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Attivit svolta con il sostegno della RAS attraverso una borsa di Ricerca cofinanziata con fondi a valere sul PO Sardegna FSE 20072013 sulla L.R.7/2007 Promozione della ricerca scientifica e dellinnovazione tecnologica in Sardegna

Il ruolo dellambiente chimico nella fusione fredda

Dopo numerose osservazioni si ritiene altamente probabile che esista un ambiente chimico capace di favorire la fusione fredda. Detto nuclear active environment (NAE), si ritiene che si formi sulla superficie del catodo. Gli indizi pi credibili sono: cessione completa di elio nel gas, formazione di trizio nellelettrolito piuttosto che nel gas, generazione di calore sulla superficie del catodo, prodotti di trasmutazione collocati sulla superficie catodica, presenza di zone fuse sulla superficie, capacit di generare vistosi effetti per mezzo di strati sottili su una sostanza inerte. Attente analisi di queste superfici hanno mostrato leghe complesse composte da litio, platino, altri elementi provenienti dal vetro della cella e impurit dellelettrolito con quantit di palladio estremamente ridotte. Analisi della composizione della superficie mostrano che il rapporto D/Pd pu essere superiore a 1,5 e forse vicino a 2. Questo NAE non una pura struttura composta da -PdD in una cella elettrolitica e neppure ogni parte di questa struttura coinvolta. Questa struttura contiene una elevata concentrazione di deuterio che permette la formazione di dimeri di questo elemento. Anche altri materiali come lalluminio e il titanio possono un NAE. Infatti lalluminio, caricato con deuterio e in seguito bombardato da elettroni, ha generato emissioni nucleari anomale. Anche la produzione di alluminio per elettrolisi da criolite ha condotto alla produzione di trizio mentre quando si sottopone il titanio ad elettrolisi o quando viene caricato di D 2 allo stato gassoso in presenza di nanocristalli mostra prove di processi di natura nucleare. Polveri fini di TiO 2 and Cs 2 O immesse in sottili strati

di palladio hanno generato calore anomalo. Sono dunque numerosi i composti che possono generare un NAE. Un fatto che accomuna quasi tutti gli studi che rilevano anomale produzioni di energia la presenza di nanoparticelle, che possono essere aggiunte volontariamente oppure si formano durante lesperimento sulla superficie del catodo tramite lelettrolisi. Queste possono essere generate anche da un bombardamento di ioni oppure caricando e svuotando ripetutamente palladio o nickel. Questo processo genera anche emissioni di energia.

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