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INSEGNAMENTO DI IMMUNOLOGIA
Corso di Laurea in Med. e Chir. Anno Accademico 2009-2010 Dr.ssa Giovanna Tosi (0332-217606) Padiglione Biffi giovannatosi@yahoo.com
DOCENTE:
Il termine Immunit deriva dal latino "Immunitas" che indicava l'esenzione da alcuni obblighi civili e dalla perseguibilit legale, attribuita ai senatori romani in carica. Storicamente, immunit ha significato protezione dalle malattie infettive.
Testi di Immunologia consigliati: 1.IMMUNOBIOLOGIA Janeway, Travers, Walport, Shlornchik (Piccin-Vl Ed.inglese- VII Ed. it.) 2.IMMUNOLOGIA Abbas, Lichtman CELLULARE E MOLECOLARE
L'Immunologia nasce dall'osservazione che individui che avevano superato certe infezioni, successivamente erano protetti dalle medesime malattie.
3.l.J.\1MUNOLOGIA, INFEZIONE, IMMUNITA' Pier, Lyczak, Wetzler (Ed. Piccin) 4. IJvfMUNOLOGIA Kuby (Ed. UTET)
CENN1 STORICI
430 a.C.: riferendosi alla lebbra ad Atene, lo storico greco Tucidide scriveva che solo coloro che erano guariti dalla malattia potevano accudire i malati lebbrosi in quanto essi non avrebbero ricontratto la malattia XV sec.: le cronache riportano che in Cina e in Turchia le croste essiccate delle pustole del vaiolo venivano inalate o inserite in piccoli tagli sulla cute (vaiolizzazione)
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Fig 1.2 L'eliminazione del vaiolo tramite il vaccino. Dopo un periodo di 3 anni nel quale non venne segnalato nessun caso di vaiolo. l'Organizzazione mondiale della Sanit fu in grado di annunciare nel 1979 che il vaiolo umano era stato eliminato.
1798: il medico inglese Edward Jenner osserv che le mungitrici che avevano contratto il vaiolo bovino (forma leggera) erano immuni al vaiolo umano (forma grave). Iniett il liquido di una pustola di vaiolo bovino in un bambino (VACCINAZIONE) e successivamente gli iniett il virus del vaiolo. Il bambino non svilupp la malattia. "eradicato" nel 1979. II vaiolo stato dichiarato completamente
1880: Louis Pasteur produsse dei ceppi attenuati di patogeni e li us come "vaccini". (colera del pollo, bacillo dell'antrace attenuato al calore iniettato nelle pecore, vaccino contro la rabbia iniettato in un bambino morso da un cane affetto da rabbia)
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1883: L'immunologo russo E. Metchnikoff osserv che le cellule contribuiscono direttamente alla difesa immune. Osserv che alcuni globuli bianchi del sangue erano in grado di inglobare microorganismi e li chiam fagociti
1MJvfUNOLOGIA
la scienza che si occupa dell'immunit
molecolari e cellulari che avvengono con agenti microbici o macrornolecole L'Immunologia fenomeni biochimici e degli eventi estranee. in cui i
in seguito all'incontro
immunologici
Le cellule e le molecole coinvolte nell'immunit Si svilupp una controversia tra i sostenitori del concetto di immunit umorale e i sostenitori dell'immunit celluiare. Solo pi tardi si comprese che entrambe le attivit erano necessarie per avere una risposta immune efficace. costituiscono il
SISTEMA
la
IMMUNE
di sostanze
RISPOSTA IMMUNE
ANTIGENE: ANTIcorpo GENEratore Un antigene (Ag) una sostanza che, per definizione, determina la produzione di anticorpi in grado di riconoscere specificamente quella sostanza.
- IMMUNITA'
ACQUISITA
OADATTATIVA
(specifica) Non tutte le risposte immuni portano alla produzione di anticorpi e il termine duttile che
si evoluta nei vertebrati per proteggerli da organismi patogeni invasi vi e dal cancro.
antigene viene oggi usato con un significato pi ampio per indicare ogni sostanza capace di essere riconosciuta dal Sistema Immune Adattativo.
Sia nella risposta immune adattati va che in quella innata entrano in gioco i GLOBULI BIANCHI del sangue o LEUCOCITI.
Un antigene
diversi epitopi. - L'Immunit innata mediata in gran parte da cellule con attivit fagocitaria (granulocitL monociti, e macrofagi).
- Le risposte immuni di tipo adattativo dipendono invece dai linfociti che forniscono un' immunit di lunga durata a seguito dell'esposizione
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A differenza dell'immunit
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Tutte le cellule del sangue derivano da cellule staminali ernopoietiche del midollo osseo
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1) SPECIFICITA':
il S.l. in grado di riconoscere sottili differenze chimiche che distinguono un patogeno da un altro.
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2) DIVERSITA':
il S.l. genera un'enorme variet di cellule e molecole capaci di riconoscere ed eliminare specificamente infinito di diverse strutture antigeniche. ellule NK un numero apparentemente {;:(':>.
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3) MEMORIA:
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alla quale un secondo incontro con lo stesso antigene induce una risposta immunitaria pi potente, che serve ad eliminare prontamente il patogeno e a prevenire la malattia. Tale risposta secondaria dovuta alla presenza di linfociti "della memoria" che sono rimasti nell 'individuo dopo la prima immunizzazione
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Linfociti T
(da Ihymus) comprendono i linfociti T citotossici e i linfociti T helper
Le deficienze ereditarie della funzione dei neutrofili si associano ad infezioni batteriche in grado di sopraffare le precarie difese immunitarie, con esito spesso fatale.
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Risposta infiammatoria locale per rilascio di sostanze che agiscono sulla circolazione sanguigna
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I linfociti non hanno attivit funzionale fino a quando non incontrano l'antigene a livello dei tessuti linfoidi periferici. Sia i linfociti B che i linfociti T hanno in superficie dei recettori specifici per un dato antigene. Nel complesso i linfociti con i loro diversi recettori sono in grado di riconoscere un numero molto ampio di diversi antigeni.
Immunoglobulina (Ig)
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La stimolazione da parte dell'antigene induce il
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Iinfocita a trasformarsi in linfoblasto attivo, che va incontro ad espansione clonale in seguito a ripetute divisioni e si differenzia in cellula effettrice.
Il recettore per l'Ag dei linfociti T chiamato Recettore delle Cellule ToTCR.
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estranei (non-self) deve prima imparare a riconoscere i costituenti propri dell' organismo (sell).
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I linfociti sono in genere non re attivi contro antigeni propri (autologhi) dell'individuo. Questa non responsivit immunologica viene detta
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TOLLERANZA.
Alterazioni nei processi di induzione o di mantenimento della tolleranza al self possono portare a risposte verso componenti autologhe e a gravi malattie dette malattie autoimmuni.
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ORGANI LINFOIDI
Differenze nel riconoscimento antigenico tra linfociti B e T
Negli organi linfoidi i linfociti incontrano cellule non linfoidi che sono importanti per la loro maturazione e per l'innesco della risposta immune adattativa. Si distinguono in: l) ORGANI LINFOIDI PRIMARI O CENTRALI 2) ORGANI LINFOIDI SECONDARI O PERIFERICI
I linfociti B, mediante le Ig, riconoscono antigeni solubili di diversa natura (proteica, polisaccaridica o lipidica)
ORGANI LINFOIDI CENTRALI I linfociti T, mediante il TCR, riconoscono solo antigeni peptidici che si trovano sulla superficie di altre cellule. Tali peptidi sono presentati ai linfociti T nel contesto di speciali molecole dette molecole MHC (Major Histocompatibility Complex).
Sono gli organi dove maturano i linfociti e comprendono il MIDOLLO OSSEO e il TIMO. Entrambi i linfociti T e B originano dal midollo osseo, ma solo i linfociti B vi maturano. I linfociti T migrano dal midollo al timo dove maturano. Completata la loro maturazione i linfociti raggiungono gli organi linfoidi periferici attraverso la circolazione ematica.
Timociti = linfociti T che maturano nel timo Stroma timico = rete di cellule epiteliali
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Fig. 7.8 Le cellule eplteliali del timo formano un reticolo che circonda i tlmocitI In vIa di maturazlone. In questa fotografia del limo, al microscopio elettronico a scansione, i timocili in via di rnaturazione (le cellule sferiche) occupano gli interstizi di un esteso reticolo costituito di cellule epitellall. Fotografia di W, van Ewijk.
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Lo stroma timico prodotto precocemente durante lo sviluppo embrionale, dagli strati endodermico ed ectodermico della III e IV tasca faringea o branchiale. Questo timo embrionale viene colonizzato da cellule di origine ematopoietica (precursori dei linfociti T, rnacrofagi, cellule dendritiche) distribuite in maniera non uniforme. Nell'uomo alla nascita il timo completamente sviluppato e fino alla pubert produce un numero elevato di linfociti T maturi. Poi va incontro ad un processo di involuzione e la produzione di nuovi linfociti T diminuisce, anche se continua per tutta la vita.
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SINDROME DI DiGEORGE
E' malattia genetica recessiva (delezione ql1.2 nel cromosoma 22,) che si manifesta come una grave malformazione congenita a carico delle strutture che originano dalla III e IV tasca branchiale. - Difettoso sviluppo del timo (l'individuo affetto produce un numero normale di linfociti B, ma pochissimi linfociti T). Grave forma di immunodeficienza: suscettibilit a infezioni virali, micobatteriche e fungine. (Come nei topi con la mutazione "nude") - Irregolare sviluppo dei grossi vasi
l'antigene viene veicolato dal sito di infezione intrappolato da cellule specializzate. Qui i linfociti incontrano l'antigene ed ha inizio la risposta immune adattativa.
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Negli organi linfoidi periferici ha inizio la risposta immune adattativa e qui si ritrovano le tre componenti essenziali per il suo innesco: l) Linfociti
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Le cellule di Langerhans della cute
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catturano e processano l'Ag. Poi migrano, attraverso il sistema Iinfatico, nelle aree T dei linfonodi regionali dove presentano l'Ag ai linfociti T circolanti. aorta ~
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I linfociti T che riconoscono l' Ag rimangono intrappolati, vengono attivati e proliferano. I linfociti T differenziati diventano cellule effettrici e lasciano i linfonodi attraverso i vasi Iinfatici efferenti.
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Indipendentemente dalla via di ingresso nell 'organismo, il virus si va a localizzare negli organi Iinfoidi, in particolare nei linfonodi,
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Zona corticale: comprende i follicoli linfoidi I e II COli centri germinativi contenenti in prevalenza linfociti B. ZOllaparucorticale: contiene soprattutto linfociti T e cellule dendritiche. Zona midollare: comprende icordoni midollari contenenti macrofagi e plasmacellule.
L1 linfa che arriva ai linfonodi attraverso i vasi Iinfatici afferenti e trasporta gli antigeni catturati dalle cellule dendritiche e dai macrofagi, viene poi lasciata dai vasi Iinfatici nella midollare. I linfociti naive entrano nei linfonodi attraverso venule capiIlari specializzate (HEV) ed escono tramite i vasi linfatici efferenti.
Mentre
l'architettura
de1linfonodo
varia in maniera
ben definita,
con un
della ghiandola,
proliferazione linfoide
il tessuto mucosale
appare o scompare
in risposta
alle infezioni.
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GALT (gut associated lymphoid tissues)
Nella mucosa del tratto gastrointestinale, i linfociti si trovano a livello del! 'epitelio, disseminati nella lamina propria e in stazioni organizzate della lamina propria dette placche di Peyer. In ciascuna di queste sedi, le cellule hanno fenotipo e funzioni diverse.
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polpa rossa
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A livello della polpa rossa vengono eliminati i globuli rossi senescenti. Inoltre i macrofagi presenti nella polpa rossa depurano il sangue dai microbi poich hanno una grande capacit di fagocitare i batteri opsonizzati (= ricoperti di anticorpi). Gli antigeni che si trovano nel lume intestinale sono catturati da cellule epiteliali specializzate dette cellule M o cellule multi-fenestrate, che hanno attivit pinocitica La rimozione della milza favorisce l'insorgenza capsulati (meningococchi, pneumococchi). di infezioni da parte di batteri e trasferiscono gli Ag all'interno delle placche del Peyer. Il tessuto linfoide costituito soprattutto da cellule B, organizzate in follicoli di notevoli dimensioni ed altamente attivi. Ilinfociti T occupano l'area tra i follicoli,
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Organizzazione del tessuto linfoide nella milza (polpa bianca)
Il sangue con i linfociti e gli antigeni affluisce dalle arterie trabecolari e macrofagi, all' arteriola centrale. Cellule e antigeni passano e drenano, passando attraverso i sinusoidi
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quindi nel seno marginale, circondato da una zona di linfociti vascolari nella vena trabecolare che confluisce nella vena splenica. Internamente al seno marginale si trovan.,....------.:========::!...-----, i manicotti linfoidi periarteriolari circondano cellule B. l'arteriola centro germinativo circondato (cells T) che da una corona di
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Immunit cellulo-mediata
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La risposta anticorpale efficace contro i patogeni extracellulari e le loro tossine. Gli anticorpi mediano reazioni di: - Neutralizzazione
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Cellule infettate da virus sono riconosciute e ammazzate da cellule T specializzate dette cellule T citotossiche
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in vescicole citoplasmatiche che resistono alla fusione con i lisosomi e quindi alla degradazione dei batteri. La cellula Th che riconosce il macrafago infettato rilascia citochine che inducono la fusione lisosomiale e l'attivazione delle attivit battericide del macrofago,
Particelle del virus dell' influenza che gemmano da una cellula infetta
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Il\I11vfUNITA'ATTIVA E Il\I11vfUNITA' PASSIVA
Specificit Memoria
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