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Attributi araldici di posizione Attributi araldici di smalto Aumento (araldica) Bisanti e torte Blasonatura Blutfahne Brisura Campeggiato Campo dello scudo Carico araldico Classificazione dei carichi araldici Consulta Araldica Convenevoli partizioni Corona (copricapo) Corona civica Corpo della nobilt italiana Croce di Malta Disposizione dei carichi araldici Divisa (araldica) Elisei Elmo corinzio Figura araldica chimerica Fons honorum Grido di guerra Impresa (araldica) Imprese (araldica) Istituto genealogico italiano Italia turrita Stephen Leake Lista di gridi di guerra Livrea (araldica) Mantello (araldica) Marzocco (simbolo) Mobile araldico Motto Ordine dinastico Padiglione (araldica) Carlo Padiglione
267 296 303 304 305 307 308 311 321 331 332 333 336 337 340 342 347 351 361 363 364 365 368 369 371 374 374 375 379 381 383 384 385 387 387 390 392 393
Pahonia Piante araldiche Predicato (onomastica) Punto dell'arme Re d'armi Regola di contrasto dei colori Ricompense militari romane Ripartizioni araldiche Segretario del re per l'araldica Stemmario Sashimono Scudi composti Vittorio Spreti Stain (araldica) Trattamento d'onore Tre corone Triquetra
394 395 397 397 402 405 407 413 414 415 417 419 423 424 426 430 432
Note
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Araldica
Araldica
L'araldica, una delle scienze ausiliarie della storia, la scienza del blasone, cio lo studio degli stemmi. Essi sono detti anche armi o scudi, in greco , spis, donde il sinonimo aspilogia. In altre parole, quel settore del sapere che ha lo scopo di individuare, riconoscere, descrivere e catalogare gli elementi grafici utilizzati, nel loro insieme, per identificare in modo certo una persona, una famiglia, un gruppo di persone o una istituzione. Non rientrano tra gli oggetti di studio dell'araldica le bandiere ed i loghi o marchi di natura commerciale o industriale: le prime, perch a esse l'araldica fornisce solo la giustificazione storica e la base concettuale di costruzione, ma poi le abbandona al momento in cui esse vengono rigidamente regolamentate da leggi e decreti che riguardano la loro esatta riproduzione e dimensione; i secondi, perch si tratta di espressioni grafiche assolutamente rigide, immutabili e specificate nell'unica forma ammessa. Per chiarire meglio il concetto, basti ricordare, per il primo caso, alle discussioni sorte al momento della definizione delle esatte tonalit di colore della bandiera italiana: mentre in araldica il termine verde indica genericamente qualunque tono di colore che rientri nella definizione di verde, ma senza specificare un codice cromatico univoco da utilizzare.
Pagina della Hyghalmen Roll, uno dei pi ricchi stemmari rinascimentali inglesi
Nel secondo caso, si immagini a cosa succederebbe se un grafico dovesse riprodurre il logo della Coca Cola senza conoscerlo, ma basandosi esclusivamente su una descrizione orale ridotta all'essenziale; il suo disegno sarebbe, molto probabilmente, alquanto differente dall'originale. L'araldica invece vuole dare la possibilit a qualunque disegnatore, quale che sia il suo stile o l'epoca e il luogo in cui vive, di produrre un oggetto grafico il cosiddetto stemma che contenga tutte le informazioni essenziali per corrispondere senza alcun errore alla stringata descrizione dello stemma definita blasone. Se il disegno stato eseguito secondo le regole araldiche, chiunque conosca tali regole in grado di ricostruire l'esatta descrizione semplicemente guardando il disegno. L'araldica si sviluppata nel Medio Evo in tutta l'Europa come un sistema coerente di identificazione non solo delle persone, ma anche delle linee di discendenza (in quanto il blasone poteva essere trasmesso in eredit ed esprimere il grado di parentela), il che la rende malgrado tutto un sistema unico nel suo tempo. Non esiste una teoria veramente soddisfacente che possa spiegare la nascita e il repentino sviluppo dell'araldica, in tutti i paesi d'Europa. La maggioranza degli studiosi la ritiene apparsa nel XII secolo con la nascita dei tornei, utilizzata dai membri dell'aristocrazia o nobilt e del clero, ma stata anche avanzata l'ipotesi che essa sia nata durante le Crociate, quando i cavalieri cristiani avrebbero imitato l'usanza islamica di distinguere i cavalieri per mezzo di emblemi, colori e disegni simbolici applicati sugli abiti e sulle bardature dei cavalli, sugli scudi e sugli stendardi, al fine di riconoscere alleati ed avversari, e in seguito si sarebbe diffusa a poco a poco in tutta la societ occidentale, tanto che anche importanti famiglie ebraiche sentirono il bisogno di dotarsi di uno stemma. Per quanto riguarda l'Italia, la pi antica immagine dell'araldica ebraica (1383) si trova in un manoscritto appartenuto ad un certo Daniele di Samuele, proveniente da Forl e oggi al British Museum.
Araldica
La blasonatura
Se lo scudo, accompagnato dai suoi ornamenti, la rappresentazione grafica dello stemma, la blasonatura ne la rappresentazione verbale. Nata dalla pratica dei tornei, dagli araldi (che daranno il loro nome all'araldica) e dalla necessit di costituire degli annuari affidabili (gli stemmari) con la doppia funzione di raccolta di identit e di deposito di elementi esclusivi, in un'epoca in cui l'illustrazione, soprattutto a colori, una impresa di grande impegno, la blasonatura si sviluppa in un vero linguaggio, con vocabolario e sintassi, sorprendente per rigore e precisione, che permette di descrivere rapidamente e senza ambiguit i blasoni pi complessi. Poich l'identificazione araldica si limitata per molto tempo ai soli elementi rappresentati sullo scudo, la blasonatura si riduce spesso a descrivere solo questo. Gli ornamenti sono diventati importanti solo pi tardi, e la blasonatura completa ha avuto il compito di integrarli. Questa impostazione concettuale deriva dall'origine stessa dell'araldica, il cui nome deriva evidentemente da araldo, cio da colui che, basandosi esclusivamente sui colori e sui disegni presenti sullo scudo, sulla gualdrappa dei cavalli o sugli stendardi che innalzavano, aveva il compito di riconoscere a distanza i cavalieri coperti da armature metalliche, e occultati anche nel viso. Bisogna tenere presente che l'araldica si sviluppa in un'epoca di scarsa alfabetizzazione, in cui anche chi sapeva leggere spesso lo faceva con fatica, compitando le lettere. Perci non sarebbe stato efficace scrivere il nome o le iniziali del cavaliere sullo stemma, e anzi ci vietato dalle regole araldiche. La possibilit di riconoscere il sempre crescente numero dei segni distintivi individuali i gi citati stemmi non poteva basarsi sulla disponibilit di costosi e voluminosi stemmari, ma si fondava sulla composizione e divulgazione di descrizioni che fossero costituite dal minimo numero possibile di parole pur mantenendo l'univocit di individuazione. I vari araldi si scambiavano, quindi, le descrizioni la blasonatura ricorrendo tutti ad uno stesso insieme di regole capaci di fornire loro il linguaggio comune. Questo anche il motivo per cui quella parte dell'araldica che si occupa della descrizione degli stemmi spesso definita come l'arte del blasone. Mentre si chiama araldica in senso stretto lo studio delle genealogie delle famiglie aristocratiche e dei loro titoli nobiliari. chiaro che i due sistemi di rappresentare uno stemma sono destinati a due pubblici diversi. La rappresentazione grafica dello stemma comprensibile a tutta la popolazione, in gran parte analfabeta. Invece la blasonatura diretta soprattutto a una classe di esperti, gli araldi, che non sono solo in grado di leggere, ma conoscono anche il vocabolario tecnico dell'araldica, spesso usato in francese. Nei paesi e nelle epoche in cui lo stemma ha, o ha avuto, un effettivo valore di elemento univoco di riconoscimento delle persone o delle istituzioni, la concessione di uno stemma e la stesura della relativa blasonatura sono affidate a organi aventi valore legale e garantiti dallo stato, allo stesso modo in cui sono garantiti dallo stato i nomi e cognomi che hanno, per tutti, lo stesso valore univoco di riconoscimento. Nell'Italia attuale, ad esempio, lo stato non garantisce pi il sistema araldico individuale e familiare in quanto lo si ritenne direttamente connesso con i titoli nobiliari, non pi riconosciuti legalmente con l'entrata in vigore della Costituzione repubblicana (1 gennaio 1948). Nel nostro Paese gli organi che si occupano ancora di araldica sono rimasti sostanzialmente due: il primo, di natura pubblica, l'Ufficio Araldico presso la Presidenza del Consiglio dei ministri che continua a garantire l'araldica delle istituzioni civili e militari cui stato concesso uno stemma; il secondo, di natura privata, il Corpo della Nobilt Italiana, costituito a Torino nel 1958 da alcuni studiosi italiani di storia, diritto, araldica e genealogia, che si sono assunti la funzione di accertare e di difendere i diritti storici di coloro che hanno diritto a un titolo nobiliare (e pertanto anche a uno stemma gentilizio, o di cittadinanza)[1].
Araldica
di una distinzione onorifica accordata da un signore feudale, che d a un vassallo il diritto di aggiungere sul suo blasone un elemento distintivo tratto dal proprio (un aumento); o anche scomparire ed essere rimpiazzato da un blasone di sostituzione, quando il blasone originale stato disonorato da un'azione poco onorevole del suo possessore o di un antenato del possessore! (vedere Leone, leone codardo, immaschito vilen etc.).
Le varianti realmente significative sono allora quelle che in qualche punto modificano la figura originale; si parler di leone rivoltato per dire che rivolto verso la destra dell'osservatore, di leone lampassato di rosso per quello che ha la lingua colorata in rosso, di leone armato d'oro per quello che ha gli artigli colorati d'oro, di leone coronato per quello la cui testa sovrastata da una corona, di leone passante per quello che rappresentato in posizione di cammino e non rampante,
Araldica di leone bicipite per quello a due teste (rivolte solitamente in direzione opposta). Ecco quindi che l'estrema libert nella rappresentazione grafica viene ad essere strettamente correlata a una estrema rigidit nel linguaggio utilizzato per la blasonatura; ogni parola del linguaggio ha un suo ben preciso ed esclusivo significato e, per contro, l'unica che pu essere impiegata per descrivere quel particolare elemento grafico. Altro elemento caratteristico del linguaggio araldico l'irrilevanza delle misure (ogni stemma pu essere rappresentato delle dimensioni desiderate) rispetto alla grande importanza delle proporzioni, che sono l'unico mezzo capace di distinguere tra loro elementi che sarebbero altrimenti identici. Una striscia che attraversi orizzontalmente uno scudo viene descritta con parole diverse a seconda delle sue proporzioni rispetto allo scudo stesso: sar una fascia se alta un terzo dello scudo, una divisa se diminuita di un terzo, una burella se ulteriormente diminuita fino a consentirne la presenza di 6 o 8 esemplari, e cos via.
Partito di rosso e di verde, alla mazza d'armi d'oro attraversante posta in sbarra
Partito di rosso e di verde, alla mazza d'armi d'oro attraversante posta in sbarra
I primi due disegni sopra riportati si riferiscono entrambi allo stesso stemma, quello di Obernai, citt dell'Alsazia francese e sono entrambi assolutamente regolari, pur essendo disegnati su scudi di forma diversa. Allo stesso modo le due immagini a destra, relative allo stemma della citt francese di Colmar, sono del tutto equivalenti, pur presentando due mazze d'armi di diversa fattura.
Araldica
Lo scudo
Forma dello scudo
Lo scudo, supporto materiale del blasone, ha forme diverse secondo il luogo e l'epoca, e pu assumere le forme pi varie. Thodore Veyrin-Forrer censisce 24 differenti forme degli scudi, Ottfried [2] Neubecker ne presenta pi di un centinaio, raggruppati per paese e per epoca per lo pi con datazioni certe (pagine 76-77). Alcune osservazioni su queste forme: lo scudo antico, a tre lati, (non rappresentato qui a fianco) era disegnato ritto non sulla punta secondo il modo classico, ma appoggiato sul suo lato destro (all'antica); uno degli scudi italiani, ovale, era portato dagli ecclesiastici e in Francia dalle donne maritate; l'incavatura dello scudo tedesco permetteva di sostenere la lancia.
Principali forme dello scudo: 1 scudo francese antico 2 scudo francese moderno (sannitico) 3 scudo ovale (delle dame) 4 scudo a losanga (delle damigelle) 5 scudo da torneo (banderese) 6 scudo italiano (a testa di cavallo) 7 scudo svizzero 8 scudo inglese 9 scudo tedesco (a tacca) 10 scudo polacco 11 scudo spagnolo, portoghese e fiammingo
Per potersi inquadrare sullo scudo, questo stato diviso in nove zone dette punti dello scudo. Questi punti sono identificati da nomi, che variano di poco secondo gli autori, eccezion fatta per il punto centrale (5) detto anche cuore o abisso. Due altri punti, citati da tutti, sono il punto d'onore (A) e l'ombelico (). Ma se per alcuni, si tratta di un'area equivalente ai primi, posta a cavallo di 2 zone (cf. disegno), per altri, di tratta di punti in senso geometrico, situati al centro delle frontiere 2-5 e 5-8. Quali che siano gli autori, vi simmetria di denominazione tra 1 e 3, 4 e 6, 7 e 9 in cui destra per 1, 4 e 7 corrisponde a sinistra per 3, 6 e 9. In araldica, sinistra e destra sono quelle di chi porta lo scudo. Punto 1: canton destro del capo (Duhoux D'Argicourt lo chiama angolo destro del capo che designa secondo gli altri autori l'angolo materiale dello scudo); Punto 2: punto del capo (numerosi autori lo chiamano semplicemente capo ma non confermano tale denominazione nella loro definizione di capo);
Araldica Punto 4: punto del fianco destro (stessa osservazione fatta per il capo); Punto 7: canton destro della punta (Duhoux D'Argicourt come per 1, parla di angolo); Punto 8: punto della punta. La maggior parte degli autori usano solo punta (ma si trova pi spesso conferma nella definizione di punta). Talvolta si trova piede. Queste differenze di vocabolario o di definizione non hanno in pratica conseguenze sulla blasonatura il che probabilmente spiega come mai tali differenze resistono.
Colori
Tutti gli elementi che compongono il blasone hanno un attributo di colore. Si tratta di colori simbolici: cos il colore gueule rappresentato da un rosso, che si tratti di vermiglio, scarlatto, carminio o altro, e le pellicce sono di fatto delle composizioni bicolori. Questi colori sono divisi in tre gruppi: i metalli, gli smalti e le pellicce (o fodere). Occorre notare che alcuni autori utilizzano i termini colore e smalto invertendoli tra loro. I colori sono oggetto di un'importante regola araldica detta regola di contrasto dei colori.
Smalti [3] Rosso Azzurro Nero Verde Porpora Metalli Oro Argento
Contrarmellino Inverso dell'armellino (moscature bianche su fondo nero) o spolverato d'argento Armellinato Vaio Controvaio Vaiato Controvaiato varianti dell'armellino alternanza di campanelle blu e bianche vaio invertito varianti del vaio varianti del vaio
Araldica
Partizioni
Lo scudo pu essere diviso in pi parti uguali, secondo linee semplici. Si chiamano partizioni i diversi modi di dividere lo scudo.
Campanella di vaio
Moscature d'armellino
partito
troncato
trinciato
tagliato
Le quattro partizioni di base (partito, troncato, trinciato, tagliato) sono talvolta definite i quattro colpi guerrieri, bench questi nomi non corrispondano al vocabolario della scherma medievale. Queste partizioni di base si possono combinare all'infinito.
5 6 7 8
inquartato in decusse
inquartato
In effetti ogni elemento si comporta come uno scudo a parte (e dunque pu essere partizionato a sua volta), il che fa s che spesso si comprendono meglio le partizioni come una unione di pi scudi in uno solo, piuttosto che come la esplosione di uno solo in molti altri. Gli elementi creati da una partizione sono di dimensioni uguali, ma non hanno lo stesso prestigio: sono gerarchizzati secondo la loro posizione: il prestigio diminuisce dall'alto verso il basso, e da destra verso sinistra, e la blasonatura si fa secondo questa gerarchia. Un uso molto frequente delle partizione quello di tradurre araldicamente unioni di ogni natura: matrimoni, annessione di feudi, e cos via. Perci l'unione a due si far spesso con un partito (che ha l'effetto di comprimere in larghezza le figure e di sottolineare la preminenza del destro su cui si possono fare ricerche) o ancora molto spesso con un inquartato (che non deforma lo scudo originale, e che rappresenta una unione pi paritaria: il quarto pi prestigioso e quello
Araldica
con
nell'inquartato: . Blasonatura: l'uno: d'azzurro alla croce ansata d'oro, l'altro: d'oro al grifone di nero; produce: partito, d'azzurro alla croce... e d'oro al grifone...; e: inquartato, nel 1 e nel 4, d'azzurro alla croce... e nel 2 e nel 3, d'oro al grifone... (la nozione pi egalitaria debole: la blasonatura quasi identica). La partizione pu naturalmente essere solo un elemento nella redazione del blasone, come in quello di La tour du Pin, in cui il partito serve solo a delimitare i due scomparti del rebus (si veda l'illustrazione precedente). Le partizioni costituite da numerosi elementi, come lo scaccato o il rombeggiato o altre ripartizioni, evidenziano pi una preoccupazione decorativa, e hanno una funzione simile a quella di una pelliccia che copre l'intero campo.
Carichi
Pochi scudi sono di colore uniforme (anticamente pieno), la maggior parte sono ornati (caricati) da disegni (carichi) il cui fine tecnico principale quello di rendere distinguibili univocamente le armi. Ai motivi geometrici elementari dell'inizio (che hanno costituito il gruppo delle pezze onorevoli, con posizione sul campo e dimensione convenzionali), si sono venute ad aggiungere una infinit di figure di ogni sorta: forme geometriche pure, tra cui le pezze ordinarie (o di second'ordine), esseri viventi animali o vegetali, reali o fantastici, oggetti artificiali o naturali. Il disegno dei carichi sempre molto stilizzato, talvolta in modo estremo, senza effetti di tridimensionalit o di chiaroscuro (colore a tinta piatta, talvolta con i contorni evidenziati da una linea). I carichi sono di un solo colore. Ma pu succedere che alcuni elementi di un carico complesso siano di un colore differente (ad esempio: un leone rosso con le unghie nere), in questo caso occorre precisarlo con un termine appropriato (leone di rosso armato di nero). A differenza delle partizioni (che delimitano delle zone allo stesso livello) i carichi si pongono sul campo o su un altro carico (ecco perch caricano) andando a costituire uno spessore (nelle rappresentazioni accurate, questo spessore evidenziato da un'ombra prodotta sul campo che carica, con la luce che convenzionalmente proviene dal davanti in alto e a destra convenzione di luce che si ritrova nel disegno architettonico vedere a fronte l'ombra della croce sul campo). I carichi possono essere partizionati se sono di grandezza sufficiente e possono essere ornati da altri carichi. (a fronte una croce partizionata: gheronata d'oro e d'azzurro). Fra i carichi pi rappresentati, oltre alle pezze onorevoli, si trovano la croce, il leone, l'aquila, il giglio.
di rosso, alla croce gheronata d'oro e d'azzurro
Il numero praticamente infinito dei carichi ha spinto un gran numero di studiosi di araldica a proporre delle classificazioni. Attualmente non vi l'unanimit su nessuna di esse. Poich queste classificazioni non intervengono nella blasonatura, esse rivestono un interesse essenzialmente teorico.
Araldica
Note
[1] Lorenzo Caratti di Valfrei, Araldica, Mondadori Editore, Milano, 2008, pag. 143-152. [2] Ottfried Neubecker, Le grand livre de l'Hraldique, traduzione francese di Roger Harmignies. Bruxelles, Elsevier Squoia, 1977, riedito da Bordas. ~300 pagg. A4. [3] Rappresentazione policromatica e monocromatica
Bibliografia
Vedi Bibliografia sull'araldica
Voci correlate
Colore Armoriale Nobilt Blasone Attributi araldici Consulta araldica Stemmario Sashimono Gran Premio Scudo d'oro Araldica militare italiana Istituto genealogico italiano
Altri progetti
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Collegamenti esterni
Araldica (http://www.dmoz.org/World/Italiano/Societ/Genealogia/Araldica/) in Open Directory Project, Netscape Communications. ( Segnala (http://www.dmoz.org/public/suggest?cat=World/Italiano/Societ/ Genealogia/Araldica/) su DMoz un collegamento pertinente all'argomento "Araldica") L'araldica Italiana (http://web.archive.org/web/20080101000000/http://www.geocities.com/dejudicibus/ ddjiha.html). (archiviato dall'url originale il 1 gennaio 2008). Manuale ragionato di araldica (http://manuali.lamoneta.it/ManualeAraldica/) Araldica (http://thes.bncf.firenze.sbn.it/termine.php?id=13759) in Tesauro del Nuovo Soggettario (http:// thes.bncf.firenze.sbn.it/), BNCF, marzo 2013.
Araldica
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Glossari
(FR) Traduttore araldico (http://www.heraldica.org/shell/translatf.pl) (FR) Glossario araldico illustrato (in francese) - Blasoni (http://www.blason-armoiries.org)
Strumenti software
generatore di immagini araldiche a partire da blasonature espresse in inglese (http://web.meson.org/ blazonserver/)
Portale Arte Portale Storia Portale Medioevo Portale Storia di famiglia
Bibliografia sull'araldica
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Bibliografia sull'araldica
Testi in italiano
Bascap, Giacomo C.: Insegne e Simboli, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, 1983, 1064 pagg. Bovio, Oreste: L'araldica dell'Esercito, Stato Maggiore dell'Esercito - Ufficio Storico, 1985, 234 pagg. Caratti di Valfrei, Lorenzo: Araldica, Arnoldo Mondadori Editore, 1996, Guide pratiche Mondadori, 192 pagg. Cignoni, Mario: Bartolo da Sassoferrato - De insigniis et armis, Giampiero Pagnini Editore, 1998, L'albero e l'arme 8, 72 pagg. (col testo originale in latino) Crollalanza (di), Goffredo: Enciclopedia araldico-cavalleresca, Pisa, presso la direzione del Giornale araldico, 1876-1877 Fox-Davies, Arthur Charles: Insegne araldiche, Edizioni Orsa Maggiore, 1988, Poster Art Gelli, Jacopo: Divise - motti e imprese di famiglie e personaggi italiani, Cisalpino - Goliardica, 1976, Reprint delle Edizioni Hoepli, 610 pagg. Guelfi Camaiani, Piero: Dizionario Araldico, Cisalpino - Goliardica, 1982, Manuali Hoepli, 590 pagg. Heim, Bruno Bernard: L'araldica nella chiesa cattolica, Libreria Editrice Vaticana, 206 pagg. Gustavo Mola di Nomaglio: Feudalit e blasoneria nello Stato sabaudo, Ivrea, 1992, pp. 307.
Manno, Antonio: Vocabolario Araldico Ufficiale, Libreria Romana, 1991, 74 pagg. Montauto, Fabrizio [Barbolani di]: Manuale di Araldica, Edizioni Polistampa, 1999, 226 pagg. Ottfried Neubecker, Araldica: origini, simboli e significato, Longanesi e Mondadori (due diverse edizioni), Milano, 1980 Santi-Mazzini, Giovanni: Araldica - Storia, linguaggio, simboli e significati dei blasoni e delle arme, Mondadori, 2004, 596 pagg. Savorelli, Alessandro: Piero della Francesca e l'ultima crociata. Araldica, storia e arte tra gotico e rinascimento, Le Lettere, 1999, 150 pagg. Spreti, Vittorio: Enciclopedia Storico-Nobiliare Italiana, 1928-1936 von Volborth, Carl-Alexander: Usi, regole e stili in Araldica, Fratelli Melita Editori, 1992, 226 pagg. Volpicella, Luigi: Dizionario del linguaggio araldico italiano, a cura di Girolamo Marcello del Majno, Paolo Gaspari editore, 2008, 368 pagg.
Testi in latino
Spener, Philipp Jakob: Insignium Theoria Seu Operis Heraldici Pars Generalis, Ed. 2, Francoforte sul Meno, 1717 disponibile gratuitamente in [1] Pietrasanta, Silvestro: Tesserae gentilitiae, Roma, 1638 (reprint: Milano, Edizioni Orsini De Marzo, 2010).
Bibliografia sull'araldica Thodore Veyrin-Forrer, Prcis d'hraldique, Larousse, 1951 (redition 2000, collection Comprendre et reconnatre, 200 p.) Michel Pastoureau, Figures de l'hraldique, Paris: Gallimard, 1996. In-12, 144 p., ill. en noir et en coul. (coll. Dcouvertes n 284) Michel Pastoureau, Trait d'hraldique, Paris: Picard, 2008 (5 edizione), 401 p., ill. en noir et en coul. (coll. Grands manuels Picard) Ottfried Neubecker, le grand livre de l'Hraldique, adaptation franaise de Roger Harmignies. Bruxelles: Elsevier Squoia, 1977; rdit par Bordas. ~300 p. A4. Vaquerizo Romero, Flix, Manual de herldica espaola, Trigo Ediciones, 176 pagg.
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Note
[1] http:/ / www. uni-mannheim. de/ mateo/ camenaref/ spener. html
Stemma
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Stemma
Lo stemma, dal greco (stmma), corona, l'insieme di scudo ed ornamenti esteriori di un'insegna simbolica gentilizia, nazionale o civica. Lo scudo un elemento necessario dello stemma. Si tratta di un elemento grafico che consente, in prima approssimazione, di richiamare alla mente, con immediatezza e precisione, una persona, un gruppo sociale, un territorio, ecc.
Origine
L'origine degli stemmi sicuramente militare, risalente al periodo in cui i combattenti dei vari eserciti non avevano divise che consentissero di distinguere agevolmente un gruppo dall'altro e, soprattutto, erano organizzati in unit strettamente legate ad un signore o capitano per cui l'individuazione del capo era sufficiente per identificare tutto il gruppo. Questa affermazione pu essere suffragata, ad esempio, dal fatto che l'esercito romano, le cui unit Lo stemma araldico della famiglia Gonzaga. erano equipaggiate con uniformi ben riconoscibili, non aveva bisogno di stemmi individuali ma si serviva esclusivamente di insegne di reparto (le principali delle quali erano le famose aquile legionarie). Anche gli eserciti barbari, pur se privi di equipaggiamenti uniformi, si identificavano con strutture sociali di alto livello e certo non erano articolati in singole entit legate ad un individuo; anch'essi, quindi, utilizzavano talora insegne collettive, ma erano praticamente assenti le insegne personali. Il feudalesimo port in questo campo due interessanti novit: la costituzione di unit militari legate da fedelt ad un capo, pi che a un sovrano o ad una entit statale; l'organizzazione, a titolo ricreativo, di particolari forme di combattimenti simulati, i tornei, nei quali i cavalieri si battevano individualmente, coperti da armature che rendevano molto problematico il riconoscimento della persona; dobbiamo infine ricordare (per motivi che appariranno pi comprensibili in seguito) che, nel corso dei tornei, i cavalieri erano soliti rendere omaggio ad una qualche dama, di cui ostentavano qualche oggetto in segno di deferenza o di passione, pi o meno realizzata. Entrambi i fenomeni imposero la necessit di poter distinguere, anche da lontano, un cavaliere del quale non era visibile il volto. La soluzione pi semplice, e che prese rapidamente piede, era quella di contrassegnare le parti pi visibili e resistenti, lo scudo e la gualdrappa del cavallo, con colori disposti secondo schemi individuali. A mano a mano che si moltiplicavano i simboli personali diveniva sempre pi difficile ideare nuovi schemi e quindi ai soli colori cominciarono ad aggiungersi disegni che rappresentavano armi, attrezzi, animali, piante o altri oggetti. Il nuovo sistema di identificazione era cos efficiente che venne adottato in quasi tutta Europa, e comunque in tutti i territori soggetti al sistema feudale, senza sostanziali variazioni. La necessit di riconoscere da lontano un cavaliere era ora soddisfatta, ma solo a patto che ci fosse qualcuno in grado di conoscere, e quindi riconoscere, i vari simboli individuali. I funzionari incaricati del riconoscimento, sia nelle azioni belliche che nei vari tornei, assunsero quindi una veste ufficiale ed un nome ben preciso: araldi. Dalla loro denominazione deriver poi il nome della scienza da essi praticata: l'araldica.
Stemma
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Evoluzione
Nel tempo, il sistema araldico, che in origine era praticato senza alcuna normativa, pass ad una fase in cui alla pratica quotidiana si associava la formulazione di regole uniformi, l'adozione di un metodo di catalogazione e la creazione di tecniche di comunicazione che fossero applicabili ed efficienti in tempi in cui non esistevano strumenti di riproduzione visiva - salvo disegni e pitture - e gli archivi non potevano sfruttare la potenza dei computer. Gli elementi da considerare erano: la standardizzazione del supporto su cui rappresentare i simboli: in questo caso la soluzione che balzava subito in primo piano era quella di utilizzare lo scudo, a causa della sua diffusione, della resistenza e della forma abbastanza regolare e condivisa; la necessit di evitare l'uso di colori simili con significati diversi, data anche la difficolt di riprodurre precise tonalit di colore: questo impose l'uso di pochi colori ben distinti ed assolutamente non confondibili tra loro, i cosiddetti colori araldici (rosso, azzurro, nero, verde e porpora), cui si aggiungevano solo i colori della superficie metallica dello scudo (argento e oro); poco dopo a questi si aggiunsero le pellicce che traevano origine dall'uso di decorare lo scudo con strisce di pelliccia animale e tra queste si imposero rapidamente l'ermellino ed il vaio; la utilit di disporre di descrizioni che fossero semplici, univoche, sintetiche e potessero quindi essere di facile riproduzione e diffusione nel mondo degli araldi; la opportunit che i simboli individuali rimanessero inalterati nel tempo e fossero perci utilizzabili come strumenti di identificazione al pari dei nomi, e addirittura pi efficaci degli stessi perch meno soggetti al fenomeno della ripetizione e indipendenti dalla preparazione culturale degli osservatori, molti dei quali avevano un livello di istruzione che difficilmente arrivava ai vertici della lettura o, addirittura, della scrittura.
Codifica
L'evoluzione accennata port alla istituzione, da parte di vari sovrani, di collegi araldici che assunsero il compito di catalogare tutti gli stemmi esistenti nella struttura sociale cui appartenevano, di regolarne l'uso, di concederne ed autorizzarne di nuovi, adottando una serie di regole alquanto rigide ma diffuse ed accettate praticamente su tutto il territorio continentale europeo. Le regole avevano come obiettivi principali: le norme per il riconoscimento degli stemmi esistenti e la concessione dei nuovi (lettere patenti, diplomi, bolle, ecc); il linguaggio da impiegare per la descrizione degli stemmi e la loro comunicazione a distanza; i vincoli da porre nella fase di ideazione o modifica degli stemmi, evitando o regolamentando l'uso di elementi araldici ormai collegati a particolari individui o entit e che potessero costituire collegamenti logici, ma non reali, fra i titolari dei vari stemmi.
Stemma
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Uso
Si visto come, in origine, gli stemmi fossero impiegati come simboli distintivi di condottieri militari o cavalieri. Col tempo divennero elemento distintivo di tutti coloro che avessero, o ritenessero di avere, motivi per distinguersi dagli altri. Quando poi l'uso degli stemmi venne regolamentato dal sovrano, questi divennero praticamente coincidenti con i titoli di nobilt; solo molto pi tardi inizi la pratica di concedere stemmi anche a enti, istituzioni ed individui non appartenenti alla nobilt locale. Nel frattempo la codificazione in atto port alla strutturazione degli elementi pertinenti all'uso degli stemmi. Pur tenendo conto della notevole variabilit tra le interpretazioni dei vari studiosi possiamo distinguere le seguenti voci: scudo: supporto su cui disegnare lo stemma; stemma: simbolo grafico utilizzabile come elemento distintivo individuale e rappresentato su uno scudo;
Codice Manesse, Walther von Klingen.
arma: insegna costituita da uno stemma corredato da una serie di ornamenti esteriori aventi lo scopo di evidenziare il grado di nobilt, le funzioni, il rango del titolare (mantello, elmo, corona, supporti, ecc); blasonatura: descrizione di uno stemma, o di un'arma, fatta secondo regole organiche riconosciute. Basandoci sulle definizioni date, possiamo ora distinguere i vari tipi di raccolte araldiche: stemmari: raccolte di stemmi; blasonari: raccolte di descrizioni di stemmi; armoriali: raccolte di stemmi ed armi, corredati delle relative descrizioni.
Il disuso
Il fatto che la maggior parte degli stemmi fossero riconducibili alla nobilt, che i collegi araldici fossero istituiti e coordinati dai sovrani, che il linguaggio araldico fosse tendenzialmente aulico e sempre pi lontano dal parlare comune, fece s che nell'opinione pubblica si tendesse a far coincidere l'araldica con la nobilt, anche quando questo non era pi vero. L'evoluzione storica che in molti stati ha condotto alla fine delle monarchie, ha solitamente portato anche alla soppressione dell'istituto nobiliare: la citata coincidenza, percepita dalle popolazioni, tra nobilt e araldica ha quasi sempre condotto alla convinzione che l'araldica stessa dovesse scomparire o che, comunque, fosse argomento per nostalgici cultori dei tempi andati e non un argomento di studio e conoscenza, di notevole supporto agli studi storici.
Stemmi e logo
Anche se l'uso degli stemmi stato col tempo confinato in settori marginali della vita quotidiana, l'esigenza del riconoscimento visivo - innegabilmente pi immediato e di maggiore impatto rispetto alla lettura di una scritta o di un nome - attualmente sempre pi soddisfatta dall'uso dei logo (o griffe). Chi indossa un capo di vestiario marcato con il logo del creatore o del produttore, in effetti ha un comportamento simile a quello di coloro che, in passato, aderivano ad un ordine cavalleresco solo per potersi fregiare dello stemma e delle insegne relativi e non per intimo convincimento ed impegno. L'unica differenza che l'adesione ad un ordine poteva essere rifiutata, mentre nessun creatore di griffe rifiuta l'ostentazione del suo logo, anzi la sollecita. La vera differenza tra stemmi e logo che questi ultimi hanno un aspetto assolutamente immodificabile sia come disegno che come colori, mentre i primi possono assumere un aspetto estremamente variabile, in funzione dell'epoca, delle capacit artistiche del disegnatore o del gusto del committente.
Stemma
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Stemmi e armi
Se si accettano le definizioni date in precedenza, si pu dire che gli stemmi hanno con le armi lo stesso rapporto che i cognomi, presi come singole parole, hanno con le generalit di una persona. Il solo scudo con lo stemma consente infatti di riferirsi a una famiglia, ma occorrono le armi per identificare il singolo individuo dal momento che in esse sono rappresentati anche gli elementi che indicano, ad esempio, gli eventuali titoli di nobilt della famiglia e della persona, oppure - come accade con particolare frequenza nell'araldica inglese - la esatta posizione di un titolare di stemma nella sequenza delle nascite degli eredi di un casato (tale indicazione affidata all'uso di ben precise figure o pezze impiegate come brisure dello stemma originale. Come un cognome pu essere riferito a pi famiglie, cos uno stemma - o per meglio dire una composizione grafica presente su uno scudo - pu essere riferito a pi famiglie. A differenza di un cognome, per, il cui uso regolamentato dall'autorit pubblica e non pu essere arbitrario, l'uso di uno stemma, almeno in paesi come l'Italia attuale, non pi soggetto ad alcuna normativa ufficiale, per cui chiunque pu assumerne uno di proprio gradimento senza dover richiedere o attendere alcuna autorizzazione o riconoscimento. Non chiaro se quando detto vale anche per le armi. In Italia l'autorit statale continua a regolamentare esclusivamente l'araldica ufficiale (civica, militare e di alcune istituzioni pubbliche). La regolamentazione non appare riferirsi alle composizioni grafiche presenti sugli scudi, ancorch le conceda con la relativa blasonatura, in quanto la concessione di una composizione grafica non pu impedire a chiunque altro di utilizzarne una identica per creare un proprio stemma personale. Se lo stato concede a un comune uno stemma costituito da un partito d'oro e d'azzurro, tale disposizione vincolante per il comune che la riceve, ma non pu impedire a un privato cittadino di assumere un proprio stemma ugualmente partito d'oro e d'azzurro. allora evidente che la regolamentazione si riferisce non alla composizione grafica in quanto tale, ma agli ornamenti esteriori che a essa si accompagnano e la rendono in tal modo simbolo identificativo degno di riconoscimento e protezione. Lo stato, quindi, regolamenta e protegge le armi di interesse pubblico. Gli ornamenti esteriori dell'araldica ufficiale, essendo stabiliti per legge, non sono soggetti a copyright, come tutti i documenti pubblici. La loro riproduzione deve quindi ritenersi libera, in quanto non pu essere diversa da come stabilito per legge. In un'arma concessa dallo stato, dunque, non possono essere soggetti a copyright n la blasonatura, in quanto documento ufficiale, n gli ornamenti, anch'essi documento ufficiale, n la composizione grafica corrispondente alla blasonatura, in quanto non riferibile a un solo titolare esclusivo, ma solamente il disegno complessivo inteso come opera artistica realizzata da un disegnatore araldico su committenza del comune o di altra autorit pubblica.
Bibliografia
Vedi Bibliografia sull'araldica
Voci correlate
Araldica Bandiera Logo Stemmario
Stemma
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Altri progetti
Wikizionario contiene il lemma di dizionario stemma Commons [1] contiene immagini o altri file su stemma [2]
Collegamenti esterni
Stemmario Italiano [3] Portale Vessillologia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di vessillologia
Note
[1] http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Pagina_principale?uselang=it [2] http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Category:Coats_of_arms?uselang=it [3] http:/ / www. stemmario. it
Animali araldici
Gli animali araldici sono figure araldiche considerate le pi nobili e hanno spesso la funzione di simboleggiare le qualit o il potere del titolare dello stemma. Sono rappresentati di norma in una loro posizione naturale e cio passanti, rampanti, correnti, sedenti, dormienti, ecc.
Per approfondire, vedi attributi araldici di azione.
Il loro colore araldico quello pi simile al colore naturale, con le notevoli eccezioni dell'aquila e del leone, che sono invece raffigurati con tutte le possibili combinazioni di colori o pellicce. L'aquila, il leone ed il leopardo sono dette "figure naturali giuste". Molto importanti anche gli animali favolosi (o "chimerici") tra i quali il Pegaso, il drago, il liocorno, la Medusa, l'Arpia, ecc. Tra gli animali utilizzati nel blasone vi sono:
Mammiferi
Agnello Alce Ariete Asino Bove Cane Castoro Cavallo Cervo Cinghiale Coniglio Dolce Donnola Elefante
Animali araldici Gatto Golpe Leoncino Leone Leone di Giuda Leone nato morto Lepre Levriere Lontra Lupo Maiale Montone Orso Pantera Pecora Porcospino Scoiattolo Scrofa Stambecco Tasso Tigre Topo Toro Veltro Volpe
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Uccelli
Airone Alcione Alerione Allodola Anatrella Aquila Aquilotto Avvoltoio Chiurlo Cicogna Cigno Cincia Civetta Colomba Cornacchia Corvo Cutrettola
Animali araldici Gabbiano Gallo Gallo cedrone Gazza Gru Martin pescatore Merla Merlo Oca Passero Pavone Pellicano Pernice Picchio Piccione Pipistrello (araldicamente un uccello) Rigogolo Rondine Sparviero Struzzo Tortora Upupa
19
Pesci
Aringa Barbo Carpa Coregone Delfino (araldicamente un pesce e non un mammifero) Ippocampo Luccio Lucioperca Persico Pesce Sardina Salmone Scazzone Storione Temolo Tonno Trota
Animali araldici
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Rettili
Anguilla (araldicamente trattata come un rettile) Biscia Coccodrillo Lucertola Salamandra Serpente Tartaruga
Anfibi
Rana
Insetti
Ape Farfalla Formica Mosca Ragno Scorpione
Molluschi
Chiocciola Conchiglia Conchiglia di Santiago
Crostacei
Aragosta Gambero Granchio
Animali favolosi
Anfisbena Arpia Basilisco Centauro Cerbero Chimera Coccatrice Drago Fenice Grifone Idra
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Altri progetti
Commons [1] contiene immagini o altri file su Animali araldici [1]
Note
[1] http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Category:Animals_in_heraldry?uselang=it
Aquila turrita
Aquila turrita la denominazione del simbolo dei piloti dell'Aeronautica Militare. L'aquila araldica da sempre stata utilizzata in Italia per distinguere i piloti militari e nella Regia Aeronautica il simbolo era sormontato dalla corona reale di Casa Savoia. Al termine della seconda guerra mondiale, a seguito della proclamazione della Repubblica vennero rimossi tutti i simboli monarchici dalle insegne statali e l'aquila di pilota militare assunse la forma attuale. Il cambio del simbolo interess anche la posizione araldica dell'aquila, che pass da ordinaria a rivoltata, cio con sguardo rivolto a sinistra (destra per chi guarda il simbolo).
Araldica
Secondo la nomenclatura degli ornamenti esteriori dello scudo utilizzata in araldica, il termine "torre" con il quale viene comunemente chiamato il simbolo sovrapposto allo stemma dell'Aeronautica Militare, andrebbe indicato pi propriamente come corona murale, decorazione ispirata alla corona muraria, l'onorificenza della Repubblica e dell'Impero romano che veniva conferita al primo uomo che avesse scalato le fortificazioni di una citt nemica. In Italia le corone murali vennero regolamentate nella simbologia degli stemmi gi nell'articolo 97 del regio decreto del 7 giugno 1943, numero 652[1] ed utilizzate negli stemmi delle Citt.
Note
[1] http:/ / www. governo. it/ Presidenza/ cerimoniale/ onorificenze_araldica/ araldica/ normativa/ regio_decreto070643. html. Sito istituzionale del governo
Aquila turrita
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L'aquila con la corona di Casa Savoia simbolo del brevetto di pilota militare, visibile sul petto di Tommaso Dal Molin. L'aquila nella posizione araldica ordinaria, con lo sguardo a destra diverso dall'attuale.
Araldica bizantina
Bandiere degli eserciti delle famiglie bizantine
Flag Date Bandiere degli eserciti delle famiglie bizantine Michele I Rangab Descrizione
800c.
D'azzurro, alla croce gigliata d'argento, accantonata dalle quattro lettere "E", "N", "T", "N" d'argento.
963-969
Niceforo II Foca
1000c.
Argiro
D'oro, al filetto in croce d'azzurro, accantonato da quattro stelle a otto raggi dello stesso
1057c.
Isacco I Comneno
Araldica bizantina
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1184-1194 Isacco Comneno D'azzurro, al crescente montante d'oro, sormontato da una stella a otto raggi dello stesso
1204-1359 Ducas
1210c.
Lascaris
1225c.
Di verde, all'aquila bicipite d'oro, sormontata, nelle due teste, da due stelle a otto raggi d'argento
1080-1259 Paleologi
1259-1453 Paleologi
Di rosso, alla croce d'oro, accantonata da quattro B d'oro, le due di destra rivoltate
1261-1453 Paleologi
D'oro, all'aquila bicipite di, coronata fra le due teste di nero, tenente con l'artiglio destro una spada posta in banda e con quello sinistro un mondo, il tutto di nero
1262-1453 Paleologi
Di rosso, all'aquila bicipite, coronata sulle due teste, sormontata da una corona, il tutto d'oro, caricata in cuore da un tortello d'oro caricato dal sympilema (cifra dinastica dei Paleologi)
1300c.
Fouscarnaci
d'azzurro, all'orlo d'argento, alla Madonna tenente in braccio il bambino Ges, pure d'argento
1300c.
Frangopoulo
Araldica bizantina
24
1300c. Coressio Di nero, all'aquila bicipite d'oro, sormontata ad una corona imperiale dello stesso, tenente con gli artigli due spade d'argento, quella di destra posta in banda e quella di sinistra posta in sbarra, attraversanti sulle ali
1350c.
Giovanni VI Cantacuzeno
1400c.
Raouli
330-1453
Costantinopoli
395
Impero bizantino
395
Esercito bizantino
VIII secolo-1453
Esercito bizantino
Stemma dell'esercito bizantino, poi anche dei Paleologi. Aquila bicipite incoronata.
1204-1461
1204-1461
Araldica bizantina
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1261-1453 Marina bizantina Bandiera della marina bizantina, sotto i Paleologi. Sfondo bianco, con una croce blu al centro, circondata da quattro B di color blu.
1261-1453
1400c.
Impero bizantino
L'unica bandiera riconosciuta dell'impero bizantino sotto i Paleologi, all'inizio del XV secolo. Questa bandiera rappresenta la croce di San Giorgio, con le armi della famiglia dei Paleologi, cos come riportanto nell'atlante "Conoscimento de todos los reinos" (ca. 1350). Probabile bandiera del patriarcato ecumenico di Costantinopoli, dopo la restaurazione dell'impero bizantino a Costantinopoli, avvenuta nel 1261. Lo sfondo d'oro, al centro c' un'aquila bicipite incoronata, di color nero, che tiene una croce e un globo.
1261-1453
Collegamenti esterni
(EN) Stemmi araldici [1] (EN) Araldica bizantina e la famiglia Vlasto [2] Portale Bisanzio: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Bisanzio
Note
[1] http:/ / www. heraldica. org/ topics/ national/ byzantin. htm [2] http:/ / www. christopherlong. co. uk/ per/ vlasto. byzantium. html
Araldica ecclesiastica
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Araldica ecclesiastica
L'araldica ecclesiastica quella particolare branca dell'araldica che si occupa degli stemmi degli ecclesiastici, in particolar modo di quelli appartenenti alla Chiesa cattolica. Tali stemmi presentano, oltre a uno scudo personale, numerosi e costanti ornamenti esterni che riprendono le insegne delle dignit a cui si riferiscono.
Grammatica araldica
Triregno. Ad uso esclusivo del Papa, che sormonta il relativo stemma. La triplice corona a cupola rappresenta la reggenza papale sulla Chiesa universale. Galero. Ad uso di tutti gli altri stemmi ecclesiastici. l'elemento caratterizzante, il cappello ecclesiastico, posto sulla sommit ornamento dello scudo, pi che come figura presente nello stemma. Consiste di un cappello a tesa lunghissima con due cordoni laterali da cui si apre una fioccatura di nappe. Il galero utilizzato come elemento identificativo della gerarchia ecclesiastica e consente l'immediato riconoscimento del grado del titolare dello stemma grazie al colore e al numero delle nappe o fiocchi. Il colore del galero identifica l'ordine gerarchico di appartenenza: rosso per i cardinali, verde per gli arcivescovi, i vescovi e i patriarchi, paonazzo per i monsignori e nero per i presbiteri. I cordoni sono del colore delle rispettive nappe, eccetto che per i cappellani ed i patriarchi, che li hanno intrecciati d'oro, e per i cappellani delle altre istituzioni statali, che li hanno intrecciati d'argento. Anche il numero delle nappe identifica l'ordine gerarchico. Si vengono cos ad avere i seguenti tipi di galero (viene di seguito indicata la quantit di nappe - o fiocchi - per parte e la disposizione con cui esse sono poste a pendere: es. 1, 2, 3 = una fila con 1 fiocco, a cui sono appesi due fiocchi, a cui sono appesi tre fiocchi; e cos via): - Cardinale: galero rosso con 15 nappe rosse - 1, 2, 3, 4, 5 - Patriarca o Primate: galero verde con 15 nappe verdi - 1, 2, 3, 4, 5 - Arcivescovo: galero verde con 10 nappe verdi - 1, 2, 3, 4 - Vescovo, Abate mitrato o Prelato Nullius: galero verde con 6 nappe verdi - 1, 2, 3 - Prelato di Fiocchetto: galero paonazzo con 10 nappe rosse - 1, 2, 3, 4 - Protonotario Apostolico: galero paonazzo con 6 nappe rosse - 1, 2, 3 - Prelato d'onore di Sua Santit o Cappellano Conventuale del S.M.O.M.: galero paonazzo con 6 nappe paonazze - 1, 2, 3 - Cappellano di Sua Santit: galero nero con 6 nappe paonazze - 1, 2, 3 - Vicario Generale, Vicario Episcopale, Prevosto mitrato, Abate, Superiore Maggiore di Ordine Religioso o Protonotario Apostolico onorario: galero nero con 6 nappe nere - 1, 2, 3 - Canonico: galero nero con 3 nappe nere - 1, 2 - Arciprete, Decano, Prevosto, Priore o Superiore di ordine religioso: galero nero con 2 nappe nere - 1, 1 - Presbitero: galero nero con 1 nappa nera - 1 Chiavi decussate. Sono una d'oro a destra e una d'argento a sinistra, con l'impugnatura rivolta verso il basso. Sono riscontrabili dietro o sopra lo stemma papale oppure nello stemma del cardinale camerlengo durante la sede vacante oppure nello Stemma della Citt del Vaticano. Le chiavi in araldica compaiono gi nel XIII ma solo un secolo pi tardi saranno poste in decusse. La chiave d'oro fa riferimento al potere del pontefice di sciogliere e legare le cose ultraterrene, mentre la chiave d'argento indica il potere spirituale terreno. Croce astile. Posta dietro lo scudo, pu essere semplice ovvero ad una traversa per i vescovi o doppia a due traverse per i cardinali, i patriarchi e gli arcivescovi. Nei secoli passati infatti, gi dal V secolo, la croce astile a una traversa precedeva il romano pontefice e in seguito anche i suoi legati. Furono il papa Innocenzo III e il papa Clemente V, rispettivamente nel 1215 e nel XIV secolo, a conferire il privilegio ai patriarchi e agli arcivescovi di
Araldica ecclesiastica farsi annunciare dalla croce astile, ma solo in assenza del papa o di un ambasciatore pontificio. I vescovi non ottennero mai il privilegio della croce astile, tuttavia con il tempo ne imposero l'utilizzo come decoro araldico mentre i cardinali, i patriarchi e gli arcivescovi adottarono la variante patriarcale. Croce di San Giovanni. In bianco a otto punte, pu essere posta dietro lo scudo. Indica un'onorificenza dell'Ordine di Malta. Il Gran Maestro la inquarta nel proprio scudo. Croce dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Al rosso, accantonata da 4 crocette dello stesso. Si pone dietro lo scudo oppure gli alti gradi possono inquartarla nel loro stemma. Mazza priorale. Usata negli stemmi dei prevosti, dei priori, dei maestri di coro e dei primi cantori oppure nelle armi dei religiosi che non godono di altri ornamenti come le badesse, a cui unito il rosario. Consiste di un bastone pastorale che alla sommit termina con una sfera, un fiordaliso o una chiesa.
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Galleria di stemmi
Chiesa Cattolica
Papa
Stemma del papa con il triregno (in uso fino a papa Giovanni Paolo II)
Stemma del papa con la mitria (utilizzato da papa Benedetto XVI e da papa Francesco)
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Cardinali
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Arcivescovi
Stemma da arcivescovo
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Stemma da vescovo
Monsignori
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Stemma da Abate, Prevosto mitrato (solitamente a capo di una pieve) o Prevosto generale di un ordine ecclesiastico
Stemma da Badessa
Stemma da Vicario Generale o Prevosto non mitrato (solitamente a capo di una specifica chiesa). Anticamente anche proprio dell'Abate commendatario
Stemma da Presbitero
Stemma da Diacono
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Stemma di Balivo di Gran Croce dell'Sovrano Militare Ordine di Malta (da aggiungere gli attributi propri della propria qualifica ecclesiastica)
Stemma da Cardinale Gran Maestro o da Cardinale appartenente all'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme
Stemma da Patriarca Gran Priore dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme
Stemma da ecclesiastico dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme (da aggiungere gli attributi pripri della propria qualifica ecclesiastica)
Araldica ecclesiastica
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34
Stemma da Principe-abate
Stemma da Principe-prevosto
Araldica ecclesiastica
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Enti cattolici
Chiesa Ortodossa
Araldica ecclesiastica
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Chiese Protestanti
Anglicanesimo
Araldica ecclesiastica
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Altri progetti
Commons [1] contiene immagini o altri file su Araldica ecclesiastica [1] Portale Religione: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di religione
Note
[1] http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Category:Ecclesiastical_heraldry?uselang=it
Araldica finlandese
L'araldica finlandese ha un passato comune all'araldica svedese sino al 1809 e appartiene alla tradizione araldica germanica.
Araldica pubblica
Gli stemmi delle province storiche della Finlandia sono originari dell'era Vasa (15231611). Lo stemma del Granducato di Finlandia fu creato nel 1581. Tra il 1950 e il 1970, l'araldica in Finlandia ha goduto di una popolarit senza precedenti. In poco tempo, tutte le municipalit della Finlandia si sono munite di uno stemma, designati secondo elevati standard. I pi importanti araldisti furono Gustaf von Numers, Ahti Hammar e Olof Eriksson; il danese Sven Tito Achen li stimava i migliori del mondo, all'epoca.
Esempi
Jaala
Kihni: segherie
Karstula
Araldica finlandese
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Araldica privata
Il pi antico stemma finlandese conosciuto e il sigillo di Bertold, vouti (sceriffo) del Castello di Hme (1297). Gli stemmi della nobilt finlandese sono riportati nella Casa della Nobilt finlandese. L'ultima aggiunta fu nel 1912. Gli elmi sono gli stessi dell'araldica svedese. Dopo la rinascita dell'araldica pubblica, gli stemmi borghesi divennero popolari. Tali stemmi vennero usati in Finlandia nel XVII e XVIII secolo da ricchi mercanti, preti, funzionari e magistrati, anche se in molti casi duravano una sola generazione e divennero rari dopo un regio decreto contro l'uso dello scudo nobile e dell'elmo aperto da parte di borghesi nel 1762. La Societ Araldica Finlandese cominci a tenere un registro non ufficiale di stemmi borghesi, il quale stato pubblicato nel 2006 come armoriale contenente 1356 stemmi. L'editto svedese del 1762 ancora rispettato e la Societ Araldica Finlandese registra solo stemmi borghesi con elmo chiuso. Ogni Presidente della Finlandia ha uno stemma come membro dell'Ordine dei Serafini in Svezia e dell'Ordine dell'Elefante in Danimarca. L'araldica finlandese largamente studiata dagli interessati a rievocazioni storiche e giochi di ruolo dal vivo.
Caratteristiche
L'araldica finlandese generalmente di alta qualit, come di pu notare dai "Dieci Comandamenti per un Disegnatore di Araldica Finlandese", scritti da Jukka Suvisaari ae pubblicati dalla Societ Araldica Finlandese nell'aprile 1990: 1. Solo gli smalti sono usati. Questi sono i metalli, oro e argento, e i colori, rosso, azzurro, nero e verde. Nei disegni, il giallo pu essere usato al posto dell'oro e il bianco al posto dell'argento. Nelle bandiere e nelle fiamme questo avviene quasi sempre. I colori araldici sono brillanti e puliti; i toni sono presi al centro della scala. 2. L'uso di soli due smalti, uno dei quali un metallo, preferito. L'uso di un terzo smalto richiede una buona ragione, ma un quarto cattiva araldica. 3. Secondo la regola di contrasto dei colori, non bisogna piazzare un colore sopra o vicino ad un altro colore oppure un metallo sopra o vicino ad un altro metallo, a meno che la linea di contatto non sia molto corta.
4. Lettere, numeri o scritte non appartengono all'emblema araldico. 5. Le figure araldiche devono essere grandi il pi possibile e riempire lo spazio il pi completamente possibile.
Stemma di Outokumpu che si riferisce alle miniere di rame in citt e ai boschi di abeti. La posizione della linea di partizione a ramoscelli di abete, posta nel capo, sta a indicare il fatto che il rame, indicato dal suo simbolo alchemico, estratto da miniere sotterranee
6. Nelle figure naturali non importante la rappresentazione, ma le caratteristiche (ad esempio la ferocia del leone, la maestosit dell'aquila, la grazia del cervo). 7. In linea di principio, le figure devono essere bidimensionali. Devono essere riconoscibili anche se colorate in modo uniforme, senza ombre o ulteriori bordi. 8. Un emblema araldico deve essere semplice da ricordare. Non dovrebbe essere affollato da troppi simboli, solo dall'essenziale. L'ideale una sola figura. 9. vietato essere ripetitivi in araldica: una idea non dovrebbe essere simbolizzata da due o pi figure. D'altra parte, se una figura simbolizza due o pi idee, si rafforza il simbolismo della figura, e quindi tutto l'emblema. 10. La figura e l'intero emblema devono essere tali che possano essere ridisegnati secondo una descrizione scritta (blasonatura) dello stemma o della bandiera senza un modello. Questo significa che l'emblema una
Araldica finlandese rappresentazione generale. Ad esempio, un castello non pu essere un castello specifico, ma solo un castello araldico (anche se pu essere descritto, sempre rimanendo nell'esempio, come la Fortezza di Korela). In altre parole, la descrizione della figura non dovrebbe richiedere l'uso di un nome proprio.[1] L'araldica finlandese ha introdotto nuove linee di contorno, come la "partizione a ramoscello di abete" (havukoro) o la "partizione a cima di abete" (kuusikoro). Ad esempio lo stemma di Outokumpu, disegnato da Olof Eriksson nel 1953, ha un capo a ramoscello di abete. L'araldica finlandese ha avuto qualche influenza sull'araldica sudafricana.
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Vocabolario finlandese
Smalto Nome araldico Nome finlandese Metalli Oro Or kulta/keltainen hopea/valkoinen Colori Azzurro Azure Rosso Nero Verde Gules Sable Vert sininen punainen musta vihre
Argento Argent
araldica = heraldiikka stemma = vaakuna stemma nobile = aatelisvaakuna stemma borghese = porvarisvaakuna
Esempio
Nome italiano
Troncato
Partito halkoinen
Tagliato
Inquartato
vastalohkoinen nelijakoinen
Voci correlate
Stemma della Finlandia Vedi anche la categoria: Armoriali dei comuni finlandesi
Note
[1] Suvisaari, Kruunattu hevosenkenk Hstsko med krona, 2005. pagine 21-23.
Bibliografia
Sven Tito Achen: The Modern Civic Heraldry of Finland The Worlds Best. Report of The XVIth International Congress of Genealogical and Heraldic Sciences in Helsinki 1621 August 1984, Edited by Tom C. Bergroth. Printed by Gummerus Oy 1986. ISBN 951-99640-4-5
Araldica finlandese Bo Tennberg: The Renaissance of Heraldry in Finland. Report of The XVIth International Congress of Genealogical and Heraldic Sciences in Helsinki 1621 August 1984, Edited by Tom C. Bergroth. Printed by Gummerus Oy 1986. ISBN 951-99640-4-5
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Collegamenti esterni
Stemmi delle Municipalit finlandesi (http://www.kunnat.net/k_peruslistasivu. asp?path=1;29;102942;486;84531) Societ Araldica Finlandese (http://www.heraldica.fi/) Stemmi registrati nella Societ Araldica Finlandese (http://www.heraldica.fi/Toiminta/Rekisteri/rekisteri. htm) (cliccare "PORVARISVAAKUNAT" a sinistra) Stemmi della Nobilt finlandese (http://www.riddarhuset.fi/sve/atterochvapen/)
Araldica irlandese
L'araldica irlandese consiste negli stemmi in Irlanda. regolata dal Chief Herald of Ireland ("Capo Araldo d'Irlanda") nella Repubblica d'Irlanda e dal Norroy and Ulster King of Arms ("Re d'Armi dell'Ulster e del Norroy") in Irlanda del Nord.
Terminologia
In inglese, la descrizione degli stemmi (blasonatura) viene effettuata in un gergo specializzato che usa termini derivanti dal francese. In gaelico, invece, la descrizione degli stemmi viene effettuata in un linguaggio, pur rimanendo formale e differente dalla lingua parlata, meno difficile rispetto all'inglese. Comunque la terminologia della tradizione araldica irlandese specializzata.
Le armi irlandesi sono tipicamente formate da cimiero, elmo e svolazzi sopra lo scudo, una pratica non universale in araldica. Questo scudo appartiene ai O'Donovan.
Araldica irlandese
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Smalti Esempi
Metalli
Colori
Pellicce
Italiano
Oro
Argento
Azzurro Gorm
Rosso Dearg
Verde Uaine
Porpora Corcra
Nero Dubh
Ermellino Eirmn
Vaio Vir
Pezze Rphosa
Capo Barr
Palo Cuaille
Fascia Balc
Banda Band n
Sbarra Clbhand n
Scaglione Racht n
Italiano Irlandese
Croce Cros
Decusse Sailtr
Pergola Gabhal
Pila Ding
Bordura Imeallbhord
Partizioni
Italiano Irlandese
Troncato Gearrtha
Partito Deighilte
Tagliato Clroinnte
Inquartato
Linee di contorno
Italiano Irlandese
Ondato
Dentato
Spinato Clasach
Cannellato
Innestato
Merlato
Camgach Eangach
Araldica irlandese
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L'ufficio del Capo Araldo d'Irlanda, talvolta chiamato incorrettamente Ufficio delle Armi, , nella Repubblica d'Irlanda, l'autorit su tutte le questioni araldiche riguardanti l'Irlanda ed ha sede nella Libreria Nazionale d'Irlanda. L'ufficio fu costituito il 1 Aprile 1943, sostituendo l'Ulster King of Arms, incarico risalente al 1552. Ha giurisdizione sopra: tutti i cittadini irlandesi, uomini e donne; persone che normalmente vivono in Irlanda; persone che vivono all'estero ma che hanno prova di origini irlandesi sia in linea materna che paterna; persone strettamente legate all'Irlanda; corporazioni in Irlanda e corporazioni estere strettamente legate all'Irlanda con sede in paesi senza autorit araldica.
Stemma dell'Irlanda
Lo scudo (a sinistra) e il cimiero (a destra) usati dai monarchi britannici per rappresentare il loro dominio sull'Irlanda. Nel 1945, la nuova e indipendente Repubblica d'Irlanda adott lo stesso scudo, su azzurro, una arpa oro cordata d'argento.
Lo stemma dell'Irlanda blasonato come su azzurro, una arpa oro cordata d'argento. L'arpa, ed in particolare l'arpa celtica, stata a lungo emblema araldico dell'Irlanda. Mentre appare sullo stemma ufficialmente registrato come stemma nazionale della Repubblica d'Irlanda il 9 novembre 1945, l'arpa riconosciuta come simbolo dell'Irlanda sin dal XII secolo.[1]
Note
[1] Civic Heraldry of Ireland, National arms of Ireland, Ralf Hartemink, 1996 (http:/ / www. ngw. nl/ int/ ier/ irenat. htm)
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Storia
Regno di Sardegna
Nel 1692 Vittorio Amedeo II di Savoia concesse, per la prima volta in assoluto, uno stemma araldico ad ogni reggimento del suo esercito.
Regno d'Italia
Nel 1917 fu emanata la prima legge del Regno d'Italia relativa all'araldica militare: il regio decreto n 1391 del 18 agosto 1917 istitu un'onorificenza per premiare lo sforzo di tutti quei reparti che stavano combattendo contro il nemico di sempre durante la Prima guerra mondiale. Il 24 marzo 1932 un altro decreto sanzion la forma definitiva dei cosiddetti "motti araldici" per tutti i reggimenti dei vari corpi del Regio Esercito Italiano. Il 4 luglio 1939, con circolare n 55619 del Ministero della Guerra, si fornivano le istruzioni per le domande relative alla concessione dello stemma per i reggimenti, mentre con la circolare n 92060 del 7 ottobre 1939, si ribadiva, invece, la forma sannitica dello scudo. Nel 1942, durante la Seconda guerra mondiale, vennero sospese le concessioni di stemmi e motti araldici per i vari corpi dell'Esercito.
Repubblica Italiana
Con la Circolare n 523 del 22 novembre 1948 vennero ristabilite le concessioni di stemmi e motti araldici per i vari corpi dell'Esercito. Con la Circolare n 210 del 13 febbraio 1950 vennero stabilite le norme e le caratteristiche di ogni stemma dell'Esercito Italiano, mentre con la Circolare n 121 del 9 febbraio 1987, lo Stato Maggiore dell'Esercito, su impulso della Presidenza della Repubblica, impose, nel quadro di un riordino generale dell'araldica militare, che tutti i Corpi ed Enti militari, che avevano diritto a fregiarsi di uno stemma, rivedessero il disegno, secondo le seguenti direttive: Corpi ed Enti dell'Esercito che hanno diritto a fregiarsi di uno stemma sono tutti quelli ai quali stata concessa la Bandiera di guerra; nel loro complesso e nei loro particolari costitutivi, gli stemmi dovranno porre in giusta evidenza i fattori storici che hanno nobilitato il Corpo o l'Ente; lo stemma sar composto di tre parti: scudo, corona turrita, ornamenti. In tal senso lo stemma araldico sar composto da: uno scudo appuntato (forma detta sannitica). Le sue armi potranno essere formate da tutte le figure (araldiche, naturali ed ideali); per la loro blasonatura ci si dovr basare principalmente sulle origini, sulle tradizioni, sui legami territoriali e sulle pi salienti glorie militari e di fatti d'arme che hanno comportato la concessione di decorazioni al Valore Militare o glorie di eventuale altra natura dei Corpi. Il capo onorevole d'oro, unico e non soggetto a partizioni, blasoner le Medaglie d'Oro al Valore Militare conseguite; una corona turrita: sar formata da un cerchio, rosso all'interno, con due cordonate a muro sui margini, sostenente otto torri (cinque visibili). Le torri hanno foggia rettangolare e dieci merli alla guelfa (quattro dei quali angolari), sono munite di una porta e di una sola finestra e sono riunite da cortine di muro, ciascuna finestrata di uno. Il tutto
Araldica militare italiana d'oro e murato di nero. Essa sormonter lo scudo; ornamenti vari che comprenderanno: Lista bifida: d'oro, svolazzante, collocata sotto la punta dello scudo, incurvata con la concavit rivolta verso l'alto, riportante il motto. I caratteri saranno maiuscoli lapidari romani, di nero. La lingua da usarsi pu essere quella italiana o quella latina e solo eccezionalmente, per fondati motivi tradizionali, sar consentito l'uso di una lingua straniera o di un dialetto. Onorificenze: saranno accollate alla punta dello scudo con l'insegna pendente al centro del nastro che avr i colori della stessa. Non potranno essere accollate pi di tre diverse onorificenze e non si dovr dar luogo alla ripetizione della stessa onorificenza pi volte conseguita. Nastri rappresentativi delle ricompense al Valore: annodati nella parte centrale non visibile della corona turrita, scendenti svolazzanti in sbarra ed in banda dal punto predetto, passando dietro la parte superiore dello scudo. Essi si ripartiranno alternativamente ai due lati dello scudo iniziando da destra. La loro larghezza sar di 1/14 di quella dello scudo e non potranno scostarsi dai fianchi dello stesso di oltre la met della sua larghezza. Essi saranno tanti quante le medaglie al Valore che fregiano la Bandiera fino ad un massimo di dieci (cinque per lato); qualora il numero complessivo delle decorazioni ecceda il suddetto limite, la stessa ricompensa pi volte concessa sar indicata - a partire da quella di minor prestigio - dal relativo numerico romano, d'oro, caricato sul corrispondente nastro nel senso della larghezza. Le raffigurazioni autorizzate sono: M.O.V.M.: azzurro bordato d'oro; M.A.V.M.: azzurro bordato d'argento; M.B.V.M.: azzurro; Croce di Guerra: azzurro con due filetti centrali d'argento; Medaglia al Valore dell'Esercito: azzurro con due filetti d'oro; Medaglia al Valor Civile: i tre colori nazionali. Sostegni e tenenti: se ne ammetter l'impiego soltanto in via eccezionale allorch una particolare ricerca storica convalidi la necessit di tali ornamenti.
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Voci correlate
Armoriale dell'Aeronautica Militare italiana Armoriale dell'Esercito Italiano
Araldica napoleonica
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Araldica napoleonica
Con decreto del 1 marzo 1808[1], Napoleone Bonaparte istitu in Francia la Nobilt dell'Impero, attribuendosi come nuovo imperatore un regolamento araldico differente da quello applicato convenzionalmente dall'Ancien Rgime. Se da un lato vi furono nuove famiglie nobilitate, altre un tempo parte dell'antica nobilt vennero riconosciute nella nobilt dell'impero ma i loro stemmi araldici vennero riadattati con le nuove normative (esempio: Claude Ambroise Rgnier, Emmanuel de Grouchy)[2]). All'indomani di Waterloo ed il crollo dell'Impero, l'araldica torner ad essere quella utilizzata sotto l'Ancien Rgime e solo poche famiglie continueranno a portare le prerogative del primo impero. Vi da dire che in tutta la loro breve storia, le regole napoleoniche non misero mai in discussione le regole fondamentali dell'araldica, ma si limitarono a modificarne le esteriorit.
Araldica napoleonica
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Principi sovrani Sullo stemma : I principi sovrani aggiungono allo stemma un capo d'azzurro caricato di un'aquila imperiale d'oro con la testa rivolta a destra. Ornamenti esteriori : Sei lambrecchini d'oro. Mantello d'azzurro, frangiato d'oro, doppio ermellinato e sormontato d'una corona d'oro.
Duca dell'Impero
Duchi dell'Impero Sullo stemma : I duca aggiungono un capo di rosso seminato di stelle d'argento. Ornamenti esteriori : Sei lambrecchini d'oro. Tocco di velluto nero, foderato d'ermellino, sormontato da sette piume d'argento. Mantello d'azzurro.
Araldica napoleonica
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Conti dell'Impero
Conti Senatori Sullo stemma : quarto in cantone d'azzurro, caricato di uno specchio d'oro nel quale si specchia un serpente d'argento. Ornamenti esteriori : Quattro lambrecchini (due d'oro e due d'argento). Tocco di velluto nero, controermellinato, sormontato da cinque piume d'argento. Mantello d'azzurro foderato d'argento.
Conti arcivescovi Sullo stemma : quarto in cantone d'azzurro, caricato di una croce patente d'oro. Ornamenti esteriori : Cappello di verde da arcivescovo, croce in palo, scudo timbrato da un pallio. Quattro lambrecchini (due d'oro e due d'argento). Tocco di velluto nero, controermellinato, sormontato da cinque piume d'argento. Mantello d'azzurro foderato d'argento.
Conti militari Sullo stemma : quarto in cantone d'azzurro, caricato di una spada d'argento con elsa d'oro. Ornamenti esteriori : Tocco di velluto nero, controermellinato, sormontato da cinque piume d'argento.
Conti ministri Sullo stemma : quarto in cantone d'azzurro, caricato di una testa di leone d'oro. Ornamenti esteriori : Tocco di velluto nero, controermellinato, sormontato da cinque piume d'argento.
Conti consiglieri di stato Sullo stemma : quarto in cantone scaccato d'oro e d'azzurro. Ornamenti esteriori : Tocco di velluto nero, controermellinato, sormontato da cinque piume d'argento.
Conte presidente del corpo legislativo Sullo stemma : quarto in cantone d'azzurro, caricato delle tavole della legge in oro. Ornamenti esteriori : Tocco di velluto nero, controermellinato, sormontato da cinque piume d'argento.
Araldica napoleonica
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Conte ufficiale della casa dell'Imperatore Sullo stemma : quarto in cantone d'azzurro, caricato di una porta aperta, sormontata da un frontone d'oro, accompagnato dalle lettere DA (Domus Altissima) del medesimo. Ornamenti esteriori : Tocco di velluto nero, controermellinato, sormontato da cinque piume d'argento.
Conte ufficiale della casa dei principi Sullo stemma : quarto in cantone d'azzurro, caricato di una porta aperta sormontata da un frontone d'oro, accompagnata dalle lettere DJ (Domus Julii) del medesimo. Ornamenti esteriori : Tocco di velluto nero, controermellinato, sormontato da cinque piume d'argento.
Conte ministro impiegato all'estero Sull stemma : quarto in cantone d'azzurro, caricato di una testa di leone d'argento. Ornamenti esteriori : Tocco di velluto nero, controermellinato, sormontato da cinque piume d'argento.
Conte prefetto Sullo stemma : quarto in cantone d'azzurro, caricato di un muro merlato d'oro, sormontato da un ramo di quercia del medesimo. Ornamenti esteriori : Tocco di velluto nero, controermellinato, sormontato da cinque piume d'argento.
Conte sindaco Sullo stemma : quarto in cantone d'azzurro, caricato di un muro merlato d'oro. Ornamenti esteriori : Tocco di velluto nero, controermellinato, sormontato da cinque piume d'argento.
Conte presidente del collegio elettorale Sullo stemma : quarto in cantone d'azzurro, caricato di tre fusi d'oro, posti in palo. Ornamenti esteriori : Tocco di velluto nero, controermellinato, sormontato da cinque piume d'argento.
Conte membro di un collegio elettorale Sullo stemma : quarto in cantone d'azzurro, caricato di ramo di quercia d'oro posto in banda. Ornamenti esteriori : Tocco di velluto nero, controermellinato, sormontato da cinque piume d'argento.
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Conte proprietario (Conte che non rientra in nessuna delle categorie precedenti) Sullo stemma : quarto in cantone d'azzurro, alla spiga di grano d'oro posta in palo. Ornamenti esteriori : Tocco di velluto nero, controermellinato, sormontato da cinque piume d'argento.
Contesse dell'Impero
Contessa annessa della casa imperiale Sullo stemma : Scudo d'azzurro, caricato di una porta aperta a due [4] colonne, sormontata da un frontone d'oro . Ornamenti esteriori : Due foglie di palma d'oro, legate tra loro da un nastro d'azzurro, che attorniano lo scudo.
Contessa, vedova di un militare Sullo stemma : Scudo d'oro caricato di una spada d'argento posta in palo. Ornamenti esteriori : Due foglie di palma d'oro, legate tra loro da un nastro d'azzurro, che attorniano lo scudo.
Altre contesse Sullo stemma : Scuto d'oro pieno. Ornamenti esteriori : Due foglie di palma d'oro, legate tra loro da un nastro d'azzurro, che attorniano lo scudo.
Baroni dell'Impero
Barone vescovo Sullo stemma : quarto in cantone di rosso, caricato di una croce patente d'oro. Ornamenti esteriori : Cappello verde da vescovo e croce in palo. Quattro lambrecchini d'argento. Tocco di velluto nero, controvaiato, sormontato da tre piume d'argento.
Barone militare Sullo stemma : quarto in cantone di rosso, caricato di una spada d'argento. Ornamenti esteriori : Quattro lambrecchini d'argento. Tocco di velluto nero, controvaiato, sormontato da tre piume d'argento.
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Barone ministro impiegato all'estero Sullo stemma : quarto in cantone di rosso, caricato di una testa di leone d'argento. Ornamenti esteriori : Quattro lambrecchini d'argento. Tocco di velluto nero, controvaiato, sormontato da tre piume d'argento.
Baroni giureconsulti Sullo stemma : quarto in cantone scaccato di rosso e d'oro. Ornamenti esteriori : Quattro lambrecchini d'argento. Tocco di velluto nero, controvaiato, sormontato da tre piume d'argento.
Barone ufficiale della casa dell'Imperatore Sullo stemma : quarto in cantone di rosso, caricato di un portale aperto, sormontato da un frontone d'argento, accompagnato dalle lettere DA (Domus Altissima) del medesimo. Ornamenti esteriori : Quattro lambrecchini d'argento. Tocco di velluto nero, controvaiato, sormontato da tre piume d'argento.
Barone ufficiale della casa dei principi Sullo stemma : quarto in cantone di rosso, caricato di un portale aperto, sormontato da un frontone d'argento, accompagnato in cuore dalle lettere DJ (Domus Julii) del medesimo. Ornamenti esteriori : Quattro lambrecchini d'argento. Tocco di velluto nero, controvaiato, sormontato da tre piume d'argento.
Barone prefetto Sullo stemma : quarto in cantone di rosso, caricato di un muro merlato d'argento, sormontato da un ramo di quercia del medesimo. Ornamenti esteriori : Quattro lambrecchini d'argento. Tocco di velluto nero, controvaiato, sormontato da tre piume d'argento.
Barone vice-prefetto Sullo stemma : quarto in cantone di rosso, caricato di un muro non merlato d'argento, sormontato da un ramo d'olivo del medesimo. Ornamenti esteriori : Quattro lambrecchini d'argento. Tocco di velluto nero, controvaiato, sormontato da tre piume d'argento.
Barone sindaco Sullo stemma : quarto in cantone di rosso, caricato di un muro merlato d'argento. Ornamenti esteriori : Quattro lambrecchini d'argento. Tocco di velluto nero, controvaiato, sormontato da tre piume d'argento.
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Barone presidente o procuratore generale della Corte di Cassazione Sullo stemma : quarto in cantone di rosso, caricato di una bilancia d'argento. Ornamenti esteriori : Quattro lambrecchini d'argento. Tocco di velluto nero, controvaiato, sormontato da tre piume d'argento.
Barone consigliere del tribunale imperiale Sullo stemma : quarto in cantone di rosso, caricato di una bilancia d'argento, legata di nero. Ornamenti esteriori : Quattro lambrecchini d'argento. Tocco di velluto nero, controvaiato, sormontato da tre piume d'argento.
Barone presidente o procuratore generale del tribunale imperiale Sullo stemma : quarto in cantone di rosso, caricato di un tocco d'argento, ermellinato. Ornamenti esteriori : Quattro lambrecchini d'argento. Tocco di velluto nero, controvaiato, sormontato da tre piume d'argento.
Barone ufficiale di sanit d'esercito Sullo stemma : quarto in cantone di rosso, caricato di una spada d'argento, posta in sbarra, puntante verso il basso. Ornamenti esteriori : Quattro lambrecchini d'argento. Tocco di velluto nero, controvaiato, sormontato da tre piume d'argento.
Barone presidente di un collegio elettorale Sullo stemma : quarto in cantone di rosso, caricato di tre fusi d'argento, posti in palo. Ornamenti esteriori : Quattro lambrecchini d'argento. Tocco di velluto nero, controvaiato, sormontato da tre piume d'argento.
Barone membro di un collegio elettorale Sullo stemma : quarto in cantone di rosso, caricato di un ramo di quercia d'argento, posto in banda. Ornamenti esteriori : Quattro lambrecchini d'argento. Tocco di velluto nero, controvaiato, sormontato da tre piume d'argento.
Barone titolare di una cattedra Sullo stemma : quarto in cantone di rosso, caricato di una palma d'argneto, posta in banda. Ornamenti esteriori : Quattro lambrecchini d'argento. Tocco di velluto nero, controvaiato, sormontato da tre piume d'argento.
Araldica napoleonica
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Barone proprietario (Barone che non rientra in una delle precedenti categorie.) Sullo stemma : quarto in cantone di rosso, caricato di una spiga d'argento. Ornamenti esteriori : Quattro lambrecchini d'argento. Tocco di velluto nero, controvaiato, sormontato da tre piume d'argento.
Baronesse dell'Impero
'Baronessa annessa alla casa imperiale Sullo stemma : Scudo di rosso, caricato di un portale aperto a due colonne, sormontato da un frontone d'argento. Ornamenti esteriori : Due foglie di palma d'argento, legate tra loro da un nastro di rosso, che attorniano lo scudo.
Baronessa, vedova di militare Sullo stemma : Scudo d'argento caricato di una spada d'azzurro in palo riversato. Ornamenti esteriori : Due foglie di palma d'argento, legate tra loro da un nastro di rosso, che attorniano lo scudo.
Altre baronesse Sullo stemma : Scudo d'argento pieno. Ornamenti esteriori : Due foglie di palma d'argento, legate tra loro da un nastro di rosso, che attorniano lo scudo.
Cavaliere dell'Impero
Cavalieri legionari Sullo stemma :
Una pezza onorevole di rosso caricata di una croce a cinque braccia doppie, senza nastro n corona [5]
. Ornamenti esteriori :
[6]
Araldica napoleonica
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Una pezza onorevole d'azzurro caricata di una stella a dodici raggi d'oro
. Ornamenti esteriori :
Citt di seconda classe Citt rappresentate dai loro sindaci all'incoronazione di Napoleone: prendono il rango di citt contesse. Sullo stemma : quarto in cantone d'azzurro caricato di una N d'oro, sormontato da una stella a cinque punte del medesimo. Ornamenti esteriori : Corona murale a sette porte per cimiero, sostenente un cadduceo del medesimo a cui sono attaccati due festoni che servono da lambrecchini, l'uno a destra di quercia, l'altro a sinistra d'olivo, tenuti insieme da un nastro azzurro. Citt di terza classe Citt rappresentate dai loro sindaci alla nomina dei prefetti: prendono il rango di citt baronesse. Sullo stemma : quarto in cantone di rosso caricato di una N d'argento, sormontato da una stella a cinque punte del medesimo. Ornamenti esteriori : Corona di fasci di grano d'oro, alla quale sono sospesi due festoni a mo' di lambrecchini, l'uno a destra d'olivo, l'altro a sinistra di quercia, tenuti insieme da nastri rossi.
Regno d'Italia
La nobilt del regno napoleonico d'Italia
Duchi del regno
Duchi del regno Sullo stemma : I duchi aggiungono un capo di rosso, seminato di stelle d'argento. Ornamenti esteriori : Sei lambrecchini d'oro. Tocco di velluto nero, foderato d'ermellino, sormontato da sette piume [7] d'argento. Mantello di verde, foderato di doppio vaiato .
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Conti grand'ufficiali della corona Sullo stemma : quarto o cantone di verde caricato di uno scaglione d'oro, sormontato da cinque stelle del medesimo, 3 e 2. Ornamenti esteriori : Quattro lambrecchini (due d'oro e due d'argento). Tocco di velluto nero, foderato di contrermellino, sormontato da cinque piume d'argento. Mantello di verde foderato d'argento. I Grandi Ufficiali della corona sono senatori di diritto, dunque: mantello di verde foderato d'argento.
Conte arcivescovo
Inquartato: al I, di conte arcivescovo; al II di rosso a un rettangolo d'argento; al III di rosso al volo aperto d'argento; al IV fasciato di rosso e d'argento. L'unico esempio noto in questo senso rintracciabile nello stemma di Giovanni Battista Caprara, arcivescovo di Milano, conte del Regno d0Italia. [10] Sullo stemma : quarto o cantone di verde, alla croce patente d'oro. Ornamenti esteriori : Cappello di verde da arcivescovo, croce in palo, scudo timbrato dal pallio. Quattro lambrecchini (due d'oro e due d'argento). Tocco di velluto nero, contrermellinato, sormontato da cinque piume d'argento. Conte ministro Sullo semma : quarto o cantone di verde, caricato di una testa di leone d'oro. Ornamenti esteriori : Tocco di velluto nero, contrermellinato, sormontato da cinque piume d'argento.
Araldica napoleonica
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Conte consigliere di stato Sullo stemma : quarto o cantone sconosciuto. Ornamenti esteriori : Tocco di velluto nero, contrermellinato, sormontato da cinque piume d'argento.
Conte membro di un collegio elettorale Sullo stemma : quarto o cantone sconosciuto. Ornamenti esteriori : Tocco di velluto nero, contrermellinato, sormontato da cinque piume d'argento.
Conte proprietario (Conti che non rientrano nelle categorie precedenti) Sullo stemma : quarto o cantone sconosciuto. Ornamenti esteriori : Tocco di velluto nero, contrermellinato, sormontato da cinque piume d'argento.
Barone ufficiale della casa reale Sullo stemma : quarto o cantone sconosciuto. Ornamenti esteriori : Quattro lambrecchini d'argento. Tocco di velluto nero, controvaiato, sormontato da tre piume d'argento.
Barone prefetto Sullo stemma : quarto o cantone sconosciuto. Ornamenti esteriori : Quattro lambrecchini d'argento. Tocco di velluto nero, controvaiato, sormontato da tre piume d'argento.
Araldica napoleonica
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Barone sindaco Sullo stemma : quarto o cantone sconosciuto. Ornamenti esteriori : Quattro lambrecchini d'argento. Tocco di velluto nero, controvaiato, sormontato da tre piume d'argento.
Barone presidente della Corte di Cassazione]] Sullo stemma : quarto o cantone sconosciuto. Ornamenti esteriori : Quattro lambrecchini d'argento. Tocco di velluto nero, controvaiato, sormontato da tre piume d'argento.
Barone presidente della Corte d'appello Sullo stemma : quarto o cantone sconosciuto. Ornamenti esteriori : Quattro lambrecchini d'argento. Tocco di velluto nero, controvaiato, sormontato da tre piume d'argento.
Barone impiegato nell'amministrazione pubblica Sullo stemma : quarto o cantone sconosciuto. Ornamenti esteriori : Quattro lambrecchini d'argento. Tocco di velluto nero, controvaiato, sormontato da tre piume d'argento.
Barone membro di un collegio elettorale Sullo stemma : quarto o cantone sconosciuto. Ornamenti esteriori : Quattro lambrecchini d'argento. Tocco di velluto nero, controvaiato, sormontato da tre piume d'argento.
... [i cavalieri] della Corona di Ferro metteranno quella corona in argento su una pezza onorevole di verde
. Ornamenti esteriori :
Araldica napoleonica
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Note
[1] Dcrets du mars 1808 (http:/ / www. heraldica. org/ topics/ france/ napoltexts. htm#titres1808) [2] Vedi Armoriale della nobilt dell'Impero per i dettagli. [3] Come ad esempio Commons:Category:Campaign in Egypt in napoleonic heraldry. [4] ARMORIAL DE L'EMPIRE par M. Borel d'Hauterive (1853) (http:/ / www. euraldic. com/ txt_bh1853_empire. html) [5] . Cf. . [6] Cet anneau est prsent . Cf. . [7] Armorial de J.B. RIETSTAP - et ses Complments (http:/ / www. euraldic. com/ blas_aa. html) [8] Source : www.heraldique-europeenne.org (http:/ / www. heraldique-europeenne. org/ Principal. htm) [9] Armorial du Souvenir (http:/ / armorial-du-souvenir. fr/ index. html) [10] http:/ / www. archivi. beniculturali. it/ DGA-free/ Sussidi/ 8_SussXI_t%20_745_1064. pdf [11] http:/ / books. google. it/ books?id=FvXQAAAAMAAJ& pg=PA11& dq=%22titolo+ di+ buone+ citt%C3%A0%22& client=firefox-a#v=onepage& q=%22titolo%20di%20buone%20citt%C3%A0%22& f=false
Collegamenti esterni
commons:Category:Coat of arms of Empire of France, Systme hraldique napolonien sur heraldique-europeenne.org (http://www.heraldique-europeenne.org/ Didactitiel/Napoleon/index.html#PS), Couronnes et Toques en hraldique napolonienne sur heraldique-europeenne.org (http://www. heraldique-europeenne.org/Regions/France/Couronnes_Napoleon.htm), Maisons princires ou ducales des Premier et Second Empires sur heraldique-europeenne.org (http://www. heraldique-europeenne.org/Regions/France/Maisons_Ducales_3.htm), Marchaux d'Empire sur heraldique-europeenne.org (http://www.heraldique-europeenne.org/Regions/France/ Marechaux_Empire.htm), Armorial des rues de Paris sur heraldique-europeenne.org (http://www.heraldique-europeenne.org/Armoriaux/ Paris/index.html), Manuel illustr d'hraldique napolonienne (2008), Arnaud Bunel, Jacques Jourquin, Dictionnaires des Marchaux de Napolon, Christian, 1999, Jacques Jourquin, Dictionnaire des marchaux du Premier Empire, 1986. Thierry Lentz, Dictionnaires des Ministres de Napolon, Christian, 1999, Quintin, Dictionnaire des Colonels de Napolon, SPM, 1996, Raoul de Warren, Les Pairs de France au XIX sicle, les Cahiers nobles, 1959 (Red. en 1999 par l'Intermdiaire des chercheurs et des curieux),
Araldica napoleonica Victor Adolphe Malte-Brun, La France illustre, comprenant deux volumes ainsi qu'un atlas ralis par Auguste Henri Dufour (1853) ; tomes I VI et un atlas (1884), aux ditions Rouff, Jean Tulard : Dictionnaire Napolon. Fayard, Paris 1999. ISBN 2-213-60485-1 Philippe Lamarque, Armorial du Premier Empire, dition du Gui, 2008, ISBN 978-2-9517417-7-5, 2008, ISBN 978-2-9517417-7-5 Armorial des Chevaliers de L'ORDRE DE LA RUNION - par M. ALCIDE GEORGEL (1869) (http://www. euraldic.com/txt_bs1869_ordreun.html) Template:Ouvrage ; ARMORIAL DE L'EMPIRE FRANCAIS (Mdecins et chirurgiens) - par M. ALCIDE GEORGEL - 1869 (http:// www.euraldic.com/txt_bs1869_medec.html)
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Araldica olandese
Lo studio dell'araldica olandese si concentra sull'uso degli stemmi e di altre insegne in Olanda. L'Olanda, e pi in generale i Paesi Bassi, fu un'area significativa per lo sviluppo dell'araldica nel Medioevo. Una delle pi famose raccolte di armi l'Armoriale di Gheldria, scritto tra il 1370 e il 1414. Gli stemmi in Olanda non erano all'epoca controllati da un ufficio araldico vero e proprio, come avveniva nel Regno Unito, e non venivano usati dalle sole famiglie nobili. Qualsiasi persona, qualora lo desiderava, poteva disegnare ed usare uno stemma, a meno di non usurpare uno stemma altrui; questo diritto sancito dal Diritto romano olandese.[1] Accadeva cos che molti olandesi, in particolare mercanti, pur non essendo membri della nobilt, avevano un proprio stemma. Ci si riferiva a questi armoriali, adottati in particolare durante il periodo (1581-1806), quando l'Olanda si dot di una forma di governo repubblicana, come stemmi borghesi. Questa tradizione araldica fu esportata nelle colonie olandesi, come in Sudafrica, influenzandone l'araldica.[2] L'araldica olandese caratterizzata da uno stile semplice e sobrio ed , in questo senso, pi vicina alle origine medievali rispetto agli stili elaborati che furono ideati nelle altre tradizioni araldiche.[3]
Araldica pubblica
L'araldica pubblica olandese regolata dall'Alto Consiglio per la Nobilt (Hoge Raad van Adel), che fornisce stemmi a province, comuni, Uffici delle Acque, diocesi e basiliche cattoliche. La maggior parte degli stemmi pubblici stata registrata e confermata negli anni seguenti alla formazione del Regno d'Olanda nel 1815, quando i borgomastri richiesero gli stemmi per le citt ed i villaggi da loro amministrati. Alcuni armoriali dell'epoca erano basati su stemmi presenti su sigilli. Talvolta accadeva che la colorazione originale degli stemmi risultasse sconosciuta o non chiara, pertanto molti di essi vennero blasonati negli "smalti nazionali" oro e azzurro, i colori dello stemma dei Paesi Bassi. Nel XX secolo, alcuni blasoni di queste armi vennero corretti, quando i colori originali vennero scoperti.[4] Generalmente, l'Alto Consiglio, seguendo le linee guida di un decreto del Ministero degli Interni del 1977, applica una politica di semplicit stilistica[5]. Oggigiorno, la maggior parte degli stemmi vengono concessi in seguito a riforme amministrative, come, ad esempio, quando pi comuni si uniscono in un solo comune. Nella maggior parte dei casi, un ente pubblico richiede uno stemma all'Alto Consiglio, che adatta la proposta agli standard araldici del paese. Societ genealogiche e storiche disegnano queste bozze di proposta[6]. Nuove municipalit tendono a includere i diversi elemente degli stemmi dei comuni costituenti, mente l'Alto Consiglio a volte rifiuta proposte "troppo cariche"[7]. Elmi, cimieri e svolazzi sono praticamente assenti nell'araldica pubblica olandese; vengono invece utilizzati i sistemi di corone. Sostegni, motti e corone atipiche vengono concessi solo in presenza di evidenza storica del loro utilizzo o
Araldica olandese di una concessione precedente. Un esempio notevole a questa regola lo stemma del comune di Flevoland, creato agli inizi degli anni ottanta, che mostra foche, leoni marini e ippocampi come supporti, un uso sconosciuto precedentemente nell'araldica civile olandese. Pochi comuni hanno rinunciato al diritto dei sostegni negli ultimi anni.[8] I motti sono rari, anche se qualche motto stato concesso di recente.[9] L'Alto Consiglio generalmente non approva l'inquartamento di armi gi esistenti[10] e tende a non accettare figure di santi sugli scudi.[11] Spesso il nome dei nuovi comuni nati da unioni si riferisce ai corsi d'acqua presenti nel territorio e una pezza onorevole rappresentante l'acqua una occorrenza comunissima nelle ultime concessioni, tanto che l'Alto Consiglio l'ha definita "tipica dell'araldica olandese" nel 2004 e nel 2010.[12]
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Note
[1] J.A. de Boo. Familiewapens, oud en nieuw. Een inleiding tot de Familieheraldiek. (Centraal Bureau voor Genealogie, l'Aia: 1977) [2] Roosevelt Coats of Arms: Theodore and Franklin Delano (http:/ / americanheraldry. org/ pages/ index. php?n=President. Roosevelt) alla Societ Araldica Americana. Accessed January 20, 2007. [3] Cornelius Pama Heraldiek in Suid-Afrika. (Balkema, Cape Town: 1956). [4] Kl. Sierksma, De gemeentewapen van Nederland (Utrecht 1960), passim. [5] http:/ / www. hogeraadvanadel. nl/ wapens_richtlijnen. php, retrieved May 8, 2011. [6] Echt-Susteren, 2004. Jaarverslag 2004 Hoge Raad van Adel. [7] Olst-Wijhe. Jaarverslag 2004 Hoge Raad van Adel. [8] Ad esempio Steenwijkerland and Binnenmaas nel 2009. Jaarverslag 2009 Hoge Raad van Adel. [9] Venlo nel 2003, Roermond nel 2008. Jaarverslag 2003 Hoge Raad van Adel, Jaarverslag 2008 Hoge Raad van Adel. [10] Ad esempio per il nuovo stemma di Geldrop-Mierlo, Jaarverslag 2004 Hoge Raad van Adel [11] Jaarverslag 2010 Hoge Raad van Adel. [12] Jaarverslag 2004 Hoge Raad van Adel, Jaarverslag 2010 Hoge Raad van Adel.
Voci correlate
Aquila frisia
Araldica scozzese
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Araldica scozzese
L'araldica in Scozia, oltre ai tratti distintivi comuni a tutta l'araldica inglese ed europea, ha delle proprie peculiarit. Il suo esecutivo araldico separato da quello del resto del Regno Unito.
Esecutivo
L'esecutivo araldico scozzese si trova separato da quello del resto del Regno Unito e si trova nelle mani del Lord Lyon King of Arms.[1] I primi riferimenti al Lord Lyon Knig of Arms risalgono all'epoca del regno di Roberto I di Scozia nel 1318, anche se certe funzioni si possono rintracciare gi nella societ celtica pi antica.[2] Il Lord Lyon esercita una giurisdizione generale su tutte le materie dell'armoriale di Scozia e presta servizio come Giudice del Reame. Egli ha inoltre facolt decisionale relativamente alle rappresentazioni di famiglia, ai pedigree ed alle genealogie. Inoltre, egli ha la supervisione delle cerimonie di stato, reali e pubbliche in Scozia.[3] Il Lord Lyon ha anche il diritto di decidere a chi spetti (secondo le leggi in materia) il titolo di capoclan di un clan. Nell'esercizio delle sue funzioni, egli viene assistito in epoca recente da uno staff composto da tre araldi e consiglieri assieme al Lyon Clerk and Keeper of the Records. L'attuale Lyon Clerk, Elizabeth Roads LVO, che anche Snawdoun Herald, la prima donna ad aver prestato servizio come Officer of Arms nel Regno Unito.[4] Secondo il cap. 47 dell'Act del 1672 in materia, il Lord Lyon ha il potere di garantire lo stemma alle "persone virtuose e di buon servizio."[5] Secondo Innes di Learney: "Uno stemma una indicazione esteriore di nobilt e le sue armi sono ufficialmente descritte come 'Insegne di Nobilt'". Una patente d'arme ... un Diploma di Nobilt...."[6] Per chiarificare questa decisione, uno scrittore di araldica scozzese ha notato: "Tecnicamente la garanzia di uno stemma a firma del Lord Lyon corrisponde ad una patente di nobilt; la garanzia consente di essere 'inscritti con tutti i nobili nella nobilt di Scozia'. Questo non vuol dire che ogni nobile sia anche pari di Scozia, ma essa solo una distinzione sociale che non ha privilegio legale."[7]
Principi
La principale funzione dell'araldica, sia essa personale o corporata, quella di simboleggiare l'identit del detentore di un dato stemma. In Scozia i Clans e le famiglie che hanno rappresentato una significativa entit di funzioni a livello sociale sono ancora oggi detentrici di uno stemma. In Scozia, per, non esiste il cosiddetto "stemma di famiglia" ma ognuno, anche i membri ultrogeniti della famiglia, hanno un loro specifico stemma con differenze tra volta rilevanti all'interno della stessa famiglia e con quelli dei propri antenati. L'araldica scozzese opera sotto l'idea che chiunque porti lo stesso cognome abbia di fatti un'origine comune, seppur in maniera talvolta molto distante. Di conseguenza, dove esiste uno stemma legato ad una famiglia, nuovi conferimenti di questo stemma sono spesso derivati da quello pi antico conosciuto.[8] "Il tratto saliente dell'araldica scozzese che, se comparata a quella inglese o in altre nazioni, gli stemmi di base sono relativamente pochi di numero, ma vi sono numerose differenze tra le varie versioni di ciascuno scudo. Le differenze basilari nello scudo e negli ornamenti non sono di propriet della 'famiglia' bens del 'capo' di ciascun clan della casata."[9] I pi antichi esempi di araldica scozese sono gli stemmi degli Stewart derivati da sigilli della met del XII secolo sino alla met del XIII secolo, che mostrano figure ancora oggi utilizzate dalle famiglie a livello araldico.Vedi gli stemmi di Stuart di Yeochrie [10] e del Stewarton Community Council [11].</ref> Il Lord Lyon, come re d'arme, ha quindi un'importanza fondamentale anche nell'organizzazione famigliare delle casate scozzesi e nello stabilire dunque le relazioni di sangue in maniera corretta tra i vari componenti di una stessa famiglia o di uno stesso clan.
Araldica scozzese
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Caratteristiche
Motti
Una delle pi ovvie distinzioni visuali dell'araldica scozzese riguarda l'uso del carteggio ove ciascun membro inserisce il proprio motto, il quale si trova sopra lo stemma e non sotto lo scudo come accade di solito.[12] Questa differenza ad ogni modo pi che una semplice distinzione artistica. Nell'araldica scozzese i motti sono considerati come componenti della garanzia di uno stemma e possono essere alterati solo con la reimmatricolazione dello stemma. Nell'araldica inglese, invece, il motto viene concesso raramente assieme allo stemma e viene tramandato per convenzione o oralmente e quindi essi possono essere mutati nel sistema inglese secondo la volont di ciascun detentore.[13]
Brisure
Altra differenza tra l'araldica scozzese e quella inglese rappresentata dall'aspetto dello scudo nel sistema per distinguere le armi dei figli ultrogeniti, conosciuta come brisure. L'araldica inglese utilizza solitamente dei piccoli simboli a mo' di brisure per differenziare i vari componenti di una stessa famiglia che hanno il diritto di avere un proprio stemma. In Scozia invece, ad eccezione del primogenito, Il sistema Stodart per differenziare gli stemmi questa funzione viene assolta da una serie di bordure che circondano lo delle armi delle branche cadette di una famiglia scudo, variabili con colori e disegni diversi, secondo un sistema chiamato "Stodart".[14] Anche l'araldica scozzese pu far uso delle brisure ma esse sono definite come "temporanei segni distintivi di cadenza utilizzati per gli stemmi dei bambini prima del raggiungimento della maggiore et, senza che questi ricadano sotto la formale autorit del Lord Lyon Office."
Simboli
I simboli araldici sono trattati in maniera differente dagli stemmi nell'araldica scozzese e differente anche la pratica che se ne fa negli armoriali inglesi. Un simbolo pu essere definito come "una divisa araldica, non parte dello stemma, ma ... disponibile per una persona armigera o una corporazione col proposito di identificarla."[15] I simboli solitamente consistono essenzialmente in figure che possono essere "caricate" sullo scudo, mentre altri sono invece emblemi che possono alludere al nome, al titolo o all'ufficio occupato dall'insignito. In Inghilterra, l'ottenimento di un simbolo da parte di un armigero iscritto al College of Arms diventata una prassi usuale negli ultimi anni.[16]
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Nell'araldica scozzese, ad ogni modo, la garanzia di un simbolo limitata a quelle categorie o individuali che abbiano una "numerosa schiera" e quindi questo significa un gruppo significativo di aderenti o sostenitori. Generalmente i simboli sono concessi solo ai pari, ai baroni ed ai capi dei clan e sono soggetti al Lord Lyon.[17] Le corporazioni, cos come i governi locali, le scuole, le compagnie o i club sportivi possono ottenere dei simboli propri che poi possono utilizzare anche i loro membri affiliati. L'araldica scozzese ad ogni modo riconosce forme prestabilite per la concessione di un simbolo.[18] Nel caso di un armigero, la divisa composta dal simbolo specifico circondato da una cintura con fibbia chiusa sul davanti, nella quale sta inscritto il motto individuale o, nel caso di un clan, quello del capo.[19]
Cimieri
Nell'araldica inglese la pratica dell'uso dei cimieri, divisa o emblema che appare sopra l'elmo o il tocco nello stemma completo, non pu duplicare alcun altro cimiero gi concesso altrove. Dal momento che ogni scudo deve essere un unicum, ciascuno ha un proprio cimiero unico dunque.[20] In Scozia, ad ogni modo, permesso e diffuso che due o pi famiglie abbiano lo stesso cimiero.[21] Malgrado questo, il tratto distintivo rimane sempre il motto che deve differenziarsi e che come tale consente a ogni stemma di rimanere unico.
Per le donne
Oltre alla pratica tradizionale di concedere stemmi per agnizione maschile, esiste una pratica specifica riservata alle donne. Quando il padre di una donna a cui sia stato concesso il diritto di avere proprie armi, muore senza figli maschi sopravvissutigli e la donna rimane sua erede, essa pu trasmettere lo stemma paterno ai suoi discendenti.[22] In Inghilterra, se vi pi di una figlia sopravvissuta, ciascuna pu concedere lo stemma paterno in modo eguale.[23] In Scozia, invece, la figlia primogenita sopravvissuta a trasmettere le armi paterne.[24]
Quartieramento
In araldica uno scudo base pu essere diviso in quattro parti essenzialmente uguali dette sezioni o quartieri. In tempi recenti questo stato necessario come risultato per matrimoni tra armigeri e ereditiere di simboli araldici.[25] L'araldica inglese sembra non aver posto limite a questa divisione, pur continuando a utilizzare il termine di "quartieramento" senza specificare il numero di divisioni possibili.[26] La pratica scozzese preferisce un disegno semplice e permette a ciascuno stemma di essere diviso in massimo quattro parti.[27]
Araldica scozzese
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Opere rilevanti
"La Scozia non ha antiche pergamene di stemmi come in Inghilterra ed il suo pi antico documento in questo senso (e quindi quello di maggiore importanza) l'Armorial de Gelr 1369-1388 conservato a Bruxelles - un manoscritto europeo che illustra una selezione scelta di stemmi scozzesi." Il primo vero armoriale scozzese viene datato al 1508.[28] Due dei pi antichi e pi importanti lavori che abbiano per soggetto l'araldica scozzese sono The Science of Herauldry di George Mackenzie di Rosehaugh, pubblicato per la prima volta nel 1680, e A System of Heraldry di Alexander Nisbet, pubblicato per la prima volta nel 1722.[29] Mackenzie ritenuto un'autorit nel campo dell'araldica scozzese.[30] L'opera di Nisbet invece meno chiara in quanto ad autorit e non reputato consono dall'autorit istituzionale." Nel 1991, dopo anni di contese, ad ogni modo, sir Crispin Agnew di Lochnaw, Araldo di Rothesay, si espresso favorevolmente sia verso l'opera di Nisbet che verso quella di MacKenzie di Rosehaugh definendo entrambi "scrittori istituzionali". Agnew ha per precisato che il secondo volume di Nisbet considerato "sospetto" per via delle numerose inserzioni erronee di uno scrittore sconosciuto[31] ma "il suo lavoro dev'essere trattato con grande rispetto come si fatto sin dalla sua prima edizione nel 1722." Ad ogni modo l'opera pi celebrata relativa all'araldica scozzese senz'altro il Public Register of all Arms and Bearings in Scotland, conosciuto pi semplicemente col nome di "Public Register" o "Lyon Register". stato detto che "non vi migliore evidenza della diversit nello splendore dell'arte araldica nel mondo se non quanto si trovi nel Lyon Register. ..."[32] L'opera venne creata sotto l'autorit dello Statuto del 1672 il che prova che esso riporti solo gli stemmi accettati dal Lord Lyon. Il primo volume venne stampato nel 1677 e le edizioni sono andate via via ampliandosi nel corso dei secoli successivi.[33] Ciascuno dei grandi volumi presenta 120 pagine di stemmi, spesso realizzati da grandi artisti araldici.[34]
Note
[1] Friar 1987, p. 227. [2] Dennis 1999, p. 5. [3] Burnett 1997, p. 59. [4] Burnett 1997, p. 60; vedi [5] Innes of Learney 1978, p. 13, vedi p.46. [6] Innes of Learney 1978, p. 13. [7] Burnett 1997, p. 42. [8] Burnett 1997, p. 41. [9] Innes of Learney 1978, p. 1314. [10] http:/ / heraldry-scotland. com/ copgal/ displayimage. php?album=7& pos=16 [11] http:/ / heraldry-scotland. com/ copgal/ displayimage. php?album=44& pos=9 [12] Burnett 1997, p. 33; Innes of Learney 1978, p. 20. [13] Brooke-Little 1970, p. 175. [14] Friar 1993, p. 184. [15] Friar 1987, p. 41. [16] Slater 2002, p. 31. [17] Innes of Learney 1978, p. 23-24. [18] See Innes of Learney 1978, p. 90-95. [19] Burnett 1997, p. 32-33. [20] Fox-Davies 1985, p. 253. [21] Brooke-Little 1970, p. 162. [22] Brooke-Little 1970, p. 140. [23] Friar 1993, p. 181. [24] Burnett 1997, p. 46. [25] Slater 2002, p. 116. [26] Fox-Davies 1985, p. 420. [27] Burnett 1997, p. 47. [28] Innes-Smith 1980, p. 19; vedi Innes of Learney 1978, p. 39. [29] Burnett 1997, p. 17.
Araldica scozzese
[30] [31] [32] [33] [34] Nisbet 1984 (Malcolm Innes di Edingight). Agnew 1991, p. 65. Way of Plean 1994, p. 50. Innes of Learney 1978, p.43-44. Way of Plean 1994, p. 52.
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Bibliografia
Agnew of Lochnaw, Sir Crispin. "Heraldic Bibliography." The Highlander. (March/April 1991). Brooke-Little, J.P. (revisor). Boutell's Heraldry. Frederick Warne & Co., Ltd., London, 1970. Burnett, Charles J and Dennis, Mark D. Scotland's Heraldic Heritage; The Lion Rejoicing The Stationery Office, Edinburgh, 1997. Cox, Noel. "Commonwealth Heraldic Jurisdiction." The Coat of Arms (Autumn 2005). Dennis, Mark. Scottish Heraldry: An Invitation Heraldry Society of Scotland, Edinburgh, 1999. Fox-Davies, A.C. A Complete Guide to Heraldry. (revised, Brooke-Little, J.P.) Orbis Publishing Limited, London, 1985 (originally published 1909). (of dubious authority and accuracy in matters Scots) Friar, Stephen (editor). A Dictionary of Heraldry. Harmony Books, New York, 1987. Friar, Stephen and Ferguson, John. Basic Heraldry. The Herbert Press, London, 1993. Innes of Learney, Sir Thomas (revisor Innes of Edingight, Malcolm R.). Scots Heraldry. Third edition. Johnston & Bacon, London & Edinburgh, 1978 (originally published 1934). Innes-Smith, Robert. An Outline of Heraldry in England and Scotland. Pilgrim Press Ltd., Derby, 1980. Nisbet, Alexander A System of Heraldry. T & A Constable, Edinburgh, 1984, first published 1722. Slater, Stephen. The Complete Book of Heraldry. Lorenz Books, London, 2002. Way of Plean, George and Squire, Romilly. Collins Scottish Clan and Family Encyclopedia. HarperCollins, Glasgow, 1994 Mackenzie of Rosehaugh, G. Scotland's Herauldrie: the Science of Herauldrie treated as a part of the Civil law and Law of Nations. Heir of Andrew Anderson, Edinburgh, 1680 Bruce A. McAndrew, Scotland's Historic Heraldry (http://books.google.com/?id=QFkI3G31HTMC), Boydell Press, 2006. ISBN978-1-84383-261-4. Moncreiffe of Easter Moncrieffe, Iain (Kintyre Pursuivant) & Pottinger, Don (Herald Painter). Simple Heraldry Cheerfully Illustrated. Thomas Nelson and Sons, Edinburgh and London, 1953 Paul, Sir James Balfour (Lord Lyon King of Arms). An Ordinary of Arms Contained in the Public Register of All Arms and Bearings in Scotland. Edinburgh: W. Green & Sons, 1903 Reid of Robertland, David and Wilson, Vivien. An Ordinary of Arms, volume 2 [1902-1973], Lyon Office, Edinburgh 1977 Schweitzer, Leslie A and Hunter of Montlawan, David. Annotated Bibliography of Scottish Heraldic Materials see at Heraldry Society of Scotland website (http://www.heraldry-scotland.co.uk/bibliography.html). Stevenson, John H and Wood, Margaret: Scottish Heraldic Seals (3 vols.), Glasgow, 1940 Urquhart, R M. Scottish Burgh and County Heraldry Heraldry Today, London, 1973; Scottish Civic Heraldry: Regional - Islands - District Heraldry Today, London, 1979; Scottish Civic Heraldry 2 Scottish Library Association, Hamilton, 2001
Araldica scozzese
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Collegamenti esterni
Court of the Lord Lyon website (http://www.lyon-court.com/lordlyon/CCC_FirstPage.jsp) The Public Register of All Arms and Bearings in Scotland 1672-1907 online (http://www.scotlandspeople.gov. uk/content/help/index.aspx?r=554&1283) (registration required) Heraldry Society of Scotland website and forum (http://www.heraldry-scotland.co.uk/) www.scottish-heraldry.co.uk (http://www.scottish-heraldry.co.uk/) www.rtbot.net/Lord_Lyon_King_of_Arms (http://www.rtbot.net/Lord_Lyon_King_of_Arms)
Araldica socialista
L'Araldica socialista, chiamata anche araldica comunista, consiste negli emblemi in uno stile tipicamente adottato dagli stati comunisti. Chiamati comunemente stemmi, non tutti sono degli stemmi nel senso tradizionale del termine, poich privi di scudo. Infatti molti governi comunisti si sono allontanati intenzionalmente dalle forme della araldica europea per distanziarsi dai simboli associati alle monarchie. L'Unione Sovietica fu il primo stato ad usare un'araldica socialista, disegnando il primo stemma nel 1922. Lo stile divenne pi diffuso dopo la seconda guerra mondiale, a causa dei diversi stati comunisti instauratesi. Anche alcuni stati non socialisti hanno adottato lo stile, per diverse ragioni generalmente perch i comunisti li aiutarono nelle guerre di indipendenza (come Angola e Mozambico). Dopo la caduta dell'Unione Sovietica e degli altri stati comunisti nell'Europa orientale nel 19891991, questo stile fu spesso abbandonato per tornare alle vecchie pratiche araldiche, con molti restauri dell'araldica precedente al comunismo.
L'emblema della Repubblica Popolare Cinese tipico dell'araldica socialista e comunista. Infatti il colore rosso e le stelle sono simboli del comunismo; le spighe sono spesso usate per rappresentare l'agricoltura, i contadini e le persone comuni, ingranaggi e altri strumenti industriali rappresentano il proletariato industriale, mentre i palazzi governativi rappresentano tipicamente lo stato e l'autorit del governo.
Araldica socialista
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Storia e origini
L'Unione Sovietica, creata nel 1917 dopo la rivoluzione, necessitava, in linea con gli altri stati, di insegne per rappresentarsi, come emblemi, bandiere e sigilli, ma i leader sovietici non desideravano continuare le vecchie pratiche araldiche che erano associate al feudalesimo che la rivoluzione sognava di rimpiazzare. In risposta ai bisogni e ai desideri, gli emblemi nazionali adottati mancavano degli elementi tradizionali come scudo, elmo, cimiero e svolazzi, presentandosi pi sobri. Questo stile venne poi seguito dai socialisti e dai comunisti che desideravano focalizzare l'attenzione sulla nazione proletaria e diversificarsi dal feudalesimo e da tutte le sue associazioni.
Caratteristiche
L'araldica socialista usa tipicamente questi simboli: Falce e martello Stella a cinque punte rossa o dorata Corone o nastri di spighe di grano o di altre piante addomestiche
I leader sovietici cercarono di distinguere le proprie insegne dagli emblemi usati dall'Imperatore russo e dalla aristocrazia. Sono stati omessi gli elementi araldici tradizionali, sostituiti da emblemi che non si conformano all'araldica europea.
Nastri intrecciati nei colori nazionali e/o in rosso, spesso con date significative o motti Ingranaggi o accessori e strutture industriali moderni (come i tralicci elettrici nello stemma del Laos) Sole nascente Paesaggi Campo rosso Simboli nazionali o luoghi significativi per la nazione Pianeta Terra
Sviluppo
Unione Sovietica
Lo Stemma dell'Unione Sovietica fu il primo esempio di araldica socialista. stato un esempio seguito in diversi stati comunisti, soprattutto in Europa, Africa e Asia, ma non a Cuba.
Romania
Per approfondire, vedi Stemma della Romania.
La Repubblica Socialista della Romania cre una nuova tradizione araldica che divenne abbastanza controversa. Il commissario per l'Araldica Statale combin mete turistiche stilizzate e rappresentazioni paesagistiche con tradizionali figure araldiche e oggetti moderni come una sonda petrolifera.
Araldica socialista
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Ungheria
Per approfondire, vedi Stemma dell'Ungheria.
Nel 1974, l'Ungheria rimpiazz gli stemmi di 83 citt con emblemi nello stile sovietico. Aquile e leoni furono rimpiazzati da lavoratori soddisfatti, famiglie numerose ed orgogliose contadine che toccavano il sole con le loro mani. In ogni caso, il tutto era sovrastato da una stella rossa.
Presente
Con la caduta del regime comunista in Europa, la maggior parte dell'araldica socialista fu sostituita dalla vecchia araldica o da nuovi stemmi. L'araldica socialista ancora presente in alcuni stati, come in Cina, Corea del Nord e Vietnam Lo Stemma della Bielorussia adottato nel 1995 a seguito di un controverso referendum, ricorda lo stemma della Repubblica Socialista Bielorussa. Lo Stemma della Transnistria (repubblica autonoma autoproclamata ma non riconosciuta) utilizza ancora lo stemma sovietico della Repubblica Socialista della Moldavia. L'Emblema della Repubblica di Macedonia una reminescenza dello stemma della precedente Repubblica Sovietica. In Africa ci sono lo Stemma dell'Angola e lo Stemma del Mozambico. La Repubblica Serba ha utilizzato lo stemma della Repubblica Socialista Serba[1] sino al 2009.
Galleria
Emblemi storici
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Araldica socialista
69
Africa
Araldica socialista
70
Asia
71
72
Altro
Araldica socialista
73
Emblemi attuali
Emblema del Vietnam (1975-presente, precedentemente del Vietnam del Nord (1955-1976))
Araldica socialista
74
Note
[1] Law on the use of the coat of arms of the Socialist Republic of Serbia Zakon o upotrebi grba Socijalisticke Republike Srbije ("SG SRS", br. 6/1985.)
Bibliografia
Stephen Slater, "The complete book of Heraldry" London 2002
Voci correlate
Stemma della Germania Est Emblema del Laos Stemmi dell'Unione Sovietica Stemma della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia Falce e martello
Araldo
Tra gli antichi greci l'araldo aveva il compito di rendere pubblici gli atti e disposizioni delle autorit civili e religiose e talvolta di mantenere le relazioni con popoli stranieri o nemici. Grande era l'importanza degli araldi, detti krukes, soprattutto nell'et omerica e conservarono fino al IV secolo a.C. in Atene funzioni di un certo rilievo nelle assemblee popolari. Vi sono quattro gradi nell'ambito degli ufficiali d'armi: il re d'armi, che supervisiona le armi di un'area, il maresciallo d'armi, che lo assiste ed destinato a sostituirlo, l'araldo il cavalcatore o persevante (poursuivant d'armes) che un apprendista araldo.
Origini
Nei poemi epici della classicit si incontrano alcuni araldi: Taltibio e Dolone nell'Iliade; Venulo nell'Eneide. Simili agli araldi greci, detti kerukes, erano nell'Antica Roma i calatores e gli apparitores, i primi per gli uffici religiosi, i secondi per i pubblici. Erano poi presenti i feciales con compiti istituzionali. Passando al medioevo, gli araldi erano pubblici ufficiali addetti alle corti dei sovrani e dei grandi feudatari ed agli ordini cavallereschi. Non risulta alcun legame tra gli araldi greci e romani, da un lato, e gli araldi medioevali. Tale connessione sembra che sia stata creata nel XV secolo dagli araldi stessi, allo scopo di provare l'antichit e la nobilt del loro ufficio in un momento in cui era messo in discussione. Gli araldi d'armi, apparsi verosimilmente nel XII secolo (come risulta da una citazione tratta da Chrtien de Troyes datata alla fine del secolo), sono strettamente collegati allo sviluppo dell'araldica che da essi trae il nome. Tratti dai ranghi dei giocolieri e dei menestrelli, gli ufficiali d'armi si specializzarono nei tornei, nelle giostre equestri e nei passi d'armi. Essi li annunciavano, vi conducevano i Cavalieri e li commentavano. In origine non erano legati ad un nobile in particolare, e conducevano una vita errabonda, contribuendo cos alla fama di diversi cavalieri,
Araldo raccontando le loro imprese ovunque si recassero. Questo ruolo ebbe un'influenza notevole sul loro ufficio. In effetti tutta l'organizzazione del gruppo legata ai tornei. All'inizio la distinzione degli ufficiali in base all'area di origine corrisponde alle divisioni territoriali dei gruppi di cavalieri nei tornei. In seguito, la gerarchia degli ufficiali d'armi del pari sottoposta, almeno sul piano simbolico, alla cavalleria ed ai tornei. In effetti, come rammenta Olivier de la Marche nelle sue memorie, occorrono sette anni perch un attendente possa divenire araldo. La durata corrisponde al tempo occorrente ad uno scudiero per divenire cavaliere.
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L'et d'oro
Questo ruolo nei tornei ne fece degli esperti nei blasoni, cosa che permise loro di avere delle funzioni militari ufficializzate all'inizio del XIV secolo come mostra l'ordinanza di Filippo il Bello nel 1306 sul guanto di sfida. In effetti, non vi era uniformit nei contingenti di truppe forniti dai nobili, ed i combattenti si riconoscevano solo dalle armi che figuravano sulle bandiere, sui pennoni e sugli scudi. La conoscenza dei blasoni acquisita nel frequentare i tornei permetteva agli ufficiali d'armi di riconoscere rapidamente i protagonisti e di seguire lo svolgimento delle battaglie. Tutto ci li rendeva preziosi, specialmente nel XIII secolo, quando le armi si sono meglio definite. Cos essi si fermarono presso dei signori, pur conservando alcune peculiarit ereditate dal loro antico vagabondare, come la funzione di messaggeri, facilitata dalla immunit di cui godevano (in particolare il diritto di circolare liberamente ovunque si recassero). Essi acquisirono anche nuove competenze, specie nella definizione delle regole in materia di araldica e nella composizione degli armoriali. Essi svolgevano sia compiti civili che militari. Tra quelli civili c'era innanzitutto la compilazione dei rotuli degli stemmi e la cura dei registri di nobilt. Erano anche responsabili del corretto svolgimento dei tornei tra cavalieri dei quali garantivano la regolarit delle armi utilizzate e, alla fine, ne proclamavano il vincitore. Partecipavano, inoltre, a tutte le cerimonie solenni di corte svolgevano incarichi diplomatici di fiducia presso i sovrani esteri. In campo militare svolgevano il compito di messi per la dichiarazione di guerra o l'intimazione di resa. Per lo svolgimento di questi compiti erano considerati inviolabili. Gli araldi erano sempre nobili o erano nobilitati all'atto della nomina che avveniva con cerimonia solenne. Il nuovo araldo assumeva un nome spesso di un feudo o di un ordine cavalleresco e vestiva una cotta di velluto armeggiata. Prestavano, inoltre, uno speciale giuramento e formavano un collegio che eleggeva un capo detto re d'armi.
Araldo monarca e sottrae alla nobilt il suo carattere militare. Questo fenomeno si amplier nel XVII secolo e l'ufficiale d'armi perder le sue prerogative principali. Abbiamo gi detto che il loro ruolo araldico scomparir nel 1615, al momento della creazione dei giudici d'armi. Nel 1627 il collegio araldico francese perse la sua indipendenza e fu inserito nella struttura della casa reale dopo la soppressione del Conestabile. Poco pi tardi furono messe in discussione le loro funzioni militari: Luigi XIII sar l'ultimo re di Francia a circondarsi di araldi durante la Guerra dei Trent'anni. Infine il ruolo di maestri di cerimonie sar loro sottratto dall'introduzione degli ambasciatori. Poi l'ufficiale d'armi, ridotto ad un semplice elemento della pompa imperiale e monarchica, sopravviver in Francia fino al 1830. Cos degli ufficiali d'armi parteciparono all'apertura degli Stati Generali del 1789, ai funerali di Luigi XVIII e alla consacrazione di Carlo X nel 1825. Li si ricorda per l'ultima volta alla testa del corteo del Te Deum che celebrava la presa di Algeri nel 1830. Dopo quell'epoca gli uffici propriamente araldici passano ai consiglieri giudici d'arme ed ai genealogisti di corte, quelli cerimoniali ai maestri di cerimonia.
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L'araldo oggi
Oggi solo alcuni paesi dispongono ancora di araldi, in particolare l'Inghilterra, il Sudafrica, la Spagna ed il Canada. Sono presenti anche in Scozia, Irlanda e Paesi Bassi.
Garter
Clarenceaux
Norroy
Ulster
Vi sono poi gli araldi d'armi ordinari: Chester, Lancaster, Richmond, Somerset, Windsor, York
Araldo
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Chester
Lancaster
Richmond
Somerset
Windsor
York
Portcullis
Rouge Croix
Rouge Dragon
Infine gli araldi d'armi straordinari: Arundel, Beaumont, Maltravers, New Zealand, Norfolk, Surrey, Wales.
Arundel
Beaumont
Norfolk
Surrey
Araldo
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Wales
Fitzalan
Araldo
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Voci correlate
Araldica Blasone Cavalieri Stemmario Torneo Guerra medievale
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Note
[1] http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Officers_of_arms?uselang=it
Arma alludente
In araldica, si definiscono armi alludenti o armi simboliche, le armi che contengono delle figure che, per il loro nome o per la loro immagine, evocano dei fatti notevoli, pi o meno gloriosi, leggendari o amplificati, pertinenti al possessore di tali armi. Da alcuni araldisti sono considerate le armi pi nobili. Alcuni esempi: Navarra (di rosso alle catene d'oro passate in croce, in croce di Sant'Andrea e in orlo...) Sancio VII di Navarra entra con la forza nel campo nemico circondato da catene, che restano agganciate al suo scudo.
Austria (di rosso alla fascia d'argento) vedere l'origine della Bandiera d'Austria. Si allude alla tunica del Duca di Babenberg in occasione di una battaglia contro i Mori, che si era completamente ricoperta di sangue, tranne che all'altezza della cintura.
Arma alludente Lorena (d'oro, alla banda di rosso, caricata di tre alerioni d'argento): i tre alerioni ricordano l'impresa di Goffredo di Buglione che ne aveva trafitti tre con una sola freccia al momento della presa di Gerusalemme.
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Dalla Scala (di rosso alla scala di 4 pioli d'argento, posta in palo - arma antica) Sigiberto, nato a Verona, era dei Conti di Scalemburg. Pignatelli (d'oro, a tre pignatte di nero poste 2 e 1) riferimento ad una battaglia navale vinta grazie a vasi ripieni di materiale infuocato. Un altro tipo di armi alludenti riguarda l'evocazione di tratti fisici o morali del possessore (composte dagli stessi interessati, le loro allusioni sono quasi sempre delle autoglorificazioni, spesso benevole). L'utilizzazione molto diffusa di figure prestigiose, come il leone, fa s che la loro sola presenza non possa far parlare di armi alludenti. Alcuni esempi: Gottscheld, poeta oscuro e banale, si autoesalta con un pegaso, simbolo di ispirazione poetica, e un compasso, simbolo di rigore metrico.(Citato da O.Neubecker) Questo termine non un termine della blasonatura (non citato nella lettura del blasone). Da non confondere con arma parlante.
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Arma cantante
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Arma cantante
In araldica si definiscono armi parlanti quei simboli, rappresentati su alcuni stemmi, che contengono delle figure che, per il loro nome o per la loro immagine, richiamano pi o meno direttamente il nome (talora la funzione) del possessore di tali blasoni.[1] Il richiamo al nome pu avvenire in vari modi: direttamente: un gallo (coq in francese) per il cognome Lecoq; dei bicchieri per il cognome Bicchieri; dei vitelli per il cognome Vitelleschi; un barbo (bar in francese) e un giglio (quindi un fiore, fleur in francese) per la citt francese di Barfleur; per omonimia: una granata per la citt di Granada (Spagna); per approssimazione: un calice per la Galizia; un colubro (coluber in latino) per Colbert; per rappresentazione corrispondente all'etimologia: un braccio che tiene una lancia per Shakespeare (scuoti-lancia); un bue con i piedi nell'acqua per Oxford (Guado del bue); mediante rebus: una torre ed un pino per La Tour du Pin; per grado superiore: un cinghiale, (pi di valore ...) per il cognome Cochon (maiale). Nella terminologia araldica inglese si mantenuto il termine canting arms derivato dalla lingua latina cantare.[2]
Note
[1] Robert Viel, Le origini simboliche del blasone, 1998, Edizioni Arkeios, Roma, ISBN 88-86495-43-9 [2] Canting arms su oxforddictionaries.com (http:/ / oxforddictionaries. com/ definition/ english/ canting-arms?q=canting+ arms) Url consultato il 4-7-2013
La Tour du Pin
Bicchieri
Barfleur
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Arma d'alleanza
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Arma d'alleanza
In araldica, si definiscono armi d'alleanza quegli scudi partiti, interzati, inquartati nei cui campi sono presenti gli stemmi di famiglie unite in matrimonio o da qualche altra forma di alleanza. In questi scudi l'arma principale (quella del marito o della famiglia pi importante) occupa la prima partizione di destra, o il primo quarto, o il capo o la posizione sul tutto.
Rohan
Talora l'alleanza simboleggiata anche solo dall'accostamento degli scudi dei due coniugi.
Arma d'allenza delle famiglie Wambolt e Kesselstadt, sul palazzo Wambolter Hof in Bensheim
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Arma d'inchiesta
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Arma d'inchiesta
Inchiesta un termine utilizzato in araldica per le arme, ma di storica importanza, che offrono notevoli irregolarit araldiche (armi di inchiesta). Le armi di inchiesta sono dette anche Armi dimandanti o armi enigmatiche, perch non rispettano la regola di contrasto dei colori. La pi famosa arma d'inchiesta quella del Regno di Gerusalemme, in cui le croci d'oro compaiono su un campo d'argento.
d'argento, alla croce potenziata d'oro, accantonata da quattro crocette dello stesso
Bibliografia
"Vocabolario araldico ufficiale", a cura di Antonio Manno edito a Roma nel 1907.
Voci correlate
Cucito
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Arma di comunit
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Arma di comunit
In araldica, si definiscono armi di comunit quelle adottate sia dagli enti pubblici (Comuni, Province, etc.), sia quelle proprie di qualunque gruppo di individui riuniti per un fine particolare (Corporazioni, Confraternite, Societ, etc.), per le quali preferibile il termine di armi sociali. In questo insieme si possono far rientrare anche le armi degli Ordini religiosi e quelle dei Corpi e Reparti militari.
stemma di comune
stemma di citt
stemma di provincia
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Note
[1] http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Category:Coats_of_arms_of_French_corporations?uselang=it
Arma di concessione
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Arma di concessione
In araldica, si definiscono armi di concessione le pezze araldiche ricevute, per ricompensa di servigi particolari o come titolo onorifico, da re, imperatori o altri organi di particolare importanza. Le armi ricevute in concessione venivano aggiunte a quelle delle famiglie beneficiarie ed erano poste, nello stemma, nelle posizioni araldicamente dominanti, quali il capo, o il primo (e quarto) quartiere dell'inquartato, e cos via.
capo dell'impero
capo di Francia
capo d'Angi
capo d'Aragona
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Arma di dignit
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Arma di dignit
In araldica, si definiscono armi di dignit quelle che consentono di riconoscere la carica o l'ufficio del personaggio che le portava. Abitualmente la dignit indicata dagli ornamenti esteriori dello scudo e si possono riunire in due gruppi principali: i timbri, cio gli elementi posti al di sopra dello scudo, tra i quali si trovano i cappelli ecclesiastici, il corno dogale, il berretto da magistrato, etc. le figure che accollano lo scudo, tra cui le ancore, i cannoni, le bandiere, i bastoni da maresciallo, etc. (Contrassegni di dignit)
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Arma di origine
In araldica, si definisce arma di origine quella adottata per prima nel tempo. Un esempio ben noto quello di Casa Savoia. La croce d'argento in campo rosso l'arma attuale, ma l'arma di origine era quella della contea di Moriana, antichissimo dominio sabaudo, l'aquila col volo abbassato. Successivamente questa insegna divenuta nota come Savoia antica, anche se spesso l'aquila venne modificata spiegandone il volo. Nello stemma del 1 Rgt Granatieri di Sardegna, che si pu dire corrisponda alle grandi armi di Casa Savoia, sul tutto presente lo scudetto ad ancile con l'arma di origine della Casa, l'arma di Moriana.
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Arma di sostituzione
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Arma di sostituzione
In araldica, si definiscono armi di sostituzione quelle assunte per evitare la scomparsa del blasone di una famiglia che si estinta: chi le porta, quindi, le ha prese in sostituzione delle proprie. Come esempio si pu citare la famiglia Ginanni-Marocelli che assunse come arma uno scudo partito con l'arma di Ginanni nel 1 e quella dei Marocelli (di rosso a tre aquilotti spiegati d'argento) nel 2.
Ginanni
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Arma parlante
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Arma parlante
In araldica si definiscono armi parlanti quei simboli, rappresentati su alcuni stemmi, che contengono delle figure che, per il loro nome o per la loro immagine, richiamano pi o meno direttamente il nome (talora la funzione) del possessore di tali blasoni.[1] Il richiamo al nome pu avvenire in vari modi: direttamente: un gallo (coq in francese) per il cognome Lecoq; dei bicchieri per il cognome Bicchieri; dei vitelli per il cognome Vitelleschi; un barbo (bar in francese) e un giglio (quindi un fiore, fleur in francese) per la citt francese di Barfleur; per omonimia: una granata per la citt di Granada (Spagna); per approssimazione: un calice per la Galizia; un colubro (coluber in latino) per Colbert; per rappresentazione corrispondente all'etimologia: un braccio che tiene una lancia per Shakespeare (scuoti-lancia); un bue con i piedi nell'acqua per Oxford (Guado del bue); mediante rebus: una torre ed un pino per La Tour du Pin; per grado superiore: un cinghiale, (pi di valore ...) per il cognome Cochon (maiale). Nella terminologia araldica inglese si mantenuto il termine canting arms derivato dalla lingua latina cantare.[2]
Note
[1] Robert Viel, Le origini simboliche del blasone, 1998, Edizioni Arkeios, Roma, ISBN 88-86495-43-9 [2] Canting arms su oxforddictionaries.com (http:/ / oxforddictionaries. com/ definition/ english/ canting-arms?q=canting+ arms) Url consultato il 4-7-2013
La Tour du Pin
Bicchieri
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Arma simbolica
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Arma simbolica
In araldica, si definiscono armi alludenti o armi simboliche, le armi che contengono delle figure che, per il loro nome o per la loro immagine, evocano dei fatti notevoli, pi o meno gloriosi, leggendari o amplificati, pertinenti al possessore di tali armi. Da alcuni araldisti sono considerate le armi pi nobili. Alcuni esempi: Navarra (di rosso alle catene d'oro passate in croce, in croce di Sant'Andrea e in orlo...) Sancio VII di Navarra entra con la forza nel campo nemico circondato da catene, che restano agganciate al suo scudo.
Austria (di rosso alla fascia d'argento) vedere l'origine della Bandiera d'Austria. Si allude alla tunica del Duca di Babenberg in occasione di una battaglia contro i Mori, che si era completamente ricoperta di sangue, tranne che all'altezza della cintura.
Lorena (d'oro, alla banda di rosso, caricata di tre alerioni d'argento): i tre alerioni ricordano l'impresa di Goffredo di Buglione che ne aveva trafitti tre con una sola freccia al momento della presa di Gerusalemme.
Dalla Scala (di rosso alla scala di 4 pioli d'argento, posta in palo - arma antica) Sigiberto, nato a Verona, era dei Conti di Scalemburg. Pignatelli (d'oro, a tre pignatte di nero poste 2 e 1) riferimento ad una battaglia navale vinta grazie a vasi ripieni di materiale infuocato. Un altro tipo di armi alludenti riguarda l'evocazione di tratti fisici o morali del possessore (composte dagli stessi interessati, le loro allusioni sono quasi sempre delle autoglorificazioni, spesso benevole). L'utilizzazione molto diffusa di figure prestigiose, come il leone, fa s che la loro sola presenza non possa far parlare di armi alludenti. Alcuni esempi: Gottscheld, poeta oscuro e banale, si autoesalta con un pegaso, simbolo di ispirazione poetica, e un compasso, simbolo di rigore metrico.(Citato da O.Neubecker) Questo termine non un termine della blasonatura (non citato nella lettura del blasone). Da non confondere con arma parlante.
Arma simbolica
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Arma sociale
In araldica, si definiscono armi di comunit quelle adottate sia dagli enti pubblici (Comuni, Province, etc.), sia quelle proprie di qualunque gruppo di individui riuniti per un fine particolare (Corporazioni, Confraternite, Societ, etc.), per le quali preferibile il termine di armi sociali. In questo insieme si possono far rientrare anche le armi degli Ordini religiosi e quelle dei Corpi e Reparti militari.
stemma di comune
stemma di citt
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Armi (araldica)
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Armi (araldica)
In araldica il termine arma (o arme) indica una particolare rappresentazione grafica simbolica avente lo scopo di consentire la identificazione di una famiglia (o un ente o un gruppo sociale) e la eventuale individuazione di una particolare persona all'interno di tale famiglia. Comunemente il termine arma considerato sinonimo del pi frequente stemma, anche se in molti casi quest'ultimo utilizzato per indicare solo lo scudo araldico, una delle componenti dell'arma, insieme con gli ornamenti esteriori. Gli ornamenti esteriori hanno la funzione di evidenziare il grado di nobilt, le funzioni, il rango del titolare (mantello, elmo, corona, supporti, ecc). L'origine del nome deriva chiaramente dall'uso di rappresentare gli stemmi direttamente sugli scudi, sulle cotte d'armi, sulle gualdrappe e sulle bandiere per renderli chiaramente visibili nella concitazione della battaglia. Quando gli araldisti si occuparono di ordinare e dividere il complesso argomento della scienza araldica, idearono anche una articolata suddivisione delle armi distinguendole in: armi arbitrarie, quelle prese da alcuni, di oscura origine, per capriccio e non per merito o legale concessione armi assuntive, quelle che assumeva per diritto chi, pur non avendo armi proprie per nascita, aveva compiuto una grande impresa come quella di far prigioniero, in guerra giusta, un Principe o un Nobile e con tale gesta acquistava lo jus, per s e per i suoi eredi, di portare lo scudo del prigioniero armi brisate, quelle alle quali fu aggiunta qualche brisura, cio le pezze aggiunte alle armi dei cadetti come la bordura, il lambello, il bastone scorciato, il bastone posto in banda, la cotissa, le stelle, le lune, i gigli, le rose, i bisanti, i plinti, le ruote di speroni, ecc. armi caricate, quelle alle quali furono aggiunte alcune pezze per celebrare un illustre avvenimento o per concessione armi di adozione, quelle assunte dall'erede di una casata insieme con l'aggiunta del cognome armi di alleanza, degli scudi partiti, interzati, inquartati, con quelli di altre famiglie, per matrimonio, ecc. restando sempre l'arma primitiva nel primo quarto, nella prima partitura di destra, in quella del capo o sul tutto armi di appannaggio, prese dai figli dei re di Francia e dai principi di sangue reale che prendono i gigli con diverse brisure, secondo gli appannaggi (Angi, Orleans, ecc.) armi di comunit, quelle delle repubbliche, delle citt, dei comuni, delle province, dei castelli, ecc. armi di concessione, quelle concesse da sovrani per meriti personali e particolari servigi in aggiunta a quelle originali della famiglia armi di dignit, quelle inerenti alla carica o l'ufficio esercitato (armi ecclesiastiche, militari e civili) armi di dominio o di feudo o di sovranit, derivate da feudi o da domini armi diffamate o scaricate, quelle che portano l'intero scudo riversato o nel primo un altro scudo rovesciato a testimonianza di fellonia o di totale soppressione dell'onore; o quelle alle quali fu tolta qualche figura onorifica o porzione per castigarne il possessore. Cos Giovanni d'Avenes, avendo ingiuriato sua madre, Margherita di Fiandra, alla presenza del re San Luigi, fu condannato a portare nell'arme il leone nato morto senza lingua, senza unghie e senza coda armi d'inchiesta o di ricerca, quelle fatte contro le regole del blasone, errate ma non false armi d'origine, quelle portate da certe famiglie per indicare l'origine reale
Lo stemma di Ceuta, oggi spagnola, porta i cinque scudetti del Portogallo cui appartenuta dal 1415 al 1640
armi di padronanza, secondo alcuni quelle aggiunte a citt di altra citt per indicare esser l'una all'altra soggetta; di Papi aggiunte a quelle dei Cardinali o Arcivescovi in segno di sottomissione; secondo altri, forse pi propriamente, si dovrebbero definire tali le armi - appartenenti ad una terra, castello o altro dominio - che si aggiungono alle proprie per dimostrare la padronanza su tale terra; prendendo per buona tale accezione, le armi precedentemente descritte dovrebbero pi opportunamente essere definite di dipendenza
Armi (araldica) armi di parentela o di parentado, quelle composte di quarti di pi case che si aggiungono all'arme propria che viene posta nel centro dello scudo allo scopo di far conoscere le parentele incontrate coi matrimoni o per dare le prove dei quarti di nobilt per i cavalieri aspiranti ad ordini supremi armi di pretensione, quelle assunte o aggiunte di certi feudi o domini sui quali si accampa qualche diritto; tra gli esempi pi noti di tale genere di armi, si possono citare il primo quarto delle grandi armi dei Savoia (oggi portate dai due primi reggimenti granatieri dell'Esercito Italiano) Immagine:CoA mil ITA rgt granatieri 1.png, nel quale compaiono le armi di Gerusalemme (d'argento alla croce potenziata, accantonata da quattro crocette, il tutto d'oro), Lusignano (fasciato d'argento e d'azzurro di dieci pezzi, al leone attraversante di rosso armato, lampassato e coronato d'oro), Armenia (d'oro, al leone di rosso armato e coronato d'argento, lampassato d'azzurro) e Lussemburgo (d'argento, al leone di rosso, con la coda bifida, decussata e ridecussata), e l'arma di Francia (d'azzurro a tre gigli d'oro) che fu presente nello stemma reale del Regno Unito dal 1328 al 1801 a evidenziare le pretese avanzate dai sovrani di Inghilterra sul regno di Francia armi di sostituzione, quelle assunte e gi appartenute ad una famiglia che si estinta armi di successione, quelle dei regni trasmissibili ai principi ereditari armi d'unione, quelle riunite di pi domini o sovranit armi gentilizie o delle famiglie, quelle ordinarie delle nobili case armi parlanti o cantanti o cifrate o agalmoniche o alludenti, quelle alludenti al nome di chi le porta. Fra queste meno nobili sono quelle che furono generate dal cognome; assai pi nobili quelle che generarono il cognome. Queste sono dette parlanti. Si dicono simbolico-parlanti quelle, allusive al cognome, ma assunte per gloriose imprese armi piane o pure o piene, quelle composte di un solo smalto armi semplici, quelle che contengono una sola arma armi composte, quelle che contengono varie armi riunite armi sociali, quelle delle chiese, compagnie ecclesiastiche, capitoli, ordini religiosi, collegi, accademie, ecc. le quali non sono segni di nobilt ma di sola distinzione armi vere e legittime, quelle composte secondo le leggi del blasone e dell'arte araldica.
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Armigero
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Armigero
In araldica, un armigero una persona titolata ad utilizzare uno stemma.
Etimologia
La parola latina armiger significa letteralmente "colui che porta le armi". Per tutto il medioevo la parola era riferita ad uno scudiero che seguiva un cavaliere, cio come colui che trasportava fisicamente le armi del cavaliere. [1]
Periodo moderno
Attualmente, il termine armiger viene utilizzato prevalentemente in araldica in alcuni paesi come Canada, Irlanda, Spagna e Regno Unito dove l'araldica regolata da leggi precise e da enti come il College of Arms, la Court of the Lord Lyon o l'Office of the Chief Herald of Ireland. Una persona titolata che pu provare una discendenza agnatizia da una persona che aveva gi diritto di portare uno stemma specifico, pu egli stesso ottenerne le armi. Il semplice diritto ad essere armigero non prova l'uso di uno stemma. Ciascuno pu utilizzare un qualsiasi stemma in paesi ove l'araldica non regolata come negli Stati Uniti. Nel Paesi Bassi sono regolati i titoli nobiliari ma non l'araldica. In Svezia la nobilt ha dal 1762 la prerogativa di utilizzare l'elmo aperto, mentre gli altri usano l'elmo chiuso come decorazione sopra lo stemma.
Note
[1] Dictionary of Chivalry, Uden. Kestrel Books, Harmondsworth, 1968. ISBN 0-7226-5372-7
Bibliografia
Coss, Peter R. "Knights, esquires and the origins of social gradation in England." Transactions of the Royal Historical Society, Sixth Series, 5 (1995): 155-78.
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Armoriale
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Armoriale
Un armoriale una raccolta di armi (o, pi semplicemente, stemmi). Molti araldisti utilizzano questo termine per indicare qualunque raccolta, sia essa costituita da sole immagini o da sole blasonature o da entrambi questi elementi. Pi correttamente si pu definire armoriale solo la raccolta completa, mentre si possono definire stemmari le raccolte di sole immagini e blasonari le raccolte di sole blasonature. I primi armoriali sono comparsi verso il 1130, e fu necessario attendere una cinquantina d'anni per veder comparire le prime raccolte ufficiali. Quelli pi antichi sono definiti armoriali d'occasione, perch furono approntati in occasione di avvenimenti particolari. Di seguito ne sono riportati alcuni compilati dagli organizzatori di un evento, altri redatti da cultori di araldica: il rotolo d'armi Bigot (il pi antico, del 1254, di cui esiste ancora una copia), che riporta l'elenco delle armi dei cavalieri riuniti da Carlo I di Sicilia (Carlo d'Angi) per la sua campagna nell'Hainaut. l'armoriale del torneo dil Compigne, del 1278. il rotolo di Falkirk, riporta l'elenco dei cavalieri che hanno combattuto nella battaglia di Falkirk nel 1298. la cronaca del Concilio di Costanza di Ulrich Richental, 1414-1418. Quest'ultimo si pone al centro di una evoluzione degli armoriali che tende a crearne di completi rispetto a quelli parziali fino ad allora redatti. Infatti vi erano gi degli armoriali provinciali, come il rotolo Baliol datato al 1332 o il rotolo di Zurigo al 1340 circa, ma ora si pensa di organizzare l'elenco delle armi di tutto un regno. Questi armoriali prendono allora il nome di armoriali istituzionali. Per garantire la correttezza e la validit di tali raccolte, i vari regni istituzionalizzano la funzione degli araldi costituendo i cosiddetti re d'armi, tra cui i pi famosi sono quelli del Regno Unito. Vi sono vari modi per classificare gli armoriali: 1. secondo il realizzatore, che pu essere: un funzionario, che ha accesso a documenti affidabili e completi un privato, cultore di araldica, che si affida alla buona volont dei suoi collaboratori 2. secondo il modo di ordinare le armi: per nome del titolare dello stemma per contenuto, il che permette di individuare il titolare a partire dalle sue armi. Questo tipo di armoriale detto armoriale ordinato. L'armoriale del leone un esempio di armoriale ordinato.
Armoriale Stemmi dei comuni della Provincia di Como [8] Insegne araldiche (stemmi di famiglie italiane digitalizzati da varie fonti a cura della Biblioteca estense universitaria) [9] Casa d'Alena (stemmi di famiglie nobili dell'Abruzzo e del Molise) [10] Il portale del sud (stemmi di famiglie dell'Italia meridionale) [11] Nobiliario di Sicilia di Mango di Casalgerardo (stemmi di famiglie nobili siciliane a cura della Biblioteca centrale della regione Sicilia) [12] Nobili napoletani (stemmi di famiglie nobili di Napoli e dell'Italia meridionale) [13] Famiglie nobili di Sicilia (stemmi di famiglie nobili della Sicilia) [14] Araldica della Sardegna (stemmi di famiglie nobili della Sardegna) [15] Insignia ... III. Insignia nobilium urbis Romae praecipuorum item Viterbiensium (digitalizzato dalla Biblioteca di Stato della Baviera) [16] Insignia ... IV. Insignia magistrorum Rhodiensium usque ad F. Claudium de la Sengle (digitalizzato dalla Biblioteca di Stato della Baviera) [17] Insignia ... V. Insignia urbium Italiae septentrionalis: Nobilium Mediolanensium (digitalizzato dalla Biblioteca di Stato della Baviera) [18] Insignia ... VI. Insignia Venetorum I (digitalizzato dalla Biblioteca di Stato della Baviera) [19] Insignia ... VII. Insignia Venetorum nobilium II (A-IP) (digitalizzato dalla Biblioteca di Stato della Baviera) [20] Insignia ... VIII. Insignia Venetorum nobilium III (IP-Z) (digitalizzato dalla Biblioteca di Stato della Baviera) [21] Insignia ... IX. Insignia Veneta, Mantuana, Bononiensia, Anconitana, Urbinatia, Perugiensia (digitalizzato dalla Biblioteca di Stato della Baviera) [22] Insignia ... X. Insignia nobilium Patavinorum, impresa Ferrariensium, Pesariensium (digitalizzato dalla Biblioteca di Stato della Baviera) [23] Insignia ... XI. Insignia nobilium Veronensium, Vicentinorum (digitalizzato dalla Biblioteca di Stato della Baviera) [24] Insignia ... XII. Insignia Florentinorum (digitalizzato dalla Biblioteca di Stato della Baviera) [25] Insignia ... XIII. Insignia Lucensium, Senensium, Pisanorum, Pistoianorum, Volterranorum, Aretinorum, Cortonensium, Borgo a S. Sepolcro (digitalizzato dalla Biblioteca di Stato della Baviera) [26] Insignia ... XIV. Insignia Neapolitanorum, Genuensium (digitalizzato dalla Biblioteca di Stato della Baviera) [27] di prevalente interesse per altri paesi Araldica Vaticana (stemmi di pontefici, cardinali, vescovi e altri prelati) [28] L'Armorial gnral [29] di J.B.Rietstap: in francese, ma comprende numerose famiglie di tutta Europa, inclusa l'Italia Araldica civica internazionale (contiene un nutrito elenco di links di interesse internazionale) [30] Armorial de France (stemmi delle citt e dei paesi francesi) [31] La banque du blason (sito di sola consultazione - non pi aggiornato) [32] Armoriale Wernigerode (stemmi europei del XV secolo) [33](articolo su wikipedia) Insignia ... XV. Insignia equitum Gallici ordinis Sancti Michaelis (digitalizzato dalla Biblioteca di Stato della Baviera) [34] Insignia Anglica (digitalizzato dalla Biblioteca di Stato della Baviera) [35] Insignia pontificum Romanorum et cardinalium I. Insignia a Felice III. ad Paulum IV (digitalizzato dalla Biblioteca di Stato della Baviera) [36] Insignia pontificum Romanorum et cardinalium II. Insignia ab Urbano VI ad Robertum de Nobilibus cardinalem (digitalizzato dalla Biblioteca di Stato della Baviera) [37]
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Armoriale
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ARMORIALI
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Categoria:Armoriali Categoria:Araldica
Note
[1] http:/ / www. araldicacivica. it [2] http:/ / www. bellinzona. org/ araldica/ [3] http:/ / www. blasonariosubalpino. it/ index. html [4] http:/ / badigit. comune. bologna. it/ canetoli/ index. html [5] http:/ / www. archiviodistato. firenze. it/ ceramellipapiani2/ index. php?page=Home [6] http:/ / www. leonemarinato. it/ [7] http:/ / badigit. comune. bologna. it/ stemmi/ index. html [8] http:/ / www. stemmiprovinciacomo. it [9] http:/ / bibliotecaestense. beniculturali. it/ info/ img/ insegne. html [10] http:/ / www. casadalena. it/ [11] http:/ / www. ilportaledelsud. org/ cognomi_a1. htm [12] http:/ / www. regione. sicilia. it/ beniculturali/ bibliotecacentrale/ mango/ indicemango. htm [13] http:/ / www. nobili-napoletani. it/ Stemmario-1. htm [14] http:/ / www. famiglia-nobile. com/ default. asp [15] [16] [17] [18] [19] [20] [21] [22] [23] [24] [25] [26] [27] http:/ / www. araldicasardegna. org/ indice. htm http:/ / daten. digitale-sammlungen. de/ 0000/ bsb00001416/ images/ index. html?fip=193. 174. 98. 30& id=00001416& seite=1 http:/ / daten. digitale-sammlungen. de/ 0000/ bsb00001417/ images/ index. html?fip=193. 174. 98. 30& id=00001417& seite=1 http:/ / daten. digitale-sammlungen. de/ 0000/ bsb00001430/ images/ index. html?fip=193. 174. 98. 30& id=00001430& seite=1 http:/ / daten. digitale-sammlungen. de/ 0000/ bsb00001418/ images/ index. html?fip=193. 174. 98. 30& id=00001418& seite=1 http:/ / daten. digitale-sammlungen. de/ 0000/ bsb00001419/ images/ index. html?fip=193. 174. 98. 30& id=00001419& seite=1 http:/ / daten. digitale-sammlungen. de/ 0000/ bsb00001420/ images/ index. html?fip=193. 174. 98. 30& id=00001420& seite=1 http:/ / daten. digitale-sammlungen. de/ 0000/ bsb00001421/ images/ index. html?fip=193. 174. 98. 30& id=00001421& seite=1 http:/ / daten. digitale-sammlungen. de/ 0000/ bsb00001422/ images/ index. html?fip=193. 174. 98. 30& id=00001422& seite=1 http:/ / daten. digitale-sammlungen. de/ 0000/ bsb00001423/ images/ index. html?fip=193. 174. 98. 30& id=00001423& seite=1 http:/ / daten. digitale-sammlungen. de/ 0000/ bsb00001424/ images/ index. html?fip=193. 174. 98. 30& id=00001424& seite=1 http:/ / daten. digitale-sammlungen. de/ 0000/ bsb00001425/ images/ index. html?fip=193. 174. 98. 30& id=00001425& seite=1 http:/ / daten. digitale-sammlungen. de/ 0000/ bsb00001426/ images/ index. html?fip=193. 174. 98. 30& id=00001426& seite=1
[28] http:/ / www. araldicavaticana. com/ [29] http:/ / www. euraldic. com/ blas_aa. html [30] http:/ / www. ngw. nl/ heraldrywiki/ index. php?title=Heraldry_of_the_world
Armoriale
[31] [32] [33] [34] [35] [36] [37] [38] http:/ / armorialdefrance. fr/ http:/ / labanquedublason2. com/ http:/ / daten. digitale-sammlungen. de/ ~db/ 0004/ bsb00043104/ images/ http:/ / daten. digitale-sammlungen. de/ 0000/ bsb00001427/ images/ index. html?fip=193. 174. 98. 30& id=00001427& seite=1 http:/ / daten. digitale-sammlungen. de/ 0000/ bsb00001647/ images/ index. html?fip=193. 174. 98. 30& id=00001647& seite=1 http:/ / daten. digitale-sammlungen. de/ 0000/ bsb00001414/ images/ index. html?fip=193. 174. 98. 30& id=00001414& seite=1 http:/ / daten. digitale-sammlungen. de/ 0000/ bsb00001415/ images/ index. html?fip=193. 174. 98. 30& id=00001415& seite=1 http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Category:Heraldic_books?uselang=it
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Attributi araldici
In araldica si definisce attributo qualunque termine, o insieme di termini, che serve a descrivere un modo di essere di una pezza, o di una figura, quando questa ha un aspetto diverso da quello considerato ordinario.
Attributi araldici
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Attitudine
L'attitudine di un quadrupede dipende generalmente dal numero di zampe che appaiono posate sul suolo, dalla posizione del tronco e da quella della testa. Le attitudini principali sono la passante e la rampante. L'animale normalmente rappresentato con lo sguardo volto a destra, cio nel senso della marcia quando lo scudo tenuto dal braccio sinistro del cavaliere. Se lo sguardo rivolto a sinistra detto rivoltato. Quando la sola testa volta all'indietro si usa l'espressione con la testa rivoltata, mentre i francesi utilizzano lo specifico termine regardant. L'animale rampante rappresentato sostenuto da una sola della zampe posteriori, con le altre tre rivolte verso l'avanti, con il tronco e la testa verticali. Nel caso del gatto si usa il termine spaurito. Rappresentato eretto, con le due zampe posteriori che poggiano al suolo, saltante (quando il corpo squilibrato in avanti), o spaventato (quando il corpo in verticale sulle zampe). Parlando del cavallo, si dice inalberato invece che spaventato, un toro furioso. Quando le due zampe posteriori toccano il suolo, con il tronco orizzontale, corrente se rappresentato al galoppo (parlando del cervo lo si dice slanciato). passante quando una delle zampe alzata, e arrestato o posato quando le due zampe anteriori sono diritte. Se il treno posteriore poggiato al suolo, mentre il tronco ritto, aggruppato se le zampe anteriori sono alzate, e seduto quando esse sono posate a terra. Quando il tronco allungato al suolo, l'animale coricato se la testa rimane eretta (o giacente se si tratta del cervo), e dormiente quando anche la testa poggia al suolo.
Attributi araldici
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Marchi d'infamia
Osceno: il sesso di colore diverso pu indicare violenza, adulterio o altro comportamento criticabile Codardo: la coda tra le gambe non certo gloriosa Rivoltato: gli animali araldici sono rivolti normalmente a destra ed affrontano l'avversario guardandolo; quello rivolto a sinistra forse in fuga? Certo non una posizione che esprime valore Diffamato: l'animale privo di coda, cosa che suscita sarcasmo Gli stemmi con marchi d'infamia sono rari, semplicemente perch chi li porta poco propenso a evidenziare con immagini poco gloriose delle tare personali o ereditarie, e si sforza quindi di crearsi un nuovo stemma, detto di sostituzione.
leone codardo
Disposizioni in numero
La terza regola del blasone vuole che le figure presenti in numero abbiano gli stessi attributi, prescindendo dalla disposizione. Le disposizioni naturali in linea di massima non si blasonano, ma possono essere indicate in caso di dubbio. Gli elementi presenti in numero sono generalmente raggruppati in modo regolare, in file o in quinconce, sempre rispettando la forma generale dello scudo che nel complesso rettangolare, pi alto che largo, o triangolare con la punta in basso. Quando questi elementi caricano una pezza onorevole, sono normalmente allineati secondo l'asse naturale della pezza. Le disposizioni particolari sono blasonate col nome delle pezze onorevoli di uguale disegno (in palo, in fascia, in banda, in sbarra, in croce, in scaglione, in pergola, in decusse), o indicando dall'alto in basso quanti elementi sono riuniti su ciascuna linea (posti tre, due uno). Due elementi sono normalmente disposti fianco a fianco (in fascia) se sono pi larghi che alti, sovrapposti (in palo) nel caso contrario. Tre elementi sono normalmente posti due, uno, a meno che non siano molto larghi o molto alti. Cos, nella Francia moderna (d'azzurro, a tre gigli d'oro), le figure sono poste due, uno; nel capo detto di Francia, invece, sono allineati lungo l'asse del capo, senza che vi sia bisogno di precisare nulla in un caso e nell'altro.
Attributi araldici
100 Quando il bordo di una pezza allungata modificato, risultano modificati contemporaneamente entrambi i bordi (salvo che per il merlato). Nel caso pi generale, i motivi sono in fase, con le punte e le creste allineate. Quando sono invece in alternanza di fase, si parla di contro-motivo: D'argento alla fascia controspinata di rosso.
Alcuni motivi sono abbastanza semplici (ondato, dentato, ...) perch si possa considerare che l'elemento ne interessato nel suo insieme. il caso di pezze allungate strette (o che figurano in ripartizioni), quando lo spessore della pezza diventa inferiore del passo del motivo. In questo caso le punte di un bordo fronteggiano le creste dell'altro: D'argento alla fascia ondata di rosso.
Classi di attributi
A seconda degli aspetti che vengono modificati possibile distinguere diverse classi di attributi: attributi di azione attributi di modifica attributi di smalto attributi di posizione attributi di forma geometrica
A
accosciato
Accosciato un termine utilizzato in araldica per indicare la posizione dell'animale poggiato con il ventre a terra e con le zampe allungate in avanti. Il termine viene frequentemente usato per il leone e per la sfinge. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario accosciato
afferrante
Afferrante un termine utilizzato in araldica per l'uccello grifagno che artiglia, e per la belva che rapisce o strazia un'altra bestia. Il termine utilizzato anche nel caso in cui l'uccello afferri una figura diversa da una bestia. Si ricorda l'aquila rossa di Clemente IV afferrante cogli artigli un serpente di verde donata ai Guelfi.
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Voci correlate Rapace Tenente Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario afferrante
allattante
Allattante un termine utilizzato in araldica per indicare l'essere che da la poppa; pur non essendo presente nei trattati, si ritrova nei nostri armoriali.
Lupa allattante
102
allegro
Allegro un termine utilizzato in araldica per indicare il cavallo passante, libero e privo di finimenti. ritenuto simbolo di indipendenza. In alcune blasonature, tuttavia, si usa allegro per indicare il cavallo privo di finimenti anche in posizioni diverse dal passante, in particolare si incontra nel caso di cavalli spaventati.
Stemma di Avelengo
Stemma di Bagnacavallo
Voci correlate Inalberato (araldica) Spaventato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario allegro
appollaiato
Appollaiato un termine utilizzato in araldica per indicare un uccello che, per dormire, si aggrappa a qualche corpo. Se non vi si potr aggrappare sar fermo.
un uccello appollaiato
Attributi araldici di azione Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario appollaiato
103
ardito
Ardito un termine utilizzato in araldica per indicare il gallo che solleva la zampa destra.
gallo ardito
arrestato
Vedi fermo. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario arrestato
arricciato
Vedi arroncigliato. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario arricciato
arroncigliato
Arroncigliato un termine utilizzato in araldica quando il gatto, per minacciare, o porsi in difesa, inarca il dorso, leva la coda e rabbuffa il pelo. Talvolta sono usati anche i termini arricciato e rabbuffato. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario arroncigliato
attorcigliato
Attorcigliato un termine utilizzato in araldica per indicare la posizione del serpente. Si impiega anche come attributo di code di animali e, talora, candele.
104
B
benedicente
Benedicente un termine utilizzato in araldica: detto della mano in atto di benedire; con tre dita alzate ed la benedizione di rito latino; quella greca ha tutte le dita levate e si toccano il pollice e l'anulare.
Attributi araldici di azione Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario benedicente
105
bevente
Bevente un termine utilizzato in araldica per indicare l'azione del bere.
boccheggiante
Boccheggiante un termine utilizzato in araldica per indicare i pesci con la bocca aperta come in punto di morte. Taluni usano a questo scopo il termine spasimato. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario boccheggiante
C
cantante
Cantante un termine utilizzato in araldica per indicare il gallo colla bocca aperta, come per chicchiriare.
Attributi araldici di azione Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario cantante
106
corrente
Corrente un termine utilizzato in araldica per indicare un animale che corre; e lo si deve dire, perch il quadrupede, di norma si mette fermo e pu anche essere passante.
cavallo corrente
Voci correlate galoppante slanciato Passante (araldica) Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario corrente
cozzante
Cozzante un termine utilizzato in araldica per due montoni o becchi, affrontati, che si fanno impeto colle corna; ed anche di un animale cornuto che infuria contro qualche oggetto. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario cozzante
F
fermo
Fermo un termine utilizzato in araldica per indicare la posizione di animali che riposano su tutti i loro piedi Alcuni araldisti utilizzano il termine arrestato.
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un bue fermo
un cinghiale fermo
cervo fermo
cavallo fermo
Attributi araldici di azione Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario fermo
108
fissante
Fissante un termine utilizzato in araldica quando lo sguardo di un animale , intenzionalmente, diretto a qualche figura.
furioso
Furioso un termine utilizzato in araldica per indicare i bovini ritti. Talvolta definito furioso anche il liocorno.
toro furioso
toro furioso
toro furioso
Attributi araldici di azione Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario furioso
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G
gaio
Gaio un termine utilizzato in araldica quale attributo del cavallo, passante e senza fornimento. Voci correlate Bardato Imbrigliato Insellato Gualdrappato
galoppante
Galoppante un termine utilizzato in araldica per indicare il cavallo messo a tale andatura.
Stemma di Oekingen
Stemma di Stutensee
Stemma di Bovalino
Attributi araldici di azione Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario galoppante
110
I
illeonito
Illeonito un termine utilizzato in araldica per indicare la posizione del leopardo quando rampante.
leopardo illeonito
Voci correlate Illeopardito Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario illeonito
illeopardito
Illeopardito un termine utilizzato in araldica per indicare il leone passante.
leone illeopardito
leone illeopardito
leone illeopardito
leone illeopardito
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Voci correlate Illeonito Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario illeopardito
impugnante
Impugnante un termine utilizzato in araldica per l'uomo, od animale che tiene qualche cosa nel pugno o nella zampa. Per metonimia, [impugnati indica] la posizione di pi oggetti lunghi, almeno tre, incrociati come se si impugnassero.
112
Voci correlate Tenente Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario impugnante
inalberato
Vedi spaventato. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario inalberato
indicante
Indicante un termine utilizzato in araldica per la mano col solo indice levato.
mano indicante
Attributi araldici di azione Voci correlate Benedicente Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario indicante
113
inferocito
Vedi spaurito. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario inferocito
ingollante
Ingollante un termine utilizzato in araldica per indicare l'animale nelle cui fauci finiscono delle pezze o figure
Attributi araldici di azione Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario ingollante
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L
leopardito
Vedi illeopardito.
levato
Vedi ritto. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario levato
M
miranti all'infuori
Miranti all'infuori un termine utilizzato in araldica per indicare i sostegni che guardano all'infuori dello scudo.
Voci correlate
Sostegni (araldica)
N
natante
Vedi nuotante.
nuotante
Nuotante un termine utilizzato in araldica per indicare animali sull'acqua.
ariete nuotante
cigno nuotante
delfino nuotante
sirena natante
Attributi araldici di azione Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario nuotante
115
P
pascolante
Pascolante un termine utilizzato in araldica quale attributo delle mucche e delle pecore, quando si effigiano colla testa inclinata al basso
pecora pascolante
passante
Passante un termine utilizzato in araldica per gli animali (meno il leopardo) in atto di camminare. I quadrupedi tengono alta la gamba anteriore destra interessante notare che nell'araldica inglese il termine specifico leopardo, cio il leone passante e con la testa in maest, non esiste e il simbolo reale inglese definito come lion passant guardant, probabilmente per mantenere il termine leone senza ridurlo ad un rango inferiore.
maiale passante
leoni passanti
cavallo passante
116
R
rampante
Rampante un termine utilizzato in araldica per indicare l'atteggiamento, sollevato, dei piedi degli animali da rampa, che non sono leoni, leopardi, lupi, gatti, orsi L'animale rampante ha la zampa destra anteriore pi in alto di quella sinistra. Il termine non si usa per: il leone: perch la sua posizione araldica ordinaria il cavallo: detto inalberato il cervo: detto saliente l'orso: detto levato il toro: detto furioso il lupo: detto rapace il gatto: detto spaurito o inferocito il cigno: detto montante
ecc.
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montone rampante
levrieri rampanti
volpe rampante
levriere rampante
montone rampante
cane rampante
Attributi araldici di azione Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario rampante
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rapace
Rapace un termine utilizzato in araldica per indicare il lupo colle zampe alzate, non quello che rapisce.
lupo rapace
Voci correlate Afferrante Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario rampante
recalcitrante
Recalcitrante un termine utilizzato in araldica per indicare il cavallo che punta le zampe anteriori a terra e solleva violentemente le posteriori Voci correlate Rampante Furioso (araldica) Spaventato
Attributi araldici di azione Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario recalcitrante
119
rimiranti
Rimiranti un termine utilizzato in araldica per indicare due figure di animali; specialmente due sostegni che sono affrontati, ma colle teste rivolte all'infuori. Voci correlate Pendenti Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario rimirante
ritto
Ritto un termine utilizzato in araldica per l'orso in posizione rampante ed anche per cani o per fissipedi. Taluni araldisti preferiscono il termine levato, ma solo per indicare l'orso nella posizione di rampante.
cervo ritto
orso ritto
orso ritto
orsetti ritti
Attributi araldici di azione Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario ritto
120
rotante
Rotante un termine utilizzato in araldica per il pavone che mette la coda in rosta. Talora si usa anche il sinonimo roteante.
pavone rotante
roteante
Vedi rotante.
S
saliente
Saliente un termine utilizzato in araldica per indicare animali di unghia fessa meno i bovini ed i liocorni che sono o ritti o rampicantisi su qualche figura. Il termine utilizzato, generalmente, per la capra, il montone e il cervo. Il termine applicabile al leone nel caso in cui abbia entrambe le zampe posteriori poggiate a terra e quelle anteriori tese in avanti e in alto. Taluni araldisti chiamano questo tipo di leone saltante.
121
capro saliente
Di rosso all'ariete saliente, addestrato in capo da una stella di nove punte, il tutto d'argento
cervo saliente
Voci correlate Ritto (araldica) Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario saliente
saltante
Vedi saliente. Inoltre il termine viene utilizzato raramente per indicare un pesce con il dorso inarcato.
scorrente
Scorrente un termine utilizzato in araldica parlando dei fiumi. Anche nel caso delle fontane si parla di acqua scorrente.
122
acqua scorrente
fontana scorrente
sdraiato
Sdraiato un termine utilizzato in araldica per gli animali distesi a giacere.
agnello sdraiato
Attributi araldici di azione Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario sdraiato
123
sedente
Vedi seduto. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario sedente
seduto
Seduto un termine utilizzato in araldica per gli animali che riposano sul treno posteriore. Per definire questa posizione taluni usano il termine aggruppato, forse pi direttamente connesso alla voce francese accroupi, ma questo termine implica anche la posizione curva e piegata della testa, nascosta sotto le ali o nel petto. Alcuni utilizzano il sinonimo sedente.
cani seduti
castoro seduto
levriero seduto
agnello seduto
orso seduto
Attributi araldici di azione Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario seduto
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slanciato
Slanciato un termine utilizzato in araldica per indicare il cervo, il daino, il camoscio ed altri mammiferi di selvaggina che spiccano i loro grandi salti di corsa. Molti araldisti, seguendo l'uso dei colleghi francesi, applicano il termine slanciato anche al cavallo.
animale slanciato
cervo slanciato
cavallo slanciato
sorante
Sorante un termine utilizzato in araldica per indicare l'uccello che sta spiccando il volo, come i falconieri facevano sorare i loro uccelli di preda per esercizio od a giuoco. frequentemente emblema di impresa da compiere o cammino da iniziare.
uccello sorante
oca sorante
sparviero sorante
125
aquila sorante
sostenente
Sostenente un termine utilizzato in araldica per indicare una figura che ne porta un'altra.
Attributi araldici di azione Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario sostenente
126
spasimato
Vedi boccheggiante. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario spasimato
spaurito
Spaurito un termine utilizzato in araldica quando il gatto sta ritto. Molti araldisti, per indicare il gatto rampante, preferiscono il termine inferocito. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario spaurito
spaventato
Spaventato un termine utilizzato in araldica per indicare il cavallo che si drizza sulle reni Il termine si usa anche per il liocorno o il pegaso (cavallo alato) e si riferisce comunque all'animale in posizione rampante. Taluni preferiscono il termine inalberato.
cavallo spaventato
Stemma di Bellach
Stemma di Niederrobach
Stemma di Tomsk
127
Voci correlate Rampante Furioso (araldica) Spaurito Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario spaventato
spiegato
Spiegato un termine utilizzato in araldica per indicare le ali aperte; l'aquila le ha sempre.
aquila spiegata
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128
T
tenente
Vedi la voce propria.
V
vogante
Vogante un termine utilizzato in araldica per indicare la nave sull'acqua.
barche voganti
nave vogante
barca vogante
nave vogante
barca vogante
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129
volante
Volante un termine utilizzato in araldica per indicare ci che vola e se ne indica la direzione blasonica.
Attributi araldici di azione Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario volante
130
vomitante
Vomitante il termine che descrive l'azione dell'animale che getta fiamme dalle fauci. tipico della pantera ma pu riferirsi anche ad altri animali.
di verde, alla pantera d'argento, armata e cornuta di rosso, vomitante fiamme dello stesso
Z
zampillante
Zampillante un termine utilizzato in araldica come attributo di fontana che schizza acqua.
fontana zampillante
fontana zampillante
fontana zampillante
fontana zampillante
Attributi araldici di azione Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario zampillante
131
Bibliografia
"Vocabolario araldico ufficiale", a cura di Antonio Manno edito a Roma nel 1907.
Voci correlate
Attributi araldici attributi di modifica attributi di smalto attributi di posizione attributi di forma geometrica
A
A chiave
Il termine indica una figura le cui estremit hanno la forma di una chiave antica, cio contemporaneamente patente e appuntita, che forma quindi tre angoli in tutto. Una pezza a chiave necessariamente scorciata, dal momento che le sue estremit devono essere visibili. Il caso pi noto di croce a chiave quella della croce di Linguadoca di rosso, alla croce a chiave, vuota e pomata d'oro. Le dodici punte pomate della croce di Tolosa possono essere distribuite uniformemente in cerchio, come i punti orari di un orologio, ma questa disposizione non obbligatoria.
Attributi araldici di forma geometrica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario a chiave
132
A ferro da mulino
Il termine indica una pezza le cui estremit hanno la forma di un ferro da mulino d'argento, alla croce a ferro da mulino di rosso.
A spina di pesce
A spina di pesce un termine utilizzato in araldica per indicare una linea di contorno con angoli rientranti e taglienti a lunghi lati. Molti araldisti utilizzano il termine increspato. Quando i denti sono pi piccoli si preferisce il termine dentato.
Attributi araldici di forma geometrica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario a spina di pesce
133
Accoppiato
Accoppiato un termine utilizzato in araldica per indicare animali legati due a due, specialmente nel caso di cani da caccia. usato anche per due cose diverse legate insieme
Aguzzato
Aguzzato un termine utilizzato in araldica quando ad una figura, o pezza si fanno, contro sua natura, una o pi estremit acute. Il termine si riferisce quasi esclusivamente alle pezze lunghe, come pali o croci, le cui estremit sono tagliate a punta d'argento, alla fascia aguzzata di rosso. Per le pezze verticali aguzzate nella sola parte inferiore si preferisce il termine fitto.
134
croci aguzzate
di rosso, al palo aguzzato d'argento accostato da sei merlotti dello stesso ordinati in due pali
Ancorato
Ancorato un termine utilizzato in araldica come qualificativo di disposizione quando le pezze scorciate terminano a foggia di ancora. L'elemento che costituisce l'estremit delle pezze ancorate detto anche graffio (fr: grappin). troncato d'oro e d'azzurro, alla croce ancorata d'argento (Principato di Gradisca).
Attributi araldici di forma geometrica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario ancorato
135
Ansato
Il termine indica una pezza, tipicamente una croce, con le braccia che terminano in forma di ankh.
Attributi araldici di forma geometrica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario ansato
136
B
Biforcata
Biforcata un termine utilizzato in araldica per indicare la croce patente i cui bracci terminano con due punte allungate; sono biforcate le croci di Malta e di Santo Stefano.
Voci correlate
Croce araldica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario biforcato
Bocciolato
Modifica di una croce o di una pezza allungata che consiste nel terminarla con un bocciolo di fiore d'argento, alla croce bocciolata di rosso . Si usa anche per indicare una cotissa o una pezza allungata bordata da una serie di boccioli di fiori: di rosso, alla banda accostata da due cotisse bocciolate d'argento (che della Bassa Alsazia). Quando i boccioli sono all'interno si parla di controbocciolato. Quando il fiore allargato, la stessa disposizione genera il fiordalisato.
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di rosso, alla banda accostata da due cotisse bocciolate d'argento (che della Bassa Alsazia)
Bordato
Bordato un termine utilizzato in araldica quando le pezze hanno un bordo, di smalto diverso, che gira tutto attorno. Spesso il termine viene impiegato anche per indicare lo scudo circondato da un bordo di smalto diverso, ma si tratta di un uso improprio, perch per lo scudo si dovrebbe blasonare di ---, alla bordura di ---, riservando il termine bordato alle sole pezze o, al massimo, ad altre figure di minore rilevanza, quali, ad esempio, i collari. Talora si usa il termine filettato quando la pezza bordata da un filetto. Alcuni araldisti utilizzano il termine sarchiato per definire le pezze e le croci caricate con un filetto di smalto diverso che segue il bordo della figura principale. Nell'araldica straniera si possono trovare termini diversi quando il bordo si riferisce ad una pezza o ad un'altra figura.
croce bordata
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Voci correlate
ripieno Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario bordato
C
Cannellato
Cannellato un termine utilizzato in araldica: sarebbe il controscanalato cio la linea di contorno fatta a semicerchi toccantisi e convessi. Dai cannelli o scannelli architettonici. Il termine si usa per pezze i cui bordi presentano dei crescenti con le punte rivolte verso l'interno. Se le punte sono rivolte all'esterno, si parla di scanalato.
croce cannellata
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Concavo
Concavo un termine utilizzato in araldica per indicare una pezza o figura, diritta per sua specie e natura, piegata in arco col centro verso il capo. Taluni araldisti utilizzano anche il termine curvo rovesciato. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario concavo
Contrinnestato
Contrinnestato un termine utilizzato in araldica per indicare una pezza col doppio contorno, e le onde contrarianti. interessante notare che il contrinnestato si differenzia dal doppioinnestato per avere le anse di un lato corrispondenti ai vuoti sul lato opposto, il che le rende molto simile all'ondato, mentre nell'altro alle anse di un lato corrispondono quelle del lato opposto.
Contro...Posto a prefisso, davanti ad una modifica di bordura (spinata, merlata, ..), indica che i due lati di una pezza presentano la stessa bordura, ma con gli elementi posti alternativamente su un lato e sull'altro, e non simmetricamente. Questo prefisso si applica solo ai motivi di limitata ampiezza, o che non possono compenetrarsi. In caso contrario, la posizione prevede che i motivi siano alternati da una parte e dall'altra, come se la stessa pezza prendesse la forma corrispondente.
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Controcannellato
Controcannellato un termine che indica una pezza in cui le cannellature sui due lati opposti sono alternate, cio in cui le punte di un lato sono contrapposte alle rientranze sull'altro. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario controcannellato
Contromerlato
Contromerlato un termine utilizzato in araldica per indicare una pezza merlata dalle due parti e coi merli scambiati.
Contronoderoso
Contronoderoso un termine utilizzato in araldica per indicare una pezza noderosa da due parti ma coi nodi scambiati.
croce contronoderosa
Attributi araldici di forma geometrica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario contronoderoso
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Controspinato
Vedi scanalato.
Convesso
Convesso un termine utilizzato in araldica per indicare una pezza o figura arcuata con il centro verso la punta. Taluni araldisti preferiscono il termine curvo.
Coricato
Coricato un termine utilizzato in araldica: se di animali, quando sdraiati a giacere per riposo; se di pezze a punta, come scaglioni, quando disposti colla punta verso destra; o di figure che normalmente stanno diritte: chiavi, frecce, alberi, spade, gigli ecc. e si dispongono in fascia verso destra. Per gli scaglioni con la punta rivolta a sinistra si usa il termine coricato rivoltato. Un arco coricato quando posto orizzontalmente con la corda verso il basso, coricato rovesciato quando la corda si presenta in alto.
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bue coricato
scaglione coricato
arco coricato
Cramponato
con le braccia terminanti in cramponi. La croce cramponata simmetrica della croce croce gammata.
Cuneato
Cuneato un termine utilizzato in araldica per indicare una linea di partizione a lunghi denti, a somiglianza di cunei. Il cuneato normale in fascia, di due denti verso l'alto e un dente e due met verso il basso, e non si blasona. Deve invece essere blasonato se ha un numero diverso di punte o segue una partizione diversa: Cuneato di due pezzi e due met di rosso su tre d'argento (che di Franconia).
Attributi araldici di forma geometrica Abitualmente il cuneato non attraversa tutto lo scudo, ma limita la sua ampiezza a un terzo di quella disponibile. In caso contrario si parla di cuneato da parte a parte o da un bordo all'altro, o da un fianco all'altro. Se una pezza onorevole lunga (la cui larghezza gi pari a un terzo dello scudo) cuneata, la larghezza dei denti uguale a quella della pezza. Cuneato ondato in palo da un bordo all'altro di tre pezzi d'oro e di rosso (compare nel blasone di Valladolid)
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bordura inchiavata
d'azzurro, a tre gigli d'oro, alla bordura inchiavata di rosso e d'oro (Ducato di Ferrara)
Curvato
Curvato un termine utilizzato in araldica per indicare pezze e talune figure, come la scimitarra e lo scettro che sono piegate ad arco. Il termine indica le figure curvate ad arco con la concavit rivolta verso il basso. Se la concavit si rivolge invece verso l'alto si usa il termine curvato rovesciato. Se la pezza verticale si blasona curvato a destra, per la concavit rivolta a sinistra, o curvato a sinistra, per la concavit rivolta a destra. Si incontrano anche pezze o figure curve solo su uno dei lati e in tal caso si pu blasonare il lato curvo. Ad esempio fascia curva verso la punta.
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scettri curvati
cunei curvati
triangolo curvato
D
Dentato
Dentato un termine utilizzato in araldica per indicare una linea di contorno fatta a denti. Quando ci si riferisce ad una pezza con due linee di partizione (come la fascia, il palo, la banda, la sbarra, etc.) deve essere blasonata la posizione della linea a dente di sega (superiore, inferiore, destra, sinistra). Se invece la dentatura presente su entrambe le linee, si blasona doppio dentato.
Attributi araldici di forma geometrica Quando i denti sono di grandi dimensioni si usa il termine increspato o a spina di pesce. Quando sono molto appuntiti si dice Cuneato. Nel caso particolare della dentatura presente nella parte inferiore della fascia si usa il termine foglia di sega. Va blasonata la eventuale posizione dei denti sulla parte superiore. L'araldica francese ammette che la foglia di sega possa essere anche posta in banda o in sbarra.
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bordura dentata
bordura dentata
colmo dentato
trinciato dentato
croce dentata
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Denticolato
Intende lo scudo in cui i bordi sono circondati da piccoli merli, soprattutto lungo il perimetro (salvo specificazione contraria). Teoricamente, il tratto dentato si comporrebbe canonicamente di quattordici pezzi, ma questa regola sembra non essere mai stata strettamente rispettata. D'argent denticul de gueules" (D'argento denticolato di rosso).
Diminuito
Diminuito un termine utilizzato in araldica per le pezze onorevoli, diminuite in larghezza e, generalmente, accresciute in numero. superfluo, per il blasone italiano, cercare di tradurre i nomi speciali francesi delle diminuzioni della fascia (devise, burelle, trangle), palo (vergette), banda (cotice), scaglione (etaie), capo (comble), campagna (plaine); tutte disposizioni di fatto, necessarie, pi che intenzionali.
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banda diminuita
sbarra diminuita
Disgiunto
Disgiunto un termine utilizzato in araldica per le pezze delimitate da due linee parallele (palo, fascia, banda, sbarra) quando sono costituite da due rettangoli separati che si toccano per un vertice e presentano due lati contrapposti allineati sulla stessa retta.
Attributi araldici di forma geometrica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario disgiunto
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Doppioinnestato
Vedi innestato.
Doppiomerlato
Doppiomerlato un termine utilizzato in araldica per indicare una pezza merlata dalle due parti, coi merli opposti.
fascia doppiomerlata
croce doppiomerlata
E
clop
Si dice di un tratto piegato due volte ad angolo retto. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario clop
F
Fiammeggiante
Attributi araldici di forma geometrica Fiammeggiante un termine utilizzato in araldica per indicare pezze e figure che escono in fiamme ondate ed aguzzate. Si riferisce a pezze o figure appuntite (pila, spada, punta, raggio), quando hanno i bordi ondati a forma di fiamma.
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spada fiammeggiante
Filettato
Vedi bordato.
Fiordalisato
Detto delle pezze, o figure, con le estremit a forma di gigli, o bordate di gigli. Quando i gigli compaiono anche nella parte interna si usa il termine controfiordalisata. Molti araldisti preferiscono i termini fiorito di gigli e contrafiorito di gigli. L'esempio pi noto della bordura fiordalisata e controfiordalisata presente nello stemma reale di Scozia.
Attributi araldici di forma geometrica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario fiordalisato
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Fitto
In araldica il termine fitto indica il palo, la croce o la pezza verticale la cui parte inferiore resa aguzza come se dovesse essere piantato per terra: d'azzurro, alla croce patente e fitta d'oro (che di Aragona antica). Una croce fitta necessariamente scorciata.
croce
croce fitta
G
Gammata
Pezza (normalmente una croce) con le braccia terminanti con la forma della lettera greca gamma, cio con un segmento diretto verso destra: d'argento, alla croce gammata di rosso . La croce gammata , molto raramente, chiamata gammadion. una figura indiana, in questo senso detta svastica, e definita sausvastica quando la rotazione in senso opposto. L'emblema del partito nazionalsocialista tedesco non una croce, ma pi esattamente di rosso, al bisante d'argento caricato di un decusse gammato di nero .
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I
Inchiavato
Vedi cuneato. Taluni araldisti stimano linchiavato un termine generico da equiparare allinnestato. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario inchiavato
Increspato
Vedi a spina di pesce.
Indentato
Vedi dentato.
Innestato
Innestato un termine utilizzato in araldica per indicare una linea di contorno piegata a onde grosse; che quando depressa nel sommo diventa nebulosa. Alcuni araldisti preferiscono considerare innestato come un termine generico che si riferisce a qualunque linea di contorno non rettilinea che separa due campi. Secondo questa interpretazione le partizioni innestate possono essere quindi merlate, cuneate, nebulose ecc. In qualche caso le rientranze hanno la base pi stretta della sommit per cui, se si trattasse di corpi solidi, non li si potrebbe separare per semplice trazione. Un esempio di tali linee sono gli innesti a coda di rondine utilizzati dai falegnami per saldare tra loro due legni. L'araldica francese, nel caso di base pi stretta della sommit, usa il termine nebul che assume quindi un valore diverso dall'italiano nebuloso; preferisce invece il termine ent o ond quando le ondulazioni non sono superate, cio quando la larghezza delle basi superiore a quella delle sommit. In quest'ultimo caso esiste corrispondenza con l'araldica italiana che preferisce il termine ondato se l'ampiezza delle onde piccola. Se le anse si trovano su un solo lato di una fascia (o palo, o banda, o sbarra) si ha l'innestato semplice; se le anse compaiono su entrambi i lati e si corrispondono, si ha il doppioinnestato; se infine le anse di un lato corrispondono al
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Attributi araldici di forma geometrica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario contrinnestato
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M
Mancante
Pezza di cui manca la met destra o sinistra.
d'azzurro, a un giglio d'oro mancante a sinistra, accostato da un pastorale rivoltato dello stesso
Il termine usato anche per indicare uno scaglione in cui uno dei bracci presenta una interruzione.
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Merlato
Merlato un termine utilizzato in araldica per indicare una linea di contorno a merlature; edificio con merli. La posizione ordinaria dei merli sul lato superiore della pezza o figura; la posizione inferiore deve essere blasonata col termine merlato rovesciato. Quando i merli sono inclinati si trovano le varianti merlato a sbarra e merlato a banda.
muro merlato
muro merlato
troncato merlato
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partito merlato
trinciato merlato
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Attributi araldici di forma geometrica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario merlato alla guelfa
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Merlato rovesciato
Merlato rovesciato un termine utilizzato in araldica per indicare una pezza merlata solo sul lato inferiore. La pezza con i merli sul lato superiore detta merlata. Quella con i merli su entrambi i lati detta doppiomerlata o contromerlata .
Attributi araldici di forma geometrica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario merlato rovesciato
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N
Nebuloso
Nebuloso un termine utilizzato in araldica per indicare il contorno dell'innestato colle curve convesse ripiegate in concavo, a foggia di nuvole.
fasce nebulose
Noderoso
Noderoso un termine utilizzato in araldica per indicare il tronco o ramo, coi rami o ramoscelli tagliati dalle due parti. Linee di contorno per le pezze. Detto delle pezze con il bordo modificato in forma di merli obliqui, o denti di sega, in forma simile ai rami tagliati di un tronco. Quando i merli sono alternati si usa contronoderoso.
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banda noderosa
O
Ondato
Ondato un termine utilizzato in araldica per indicare una linea di contorno con onde basse. Il termine qualifica una pezza i cui bordi sono costituiti da sinuosit concave e convesse, che ricordano delle onde: d'oro, a tre fasce ondate d'azzurro (che di Agde). L'ampiezza delle onde deve essere inferiore alla larghezza della fascia, altrimenti si parla di innestato. Una punta ondata d'argento e d'azzurro rappresenta frequentemente l'acqua, come nell'arma di Lisbona.
fascia ondata
fasce ondate
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fasciato ondato
croce ondata
P
Palizzato
Palizzato un termine utilizzato in araldica per indicare una linea di contorno merlata in cui i singoli merli hanno una sommit triangolare invece che piana. Taluni araldisti preferiscono il termine palificato.
161
Patente
Patente un termine utilizzato in araldica per la croce, con le braccia che si allargano. Il termine riferibile anche ad altre pezze, come il palo, la fascia, ed altre. La pezza che presenta pi frequentemente questa modifica per la croce: d'argento, alla croce patente di rosso (che della Contea di Comminges). In qualche caso la croce a zampe d'elefante di Comminges stata impropriamente disegnata con le zampe sproporzionate che si toccano, in modo tale che il fondo compare sotto forma di quattro figure a forma di mandorla, dette per l'occasione otelles o, in italiano mandorle pelate. Nell'araldica napoleonica, gli arcivescovi portano un quartier franco (d'azzurro per i conti, di rosso per i baroni) caricato da una croce patente d'oro. Una croce patente non necessariamente scorciata, ma spesso questa modifica sottintesa: di rosso, alla croce patente d'argento (che di Vladimir).
croce patente
croce patente
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croci patenti
otelles
D'argento, alla croce patente di rosso accantonata da quattro aquile di nero dal volo abbassato (famiglia Gonzaga)
Piegato
Attributo del mantellato quando delimitato da due linee curve rivolte verso il basso. Il termine trova applicazione anche per il cappato, per lo scaglione, ecc. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario piegato
Potenziato
Per approfondire, vedi Croce potenziata e Croce di Gerusalemme.
In araldica il termine potenziato indica una pezza, o figura, che termina in forma di T greco. La figura elementare, a forma di T, detta potenza. Uno degli esempi principali quello della croce potenziata. La croce potenziata detta croce di Gerusalemme, per il suo uso sulle armi del regno di Gerusalemme. Quando ognuno dei bracci della croce potenziata a sua volta potenziato alle due estremit, si parla di croce ripotenziata.
Attributi araldici di forma geometrica Esiste anche una forma particolare di vaio, detta vaio potenziato, in cui le classiche campanelle argento e azzurre sono sostituite da figure a forma di T.
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d'argento, alla croce di Gerusalemme d'oro, accantonata da quattro crocette dello stesso
vaio potenziato
R
Ricrociato
Ricrociato un termine utilizzato in araldica per la croce le cui braccia terminano con altre croci.
Attributi araldici di forma geometrica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario ricrociato
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Ripotenziato
Vedi potenziato.
Risarchiato
Modifica di una pezza bordata da un filetto dello stesso smalto: d'argento, alla croce risarchiata di rosso. Il termine viene usato quando tra la pezza ed il filetto che la borda, si vede il colore del fondo. Qualora il colore dello spazio tra la pezza ed il bordo sia diverso dal fondo, pi appropriato il termine sarchiato.
Attributi araldici di forma geometrica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario risarchiato
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Rotto
Rotto un termine utilizzato in araldica per indicare lo scaglione spezzato al vertice e con i due bracci che si toccano solo in un punto.
Rovesciato
Rovesciato un termine utilizzato in araldica per indicare una figura voltata sossopra. Il termine si riferisce alle figure la cui posizione alterata lungo la direzione verticale e non deve essere quindi confuso con il termine rivoltato che si utilizza, invece, per le figure voltate verso sinistra. Taluni utilizzano anche il termine riversato, direttamente derivato dall'originale francese.
cuori rovesciati
Attributi araldici di forma geometrica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario rovesciato
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S
Sarchiato
Indica la pezza la cui bordura, a differenza del bordato, non ne tocca il bordo: croce d'argento sarchiata di rosso . Il termine trova applicazione quando lo smalto del fondo diverso da quello della bordura, altrimenti da preferirsi risarchiato.
Scanalato
Scanalato un termine utilizzato in araldica per indicare una linea di contorno a semicerchi concavi ed appressati. Gran parte degli araldisti moderni preferisce, a scanalato, il termine spinato, che esiste anche nella variante spinato allargato. Il termine impiegato quando le punte sono rivolte verso l'esterno della figura, mentre se le punte sono rivolte all'interno va impiegato il termine cannellato. Il termine pu riferirsi anche ad una linea di partizione Il termine controspinato si usa per la pezza spinata su entrambi i lati.
croce scanalata
d'azzurro seminato di gigli d'oro, alla bordura spinata di rosso (che di Berry antica)
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Scoppiato
Vedi spaccato.
Scorciato
Scorciato un termine utilizzato in araldica per le pezze che dovrebbero toccare i lembi dello scudo e si fanno pi corte. Il termine usato: per la pezza onorevole accorciata che non tocca le estremit dello scudo, sia ad una sola estremit sia a tutte; come per le figure d'argento, alla croce scorciata di rosso. per la pezza il cui colore non lo stesso per tutta la sua lunghezza. L'intervallo scorciato quello riempito di un colore diverso d'argento, alla fascia di rosso scorciata d'azzurro.
croce scorciata
decusse scorciato
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Spaccato
Spaccato un termine utilizzato in araldica per indicare un monte, bomba, granata, scoppiati; melagrana, popone, aperti. Alcuni araldisti preferiscono il termine scoppiato. Molti altri utilizzano il termine spaccato in luogo di troncato, per indicare la partizione che divide uno scudo in due parti uguali con una linea orizzontale.
Spaccato: nel I dargento ad un sole meridiano (posto nel capo) radiato doro con cartiglio (o nastro) svolazzante tra i raggi (bianco) caricato del motto par un desir; nel II fasciato doro e di nero di quattro pezzi.
Attributi araldici di forma geometrica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario spaccato
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Spinato
Vedi scanalato.
T
Troncato
Il termine, quando riferito ad una pezza, ne indica la sommit tagliata.
Trifogliato
Trifogliato un termine utilizzato in araldica per indicare una linea di contorno a trifogli.
croce trifogliata
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Bibliografia
"Vocabolario araldico ufficiale", a cura di Antonio Manno edito a Roma nel 1907.
Voci correlate
Attributi araldici attributi di azione attributi di modifica attributi di smalto attributi di posizione
Altri progetti
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A
accampanato
Accampanato un termine utilizzato in araldica quale attributo di animali col campanaccio al collo. [1] Taluni araldisti preferiscono il termine clarinato che deriva direttamente dall'originale francese. usato anche il sinonimo squillato. Voci correlate sonagliato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario accampanato
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accartocciato
Accartocciato un termine utilizzato in araldica per definire la foggia sagomata e ritorta degli scudi. Alcuni autori hanno sostenuto, peraltro senza prove evidenti, che tale forma di scudo, in cui i lembi sono arrotolati su stessi come un cartoccio, fosse usata preferibilmente da letterati e uomini di legge.
Scudo accartocciato
acceso
Acceso un termine utilizzato in araldica per indicare una torcia o un rogo con la fiamma di colore particolare e degno di essere blasonato. Il termine utilizzato anche per un animale i cui occhi siano di colore diverso dal naturale. In questo caso per preferibile definire l'animale come allumato o illuminato.
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accovacciato
Accovacciato un termine utilizzato in araldica ed detto della fiera appiattata nel covo. Voci correlate accosciato seduto sdraiato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario accovacciato
affibbiato
Affibbiato un termine utilizzato in araldica per indicare l'aggiunta di fibbie di smalto diverso.
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario affibbiato
173
affustato
Affustato un termine utilizzato in araldica per i cannoni, nei quali il pezzo incavalcato sull'affusto di smalto diverso. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario affustato
aggiogato
Aggiogati un termine utilizzato in araldica per indicare due animali uniti dallo stesso giogo. L'immagine utilizzata come simbolo di concordia. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario aggiogato
aggruppato
Aggruppato un termine utilizzato in araldica per gli animali seduti che hanno la testa nascosta sotto l'ala o nel petto. In questa posizione sono frequentemente effigiati draghi e conigli. Taluni araldisti impiegano questo termine anche per indicare animali seduti sul treno posteriore e con la testa alzata, ma in questo caso preferibile seduto. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario aggruppato
alato
Alato un termine utilizzato in araldica per le figure che sono, artificialmente, munite di ali, o per gli animali che hanno ali di smalto differente. Il termine anche usato per i mulini a vento con le pale di smalto differente.
braccio alato
pesce alato
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leone alato
alettato
Alettato un termine utilizzato in araldica per le pinne dei pesci di smalto variato da quello del corpo. Altri araldisti preferiscono il termine pinnato.
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all'antica
All'antica un termine utilizzato in araldica per indicare corone, lambelli, vesti, cappelli, armi, lettere di foggia arcaica, ecc.
D'azzurro, al leone alato d'oro, tenente con la destra due chiavi all'antica, una d'oro e una d'argento, decussate; con la sinistra un libro d'argento
di rosso, alla colonna d'argento col capitello e la base d'oro, coronata all'antica dello stesso
D'argento al guerriero all'antica aureolato e tenente la palma nella destra, nella sinistra l'elsa della spada, in maest dinanzi a una torre movente dal mare, il tutto al naturale
d'argento, alla croce ancorata di nero, al capo di rosso caricato da un lambello all'antica con cinque gocce d'argento
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allumato
Allumato un termine utilizzato in araldica per indicare lo smalto diverso degli occhi. Alcuni araldisti utilizzano invece il termine illuminato, impiegato anche per candele e torce con fiamma di smalto diverso.
animato
Animato un termine utilizzato in araldica per indicare un cavallo in corsa e con gli occhi di smalto diverso da quello del corpo. Voci correlate Acceso Illuminato
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anguifero
Anguifero un termine utilizzato in araldica: che termina in due serpi, addossati e pendenti. Talora usato anche il sinonimo serpentifero. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario croce anguifera
aperto
Aperto un termine utilizzato in araldica: per gli edifici colla apertura delle porte di smalto diverso dalla costruzione o dal campo; per le porte colle bande aperte; per i compassi, le forbici, gli elmi; per le melegrane spaccate;
per le ale degli uccelli che si allontanano dal corpo; per un libro schiuso.
un compasso aperto
compasso aperto
forbici aperte
melagrana aperta
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario aperto
178
appalmato
Appalmato un termine utilizzato in araldica per la mano schiusa che mostra la palma; essendo questa la posizione normale un qualificativo inutile. In realt viene solitamente utilizzato per indicare che la mano descritta la mano destra. Assume spesso il significato simbolico di libert.
inquartato: nel 1 e 4 d'azzurro alla mano destra appalmata d'argento; nel 2 e 3 alla mano sinistra appalmata d'argento
Attributi araldici di modifica Voci correlate contrappalmato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario appalmata
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ardente
Ardente un termine utilizzato in araldica per indicare oggetti che si figurano con fiamme
Barile ardente
Cuore ardente
bomba ardente
armato
Armato un termine utilizzato in araldica per indicare un elemento "qualificativo di disposizione, per le unghie dei leoni, gli artigli delle aquile, per il corno del liocorno, i denti dell'elefante e del cinghiale, i ferri delle frecce od armi da getto; le capocchie dei martelli, le braccia o gambe vestite delle loro armature ecc." Qualifica un soldato, un cavaliere, delle braccia o delle gambe quando sono coperti da un'armatura, oppure un braccio o una mano dotati di una spada o altra arma. Il termine utilizzato anche per definire gli animali con artigli, unghie, denti, corna e simili di colore diverso da quello del corpo. Si impiega per definire armi o strumenti (lance, alabarde, frecce, ecc) che hanno la punta di colore diverso da quello del fusto. impiegato infine per qualificare un arco munito di freccia. Molti araldisti, parlando dei denti o dei corni degli animali, preferiscono i termini difeso (per il cinghiale, l'elefante ed il liocorno) e dentato (per gli altri animali).
destrocherio armato
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destrocherio armato
guerriero armato
cavaliere armato
Voci correlate unghiato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario armato
astato
Astato un termine utilizzato in araldica se, nelle armi in asta, il legno ha diverso lo smalto dal ferro. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario astato
attortigliato
Attortigliato un termine utilizzato in araldica per il tortiglione che cinge la fronte e la nuca dei mori.
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181
B
baglionato
Vedi imbavagliato.
bailonato
Vedi imbavagliato.
banderuolato
Banderuolato un termine utilizzato in araldica per indicare torri, castelli, lance con banderuole o pennoncelli svolazzanti.
lancia banderuolata
Voci correlate Ventarola (araldica) Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario banderuolato
barbato
Barbato un termine utilizzato in araldica per indicare i bargigli del gallo, e le barbette dei becchi, dei liocorni e dei delfini. Alcuni araldisti usano, per i galli, il termine bargigliato.
182
barbuto
Barbuto un termine utilizzato in araldica per indicare la barba umana.
saracino barbuto
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario barbuto
183
bardato
Bardato un termine utilizzato in araldica per indicare un cavallo colle barde, cio guernito del completo finimento di guerra.
bargigliato
Vedi barbato.
battacchiato
Vedi battagliato.
battagliato
Battagliato un termine utilizzato in araldica quando nella campana spenzola, con smalto diverso, il battente, battaglio o battacchio.
184
campana battagliata
bendato
Bendato un termine utilizzato in araldica quando le teste de' Mori hanno la benda sugli occhi.
Attributi araldici di modifica Voci correlate attortigliato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario bendato
185
bobinato
Bobinato un termine utilizzato in araldica per indicare che la bobina di filo del fuso di smalto diverso.
di verde, al capo-palo d'oro, caricato, in capo, da tre torte di rosso e, in cuore, da un fuso dello stesso bobinato d'argento, accostato da due colombe affronate dello stesso
bordonato
Bordonato un termine utilizzato in araldica per indicare una figura colle estremit tonde quasi fatte al tornio, come nei bordoni. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario bordonato
bottonato
Bottonato un termine utilizzato in araldica come qualificativo del bottone, o bocciolo della rosa araldica, quand' diversamente smaltato; o dei bottoni chiusi del rosaio naturale; o quando, con smalto speciale, si facessero spiccare i bottoni delle vesti. Il termine viene correntemente utilizzato anche per indicare la caratteristica forma del giglio di Firenze.
186
brisato
Brisato un termine utilizzato in araldica per indicare: l'arma che contiene una brisura lo scaglione spezzato al vertice
187
bullettato
Bullettato un termine utilizzato in araldica per indicare ferri di cavallo, armature, ed altri oggetti, come grate e cancelli, guerniti di chiodi o bullette, colle capocchie di altro smalto. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario bullettato
C
cancellato
Cancellato un termine utilizzato in araldica per indicare lo scudo caricato di non meno di tre cotisse poste in banda ed altrettante cotisse poste in sbarra; tra le cotisse, intrecciate e sovrapposte le une alle altre, si scorge lo smalto del campo. Lo schema del cancellato si pu applicare a tutte le pezze e figure araldiche: in questo caso spesso utilizzato il termine graticolato. Il termine cancellato anche impiegato per indicare l'edificio munito di cancello, talora di smalto diverso. Si usa il termine cancellato ad erpice per indicare il cancellato che presenta dei lunghi chiodi uscenti dai punti di incrocio delle cotisse, in forma che richiama l'omonimo attrezzo agricolo.
cancellato di rosso
188
Voci correlate graticolato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario cancellato
capelluto
Capelluto un termine utilizzato in araldica per indicare la chioma, non al naturale, e diversa dalle smaltature del capo sul quale crebbe. Voci correlate scapigliato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario capelluto
castrato
Castrato un termine utilizzato in araldica per indicare l'animale araldico privato degli organi genitali. Altri utilizzano il termine evirato. Voci correlate immaschito infamato
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario castrato
189
caterattato
Vedi con saracinesca.
caudato
Vedi codato. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario caudato
cerchiato
Cerchiato un termine utilizzato in araldica per i cerchi delle botti, tinozze, mastelli, vasi, ecc.
botte cerchiata
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario cerchiato
190
cinghiato
Cinghiato un termine utilizzato in araldica per indicare cignali, porci, cavalli, elefanti e persino pesci colla cinghia attorno al corpo. Taluni araldisti ricorrono anche al termine stolato.
clarinato
Vedi accampanato. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario clarinato
codardo
Codardo un termine utilizzato in araldica per indicare il leone, o il leopardo, con la coda rivolta in basso e passata tra le zampe posteriori; marchio di infamia
191
codato
Codato un termine utilizzato in araldica per indicare la coda di un altro smalto, per animali e comete e, forse, per pesci.
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario codato
192
collarinato
Collarinato un termine utilizzato in araldica per indicare che porta il collare.
cane collarinato
orso collarinato
cane collarinato
levriere collarinato
colla spera
Colla spera un termine utilizzato in araldica per indicare una stella con aureola luminosa e raggiante. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario colla spera
con saracinesca
Con saracinesca un termine utilizzato in araldica quando un edificio ne munito. Pochi araldisti usano il termine caterattato.
193
contrappalmato
Contrappalmato un termine utilizzato in araldica per la mano schiusa che mostra il dorso; senza altra blasonatura si tratta della mano destra. Voci correlate appalmato mano (araldica) Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario contrappalmato
coperto
Coperto un termine utilizzato in araldica per le torri, col tetto a cucuzzolo; per gli edifici, coi tetti di altro smalto; per le coppe ed i vasi chiusi da coperchio. Taluni utilizzano anche il sinonimo tegolato.
Torre coperta
194
cordato
Cordato un termine utilizzato in araldica per la corda, di differente smalto, nell'arco, balestra ed armi da gitto. Il termine usato anche come attributo dell'ancora. Raramente si trova anche come attributo di pezze araldiche che si presentino come avvolte da una corda strettamente avvolta intorno ad esse.
ancora cordata
di rosso, alla fascia cordata d'argento, accompagnata da quattro stelle a otto raggi d'oro, tre in capo e una in punta
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario cordato
195
cornato
Cornato un termine utilizzato in araldica: l'animale se ha corna detto cornuto, ma cornato se le ha di smalto diverso o contro sua natura. Per i cervi si preferisce il termine ramoso.
coronato
Coronato un termine utilizzato in araldica per indicare una figura o pezza cimata, o sormontata, da corona.
Leone coronato
Stelle coronate
Aquile coronate
196
Per evitare possibili equivoci sarebbe opportuno impiegare il termine coronato solo per la figura cimata da una corona, cio con la corona calzata o, comunque, direttamente posata sopra, mentre si dovrebbe riservare l'espressione sormontata da una corona per le figure in cui la corona posta al di sopra ma senza un contatto diretto, come nei precedenti esempi 2, 3 e 4. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario coronato
crestato
Crestato un termine utilizzato in araldica per delfini e galli che possono avere la cresta smaltata diversamente dal corpo.
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario crestato
197
crinito
Crinito un termine utilizzato in araldica per indicare lo smalto diverso dei capelli rispetto alla testa; raramente il termine utilizzato anche per la criniera del leone o del cavallo, e per la cometa quando i raggi che la circondano sono di smalto diverso
custodito
Custodito un termine utilizzato in araldica quando un oggetto ha una persona od un animale in atto di prenderne custodia. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario custodito
D
decapitato
Decapitato un termine utilizzato in araldica per indicare una figura cui fu mozza la testa.
198
aquila decapitata
diademato
Diademato un termine utilizzato in araldica per indicare aquile e santi col nimbo di gloria. Molti araldisti usano il termine nimbato. Sono normalmente diademati l'aquila imperiale, il leone di San Marco ed i santi in genere e lo anche, di frequente, l'agnello pasquale.
Attributi araldici di modifica Voci correlate colla spera Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario diademato
199
difeso
Vedi armato. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario difeso
diffamato
Diffamato un termine utilizzato in araldica per indicare un animale privo di coda, ma anche gli scudi capovolti o le armi mancanti di qualche elemento (o pezza) a simbolo di infamia per qualche azione disonorevole. Un particolare tipo di leone diffamato il cosiddetto leone nato morto, cio privo di lingua e di unghie. Voci correlate Infamato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario diffamato
diradicato
Vedi sradicato.
diramato
Diramato un termine utilizzato in araldica per indicare un albero al quale furono tagliati i rami. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario diramato
200
dismembrato
In araldica il termine dismembrato utilizzato per indicare un animale, prevalentemente il leone, la cui figura suddivisa in varie porzioni separate tra loro.
leone dismembrato
divisato
Divisato un termine utilizzato in araldica per indicare una pezza o figura segnata con altre figure araldiche. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario divisato
dragonato
Dragonato un termine utilizzato in araldica per indicare un animale mostruoso, che termina in coda di Dragone.
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario dragonato
201
E
erboso
Erboso un termine utilizzato in araldica come qualificativo di terreni, al naturale.
di rosso, a tre torri merlate d'oro, murate di nero, due in capo e una in cuore, questa sostenuta da una montagna d'argento, erbosa di verde, movente dalla punta dello scudo
evirato
Vedi castrato. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario evirato
F
fabbricato
Vedi murato. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario fabbricato
202
ferito
In araldica il termine ferito utilizzato per indicare un animale, generalmente il cervo, con il fianco trafitto da una freccia.
fiammeggiante
Fiammeggiante un termine utilizzato in araldica per indicare pezze e figure che escono in fiamme ondate ed aguzzate.
spada fiammeggiante
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario fiammeggiante
203
figurato
Figurato un termine utilizzato in araldica per indicare la figura umana che appare nelle mezzelune, bisanti o specchi (per il sole e la luna attributo essenziale e non occorre dirlo).
crescente figurato
finestrato
Finestrato un termine utilizzato in araldica per le finestre diversamente smaltate dall'edificio stesso o dal campo. Quando la finestra dello stesso smalto del campo, sar preferibile il termine aperto.
204
fiorito
Fiorito un termine utilizzato in araldica per indicare un vegetale con fiori smaltati fuor di natura; o per indicare il numero dei fiori. Spesso il termine indica anche il fatto che i fiori sono di smalto diverso dal ramo che li porta.
un ramo fiorito
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario fiorito
205
fluttuoso
Fluttuoso un termine utilizzato in araldica per indicare le onde del mare o dei fiumi tratteggiate o con ombre o con diversit di smalto. Talora si usa anche il termine agitato, direttamente derivato dall'originale francese agit.
Voci correlate Mareggiato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario fluttuoso
fogliato
(1) Fogliato un termine utilizzato in araldica per indicare le particolarit delle foglie, eccetto nelle viti. Il termine pu indicare sia lo smalto diverso delle foglie rispetto al fusto, sia il numero delle foglie, quando questo sia araldicamente rilevante.
ramo fogliato
206
Voci correlate Pampinoso Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario fogliato
fogliato
(2) Fogliato utilizzato anche, in casi rarissimi, per definire lo scudo ricoperto di foglio stilizzate, la cui forma appare uguale a quella delle cime dei monti all'italiana, le cui file sono alternativamente di colore e di metallo.
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario fogliato
207
forato
Forato un termine utilizzato in araldica per indicare un foro tondo in una figura che non lo porta per natura e se bucata in foggia diversa, si indichi.
Voci correlate Finestrato Losanga forata Ripieno Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario forato
forcato
Forcato un termine utilizzato in araldica per indicare la disposizione di certe code bifide ed intrecciate a decusse. Abitualmente la coda forcata un attributo araldico significativo, cio costituisce una sostanziale differenza fra due immagini altrimenti uguali, ma in certi periodi storici, come nel XV secolo per pure esigenze decorative, era diffusa la moda di rappresentare con coda biforcata i leoni che dovevano invece portarla al naturale. Quando la coda del
Attributi araldici di modifica leone doppia ma non incrociata in decusse si preferisce il termine bifida.
208
forcuto
Forcuto un termine utilizzato in araldica per indicare figure a foggia di forca, coi rebbi divergenti. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario forcuto
fornito
Fornito un termine utilizzato in araldica per indicare il cavaliere armato di tutto punto, o la nave armata con vele, corde, antenne ed attrezzatura di smalto diverso. Taluni, come il Manno nel Dizionario Araldico Ufficiale, usano per la nave il termine guarnita, ma sono una minoranza.
209
frangiato
Frangiato un termine utilizzato in araldica per indicare una figura che ha frange.
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario frangiato
210
fruttato
Fruttato un termine utilizzato in araldica per indicare la pianta che porta frutti diversamente smaltati. Alcuni utilizzano anche il termine fruttifero. Quando i frutti sono dello stesso smalto del ramo o della pianta, il termine fruttato pu indicare il numero di frutti presenti.
fustato
Fustato un termine utilizzato in araldica per indicare il tronco diversamente smaltato dall'albero. Nel caso delle piccole piante si preferisce usare stelato o gambuto. Talora il termine impiegato, impropriamente, per indicare lo smalto diverso dell'asta delle armi da lancio rispetto alla punta o lo smalto delle aste di bandiera: in questi casi preferibile astato.
211
Voci correlate Astato (araldica) Gambuto Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario fustato
G
gambuto
Gambuto un termine utilizzato in araldica che esprime la gamba negli arbusti e la verga nei ramoscelli. Il termine si usa nel caso di gambo di smalto diverso rispetto al fiore o frutto. Taluni araldisti preferiscono il termine stelato.
Attributi araldici di modifica Voci correlate Fustato Astato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario gambuto
212
ghiandifera
Ghiandifera un termine utilizzato in araldica se la quercia mette ghiande di altro smalto.
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario ghiandifero
213
graticolato
Graticolato un termine utilizzato in araldica per indicare bande attraversate da sbarre in non meno di tre coppie. Abitualmente il termine graticolato preferito per designare le pezze, e le figure, decorate dall'incrocio di bande e sbarre, mentre ha maggior uso il termine "cancellato" quando lo schema si estende a tutto lo scudo.
banda graticolata
Lo spazio contenuto tra due linee adiacenti che si incrociano con altre due linee detto piazza.
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario graticolato
214
grigliato
Grigliato il termine utilizzato in araldica per indicare un graticolato in cui le cotisse che formano il disegno sono poste in palo e in fascia anzich in banda e in sbarra.
partito di verde, grigliato d'oro, e di rosso, seminato di bisanti pure d'oro; al capo d'azzurro caricato di tre gigli d'oro e sostenuto da una divisa di rosso caricata di una spada d'argento posta in fascia
gualdrappato
Gualdrappato un termine utilizzato in araldica per indicare il cavallo o armato in guerra o coperto di gualdrappa. Il termine si utilizza anche per l'elefante o il cervo coperti di gualdrappa.
215
cavallo gualdrappato d'argento seminato di scudetti dello stesso al filetto in croce di nero
Voci correlate Bardato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario gualdrappato
guarnito
Guarnito un termine utilizzato in araldica per la guardia delle spade; per il corredo ed attrezzatura delle navi e per la ghiera degli strumenti da fiato. La maggior parte degli araldisti limita l'uso del termine alla guardia delle spade ed alla ghiera degli strumenti, preferendo il termine fornito per definire il corredo e l'attrezzatura delle navi.
216
guinzagliato
Guinzagliato un termine utilizzato in araldica quando si trattengono i cani ed i falconi col guinzaglio.
Attributi araldici di modifica Voci correlate Legato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario guinzagliato
217
I
illuminato
Vedi allumato. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario illuminato
imbavagliato
Imbavagliato un termine utilizzato in araldica per figure col bavaglio o coll'osso (per i cani) nella bocca. Altri araldisti utilizzano i termini bailonato o baglionato.
cane imbavagliato
bracco imbavagliato
Attributi araldici di modifica Voci correlate Imbrigliato, Tenente Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario imbavagliato
218
imbeccato
Imbeccato un termine utilizzato in araldica per il becco degli uccelli (meno l'aquila) messo a smalto. Taluni utilizzano il termine anche per indicare l'uccello che porta un oggetto nel becco.
Attributi araldici di modifica Voci correlate Rostrato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario Imbeccato
219
imboccato
Imboccato un termine utilizzato in araldica per il bocchino degli istrumenti a fiato.
imbrigliato
Imbrigliato un termine utilizzato in araldica per indicare il cavallo colla briglia, ma senza barda; la barda portando briglia, basta dire bardato. Voci correlate Bardato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario imbrigliato
220
immaschito
Immaschito un termine utilizzato in araldica ma occorre che l'indicazione sessuale sia di intenzione e sar ben raro. Il termine impiegato per indicare l'animale le cui parti genitali sono di smalto diverso dal corpo. In alternativa si usa il termine osceno.
impennato
Impennato un termine utilizzato in araldica per l'impennatura dei dardi. Volendo descrivere un cavallo che si impenna si preferisce il termine spaventato.
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario impennato
221
incappucciato
Incappucciato un termine utilizzato in araldica quando l'uomo ha il capo nel cappuccio o lucco; un uccello grifagno nel capperuccio; un animale in un elmo, veste o copertura. Talora utilizzato anche per indicare la ghianda con il guscio superiore di altro smalto.
incastonato
Incastonato un termine utilizzato in araldica quando si tratta di un diamante, o gemma, o perla incastrati in un anello o monile. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario incastonato
incatenato
Incatenato un termine utilizzato in araldica per indicare un animale o un essere umano tenuto in catena.
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario incatenato
222
incendiato
Incendiato un termine utilizzato in araldica per una catasta od edificio dove s' messo il fuoco. Voci correlate Ardente (araldica) Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario incendiato
inchiodato
Inchiodato un termine utilizzato in araldica per indicare ferri di cavallo, il cancellato o l'inferriato che presentano chiodi di smalto diverso. Talora le teste dei chiodi hanno forma diversa da quella circolare.
d'argento, a tre ferri d'asino male ordinati di nero, inchiodati d'oro e posti in sbarra
inclinato
Inclinato un termine utilizzato in araldica per indicare lo scudo piegato sul fianco destro. Questa posizione deriva dalle giostre, durante le quali il cavaliere, piegato sull'arcione, inseriva la lancia nell'apposito incavo posto sulla sommit del cantone superiore destro, allo scopo di poter avere un appoggio migliore. La stabilit della lancia era completata dalla resta (da cui il modo dire lancia in resta).
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario Inclinato
223
incoccato
Incoccato un termine utilizzato in araldica quando un'arma da corda ha il dardo nella cocca.
arco incoccato
infamato
Infamato un termine utilizzato in araldica per indicare gli animali pi nobili, il leone e il leopardo, quando sono privi delle parti genitali. Il termine utilizzato in luogo dei pi comuni evirato o castrato a significare che, rispetto alla nobilt dell'animale, la privazione dovuta non a dimenticanza ma a espressa volont di sminuirne il valore, probabilmente in segno d'infamia o disonore.
Attributi araldici di modifica Voci correlate diffamato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario infamato
224
inferriato
Inferriato un termine utilizzato per indicare il cancellato che anche inchiodato con le traverse e i chiodi dello stesso smalto.
infilato
Infilato un termine utilizzato in araldica nel caso di cosa lunga passata in cosa tonda, come colli, spade, palme entro corone, collane, ghirlande. Molti araldisti utilizzano il termine per riferirsi alla corona, all'anello o ai cerchietti quando sono infilati da oggetti lunghi. Altri preferiscono il termine infilzato.
225
di rosso, alla banda ondata d'argento, caricata da una banda ondata d'azzurro, entrambe infilate in una corona doro
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario infilato
226
infilzato
Vedi infilato. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario infilzato
ingollato
Ingollato un termine utilizzato in araldica per indicare le pezze che finiscono nelle fauci di animali.
intravagliato
Intravagliato un termine utilizzato in araldica per indicare uccelli che hanno un bastone passato fra le ale o fra le gambe; quadrupedi posti al travaglio, o per ferrarli, o per domarli. Voci correlate Intrecciato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario intravagliato
227
intrecciato
Intrecciato un termine utilizzato in araldica per indicare anella, mezzelune, ghirlande, chiavi connesse insieme o scaglioni colle braccia che s'accavalcano e colle punte opposte; od animali che passano fra tre o pi alberi o figure lunghe.
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario intrecciato
228
L
lampassato
Lampassato un termine utilizzato in araldica per indicare un animale con la lingua di smalto diverso.
legato
Legato un termine utilizzato in araldica per i legami dei corni, i lacci delle mazze d'armi, chiavi papali, scudi, cordoni, fasci consolari, mazzi di fiori ed altre figure. Alcuni araldisti utilizzano questo termine anche per le corde delle arpe e di altri strumenti. Con questo significato equivalente a cordato.
covone legato
chiavi legate
trombe legate
229
linguato
Vedi lampassato. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario linguato
M
macchiato
Macchiato un termine utilizzato in araldica per indicare i mantelli di animali pomellati, tigrati, pezzati. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario macchiato
230
manicato
Manicato un termine utilizzato in araldica pel manico diversamente smaltato.
marcato
Marcato un termine utilizzato in araldica per i punti sui dadi o sopra i bisanti.
dadi marcati
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario marcato
231
mareggiato
Mareggiato un termine utilizzato in araldica per indicare il campo o la pezza messa a mare che si fa o d'azzurro o d'argento, o di verde, tratteggiandola con uno di questi tre smalti, diverso da quello scelto per il mare.
Voci correlate Fluttuoso Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario mareggiato
marinato
Marinato un termine utilizzato in araldica per indicare uomini o animali che finiscono in coda di pesce.
leone marinato
ariete marinato
232
cavalli marinati
grifone marinato
Voci correlate Sirena (araldica) Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario marinato
mascherato
Mascherato' un termine utilizzato in araldica per indicare un animale con la testa coperta da un elmo. La testa, in questo caso, detta nascosta. Figure di animali mascherati compaiono con una certa frequenza nell'araldica familiare toscana.
levriere mascherato
leone mascherato
leoni(?) mascherati
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario mascherato
233
mattonato
Mattonato un termine utilizzato in araldica per indicare un muro di mattoni, col cemento di altro smalto.
Voci correlate Murato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario mattonato
membrato
Membrato un termine utilizzato in araldica per indicare uccelli grifagni e belve col piede e gambe, sino al nascere dello stinco, di altro smalto. Il termine dovrebbe essere usato quando lo smalto diverso si estende alle zampe ma non comprende anche gli artigli che, senza ulteriori blasonature, si intendono dello smalto del resto del corpo. In realt la maggior parte degli araldisti nel termine include anche gli artigli, per i quali sarebbe pi appropriato il termine armato.
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Voci correlate Piotato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario membrato
mostruoso
Mostruoso un termine utilizzato in araldica per indicare animali o persone raffazzonate contro la loro natura, o chimeriche. Una delle varianti principali quella dell'inserimento di una testa umana su un corpo animale. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario mostruoso
muragliato
Vedi murato. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario muragliato
murato
Murato un termine utilizzato in araldica per indicare un muro di pietra a paramento. Altri araldisti utilizzano il termine fabbricato. Per alcuni, inoltre, il termine si usa per indicare che le commessure fra le pietre sono di smalto diverso rispetto alle pietre stesse. . Il termine muragliato impiegato sia come sinonimo di murato sia, in pochi casi, per designare lo scudo interamente ricoperto da un disegno simile ad una muraglia.
235
Attributi araldici di modifica Voci correlate Mattonato (araldica) Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario murato
236
museruolato
Museruolato il termine che descrive l'animale, generalmente l'orso, munito di museruola, indipendentemente dallo smalto della museruola stessa.
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario museruolato
237
N
nato morto
Nato morto un termine utilizzato in araldica per indicare il leone privo di denti, lingua, unghie e coda. Il leone, nonostante il termine "morto", rappresentato come d'abitudine con gli occhi aperti, la posizione rampante, ecc.
d'oro, al leone nato morto di nero, alla bordura di rosso con tre losanghe vuote d'oro poste 1 e 2
Voci correlate Diffamato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario nato morto
nervato
Nervato un termine utilizzato in araldica per indicare le foglie colle nervature smaltate. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario nervato
nimbato
Vedi diademato.
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario nimbato
238
O
ondeggiante
Ondeggiante un termine utilizzato in araldica per indicare una serpe, fune, ecc. disposte in curve che si succedono e se ne indica la direzione araldica. Si usa anche per fiamme, comete e lame di spade. Alcuni araldisti preferiscono il termine serpeggiante.
biscia ondeggiante
anguilla ondeggiante
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario ondeggiante
239
orecchiuto
Orecchiuto un termine utilizzato in araldica per indicare un animale, in genere il delfino, con le orecchie di smalto diverso.
osceno
Vedi immaschito. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario osceno
P
pampinoso
Pampinoso un termine utilizzato in araldica per indicare la vite o il grappolo colle foglie.
240
vite pampinosa
grappolo pampinoso
vite pampinosa
pendente
Pendente un termine utilizzato in araldica per indicare due figure vegetali, addossate e che si ripiegano in fuori ed in gi.
241
Voci correlate Rimirante Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario pendente
piantato
Piantato un termine utilizzato in araldica per indicare la pianta di cui non si vedono le radici. Spesso impiegato, ma impropriamente, anche per indicare una costruzione, particolarmente un ponte, appoggiato su una particolare porzione di terreno: in un caso simile sarebbe pi corretto il termine fondato. Il termine frequentemente sostituito, per le piante, da nodrito che ha lo stesso significato ma pone l'accento sulla figura o partizione da cui nasce la pianta. . Il termine terrazzato sinonimo di piantato e fa riferimento al tipo di terreno in cui affonda le radici l'albero o la pianta blasonata.
242
piotato
Piotato un termine utilizzato in araldica per indicare il membrato per i palmipedi. Voci correlate Membrato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario piotato
piumato
Piumato un termine utilizzato in araldica per indicare un campo o pezza coperta di penne che si mettono a scaglie di pesce, coi segni del nervo e delle barbe. Ill termine ebbe origine nell'antica Roma, in cui indicava un particolare tipo di corazza.
243
Santo Onofre
Lorica plumata
pomato
Pomato un termine utilizzato in araldica per indicare una figura con pallottole alle estremit. Frequentemente si usa anche il termine pomettato, ma molti araldisti ne limitano l'uso a croci, raggi, bastoni, ecc. che portano alle estremit non una ma tre piccole palle o globi.
croce pomata
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario pomato
244
pomettato
Vedi pomato.
punteggiato
Punteggiato un termine utilizzato in araldica nel caso si trovasse una rosa araldica colle foglioline, tramezzanti i petali, di altro smalto.
R
racchiudente
Racchiudente un termine utilizzato in araldica per indicare pezze o figure che ne cingono un'altra. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario racchiudente
raggiante
Raggiante un termine utilizzato in araldica per i corpi ai quali si aggiungono raggi o per quelli che sono diversamente smaltati. Il termine si usa anche per indicare una disposizione di figure lunghe irradianti da un centro comune.
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di rosso, alla fontana bordata d'oro sostenente dodici spighe di grano raggianti dello stesso
ramoso
Ramoso un termine utilizzato in araldica per le corna dei cervi; occorrendo se ne numerano i palchi. Il termine usato anche per indicare che le corna sono di smalto diverso. Voci correlate Cornato o Cornuto. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario ramoso
246
reciso
Reciso un termine utilizzato in araldica per indicare la testa o membro di animale, mozzata d'un colpo netto; o tronco d'albero segato.
zampa recisa
drago reciso
corno reciso
tronco reciso
Voci correlate Strappato Sanguinoso Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario reciso
ripieno
Ripieno un termine utilizzato in araldica per indicare una figura bordata coll'interno di smalto diverso da quello del campo, se no sarebbe vuotata; pezza di uno smalto caricata di altra simile, diminuita e diversamente smaltata
Attributi araldici di modifica Voci correlate Bordato (araldica), Vuotato Pieno (araldica) Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario ripieno
247
ritirato
Ritirato un termine utilizzato in araldica per indicare le pezze che non seguono tutta la loro via naturale; ma sono arrestate ad una punta o scorciate. Il termine ritirato si deve utilizzare solo per quelle pezze che hanno una delle estremit in posizione normale e l'altra in posizione alterata: non va quindi confuso con scorciato che si riferisce a pezze ridotte ad entrambe le estremit. Nella blasonatura si indica l'estremit rimasta fissa e si possono quindi incontrare le seguenti varianti: palo ritirato in capo: quello che parte dal capo e non arriva alla punta palo ritirato in punta: quello che parte dalla punta e non arriva al capo fascia ritirata a destra: quella che parte dal lato destro dello scudo e non raggiunge il sinistro fascia ritirata a sinistra: quella che parte dal lato sinistro dello scudo e non raggiunge il destro banda ritirata in capo: quella che parte del cantone destro del capo e non arriva a quello sinistro della punta banda ritirata in punta: quella che parte del cantone sinistro della punta e non arriva a quello destro del capo sbarra ritirata in capo: quella che parte del cantone sinistro del capo e non arriva a quello destro della punta sbarra ritirata in punta: quella che parte del cantone destro della punta e non arriva a quello sinistro del capo
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario ritirato
248
ritorto
Ritorto un termine utilizzato in araldica per indicare un ramo flessibile ripiegato su s stesso in pi giri. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario ritorto
rivoltato
Rivoltato un termine utilizzato in araldica per indicare gli animali o figure volte a sinistra; nell'aquila si rivolta solo la testa. Il termine utilizzato anche per i crescenti e gli elmi rivolti verso il fianco sinistro dello scudo. In molti casi l'animale ha il corpo normalmente rivolto verso destra ed rivoltata solo la testa.
aquila rivoltata
asino rivoltato
aquila rivoltata
cervo rivoltato
leone rivoltato
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario rivoltato
249
roccioso
Roccioso un termine utilizzato in araldica come adiettivo di monte o terreno.
rostrato
Rostrato un termine utilizzato in araldica per indicare l'imbeccato dell'aquila.
Voci correlate Imbeccato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario rostrato
rovinato
Rovinato un termine utilizzato in araldica per indicare un edificio diroccato. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario rovinato
S
sanguinoso
Sanguinoso un termine utilizzato in araldica per indicare una testa, od altre membra, recise o strappate che stillano sangue.
Attributi araldici di modifica Voci correlate Piet (araldica) Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario sanguinoso
250
sbocciato
Sbocciato un termine utilizzato in araldica per indicare una speciale fioritura del giglio di Firenze. Alcuni araldisti usano il termine bocciolato, ma questo dovrebbe riferirsi solo alla figura munita di boccioli di fiori.
giglio sbocciato
scapigliato
Scapigliato un termine utilizzato in araldica per indicare una testa coi capelli scompigliati, arruffati o sparpagliati. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario scapigliato
scintillante
Scintillante un termine utilizzato in araldica per indicare una figura che esce in scintille. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario scintillante
251
scodato
Scodato un termine utilizzato in araldica per indicare leoni, liocorni, leopardi od aquile colla coda mozza.
liocorni scodati
scoronato
Scoronato un termine utilizzato in araldica per indicare l'albero cui stata mozzata la cima.
252
screziato
Screziato un termine utilizzato in araldica per indicare animali colla pelle e colle ali macchiettate. Taluni araldisti, per lo pi francesi, utilizzano il termine anche per indicare una frammentazione del fondo dello scudo in settori geometrici adiacenti tali da ricoprirlo di porzioni simili. Un esempio ne dato nel secondo stemma, in cui il termine sta a indicare che il fondo azzurro dello scudo diviso in settori rettangolari, ciascuno dei quali ha un suo proprio carico.
253
d'azzurro, screziato di sei quadrilateri, ripieni di sei alerioni d'oro, e posti 2 e 2 e 1; al capo d'argento, bordato di rosso, caricato di un leone nascente dello stesso, alias al naturale
Voci correlate Macchiato (araldica) Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario screziato
secco
Secco un termine utilizzato in araldica per indicare l'albero privo di fronde e frutti.
d'argento, all'albero secco di nero sostenuto da un monte di tre cime dello stesso
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario secco
254
sellato
Sellato un termine utilizzato in araldica per indicare il cavallo colla sella e briglia. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario sellato
serpeggiante
Vedi ondeggiante. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario serpeggiante
serpentifero
Vedi anguifero.
sfogliato
Sfogliato un termine utilizzato in araldica per indicare alberi, arbusti, pianticelle senza fronde e foglie. . Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario sfogliato
smussato
Smussato un termine utilizzato in araldica per indicare l'arma, o pezza araldica di punta, alla quale si data lo smusso tagliato; il canto vivo.
scaglione smussato
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario smussato
255
sonagliato
Sonagliato un termine utilizzato in araldica quale attributo di animali, per lo pi falconi, coi sonagli.
falconi sonagliati
falcone sonagliato
Voci correlate Accampanato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario sonagliato
sostenuto
Sostenuto un termine utilizzato in araldica per indicare la posizione di una figura rispetto ad un'altra. Cimata una figura che ne porta un'altra; quella che portata dicesi sostenuta. Ed anche per una colonna, un albero ed altre figure lunghe, sostenute da uno o da due animali rampanti sul tronco o sul fusto Il termine indica un contatto diretto tra la figura sostenuta e quella sostenente (cimata), a differenza di sormontato che esclude invece il contatto diretto. detta sostenuta anche una pianta tenuta in verticale da un palo tutore: in questo caso l'espressione sostenuta di ... indica la presenza del tutore e il suo smalto.
256
d'argento, al ceppo di vite di verde, pampinoso dello stesso, fruttato di rosso, sostenuto di nero
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario sostenuto
257
speronato
Speronato un termine utilizzato in araldica per indicare animali muniti di speroni, generalmente di smalto diverso.
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario speronato
258
spezzato
Spezzato un termine utilizzato in araldica per oggetti infranti: lance, bordoni, pignatte; pezze onorevoli disgiunte, ecc. Il termine, se riferito a uno stemma, ne indica la brisura.
spada spezzata
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario spezzato
259
spigato
Spigato un termine utilizzato in araldica per indicare la graminacea che ha spighe, od in numero o con variet di smalti.
Voci correlate Fiorito (araldica) Fruttato (araldica) Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario spigato
squamoso
Squamoso un termine utilizzato in araldica per indicare pesci, serpenti, draghi e rettili in genere quando hanno le squame di smalto diverso dal resto del corpo.
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario squamoso
260
squillato
Vedi accampanato.
sradicato
Sradicato un termine utilizzato in araldica quando si vedono le radici di una pianta con altro smalto. La pianta si figura normalmente sradicata. Epper sarebbe superfluo indicarlo. Il termine, contrariamente a quando disposto dal Manno, quasi sempre utilizzato per indicare il fatto che la pianta mostra le radici, anche quando sono dello stesso smalto del fusto. Talora si usa il termine diradicato.
albero sradicato
albero sradicato
albero sradicato
pino sradicato
quercia sradicata
pero sradicato
albero sradicato
albero sradicato
Attributi araldici di modifica Voci correlate Strappato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario sradicato
261
stelato
Vedi gambuto. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario stelato
stolato
In araldica il termine stolato indica l'animale munito di una fascia di smalto diverso intorno al corpo. Per la maggior parte degli araldisti il termine sinonimo di cinghiato. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario stolato
strappato
Strappato un termine utilizzato in araldica per indicare una testa, o membro di animale, non recisa ma divelta a forza e intorcendo, tantoch rimangono brandelli, piume, peli.
testa strappata
Attributi araldici di modifica Voci correlate Sradicato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario strappato
262
T
tegolato
Vedi coperto. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario tegolato
terrazzato
Terrazzato un termine utilizzato in araldica per indicare una costruzione o un albero sostenuto da un terrazzo. . Il termine impiegato anche per indicare lo scudo in cui presente un terrazzo.
263
Voci correlate Piantato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario terrazzato
torricellato
Torricellato un termine utilizzato in araldica per indicare un edificio forte, munito di torricelle.
castello torricellato
castello torricellato
castello torricellato
trafitto
Trafitto un termine utilizzato in araldica per indicare una figura trapassata da arma di punta.
semivolo trafitto
cuore trafitto
264
d'azzurro, al lupo rapace d'oro, lampassato di rosso, trafitto da una freccia rovesciata posta in sbarra pure d'oro
d'azzurro, a sei anelletti d'argento posti 3, 2, 1, trafitti da sei frecce dello stesso poste in sbarra
U
unghiato
Unghiato un termine utilizzato in araldica per le unghie degli animali ma non del leone e degli uccelli grifagni.
Attributi araldici di modifica Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario unghiato
265
V
vampante
Vampante il termine utilizzato in araldica per qualificare il vulcano da cui esce una fiamma o una colonna di fumo, che pu essere dello stesso smalto del vulcano o di smalto diverso.
nel capo di verde tre vulcani, quello centrale d'argento vampante di rosso
vestito (1)
Vestito un termine utilizzato in araldica per indicare: lo scudo diviso da quattro linee di partizione che riuniscono fra loro la met del lembi e danno un grande rombo.
266
vestito (2)
le persone o loro membra che portano vesti.
destrocherio vestito
Voci correlate Guarnito (araldica) Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario vestito
vuotato
Vuotato un termine utilizzato in araldica per indicare una figura, alla quale se ne sovrappone una simile ma diminuita e smaltata del campo.
triangolo vuotato
Attributi araldici di modifica Voci correlate Ripieno (araldica) Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario vuotato
267
Voci correlate
attributi di azione attributi di smalto attributi di posizione attributi di forma geometrica
Note
[1] (Dal "Vocabolario araldico ufficiale", a cura di Antonio Manno, Roma, 1907.
A
A piombo
A piombo un'espressione utilizzata in araldica quando certe figure non seguono, come di regola, il verso delle pezze, ma stanno verticali.
268
pere a piombo
stelle a piombo
A riscontro
A riscontro un termine utilizzato in araldica per pi figure puntate che convergono fra loro, senza toccarsi. Vedere anche appuntato. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario a riscontro
Abbassato
Abbassato un termine utilizzato in araldica: quando si scema l'altezza di una figura (capo), o la si trae gi dalla sua posizione naturale, in tutto od in parte (ale) quando si aggiunge un capo ad un'arma col capo 1. detto di una pezza posta al di sotto della posizione che le sarebbe assegnata dalle regole araldiche. Il capo pu essere abbassato da un semplice filetto dello smalto sormontato dal capo stesso. Lo scaglione o la fascia sono abbassati quando si trovano nel terzo inferiore dello scudo (in punta). d'argento alla fascia abbassata di rosso. Una pezza pu essere abbassata sia in segno di omaggio (come il capo che posto sotto quello dell'ordine degli scudi dei cavalieri di Malta), sia come pena imposta e un marchio d'infamia a ricordo di una azione vergognosa. In questo caso, abbassato sinonimo di diffamato. Sotto un capo possono essere abbassati anche l'inquartato o la bordura, cos come lo scaglione o altre pezze simili.
2. Qualifica i pali e le bande che hanno origine nel mezzo dello scudo, e non dal suo bordo superiore.
Attributi araldici di posizione 3. detto di ogni oggetto appuntito, quando la punta diretta verso il basso. detto anche degli uccelli in cui le ali, non distese, sono dirette verso la punta dello scudo: un'aquila con le ali dirette verso il basso detta "dal volo abbassato". d'azzurro al semivolo abbassato d'oro.
269
fascia abbassata
volo abbassato
Sinonimo di abbassato depresso. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario abbassato
Accantonato
Accantonato un termine utilizzato in araldica per indicare l'accompagnatura disposta nei cantoni di una croce o di partizioni o figure poste a croce, dritta o traversa. Il termine utilizzato anche nel caso di croci accompagnate da figure in due soli cantoni o semplicemente in uno di essi. accantonata anche la bordura con i quattro angoli di smalto diverso. Pi raro l'uso del termine per indicare quattro figure poste 2 e 2, come quelle che accompagnano una croce.
270
Croce trifogliata accantonata da dodici anelli posti in quattro gruppi e intrecciati in pergola
Attributi araldici di posizione Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario accantonato
271
Accollato
Accollato un termine utilizzato in araldica: per due scudi d'arme, contigui per pi figure lunghe che si toccano ai fianchi per gli animali col collare o con altre figure passate al collo per figure lunghe, con altre che vi si attorcigliano per le insegne d'onore sporgenti dietro agli scudi
Il termine accollato si pu riferire sia agli scudi (che risultano accostati, come quando si vuole rappresentare un'alleanza politica o matrimoniale), sia alle figure (che possono essere allora accostate, nel caso dei fusi e delle losanghe, o sovrapposte, nel caso di lambelli, collari o corone), sia al singolo scudo quando posto su ornamenti esterni come bandiere, spade, cannoni, chiavi ecc. d'oro a cinque fusi d'azzurro accollati in banda. Quando gli scudi di due coniugi sono accollati, detti in consorteria, lo scudo del marito posto a destra (sinistra di chi guarda) e quello della moglie a sinistra (destra di chi guarda). In questo caso, solitamente, i due scudi sono disegnati con la stessa forma, in quanto in realt indicano le rispettive famiglie, e non si applica la consuetudine di disegnare lo scudo della moglie con la tipica forma ovale o a losanga. Lo scudo viene spesso accollato ad ornamenti esterni per simboleggiare la carica o la qualifica del titolare dello scudo stesso. Tra gli ornamenti pi utilizzati si annoverano: la croce di Malta: per il Gran Maestro dell'Ordine; un'ancora: per un ammiraglio; cannoni o bandiere: per un generale; un pastorale: per un vescovo;
ecc. In una blasonatura moderna per gli animali col collare o col collo segnato di colore da preferirsi l'uso esclusivo del termine collarinato in analogia agli altri: armato, imbeccato, rostrato, unghiato.
losanghe accollate
272
Accompagnato
Accompagnato un termine utilizzato in araldica per indicare una figura che ne ha altre, da vicino, ma isolate d'argento, al crescente di rosso accompagnato da stelle poste 2 e 1 dello stesso.
usato per le pezze o le figure principali dello scudo quando sono avvicinate da altre figure secondarie disposte secondo posizioni normalmente prestabilite. In generale si usa accompagnato nel caso in cui le figure secondarie,
Attributi araldici di posizione quelle che accompagnano sono orientate in direzione diversa da quella della figura principale. Quando la direzione delle figure secondarie coincide con quella della figura principale si preferisce il termine accostato. Quando la fascia, la banda, la sbarra e il palo sono accompagnati da un numero pari di figure, queste sono poste met da un lato e met dall'altro rispetto alla pezza. Due fasce sono talvolta accompagnate da sei figure poste 3, 2 e 1 negli spazi del campo. Una croce pu essere accompagnata da quattro figure poste nei quattro cantoni dello scudo, ed in tal caso detta, pi propriamente, accantonata. Il capriolo usualmente accompagnato da tre figure, poste due in capo ed una in punta (questa posizione non ha bisogno di essere blasonata). Anche la pergola accompagnata da tre figure, poste allora una in capo e due ai fianchi.
273
Accostato
Accostato un termine utilizzato in araldica, per indicare un elemento che sostituisce l'accompagnato per le figure di lunghezza, poste parallelamente. Qualifica le pezze o figure lunghe che ne hanno altre ai lati poste nello stesso senso. Molte pezze onorevoli sono accostate da due filetti. Talvolta utilizzato per descrivere la presenza di due leoni, o altri animali, ai due lati di una figura centrale. Ajaccio porta d'azzurro, alla colonna sormontata da una corona d'argento, accostata e sostenuta da due leoni affrontati d'oro, il tutto posato su una terrazza di verde.
Attributi araldici di posizione Le figure che si accostano a quella principale devono essere longilinee, altrimenti si usa il termine accompagnato. Bresse porta d'argento, alla banda d'azzurro, accostata da due leoni leoparditi di nero, armati e lampassati di rosso. La contea svizzera di Kyburg porta invece di rosso, alla banda accostata da due leoni leoparditi, il tutto d'oro. Nell'araldica francese esiste una distinzione tra il termine accost, usato nel caso di pezze longilinee che si affiancano ad una pezza lunga, ed il termine cotoy, che si preferisce quando la pezza lunga principale accostata da numerose figure minori orientate nello stesso senso. di rosso, alla banda accostata da sei corone d'oro (Alta Alsazia).
274
Attributi araldici di posizione Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario accostato
275
Addestrato
Addestrato un termine utilizzato in araldica per indicare una figura di accompagnamento, posta a destra. Qualifica le pezze o figure che sono accompagnate da altre poste alla loro destra (a sinistra per chi guarda lo scudo). La posizione della figura secondaria deve essere blasonata quando diversa da quella principale (in capo, in cuore, in punta). Il termine utilizzato anche nel caso dello scudo diviso verticalmente da una linea non passante per il centro che delimita uno spazio non superiore ad un terzo dello scudo.
Attributi araldici di posizione Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario addestrato
276
Addossato
Addossato un termine utilizzato in araldica per indicare il rovescio di affrontato; per animali, o figure, che hanno faccia e dorso, disposti dorso a dorso. Indica due figure della stessa natura poste in modo tale da rivolgere la loro faccia principale verso i bordi laterali esterni dello scudo. d'argento, a due crescenti addossati di rosso. Utilizzato per animali, che volgono lo sguardo verso l'esterno si volgono reciprocamente il dorso, chiavi, che volgono verso l'esterno i congegni, mezzelune, con le convessit opposte e le corna volte all'esterno, scuri ed asce d'armi, con le lame volte all'esterno.
277
Affrontato
Affrontato un termine utilizzato in araldica per indicare due animali o figure, con faccia e dorso, posti faccia a faccia.
Qualifica due animali rappresentati di profilo e posti uno di fronte all'altro. d'argento, a due leoni affrontati di rosso. Utilizzato anche per le chiavi poste in palo con i congegni rivolti verso il centro dello scudo e, in generale, per tutte le figure poste in coppia le cui facce principali si guardano. d'argento, a due crescenti affrontati di rosso. Per due figure affrontate non necessario blasonare la posizione in palo, mentre va blasonato il caso di figure affrontate in fascia, in banda o in sbarra. Nel caso di tre animali posti nella posizione della pergola che si guardano,
Attributi araldici di posizione si dicono affrontati in pergola. Nell'araldica tedesca usuale affrontare le figure poste nei quarti alternati di un inquartato. Per lo stesso motivo nei monumenti frequente trovare due arme affrontate in tutte le loro pezze o figure.
278
All'ingi
All'ingi un'espressione utilizzata in araldica per indicare l'arma di punta rovesciata a basso.
Attributi araldici di posizione Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario all'ingi
279
All'ins
All'ins un'espressione utilizzata in araldica per le figure che, per natura od uso, starebbero all'ingi. Chiavi, pugnali, trafieri, misericordie ecc. se si rivolgono verso il capo.
Alternato
Alternato un termine utilizzato in araldica: aggettivo utilissimo per descrivere l'avvicendamento di figure; quantunque ignoto ai pi dei trattatisti.
Attributi araldici di posizione Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario alternato
280
Alzato
Alzato un termine utilizzato in araldica per una pezza che si colloca in posto pi alto di quello normale. Qualifica le pezze poste pi in alto della loro posizione normale. Lo scaglione detto alzato quando il vertice tocca il lato superiore dello scudo mentre le estremit toccano il centro dei fianchi dello scudo. Alzato utilizzato anche per definire la posizione di una saracinesca o di altro elemento di chiusura.
fascia alzata
saracinesca alzata
scaglione alzato
Angolato
Angolato un termine utilizzato in araldica per indicare le pezze accantonate che muovono dagli angoli della croce e sono drizzate verso il centro. Qualifica le croci accantonate da figure lunghe (chiodi, spighe, fiamme, etc) che muovono dagli angoli dello scudo e vanno verso il centro della croce.
croce angolata
Attributi araldici di posizione Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario angolato
281
Appuntato
Appuntato un termine utilizzato in araldica per indicare la situazione di due o pi figure a punta od angoli, che si uniscono toccandosi. Si usa per alcune pezze appuntite (losanghe, spade, ...) che si contrappongono, si toccano o convergono verso un punto comune. Due figure possono essere appuntate in banda, in sbarra, in fascia, in palo, in scaglione o in decusse. Quando le punte si toccano effettivamente, si dovrebbe usare il termine controappuntato. di rosso a quattro losanghe controappuntate. Vedere anche a riscontro quando il punto di convergenza non particolarmente appuntito. Un capo detto appuntato quando ha la forma di un triangolo.
fusi appuntati
Attestato
Il termine scarsamente utilizzato nell'araldica italiana e deriva direttamente dall'originale francese about. Molti araldisti preferiscono il termine contrapposto. 1. Si usa per pezze allungate che si toccano con le estremit, la punta o la cima. attributo tipico dei fusi, delle mandorle, delle zampe, delle spade, delle losanghe. Quando l'estremit appuntita si usa il termine appuntato. Le moscature d'armellino sono dette a riscontro quando le estremit corrispondono e si riuniscono in croce. 2. Usato anche per pezze la cui estremit arrotondata, o la cui estremit di smalto diverso.
282
Attraversante
Attraversante un termine utilizzato in araldica per indicare la figura, o pezza sovrapposta, o che passa su di un'altra. Il termine impiegato nel caso di figura secondaria che, almeno in parte, sporgente rispetto a quella principale; nel caso in cui fosse interamente contenuta in quella principale si userebbe il termine caricato. La forma attraversante sul tutto si riferisce alla pezza che attraversa tutto lo scudo. Dal termine francese deriva anche la forma broccante che per ormai in disuso, anche se alcuni preferiscono broccante se riferito ad una figura o pezza corta, riservando attraversante ad una figura o pezza lunga.
ramo attraversante
fascia attraversante
283
B
Broccante
vedi Attraversante Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario broccante
C
Cadente
Cadente un termine utilizzato in araldica come attributo della freccia ed altre armi da getto rovesciate. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario cadente
Caricato
Caricato un termine utilizzato in araldica per indicare figure con altre che vi stanno sopra. Una figura sopra una caricata si dice sovraccaricata. Qualifica le pezze o figure che ne hanno altre sopra di loro. La figura secondaria abitualmente posta al centro (posizione che non si blasona), ma pu essere disposta in capo o in punta. La dicitura caricata nel cuore usata per la croce o l'aquila che hanno una figura nel centro, mentre caricato sul tutto indica lo scudo caricato nel suo complesso.
284
fascia caricata
Centrato
Centrato un termine utilizzato in araldica per indicare le centine del mondo o globo imperiale che lo cingono e ne sorreggono la crocetta. Il termine utilizzato anche per indicare una fascia, o banda, la cui forma sia modificata da diritta in arcuata.
fasciato centrato
285
Voci correlate
cerchiato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario centrato
Cimato
Cimato un termine utilizzato in araldica col significato di piantato sulla cima. Il termine si usa quando le due figure sono a diretto contatto; nel caso in cui non vi sia contatto tra le figure, si preferisce il termine sormontato. Il termine utilizzato anche per indicare la posizione delle corone poste sopra gli scudi come timbro.
D
Decussato
Decussato un termine utilizzato in araldica per indicare un elemento disposto a forma di decusse.
Rami decussati
Spade decussate
Attributi araldici di posizione Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario decussato
286
Di fronte
Di fronte un termine utilizzato in araldica per indicare la posizione di prospetto data alle figure, non umane, che di norma dovrebbonsi collocare in profilo. La figura umana posta di fronte detta, invece, in maest, espressione usata spesso anche per l'elmo reale posto sullo scudo. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario di fronte
I
Impugnato
Impugnato un termine utilizzato in araldica per indicare le armi, particolarmente le spade, che hanno l'impugnatura di smalto diverso. Per gli oggetti che non siano armi si preferisce il termine manicato. Il termine impiegato anche per figure allungate, come spade, frecce, etc., disposte in palo o in decusse che si irradiano da un centro comune nel quale si sovrappongono, come se fossero state prese in una stessa impugnatura.
In fronte
Vedi di fronte.
In maest
In maest un termine utilizzato in araldica per indicare corpo o testa d'uomo non di profilo ma di faccia. Il termine in maest spesso impiegato anche per descrivere il leone, o la sua sola testa, posto di fronte. Usato anche per descrivere l'elmo imperiale, reale e di marchese che compaiono sugli scudi posti di fronte.
Attributi araldici di posizione Taluni, impropriamente, impiegano il termine per definire animali diversi dal leone, o le loro teste, posti di fronte; casi per i quali da usarsi di fronte.
287
In riscontro
In riscontro un termine utilizzato in araldica per indicare la testa di animale, meno l'uomo ed il leopardo, quando posta di fronte in piena faccia. In questa rappresentazione non compare il collo. La maggior parte degli araldisti preferisce il termine rincontro, che corrisponde anche meglio all'originale francese.
Quando la testa dell'animale scarnificata e ridotta alle sole ossa si parla pi propriamente di massacro che, nel caso del cervo, pu prendere il nome di teschio di cervo.
Attributi araldici di posizione Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario in riscontro
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Isolato
Isolato un termine utilizzato in araldica per indicare terreni, o muri che non escono dalla punta o dai lembi dello scudo
Voci correlate
Ristretto Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario isolato
M
Montante
Montante un termine utilizzato in araldica per indicare mezzelune, scaglioni, compassi ecc. colle corna, o punte, verso il capo. Nel caso del crescente la posizione montante, cio con le punte rivolte in alto, non viene blasonata perch ordinaria. Il termine impiegato anche per i cigni, per indicare la posizione simile al rampante.
crescente montante
crescente montante
arco montante
cigno montante
Voci correlate
Mezzaluna Scaglione (araldica) Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario montante
Movente
Movente un termine utilizzato in araldica per indicare una figura animata che esce dai lembi dello scudo, o di pezza o mobili. In generale, il termine si utilizza solo quando la figura esce dai fianchi o dagli angoli dello scudo; nel caso esca dal lato inferiore, si preferisce il termine nascente.
289
N
Nascente
Nascente un termine utilizzato in araldica per indicare una figura animata che esce, a met corpo, da una partizione o pezza. Si deve osservare che nascente si riferisce a ci che spunta dal basso verso l'alto e non deve essere confuso con uscente (figura che esce di fianco). Alcuni araldisti ritengono inoltre che nascente si debba riferire esclusivamente alle figure animate e che nel caso delle altre figure si debba usare il termine movente; se si accetta questa convenzione risulta errata la blasonatura di Coazze sotto riportata, perch la croce dovrebbe essere definita movente. Di norma l'animale nascente mostra la testa, il collo, le zampe anteriori e la punta della coda, se quadrupede, o la punta delle ali, se volatile.
aquila nascente
cervo nascente
donna nascente
leoni nascenti
290
leone nascente
croce nascente
Nodrito
Nodrito un termine utilizzato in araldica per indicare vegetali che nascono, od escono, da una figura o partizione o lembo.
alberi nodriti
palma nodrita
pino al naturale nodrito sulla cima di un monte di verde movente dalla partizione
Voci correlate
Nascente, Uscente, Fondato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario nodrito
P
Posato
Il termine pu avere un significato generico, quando indica l'appoggiarsi di una figura araldica su un'altra, ma assume un significato specifico quando si riferisce a un falco, o altro uccello da preda, che si posa su un supporto, normalmente verticale e ristretto. In tal caso l'uso del termine implica la presenza del supporto senza che ne sia necessaria la blasonatura.
Attributi araldici di posizione Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario posato
291
R
Ridecussato
Ridecussato un termine utilizzato in araldica per indicare un elemento disposto, una seconda volta, a foggia di decusse. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario ridecussato
Rincontro
Vedi in riscontro.
Ristretto
Ristretto un termine utilizzato in araldica per indicare il terreno o monte che non esce da una partizione, o pezza, o lembo di scudo ma isolato.
Attributi araldici di posizione Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario ristretto
292
S
Sinistrato
Sinistrato un termine utilizzato in araldica per indicare una figura che accompagnata od accostata da altra, a sinistra. Indica anche lo scudo diviso per un terzo a sinistra. (La sinistra la destra per chi guarda lo scudo)
Attributi araldici di posizione Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario sinistrato
293
Sormontato
Sormontato un termine utilizzato in araldica parlando di una pezza o figura alla quale un'altra sta sopra, ma non vi si appoggia. Il termine indica anche l'elmo su cui si trova una corona.
Sul tutto
Sul tutto un termine utilizzato in araldica per indicare uno scudetto caricante il centro di un inquartato. L'espressione, in realt, pu indicare qualunque pezza carichi il centro di uno scudo, indipendentemente dal fatto che sia inquartato o meno. Abitualmente lo scudetto sul tutto porta l'arma originaria (o pura) della famiglia, o un'arma di concessione.
294
Un bell'esempio di sul tutto quello costituito dagli stemmi degli Imperatori del Sacro Romano Impero che portavano lo scudo con le armi dell'Impero e, sul tutto, l'arma personale.
Riccardo I di Cornovaglia
Ottone IV di Brunswick
Alberto I d'Asburgo
U
Uscente
Uscente un termine utilizzato in araldica per indicare una figura che esce da una partizione, da una pezza o da un lembo dello scudo. Non deve essere confuso con il termine nascente.
295
Bibliografia
"Vocabolario araldico ufficiale", a cura di Antonio Manno edito a Roma nel 1907.
Voci correlate
Convenevoli partizioni Campo dello scudo Attributi araldici attributi di azione attributi di modifica attributi di smalto attributi di forma geometrica
296
A
addenaiato
Addenaiato un termine utilizzato in araldica per indicare un elemento sparso di bisanti. In molte blasonature si trova il termine bisantato, pi direttamente correlato all'originale francese. Oltre allo scudo si possono trovare banda, fascia, scaglione e lambello addenaiati.
Attributi araldici di smalto Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario addenaiato
297
assicellato
Assicellato un termine utilizzato in araldica per indicare campo, o pezza, ripieno di rettangoli a smalti alternati posti in una direzione araldica. Si possono quindi trovare assicellati in palo, in banda, in fascia, in sbarra. Non molto frequente. Voci correlate Scaccato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario assicellato
B
bigliettato
Bigliettato un termine utilizzato in araldica per indicare un campo o pezza sparso di biglietti. Molti araldisti preferiscono il termine plintato, derivandolo da plinto, nome che danno al biglietto.
Capo bigliettato
d'argento plintato d'azzurro, al leone con la coda forcata dello stesso, armato e lampassato di rosso
Attributi araldici di smalto Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario bigliettato Commons [1] contiene immagini o altri file su bigliettato [1]
298
bisantato
vedi addenaiato#addenaiato Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario bisantato
D
di [...]
Lo smalto di uno scudo, o di una pezza o figura che compare su di essi, indicato dalla preposizione di seguita dal nome dello smalto. Voci correlate smalto metallo colore pelliccia
del campo
del campo una voce usata in araldica nelle blasonature per indicare che una figura ha lo stesso smalto del campo dello scudo.
Attributi araldici di smalto Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario del campo
299
croce d'argento, accantonata nel quarto cantone da una torre dello stesso
mezzo volo destro spiegato d'argento, movente da una fascia abbassata del medesimo
due colombe affronate d'argento, che bevono ad una stessa coppa del medesimo
del primo
Del primo un termine utilizzato in araldica quando, nel blasonare, si indicano figure smaltate con lo stesso smalto indicato per primo. Solitamente si indica per primo lo smalto che costituisce lo sfondo dello scudo. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario del primo
300
del secondo
Del secondo un termine utilizzato in araldica quando, nel blasonare, si indicano figure smaltate con lo stesso smalto indicato per secondo.
di nero, alla fascia abbassata d'argento, ... e sostenente un semivolo sinistro del secondo
d'azzurro, a un falcone d'oro, ..., afferrante una pernice del secondo, ...
di rosso, al castello di due torri d'argento, ..., battuto dal mare del secondo, ...
G
gigliato
Gigliato un termine utilizzato in araldica per indicare un campo sparso di gigli e le pezze che terminano con gigli dal pi nodrito. Per indicare le pezze che terminano con dei gigli, sarebbe da preferire il termine fiordalisato.
seminato di gigli
croce gigliata
croce gigliata
301
P
plintato
vedi bigliettato
S
seminato
vedi sparso Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario seminato
sparso
Sparso un termine utilizzato in araldica per indicare il campo, o pezza ricoperta da figure identiche, disposte a filari scambiati e quelle che toccano i lembi ne rimangono scorciate. Se le figure sono stelle pu dirsi stellato; se bisanti addenaiato; se gigli gigliato; se biglietti bigliettato. Molti araldisti preferiscono il termine seminato, tra l'altro pi rispondente alla voce originale francese.
seminato di crocette
sparso di rosette
302
sparso di spighe
Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario sparso Commons [1] contiene immagini o altri file su sparso [2]
stellato
Stellato un termine utilizzato in araldica per indicare un campo sparso di stelle. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario stellato
Bibliografia
"Vocabolario araldico ufficiale", a cura di Antonio Manno edito a Roma nel 1907.
303
Voci correlate
Attributi araldici attributi di azione attributi di modifica attributi di posizione attributi di forma geometrica
Note
[1] http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Category:Billet%C3%A9?uselang=it [2] http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Category:Semy_shields?uselang=it
Aumento (araldica)
In araldica, gli aumenti possono essere di qualsiasi natura: una pezza, una figura, pi raramente una partizione. Nella maggior parte dei casi si tratta di un capo o di un cantone. Un caso frequente di aumento si trova nei blasoni di molte citt francesi che hanno nel loro stemma un capo d'azzurro caricato da tre gigli d'oro, detto "capo di Francia" e dato in aumento alle citt fedeli al re. Un blasone aumentato dovrebbe essere letto ignorando dapprima l'aumento, e terminando poi con "aumentato da". Questa regola non praticamente mai applicata, nemmeno nel caso delle grandi casate. Cos la blasonatura del Lionese dovrebbe essere "Di rosso al leone d'argento, aumentato del capo di Francia"; la blasonatura abituale "Di rosso al leone d'argento, al capo cucito d'azzurro caricato da tre gigli d'oro" senz'altro corretta, non tiene conto dell'evoluzione onorifica (l'aumento introduce qui una situazione apparentemente scorretta -smalto su smalto-: il termine cucito indica che l'"anomalia" riconosciuta). Nell'araldica italiana il termine aumento di norma non viene utilizzato e si preferisce parlare, ad esempio nel caso di un capo, di capo di concessione. Ci comporta l'unificazione della blasonatura in una forma che prevede la citazione del capo come ultimo elemento. In Scozia, l'aumento pi frequente quella della doppia orlatura fiorita e contrafiorita di gigli di rosso su campo d'oro, che la caratteristica pi visibile delle armi reali. Nel Sacro Romano Impero della Nazione Germanica, l'imperatore concedeva frequentemente le sue armi (d'oro, all'aquila bicefala di nero) in occasione dell'innalzamento di un territorio in ducato o principato. Nell'araldica aragonese, le armi reali d'oro, a quattro pali di rosso sono talora concesse a personaggi, o cittadine o territori, fedeli al re. Esempi di queste concessioni si trovano negli stemmi delle Province di Catanzaro, Lecce e Reggio Calabria.
Bisanti e torte
304
Bisanti e torte
In araldica i bisanti e le torte costituiscono una famiglia ricca di definizioni per la semplice rappresentazione molto stilizzata di un disco di piccolo formato. Classificato "figura naturale" da alcuni, "figura geometrica" da altri, il bisante sembra trarre la sua origine dal nome di una moneta di Bisanzio, mentre la torta pi enigmatica (certi autori - tra cui Michel de Crayencour - vedono in lei una fetta di un tronco d'albero). Se il disco di metallo, si tratta di un bisante, se di smalto una torta. Il bisante, se d'oro, non si blasona. (Fig. 1 d'azzurro a un bisante.) se d'argento, occorre blasonarlo bisante d'argento (in Francia si utilizza un termine apposito platte. (Fig.2 di rosso ad un bisante d'argento in capo.) Le torte, essendo pi ricche di colori, hanno generato (almeno in Francia) una nomenclatura altrettanto ricca anche se poco impiegata: la torta di rosso detta anche: guse (Fig.3 d'oro a tre torte di rosso. La posizione 2 e 1 la posizione di default. Come tale non si blasona) la torta d'azzurro detta anche: heurte (Fig.4 d'argento a tre torte d'azzurro ordinate in banda) la torta di nero detta anche: ogoesse (Fig.5 d'oro alla croce d'azzurro accantonata da quattro torte di nero) la torta di verde detta anche: somme, volet ou pomme (Fig.6 d'argento a due torte di verde ordinate in palo) la torta di porpora detta anche: gulpe(Fig.7 d'oro a tre torte di porpora male ordinate - "contrario" di "ben" ordinate: 2 et 1) Varianti frequenti sono ottenute con un partito (divise in due verticalmente) se si tratta di metallo-smalto un bisante-torta (che pu caricare solo uno smalto: Fig.8 di nero ad un bisante-torta d'oro e di verde posta nel punto d'onore) se si tratta di smalto-metallo una torta-bisante (che pu caricare solo un metallo: Fig.9 d'oro ad una torta-bisante d'azzurro e d'argento) Per avere la possibilit di caricare sia su metallo che su smalto, nell'araldica francese stato ideato l'occhio di falco, definito come bisante d'argento circondata da un anello di nero; la stessa figura pu anche essere definita come una ogoesse (torta di nero) a sua volta "caricata da un grosso punto d'argento" (confermando quindi la possibilit teorica di caricare sia un metallo in quanto ogoesse, sia uno smalto in quanto bisante...) (Fig.10: trinciato d'oro e di verde, ad un occhio di falco attraversante sul tutto.)
Altri progetti
Commons [1] contiene immagini o altri file su Bisanti e torte [1]
Note
[1] http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Category:Roundels_in_heraldry?uselang=it
Blasonatura
305
Blasonatura
In araldica, la blasonatura, nel suo significato principale, l'azione di leggere (descrivere), perfino decifrare i blasoni. Questa lettura eseguita secondo un ordine molto rigoroso, per cui in linea di principio ad ogni blasone dato corrisponde uno ed un solo testo. La pratica conferma abbastanza bene questo principio. In senso pi ampio, la blasonatura descrive l'insieme delle armi. In questo caso, fatta eccezione per lo scudo, descritto obbligatoriamente per primo, l'ordine di elencazione pi variabile. Esempio: L'Alsazia si blasona cos: partito, nel primo, di rosso alla sbarra d'argento accostato da due cotisse trifogliate dello stesso e nel secondo ancora di rosso alla banda d'oro accompagnata da sei corone dello stesso, tre in capo e tre rovesciate in punta.
figure secondarie una sola figura oppure due figure uguali oppure due figure diverse ma di pari rilevanza oppure tre figure uguali oppure tre figure diverse ma di pari rilevanza oppure ...
bordura bordura di smalto uniforme oppure bordura caricata di figure oppure bordura partizionata o ripartita oppure filiera (trattata come la bordura) oppure orlo (trattato come la bordura)
Blasonatura
306
Esempio di blasonatura
1 d'azzurro
3 d'azzurro, alla banda spinata d'argento accostata da due bande dello stesso
4 d'azzurro, alla banda spinata d'argento, accostata da due bande dello stesso entrambe caricate da una banda ristretta d'azzurro
5 d'azzurro, alla banda spinata d'argento, accostata da due bande dello stesso entrambe caricate da una banda ristretta d'azzurro, caricata da una rosa di rosso, punteggiata di verde e bottonata d'oro
6 d'azzurro, alla banda spinata d'argento, accostata da due bande dello stesso entrambe caricate da una banda ristretta d'azzurro, caricata da una rosa di rosso, punteggiata di verde e bottonata d'oro posta fra due quadrati pure d'azzurro
Voci correlate
Araldica Blasone Cavalleria medievale Torneo
Altri progetti
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Note
[1] http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Illustrated_atlas_of_French_and_English_heraldic_terms?uselang=it
Blutfahne
307
Blutfahne
La blutfahne (lett. "bandiera del sangue", "gonfalone di sangue" o "insegna del sangue", in tedesco anche bltige Fahne o blutbanner in latino vexillum cruentum o vexillo roseum imperiali) era una bandiera del Sacro Romano Impero, in origine riservata al solo sovrano. Essa era il segno distintivo del blutgerichtsbarkeit (lett. "giurisdizione del sangue"), il diritto di tenere una corte di giustizia autorizzata ad infliggere pene corporali o la morte. Come tutte le bandiere del tempo, era di forma quadrata, e di colore rosso.
Blutfahne
Storia
Quando i signori feudali, dal XIII secolo, furono investiti del blutgerichtsbarkeit, la bandiera del sangue si affianc o sostitu le insegne proprie dei feudi, a significare il potere e le prerogative dei feudatari; inoltre indicava che gli stessi avevano il dovere di contribuire con propri uomini all'armata imperiale. Alcuni dei vassalli ebbero il diritto di aggiungerla alle proprie insegne per regalia. Per questi motivi compare quale campo di colore rosso, spesso diaprato nei grandi stemmi del regno di Prussia, della contea di Anhalt e dei ducati di Sassonia-Coburgo-Gotha, Sassonia-Meiningen, Sassonia-Altenburg e Baviera, viene detto in questi casi campo (o quarto) di regalia. La blutfahne fu inoltre concessa tra il XII e il XIII secolo alle citt che diventavano libere citt imperiali e ai liberi contadini di Svitto nel 1240. In Italia l'imperatore Federico Barbarossa la diede, nel 1162 e di nuovo nel 1166, alla Repubblica di Pisa che infatti port sempre stemma e bandiera completamenti rossi senza la presenza della croce pisana, attualmente presente nello stemma di Pisa e anticamente simbolo del Comune del Popolo. Inoltre si ritiene che da essa discenda la croce di San Giovanni Battista (di rosso alla croce d'argento), simbolo di innumerevoli citt italiane, per lo pi anticamente di parte imperiale. La blutfahne fu anche utilizzata nel basso Medioevo dai lanzichenecchi: sotto tale insegna di guerra combattevano i cosiddetti Verlorener Haufen (lett. "mucchi perduti") ossia unit scelte per svolgere compiti particolarmente rischiosi e ad alto tasso di perdite. In seguito venne denominata allo stesso modo una bandiera del partito nazista usata durante il putsch di Monaco del 1923; il vessillo, macchiatosi durante lo scontro con la polizia del sangue dei caduto nazisti, venne considerato sacro e trattato con la massima deferenza.
Note Bibliografia
Goffredo di Crollalanza, Rosso in Enciclopedia araldico-cavalleresca, Pisa, presso la direzione del Giornale Araldico, 1876-77, p. 516. (EN) Arthur Charles Fox-Davies, A complete guide to heraldry, Londra, T. C. & E. C. Jack, p. 69. (DE) Georg Liebe, Soldat und Waffenhandwerk, Lipsia, 1899. Aldo Ziggioto, Le bandiere degli stati italiani pre-unitari in Insegni e simboli. Araldica pubblica e privata medievale e moderna, Roma, Ministero per i beni e le attivit culturali, 2009, p. 471. ISBN 88-7125-159-8. (EN) Alfred Znamierowski, Illustrated book of flags, Londra, Anness Publishining, p. 13. ISBN 978-1-84215-881-4. (EN) (gennaio-giugno 1867). The Eagle of the German Empire. Cornhill magazzine vol. XV: pp. 616-617.
Blutfahne
308
Altri progetti
Commons (http://commons.wikimedia.org/wiki/Pagina_principale?uselang=it) contiene immagini o altri file su Blutfahne (http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Blutfahne_in_heraldry?uselang=it) Portale Vessillologia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di vessillologia
Brisura
Una brisura un elemento che modifica un blasone ereditato. utilizzata per distinguere figli primogeniti, cadetti o bastardi. In Italia si preferito, per un certo periodo di tempo, il termine spezzatura. Le brisure pi impiegate sono: la diminuzione di pezze onorevoli; la variazione di colore di un elemento importante (campo o pezza onorevole); l'aggiunta di una pezza di second'ordine o di una figura; l'inserimento di elementi (figure o smalti) attribuiti a titolo di aumento di carattere sia premiale sia punitivo.
Le brisure pi frequenti in Francia sono la bordatura, il lambello o ancora la barra. In Inghilterra, esiste tutta una gerarchia di brisure che indicano il rango all'interno della famiglia. Cos il primogenito brisa obbligatoriamente con un lambello. Un blasone "brisato" dovrebbe essere letto ignorando all'inizio la brisura, e poi terminando con "brisato da...". Questa regola per applicata solo per le grandi famiglie, in quanto presuppone una enorme conoscenza storica da parte del blasonatore che deve poter distinguere, ad esempio, il caso di un lambello utilizzato come brisura da quello di un lambello utilizzato come normale figura dello scudo. Cos la blasonatura del Loiret d'azzurro alla divisa ondata d'argento accompagnata da tre gigli d'oro, il tutto sormontato da un lambello d'argento. dovrebbe divenire: d'azzurro alla divisa ondata d'argento accompagnata da tre gigli d'oro, brisato da un lambello d'argento in capo.
Aragona
Albret
Brisura
309
Blois
Rohan
Talora la brisura indica lo stato di bastardigia del titolare dello stemma. Frequente il controbastone, ma si trova anche il semplice filetto di bastardigia, di colore nero.
Brisura La brisura assume frequentemente il valore di elemento distintivo tra i discendenti di una famiglia. In questo caso le brisure devono essere disegnate di dimensioni ridotte rispetto al normale, per poterle distinguere dai carichi normali. Non risulta vi siano differenze tra queste brisure in base al loro smalto.
310
La prima generazione
Secondo le regole stabilite all'epoca di Edoardo III, ogni figlio, secondo l'ordine di nascita, brisa l'arma del genitore con questa sequenza: primo figlio: un lambello di tre gocce; secondo figlio: un crescente; terzo figlio: una stella a cinque punte (mullet); quarto figlio: un merlotto; quinto figlio: un anello; sesto figlio: un giglio; settimo figlio: una rosa; ottavo figlio: una croce ancorata; nono figlio: una eightfoil (o huitfoil), figura composta da otto foglie poste in tondo con un bottone centrale.
La seconda generazione
Ogni figlio, secondo l'ordine di nascita, carica la brisura dell'arma del genitore con quella che gli spetta secondo la sequenza. La casa del terzo figlio della prima generazione, ad esempio, vedr i suoi figli caricare la stella a cinque punte con un lambello, poi con un crescente, poi con una seconda stella a cinque punte e cos via. L'unica anomalia che si pu notare quella per cui il primo figlio della prima casa pu presentare un lambello di cinque gocce invece del lambello di tre gocce caricato di un altro lambello di tre gocce.
Brisura
311
Altri progetti
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Note
[1] http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Category:Cadency_(heraldry)?uselang=it
Campeggiato
In araldica, il termine campo in senso stretto indica la superficie dello scudo. In una prima estensione del significato, il campo indica anche il modo in cui, nel suo insieme, trattata la superficie dello scudo. Indica in tal caso l'"attributo di campo", cio il modo in cui la superficie stata riempita. In una ulteriore estensione del significato, questo "attributo del campo" si pu applicare ad una superficie qualsiasi, e non solo al campo propriamente detto. Tutte le componenti del blasone hanno un attributo di campo. Ve ne sono tre categorie principali: la maggior parte delle volte l'attributo di campo uno smalto uniforme (un colore o un metallo); pu anche essere una pelliccia (o fodera): armellino e vaio, contrarmellino e controvaio; il campo pu essere anche ripartito o seminato. Taluni araldisti, quali ad esempio quelli inglesi, ammettono che il campo di uno scudo possa essere costituito da un paesaggio, ma probabilmente si tratta solo dell'equivalente dell'italiano campo di cielo. Per estensione, uno scudo, o un qualsiasi elemento, pu essere oggetto di una partizione preliminare, ed in tal caso ogni elemento della partizione trattato separatamente. Per descrivere l'attributo di campo si blasoner allora la partizione, ma in questo caso non si parla pi di campo in senso stretto. Cos, le armi raffigurate a fianco (della Contea di Gradisca) non hanno un campo in senso stretto, ma sono composte da una figura (una croce ancorata) posta su uno sfondo composto, il che si potrebbe blasonare semplicemente Una croce ancorata d'argento su un campo troncato d'oro e d'azzurro. Se invece si descrive prima il fondo, preferibile dire troncato d'oro e d'azzurro, alla croce ancorata d'argento attraversante sul tutto, per evitare possibile confusione - dovuta ad una virgola - con delle armi blasonate come troncato d'oro, e d'azzurro alla croce ancorata d'argento, in cui la croce sarebbe caricata solo sulla parte inferiore dello scudo.
Campeggiato
312
Il campo ed il fondo
Il fondo indica il modo in cui colorata una data superficie. ci che ricopre tutta la tavola d'aspettazione di uno scudo (il campo in senso stretto), ma anche una partizione, o una figura. Tutto ci che ha una superficie, che serva da fondo, riceve un "attributo di campo", che descrive il trattamento di riempimento di base. L'enunciazione di questo attributo corrisponde al primo trattamento logico di una pezza presente nelle armi: dal momento in cui tracciato il contorno, se ne pu porre il fondo. Nella blasonatura, italiana o francese, il trattamento del campo di norma segue immediatamente l'enunciazione dell'elemento trattato. Il fondo viene prima delle pezze e delle figure che vi si vengano eventualmente a sovrapporre. Cos, se un palo di rosso tagliato in due da una figura "attraversante sul tutto", il fondo del palo corrisponde a tutta la sua superficie, supposta uniforme e tutta d'un pezzo, prima che il carico vi sia sovrapposto.
Vexin Franais: Il campo d'azzurro seminato di gigli d'oro (un seminato), il lambello a tre pendenti ha invece un fondo d'armellino (una pelliccia).
In pratica, le pezze e le figure possono essere utilizzate come supporto per delle armi: Caso tipico quello del capo. Il fondo della pezza (il capo) serve allora da campo, che pu essere ripartito e caricato proprio come se fosse uno scudo completo. Tutto ci che si dice di un campo pu quindi essere applicato a un fondo. Al contrario, tutto ci che si pu dire del fondo si applica ugualmente al campo, salvo per ci che riguarda le partizioni del fondo, poich il campo, per sua natura, non ripartito. In un blasone, quando un elemento detto del campo, si tratta ovviamente del fondo dello scudo (o della partizione che si sta blasonando), non della pezza che si descrive.
Tipi di campo
Comprendendo anche il caso dello scudo con il fondo di colore uniforme, su cui sono inseriti dei carichi araldici, si possono presentare i casi seguenti.
Campeggiato
313
Campo seminato
Un piccolo mobile ripetuto molte volte sul campo. Il numero delle ripetizioni non fisso e tale mancanza di definizione motivata anche dal fatto che i mobili presenti ai bordi sono incompleti e danno l'impressione di continuare oltre i limiti dello scudo o scompaiono al di sotto di altri carichi che li attraversano. Il campo e i mobili seguono la regola di contrasto dei colori. Raramente si possono trovare campi seminati in cui compaiono due mobili diversi che si presentano alternati. I due mobili possono essere anche di smalti diversi. Talora il campo seminato caricato di un cancellato e, in questo caso, in ogni finestra del cancellato compare un mobile del seminato. In questo caso si usa talvolta l'espressione seminato internamente (i francesi usano il termine entre-sem). Molto di rado possibile trovare un seminato in cui il fondo non costituito da uno smalto uniforme ma da un campo ripartito, ad esempio un palato. Di norma il campo seminato si blasona come: di <smalto A> seminato di <figure> di <smalto B> o, talora, di <smalto A> alle <figure> di <smalto B>. In passato, particolarmente in Francia, si usava: seminato di <figure> di <smalto B> sul campo di <smalto A>.
Campeggiato
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d'azzurro seminato di gigli d'oro (arma detta di Francia antica, sostituita in tempi pi recenti dal classico d'azzurro, a tre gigli d'oro)
d'oro seminato di angoli di rosso, con le punte in alto, alternati a campanelli saldati d'argento (questa arma potrebbe essere in realt solo una diversa blasonatura della precedente)
d'azzurro, al cavallo spaventato d'argento; al capo dello stesso seminato da mazzetti di tre ciliege di rosso fogliate di verde alternati a mazzetti di tre foglie di patata dello stesso
di rosso seminato di gigli d'oro, cancellato di quattordici pezzi d'argento (o anche di rosso cancellato d'argento di quattordici pezzi, seminato internamento di gigli d'oro)
palato d'azzurro e di rosso, seminato di rose d'oro attraversanti sui pali; sul tutto d'argento, al noce di verde
Un caso particolare di campo seminato la pelliccia detta armellino. Le figure seminate nel campo sono di norma poste in palo (cio si presentano nella loro posizione araldica verticale, quasi sempre posizione ordinaria) e sono ordinate in fascia (cio in file orizzontali). La fila corrisponde allora a una serie di figure ripetute in senso orizzontale. Un campo seminato coperto usualmente di circa sei file: se il numero delle file molto diverso sarebbe opportuno blasonarlo. In senso verticale ogni fila solitamente scalata di una mezza ripetizione, facendo s che le figure sembrino disposte in quinconce. Nel caso in cui le figure siano allineate anche verticalmente l'una sotto l'altra, il motivo detto in palo. Vocabolario del campo seminato Nell'uso araldico comune alcuni campi seminati di figure che si presentano con particolare frequenza, sono designati da un termine unico che ne sintetizza la descrizione. Bisantato Seminato di bisanti, cio di cerchi di metallo su un fondo di colore. Nel caso di cerchi di colore su un fondo di metallo i francesi utilizzano il termine tourtel, mentre in Italia il corrispondente tortellato non mai entrato nell'uso. Bigliettato
Campeggiato Seminato di biglietti, cio di rettangoli verticali. Se i biglietti sono disposti orizzontalmente, si preferisce l'espressione bigliettato in fascia. In Italia si usa spesso anche il termine plintato. Castellato Seminato di castelli molto stilizzati, solitamente semplificati in piccole torri. Il termine in Italia poco utilizzato, mentre in Francia sono di uso frequente i corrispondenti castel e chtel. Fiordalisato Molto raramente il termine indica un seminato di gigli (araldici), ma l'uso dovrebbe essere riservato alle pezze che si presentano con dei gigli (croci, scettri, bordure, etc.), soprattutto alle estremit. Gocciato Seminato di gocce: di uso rarissimo. Plintato Equivalente di bigliettato: spesso i biglietti sono definiti anche plinti. Stellato Seminato di stelle, per lo pi a cinque punte ma non solo. Tortorato Seminato di torte: di uso rarissimo.
315
Campo ripartito
Il campo definito ripartito quando lo si pu considerare costituito da un numero variabile (generalmente non superiore a 6) di porzioni, affiancate tra loro, orientate secondo le principali direzioni araldiche (palo, fascia, banda, sbarra, scaglione) e, a loro volta, partite secondo le stesse direzioni araldiche (partito, troncato, tranciato, tagliato, troncato in scaglione). Questa definizione esclude, quindi, il caso in cui una singola pezza sia ripetuta pi volte sullo scudo, cos come esclude il caso dei campi pavimentati, quali lo scaccato, il losangato, e simili. Non tutti gli araldisti sono d'accordo nell'inserire tra i campi ripartiti anche il campo gheronato. Di norma il campo ripartito si blasona come: [palato / fasciato / trinciato / tagliato / scaglionato] di <smalto A> e di <smalto B> di <numero> pezzi. Il primo smalto da blasonare quello che occupa l'angolo destro superiore dello scudo, tranne nel caso del trinciato in cui il primo smalto quello che si posiziona nell'angolo superiore sinistro. Nella blasonatura di stile italo-francese si suole omettere il numero dei pezzi quando questo pari e sei.
fasciato d'oro e di rosso di otto pezzi (si pu considerare composto da quattro zone orizzontali sovrapposte, ciascuna troncata d'oro e di rosso)
palato d'argento e di rosso di sei pezzi (si pu considerare composto da tre zone verticali affiancate, ciascuna partita d'argento e di rosso)
bandato di rosso e di vaio di sei pezzi (si pu considerare composto da tre zone orientate nel senso della banda, ciascuna trinciata di rosso e di vaio)
sbarrato d'oro e di verde (si pu considerare composto da due zone orientate nel senso della sbarra, ciascuna tagliata d'oro e di verde)
Campeggiato
316
scaglionato di rosso e d'argento di quattro pezzi (si pu considerare composto da due zone in forma di scaglione sovrapposte, ciascuna troncata in scaglione di rosso e d'argento)
gheronato d'oro e d'azzurro di sei pezzi (questa configurazione non sembra riconducibile ad una serie di zone simili affiancate e tutte divise da una stessa partizione)
Vocabolario del campo ripartito ContraQuesto prefisso indica che lo scudo a sua volta diviso da una linea, sempre orientata secondo una delle direzioni araldiche, in due aree in cui gli smalti delle ripartizioni sono invertiti, equivalendo quindi a un passaggio dall'uno all'altro. La direzione araldica della linea di separazione viene abitualmente omessa quando perpendicolare alla direzione delle ripartizioni; negli altri casi deve essere blasonata. Nella blasonatura possibile indicare sia la partizione che divide in due lo scudo, sia la sola direzione araldica, ad esempio: contrabandato partito o contrabandato in palo.
Quando i due settori dello studio presentano smalti diversi non si pu parlare di campo ripartito, ma di due partizioni separate ognuna delle quali porta smalti suoi propri.
Campeggiato
317
partito: nel 1 sbarrato d'oro e di azzurro di otto pezzi; nel 2 bandato d'argento e di rosso di otto pezzi
Bandato Il campo diviso in parti uguali da linee orientate nel verso della banda. Il termine si usa quando le parti sono fino a otto (sei non si blasonano). Oltre le otto si preferisce cotissato. Burellato Il campo diviso in parti uguali da linee orientate nel verso della fascia quando le parti sono pi di otto. Quando le parti sono meno di dieci si preferisce il termine fasciato. Cotissato Il campo diviso in parti uguali da linee orientate nel verso della banda quando le parti sono pi di otto. Quando le parti sono meno di dieci si preferisce il termine bandato. Cotissato in sbarra (o, meno bene, controcotissato) Il campo diviso in parti uguali da linee orientate nel verso della sbarra quando le parti sono pi di otto. Quando le parti sono meno di dieci si preferisce il termine burellato. Fasciato Il campo diviso in parti uguali da linee orientate nel verso della fascia. Il termine si usa quando le parti sono fino a otto (sei non si blasonano). Oltre le otto si preferisce cotissato. Palato Il campo diviso in parti uguali da linee orientate nel verso del palo. Il termine si usa quando le parti sono fino a otto (sei non si blasonano). Oltre le otto si preferisce verghettato. Sbarrato Il campo diviso in parti uguali da linee orientate nel verso della sbarra. Il termine si usa quando le parti sono fino a otto (sei non si blasonano). Oltre le otto si preferisce cotissato in sbarra; taluni usano il termine controsbarrato, ma quest'ultimo termine pu ingenerare confusione con il campo cotissato in sbarra diviso in due da una linea di partizione posta in banda. Scaglionato
Campeggiato Il campo diviso in parti uguali da linee poste in scaglione. Il termine si usa quando le parti sono fino a otto (sei non si blasonano). Verghettato Il campo diviso in parti uguali da linee orientate nel verso del palo quando le parti sono pi di otto. Quando le parti sono meno di dieci si preferisce il termine palato.
318
troncato inchiavato: nel 1 d'argento murato di nero, caricato di un'aquila sorante rivoltata dello stesso, illuminata, armata e lampassata di rosso; nel 2 d'azzurro, alla croce patente circolare d'oro
d'argento murato di nero di sei pezzi, 3, 2 e 1, ciascuno caricato di un merlotto dello stesso
Campeggiato
319
inquartato: nel 1 d'argento, alla rosa di rosso; nel 2 e 3 d'arancio, murato di sette mattoni di nero; nel 4 d'argento, al ceppo di vite di verde, fruttato d'azzurro, al tutore di nero
d'argento, squamato di rosso, le squame caricate da un trifoglio di verde (alias d'argento seminato di trifogli di verde, squamato di rosso)
Casi particolari di campo pavimentato sono la pelliccia detta vaio e lo scaccato. Vocabolario del campo pavimentato Alveolato il campo coperto da esagoni regolari posti ad alveolare. Il termine si riferisce allo smalto delle linee che delimitano gli esagoni. Cancellato il campo caricato di almeno tre cotisse poste in banda e altrettante cotisse in sbarra. Quando questo attributo riferito a una pezza o a una figura si usa anche il termine graticolato. Fogliato il campo ricoperto di foglie stilizzate simili alle cime dei monti all'italiana. Grigliato il campo caricato di almeno tre burelle e altrettante verghette. Inchiodato Campo cancellato che presenta chiodi di smalto diverso da quello delle cotisse. Inferriato Campo cancellato che presenta chiodi dello stesso smalto delle cotisse. Mattonato
Campeggiato il campo interamente ricoperto da rettangoli disposti in file orizzontali scalate l'una rispetto all'altra di mezzo mattone. Il termine utilizzato per indicare lo smalto delle linee di separazione tra i mattoni. Murato Il termine sinonimo di mattonato, ma utilizzato prevalentemente come attributo di figure araldiche quali castelli, torri, ponti e simili. Piumato il campo ricoperto di piume stilizzate disposte a scaglia di pesce, in cui sono evidenziati il nervo e le barbe. Compare molto raramente. Screziato Di norma questo termine un attributo di figure di animali con la pelle o le ali macchiettate. Raramente impiegato, a similitudine del corrispondente termine francese miraill, per indicare uno scudo suddiviso in settori geometrici adiacenti della stessa forma: in questa accezione si pu dire che il mattonato un caso particolare dello screziato che si presenta quando i settori geometrici hanno la forma di rettangoli posti orizzontalmente. Squamato il campo ricoperto di scaglie con bordo semicircolare rivolto verso il basso di smalto diverso.
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Il paill trae ispirazione dai motivi ripetitivi dei tessuti orientali, riccamente ornati di fili d'oro. utilizzato proprio come un tessuto, per ricoprire pezze allungate con i bordi paralleli. Diaprato Il diaprato un effetto stilistico, che consiste nell'ornare con arabeschi decorativi, un grande spazio del campo, per riempirlo visivamente ma senza figure. Si distingue dalle ombre perch le linee non richiamano apertamente il contorno di una figura ben identificabile, e si distingue dal paill (che si blasona) per l'assenza di anelli o di sagome di figure.
Il diaprato non uno smalto, ma un arricchimento stilistico avente lo scopo di arredare e valorizzare le superficie. Non si blasona.
Campeggiato
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322
Il campo ed il fondo
Il fondo indica il modo in cui colorata una data superficie. ci che ricopre tutta la tavola d'aspettazione di uno scudo (il campo in senso stretto), ma anche una partizione, o una figura. Tutto ci che ha una superficie, che serva da fondo, riceve un "attributo di campo", che descrive il trattamento di riempimento di base. L'enunciazione di questo attributo corrisponde al primo trattamento logico di una pezza presente nelle armi: dal momento in cui tracciato il contorno, se ne pu porre il fondo. Nella blasonatura, italiana o francese, il trattamento del campo di norma segue immediatamente l'enunciazione dell'elemento trattato. Il fondo viene prima delle pezze e delle figure che vi si vengano eventualmente a sovrapporre. Cos, se un palo di rosso tagliato in due da una figura "attraversante sul tutto", il fondo del palo corrisponde a tutta la sua superficie, supposta uniforme e tutta d'un pezzo, prima che il carico vi sia sovrapposto.
Vexin Franais: Il campo d'azzurro seminato di gigli d'oro (un seminato), il lambello a tre pendenti ha invece un fondo d'armellino (una pelliccia).
In pratica, le pezze e le figure possono essere utilizzate come supporto per delle armi: Caso tipico quello del capo. Il fondo della pezza (il capo) serve allora da campo, che pu essere ripartito e caricato proprio come se fosse uno scudo completo. Tutto ci che si dice di un campo pu quindi essere applicato a un fondo. Al contrario, tutto ci che si pu dire del fondo si applica ugualmente al campo, salvo per ci che riguarda le partizioni del fondo, poich il campo, per sua natura, non ripartito. In un blasone, quando un elemento detto del campo, si tratta ovviamente del fondo dello scudo (o della partizione che si sta blasonando), non della pezza che si descrive.
Tipi di campo
Comprendendo anche il caso dello scudo con il fondo di colore uniforme, su cui sono inseriti dei carichi araldici, si possono presentare i casi seguenti.
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Campo seminato
Un piccolo mobile ripetuto molte volte sul campo. Il numero delle ripetizioni non fisso e tale mancanza di definizione motivata anche dal fatto che i mobili presenti ai bordi sono incompleti e danno l'impressione di continuare oltre i limiti dello scudo o scompaiono al di sotto di altri carichi che li attraversano. Il campo e i mobili seguono la regola di contrasto dei colori. Raramente si possono trovare campi seminati in cui compaiono due mobili diversi che si presentano alternati. I due mobili possono essere anche di smalti diversi. Talora il campo seminato caricato di un cancellato e, in questo caso, in ogni finestra del cancellato compare un mobile del seminato. In questo caso si usa talvolta l'espressione seminato internamente (i francesi usano il termine entre-sem). Molto di rado possibile trovare un seminato in cui il fondo non costituito da uno smalto uniforme ma da un campo ripartito, ad esempio un palato. Di norma il campo seminato si blasona come: di <smalto A> seminato di <figure> di <smalto B> o, talora, di <smalto A> alle <figure> di <smalto B>. In passato, particolarmente in Francia, si usava: seminato di <figure> di <smalto B> sul campo di <smalto A>.
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d'azzurro seminato di gigli d'oro (arma detta di Francia antica, sostituita in tempi pi recenti dal classico d'azzurro, a tre gigli d'oro)
d'oro seminato di angoli di rosso, con le punte in alto, alternati a campanelli saldati d'argento (questa arma potrebbe essere in realt solo una diversa blasonatura della precedente)
d'azzurro, al cavallo spaventato d'argento; al capo dello stesso seminato da mazzetti di tre ciliege di rosso fogliate di verde alternati a mazzetti di tre foglie di patata dello stesso
di rosso seminato di gigli d'oro, cancellato di quattordici pezzi d'argento (o anche di rosso cancellato d'argento di quattordici pezzi, seminato internamento di gigli d'oro)
palato d'azzurro e di rosso, seminato di rose d'oro attraversanti sui pali; sul tutto d'argento, al noce di verde
Un caso particolare di campo seminato la pelliccia detta armellino. Le figure seminate nel campo sono di norma poste in palo (cio si presentano nella loro posizione araldica verticale, quasi sempre posizione ordinaria) e sono ordinate in fascia (cio in file orizzontali). La fila corrisponde allora a una serie di figure ripetute in senso orizzontale. Un campo seminato coperto usualmente di circa sei file: se il numero delle file molto diverso sarebbe opportuno blasonarlo. In senso verticale ogni fila solitamente scalata di una mezza ripetizione, facendo s che le figure sembrino disposte in quinconce. Nel caso in cui le figure siano allineate anche verticalmente l'una sotto l'altra, il motivo detto in palo. Vocabolario del campo seminato Nell'uso araldico comune alcuni campi seminati di figure che si presentano con particolare frequenza, sono designati da un termine unico che ne sintetizza la descrizione. Bisantato Seminato di bisanti, cio di cerchi di metallo su un fondo di colore. Nel caso di cerchi di colore su un fondo di metallo i francesi utilizzano il termine tourtel, mentre in Italia il corrispondente tortellato non mai entrato nell'uso. Bigliettato
Campo dello scudo Seminato di biglietti, cio di rettangoli verticali. Se i biglietti sono disposti orizzontalmente, si preferisce l'espressione bigliettato in fascia. In Italia si usa spesso anche il termine plintato. Castellato Seminato di castelli molto stilizzati, solitamente semplificati in piccole torri. Il termine in Italia poco utilizzato, mentre in Francia sono di uso frequente i corrispondenti castel e chtel. Fiordalisato Molto raramente il termine indica un seminato di gigli (araldici), ma l'uso dovrebbe essere riservato alle pezze che si presentano con dei gigli (croci, scettri, bordure, etc.), soprattutto alle estremit. Gocciato Seminato di gocce: di uso rarissimo. Plintato Equivalente di bigliettato: spesso i biglietti sono definiti anche plinti. Stellato Seminato di stelle, per lo pi a cinque punte ma non solo. Tortorato Seminato di torte: di uso rarissimo.
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Campo ripartito
Il campo definito ripartito quando lo si pu considerare costituito da un numero variabile (generalmente non superiore a 6) di porzioni, affiancate tra loro, orientate secondo le principali direzioni araldiche (palo, fascia, banda, sbarra, scaglione) e, a loro volta, partite secondo le stesse direzioni araldiche (partito, troncato, tranciato, tagliato, troncato in scaglione). Questa definizione esclude, quindi, il caso in cui una singola pezza sia ripetuta pi volte sullo scudo, cos come esclude il caso dei campi pavimentati, quali lo scaccato, il losangato, e simili. Non tutti gli araldisti sono d'accordo nell'inserire tra i campi ripartiti anche il campo gheronato. Di norma il campo ripartito si blasona come: [palato / fasciato / trinciato / tagliato / scaglionato] di <smalto A> e di <smalto B> di <numero> pezzi. Il primo smalto da blasonare quello che occupa l'angolo destro superiore dello scudo, tranne nel caso del trinciato in cui il primo smalto quello che si posiziona nell'angolo superiore sinistro. Nella blasonatura di stile italo-francese si suole omettere il numero dei pezzi quando questo pari e sei.
fasciato d'oro e di rosso di otto pezzi (si pu considerare composto da quattro zone orizzontali sovrapposte, ciascuna troncata d'oro e di rosso)
palato d'argento e di rosso di sei pezzi (si pu considerare composto da tre zone verticali affiancate, ciascuna partita d'argento e di rosso)
bandato di rosso e di vaio di sei pezzi (si pu considerare composto da tre zone orientate nel senso della banda, ciascuna trinciata di rosso e di vaio)
sbarrato d'oro e di verde (si pu considerare composto da due zone orientate nel senso della sbarra, ciascuna tagliata d'oro e di verde)
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scaglionato di rosso e d'argento di quattro pezzi (si pu considerare composto da due zone in forma di scaglione sovrapposte, ciascuna troncata in scaglione di rosso e d'argento)
gheronato d'oro e d'azzurro di sei pezzi (questa configurazione non sembra riconducibile ad una serie di zone simili affiancate e tutte divise da una stessa partizione)
Vocabolario del campo ripartito ContraQuesto prefisso indica che lo scudo a sua volta diviso da una linea, sempre orientata secondo una delle direzioni araldiche, in due aree in cui gli smalti delle ripartizioni sono invertiti, equivalendo quindi a un passaggio dall'uno all'altro. La direzione araldica della linea di separazione viene abitualmente omessa quando perpendicolare alla direzione delle ripartizioni; negli altri casi deve essere blasonata. Nella blasonatura possibile indicare sia la partizione che divide in due lo scudo, sia la sola direzione araldica, ad esempio: contrabandato partito o contrabandato in palo.
Quando i due settori dello studio presentano smalti diversi non si pu parlare di campo ripartito, ma di due partizioni separate ognuna delle quali porta smalti suoi propri.
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partito: nel 1 sbarrato d'oro e di azzurro di otto pezzi; nel 2 bandato d'argento e di rosso di otto pezzi
Bandato Il campo diviso in parti uguali da linee orientate nel verso della banda. Il termine si usa quando le parti sono fino a otto (sei non si blasonano). Oltre le otto si preferisce cotissato. Burellato Il campo diviso in parti uguali da linee orientate nel verso della fascia quando le parti sono pi di otto. Quando le parti sono meno di dieci si preferisce il termine fasciato. Cotissato Il campo diviso in parti uguali da linee orientate nel verso della banda quando le parti sono pi di otto. Quando le parti sono meno di dieci si preferisce il termine bandato. Cotissato in sbarra (o, meno bene, controcotissato) Il campo diviso in parti uguali da linee orientate nel verso della sbarra quando le parti sono pi di otto. Quando le parti sono meno di dieci si preferisce il termine burellato. Fasciato Il campo diviso in parti uguali da linee orientate nel verso della fascia. Il termine si usa quando le parti sono fino a otto (sei non si blasonano). Oltre le otto si preferisce cotissato. Palato Il campo diviso in parti uguali da linee orientate nel verso del palo. Il termine si usa quando le parti sono fino a otto (sei non si blasonano). Oltre le otto si preferisce verghettato. Sbarrato Il campo diviso in parti uguali da linee orientate nel verso della sbarra. Il termine si usa quando le parti sono fino a otto (sei non si blasonano). Oltre le otto si preferisce cotissato in sbarra; taluni usano il termine controsbarrato, ma quest'ultimo termine pu ingenerare confusione con il campo cotissato in sbarra diviso in due da una linea di partizione posta in banda. Scaglionato
Campo dello scudo Il campo diviso in parti uguali da linee poste in scaglione. Il termine si usa quando le parti sono fino a otto (sei non si blasonano). Verghettato Il campo diviso in parti uguali da linee orientate nel verso del palo quando le parti sono pi di otto. Quando le parti sono meno di dieci si preferisce il termine palato.
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troncato inchiavato: nel 1 d'argento murato di nero, caricato di un'aquila sorante rivoltata dello stesso, illuminata, armata e lampassata di rosso; nel 2 d'azzurro, alla croce patente circolare d'oro
d'argento murato di nero di sei pezzi, 3, 2 e 1, ciascuno caricato di un merlotto dello stesso
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inquartato: nel 1 d'argento, alla rosa di rosso; nel 2 e 3 d'arancio, murato di sette mattoni di nero; nel 4 d'argento, al ceppo di vite di verde, fruttato d'azzurro, al tutore di nero
d'argento, squamato di rosso, le squame caricate da un trifoglio di verde (alias d'argento seminato di trifogli di verde, squamato di rosso)
Casi particolari di campo pavimentato sono la pelliccia detta vaio e lo scaccato. Vocabolario del campo pavimentato Alveolato il campo coperto da esagoni regolari posti ad alveolare. Il termine si riferisce allo smalto delle linee che delimitano gli esagoni. Cancellato il campo caricato di almeno tre cotisse poste in banda e altrettante cotisse in sbarra. Quando questo attributo riferito a una pezza o a una figura si usa anche il termine graticolato. Fogliato il campo ricoperto di foglie stilizzate simili alle cime dei monti all'italiana. Grigliato il campo caricato di almeno tre burelle e altrettante verghette. Inchiodato Campo cancellato che presenta chiodi di smalto diverso da quello delle cotisse. Inferriato Campo cancellato che presenta chiodi dello stesso smalto delle cotisse. Mattonato
Campo dello scudo il campo interamente ricoperto da rettangoli disposti in file orizzontali scalate l'una rispetto all'altra di mezzo mattone. Il termine utilizzato per indicare lo smalto delle linee di separazione tra i mattoni. Murato Il termine sinonimo di mattonato, ma utilizzato prevalentemente come attributo di figure araldiche quali castelli, torri, ponti e simili. Piumato il campo ricoperto di piume stilizzate disposte a scaglia di pesce, in cui sono evidenziati il nervo e le barbe. Compare molto raramente. Screziato Di norma questo termine un attributo di figure di animali con la pelle o le ali macchiettate. Raramente impiegato, a similitudine del corrispondente termine francese miraill, per indicare uno scudo suddiviso in settori geometrici adiacenti della stessa forma: in questa accezione si pu dire che il mattonato un caso particolare dello screziato che si presenta quando i settori geometrici hanno la forma di rettangoli posti orizzontalmente. Squamato il campo ricoperto di scaglie con bordo semicircolare rivolto verso il basso di smalto diverso.
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Il paill trae ispirazione dai motivi ripetitivi dei tessuti orientali, riccamente ornati di fili d'oro. utilizzato proprio come un tessuto, per ricoprire pezze allungate con i bordi paralleli. Diaprato Il diaprato un effetto stilistico, che consiste nell'ornare con arabeschi decorativi, un grande spazio del campo, per riempirlo visivamente ma senza figure. Si distingue dalle ombre perch le linee non richiamano apertamente il contorno di una figura ben identificabile, e si distingue dal paill (che si blasona) per l'assenza di anelli o di sagome di figure.
Il diaprato non uno smalto, ma un arricchimento stilistico avente lo scopo di arredare e valorizzare le superficie. Non si blasona.
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Carico araldico
In araldica il termine pieno indica un elemento che non presenta rotture n alterazioni. Uno scudo pieno quello che presenta un solo campo senza che nessun altro oggetto lo alteri: il campo pieno copre la sua intera superficie. Pochi scudi, per, sono di colore pieno, la maggior parte sono modificati (caricati) da motivi (carichi) la cui finalit tecnica principale di individualizzare le armi, rendendole cos distinguibili l'una dalle altre. Ai motivi geometrici iniziali (che hanno formato il gruppo delle pezze onorevoli, la cui posizione e dimensione sullo scudo hanno dei valori convenzionali, ancorch diversi nei vari paesi di tradizione araldica) si sono aggiunte un'infinit di figure di ogni sorta: forme geometriche pure, esseri viventi animali o vegetali, reali o di fantasia, oggetti tecnici o naturali. Il disegno dei carichi sempre molto stilizzato, talvolta in misura estrema, senza effetti di profondit n di illuminazione (colori uniformi, delimitati da un tratto). I carichi sono di un solo smalto, ma pu succedere che elementi di un carico complesso siano di smalto differente (ad esempio un leone di rosso con gli artigli di nero), e allora la cosa deve essere blasonata con l'apposito vocabolario (leone di rosso armato di nero). A differenza delle partizioni, che delimitano zone poste allo stesso livello, i carichi si appoggiano sul campo o su un altro carico, costituendo uno spessore (nelle rappresentazioni artistiche pi evolute tale spessore rappresentato da un'ombra prodotta sul campo caricato, con la luce che convenzionalmente viene da un punto posto davanti in alto a destra - convenzione che si ritrova anche nel disegno architettonico o su talune carte topografiche -). I carichi di dimensioni sufficientemente grandi possono essere partizionati e caricati da altri carichi. Tra i carichi pi diffusi, oltre le pezze onorevoli come la fascia o la croce, si trovano il leone, l'aquila e il giglio.
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Consulta Araldica
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Consulta Araldica
La Consulta Araldica un collegio, creato dallo stato italiano nel 1869, per dare pareri al Governo in materia di titoli nobiliari, stemmi e altre pubbliche onorificenze e divenne il massimo organo consultivo (non giurisdizionale) in campo araldico dell'ordinamento monarchico italiano. Sia la sua composizione sia le sue funzioni subirono modifiche durante il Regno d'Italia. In seguito all'instaurazione della Repubblica Italiana, la Costituzione sanc esplicitamente, con la XIV disposizione transitoria e finale, non solo il non riconoscimento dei titoli nobiliari, ma anche che "la legge regola la soppressione della Consulta Araldica". Attualmente alcune funzioni della cessata Consulta Araldica continuano a essere svolte dall'Ufficio Onorificenze e Araldica pubblica del Dipartimento del Cerimoniale di Stato della Presidenza del Consiglio dei ministri. che si occupa esclusivamente della tutela degli stemmi degli enti pubblici.
Consulta Araldica araldico, ordinato burocraticamente e formato da funzionari ministeriali di concetto e di ordine per l'evasione e la registrazione delle pratiche.
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Consulta Araldica
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Note
[1] AA.VV. "Grande enciclopedia"volume II Novara 1989 pag. 277 [2] In quell'occasione da parte degli ambienti con simpatie repubblicane, ci fu un movimento di opposizione, che trov la massima espressione in Giosu Carducci che scrisse la poesia Sulla consulta araldica [3] parere 13-III-1950, n. 174, del Consiglio di Stato [4] Corte Costituzionale, sentenza n. 101 del 26 giugno 1967
Bibliografia
G. Cansacchi, Predicati e titoli nobiliari, in "Novissimo Digesto Italiano" Torino 1984, appendice vol. V, pag.1133. Claudio Donati, Lidea di nobilt in Italia: secoli XIV-XVIII, Roma - Bari, 1988 Enrico Genta, Titoli nobiliari, in AA.VV., "Enciclopedia del diritto", Varese 1992, vol. XLIV, pag. 674-684. Gian Carlo Jocteau: Nobili e nobilt nell'Italia unita, Laterza (collana Quadrante Laterza) 1997 Carlo Mistruzzi di Frisinga, Trattato di diritto nobiliare italiano, Milano 1961.
Voci correlate
Araldica Costituzione della Repubblica Italiana Nobilt Processi di nobilt
Collegamenti esterni
Legislazione araldico-nobiliare del Regno d'Italia (http://www.cnicg.net/legnob.asp)
Altri progetti
Wikisource contiene opere originali di o su disposizioni transitorie e finali della Costituzione della Repubblica Italiana
Convenevoli partizioni
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Convenevoli partizioni
In araldica si definiscono convenevoli partizioni quegli schemi figurativi che riempiono l'intero scudo con la ripetizione di pezze dello stesso tipo poste a intervalli regolari e di smalto alternato. Partizioni costituite da pezze rettangolari Fasciato e Controfasciato Palato e Contropalato Bandato e Controbandato Sbarrato e Controsbarrato Controscaccato
Partizioni costituite da pezze triangolari Gheronato Inquartato in decusse Partizioni costituite da pezze di altre forme Scaglionato e Controscaglionato Fusato Inquartato in grembi ritondati Inquartato in squadra Partizioni costituite da pezze quadrate (non tutti le considerano in questo insieme) Inquartato Scaccato Taluni considerano convenevoli partizioni anche quelle che coprono lo scudo con pi di due colori, tipicamente gli interzati.
Altri progetti
Wikizionario contiene il lemma di dizionario convenevoli partizioni
Corona (copricapo)
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Corona (copricapo)
La corona un copricapo cerimoniale utilizzato in particolare dai monarchi. Il termine deriva dal greco (leggi koron) e dal latino corona, col significato di "oggetto che circonda" (sottinteso "la testa").
Cenni storici
Se le prime corone, in Oriente furono costituite da rami di albero ripiegati, col trascorrere dei secoli, nell'area mediterranea, in Egitto sono state rinvenute corone di rami di foglie al capo di mummie faraoniche risalenti al 2000 a.C., mentre nelle necropoli etrusche e greche sono stati rintracciati modelli in oro e argento. Nell'antica Grecia ad ogni divinit spettava una corona formata da una pianta particolare: se ad Atena era dedicato l'ulivo, a Zeus toccava la quercia.[1] In epoca romana, pur conservando parte della tradizione greca, la corona, in aggiunta, divenne simbolo di vittoria o simbolo di riconoscenza sociale: poteva essere costituita da un intreccio di foglie di ulivo, alloro o quercia, oppure come raffigurazione aurea di una citt murata o raffigurare prue di navi. Veniva indossata dai soldati distintisi in battaglia, dai comandanti vittoriosi e dall'Imperator durante il trionfo, tra le quali si ricordano la rostrata e la castrensis. La corona regale veniva al contrario aborrita dai romani sin dall'epoca della cacciata dei re, preferendogli, anche in epoca imperiale, il pi sobrio diadema. A partire da Nerone, gli imperatori indossarono la corona radiata, a raggiera, di origine orientale.
Corona (copricapo) In epoca cristiana conservarono una certa importanza nell'ambito delle festivit o come oggetti votivi, e sotto l'influsso dell'arte bizantina, assunsero motivi sempre pi astratti. Nel Medioevo intorno al VII secolo le corone dei re goti si arricchirono di pendenti preziosi, gemme, vetri e smalti e di catenelle sull'orlo. Sempre di questo periodo fu significativa la corona della regina Teodolinda, contraddistinta per una lamina di ferro al proprio interno, ricavata in base alla leggenda da un chiodo della Croce. Donata dalla regina al Duomo di Monza, venne utilizzata per incoronare i re d'Italia, da Ottone I a Napoleone I.[2] In epoca rinascimentale venne introdotta la corona araldica, atta a distinguere il grado di nobilt oppure il valore acquisito. Successivamente, la corona mut la sua foggia a seconda del gusto del gusto e degli stili del tempo.
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Galleria d'immagini
Corona (copricapo)
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Note
[1] Universo, De Agostini, Novara, Vol. IV, pag.138 [2] Le muse, De Agostini, Novara, Vol. III, pag.445
Voci correlate
Scettro Trono Corona (araldica)
Altri progetti
Commons (http://commons.wikimedia.org/wiki/Pagina_principale?uselang=it) contiene immagini o altri file su Corona (http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Crowns?uselang=it)
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Corona civica
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Corona civica
La corona civica o corona di quercia (latino: corona querquensis) era una corona utilizzata come onorificenza della Repubblica e dell'Impero romano, spettante a chi avesse salvato la vita a un cittadino romano.[1]
In origine la corona civica veniva conferita dalle mani del soldato salvato,[8] dopo che il tribuno avesse indagato la cosa interrogandolo; durante l'impero, invece, il soldato veniva decorato direttamente dall'imperatore o da un suo delegato,[9] in quanto dal princeps provenivano tutti gli onori. Una volta ottenuta, questa onorificenza poteva essere sempre indossata. Il soldato decorato con la corona civica aveva un posto riservato vicino ai senatori in occasione degli spettacoli pubblici, e i senatori dovevano alzarsi al suo ingresso. La decorazione portava con s l'esenzione dai doveri pubblici per il soldato decorato, per suo padre e per il nonno paterno. Il cittadino salvato in battaglia doveva considerare il proprio salvatore come un parente, dovendogli quel rispetto e quelle obbligazioni che un figlio doveva al padre.
Corona civica
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Araldica
Il serto di quercia utilizzato anche in araldica e in particolar modo nell'araldica civica italiana, dove esso compare in forma di mezzo serto o ramo di quercia negli stemmi delle provincie accompagnato dal mezzo serto di alloro della corona trionfale.
Note
[1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] [8] [9] Ann., XII, 31 Plinio, xvi.3. Aulo Gellio, v.6. Seneca, i.26. Plinio, xvi.5. Salvare la vita ad un alleato non permetteva di ottenere questa onorificenza, neanche se l'alleato salvato era un re. Cicerone, 30. Polibio, vi.39. Tacito, xv.12
Bibliografia
Fonti primarie Aulo Gellio, Noctes atticae Cicerone, Pro Cn. Plancio Plinio il vecchio, Naturalis historia Polibio, Historiae Tacito, Annales Seneca, De clementia
Fonti secondarie William Smith, "Corona" (http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/secondary/SMIGRA*/ Corona.html), A Dictionary of Greek and Roman Antiquities, John Murray, 1875.
Altri progetti
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Origini
La pi antica associazione nobiliare era l'Unione della Nobilt d'Italia, costituita con rogito il 21 dicembre 1951, che sino al 1980, anno della fusione con il C.N.I, silenziosamente e discretamente svolse un'azione caritativa in favore dei nobili che non avevano mezzi di fortuna[9]. Il convegno internazionale di studi storico-araldici di Roma e Napoli del 1953, promosso dal Collegio araldico di Roma, vot all'unanimit un ordine del giorno "Per un ruolo della nobilt italiana", auspicando in linea di massima la formazione di un "ruolo nazionale" della nobilt italiana fondato sull'autorit dell'intero corpo nobiliare, nel quale dovevano essere accolte inoltre le famiglie i cui componenti sono in attuale possesso dei tradizionali caratteri e requisiti nobiliari morali e sociali[10]. Lo scopo espresso dai suoi fondatori stato quello di tutelare, almeno nel privato, i discendenti di coloro che ebbero la concessione di un titolo nobiliare, e pertanto anche di uno stemma gentilizio, o di cittadinanza, titoli privi oggi di valore legale e non riconosciuti dagli organi della Repubblica Italiana dopo l'entrata in vigore della Costituzione italiana nel 1948. Umberto II di Savoia, a quanto risulta, si compiaceva, in una lettera del 29 settembre 1954 rivolta al principe Guasco Gallarati che del Corpo della Nobilt Italiana sar il primo presidente, di riscontrare una formale richiesta di assenso di una rappresentanza del ceto nobiliare; in tale documento egli prendeva atto della volont, da parte dell'Organismo, gi definito nelle grandi linee e che si sarebbe costituito, di "tutela del patrimonio storico della Nobilt Italiana", la quale avrebbe voluto, "nelle tradizioni di dedizione alla Patria ed ai pi alti ideali, perpetuare il suo ricordo e continuare gli esempi"[11].
Corpo della nobilt italiana Dopo alcuni contrasti intervenuti fra il Collegio Araldico ed Emilio Guasco Gallarati di Bisio, nasceva a Roma il 3 marzo 1957 il Corpo della Nobilt Italiana. L'atto costitutivo venne rogato dal Notaio Silvio Mandelli di Torino in data 30 giugno 1958, repertorio n. 61082[12].
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Organizzazione
L'associazione, analogamente a quanto avvenuto in altri stati europei gi monarchici[13], strutturata come una rete di libere associazioni regionali che hanno lo scopo di tenere aggiornato privatamente l'Elenco Ufficiale della Nobilt Italiana, accertando, a tal fine, la validit degli attacchi genealogici di chi chiede esservi iscritto e di dare pareri in materia araldica[14]. L'associazione si attiene per questa funzione, per quanto non espressamente previsto dallo statuto associativo, alle leggi nobiliari che furono emanate ed applicate nel Regno d'Italia, quali sono riassunte nell'"Ordinamento dello Stato nobiliare italiano" del 1943[15], l'ultimo steso in materia[16][17].
Nel novembre 2010 l'associazione della Sardegna uscita dal Corpo della nobilt italiana a seguito di profonde divergenze in tema di riconoscimento di diritti nobiliari[19]. Ogni associazione regionale nomina al suo interno una ristretta "commissione araldico-genealogica regionale", che, in base allo statuto associativo, si assume il compito di esaminare i documenti storico-nobiliari presentati da una famiglia allo scopo di accertare la validit degli attacchi genealogici di chi chiede essere iscritto nei registri interni dell'associazione. Nelle intenzioni degli associati tali registri interni sono la continuazione e l'aggiornamento degli elenchi ufficiali nobiliari del Regno d'Italia[20]. Le commissioni delle varie associazioni regionali, a loro volta, nominano a livello nazionale una "Giunta araldica centrale" (GAC), con funzioni di coordinamento e di decisione definitiva sulle istanze in materia nobiliare. Tutti i membri delle 14 commissioni regionali formano, nel loro insieme, il "Consiglio araldico nazionale" (CAN), che secondo lo statuto dell'associazione ha il compito di rappresentare il ceto nobiliare italiano difendendone gli interessi
Corpo della nobilt italiana storici, morali ed ideali e tutelandone le tradizioni, le memorie e l'onore. Secondo alcuni[21], le decisioni delle commissioni regionali e della giunta centrale intendono riprodurre, in ambito privato e con i limiti conseguenti all'attuale non riconoscimento legale dei titoli nobiliari da parte dello Stato, le attribuzioni gi proprie della soppressa Consulta araldica, che avevano valore solamente consultivo. Attraverso la competenza in campo araldico dei consultori delle commissioni regionali, l'associazione si propone di tenere aggiornati gli elenchi nobiliari evitando abusi[22]. I provvedimenti degli organi dell'associazione non richiedono alcun pagamento e le certificazioni, rilasciate dal Consiglio araldico nazionale (CAN) sono pubblicate nella prima parte del Bollettino ufficiale del Corpo della nobilt italiana (periodico quinquennale)[23] e nei registri nobiliari compilati dalle commissioni araldico-genealogiche regionali che nelle intenzioni dell'associazione costituiscono l'aggiornamento e l'integrazione degli elenchi nobiliari regionali del Regno d'Italia[24]. L'associazione ha anche un circolo giovanile.[5]
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Corpo della nobilt italiana Il duca Maresca riteneva che i provvedimenti nobiliari di Umberto II di Savoia, posteriori all'esilio, avevano un valore quasi simile a quelli emanati da Francesco II delle Due Sicilie in Roma dal 1861 al '70. Si nota come, dopo aver regnato a Napoli e a Gaeta, il medesimo aveva mantenuto per vari anni nell'esilio di Roma un'apparenza di governo e pi rappresentenze diplomatiche, e non pertanto mancava dall'avvertenza di inserire nei decreti relativi la clausola secondo la quale gli stessi sarebbero divenuti esecutivi dopo la registrazione negli Archivi del Regno al ritorno nella capitale[35]. Esiste discussione Wikipedia:Uso delle fontise i provvedimenti pubblicati nei Bollettini dell'associazione siano tutti quelli effettivamente emessi da Umberto II; inoltre per gli ultimi provvedimenti in ordine cronologico (ultimi giorni del 1982 e 1983, anno della sua morte, periodo nel quale Umberto II non riusciva pi a firmare a causa delle sue gravissime condizioni di salute), qualche studioso ha avanzato dubbi sulla genuinit o, perlomeno, sulla contestualit all'atto del conferimento, delle firme apposte in calce alle patenti.Wikipedia:Uso delle fonti I provvedimenti emessi da Umberto II sono stati pubblicati sul Bollettino del Corpo della nobilt italiana da ultimo nel numero del 2004[36][37].
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Note
[1] Lorenzo Caratti di Valfrei, Araldica, Mondadori Editore, Milano 2008, p.143; Pier Felice degli Uberti La storia della tua famiglia, Giovanni De Vecchi Editore, Milano 1995 p.140. [2] [3] [4] [5] [6] Pier Felice degli Uberti La storia della tua famiglia, Giovanni De Vecchi Editore, Milano 1995 pag. 140. AA.VV. "Nobilt" Anno XIX Marzo-Aprile 2012 Milano Numero 107 pag. 150 Lorenzo Caratti di Valfrei "Araldica" Mondadori Milano 2008 pag. 143 Pagina Il CNI (http:/ / www. cnicg. net/ cosacni. asp) nel sito del Corpo della nobilt italiana - circolo giovanile Sentenza (http:/ / www. cortecostituzionale. it/ giurisprudenza/ pronunce/ scheda_indice. asp?sez=indice& Comando=LET& NoDec=101& AnnoDec=1967& TrmD=& TrmM=) 101 del 26 giugno 1967 della Corte costituzionale [7] Servizio araldica (http:/ / www. governo. it/ Presidenza/ cerimoniale/ onorificenze_araldica/ araldcaica/ servizio_araldica. html) sul sito web del Governo italiano [8] AA.VV., Grande enciclopedia, volume II. Istituto Geografico De Agostini, Novara 1989, p.277. [9] "Nobilt", Rivista di Araldica, Genealogia, Ordini Cavellereschi, pubblicazione bimestrale, anno XV, settembre-ottobre 2007, numero 80, pag. 413 [10] Giovanni Maresca di Serracapriola, "Nobilt", in Antonio Azara e Ernesto Eula Novissimo Digesto Italiano, volume XI. Torino 1976, p.288. [11] "Nobilt", anno XIX, marzo-aprile 2012, numero 107, pag. 151 [12] "Nobilt", Rivista di Araldica, Genealogia, Ordini Cavellereschi, pubblicazione bimestrale, anno XV, settembre-ottobre 2007, numero 80, pag. 416-417 [13] Commissione d'informazione e collegamento delle associazioni della nobilt europea (http:/ / www. cnicg. net/ cilane. asp) [14] Statuto del Corpo della nobilt italiana (http:/ / www. araldicasardegna. org/ statuto/ statuto. htm) [15] "Ordinamento dello Stato nobiliare italiano", approvato con regio decreto n.651 del 7 giugno 1943 (a partire dall'entrata in vigore della Costituzione della repubblica italiana disapplicato per le parti con essa incompatibili); Bollettino ufficiale del Corpo della nobilt italiana, anno I, n. 1, giugno 1958, p.42. [16] Giorgio Cansacchi, Consulta araldica, in Novissimo digesto italiano, volume IV, Torino 1950 (ristampa 1979), pp.355-356 [17] Statuto del Corpo della nobilt italiana (http:/ / www. araldicasardegna. org/ statuto/ statuto. htm) [18] Statuto del Corpo della nobilt italiana (http:/ / www. araldicasardegna. org/ statuto/ statuto. htm) [19] Notizia pubblicata sul sito dell'associazione sarda (http:/ / www. araldicasardegna. org/ indice. htm) AraldicaSardegna.org. [20] Statuto del Corpo della nobilt italiana (http:/ / www. araldicasardegna. org/ statuto/ statuto. htm) sul sito AraldicaSardegna.org [21] Giorgio Cansacchi, Predicati e titoli nobiliari, in Novissimo Ddigesto italiano, volume V, Torino 1984, appendice alle pp.1131-1133. [22] Giorgio Cansacchi, Consulta araldica, in Novissimo Digesto Italiano, volume IV. Torino, pag. 356. [23] Come si ottiene il riconoscimento di uno stemma gentilizio? (http:/ / www. biogenesis. it/ ottenimento. htm) sul sito BioGenesi.it. [24] Per iniziativi delle rispettive commissioni regionali sono stati gi pubblicati gli elenchi regionali di Sardegna, Liguria, Lombardia, Veneto, Modena e Reggio, Parma e Piacenza, Toscana, Sicilia. [25] La notizia riferita in una recensione (http:/ / www. iagi. info/ rivistanobilta/ RECENSIONI/ recensioni1996/ recensioni96-11. htm) di M. Gorra a un libro a cura del Corpo della nobilt italiana. [26] La prerogativa regia in Italia in materia nobiliare ed araldica, in Rivista araldica, 1962, p.270. [27] Statuto del Corpo della nobilt italiana (http:/ / www. araldicasardegna. org/ statuto/ statuto. htm) sul sito AraldicaSardegna.org. [28] Maresca della Salandra Il Corpo della nobilt italiana e la regia prerogativa, Roma, 1966. [29] Sito del CILANE (http:/ / www. cnicg. net/ cilane. asp) [30] Giorgio Cansacchi, Predicati e titoli nobiliari, in Novissimo digesto italiano, volume V, Torino 1984, appendice a p.1133
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Bibliografia
Giorgio Cansacchi, Consulta araldica, in Novissimo digesto italiano, volume IV, Torino 1950 (ristampa 1979), pagg. pp.354-356. Giorgio Cansacchi, Predicati e titoli nobiliari, in Novissimo digesto italiano, volume V, Torino 1984, appendice alle pp.1131-1133. Enrico Genta, "Titoli nobiliari", in AA.VV., Enciclopedia del diritto, volume XLIV., Varese 1992, pp.674-680.
Voci correlate
Consulta araldica Prerogative degli ordini cavallereschi Ordini non nazionali
Collegamenti esterni
Elenco delle famiglie che hanno avuto un riconoscimento di titoli o attributi nobiliari dal Corpo della nobilt italiana (https://docs.google.com/viewer?a=v&pid=sites& srcid=ZGVmYXVsdGRvbWFpbnxjbHViYW5ub2JpdHxneDoyYmNjNDc4NTI0NWQxYzA2)
Croce di Malta
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Croce di Malta
La croce di Malta, nota anche come croce di san Giovanni, fu simbolo della repubblica marinara di Amalfi almeno sin dallXI secolo, come confermano alcuni tar amalfitani del 1080 sui quali campeggia chiaramente tale croce. Il simbolo unicode corrispondente U+2720 ().
Struttura
Il simbolo una croce ottagona (cio di otto punte) di origine bizantina, risalente, con ogni probabilit, al VI secolo. Il suo disegno basato sulle croci usate sin dalla prima crociata. Le sue 8 punte possono simboleggiare le beatitudini secondo san Matteo: Beati i poveri in spirito, perch di essi il Regno dei cieli Beati i miti, perch possiederanno la Terra Beati gli afflitti, perch saranno consolati Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, perch saranno saziati Beati i misericordiosi, perch troveranno misericordia Beati i puri di cuore, perch vedranno Dio Beati gli operatori di pace, perch saranno chiamati figli di Dio Beati i perseguitati per amore della giustizia, perch di essi il regno dei cieli
oppure alcune importanti virt cristiane: Lealt Piet Franchezza Coraggio Gloria ed onore Disprezzo per la morte Solidariet verso i poveri ed i malati Rispetto per la Chiesa
L'insegna di un fratello servente del Venerabile Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme
possono anche rappresentare le 8 nazionalit di provenienza dei Cavalieri di San Giovanni oppure gli 8 princpi che dovevano rispettare gli antichi cavalieri: spiritualit semplicit umilt
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La Sacra Croce Ottagona degli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme di colore Bianco: il colore della Purezza delle Beatitudini. Essa fu dapprima adottata come simbolo distintivo da un gruppo di Monaci guidato dal Beato Fr Gerardo Sasso, nativo di Scala di Amalfi, Benedettino della Abbazia di Cava. Questi Santi Uomini presero ad occuparsi delle sofferenze dei Pellegrini sulle vie della Terra Santa. Testimonianze molteplici della Loro presenza e del Loro operato si possono ancora oggi trovare ben evidenti lungo le antiche vie e i sentieri che collegano il Tirreno centro meridionale all'Adriatico pugliese. Realizzarono il primo Ospedale della storia, l'Ospedale di San Giovanni nella Citt Santa di Gerusalemme. Per fronteggiare le continue violenze ed aggressioni subite dai pellegrini da parte di briganti e tagliagole, Fr Gerardo venne successivamente autorizzato ad organizzare i monaci in armi, provvedendo alla difesa dei poveri viandanti. Il Santo Padre Pasquale II sanc lo status di Monaci Cavalieri e, di fatto, la nascita dell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, successivamente denominato "dei Cavalieri di Malta, Cipro e Rodi", con la bolla papale "Pie Postulatio Voluntatis " nell'a.d. 1113. Questo venne reso possibile anche in virt delle modifiche apportate, nel frattempo, alla "Regola Benedettina", che governava la vita e le attivit dei Monaci di San Giovanni, da San Bernardo di Chiaravalle, modificazioni che consentirono per l'appunto di assumere la difesa in armi dei pellegrini inermi da parte dei monaci. La grandiosa Storia dei Monaci Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme ebbe cos inizio. Circa settecento anni dopo avvenne la terribile diaspora dovuta alla resa dell'Ordine ai bonapartisti, decisione assunta dall'allora Gran Maestro Von Hompesch al fine di evitare di esporre i Cavalieri alle persecuzioni napoleoniche. Questo atto sanc purtroppo la fine dell'unit dell'Ordine, favorendone la scissione in due tronconi ancora oggi separati. L'uno, l'OSJ /SOSJ, trov, ed ancor oggi conserva, una propria collocazione presso i Patriarcati delle Chiese Cristiane d'Oriente ed in particolare la Chiesa Ortodossa Russa nonch nel Continente Nord Americano (l'OSSJ/SOSJ beneficia tutt'oggi dell'Alta Protezione della Casa Imperiale di Russia e del prestigioso Riconoscimento Ufficiale sancito dal Congresso degli Stati Uniti d'America), l'altro, lo SMOM, nato nel 1803 per volere del Santo Padre a difesa della Santa Sede, sicuramente il ramo oggi pi potente e conosciuto dei Cavalieri di San Giovanni vivendo da oltre 200 anni in una totale simbiosi con la Chiesa di Roma. Da Essa ha ricevuto l'imprimatur che ha consentito al Sovrano Ordine Militare di Malta di ottenere la extraterritorialit, divenendo cos uno Stato Sovrano Riconosciuto a tutti gli effetti. Le Sue meritorie attivit umanitarie a suffragio dei sofferenti e dei bisognosi svolte dai Cavalieri del Sovrano Ordine Militare di Malta in ogni continente, nonch la saggezza dimostrata nell'adempiere agli incarichi ricevuti servendo la Santa Chiesa Cattolica, hanno fatto s che lo SMOM abbia ottenuto riconoscimenti a livello globale e l'alto onore del Seggio di "Osservatore" alle Nazioni Unite il 24 Agosto del 1994.Tutto questo splendore, assolutamente meritato, dello SMOM non dovrebbe per far dimenticare, agli storici ed ai saggisti che ancora oggi, in modo pi silenzioso e senza chiedere visibilit, continuano la Loro opera i Cavalieri dell'OSJ/SOSJ, nel solco tracciato mille anni or sono dal Beato Gerardo Fondatore dell'Ordine dei Monaci Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme. un cammino lontano dai clamori delle cronache, al servizio dei pi umili e bisognosi, perseguendo nel nome di Cristo l'anelito che ispir Fr Gerardo: Pro Fide Pro Utilitate Hominum.
Croce di Malta Esso fu scelto come simbolo dell'Ordine dei Cavalieri Ospitalieri, l'ordine monastico-cavalleresco fondato da mercanti amalfitani e salernitani a Gerusalemme. Questi avevano la loro casa principale nell'antico monastero di San Giovanni, da cui successivamente assunsero il nome di Cavalieri giovanniti e la croce stessa assunse il nome di san Giovanni. I Cavalieri, chiamati anche Giovanniti, oltre a servire i bisognosi in piccoli ospedali ed ostelli, difendevano i pellegrini dai frequenti attacchi dei musulmani. A seguito della sconfitta dell'alleanza cristiana, i cavalieri furono costretti a spostarsi a Cipro dove si era stabilito il re latino di Gerusalemme. Di qui, su ispirazione del Papa che chiamava ad una nuova crociata, attaccarono Rodi nominalmente dell'Impero bizantino ma in mano ai turchi, conquistandola. Qui, ben accettati dai rodioti cristiani si stabilirono diventando un singolare stato retto da monaci guerrieri e la denominazione dell'Ordine divenne Ordine di San Giovanni di Gerusalemme detto di Rodi ovvero, e brevemente venivano chiamati Cavalieri di Rodi. Successivamente, scacciati da Rodi con l'onore delle armi concesso dai turchi, dopo alcune peregrinazioni trovarono sede a Malta, concessa loro dall'imperatore Carlo V e di cui divennero governatori, divenendo quindi l'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme detto di Rodi detto di Malta ovvero brevemente Ordine di Malta e la croce divenne quindi da allora nota come Croce di Malta. In realt essa avrebbe dovuto chiamarsi croce di Amalfi per i suoi contenuti storico-araldici e visto che ancora oggi ne il simbolo. La croce di Malta rimane ancora oggi il simbolo del Sovrano Militare Ordine di Malta. Nei secoli recenti stata adottata come insegna di numerosi ordini della Cavalleria, ed appare sull'insegna del distretto tedesco (Pomerania occidentale) di Mecklenburg-Strelitz. In Australia la Croce di Malta parte dell'emblema del Queensland. Nel Regno Unito, la croce di Malta il simbolo del Reggimento dei Fucilieri (Rifle Regiments) e di altri corpi militari simili. La Croce di Malta forma pure la base del disegno dell'Ordine di Bath. In Svezia la croce di Malta la forma di base di tutti gli ordini regali. La provincia di Salerno la usa nel proprio stemma dal 15 ottobre 2010
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Gli stemmi dei seguenti comuni riportano nella loro blasonatura la croce Ottagona: Amalfi (SA): diviso in tre parti: la prima in alto a sinistra di forma quadrata, fondo azzurro con una banda obliqua di colore rosso; la seconda, in alto a destra di forma quadrata riportante la bandiera della Repubblica marinara di Amalfi; la terza parte in basso, di forma rettangolare con il mare, il cielo e al centro una bussola sostenuta da quattro ali dorate e alla sommit una cometa Aicurzio (MB): d'azzurro, alla Croce Ottagona d'argento; nel canton sinistro del capo un fiamma al naturale caricata da due spade d'argento poste in decusse con le punte all'ingi , Rolo (RE): Dargento a tre croci ottagone poste in palo una sullaltra; dazzurro la prima e la terza, di rosso la seconda, degradanti dalla inferiore alla superiore ,
Croce di Malta San Giovanni di Gerace (RC): Di rosso alla croce ottagona d'argento . Fasano (BR): Scudo di forma sannitica, sovrapposto a Croce Ottagona bianca, d'azzurro al colombaccio (o faso) al naturale collarinato con stella d'oro sul capo sovrastante tre colli Gizzeria (CZ): D'azzurro a San Giovanni Battista accompagnato in punta da un agnello e in capo da una croce ottagona biforcata Murello (CN): Partito: il PRIMO, di azzurro, alla torre del maniero di Murello, di rosso, mattonata di nero, coperta di rosso, con sei finestre di nero, tre in alto, poste in fascia, due in basso e in palo a sinistra, l'ultima in basso a destra in fascia con la quinta finestra, essa torre fondata sulla pianura d'oro; il SECONDO, di rosso, alla croce ottagona d'argento. Ornamenti esteriori da Comune Rod Milici (ME): Tagliato di azzurro e di rosso, alla sbarra ristretta, inchiavata d'argento e d'oro; nel primo riquadro alla ruota dentata d'argento, attraversata in palo da una spiga di grano d'oro; nel secondo riquadro alla croce ottagona d'argento. Ornamenti esteriori da Comune Blufi (PA): Di cielo, al sole d'oro, accompagnato in punta dal ponte di due archi, d'oro, murato di nero, con ampie spallette uscenti dai lembi e con le luci dl campo, fondato sulla campagna di azzurro, fiancheggiata a destra e a sinistra di verde. Il tutto sotto il capo di verde, caricato dalla croce ottagona, di argento. Ornamenti esteriori da Comune Ronchis (UD): Trinciato, nel 1 di azzurro al leone d'oro; nel 2 di rosso alla croce ottagona San Mauro la Bruca (SA): di rosso alla croce ottagona d'argento, alla bordura troncata di oro e di azzurro. Ornamenti esteriori da comune considerata uno dei simboli nazionali di Malta ed appariva su alcune monete locali oggi scomparse. A partire dal 1 gennaio 2008, la croce di Malta raffigurata sul retro delle monete da uno e due euro maltesi.
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Croci simili
In araldica altre croci ottogone con la coda di rondine sono presenti in altri Ordini religiosi Cavallereschi quali l'Ordine di San Lazzaro -e dal Duca Emanuele Filiberto di Savoia ripreso parzialmente nell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro- e successivamente in epoca postcrociata durante il XVI secolo l'Ordine di Santo Stefano Papa e Martire costituito da Cosimo I de' Medici ed approvato da Pio IV nel 1561 (croce rossa ottagona). Altre croci con le braccia allargate sono spesso erroneamente denominate "maltesi" (che si possono definire se costituite da quattro code di rondine rettilinee). La Croce nestoriana pure molto simile a questa. La croce ugonotta vi si , probabilmente, ispirata. Vedi anche croce potenziata, croce di Gerusalemme e croce araldica.
Altri progetti
Commons [1] contiene immagini o altri file su Croce di Malta [1]
Collegamenti esterni
(EN) History of the Maltese cross [2] (EN) History of the firefighters cross [3] (EN) Simple method of sketching the cross neatly [4] (IT,EN,FR,ES,DE) Sito Ufficiale dell'Ordine di Malta [5]
Croce di Malta
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Note
[1] [2] [3] [4] [5] http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Category:Maltese_cross?uselang=it http:/ / www2. prestel. co. uk/ church/ oosj/ cross. htm http:/ / www. local1259iaff. org/ maltesecross. html http:/ / www. metacafe. com/ watch/ 334345/ 8_pointed_trick/ http:/ / www. orderofmalta. int
Una figura
La figura che compare isolata nello scudo posta, abitualmente, nel centro dello scudo e tale posizione non va blasonata. Deve invece essere precisata una posizione diversa che, peraltro, coincide sempre con uno dei punti dello scudo.
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Due figure
Due elementi sono normalmente disposti fianco a fianco (in fascia) se sono pi larghi che alti, sovrapposti (in palo) nel caso contrario. Due figure lunghe possono essere poste in decusse. Quando due elementi accompagnano una pezza lunga sono, abitualmente, disposti ai due lati della stessa.
Tre figure
Tre elementi sono normalmente posti due, uno, a meno che non siano molto larghi o molto alti. Le figure disposte uno, due sono dette male ordinate. Sono possibili anche le disposizioni in fila lungo una stessa retta, che deve allora corrispondere ad una delle pezze onorevoli individuate dalle direzioni araldiche.
tre armellini d'argento, con la punta della coda nera, posti in fascia e ordinati in palo
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Tre elementi che accompagnano uno scaglione sono disposti 2 in capo e 1 in punta.
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Quattro figure
Quattro elementi sono normalmente disposti due, due, cio in quadrato, ma possono assumere la posizione uno, due, uno che ha la forma di un rombo. Pi rara la disposizione in fila. Talora delle figure lunghe possono essere poste, affrontate, a formare una croce. Quattro figure possono comparire accantonate ad una croce, sia normale che in decusse: in questo caso sono disposte nei cantoni della croce.
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Anche quattro elementi possono caricare un capo e, in tal caso, essere ordinati in fascia.
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Cinque figure
Cinque elementi si dispongono normalmente uno, tre, uno, a formare una croce, o due, uno, due a formare una croce di Sant'Andrea (o decusse). Si trova anche la disposizione (2, 2, 1).
Sei figure
La disposizione ordinaria tre, due, uno, ma sono possibili anche le disposizioni in fascia tre, tre o in palo due, due, due. Molto rara la disposizione in fila che compare, quasi esclusivamente, nel caso di sei elementi che caricano un capo o che sono ordinati in fascia nel capo..
sei armellini d'argento con la punta della coda nera, posti in palo 2, 2 e 2
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Sette figure
Sette elementi si dispongono normalmente tre, tre, uno, ma pu comparire anche la disposizione (1, 2, 1, 2, 1) particolarmente quando si vuol simulare una disposizione in orlo con un elemento centrale. Utilizzata anche la disposizione (2, 3, 2). La disposizione (4, 3) si trova solo con carichi stretti e alti.
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Otto figure
La disposizione pi frequente per otto elementi la (2, 2, 2, 2). Si trovano anche otto elementi disposti in cerchio.
Nove figure
Nove elementi si dispongono normalmente tre, tre, tre, ma compare spesso anche la disposizione tre, tre, due, uno che deriva probabilmente dalla necessit di inserire nove elementi in uno scudo a punta del tipo francese antico.
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Dieci figure
Dieci elementi si dispongono normalmente tre, tre, tre, uno.
Undici figure
Undici elementi si dispongono normalmente quattro, quattro, tre. Si incontra anche la disposizione tre, tre, tre, due.
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Dodici figure
Dodici elementi si dispongono normalmente quattro, quattro, quattro. Si incontra anche la disposizione cinque, quattro, tre.
Bibliografia
Vedi Bibliografia sull'araldica
Divisa (araldica)
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Divisa (araldica)
Un motto una frase, o una collezione di parole intese a descrivere le motivazioni o le intenzioni di un gruppo sociale o di un'organizzazione. Molte nazioni, universit e altre istituzioni hanno un motto, cos come i casati nobiliari. I motti sono tradizionalmente in latino, ma possono essere anche in altre lingue, soprattutto nell'araldica moderna; ad esempio, il motto dell'Universit delle Hawaii in hawaiano, e quello di Nunavut in inuktitut. Quando sostenuto da humour, il motto pu trasformarsi in freddura, destando ilarit.
Motti
In questi ambiti, in prima approssimazione, si possono definire motti le brevi frasi che accompagnano gli stemmi (o armi) e alludono a eventi particolarmente importanti o a caratteristiche significative della famiglia o del personaggio o del corpo armato titolare dello stemma. In base all'art. 109 dell'ultimo Regolamento per la Consulta Araldica del Regno, approvato con regio decreto 7 giugno 1943 n. 652 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno del 24 luglio 1943, n. 170, supplemento ordinario ed allegato al numero del luglio-dicembre 2008 della Rivista Nobiliare): i motti si scrivono sopra liste bifide e svolazzanti, smaltate come nel campo dello scudo e scritte con lettere maiuscole romane. Di regola si collocano sotto la punta dello scudo. Per il successivo art. 110: si rispettano le tradizioni storiche per i motti scritti con caratteri speciali e per i gridi d'armi. Per l'art. 111: nelle concessioni i motti saranno o italiani o latini, non scritti con lettere arcaiche.
Divise
Sono invece definite divise le frasi (o talvolta le figure) che esprimono in maniera allegorica e breve qualche pensiero o qualche sentenza.
Imprese
Quando la divisa costituita da una figura accompagnata da parole si usa pi propriamente il termine di impresa. In questo caso la figura detta anche corpo mentre le parole sono dette anima dell'impresa, a significare che quello che d vita al corpo. Per la dottrina pi autorevole [1], l'impresa pu essere di corpo o d'anima. di corpo quando consiste in una figura simbolica posta in cimiero che sostiene un motto. d'anima quando, posta in fascia sotto lo scudo, consiste in una sentenza od una frase allegorica inerente all'arma. L'impresa di casa Savoia FERT, di Cesare Borgia AUT CAESAR AUT NIHIL, dei Rothschild CONCORDIA, INTEGRITA' INDUSTRIA, dei LusernaAiuto:Chiarezza LUX IN TENEBRIS LUCET.
Blasonatura araldica dei Gonzaga successiva al 1530. Vi si riconosce la corona ducale sormontata dalla parola fides (fede) che si riferisce al titolo ducale concesso dall'imperatore Carlo V e la scritta in greco Olimpos (Olimpo) che si riferisce all'impresa dell'Olimpo di Federico II Gonzaga.
Divisa (araldica)
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Analoghi ai motti sono i gridi di guerra, , detti anche gridi d'arme , costituiti da parole o brevi frasi che esortavano i combattenti in battaglia, e che sono scritti su listelli svolazzanti posti al di sopr a dell'elmo o dello scudo. Il grido di guerra trova la propria origine nei tornei e nelle giostre durante i quali gli araldi pronunciavano il grido di ciascun cavaliere al suo ingresso in campo onde egli fosse riconosciuto. In battaglia lo si usava in segno di raccolta o di incitamento: in Italia SAVOIA, in Francia MONT JOIE, in Spagna SANTIAGO, i primi crociati DIEU LE VOLT. Questo grido, dice il Ginanni, deve essere un motto conciso in una, due, o tre parole, posto in cima all'arme. Il Mnstrier divide i gridi dell'arme in otto categorie, cio di decisione, di risoluzione, di invocazione, di sfida, di combattimento, di esortazione, di gioia, di avvenimento e di raccolta. Il Crollalanza vi aggiunge ancora, molto opportunamente, il grido di protezione, di orgoglio, di amore e quello allusivo all'arme[2].
Note
[1] (PIERO GUELFI CAMAJANI,Dizionario Araldico, Manuali Hoepli, 1940, pp.311312) [2] (PIERO GUELFI CAMAJANI, Dizionario Araldico, Manuali Hoepli, 1940, p.299)
Voci correlate
Elenco di motti nazionali Motti presenti nelle armi delle famiglie italiane Lista di gridi di guerra
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Divisa (araldica)
363
Collegamenti esterni
Motto (http://thes.bncf.firenze.sbn.it/termine.php?id=15168) in Tesauro del Nuovo Soggettario (http:// thes.bncf.firenze.sbn.it/), BNCF, marzo 2013. Questa voce inclusa nel libro di Wikipedia Aforisti Occidentali.
Elisei
La famiglia Elisei una famiglia di origine nobile, insignita del titolo di marchese e diffusa nel Centro Italia e, in particolare, nelle regioniToscana, Marche ed Umbria.
Elmo corinzio
364
Elmo corinzio
L'elmo corinzio (in greco antico , traslitterato in krys korivthn, in greco ) nasce nell'antica Grecia e prende il nome da Corinto. Era un tipo di elmo di bronzo che nella sua forma tarda copriva tutta la testa ed il collo, con delle fessure per occhi e bocca. Una grande proiezione ricurva proteggeva la nuca, in modo simile alla galea romana ed al morione dei conquistadores o allo Stahlhelm tedesco. L'elmo offriva ottima protezione in battaglia, ma impediva significativamente vista e udito, per cui, quando non c'era un combattimento, per comodit l'oplite greco lo indossava ruotato indietro sulla nuca (come la dea Atena in molte raffigurazioni). Questa abitudine port a una seria di varianti in Italia, dove le fessure erano quasi chiuse, dato che il casco non era pi calato sul viso ma indossato come un copricapo. Anche se l'elmo corinzio classico cadde in disuso presso i Greci a favore di tipi pi aperti, i tipi italo-corinzi rimasero in uso fino al I secolo d.C., essendo utilizzato, tra gli altri, dall'esercito romano. Nell'antica Roma venne introdotto o dagli Etruschi o dai popoli della Magna Grecia, ma, a causa del suo costo molto alto, veniva utilizzato solo dai cittadini romani pi facoltosi.
Elmo corinzio di bronzo , ca. 500 a.C., Staatliche Antikensammlungen (Inv. 4330)
Voci correlate
Elmo attico Elmo beotico Elmo calcidico Elmo frigio
Elmo corinzio
365
Altri progetti
Commons [1] contiene immagini o altri file su Elmo corinzio [1]
Collegamenti esterni
Racconto di Erodoto sulle donne-guerriere libiche con gli elmi corinzi [2] (Perseus Project) Elmi corinzi provenienti dall'Italia [3]
Portale Antica Grecia Portale Guerra
Note
[1] http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Category:Corinthian_helmets?uselang=it [2] http:/ / www. perseus. tufts. edu/ cgi-bin/ ptext?lookup=Hdt. + 4. 180. 1 [3] http:/ / www. freewebtown. com/ italica/ italic_military/ general_italic/ armor/ helmets/ corinthian. html
Gli ibridi
Un modo usato di frequente per creare esseri immaginari consiste nell'associare due specie per met: oltre le specialit araldiche come il francolin (mezzo gallo e mezzo tacchino), si ritrovano numerosi classici: centauro e il suo omologo femminile, meno classico: centauressa (o centaurella), chimera, grifone, arpia, horus, minotauro, sfinge, ippogrifo, ecc. In assenza di un nome specifico, ogni composizione che rappresenta un animale una cui parte stata presa in prestito da un'altra specie, blasonata mostro o mostruosa.
366
I mostri marini
Si tratta di ibridi tra pesci (da cui prendono la coda) e specie terrestri (per il resto). Un tale ibrido detto marinato. Tenendo conto di una credenza secondo la quale ogni essere terrestre ha un suo corrispondente marino, probabile che il classificare le composizioni marinate nelle figure chimeriche sia sintomo di una visione moderna. Celebre e frequente: la donna marinata sirena e la sua variante melusina. L'uomo marinato poco frequente. Lo si trova in Inghilterra, soprattutto negli ornamenti esteriori dello scudo. Se il suo omologo femminile attraente per natura, lui spaventoso e ripugnante. Pu essere rivestito da un'armatura. pi frequente nella versione tritone, che tiene un tridente e soffia in una conchiglia per provocare le tempeste.
Le composizioni complesse
Oltre i classici come i vari draghi (che diventano anche mostruosi con una testa umana, si trovano delle composizioni tipicamente araldiche: pantera : corpo di leone, testa di cavallo, corna e zampe di toro (talvolta le zampe anteriori sono degli artigli d'aquila). Vomita fiamme dalla gola e dalle orecchie... tigre : leone dal muso allungato, con corna rivolte verso il basso e zanne di cinghiale; antilope : corpo di cervo, testa di drago con corna diritte (antilope dell'araldica inglese).
Principali figure
Le principali figure araldiche chimeriche sono: Anfesibena (o Anfisbena) Anfittero (o Python) Antilope Arpia Basilisco Centaurella (o Centauressa) Centauro Cerbero Chimera
Figura araldica chimerica Cupido Drago Fenice Gerione Giano Grifone Horus Idra Ippogrifo Liocorno Medusa Melusina Mida Minotauro Pantera Pegaso Salamandra Sfinge Sirena Tigre Tritone Uomo marinato Viverna
367
Collegamenti esterni
Sito di araldica inglese con una vasta raccolta di figure araldiche chimeriche [1]
Note
[1] http:/ / www. dictionaryofheraldry. com/ Monsters. htm
Fons honorum
368
Fons honorum
Il termine latino fons honorum (fonte degli onori) unespressione che si riferisce al legittimo diritto che ha un capo di stato, in virt della sua posizione ufficiale, di insignire di titoli nobiliari o ordini cavallereschi o di merito altre persone.
Origine
Durante lAlto Medioevo, i cavalieri europei erano essenzialmente guerrieri in armatura e a cavallo: era una pratica comune che i comandanti dei cavalieri conferissero il rango di cavaliere ai loro migliori soldati, che a loro volta avevano il diritto di conferire la stessa dignit ad altri che lavessero meritato. Questo sistema con cui si trasmetteva la dignit del cavaliere cominci a cambiare durante le Crociate, quando sorsero gli Ordini religiosi cavallereschi: ai cavalieri appartenenti a questi ordini, limitati e vincolati dal voto di obbedienza verso il Gran Maestro dellordine, era proibito armare cavalieri altre persone. Questa forma di trasmissione del rango di cavaliere fu particolarmente gradita ai sovrani, come modo per garantirsi le fedelt dei cavalieri alla propria causa; a questo scopo i monarchi fecero proprio i Gran Magisteri degli attuali ordini cavallereschi, o ne crearono di propri. Dopo la fine del feudalesimo e la nascita degli stati nazionali, sia gli ordini cavallereschi che i titoli nobiliari (nelle monarchie) divennero di dominio e propriet unica del sovrano (o del capo di stato) che se ne serv per ricompensare i propri leali e meritevoli sudditi (o cittadini). In altre parole, i sovrani e capi di stato divennero fons honorum delle proprie nazioni.
Situazione attuale
Contrariamente a una diffusa credenza popolare, essere creato nobile o cavaliere non d a una persona il diritto di conferire titoli nobiliari od Ordini a terzi. Considerati i precedenti storici degli ordini cavallereschi sopraddetti, nessuna persona od organizzazione, tranne che il capo di uno stato, pu essere fons honorum: persone e organizzazioni che non sono capi di stato, capi di dinastie non pi regnanti possono conferire determinati onori soltanto con il permesso esplicito della fons honorum da cui essi stessi dipendono. Per esempio, nel Regno Unito, dove la fons honorum il monarca, alcune societ hanno il permesso sovrano di conferire medaglie, ma queste devono essere portate sulla parte destra del petto. In Francia, invece, a parte rare eccezioni, non concesso indossare insegne di ordini e medaglie non governative. Il papa, in quanto capo della Chiesa Cattolica e sovrano dello Stato della Citt del Vaticano considerato fons honorum.
Voci correlate
Prerogative degli ordini cavallereschi Ordini non nazionali
Grido di guerra
369
Grido di guerra
Un motto una frase, o una collezione di parole intese a descrivere le motivazioni o le intenzioni di un gruppo sociale o di un'organizzazione. Molte nazioni, universit e altre istituzioni hanno un motto, cos come i casati nobiliari. I motti sono tradizionalmente in latino, ma possono essere anche in altre lingue, soprattutto nell'araldica moderna; ad esempio, il motto dell'Universit delle Hawaii in hawaiano, e quello di Nunavut in inuktitut. Quando sostenuto da humour, il motto pu trasformarsi in freddura, destando ilarit.
Motti
In questi ambiti, in prima approssimazione, si possono definire motti le brevi frasi che accompagnano gli stemmi (o armi) e alludono a eventi particolarmente importanti o a caratteristiche significative della famiglia o del personaggio o del corpo armato titolare dello stemma. In base all'art. 109 dell'ultimo Regolamento per la Consulta Araldica del Regno, approvato con regio decreto 7 giugno 1943 n. 652 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno del 24 luglio 1943, n. 170, supplemento ordinario ed allegato al numero del luglio-dicembre 2008 della Rivista Nobiliare): i motti si scrivono sopra liste bifide e svolazzanti, smaltate come nel campo dello scudo e scritte con lettere maiuscole romane. Di regola si collocano sotto la punta dello scudo. Per il successivo art. 110: si rispettano le tradizioni storiche per i motti scritti con caratteri speciali e per i gridi d'armi. Per l'art. 111: nelle concessioni i motti saranno o italiani o latini, non scritti con lettere arcaiche.
Divise
Sono invece definite divise le frasi (o talvolta le figure) che esprimono in maniera allegorica e breve qualche pensiero o qualche sentenza.
Imprese
Quando la divisa costituita da una figura accompagnata da parole si usa pi propriamente il termine di impresa. In questo caso la figura detta anche corpo mentre le parole sono dette anima dell'impresa, a significare che quello che d vita al corpo. Per la dottrina pi autorevole [1], l'impresa pu essere di corpo o d'anima. di corpo quando consiste in una figura simbolica posta in cimiero che sostiene un motto. d'anima quando, posta in fascia sotto lo scudo, consiste in una sentenza od una frase allegorica inerente all'arma. L'impresa di casa Savoia FERT, di Cesare Borgia AUT CAESAR AUT NIHIL, dei Rothschild CONCORDIA, INTEGRITA' INDUSTRIA, dei LusernaAiuto:Chiarezza LUX IN TENEBRIS LUCET.
Blasonatura araldica dei Gonzaga successiva al 1530. Vi si riconosce la corona ducale sormontata dalla parola fides (fede) che si riferisce al titolo ducale concesso dall'imperatore Carlo V e la scritta in greco Olimpos (Olimpo) che si riferisce all'impresa dell'Olimpo di Federico II Gonzaga.
Grido di guerra
370
Analoghi ai motti sono i gridi di guerra, , detti anche gridi d'arme , costituiti da parole o brevi frasi che esortavano i combattenti in battaglia, e che sono scritti su listelli svolazzanti posti al di sopr a dell'elmo o dello scudo. Il grido di guerra trova la propria origine nei tornei e nelle giostre durante i quali gli araldi pronunciavano il grido di ciascun cavaliere al suo ingresso in campo onde egli fosse riconosciuto. In battaglia lo si usava in segno di raccolta o di incitamento: in Italia SAVOIA, in Francia MONT JOIE, in Spagna SANTIAGO, i primi crociati DIEU LE VOLT. Questo grido, dice il Ginanni, deve essere un motto conciso in una, due, o tre parole, posto in cima all'arme. Il Mnstrier divide i gridi dell'arme in otto categorie, cio di decisione, di risoluzione, di invocazione, di sfida, di combattimento, di esortazione, di gioia, di avvenimento e di raccolta. Il Crollalanza vi aggiunge ancora, molto opportunamente, il grido di protezione, di orgoglio, di amore e quello allusivo all'arme[2].
Note
[1] (PIERO GUELFI CAMAJANI,Dizionario Araldico, Manuali Hoepli, 1940, pp.311312) [2] (PIERO GUELFI CAMAJANI, Dizionario Araldico, Manuali Hoepli, 1940, p.299)
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Elenco di motti nazionali Motti presenti nelle armi delle famiglie italiane Lista di gridi di guerra
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Grido di guerra
371
Collegamenti esterni
Motto (http://thes.bncf.firenze.sbn.it/termine.php?id=15168) in Tesauro del Nuovo Soggettario (http:// thes.bncf.firenze.sbn.it/), BNCF, marzo 2013. Questa voce inclusa nel libro di Wikipedia Aforisti Occidentali.
Impresa (araldica)
Un motto una frase, o una collezione di parole intese a descrivere le motivazioni o le intenzioni di un gruppo sociale o di un'organizzazione. Molte nazioni, universit e altre istituzioni hanno un motto, cos come i casati nobiliari. I motti sono tradizionalmente in latino, ma possono essere anche in altre lingue, soprattutto nell'araldica moderna; ad esempio, il motto dell'Universit delle Hawaii in hawaiano, e quello di Nunavut in inuktitut. Quando sostenuto da humour, il motto pu trasformarsi in freddura, destando ilarit.
Motti
In questi ambiti, in prima approssimazione, si possono definire motti le brevi frasi che accompagnano gli stemmi (o armi) e alludono a eventi particolarmente importanti o a caratteristiche significative della famiglia o del personaggio o del corpo armato titolare dello stemma. In base all'art. 109 dell'ultimo Regolamento per la Consulta Araldica del Regno, approvato con regio decreto 7 giugno 1943 n. 652 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno del 24 luglio 1943, n. 170, supplemento ordinario ed allegato al numero del luglio-dicembre 2008 della Rivista Nobiliare): i motti si scrivono sopra liste bifide e svolazzanti, smaltate come nel campo dello scudo e scritte con lettere maiuscole romane. Di regola si collocano sotto la punta dello scudo. Per il successivo art. 110: si rispettano le tradizioni storiche per i motti scritti con caratteri speciali e per i gridi d'armi. Per l'art. 111: nelle concessioni i motti saranno o italiani o latini, non scritti con lettere arcaiche.
Impresa (araldica)
372
Divise
Sono invece definite divise le frasi (o talvolta le figure) che esprimono in maniera allegorica e breve qualche pensiero o qualche sentenza.
Imprese
Quando la divisa costituita da una figura accompagnata da parole si usa pi propriamente il termine di impresa. In questo caso la figura detta anche corpo mentre le parole sono dette anima dell'impresa, a significare che quello che d vita al corpo. Per la dottrina pi autorevole [1], l'impresa pu essere di corpo o d'anima. di corpo quando consiste in una figura simbolica posta in cimiero che sostiene un motto. d'anima quando, posta in fascia sotto lo scudo, consiste in una sentenza od una frase allegorica inerente all'arma. L'impresa di casa Savoia FERT, di Cesare Borgia AUT CAESAR AUT NIHIL, dei Rothschild CONCORDIA, INTEGRITA' INDUSTRIA, dei LusernaAiuto:Chiarezza LUX IN TENEBRIS LUCET.
Blasonatura araldica dei Gonzaga successiva al 1530. Vi si riconosce la corona ducale sormontata dalla parola fides (fede) che si riferisce al titolo ducale concesso dall'imperatore Carlo V e la scritta in greco Olimpos (Olimpo) che si riferisce all'impresa dell'Olimpo di Federico II Gonzaga.
Analoghi ai motti sono i gridi di guerra, , detti anche gridi d'arme , costituiti da parole o brevi frasi che esortavano i combattenti in battaglia, e che sono scritti su listelli svolazzanti posti al di sopr a dell'elmo o dello scudo. Il grido di guerra trova la propria origine nei tornei e nelle giostre durante i quali gli araldi pronunciavano il grido di ciascun cavaliere al suo ingresso in campo onde egli fosse riconosciuto. In battaglia lo si usava in segno di raccolta o di incitamento: in Italia SAVOIA, in Francia MONT JOIE, in Spagna SANTIAGO, i primi crociati DIEU LE VOLT. Questo grido, dice il Ginanni, deve essere un motto conciso in una, due, o tre parole, posto in cima all'arme. Il Mnstrier divide i gridi dell'arme in otto categorie, cio di decisione, di risoluzione, di invocazione, di sfida, di
Impresa (araldica) combattimento, di esortazione, di gioia, di avvenimento e di raccolta. Il Crollalanza vi aggiunge ancora, molto opportunamente, il grido di protezione, di orgoglio, di amore e quello allusivo all'arme[2].
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Note
[1] (PIERO GUELFI CAMAJANI,Dizionario Araldico, Manuali Hoepli, 1940, pp.311312) [2] (PIERO GUELFI CAMAJANI, Dizionario Araldico, Manuali Hoepli, 1940, p.299)
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Motto (http://thes.bncf.firenze.sbn.it/termine.php?id=15168) in Tesauro del Nuovo Soggettario (http:// thes.bncf.firenze.sbn.it/), BNCF, marzo 2013. Questa voce inclusa nel libro di Wikipedia Aforisti Occidentali.
Imprese (araldica)
374
Imprese (araldica)
Le "imprese" erano composte da motti (anima), spesso incomprensibili, che nel XVI secolo si mettevano sugli stemmi (corpo). La moda venne portata in Italia dai francesi di Carlo VIII o Luigi XII. Seguirono altra mode, letterarie quali: il fissare canoni teorici per la loro creazione e la spiegazione in versi o in interi saggi di questi motti. E' indiscussa la portata decorativa che ebbero fino al XVII secolo.
Note
[1] Annuario delle Biblioteche Italiane, Volume 1 (http:/ / books. google. it/ books?id=_R8LAQAAIAAJ& q="Istituto+ genealogico+ italiano"+ 1877& dq="Istituto+ genealogico+ italiano"+ 1877& hl=it& ei=4iRQTKbrFMj54AaW7YDuBw& sa=X& oi=book_result& ct=result& resnum=3& ved=0CDgQ6AEwAg) [2] Encyclopedia of library and information science, Volume 8 (http:/ / books. google. it/ books?id=L3XmdMEmSk8C& pg=PA538& dq="Istituto+ genealogico+ italiano"& hl=it& ei=UCVQTImNE-jP4wb2lomBCA& sa=X& oi=book_result& ct=result& resnum=9& ved=0CFIQ6AEwCA#v=onepage& q="Istituto genealogico italiano"& f=false) [3] Annuario delle Biblioteche Italiane, Volume 1 (http:/ / books. google. it/ books?id=_R8LAQAAIAAJ& q="Istituto+ genealogico+ italiano"& dq="Istituto+ genealogico+ italiano"& hl=it& ei=FI9QTK6dCoTP4gbC2OzrBw& sa=X& oi=book_result& ct=result& resnum=2& ved=0CDMQ6AEwAQ) [4] Revista Hidalgua n-mero 156. Ao 1979 (http:/ / books. google. it/ books?id=McxfRw-rXcsC& pg=PA609& dq="Dizionario+ Araldico"+ Hoepli,& hl=it& ei=3JBQTOzNE8P-4AaYpsmJBw& sa=X& oi=book_result& ct=result& resnum=4& ved=0CD4Q6AEwAzge#v=onepage& q="Dizionario Araldico" Hoepli,& f=false)
Voci correlate
Nobilt Araldica Genealogia
Italia turrita
375
Italia turrita
L'Italia turrita una personificazione o allegoria dell'Italia, nell'aspetto di una giovane donna con il capo cinto da una corona muraria con relative torri (da cui il termine turrita). La rappresentazione allegorica tipica dell'araldica civica italiana, e trae le sue origini dall'Antica Roma.
Italia turrita
376
Tetradracma di Smirne (150 - 160 AD, raffigurante il viso di profilo della dea Cibele, ben evidente la al corona turrita
L'Italia turrita, seduta su un globo, statua nei Giardini Pubblici Indro Montanelli, Milano
Italia turrita
377
Aspetto e raffigurazione
Generalmente l'Italia raffigurata come una donna dal corpo piuttosto rigoglioso, con i tipici attributi mediterranei, quali la carnagione colorita e i capelli scuri. Spesso tiene in mano un mazzo di spighe di grano (simbolo di fertilit e rimando all'economia agricola) oppure una spada o bilancia, simboli di giustizia; durante il fascismo, essa sorreggeva un fascio littorio. Tuttavia la sua classica rappresentazione, derivata da una moneta coniata sotto Antonino Pio, la mostra seduta su un globo e tenente in mano una cornucopia e il bastone del comando.[1] Sopra il capo dell'Italia turrita spesso L'Italia turrita in rappresentazioni filateliche e numismatiche. raffigurata aleggiare una stella a cinque punte, il cosiddetto Stellone d'Italia, che sin dall'epoca risorgimentale rappresenta uno dei simboli della Nazione, tuttora elemento dominante dell'Emblema della Repubblica. Dal Risorgimento mostrata con un abito verde, bianco e rosso, come la bandiera italiana.
Storia
L'origine della donna turrita dovrebbe essere nella figura di Cibele, divinit della fertilit di origine anatolica. Durante la seconda guerra punica, mentre Annibale imperversava per l'Italia, i sacerdoti romani predissero che Roma sarebbe stata salva solo se vi fosse giunta l'immagine della dea dell'Ida, il monte di Troia, ossia Cibele. L'immagine, una pietra nera, era conservata a Pessinunte. Da allora divenne una delle divinit di Roma, la Magna Mater anche se il suo culto fu osteggiato poich contenente riti orgiastici. L'associazione di Cibele con l'Italia divenne molto forte quando Virgilio scrisse l'Eneide, narrando come il viaggio di Enea fosse stato protetto anche dalla dea, che forn il legno degli alberi e salv le navi dall'incendio di Turno. La figura di Cibele and a rappresentare, grazie anche agli eventi della Guerra sociale, l'idea di un'Italia pacificata e unita sotto Roma, cos come Enea aveva pacificato i popoli latini, nonch lo spazio sacro del pomerium, ormai allargato a tutta la penisola. Durante l'Impero le donne della famiglia imperiale presero a vestire come Cibele, ossia con una corona turrita. Quest'immagine divenne quindi sempre pi simbolo dell'Italia nelle province, specialmente in quelle anatoliche e greco-orientali. Sotto Antonino Pio venne coniato un sesterzio rappresentante l'Italia come una donna turrita, che siede su un globo e tiene in una mano una cornucopia mentre nell'altra il bastone del comando. Questa diverr poi l'immagine classica dell'allegoria del Bel paese. Dopo il periodo medievale, il primo a riprendere la classica figura dell'Italia Cesare Ripa, che nella sua Iconologia la descrive come nel sesterzio di Antonino Pio, associandogli anche una stella che le brilla sopra la testa, in riferimento al fatto che nell'antica Grecia l'Italia fosse associata alla Stella di Venere poich posta ad occidente e quindi fosse chiamata Esperia. La Stella d'Italia quindi il pi antico simbolo identitario della terra italiana.
Italia turrita
378
Luoghi di raffigurazioni
L'Italia turrita raffigurata moltissimo in tutti gli ambienti nazionali: francobolli, onorificenze, monete, monumenti. L'allegoria dell'Italia inoltre presente nei cartigli di numerose mappe antiche. Per la prima volta nel 1595, in una carta del Gastaldi inserita in Parergon, stampato ad Anversa; quindi in quella pubblicata da Willem Blaeu nel 1635, con la corona muraria sormontata da una luminosa stella a sei punte. L'immagine pi suggestiva accompagna una carta generale dell'Italia del Cassini edita nel 1793 a Roma[2].
Note
[1] N. Bazzano, Donna Italia, Angelo Colla Editore, Costabissara, 2011 [2] Roberto Borri, L'Italia nelle antiche carte
Bibliografia
Giovanni Lista, La Stella d'Italia, Edizioni Mudima, Milano, 2011 Nicoletta Bazzano, Donna Italia, Angelo Colla Editore, Costabissara, 2011 Roberto Borri, L'Italia nelle antiche carte, dal Medioevo all'unit nazionale, Priuli e Verlucca Ed., 2010 Roberto Borri, L'Italia donna. Eterna e fatale, Boffi Editore, 2012
Voci correlate
Italia Simboli patrii italiani Personificazione nazionale Siracusana Corona muraria Stemma del Regno d'Italia Emblema della Repubblica Italiana Stella d'Italia
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Collegamenti esterni
L'Italia in una pagina della Domenica del Corriere (http://www.illustrated-history.org/asp/zoom.asp?id=1000) per le elezioni del 25 maggio 1958
Portale Arte Portale Italia
Stephen Leake
379
Stephen Leake
Stephen Martin Leake (5 aprile 1702 Mile End, 24 marzo 1773) stato un numismatico e genealogista britannico, che serv a lungo come ufficiale d'armi al Collegio degli araldi di Londra, un ufficio che regola l'araldica, fondato nel 1484.
Biografia
Anche se alla fine raggiunse il grado pi alto nel Collegio, era nato come Stephen Martin ed era l'unico figlio del capitano Stephen Martin, un ufficiale di marina, e di sua moglie, Elizabeth Hill. Il marito della zia, rimasto vedovo e senza prole, lasci il suo ingente patrimonio al capitano Martin, a condizione che lui e la sua famiglia adottassero il cognome aggiuntivo e le armi di Leake.[1] Tuttavia poco dopo essere venuti in possesso dell'eredit nel 1721, la famiglia perse pi di 20.000.
Il giovane Leake effettuava un tirocinio presso la Royal Navy, ma la perdita rese necessaria la ricerca di una posizione migliore. Suo padre tent di acquistare un posto al Tesoro, ma fall. Leake fu ammesso al Middle Temple e serv come younger brother alla Trinity House nel 1723. Nel 1724 divenne un vice luogotenente per Tower Hamlets.
Primi successi
Nel 1725, l'Ordine del Bagno fu fatto "rivivere" in Gran Bretagna. Il re d'armi della Giarrettiera Sir John Anstis trov per Leake il ruolo di scudiero per uno dei cavalieri nel nuovo ordine. Anstis aveva incontrato Leake quando lavorava assieme alla sua famiglia alla Royal Licence per cambiere il cognome. Il cavaliere a cui Leake fu associato era il conte di Sussex, visconte maresciallo. Nel marzo del 1726 Leake fu eletto fellow della Society of Antiquaries of London. Pubblic lo stesso anno anche un saggio Nummi Britannici Historia che copriva la storia della monetazione inglese. Questa opera ebbe diverse edizioni durante la vita di Leake.
Carriera araldica
Leake aveva ottenuto molte conoscenze potenti, ma gli mancava ancora una posizione che provvedesse ai suoi bisogni. Leake cerc l'aiuto di John Anstis per ottenere una posizione presso il College of Arms. Anstis us l'opportunit della richiesta di Leake per assicurare una posizione come Garter per suo figlio. Dopo essere stato messo in imbarazzo da Anstis, Leake presunse che avrebbe dovuto cercare di ottenere aiuto altrove. Nel 1727 alcune conoscenze gli fecero ottenere un posto come Araldo (ordinario) Lancaster al College of Arms. Fu poi promosso Re d'armi di Norroy nel dicembre del 1729. In qualit di araldo e re d'armi, Leake diresse le sue energie verso il miglioramento della fortuna del College of Arms. Nel 1729 si rivolse all'procuratore generale per il perseguire un tintore, che si era offerto di trovare stemmi per i clienti. Il procedimento non ebbe successo, tuttavia egli cerc nuovi un nuovo statuto che avrebbe confermato al collegio il monopolio su tali attivit. Cerc anche di fa rivivere l'istituto della visita araldica nel 1731 e nel 1744. Il suo testo "Reasons for Granting Commissions to the Provincial Kings of Arms for Visiting their Provinces" fu stampato nel 1744. Questo, come anche gli altri progetti, fall. Fu infatti bloccato sia da Anstis che dal governo. Nel 1732 Leake fu anche coinvolto nel tentativo di rinascita della Corte di cavalleria. Dopo cinque anni, non c'era nulla
Stephen Leake di portato a termine, cos la corte chiuse. Non si riun pi fino al 1954. Se non ebbe successo nella maggior parte di questi sforzi, egli fu in grado di aumentare la consapevolezza e il prestigio del College in Inghilterra. Leake fu promosso a re d'armi di Clarenceux nel 1741 e alla carica di re d'armi della Giarrettiera nel 1754. Egli venne immediatamente coinvolto nell'Ordine, da cui la carica prende il nome. Lavor con il decano di Windsor per aggiornare i registri ufficiali. Compil anche una collezione di disegni degli stemmi presenti sugli stalli della St. George's Chapel, e viaggi all'estero per investire principi stranieri con l'Ordine della giarrettiera. Anche se Leake fu sempre verbalmente critico vocale del patronato e del mercanteggio con cui erano nominati gli araldi, nomin il figlio tredicenne John Martin Leake alla carica di Araldo (ordinario) Chester nel 1752.
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Vita personale
Leake nel 1735 spos Anne, figlia di Fletcher Powell, un produttore di birra. Ebbero sei figli e tre figlie, tutti sopravvissuti al padre. Il patrimonio immobiliare di Powell nello Hertfordshire pass in seguito ai discendenti di Leake. Leake visse nel Mile End, ora nella Grande Londra, dove fu attivo negli affari della sua chiesa e contribu a organizzare le unit di volontari durante l'insurrezione giacobita del 1745. In seguito visse a Thorpe-le-Soken, un villaggio dell'Essex, dove il padre aveva acquistato una propriet nel 1720. Dal 1770 era molto sofferente di gotta e reumatismi e mor nel 1773 a Mile End. Fu sepolto nella chiesa di Thorpe-le-Soken. Il nipote William Martin Leake, stato un diplomatico, numismatico e amante di antichit.
Opere
"Nummi britannici historia: or An historical account of English money 1726: Versione digitale [2] [3] "Reasons for granting Commissions to the provincial Kings of Arms, for visiting their Provinces". 1744. "The Life of Sir John Leake, who flourished during the Reign of William III. and Queen Anne". 1750 "The Statutes of the moat noble Order of the Garter". 1766. "The Statutes of the most noble Order of St. George". 1766.
Note
[1] John Nichols: Literary anecdotes of the eighteenth century (http:/ / books. google. it/ books?id=XLwRAAAAYAAJ& pg=PA363& dq="Stephen+ Martin+ Leake"& num=20& client=firefox-a& cd=13#v=onepage& q="Stephen Martin Leake"& f=false) [2] http:/ / books. google. it/ books?id=acY3AAAAYAAJ& printsec=frontcover& dq=%22Stephen+ Martin+ Leake%22& num=20& client=firefox-a& cd=9#v=onepage& q=& f=false [3] Esiste anche una ristampa del 2008 di Kessinger Publishing, ISBN 978-1-4371-9376-3
Bibliografia
Mark Noble. A History of the College of Arms. (Londra, 1805), 408414. L. Campbell and Francis Steer. A Catalogue of Manuscripts in the College of Arms Collections. (Londra, 1988). Sir Anthony Wagner. Heralds and Heraldry in the Middle Ages. (Londra, 1956), 910, 107-110, 154159. Sir Anthony Wagner. Heralds of England: a History of the Office and College of Arms. (Londra, 1967), 110 117.
Stephen Leake
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Collegamenti esterni
The College of Arms (http://www.college-of-arms.gov.uk) Heraldica list of officers of Arms (http://www.heraldica.org/topics/britain/heralds.htm) Controllo di autorit VIAF: 11399975 (http://viaf.org/viaf/11399975) Portale Numismatica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di numismatica
Esempi storici
Alal per gli ateniesi nelle guerre persiane e in quella del Peloponneso Signa inferre ! (porta avanti le insegne !) per le legioni di roma Ambrones per gli Ambroni nella battaglia delle Aquae Sextiae (secondo Plutarco) Amit ! (Uccidi !) per i musulmani nella battaglia di Badr Arag ! e Sant Jordi ! (Aragona e San Giorgio) per i catalani e gli aragonesi Avanti Sardegna ! per i fanti della Brigata Sassari durante la prima guerra mondiale Banzai ! (letteralmente Diecimila anni) per i soldati dell'esercito imperiale giapponese durante la seconda guerra mondiale Boia chi molla ! usato nel ventennio fascista Boo-Ya ! per il 75 reggimento rangers dell'esercito degli Stati Uniti d'America Bourgogne ! per gli eserciti del duca di Borgogna del XV secolo Coelum denique ! (Il cielo finalmente) per i crociati Desperta ferro ! per gli almogaveri durante la Reconquista; oggi utilizzato dai paracadutisti spagnoli Deus vult (Dio lo vuole) per i crociati Dex Aie ! (Dio ci aiuti) per i normanni alla battaglia di Hastings; questo grido fu ripreso dalla Royal Guernsey Light Infantry durante la I guerra mondiale Folgore! per i paracadutisti italiani, dal nome della Divisione che inquadr i reparti paracadutisti nella II Guerra Mondiale, poi ricostituita come Brigata paracadutisti "Folgore" nel dopoguerra Geronimo! per i paracadutisti degli Stati Uniti d'America Guyenne ! Saint Georges ! per i Guasconi schierati con gli inglesi nella guerra dei cent'anni Heb Hep Hierusalem attribuito ad alcune unit romane dopo la distruzione di Gerusalemme Hey-Ah ! citato in numerose occasioni nella Bibbia Hooah ! per i fanti dell'esercito degli Stati Uniti d'America Hooka Hey! per i sioux Lakota di Cavallo Pazzo e pi in generale per i sioux dopo la sua morte Hooyah ! per i Navy SEAL degli Stati Uniti d'America Hrr na n ! (A loro) per gli ussiti durante le guerre ussite
Huj, Huj, Hajr ! (Pi presto, pi presto) per i conquistatori ungheresi Montjoie ! Saint-Denis ! per gli eserciti dei re di Francia fino a tutto il XVI secolo, dal nome del santo patrono di Francia
Lista di gridi di guerra ! pronuncia Na Nozh! (Alla baionetta) per l'esercito bulgaro fin dalle guerre balcaniche e utilizzato ancora oggi o Na za Stalina idiom perijot (in nome di Stalin andiamo avanti) seguito da prolungati hurra!, per i soldati dell'Armata rossa nella seconda guerra mondiale Lepanto ! per il Corpo Militare Speciale Ausiliario dell'Esercito Italiano dell'Associazione dei Cavalieri Italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta Nobiscum Deus (Dio con noi) per il tardo impero romano e quello bizantino Non-Li ! per i cavalieri occitani che avevano partecipato alla difesa dei catari durante la crociata contro gli albigesi (1209-1244) Olicrosse ! e Godamite ! (Holy Cross e God Almighty) per la guardia sassone nella battaglia di Hastings Parvati Pateyah Har Har Mahadev (Vittoria al dio supremo (Siva), signore dei Parvati in sanscrito) per gli indiani del medioevo in combattimento contro invasori stranieri e per gli hindu Marathas nelle guerre contro i Moghuls musulmani Portugal e So Jorge ! (Portogallo e San Giorgio) per gli eserciti portoghesi dopo il XIV secolo; in precedenza i portoghesi usavano lo spagnolo Santiago ! Prny ! Prny ! per gli eserciti del duca di Lorena Remember Fort Alamo ! per i ribelli texani in ricordo della battaglia con questo nome Saint George ! per gli esercito medievali del re d'Inghilterra Santiago ! e Santiago i cyerra, Espaa ! per i cristiani spagnoli durante la Reconquista Santiago ! Castilla ! per gli eserciti del re di Castiglia nel basso Medio Evo Savoia! o Avanti Savoia,per le truppe del Regno di Sardegna (fino al 1860) e per il Regno d'Italia (fino al 1946) Semper fi ! (Semper Fidelis = sempre fedele) e Oorah ! per i marines degli Stati Uniti d'America Sha! Sha! Sha! per i soldati e gli appartenenti alla resistenza cinese durante la seconda guerra cino-giapponese (1937-1945) e la II guerra mondiale Sieg Heil ! per i nazisti Tierra y Libertad ! (Terra e libert) per i rivoluzionari messicani di Emiliano Zapata Tora,tora.tora! letteralmente Tigre,tigre,tigre! per i piloti e i kamikaze giapponesi della II guerra mondiale Tohu ! per i giocatori di rugby maori Ut ! Ut ! Ut ! (Out ! Out ! Out!) per le truppe di Aroldo II nella battaglia di Hastings Viva San Marco! per l'Esercito della Repubblica di Venezia
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Livrea (araldica)
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Livrea (araldica)
La livrea ebbe origine dalle sopravvesti e dalle sciarpe indossate nei tornei e nelle giostre dai cavalieri che, per poter essere facilmente riconosciuti dagli araldi anche quando non portavano le armi, e soprattutto lo scudo, derivarono i colori dall'arma gentilizia. Gli stessi criteri vennero mantenuti quando la livrea venne fatta indossare al personale di servizio. Sinteticamente la livrea dovrebbe essere composta secondo le seguenti linee guida : il panciotto o giustacuore del colore del fondo dello scudo o dello smalto principale; il soprabito e i calzoni sono dello smalto della pezza o figura pi importante dello scudo; la bordatura o filettatura del soprabito e dei calzoni sono dello smalto della pezza o figura secondaria; se lo scudo palato, fasciato, bandato o sbarrato il panciotto presenta liste verticali, orizzontali o diagonali dei due smalti alternati mentre il soprabito e i calzoni sono del secondo smalto; se lo scudo inquartato, trinciato, tagliato, partito, troncato il panciotto del primo smalto bordato del secondo, mentre soprabito e calzoni sono del secondo smalto bordati del primo; se lo scudo losangato, fusato, scaccato il panciotto deve seguire lo stesso schema grafico; l'armellino rappresentato dalla felpa nera, il vaio da quadri azzurri e bianchi, l'oro dal giallo o dall'arancione, l'argento dal bianco cenerino, il rosso dal marrone, il verde dal verde ruggine; il gallone del cappello e i bottoni della livrea sono d'oro se il campo dello scudo di metallo, d'argento se il campo di un colore; la larghezza del gallone di 5 centimetri se lo scudo di smalto pieno, di 4 cm se contiene una pezza di primo ordine, di 3 cm per tutti gli altri scudi che presentano figure ordinarie, naturali o chimeriche. Esistono anche altre schemi convenzionali, ma sono meno esatti.
Mantello (araldica)
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Mantello (araldica)
In araldica il mantello simbolo di potest sovrana ed quindi riservato ai membri delle famiglie reali. In casi particolari il suo uso stato concesso anche ad altri nobili, in riconoscimento di particolari meriti. Nella rappresentazione ordinaria il mantello di colore cremisi ed foderato di armellino. Secondo il diritto nobiliare il manto un ornamento connesso ai titoli di principe o duca, mentre quello utilizzato da re e imperatori detto "padiglione" ed annodato con cordoni dorati. L'elmo da cui muove il manto sempre posto in maest . In Italia la casa reale portava diversi tipi di mantelli: il gran manto reale, portato dal Re nella sua veste di Capo e Gran Maestro dell'Ordine della Santissima Annunziata, di velluto cremisino con ricami in oro e argento (crocette e nodi di Savoia) alternati con rose e lingue di fuoco e fiamme negli angoli; il manto bordato dal gallone d'oro dell'Ordine; il manto reale, portato dal Re, dalla Regina e dal Principe ereditario, di velluto cremisino, bordato da un gallone d'oro dell'Ordine Supremo, guarnito di frangia d'oro e foderato di armellino; il manto dei Principi reali, di velluto cremisino, guarnito di frangia d'oro e foderato di armellino; il manto dei Principi del sangue, di velluto cremisino, bordato di una striscia di armellino e foderato della stessa pelliccia.
Marzocco (simbolo)
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Marzocco (simbolo)
Nella Repubblica fiorentina, il marzocco o marzucco era un leone simbolo del potere popolare. La tradizione dell'animale totemico nelle citt italiane del medioevo era molto forte, specie in Italia settentrionale e centrale (sia Pisa sia Forl e l'aquila, Lucca e la pantera, Pistoia e l'orsa, Firenze e il leone, Arezzo e il cavallo, Siena e la lupa, Perugia e il grifone, Venezia e il leone, sia pure di san Marco); tale identificazione si riflette in molti stemmi cittadini o in molte associazioni stemma e animale totemico; l'abitudine di mantenerne ed esporne esemplari (beninteso quando si trattasse di animali esistenti in natura) era considerato segno di potenza e ricchezza.
Storia
Il termine di etimologia incerta, ma comunque da riferire al latino "martius"=di Marte. Un'altra delle spiegazioni avanzate che marzocco sia la contrazione della parola Martocus, cio piccolo Marte. la pi celebre di queste raffigurazioni senz'altro quella di Donatello. Pi anticamente, come si pu vedere nella banderuola di Palazzo Vecchio, il marzocco doveva essere rappresentato come rampante con un pennoncello con le armi di Firenze (Giglio Rosso in campo bianco) Fra gli altri, Dante riporta la comune credenza che la citt di Firenze fosse anticamente dedicata a Marte, e come esistesse una statua romana del Dio, gi al foro, sistemata vicino al Ponte Vecchio, che venne travolta dalla piena del 1333. Nel Trecento, almeno fino alla peste nera, accanto a Palazzo Vecchio, sul lato di via della Ninna, la Signoria manteneva un vero e proprio serraglio di leoni, con una trentina di animali, tanto che la strada si chiamava appunto via dei Leoni. La decisione di tenere La copia del Marzocco di Donatello in piazza della leoni vivi in un serraglio, fu presa per rendere onore a Guglielmo, Signoria fratello del Re di Scozia Malcolm IV, al quale successe nel 1165. Guglielmo, detto Il Leone, perch aveva raffigurato questo animale nello stemma, aveva fatto un buon governo per Firenze e la citt gli era riconoscente. Questi leoni dapprima furono messi in un locale terreno accanto alla torre del Guardamorto, in piazza San Giovanni e, nel secolo XIII, furono trasferiti in piazza Signoria, dietro il palazzo, fra l'attuale via dei Leoni e la via dei Gondi, dov'era la torre del Guardingo. Nel 1550 il serraglio fu messo in via del Maglio (l'attuale via Lamarmora), accanto al giardino dei
Marzocco (simbolo) Semplici, dove rimase fino al 1775, quando il granduca Leopoldo II lo abol. Al tempo della Repubblica, il personaggio incaricato della direzione del serraglio doveva essere nobile, pagare da trenta anni le Gravezze (tasse) e doveva portare la barba lunga, contrariamente all'uso del tempo, come scritto in una Riformagione del XIV secolo. Il Marzocco di Donatello oggi conservato nel Museo del Bargello e in copia in Piazza della Signoria davanti a Palazzo Vecchio. Nella zona di Firenze il simbolo anche molto usato come decorazione di cancelli, mura, e cos via; ma lo si ritrova anche in altre zone della Toscana. Ad Anghiari, nell'aretino, si chiama Museo del Marzocco il museo che ricorda la storica battaglia combattuta nella piana antistante la citt tra i fiorentini e le truppe milanesi. A Livorno, la Torre del Marzocco costruita dai fiorentini nel XV secolo come fanale per il porto, poi piazza per artiglieria era sormontata da una banderuola di rame, a forma di leone rampante
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Curiosit
Il cantautore fiorentino Riccardo Marasco cita questa statua nel suo cd "Il porcellino" nella traccia numero 4 "L'alluvione".
Bibliografia
Francesco Lumachi, Firenze, nuova guida illustrata, storica, artistica, aneddotica della citt e dintorni. Firenze, Societ Editrice Fiorentina 1929 Roberto Manescalchi Il Marzocco / The lion of Florence. In collaborazione con Maria Carchio, Alessandro del Meglio, english summary by Gianna Crescioli. Grafica European Center of Fine Arts e Assessorato allo sport e tempo libero, Valorizzazioni tradizioni fiorentine, Toponomastica, Relazioni internazionale e gemellaggi del comune di Firenze, novembre, 2005.
Voci correlate
Marzocco (Donatello)
Altri progetti
Commons [1] contiene immagini o altri file su Marzocco [1]
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Note
[1] http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Category:Marzocco?uselang=it
Mobile araldico
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Mobile araldico
In araldica il termine mobile si indicano tutti quei carichi araldici che non hanno una posizione predeterminata sul campo dello scudo. Questi elementi, che possono essere presenti anche in numero, sono riuniti in due gruppi principali, le pezze araldiche e le figure araldiche. Nel primo caso si tratta di elementi aventi una forma puramente geometrica, anche se talora derivante da un ben preciso oggetto, mentre nel secondo si comprendono tutte le figure che rappresentano, in forma descrittiva o anche solo simbolica e convenzionale, oggetti o esseri viventi facenti parte sia del mondo reale (figure naturali), sia quelli derivanti dall'ingegno e dal lavoro dell'uomo (figure artificiali) sia, infine, quelli derivanti dall'immaginazione o da credenze filosofiche o religiose (figure chimeriche). Tutti i mobili hanno le seguenti propriet: - non sono vincolati a posizioni fisse sullo scudo, - possono essere soggetti sia ad alterazioni dimensionali (ingrandimenti o rimpicciolimenti), sia ad alterazioni nelle proporzioni (allungamenti o accorciamenti), sia ad alterazioni nella presentazione (riflessione secondo piani orizzontali o verticali, rotazione), possono essere presenti in numero, e, in tal caso, i vari elementi possono essere soggetti a alterazioni diverse l'uno dall'altro, - possono essere utilizzati come elementi costitutivi dei campi seminati. Non possono essere comprese tra i mobili le pezze diminuite che vanno invece a far parte del gruppo delle pezze onorevoli.
Motto
Un motto una frase, o una collezione di parole intese a descrivere le motivazioni o le intenzioni di un gruppo sociale o di un'organizzazione. Molte nazioni, universit e altre istituzioni hanno un motto, cos come i casati nobiliari. I motti sono tradizionalmente in latino, ma possono essere anche in altre lingue, soprattutto nell'araldica moderna; ad esempio, il motto dell'Universit delle Hawaii in hawaiano, e quello di Nunavut in inuktitut. Quando sostenuto da humour, il motto pu trasformarsi in freddura, destando ilarit.
Motti
In questi ambiti, in prima approssimazione, si possono definire motti le brevi frasi che accompagnano gli stemmi (o armi) e alludono a eventi particolarmente importanti o a caratteristiche significative della famiglia o del personaggio o del corpo armato titolare dello stemma. In base all'art. 109 dell'ultimo Regolamento per la Consulta Araldica del Regno, approvato con regio decreto 7 giugno 1943 n. 652 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno del 24 luglio 1943, n. 170, supplemento ordinario ed allegato al numero del luglio-dicembre 2008 della Rivista Nobiliare): i motti si scrivono sopra liste bifide e svolazzanti, smaltate come nel campo dello scudo e scritte con lettere maiuscole romane. Di regola si collocano sotto la punta dello scudo. Per il successivo art. 110: si rispettano le tradizioni storiche per i motti scritti con caratteri speciali e per i gridi d'armi. Per l'art. 111: nelle concessioni i motti saranno o italiani o latini, non scritti con lettere arcaiche.
Motto
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Divise
Sono invece definite divise le frasi (o talvolta le figure) che esprimono in maniera allegorica e breve qualche pensiero o qualche sentenza.
Imprese
Quando la divisa costituita da una figura accompagnata da parole si usa pi propriamente il termine di impresa. In questo caso la figura detta anche corpo mentre le parole sono dette anima dell'impresa, a significare che quello che d vita al corpo. Per la dottrina pi autorevole [1], l'impresa pu essere di corpo o d'anima. di corpo quando consiste in una figura simbolica posta in cimiero che sostiene un motto. d'anima quando, posta in fascia sotto lo scudo, consiste in una sentenza od una frase allegorica inerente all'arma. L'impresa di casa Savoia FERT, di Cesare Borgia AUT CAESAR AUT NIHIL, dei Rothschild CONCORDIA, INTEGRITA' INDUSTRIA, dei LusernaAiuto:Chiarezza LUX IN TENEBRIS LUCET.
Blasonatura araldica dei Gonzaga successiva al 1530. Vi si riconosce la corona ducale sormontata dalla parola fides (fede) che si riferisce al titolo ducale concesso dall'imperatore Carlo V e la scritta in greco Olimpos (Olimpo) che si riferisce all'impresa dell'Olimpo di Federico II Gonzaga.
Analoghi ai motti sono i gridi di guerra, , detti anche gridi d'arme , costituiti da parole o brevi frasi che esortavano i combattenti in battaglia, e che sono scritti su listelli svolazzanti posti al di sopr a dell'elmo o dello scudo. Il grido di guerra trova la propria origine nei tornei e nelle giostre durante i quali gli araldi pronunciavano il grido di ciascun cavaliere al suo ingresso in campo onde egli fosse riconosciuto. In battaglia lo si usava in segno di raccolta o di incitamento: in Italia SAVOIA, in Francia MONT JOIE, in Spagna SANTIAGO, i primi crociati DIEU LE VOLT. Questo grido, dice il Ginanni, deve essere un motto conciso in una, due, o tre parole, posto in cima all'arme. Il Mnstrier divide i gridi dell'arme in otto categorie, cio di decisione, di risoluzione, di invocazione, di sfida, di
Motto combattimento, di esortazione, di gioia, di avvenimento e di raccolta. Il Crollalanza vi aggiunge ancora, molto opportunamente, il grido di protezione, di orgoglio, di amore e quello allusivo all'arme[2].
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Note
[1] (PIERO GUELFI CAMAJANI,Dizionario Araldico, Manuali Hoepli, 1940, pp.311312) [2] (PIERO GUELFI CAMAJANI, Dizionario Araldico, Manuali Hoepli, 1940, p.299)
Voci correlate
Elenco di motti nazionali Motti presenti nelle armi delle famiglie italiane Lista di gridi di guerra
Altri progetti
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Collegamenti esterni
Motto (http://thes.bncf.firenze.sbn.it/termine.php?id=15168) in Tesauro del Nuovo Soggettario (http:// thes.bncf.firenze.sbn.it/), BNCF, marzo 2013. Questa voce inclusa nel libro di Wikipedia Aforisti Occidentali.
Ordine dinastico
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Ordine dinastico
Un ordine dinastico un genere di ordine cavalleresco che appartiene al patrimonio araldico di una dinastia. Differisce da un ordine di merito statale che propriet araldica dello Stato, perch in origine stato istituito per ricompensare i servizi personali resi ad un sovrano, ad una dinastia, o ad una antica famiglia di rango principesco. Un esempio chiaro della differenza che corre tra un ordine dinastico ed uno statale si vede osservando il britannico Ordine Reale di Vittoria, che nel regalo personale del sovrano, e l'Ordine dell'Impero Britannico, che viene concesso dal sovrano sulla base delle raccomandazioni dal Primo Ministro. Gli ordini dinastico-statali sono ordini dinastici di una famiglia regnante che sono stati trasferiti al patrimonio araldico della Corona e quindi dello Stato. Se l'ordine rimane di propriet della famiglia regnante, l'ordine viene chiamato dinastico-familiare; se la famiglia non pi regnante, viene definito dinastico-non nazionale.
Propriet dinastica
Gli ordini dinastici sono di propriet esclusiva di un sovrano, in quanto legittimo capo della propria dinastia, e rimangono tali anche se lui/lei viene subisce lesilio o la perdita del trono, tant che trasmissibile ai propri successori. Di solito, anche se un sovrano abdica di propria spontanea volont, a meno che esso non lo espliciti, non ne consegue una rinuncia al gran magistero degli ordini dinastici che appartengono alla sua famiglia Wikipedia:Uso delle fonti. Se il sovrano rinuncia alla propria fons honorum, questa non viene sottratta ai suoi eredi che hanno il diritto di successione, a meno che la rinuncia non sia avvenuta prima del matrimonio da cui sono nati questi eredi. Un sovrano (o un Capo di Casa Reale) e i suoi legittimi successori, pur in esilio, continua a godere dello ius collationis , cio del diritto di conferire onori e quindi possono concedere onorificenze nella piena legittimit. Nessuna autorit pu privarli di questo diritto, poich questa prerogativa appartiene a loro come diritto personale secondo lo ius sanguinis , cio per diritto di sangue. Questo, naturalmente, non significa che una nuova autorit politica non sia autorizzata a proibire l'uso pubblico di insegne ed onorificenze e i relativi titoli di tali ordini secondo le proprie leggi in materia di decorazioni. Nella Repubblica Italiana, gli ordini dinastici di Casa Savoia sono per legge proibiti rigorosamente all'uso. Sovrani e capi di dinastie possono conferire e portare i propri ordini dinastici, qualora essi non si siano estinti; essi non possono, per, fondarne di nuovi Wikipedia:Uso delle fonti. Un ordine si considera estinto quando non viene conferito da pi di cento anni; se non reintrodotto come decorazione statale, rimane estinto.
Ordine dinastico
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Voci correlate
Prerogative degli ordini cavallereschi Etica militare Processi di nobilt
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Wikizionario contiene il lemma di dizionario ordine
Padiglione (araldica)
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Padiglione (araldica)
In araldica il termine padiglione indica una particolare forma di mantello riservato ai sovrani. Probabilmente trae la sua origine dalle tende utilizzate da principi e dame per assistere e presiedere ai tornei cavallereschi. Tali tende, composte di preziosi arazzi, venivano adornate con le armi della personalit presente, e vennero successivamente rappresentate nel mantello detto perci a padiglione. Il padiglione costituito da due parti: il colmo, che ne il cappello, e le due cortine che formano il mantello vero e proprio. Nelle armi dei re d'Italia il padiglione regio ha come cortine il grande manto reale ed un colmo di tela d'argento ricamata con lingue di fuoco d'oro che muovono dal lembo superiore e con fiamme alternate d'oro e di rosso nella parte inferiore con un drappellone intagliato a forma di di vai di velluto azzurro, gallonato e con fiocchi d'oro. Il padiglione cimato dalla corona reale dei Savoia. Nell'esempio a fianco, il padiglione dei Savoia, interessante notare i leoni impiegati come sostegni, l'elmo posto in maest e la fodera d'armellino del manto.
re d'Italia
Carlo Padiglione
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Carlo Padiglione
Carlo Padiglione (Palermo, 1827 Napoli, 1921) stato un bibliotecario, storico e scrittore italiano.
Biografia
Svolse professione di bibliotecario, in particolare presso la storica biblioteca napoletana Brancacciana, poi confluita come fondo nella Biblioteca Nazionale di Napoli. Si interess anche, per via della professione, di biblioteconomia e di catalogazione, facendosi interprete di formalizzare, in un apposito manuale, fra i primi in Italia del genere[1], le regole principali della materia, a benificio di quanti volessero sostenere i concorsi da bibliotecario[2]. Come storico si occup, in particolar modo, di araldica e di genealogia, diventandone fra i massimi studiosi. Per questa ragione apport un prezioso contributo ai lavori della Consulta araldica, di cui fu socio corrispondente. Fu, altres, componente della Commissione Araldica regionale Napoletana e presidente dell'Istituto araldico italiano. Collabor con i principali periodici del settore, scrivendo saggi e articoli su casi e questioni araldico-genealogiche, su stemmari e blasoni, su fonti per la storia di famiglia, nonch su storie e caratteristiche di ordini cavallereschi e dinastici.
Scritti principali
Memorie storiche artistiche del Tempio di S. Maria delle Grazie Maggiore a Capo Napoli con cenni biografici di alcuni illustri che vi furono sepolti, Stab. Tip. Priggiobba, Napoli 1855 [3]; Della vita e degli scritti del cav. Gennaro Serena, consigliere della provincia e della citt di Napoli, Tip. De Angelis, Napoli 1864; L'arme di Dante Alighieri, Tip. Nobile, Napoli 1865 [4]; Il F.E.R.T. Di Casa Savoja. Memoria araldica scritta per le fauste nozze di Umberto con Margarita di Savoja, Tip. Del Giornale di Napoli, Napoli 1868; Cenni storici dell'ordine di S. Maria di Betlemme, Tip. Giannini, Napoli 1869; Dizionario bibliografico e istorico della Repubblica di S. Marino contenente tutte le indicazioni delle opere, delle effemeridi e degli opuscoli che trattano della stessa in qualsivoglia argomento, Tip. della Gazzetta di Napoli, Napoli 1872; La Biblioteca del Museo nazionale nella Certosa di S. Martino in Napoli ed i suoi manoscritti, Tip. Giannini, Napoli 1876; Tavole storico-genealogiche della Casa Candida gi Filangieri, Tip. De Angelis, Napoli 1877; I capitoli dell'Ordine equestre della Giarra dei Gigli della S. Vergine e della Stola, Tip. Giannini, Napoli 1877; Le leggi dell'Accademia degli Oziosi in Napoli ritrovate nella Biblioteca Brancacciana, Tip. Giannini, Napoli 1878; Di alcune nobili famiglie leccesi. Lettere e notizie estratte da un manoscritto della Biblioteca Brancacciana, Direzione del Giornale Araldico, Pisa 1879; Delle livree, del modo di comporle e descrizione di quelle di famiglie nobili italiane. Ricerche storiche ed araldiche, Direzione del Giornale Araldico, Pisa 1888; Le massime della Commissione Regionale Napoletana per gli elenchi nobiliari, Tip. Giannini, Napoli 1893; Dell'Ordine della giarrettiera, Tip. Giannini, Napoli 1893; Dell'ordine cavalleresco del Nodo di Napoli, Tip. Gambella, Napoli 1894; Dizionario delle famiglie nobili italiane o straniere portanti predicati di ex feudi napoletani e descrizione dei loro blasoni, Tip. Giannini, Napoli 1901;
Carlo Padiglione Motti degli ordini cavallereschi, delle medaglie e croci decorative di tutto il mondo e di tutti i tempi, Tip. Giannini, Napoli 1907; I motti delle famiglie italiane, Tip. Giannini, Napoli 1910; Della chinea e del modo come veniva offerta ai Romani pontefici. Nota storica, Tip. Gambella, Napoli 1911; Il titolo di Principe del Sacro Romano Impero, Tip. Bideri, Napoli 1912; Il titolo di Cavaliere. Nota storica, Tip. Bideri, Napoli 1912; Ricordi storici dei Nemagna Paleologo imperatori dei Serbi e Greci, dinasti di Albania, Tip. Di Gennaro, Napoli 1921.
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Note
[1] M.T. Biagetti, Biblioteconomia italiana dell'Ottocento. Catalografia e teoria bibliografica nella trattatistica italiana, Bulzoni, Roma 1996. [2] I concorsi in Italia. Norme pratiche per la formazione dei cataloghi alfabetici, o per materie e degli indici per specialit bibliografiche, Tip. Giannini, Napoli 1887. [3] http:/ / books. google. it/ books?id=JToGAAAAQAAJ& printsec=frontcover [4] http:/ / books. google. it/ books?id=mJQHAAAAQAAJ& printsec=frontcover#v=onepage& q& f=false
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Pahonia
La Pahonia era lo stemma ufficiale della Repubblica bielorussa nel 1918 e della Bielorussia dal 1991 al 1995. Il termine Pahonia non deve essere confuso con il Pogon, che stato creato in associazione con Granducato di Lituania.
Struttura
Lo scudo araldico presenta un campo rosso con un cavaliere corazzato su di un cavallo bianco. Impugna una spada d'argento nella mano destra che gli passa sopra la sua testa. Uno scudo d'argento viene tenuto sulla spalla sinistra del cavaliere. Nello scudo appare una croce patriarcale dorata.
La Pahonia
Piante araldiche
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Piante araldiche
Le piante sono molto rappresentate in araldica, particolarmente nell'araldica civica, sia per il loro valore come armi parlanti, sia per indicare caratteristiche di luoghi o naturali. Il loro colore araldico solitamente quello naturale, ma talora sono raffigurate in oro o altri smalti. Tra le piante utilizzate nel blasone vi sono: Piante intere Albero generico Abete Acero Agrifoglio Albero del drago Alloro Arancio Betulla Canna di palude Cardo Castagno Cedro Ciliegio Cipolla Cipresso Erica Faggio Felce Fico Frassino Gelso Ginepro Lauro Luppolo Mandorlo Melo Miglio Nocciolo Noce Olivo Olmo Ontano Pero Pesco Pino d'Italia Pioppo
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Ghirlande Redorte Erbe Canapa Fiori Aquilegia Dente di cane Fiore di lino Garofano Giglio araldico (o fiordaliso) Giglio di Firenze Giglio di giardino Ibisco Iris Margherita Mughetto Ninfea Papavero Patata Rosa Zafferano
Frutti Avellane Fragola Mela granata Rapa Spiga di grano Uva Zucca
Foglie Cinquefoglie (o quintafoglia) Crescione Ninfea Ortica Palma Quadrifoglio Seifoglie Trifoglio
Piante araldiche
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Altri progetti
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Note
[1] http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Category:Plants_in_heraldry?uselang=it
Predicato (onomastica)
Con predicato si intende una localit geografica: una zona su cui ha potere un detentore di un titolo nobiliare (in tal caso si tratta di predicato feudale), o su cui non si ha prerogativaAiuto:Chiarezza ma che costituisce un possedimento patrimoniale (in tal caso si tratta di predicato allodiale).[1] Tale predicato va a costituire parte del cognome di tutta la discendenza (non solo di chi detiene il titolo). La locuzione predicato d'onore, invece, viene erroneamente spesso utilizzata come sinonimo di trattamento d'onore.
Note
[1] Portale Araldica (http:/ / www. portalearaldica. it/ portalearaldica2. asp?idm=38)
Punto dell'arme
In araldica il termine punto dell'arme indica un elemento, originariamente stemma distintivo di un territorio o di una famiglia, che entra a far parte di un altro stemma. I punti dell'arme hanno frequentemente lo scopo di dimostrare le origini o le pretese territoriali o dinastiche e non vanno confusi con i capi araldici che invece hanno, di norma, la funzione di dimostrare una dipendenza o una concessione.
Punto d'Aragona-Maiorca: d'oro a cinque pali di rosso Punto d'Armenia (in Savoia): leone rosso coronato d'oro in campo d'oro Punto d'Austria (in Spagna, Lorena, Parma, Borbone): fascia d'argento in campo rosso Punto di Bar (in Austria-Ungheria, Lorena e Monferrato): due barbi d'oro in campo azzurro Punto di Boemia ( In Austria-Ungheria): leone d'argento colla coda bipartita, coronato, in campo rosso Punto di Borgogna antica (in Austria-Ungheria e Spagna): bandato d'oro e d'azzurro colla bordura di rosso
Aragona
Punto di Castiglia (in Spagna, in Austria-Ungheria, in Borbone): castello merlato d'oro in campo rosso
Punto dell'arme
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Punto di Ciablese (in Savoia): leone nero in campo d'argento seminato di plinti neri Punto di Cipro (in Savoia): inquartato: nel 1 di Gerusalemme; nel 2 di Lusignano; nel 3 di Armenia; nel 4 di Lussemburgo Punto di Costantinopoli (in Monferrato): croce d'oro accantonata da 4 lettere B d'oro, in campo rosso Punto d'Este (in Modena e Ferrara): aquila d'argento coronata in campo azzurro Punto di Farnese (in Parma): sei gigli azzurri in campo d'oro Punto di Genova (in Savoia): d'argento, alla croce di rosso Punto di Gerusalemme (in Savoia, Monferrato, Lorena e Borbone delle Due Sicilie): croce potenziata d'oro accantonata da altre quattro crocette d'oro in campo d'argento Punto di Ginevra (in Savoia): cinque punti d'oro equipollenti a quattro punti d'azzurro Punto di Granada (in Spagna): una melagrana verde matura di rosso in campo d'argento
Castiglia
Gerusalemme
Punto dell'Impero d'Oriente: di rosso, all'aquila bicipite d'oro Punto dell'Impero Napoleonico: d'azzurro all'aquila d'oro col volo abbassato afferrante con gli artigli un fulmine dello stesso Punto d'Irlanda (in Gran Bretagna): arpa d'oro in campo rosso Punto di Leon (in Spagna, Ungheria e Boemia): leone di porpora (talora di rosso) in campo d'argento
Granada
Punto di Lusignano: fasciato d'argento e d'azzurro di 8 pezzi col leone rosso coronato d'oro sul fasciato
Leon
Punto dell'arme
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Punto di Lussemburgo: leone rosso in campo d'argento colla coda forcata e decussata Punto di Monferrato: di rosso al capo d'argento Punto di Navarra (in Spagna, Francia): di rosso, alle catene d'oro, poste in croce, in croce di S. Andrea e in doppia cinta, caricate nel centro d'uno smeraldo di verde
Lusignano
Punto di Nizza (in Savoia): d'argento all'aquila coronata di rosso col volo abbassato, su un monte di tre cime di nero uscente da un mare d'azzurro movente dalla punta e ondato d'argento Punto di Portogallo (in Spagna): cinque scudi azzurri in croce caricato ciascuno di cinque bisanti d'argento in croce diagonale, e la bordura rossa caricata di sette castelli d'oro in cinta Punto di Saluzzo (in Savoia): d'argento al capo d'azzurro Punto di Sardegna (in Savoia): croce rossa in campo d'argento accantonata da quattro teste di moro tortigliate di bianco (si tratta dell'arme antica di Aragona, concessa all'isola da Giacomo Re d'Aragona) Punto di Sassonia (in Savoia): fasciato d'oro e di nero di otto pezzi al crancelino di verde posto in banda attraversante sul tutto Punto di Sassonia: fasciato di nero e d'oro, di dieci pezzi, al crancellino di verde in banda Punto di Serbia o di Paleologo: di rosso, alla croce, accantonata da quattro B greche dello stesso, addossate a due a due Punto di Sicilia (in Ungheria e Boemia, in Spagna, Borbone, ecc.): d'Aragona, fiancheggiato da due aquile nere in campo d'argento Punto di Svevia (in Ungheria e Boemia): tre leopardi di nero l'uno sull'altro in campo d'argento Punto di Svezia (in Danimarca): tre corone d'oro in campo azzurro Punto di Toscana (in Lorena, Parma, Borbone delle Due Sicilie): d'oro a 6 palle di rosso in cinta (si tratta dell'arme della famiglia de' Medici) Punto di Ungheria (in Boemia, in Lorena): fasciato d'argento e di rosso di 8 pezzi Punto di Vestfalia (in Savoia): puledro inalberato rivoltato d'argento in campo rosso Punto di Wurttemberg: d'oro, a tre rami di cervo di nero di cinque punte ordinati in palo
Navarra
Punto dell'arme
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La blasonatura in forma canonica : inquartato: nel I controinquartato nel 1 d'argento alla croce potenziata d'oro accantonata da quattro crocette dello stesso, nel 2 burellato d'azzurro e d'argento di dieci pezzi al leone di rosso armato lampassato e coronato d'oro attraversante sul tutto, nel 3 d'oro al leone di rosso armato lampassato e coronato d'azzurro e nel 4 d'argento al leone di rosso armato lampassato e coronato d'oro; nel II gran quarto partito, nel 1 di rosso al cavallo spaventato d'argento, nel 2 fasciato d'oro e di nero di otto pezzi al crancelino di verde posto in banda attraversante sul tutto e innestato in punta d'argento a tre puntali di spada di rosso maleordinati, nel III gran quarto controinquartato, nel 1 di nero al leone d'argento, nel 2 d'argento alla croce di rosso, nel 3 d'argento seminato di plinti di nero al leone dello stesso attraversante, nel 4 d'argento all'aquila coronata di rosso col volo abbassato, su un monte di tre cime di nero uscente da un mare d'azzurro movente dalla punta e ondato d'argento; nel IV gran quarto controinquartato, nel 1 di rosso alla croce d'argento brisata da un lambello d'azzurro, nel 2 d'argento al capo di rosso, nel 3 cinque punti d'oro equipollenti a quattro punti d'azzurro, nel 4 d'argento al capo d'azzurro; sul tutto d'oro all'aquila di nero; sul tutto del tutto di rosso alla croce d'argento; sul tutto nel capo d'argento, alla croce di rosso, accantonata da quattro teste di moro di nero, attortigliate d'argento. Quella fatta con l'uso dei punti dell'arme diventa: inquartato: nel I di Cipro; nel II partito di Westfalia e di Sassonia, innestato in punta d'Angria; nel III inquartato d'Aosta, di Genova, del Chiablese e di Nizza; nel IV inquartato di Piemonte, del Monferrato, di Ginevra e di Saluzzo; sul tutto di Savoia antica, sul tutto del tutto di Savoia moderna, sul tutto nel capo di
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Note
[1] http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Category:Heraldic_quarters?uselang=it
Re d'armi
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Re d'armi
Il re d'armi, grado principale tra quelli degli ufficiali d'armi, era il capo degli araldi ed aveva il compito di custodire gli stemmi concessi, apportando le modificazioni o aggiunte che derivavano da nuove concessioni o da alleanze matrimoniali. A tal fine provvedeva anche a registrare e correggere gli alberi genealogici delle famiglie. In molte tradizioni araldiche solo un re d'armi ha l'autorit di concedere insegne araldiche. In altre tradizioni tale potere delegato ad altri ufficiali di rango paragonabile.
Stendardi con gli stemmi degli attuali tre Re d'armi d'Inghilterra. Si vedono gli stendardi dei re d'armi Norroy and Ulster, Clarence e Garter, re d'armi principale
Compiti araldici
In Inghilterra, l'autorit di concedere uno stemma soggetta all'approvazione dell'Earl Marshal sotto forma di warrant. In altre giurisdizioni, come la Repubblica d'Irlanda, l'autorit delegata ad un capo araldo che svolge gli stessi compiti di un re d'armi tradizionale. Anche il Canada ha un capo araldo che concede le insegne con l'autorit delegata dal Governatore generale, rappresentante della Regina. In Spagna il potere di certificare gli stemmi data ai Cronisti d'armi. In Inghilterra e Scozia i re d'armi sono i soli ufficiali d'armi che hanno Corona di re d'armi britannico. una corona distintiva del loro ufficio, che viene usata per scopi cerimoniali come le incoronazioni reali. All'incoronazione della Regina Elisabetta II, i re d'armi usarono delle corone ornate con sedici foglie d'acanto, con incise le parole Miserere mei Deus secundum magnum misericordiam tuam (Abbi piet di me, Dio, secondo la tua grande misericordia). Nelle rappresentazioni pittoriche di questa corona sono visibili solo nove foglie e le prime tre parole. Recentemente per il Lord Lyon stata realizzata una nuova corona modellata sulla corona reale scozzese che fa parte delle insegne scozzesi (la corona, lo scettro e la spada di stato). Anche questa corona sar portata nelle incoronazioni.
Re d'armi
403
Garter
Clarenceaux
Re d'armi
404
Re d'armi scozzesi
Lord leone, re d'arme
Cronisti d'armi
Cronista re d'armi di Spagna (attualmente vacante) Cronista d'armi di Castiglia e Len
Collegamenti esterni
The Court of the Lord Lyon [1] The College of Arms [2] The Canadian Heraldic Authority [3] The Office of the Chief Herald of Ireland [4] Genealogy & Heraldry Bill, 2006 [5] - nuova legislazione araldica presentata al senato irlandese
Altri progetti
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Note
[1] [2] [3] [4] [5] http:/ / www. lyon-court. com http:/ / www. college-of-arms. gov. uk http:/ / www. gg. ca/ heraldry/ index_e. asp http:/ / www. nli. ie/ fr_offi2. htm http:/ / www. oireachtas. ie/ documents/ bills28/ bills/ 2006/ 2306/ b2306s. pdf
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Eccezioni
(Per semplificare, gli esempi seguenti non contengono delle pellicce, che sfuggono alla regola) 1. Eccezioni dovute alla composizione. Un carico partizionato da almeno uno smalto ed un metallo, ed posto su un campo pieno. (fig. 1) Un carico attraversante su una partizione composta da almeno un metallo ed uno smalto. Es. : il blasone del Poitou-Charente, troncato d'argento e di nero, al leone di rosso armato e lampassato d'azzurro attraversante sul tutto (nella punta il rosso sul nero, inevitabilmente. Fig. 2). Una figura presenta dettagli di colore opposto al colore generale. Es. : il blason corso d'argento alla testa di moro di nero, animata e attorcigliata d'argento (Fig. 3)
1. breuil: 2. Poitou-Charentes: 3. Corsica: 2. Eccezioni legate alla storia. il caso principalmente degli aumenti, in cui la pezza (pi raramente la figura) accordata dal signore al suo vassallo, ha una possibilit su due di contravvenire alla regola e il blasone pu apparire scorretto. Per mostrare chiaramente che stata riconosciuta un'eccezione, la blasonatura utilizza il termine di cucito che ha lo scopo di far pensare che non si posto su ma posizionato mediante una cucitura allo stesso livello, come una partizione il che lo rende conforme alla regola (questo trucco utilizzato solo nella zona anglo-normanna.) Es. : il blasone di Lione: di rosso a un leone d'argento ed al capo cucito di Francia. Le brisure possono talvolta agire come nel caso precedente. Es. : il blasone d'Artois: d'azzurro seminato di gigli d'oro e brisato in capo da un lambello di rosso di tre pendenti caricati ciascuno da tre piccoli castelli pure d'oro ordinati in palo. Certi blasoni scorretti lo sarebbero solo perch concepiti prima che la regola sul contrasto dei colori fosse stata ben definita. la scusa talvolta addotta per il blasone di Gerusalemme. (Scusa poco credibile, in quanto il blasone
Regola di contrasto dei colori originale del reame di Gerusalemme, che aveva un campo di rosso, era del tutto corretto).
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1. Lione: 2. Artois: 3. Eccezioni che sono di fatto delle trasgressioni. Queste trasgressioni sono spesso spiegate dall'arroganza del possessore, che lo pretendeva per il suo carattere al di sopra delle leggi. L'esempio pi celebre il blasone di Gerusalemme (metallo su metallo) recuperato da Goffredo di Buglione difensore del Santo Sepolcro che blasonava dopo la Crociata: d'argento alla croce potenziata d'oro accantonata da quattro crocette dello stesso (fig 1). Questa trasgressione spiegata diversamente da altri autori. Un altro esempio (inverso: smalto su smalto) il blasone del regno albanese (prima del 1913) in cui l'aquila bicefala di nero posta su un campo di rosso (fig 2).
1: Gerusalemme / G. di Buglione: 2: Regno albanese: Questi blasoni irregolari sono blasonati a inchiesta perch invitano a ricercare la ragione di questo strappo alle regole, ragione in genere gloriosa o perfino mitica (e dunque non verificabile).
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Note
[1] http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Category:Heraldic_tinctures?uselang=it
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Dona maiora
Nella scala delle ricompense militari romane, le corone rappresentavano i dona maiora ("doni maggiori"), superiori ai dona minora. Le corone potevano essere concesse dai generali ai soldati o, viceversa, tributate dalla truppa stessa al proprio comandante. La forma o il materiale con cui esse erano realizzate richiamavano il particolare merito che si intendeva onorare. La corona dava diritto anche all'accesso ad un premio in denaro e a particolari posizioni d'onore in seno all'organizzazione militare e alla societ civile. Questa la descrizione che ne fa Giuseppe Flavio al termine del lungo assedio di Gerusalemme:
L'imperatore Teodosio I offre una corona d'alloro al vincitore di una gara circense (obelisco di Teodosio nell'Ippodromo di Costantinopoli).
Solido dell'imperatore romano Costantino II: la moneta reca nel recto l'effigie dell'imperatore con la corona d'alloro, mentre nel verso vi una Vittoria nell'atto di reggere il medesimo serto d'alloro.
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Tito diede ordine a chi era preposto a farlo, di leggere i nomi di tutti quelli che avevano compiuto particolari gesti di valore durante la guerra. E quando questi si facevano avanti, egli, chiamandoli per nome, li elogiava, si congratulava con loro delle imprese compiute quasi fossero le proprie, li incoronava con corone d'oro, distribuiva poi collane d'oro e piccole lance d'oro e vessilli d'argento. A ciascuno poi concesse di essere promosso al grado superiore. Distribu anche dal bottino una grande quantit di argento, oro, vesti e altri oggetti. Quando tutti furono ricompensati [...] Tito scese tra grandi acclamazioni e si rec a compiere i classici e rituali sacrifici per la vittoria. Presso gli altari vi era un gran numero di buoi ed egli, dopo averli sacrificati, li distribu all'esercito affinch banchettasse. Pass poi con i suoi generali a festeggiare per tre giorni. (Giuseppe Flavio, La guerra giudaica, VII, 1.3.13-17.)
Tipi di corone
Corona trionfale La corona triumphalis era assegnata al generale vittorioso acclamato imperator. Fatta d'alloro intrecciato, nel corso della cerimonia trionfale era rappresentata da una corona d'oro fatta in forma di foglie d'alloro sorretta sul capo del generale trionfante da uno schiavo. Per la sua caratteristica di corona propria del generale imperator, la corona d'alloro era anche in epoca imperiale attributo proprio dell'Imperatore. Corona ossidionale La corona obsidionalis era assegnata all'uomo che, con il proprio intervento, avesse salvato un intero esercito dalla distruzione. Era fatta d'erba intrecciata, per questo era detta anche corona graminea, cio "corona d'erba". Era considerata il massimo simbolo del valore militare. Corona civica La corona civica era assegnata all'uomo che, con il proprio intervento, avesse salvato la vita di uno o pi cittadini romani (ob cives servatos, "per i cittadini salvati"). Era realizzata in forma di serto di quercia, per questo era detta
Ricompense militari romane anche corona querquensis, cio "corona di quercia". Creava un particolare legame parentale tra il salvatore e il cittadino salvato. A differenza delle altre corone, la corona civica poteva essere attribuita anche al di fuori del contesto militare. Corona muraria La corona muralis era assegnata al primo uomo che avesse scavalcato le mura di una citt nemica. In oro, aveva forma di cinta muraria merlata e turrita ed per questo detta anche corona turrita. Corona castrense La corona castrensis era assegnata al primo uomo che avesse scavalcato il vallo di un accampamento nemico. In oro, aveva forma di palizzata, con punte acuminate. Corona navale La corona navalis era assegnata al primo uomo che avesse arrembato una nave nemica e all'ammiraglio che avesse distrutto una flotta nemica. Si trattava dunque di due premi distinti, ma incerta l'esistenza di un'unica corona oppure di due corone distinte, nel qual caso una sarebbe stata chiamata semplicemente navalis, mentre l'altra, simbolicamente decorata con dei rostri richiamanti quelli delle navi nemiche, sarebbe stata per questo detta corona rostrata. Entrambe le corone o la corona unica erano comunque realizzate in oro. Corona ovale La corona ovalis era assegnata al comandante cui fosse stata tributata un'ovazione, ma non il trionfo, avendo combattuto contro un nemico ritenuto inferiore. Era fatta di mirto intrecciato.
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Dona minora
Inferiori alle corone, nella scala delle ricompense militari, erano i dona minora ("premi minori"). Queste decorazioni erano assegnate ai soldati come ricompensa ai soldati distintisi per prove di coraggio e abilit. La consegna avveniva nel corso di pubbliche cerimonie al termine delle campagne o delle battaglie e spesso all'assegnazione del premio si accompagnavano ricompense in denaro o in bottino. L'assegnazione del donum minor comportava, per il portatore, una condizione di prestigio all'interno del proprio reparto e della comunit militare. L'uso di questi premi ci viene tramandato ad esempio da Svetonio e Tacito, quest'ultimo riferendosi all'incontro del germano Armino con il fratello, alleato dei Romani:
(LA) ut liceret cum fratre conloqui oravit. Erat is in exercitu cognomento Flavus, insignis fide et amisso per vulnus oculo paucis ante annis duce Tiberio. Tum permissu (...) unde ea deformitas oris interrogat fratrem. Illo locum et proelium referente, quodnam praemium recepisset exquirit. Flavus aucta stipendia, torquem et coronam aliaque militaria dona memorat. (Tacito, Annales, II, 9) (IT) Chiese di poter parlare con il fratello, il quale militava nell'esercito romano con il nome di Flavo, soldato di straordinaria fedelt e privo di un occhio, perduto, in seguito ad una ferita pochi anni prima, sotto il comando di Tiberio. Concessagli l'autorizzazione al colloquio, (...) chiese al fratello l'origine di quello sfregio sul volto. Quest'ultimo gli rifer il luogo e la battaglia. Arminio chiese ancora quale compenso avesse ricevuto. Flavo ramment lo stipendio accresciuto, il collare, la corona e le altre ricompense militari.
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(IT) Distribuiva dona militaria preferibilmente le falere (medaglia) e le torques (collana) che fossero d'oro o d'argento, piuttosto delle corone obsidionali e murali, che erano superiori in onore. Distribu queste in modo estremamente moderato, senza ambizione e spesso anche a "semplici soldati". Don a Marco Vipsanio Agrippa di un vessillo azzurro dopo la sua vittoria navale in Sicilia.
(LA) Dona militaria, aliquanto facilius phaleras et torques, quicquid auro argentoque constaret, quam vallares ac murales coronas, quae honore praecellerent, dabat; has quam parcissime et sine ambitione ac saepe etiam caligatis tribuit. M. Agrippam in Sicilia post navalem victoriam caeruleo vexillo donavit. (Svetonio,Augustus, 25)
Tipi di ricompense
Armill L'armilla (da armus, cio "braccio") era un bracciale di metallo utilizzato anche quale protezione nelle armature, tipico della cultura greco-romana. Torques Il torque (da torquere, cio "torcere") era un tipo di collare ritorto di metallici tipico della cultura gallo-celtica. Falere La falera (da phalera, cio "orpello") era una vera e propria medaglia in forma di borchia metallica cesellata o sbalzata, apposta quale decorazione sulle armature. Derivava dai tipici medaglioni ornamentali utilizzati quali elementi decorativi nell'abbigliamento femminile o nella bardatura dei cavalli.
Ricompense imperiali
Altri particolari tipi di ricompense erano quelli concessi in et imperiale direttamente ed esclusivamente dall'Imperatore a ufficiali o soldati che si fossero particolarmente distinti nel corso delle campagne militari e del cui uso testimonia ad esempio la seguente iscrizione:
(LA) Marco Vettio Cai filio Quirina Latroni, flamini divi Augusti, sacerdoti Cererum, anni CXXXVII, equo publico et in quinque decurias adlecto, praefecto cohortis I Alpinorum equitatae, donis donato ab Imperatore Caesare Nerva Traiano Augusto Germanico Dacico bello Dacico hasta pura, corona murali, vexillo argenteo, tribuno militum legionis II Adiutricis Piae Fidelis, praefecto alae Silianae civium Romanorum, torquatae, armillatae, procuratori annonae Ostiae et in Portu, procuratori provinciae Siciliae, procuratori Alpium Cottiarum, procuratori Mauretaniae Caesariensis, Marcus Vettius Euthychides libertus patrono optimo decreto decurionum. (Iscrizione sepolcrale AE 1951,52) (IT) A Marco Vettio Quirino Latrone, figlio di Caio, flamine del Divo Augusto, sacerdote di Cerere, nell'anno centotrentasettesimo, cavaliere pubblico e scelto in cinque decurie, prefetto della cavalleria della I coorte degli Alpini, che ha ricevuto in dono dall'Imperatore Cesare Nerva Traiano Augusto Germanico Dacico in occasione della guerra dacica l'asta pura, la corona muraria e il vessillo argenteo, tribuno militare della Legione II Soccorritrice Pia Fidele, prefetto dell'Ala di cittadini romani della Siliana, decorato con collari e bracciali, procuratore dell'Annona di Ostia e a Porto, procuratore della provincia di Sicilia, procuratore delle Alpi Cozie, procuratore della Mauretania Cesarense, il liberto Marco Vettio Eutichide al proprio ottimo patrono per decreto dei decurioni.
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Bibliografia
Fonti primarie Aulo Gellio, Noctes atticae Cicerone, Pro Cn. Plancio Plinio il vecchio, Naturalis historia Polibio, Historiae Tacito, Annales Seneca, De clementia
Fonti secondarie Erik Abranson e Jean-Paul Colbus, La vita dei legionari ai tempi della guerra di Gallia, Milano, 1979. (EN) Peter Connolly, Greece and Rome at War, Londra, Greenhill books, 1998. ISBN 1-85367-303-X. William Smith, "Corona" [1], A Dictionary of Greek and Roman Antiquities, John Murray, 1875.
Voci correlate
Corona (copricapo) Portale Esercito romano: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Esercito romano
Note
[1] http:/ / penelope. uchicago. edu/ Thayer/ E/ Roman/ Texts/ secondary/ SMIGRA*/ Corona. html
Ripartizioni araldiche
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Ripartizioni araldiche
In araldica, si chiama ripartizione, la ripetizione di partizioni semplici o di pezze semplici.
Principio
Ecco il meccanismo delle ripartizioni, ottenuto a partire da un "partito d'oro e di rosso": una prima ripartizione d origine a qualcosa che potrebbe essere blasonato come: "partito di due, d'oro, di rosso e d'oro" ma questa configurazione piuttosto quella di una pezza: il palo. Da cui la blasonatura (in cui la nozione di ripetizione sparita): "d'oro al palo di rosso " Aumentando le ripetizioni compaiono successivamente delle partizioni e delle pezze. Al di l di 3, se il numero delle zone pari, si tratta di una partizione ripetuta, se dispari si tratta di una pezza ripetuta: Palato di 4 pezzi 2 pali Palato di 6 pezzi (o meglio: palato senza ulteriori precisazioni: 6 il valore di default) 3 pali Palato di 8 pezzi 4 pali (o meglio: 4 verghette, che un palo diminuito) Palato di 10 pezzi (o meglio: verghettato di 10 pezzi) 5 pali ( 5 verghette) Palato di 12 pezzi (verghettato di 12 pezzi) 6 pali (6 verghette) ....
A partire da 4 il Palo diviene Verghetta, ma si trovano delle blasonatura che utilizzano 4, 5 e 6 pali. Cos il Conte di Foix dal 1223 al 1241 blasonava: d'oro a 6 pali di rosso (fig 12); dal 1241 al 1265: d'oro a 5 pali di rosso (fig. 10); infine: d'oro a 4 pali di rosso (fig.8). La citt di Foix per quanto la riguarda, blasona d'oro a 3 pali di rosso...(fig 6). Per il verghettato, il valore di default di 10 per alcuni, di 12 per altri. Visto che indicare il numero dei pezzi non un errore, meglio farlo... Lo stesso principio si applica a partire dal troncato (Fascia, Fasciato), dal trinciato (Banda, Bandato), dal tagliato (Sbarra, Sbarrato) e da alcune combinazioni di questi ultimi (Scaglione, Scaglionato per esempio). In pratica, pochi elementi sono in origine suscettibili di essere ripetuti, ma il numero delle ripartizioni ottenute molto grande.
Ripartizioni araldiche
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Note
Questa nozione definita molto diversamente dai vari autori. I soli elementi della definizione (quasi) comuni a tutti sono: Si tratta della ripetizione di una forma che riguarda l'intero campo Sono in gioco due soli colori (salvo che per Crayencourt che considera delle ripartizioni di "interzato" dunque 3 colori, ma non fornisce esempi) La regola di contrasto dei colori rispettata anche per le pezze ripetute, ma molti autori vogliono estenderla alle partizioni ripetute, anche quando non lo fanno per altre partizioni. Il carattere arcaico o primitivo di questa nozione ben dimostrato da questa esitazione tra pezza e partizione, (utilizzazione della parola "pezzo" per numerare le partizioni, desiderio di estendere la regola dei colori) e soprattutto dalle numerose confusioni trovate negli armoriali antichi. Si pu forse trovare in questo l'origine delle pezze onorevoli, prima ripartizione dei "colpi guerrieri", (ma nulla lo conferma !) Di fatto questo termine sempre meno utilizzato, e non fa parte della blasonatura (non citato nella lettura del blasone).
Note
[1] Famiglie Nobili delle Venezie (http:/ / www. cnicg. net/ biblio/ show. asp?id=41) [2] Libro d'Oro della Nobilt Italiana, Roma, Collegio Araldico, edizione XXII 2000-2004, volume XXV pag. 763.
Voci correlate
Corpo della Nobilt Italiana
Stemmario
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Stemmario
In araldica, lo stemmario una raccolta di stemmi, ovvero una raccolta di immagini che riprodotte in origine sugli scudi e sui vessilli del Cavaliere medievale, hanno permesso di distinguere e riconoscere un intero gruppo di persone, sia nei suoi componenti che nelle sue propriet. La redazione di uno stemmario pu seguire diversi criteri.
Criteri
Criteri di redazione
Lo stemmario propriamente detto, raccoglie solo una serie di immagini affiancate le une alle altre, come nel caso del celebre Stemmario Cremosano, e come nell'immagine qui proposta. In altri casi la raccolta di immagini pu essere arricchita dalla descrizione dei singoli stemmi, da cenni storici e/o da cenni genealogici sul casato, o da altre informazioni, fino a trasformare l'originale stemmario in una vera e propria enciclopedia, come la celebre enciclopedia storico-nobiliare-italiana di Vittorio Spreti. La raccolta che presenta per ogni scudo anche le sue ornamentazioni esterne pi propriamente detta armoriale, in quanto illustra l'arma completa. Qualora invece la raccolta si limiti alle sole blasonature, escludendo o limitando a poche eccezioni la presenza delle immagini, si avr allora il blasonario, che propriamente risulta dunque essere una raccolta di blasoni. Un esempio significativo di blasonario dato dal Dizionario Storico Blasonico di G.B. di Crollalanza.
Stemmario
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Criteri di selezione
Come qualunque raccolta ogni stemmario adotta poi dei criteri di selezione, con cui valuta quali stemmi accettare e quali rifiutare. Tali criteri possono essere di carattere geografico (gli stemmi di una data localit), temporale (gli stemmi di un dato periodo), di concessione (gli stemmi concessi da una specifica autorit), riferiti a gruppi ben identificati (gli stemmi dei cavalieri teutonici), etc.
Criteri stilistici
Altro aspetto caratterizzante uno stemmario quello stilistico. La raccolta infatti pu essere a colori o in bianco e nero, utilizzare una grafica moderna o rifarsi a stili e strumenti del passato, presentare lo stemma riducendolo al solo contenuto (in genere in una cornice rettangolare o ovale), o collocandolo su di uno scudo (di qualsiasi foggia), con o senza ornamentazioni esterne.
Evoluzione storica
molto probabile che gli stemmari nacquero inizialmente solo come interesse personale di qualche araldo o nobiluomo; ma con il tempo, e con l'affermarsi dell'uso dell'araldica, divennero strumenti di studio, unici in grado di supportare una ricerca volta ad identificare l'appartenenza di un dato stemma.
Stemmari
Numerosi gli esempi di raccolte di stemmi private che oggi vengono considerati veri tesori araldici e preziosi documenti storici (la Raccolta Ceramalli Papiani, lo Stemmario Cremosano, lo Stemmario Trivulziano, lo Stemmario Bosisio).
Enciclopedie
Proprio questa trasformazione ne guida anche l'evoluzione che porta gli originali "semplici" stemmari a trasformarsi in vere e proprie enciclopedie; per l'Italia di particolare rilevanza sono: l'enciclopedia araldica italiana di A.G.M. Scorza, l'enciclopedia storico nobiliare italiana di Vittorio Spreti, le diverse edizioni del libro d'oro del Collegio Araldico Romano, l'Annuario della nobilt Italiana di G.B.Crollalanza prima e delle Ed. SAGI oggi.
Stemmari on line
Con l'avvento dell'informatica, anche gli stemmari hanno visto una nuova evoluzione, con la redazione di imponenti raccolte proposte su internet dove l'introduzione dell'informatica ne facilita anche la consultazione. Tra questi si segnalano tre risorse per tre ambiti differenti anche se non inclusivi di tutta la raccolta italiana: Stemmario Italiano [3] per l'araldica familiare Araldica Civica [1] per l'araldica civica Araldica Vaticana [1] per l'araldica religiosa In particolare la prima risorsa, che curata da un ente (il Centro Studi Araldici), ha assunto un notevole rilievo per l'innovativo sistema di ricerca che permette finalmente in maniera agevole di poter risalire al casato d'appartenenza. avendo la sola immagine dello stemma, risolvendo un problema che per secoli ha afflitto lo studio dell'araldica.
Stemmario
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Note
[1] http:/ / www. araldicavaticana. com
Sashimono
I Sashimono ( , , ) erano, nell'epoca medievale Giapponese, piccoli stendardi indossati dai soldati per identificare le truppe durante le battaglie. Essi venivano di solito posti sul dorso dei militari di base (gli ashigaru), dei samurai ma anche posti nei porta-stendardi speciali sulle monture di alcuni soldati di cavalleria. Questi simboli, che somigliavano a piccole bandiere con i simboli dei clan, furono in special modo usati nel periodo sengoku un'epoca di lunga guerra civile fra la met del XV secolo e l'inizio del XVII.
Forme
I sashimono erano usati per uniformare le truppe in ragione della grande variet di armature in uso in Giappone; solitamente erano bianchi e neri e di forma quadrata o leggermente rettangolare, sebbene ce ne fossero di Illustrazione che rappresenta un tipico varie fogge: gli uma-jirushi, per esempio, erano bandiere di grossa taglia sashimono, indossato con l'armatura che servivano come sashimono personalizzati e portati dai comandanti dell'esercito; ne esisteva una versione ancora pi grande e fine, il nobori, che necessitava di due o tre uomini per tenerla dritta ed era il punto di riferimento degli eserciti nelle grandi battaglie. La bandiera era sostenuta da un telaio a forma di gamma ( ) sostenuto dall'armatura all'altezza della vita e attaccato con un anello all'altezza delle spalle. I materiali pi utilizzati per la creazione di sashimono erano la seta ed il cuoio.
Simboli
I simboli sui sashimono erano spesso forma geometriche semplici, a volte accompagnate da ideogrammi del nome del capo del clan (Daimyo), il suo motto od il suo Mon. Spesso il colore del retro indicava a quale unit faceva riferimento il portatore del simbolo. I samurai famosi o rispettati avevano a volte il loro logo o il nome scritto sul sashimono. I loghi stilizzati dei sashimono contrastano con i complessi stemmi araldici europei dello stesso periodo.
Sashimono
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Commons [1] contiene immagini o altri file su Sashimono [1]
Voci correlate
Araldica Akira Kurosawa - regista giapponese noto per i suoi film storici accurati nei costumi e nelle scenografie Samurai Sopravveste Portale Giappone: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Giappone
Note
[1] http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Category:Heraldry_of_Japan?uselang=it
Scudi composti
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Scudi composti
L'araldica spesso riunisce pi stemmi su uno stesso scudo. Si vengono cos a formare delle armi composte, formate da armi pi semplici accostate secondo una linea di partizione semplice, oppure riunite in quartieri. Altre armi possono essere composte con pezze onorevoli, per esempio aggiungendo un capo o un cantone a uno stemma principale. Per blasonare delle armi composte si comincia con l'indicare la partizione, cio il modo in cui lo scudo stato suddiviso per ospitare i vari stemmi; quindi si blasonano gli stemmi costituenti, secondo l'ordine in cui compaiono nella suddivisione, facendoli precedere dal loro rango (il primo... il decimo...). Si pu quindi ottenere una blasonatura del tipo: partito: nel primo d'argento, alla torta di rosso; nel secondo d'oro, alla fascia d'azzurro.
La blasonatura pu risultare complicata quando le linee di partizione abbondano, per quanto la regola sia molto semplice: ogni elemento (definito genericamente quartiere, bench non sempre sia la definizione pi corretta) assume un numero d'ordine secondo la regola di precedenza quello in alto prima di quello in basso, quello a destra prima di quello a sinistra e viene descritto come fosse uno stemma indipendente, secondo tale ordine. Unica eccezione a tale regola si ha quando nella composizione sono presenti diversoi quartieri identici: in questo caso sono descritti tutti insieme una volta sola con la priorit del primo, enunciando tutti i numeri d'ordine relativi. Per esempio, l'arma presente all'inizio dell'articolo (stemma di Lothar Franz von Schoenborn) sar blasonata come: partito di due e troncato di uno, nel 1 e 6: d'oro, alla banda d'argento attraversante sul leone di nero; nel 2e 5: di rosso, alla ruota d'argento; nel 3: di rosso, a tre scudetti d'argento; nel 4: d'azzurro, alla fascia d'argento accompagnata da tre losanghe dello stesso; sul tutto: di rosso, al leone illeopardito d'oro posto su una terrazza inchiavata d'argento.
Quando un quartiere composto a sua volta, la regola si applica in cascata, per cui quando si arriva al suo turno si definisce un nuovo ordine di presentazione per i quartieri che lo costituiscono. Se, ad esempio, si ha una prima partizione che individua sei quartieri, il 4 dei quali a sua volta suddiviso in tre elementi, l'ordine di blasonatura sar 1, 2, 3, 4.1, 4.2, 4.3, 5, 6.
Scudi composti
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Partizioni
Gli scudi composti, o, per meglio dire, le armi composte, devono essere considerati come la riunione di pi stemmi in uno solo, e non la frantumazione di uno in molti. Nelle armi composte, la tavola d'aspettazione divisa secondo una partizione araldica, e quindi ogni elemento di questa partizione si comporta come uno scudo completo (e pu quindi essere partizionato a sua volta). Le partizioni di base si possono cos combinare all'infinito. Gli elementi formati da una partizione sono di dimensioni uguali, ma non hanno lo stesso prestigio: sono ordinati gerarchicamente secondo la loro posizione: il prestigio decresce dall'alto verso il basso e da destra verso sinistra, ecco perch la blasonatura viene fatta secondo tale ordine. Un uso molto frequente delle partizioni riguarda al traduzione araldica delle unioni di qualunque natura: matrimonio, annessione di feudi, ecc. Cos l'unione di due elementi sar evidenziata spesso da un partito (che ha per effetto la riduzione della larghezza delle figure e la messa in evidenza della destra - cosa che pu essere particolarmente ricercata) o anche, molto spesso, da un inquartato (che non deforma l'aspetto grafico dello scudo originale, e che rappresenta una unione pi egalitaria: le posizioni pi e meno prestigiosa per l'uno, le due intermedie per l'altro). In un partito, lo stemma di destra pu essere rivoltato per cortesia (come nel caso dell'arma dell'Alsazia): bench occupi il posto d'onore, la sua inversione mostra che la sua direzione d'onore rivolta verso lo stemma a sinistra, ristabilendo, almeno in parte, una parit di trattamento.
L'unione di
con
e nell'inquartato a
. Come blasonatura, essendo il primo d'azzurro, alla croce ansata d'oro e il secondo d'oro, alla chimera di verde capelluta di rosso, si avr rispettivamente: partito: d'azzurro alla croce... e d'oro, alla chimera...; inquartato: nel 1 e 4 d'azzurro, alla croce...; nel 2 e 3 d'oro, alla chimera.... Un altro modo di unire due stemmi il cosiddetto semipartito (o pi raramente il semitroncato) che consiste nell'unire la met destra del primo con la met sinistra del secondo. Questa unione si pu fare, per, solo se gli stemmi originali restano identificabili anche dopo la amputazione di una met.
Esempi: Navarra-Champagne, = semipartito di e di Si deve notare che il semipartito e il semitroncato si possono usare anche quando una delle met a sua volta divisa in due met, purch in senso contrario (nel semipartito una met troncata, nel semitroncato una met partita).
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La partizione pu anche essere solo un elemento di redazione dello stemma, come nel caso di quello di La Tour-du-Pin, in cui il partito serve solo a delimitare i due elementi del rbus (a destra l'elemento che rappresenta la torre; a sinistra quello che richiama il pino). La partizione in elementi molto numerosi, come lo scaccato o il losangato o altre ripartizioni, rivela uno sforzo essenzialmente decorativo e funziona quasi come una pelliccia che ricopre l'intero campo. Per una donna sposata lo stemma pu talora essere diviso verticalmente in due partito e riprendere da una parte lo stemma della sua famiglia di origine, dall'altra quello del marito.
Partizioni particolari
Ogni elemento della composizione pu avere un campo diverso. Alcune pezze possono in certi casi (aumento, etc.) giocare un ruolo equivalente a quello di una partizione e entrare nella composizione. La regola di contrasto dei colori, che si applica alle pezze ma non alle partizioni, pu allora essere superata. Si dice allora che la pezza cucita, il che le conferisce lo status di una partizione (non pi sovrapposta, ma aggiunta di lato).
Cantone
la parte dello scudo in cui trovano posto i quattro cantoni (destro del capo, destro della punta, sinistro del capo e sinistro della punta). Non si blasona la posizione destra del capo, assunta per default. Forse l'origine del cantone nella rappresentazione, sovrapposta allo scudo, delle ailettes, placche rettangolari di acciaio attaccate alle spalle, facenti parte della corazza, e portate soprattutto nei tornei.
di rosso, alla nave d'argento su un mare dello stesso, al capo di Francia antica (d'azzurro seminato di gigli d'oro)
Capo
Pezza onorevole che occupa il terzo superiore dello scudo. Il termine indica anche la corrispondente regione della tavola d'aspettazione. Il capo spesso utilizzato come partizione dello scudo, che permette di aggiungere alle armi principali (che figurano al di sotto) delle altre armi semplici o composte, raffigurate appunto nel capo. In questo caso, come gi visto, la regola di contrasto dei colori non sempre rispettata, e allora il capo detto cucito. In Francia, le buone citt, quelle cio che avevano il diritto di farsi rappresentare dai loro sindaci all'incoronazione del re di Francia, avevano il diritto di portare sul loro stemma un capo di Francia, antica (d'azzurro seminato di gigli d'oro) o moderna (d'azzurro, a tre gigli d'oro). Il capo di Francia , quindi, un aumento delle armi concesso a queste citt.
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Inquartato
Partizione di uno scudo araldico in quattro quartieri uguali (o quarti) per mezzo di una linea orizzontale e una verticale. L'inquartato compone spesso due stemmi, che sono in questo caso posti l'uno in 1 e 4, l'altro in 2 e 3. Si dovr blasonare allora inquartato, nel 1 e 4 d'argento, alla croce di rosso (croce di San Giorgio), nel 2 e 3 d'oro, a quattro pali di rosso (Aragona), che di Barcellona. In modo pi semplice si pu blasonare: inquartato, d'argento alla croce di rosso, e d'oro a quattro pali di rosso, essendo implicita l'alternanza degli stemmi.
Quartieri
I quartieri sono originati dalla divisione di uno scudo che risulta, generalmente, da un certo numero di partiti e di troncati (da due a sei). I quartieri sono partizioni simmetriche, che delimitano da sei a trentasei armi elementari e ne permettono la composizione. I quartieri sono numerati nel senso di lettura abituale: cominciando dal capo con il pi alto a sinistra (dell'osservatore, a destra del capo), quindi si completa la prima fila da sinistra a destra, poi le file seguenti dall'alto verso il basso. Si blasona dapprima il numero di linee di partizione del partito e di quelle del troncato (ad esempio: partito di due e troncato di tre - il che significa dodici quartieri - nel 1 ...). Si continua poi indicando prima di ogni arma elementare il relativo numero d'ordine. Se alcune armi sono ripetute su pi quartieri, le si descrive solo la alla prima occorrenza, indicando gli ordinali di tutti i quartieri interessati, e i quartieri gi descritti sono conseguentemente saltati al momento del loro turno normale. A proposito della blasonatura delle linee di partizione, si deve notare che tale metodica quella standard nell'araldica italiana, mentre quella francese tende a contare le file dei quartieri e le loro colonne, indicando quindi dei valori aumentati di uno rispetto al sistema italiano. In Francia, quindi, l'espressione partito di due e troncato di tre descrive uno scudo con due colonne e tre file orizzontali, con un totale di soli sei quartieri. Le armi che figurano nei quartieri dello scudo composto rappresentano i rispettivi titolari, e dovrebbero quindi essere blasonati citando questi titolari pi che descrivendo gli stemmi. Tuttavia, se il titolare non ben conosciuto preferibile usare entrambe le descrizioni (ad esempio: nel 3 di Savoia, che di rosso alla croce d'argento). Partito di ventotto e troncato di ventiquattro, il che crea 719 quartieri (si noti che ne mancano tre su ognuno dei lati inferiori a causa dell'arrotondamento), nel 1 ... (cliccare sull'immagine per una versione ad alta risoluzione). Le armi composte con lo scopo di mostrare tutti i quarti di nobilt, come nell'esempio del dittico Grenville dell'immagine precedente, composto da Richard Temple-Grenville, sono composizioni assolutamente artificiali: esse non simboleggiano una persona, ma un insieme di alleanze e costituiscono una rivendicazione genealogica. Questo tipo di creazione si riallaccia alla elaborazione di un armoriale personale. Il linguaggio del blasone pu teoricamente descrivere delle icone punto a punto (partito di 255 e troncato di 255), ma quando si arriva a tali eccessi si esce evidentemente dal dominio araldico.
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Grandi armi
Le grandi armi sono rappresentazioni araldiche complete di tutti gli ornamenti esteriori, che prendono generalmente la forma di uno scudo composto di quartieri in cui sono rappresentate le armi di dipendenza, di costituzione o di possesso, e sono attraversate sul tutto dallo scudo del titolare (un principe, una provincia, ecc.). Le grandi armi rappresentano graficamente una solenne affermazione dei titoli e dei diritti del titolare. Esse sono rappresentate di rado, tipicamente per decorare una sala di prestigio, ad esempio una sala del trono. Esempio: grandi armi di Russia [1].
Grandi armi di Ungheria (fino al 1908) : inquartato: 1, di Dalmazia; 2, di Croazia; 3, di Slanovia; 4, di Transilvania; innestato in punta di Fiume; sul tutto partito di Ungheria antica e di Ungheria moderna
Note
[1] http:/ / www. armorial. ru/ imperial_fr_m. htm
Vittorio Spreti
Vittorio Spreti (San Severino Marche, 1887 Milano, 1950) stato un genealogista e storico italiano. Appartenente a una famiglia marchionale di Ravenna, noto per la sua Enciclopedia storico-nobiliare italiana, della quale fu anche editore, pubblicata dal 1928 al 1936[1]. L'opera, che di carattere araldico-genealogico, composta da dieci volumi trattanti famiglie italiane.
Opere
Enciclopedia storico-nobiliare italiana: famiglie nobile e titolate viventi riconosciute del R. Governo d'Italia, compresi: citt, comunit, mense vescovile, abazie, parrocchie ed enti nobili e titolati riconosciuti, 6 volumi, 1928-32: Vol. I: [A-B], 1928, 538 p. Vol. II: [B-D], 1929, 645 p., Vol. III: [E-K], 1930, 713 p. Vol. IV: L-O, 1931, 957 p Vol. V: [P-R], 1932, 894 p. Vol. VI: [S-Z], 1932, 1045 p. Appendici Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano: Stirpe, 1935-36 Appendice 1: A-C, 688 p. Appendice 2: D-Z, 767 p. (in collaborazione con Giustiniano Degli Azzi Vitelleschi), Saggio di bibliografia araldica italiana, Milano: Enciclopedia storico-nobiliare italiana, 1936
Vittorio Spreti
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Note
[1] Spreti, Enciclopedia Treccani (http:/ / www. treccani. it/ enciclopedia/ spreti_res-8848f09e-edd6-11df-9962-d5ce3506d72e/ )
Stain (araldica)
Nell'araldica anglosassone, con il termine stain (che si pu tradurre con onta o chiazza) si indica una famiglia di colori o smalti non standard (murrey, sanguigno e tann), che vengono usati solamente nell'araldica post-medievale per denotare un aumento disonorevole, anche se raro usarli. Nell'araldica britannica, comunque, questi smalti vengono utilizzati eccezionalmente, oltre a essere usati nelle livree.[1]
Murrey
Per approfondire, vedi Murrey.
Il murrey (derivato dal Medio inglese, a sua volta derivato dall'Antico francese e dal Latino medievale moratus, da morum 'mora') un colore (spesso identificato con il sanguigno) rosso violaceo, anche se in Italia viene chiamato anche marrone.[2]
Sanguigno
Per approfondire, vedi Sanguigno.
Tann
Per approfondire, vedi Tann.
Il tann (da una variante francese tane) (chiamato anche tann, cannellato o aranciato) un colore marrone arancio, anche se aranciato si discosta dalla tradizione araldica europea (non britannica) e africana.
Stain (araldica)
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Esempi storici
L'Universit del Galles, fondata nel 1893, adott uno stemma Argent on a fesse murrey three medieval lamps Or all within a bordure of the second charged with eight mullets of the third. (D'argento, alla fascia di murray caricata da tre lampade medievali d'oro, alla bordura del secondo caricata da otto stelle (5) del terzo) La bandiera della Seconda repubblica spagnola, adottata nel 1931, era un tricolore di rosso, oro e murray (roja, amarilla y morada).[3]
Galleria
Murrey
Sanguine
Tenn
Stain (araldica)
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Note
[1] Fox-Davies (1909), pp. 72-73. [2] 7.3.7 Sanguigno o Marrone in Manuale ragionato di Araldica (http:/ / manuali. lamoneta. it/ ManualeAraldica/ ) [3] Decreto del Gobierno Provisional de la Rep-blica de 27 de abril de 1931 (http:/ / es. wikisource. org/ wiki/ Decreto_del_Gobierno_Provisional_de_la_Repblica_de_27_de_abril_de_1931)
Bibliografia
Fox-Davies, A. C. (1909). A Complete Guide to Heraldry. (http://www.archive.org/stream/ completeguidetoh00foxdrich) (2004 edition) Whitefish, MT: Kessenger Publishing. ISBN 1-4179-0630-8 LCCN 09-23803
Trattamento d'onore
Un trattamento d'onore, o semplicemente trattamento, un appellativo onorifico utilizzato nella vita sociale verso personaggi che presentano un titolo. Viene erroneamente utilizzata la locuzione predicato d'onore come sinonimo: in realt con predicato si intende in realt una localit geografica, che pu costituire parte del cognome di tutta la discendenza di chi detiene un titolo nobiliare. I trattamenti erano stati distinti dai titoli nobiliari veri e propri nell'ultimo Ordinamento dello stato nobiliare italiano,[1] (articoli 38 e 39) al pari delle "qualifiche nobiliari". In tale ordinamento, la distinzione tra "titolo" e "trattamento" non tuttavia specificata, ma sul piano storico-giuridico i due termini si possono distinguere facilmente: il titolo indica una funzione, mentre il trattamento un appellativo utilizzato nella vita sociale. Questa differenza tra i due piani visibile e tuttora presente, ad esempio la differenza tra "re" (funzione pubblica, titolo) e "maest" (appellativo onorifico, trattamento), cos come tra "vescovo" (funzione pubblica, titolo) ed "eccellenza" (appellativo onorifico, trattamento), o anche tra "deputato" (funzione pubblica, titolo) ed "onorevole".
Amplissimo
Viene utilizzato come titolo dei Presidi di Facolt Universitarie, derivato dall'et romana come attributo riconducibile al rango senatorio. Viene abbreviato anche in Ampl.mo, specialmente nella corrispondenza.
Trattamento d'onore
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Magnifico
Il titolo veniva utilizzato durante il Medioevo genericamente per i principi e i signori locali; al giorno d'oggi assegnato ai rettori delle universit.
Eminenza
Il titolo riservato esclusivamente ai cardinali della Chiesa cattolica, in qualit di principi della Chiesa, ed valido anche per quelli appartenenti alla Chiesa Orientale. Inoltre spettava anche agli arcivescovi di Magonza, Treviri e Colonia in quanto elettori del Sacro Romano Impero. Dal 1607 il Gran Maestro dei cavalieri di Malta, in quanto capo di stato e sovrano dell'ordine, ha un grado ecclesiastico equiparato a quello cardinalizio ed considerato principe sovrano, e dunque gode del titolo di Sua Altezza Eminentissima[2].
Reverenza
Ci si riferisce cos ad una badessa o priora di un monastero di clausura.
Carit
Il titolo riservato ad una qualsiasi monaca di clausura.
Santit
Derivato dal latino "sanctitas", originariamente veniva utilizzato per tutti i vescovi ma dal VII secolo il titolo venne riservato al Papa, ai Patriarchi e ad altri ruoli particolari; dal XIV secolo, e ancora oggi, viene utilizzato esclusivamente per il Papa e per il "Romano Pontefice Emerito", ovvero il vescovo di Roma che ha rinunciato al ministero petrino. La Chiesa ortodossa copta in realt utilizza la stessa definizione per il suo Papa. Si pu usare anche l'appellattivo "Beatissimo padre". Fra gli sciiti, particolarmente nella corrente ismailita, il titolo attribuito anche al Da'i al-Mutlaq, loro massima autorit. Il Dalai Lama, massimo vertice del Buddhismo tibetano, riceve la stessa dicitura nel mondo occidentale, come anche il Sakya Trizin, capo del ramo Sakya.
Trattamento d'onore
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Eccellenza
Bench anticamente l'appellativo fosse utilizzato per gli imperatori e i monarchi, pass in breve a designare i suoi principali funzionari, tanto che a lungo con questo nome si designarono i ministri di uno Stato. Oggi in Italia spetta ai vescovi della Chiesa cattolica, mentre per il diritto internazionale si usa per gli ambasciatori.
Dom
Dom, dal latino Dominus, il trattamento riservato agli Abati Benedettini, Trappisti, Certosini e comunque agli Abati in genere, e dei Superiori di Comunit religiose. Dona Appellativo onorifico portoghese e brasiliano, in inglese reso come dame o lady, in italiano come donna e in spagnolo come doa.
Trattamento d'onore Principe/Principessa Reale: Sua/Vostra Altezza Reale (usato perlopi in Inghilterra per distinguere i figli di un monarca) Principe/Principessa: Sua/Vostra Altezza Reale, se regnante (come nel caso del Principato di Monaco o del Principato del Liechtenstein) ha il trattamento di Sua/Vostra Altezza Serenissima Principe-Elettore: Sua/Vostra Altezza Serenissima Infante / Infanta: Sua/Vostra Altezza Reale (usato in Spagna, Portogallo, Francia e Inghilterra per i figli di un monarca) Delfino: Sua/Vostra Altezza Reale (usato in Francia per il primogenito del re) Arciduca / Arciduchessa: Sua/Vostra Altezza Imperiale (usato in Austria e Russia) Granduca / Granduchessa: Sua/Vostra Altezza Reale, se regnante (come nel caso del Granducato del Lussemburgo) ha il trattamento di Sua/Vostra Altezza Serenissima Duca / Duchessa: Sua/Vostra Altezza se membro di una famiglia reale; in caso contrario utilizza il trattamento di Sua/Vostra Eccellenza/Grazia/Illustre o illustrissimo o il trattamento di "Altezza"[5] Marchese / Marchesa: Sua/Vostra Grazia/Eccellenza/Illustre Conte / Contessa: Sua/Vostra Grazia/Eccellenza/Egregio Visconte / Viscontessa: Sua/Vostra Grazia/Eccellenza/Egregio Barone / Baronessa: Sua/vostra Grazia/Signoria
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Baronetto / Baronetta: Sua/Vostra Signoria per il figlio di un barone, mentre nel Regno Unito viene preferito Sir Nobile / Nobil Dama: Sua/Vostra Signoria Cavaliere / Dama: Cavaliere in Italia, Sir in Inghilterra, Chevalier in Francia; in Spagna in caso di particolari concessioni ai singoli ordini pu essere usato illustre seor don, mentre per i cavalieri di Malta si usa illustrsimo seor don
Illustrissimo
Anche se non riferito a nessun merito particolare, viene utilizzato nelle missive, molte volte semplificato nella forma Ill.mo, come appellativo rispettoso.
Note
[1] [2] [3] [4] [5] Regio decreto del 7 giugno 1943 n. 651 Sancito in Italia per esempio dall'articolo 38, comma 2, del r.d. 651/1943. Articolo 39 Tale uso deve essere attestato da atti ufficiali di governo o del senato di Milano ed eventualmente da opere anteriori al 1714. http:/ / it. wikipedia. org/ wiki/ Altezza_%28titolo%29#Altezza
Bibliografia
Paul Winninger, La vanit nella Chiesa, Cittadella, 1969 Dizionario De Mauro, Paravia, 2007
Collegamenti esterni
Nel sito dell' Associazione araldica genealogica nobiliare regionale della Sardegna (http://www. araldicasardegna.org/), oltre ad altre numerose informazioni, pubblicato l'Ordinamento dello stato nobiliare italiano, nella sezione Statuto e Elenco nobiliare sardo
Portale Antropologia Portale Storia
Tre corone
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Tre corone
Le tre corone sono un simbolo presente in araldica, note soprattutto per essere un simbolo nazionale della Svezia.
Usi
Svezia
In Svezia le "Tre Kronor" sono un simbolo nazionale e sono presenti sullo stemma reale; il simbolo composto da tre corone gialle e dorate, ordinate due sopra e una sotto, su sfondo blu. L'emblema spesso usato come simbolo di autorit dal governo svedese e dalle ambasciate svedesi in tutto il mondo, ma appare anche in contesti meno formali, come la Nazionale di hockey su ghiaccio maschile della Svezia, che porta il simbolo sulla sua maglia ed chiamata per questo "Tre Kronor". Le tre corone sono usate anche come coccarda dalle forze armate aeronautiche svedesi e su tutto l'equipaggiamento militare svedese in generale, oltre che su uniformi e veicoli della polizia svedese.
Altri
Nazioni
Danimarca (stemma)
Tre corone
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Burriana
Colonia (citt)
Galizia
Munster
Otterfing
Vyborg
Universit
Universit di Oxford
Tre corone
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Voci correlate
Corona (araldica) Triple Crown Stemma della Svezia
Altri progetti
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Note
[1] http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Categoria:Three_crowns_in_heraldry?uselang=it
Triquetra
Triquetra un antico simbolo a tre punte , nonch uno degli antichi nomi della Sicilia. Nelle rappresentazioni vascolari indigene sicane (fondo di olla da Palma di Montechiaro, VIII secolo a.C.) appare come un insieme di tre gambe unite all'anca, nel nord Europa compare nelle rune vichinghe. Nella simbologia celtica la triquetra simboleggiava una divinit femminile tripla, diventato poi nell'Irlanda cristiana un simbolo della Trinit. Dal punto di vista della matematica pu considerarsi una forma geometrica riconducibile ad un intreccio costituito da due nodi: si ottiene intrecciando in modo non semplificabile un nodo a trifoglio ed una curva chiusa semplice (cerchio, o nodo banale). La forma geometrica si ottiene presentando il suddetto intreccio in una figura sostanzialmente simmetrica, invariante per rotazioni di 120 gradi. La precedente figura viene anche semplificata nella corrispondente puramente bidimensionale (eliminando le distinzioni di sovrapposizione). In araldica sinonimo di trinacria o di Triscele. La triquetra ha la stessa topologia del cosiddetto nodo gordiano. Il simbolo stata poi utilizzato in seguito dai cristiani come simbolo della Trinit (Padre, Figlio e Spirito Santo). L'appropriazione di questo simbolo da parte del cristianesimo stata particolarmente facile in quanto la triquetra grazie alla sua forma facilmente interpretabile come l'unione della trinit che potrebbero essere interpretati come i simboli cristiani . Una rappresentazione molto comune del simbolo un cerchio che passa attraverso i tre anelli interconnessi del Triquetra. Il cerchio sottolinea l'unit di tutta la combinazione dei tre elementi.
Triquetra
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Voci correlate
Teoria dei nodi Link Intreccio Triscele
Altri progetti
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Portale Celti Portale Germani Portale Matematica
Note
[1] http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Category:Triquetra?uselang=it
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