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FOGLI DIFFUSORI
(vedi dettagli
del trattamento con e);
FILTRI
(vedi dettagli
del trattamento con X):
TESTATA
CAMERE DI MONITORAGGIO: il fascio di X dopo il filtraggio o il fascio di
elettroni dopo i fogli diffusori colpiscono un sistema di monitoraggio. Si tratta
di un insieme di camere a ionizzazione per la verifica della dose e della
simmetria di campo. Dal momento che questi strumenti sono situati in un campo
di radiazione ad alta intensità e che il fascio è impulsato è importante
assicurarsi che l’efficienza di raccolta degli ioni sia costante.
ULTERIORI COLLIMATORI: 2 coppie di blocchi di piombo o tungteno
ritagliano la forma rettangolare del campo.
N.B.: Nel caso degli elettroni, che diffondono prontamente in aria, la
collimazione del fascio deve avvenire molto vicino al paziente.
GANTRY: la maggior parte sono oggi giorno costruiti in modo che la sorgente
di radiazione possa ruotare intorno ad un asse orizzontale. Il punto di
intersezione tra l’asse del fascio e l’asse di rotazione del gantry si chiama
isocentro.
Com’è fatto un ACCELERATORE LINEARE ?
STAND: produzione di microonde GUIDA ACCELERANTE
TESTATA
GANTRY
isocentro
LETTINO PORTAPAZIENTE
FASCIO di FOTONI
elettroni
BERSAGLIO
DI ELEVATO Z
COLLIMATORE
variabile
Produzione di
FOTONI
DIMENSIONI per FRENAMENTO
del CAMPO DI
TRATTAMENTO
Riguardare il funzionamento del tubo a raggi X
In radioterapia al giorno d’oggi i raggi X sono prodotti con
gli acceleratori lineari ma la fisica sottostante è la
medesima.
Heel effect – filtri compensatori
Fotoni di
bassa energia
eliminati
Raggi X caratteristici
Filtraggio della componente di bassa energia
COLLIMATORE
variabile
DIMENSIONI
del CAMPO DI
TRATTAMENTO
Allargamento del fascio di elettroni
COLLIMATORI LAMELLARI
VOLUME VOLUME
TUMORALE TUMORALE
Misure dose-profondità
CURVE ISODOSE
La fisica del build up della dose si può spiegare come segue: non appena il
fascio di fotoni attraversa il paziente o il fantoccio, elettroni di alta velocità
sono emessi dalla superficie e dagli strati sottostanti. Questi elettroni
depositano la loro energia significativamente lontano dal punto in cui sono
emessi. La fluenza di elettroni e la dose assorbita pertanto aumentano con la
profondità. Nel contempo però la fluenza di fotoni diminuisce con la
profondità poichè il fascio di fotoni si attenua e quindi la produzione di
elettroni diminuisce. L’effetto netto è che oltre ad una certa profondità la
dose comincia comunque a descrescere.
COME SI MISURA LA DOSE?
Alcuni elettroni depositano la loro energia fuori dal volume di raccolta ma d’altra
parte altri elettroni prodotti esternamente possono produrre ionizzazione
all’interno -> equilibrio elettronico (OK definizione Roentgen)
Al crescere dell’energia dei fotoni il range degli elettroni misurati in aria aumenta
rapidamente. Questo richiede un aumento della distanza tra gli elettrodi per
mantenere l’equilibrio elettronico, il che d’altra parte comporta effetti collaterali
(attenuazione in aria, diffusione degli elettroni, riduzione dell’efficienza di
raccolta).
Fotoni:
La camera va posizionata oltre il build up.
Per misurare la dose in un punto Dato il materiale è nota la profondità di
della regione di build up o alla build up. Sia nel fantoccio solido, sia nella
superficie il rivelatore deve vasca d’acqua sono possibili varie
essere molto sottile perchè non profondità di misura. Ci sono anche slitte
si verifichi gradiente di dose che permettono di fare una scansione sul
attraverso il volume sensibile piano x-y.
dello strumento. Inoltre lo
strumento non deve perturbare il Per gli elettroni si usano anche camere a
campo di radiazione. elettrodi piani.
MISURE DI DOSE CON CAMERE A IONIZZAZIONE
Compattezza costruttiva
Impiegati oltre che per la generazione di fasci
terapeutici anche per la produzione di radioisotopi,
ottenuti indirizzando contro un opportuno
bersaglio il fascio estratto dall’acceleratore.
Di tutti i radionuclidi il cobalto 60 è quello che più si presta per teleterapia per la
più alta attività specifica e la maggiore energia media dei fotoni emessi.
Il 60Co viene prodotta irradiando 59Co con neutroni in un reattore.
Il 60Co decade in 60Ni con l’emissione di particelle β di energia massima 1.32
MeV e di due fotoni di energie 1.17 e 1.33 MeV.
La sorgente, usualmente di forma cilindrica (dimensioni di 1-2 cm) o di disco o di
pallet, è contenuta all’ interno di capsule di acciaio inossidabile. The double
welded seal è necessario per contenere perdite radioattive. I raggi β vengono
assorbiti nelle capsule con conseguente emissione di fotoni di bremsstrahlung e
di raggi X caratteristici. Questi ultimi, di energie medie di 0.1 MeV, non
contribuiscono apprezzabilmente alla dose nel paziente perchè sono fortemente
attenuati nel materiale della sorgente e della capsula. L’altro “contaminante”
sono i raggi γ di bassa energia prodotti dall’ interazione dei fotoni primari con la
sorgente, la capsula, l’alloggiamento della sorgente e il sistema di collimazione.
Il fatto che la sorgente non sia puntiforme complica la geometria del fascio e
dà origine alla cosidetta penombra geometrica.
• Esercizio: il 60Co decade emettendo radiazioni beta con un
tempo di dimezzamento di 5.27 anni nel 60Ni, che a sua volta
emette raggi gamma pronti (cioe’ dopo un tempo quasi nullo).
Calcolare la massa di una sorgente di 60Co da 1000 Ci.