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COMUNICAZIONE NON VERBALE

IL POTERE DELLA

COMUNICAZIONE NON VERBALE

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COMUNICAZIONE NON VERBALE

Indice

1 - Il Potere della Comunicazione NON Verbale Come ascoltare con le orecchie e come capire con gli occhi 2 - La Comunicazione NON Verbale del nostro Corpo Quali sono i segnali che svelano le intenzioni e quali svelano le bugie? 3 - I Segnali del Volto Nella Comunicazione NON Verbale E' possibile controllare volontariamente le nostre emozioni? 4 - Abilit e Persuasione della Comunicazione NON Verbale Come convincere abilmente l'altro con 5 semplici mosse 5 - La Comunicazione NON Verbale e la capacit di Influenzare Quanto conta la prima impressione?

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Il Potere della Comunicazione NON Verbale


Come ascoltare con le orecchie e come capire con gli occhi
Tratto dal video corso: "Comunicazione Non Verbale & Linguaggio del Corpo"

In una conversazione le parole sono solo la punta delliceberg. Questo e' un aspetto del comportamento umano che sempre mi ha affascinato e sempre mi affasciner. Le parole, infatti, non sono sufficienti a capire veramente la persona con cui stiamo conversando. Prova a pensare a cosa pensi mentre stai parlando con qualcuno Ognuno di noi, durante un comune dialogo, si chiede se ci che ci sta dicendo laltro e' vero o se sta tentando di farcelo credere. A volte, purtroppo, siamo cos presi nel cercare di leggere il suo pensiero che non ascoltiamo veramente il discorso. Ma perch accade tutto ci? Cosa rende cos ricca la comunicazione umana? La risposta sta nella comunicazione non verbale e nel suo inestimabile potere. "Ho nel cuore" una signora che ha saputo incantarmi attraverso luso del suo corpo mentre comunica. Non sono solo le parole che dice a catturare lattenzione, ma il modo in cui si esprime a rendere magico e unico il suo discorso. Conversare con lei unesperienza interessante. come accomodarsi a teatro e godersi lo spettacolo in prima fila! Cos le ho chiesto se consapevole delleffetto che il suo modo di parlare ha sulle persone che lascoltano. Lei mi ha risposto: "Ovviamente si. Ho imparato a miscelare con grande maestria il parlato con lespressivit del corpo".

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Da allora lo studio della comunicazione non verbale ha catturato il mio interesse. Ho messo in pratica tutti i preziosi consigli che ho ricevuto. Ho arricchito il mio comportamento comunicativo con luso consapevole di ogni gesto, movimento ed espressione. Quando parlo in pubblico mi rendo conto che le persone non ascoltano solo le mie parole, ma guardano anche come comunico.

Ho capito il grande potere della comunicazione non verbale dedicando tempo e studio alla sua osservazione. La pratica mi ha aiutato a usare in modo consapevole la comunicazione non verbale secondo i miei scopi e le mie intenzioni. Ben presto mi sono resa conto che la comunicazione non verbale fornisce ulteriori informazioni su di noi e sugli altri. Questa un'agevolazione di non poco conto! Infatti e' come iniziare una corsa dai blocchi di partenza con 10 metri di vantaggio rispetto agli altri.

Ma che cos' e' la comunicazione non verbale?

Paul Watzlawick nel suo libro "Pragmatica della comunicazione umana" afferma che : [...] La comunicazione non verbale comprende i movimenti del corpo (cinesica), le posizioni del corpo (prossemica e postura), i gesti, lespressione del viso, le inflessioni della voce, la sequenza, il ritmo e la cadenza delle stesse parole e ogni altra espressione non verbale di cui lorganismo sia capace e i segni di comunicazione presenti in ogni contesto in cui ha luogo una interazione.

Vediamo nel dettaglio tutto ci che si definisce comunicazione non verbale: Aspetto Esteriore Laspetto esteriore dato dalla conformazione fisica e dallabbigliamento. Ci facciamo unidea dellaltro gi con la prima impressione. I modi di dire comuni lo dimostrano. Non siamo forse portati a pensare che una persona fisicamente paffuta sia pi simpatica rispetto ad una magra? E che il modo di vestire influenza il nostro giudizio?
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Comportamento Spaziale Durante un incontro assumiamo un comportamento spaziale, dato dalla distanza che poniamo tra noi e gli altri. Possiamo assumere posizioni diverse: di fronte o di fianco, vicini o lontani. E' fondamentale anche la postura, ovvero come posizioniamo il nostro corpo rispetto ad un asse verticale ipotetico. Possiamo stare dritti o ripiegati su noi stessi. Ad esempio, se vediamo una persona con le spalle curve e le braccia

abbandonate, come senza vita, lungo i fianchi, ci viene da pensare che sia triste. Durante un'interazione, poi, ci pu essere o meno il contatto corporeo (dalla stretta di mano alla pacca sulla spalla). Cinesica Con il termine cinesica sintende ogni movimento che il corpo assume nello spazio. Ad esempio, i movimenti del busto e delle gambe, i gesti delle mani e i movimenti del capo. Pensiamo a tutti i gesti che facciamo quando parliamo. A volte, siamo cos nervosi che muoviamo braccia e mani come dei direttori dorchestra! Volto Il volto la massima espressione della comunicazione non verbale. sul viso che si stampano le reazioni alle situazioni, come un sorriso, una smorfia. Lo sguardo pu essere duro o accigliato, oppure caldo e suadente. E' importante capire come ognuno di questi componenti agiscano ed interagiscano assieme, sempre e comunque. Questo significa che il nostro corpo comunica anche contro la nostra volont. Si pu dire che sia proprio un gran chiacchierone! Infatti, e' provato che proprio il nostro corpo a "tradire" certi nostri stati danimo o certe nostre intenzioni, se non addirittura i nostri reali pensieri. Funziona come fosse una "macchina della verit"! La comunicazione non verbale diventa cos per noi un ostacolo quando mostra qualcosa che vorremmo nascondere. Se, per, impariamo a controllarla e a dirigerla, essa ci agevola linterazione, permettendoci di trarre il massimo da ogni occasione dincontro.

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La comunicazione non verbale pertanto vitale per lessere umano e ci aiuta a guardare la stessa situazione, ma da una diversa prospettiva. come il vaso di Pandora, non sappiamo cosa vi al suo interno, ma se abbiamo il coraggio di aprirlo, possiamo imparare tutti i suoi segreti per star bene con noi stessi e, di riflesso, con gli altri. Se noi vogliamo goderci serenamente il gusto di ogni relazione, dobbiamo fare i conti con la comunicazione non verbale e considerarla come parte integrante del nostro modo di comunicare. Con tutti i suoi effetti: positivi e negativi. Non per nulla lo stesso Aristotele ha affermato luomo un animale sociale. Mi piace considerare la comunicazione non verbale come un sesto senso, che posso usare quando mi sento persa e sperduta in un mondo di informazioni razionali. So che mi pu guidare e accompagnare per mano, laddove la mia ragione cieca. La comunicazione non verbale altres unaffidabile arma per scongiurare o prevenire litigi e disagi. Trasforma uninterazione difficile in una strada in discesa, con curve ben visibili. Riusciamo cos a vedere distintamente la strada, regolando di conseguenza la velocit dellandatura e prevenendo brusche frenate. Nella prossima lezione impareremo a riconoscere e ad interpretare alcuni segnali che il nostro corpo continuamente "trasmette". Se, invece, vuoi avere maggiori informazioni sugli argomenti trattati nel video corso "Comunicazione Non Verbale & Linguaggio del Corpo".

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La Comunicazione NON Verbale del nostro Corpo


Quali sono i segnali che svelano le intenzioni e quali svelano le bugie?
Tratto dal video corso: "Comunicazione Non Verbale & Linguaggio del Corpo"

In questa seconda lezione impariamo alcuni trucchi su come interpretare correttamente il linguaggio del corpo. Ma prima di tutto sorge spontanea una domanda

Capire il linguaggio del corpo possibile?


Certamente s! L'unico modo, per, per capirlo fino in fondo quello di riuscire a cogliere quei segnali silenziosi, sottili e talvolta quasi impercettibili che il nostro corpo produce senza sosta. Per esempio e' dimostrato che lo sguardo ci fornisce importanti indizi per rilevare la menzogna. A tal proposito cerchiamo di interpretare la seguente immagine:

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I MESSAGGI NON VERBALI DELLA MENZOGNA

INTERPRETAZIONE

FOTO

Sguardo

Evitante, fugace. Mai fermo su un punto preciso. Pochi movimenti del viso. Le espressioni non sono simmetriche, pi evidenti nella parte sinistra. Si caratterizzano per la loro velocit e non hanno finalit comunicative.

Espressivit

Movimenti rapidi del corpo

Se il nostro interlocutore evita il nostro sguardo, cerchiamo di capirne il motivo. Il suo sguardo evitante pu rivelarci un tentativo di eludere una risposta oppure nascondere unaffermazione non veritiera. Osserviamo ora il volto, la postura e i movimenti del corpo. Si nota chiaramente che il modello della foto volge gli occhi lontano dal nostro sguardo. Si dice che la menzogna immobilizzi il corpo. Vero! Infatti, se osservate la mimica, noterete che immobile. La postura scomposta, ripresa nella foto, indica che il soggetto non si sente a suo agio, e quindi, cambia spesso posizione (v. foto sopra) Tensione e nervosismo portano a non star fermi, perch si ha il bisogno di scaricare lagitazione. Quasi come dimpulso, cerchiamo riparo volgendo gli occhi da unaltra parte, come voler trovare rifugio in un angolo remoto della stanza. Il corpo ci aiuta a deviare la nostra attenzione da ci che ci disturba. Se siamo bravi a mascherare questi movimenti, il nostro interlocutore non ci far caso. Se, invece, lasciamo la gestione della comunicazione non verbale alla deriva, senza un controllo efficace, essa ci tradisce perch rivela il nostro reale stato emotivo...
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Quali indizi pu darci la bocca?

I MESSAGGI NON VERBALI DELLA BOCCA

INTERPRETAZIONE

FOTO

SORRIDERE CON LATO DESTRO DEL LABBRO

Sorriso costretto, maschera imbarazzo, noia, disinteresse

Foto 1

SORRIDERE CON LATO SINISTRO DEL LABBRO

Foto 2

Sorriso non sincero, accompagna una frase non veritiera

SORRISO SIMMETRICO

Sorriso sincero, segue o accompagna uno stato emotivo o un'affermazione veritiera

Foto 3

Osservando questi tre diversi sorrisi, quale vi sembra sincero? Perch? Se guardiamo le espressioni del volto dei due modelli, ripresi in situazioni diverse, notiamo che essi ci stanno comunicando messaggi differenti. Ma quale, delle tre diverse espressioni, ci mette a nostro agio? Solo la terza. Perch? Analizziamole ora pi da vicino.

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Foto 1

Il modello ha unespressione beffarda, sembra quasi ci stia deridendo. Cosa la rende tale? Osserviamola bene: - il sorriso asimmetrico, e' accentuato verso il lato destro. Questa asimmetria modifica conseguentemente lasse degli occhi e cos le sopracciglia non disegnano un bell'arco; - il capo non segue la stessa direzione n degli occhi n delle spalle. Tuttavia bisogna sottolineare che per interpretare correttamente questa espressione, dobbiamo valutare il contesto nel quale si sta svolgendo linterazione.

Foto 2

Lespressione contratta del modello rivela una sorta di tensione. Osserviamo il volto nel suo complesso. Occhi, labbra e capo hanno tutti una diversa direzione. Gli occhi guardano in basso, sono evitanti, il sorriso tirato ed marcatamente a sinistra. dimostrato che il sorriso che compare solo sul lato sinistro del volto non realmente sentito. E' una sorta di sorriso "comandato". Infatti il lato sinistro del volto " sotto" il nostro controllo volontario.

Foto 3

I muscoli del volto della modella si muovono in sincronia perfetta. Tutto il volto comunica la stessa espressione di gioia, senza discordanza. Gli occhi, la bocca, il capo e le spalle sono volte tutte insieme nella stessa direzione. Tutto ci indica che la persona effettivamente interessata all'interlocutore al quale si sta rivolgendo.

Ma non solo il sorriso, anche il gesticolare delle mani, che spesso accompagna le nostre parole, un potente strumento comunicativo. Infatti, ogni qualvolta gesticoliamo con le mani comunichiamo le nostre emozioni e i nostri stati d'animo. Vediamo ora in dettaglio alcuni messaggi non verbali che le mani possono comunicare.

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I messaggi non verbali delle mani

I MESSAGGI NON VERBALI DELLE MANI

INTERPRETAZIONE

FOTO

Non volevo dirlo, COPRIRE LA BOCCA Non voglio dire niente

Foto 1

Studiamo assieme queste foto.

Foto 1

Se vi trovate di fronte ad un interlocutore che compie questo gesto con le mani, cosa pensate? Il gesto della mano che copre la bocca indica che il soggetto vuole nascondere qualcosa. Oppure, dispiaciuto di essersi lasciato scappare unaffermazione o un'informazione. Solitamente, il gesto di portare la mano alla bocca indica protezione.

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I MESSAGGI NON VERBALI DELLE MANI

INTERPRETAZIONE

FOTO

SFREGARE IL MENTO

Dubito delle tue parole Non mi convinci

Foto 2

Studiamo assieme queste foto.

Foto 2

Portare la mano sotto al mento indica riflessione. Egli pu dubitare delle nostre parole o mettere in discussione la fiducia nei nostri confronti. Pertanto necessario capire, mediante luso delle domande, cosa lo fa dubitare. Eviteremo cos ogni fraintendimento.

Nella prossima lezione ci soffermeremo sulle espressioni facciali e su come interpretare i segnali del volto. Ricorda che non sempre le espressioni svelano le reali emozioni.

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I Segnali del Volto Nella Comunicazione NON Verbale


E' possibile controllare volontariamente le nostre emozioni?
Tratto dal video corso: "Comunicazione Non Verbale & Linguaggio del Corpo"

Il faraone Egiziano Psammtico preso prigioniero da Cambise di Persia, venne costretto a guardare la figlia mentre gli passava accanto vestita da schiava e suo figlio che si avviava verso lesecuzione. Il faraone venne visto mantenere il volto immobile e indifferente. Tuttavia, egli scoppi a piangere quando vide un amico ridotto come un pezzente. Interrogato da Cambise, Psammtico rispose che alcuni dolori sono troppo grandi per le lacrime. ErodotoStorie, III,14

Laneddoto raccontato da Erodoto mostra che c un controllo volontario sulla manifestazione delle emozioni provate. Ci pu essere, pertanto, totale assenza di sincronia tra ci che si prova internamente e ci che, invece, viene mostrato al pubblico mediante le espressioni del volto. Infatti, lespressione che appare sul volto pu essere fuorviante, in quanto c un controllo volontario delle emozioni. Si fa vedere solo ci che si vuole e non effettivamente ci che si prova. Lo studio delle espressioni del volto compiuto su pi soggetti diversi, ha permesso di identificare dei segnali che individuano in modo univoco le principali espressioni. Si cos definita la cosiddetta "universalit delle espressioni facciali". Esistono elementi costanti nellespressione umana, che si trovano in tutte le culture e

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corrispondono a 6 emozioni tristezza, gioia, sorpresa.

"primarie":

rabbia,

disgusto,

paura,

Inoltre, le espressioni facciali non solo sono rivelatori di emozioni, ma sono anche modalit di disposizione allazione.

Quali funzioni svolgono le espressioni facciali?


1) Lespressione facciale suggerisce un significato emozionale ad un osservatore esterno. 2) Le espressioni del volto accompagnano le parole, modulandone il significato e veicolando lalternanza dei turni nell'eloquio. 3) Le espressioni suggeriscono lesistenza di un sentimento interno indipendente, a cui il comportamento, chiamato espressione, viene aggiunto come extra. Le prime due funzioni si differenziano dalla terza, ossia dallespressione mimica delle emozioni, in quanto sono molto veloci e impegnano solitamente solo una parte del viso. Le espressioni che si disegnano sul nostro volto durante una conversazione favoriscono lalternanza dei turni e la sincronia tra gli interlocutori. Inoltre, mentre parliamo, le nostre espressioni danno enfasi alle nostre parole e ne modulano il significato. Ad esempio: - quando accenniamo un sorriso nel ricordare un episodio divertente

- o alziamo le sopracciglia quando stiamo cercando le parole giuste per esprimere un concetto

- o stringiamo le labbra, aggrottiamo la fronte e storciamo il naso se parliamo di qualcosa che ci disgusta.

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In tutti questi casi utilizziamo le espressioni del volto in modo volontario allo scopo di trasmettere diversi messaggi. Proviamo ora ad immaginare noi stessi mentre siamo coinvolti in uninterazione a due. Mentre parliamo accompagniamo le nostre parole con le espressioni, magari accennando un sorriso volontario per smorzare un tono aggressivo, soprattutto quando si toccano temi "scottanti". Poi guardiamo le espressioni che si disegnano sul volto del nostro interlocutore e ne traiamo importanti segnali di feedback. Ad esempio, un cenno del suo capo ci fa capire di proseguire con la conversazione e che interessato, la direzione del suo sguardo ci indica se ci sta ascoltando, ecc. Se vogliamo, possiamo controllare in modo volontario la manifestazione di una determinata espressione e questo controllo indipendente dallemozione provata. Per esempio, se dobbiamo parlare con una persona che ci antipatica, siamo costretti ad ascoltarla e non possiamo o vogliamo farle capire il nostro sentimento nei suoi confronti, allora si pu volontariamente emettere un sorriso, mentre in realt proviamo un sentimento interno di disgusto. Per interpretare correttamente i segnali del volto dobbiamo distinguere quelle espressioni che accompagnano la comunicazione verbale, che sono attivate in modo volontario e si susseguono molto rapidamente, da quelle espressioni che sono evocate da emozioni sentite veramente. Visto che abbiamo un controllo volontario della muscolatura del volto, per riuscire ad interpretare il loro significato dobbiamo avvalerci di altri parametri. A tal proposito Ekman, pioniere nello studio delle emozioni e delle espressioni facciali, identifica delle "microespressioni" e ritiene che queste siano affidabili nello scoprire le bugie. Inoltre studiando le espressioni facciali e le corrispondenti emozioni distingue tra: espressioni volontarie, che sono elicitate da emozioni non realmente sentite. Esse sono caratterizzate da maggior espressivit nella parte sinistra del volto.

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espressioni involontarie che rivelano emozioni realmente provate. Si presentano perch il movimento dei muscoli facciali automatico.

Lespressione del viso, pertanto, individua elementi ricorrenti che si combinano per dar luogo allespressione delle diverse azioni e atteggiamenti. Questi elementi sono caratteristici di ogni persona. Per esempio, ci sono individui che non sono molto espressivi, perch hanno una ridotta motilit della mimica facciale. Le loro espressioni, quindi, tenderanno ad essere molto similari anche nellespressione di emozioni diverse. Molte volte le espressioni del volto esprimono un atteggiamento, altre invece sono emesse perch vogliono far compiere unazione. Pensiamo, ad esempio, all'espressione che assumiamo quando vogliamo supplicare qualcuno a compiere una determinata azione.

Osserviamo a tal scopo l'espressione dipinta sul volto del modello della foto qui a lato. Notiamo che il capo leggermente inclinato da una parte e gli occhi socchiusi sono volti verso il basso, le labbra sono chiuse con gli angoli leggermente volti verso il basso. Di primo acchito, non possibile dire se questa precisa espressione il frutto di unemozione provata, oppure accompagna le parole che vogliono indurre un'azione. Sar il contesto in cui si svolge linterazione a dircelo, o per lo meno, a farcelo capire!

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Ma quale significato emozionale attribuiamo a movimenti facciali specifici?


Le ricerche compiute nello studio delle emozioni e delle espressioni facciali hanno individuato segnali che indicano uno specifico stato emotivo interiore. Vediamone alcuni:

le sopracciglia distese e la bocca rivolta allins (sorriso) sono segnali di piacere; le palpebre abbassate e il tono muscolare ridotto comunicano segnali di tristezza; gli occhi ben aperti, le sopracciglia sollevate e lincremento dellattivit muscolare comunicano una generale attivazione, come attenzione, interesse, ascolto.

Poi ovviamente entrano in gioco le nostre intenzioni e il nostro volere. Se per vogliamo cercare di capire cosa ha suscitato quella particolare espressione ci poniamo delle domande. Alcune di queste potrebbero essere: Lespressione facciale spontanea o deliberata? Mi sta ingannando o manipolando? Cosa sta pensando? Che cosa vuole? Quale emozione sta provando?

Una volta trovate le risposte a queste domande, possiamo cercare di dare un preciso significato a quella espressione che abbiamo letto sul volto del nostro interlocutore.

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Non dobbiamo per dimenticare che sempre una nostra interpretazione e che, per riuscire ad interpretare correttamente i segnali del volto, non dobbiamo in alcun modo confondere lespressione del viso con lemozione provata. Questo perch ci sono regole sociali e abitudini personali che regolano la manifestazione delle emozioni. Possiamo quindi definire 2 Regole Base nell'interpretazione dei segnali del volto:
-

1a REGOLA: teniamo come traccia losservazione dei muscoli mimici facciali che possono dare unindicazione dello stato interno provato dal nostro interlocutore, ma non fissiamoci su di essi. 2a REGOLA: ricordiamoci che sempre necessaria unattenta osservazione dellaltro per fare deduzioni sulle sue intenzioni, pensieri o emozioni.

Nella prossima lezione, invece, scoprirai come persuadere l'altro con 5 semplici mosse

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Abilit e Persuasione della Comunicazione NON Verbale


Come convincere abilmente l'altro con 5 semplici mosse
Tratto dal video corso: "Comunicazione Non Verbale & Linguaggio del Corpo"

Non solo siamo in grado di interpretare i segnali del volto, come abbiamo visto nella lezione precedente, ma possiamo anche utilizzarli per rendere la nostra comunicazione pi efficace e raggiungere cos gli obiettivi che ci siamo prefissati. A volte capita di non riuscire a persuadere, nonostante la nostra attenta ed accurata scelta delle parole. Perch? Cosa non ha funzionato? La comunicazione efficace si basa su 3 presupposti fondamentali: 1) la responsabilit di far arrivare a destinazione un messaggio nel modo pi chiaro possibile dellemittente 2) il mittente deve scegliere le parole che sono in linea con il ricevente 3) il corpo deve muoversi in sincronia con lenfasi data alle parole. Il primo presupposto l'elemento chiave per raggiungere l'obiettivo. Significa che si deve "avere ben chiaro in testa" ci che si vuole dire. Non pensiate che sia cos facile! Troppe volte, durante un colloquio diamo per scontato che laltro conosca tutti i concetti di cui stiamo parlando. Saltiamo cos, involontariamente, proprio quella spiegazione, che magari era chiarificatrice per il nostro interlocutore, facendo sorgere in lui un dubbio.

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Questi, a sua volta, per timore di rivelare la propria ignoranza su quellaspetto specifico, non ci chiede alcun chiarimento. Si innesca cos un ingannevole meccanismo di perdita di credibilit e successivamente di fiducia. Infatti, se il nostro interlocutore non ha ben chiaro cosa stiamo dicendo, far pi fatica a credere, non solo alle nostre parole, ma avr anche sempre meno fiducia in noi. Potrebbe pensare che usiamo termini poco chiari con il preciso scopo di confonderlo e magari ingannarlo. Non ti mai capitato di essere confuso da un interlocutore che ti stordisce con luso smodato di "paroloni" tecnici senza spiegarli? E la conseguenza? Cosa pensi di lui? Continui a fidarti ciecamente di ci che dice? Forse no! Se vogliamo persuadere qualcuno dobbiamo assicurarci, in primo luogo, di avere la sua fiducia. L'altro presupposto fondamentale per una comunicazione efficace il "saper parlare" il linguaggio di chi ci ascolta. Questo significa che dobbiamo adattare il nostro eloquio all' esperienza del nostro interlocutore, al suo modo abituale di parlare e di pensare. Per esempio sai qual il modo migliore per far capire concetti complessi? paragonarli ad esempi quotidiani, attinenti al reale e se possibile all'esperienza di chi ci sta ascoltando. Quando mi viene chiesto di spiegare come funziona la motivazione, non posso sfoderare i paroloni a volte incomprensibili della psicologia, semplicemente paragono la motivazione al carburante. Aggiungo poi "se non siamo motivati ad agire in un determinato modo, come se avessimo una bella Ferrari ma non la benzina per farla partire." E tutti mi capiscono. Ogni volta che voglio persuadere, convincere o influenzare cerco di capire quali sono le aspirazioni, i desideri o le abitudini della persona che voglio convincere, e poi utilizzo esempi figurati e chiari che siano in linea con le sue esperienze. Parlare chiaro significa usare parole corte e semplici. Certo, se poi il nostro obiettivo impressionare e voler incutere una certa dominanza, non c modo migliore che sciorinare una serie di termini curati ed eleganti, di uso poco comune. Volete un esempio? Provate a leggere una qualunque legge pubblicata sul codice civile. Sono scritte in modo semplice, chiaro e diretto? No!

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E' inoltre, compito del mittente organizzare il discorso in modo tale che il suo ascoltatore sia in grado di capirlo. Per far ci deve scegliere le parole che siano "in sintonia con lui" e usare consapevolmente la comunicazione non verbale. Per convincere il nostro amico che la piccola utilitaria pi funzionale di una berlina dobbiamo usare: - gli Aspetti Paraverbali Del Parlato: voce (tono, volume, velocit) e silenzio - il Volto: espressioni facciali, sguardo, contatto visivo - il Comportamento Cinesico: movimenti di busto e gambe, gesti delle mani,movimenti del capo - il Comportamento Spaziale: distanza interpersonale, contatto corporeo, orientazione, postura - l'Aspetto Esteriore: abbigliamento. Ma per riuscire a persuadere dobbiamo credere in ci che stiamo dicendo. Se noi per primi non siamo convinti di ci che diciamo, come facciamo a convincere il prossimo? Come mostriamo allaltro la nostra passione? Riusciamo a convincere e ad influenzare dando enfasi al parlato attraverso luso efficace della comunicazione non verbale.

Vediamo come usarla: La voce ricca di sfumature, uno strumento magnifico che ci permette di modulare il suono delle nostre parole. Possiamo dire che: o alzando il volume su una particolare parola le diamo enfasi o una pausa di silenzio dopo un concetto importante permette allaltro di riflettere su quanto ha appena sentito o parlare lentamente aiuta a scandire bene le parole e rende lenunciato pi ricco di terminologia tecnica. Per non dimentichiamoci mai di spiegare il significato di "quel termine", non diamo mai niente per scontato. Persuadere una persona come scalare una montagna ricca di ostacoli. A volte, proprio vicino alla cima, il terreno frana sotto i piedi, perch abbiamo dato per scontato un appiglio, che in realt era meno sicuro di quanto sembrava.

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Il corpo con i suoi movimenti accompagna parole ed espressioni. I gesti delle mani sono fondamentali durante un discorso. Usiamo la gestualit! Non pensiamo che gesticolare troppo sia una manifestazione di uno stato di nervosismo. Non vero. Se i gesti accompagnano le parole con sincronia, essi le valorizzano. Ricorda sempre che i gesti confondono e disturbano quando non sono emessi in sintonia con le parole. Allora s che potremmo sembrare tanti direttori di unorchestra sgangherata! Muovere il capo facendo cenni di assenso, dimostra allinterlocutore non solo che lo stiamo ascoltando, ma dimostriamo rispetto per le sue opinioni. Non dimentichiamo di tenere il capo eretto e le spalle dritte in linea con il capo. Non ciondoliamo sulle gambe in una sorta di balletto incontrollato, non siamo giocolieri! Non giochiamo con il nostro ginocchio facendo roteare la gamba con movimenti repentini. In questo modo mostriamo solo tensione. Dobbiamo essere solo "naturali"! Lo so sembra difficile, ma vale la pena fare una prova, tenendo presente tutto ci che finora ti ho raccontato. Se sei concentrato sul tuo interlocutore questi gesti ti diverranno automatici.

Usa il volto come elemento di spicco della tua espressivit. Lo sguardo negli occhi dellaltro ti aiuta a persuadere. Puoi condurre il tuo interlocutore lungo i percorsi del tuo ragionamento, senza mai perderlo, e soprattutto senza che lui si perda. Segui questi 2 consigli strategici: o aggancia sempre con lo sguardo gli occhi di chi vuoi persuadere o lascia che la tua espressivit accompagni le tue parole, che parli per te, perch essa sostiene la tua idea.

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Se vuoi davvero persuadere, devi usare la postura adatta. Ovvero: o stai dritto in linea con capo, spalle ed occhi o mantieni sempre la giusta distanza dallaltro. Lo stare troppo lontani ha lo stesso effetto negativo dello stare troppo vicini allinterlocutore. Leccessiva distanza rende difficile il contatto oculare, fondamentale per catturare e mantenere la sua attenzione. Leccessiva vicinanza uninvasione dello spazio personale, si percepiti come una minaccia. Inoltre, leccessivo contatto fisico pu dar fastidio. Ricordiamoci sempre che, ognuno di noi, stabilisce dei confini, oltre i quali non permettiamo linvasione. E labbigliamento? Si, spesso labito fa il monaco. Lo so, puoi accusarmi di superficialit, ma qui non stiamo facendo speculazioni di ordine morale. Si valutano i fatti. Anche l'abbigliamento e' un potente strumento di persuasione. Proviamo a pensare ai rappresentanti o ai venditori porta a porta. Un venditore che deve persuadere il suo cliente allacquisto valutato e giudicato anche dal suo abbigliamento. Sempre giacca e cravatta? Assolutamente no. Se vado a vendere mangimi per animali agli allevatori, sicuramente li incontrer sul loro luogo di lavoro, che probabilmente laia della loro tenuta agricola. Se ci presentassimo in giacca e cravatta faremmo ridere. Jeans e maglietta lideale.

Possiamo quindi affermare che la comunicazione non verbale ci aiuta, ci sostiene e ci incoraggia, ma soprattutto uno strumento indispensabile nellarte della persuasione. Ma a questo punto sorge spontanea la domanda: "Quanto conta la prima impressione?"

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La Comunicazione NON Verbale e la capacit di Influenzare


Quanto conta la prima impressione?
Tratto dal video corso: "Comunicazione Non Verbale & Linguaggio del Corpo"

Nella lezione precedente (Abilit e persuasione della comunicazione non verbale) abbiamo discusso di come la comunicazione verbale e non verbale si uniscono per riuscire a portare laltro a fare ci che vogliamo. Largomento cos ampio che non mi sembrava sufficiente racchiuderlo in un'unica lezione, pertanto voglio dargli giustizia aggiungendo altre curiosit. Negoziare, influenzare e convincere il desiderio di tutti noi. Ogniqualvolta la situazione in cui ci troviamo ci obbliga ad esercitare una sorta di potere persuasivo, questo ci stimola a scoprire quali sono le abilit che ci consentono di farlo. laspetto psicologico sul quale dobbiamo fare leva. Avete mai riflettuto su cosa determina in voi un certo sentimento di simpatia piuttosto che di antipatia? A volte, una persona ci risulta simpatica a pelle. Senza conoscerla scatta dentro di noi un sentimento positivo che, ci rende disponibili allascolto e a proseguire cos linterazione. Perch? La risposta "sta" nell'emozione. Lemozione parte integrante del processo di socializzazione. Ognuno di noi preferisce relazionarsi con chi trova pi simile a se stesso, con chi non giudica, con chi dimostra una mente aperta.

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Sono impressioni che ci creiamo a livello emotivo e percettivo e spesso, non ne siamo nemmeno consapevoli. Ma sono cos forti che andranno a influenzare il corso dellinterazione successiva. La influenzano perch sulla base di queste percezioni ci formiamo delle credenze molto forti, che saranno difficili poi da modificare. A tal proposito, Leyens (1985 - studioso e ricercatore sulla comunicazione non verbale) sostiene che quando ci siamo formati una prima impressione su una data persona, tendiamo ad andare alla ricerca di elementi che la confermano, piuttosto che la smentiscano. Diamo vita ad una profezia che si autoavvera, cio una supposizione che, per il solo fatto di essere stata formulata, fa realizzare lavvenimento presunto o aspettato, confermando cos la sua veridicit. Possiamo, quindi, sfruttare a nostro vantaggio leffetto della prima impressione, solo per se fin da subito proponiamo unimmagine in grado di affascinare e catturare linterlocutore. Ma a questo punto sorge spontanea la domanda: su cosa si basa la prima impressione?

Un gruppo di ricercatori del settore (Le Bon, Tarde, Ekman e Al.) hanno dimostrato che la prima impressione si forma da elementi non verbali prevalentemente visivi. Li hanno divisi in due categorie, la comunicazione non verbale statica e la comunicazione non verbale dinamica. Vediamole assieme 1. Comunicazione non verbale statica: fattori strettamente legati al nostro apparire estetico. Laspetto statico il pi controllabile da ciascuno di noi, perch lo possiamo calibrare in modo consapevole secondo gli specifici obiettivi, adattandolo al contesto di interazione specifico e alle persone che vi sono coinvolte. Ma attenzione! Ricordiamo che spesso il terreno frana in dirittura di arrivo! A volte capita che non sortiamo negli altri leffetto da noi sperato. Va cos a cadere il nostro controllo, perch limmagine che pensiamo di dare, in realt non quella che viene percepita. Siamo cos visti in modo completamente diverso da quelle che erano le nostre intenzioni iniziali. Diventa fondamentale il feedback che ci proviene

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dagli altri, ossia la capacit di osservare noi stessi attraverso il filtro degli occhi altrui. Nella cura del look stiamo attenti a non mostrare un rigore eccessivo, perch pu irrigidire e suscitare diffidenza. Laltro non si sente a suo agio se, noi non gli comunichiamo cordialit attraverso il nostro abbigliamento. Personalmente quando entro in unaula di formazione nuova curo il mio aspetto in modo tale che non sia troppo rigoroso, ma che rifletta la mia personalit aperta. Tendo ad evitare abiti classici perch mirrigidiscono. Un bravo comunicatore deve essere sciolto nei movimenti e per ottenere questo deve sentirsi a proprio agio con gli abiti che indossa. Avete mai fatto caso come si nota subito una persona che non abituata ad indossare la giacca? Il busto rigido e le braccia tendono a cadere lungo il corpo in posizione innaturale. Al contrario, piccoli contrasti sono in grado di suscitare attenzione e fascino, senza cadere per nelleccesso della moda vistosa!

2. Comunicazione non verbale dinamica: sguardo, gestione dello spazio prossemico, postura, gestualit, mimica del volto, aspetti paralinguistici della voce (timbro, volume, tono).

Abbiamo gi discusso dellimportanza di questi elementi nel costruire uninterazione di fiducia e di ascolto. Qui voglio parlare dellaspetto psicologico dei segnali che, regolati dalle nostre intenzioni, lanciamo con lo sguardo, con la voce, con la mimica facciale,... . Ad esempio: Mettere in soggezione Spostiamo lasse del nostro sguardo di qualche millimetro verso linterno o lesterno delle pupille dell'altro. Sottoposto a questo sguardo linterlocutore non riesce a capire dove noi stiamo guardando. Sar cos costretto a inseguire i nostri occhi per capire cosa guardare, sperimentando cos una forte sensazione di soggezione psicologica. Dominare/Sfidare con lo sguardo Guardare senza tregua linterlocutore negli occhi. Cos facendo lo immobilizziamo, avendo su di lui un totale controllo.

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Creare un clima emotivo positivo Intervallare il contatto oculare, effettuare una continua fluttuazione che permetta un clima disteso e armonico. Per quanto riguarda la mimica facciale mi soffermo sul sorriso. Vero che il sorriso abbassa le difese, ma va saputo dosare e calibrare. Bisogna scegliere il momento adatto. bene che esso non sia rigido e non sia esagerato. Altrimenti, invece di creare vicinanza, crea resistenza e rifiuto. E' buona regola manifestare un sorriso solo dopo aver creato una prima alleanza con i nostri interlocutori, per suggellare questo primo accordo creatosi grazie ai segnali psicologici fin qui descritti. Ci che aiuta a raggiungere i nostri obiettivi la coerenza tra il nostro uso del linguaggio e come utilizziamo il corpo, mentre lo accompagniamo. Serve consapevolezza per imparare a riconoscere i segnali che ci lanciano i nostri interlocutori come risposta al nostro comportamento verbale e non verbale.

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Il nostro corpo parla molto di piu' di una vecchia zittella pettegola: qualunque sguardo, movimento o postura del nostro corpo ci racconta storie e segreti che la bocca non puo' dire. Ecco perche', chi sa leggere queste cose puo' intuire molto di piu' del proprio partner, amico o collega di lavoro. Ed ecco perche', i piu' grandi comunicatori al mondo, imparano a comprendere il corpo e il tono della voce prima delle parole. Se anche tu vuoi imparare questi segreti allora ti suggerisco questo video corso professionale sulla Comunicazione Non Verbale & Linguaggio del Corpo CLICCA QUI: http://www.madri.com/acm/comunicazione-non-verbale2.php

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