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Giornate di studio di nFA

Firenze 29 Giugno – 1 Luglio 2009

Sessione: IL MERCATO DEI MEDIA

Alberto Nahmijas

Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato


Argomenti della presentazione

1- Il settore dell’editoria quotidiana


b) Struttura
c) Intervento pubblico
d) Organizzazione della distribuzione

2 - Il settore dei diritti sportivi


g) Dimensione quantitativa e confronti europei
h) Assetto attuale
c) The work in progress
Il settore editoriale della stampa quotidiana
I media

I media sono lo strumento attraverso il


quale si raccolgono le informazione per
renderle disponibili ai cittadini e ai
consumatori.
L’opinione pubblica è sensibilmente
condizionata da quanto riportato nei
mezzi di informazione nei confronti dei
prodotti e dei servizi offerti sul mercato.
I media dipendono, per la loro
sopravvivenza, dagli investimenti
pubblicitari delle imprese.
Le ragioni del monopolio e della proprietà pubblica

- l’informazione è un bene pubblico;


a)assenza di rivalità nel consumo: il consumo di
un individuo non implica l'impossibilità per un
altro individuo di consumare lo stesso bene;
b)non escludibilità nel consumo: una volta
prodotto, è difficile o impossibile impedirne la
fruizione anche da parte di chi non paga;
- la produzione e la diffusione di informazione è
caratterizzata da costi decrescenti;
- la proprietà pubblica assicura la produzione e
diffusione di informazioni che altrimenti non
verrebbe fornita dalle imprese private (es.
istruzione, cultura).
I contro del monopolio

Un monopolio statale dell’informazione


distorce sistematicamente l’informazione
per favorire il governo in carica;
- impedisce agli elettori e ai consumatori
di prendere decisioni informate;
- mette in pericolo sia il mercato sia la
democrazia.
- in the market for ideas, government
regulation is undesirable and should be
strictly limited
Coase, Ronald H., 1950, British Broadcasting, A Study in
Monopoly
Le ragioni della concorrenza

- la concorrenza fra operatori assicura


che elettori e consumatori ricevono, in
media, un’informazione non distorta ed
accurata.

- la presenza di più media privati e


indipendenti riduce il rischio di una
manipolazione sistematica del set
informativo che consumatori ed elettori
utilizzano per le proprie scelte.

- Nelle moderne democrazie questo è un


ingrediente essenziale del sistema
“checks-and-balances”.
Concorrenza e Pluralismo

Tutela della concorrenza e tutela del pluralismo


dell’informazione (art. 21 Cost.)
Concorrenza favorisce la selezione
– Crescono gli operatori più efficienti e
dinamici, escono gli altri
– I prezzi vengono minimizzati; extra-profitti
eliminati; benefici per i consumatori
Pluralismo richiede più fonti di informazione
– anche quando non è ottimale in termini di
allocazione delle risorse ed efficienza
complessiva del sistema
Pluralismo interno/esterno

Pluralismo:
b) Interno
nell’ambito della singola testata viene
assicurato spazio a opinioni diverse;
d) Esterno
Le diverse opinioni si esprimono
attraverso testate diverse; accesso al
mercato del maggior numero di voci
(possibilmente diverse)
L’analisi competitiva - 1

L’analisi competitiva del settore editoriale


è complessa perché, diversamente da
altri mercati
– l’editore (se opera in più settori) può
rinunciare, razionalmente, ad una parte dei
propri profitti editoriali in cambio di
maggiori profitti in altri settori;
– esistono delle condizioni che possono
indurre l’impresa a deviare dal
comportamento di massimizzazione del
profitto, al fine di esercitare un’influenza
“ideologica”;
L’analisi competitiva - 2

La posizione dominante si esercita su un


mercato ben definito per aumentare i
prezzi e i comportamenti escludenti sono
motivati dall’obbiettivo di esercitare
potere di mercato.
Quando gli obbiettivi riguardano mercati
non direttamente collegati fra loro,
l’apparato analitico e i tradizionali
strumenti antitrust incontrano difficoltà.
Le complicazioni diventano pressoché
insormontabili quando la dimensione
competitiva riguarda il potere di
condizionamento dell’opinione pubblica.
L’analisi competitiva – 3
I benefici privati del controllo

Per benefici privati del controllo si intendono


quei benefici che, qualunque ne sia la causa,
non vengono goduti da tutti gli azionisti in
proporzione alla quota di capitale posseduta
ma solo dal soggetto controllante.
Nell’industria dei media i benefici privati del
controllo sono particolarmente evidenti ed
elevati (Ad es. notorietà, capacità di
influenzare la pubblica opinione etc.).
IN ITALIA

Elevata concentrazione in tutti i Paesi


industrializzati

In Italia 2.400 editori, ma


– le prime cinque imprese sviluppano il
36% della produzione nazionale;
– le imprese con fatturato superiore a
50 milioni di euro (18), realizzano il
55% della produzione complessiva
COPIE DI QUOTIDIANI DIFFUSE PER 1.000 ABITANTI (2005)

Giappone 546 1
Norvegia 504
Svezia 398 85
Finlandia 428
Danimarca 243 124
Svizzera 322
Regno Unito 275 17
Olanda 240 47
Austria 263 21
Germania 260
Irlanda 184 32
USA 179
Ungheria 144 34
Francia 128 45
Belgio 140 21
Canada 149
Polonia 114 16
Italia 93 33
Spagna 98
Portogallo 55 21
Grecia 56
0 100 200 300 400 500 600

copie a pagamento copie gratuite


INTERVENTO PUBBLICO

L’intervento pubblico a tutela del


pluralismo (?):
• misure di sostegno economico, di
tipo diretto o indiretto, agli editori;
• fissazione di limiti alle quote di
mercato raggiungibili mediante
acquisizioni da parte di un editore di
quotidiani;
• vincoli stringenti all’organizzazione
distributiva
SOSTEGNO ECONOMICO

Sostegno pubblico diretto disciplinato da


– l. n. 416/1981
– l. 25 febbraio 1987, n. 67
– l. 7 agosto 1990, n. 250
– l. 6 agosto 2008, n. 133 art. 44
Contributo fino al 60% dei costi a
bilancio per
– cooperative giornalistiche
– imprese editrici riconducibili a forze
politiche che editino la testata da
almeno 5 anni
SOSTEGNO ECONOMICO

Contributo indiretto:
2. tariffe postali agevolate per spedizioni
in abbonamento (l. 27 febbraio 2004,
n. 46)
– Poste Italiane applica agli editori
condizioni agevolate per la consegna
agli abbonati; Stato compensa le
differenze;
3. riduzione del 50% delle tariffe
telefoniche (art. 28 l. n. 416/1981)
4. aliquota agevolata del 4% estesa agli
allegati (circa 50 mio. Euro)
PROBLEMI CONNESSI AL SOSTEGNO ECONOMICO

Per il contributo diretto

4. la tempistica
– i contributi vengono erogati non all’inizio dell’attività ma
dopo 5 anni, quando la fase di avviamento è stata
superata;
– nessun limite temporale al periodo di assegnazione del
contributo: sistematica dipendenza dal sostegno pubblico;

6. i parametri di quantificazione
– riferimento ai costi + tiratura: scarso incentivo a
perseguire efficienza;

8. i controlli
– criteri di assegnazione stringenti, che evitino abusi e
comportamenti opportunistici;
– monitoraggio sull’uso delle risorse
PROBLEMI CONNESSI AL SOSTEGNO ECONOMICO

Per il contributo indiretto


2. agevolazione postale solo con Poste Italiane
– ostacolo allo sviluppo della concorrenza;
qualità del servizio inadeguata; assenza di
incentivi per Poste nel migliorare la qualità
3. finanziamento concentrato sui grandi gruppi
– fissare un ammontare massimo della
compensazione
4. no incentivi a forme alternative di consegna
degli abbonamenti
– imprese specializzate (grandi aree)
– abbonamento in edicola (aree piccole)
5. no iniziative a sostegno della domanda di
abbonamenti
PROBLEMI CONNESSI AL SOSTEGNO ECONOMICO

Abusi e comportamenti opportunistici:


- Vendite in blocco: aumento artificiale della
tiratura “… pretestuose o concordate con
l’acquirente nell’ambito di una strategia volta ad
aumentare la diffusione apparente”;
- Acquisto “chiavi in mano” di pagine o intere
parti di giornali: aumento dei costi “…
artificialmente gonfiati per prestazioni esterne
all’impresa”.

Fonte: relazione di accompagnamento allo Schema di


Regolamento ai sensi dell'art. 44 del decreto legge 25 giugno
2008, n. 112, recante "Misure di semplificazione e riordino della
disciplina di erogazione dei contributi all' editoria".
I LIMITI AL POTERE DI MERCATO

Divieto di posizione dominante tramite


acquisizioni
2. controllo di società che editano testate
quotidiane la cui tiratura superi
– il 20 % della tiratura complessiva dei giornali
quotidiani in Italia
– il 50 % della tiratura dai giornali quotidiani aventi
luogo di pubblicazione nella medesima area
interregionale
3. collegamenti con società editrici di giornali
quotidiani con tiratura superiore al 30 %
della tiratura complessiva in Italia
(art. 3 l. n. 67/87, che aggiorna l’art. 4 l. n. 416/1981)
Quote gruppi editoria quotidiana (tiratura 2005)

100,0

80,0

60,0
Limite alle
concentrazioni per gli
40,0 editori di quotidiani

18,7
20,0
13,2
8,9
6,4 4,8 4,8

0,0
Gruppo RCS Gruppo Gruppo Poligrafici I l Sole-24 Ore Editrice La
Editoriale Caltagirone Editoriale Spa Stampa
L'Espresso

Elaborazione su dati AGCOM


LIMITI DEI LIMITI

In via generale, limiti quantitativi


imposti alla crescita dimensionale
condizionano la ricerca della dimensione
efficiente.
Se l’impresa tira più di un terzo delle
copie complessivamente stampate dai
giornali quotidiani in Italia, l’anno
successivo perde il diritto a tutte le
provvidenze ed agevolazioni.
(art. 3, comma 9, della l. n. 67/87)
Gli effetti perversi: Le rese

Le rese dei quotidiani sono in media il


30% della tiratura.
Tra i periodici, i settimanali hanno una
resa pari al 36%, mentre per i mensili si
supera il 54%.
In termini di copie, queste percentuali
equivalgono, complessivamente, a oltre
1 miliardo di copie invendute ogni anno.
Fonte: Federazione Italiana Editori Giornali, 2008,
La Stampa in Italia 2005 – 2007.
Gli effetti perversi: Le rese

Sistema di forfetizzazione della resa

Per i giornali quotidiani ed i periodici, l'imposta viene pagata sulla


base delle copie consegnate o spedite, anche se cedute a titolo
gratuito, diminuite di una percentuale a titolo di forfetizzazione
della resa.

La "forfetizzazione" non è possibile nel caso di vendita di


giornali e periodici pornografici, quotidiani e periodici ceduti
congiuntamente a supporti integrativi e ad altri beni.

La percentuale di "forfetizzazione della resa" è l’ 80%.

L'imposta, quindi, viene pagata sul prezzo di copertina


moltiplicato per tutte le copie consegnate o spedite al netto
della resa forfetaria.
In caso di "forfetizzazione della resa" non c'è obbligo di
emissione della fattura, tranne che in caso di esportazione.

Fonte: FiscoOggi giornale on line dell’Agenzia delle Entrate


Le rese - segue

Le cause principali di un livello così elevato sono


a) Le sovvenzioni commisurate alla tiratura;
b) I benefici fiscali;
c) l’obbligo di parità di trattamento e
nell’impossibilità per il rivenditore di rifiutare
una nuova testata, anche quando non sviluppa
un livello minimo di vendite;
d) scarsa informatizzazione della rete di
distribuzione che impedisce di ottenere
informazioni in tempi brevi sulla diffusione delle
testate.
LIMITI DEI LIMITI

In ogni caso
2. Il parametro della tiratura non è
adeguato per verificare il potere di
mercato di un editore (meglio
diffusione o numero di lettori);
3. perché solo i quotidiani, perché tutti i
quotidiani ?
3. la free press ?
4. l’editoria on line ?
I cambiamenti recenti:
la legge 6 agosto 2008, n. 133 art. 44

“misure di semplificazione e riordino della


disciplina di erogazione dei contributi
all'editoria … secondo i seguenti principi e
criteri direttivi:
a) semplificazione della documentazione
necessaria per accedere al contributo e dei
criteri di calcolo dello stesso, assicurando
comunque la prova dell'effettiva
distribuzione e messa in vendita della
testata, nonché l'adeguata valorizzazione
dell'occupazione professionale;
b) semplificazione delle fasi del procedimento
di erogazione, che garantisca, anche attraverso
il ricorso a procedure informatizzate, che il
contributo sia effettivamente erogato entro e
non oltre l'anno successivo a quello di
riferimento;…”
I cambiamenti recenti:
lo Schema di Regolamento dell'art. 44 - 1

Articolo 2
Contributi erogati solo a condizione che la
testata edita sia venduta nella misura di
almeno il 15% (30%) delle copie
distribuite a livello nazionale (locali).
Le copie distribuite sono quelle poste in
vendita in edicola o presso punti di
vendita non esclusivi tramite contratti
con società di distribuzione esterne non
controllate né collegate all'impresa
editrice che richiede il contributo, ovvero
distribuite in abbonamento a titolo
oneroso. Obbligo di certificazione.
I cambiamenti recenti:
lo Schema di Regolamento dell'art. 44 - 2

Articolo 3
I contributi alle imprese editrici sono
così determinati
c) un importo fisso annuo non superiore
a 2 milioni di euro per ciascuna
impresa;
d) un importo variabile nella misura di
euro 0,09 per ogni copia fino ad un
massimo di 50 milioni di copie annue;
e) l'ammontare complessivo copre fino al
60% dei costi ammissibili.
L’ORGANIZZAZIONE DISTRIBUTIVA - 1

Principio cardine della distribuzione


editoriale:
parità di trattamento

L’impresa di distribuzione
– deve garantire il servizio a tutte le testate
che lo richiedono, a parità di condizioni
rispetto ai punti vendita serviti e al numero
di copie distribuite (art. 16 l. n. 416/1981)
Le edicole
– non possono rifiutarsi di mettere in vendita
le testate che lo richiedono (art. 4 d. lgs. n.
170/01)
L’ORGANIZZAZIONE DISTRIBUTIVA - 2

Regime autorizzatorio per l’attività di


rivendita (art. 14 l. n. 416/1981, l’art.
67 n. 67/87)
Regioni determinano indirizzi
Comuni elaborano piani di localizzazione
dei p.v.
– in base a parametri demografici, economici
e sociali (densità di popolazione,
caratteristiche urbanistiche e sociali, entità
delle vendite di quotidiani e periodici)
– il rilascio dell’autorizzazione tiene conto di
requisiti di natura soggettiva, quali l’aver
gestito in precedenza una rivendita
L’ORGANIZZAZIONE DISTRIBUTIVA - 3

Prezzo di copertina non modificabile dal


rivenditore (art. 5 d. lgs. n. 170/2001)
Sperimentazione di nuovi canali di vendita
(l. 13 aprile 1999, n. 108)
– supermercati, generi di monopolio, bar,
rivendite di carburanti, grandi librerie
punti vendita non esclusivi (d. lgs. 24
aprile 2001, n. 170)
Punti vendita esclusivi (PVE)
e Punti Vendita non esclusivi (PVNE) - 1

Dopo la sperimentazione avviata con la legge


n. 108/1999, il sistema di vendita della stampa
quotidiana e periodica si articola in PVE e
PVNE. L’apertura di entrambi è soggetta alla
autorizzazione comunale.
Per i nuovi PVE l'autorizzazione è rilasciata nel
rispetto dei piani comunali di localizzazione, per
i PVNE inclusi nella sperimentazione è
automatica; gli altri PVNE devono presentare
richiesta di al Comune competente per
territorio e l’accettazione dipende dalla densità
della popolazione, dalle caratteristiche
urbanistiche e sociali delle zone, dall’entità
delle vendite di quotidiani e periodici negli
ultimi due anni, dall’esistenza di altri PVNE.
Punti vendita esclusivi (PVE)
e Punti Vendita non esclusivi (PVNE) - 2

L’andamento delle vendite di prodotti editoriali


post-liberalizzazione fu incoraggiante.
L’aumento dei punti vendita e la loro favorevole
localizzazione (ad es. GDO) consentirono di
raggiungere una fascia di popolazione che
abitualmente non acquistava i giornali (grazie
al c.d. acquisto d’impulso).
Tuttavia i PVNE rappresentano un canale
distributivo secondario, sia per diffusione sul
territorio nazionale sia per quota di mercato.
Secondo i dati Nielsen, su circa 36.000 punti
vendita presenti sul territorio nazionale,
supermercati e ipermercati sono poco più di
2.500.
La quota sul venduto è leggermente superiore,
10% circa.
Punti vendita esclusivi (PVE)
e Punti Vendita non esclusivi (PVNE) - 3

I PVE sono stati avvantaggiati dall’innovazione introdotta


dagli editori – oramai divenuta prassi consolidata – di
vendere in abbinamento al prodotto editoriale anche CD,
DVD e collane editoriali.
La gestione di un crescente flusso di prodotti richiede
a) spazi fisici adeguati per la loro esposizione al pubblico,
ma in questo modo la capacità competitiva dei PVNE
rispetto ai PVE viene circoscritta poiché lo spazio che i
primi possono riservare ai prodotti è inevitabilmente più
limitata di quella dei PVE.
b) l’aumento della varietà e della specificità dei prodotti
editoriali richiede livelli di conoscenza e di monitoraggio
dell’intero mercato più agevolmente conseguibili da un
esercente specializzato.
L’ORGANIZZAZIONE DISTRIBUTIVA

Accordo nazionale sulla vendita dei giornali


quotidiani e periodici (dal 1° gennaio 2006)
– remunerazione del rivenditore 19% del prezzo di
copertina
– pagamento alla consegna, al netto delle copie
invendute (deroga al contratto estimatorio)
libera contrattazione
– aggio dei distributori nazionali: 5-7% del prezzo di
copertina
– aggio ai distributori locali: circa 3% per i quotidiani e
5% per i periodici

tutto basato sul venduto, non sul distribuito


Remunerazione dei canali distributivi della filiera
editoriale

Minimo Massimo
Prezzo di copertina della
100
pubblicazione
Punto vendita1 19 19
Distributore locale 4 7
Distributore nazionale 5 8
Totaledistribuzione 28 36
Editore 72 64
Remunerazione dei canali distributivi
della filiera editoriale - segue

-Le percentuali riportati del DL includono il


c.d. contributo di portatura – pari all’1%
– riconosciuto al DL per il servizio di
recupero e gestione dell’invenduto.
-Nel caso di “prodotto avviato alla vendita
come supplemento autonomo” la
percentuale di sconto sale al 24%,
mentre è del 29% per un “prodotto
ridistribuito con proprio codice a barre e
periodicità costituito da confezione di
diversi numeri della stessa
pubblicazione”.
Contratto estimatorio - 1

Il sistema di distribuzione è regolato dal c.d. contratto


estimatorio.
Il titolare del prodotto editoriale è l’editore e tutti gli altri
soggetti della filiera distributiva hanno diritto alla resa
incondizionata dell’invenduto.
L’edicolante, remunerato sulla base del venduto, non
sopporta alcun costo per le rese, ne consegue che non
ha alcun incentivo a contenere le sue richieste di copie.
Il distributore locale (DL), per converso, è remunerato in
funzione delle copie vendute dall’edicolante, ma
sopporta un costo che dipende dalle copie distribuite.
Entrambi hanno lo stesso incentivo dal lato ricavi ma –
in ragione delle rese – non hanno lo stesso vincolo dal
lato dei costi.
Contratto estimatorio - 2

Nella prassi il fornitore del prodotto esige il


pagamento anticipato al netto delle rese
relative alla precedente consegna. Tuttavia,
mentre nel rapporto rivenditore-distributore
locale è più frequente che l’edicolante paghi
solo dopo la vendita, l’editore esige l’anticipo (o
una fideiussione) dal distributore locale.
L’onere finanziario dell’anticipazione della
fornitura ricade sul DL. Questo spiega perché al
DL competa il diritto di stabilire il numero delle
copie assegnato a ciascun edicolante (c.d.
piano di distribuzione o portatura locale): solo
così sarà in condizione di minimizzare i costi di
distribuzione.
I Distributori Locali -1

Sebbene i DL monopolisti locali de facto, il loro numero e le


loro dimensioni dipendono dalle decisioni degli editori.
L’editore definisce le zone che il DL deve coprire e può
interrompere, senza lungo preavviso e senza incorrere in costi
elevati, il rapporto con il DL.
Sul DL agisce la concorrenza potenziale esercitata dai
distributori operanti nelle aree circostanti ai quali l’editore può
rivolgersi, chiedendo di estendere la loro zona di operatività,
qualora non sia soddisfatto dei servizi resi dall’attuale DL.
Dei circa 450 DL presenti alla fine degli anni ‘90, quelli ancora
attivi nel 2007 sono circa 160. Negli ultimi anni, si registra una
media di 5 fallimenti ogni anno. Questo maggiore rischio ha
indotto gli editori a richiedere l’anticipazione finanziaria o la
fideiussione ai DL.
L’attuale ripartizione del rischio dell’invenduto e dei costi di
gestione associati (trasporto, stoccaggio, catalogazione,
deposito) disincentiva i DL dall’intraprendere la fornitura dei
NPV.
I Distributori Locali -2

I rivenditori hanno vinto tutte le cause


intentate contro i DL che avevano
sospeso le forniture.
Un DL una volta iniziata la fornitura di
un PV non può interromperla, poiché ciò
causerebbe un’interruzione di servizio
con danni per il rivenditore: quindi
razionalmente il DL neppure inizia la
fornitura quando i ricavi addizionali sono
incerti ma i costi sono certi e
ineliminabili.
I PROBLEMI DELL'ORGANIZZAZIONE DISTRIBUTIVA - 1

La complessa architettura del sistema distributivo risponde


all’esigenza di contenere i costi determinati dal vincolo
costituito dal rispetto del principio della parità di
trattamento tra le testate, dato il numero di punti
vendita serviti.
Per il DL l’aggiunta di una nuova testata, da distribuirsi alle
rivendite già rifornite, non comporta significativi costi
aggiuntivi.
Al contrario il costo di rifornire un NPV può risultare
maggiore dei ricavi addizionali.
PRIMA: l’apertura di NPV era strettamente regolata da
editori/DN/DL/edicolanti (già presenti);
ORA: L'entrata é disciplinata da altri (autorizzazione dei
Comuni);
EFFETTO: L'equilibrio collusivo precedente che permetteva
di sostenere la parità di trattamento é più precario.
I PROBLEMI DELL’ORGANIZZAZIONE DISTRIBUTIVA - 2

Vincoli amministrativi
– nuovi punti vendita non riforniti
– soltanto servizio minimo?
Grave crisi dei distributori locali
– remunerazione sul trasportato?
Eccessivo affollamento delle rivendita e
elevato livello delle rese
– temperare la parità di trattamento?
Integrazione verticale degli editori
– M-Dis (RCS, De Agostini, Hachette Rusconi)
– Press-D (Mondadori)
I diritti sportivi
Italia vs/ principali paesi europei - 1
Italia vs/ principali paesi europei - 2
Italia vs/ principali paesi europei - 3
Italia vs/ principali paesi europei - 4
Italia vs/ principali paesi europei - 5
Italia – Assetto Attuale - 1
Italia - Assetto Attuale - 2
Inghilterra – Assetto Attuale - 1
Inghilterra - Assetto Attuale - 2
Francia – Assetto Attuale - 1
Francia – Assetto Attuale - 2
Germania – Assetto Attuale - 1
Germania – Assetto Attuale - 2
Spagna – Assetto Attuale - 1
Spagna – Assetto Attuale - 2
Il decreto legislativo 9/2008 ha
reintrodotto in Italia la vendita collettiva
dei diritti audiovisivi sportivi
– in forma centralizzata da parte
dell’organizzatore della competizione (Lega
Calcio),
– procedure competitive che garantiscano ai
partecipanti condizioni di assoluta equità,
trasparenza e non discriminazione (art.
6.1)
Le linee guida -1

L’organizzatore della competizione è


tenuto a predeterminare linee guida
per la commercializzazione dei diritti
audiovisivi recanti:
– regole in materia di offerta e di
assegnazione dei diritti
– criteri di formazione dei pacchetti
– diritti di natura secondaria oggetto di
autonome iniziative commerciali da
parte degli organizzatori degli eventi
e relative modalità di esercizio-
Le linee guida -2

AGCM e AGCom verificano


– la conformità ai principi e alle
disposizioni del decreto
e approvano le linee guida entra 60 giorni

Generale potere di vigilanza in capo


all’Autorità
– sulla corretta applicazione del
decreto e delle linee guida
– al fine di garantire la concorrenza nel
mercato dei diritti audiovisivi
Il 3 luglio 2008, Lega Calcio trasmette linee guida
per la commercializzazione (stag. 2008/09 e
2009/10) di:
– highlights delle partite di Serie A, da trasmettere su
piattaforma analogica televisiva;
– highlights delle partite di Serie B, da trasmettere su
piattaforma analogica televisiva;
– dirette delle partite di Tim Cup e relativi highlights, in
chiaro e/o a pagamento
– dirette delle partite di Serie B e relativi highlights, da
trasmettere in forma codificata, anche a pagamento
– diretta dell’incontro di Supercoppa, in chiaro o a
pagamento
– diritti radiofonici

NON le dirette della Serie A (già assegnate fino al 2009/10)

Invio tardivo e non tempestivo


I contenuti delle linee guida

Le procedure di gara
– Offerte in busta chiusa
– I pacchetti per i quali sia stato offerto almeno il
prezzo minimo di vendita verranno assegnati al
migliore offerente.
– Altrimenti, trattative private con gli operatori
interessati, entro 10 gg.
– Alla conclusione delle trattative, formalizzazione in
busta chiusa di una proposta economica
– In caso di mancata assegnazione, ripetizione della
procedura, mantenendo o modificando la
composizione originaria dei pacchetti.
Diritti invenduti
– Per le dirette di Serie B i diritti non assegnati
potranno essere oggetto di commercializzazione da
parte dei singoli organizzatori degli eventi (ex art.
11.3 D. lgs. 9/2008)
La valutazione dell’Autorità

Approvate le regole di offerta e


assegnazione per la prima parte
– aggiudicazione all’offerta più elevata (prezzo
minimo di offerta sia ragionevole)
Ma per il secondo tentativo
– deve essere seguita un’analoga procedura
competitiva; non trattative private
diritti invenduti
– in caso di mancata assegnazione dei diritti,
la commercializzazione dovrà essere
rimessa ai singoli club, con ampia facoltà di
scelta delle piattaforme e delle aree di
diffusione
Gli eventi

– 31 luglio 2008, Lega Calcio pubblica


gli inviti ad offrire
tutte le procedure di gara vanno deserte
– 6 agosto, Lega Calcio pubblica inviti
alle trattative private
– 21 agosto, apertura delle buste
presentate a seguito delle trattative
Offerte ricevute dalla Lega per l’acquisizione dei diritti

Diritti Soggetti interessati

Highlights di Serie A RAI: 7 mil € (fino alle 22:30)


13,5 mil € (dalle 22:30)

RTI: 11,5 mil € (dalle 22:30)

Highlights di Serie B RAI: 1 mil €

Sportitalia: N.D.

Dirette di Serie B Telecom Italia Media: N.D.

Diritti radiofonici RAI: 2 mil €

TIM CUP RAI: 6,5 mil € (dagli ottavi in poi)

Conto TV: N.D.

Supercoppa TIM RAI: 600 mila €

Conto TV: 400 mila €

Fonte: Stampa nazionale


Gli eventi - segue

– 25 agosto, Lega comunica a AGCM


che la decisione sull’accettazione o
meno delle altre proposte sarà
assunta dall’Assemblea Generale
convocata per il giorno seguente
– 26 agosto, Assemblea Generale
rifiuta le offerte ricevute e dà
mandato alla Lega per:
ulteriori trattative private per highlights
e diritti radiofonici
nuova procedura selettiva centralizzata
per dirette di Serie B
Gli eventi - segue

Highlights:
– ridefinita la configurazione dei pacchetti (hl di A in
seconda serata non in esclusiva); trattative private
con offerte in busta chiusa
– rigettate nuovamente le offerte, seconda serie di
trattative private con assegnazione dei diritti senza
gara (RAI: hl di A e B + diritti radiofonici; RTI: hl di
A in seconda serata)

Serie B
– nuovo invito ad offrire
– il giorno antecedente la scadenza, Lega Calcio
apporta alcune modifiche al bando (revenue sharing
e produzione dell’evento a cura di Lega)
– Assegnazione pacchetti a SKY (DTS) e Telecom Italia
Media (DTT)
Offerte ricevute dalla Lega per l’acquisizione dei diritti
Stagioni 2008/09 e 2009/10
Diritti Soggetti interessati

Highlights di Serie A RAI: 7 mil € (fino alle 22:30)


RAI (e RTI)
13,5 mil € (dalle 22:30)

RTI: 11,5 mil € (dalle 22:30)

Highlights di Serie B RAI: 1 mil €


RAI
Sportitalia: N.D.

Dirette di Serie B Telecom Italia Media: N.D.


LA7 (dtt) e SKY (dts)
Diritti radiofonici RAI: 2 mil €
RAI
TIM CUP RAI: 6,5 mil € (dagli ottavi in poi)
non assegnati (dagli ottavi)
Conto TV: N.D.
Conto TV (fino al quarto turno)
Supercoppa TIM RAI: 600 mila €
RAI
Conto TV: 400 mila €

Fonte: Stampa nazionale


La segnalazione dell’Autorità

• La recente esperienza ha dimostrato come le


linee guida approvate dall’Autorità non sono
state seguite dalla Lega Calcio
• Elementi di criticità e di incertezza, idonei a
compromettere il corretto esplicarsi della
concorrenza nell’acquisizione dei diritti
audiovisivi e a vanificare, quindi, gli obiettivi
che il Decreto intende perseguire.
• Ai partecipanti alle procedure competitive non
sono state assicurate condizioni di assoluta
equità, trasparenza e non discriminazione
• Non è stata data attuazione alle previsioni
dell’art. 11, comma 3, del Decreto sulla
vendita autonoma da parte dei singoli club
• Procedure concluse nell’immediata prossimità
dell’inizio delle competizioni
il riscontro delle irregolarità avviene a
campionati già iniziati e assegnazioni già
avvenute
• Per contemperare l’effettività e la
tempestività dell’intervento dell’Autorità con
l’esigenza di certezza per il mercato è
necessario che la vendita congiunta,
rappresentando una deroga ex-lege alla
disciplina antitrust, si inquadri in una
complessiva disciplina idonea ad assicurare il
rispetto del Decreto Legislativo n. 9/2008 e
delle linee guida, come approvate
dall’Autorità

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