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Biografia di Paolo Uccello (1397 - 1475) Paolo di Dono nasce nel 1397 da Dono di Paolo, barbiere e chirurgo, e da Antonia

di Giovanni del Beccuto. Malgrado Pratovecchio in Casentino si fregi davergli dato i natali, la sua citt di nascita probabilmente Firenze, dove Dono aveva preso residenza nel 1373. Della formazione artistica di Paolo non si certi. Il Vasari lo dice discepolo di Antonio Veneziano, ma la notizia mostra discrepanze cronologiche. E pi probabile chegli fosse a bottega da Gherardo Starnina. Si sa che nel 1407 egli fosse garzone per il Ghiberti, per la rifinitura della prima porta del Battistero fiorentino. Molti pensano che da qui derivi il suo soprannome Paolo degli Uccelli o dellUccello, come egli stesso si firma, poich il giovane pittore attende specialmente ai volatili rappresentati nel fregio. Al 1415 risale la notizia della sua immatricolazione allArte dei medici e degli speziali, al 1424 quella della sua entrata nella compagnia di San Luca. Nel 1425 chiamato a Venezia per dedicarsi a parte dei mosaici. Realizza un San Pietro sulla facciata, ormai perduto, anche se presente nelle testimonianze pittoriche di Gentile Bellini. Torna a Firenze nel 1430: c traccia della sua presenza nel registro del catasto, istituito nel 1427. Paolo fa domanda per lavorare al Duomo di Firenze nel 1432, ma probabile che stesse gi lavorando a qualcosa, pur se di questa commissione non si ha notizia. LOpera del Duomo gli affida, nel 1436, la realizzazione dun grande affresco equestre destinato alla navata sinistra. Lopera dedicata a John Hawkwood, detto lAcuto, capitano delle truppe fiorentine nel secolo precedente. Dal 1443 al 1445 lo stesso committente gli richiede dei cartoni per le vetrate di tre occhi della cupola. Due dei cartoni ancora esistenti rappresentano una Nativit ed una Resurrezione, mentre quello con lAnnunciazione andato perduto. Alle vetrate si aggiunge la decorazione della facciata posteriore del Duomo con la sfera delle ore, un orologio con quattro teste di profeti su ciascun angolo. Nel 1445 Donatello, caro amico di Paolo, lo chiama a Padova. Qui il pittore attende alla realizzazione di personaggi illustri in Casa Vitaliani. Si tratta di figure colossali, per questo soprannominate i Giganti, oggi perdute, che allepoca ebbero forse influenza sul Mantegna. Altre notizie della sua vita provengono negli anni seguenti (1442, 1446, 1457) dal catasto fiorentino. Nel 1465, la Confraternita del Corpus Domini gli affida la decorazione della predella della sua chiesa dUrbino, con i Miracoli dellOstia. Si ferma in citt fino al 1469, lavorando anche con suo figlio, allepoca molto giovane. Nel 1469 ancora il catasto d testimonianza della sua vita, di cui Paolo parla con parole di disagio: truovomi vecchio () e con la dona inferma. L11 novembre del 1475 fa testamento e muore un mese dopo. Del castagno Fu uno dei protagonisti della pittura fiorentina nei decenni centrali del XV secolo, assieme a Beato Angelico, Filippo Lippi, Domenico Veneziano e Paolo Uccello. Il suo stile personalissimo fu influenzata da Masaccio e Donatello, dei quali svilupp in particolare la resa prospettica, il chiaroscuro plastico, che drammatizz con l'uso di tinte pi scure, e il realismo delle fisionomie e dei gesti, talvolta cos esasperato da raggiungere esisti espressionistici. A Firenze la sua lezione fu solo in parte capita e recepita, mentre si sviluppava, in et laurenziana, un gusto prevalentemente legato alla ricercatezza del disegno e a un accordo elegante di tinte chiare. Fu invece a Ferrara che l'opera di Andrea del Castagno venne ulteriormente sviluppata, ponendo le basi per la scuola locale di Cosm Tura, Francesco del Cossa ed Ercole de' Roberti. ndrea nacque nel 1421 circa a Castagno, villaggio sulle pendici del Falterona circa a met strada tra Firenze e Forl, da Bartolo di Simone di Bargilla e Lagia. Durante la guerra tra Firenze e Milano visse a Corella, nella fortezza di Belforte, al riparo dalle scorrerie e dai saccheggi. Al termine della guerra rientr con la sua famiglia a Castagno. Nel 1440, con la protezione di Bernardetto de' Medici, si rec a Firenze,

dove dipinse, dopo la battaglia di Anghiari, l'effige dei ribelli impiccati (Albizzi e Peruzzi), sulla facciata del Palazzo del Podest (perduti gi nel 1494), da cui il soprannome di Andrea degli Impiccati. Non si sa niente della sua formazione, ipoteticamente si possono fare i nomi di Filippo Lippi e Paolo Uccello, ma gli artisti che influenzarono di pi il giovane Andrea furono Masaccio e Donatello. Nel 1439 era, con Piero della Francesca e altri, tra gli assistenti di Domenico Veneziano durante la realizzaizone degli affreschi perduti delle Storie della Vergine nella chiesa di Sant'Egidio, ai quali lavor per completarli anche pi tardi. Tra il 1440 e il 1441 realizz l'affresco con la Crocifissione e santi per l'Ospedale di Santa Maria Nuova: la costruzione prospettica della scena e la volumetria delle figure sono di origine masaccesca. Ve Nel 1442 si rec a Venezia dove, nell'abside della cappella di San Tarasio in San Zaccaria, esegu gli affreschi con Dio Padre, Santi e i quattro Evangelisti in collaborazione conFrancesco da Faenza. Di sua mano sono il Dio Padre, San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista. L'opera, asciutta nella grafica e nei contorni, fu coraggiosamente impostata in modo prospettico e con la centralit delle figure umane, in netto contrasto con la cultura figurativa veneziana dell'epoca. Successivamente lavor alla Basilica di San Marco lasciando il disegno per alcuni mosaici con le Storie della Vergine (tra cuiVisitazione e Morte della Vergine), databili al 1442-1443. La maturit a Firenze [modifica] Tornato a Firenze nel 1444 forn il cartone per una vetrata a Santa Maria del Fiore con la Deposizione. Il 30 maggio 1445 si immatricol all'Arte dei Medici e degli Speziali. Di quello stesso anno l'affresco con la Madonna col Bambino e santi dellaCollezione Contini Bonacossi. Nel 1447 lavor nel refettorio di Sant'Apollonia a Firenze, una delle sue opere pi significative. Nella parte superiore della parete affrescata dipinse a destra la Deposizione, al centro la Crocifissione e a sinistra la Resurrezione (scene molto rovinate poich scialbate, ma ancora leggibili); nella parte inferiore l'Ultima Cena: la scena della rivelazione del tradimento si svolge in un ambiente ricco, caratterizzato dalla decorazione a tarsie marmoree e con richiami all'antico, come le due sfingi ai lati della tavolata. In questa scena, scorciata con violenza, le figure, in pose pacate e solenni, si allineano seguendo il ritmo orizzontale e convergono nel gruppo centrale formato dal Cristo, Giovanni e Giuda (seduto, diversamente dalle altre figure, nella parte opposta della tavolata). Sempre per Sant'Apollonia dipinse su una sopraporta l'affresco con Cristo in Piet sorretto da due angeli(di cui rimane anche la sinopia). Tra il 1449 e il 1450 dipinse l'Assunta con i santi Giuliano e Miniato per la distrutta chiesa di San Miniato fra le Torri (ora a Berlino). In quegli anni lavor per Filippo Carducci al Ciclo degli uomini e donne illustri nella Villa Carducci di Legnaia, che comprende i ritrratti a tutta figura di Pippo Spano, Farinata degli Uberti, Niccol Acciaioli, Dante, Petrarca, Boccaccio, la Sibilla Cumana, Ester e Tomiri. l 1450 circa fanno riferimento la Crocifissione di Londra, il David con la testa di Golia e il Ritratto d'uomo di Washington. Tra il gennaio 1451 e il settembre 1453 riprese gli affreschi delle Scene della vita

della Vergine lasciati incompiuti da Domenico Veneziano a Sant'Egidio (perduti). A ottobre Filippo Carducci gli commission altri affreschi per la sua villa di Legnaia, in particolare Eva e una Madonna col Bambino molto lacunosa. Nel 1455 lavor alla chiesa della Santissima Annunziata (affreschi con Trinit san Gerolamo e due sante e San Giuliano e il Redentore). Nel primo seppe coniugare l'accentuazione dei valori espressivi a un esasperato realismo. Di quegli anni dovrebbe essere l'affresco della Crocifissione di Santa Maria degli Angeli, oggi in Sant'Apollonia. Nel 1456 afrresc in Duomo ilMonumento equestre di Niccol da Tolentino, in pendant con un analogo affresco di Paolo Uccello. Mor di peste il 19 agosto 1457.

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