Sei sulla pagina 1di 4

Novembre 201 1

ACCE TR
E...STATE CON LORO!

Chi per lo sport ha le masse al suo fianco, chi per la cultura ha le masse contro, e per questo tutti i governi sono sempre per lo sport e contro la cultura. Thomas Bernhard

volantino dinformazione del circolo montemesolino di Sinistra Ecologia Libert Tina Modotti http://traccemontemesola.blogspot. com

Unestate passata, la seconda dal cambio di vertice al Comune di Montemesola! Rispetto agli anni precedenti, segnati da un umore funereo, qualche segno di cambiamento c stato; in effetti si vista pi gente affollare le serate estive, soprattutto nelle ore serali in prossimit degli impianti sportivi, in un ritrovato clima di entusiasmo, quasi mistico e liberatore rispetto al passato ! Unestate passata sopra allEra ad ammirare il continuo rimbalzare di palle in aria, rincorse da giovani ambosessi, metafora vivente della voglia di cambiamento...eeeehh...Viaaa !!!! La palla che vola ancora pi in alto !!! Che non si dica che nulla cambiato !!! Guardate che salto, guardate che entusiasmo !!! E che fisico !!!! Lorgoglio di mamma e pap, amici e parenti che sono venuti a vederci !!!! Pi in l, un chiosco, con dei tavolini, affollato, come affollate le panchine di gruppi e comitive, come in una nuova primavera montemesolina, nel luogo in cui fino a un decennio fa si fricchettava e si rattava quasi alla luce del Sole, e ci si confrontava, crescendo ognuno con le sue unicit..., area quasi riconvertita ad isola pedonale (lunica di tutto il paese) per ammirare non si sa bene cosa...sicuramente non il Lungo Cimitero !!! Oltre il portone di San Gennaro, Via Roma per la prima volta aperta al traffico veicolare, che poteva finalmente dispiegare tutte le nevrosi degli automobilisti montemesolini ! Aaaah !!!! quanti sospiri al monossido di carbonio regalati alle famiglie che, come ogni anno, affollano i marciapiedi della Via principale del Paese !!! Aaaahhh !!! quanti rumori e olezzi di veicoli in transito tra chi sedeva con amici e parenti sulluscio di casa e i pedoni in slalom sui marciapiedi !!! Ed intanto chi ci amministrava ed amministra restringeva i marciapiedi del centro storico con i fondi destinati alla riqualificazione delle periferie !!! Geniale !!!! Montemesola da capitale del volley a circuito cittadino per gare automobilistiche. Sopra allEra, dunque, agonismo sportivo, illusione di cambiamento, bevendo un drink al chioschetto, e rilanciando una palla in aria, in una periferia che si fa centro, ed un centro storico che poco pi in l diventa periferia, mentre tuttintorno Montemesola brucia...brucia Monte Salete, brucia il Pozzo del Pastore, brucia lArea Comunale vicino Masseria Era, bruciano le colline intorno alle Cave...e brucia la Giornata Ecologica voluta dal Sindaco, nelle percentuali di differenziata tre volte inferiori alla peggiore Napoli, nelle discariche abusive in localit di propriet comunale e in prossimit delle cave dismesse, il tutto in aree che dovrebbero essere tutelate da un Parco Regionale...E cos rimane leco dellentusiasmo di generazioni non pi forgiate dalla vita vera, ma da un mondo dove si piange Steve Jobs e le sue creazioni che avrebbero cambiato la vita di tutti noi, omologate dal sempre uguale e fine a se stesso. Sinistra Ecologia Libert ha denunciato lo scempio del Pozzo del Pastore, propriet pubblica distrutta da un incendio e divenuta persino luogo di scarico di materiali edili, e lindifferenza assoluta dellamministrazione comunale e di molti montemesolini rispetto ai temi ambientali; sul punto, da alcuni cittadini, ci siamo sentiti dire delle cose irripetibili, vera e propria sintesi di un Non pensiero, cose che non ripeteremo per rispetto dellintelligenza, non solo umana, ma anche animale. La verit che a questi ultimi abbiamo gi tolto un sogno, e cos alle prossime gare li vedremo lanciare la palla un po pi in basso...a questi concittadini, che tante speranze hanno riposto in quei baldi giovani che sono ora i nostri amministratori, noi educatamente diciamo: E...state con loro !!!!

C TRA

CE

METAMORFOSI DI UN LUPO
di Antonia T agliente

(ovvero storia semplice di come imparare a morire, ucciso, senza lamentarsi)

Cera una volta un lupo, n buono n cattivo, che seguiva la sua natura, cio faceva il lupo: era grande e grosso, pelo grigio, coda lunga, occhi neri e denti affilatissimi. Soprattutto i canini erano cos affilati che i malcapitati che venivano azzannati non avevano neanche il tempo, prima di tirare le cuoia, di dire boh!. Chiss come e chiss perch, dominava una terra immensa assai popolata da animali docili per lo pi, abituati ad obbedire e ad ascoltare le parole e i discorsi del lupo di cui temevano la forza. Aveva convinto tutti gli animali che abitavano quella terra che, se gli avessero obbedito, lui avrebbe garantito loro il nutrimento e la sopravvivenza. In gran massa gli dissero di s anche perch il lupo prendeva su di s tutti i loro problemi, cercava di risolverli e prendeva tutte le decisioni, le migliori possibili, sosteneva, per loro e per i loro figli. In cambio pretendeva solo una cosa: che lavorassero per lui la terra, da mane a sera, senza avanzare pretese perch altrimenti, diceva, li avrebbe cacciati e sarebbero morti di fame e di stenti e pi nessuno si sarebbe occupato di loro. Cos passarono i tempi: il lupo figli e i figli furono lupi come lui ed alcuni si spostarono pi a Nord dove aprirono delle fabbriche nelle grandi citt. Di l chiamarono gli animali del Sud che in gran massa obbedirono perch, come sostenevano tutti i lupi, l al Nord avrebbero vissuto meglio. E cos fu. Solo che i lupi, che continuavano a figliare, diventavano sempre pi grassi, il pelo sempre pi lucido e i denti sempre pi affilati, mentre gli animali, quasi sempre docili, diventavano ogni giorno pi magri ma lavorando stringevano i denti perch speravano col tempo di diventare essi stessi lupi. Anche al Sud i lupi aprirono delle fabbriche, poche per carit, ed anche l gli animali rimasti andarono a lavorare senza chiedersi n perch n per come: sarebbero stati meglio, dicevano i lupi. E cos fu. E gli animali non si accorsero dei fumi che uscivano dalle ciminiere di quelle fabbriche, non videro lacqua del loro mare divenire sempre pi putrida, non sentirono il puzzo dellaria. Lavoravano ed erano convinti che un giorno sarebbero diventati grassi come i loro padroni. Ma non fu cos perch i lupi continuarono a figliare ed i loro denti diventarono sempre pi affilati. Si spostarono in terre lontane, in case al di l delle nubi dove costruirono un Luna Park meraviglioso, pieno di giocolieri, di clown, di zucchero filato; un paese dove non si dormiva mai e notte e giorno si ballava e ci si divertiva. Gli animali chiesero di poter lavorare anche l ma questa volta i lupi dissero di no. Al massimo potevano vendere loro, a prezzo di costo per carit, i biglietti per entrare da l a dieci, venti, trentanni: avrebbero dovuto aspettare ma alla fine sarebbero entrati, avrebbero visitato il Paese delle meraviglie e l avrebbero vissuto felici e contenti. E cos fu; gli animali

comprarono i biglietti e aspettarono lingresso in paradiso. Un giorno per scoprirono lamara verit: i biglietti che avevano comprato erano carta straccia e non portavano da nessuna parte. I lupi erano fuggiti con i loro soldi chiudendo anche le fabbriche; le ultime rimaste erano state spostate in altre terre dove cerano animali cos affamati che lavoravano quasi gratis. Furono tempi duri per i docili animali: anche loro avevano figliato ma i loro figli non solo non avevano pi un lavoro ma non avevano laria per respirare, lacqua da bere, cibo da mangiare. Furono tempi di paura ma in tanti speravano ancora che tra i lupi rimasti, anche se avevano anchessi il pelo lucido e i denti affilati, ci fosse qualcuno disposto ad aiutarli veramente. Infatti tra gli animali impauriti si aggiravano lupi bianchi, grigi e neri ed ognuno di loro faceva promesse ed indicava soluzioni a seconda del colore del pelo, tante soluzioni meno quella che gli animali volevano sentire: la caccia al lupo. E venne il giorno in cui i mansueti, i figli dei figli dei figli, con occhi grandi e nessuna speranza nel cuore, organizzarono una giornata, addirittura in tutta la terra, di protesta: non volevano pi un mondo pieno di lupi, volevano vivere da animali liberi, in grado di decidere da soli. E si prepararono: bandiere, cartelli, panini e palloncini, musica e slogan contro i lupi e in una bella giornata di sole, cominciarono a sfilare per le vie della citt pi grande del Paese. And tutto storto: tra loro avanz chi voleva usare la forza, sembravano animali mansueti ma forse erano figli dei lupi essi stessi, chiss. Sta di fatto che la grande citt fu distrutta e la giornata di protesta fall .

C RA

CE

Nessuno parl nei giorni seguenti delle richieste degli animali mansueti ma solo di quelli che avevano messo a ferro e fuoco la citt. E per una volta tutti i lupi, pur col pelo di colore diverso, si trovarono daccordo: gli animali mansueti non avrebbero pi potuto sfilare per le strade e per gli animali ribelli ci sarebbe stata una punizione esemplare. E in tanti pensarono: adesso verr un lupo pi lupo di tutti gli altri e metter le cose a posto. Ma venne il giorno in cui i lupi , mai sazi, cominciarono a sbranarsi tra loro perch quel che cera da togliere ai mansueti, non bastava pi per tutti. Sangue di lupi arross la terra e i superstiti vagavano da un paese allaltro alla ricerca di nuove terre, di altri animali mansueti da incantare. E arriv il giorno dellIra: i docili, da Sud a Nord, da Ovest a Est su tutta la terra assalirono in forze i lupi sempre pi famelici, li richiusero in enormi recinti, senza cibo, perch potessero cibarsi uno dellaltro e finalmente saziare leterna fame, ululando alla luna. I docili volsero loro le spalle e li abbandonarono al loro destino. In ogni paese dellintera terra gli animali, finalmente liberi, si organizzarono da soli con buone leggi. Unica regola inviolabile: lespulsione di ogni animale cui fosse cresciuto anche un solo pelo di lupo, di qualunque colore. Memori dei denti affilati e dellantico detto, ancor oggi in uso: il lupo perde il pelo ma non il vizio. La favola finisce qui. Coloro che hanno avuto la pazienza di leggerla avranno di certo riconosciuto la grande metafora dei nostri tempi. La conclusione aperta; oltre quella proposta ce ne sono cento altre, tutte possibili anche se non tutte a misura duomo. Si tratta di scegliere. Per gli antichi greci il futuro era nelle mani degli dei, oggi forse dovremmo cominciare a credere che il futuro nelle nostre mani. Come diceva Enrico Berlinguer: Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sullingiustizia.

Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sullingiustizia.

C RA

CE

LA PROPAGANDA SULLA SICUREZZA STRADALE


Noi di SEL chiediamo alla nuova Amministrazione di smetterla di prenderci in giro, umiliando la nostra intelligenza, con la propaganda sulla sicurezza stradale. Siamo stufi delle strumentalizzazioni, proviamo vergogna per i provvedimenti atti allincremento di quella che loro chiamano sicurezza stradale. Prima i dossi artificiali, poi i semafori, ora i photored, domani forse lesercito. Crediamo che linstallazione dei semafori indichi il fallimento dei dossi precedentemente installati, e di conseguenza linstallazione dei photored indica il fallimento dei semafori! A meno che non si voglia sperimentare la propriet cumulativa dei deterrenti. Provvedimenti privi di urgenza e soprattutto superfui, visto il numero di incidenti avvenuti in quei punti. Il motto di questa Amministrazione probabilmente sar il famoso: prevenire meglio che curare! Ma non si mai visto costruire argini in posti dove non ci sono fiumi, non si fanno vaccini contro la malaria in posti dove essa non esiste! In poche parole inutile installare semafori nel deserto. Sappiamo benissimo quanto stia a cuore a questi amministratori lincremento delluso dellautomobile, abbiamo gi constatato, nel restringimento di alcuni marciapiedi del centro storico, la loro volont di creare una citt a misura di automobile. E ci chiediamo anche a cosa servono tutte quelle strisce pedonali in un paese dove, sicuramente non solo grazie alle tendenze amministrative, la maggior parte dei cittadini usa lautomobile per percorrere distanze irrisorie. Per i nostri amministratori sono attenti anche alle minoranze, ed per tutelare quei pochi cittadini che preferiscono non usare lautomobile, che hanno ben deciso di imbiancare rettangoli di manto stradale, permettendo loro di attraversare la strada senza nessun pericolo. Anzi siamo convinti che i semafori e i photored saranno installati anche allinterno del centro storico, perch in fondo la sicurezza stradale viene prima di tutto, anche prima dello sport!

HABEMUS GEOMETRAM
A noi di SEL non meraviglia affatto che per la recente selezione del nuovo geometra comunale sia stata scelta una modalit di valutazione discutibile. In fondo sappiamo bene che tutti hanno sempre fatto cos, e facendo noi gli scandalizzati, correremmo il rischio di sembrare, agli occhi dei montemesolini ormai assuefatti allandazzo generale, degli sprovveduti se non proprio dei marziani. Quello che invece ci ha stupito negativamente di questa vicenda stata la preoccupante impreparazione dimostrata dai giovani montemesolini. Infatti, allinterno della graduatoria di selezione non ce n nemmeno uno. Sar questo il risultato della scarsa importanza data allistruzione nel nostro paese?! Investire nella cultura, anche se vuol dire spendere molti soldi oggi, significa per fare un patto col futuro, col lavoro, nella prospettiva di una vita migliore per tutti noi. Vedere i nostri ragazzi invece, senza una biblioteca dove poter studiare e confrontarsi col mondo, avvilente. Vedere i nostri ragazzi senza un teatro o un auditorium, costretti a eseguire il saggio di fine anno nel parcheggio della scuola media, frustrante, ecc. Se a questo aggiungiamo la concezione sempre pi rassegnata dei nostri giovani, secondo cui non con limpegno che si raggiungono gli scopi ma grazie a decisioni prese altrove, ecco che la modalit adottata dal Comune per la selezione del nuovo tecnico diventa un messaggio altamente diseducativo. Ed proprio per questo che i concorsi pubblici dovrebbero essere indetti per titoli ed esami piuttosto che per titoli e simpatie.
HABEMUS GEOMETRAM

C RA

CE

Potrebbero piacerti anche