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Maggio 2012

ACCE TR

...e per la lagna della malogna che non portasse unaltra volta la scalogna larciprete non volle messe e solo un tocco al sacrestano gli concesse Vinicio Capossela

volantino dinformazione del circolo montemesolino di Sinistra Ecologia Libert Tina Modotti http://traccemontemesola.blogspot. com

Festa del lavoro CHE NON CE


a cura del circolo di Sinistra Ecologia Libert Tina Modotti
Mi hanno insegnato da piccolo che senza lavoro non c dignit. Mi hanno detto che se avessi studiato avrei fatto della mia vita un progetto e sarei stato felice. Mi hanno detto che se mi fossi impegnato, se avessi dato il meglio di me, le mie capacit sarebbero state premiate. Che avrei avuto un buon futuro e una buona vita. Mi hanno raccontato favole, niente di tutto ci si avverato. Il lavoro non me lo danno, me lo devo I lavoro non me lo danno, inventare, devo andarmene dal mio paese come facevano i miei nonni. Non ho la valigia di cartone ma di Carpisa, vero, ma sempre valigia . Lascio la mia vita di sempre, strappo le mie radici e ricomincio altrove, con un lavoro occasionale, me lo danno e me lo tolgono , come piace a quelli che una volta si chiamavano I padroni, oggi datori di lavoro. Ma quale lavoro. Lavoro a tempo, determinato, a progetto, flessibile, a singhiozzo, a somministrazione etc. etc. Il lavoro da diritto diventato sottomissione, sfruttamento e, in molti casi, schiavit. Nel mondo i paesi che permettono lo sfruttamento del lavoratore prosperano. Le multinazionali sono attratte come una calamita, licenziano nei paesi che garantiscono diritti e licenziano nei paesi che garantiscono diritti e li vendono prodotti frutto gli vendono ii prodotti frutto dello sfruttamento in altri paesi, magari con luso del lavoro minorile. Alla fine i paesi dove si schiavizzano i lavoratori hanno rovinato e distrutto il lavoro dignitoso dei paesi che rispettano il lavoratore. E dunque cosa si festeggia ancora il primo maggio? Penso che si debba festeggiare in nome della speranza e del diritto. Speranza di poter cacciare i lupi che ci depredano del lavoro e del futuro nelle riserve e l lasciarceli per sempre. Diritto ad una vita piena in cui la ricchezza di un paese sia ancora fondato sul lavoro. I sciur padrun da li beli braghi bianchi non esistono pi: si sono trasformati nei capitalisti finanziari di oggi, quelli che non sanno che farsene del lavoro e si danno alle speculazioni , quelli che affamano i popoli e distruggono la giovent, pensano solo al profitto e a come accumulare sempre di pi. Se le strade si riempiono di suicidi ( disoccupati e piccoli imprenditori), non importa, ci che interessa il denaro come unico fine. Molte cose sono cambiate negli ultimi anni, spesso con la complicit dei sindacati o, per lo meno, nel loro silenzio. Chi un lavoro ce lha vive comunque una situazione di sfruttamento mai visto prima, turni massacranti, straordinario non pagato, senza diritto alla malattia, alle ferie: si lavora, quando si lavora, sempre di pi e si guadagna sempre di meno. ma si continua a dire di s perch il ricatto impera sovrano : o lavori cos o niente. Per rendere tutto pi facile si prova a modificare anche lart. 18 dello Statuto dei lavoratori, per dar loro carta bianca. Occorre dunque ricominciare nella convinzione che non vero che nessuna alternativa possibile. Il prezzo di questa crisi lo pagano i pi deboli, proprio quelli che la non centrano niente, mentre le risate di pochi coprono le proteste dei tanti. Ci raccontano che senza i tecnocrati faremmo la fine della Gracia . La verit che non raccontano che invece Grecia il neoliberismo giunto al capolinea: occorre tornare ad una cultura basata sulla convinzione che non c benessere senza lavoro, ad una societ che torni a considerare lavoro e lavoratori un bene comune ricostruendo un sistema che risponda ai cittadini e ai loro bisogni. E la cosa peggiore che tutti i sacrifici che stiamo facendo non servono. il sistema vorace, le banche hanno bisogno di sempre pi denaro per continuare a speculare e gli stati sono costretti ad aiutarle perch le grandi banche non possono fallire. Le banche italiane hanno ricevuto dalla BCE miliardi di euro all1% ma non lo prestano a chi ha bisogno, lo usano per acquistare i nostri stessi Bot, o titoli del tesoro ad un interesse quintuplicato. E tutto qui. E chi paga quegli interessi? i dipendenti e qui. E chi paga quegli interessi? I dipendenti e pensionati con le loro tasse. Dunque ii sacrifici che i i pensionati con le loro tasse. Dunque facciamo non servono se non a pagare interessi alle banche, altro che ripresa o cura per i giovani. Faremo lo stesso la fine della Grecia se non diremo, tutti insieme: BASTA. OCCUPATI E DISOCCUPATI DI TUTTO IL MONDO UNIAMOCI: UN ALTRO SISTEMA EPOSSIBILE! Ricordiamoci tutti che la paura ci rende prigionieri, la speranza pu renderci liberi.

1 MAGGIO FESTA A TEMPO DETERMINATO

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Considerazioni (solitarie) a margine di Antonia Tagliente


Cultura, termine di origine latina che significava coltivare. Luso fu esteso poi a tutte le attivit e situazioni che richiedevano unassidua cura, dalla cura verso gli dei (culto) alla coltivazione degli esseri umani ovvero alla loro educazione. Voglio scrivere di cultura oggi che di cultura si parla sempre meno. Voglio insistere, per i miei scarsi 25 lettori, sul suo valore, sulla sua forza perch sono indignata. Indignata perch una societ, un gruppo, un paese senza cultura un paese perduto, senza passato e senza futuro, abitato da un individualismo forsennato, alla ricerca dellimmediato interesse, della soddisfazione dei propri desideri, del denaro facile.. Io non voglio vivere in un paese cos. In tempi passati la cultura aveva cominciato ad accreditarsi come il lasciapassare pi adatto per creare un mondo migliore. Soprattutto dopo le due guerre del secolo scorso quando si era cominciato a credere di poter costruire una nuova cultura basata sui valori democratici, sulla libert dei popoli, sulla civilt delle istituzioni, sulla creativit, sullaccettazione della diversit, sulla critica attenzione ai fatti della politica, sul rispetto e sulla tutela dei pi deboli e dei presunti diversi. Ricordo quando i genitori spronavano i figli a studiare perch solo cos, sostenevano, avrebbero avuto un futuro migliore e diverso da quello dei loro padri. Oggi tutto questo va scomparendo e la parola cultura stata sostituita da unaltra : tecnico. Ci che tecnico pare ai pi essere buono, in grado di fare ci che i comuni mortali non sono in grado di fare, un rullo compressore che tracima diritti e coscienze in nome di una forma di convivenza basata sul denaro e sul successo ( di pochi) che si vuole mantenere a tutti costi a spese di tutti gli altri. . Nellillusione che si potr un giorno ricominciare come se niente fosse accaduto. Illusione, appunto. Quando il tornado sar passato conteremo i resti, un mondo diviso sempre di pi tra pochi ricchi e miliardi di poveri, diritti azzerati, privilegi ancor pi consolidati. Sul terreno troveremo la giustizia morta di crepacuore, morta la cultura del diritto e del dovere, milioni di individui che non si porranno pi domande perch non ci saranno risposte. La cultura ormai chiusa in un recinto, quello degli intellettuali da strapazzo, vilipesa e messa in ridicolo perch con la cultura non si mangia. E quando hai cancellato la cultura cio il sapere, la coscienza critica, ti rimane un popolo molto pi facile da controllare, attento solo a soddisfare i bisogni primari e spiritualmente adatto ad obbedire, senza porsi domande. Un popolo colto sempre portatore di domande scomode, un popolo colto non accetta supinamente le decisioni che gli piovono dallalto, ma chiede, si informa, un cittadino attivo che sa che il bene pubblico, proprio perch tale, non pu essere trattato come fosse privato. Rammento una sera quando una donna , pressocch analfabeta del mio paese mi disse: non ti illudere, in Italia non cambier mai niente come mai niente cambia a Montemesola. Per sapere cosa succede in Italia, basta che guardi intorno a te. Lo disse in dialetto e fu un pugno nello stomaco: quella donna aveva capito ci che io mi rifiutavo di capire. E guardo il mio paese allora. Con lo sguardo di Italo Calvino quando scriveva: ..Lo Stato oggi consiste soprattutto nei cittadini democratici che non si arrendono, che non lasciano andare tutto alla malora. E vedo che non ce n forse un altro pi ideologizzato del nostro proprio oggi che le ideologie sono morte. Indietro nel tempo, rimasto ancorato al passato, ad una cultura della contrapposizione estrema, che non sviluppa cooperazione , tolleranza, ma diffidenza e sospetto. Una classe dirigente che fa dellinsulto pubblico e privato la propria carta di identit, senza un vero progetto per la comunit e che non accetta n critiche n domande, rifugiandosi nel paternalismo pi bieco, quasi noi cittadini fossimo bisognosi di continua assistenza ed incapaci di intendere e di volere.

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Piccoli interventi ordinari che vengono spacciati per straordinari, ordinanze sindacali usate con spregiudicatezza, senza timore del ridicolo , pronti a salire sul palco quando, in assenza o forse temendo di non ottenere abbastanza consensi, si urla nello sforzo di autoincensarsi minacciando tutto e tutti in un delirio di onnipotenza quasi incontenibile. Il tutto nellassenza pi assoluta di una politica culturale fondata, magari, sulla circolazione e sul confronto delle idee, su incontri culturali e comunque sulla condivisione di iniziative che consentano ai cittadini di venir fuori dallisolamento in cui la maggior parte di essi vive. E

allora mi chiedo e chiedo ai miei (scarsi) 25 lettori. questo il paese che vogliamo? questo il mondo migliore che ci avevano promesso e che abbiamo promesso ai nostri figli ? la cultura che vogliamo siamo sicuri che quella che appiattisce le posizioni, elimina il pensiero critico e insegue lautoreferenzialit? Mi d speranza una famosa considerazione di Henry Brougham la cultura rende un popolo facile da guidare, ma difficile da trascinare; facile da governare ma impossibile a ridursi in schiavit. Dovremmo crederci tutti.

Morte di Socrate - Jaques Luois David

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Riflessioni sul cosiddetto BENE COMUNE di Franco Perrino


Nellattuale vita sociale molte cose sembrano andare in coppia. Per es. bene e male, vita e morte, paradiso e inferno, anche guardie e ladri, democrazia e dittatura, lavoro e disoccupazione e, nellera del berlusconismo, bene comune e conflitto dinteresse. In particolare il concetto stesso di bene comune pare sconosciuto sia a i vecchi ma, soprattutto, ai nuovi amministratori della cosa pubblica. La vecchia Amministrazione aveva trasformato piazza IV Novembre in una piccola isola pedonale in godimento dellintera comunit e questo era un modo per concretizzare, in piccolo, lidea di bene comune. Di contro, a pochi mesi dalla scadenza del mandato amministrativo, sempre la passata amministrazione decideva di procedere alla lottizzazione della C1, rivelando un vero e proprio conflitto dinteresse ed in completo contrasto con lidea stessa di bene comune che sarebbe invece stato rispettato se si fosse dotato il paese del Piano Urbanistico generale. Con la nuova amministrazione, se possibile, va anche peggio. La C1 non solo viene confermata ma ne viene aumentata la volumetria ed il primo cittadino non esita ad affermare pubblicamente che lintervento destinato a tutelare gli interessi dei proprietari interessati. Ancora una volta il bene di tutti viene dimenticato, calpestato e , ancora una volta, si opera in regime di conflitto dinteresse. Anche lisola pedonale di piazza IV Novembre stata cancellata ( ad ogni cambio di amministrazione si tende a demolire ci che ha fatto la precedente) favorendo i proprietari di automobili , a scapito dei pedoni e , soprattutto, dei bambini : lo stesso sindaco Punzi ha dimenticato il tempo in cui in piazza si divertiva a giocare insieme al figlio con le macchinine elettriche. Lo stesso criterio stato portato avanti nella ristrutturazione dei marciapiedi: sempre pi spazio alle macchine contro la libert di grandi e piccoli di fruire di uno spazio pubblico comune, appunto, lormai scomparso bene comune. Si vive in pieno conflitto dinteresse ed a vincere sono sempre i pi forti a scapito dei pi deboli: vengono tutelati quando non ampliati i diritti degli automobilisti, dei bar e delle pizzerie cui vengono concesse porzioni sempre pi ampie dei marciapiedi che, invece, appartengono a tutti. Ma non finisce qui. Per insipienza politica i cittadini non vengono sufficientemente sensibilizzati sulla raccolta differenziata dei rifiuti: la raccolta appare ai pi lacunosa e improvvisata. Non basta ancora perch si restringono le libert democratiche con unordinanza sindacale che, in nome dellordine pubblico, vieta nei giorni di mercato qualunque forma di volantinaggio o di propaganda politica. Io che sono a Montemesola da oltre 60 anni non ho memoria di tafferugli o di animate discussioni, nemmeno quando sopra allera si trebbiava il grano. La verit che si vuole, ormai con protervia e prevaricazione, restringere sempre pi, passo dopo passo, il diritto dei cittadini ad essere informati ed a informare, diritto costituzionalmente garantito. Il tutto pare voglia suggerire ai cittadini di stare fermi e zitti perch assolutamente vietato disturbare il manovratore. Con tanti saluti al concetto stesso di bene comune ed infischiandosene del rischio grossolano di cadere nellabuso di potere. LUDC sostiene che laria cambiata. Certo che cambiata ma non in meglio e certamente non si tratta di aria pulita. Occorrer munirsi di una bu0na maschera antigas. Ed aspettare che passi la nottata.

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Laspetto urbanistico montemesolino ha subito, negli ultimi tempi , un sostanziale mutamento. Alcune opere fatte da questa amministrazione in materia di lavori pubblici stanno man mano cambiando il volto del nostro paese. Non solo in ambito architettonico, pensiamo al restauro del settecentesco Palazzo Marchesale, ma anche e soprattutto in ambito urbano. Una delle opere pi importanti sicuramente quella legata ai fondi PIRP e riguardante il rifacimento dei marciapiedi della zona Palazzotti, dove si sta provvedendo al cambio della pavimentazione e al loro restringimento, consentendo cos un pi ampio spazio alla sede stradale. Anche la riapertura al traffico di Piazza IV Novembre, per poco tempo zona pedonale, sottost alla stessa logica e cio quella di facilitare il corso delle auto. Per non citare il tentativo, stoppato dalla Soprintendenza, di eliminare la discutibile fontana posta al centro di Piazza Immacolata, dove comunque si provveduto a ridurre la dimensione della stessa, sempre per consentire un transito pi facile alle auto. Opere legittime, sintende. In fondo quello di rendere agevole il traffico di pubbliche vie deve essere un obiettivo di qualsiasi amministrazione. Di certo per non dovrebbe essere il principale e soprattutto non dovrebbe rompere quegli equilibri urbanistici-architettonici che a loro volta garantiscono quelli sociali, di vivibilit. Ad esempio, come osservato dalla consigliere DErchie, la riapertura della piazza principale al traffico e il simultaneo spostamento di molte manifestazioni in altre zone, non fa altro che svuotare la Piazza del suo significato pi proprio, cio quello di centro della vita cittadina. La Piazza cos, a differenza di come intesa nel suo senso originario, non pi il luogo dellincontro, delladunanza, della riunione. Tuttal pi gli spazi pubblici e fra essi la Piazza possono essere destinati alle pi svariate cazzatelle, mentre

Castelli

DI CARTE

di Massimo Miricola

la riunione e lincontro sono potenzialmente pericolosi e da evitare, come mostra la recente ordinanza del sindaco che ha vietato qualsiasi tipo di riunione (avete capito bene!) durante lo svolgimento del mercato settimanale (per inciso, lordinanza ha suscitato lo sdegno di tutta lopinione pubblica ed anche del Prefetto che ha invitato il sindaco a - diciamo cos - ripensarla). Gli spazi pubblici sono ancora la sede delle sezioni dei partiti vero, ma questi sono semplicemente l a fare bella mostra di s, con le loro belle e roboanti bacheche che si rivolgono ai cittadini senza che sia previsto il dibattito, la critica. Nella stessa maniera si svolgono i comizi, monologhi ossessivi e deliranti, a cui non concesso il diritto n di replica n della verit. significativo in questo senso linvito rivolto dal sindaco Punzi ai propri concittadini, durante un comizio svoltosi una domenica mattina, ad ascoltare le sue parole e a meditarne a tavola intorno a un piatto di orecchiette con i propri familiari: la casa ha preso il posto della piazza. E pensare che nellantica Grecia la piazza, oltre che sede di luoghi di culto, era anche il centro economico e politico, poich l si trovavano, ironia della sorte, proprio il mercato e le assemblee dei cittadini. Su una enciclopedia online si legge a proposito dellagor: I cittadini si riunivano per discutere i problemi della comunit e decidere collegialmente sulle leggi. Era contemporaneamente il luogo del mercato e il centro economico e politico, e perci vi sorgevano gli edifici pubblici, gli uffici, i teatri. Lagor fu unautentica invenzione urbanistica, che non trov riscontro n nei centri del vicino Oriente n in quelli micenei dove tutto dipendeva dal re e non cera bisogno di un luogo

La citt ideale-Anonimo

dove tenere lassemblea. Il nostro re invece ha deciso ultimamente che non si costruir il castello fatato ma che arrivato il momento di edificare nella cosiddetta zona c1, e la cosa ha suscitato accese polemiche in paese. Polemiche nate intorno a quello che il sindaco intenderebbe per favorire i proprietari della zona. E immaginabile daltronde che la questione proprietari della zona sia solo un anello di quella grande catena arrugginita che comprende le concessioni edilizie, il danno al territorio, i lavori pubblici, la speculazione finanziaria... Quello che pi manca daltronde a tutto questo gran da farsi un progetto da seguire, unidea di base che guidi lazione amministrativa, in mancanza delle quali ogni azione diventa inutile se non controproducente. Cio in poche parole, cosa vuole farne il sindaco del Palazzo Marchesale allindomani del suo restauro? Oppure, a cosa serve la costruzione di centinaia di appartamenti se alla base non c un piano edificatorio generale? O ancora, che razza di pianificazione quella per cui si restringono marciapiedi e poi si chiede ai cittadini di eliminare le cantine visto che i marciapiedi sono stretti? Che senso ha allargare la sede stradale per consentire un pi agevole transito alle auto se poi quelle strade diventano parcheggi abusivi e cos di fatto la circolazione va peggio di prima? Tutto si tiene in piedi come castelli di carte...

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Di cosa vi beate?
di Aldo Brancone
Visto che ai nostri Amministratori piace giudicarsi da soli, incensandosi e appuntandosi medaglie a forma di crocifisso sul petto, potremmo anche rinunciare a scrivere queste poche righe. Ma insistiamo nel farlo proprio per ricordare loro che, se Dio c, sicuramente non alloggia nella loro sezione. Vediamo di che si tratta. Attualmente la nostra cittadina completamente immune al trend positivo che la regione Puglia sta portando avanti da un po di anni a questa parte. Questo perch ogni iniziativa intrapresa dai nostri amministratori concepita in maniera aleatoria, per usare un eufemismo. Partiamo dai lavori di restauro del Palazzo Marchesale. Tralasciamo la questione delle nuove volumetrie costruite con materiali di dubbia coerenza edificatoria e consideriamo invece unaltra questione altrettanto importante e cio: cosa ne sar del Palazzo Marchesale dopo il suo restauro? Corriamo il rischio di spendere denaro pubblico per ottenere alla fine una scatola vuota? A TUTTOGGI non dato conoscere alcun progetto che ponga in relazione restauro ed uso futuro del palazzo marchesale! Quindi chiediamo: in quale ottica di sviluppo viene inquadrato questo restauro? Quello che di certo possiamo constatare che nella ricorrenza dei duecento anni dalla morte di Andrea Saraceno, ultimo marchese di Montemesola, al quale si devono lattuale struttura urbanistica del nostro paese e molte opere importanti, nulla stato detto n da parte dei nostri amministratori n da altri. Un restauro si sa, muove un bel p di denaro, ed da mediocri, oltre che da superficiali, far credere ai montemesolini che per tale opera il comune non ha sborsato un solo euro (almeno cos recitava un cartello esposto davanti alla sede politica dei nostri amministratori). I soldi pubblici sono comunque sempre soldi nostri, e se a fine lavori si dovesse ottenere una scatola vuota sarebbe lennesimo atto di incuria del bene comune a danno di noi montemesolini. Abbiamo limpressione che In fondo per i nostri amministratori ci che conta far vedere che si sta lavorando, poco conta capire per cosa e perch. Questo modo di fare cos malato di populismo, d luce e fa da limo ad un sistema che sventola la bandiera del lavoro in nome delle iniziative pi inutili quando non dannose, il tutto innaffiato dalla facile retorica del fare per la crescita e lo sviluppo. Ma sempre di scatole vuote si tratta.

Veniamo adesso alla questione del nuovo piano particolareggiato c1,. La nostra classe dirigente infatti spaccia la costruzione di un nuovo lotto di appartamenti come un occasione di sviluppo del territorio. Questo stesso modo di pensare ha fatto si che le nostre coste, le nostre montagne e le nostre valli venissero invase da ecomostri e da fiumi di cemento, a discapito di meraviglie paesaggistiche delle quali tutti noi godevamo. A qualcuno di voi magari questo paragone potr sembrare esagerato, infatti la nostra fortuna quella di avere bellezze non apprezzate dagli speculatori del cemento , altrimenti avrebbero gi cominciato a cementificare anche la gravina. Ovviamente il piano particolareggiato C1 non ha niente a che vedere con il concetto di sviluppo del territorio. Al massimo possiamo parlare di espansione di qualche migliaia di metri cubi di cemento in pi. Questopera urbanistica non sar mai indice di sviluppo, essa porter solo benefici per pochi (proprietari dei suoli e signori del cemento). Ma anche in questo caso i sostenitori di tale iniziativa tirano in ballo cialtronerie di stampo populista; la creazione di nuovi posti di lavoro, la tutela degli interessi dei proprietari di quei suoli e dulcis in fundo, la possibilit di affittare alcune di queste case a qualche trasfertista di aziende come l Alenia. Cos di chiacchiera in chiacchiera, sacrificano il territorio e ammazzano il concetto stesso di bellezza. Tale concetto infatti fa a pugni con gli agglomerati di case tutte uguali che sembrano figli di uno scatolone di mattoncini della lego. La bellezza invece va a braccetto con le rovine della nostra gravina, con gli angoli del nostro centro storico, con il profumo di storia emanato dai nostri monumenti. Ci che noi intendiamo per sviluppo la conservazione e la rivalorizzazione del nostro, se pur piccolo, patrimonio storico-culturale e paesaggistico. Fa pena vedere i marciapiedi del nostro centro storico, appena rifatti, giacere ai piedi di case con prospetti fatiscenti o mattonati come linterno di un bagno! Il lavoro da fare tanto e non si ancora iniziato, magari si potrebbe venir incontro ai proprietari aiutandoli finanziariamente nella ristrutturazione esterna. Stanno o no arrivando un sacco di soldi? Costa tanto coinvolgere la popolazione in una ristrutturazione del centro storico che riguarda tutti, anche quelli che abitano in periferia? Lo stesso ragionamento andrebbe fatto a proposito della messa in sicurezza delle botole delle antiche cantine

Che senso ha il vostro costruire Dov il piano che seguite, Te lo mostreremo appena giornata, ora non possiamo

(Italo Calvino, Le citt invi

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montemesoline, sulle quali il Sindaco ha emesso unordinanza ad hoc. Ma non finisce qui: esiste un altro , a sentir loro, favoloso progetto, quello dellimpianto fotovoltaico sulle strutture di propriet comunale. Avremmo voluto collaborare, offrire idee e sostegno. Infatti , prima della pubblicazione del bando abbiamo scritto una lettera al Sindaco, esprimendo la volont di voler partecipare pi attivamente a questo progetto. Ma da parte dei nostri amministratori che si dicono a parole sempre aperti al confronto, non c stata alcuna risposta!! Probabilmente perch avrebbero dovuto spiegare le ragioni per le quali esso sembra partorito pensando solo ed esclusivamente a far cassa: se avessero trovato un pozzo di petrolio per loro sarebbe stato di certo meglio!

Cari amministratori, i progetti che si possono definire a ragion veduta favolosi sono quelli collettivi che coinvolgono i cittadini facendoli sentire protagonisti in casa propria. Basta guardare a ci che accaduto a Melpignano nel 2009 o a Castelleone in provincia di Cremona nel 2010 dove , grazie allintervento attivo dei cittadini , si sono potute realizzare iniziative di rilevante spessore pubblico. La verit che da soli o trattando i concittadini da sudditi non si va lontano,e le chiacchiere restano a zero.. Quindi di cosa vi beate?! . Don Tonino Bello diceva Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con unala soltanto: possono volare solo abbracciati.

e? il progetto? termina la o interrompere

isibili)

ULTIMORA
-Stop ai lavori di restauro del Palazzo Marchesale. La Regione Puglia, su segnalazioni di Sel e PDCI alla Sovrintendenza ed al Ministero dei beni Culturali, sospende i finanziamenti e chiede chiarimenti al Comune su molteplici irregolarit nellesecuzione dei lavori di restauro. -Stop del Prefetto allordinanza del Sindaco che proibiva ai cittadini di riunirsi liberamente nellarea di Largo Osanna tutti i venerd, durante lorario del mercato, in quanto lesiva del diritto dei cittadini di manifestare liberamente.

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Chi muore?

LOT TA

&

OESIA P
Ora tocca a voi battervi giovent del mondo; siate intransigenti sul dovere di amare. Ridete di coloro che vi parleranno di prudenza, di convenienza, che vi consiglieranno di mantenere il giusto equilibrio. La pi grande disgrazia che vi possa capitare e di non essere utili a nessuno, e che la vostra vita non serva a niente

Lentamente muore chi diventa schiavo dellabitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia di vestire un colore nuovo, chi non parla a chi non conosce. Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero al bianco e i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti allerrore e ai sentimenti. Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi e infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per lincertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in s stesso. Muore lentamente, chi distrugge lamor proprio, chi non si lascia aiutare. Muore lentamente, chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante. Lentamente muore, chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Raoul Follerau

I Martiri della Libert I frutti della libert, di cui ora godiamo, furono coltivati sul nostro suolo con lunghi e mortali dolori. non vi un paese straniero che non fosse pieno dei nostri esuli, che non sedesse italiani accorrenti a combattere per i diritti dei popoli. In Italia non vi carcere non santificato dei patimenti degli uomini pi generosi; non vi palmo di terreno non bagnato dal sangue dei martiri della libert. I nostri in ogni tempo protestarono morendo, contro la tirannide che opprimeva la Patria e spirarono fermamente convinti che il loro sangue sarebbe stato fecondo di libera vita ai futuri. A. Vannucci

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo Paco Ignacio Taibo II di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto lardente pazienza porter al raggiungimento di una splendida felicit.

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Ode alla vita, di Martha Medeiros

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