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CONTRIBUTO DI ANALISI E DATI

PER IL CICLO INTEGRATO


DEI RIFIUTI URBANI NELLA
PROVINCIA DI AVELLINO

Studio di
Raffaella Longo
Raffaele Spagnuolo
Raffaella Longo è nata a Conversano (Bari) il 5 marzo 1970, ha con-
seguito la laurea all’Università di Bari, con lode presso la facoltà di
Economia e Commercio con un piano di studi ad indirizzo ambientale
merceologico e si è diplomata Master in Economia e Management
Ambientale all’Università Commerciale di Milano Luigi Bocconi.
L’interesse per le questioni ambientali deriva da un profondo desi-
derio di occuparsi di ambiente come strumento per favorire nuove
forme di sviluppo e dunque nell’ambito di problematiche di natura
economica, sociale e culturale. L’idea di sviluppo ambientalmente
compatibile l’ha sempre entusiasmata e l’ha sollecitato a cercare
metodi praticabili di relazioni corrette negli scambi tra le attività
umane e l’ambiente. Dopo l’esperienza milanese ha collaborato
con il WWF Italia presso la sede di Roma nell’ambito di un progetto internazionale di tutela della
biodiversità. Trasferita ad Avellino, dove dal 2005 vive e lavora, ha cominciato ad occuparsi di rifiuti
in collaborazione con il Co.Sma.Ri. Av1. Ha partecipato a diversi progetti portati avanti dall’Ente,
in particolare alla redazione del piano industriale di raccolta differenziata consortile e della città
di Avellino. Collabora con l’università di Salerno, dipartimento di chimica per l’organizzazione del
Master in Valutazione e Controllo Ambientale: il ciclo dei rifiuti, nell’ambito del quale tiene seminari
di comunicazione ambientale. Attualmente è impegnata in consulenze ambientali con diversi enti

Raffaele Spagnuolo è nato ad Avellino l’11/09/1953 ed ivi risiede.


Ha conseguito la Laurea con lode in Architettura presso la Fa-
coltà degli Studi di Napoli ed un Master di II livello in Architettura
Bioecologica e Tecnologie Sostenibili per l’Ambiente, presso l’
Università degli Studi di Roma “LA SAPIENZA” Prima Facoltà
di Architettura “Ludovico Quaroni”. Ha sempre profuso impegno
etico e professionale nei temi dello sviluppo sostenibile, appro-
fondendo le competenze in materia di Risparmio energetico in
edilizia, Progettazione di Impianti Tecnologici in Bioedilizia, Edilizia
e Architettura Bioecologica, Trasformazioni Urbane Sostenibili e
Agenda 21, oltre che nelle tematiche di Organizzazione Aziendale
e Marketing, nell’ambito delle quali ha tenuto diverse docenze. E’
fondatore dello Studio Associato AR.T.ETICA (Architettura, Territorio, Etica), Studio Associato di
Architettura Bioecologica delle Tecnologie Sostenibili per l’Ambiente. Ha curato Pubblicazioni, ed
ha partecipato come relatore in svariati convegni sui temi dello Sviluppo Sostenibile e Architettura
Bioecologica, Urbanistica partecipata, Pianificazione Sostenibile, Pianificazione Perequata, Piani-
ficazione Ecosistemica. Ha ricoperto e ricopre importanti cariche tra cui si annoverano:
- Componente del Direttivo Nazionale dell’Associazione Nazionale Architettura Bioecologica (ANAB)
e Responsabile Regionale per la Campania dal 1996 al 2000.
- Componente della Giunta Nazionale dell’Associazione di Politica Ambientale Amici della Terra e
Responsabile Regionale per la Campania dal 1998.
- Presidente del Consorzio Smaltimenti Rifiuti Avellino 1. dal 01/02/2005.
Ha svolto prestigiosi incarichi professionali pubblici e privati.
architettoraffaele@spagnuolo.info - architettospagnuolo@artetica.it

2
INDICE

PREFAZIONE Pag. 5

Il Piano Regionale di Smaltimento dei Rifiuti


del ’97 come premessa “ 9

Quantità, caratterizzazione merceologica


dei rifiuti prodotti e origine dei rifiuti da
recuperare o smaltire “ 13

Alcune considerazioni sui modelli di raccolta “ 21

Sistema impiantistico ‘pubblico’ attuale “ 25

Confronto tra la domanda e l’offerta


‘pubblica’ di trattamento e smaltimento dei
rifiuti solidi urbani nella provincia di Avellino.
Il presente e il futuro “ 33

Impianti per il recupero dei materiali provenienti


dalla raccolta differenziata “ 33

Frazione organica. Produzione e dimensionamento


impianti “ 34

Rifiuti da imballaggi. Produzione e


dimensionamento impianti “ 35

3
Ingombranti e durevoli. Produzione e
dimensionamento impianti Pag. 37

Impianto di selezione delle frazioni da Raccolta Differenziata “ 39

Impianto di trasferenza per le frazioni


provenienti dalla Raccolta Differenziata “ 43

Discariche “ 47

Prospettive “ 53

Conclusioni “ 59

BIBLIOGRAFIA “ 61

APPENDICE “ 65

4
PREFAZIONE

Lo scorso ottobre i due Consorzi di bacino della provincia di Avel-


lino: Avellino 1 e Avellino 2, insieme all’Arpac, l’Asl, i Comuni di
Avellino e Ariano e alla Provincia di Avellino si sono riuniti in un
tavolo tecnico di confronto sulla questione rifiuti nella provincia
Irpina.
Scopo dell’incontro delineare lo stato attuale, le nuove prospettive
in funzione della annunciata ‘provincializzazione’ del ciclo integra-
to dei rifiuti urbani e l’impegno di ciascuna parte al superamento
dell’emergenza.
A seguito di questo incontro il Co.Sma.Ri. Av 1, mettendo in campo
le proprie risorse di competenza e l’esperienza maturata da parte
di chi opera in prima linea nell’ambito delle contraddizioni della
gestione dei rifiuti in questi anni di emergenza, ha dato luogo ad
uno studio di ricognizione dello stato impiantistico e dei fabbisogni
necessari per completare il ciclo dei rifiuti in provincia; consapevole
che le difficoltà maggiori nel breve periodo sono legate alla carenza
dell’offerta impiantistica.
Le premesse all’indagine non potevano che essere modelli e dati
qualitativi e quantitativi indicati dal piano regionale, e gli obiettivi,
quelli stabiliti dalla normativa regionale e nazionale.
Ma, partendo da tali indicazioni e operando nell’ambito delle scelte
concertate tra gli enti, il Co.Sma.Ri. Av1 si è impegnato a rivedere
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la congruità dei dati e le diverse possibilità per il completamento
del ciclo integrato dei rifiuti solidi urbani da sottoporre e valutare
con tutte le parti in causa.
Lo studio, approntato nella sua prima versione a fine novembre,
è stato rivisitato in gennaio a causa dei nuovi interventi normativi
che hanno modificano gli obiettivi di raccolta differenziata e oggi
subisce un’ulteriore rivisitazione a seguito della nuova legge regio-
nale che regola la gestione dei rifiuti in Campania.
L’impianto del progetto iniziale resta confermato, per di più, in que-
sta fase di transizione verso nuovi assetti organizzativi e gestionali,
diventano percorribili alcune indicazioni che in tempi non sospetti
potevano sembrare azzardate, mentre nel nuovo scenario delineato
dalla legge regionale pubblicata in questi giorni, si riempiono di
significato propositivo e di contributo serio alla discussione.
Nel presente studio sono stati calcolati i fabbisogni impiantistici
in relazione alle varie percentuali di raccolta differenziata imposti
dalla normativa in vigore.
L’analisi dell’offerta di impianti provinciali ‘pubblici’ dedicati al
recupero delle frazioni provenienti da raccolta differenziata mostra
una dotazione insufficiente: mancano impianti per il compostaggio
e per il recupero in senso ampio, mentre, l’assenza di impianti a
valle degli impianti per il trattamento della frazione residua indiffe-
renziata, insieme alla mancanza di discariche, impedisce la chiusura
del ciclo. La raccolta differenziata è ancora al di sotto degli obblighi
previsti. (vedi Appendice)
L’analisi effettuata nel presente lavoro intende dare impulso al-
l’interlocuzione con le parti interessate, soprattutto in relazione
a quell’attività concertativa e di partecipazione attiva che la legge
regionale richiede agli enti locali nella fase di predisposizione,
adozione, approvazione e aggiornamento dei piani di gestione dei

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rifiuti, consapevole che solo un approccio integrato e sistemico
alla questione può condurre alla soluzione dell’annoso problema
dei rsu.
Occorre che ciascuno operi secondo il proprio ruolo, la regione
e gli enti locali e pubblici per la parte di pianificazione partecipa-
ta, di individuazione delle zone idonee alla localizzazione degli
impianti e di costruzione delle infrastrutture; le parti private
dovranno impegnarsi nella realizzazione degli impianti che non
competono alla parte pubblica e nella rimodulazione più soste-
nibile delle attività produttive, al fine di collaborare alla riuscita
del progetto comune.
Il Co.Sma.Ri. Av1, con la presentazione di questo studio preliminare,
intende realizzare un’ ‘iniziativa di comunicazione, informazione e
partecipazione’ che la nuova legge regionale sollecita e dare un con-
tributo significativo alla soluzione dei problemi, affinché il bagaglio
di conoscenza acquisito non vada perso con il superamento della
fase dei Consorzi di bacino verso la costituzione delle Autorità di
Ambito Territoriale Ottimale.

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8
IL PIANO REGIONALE DI SMALTIMENTO
DEI RIFIUTI DEL ‘97 COME PREMESSA

In attesa del nuovo piano regionale di gestione del ciclo integrato dei rifiuti-
PRGR previsto dalla Legge Regionale N. 4 del 28 Marzo 2007 “Norme in
Materia di Gestione, Trasformazione, Riutilizzo dei Rifiuti e Bonifica dei Siti
Inquinati”, si dà luogo ad uno studio sul sistema di gestione integrato dei ri-
fiuti solidi urbani nella provincia di Avellino partendo dal Piano Regionale di
Smaltimento dei Rifiuti pubblicato sul BURC 14/07/97 e successive modifiche
e integrazioni.
In particolare, come riferimenti di base per la redazione del presente studio, è
stato utilizzato l’adeguamento al suddetto piano approvato con Ordinanza della
Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Protezione Civile del
10 marzo 2006 n.77, in attuazione del decreto-legge 30 novembre 2005, n.
245 convertito in legge n. 21 del 27 gennaio 2006, “Conversione in legge, con
modificazioni, del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, recante misure
straordinarie per fronteggiare l’emergenza nel settore dei rifiuti nella regione
Campania”, che ha apportato variazioni nelle parti IV, V, XIV e XVI.
Quindi in attesa che la regione regolamenti con un nuovo piano l’attività di
gestione dei rifiuti, definendo tra l’altro:
- la tipologia e il complesso degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti
urbani da realizzare nella regione,
- il complesso delle attività e dei fabbisogni degli impianti necessari a garantire
la gestione dei rifiuti urbani secondo criteri di trasparenza, efficacia, efficienza,

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economicità e autosufficienza della gestione dei rifiuti urbani non pericolosi
all’interno di ciascuno degli ambiti territoriali ottimali;
- i tipi, le quantità e l’origine dei rifiuti da recuperare o da smaltire, suddivisi per
singolo ambito territoriale ottimale per quanto riguarda i rifiuti urbani1;
non si può che far riferimento al piano modificato con Ordinanza 77, che già
apporta aggiornamenti ai dati sulla produzione dei rifiuti solidi urbani e dispone
una organizzazione della gestione dei RSU (Rifiuti Solidi Urbani) più conforme
alla normativa vigente, soprattutto in merito alla delimitazione proposta per
la definizione geografica degli ATO (gli ATO coincidono con il territorio pro-
vinciale esclusa la provincia di Napoli) oltre che in termini di autosufficienza
degli stessi nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti solidi urbani.
Il piano modificato conferma le scelte strategiche già operate in precedenza,
che a tutt’oggi consistono in:
- incentivazione della raccolta differenziata delle frazioni recuperabili;
- selezione dei rifiuti indifferenziati e successivo recupero energetico delle
frazioni combustibili;
- selezione dei rifiuti indifferenziati e stabilizzazione delle frazioni umide;
- smaltimento in discariche dedicate dei materiali non utilizzabili.
Resta confermata la scelta strategica del piano del 1997 e successive modifiche
e integrazioni per il trattamento della frazione indifferenziata, favorendo il
recupero energetico di quanto valorizzabile e garantendo lo smaltimento in
discarica delle frazioni di scarto.
Per quanto riguarda la raccolta differenziata il piano regionale modificato
specifica che in ciascun ATO deve essere raggiunta la percentuale del 35%
di raccolta differenziata (entro il 31 dicembre 2007) e deve essere garantita
l’autosufficienza nella gestione del ciclo integrato, secondo quanto disposto
dalla normativa vigente (entro tre anni dalla costituzione). Lo schema sotto
rappresenta il modello di gestione dei rifiuti adottato dal piano.

1)
L.R. n.4/2007, art. 10, comma 2, lettera b, d, q.

10
< >

Per la definizione delle modalità amministrative ed operative di costituzione e


funzionamento degli ATO, delle eventuali modalità di trasferimento all’Ente
di gestione nell’ATO della titolarità dei beni e degli impianti realizzati sul ter-
ritorio con fondi regionali o con l’utilizzo di fondi della Comunità Europea ed
inerenti il ciclo dei rifiuti, delle modalità di gestione degli ATO, delle modalità
di costituzione degli Enti negli ATO, delle procedure di individuazione del
soggetto gestore, nonché della descrizione dei compiti specifici e degli obiet-
tivi da raggiungere nei singoli ATO, il piano aggiornato rimanda a successivi
provvedimenti normativi e di indirizzo che dovranno ispirarsi alla legislazione
vigente in materia.

Oggi, alla luce della Legge Regionale appena pubblicata, le scelte strategiche
e il modello di gestione integrata futuri non si possono delineare con uguale
precisione del piano ancora in vigore.

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La legge regionale nei primi articoli conferma i principi di gestione dei rifiuti
razionale, programmata, integrata e partecipata.
Si ispira al conseguimento dell’obiettivo “Rifiuti zero”.
Persegue, tra le altre, le finalità di:
- prevenire, governare e ridurre la produzione e la pericolosità dei rifiuti;
- potenziare e agevolare la raccolta differenziata dei rifiuti urbani e speciali, adot-
tando con priorità le misure dirette al recupero dei rifiuti mediante riutilizzo,
riciclo e ogni altra azione diretta a ottenere da essi materia prima secondaria;
- incentivare la riduzione dello smaltimento finale dei rifiuti privilegiando forme
di trattamento che ne consentano il recupero e l’utilizzo produttivo;
- garantire in linea generale l’autosufficienza regionale in conseguenza dei principi
di autosufficienza di ogni ambito territoriale ottimale -ATO- e di compensazio-
ne.
La legge regionale in vigore, dunque, conferma la gestione integrata dei rifiuti
in Ambiti Territoriali Ottimali - ATO e i principi di autosufficienza di ogni ATO
e della minore movimentazione possibile dei rifiuti.
Inoltre in sede di prima applicazione della legge, prevede che ogni singolo ambito
territoriale ottimale coincide con ogni circoscrizione provinciale, tranne che per la
provincia di Napoli in cui si può prevedere l’istituzione di due ATO.
Per quanto riguarda gli aspetti amministrativi ed operativi per la costituzione e
il funzionamento degli ATO, la legge regionale appena pubblicata regola pun-
tualmente la materia e attribuisce alla Provincia sia il compito di provvedere alle
attività strumentali alla costituzione dell’autorità d’ambito che di assicurare con
la propria struttura organizzativa il primo funzionamento dell’autorità stessa.
Dunque l’ente Provincia assume una connotazione di snodo per la realizzazione
delle condizioni di ordinaria gestione del ciclo dei rifiuti oltre che fondamentali
funzioni collegate alla realizzazione, al corretto funzionamento degli impianti
e al controllo sull’intera attività di gestione dei rifiuti.

12
QUANTITÀ, CARATTERIZZAZIONE MERCEOLOGICA
DEI RIFIUTI PRODOTTI E ORIGINE DEI RIFIUTI DA
RECUPERARE O SMALTIRE

Nella presente relazione le percentuali in peso da recuperare2 sul totale dei rifiuti
prodotti sono quelli riportati nella modifica al piano regionale, mentre i dati
della produzione dei RSU utilizzati nei conteggi sono solo in parte quelli del
provvedimento di modifica.
Ciò perché si è rilevata una incongruenza tra la quantità dei rifiuti solidi ur-
bani prodotti riportata nel provvedimento di modifica e quella riportata nel
rapporto sui rifiuti redatto da APAT e ONR (2005); rapporto al quale la stesso
provvedimento di modifica si richiama per la rilevazione dei dati degli anni
precedenti al 2004.
Si riportano in tabella 1 i dati dalle due fonti, precisando che i valori di pro-
duzione di RSU del piano sono quelli comunicati dagli stessi Comuni e sono
riferiti all’anno 2004. In alcuni casi, a causa della mancata comunicazione
degli Enti alla data di redazione del documento, i valori sono stati elaborati
in relazione alla popolazione residente utilizzando la produzione media della
provincia di appartenenza del Comune interessato.

2)
Con il termine recupero e materiali recuperati si intende far riferimento all’attività di re-
cupero a valle della raccolta differenziata esclusa la frazione residuale avviata al trattamento
per la produzione di CDR, quindi non ci si riferisce in modo specifico all’attività di recupero
disciplinata dal Dlgs 152/06 all’art. 183 lettera h.

13
Per quanto riguarda la seconda fonte, per l’acquisizione dei dati inerenti la
produzione e la raccolta differenziata relative all’anno 2004, l’APAT ha predi-
sposto ed inviato appositi questionari ai soggetti pubblici e privati che, a vario
titolo, raccolgono informazioni in materia di gestione dei rifiuti. Più in det-
taglio, le informazioni sono state richieste alle Agenzie Regionali e Provinciali
per la protezione dell’ambiente, alle Regioni, alle Province, agli Osservatori
Provinciali sui Rifiuti, ai Commissari per le emergenze rifiuti, al CONAI ed
ai relativi consorzi di filiera (acciaio, alluminio, carta, legno, plastica, vetro)
ed, in alcuni casi, alle Aziende municipalizzate di gestione dei servizi di igiene
urbana, talvolta si è dovuto far ricorso alla banca dati MUD 2005 (dati 2004)
anche se disponibili in forma provvisoria.

Senza voler entrare nel merito di tale discordanza si fa presente che le serie sto-
riche relative alla produzione di RSU disponibili presso il Consorzio Av1 per il
presente studio (dati ONR e dati dai Consorzi di bacino Av1 e Av2) presentano
un valore medio della produzione totale dei rifiuti urbani a metà tra i due valori
riportati, inoltre si vuole anticipare che i discorsi sui fabbisogni impiantistici,
a partire da obiettivi di raccolta differenziata del 40% faranno riferimento a
dati di produzione di RSU a nostro avviso più congrui alla realtà.
Si riportano nelle tabelle che seguono le informazioni sulla caratterizzazione
merceologica dei rifiuti e sulle percentuali in peso da recuperare sul totale dei
rifiuti prodotti indicate dal piano regionale.
L’adeguamento al piano specifica che le modalità indicate per raggiungere il 35%
di raccolta differenziata possono essere anche diverse da quelle e di conseguenza
adeguate a seguito di specifiche indagini; resta comunque l’obbligo del supera-
mento del 10% della raccolta differenziata della frazione compostabile.

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Si osservi che la quantità relativa al recupero degli ingombranti e durevoli non
è computata nel calcolo del raggiungimento dell’obiettivo del 35%.
In base ai valori stimati per ciascuna frazione merceologica da recuperare ri-
sultano i fabbisogni di impianti per la provincia di Avellino.
Secondo il piano adeguato l’Ente competente per l’ATO deve garantire la
disponibilità di impianti per la ricezione e il trattamento almeno delle poten-
zialità indicate.

15
Le quantità di rifiuti solidi urbani prodotti e conseguentemente le quantità
di frazioni recuperabili che determinano il fabbisogno impiantistico relativo,
sono, però, a nostro avviso sottostimate, inoltre a seguito dell’entrata in vigore
della L. 290/2006 che all’art.4 comma 1 fa riferimento a percentuali di raccolta
differenziata del 50% come obiettivi da raggiungere nel breve periodo e che
la Legge del 27 dicembre 2006 recante: “Disposizioni per la formazione del
bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)”, pubblicata
nel supplemento ordinario n. 244/L alla Gazzetta Ufficiale - serie generale - n.
299 del 27 dicembre 2006 e ripubblicata nel Supplemento Ordinario n. 7 della
Gazzetta Ufficiale - serie generale - n. 8 del 11 gennaio 2007, all’art 1 comma
1108, indica nuove e più alte percentuali di raccolta differenziata da raggiun-
gere negli Ambiti Territoriali Ottimali, è ovvio che i fabbisogni impiantistici
indicati risultano del tutto insufficienti a garantire l’autosufficienza nel ciclo
integrato di gestione ri rifiuti nel territorio provinciale.
La legge finanziaria 2007, infatti, dispone che all’interno di ciascun ATO deve
essere assicurata una raccolta differenziata dei rifiuti urbani pari alle seguenti
percentuali minime:
a) almeno il quaranta per cento entro il 31 dicembre 2007;
b) almeno il cinquanta per cento entro il 31 dicembre 2009;
c) almeno il sessanta per cento entro il 31 dicembre 2011.
In relazione a tali nuovi obiettivi, si riportano i quantitativi della raccolta dif-
ferenziata per frazione merceologica in relazione agli obiettivi richiamati.
Per quanto già detto, i valori nelle tabelle che seguono fanno riferimento ad
un dato della produzione totale di rifiuto solido urbano diverso da quello di

16
riferimento nel provvedimento di adeguamento del piano.
È stato utilizzato, infatti, un dato medio risultante dalle serie storiche disponibili
dai rapporti sui rifiuti prodotti dall’ONR (escluso il dato del 2004), pari a circa
160.000 tonnellate annue riferiti ad una popolazione di 437.560 (residenti
nella provincia di Avellino al 1 gennaio 2005, ISTAT 2006).
Il dato della produzione totale di rifiuti solidi urbani, calcolato come sopra e
comunque confermato dai dati disponibili presso i consorzi della Provincia,
AV1 e AV2 introduce elementi di semplificazione significativi; è probabile,
infatti, che a fronte di un consistente aumento della raccolta differenziata si
determini una riduzione complessiva dei rifiuti per ragioni diverse:
- dalla mancata intercettazione dei rifiuti speciali per effetto di modelli di
raccolta più capillari,
- alla riduzione dei rifiuti da parte dei cittadini per la cresciuta sensibilità verso
la questione;
considerazioni che vanno bilanciate con una tendenza generale di aumento
della produzione complessiva dei rifiuti.
Quindi vista l’indeterminatezza in merito al dato della produzione, si è preferito
far riferimento ad un dato prudenziale adatto al presente lavoro, con la possi-
bilità di introdurre maggiore dettaglio in fase di pianificazione più spinta.
Si fa presente che il calcolo dei risultati riportati nelle tabelle che seguono
prescinde dal modello di raccolta e considera una gamma di frazioni di RSU
da recuperare più ampia di quella indicata dal piano modificato.
Quest’ultima scelta deriva dalla ragionevole convinzione che per raggiungere
alte percentuali di RD non è sufficiente concentrare la raccolta solo su poche
frazioni, per quanto strategiche, (vedi organico e carta e cartone) e per quanto
alti possano essere i rendimenti di quelle singole raccolte.
Le frazioni recuperabili oltre quelle suggerite dal piano sono state individuate
sulla base delle indicazioni relative alla caratterizzazione merceologica fornite
dal piano regionale stesso, quindi hanno una validità solo indicativa per il
territorio provinciale.

17
A seguito delle indicazioni che fornirà il PRGR su tipi, quantità e origine dei
rifiuti da recuperare potranno essere compiute nuove valutazioni anche in
relazione anche alle convenienze economiche.

18
Si fa notare che la riga relativa agli ingombranti e durevoli è tutta evidenziata
perché per essi vale un regime più complesso.
Ragionevolmente essi contribuiscono al monte della raccolta differenziata solo
per la parte avviata effettivamente a recupero, tale parte non è definibile a priori
vista l’eterogeneità dei materiali e dipendendo dalla capacità di recupero del
sistema industriale relativo.
Per tale ragione, nelle modifiche al piano, gli ingombranti non sono stati inclusi
nel monte della raccolta differenziata.
Nel presente lavoro, però, nelle elaborazioni relative a raccolte differenziate
del 40%, 50% e 60% non si è ritenuto opportuno escluderli, e per semplicità
di calcolo, viste le finalità del presente lavoro, li si è conteggiati come le altre
frazioni. Ovviamente i calcoli potranno essere affinati in un’eventuale ulteriore
fase progettuale.

19
20
ALCUNE CONSIDERAZIONI SUI MODELLI DI RACCOLTA

L’analisi dei risultati espressi nelle tabelle 3, 5, 6 e 7 porta a considerazioni


immediate sulle modalità delle raccolte differenziate.
Già nella tabella 3, che si riferisce ai risultati indicati dal piano regionale, le
percentuali di rendimento delle raccolte si richiamano ad un sistema di raccolta
capillare, in grado di garantire quantità di materiale differenziato che gli studi
di settore riferiscono a sistemi porta a porta.
A tal proposito, nella tab. 8, sono indicati i rendimenti delle raccolte per tipo
di sistema adottato, come riportati dal manuale ONR-ANPA, ‘Definizione di
standard tecnici di igiene urbana’ 2001.
I dati si riferiscono ad ambiti ad alta e a bassa densità abitativa.
Per ambito ad elevata densità abitativa si intende un’area territoriale, con una
popolazione intorno ai 100.000 abitanti, ad elevata densità demografica e
conseguente elevata densità di produzione di rifiuti.
In tale contesto una consistente quota di popolazione risiede in edifici multifa-
miliari e molto rilevante è la presenza di utenze di tipo non domestico. L’area
ha una elevata disponibilità di infrastrutture, che comportano limitati tempi
di percorrenza e brevi distanze dai punti di conferimento dei rifiuti raccolti.
(Le indicazioni relative a questo ambito possono essere estese ad ambiti con
analoghe caratteristiche e con popolazione differente).
In un ambito abitativo a bassa densità si assume una popolazione indicativa
pari a 20.000 abitanti, tale ambito si caratterizza per la dispersione della po-
polazione in centri abitati di piccole dimensioni (inferiori ai 3.000 abitanti),

21
residente per una quota consistente in edifici monofamiliari.
I tempi di percorrenza sono in quest’area più elevati. Il rifiuto prodotto dalle
utenze domestiche ha una maggiore componente di organico e una minore
presenza di carta e plastica rispetto alla composizione del rifiuto domestico
ipotizzato per l’ambito ad elevata densità abitativa.
Il riferimento ai due tipi di ambito deriva dal fatto che la provincia di Avellino
è caratterizzata da entrambe le tipologie.
L’area urbana di Avellino con i comuni di Mercogliano e Monteforte ad Ovest
e il comune di Atripalda ad Est, rappresenta, di fatto un’unica area urbana che
nella provincia rappresenta l’unico caso di ambito abitativo ad alta densità
rispetto ad un contesto che può considerarsi a bassa densità.
Se tale considerazione non rileva in termini di tassi di rendimenti per sistema
di raccolta, tuttavia è fondamentale in: termini di produzione specifica di
RU, caratteristiche del rifiuto prodotto, tipologie edilizie, attrezzature e mezzi
da utilizzare, tempistica degli spostamenti e in definitiva, costi del servizio e
dotazione impiantistica.

3)
Al di là delle percentuali indicate, si vuole ricordare due potenziali effetti negativi associati
a questo tipo di raccolta stadale:
- la minore intercettazione di scarto alimentare e la conseguente fermentescibilità del rifiuto
“secco” residuo. (Ciò non consente di diminuire la cadenza di raccolta. Si avrà, di conse-

22
È ovvio che il modello giusto per tutte le realtà territoriali e tutti i contesti
socio-economici non esiste, ma la realtà campana, con una scarsa abitudine alla
selezione domestica dei rifiuti, si presta a produrre alte percentuali di materiale
differenziato solo se si opera in maniera stringente sulle utenze domestiche e
non domestiche.
Per raggiungere i risultati del piano e per riuscire negli obiettivi di legge, sarebbe
auspicabile un sistema di raccolta porta a porta. Sistema di raccolta a cui si è
più volte richiamato il Commissariato Straordinario per la gestione dei rifiuti
in Campania con proprie Ordinanze (vedi OCG N.27 del 22/01/04: linee
guida servizi di raccolta dei rifiuti urbani).
Si potrebbe ipotizzare un sistema graduale di raccolta porta a porta che pre-
veda nella fase iniziale la raccolta domiciliare delle frazioni compostabili e dei
materiali cellulosici (imballaggi in cartone e carta e affini) e in seconda fase, a
breve termine, la raccolta domiciliare delle altre frazioni.
Tale scelta sarebbe auspicabile in considerazione del fatto che la frazione
organica, per ragioni di alta putrescibilità, se non viene separata a monte,
compromette la selezione del rifiuto residuo a valle.
Nel processo di produzione del combustibile (CDR) se la quantità di umi-
do è eccessiva si ottiene un prodotto con potere calorifico non adeguato per
un’efficiente termovalorizzazione, e una frazione organica poco stabile e molto

guenza, un costo “aggiuntivo” determinato dalla raccolta differenziata dell’”umido”, senza


peraltro poter eliminare del tutto quello relativo al rifiuto indifferenziato);
- i risultati, in termini di purezza merceologica, sono molto scarsi.
In particolare, l’attivazione di circuiti domiciliarizzati di raccolta della frazione organica
consente una drastica riduzione della componente putrescibile nel “rifiuto residuo”. Contem-
poraneamente, le caratteristiche intrinseche dell’”umido” raccolto consentono di ottimizzare
la tecnica di asporto con mezzi appropriati, permettono di semplificare le operazioni di pre
-e post- trattamento, migliorando la gestione complessiva dei materiali presso le stazioni di
trattamento e di diminuire i rischi di contaminazione della matrice organica, influendo in
maniera sostanziale sulla qualità del compost finale.

4)
Si considera di intercettare i soli contenitori.

23
contaminata, inadatta per essere utilizzata nei ripristini ambientali, destinata
solo allo smaltimento in discarica.
Le conseguenze di una cattiva gestione della frazione organica del rifiuto
solido urbano si ripercuotono, quindi, su tutto il sistema integrato previsto
dal piano.
Va, inoltre, considerato che la Provincia di Avellino ha già predisposto di
dotare le utenze domestiche dei materiali adatti alla raccolta domiciliare del-
l’organico, quindi una parte dello sforzo economico per avviare tale raccolta
è stato già fatto.
Ed ancora, le raccolte domiciliari di organico e di carta e cartone, per le ca-
ratteristiche di peso specifico, e data la composizione merceologica del RSU,
consentono, con percentuali di intercettazione del 60% per ciascuna frazione,
(rendimenti normali nel sistema domiciliare) da sole, il superamento del 30%
di raccolta differenziata.
Basta aggiungere a tale risultato la quantità di vetro intercettato mediante
raccolta differenziata stradale, raccolta differenziata consolidata e che da sola
produce risultati nell’ordine del 4% di tutto il rifiuto, che il risultato iniziale
del 35% è agevolmente raggiunto.

24
SISTEMA IMPIANTISTICO ATTUALE

Il territorio regionale campano, secondo l’ultimo adeguamento al piano di


gestione dei RSU, è diviso in 7 Ambiti Territoriali Ottimali5.
Per i singoli ambiti territoriali, devono essere garantite, la promozione della
realizzazione degli impianti per il raggiungimento degli obiettivi di raccolta
differenziata previsti dalla vigente normativa e devono essere individuati gli
impianti, anche esistenti, in grado di assicurare la corretta esecuzione del ciclo
integrato dei rifiuti; preso atto della esistenza di un sistema impiantistico in-
dustriale già attivo sul territorio in ambito regionale.
Tutto il territorio della provincia di Avellino coincide con l’ATO 6.
Tale territorio deve contribuire al sistema integrato per la gestione dei rifiuti
regionale garantendo le seguenti tipologie di impianti:
- impianti per il recupero dei materiali provenienti dalla RD,
- impianti di trasferenza per rifiuti urbani indifferenziati,
- impianti di trasferenza per le frazioni provenienti dalla RD,
- impianti per il trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati e per la produ-
zione di combustibile.
Secondo il piano regionale il territorio della provincia di Avellino dovrebbe
essere dotato degli impianti di trattamento dei Rifiuti solidi urbani e di supporto
del ciclo (compresi quelli a supporto della raccolta differenziata) indicati nella
tabella e nelle figure che seguono.
5)
La legge regionale n. 4 del 28/03/2007 prevede un numero di ATO diverso da quello del
piano di gestione, ma l’ATO per il territorio della provincia di Avellino resta confermato.

25
Gli impianti di recapito dei rifiuti urbani indifferenziati risultano coincidenti
con gli attuali impianti di selezione dei rifiuti e produzione di CDR e FOS.
Quindi per la provincia di Avellino il riferimento è l’impianto di Pianodardine.
(116.100 t/a). Il fabbisogno impiantistico regionale relativo agli impianti di
utilizzo della frazione secca prodotta negli impianti di selezione (termovaloriz-
zatori) è stabilito in tre impianti e serve un livello territoriale comprensoriale
coincidente con più ATO6.

6)
Il fabbisogno impiantistico relativo agli impianti di utilizzo della frazione secca prodotta
negli impianti di selezione è stabilito in tre, considerato che:

26
Per l’ATO 6 l’impianto di termovalorizzazione di riferimento è quello di
Acerra.
Tale impianto risulterà a servizio di un bacino di produzione RSU pari a 941.340
ton/anno, corrispondente al SUB-ATO 2 (impianto CDR di Caivano), ATO
5 (impianto CDR di Casalduni) e ATO 6 (impianto CDR di Avellino).
L’individuazione dei siti per lo smaltimento delle frazioni non ulteriormente
recuperabili dell’intero ciclo può essere effettuata a livello regionale, ma il di-
mensionamento delle volumetrie annue necessarie deve essere stabilito a livello
di ATO in quanto fortemente dipendente dal livello di RD effettivamente rag-
giunto e dalle modalità di valorizzazione e recupero delle frazioni raccolte.
Nelle pagine 19, 20 e 21 seguono le figure che mostrano territorialmente quanto
indicato. Rispettivamente: la dislocazione territoriale degli impianti indicati
in tabella 9, incluso l’impianto di selezione della frazione indifferenziata, la
ripartizione del territorio regionale in ATO con gli impianti previsti per il
trattamento dei rifiuti differenziati, gli impianti per il trattamento dei rifiuti
urbani indifferenziati e per la produzione di combustibile di riferimento per
ciascun ATO, i bacini di utenza dei termovalorizzatori.
Da una ricognizione sul territorio, confermata dalle informazioni dei Consorzi
di bacino AV1 e AV2, risulta, ad oggi, una dotazione impiantistica diversa
rispetto a quella fornita dal piano aggiornato.
Nella tabella 9a sono elencati gli impianti già funzionanti e quelli che hanno
ottenuto finanziamenti pubblici e sono in fase di avviamento dei lavori effet-
tivamente rilevati sul territorio.
A pag. 31 segue la figura relativa all’ubicazione dei suddetti impianti distinti
per tipologia.

- la realizzazione di un impianto di termovalorizzazione per ciascun ATO comporterebbe la


realizzazione di impianti di dimensioni eccessivamente ridotte;
- la realizzazione di tre impianti consente di determinare le necessarie economie di scala in
grado di contenere i costi generali dell’intero ciclo integrato.

27
Isola ecologica ultimata IMPIANTI PREVISTI
Isola ecologica finanziata DAL PIANO REGIONALE
ma non ancora realizzata DI SMALTIMENTO
DEI RIFIUTI DEL ‘97
Stazione di trasferenza
Impianto CDR
Impianto di selezione
Impianto di compostaggio

28
29
30
Isola ecologica in funzione.
IMPIANTI PUBBLICI
Isola ecologica finanziata
NEL TERRITORIO
ma non ancora realizzata. PROVINCIALE
Stazione di trasferenza.
Impianto CDR.
Impianto di selezione
Impianto di compostaggio.

31
32
CONFRONTO TRA LA DOMANDA E L’OFFERTA
‘PUBBLICA’ DI TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI NELLA PROVINCIA DI
AVELLINO. IL PRESENTE E IL FUTURO

IMPIANTI PER IL RECUPERO DEI MATERIALI PROVENIENTI


DALLA RACCOLTA DIFFERENZIATA

Il provvedimento di modifica al piano stabilisce che nel territorio dell’ATO


6 devono essere garantiti, tra gli altri, impianti per il recupero dei materiali
provenienti dalla RD.
Il Dlgs 152/06 all’art. 183 lettera h definisce recupero:
‘le operazioni che utilizzano rifiuti per generare materie prime secondarie,
combustibili o prodotti, attraverso trattamenti meccanici, termici, chimici o
biologici, incluse la cernita o la selezione, e, in particolare, le operazioni previste
nell’Allegato C alla parte quarta del presente decreto’7.
Analiziamo la dotazione di ‘impianti pubblici’8 presenti nel territorio della

7)
Con il ternine ‘impianti pubblici’ si fa riferimento ad organizzazioni con forma giuridica
anche privata ma controllate da un ente pubblico o locale.

8)
Si fa presente che lo SCHEMA DI DECRETO LEGISLATIVO concernente ulteriori modi-
fiche al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, da una
nuova definizione di recupero più restrittiva di quella ancora in vigore, ovvero - h)recupero: le
operazioni previste nell’Allegato C alla parte quarta del presente decreto.

33
provincia preposti al recupero per tipologia di materiale proveniente da raccolta
differenziata.

FRAZIONE ORGANICA. PRODUZIONE E DIMENSIONAMENTO IMPIANTI

L’unico impianto pubblico di compostaggio presente nel territorio della provin-


cia è ubicato nel comune di Teora. Ha capacità di 6.000 t/a, quindi attualmente
insufficiente a coprire il fabbisogno indicato.
Destinatario di finanziamenti regionali, l’impianto è in fase di ampliamento e
trasformazione tecnologica.
È previsto che entro un anno sarà in grado di trattare quantitativi di matrici
compostabili pari a 30.000 tonnellate annue.
Un impianto di compostaggio di tali dimensioni è comunque appena sufficiente
(se non insufficiente) a trattare la frazione organica (scarti di mensa e verde) da
raccolta differenziata di tutto il bacino, quantità che il piano regionale stima in
circa 19.600 t/a, in relazione ad un livello di raccolta differenziata del 35%.
La quantità di scarto di mensa che il piano regionale considera si raccolga in
modo differenziato è circa 16.000 tonnellate all’anno; a fronte di tale quantità
di substrato, per avere una matrice compostabile, occorre aggiungere circa la
stessa quantità di materiale di supporto lignocellulosico (tra 13.000 e 16.000
tonnellate annue), per un totale di materiale da trattare variabile tra 29.000 e
32.000 tonnellate all’anno.
Considerando che gli investimenti per l’ampliamento dell’impianto coprono il
medio periodo, per cui le capacità di trattamento resteranno fisse almeno per 5
anni, poiché le percentuali di raccolta differenziata dovranno essere crescenti nel
periodo suddetto (40% a fine 2007, 50% a fine 2009, 60% a fine 2011 Dlgs
152/06 come modificato dalla legge finanziaria per il 2007), e visto che i dati di
produzione dei RSU del piano sono sottostimati, l’impianto rinnovato di Teora,
già a breve, risulterà del tutto insufficiente per la provincia di Avellino.

34
Occorre dunque garantire, uno o più impianti di compostaggio, per una capa-
cità di trattamento complessiva aggiuntiva di almeno altre 30.000 tonnellate
annue.

Le tabelle 11, 12 e 13 riportano la stima dei fabbisogni impiantistici per il


trattamento della frazione organica da raccolte differenziate dei RSU nell’ordine
del 40%, del 50% e del 60%.

RIFIUTI DA IMBALLAGGI. PRODUZIONE E DIMENSIONAMENTO IMPIANTI

Per la valorizzazione di una parte dei rifiuti da imballaggi, materiali cellulosici


e plastica, si sta realizzando un impianto di selezione a Montella, che dovrebbe
essere approntato in pochi mesi.
Le informazioni di cui disponiamo fanno riferimento ad un impianto con tec-

35
nologia in grado di valorizzare gli imballaggi sopraindicati derivanti da raccolte
differenziate monomateriale e multimateriale e attualmente dimensionato per
servire un bacino di circa 200.000 abitanti.
In previsione della ‘provincializzazione’ del sistema di gestione integrata dei
rifiuti, sembra che l’impianto possa aumentare la capacità di lavorazione in
misura sufficiente a soddisfare l’intero ATO 6. Le quantità da selezionare, in
base alle indicazioni del piano, dovrebbero ammontare a circa 18.000 tonnellate

di imballaggi (e assimilabili) di carta, cartone e plastica.


Nel futuro auspicabile tali quantità dovrebbero aumentare in relazione agli
obiettivi previsti dal DLgs 152/06 per il 2008 e il 2006, come indicato nelle
tabelle seguenti:

36
Nelle tabelle che seguono si riportano le quantità di rifiuti da imballaggio e affini
di vetro e metalli che si stima di raccogliere in base ai dati del piano regionale
e in relazione ai futuri obiettivi di raccolta differenziata.
Essi forniscono una prima indicazione sui fabbisogni impiantistici per il relativo
recupero, per i quali attualmente non si dispone di impianti pubblici e per i
quali entrambi i consorzi si rivolgono al sistema industriale privato.

INGOMBRANTI E DUREVOLI. PRODUZIONE E DIMENSIONAMENTO


IMPIANTI

Per quanto attiene alla dotazione impiantistica relativa al trattamento dei mate-
riali ingombranti, visto che gli stessi devono essere sottratti integralmente al ciclo
di trattamento dei RSU indifferenziati, la stima è stata effettuata in relazione

37
alla presenza complessiva di tale frazione nel “monte rifiuto” prodotto.
La stima della produzione di ingombranti comprende tutte le categorie di beni
durevoli e di materiali elettronici. L’individuazione degli impianti di destina-
zione deve pertanto tenere conto della natura delle singole frazioni raccolte e
delle disposizioni di legge per il loro recupero.
Gli ingombranti e i durevoli prodotti dalla provincia ammontano, secondo il
piano regionale, a circa 4.000 tonnellate l’anno.
Auspicando una capacità di intercettazione del 100% il fabbisogno impianti-
stico sarebbe di 4.000 t/a.
Calcolando produzione e fabbisogno sulla base dei dati della produzione di
rifiuti totali che a nostro avviso risultano più veritieri si perviene a quantità
dell’ordine di quasi 5.000 tonnellate l’anno.
Attualmente la provincia non è dotata di un impianto pubblico in grado di
selezionare per avviare a recupero o a smaltimento tali materiali, i due consorzi
di bacino si rivolgono al sistema industriale privato per trattare gli ingombranti,
stessa cosa per i Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Potrebbe
sorgere la necessità di dotarsi di un sistema industriale dedicato.
Il fabbisogno di trattamento per tali rifiuti si aggirerebbe intorno a 4.000 ton-
nellate annue per gli ingombranti e 1000 tonnellate annue per i RAEE.

38
IMPIANTO DI SELEZIONE DELLE FRAZIONI
DA RACCOLTA DIFFERENZIATA

In generale la scelta di dotare il territorio della provincia di un sistema impianti-


stico pubblico per la selezione dei materiali derivanti dalle raccolte differenziate
non può compiersi prescindendo da un’idea precisa sul tipo di sistema di raccolta
che si intende attuare e avulsa da considerazioni di convenienza economica
relative alle opportunità del mercato dei materiali pretrattati.
In via di principio, a fronte di raccolte spinte sul monomateriale e domici-
liarizzate, il bisogno di selezione a valle si riduce, per raccolte multimaterili
e/o stradali il bisogno di selezione aumenta; mentre il bisogno di selezione è
sempre alto per i materiali intrinsecamente disomogenei. Caso tipico è quello
degli ingombranti e durevoli, per i quali nonostante si adottino sistemi di rac-
colta dedicati, comunque è necessaria una successiva separazione in relazione
alle differenti destinazioni di recupero e smaltimento dei varii materiali che li
compongono.
Occorre inoltre considerare che la dotazione di mezzi e attrezzature per la
selezione sarà diversa non solo a seconda del materiale in entrata, ma anche
dei materiali in uscita, cosa che dipende dalle scelte relative al mercato a cui
ci si intende rivolgere (ad es. il sistema Conai o il mercato della materia prima
seconda, per gli imballaggi) e che determinerà il tipo e il grado di selezione a
carico delle frazioni che si raccolgono separatamente.
Se guardassimo alla crescita delle imprese private nel settore, si potrebbe essere
indotti a pensare che vi sia una chiara opportunità nel fare impresa nel settore,

39
ma questa considerazione è solo uno stimolo a studi più approfonditi per valu-
tare la concreta convenienza dal punto di vista economico ma anche sociale e
ambientale, rispetto alla possibilità di rivolgersi al sistema industriale privato.
Acquisite le considerazioni fatte, ci accingiamo a valutare in termini meramente
quantitativi i fabbisogni di selezione/pretrattamento sulla base delle quantità
di materiali derivanti da raccolta differenziata previsti nei vari casi e la relativa
offerta di selezione/pretrattamento attuale.
Vista la prossima apertura dell’impianto di Montella, che selezionerà carta
e plastica, servendo inizialmente solo il bacino AV2 ma con possibilità di
aumentare l’offerta, si porrebbe la necessità di provvedere alla selezione e
valorizzazione di tutti gli altri materiali escluso l’organico che derivano dalla
raccolta differenziata.
Vetro, metalli, legno, ingombranti e durevoli, principalmente, ma anche tessili,
cuoio e pelle, rup, cimiteriali, materiali derivanti dallo spazzamento e le altre
frazioni che eventualmente si riterrà di raccogliere in modo differenziato.
Affinché nel territorio della provincia si possa completare almeno la fase di ini-
ziale recupero dei materiali derivanti da raccolte differenziate, sorge la necessità
di dotarsi di un impianto di selezione/pretrattamento dei materiali suddetti che
andrebbe ubicato preferibilmente nel territorio di competenza del Consorzio
AV1, visto che i luoghi di raccolta della maggior parte del rifiuto della provincia
sono concentrati su tale territorio e non si dispone di isole ecologiche per il
deposito temporaneo.
Situazione diversa nel territorio dell’altro bacino, dove i trasporti sono razio-
nalizzati dalla presenza di una serie numerosa di isole ecologiche e soprattutto
di un impianto di trasferenza, per cui risulterebbe semplice e più economico
destinare i rifiuti delle raccolte del bacino AV2 verso un impianto pubblico
ubicato in AV1 piuttosto che il viceversa.
Riepilogando, e tralasciando carta e cartone e plastica, secondo le stime del
piano le quantità di imballaggi e prodotti affini in vetro e metalli che dovranno
essere trattati sono indicate nella tabella 18.

40
In previsione delle percentuali più alte di raccolta differenziata, le quantità e
le tipologie di materiali da selezionare dovranno aumentare.
Ampliando le classi di materiali da recuperare, oltre quelli indicati dal piano,
in base alla composizione merceologica riportata, i valori di materiali da sele-
zionare risultano quelli rappresentati nelle tabelle 23 e 24 e 25.

41
Riportiamo a titolo di riepilogo anche le stime relative al fabbisogno di trat-

tamento per gli ingombranti.


Ed infine si consideri il fabbisogno di selezione inerente ad ulteriori raccolte
già attive nei bacini AV1 e AV2.
Indicativamente sono riportati i dati relativi alle raccolte di pile, farmaci, ci-
miteriali e pneumatici del 2005.

42
IMPIANTO DI TRASFERENZA PER LE FRAZIONI
PROVENIENTI DALLA RACCOLTA DIFFERENZIATA

Nella gestione integrata dei rifiuti i costi del trasporto sono una componente
estremamente significativa; rendere efficiente il sistema passa attraverso la
razionalizzazione della movimentazione dei rifiuti.
In genere la distanza dei luoghi di raccolta dei rifiuti dagli impianti di loro de-
stinazione rende opportuna la creazione di stazioni di trasferenza, dette anche
aree di raggruppamento, per il trasporto delle frazioni raccolte separatamente
a servizio congiunto di più comuni.
Lo stesso piano regionale dispone che negli ATO deve essere prevista la rea-
lizzazione delle aree di trasferenza secondo le esigenze specifiche favorendo la
programmazione di interventi che minimizzino l’impatto degli impianti sul
territorio e la movimentazione dei rifiuti.
Nella provincia, il territorio di pertinenza del Consorzio AV2 è servito da un
impianto di trasferenza sito nell’area A.S.I. di Flumeri dove alcune frazioni di
rifiuto derivanti dalla raccolta differenziata nei comuni del bacino vengono
convogliate in mezzi compattatori di grande dimensioni (25 ton) per ridurre
i viaggi verso gli impianti di destinazione.
Principalmente la stazione di trasferenza suddetta razionalizza i flussi di frazione
organica, vetro, metalli e rifiuti indifferenziati.
La stazione di Flumeri è a servizio di una parte del territorio provinciale, dun-
que in relazione allo scenario impiantistico che si va delineando che in fase
iniziale prevede l’impianto di compostaggio a Teora e l’impianto di selezione

43
per frazioni cellulosiche e plastica a Montella, sorge la necessità di una stazione
di trasferenza per il bacino Av1; cosa che si rende estremamente utile, anche in
considerazione del fatto che tale territorio non è servito da piattaforme ecolo-
giche e costringe al conferimento dei materiali contestuale alla raccolta.
Se a fine raccolta di ciascuna frazione non si raggiunge il pieno carico, o se si
utilizzano mezzi di piccole dimensioni per le raccolte e contestuale trasporto
a destinazione, si effettua un numero eccessivo di viaggi, con conseguenze
svantaggiose dal punto di vista economico e ambientale, oltre che di sicurezza
sulle strade.
Tali viaggi potrebbero ridursi e il sistema dei trasporti essere razionalizzato se
si disponesse di un luogo di deposito da allestire con attrezzature adeguate.
Come per l’impianto di Flumeri, si tratterebbe di una struttura presidiata e
non aperta al pubblico, a supporto dell’organizzazione della raccolta e utilizzata
dagli operatori del servizio per ottimizzare i trasporti dei materiali della raccolta
differenziata al successivo impianto di recupero o smaltimento.
In tale area si svolgerebbero le operazioni di movimentazione e stoccaggio per
partite omogenee di materiali in assenza di processi di trattamento. E ciascuna
di tali frazioni potrebbe essere ulteriormente selezionata nelle varie tipologie
da destinare ai diversi impianti di lavorazione e smaltimento.
Si potrebbe pensare ad un medesimo presidio per operare selezione/ valorizza-
zione e trasferenza a servizio delle raccolte di tutti i materiali; sia di quelli per i
quali fosse possibile un’attività di pretrattamento in loco che di quelli che, pur
non recuperati all’impianto, sarebbero convogliati più efficientemente verso la
destinazione successiva.
Si allega una cartina della provincia che rappresenta il sistema della viabilità
disposizione dei trasporti per la gestione integrata dei rifiuti.

44
RETE STRADALE

45
46
DISCARICHE

La discarica rappresenta l’impianto di chiusura del ciclo integrato dei rifiuti,


elemento imprescindibile di ogni forma di gestione dalla più virtuosa alla più
semplificata9.
Il bisogno di discarica è certo, diversa può essere l’intensità di tale bisogno a
seconda della capacità del sistema integrato di ridurre la produzione di rifiuti
a monte e di recuperarli a valle.
Per quanto si possa diminuire l’uso della discarica, ipotizzando il massimo
sviluppo delle raccolte differenziate e il massimo sviluppo dei trattamenti e del
recupero energetico, si può comunque stimare che nel breve-medio termine
ci sarà un fabbisogno di discarica per i rifiuti urbani variabile tra il 15% e il
40% del rifiuto urbano prodotto, in forma di residui dei diversi processi di
trattamento, di rifiuto non trattabile. (A questo si deve sommare il fabbisogno
di discarica dei rifiuti speciali).
Secondo quanto previsto dal piano, in discarica finirebbero i residui non ulte-
riormente valorizzabile derivanti da:
- attività di selezione e pretrattamento dei rifiuti recuperati da raccolta diffe-
renziata;
- attività di recupero di materiale (scarti da compostaggio e residui da rici-
claggio);
9)
La Legge Regionale n.4 del 28 marzo 2007 (art. 1) si ispira al conseguimento dell’obiettivo
“Rifiuti zero” che in prospettiva di lungo periodo significa ‘zero discarica’. Per gli scopi del
presente lavoro, l’obiettivo è considerato come auspicio, perseguibile a seguito del superamento
dell’attuale fase emergenziale.

47
- attività di selezione e trattamento dei materiali indifferenziati (sovvalli);
attività di recupero di energia (ceneri e scorie).
Se il sistema impiantistico fosse completo di termovalorizzatori e il ciclo dei
rifiuti chiuso, l’ammontare del materiale non ulteriormente recuperabile sa-
rebbe circa il 25% di tutto il materiale trattato nei diversi impianti, e poiché
in Campania è previsto che ogni frazione venga trattata, di fatto il fabbisogno
di discarica sarebbe il 25% del rifiuto prodotto.
Quindi, a ciclo completo, bisognerebbe considerare un fabbisogno di discarica
per i rifiuti solidi urbani corrispondente ad una quantità di rifiuto non ulte-
riormente valorizzabile tra 33.000 e 40.000 tonnellate all’anno (tab. 27).

Volendo fare una stima semplificata delle volumetrie di territorio necessarie a


smaltire le quantità suddette, occorre considerare che:
- la densità dei rifiuti in discarica varia tra 400 kg/mc e 1150 Kg/mc10, (per i
risultati espressi nelle tabelle 28, 30 e 31 è stata utilizzata una densità di 900
kg/mc, che si ritiene sia rappresentativa per impianti di nuova costruzione
con tecnologia media);
- la quantità di terra di copertura necessaria è di 1 metro cubo ogni 4-5 metri
cubi di rifiuto (per i calcoli è stata utilizzato il rapporto 1 a 4);

10)
La densità finale del rifiuto depositato in discarica varia a seconda delle operazioni di siste-
mazione, ivi inclusi i mezzi utilizzati per l’abbancamento, dalla composizione merceologica
e dalla compattabilità delle frazioni che compongono il rifiuto stesso.

48
Tutto ciò considerato, la volumetria annua necessaria per la Provincia di Avel-
lino si attesterebbe tra 35.500 e 102.000 mc annui11 (totale non pericolosi e
pericolosi).

Per quanto riguarda la superficie di territorio necessaria ad ospitare il sito, essa


dipenderà dalla profondità o dall’altezza stabilita per il ricovero dei rifiuti, dalla
durata della fase di conduzione della discarica, oltre che dallo spazio neces-
sario per permettere lo svolgimento di tutte le attività di gestione operativa e
amministrativa che si svolgono nell’impianto. (La superficie da destinare alle
infrastrutture quali: uffici, servizi, ricoveri per attrezzature richiede superficie
aggiuntiva nell’ ordine del 20-40%)
Attualmente, però, il fabbisogno di discarica per i RSU è più alto visto che:
- la raccolta differenziata è al 17,4%,
- la Frazione Organica Stabilizzata derivante dalla produzione di CDR viene
avviata in discarica seguendo la via dei sovvalli.
Fos e sovvalli, che da progetto dovevano essere rispettivamente circa il 31% e
il 14% del materiale lavorato, a causa della scarsa raccolta differenziata, am-
montano a circa il 50-60%.
Complessivamente, oggi, la quantità di rifiuti da avviare in discarica per la
provincia di Avellino si aggira tra 65.000 e 79.000 tonn/anno, pari ad un
fabbisogno volumetrico annuo che si può stimare tra 70.000 e 248.000 metri
cubi (tab 30).
Inoltre, per valutare più compiutamente il peso del ciclo dei rifiuti sull’am-

11)
Il range indicato si riferisce ad una produzione di RSU minima, pari al dato riportato dal
piano regionale, e ad una produzione massima pari a quella stimata, in considerazione del
minimo e massimo grado di compattazione possibile.

49
biente della provincia bisogna considerare l’ulteriore uso di territorio dovuto
al posizionamento delle ‘ecoballe di CDR’ in siti di stoccaggio provvisorio.
Considerando il territorio necessario solo allo stoccaggio del CDR imballato,
con una densità media di 800 kg/mc, (la densità può variare tra 750 kg/mc
e 1000 kg/mc) il volume di territorio stimato per tali siti varia tra 45.000 e
56.000 metri cubi l’anno (tab. 30).
Nella tabella 30 sono indicati i fabbisogni in peso e volume di discarica e di
siti di stoccaggio provvisorio, in relazione alla produzione di rifiuti secondo i
dati del piano e secondo la stima.

50
Infine, poste le semplificazioni necessarie a questo livello di analisi, relative
anzitutto:
- alla produzione dei rifiuti (considerata costante nel tempo);
- all’efficienza costante nel tempo di tutta la filiera del recupero (considerata
come da piano regionale al 30%);
- ai dati medi sulla densità del rifiuto in discarica;
- si è provveduto ad un calcolo del fabbisogno di discarica in relazione agli
obiettivi di raccolta differenziata previsti per legge (presentato nella tabella
31).

Dall’analisi dei dati in tabella si rileva che man mano che le percentuali di
raccolta differenziata aumentano, aumenta il fabbisogno di discarica totale,
mentre si riduce il fabbisogno per i rifiuti pericolosi (principalmente scarti
della termovalorizzazione).
Inoltre si consideri che in previsione della riduzione della produzione del rifiu-
to, obiettivo prioritario da perseguire, e per effetto di maggiore efficienza nei
processi di recupero di materia, (dovuta ad un mercato del riciclo più maturo
anche per effetto dell’incremento dell’offerta dei materiali da recuperare) il
trend di fabbisogno totale di discarica non potrà che ridursi, ed è in questa
direzione che tutta la normativa, comunitaria e nazionale sollecita.

51
52
PROSPETTIVE

A lungo termine l’UE si sta ponendo l’obiettivo di diventare una società


fondata sul riciclaggio, che cerca di evitare la produzione di rifiuti e utilizza i
rifiuti come risorsa.
È previsto che tale obiettivo verrà realizzato attraverso le seguenti azioni:
- promozione di politiche più ambiziose per la prevenzione dei rifiuti;
- più compostaggio e recupero di materia ed energia dai rifiuti;
- riciclare di più e meglio;
- meno rifiuti conferiti in discarica.
La normativa vigente di settore (in particolare il Dlgs 152/06, ma anche la
LR n. 4/07) già richiama fortemente alla riduzione della produzione di rifiuti
contestualmente all’incremento delle raccolte differenziate, per cui in ragione
delle indicazioni dell’Unione, in condizioni di gestione ordinaria del ciclo di
rifiuti e di realizzazione degli obiettivi di legge, nei prossimi anni, le quantità di
materiali da rifiuto da trattare renderanno obsoleta la dotazione impiantistica
attualmente prevista per i rifiuti solidi urbani e sicuramente occorrerà modificare
le opzioni strategiche dell’attuale piano regionale verso scelte impiantistiche
più flessibili.
La Legge Regionale sulla gestione dei rifiuti appena pubblicata, ancora non
delinea le scelte strategiche e il modello di gestione integrata con la precisione
del piano in vigore (forse ancora per poco tempo!).
Ma in ragione dei principi a cui si ispira e alle finalità che intende perseguire
tra cui ricordiamo (L.R. 4/07 Artt. 1, 3, 22):

53
- obiettivo “Rifiuti zero”,
- adozione prioritaria delle misure dirette al recupero dei rifiuti mediante riuti-
lizzo, riciclo e ogni altra azione diretta a ottenere da essi materia prima secon-
daria
- riduzione dello smaltimento finale dei rifiuti privilegiando forme di trattamento
che ne consentano il recupero e l’utilizzo produttivo;
- riduzione dei rifiuti biodegradabili da allocare in discarica mediante il rici-
claggio, il trattamento aerobico o anaerobico e il recupero di materiali o di
energia;
è ragionevole ipotizzare che, per quanto riguarda il modello di gestione in-
tegrata, ovvero la tipologia e il complesso degli impianti di smaltimento e di
recupero dei rifiuti urbani da realizzare nella regione, le possibilità impiantistiche
potrebbero ampliarsi e il modello indicato dal piano attuale (schematizzato
nella prima figura) avere ulteriori articolazioni.
(Soprattutto in questa fase pre-programmatoria e di concertazione delle scelte,
garantita dalla legge regionale stessa).
È certo che, in relazione all’attuale dotazione impiantistica regionale attuale e di
breve realizzazione, non si può ritenere del tutto superato lo schema precedente,
ma è possibile ipotizzare anche altre opzioni, soprattutto in relazione alla fase
di chiusura del ciclo per la parte dei rifiuti residui indifferenziati.
In ragione dello scenario che si va definendo, volendo ipotizzare opzioni di
medio lungo termine nella gestione dei RSU in ambito territoriale della pro-
vincia di Avellino, si può pervenire a modelli integrati diversi con modalità
di gestione e tecnologie diversificate. Le scelte relative al modello adottato
dovranno derivare da calcoli di convenienza economica sociale e ambientale,
e tenendo in debita considerazione le legittime aspirazioni locali.
Partendo da risultati di raccolta differenziata alti (almeno 65%) i modelli
possibili sono:
- recupero di materia a valle della raccolta differenziata, trattamento del rifiuto
indifferenziato e degli scarti del recupero in impianti per la produzione di

54
combustibile derivato da rifiuto. Impianti finali: inceneritore con recupero
di energia e discarica provinciale. Tale opzione potrebbe comportare la ri-
duzione della dimensione dell’impianto di CDR in relazione alla riduzione
della domanda di trattamento ed eventualmente l’attrezzamento di una
parte dello stesso per il processo di compostaggio. Tale soluzione portereb-
be all’uso congiunto del medesimo presidio industriale per la produzione
di due prodotti, con la possibilità di avvantaggiarsi di economie di scala*.
(Opzione possibile a fronte del previsto passaggio di titolarità degli impianti
regionali).

- Recupero di materia a valle della raccolta differenziata, trattamento termico


con recupero di energia per i rifiuti indifferenziati e gli scarti del recupero.
Impianti finali: inceneritore con recupero di energia e discarica provinciale.
In questo caso si eviterebbe la fase di trattamento del rifiuto indifferenziato
nell’impianto di CDR, rifiuto che sarebbe avviato, a valle delle raccolte
differenziate, in impianti di termovalorizzazione.

55
- Recupero di materia a valle della raccolta differenziata, trattamento di recu-
pero a freddo del rifiuto indifferenziato con recupero di materia ed eventual-
mente energia12. Impianto finale: discarica provinciale. Questa opzione evita
il trattamento termico dei rifiuti contrapponendo ad esso la valorizzazione
spinta del rifiuto come prodotto e come materia, mediante incentivazione
del riuso e del recupero a monte della discarica. Per la realizzazione di un
impianto di trattamento meccanico biologico si potrebbe utilizzare l’impianto
per la produzione di CDR vista la somiglianza dei processi e la possibilità
di utilizzare mezzi e attrezzature già in dotazione (Vedi schema nella pagina
successiva).

12)
La produzione di energia è correlata alla possibilità di operare un processo di digestione
anaerobica a valle della selezione dei rifiuti residui indifferenziati, processo in applicazione in
alcuni impianti in Germania, Gran Bretagna, Israele e Australia: Per maggiori informazioni
sull’argomento si veda il sito http://ambientefuturo.interfree.it

56
Nell’analisi degli scenari possibili non sono state prese in considerazione le
tecnologie di combustione dei rifiuti con recupero energetico alternative agli
inceneritori con recupero energetico, ovvero: torcia al plasma, gassificazione
e pirolisi.
Si tratta di tecnologie di estrema delicatezza il cui uso per il trattamento dei
rifiuti solidi urbani non è ancora pienamente sperimentato e comunque non
ancora mature a livello industriale.
I limiti all’adozione diffusa delle tecnologie suddette attengono la possibilità
di acquisire in ingresso un materiale composito come il RSU, (gassificazione e
pirolisi, adatti a trattare frazioni specifiche e selezionate del rifiuto urbano) e le
scarse conoscenze sui materiali in uscita, oltre che gli alti costi di investimento
e gestione soprattutto per quanto riguarda la torcia al plasma.

57
58
CONCLUSIONI

Ricordiamo infine che, ad oggi non esiste una tecnologia risolutiva del pro-
blema, ma un mix di possibilità tecniche (tecnologiche e gestionali) scelto in
modo da ridurre complessivamente gli impatti ambientali in ciascun contesto;
del resto è sempre più forte la convinzione che le soluzioni per il settore sono
di più ampio respiro correlandosi all’intero ciclo di vita dei prodotti non solo
alla fase finale di recupero e smaltimento.
Per tali ragioni di complessità si dovrebbero avviare discorsi sulla integrazione
complessiva del sistema dei rifiuti sia urbani che speciali, verso modalità di
trattamento che superino le pianificazioni per comparti stagni.
Inoltre al di la delle scelte impiantistiche che non si sa in che misura potran-
no realmente coinvolgere le autorità d’ambito che si vanno costituendo e le
popolazioni da esse rappresentate con i comuni e le Province non va dimenti-
cato che l’ente Provincia le Autorità d’Ambito possono dare un fondamentale
contributo di tipo gestionale più che impiantistico al trattamento sostenibile
dei rifiuti urbani.
È assolutamente fondamentale garantire la presenza di impianti in grado di
trattare i rifiuti che si producono, ma per avere ruolo sul fabbisogno impian-
tistico complessivo del sistema e soprattutto del territorio da destinare allo
smaltimento dei rifiuti, gli sforzi maggiori devono essere fatti per incentivare la

59
riduzione dei rifiuti con i soggetti produttori (associazioni di categoria, grande
distribuzione organizzata) e con i consumatori, per ottimizzazione le raccolte
differenziate, oltre che per rafforzare il mercato dei prodotti riciclati attraverso
gli acquisti verdi.
Per quanto riguarda lo scopo del presente lavoro, si precisa che, in questa fase
sono state fornite solo indicazioni di massima sulle opzioni impiantistiche che
si potrebbero realizzare nella provincia in relazione alle esperienze praticate e
alle caratteristiche peculiari del territorio.
Il seguito di approfondimento sarà reso disponibile negli atti del convegno dal
titolo: Chiudiamo il cerchio. Riflessioni sul ciclo dei rifiuti solidi urbani nell’
ATO della provincia di Avellino.
In tale lavoro saranno presentate le relazioni rese al Convegno da ricercatori
ed esperti di settore in cui sono evidenziati i punti di forza e di debolezza delle
opzioni tecnologiche individuate.
Gli atti avranno ampia diffusione e saranno disponibili per chiunque ne abbia
interesse.
www.irpiniaricicla.it www.cosmariav1.it

60
BIBLIOGRAFIA

AA VV ‘Definizione di standard tecnici di igiene urbana’ Manuali e linee


guida 6/2001 ANPA - Unità Normativa Tecnica; ANPA Agenzia Na-
zionale per la Protezione dell’Ambiente-ONR Osservatorio Nazionale
sui Rifiuti.

AA VV ‘Il recupero di sostanza organica dai rifiuti per la produzione di


ammendanti di qualità’ Manuali e linee guida 7/2002 ANPA - Unità
Normativa Tecnica; ANPA Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Am-
biente-ONR Osservatorio nazionale sui Rifiuti.

Claudio Francia ‘Il sistema integrato dei rifiuti in ambito locale: l’impresa
di gestione dei rifiuti nell’ Ambito Territoriale Ottimale’ Federambiente
Ottobre 2004.

AA VV ‘Rapporto rifiuti 2005’ ANPA Agenzia per la Protezione dell’Am-


biente e per i Servizi Tecnici- ONR Osservatorio Nazionale sui Rifiuti
dicembre 2005.

AA VV ‘Gestione a freddo dei rifiuti. Lo stato dell’arte delle alternative


all’incenerimento per la parte residua dei rifiuti municipali’ Rapporto di
Greenpeace Gran Bretagna Febbraio 2003.

AA VV ‘Linee guida per la realizzazione e la gestione degli ecocentri comu-


nali e delle aree attrezzate di raggruppamento’, Regione autonoma della
Sardegna, Assessorato della difesa dell’ambiente. Giugno 2006.

61
Tchobanoglous, ‘Integrated solid waste management sistem’ 1985 Mc
Grow Hill.

Siti consultati:

http://www.apat.gov.it
http://www.osservatorionazionalerifiuti.it
http://www.emergenzarifiuticampania.it
http://www.federambiente.it
http://www.ecosportello.org
http://it.wikipedia.org
http://www.retejonicambientale.it
http://www.lanuovaecologia.it
http://ambientefuturo.interfree.it

62
APPENDICE

63
64
INQUADRAMENTO NORMATIVO E CONTESTO
ISTITUZIONALE DEL CO.SMA.RI. AV 1

I Consorzi di Smaltimento Rifiuti, nascono in virtù della legge regionale 10


febbraio 1993, n. 10, “Norme e procedure per lo smaltimento dei rifiuti in
Campania”.
La legge regionale 10/93 fissa gli obiettivi, detta le norme generali e le pro-
cedure per la redazione e l’attuazione del piano di smaltimento dei rifiuti, e
ai fini della elaborazione del piano, divide il territorio regionale in Bacini di
utenza tenendo conto della produzione dei rifiuti solidi urbani, industriali e
speciali, in relazione alle articolazioni dei comuni e calibrandone l’ampiezza
sul rapporto costi/benefici derivante dal dimensionamento degli impianti di
trattamento.
La legge individua quali soggetti attuatori del piano i Comuni, i Consorzi di
Comuni e le Comunità Montane, dispone che tali soggetti possano costituire
società miste con la partecipazione di imprese singole o associate per la realiz-
zazione degli impianti di smaltimento previsti dal piano, ed obbliga i comuni
facenti parte di ciascun Bacino a costituire gli organismi consorziali per la
costituzione e la gestione associata degli impianti di smaltimento dei bacini
individuati.
Per la provincia di Avellino la legge regionale individua due bacini: il Bacino
Av1 e il Bacino Av2, abbastanza omogenei per popolazione e produzione di
rifiuti.
Il Consorzio Smaltimento Rifiuti AV1 viene costituito, nei termini della legge

65
142/90 sull’ ”Ordinamento delle Province e dei Comuni”, il 5 aprile 1994.
La Legge Regionale N. 4 del 28 Marzo 2007 “Norme in Materia di Gestione,
Trasformazione, Riutilizzo dei Rifiuti e Bonifica dei Siti Inquinati”, all’art. 15
, comma 3 dispone che all’interno di ogni ATO non possono essere istituite
ulteriori ripartizioni amministrative; e all’art. 32 abroga definitivamente la
legge 10 del 10 febbraio 1993.

Il Consorzio Smaltimento Rifuti AV1 è un Consorzio di 44 Comuni della


Provincia di Avellino. Secondo quanto previsto dallo statuto:
1. Il Consorzio progetta, realizza e gestisce sistemi integrati per la raccolta anche
differenziata, il trasporto, lo stoccaggio provvisorio e/o definitivo, il trattamento
e lo smaltimento dei rifiuti così come definiti nel D.P.R. n. 915/82 e successive
modificazioni ed integrazioni.
2. Il Consorzio esplica le proprie attività nell’ambito dei territorio delimitato dal
bacino di utenza previsto da leggi e regolamenti regionali.
3. Il Consorzio promuove e realizza, altresì, direttamente o tramite terzi, attività
di ricerca e sviluppo di tematiche ambientali avvalendosi di risorse regionali,
nazionali e comunitarie con particolare riguardo all’innovazione tecnologica
ed al recupero di energia e/o materiali.
Il consorzio persegue il suo scopo mediante gli organi consortili, quali:
- l’Assemblea dei rappresentanti del Consorzio
- il Consiglio di Amministrazione
- il Presidente
- il Direttore
- il Collegio dei Revisori
e si avvale di un’idonea struttura organizzativa.
Inoltre per la gestione del servizio di igiene urbana nei comuni del bacino di-
spone della società mista, ASA SpA, di cui detiene la maggioranza del capitale
sociale.

66
Al tempo in cui il presente studio è stato svolto, l’organo direttivo del Cosmari
Av1 è composto da:
il Presidente, nella persona dell’arch. Raffaele Spagnuolo,
il Consiglio di Amministrazione, i cui componenti sono:
Vicepresidente, Gerardo Iandolo
Consigliere, ing. Giovanna Ferrari
Consigliere, dott. Valerio Capone
Consigliere, Carmine Russo
Consigliere, dott. Giacomo Carpenito
Consigliere, dott. Sergio Nappi
Consigliere, Antonio Cucciniello
Consigliere, Raffaele Barone.
La struttura tecnica è composta da:
Direttore, ing. Francesco Infantino
Segretario, dott. Carlo Tedeschi
Ragionieri: Rosanna Piemonte e Antonio Carullo
Collaboratori di segretaria: Maria Grazia Scioscia e Sergio Spina

67
Avellino Servizi Ambientali SpA

La società ASA spa, è la società, a prevalente capitale pubblico, costituita, ai


sensi dell’articolo 22 comma 3 lettera e) della legge 8 giugno 1990, n.142
e successive modifiche per la gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti urbani
assimilati, nonché per ogni altra attività connessa, conseguente, collegata o
funzionale a tale gestione.
La società, di cui il COSMARI AV1, possiede la maggioranza assoluta del
capitale sociale, provvede alla raccolta anche differenziata, al trasporto, recu-
pero, riutilizzo, riciclaggio, stoccaggio, deposito temporaneo e smaltimento
di rifiuti.
La compagine proprietaria è così composta:
COSMARI AV1, 69%
Pescatore srl, 31%
Al tempo della redazione del presente lavoro, la direzione della società è affidata
al Consiglio di Amministrazione così composto:
Presidente, dott. Angelo Romano
Vice Presidente, dott. Gerardo Adiglietti
Amministratore Delegato, dott. Emiliano Pescatore
Consigliere, dott. Gennaro Pescatore
Consigliere, dott. Luigi Napolitano

68
Relazione ricognitiva ed illustrativa mensile dei servizi in atto
nei Comuni Consorziati di cui all’Ordinanza Commissariale n. 475
dell’11/12/2005 e nota n. RFT/0001348 datata 14/12/2006

“RELAZIONE AL 31 GENNAIO 2007”

Il Consorzio Smaltimento Rifiuti AV 1 è composto da 44 Comuni di questi n° 20


hanno affidato il servizio di raccolta integrato fase a regime al Consorzio AV1 in
quanto con l’Ordinanza Commissariale n° 35/2003 lo stesso è stato istituito Soggetto
di Cooperazione acquisendo così la privativa dei rifiuti.
Il Consorzio AV1 ha costituito una società di servizi a maggioranza pubblica , fin dal
1998, nella quale detiene il 69% delle quote societarie. La stessa ha in essere n° 18
contratti di affidamento della raccolta differenziata di altrettanti Comuni appartenenti
al Consorzio AV1.
I restanti 5 comuni, Atripalda, Altavilla Irpina, Lapio, Summonte , Torrioni effet-
tuano il servizio di raccolta della differenziata o in proprio o con ditte terzi i risultati
in percentuale della raccolta differenziata non vengono trasmessi a questo Consorzio.
Per questi ultimi si stanno attuando le diffide giudiziali con ricorso al TAR ed al
Consiglio di Stato .

A) RELAZIONE SUL SERVIZIO DEI COMUNI CON AFFIDAMENTO


DIRETTO AL CO.SMA.RI. AV1:

1) Aiello del Sabato: Il Contratto Comune- CO.SMA.RI.AV1 è stato stipulato in


data 15/11/2005 per l’Affidamento del Servizio di Raccolta integrata Fase a Regime
col sistema “Porta a Porta”con inizio del servizio il 01 Luglio 2006.
2) Contrada : L’ affidamento del servizio di Raccolta Integrata col sistema “ POR-
TA A PORTA “ al CO.SMA.RI.AV1 è avvenuto con Delibera di G.C. n° 04 del
10/01/2006. L’inizio previsto del nuovo servizio è per il 19/03/2007.
3) Forino : Il contratto Comune – CO.SMA.RI.AV1 è stato stipulato in data
04/11/2005 per l’affidamento del Servizio Integrato Fase A Regime col sistema “Porta

69
a Porta”.L’inizio del servizio è avvenuto il 15/01/2006.
4) Manocalzati: Il contratto di affidamento del Servizio Integrato Fase a Regime col
sistema “ Porta a Porta è stato stipulato il 01/12/2005. L’inizio del servizio è previsto
per il 01/04/2007. Ritardo causato dal cambio amministrazione e nuove richieste sui
servizi già contrattualizzati.
5) Monteforte Irpino: L’Affidamento al CO.SMA.RI.AV1 il Servizio Raccolta Inte-
grata col sistema a “ Postazioni stradali” è avvenuto con Delibera di C.C. n° 64 del
07/12/2005 ed il contratto è stato stipulato in data 30/01/2006. Il servizio è stato
attivato il 01/02/2006. Visti i risultati non eccezionali col sistema a postazioni stradali
è in fase di progettazione il Piano col sistema a “ Porta a Porta “.
6) Parolise : L’affidamento al CO.SMA.RI. AV 1 del Servizio di Raccolta Integrata
Fase a Regime col sistema a “ Postazioni Stradali” è avvenuto con Delibera di C.C.
n° 28 del 20/12/2005 ed il contratto è stato stipulato in data 28/12/2005 con inizio
avvenuto il 01/05/2006.
7) Pietradefusi : Il contratto di affidamento al CO.SMA.RI.AV1 del servizio di raccolta
Integrata Fase Transitoria(per il 20% della popolazione) col sistema a “ POSTAZIONI
STRADALI” è stato stipulato in data 23/04/2004. E’ in fase di progettazione servizio
Integrato ampliato a tutta la popolazione il suo inizio è previsto per il 01/04/2007.
8) Pratola Serra : Il contratto col CO.SMA.RI. AV1 è stato stipulato in data
08/03/2004 per l’affidamento del Servizio Integrato col Sistema “ PORTA A PORTA
“.Il servizio è stato attivato dal 30/04/2004.
9) Salza Irpina: L’affidamento al CO.SMA.RI. AV1 del Servizio di Raccolta Integrata
Fase a Regime col sistema “ PORTA A PORTA” è stato formalizzato con Delibera di
C.C. n° 23 del 29/11/2005 con inizio del servizio fissato per il 01/04/2007. Il ritardo
è imputabile alla mancanza della spesa prevista nel bilancio 2006.
10) San Michele di Serino : Il Contratto di affidamento al CO.SMA.RI. AV 1 del
Servizio Integrato Fase a Regime col sistema “ PORTA A PORTA “ è stato stipulato
in data 11/02/2005.Lo stesso è stato attivato il 15/02/2005.
11) Santa Lucia di Serino: Il Contratto di affidamento al CO.SMA.RI. AV1 per il
servizio Integrato Fase a Regime col sistema Porta a Porta è stato stipulato in data
21/11/2006 . Il servizio è stato attivato il 01/12/2006.-
12) Santo Stefano del Sole: Il Contratto di affidamento al CO.SMA.RI. AV1 per il
Servizio Integrato Fase a Regime col sistema “PORTA A PORTA” è stato stipulato
in data 16/12/2005 e l’inizio del servizio è avvenuto il 06/02/2006.
13) Serino : Il Contratto di affidamento al CO.SMA.RI. AV1 per il Servizio Integrato
Fase a Regime col sistema “ PORTA A PORTA” è stato stipulato in data 12/01/2004
. Servizio attivato dal 12/01/2004.
14) Solofra : L’affidamento al CO.SMA.RI. AV1 del servizio di Raccolta Integrata
fase a regime col sistema a “ POSTAZIONI STRADALI “ è stato formalizzato con

70
Determina Dirigenziale n°202 del 13/10/2005. L’inizio del servizio è avvenuto il
04/09/2006 solo per la frazione S.Andrea e il 15/11/2006 per la frazione S.Agata
per un totale, di 3.611 abitanti su 12.371 ,con il raggiungimento della R.D. in dette
frazioni al 31/01/2007 del 59% . Il 01/03/2007 è prevista l’ampliamento del servizio
nelle restante frazioni .
15) Sorbo Serpico : Il Contratto di affidamento al CO.SMA.RI. AV1 per il Servizio
Integrato Fase a Regime col sistema a “ POSTAZIONI STRADALI” è stato stipula-
to in data 02/05/2005. Il servizio è stato attivato il 04/07/2005. Il servizio stradale
presenta dei punti deboli durante i periodi di emergenza.
16) Torre Le Nocelle: Contratto di affidamento al CO.SMA.RI. AV1 per il Servizio di
Raccolta Integrata Fase a Regime col sistema “PORTA A PORTA” è stato stipulato in
data 23/12/2005 .L’ inizio del servizio della fase a regime è previsto per il 01/03/2007.
Il ritardo è imputabile alla costruzione dell’isola ecologica comunale.
17) Venticano : Il Contratto di affidamento del Servizio Integrato Fase Transitoria
(20% della popolazione) tra Comune e CO.SMA.RI.AV1 col sistema misto “PORTA
A PORTA E POSTAZIONI STRADALI” è stato stipulato in data 19/03/2005. E’ in
corso di redazione il Piano di raccolta integrata col sistema a Porta a Porta per tutto
il territorio comunale.
18) Tufo : Il contratto di affidamento del Servizio Integrato col sistema “ Porta a
Porta” tra Comune e CO.SMA.RI. AV1 è stato stipulato in data 15/12/2005. L’inizio
del servizio è avvenuto il 01 Luglio 2006.
19) Capriglia Irpina : Il Contratto di affidamento del Servizio Integrato col sistema
“ Porta a Porta” tra Comune e CO.SMA.RI. è stato stipulato in data 18/01/2007.
I’inizio del servizio della raccolta integrata col sistema “PORTA A PORTA “ , nelle
modalità approvate con Delibera di C.C. n° 47 del 28/12/2006 , è previsto per il
12/03/2007.
20) Montoro Superiore : Il contratto Comune –ASA è stato affidato con Deliberazione
di Giunta Comunale n° 79 del 18/11/1999 con inizio del servizio dal 01/01/2000
per la raccolta differenziata della sola frazione secca col sistema a “ POSTAZIONI
STRADALI”. Il Comune con Delibera di C.C. n° 08 del 02/02/2007 ha approvato
il Piano di Raccolta Integrata col sistema “Porta a Porta”. Il relativo contratto di affi-
damento del servizio a questo Ente è stato stipulato in data 09/02/2007. L’inizio del
servizio di che trattasi è stato fissato per il 15/03/2007.
21) Chiusano San Domenico : Con Deliberazione di Consiglio Comunale n° 02 del
15/02/2007 è stato approvato il Piano della Raccolta Integrata e con lo stesso atto è
stato affidato il servizio al Consorzio.
L’inizio del servizio è previsto per il 02/05/2007.

71
L’ implementazione della R.D. , al 31 Gennaio 2007, è stata moderata per la man-
canza e la difficoltà di reperire impianti di compostaggio per il conferimento della
frazione umida.
Problematica questa conosciuta dalla struttura commissariale che dopo la chiusura
dell’impianto di trasferenza di Pomigliano Ambiente e di Flumeri questo Consorzio ha
reperito in proprio tali impianti con intervalli di interruzione del servizio di raccolta
della frazione umida.
Le interruzioni della raccolta della frazione umida hanno determinato una sfiducia
nella popolazione di quei comuni dove si era attivato il sistema Porta a Porta.
Dopo gli impianti di compostaggio, ubicati a Vazzano (VV) e Marcellinara (CZ) dove
si è conferito dal 28/08/2006 al 15/11/2006 e successivamente dal 29/11/2006 si è
confererito nell’impianto di compostaggio della ditta EAL COMPOST in Terranova
dè Passerini (LODI) con costi ovviamante triplicati dovuti all’aumento del costo sia
dello smaltimento che del trasporto.
Alcuni comuni non potendo far fronte all’aumento di spesa dovuto allo smaltimento
della frazione umida ed alle continue emergenze causate dall’impianto di CDR stanno
ritardando l’avvio della raccolta integrata dei rifiuti. In data 28/12/2006 il Conferi-
mento presso l’impianto di Lodi si è interrotto, per cause tecniche all’impianto, giusta
nota ASA in pari data.
Dal 29/12/2006, non avendo garanzie di conferimento, si è dovuto interrompere la
raccolta della frazione umida nei comuni serviti.
Dopo una vasta indagine in tutto il territorio nazionale si ha avuta la disponibilità al
conferimento di un impianto di compostaggio ubicato nel comune di Camarra (CT)
in ditta Ofelia Ambiente srl ed in data 16/01/2007 è iniziato il conferimento in detto
impianto fino a tutt’oggi.
Pertanto dopo innumerevoli sforzi per l’applicazione e l’attivazione della raccolta
integrata con la carenza impiantistica viene di continuo vanificato tutto il lavoro e
le attività informative svolte senza garantire così l’ implementazione richiesta della
raccolta differenziata dell’intero Bacino.

B) RELAZIONE SUL SERVIZIO DI RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI


COMUNI CON AFFIDAMENTO DIRETTO ALLA SOCIETA CONSORTILE
A.S.A. Spa:

1) Avellino: Il contratto Comune –Asa spa è stato stipulato in data 01/03/1999 per
la raccolta differenziata dei materiali secchi e successivamente nel 04/07/2001 ed a
tutt’oggi è stato attivato il servizio di Raccolta Integrata per una popolazione di 10.000
ab. col sistema a postazioni stradali.
Questo Ente ha redatto un Piano di Raccolta Integrata con il sistema “Porta a Porta”
72
per il 70% della popolazione e trasmesso al comune in con nota datata 04/08/2006
e lo stesso non è stato approvato dal comune per carenza di fondi. Con successiva
nota datata 22/12/2006 prot. n° 2591 è stato trasmesso al Comune un nuovo Piano
Integrato col sistema Porta a Porta a mezzo di Ecobox per soli 12.000 abitanti (20%)
praticamente un riordino dell’attuale servizio con costi pari a quelli già previsti in bi-
lancio senza nessuna garanzia del raggiungimento dell’obbiettivo minimo del 35%.
2) Candida: Il contratto Comune-ASA è stato stipulato in data 01/08/2002 per la
raccolta differenziata integrata col sistema a “ POSTAZIONI STRADALI”. Il servizio
è stato attivato il 01/08/2002.
3) Cesinali : Il contratto Comune-ASA è stato stipulato in data 03/05/2001, su
deliberazioni Consiglio Comunale n°40 del 28/10/1999 e n°9 del 13/03/2001, per
la raccolta differenziata solamente della frazione secca. Successivamente, da Gennaio
2005, ed a cura del comune è stata attivata la raccolta differenziata della frazione
umida col sistema “porta a porta” con ottimi risultati.
4) Grottolella : Il contratto Comune – ASA è stato stipulato in data 01/01/2002,
per la raccolta Integrata dei rifiuti col sistema a “ Porta a Porta “ ad esclusione della
frazione indifferenziata. Il servizio è attivo dal 01/01/2002.
5) Mercogliano : Il contratto Comune- ASA è stato stipulato in data 18/02/2000,
per la raccolta differenziata della sola frazione secca col sistema a “ POSTAZIONI
STRADALI”. Il Comune in data 15/06/2006 ha iniziato un nuovo servizio inserendo
la raccolta dell’organico stipulando un atto aggiuntivo direttamente con la società
consortile ASA spa.
6) Montefalcione : Il contratto Comune – ASA è stato stipulato in data 24/02/2003
per la raccolta differenziata della sola frazione secca col sistema a “ POSTAZIONI
STRADALI”. Il progetto per la raccolta integrata è stato trasmesso in data 22Dicembre
2006 e lo stesso sarà approvato nel prossimo Consiglio Comunale.
7) Montefredane : Il contratto Comune – ASA è stato stipulato in data 01/07/2002
per la raccolta differenziata della sola frazione secca col sistema a “ POSTAZIONI
STRADALI”. Per implementare la raccolta differenziata è in atto l’attività informativa
alle scolaresche.
8) Montefusco : Il contratto Comune – ASA è stato stipulato in data 01/07/2002
per la raccolta differenziata della sola frazione secca col sistema a “ POSTAZIONI
STRADALI”. Dopo intercorsi colloqui il comune non si è ancora attivato per la
raccolta integrata e lo stesso sarà oggetto di diffida.
9) Montoro Inferiore: Il contratto Comune –ASA è stato stipulato in data 11/07/2000
per la raccolta differenziata della sola frazione secca col sistema a “ POSTAZIONI
STRADALI”. Il Comune in data 29/07/2005 ha chiesto al Consorzio la progetta-
zione del servizio di Raccolta Integrato col sistema “ PORTA A PORTA” ed in data

73
13/09/2005 lo stesso è stato trasmesso. Lo stesso progetto, su richiesta del Comune ,
è stato ritrasmesso in data 02/01/2006. Autonomamente il Comune ha indetto una
gara pubblica di affidamento del servizio di raccolta e trasporto degli RSU. E’ in
atto l’azione giudiziaria,con primo ricorso al TAR discusso il 06/12/2006 con esito
favorevole per questo Ente, e in data 06/02/2007 è stato discusso al Consiglio di
Stato validando l’affidamento ditta Igiene Urbana srl, con sentenza n° 107/2007 .
Il servizio di raccolta integrata è stato attivato il 05/12/2006.
10) Ospedaletto D’Alpinolo : Il contratto Comune – ASA è stato stipulato in data
24/07/2000 per la raccolta differenziata della sola frazione secca col sistema a “ PO-
STAZIONI STRADALI” . Il Comune per motivazioni puramente economiche non
ha attivato la raccolta integrata e lo stesso sarà oggetto di diffida.
11) Petruro Irpino: Il contratto in essere tra Comune-ASA , stipulato in data
01/03/2004 riguarda il solo trasporto del materiale indifferenziato all’impianto di
CDR. Non si hanno notizie certe sulla raccolta differenziata e se la stessa è stata attivata
e pertanto lo stesso Comune sarà oggetto di diffida.
12) Pietrastornina : Il contratto Comune – ASA è stato stipulato in data 15/03/2002
per la raccolta differenziata della sola frazione secca col sistema a “ POSTAZIONI
STRADALI”. Per implementare la raccolta differenziata occorre riprendere l’attività
di informazione alla cittadinanza con la proficua collaborazione da parte dello stessa
Amministrazione comunale.
13)Prata Principato Ultra : Il contratto Comune – ASA è stato stipulato in data
01/06/2001 per la raccolta differenziata della sola frazione secca col sistema a “POSTA-
ZIONI STRADALI”. Il Comune in data 16/11/2005 è stato diffidato formalmente,ai
sensi dell’ Ord. 35/2003, ad affidare a questo Consorzio il sistema integrato della
raccolta dei rifiuti ed è in atto il ricorso al Consiglio di Stato.
14) San Mango Sul Calore: Il contratto Comune- ASA è stato stipulato in data
01/01/2000 per la raccolta differenziata della sola frazione secca col sistema a “
POSTAZIONI STRADALI”. Il Comune in data 13/10/2005 ha chiesto la proget-
tazione del servizio integrato col sistema Porta a Porta e la stessa è stata trasmessa in
data 03/11/2005. Di conseguenza lo stesso Comune a Maggio 2006 ha attivato in
proprio anche la raccolta della frazione umida con ottimi risultati.
15) San Potito Ultra : Il contratto Comune- ASA è stato stipulato in data 01/04/2003
per la raccolta Integrata dei RSU col sistema a “ POSTAZIONI STRADALI”. Il
servizio è stato attivato il 01/04/2003 .Il servizio da sempre è correttamente svolto
con superamento da sempre delle % imposte per la R.D.
16) Sant’ Angelo a Scala : Il contratto Comune – ASA è stato stipulato in data
01/01/2002 per la raccolta differenziata della sola frazione secca col sistema a “
POSTAZIONI STRADALI”. Il suddetto Comune per gli scarsi risultati raggiunti

74
sarà oggetto di diffida.
17) Santa Paolina : Il contratto Comune - ASA è stato stipulato in data 01/01/2002
per la raccolta differenziata della sola frazione secca col sistema a “ POSTAZIONI
STRADALI”. E’ in fase di elaborazione il Piano di raccolta integrata.
18) Montemiletto : Il contratto Comune- ASA è stato stipulato in data 15/06/2000
per la raccolta differenziata della sola frazione secca col sistema a “ POSTAZIONI
STRADALI”. Il comune in data 02/01/2007 ha attivato, con propri mezzi e dipen-
denti, la raccolta della frazione umida.

IMPLEMENTAZIONE ATTIVITA’ AL 31 GENNAIO 2007

Rispetto al 31 Dicembre 2006 si sono raggiunti i seguenti risultati:


a) Incremento dei comuni con affidamento diretto al Consorzio da 20 passano a 21
con l’affidamento del Comune di Chiusano San Domenico.
b) La percentuale di raccolta differenziata dei comuni con affidamento diretto al
Consorzio dal 34,18% passa al 35,26% .
c) La percentuale della raccolta differenziata nei comuni con affidamento diretto al
Consorzio nei quali è attivato il Servizio Integrato fase a regime la percentuale del
51,21% passa al 52,54%.
d) La media della percentuale della raccolta differenziata nell’intero Bacino dei 44
Comuni consorziati dal 25,47% passa al 26,27%.
Questo Ente ,in accordo con l’Amministrazione Provinciale, ha inteso premiare quei
comuni che al 31 Dicembre 2006 hanno raggiunto il 35% della Raccolta Differenziata
donando attrezzature per la raccolta della frazione umida ( Sacchetti di mater-bi e
biopattumiere).
Il Direttore
Ing. Francesco Infantino

Seguono le tabelle riepilogative

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Tabella ripilogativa in percentuale stesso periodo (Sett. ’06 - Genn. ‘07)
Comuni contrattualizzati direttamente con CoSmaRi Av 1

Tabella ripilogativa in percentuale stesso periodo (Sett. ’06 - Genn. ‘07)


Comuni che hanno attuato la fase a regime della raccolta integrata

76
Tabella ripilogativa in percentuale della raccolta differenziata bacino AV1
mesi di settembre, ottobre, novembre, dicembre 2006 e gennaio 2007

77
Il presente lavoro ha stimolato il convegno
di cui si riporta il manifesto nella pagina successiva.
Versione aggiornata ad Aprile 2007

Progettazione grafica
Punto Grafico di Candida Savignano
Tel. 0825 37639 - Avellino

Poligrafica Ruggiero - Avellino

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