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Gli aspetti tecnico - valutativi sottesi al Parere

vincolante sulle operazioni con parti correlate

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Schema di Parere redatto da Amministratori Indipendenti –
Comitato Operazioni con Parti Correlate (OPC)

1. Tratti salienti dell’operazione


2. Coinvolgimento del Comitato nell’attività istruttoria
… per tempestività … per scelta dell’advisor … per
approfondimenti svolti … per flusso informativo … per
numero di riunioni e soggetti partecipanti …
E di tutto ciò rendendo conto del proprio operato più
ampiamente in adeguata verbalizzazione

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Schema di Parere redatto da Amministratori Indipendenti –
Comitato OPC (segue)
3. Principali aspetti esaminati per esprimere il Parere
3.1 quanto all’interesse al compimento dell’operazione
• Motivazioni strategiche
• Coerenza con il business plan previa analisi del medesimo
(confort e sensitivity)
3.2 quanto alla convenienza dell’operazione
• Approcci valutativi adottati
• Indicazione delle variabili metodologicamente rilevanti
• Sviluppi di scenari alternativi
• Stima delle sinergie
• Osservazioni di sintesi sulla congruità dei temi economici alla
luce dei risultati ottenuti (profili di attenzione/prudenzialità)
4. Considerazioni conclusive ed espressione del Parere
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Il rilascio del Parere da parte del Comitato sintetizza il punto centrale
dell'intero regolamento OPC

Gli aspetti propriamente tecnici riguardano:


1.la valutazione dell'interesse aziendale;
2.la valutazione della convenienza dell'operazione.

A monte è comunque sempre richiesta la rappresentazione della


correttezza procedurale del procedimento.

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La valutazione dell'interesse aziendale suscita alcuni approfondimenti
giuridici con rilevanti conseguenze sul contenuto del Parere.

Interpretazione restrittiva:
•la valutazione su ciò che è opportuno o non opportuno rientra per
definizione (art. 2380 c.c.) nell'attività gestoria del board sotto il principio
del business judgment rule;
•la valutazione dell'interesse sociale al compimento di un'operazione non
può essere delegata in via esclusiva a un Comitato;
•la valutazione dell'interesse sociale da parte del Comitato come
"momento istruttorio preliminare di merito" ... a) rispetto oggetto
sociale ... b) inerenza al business model/accertamento che l'operazione
non sia conclusa al solo scopo di favorire soggetti legati da un rapporto di
correlazione.
•In buona sostanza accertare che l'operazione non sia sviata da interessi
"extra sociali".
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Sebbene tale interpretazione (maggioritaria?) giurisprudenziale,
l'Authority propende sempre più verso un approccio (scrutinio) quanto
mai pressante sull'"an" dell'operazione.
In concreto il profilo della valutazione delle "alternative" all'OPC apre il
campo a parecchie incertezze e comunque collocabili sotto il business
judgment rule.
In conclusione, l'OPC, in ragione del suo potenziale pericolo, deve essere
considerata come l'"extrema ratio"? E' richiesto di dimostrare che il
compimento dell'operazione sia l'unico modo per raggiungere un dato
"obiettivo"? E ciò a prescindere da un sistema dove la direzione e il
coordinamento del Gruppo è situazione fisiologica, presidiata contro
abusi, ma sempre fisiologica?

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Il profilo della convenienza dell'operazione sottende in linea generale una
valutazione di carattere economico volta a verificare che il prezzo di
compravendita del bene sia allineato al valore di mercato.

Casistica più ampia vede tra le OPC di maggiore rilevanza quelle che
hanno per oggetto il trasferimento di un complesso aziendale. Nelle
fattispecie in esame è auspicabile - come nella miglior prassi- il ricorso a
più approcci valutativi (DCF + ... Multipli?) e l'esercizio di sensitivity
anche redigendo scenari alternativi (caso base, conservative case, ...)

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Aspetti propriamente tecnici e peculiari delle OPC riguardano a) la considerazione
del premio di controllo e b) la valutazione delle sinergie in sede di definizione del
prezzo.
Il problema del premio di controllo in logica "arm's lengh"non si dovrebbe
neppure porre, non fosse altro che per simmetria degli interessi coinvolti
nell'operazione. Nondimeno da taluni è stato fatto notare che la valorizzazione del
controllo sarebbe estranea all'operazione perchè il controllo di fatto non viene
trasferito ...
Operativamente ciò si traduce nell'applicabilità dell'approccio valutativo basato
sui multipli e, in particolare, sui multipli basati sulle transazioni comparabili, che,
per definizione, sono in grado di cogliere il valore delle sinergie legate al
controllo (assenti invece nei multipli di società quotate, più prudenziali?).
Le sinergie e la loro "quantificazione" “non fideista” nel valore ottenuto con il
DCF. Avvertenze e criteri di allocazione delle sinergie nel prezzo.

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Nello sviluppare aspetti meramente tecnici sorgono questioni che
coinvolgono la "correttezza procedurale": il primo riferimento è al ricorso
(eventuale) all'advisor. Responsabilità di non avvalersi e responsabilità
legate a tale scelta.
Il processo di selezione (beauty contest ecc.) dell'advisor e il "mito
dell'indipendenza".
Il ricorso ricorrente nella prassi a un soggetto già noto inficia il carattere
dell'indipendenza?
Le formule di disclaimer degli advisor ampiamente utilizzate nella prassi
e la presunta "astrattezza" dell'opinion.
Il ricorso all'advisor industriale: opportunità o attività precauzionale?

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