quella americana per le grandi imprese, mostr creativit ed organizzazione nel mondo dellartigianato e piccola impresa boom economico.
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