L'atteggiamento una tendenza psicologica che viene espressa valutando una particolare entita con qualche grado di favore o sfavore (Eagley e Chaiken 1993) Tendenza = predisposizione a rispondere valutazione = giudizio favorevole o sfavorevole Entita = persone, oggetti, idee, se stessi L'atteggiamento indica quindi un orientamento nei confronti di un oggetto secondo l'asse del piacere- dispiacere, rispecchia un insieme di affetti e cognizioni e attiva una tendenza a esprimersi o ad agire pro o contro 2 !l modello tripartito Rosenberg e Hovland 1960 L'atteggiamento verso un oggetto determinato da 3 tipi di informazioni: conoscenze, affetti e comportamenti. Quindi le valutazioni riguardanti un certo oggetto possono essere: - Risposte cognitive (insieme di conoscenze e opinioni, dichiarazioni di credenze la sx a favore del popolo) - Risposte affettive (sentimenti ed emozioni in relazione all'oggetto odio la dx) - Risposte comportamentali (azioni messe in atto in merito ad un oggetto e le dichiarazioni concernenti le intenzioni comportamenti ho votato sx o non votero mai dx) 3 La ricerca sugli atteggiamenti La ricerca sugli atteggiamenti abbraccia essenzialmente due grandi aree di indagine: - La relazione atteggiamento-comportamento, gli effetti che gli atteggiamenti hanno sul nostro comportamento. Fino a che punto gli atteggiamenti sono un utile strumento di previsione del comportamento? - !l cambiamento degli atteggiamenti. possibile modificare gli atteggiamenti? Se si attraverso quali metodi? vengono esaminati in particolare gli effetti della comunicazione persuasiva sugli atteggiamenti + Atteggiamento-comportamento Nel pensiero comune sembra scontato che ci sia un rapporto lineare tra atteggiamento e comportamento (es: preferenza genere musicale cd acquistati). Questa relazione non cos semplice ma il contesto sociale in cui il comportamento ha luogo la influenza e la puo modificare (ad es. atteggiamento verso il trasporto pubblico e utilizzo del mezzo privato) Studio di La Piere (193+): viaggia con un coppia di cinesi negli USA in 200 hotel e solo 1 rifiuta di ospitarli; 6 mesi dopo scrive lettere x chiedere se servivano clienti cinesi e il 92 si dichiara contrario differenza tra pregiudizio e comportamento discriminatorio 5 Atteggiamento-comportamento Debolezza degli atteggiamenti nel proporsi come validi predittori del comportamento Wicker (1969) passa in rassegna +2 ricerche e trova una correlazione media molto bassa (r= 0.15) !l problema di fondo e che anzich chiederci se gli atteggiamenti predicono il comportamento, dobbiamo analizzare quali sono i casi in cui possibile riscontrare una buona correlazione Secondo Fishbein e Ajzen (197+) la causa risiede nella differenza del livello di generalitafspecificita tra le misure di atteggiamento e comportamento: in genere il comportamento misurato altamente specifico e la misura di atteggiamento generica 6 Atteggiamento-comportamento come se misuriamo l'atteggiamento generale verso la religione per prevedere il comportamento andare a messa ogni domenica Se vogliamo comprendere quanto un atteggiamento prevede un comportamento occorrono degli indici di atteggiamento specifico per quel comportamento. Studio di Davidson e Jaccard (1979) sull'uso della pillola tra donne sposate: utilizzano due misure, 1 generale (atteggiamento verso il controllo delle nascite) e 1 specifica (a. verso l'uso della pillola per un periodo di tempo); dopo 2 anni le donne vennero contattate e l'a. generale non era una misura predittiva, ma quello specifico si 7 Atteggiamento-comportamento Per comprendere la relazione A-C bisogna distinguere 2 diverse condizioni: quando il nostro comportamento volontario e pianificato e quando il comportamento spontaneo o automatico Questa distinzione presente in molte teorie sugli atteggiamenti (v. dopo) Secondo alcune ipotesi teoriche gli elementi di aggancio tra gli atteggiamenti e azioni sono le dichiarazioni di intenzioni comportamentali in circostanze specifiche attraverso le intenzioni, le inclinazioni e le preferenze si trasformano in scelte e che si decida di mettere in atto un comportamento 8 Teoria dell'azione ragionata F!SHBE!N E AJZEN 1975 Spiega come gli atteggiamenti possono guidare il comportamento attraverso una ponderata valutazione delle intenzioni il comportamento determinato dall'intenzione di eseguirlo: una volta espressa con attenzione, l'intenzione il piu importante elemento predittivo del comportamento Na spesso conoscere la sola intenzione non basta per prevedere un'azione: per es., voglio assolutamente comprarmi una moto grossa, ma tutti i miei familiari sono molto preoccupati Allora quali fattori rendono piu probabile che un intenzione si trasformi in azione? 9 Teoria dell'azione ragionata F!SHBE!N E AJZEN 1975 Secondo questa teoria i principali determinanti dell'intenzione comportamentale sono: - L'atteggiamento verso il comportamento (che una valutazione personale) (piacere) - Le norme soggettive, che sono credenze su come gli altri giudicano quel comportamento una pressione sociale percepita a eseguire o meno quel comportamento (per non deludere) (dovere) La teoria stata applicata con risultati positivi ai comportamenti di consumo, la salute, il voto, le attivita del tempo libero sono tutte situazioni sotto il controllo volitivo 10 Teoria del comportamento pianificato AJZEN 1988 Emerge una visione dell'uomo come essere volitivo, capace di mettere in atto delle azioni coerentemente con le proprie intenzioni e tenendo in considerazione le aspettative delle persone per lui importanti Per riuscire a prevedere anche comportamenti il cui esito non del tutto sotto il controllo volitivo, Ajzen ha esteso il modello nella t. del comportamento pianificato, che introduce un nuovo antecedente delle intenzioni, il controllo comportamentale percepito la credenza di quanto facile o difficile probabile che si riveli l'esecuzione del comportamento (simile all'autoefficacia) 11 Teoria del comportamento pianificato AJZEN 1988 Ci si aspetta che una persona sviluppo un'intenzione di mettere in atto un comportamento soprattutto quando avverte la convinzione di poter portare a termine con successo quel determinato corso di azioni Cio stato messo in evidenza da numerose ricerche in ambito di promozione della salute dove comportamenti desiderabili e raccomandati (diete, esercizi) non vengono intrapresi a causa della sensazione di non essere in grado di perseverare in una condotta salutista ( valido anche per i comportamenti a rischio) 12 Teoria del comportamento pianificato AJZEN 1988 Credenze comportamentali Considero importante avere una nuova moto x avere + sicurezza Credenze normative Per me importante l'approvazione dei miei familiari e penso che sono d'accordo Credenze sul controllo probabile che riesca a mettere da parte i soldi per l'acquisto della moto Atteggiamento verso il comportamento Ni piacerebbe comprare una moto nuova Norma soggettiva ! miei familiari approvano l'acquisto Controllo comportamentale percepito Posso permettermi di comprare una moto Intenzione comportamentale Comprero una moto Comportamento Compro la moto 13 !l modello NODE FAZ!O 1986, 1990 ! modelli precedenti concepiscono l'uomo come essere razionale che prende decisioni e sviluppa delle intenzioni ma le recenti acquisizioni della psicologia sociale ha messo in luce come i processi mentali coinvolti nell'interazione con il mondo sociale avvengano, in gran parte, al di fuori della nostra consapevolezza !l modello MODE (Notivation and Opportunity as Determinants) postula invece 2 percorsi che collegano gli atteggiamenti al comportamento: uno secondo una modalita di elaborazione volontaria e uno secondo una modalita spontanea e automatica 1+ !l modello NODE FAZ!O 1986, 1990 La modalit di elaborazione volontaria segue un percorso come quello descritto dalle teorie precedenti (A.R. e C.P.); questo processo caratterizzato da un grande sforzo cognitivo che implica l'analisi delle informazioni disponibili e l'esame dei costi e benefici valutazione intenzioni comportamento Le 2 condizioni fondamentali sono: Motivazione in particolare il timore dell'errore , il bisogno di evitare una conclusione inesatta, di non passare x persone che si affidano ai pregiudizi Opportunit dobbiamo avere il tempo e le risorse di elaborazione necessarie x intraprendere un processo decisionale volontaria ( difficile) 15 !l modello NODE FAZ!O 1986, 1990 La modalit di elaborazione volontaria segue un percorso come quello descritto dalle teorie precedenti (A.R. e C.P.); questo processo caratterizzato da un grande sforzo cognitivo che implica l'analisi delle informazioni disponibili e l'esame dei costi e benefici valutazione intenzioni comportamento Le 2 condizioni fondamentali sono: Motivazione in particolare il timore dell'errore , il bisogno di evitare una conclusione inesatta, di non passare x persone che si affidano ai pregiudizi Opportunit dobbiamo avere il tempo e le risorse di elaborazione necessarie x intraprendere un processo decisionale volontaria ( difficile) 16 !l modello NODE FAZ!O 1986, 1990 NotivazionefOpportunita SI NO Teoria del C.P. Atteggiamenti forti Nodalita spontanea Nodalita volontaria Attivazione automatica Attivazione automatica SI NO C collegato ad A C non collegato ad A 17 !l modello NODE FAZ!O 1986, 1990 verifiche sperimentali dell'accessibilita: atteggiamento in merito a 2 candidati alle elezioni (viene segnato il tipo di risposta e il tempo) il minor tempo del giudizio indica la maggiore accessibilita dell'atteggiamento, la forza dell'associazione tra oggetto (candidato) e la valutazione su di esso (atteggiamento dei soggetti); dopo le elezioni venne chiesto a chi si era dato il voto (comportamento) il miglior indicatore era il tempo (tanto + velocemente rispondevano tanto + si comportavano coerentemente) !n questi modelli vengono presi in considerazione solo gli atteggiamenti specifici verso determinati comportamenti 18 !l cambiamento nell'atteggiamento Questo concetto solleva grande interesse perch costituisce uno strumento per influenzare il comportamento modificando gli atteggiamenti si possono motivare le persone ad agire nei modi desiderati La persuasione il processo con cui intenzionalmente le persone inducono gli altri a modificare i loro atteggiamenti ! primi modelli teorici vedono il cambiamento di atteggiamento come il risultato di un'attivita cognitiva di elaborazione delle informazioni (processi controllati) scuola di Yale (Hovland, Janis e Kelley 1953): per studiare una comunicazione persuasiva efficace bisogna considerare 3 fattori (chi dice cosa a chi) 19 !l cambiamento nell'atteggiamento !n quest'ottica la comunicazione persuasiva vista come un processo a 3 fasi in sequenza temporale: caratteristiche della fonte, natura del messaggio e caratteristiche di colui che riceve la comunicazione Diversi esperimenti: fonte (attraente o credibile), natura del messaggio (se l'uditorio sostiene la posizione comunicazione schierata; se no aspetti a favore e contro) Da queste riflessioni NcGuire (1986) sviluppa il paradigma dell'elaborazione dell'informazione, che spiega la persuasione nei termini di un processo cognitivo in 6 fasi: Esposizione al messaggio, attenzione, comprensione dei contenuti, accettazione, ritenzione del nuovo atteggiamento e traduzione del nuovo atteggiamento in comportamento 20 !l cambiamento nell'atteggiamento Secondo questo modello il cambiamento di A ha luogo se il soggetto elabora attentamente il contenuto del messaggio persuasivo il limite che le variabili motivazionali non vengono considerate Le teorie piu recenti invece raccolgono l'idea che il cambiamento di atteggiamento avvenga attraverso l'elaborazione dei contenuti del messaggio e la integrano postulando l'esistenza di forme di persuasione in cui gli individui si pongono in maniera sostanzialmente passiva di fronte alla comunicazione modelli duali del cambiamento di atteggiamento (perch prevedono 2 processi) 21 Nodello della probabilita dell'elaborazione PETTY E CAC!OPPO 1981 Sostiene che il cambiamento di atteggiamento possa avvenire seguendo 2 percorsi distinti e separati: un percorso centrale e uno periferico P. centrale: analogo al modello di elaborazione cognitiva le persone prestano attenzione alla comunicazione persuasiva e si impegnino in un'elaborazione accurata dei contenuti; quando si segue questo percorso assume un importanza centrale la qualita dell'argomentazione i soggetti vengono persuasi solo se le argomentazioni del messaggio provocano pensieri favorevoli rispetto all'oggetto della comunicazione. !n questo caso le persone devono essere motivate ad elaborare ed avere le abilita cognitive per farlo 22 Nodello della probabilita dell'elaborazione PETTY E CAC!OPPO 1981 P. periferico: quando i soggetti non hanno la motivazione o l'abilita cognitiva per elaborare, fanno appello a indici salienti che accompagnano il messaggio (indici periferici), che non ne rappresentano il contenuto concettuale ma l'aspetto piu superficiale (assenza di elaborazione) !ndici della fonte: competenza percepita di colui che sostiene il messaggio e aspetto fisico della fonte quando un messaggio fornito da una persona da noi ritenuta competente, in condizione di assenza di elaborazione, tenderemo ad avere un atteggiamento favorevole verso l'oggetto del messaggio, cos come nelle situazioni in cui la persona attraente e piacevole (cio noto ai pubblicitari) 23 Nodello della probabilita dell'elaborazione PETTY E CAC!OPPO 1981 !ndici del messaggio: numero di argomentazioni (maggiore migliore l'atteggiamento verso l'oggetto) e grafici o equazioni (comunicano l'idea che le argomentazioni siano sostenute da studi scientifici e analisi statistiche verifiche sperimentali: Nessaggio che sosteneva di modificare le modalita di stesura e discussione della tesi di laurea - Grado di motivazione (alta rilevanza vs. bassa rilevanza) - Autorevolezza della fonte (professore vs. comitato studenti) - Qualita delle argomentazioni (forte vs. debole) Nelle condizioni di alta rilevanza si presta molta importanza alla qualita del messaggio, se bassa allora si usano indici periferici come l'autorevolezza della fonte (p. periferico) 2+ Nodello euristico-sistematico CHA!KEN 1980 Anche in questo 2 differenti percorsi: - P. Sistematico (simile al p. centrale) - P. Euristico si basa su semplici regole di decisione che il ricevente usa per giudicare il valore del messaggio senza analizzarlo; vengono utilizzate delle scorciatoie di pensiero (euristiche), regole semplici da utilizzare che non richiedono l'impiego di particolari risorse cognitive Nel corso del processo di socializzazione impariamo queste euristiche (le affermazioni di persone esperte sono vere, un messaggio lungo piu valido di uno breve, ecc.) siamo risparmiatori cognitivi (regole semplici x problemi complessi) !n questo modello (a differenza del precedente) i due tipi di elaborazione possono coesistere ed interagire 25 Effetti dell'umore L'umore esercita notevoli effetti sulla persuasione, perch influenza il tipo di elaborazione cui il messaggio viene sottoposto: - L'umore positivo riduce l'elaborazione approfondita e rende + probabile il ricorso ad euristiche ed indici periferici - L'umore neutro indirizza i soggetti verso un tipo di elaborazione + attenta e sistematica Studio di Worth e Nackie (1987): messaggio controattitudinale sul tema delle piogge acide Umore (positivo vs. neutro); Argomentazioni (forti vs. deboli) Fonte (autorevole vs. non autorevole) ! soggetti di umore neutro mostravano un cambiamento solo quando le argomentazioni erano forti 26 Effetti dell'umore Consideriamo + modelli teorici sull'umore 1. Ipotesi della capacit cognitiva: quando le persone si trovano in uno stato di umore positivo o negativo hanno nella loro memoria di lavoro i pensieri positivi o negativi che hanno originato il loro stato il materiale congruente con l'umore occupa lo spazio disponibile e quindi non rimangono le risorse cognitive adeguate per l'elaborazione del messaggio (i soggetti ricorrono ad euristiche o indizi superficiali) 2. Ipotesi motivazionale: l'umore influenza la motivazione all'elaborazione del messaggio; l'umore positivo ci dice che nell'ambiente va tutto bene e non c' bisogno di elab., quello negativo ci spinge ad essere attenti alle minacce 27 Effetti della paura ! messaggi che suscitano un moderato livello di paura aumentano la motivazione e la capacita cognitiva di elaborare il messaggio, indirizzando le persone verso un'elaborazione sistematica queste comunicazioni funzionano solo se le persone possono individuare nel messaggio le informazioni specifiche e rassicuranti su come evitare il pericolo Esp. Di Leventhal et al. (1967) sugli effetti delle sigarette: 3 condizioni (documentario, depliant con istruzioni, documentario + depliant con istruzioni) ! messaggi che puntano su livelli di paura esagerati invece tendono a creare un evitamento difensivo le persone tendono a sminuire, contraddire o ignorare 28 Effetti del comportamento sull'atteggiamento Cio che noi facciamo puo cambiare i nostri atteggiamenti? Studi con tecniche di role-playing Le persone possono giungere a modificare i propri atteggiamenti x il motivo di essersi comportate in un modo (anche se lo richiedeva il ruolo che abbiamo accettato di interpretare). Es: se dei messaggi controattitudinali sono letti da noi + probabile che cambiamo A persuasione autogenerata ! soggetti si autopersuadono dal momento che x sostenere il ruolo sono impegnati a focalizzare l'attenzione verso i pensieri a favore del ruolo da sostenere ! modelli teorici che hanno avuto maggiore influenza in quest'area sono la t. della dissonanza cognitiva e la t. dell'autopercezione 29 L'equilibrio cognitivo (HE!DER 19+6) La t. della dissonanza si basa sull'idea di equilibrio cognitivo secondo cui le diverse componenti degli atteggiamenti e il rapporto tra A e C necessitano di equilibrio. Secondo Heider le persone si rappresentano le situazioni sociali x mezzo di strutture triadiche, in cui un soggetto (P) si raffigura la relazione con un'altra persona (X) e con gli oggetti di interesse comune (O) P O X 30 L'equilibrio cognitivo (HE!DER 19+6) La triade equilibrata quando tutti i rapporti sono positivi, o 1 positivo e 2 negativi, squilibrata quando 2 rapporti sono positivi e 1 negativo Luca film Nara + - + Luca film Nara + + + + - - Equilibrio Squilibrio 31 L'equilibrio cognitivo (HE!DER 19+6) Secondo la t. dell'equilibrio, le persone tendono a mantenere lo stato di equilibrio tra i loro atteggiamenti e, per il disagio provocato dalla sua carenza, sono disposti a cambiare idee e sentimenti per raggiungerlo un modo per ritrovare equilibrio il cambiamento di atteggiamento quando semplice e meno gravoso per l'individuo; es: piu semplice per Nara cambiare atteggiamento nei confronti del film che troncare il suo rapporto con Luca Luca film Nara + - + 32 T. della dissonanza cognitiva (FEST!NGER 1957) Parte dal bisogno di coerenza fra le rappresentazioni cognitive: gli individui quando riscontrano delle discrepanze tra le proprie cognizioni avvertono un'attivazione fisiologica (arousal) negativa, definita dissonanza cognitiva (specialmente quando diventiamo consapevoli di una discrepanza tra le nostre convinzioni e i comportamenti che mettiamo in atto) es. sensibilita verso i mendicanti e comportamenti di elemosina La consonanza puo essere ristabilita agendo su uno qualsiasi degli elementi in disaccordo, ma i cambiamenti riguardano soprattutto i nostri atteggiamenti (piu che il nostro comportamento) per il principio del minimo sforzo: C lo abbiamo gia messo in atto quindi + facile cambiare A 33 T. della dissonanza cognitiva (FEST!NGER 1957) Esistono diverse strategie con cui possiamo ridurre attivamente la dissonanza: - Ridurre l'importanza di uno degli elementi dissonanti (es: un solo comportamento sgarbato non indice di ostilita) - Aggiungere elementi cognitivi consonanti (andavo di fretta o l'uomo era prepotente) - Nodificare uno dei 2 elementi dissonanti (non sopporto i mendicanti) l'attivazione emotiva spiacevole che funge da spinta motivazionale per il cambiamento: solo se attribuiamo l'arousal al comportamento messo in atto proveremo dissonanza. 3+ T. della dissonanza cognitiva (FEST!NGER 1957) !l bisogno di coerenza tra le rappresentazioni cognitive spiega anche la nostra tendenza a valutare di + un oggetto se questo ci costa qualcosa (giustificazione dello sforzo) Esp. di Aronson e Nills (1959): ragazze che devono superare una prova preliminare (alto o live imbarazzo) x partecipare ad un gruppo di discussione sul comportamento sessuale (presentata come interessante ma noiosa): il gruppo ad alto imbarazzo tendeva a valutare meglio la discussione Un altro effetto quello della ricompensa inadeguata; esp. Di Festinger e Carlsmith (1959) soggetti che partecipano ad un compito noioso e poi devono convincere altri a fare lo stesso (alta e bassa ricompensa) valutazione 35 T. della dissonanza cognitiva (FEST!NGER 1957) Secondo Aronson (1969) la dissonanza deriva da cognizioni in conflitto che minacciano la coerenza, la stabilita e l'integrita morale del s e vengono cambiate affinch si accordino tra loro soprattutto nelle situazioni in cui in gioco l'autostima: in questi casi l'incoerenza tra alcuni aspetti del concetto di s e il proprio comportamento (x giustificare il comportamento passato le persone deformano, negano e si autoconvincono) Steele (1988) sostiene che la dissonanza deriva da minacce all'integrita del s (es: un esame andato male se penso che sono infallibile nello studio) e viene combattuta accentuando gli aspetti positivi e sminuendo quelli negativi cos viene riconfermata la nostra identita positiva 36 T. dell'autopercezione (BEN 1965) La t. della dissonanza offre una spiegazione motivazionale, ma questa non basta a spiegare alcuni processi cognitivi come esposizione, attenzione e interpretazione selettiva: non solo l'arousal ma noi siamo naturalmente portati a selezionare le informazioni in linea con i nostri A Secondo questa teoria invece le persone giungono ad inferire gli A dall'osservazione del proprio comportamento: la ricerca di un stato di coerenza tra C e A dovuta ad un processo inferenziale non cambiano veramente atteggiamento ma riferiscono quello che presumibilmente ha prodotto il comportamento osservato: Se io mi sono comportato cos allora l'A sottostante . 37 T. dell'autopercezione (BEN 1965) Nel caso dell'esperimento della ricompensa inadeguata Se io sono andato a cercare altri allora il compito deve essere stimolante !nvece quando la ricompensa era adeguata potevano tranquillamente attribuire l'aiuto prestato al ricercatore al denaro ricevuto Alla base di questa interpretazione non c' spazio per il concetto di arousal negativo Le due prospettive possono coesistere (Fazio Zanna Cooper 1977): - Se il C lievemente incongruente con l'A il cambiamento si verifica con un processo di inferenza - Se il C eccessivamente incongruente con l'A avviene l'attivazione negativa alla base della dissonanza cognitiva