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Mentre nelle terre incoerenti (sabbie e ghiaie) parametri come la granulometria e

l’assortimento sono adeguati alla previsione del comportamento meccanico e questi soli
parametri sono perciò sufficienti per una classificazione di queste terre, così non è per le terre
argillose. Infatti nelle terre a grana fine l’interazione tra le particelle è influenzata dal
contenuto d’acqua e queste terre.

STATI E LIMITI DI CONSISTENZA


IP: direttamente proporzionale al
contenuto percentuale di minerali
argillosi.
Un piccolo indice di plasticità :
molto sensibile alle variazioni di
contenuto d'acqua, cioè è sufficiente
una piccola variazione di contenuto
d'acqua per cambiare la terra da
semisolida a liquida.
Un alto indice di plasticità: dovrà
essere aggiunta una considerevole
quantità d'acqua prima che la terra
diventi liquida.
Stato fisico in cui si trova il terreno e informazione
qualitativa sulle sue caratteristiche meccaniche
Condizioni drenate e non drenate

 Moti di FILTRAZIONE
differenza di carico idraulico ΔH.
v filtrazione: f(tirante idraulico e k )
K varia in funzione del mezzo considerato (da10-2 m/s per le ghiaie fino a 10-10 m/s
per le argille omogenee)

ΔH se differenza di quota del pelo libero dell’acqua che da una differenza di pressione

Riferendosi al contributo pressorio, nei terreni è frequente riscontrare valori di


pressione interstiziale superiori o inferiori rispetto alla distribuzione idrostatica; tali
pressioni in eccesso (o in difetto) vengono chiamate sovrappressioni interstiziali e
sono generate usualmente dall’applicazione di sollecitazioni al terreno, con
conseguente incremento delle tensioni totali e successiva variazione di volume.
∆V terreno saturo
Vs= cost
∆V= VH2O espulsa

K coefficiente di permeabilità k
Velocità di applicazione del carico.

Considerando i grani solidi incompressibili, le variazioni di volume


del terreno sono dovute essenzialmente alla riorganizzazione spaziale
delle particelle e alla conseguente variazione del volume dei vuoti.
condizione non drenata
condizione in cui un elemento di volume del terreno non scambia acqua con
l’esterno. In condizioni di totale saturazione, le variazioni di volume sono
identicamente nulle.
 generazione di pressioni interstiziali in eccesso rispetto alla condizione iniziale.

condizione drenata 
condizione in cui, per ogni punto del volume di terreno, la variazione delle
tensioni efficaci coincide con la variazione delle tensioni totali.
 sono ammesse variazioni di volume e le pressioni interstiziali rimangono

costanti. In questo caso l’incremento di tensione totale si trasferisce interamente


alla fase solida.
 ASSUNTO
Condizioni drenate associabili a situazioni di carico nel lungo termine o per
terreni grana grossa (elevata conducibilità idraulica) mentre quelle non
drenate a situazioni di breve termine in terre a grana fine (conducibilità
idraulica mediocre).

il verificarsi di una o dell’altra condizione non dipende solo dalla


permeabilità del terreno, ma anche dalla velocità di applicazione del carico:
è possibile infatti che pur in terreni granulari, l’applicazione di carichi di
natura impulsiva possa indurre condizioni non drenate.
(e.g. sisma) VELOCITA DI APPLICAZIONE DEL CARICO (NEL
SENSO DELL?EFFETTEO)
Condizioni drenate

esistenza di connessione idraulica

velocità di applicazione della variazione di stato tensionale totale lenta


rispetto ai tempi necessari per la dissipazione della variazione di pressione
interstiziale indotta.

Terreni a grana grossa (k elevata)


Condizioni istantanee al verificarsi di una variazione di stato tensionale totale (o del regime
delle pressioni interstiziali). t = 0

Terreni a grana fine (K bassa)


Condizioni drenate si raggiungono solo dopo un tempo più o meno lungo dall’applicazione
di una variazione di stato tensionale totale (o di una variazione del regime delle pressioni
interstiziali. t → ∞
Condizioni non drenate (terreni a grana fine)

disconnessione idraulica

Nei terreni di permeabilità elevata (terreni a grana grossa) le condizioni non drenate, in
sito, non si verificano sostanzialmente mai, in quanto le variazioni delle pressioni
interstiziali indotte si dissipano istantaneamente.

Nei terreni di bassa permeabilità (terreni a grana fine) le condizioni non drenate si
verificano all’atto dell’applicazione dei carichi (t=0)
Prove in situ

- proprietà dei terreni non campionabili allo stato indisturbato;

-evitare alcune delle difficoltà connesse con le prove di lab, quali disturbo del
terreno, la simulazione degli sforzi esistenti in sito, la temperatura;

-sottoporre a prova un volume di terreno maggiore di quello provato in lab;

-contenere i costi di un’indagine geognostica

MODALITÀ DI ESECUZIONE

- DISCONTINUE

- CONTINUE
Prove penetrometriche

Terreni incoerenti e pseudocoerenti


Determinano la resistenza alla penetrazione

Dinamica a tratti tramite battitura di un maglio

Statica tramite un martinetto idraulico (pressione e velocità


costante)

a) prove penetrometriche dinamiche discontinue, tipo SPT (Standard Penetration


Test);

b) prove penetrometriche dinamiche continue DP

c) prove penetrometriche statiche, tipo CPT (Cone Penetration Test)


Prove penetrometriche dinamiche discontinue, tipo SPT (Standard Penetration
Test)

Prova dinamica (infissione a tratti attraverso la battitura di un maglio) discontinua


(eseguita all’interno di un foro).
qualità da Q1 a Q4 in cui è
spesso possibile osservare la
granulometria del terreno
(Q>2).
SPT Pro_Contro

• è eseguibile nel corso di un sondaggio senza l'adozione di particolari e costose


attrezzature
supplementari;
• può essere eseguita in tutti i tipi di terreno;
• consente, attraverso l'esame del campione prelevato, una più sicura interpretazione del
risultato;
• è diffusa in tutto il mondo.

• non simula in genere il comportamento del terreno nel campo delle sollecitazioni
statiche ed i risultati possono essere quindi correlati solo empiricamente con i parametri
geotecnici;
• i risultati possono essere fortemente influenzati dalle caratteristiche dell'attrezzatura,
dalle modalità esecutive e dalla professionalità dell'operatore.

• Infine la prova SPT si è rivelata molto utile nello studio dei fenomeni di liquefazione
dei terreni non coesivi soggetti ad azione dinamiche.
Vi sono numerose correlazioni tra la resistenza alla
penetrazione (NSPT) e i parametri geotecnici dei terreni sia
granulari che coesivi
Terreni granulari (elevata k)
PREMESSE
rottura in condizioni drenate (o quasi drenate)

La tensione normale media sulla superficie di rottura è proporzionale


alla tensione verticale efficace alla profondità della prova

di un mezzo granulare è influenzato da forma dimensioni e distribuzione dei grani ma


soprattutto dalla densità relativa Dr (stato di addensamento)

Molte correlazioni sono finalizzate alla stima di Dr come passo intermedio per la
stima dell’angolo di resistenza al taglio
Ottenuto il valore di Nspt questo va normalizzato in funzione del carico litostatico per
tener conto della profondità dove viene eseguita la prova; quindi attraverso grafici
empirici proposti da vari autori è possibile ricavare:
Parametri determinabili in terreni incoerenti

- la densità relativa (stato fisico di addensamento del terreno incoerente)


- l’angolo di attrito interno (parametro della resistenza al taglio)
TERRENI GRANULARI

1) Correlazione di Gibbs-Holtz
Permette di determinare la densità relativa dei terreni granulari mediante la relazione
tra la resistenza alla penetrazione e la pressione verticale efficace.
2) Correlazione di De Mello
Permette di ricavare l’angolo di attrito in funzione dello sforzo verticale efficace.
3) Le correlazioni di Schmertmann
Pongono in relazione l’angolo di attrito efficace con la densità relativa in funzione di
differenti granulometrie, utilizzando sia i valori della densità relativa Dr elaborati con il
metodo di Gibbs-Hotz che con il metodo di Terzaghi-Pech-Skempon.
f = 28+0.14·Dr
f = 31.5+0.115·Dr
f = 34.5+0.10·Dr
f = 38+0.08·Dr
σ'v : tensione verticale efficace, espressa in
kg/cm2
Schmertmann (1977) per differenti granulometrie
3) Le correlazioni di Schmertmann
Pongono in relazione l’angolo di attrito efficace con la densità relativa in funzione di
differenti granulometrie, utilizzando sia i valori della densità relativa Dr elaborati
con il metodo di Gibbs-Hotz che con il metodo di Terzaghi-Pech-Skempton.
Correlazione di De Mello
Permette di ricavare l’angolo di attrito in funzione dello sforzo verticale
efficace
Nspt e Stima della resistenza al taglio non drenata

La percussione nei terreni a grana fine implica sovrappressioni interstiziali e la


rottura avviene in condizioni non drenate

Non possiamo determinare c’ e tanφ’

Con elevata incertezza solo Cu coesione non drenata

Parametri determinabili in terreni pseudocoerenti

- l’indice di consistenza (stato fisico di addensamento del terreno pseudocoerente)


- la coesione non drenata (parametro di taglio)
Coesione non drenata Cu

TERZAGHI & PECK:

DESIGN MANUAL FOR SOIL MECHANICS:


Coesione non drenata Cu

SANGLERAT:

SHIOI & FUKUI:


f1 varia con Ip
ha valori medi pari a 4,4 kPa
varia tra 3,5 e 6,5
Ss ‘liquefazione’ è lo ‘stato raggiunto dai terreni sabbiosi sciolti saturi
quando perdono la loro resistenza al taglio come conseguenza di un
incremento delle pressioni interstiziali’ .

• Incremento di pressioni interstiziali in condizioni di carico non


drenate

• Efetti
•crateri, vulcanelli, fuoriuscite di acqua e sabbia
•grandi oscillazioni e rotture del terreno
•abbassamenti e sollevamenti del terreno
•movimenti orizzontali del terreno (lateral spreading)
•movimento di masse fluide / collasso in pendii naturali e
artificiali
•perdita di capacità portante delle fondazioni
•galleggiamento di opere sotterranee
•collasso di opere di sostegno e banchine portuali
https://ingvterremoti.com/2014/06/06/i-terremoti-dellemilia-2012-leffetto-della-
liquefazione-e-le-conoscenze-sismiche-pregresse/
https://ambiente.regione.emilia-romagna.it/it/geologia/sismica/liquefazione-gruppo-di-lavoro
Se  sono  verificate  simultaneamente alcune condizioni  che  riguardano 

• “predisposizione” del terreno al verificarsi del fenomeno (fattore predisponente) 

• caratteristiche  dell’azione  sismica  a(g), M(“fattore  scatenante”). 

ESEMPIO
‐ profondità dello strato potenzialmente liquefacibile < 15 ‐20 m dal p.c.
‐ profondità della falda < 5 m
‐ densità relativa Dr < 60%
‐ diametro medio 0.02 mm < D50< 2 mm
‐ frazione di fini (diametro < 0.005 mm) < 15%

Tra i fattori geotecnici:


• stato di addensamento (Dr, e)
• granulometria (D50, U, CF, forma dei grani)
• grado di saturazione (Sr) condizioni di drenaggio (parziale o completo)
• stato tensionale efficace iniziale
• storia tensionale e deformativa
Morfologia

•In presenza di paleoalvei o alvei recenti

•In zone paludose o bonificate

•Nelle prossimi di arginature e paleoarginature

•Nelle piane di esondazione

•Sui litorali, apparati dunari ed interdunari

•Nei depositi sabbiosi pleistocenici e olocenici sciolti con profondità della falda <

15.0 m
Metodi semplificati per valutare la suscettibilità dei
terreni alla liquefazione

La resistenza del deposito alla liquefazione in termini di


fattore di resistenza alla liquefazione

CRR - resistenza del terreno agli sforzi di taglio ciclico


CSR - la sollecitazione di taglio massima indotta dal
sisma. FLS> 1.25 la liquefazione è da escludere
FL < 1.25 è possibile che avvengano fenomeni di
liquefazione.
indice del potenziale
di liquefazione (Iwasaki et al., 1978)
Potenziale di liquefazione e SPT

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